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ISTITUTO BELGA-ITALIANO DI OSTEOPATIA

L’ESAME CLINICO DEL GINOCCHIO

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TEST CLASSICI :

a) test della flessione :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, l’arto inferiore da esaminare in triplice


flessione a 90°.

Posizione dell’osteopata :in piedi lateralmente al soggetto, con la sua mano cefalica fissa il
femore, con la mano caudale contatta la caviglia del paziente

test : realizzare senza forzare una flessione della gamba sulla coscia.

Interpretazione : valutare comparativamente la distanza “gluteo-tallone”.

b) test dell’estensione (Recurvatum test):

Posizione del paziente:in decubito dorsale, gambe estese,

Posizione dell’osteopata : in piedi, dal lato del ginocchio da testare, con la mano cefalica,
fissa il femore del paziente, con la mano caudale contatta il tallone del paziente (o l’alluce)

Test : realizzare, con una spinta del tallone verso l’alto (o una trazione dell’alluce),
l’estensione della gamba sulla coscia.

Interpretazione :In questo test, si osserva l’


aumentare dell’estensione del ginocchio, o
recurvatum, come un'indicazione di gravi lesioni ai
legamenti del ginocchio. Questo test è generalmente
positivo nei pazienti che hanno lesioni all’angolo
posterolaterale e / o lesioni ai LCA e LCP . In questo
test, l'esaminatore utilizza una mano per stabilizzare
il femore distale, mentre l'altra mano è collocata
intorno all’alluce o al piede e solleva l’arto dal lettino
. Il relativo aumento o diminuzione di hyperextension
si osserva dal dislivello del tallone (cm), e
confrontata rispetto al ginocchio controlaterale. Noi
preferiamo fare questa prova come primo test su un ginocchio ferito per aiutare nella
valutazione di relativa instabilità. Oltre ad essere un marker per una lesione combinata al
punto d’angolo posterolaterale e lesione dei legamenti crociati, abbiamo trovato anche
essere utile nei pazienti che presentano una grave lesione del legamento collaterale
mediale. In questa condizione si verifica un aumento del valgus.
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2) TEST DEI LEGAMENTI :

a) test dell’abduzione (valgus test):


Legamento collaterale mediale la prova è effettuata
con il ginocchio a 30 ° di flessione. Questa prova è
effettuata per misurare la quantità di apertura
dell’interlinea articolare del compartimento mediale,
che potrebbe indicare un LCM compromesso. Per
iniziare questo test, la gamba è collocata oltre il
bordo del tavolo e l'esaminatore pone la sua coscia
contro il paziente per stabilizzare la coscia. Le dita di
una mano sono appoggiate direttamente sulla linea
articolare per sentire la quantità di apertura che si
verifica. Con la necessaria sensibilità si brava a
questa prova, la quantità di apertura può essere quantificata tra 0-5 mm 5-10 mm e più di un
centimetro. Questo sarebbe pari ad un lieve, moderato, o completo strappo del LCM. Questo test
ha bisogno di essere paragonato al ginocchio normale controlaterale. L'altra mano deve essere
collocato intorno al piede del paziente e deve applicare una forza in valgus.

NOTA : IL GIOCO ARTICOLARE IN ABDUZIONE E’ FISIOLOGICAMENTE MENO


IMPORTANTE DELL’ADDUZIONE.

b) test dell’adduzione (varus test) :


Legamento collaterale laterale(varus test): è leggermente più difficile da eseguire che il valgus
test perché il lettino può ostacolare l’esecuzione corretta
del test. Per questo motivo, il paziente è posto un po 'più
lontano dal bordo del tavolo e la coscia maggiormente
abdotta. La mano cefalica è sistemata sulla rima
articolare e il pollice è posato direttamente sulla parte
laterale dell’articolazione. In questa posizione la quantità
di apertura che si verifica può essere palpata. L'altra
mano è posta sul piede del paziente e viene utilizzata per
applicare un varus con il ginocchio flesso a 30°. La
quantità di apertura è valutata rispetto al ginocchio
normale controlaterale. Lieve (0 - 5 millimetri),
Moderata (5 - 10mm), o grave (> 10mm) apertura del comparto laterale, rispetto al ginocchio
normale è di solito indicativo di lesioni al legamento collaterale laterale e, potenzialmente, lesioni al
LCA e / o LCP.

