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scopo di questa chiacchierata che verrà per renderla più agevole come comunicazione

divisa in più parti è evidenziare qualcosa che in genere per le norme non si fa
cioè evidenziare che dietro alle norme c'è una strategia le norme vogliono produrre
delle strutture che abbiano delle specifiche caratteristiche quindi lo scopo della
chiacchierata e sinteticamente elencare le caratteristiche che vogliamo che le
strutture abbiano far vedere come la norma procede per conseguire quelle
caratteristiche la norma di cui stiamo parlando ovviamente è la norma tecnica per
le costruzioni di recentissima comparsa febbraio 2018 il primo punto che emerge con
chiarezza guardando queste norme è il fatto che in un paese come il nostro che
ormai è considerato totalmente sismico non ha molto senso la separazione la
distinzione fra il capitolo 4 e il capitolo 7 ossia fra i materiali le prescrizioni
relative alle costruzioni al variare dei materiali capitolo 4 e il capitolo 7 le
prescrizioni aggiuntive legate alla sismica se ogni punto di questo paese e sismico
è ovvio che il capitolo 4 il capitolo 7 si potrebbero fondere perdonando questo
difetto che peraltro è legato al desiderio di mantenersi allineati alla normativa
europea siccome in europa molti paesi non sono sismici questa distinzione sembra
ragionevole e quindi perdonando questo difetto entriamo più decisa mente nella
trattazione e quindi andiamo a caccia della filosofia della norma della strategia
che c'è dietro la norma di cosa la norma vorrebbe conseguire vedremo poi se ci
riesce o no sostanzialmente la norma vorrebbe seguire un percorso progettuale
unitario percorso progettuale unitario che cozza contro il fatto che la norma
essendo in italia legge tende ad essere prescrittiva piuttosto che prestazionale
ossia dice fai in questo modo piuttosto che dire conseguì queste prestazioni
siccome di questo difetto si è da tempo consapevoli in sostanza cercando di rendere
le norme il più prestazionali possibile si è finito per avere delle norme che sono
in parte descrittiva e in parte prestazionali e tutto questo danneggia la lettura
della norma perché le prestazioni sono così mescolate alle prescrizioni che se
finisce per non capire dove finiscano le prescrizioni dove comincino le prestazioni
e soprattutto si finisce per non capire quali siano le prestazioni o perlomeno
quale sia il filo logico che collega le prestazioni fra loro bene volendo quindi
superare questa difficoltà mi è sembrato ragionevole leggere le norme in chiave
progettuale siccome scopo delle norme e arrivare a un progetto di costruzione
attenzione non di struttura di costruzione che vada d'accordo con la filosofia
sottesa dalle norme allora riferiamoci al progetto come filo d'arianna come ideale
percorso che ci consentirà di leggere le norme cogliendone lo spirito bene per fare
questo proviamo ad articolare il processo di progettazione il percorso progettuale
sostanzialmente io nel percorso progettuale individuo quattro fasi la fase della
concezione e le tre fasi che elenco separatamente ma tengo in unico gruppo capiremo
meglio perché dopo della verifica della esecuzione e del controllo la concezione
che è la sintesi della creatività della competenza e dell'esperienza del singolo
progettista ricade completamente nel suo esclusivo spazio discrezionale e quindi
non può essere normata da normativa può solo delimitare la concezione ma non può
condizionarla viceversa la verifica l'esecuzione e il controllo ricadendo nelle
attività collettive hanno l'aspetto di un contratto sociale che pur basato su
valutazioni scientifiche separa il lecito dall'illecito l'ha messo da rifiutato in
base a tradizioni mediazioni accordi delimitando lo spazio lasciato alla
discrezionalità della concezione allora è evidente che la concezione non è normata
perché si muove in questo spazio delimitato dalla verifica dall'esecuzione dal
controllo verifica esecuzione e controllo invece sono normati quindi la normativa
si occupa di verifica esecuzione e controllo bene le prestazioni e la loro
armonizzazione nell'ambito del progetto appartengono alla concezione quindi
precedono l'arbito normativo quindi le prestazioni che si vogliono conseguire si
stabiliscono in fase di concessione alla concezione però si richiede oggi un
approccio unitario quello che si definisce con un termine antico perché già
aristotele lo utilizzava un approccio olistico unico unitario l'idea qual è che se
l'approccio è unitario i risultati saranno migliori di quelli che si otterrebbero
per lo stesso oggetto dalla semplice giustapposizione delle parti quindi concezione
olistica tutto ciò si traduce in cosa nel fatto che che gli aspetti trattati siano
architettonico distributivi che siano quelli della meccanica dei terreni dei
materiali e delle strutture o siano quelli dell'ambiente interno e degli impianti
tutto va concepito unitariamente in altri termini l'architettura le strutture gli
impianti devono essere concepiti unitariamente e contemporaneamente tutto questo
richiede che il modo nel quale la progettazione abitualmente produce e procede cioè
l'architetto idea qualcosa lo trasferisce allo strutturista che inserisce le sue
idee per far sì che alla fine arrivi il responsabile degli impianti tutto questo va
modificato architetto strutturista impiantista fin dall'inizio devono procedere di
pari passo producendo una concezione olistica che cosa chiediamo a questa
concezione unitaria olistica chiediamo di perseguire la robustezza del prodotto
cioè vogliamo che l'oggetto che si produce sia un oggetto robusto che significa
robusto in termini normativi vi leggo alla lettera quello che dice la norma la
robustezza e la capacità di evitare danni sproporzionati rispetto all'entità di
impreviste cause innescanti quali esplosioni e urti e o eventuali errori di
progettazione o di esecuzione quindi la robustezza estremamente importante perché
deve perseguire questo compito che è un compito evidentemente sostanziale e lo deve
perseguire in modo olistico in modo unitario attraverso la immediata collaborazione
fra le tre competenze professionali coinvolte bene come perseguiamo la robustezza
sostanzialmente la perseguiamo attraverso la plasticità ammettiamo che la nostra
costruzione e notate dico costruzione non struttura quindi la nostra il nostro
insieme di elementi non strutturali strutture impianti la costruzione abbia un
comportamento complessivamente plastico in tutte le sue componenti in modo tale che
le domande impreviste si possono ridistribuire utilizzando quella risposta unitaria
e collaborativa il tutti per uno uno per tutti che solo l'approccio olistico se
abbinato alla plasticità di strutture elementi non strutturali impianti può
produrre

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