La comicità si ha
quando, osservando Assenza di Suscita
solo le apparenze, si
coglie l’avvertimento
riflessione il riso
del contrario.
L’umorismo si ha
quando superando le Suscita
Nasce dalla
apparenze, si coglie il pietà e
sentimento del riflessione
compassione
contrario.
“Vedo una vecchia signora, coi capelli ritinti, tutti unti non
si sa di qual orribile manteca, e poi tutta goffamente
imbellettata e parata d'abiti giovanili. Mi metto a ridere.
"Avverto" che quella vecchia signora è il contrario di ciò
che una rispettabile signora dovrebbe essere. Posso così
… arrestarmi a questa espressione comica. Il comico è
appunto un "avvertimento del contrario". Ma se ora
interviene in me la riflessione, e mi suggerisce che quella
vecchia signora non prova forse piacere a pararsi così
come un pappagallo, ma che forse ne soffre e lo fa
soltanto perché pietosamente, s'inganna che, parata
così, nascondendo le rughe e le canizie, riesca a
trattenere a sé l'amore del marito molto più giovane di
lei, ecco che io non posso più riderne come prima, perché
appunto la riflessione, lavorando in me, … da quel primo
avvertimento del contrario mi ha fatto passare a questo
sentimento del contrario. Ed è tutta qui la differenza tra
il comico e l'umoristico.”
Dal 1915 Pirandello si dedica soprattutto
al teatro, anche se non abbandona
completamente la narrativa.
Tra 1916 e il 1918 scrive e mette in scena
una serie di drammi che modificano
profondamente il linguaggio teatrale,
suscitando nel pubblico e nella critica
reazioni sconcertate.
1916 Il berretto a sonagli
1917 Così è (se vi pare)
1917 Il piacere dell'onestà
1918 Il giuoco delle parti
TEATRO BORGHESE
La vita è un continuo
Ognuno è visto dagli
divenire. La realtà
cambia Il dramma altri in modo diverso
e finisce così per
continuamente,
assumendo forme
dell’uomo assumere centomila
identità.
sempre diverse.
L'uomo è in balia del flusso della vita dominata dal
caso, ma, a differenza degli altri esseri viventi,
tenta, inutilmente, di opporsi costruendo forme
fisse, nelle quali potersi riconoscere ma che alla fine
sono solo maschere con le quali è costretto a
identificarsi per dare un senso alla propria
esistenza.
Se l'essenza della vita è il perenne divenire, quindi,
fissare il flusso equivale a non vivere. Questa
dicotomia tra vita e forma domina tutta la sua
produzione, evidenziando la sconfitta dell'uomo,
dovuta all'impossibilità di sfuggire alle convenzioni
della società se non con la follia.
Tutto ciò che assume una forma distinta e
individuale si irrigidisce, comincia, secondo
Pirandello, a morire. L'uomo è parte indistinta
dell'eterno fluire della vita. Ma tende a cristallizzarsi
in forme individuali, a fissarsi in una personalità che
crede coerente e unitaria.
Gli altri vedendoci secondo una prospettiva
particolare, ci attribuiscono determinate «forme».
Noi crediamo di essere «uno», mentre siamo tanti
individui diversi, a seconda della visione di chi ci
guarda.
La forma che l’uomo assume lo isola dalla natura e
lo soffoca.
Dalla persona si passa alla maschera o
personaggio.
La maschera è una forma stereotipata, fissa,
morta, uguale per tutti, che diventa, per l’individuo
che la indossa, una trappola: il cittadino, il figlio, il
professionista, l’amico, l’alunno ecc.
L’uomo così interpreta un ruolo, mentendo
psicologicamente a sé stesso e mentendo
socialmente agli altri.
L'individuo soffre ad essere fissato dagli
altri in «forme» in cui non si riconosce.
Queste «forme» sono sentite come una
«trappola», come un «carcere» in cui
l'individuo si dibatte invano per liberarsi.
LA FAMIGLIA. Pirandello ne coglie il
carattere opprimente, le tensioni, gli odi, i
rancori, le ipocrisie e le menzogne.
IL LAVORO. Anche i lavori monotoni e
frustranti, regolati da un'organizzazione
gerarchica oppressiva, sono «trappole» da
cui non c’è una via d'uscita, il totale
pessimismo non consente allo scrittore di
vedere altre forme possibili di società.
La realtà in perpetuo divenire è multiforme,
per cui non esiste un’unica prospettiva da cui
osservarla, al contrario i punti di osservazione
possibili sono infiniti ed equivalenti.
La verità non è oggettiva. Ognuno ha la sua
verità, che nasce dal suo modo di vedere le
cose.
Ne scaturisce un'inevitabile incomunicabilità
fra gli uomini, che non possono intendersi,
perché ciascuno fa riferimento alla sua visione
della realtà e non sa, né può sapere, come sia
quella degli altri.
Le parole rispecchiano quel mondo soggettivo
di vedere le cose, che gli altri non possono
indovinare.