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c) test di scivolamento interno :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, l’arto da testare fuori dal tavolo.

Posizione dell’osteopata : in piedi, al lato del paziente. Egli blocca la caviglia della gamba
da testare tra le sue cosce, con la sua mano esterna egli contatta la faccia esterna
dell’estremità superiore della tibia, l’altra mano immobilizza la faccia interna dell’estremità
inferiore del femore.

Test : con la sua mano esterna, l’osteopata esercita una spinta dal di fuori al di dentro

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente la restrizione di mobilità nel senso


dello scivolamento interno della tibia sul femore.

NOTA : una lesione in scivolamento interno presenterà una marcia a scala sulla faccia
esterna ed interna del ginocchio.

d) test di scivolamento esterno :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, l’arto inferiore da testare fuori dal tavolo.

Posizione dell’osteopata : in piedi, lateralmente al soggetto, egli porta la caviglia del


soggetto tra le sue cosce. Con la sua mano esterna, egli immobilizza la faccia esterna
dell’estremità inferiore del femore, l’altra mano contatta la faccia interna dell’estremità
superiore della tibia.

Test : con la sua mano esterna, l’osteopata esercita una spinta dal di dentro al di fuori.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente la restrizione di mobilità nel senso


dello scivolamento esterno della tibia sul femore.

e) test della rotazione della tibia sul femore :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, il ginocchio da testare leggermente flesso


(cuscino sotto il ginocchio).

Posizione dell’osteopata : in piedi, lateralmente al soggetto. Con la sua mano cefalica, con
la pinza pollice medio, contatta l’interlinea articolare, l’indice riposa sulla cresta tibiale,
l’altra mano contatta la caviglia.

Test : l’osteopata realizza, con la sua mano caudale, dei movimenti di rotazione esterna
ed interna.

Interpretazione : con la sua mano cefalica, l’osteopata valuta comparativamente una


restrizione di mobilità in rotazione interna o esterna della tibia sul femore.

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NOTA : in posizione neutra, esiste una più grande amplitudine in rotazione esterna rispetto
alla rotazione interna.

variante :

Posizione del paziente : in decubito ventrale, il ginocchio da testare flesso a 90°.

Posizione dell’osteopata : in piedi, al lato dal ginocchio da testare, con la sua mano
cefalica contatta il cavo popliteo, le dita riposano a livello dell’interlinea articolare, la sua
mano caudale impugna il tallone.

Test : con la sua mano cefalica, l’osteopata, realizza una rotazione esterna e una
rotazione interna della tibia sul femore.

Interpretazione : con la sua mano cefalica, l’osteopata, valuta comparativamente una


restrizione di mobilità in rotazione interna o esterna della tibia sul femore.

f) test del cassetto posteriore :

Posizione del paziente : decubito dorsale, ginocchio flesso, piede in appoggio sul tavolo.

Posizione dell’osteopata : seduto al lato del


soggetto, con il peso del suo corpo fissa il piede del
soggetto sul tavolo, con le due mani afferra
l’estremità superiore della tibia, i pollici riposano
sullo stesso lato della cresta tibiale.

Test : l’osteopata realizza una spinta dall’avanti


verso dietro.

Interpretazione : l’osteopata valuta


comparativamente una più grande mobilità del
cassetto posteriore.
NOTA : una rottura del legamento crociato postero-interno evidenzia un cassetto
posteriore esagerato.

a) Tibial drop test: crociato posteriore.


Fornisce una visione statica della quantità
di traslazione posteriore causata dalla
gravità in un ginocchio con una lesione del
crociato posteriore. Questo test può essere
eseguito sulla maggior parte dei pazienti,
non provocando dolore. In questo test il
ginocchio è flesso a 90 ° e viene visto nella
sua porzione laterale. Nel ginocchio
normale, la tibia è normalmente un
centimetro anteriore rispetto ai condili
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femorali. Nel legamento crociato posteriore carente, vi è una diminuzione della
sporgenza anteriore della tibia. Da confrontare con il controlaterale.

b) Il quadricipite attivo: crociato posteriore. è


un test dinamico, che aiuta a valutare una
parziale o completa lesione del LCP. La
posizione di partenza per la prova è il tibial
drop test. Il piede / caviglia del paziente è
bloccato e il paziente è invitato contrarre i
muscoli della coscia nel tentativo di
raddrizzare le gambe. In questo test, se la
tibia è sublussata posteriorly rispetto al
normale, la contrazione del quadricipite
tirerà attraverso il tendine rotuleo ed
eserciterà una trazione anteriore sulla parte
prossimale tibia attraverso il tibial tubercle. Una prova positiva del test è indicativa
di almeno una parziale lesione del LCP.

c) test del cassetto anteriore : crociato anteriore

Posizione del paziente : in decubito dorsale, ginocchio flesso, piede sul tavolo.

