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RINALDO MARMARA

İKİ DÜNYANIN BULUŞMA NOKTASI

ISTANBUL
INCONTRO DI DUE MONDI

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Per il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche
Tra la Santa Sede e la Turchia
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Türkiye ile Vatikan arasındaki diplomatik ilişkilerin
kurulmasının 50. yıldönümü anısına

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Ringraziamo il vescovo di Bergamo S. E. Mons. Francesco BESCHI per il Suo
sostegno alle opere culturali che promuovono la storia religiosa in Turchia.

Ricerca realizzata con il contributo dell’Istituto di Studi Politici “S. Pio V”.
Un particolare ringraziamento al Presidente Antonio Iodice per l’attenzione
rivolta al progetto e a Francesco Anghelone, Coordinatore dell’Area di ricerca
storico-politica dell’Istituto, per la qualificata consulenza scientifica.

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“Istanbul incontro di due Mondi” è il titolo che abbiamo voluto dare a
questo volume: due Mondi, due Culture, due Religioni che si incontrano in
questa bellissima città situata sulle rive del Bosforo per dare inizio alle relazioni
diplomatiche ufficiali tra la Santa Sede e la Repubblica di Turchia.

L’artefice di queste relazioni è senza dubbio Mons. Roncalli, che durante


il suo soggiorno a Istanbul, come Delegato Apostolico, ha tessuto i legami di
fraternità e di amicizia fra questi due Mondi diversi. Divenuto poi Papa
Giovanni XXIII, le relazioni amichevoli tra la Turchia e la Santa Sede già
iniziate, si mutarono in vere relazioni diplomatiche.

In occasione del 50° anniversario, 1960 – 2010, abbiamo voluto evocare il


soggiorno di Papa Roncalli in questa città e riferire l’inizio delle relazioni
diplomatiche.

La Delegazione Apostolica, oggi Nunziatura, dove soggiornò Roncalli per


un decennio, si trova nella circoscrizione di Şişli. Ringraziamo il suo sindaco,
Mustafa Sarıgül, e il dott. Şevki Bodur per la pubblicazione di questo volume,
tale un seme, che possa generare fratellanza, cemento della Pace, Pace di cui il
Mondo di oggi, più che mai, ha urgentemente bisogno.

Rinaldo MARMARA
Il 13 Giugno 2011

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Bu kitabı “İstanbul, iki Dünya’nın Buluşma Noktası” adını vermek
istedik: Vatikan Vekili olarak, bu farklı iki Dünya arasında kardeşlik ve dostluk
bağları dokumuştur. Daha sonra, Roncalli, Papa XXIII. Jean olduğunda, Türkiye
ile Vatikan arasında zaten mevcut bulunan dostane ilişkiler, tam anlamıyla
diplomatik ilişkilere dönüşmüştür.

Diplomatik münasebetlerin 50. yıldönümü vesilesiyle, Papa Roncalli’nin


bu şehirdeki mevcudiyetini anmak ve bu ilişkilerin başlangıcıyla ilgili bilgi
vermek istedik.

Roncalli’nin on yıl boyunca ikâmet etmiş olduğu Papalık Merkezi,


günümüz Papalık Elçiliği, Şişli’ye bağlıdır. Kardeşlik doğuracak bir tohum,
günümüz Dünyası’nın daha önceden hiç olmadığı kadar ivedi bir ihtiyaç
duyduğu Barış’ın bir tuğlası, bir Barış tuğlası olmayı temenni eden bu kitabı
yayınladığı için Şişli Belediye Başkanı Mustafa Sarıgül Beyefendi’ye ve kitabın
her aşamasında yardımlarını esirgemeyen Şevki Bodur Beyefendi’ye teşekkür
ederiz.

Rinaldo MARMARA

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La Comunità-Chiesa cattolica latina di Turchia dedica questo volume a
Sua Eminenza Cardinale Raffaele Farina
per il Suo supporto ed interesse alla nostra storia

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Mustafa Sarigül

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Al N. H. Dr Rinaldo Marmara
per la riedizione in lingua turca della biografia di Papa Giovanni

