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IL MONDO DELL-ARCHEOLOGIA ISTITUTO DELLA ENCICLOPEDIA ITALIANA FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI ROMA oy A sinista,pescatre che porta ua pesce ‘can polpo raffigurato suvun siglo (Medio Minoico) dda Coosso, Grecia desta, giovane pescatore raffiguraro sul piede del "vaso dei peseator (Medio Cieadico) da Phylakopi, Grecia, [Atene, Museo Nazionale Archealogic. 718 MONDO EGEO | DAT! ARCHEOBIOLOGIC! A fini di una ricostruzione delle abicudini alimentati delle co- muni egee delle del Bronzo, i rtrovamenti archeoboranici ¢ i rest ossei animali provenienti dagl stati archeologici ci do- ccumencano su una larga scala di attiviarivolte al tifornimenco alimentare atraverso le pratiche agricole, Vallevamenito del be- stiame ele acviea di caccia, pesea¢raccolta. I rest archeobo- ‘anici e archeozoologici provenienti dai sti egei rivelano alcu- ne sostanziali novithnell'economia di sussistenza della prima ‘meta delletk del Bronzo. Infai, se da una parte, con le nuove strategie adortate nelle reeniche di coltivazione, siassistea un incremento della produzione agricola, dal alta si rileva Vinto- duzione di nuove coltutee urintensficazione delle pratiche di allevamento del bestiame, in particolare quello dei caprovi Seppure con i dovutidistinguo, che tengano conto di quel enomeni di scratificazione sociale che si innescarono in cutta area egea a cominciare dal Bronzo Medio, quando sorsero le prime formazioni palaiali, si pub tracciare a grandi jinee una dicta alimentare di base, valida per Vincero periado, le cui even- tual variazionisiano da riferice piu che altro a fattori geogra fic. Nella Grecia del Bronzo Tardo sono ormai presenti tut ali alimenti caratceristci della cosidderca “dita medicerranca’” Erano coltivati moti tipi di cerealie di legumi, mencre uli- vo, la vite ei fico, assieme ad alcuni alberi da fructa erano og- geto di coltivazione o di sfruttamento diffuso. Questa dieta di base, essenzialmence vegerale, era incegrata dl late ¢ dai suo derivati,insieme con i prodoei della peseae aun limita- to consumo della carne Dal repertorio dei dati archeobotanici si pud ben com- prendere come anche i fro ¢ I'or20, element base della pro dione cerealicola, dovessero indubbiamente costieuire una parte essenziale della dicta alimentare. La presenza, in forme meno appariscent di semi riferibili ad alr tipi di cereal, qua Tifavena e il miglio, pud invece essere intesa come il segno ul ATT della pratica di coltute ceealicole secondarie o complemen- ‘ati, util sosttutiv in situazioni di emergenza (annate di rac- colt insufficient, carestie, ccc). I frumento ¢Vorzo,sguscia- tie arrostit, potevano essere consumaci in forma di zuppa 0 di pane. II tipo di pane pit comune non lievitato era a base di farto, come attestato dal ritrovamento di un pane carbonizza- to proveniente da Tirinco. Lincremento di semi di grano e- nero da farina in alcuni sti del Bronzo Tardo pud far pensare ad una produzione limitata di pane pit raffinato, Lalimento pitt comune doveva essere in ogni caso la zuppa di o720, 0 un porridge faco con il faro 0 con la farina d’orzo. Se Fassunaione dei carboidratiera dunque assicurata dal dif Fuso consumo dei cereli, apporto protcico necesaro alla die- ta alimentare era dato dalle Leguminose. Gli scaviarcheologi- ci hanno restiuito la traccia di una vasta gamma di legumi i «quali, oltre a porer essere mangiatifeschi, venivano certamente, nella maggior parte dei casi disseccati prima della loro con- servazione. Sempre legaa a ciclo invernale la coltivazione della lenticehia, che con i pseli,le fave i cecie le cicerchie & presente in quasi rut gl insediamentiege di questepoca. Una leguminosa legata al ciclo estivo & invece il veccofo, ben arte scato durante tutta eta del Bronzo, Tutti legumi erano uti- lizeati per le mineste:il contenuto