Alla base di tutta l'opera pirandelliana si può
scorgere il rifiuto della vita sociale, delle sue
convenzioni, dei ruoli che essa impone.
La società gli appare come una «pupazzata», una
costruzione artificiosa, che isola l'uomo dalla vita,
lo impoverisce, lo irrigidisce e lo conduce alla
morte, anche se in apparenza continua a vivere.
Colui che prende coscienza del meccanismo sociale
si autoesclude, guardando vivere gli altri
dall'esterno della vita e dall'alto della sua superiore
consapevolezza, rifiuta di recitare la sua parte e
osserva gli uomini imprigionati nelle loro trappole
con un atteggiamento «umoristico», di irrisione e
pietà.
In questa figura di eroe estraniato dalla realtà, di
«forestiere dalla vita» si proietta la condizione
stessa di Pirandello, un intellettuale che rifiuta il
ruolo politico attivo perseguito da altri intellettuali.
Chiàrchiaro, ingiustamente accusato da tutti di essere
uno iettatore, perde il lavoro e si ritrova in miseria con
una famiglia sulle spalle e l’intero paese che lo sfugge
come un appestato. Al culmine della disperazione non
solo accetterà il ruolo di iettatore, ma ne farà la propria
fortuna, ricavandone una fonte inesauribile di
guadagno. Per far questo cerca di convincere il giudice
istruttore D’Andrea a istruire un processo contro due
tizi, denunciati per diffamazione, che avevano fatto
pubblici scongiuri al suo passaggio. D’Andrea gli
vorrebbe risparmiare la vergogna del processo, ma
Chiàrchiaro intende perdere appositamente il processo
per essere dichiarato ufficialmente iettatore dal
tribunale e, in nome di questa “patente”, esigere una
sorta di tassa dagli abitanti del paese, contenti di
pagare pur di evitare la malasorte.
CONTENUTO ANALISI
Ciàula è un personaggio sfruttato e Pubblicata sul “Corriere della
maltrattato, vittima di un ambiente Sera” nel 1912, viene poi inserita,
sociale primitivo e ingiusto, dove chi nel 1914, nel volume “Le due
è povero viene trattarlo come una maschere”.
bestia. Inoltre, Ciàula è un «diverso» La novella di Pirandello mostra
e subisce cattiverie anche dai suoi punti di contatto con “Rosso
compagni di lavoro. Ma, proprio per Malpelo” di Verga, come il tema
la sua «diversità», possiede dello sfruttamento in miniera,
un’innocenza assoluta, che gli tuttavia, contiene elementi
consente di provare la meraviglia primitivi, irrazionali, mitici e
senza limiti di un bambino davanti simbolici, caratteristici del
allo spettacolo della luna nel cielo Decadentismo.
notturno, che non aveva mai visto, a Le tecniche narrative non sono
causa dei suoi ritmi di lavoro. quelle veriste.
Il dramma
pirandelliano ha come
protagonisti uomini
che un bel giorno, di
colpo, si trovano come
dinanzi uno specchio,
in cui contemplano
l'immagine della
propria vita: dal vivere
puro e semplice
passano al vedersi
vivere e prendono
coscienza della propria
esistenza.
CONTENUTO ANALISI
Belluca è un impiegato mite e La novella, pubblicata nel 1914,
obbediente, un contabile preciso. rappresenta la «pena del vivere» di
Un bel giorno però inizia a un umile impiegato, Belluca,
comportarsi stranamente, al punto oppresso dalla famiglia e da un
tale che i colleghi e il capoufficio, lavoro ripetitivo. Un giorno,
credendolo pazzo, insistono perché all’improvviso, prende coscienza
sia ricoverato in un ospedale della propria esistenza (il fischio
psichiatrico. Neppure i dottori notturno di un treno in corsa
riescono a comprendere il accende la sua fantasia) e si ribella,
significato della frase che egli trovando salvezza in una fuga
continua a ripetere: «il treno ha nell’irrazionale. Il tema è rifiuto
fischiato». Sarà il vicino di casa a della vita sociale, delle sue
spiegare il senso di questa strana convenzioni, dei ruoli che essa
follia. impone.
Nelle sue opere il dramma viene
espresso attraverso l’uso di vari
registri: comico, patetico, ironico.
La prosa, essenzialmente scarna,
contribuisce ad aumentare la
tensione drammatica. L’uso
costante del tempo presente
conferisce immediatezza e
spontaneità al parlato. Il lessico è
pacato, burocratico, grigio, privo di
rilievo drammatico, reso
espressivo solo da improvvise
coloriture dialettali, neologismi e
termini desueti.
http://www.regione.sicilia.it/benicu
lturali/dirbenicult/database/page_
musei/pagina_musei.asp?ID=1&IdSi
to=6
http://www.pirandelloweb.com
http://www.classicitaliani.it/novece
nt/Tilgher/tilgher_09.htm
http://www.atuttascuola.it/siti/stell
a/pirandello.htm