Posizione dell’osteopata : seduto al lato del soggetto, con il peso del suo corpo fissa il
piede del paziente sul tavolo, con le due mani afferra l’estremità superiore della tibia, i suoi
pollici riposano dallo stesso lato della cresta tibiale.

Test : l’osteopata realizza una spinta da dietro in avanti.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente una più grande mobilità del cassetto
anteriore.

NOTA : una rottura del legamento crociato antero-esterno mostra un cassetto anteriore
esagerato.

d) Lachman Test: crociato anteriore.

Posizione del paziente: sdraiato in posizione supina, flettere ginocchio a circa 15 gradi.
Con la mano cefalica stabilizzare la parte distale del femore mentre l’altra afferra
saldamente la parte prossimale della tibia.

Test: Applicare una gentile trazione anteriore alla parte prossimale della tibia.(somiglia
al test del cassetto anteriore realizzato con una flessione del ginocchio minore).

Interpretazione: comparare la mobilità con il controlaterale. Un movimento Maggiore di


3 mm indica un LCA compromesso.

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3) TESTS MENISCALI :

a) test di OUDART :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, il ginocchio da testare, flesso a 90°.

Posizione dell’osteopata : in piedi, dal lato del ginocchio da testare, egli piazza il pollice
della sua mano cefalica sull’interlinea interna, parte anteriore, con l’altra mano afferra la
caviglia.

Test :l’osteopata esercita una pressione sul corno anteriore del menisco interno durante il
movimento di flessione.

Interpretazione : il test è positivo se appare un dolore acuto a livello meniscale.

b) Test di MAC MURRAY :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, il ginocchio da testare flesso a 90°,

Posizione dell’osteopata : in piedi, dal lato del ginocchio da testare, con la sua mano
caudale, afferra la caviglia del paziente, con la mano cefalica contatta l’interlinea articolare
interna ed esterna del ginocchio da testare.

Test : l’osteopata realizza dei movimenti combinati di adduzione-abduzione, rotazione


interna ed esterna della tibia sul femore a differenti gradi di flessione.

Interpretazione : il test è positivo se compare un dolore acuto al ginocchio.

c) test di APLEY in compressione:

Posizione del paziente : in decubito ventrale, il ginocchio da testare flesso a 90°,

Posizione dell’osteopata : in piedi, dal lato del ginocchio da testare, con la mano caudale
contatta il calcagno del paziente, facendo riposare il suo avambraccio sulla faccia plantare
del piede, con il peso del suo torace aumenta l’appoggio.

Test : l’osteopata esercita una pressione assiale, associando delle rotazioni interne ed
esterne della tibia sul femore.

Interpretazione : a 50° di flessione, si testa il corno anteriore, a 90° di flessione, si testa il


corno posteriore.

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d) Test di APLEY in distrazione:

Il test è identico a quanto descritto per il metodo in compressione. La sola


differenza risiede nell’effettuare il test distraendo le superfici articolari.

4) TEST DELL’ORECCHIO :

Si possono differenziare tre rumori a livello dell’articolazione del ginocchio.

a) di attaccamento :

questo rumore indica la presenza di deposito intra-articolare, es : enartrosi antica.

b) di scricchiolamento :

questo rumore segnala un problema meniscale o cartilagineo.

c) di stiramento :

questo rumore segnala il passaggio di un legamento su una rugosità articolare patologica.

Posizione del paziente :

decubito dorsale, l’arto da testare in triplice flessione,

Posizione dell’osteopata :

in piedi, dal lato del ginocchio da testare, piazza la sua mano cefalica nel cavo
popliteo del ginocchio del paziente, con la mano caudale afferra il calcagno del
paziente, piazza il suo orecchio a livello della faccia esterna del ginocchio.

Test :

l’osteopata realizza dei movimenti passivi di flessione ed estensione del ginocchio


ascoltandone gli eventuali rumori.