proteico dela cicerchi ap- pare cuctavia superiore a quello delle ltre Leguminose. Tra le innovazioni alimencari che, come inizialmente dec to, caratterizzano questo periodo, troviamo le olive ei fichi Le prime, assieme allolio che da esse si produceva, contribu vvano a fornire i lipid. A Karo Zakro, all'interno di un porto, si@ rinvenuta una coppa conica contenente ancora le olive iv depositate per essere mantenute nellacqua. [fchi, al pari de legumi, venivano per lo pits conservat ¢consumat secchi: nel la Forma secca mantengono infatci un alto potere nutriivo. Un esempio in proposito &costtuito dal rtrovamento, in una casa rurale tardominoica nell'area della Canea, di sete fichi carbonizzati,collocati ancora in quello che, secondo gli sea vatori, doveva essere un forno usato per il iro trattamento prima della conservazione. Gili zuccherierano assimilati anche attraverso atte specie frutcifere, come I'uva le pere, le prugae, il melone e il melo grano, che potevano dare un limicaco apporto anche per quan- to concerne le vicamine. Se per pere e prugne si deve pensare ancora a un/ativia di raccola, il melone e i melograno sem- brerebbero, almeno verso la fine del xa del Bronzo, essere en- trata far parce dell’alimentazione di base fornita dai prodoc- ti coltivati negli orc. La dietaalimentare era integrata anche dalla ruta secca, come pistacchi e mandorle, che faceva par- te delle coltivazioni arboree tipiche dei “giacdini” del Bronzo ‘Tard. La vite veniva prevalentemence sfrutata per la produ- zine del vino, che doveva pero rappresencare una bevanda di carattereeltario, Negi orti venivano coltivace anche mole er- be aromatiche e spetie, come il sedano, il finoechio, la men- £2, lasalvia, lo 2afferano e il eumtino, uilizzate per insapor i cibi, Nel panorama delle fonti alimentasi delle popolzzioni cegee non possono non essere ricondati altri possibil alimenti liorigine vegetale, non soggett a coltivazione, come le ghian- de, le bacche ¢ vari tipi diene seluatiche, qual la malva ela smedicago, quest ultima utilizata forse anche come Foraggio. Per quanto riguacda la dieta basata sulla carne ¢sul latte, con i suoi derivati, i material osteotogicirecuperati negli sca- vi dei sti delet del Bronzo chiariscono un altro importante aspetto delle fonti alimentari delle popolazioni egee. Il con sumo di carne doveva essere difuso ma certamence non in- renso, tenuto conio anche dell'importanza dei caprovini per Ja produzione della lana e dell uilizzazione dei bovini sia pex il erasporto che peril lavoro nei campi. Non numerosi sono, alsa pact, i reper ossei sui quali appaiono chiate le racce della macellazione, Le carni oggetto di deta limentare erano dunque prevalentemente quelle di montone, agnello, capra, maiale e bue. Ia particolare i maiali, sulla base di quanto si pod desumere dai rest osc, venivano maccllatiintorno ai due anni esi pud ipotizzare un uso della toto carne in ambito fa- riliare, come avviene ancora oggi nelle comunith rurali. Se, come abbiamo visto, le font principali del fabbisogno prot co provenivano dagli animaliallevati, come caprovini, bovini e suini, euttavia una certa importanza ai fini integeativi deve aver avuto la selvaggina, che con i pes ei molluschi comple tava la dietaalimentare. Erano oggeto di caccia la lepre il dai no, il eervo, il caprioio ealeari valatili commestbili, come la ppemice, di cui sono stati riconosciut i restiossei. Perle 2one insula e costiere possiamo immaginare che alimentazione sibasasse molto sui prodotti della pesca. LETESTIMONIANZE ARCHEOLOGICHE La documentazione archeologica conferma, atteaverso tna serie i element spesso indiret, il regime alimentae reso espli- ito nelle sue componenti base dai dati archeobiologi. Let: pologie dei contenitor, ad esempio, sono indicative delle mo- dali di conservazione e consumo di molti beni alimentar “Tato per la caccia