Con questa seconda edizione della biografia di Giovanni XXIII, pubblicata nel 2000, si
celebrano i cinquant’anni di rapporti diplomatici tra la Repubblica di Turchia e la Santa Sede.
L'iniziativa mi allieta e mi sollecita a felicitarmi col Dottor Rinaldo Marmara infaticabile
costruttore di ponti e a ringraziare l'onorevole signore Mustafa Sarıgül, sindaco di Şişli, generoso
mecenate, leale servitore della sua Patria, meritevole dell’onorifico appellativo di cittadino del mondo.
La commozione e tanto più vibrante dacché ho sotto gli occhi la nota diaristica di Giovanni
XXIII, stilata il 12 aprile 1960, all'indomani della cerimonia di rito:
“Il grande avvenimento di ieri è la presentazione delle credenziali del primo ambasciatore di
Turchia presso il Vaticano, signor Vergin Nureddin. Vi è chi ama salutare questo fatto ancora un frutto
dei miei dieci anni di delegazione apostolica a Istanbul. Io preferisco ringraziare il Signore che tutto
conduce a buon termine e che vuole da nostra parte due cose importanti in pratica: cioè sempre
pazienza e buon garbo; tenere la nostra persona monda e aperta all’azione divina. È questa che ottiene
tutto” (Angelo G. Roncalli – Giovanni XXIII. Pater amabilis. Agende del Pontefice 1958-1963, p. 104.
Istituto per le Scienze Religiose, Bologna 2007).
Questa breve biografia si colloca tra molte altre, e non mancano neppure saggi con un taglio
interpretativo netto e preciso, i quali tanto più incoraggiano a considerare meglio tutto l'arco della vita
di Roncalli e fanno quindi avvertire l’esigenza di conoscere con maggiore profondità e precisione,
anche nei particolari inediti, tutte le esperienze ed iniziative di un uomo che, divenuto papa, apparve
egli stesso segno dei tempi, situandosi tra noi come autentico testimone e profeta di una nuova epoca .
Con questo contributo, desiderato della Comunità cristiana residente in Turchia e dallo spirito
umanistico del Popolo Turco, si perfeziona la conoscenza documentata di un periodo tra i più ardui
dell’itinerario di Angelo Giuseppe Roncalli, di cui anche nel Giornale dell’anima troviamo riflesse, sia
le specifiche preoccupazioni in riferimento al servizio diplomatico-pastorale, sia le ombre del
drammatico quadro storico generale che caratterizzò in quegli anni le vicende dell'umanità intera: “Il
mio lavoro in Turchia non è facile, ma mi viene bene, ed è emotivo di molta consolazione. Vedo che
c'è la carità del Signore, e l’unione degli ecclesiastici fra loro e col loro misero pastore. La situazione
politica non permette di fare molto, ma mi pare già meritorio il non peggiorarla per colpa mia. La mia
missione in Grecia, invece, oh, come mi è fastidiosa! Appunto per questo l’amo anche più e propongo
di continuarla con fervore, sforzandomi di vincere tutte le mie ripugnanze” (Giovanni XXIII. Il
Giornale del’anima, San Paolo 1989, § 744).

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“Attraversiamo tempi di grandi avvenimenti e davanti a noi sta il caos. Tanto più occorre
richiamarci ai principi base dell'ordine sociale cristiano e giudicare di quanto avviene secondo
l'insegnamento evangelico, riconoscendo, nel terrore e nell'orrore che ci avvolgono, le terribili
sanzioni che la legge divina riceve anche sulla terra. Il vescovo deve essere distinto nella visione e
nella volgarizzazione, in debiti modi, di questa filosofia della storia, anche della storia che ora
aggiunge pagine di sangue e pagine di disordini politici e sociali” (Ibidem, § 810).
Nel decennio trascorso a Istanbul e Atene, monsignor Roncalli ebbe successivamente come
collaboratori Angelo Dell’Acqua, Giacomo Testa, Vittore Ugo Righi, Antonino Spina, Tommaso
Ryan. Il ricordo di questi nomi rafforza la certezza che non solo tutti insieme potrebbero sottoscrivere
queste pagine, ma anche ciascuno singolarmente ancor più le arricchirebbe di personale e molteplice
testimonianza.
Il 1935 - 1944 è il periodo che sta a mezzo tra il decennio trascorso a Sofia e gli otto anni di
Parigi: il periodo della maturità episcopale dai 54 ai 64 anni, mentre si concludeva nel 1939 il
pontificato di Pio XI e si iniziava quello di Pio XII; il periodo di una diversa e rinnovata presenza in
Turchia, animata allora dal programma di modernizzazione promosso da Kemal Atatürk; il periodo
della neutralità turca durante il secondo conflitto mondiale, rispetto cui il volume degli Actes et
Documents du Saint Siège relatifs à la seconde guerre mondiale, editi sotto l’egida della Segreteria di
Stato, già contribuiscono in qualche misura a rivelare l'aspetto tuttora quasi sconosciuto dell'attività
del “diplomatico” Roncalli, della quale i saggi finora pubblicati bastano comunque ad evidenziare una
ulteriore componente luminosa della sua figura umana e sacerdotale.
Fu questo un decennio segnato per Roncalli da ininterrotta attività pastorale, principalmente a
servizio dei cattolici latini di Costantinopoli, ma con rapporti cordiali con tutte le altre comunità di
vari riti orientali. Fu altresì l’epoca della faticosa ripresa di un colloquio con le autorità elleniche,
inteso ad ottenere libero ingresso in Grecia per il Delegato apostolico, al fine di superare secolari
contrasti tra ortodossi e cattolici e di diminuire le tensioni con gli uniati.
Risuonano ancor oggi con accento profetico – e quale segno rivelatore dell’impronta
ecumenica sempre in lui preminente e caratterizzante ogni aspetto del suo ministero – le parole
dell’omelia pentecostale, che Roncalli pronunciò nella Cattedrale di Santo Spirito a Istanbul il 28
maggio 1944: “Ecco, noi cattolici latini di Istanbul, e cattolici di altro riti: armeno, greco, caldeo,
siriano ecc., siamo qui una modesta minoranza che vive alla superficie di un vasto mondo con cui
abbiamo solo contatti di carattere esteriore. Noi amiamo distinguerci da chi non professa la nostra
fede: fratelli ortodossi, protestanti, israeliti, musulmani, credenti o non credenti di altre religioni;
chiese nostre, forme di culto tradizionali e liturgiche nostre. Comprendo bene che diversità di stirpe, di
lingua, di educazione, contrasti dolorosi di un passato cosparso di tristezze, ci trattengano ancora in
una distanza che è scambievole, non è simpatica, spesso è sconcertante. Pare logico che ciascuno si

