Duván TANGARIFE
Quel passo del Deutero-Isaia: ( קורא במדבר פנו דרך יהוהIsa 40,3) è fortemente legato
nell’immaginario dei cristiani con Giovanni Battista. Tutte e quattro vangeli
fanno la citazione esplicita di Isaia, sia come commento dello scrittore sulla
Scrittura compiuta (Vangeli Sinottici) sia come parole dette direttamente da
Giovanni (Vangelo di Giovanni). Teniamo in conto che queste parole non sono
vincolate con nessun’altra situazione nel Nuovo Testamento, e che tutte le
tradizioni presentano a Giovanni come una figura nel deserto. Di conseguenza,
potrebbe essere affermato che questa interpretazione scritturistica piuttosto che
una costruzione teologica della comunità Cristiana, è proprio il modo come il
Battista capì se stesso e la sua missione.
Per questo, ci stupisce trovare nella Regola della Comunità di Qumran un ricorso
allo stesso passo, con uguale interpretazione, cioè, l’uso delle parole del profeta
per giustificare la vita nel deserto, in un contesto d’annunzio scatologico. La
colonna VIII di 1QS fa certo enfasi alla disgregazione dei membri della comunità
dagli uomini cattivi. Questi uomini vanno nel deserto per preparare la strada del
Signore.