quanto per la pesca, un'esteema riccherza i dati offcono i reperori iconografci presenti su oggeti (si gilli, vasi, ece.), ma sopraccuto sulle decorazioni parietal de palaaicretesi, delle case cicladiche e delle residenze micenee. Per quanto riguarda le seene di caccia, eseluse quelle di vale 2a eelebrativo-propagandistca, ess ci informano che nella die- caalimentare a base di selvaggina dovevano rientrare il cin- ghiale, it cervo (0 i Cervil, la capra selvatica, il toro e la le pre, venendo in tal modo a coincidere, amend nell linee es- sendial, con il repertorio fornito dai dati archeozoologic Per la pesca, a parte le numerose specie di pesci edi altri animali marini che compaiono sulle superfci ceramiche qua- Ii clementi decorativi, sono significative, anche sein apparen- recontrasto tanto con i dati atcheofaunistici quanto con quel- liepigrafici, le rappresentazioni di pescatori che portano i frur- Co della propria ativts, come quelle del cosidderto “vaso dei pescatori” di Phylakopi (Medio Cicladico), del giovane pe- scatorerafigurato sul famoso afftsco di‘Thera (nie del Tardo ‘Gieladica), 0 del pescatore che regge con una mano un grosso pesce(verosimilmente un tonno) econ kta un palpo appena pescato su un sgilo da Cnosso (Medio Minoico). Tutte queste Scene di “pescator al ritorno dalla pesca”, provenienti essen 2ialmente da ambiente creteseeciclaico e diffuse per ture Vet del Bronzo, anche se nella maggioranza dei casi non permetto- no un’affidabile interpretazione delle specie itiche,eestimo- nano che, a di I degli streotipi di maniera, la pesca, quindi Ia dicta a based prodem masini, daveva giocare un ruolo for ddamentalenell'limentazione egea dell epoca quanco meno nel- le aree insular ecostite, cid in apparente contrast tanto con i dati archeofaunistici quanto con quelli epigrafic, Da ricordare, infine, le diverse rappresencazioni di api (su sigilloo in forma di piccoli oggeti) presenti nel mondo egeo gi dala fine del Bronzo Antico. Tuttavia, senza il supporto offerto dalle cestimonianze epigrafche, cali rappresemazioni da sole non basterebbero a testimoniate uso del miele nella dicta dele popolazioni egee dell’epoca LE TESTIMONIANZE EPIGRAFICHE Dalle tavoletce in geroglifico minoico, in lineare A cin lineare Hoon abbiamo, tranne rare eccezioni, dirette testimonianze sullalimentazione, Tenuto conto delle incertezze che ancora caratterizzano le letute dei primi due sistemi serietor, si far’ ui rferimento alle sole testimonianze in lineare B del Tardo Bronzo, Dalle serie di documenti in lineare B relativi a rimesse 6 redistribuzioni che coinvolgono geneti aimentari, da quel le delle offerce a vari centre isticuaioni di carattre religioso «dai documenti connessi con le allocazioni di tere a diverse categorie socal, si pud desurnere che i cereal (essenzialmente {gfano ¢ orz0), insieme, ma in misura minore, ai fiche ale olive, dovevano rappresentare gli elementi di base della dicta alimentare, fatti oggerto di immagazzinamenco e quindi di registraione da parte delle amministrazioni central Poco informative per la qualits della diet alimentare, ma pretiose pet un ealcolo dei liveli di nuttizione degli stratiso- tiali meno abbienti, sono invece le cosiddette “tavolewe delle raaionialimentari” che lamministcazione censrale distsibuiva al personale lavoratore alle sue dsettedipendenze. I dati pro- venienti da Cnosso, da Plo e da Micene, laborat sulla base dei pacamersi di tempo e di conversione delle misure di capa- MONDO EGEO. 938 Giovane pescatore jn una piteurs pari (nit del Tardo Cidladico} a Akrotiri, Thern ‘Acene, Museo Nazionale Archeolgico ng 1CONSUMO EI REGIMI ALIMENTARE 720 [Raziowy DISTRIBUITE DALLE AMMINISTRAZION! FALAZIALE MICENEE ith proposti da J. Chadwick e ripresi da R. Palmer, indiche- rebbero un lvello di nutrizione minimo sufficiente, basato su cereal (orzo e grano) ¢ integrato, a