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occupi di sé, della sua tradizione familiare o nazionale, tenendosi serrato entro il cerchio limitato della
propria consorteria, come è detto degli abitanti di molte città dell’epoca di ferro, dove ogni casa era
una fortezza impenetrabile, e si viveva sui bastioni o nei propugnacoli. Miei cari fratelli e figliuoli, io
debbo dirvi che nella luce del Vangelo e del principio cattolico, questa è una logica falsa. Gesù è
venuto per abbattere queste barriere; egli è morto per proclamare la fraternità universale; il punto
centrale del suo insegnamento è la carità, cioè l’amore che lega tutti gli uomini a lui come primo dei
fratelli, e che lega lui con noi al Padre. So bene che subito mi si levano innanzi difficoltà d’ambiente
che possono contrastare a questa libera espansione dell’anima di ogni fedele nella comunicazione della
verità e della grazia ai propri fratelli. Ma voi sapete bene che al di là della linea ufficiale che arresta
alcune manifestazioni dell’apostolato pubblico e solenne e che il buon cattolico si guarda bene dal
sorpassare, c’è tutta una infinità di rapporti innumerevoli e di contatti che sono in piena conformità
alle leggi del paese, e che permettono in un orizzonte di riconosciuta libertà individuale, molteplici
possibilità di trasmettere il messaggio divino” (Angelo G. Roncalli. La predicazione a Istanbul, Leo S.
Olschki. Firenze 1993, pp. 367 – 373).
L’attività molteplice e complessa di quegli anni è in gran parte documentata dai rapporti
custoditi negli archivi della Segreteria di Stato e della Congregazione per le Chiese Orientali; ma
molto si può egualmente ricostruire – almeno di riflesso – attraverso il copioso epistolario che si sta
raccogliendo e che viene via via sistematicamente pubblicato. Le stesse Lettere ai Familiari, se pur
presentano soltanto cenni assai discreti, non sono tuttavia meno significative non tanto ai fini di una
precisa documentazione storiografica, quanto per fare risaltare ancor più vividamente i riflessi più
intimi e preziosi della statura umana e sacerdotale di Angelo Giuseppe Roncalli (Giovanni XXIII.
Lettere ai Familiari. Roma 1968. Edizioni di Storia e Letteratura).

Il caro Prof. Rinaldo Marmara e l’onorevole Sindaco Mustafa Sarigül mi consentano di


rievocare l’episodio stampato nel mio animo, che mi tiene costantemente unito alla Turchia e alle
fiorite rive del Bosforo.
Il 17 giugno 1963 presenziai in San Pietro al conchiudersi delle onoranze funebri di Giovanni
XXIII. Tutto solo mi collocarono accanto alla tribuna del Corpo diplomatico. Sguardi curiosi ed anche
teneri si volgevano verso di me che apparivo provato nel fisico e nello spirito. Ad un certo momento,
mentre il latinista Giuseppe Del Ton declamava l’elogio del Defunto scoppiai in pianto. Una mano si
posò sulla mia spalla e dolci parole mi invitarono a guardare alto e lontano: “Monsignor Capovilla, noi
che abbiamo la fede non dobbiamo piangere”. Era la voce del generale Ishan Kiziloglu, ambasciatore
di Turchia, mussulmano praticante, successore di Virgin Nureddin, mussulmano lui pure, altrettanto
nobile e buono.

