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L’oggetto immaginario della scienza della storia.

Struttura ed evento del feticcio in Louis Althusser


Luca Pinzolo

Louis Althusser, nella sua introduzione alla traduzione francese del primo libro del Capitale, invita i
lettori a «lasciare deliberatamente da parte, in una prima lettura, la sezione I (Merce e denaro)», per
riprenderla, eventualmente, a fine lettura. Il presente contributo si propone di affrontare i motivi di
questo suggerimento “imperativo” confrontando questo breve testo con quelli, assai più corposi,
contenuti in Leggere il capitale e con l’ausilio di alcuni spunti ricavati dagli scritti pubblicati
postumi, in particolare Marx nei suoi limiti (1978) e La corrente sotterranea del materialismo
dell’incontro (1982).
In Leggere il Capitale (1965), Althusser sembra abbracciare in pieno l’approccio, in certa misura
deduttivista, che lui stesso definisce della “Darstellung”, laddove nell’introduzione all’edizione
francese del I Libro del Capitale (1969) egli propone, al contrario, di cominciare la lettura del testo
dalle sezioni dedicate ad analisi di dati “empirici”; egli, insomma, sembra quasi invitare il lettore a
seguire il percorso di ricerca di Marx stesso – o a invertire il procedimento di esposizione nel
processo di ricerca: se in Leggere il Capitale l’unità di analisi era la Darstellung, la struttura e la sua
efficacia, ora il problema è la storia e l’evento. Nello scritto Marx nei suoi limiti, addirittura egli
arriva a denunciare l’approccio deduttivista di Marx come un’ipoteca hegeliana e si spinge quasi ad
affermare che non vi è autentica sistematicità nell’esposizione di Marx – né che la scienza della
storia marxiana può essere considerata un “sistema”.
Si cercherà di mostrare come queste molteplici letture althusseriane si concentrino sulla soluzione
che egli, in poche ma dense pagine, offre circa il carattere di feticcio della merce: il concetto
dell’economico, concentrato nell’oggetto-merce è, infatti, il concetto di un déplacement che prende
la forma di una mistificazione oggettiva – esso non può definire, pertanto, un campo teorico
omogeneo, trasparente o “puro” neanche sul piano solamente concettuale, perché è il concetto di
una permutazione continua di termini, di un continuo spostamento di luogo che ha come effetto una
“oggettiva”, ossia “strutturale”, mistificazione. Lo scopo è individuare l’oggetto della marxiana
scienza della storia nella merce-feticcio – oggetto immaginario e dispositivo-matrice di produzione
dell’immaginario – e vedere nel feticismo della merce l’efficacia della struttura.
Tutto ciò per sostenere che l’oggetto della scienza marxiana è l’immaginario ed è immaginario:
l’“oggetto” del Capitale e della marxiana “scienza della storia” è il deposito immaginario di un
movimento di cui può esserci solo constatazione postuma degli effetti: se si accetta questa posizione,
il materialismo aleatorio, materia di una riflessione che diventa centrale nell’ultimo Althusser, è la
pratica teorica che deve farsi carico di questo movimento e si pone, pertanto, come “teoria
dell’inizio-in-movimento”, che si dissolve nei suoi effetti e in cui il “risultato” trova,
corrispondentemente, anche se in un apparente paradosso, la sua de-costituzione nonché la matrice
della sua possibile trasformazione rivoluzionaria.

Parole-chiave:

1. Congiuntura
2. Feticismo della merce
3. Materialismo aleatorio

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