seconda dei cai, dai fchi, certamente git disseccati, Né i legumi e neppure aleun gene- re di prodotto agricolo “fresco” compaiono nei documenti scrtti, in apparente contrasto con gli element formiti dai da- tiarcheoboranici. Tutto cid & spiegabile soltanto se si tiene in conto il fatto fondamentale che la documentazione epigrafi- ca considera verosimilmente solranco queglialimenti le cui procedure di accumulo edi estribuzione rientravano in qual- che modo nella sfera di controllo edi inceresse degli uffci di palazzo. Toralmente assente ® anche qualsiasitraccia relaviva alla dicta basata sui prodotti del mare. Perquanto concerne le carni, abbiamo testimonianze di un orente allevamento di diverse specie animal adeguatamente controllato dalle amministrzioni palazial, Tucavia il fine del- le rgistraioni sembra essere, nella maggioranza dei casi, non rivolto alla pratca del'allevamento per la macellaione, ben- sia un uclizo dell'animale da vivo (latte, lana, lavoro agrico- lo, ecc)s per a menaione del maiale vanno cettamente tert ti in conto il suo uso esclusivo per la macellazione ela sua levanza in buona parce alimencare (cari, grass, exe). Lo stesso dlscorso vale anche peri prodort alimentari ortense dag ani- mali, essenzialmente il late i suoi deriva, Vero & che il or- smaggio compace sporadicamente in alcune liste di rimessa/of- ferta; eso, tutavia, non & mai menzionato in cunnessione con. la produzione caseria. ‘Un’eccezione ¢rappresentata da alcune ravolexe pilie e da un lowo di cretule rinvenucea'Tebe da riconnettersi probabil ‘mente con la raccolta di diversi prodotti agricoli con la ma- Cellaione di animali da consumate in occasione di particola- si fescivieds accanto ai cereal, al vino ealle olive compaiono pevore, capre, maiali, vacche e buoi. Le modialia in base alle quali le carn venivano preparatee, probabilment, distibui- te ci imangono sconosciute. Possiamo tuteaviaimmaginare, anche sila bare de confront conicoei detent cuneiform provenienti dal’ Anatoliahitta, che la celebrazione di feste connesse con il calendario cultuale fosse, anche nel mondo geo del Tardo Bronzo, occasione di dstibuaione di slimmen- the quingi di inegrazione della deta alimentace a divers | ‘ell social, Una simile ocasione pud, con tutta probabilic, aver ispirat la complessascena tule dipina st lati del f= tmoso sarcofago di Haghia Triads. Lolio d'oiva& chiaramenteattestato nelle eavolette mice- nee: si deve pertantoritenee, in accordo anche con i dat at- cheaboranicl, che lio rappresentasse nea maggior pate del omprensorio ego uno de gras vegeali di bse della deta, “Taeeavi, a parte pochi casi, le registraion! relative a distribu zioni o assegnazioni d'olio sembrano ricollegarsi, oltre che a possibili offerte culualiy ai procesi di traformavione per la Produzione di unguend profumati. D'altro at, rant vino {uanco il miele, pur presenti nella documentazione epigraf 2, appaiono esere prodotti alimentai di circolazione circo- serita. Una nota a parte metitano,infine, le spezee gli aro- nj attest, con final alimentari, essencialmente in un grup- po ditavolewe di Micene Bink: In generale: KF Vickery, Fad in Early Gree, Urbana 1936. Bei Khon ad Mac Ginn 1970, 4. Bee ohren- alfa nd aj Gong 9735S. Gable, Supt ad Self Suf ste Cole Subtsnce Beony in) Davie-F Chery (edd), Pp Cd Prebtry, Los Anges 1979, bp 12-3; 5. Biel -L. Angel Heb and Navan Seman Ge 1 Sty in Hunn SkloalRomaing in N.C. Wilke - VED. Cosson (edly Conribarion to gean Arora, Minseapals 1985; p. 197 309; 8 De io, Die egenone amend tonc,in L000 P Seat edd), Homo En verona 1989, pp. 193203 Pese prodoe {i dal mare: A. Ger Papeanol, ihe plbes minor prpetion spon ne rab in O. Keyhole L Nico ed), ina Saco Brio! 1983 pp 101-10. Aleamenro, ccc diet ane cv ‘manos Lp ond iio ren, Mins 19 (983), Bp ll 27 b Wesel, Lo Seg? 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