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5) TESTS DELL’ARTICOLAZIONE TIBIO-PERONIERA SUPERIORE

a) in anteriorità :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, il ginocchio da testare flesso,

Posizione dell’osteopata : seduto al lato del soggetto, con il suo gluteo fissa il piede del
soggetto, la sua mano interna immobilizza l’estremità antero-superiore della tibia, l’altra
mano contatta con una pinza indice-pollice la faccia anteriore e posteriore della testa
peroniera.

Test : con la sua mano esterna, l’osteopata realizza una trazione dal di dentro al di fuori e
dall’indietro in avanti.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente la mobilità della testa peroniera in


anteriorità.

b) in posteriorità :

Posizione del paziente : decubito dorsale, ginocchio flesso, piede sul tavolo.

Posizione dell’osteopata : seduto a lato del soggetto, con il suo gluteo immobilizza il piede
del soggetto. La mano interna immobilizza l’estremità antero-superiore della tibia, con
l’altra mano contatta, con la pinza pollice-indice, la faccia anteriore e posteriore della testa
peroniera.

Test : con la sua mano esterna, l’osteopata realizza una spinta dal di fuori al di dentro e
dall’avanti verso l’indietro.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente la mobilità della testa peroniera in


posteriorità.

c) in elevazione :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, gambe estese,

Posizione dell’osteopata . lateralmente al soggetto, con la mano caudale impugna il tallone


del soggetto, facendo riposare la faccia plantare del piede sul suo avambraccio, la polpa
dell’indice dell’altra mano si situa alla sommità della testa peroniera.

Test :l’osteopata realizza una dorsi-flessione massimale del piede.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente, con il suo indice la mobilità in


elevazione del perone.
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d) in abbassamento :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, gambe estese,

Posizione dell’osteopata : lateralmente al soggetto, con la mano caudale impugna il tallone


del paziente, facendo riposare il suo avambraccio sulla faccia dorsale del piede del
paziente, il polpastrello dell’indice dell’altra mano si situa alla sommità della testa
peroniera.

Test : l’osteopata realizza una flessione plantare del piede del paziente.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente con il suo indice la mobilità in


abbassamento del perone.

1) TESTS DELL’ARTICOLAZIONE TIBIO-PERONIERA INFERIORE

a) in anteriorità :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, ginocchio flesso, piede sul tavolo,

Posizione dell’osteopata : seduto, dal lato dell’arto da testare, con il suo gluteo
immobilizza il piede del soggetto, con la sua mano interna immobilizza l’estremità inferiore
della tibia, con l’altra mano contatta la faccia anteriore e posteriore del malleolo esterno.

Test : con la sua pinza pollice-indice, l’osteopata mobilizza il malleolo in anteriorità.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente la mobilità della testa peroniera in


anteriorità.

b) in posteriorità :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, ginocchio flesso, piede sul tavolo,

Posizione dell’osteopata : seduto, dal lato dell’arto da testare, con il suo gluteo
immobilizza il piede del paziente sul tavolo, con la mano interna immobilizza l’estremità
inferiore della tibia, l’altra mano contatta la faccia anteriore e posteriore del malleolo
esterno.

Test : con la pinza pollice-indice, l’osteopata spinge il malleolo in posteriorità.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente la mobilità della testa peroniera in


posteriorità.

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c) in elevazione .

Posizione del paziente : in decubito dorsale, gambe estese,

Posizione dell’osteopata : in piedi, lateralmente al soggetto, con una mano egli impugna il
tallone del paziente, facendo riposare la faccia plantare del piede sul suo avambraccio,la
polpa dell’indice contatta la sommità del malleolo esterno.

Test : l’osteopata realizza una dorsi-flessione massimale del piede.

Interpretazione . l’osteopata valuta comparativamente con il suo indice la mobilità in


elevazione del perone.

d) in abbassamento :

Posizione del paziente : in decubito dorsale, gambe estese,

Posizione dell’osteopata : lateralmente al soggetto, con una mano impugna il tallone del
paziente, la faccia dorsale del piede riposa sul suo avambraccio, la polpa dell’indice
contatta la sommità del malleolo esterno.

Test :l’osteopata realizza una flessione plantare del piede.

Interpretazione : l’osteopata valuta comparativamente con il suo indice la mobilità in


abbassamento del perone.

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