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Il tocco confidenziale e le parole incoraggianti di quell’ora misteriosa hanno siglato per
sempre la mia amicizia con la Turchia e in particolar modo con Istanbul, al punto che quotidianamente
riservo una parte della liturgia delle ore ai miei fratelli e sorelle di laggiù.
Ad Essi propongo la lettura di una epigrafe che ornava il tumulo dell’amato Papa:

HUMANAE SPES COMMUNITATIS

VIAS TRADIDIT AD QUAS SOCIALES RES ET POLITICAE

ESSENT COMPONENDAE

UT FIRMA TANDEM ET OPTATISSIMA PACE

OMNES FRUERENTUR POPULI

Speranza dell’umana famiglia – le indicò le vie di una retta composizione – delle questioni sociali e
politiche – perché finalmente tutti i popoli – potessero godere, in modo stabile, della tanto sospirata
pace.

+ Loris Francesco Capovilla


Arcivescovo di Mesembria

Sotto il Monte Giovanni XXIII 3. IX. 2011 A. D.


Memoria della beatificazione di Papa Giovanni

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XXIII. Jean’ın 2000 yılında yayınlanmış olan özgeçmişinin bu ikinci baskısıyla,
Türkiye Cumhuriyeti ile Vatikan Devleti’nin diplomatik ilişkilerinin ellinci yılı kutlanıyor.
Bu girişim beni sevindiriyor ve içimde, dur durak bilmeden köprüler kuran Dr.
Rinaldo Marmara’yı kutlamak ve cömert sanatsever, vatanının sadık hizmetkârı, dünya
vatandaşı unvanını almaya lâyık saygıdeğer beyefendi Mustafa Sarıgül’e teşekkür etmek
arzusu uyandırıyor.
Gözümün önünde XXIII. Jean’ın 12 Nisan 1960 tarihinde, ayinden hemen sonra
kaleme aldığı günlük notlar olduğu için daha da derinden duygulanıyorum:
“Dünün büyük olayı, Vatikan’da görev alacak olan ilk Türk Büyükelçi Vergin
Nureddin Beyefendi’nin itimatname sunması oldu. Bu olayı, İstanbul Papalık Merkezi’nde
geçirmiş olduğum on yılın bir ürünü olarak kabul eden kimseler var. Ben ise, her şeyi tatlı bir
sona bağlayan ve bizden aslen iki önemli şey: sabır ve incelik bekleyen, içimizi temiz tutup
Kendisi’nin eylemesine izin vermemizi isteyen Rabbe teşekkür etmeyi tercih ediyorum. Her
şey Tanrı’nın eylemiyle gerçekleşir.” (Angelo G. Roncalli – Giovanni XXIII. Pater amabilis.
Agende del Pontefice 1958-1963, s. 104. Istituto per le Scienze Religiose, Bologna 2007)
Bu kısa biyografi, daha başka pek çok biyografinin yanında yer alıyor ve konuya, açık
ve net bir yorum penceresinden bakan makaleler de eksik değil. Bunların hepsi; papa olunca
yeni bir çağın tam anlamıyla tanığı ve peygamberi olarak aramızda yer alıp, tüm zamanlara
dair bir işaret olmuş Roncalli’nin deneyimlerinin ve girişimlerinin yanısıra, ona ilişkin
yayınlanmamış ayrıntıların da, tüm hayatının da daha derinden ve net değerlendirilmesi için
bir teşviktir ve dolayısıyla, kendisini daha derinden ve net bir şekilde anlama ihtiyacının fark
edilmesini sağlamaktadır.
Türkiye’de ikâmet eden İtalyan cemaati ve Türk halkının hümanist ruhu tarafından
arzulanmış bu çalışma sayesinde, Angelo Giuseppe Roncalli’nin yürümüş olduğu yolun en
zorlu kesitlerinden birine ilişkin bilgilerimiz daha yetkinleşmektedir. Roncalli’nin kendisi de,
Giornale dell’anima’da gerek verdiği diplomatik-dinsel hizmete ilişkin özel kaygılarını,
gerekse o yıllarda tüm insanlığa damgasını vuran olaylar dizisiyle kaplı acıklı tarih
sahnesindeki karaltıları yansıtmaktadır: “Türkiye’deki görevim kolay değil ama üstesinden
gelebiliyorum ve bu, büyük bir teselli sağlıyor. Rabbin şefkatinin mevcudiyetini ve din
adamlarının kendi aralarında ve zavallı çobanlarıyla birlik içinde olduklarını görüyorum.
Siyasi durumun kendisi fazla bir şey yapmaya imkân tanımıyor ama durumun benim
yüzümden daha kötüye gitmemesi bile bana takdiri şayan görünüyor. Yunanistan’daki
görevim ise, ah, o bana nasıl da rahatsızlık verici geliyor! İşte bu yüzden onu daha da seviyor

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ve içimde hissettiğim tüm olumsuzluğu yenmeye çalışarak, ona şevkle devam etmeye gayret
gösteriyorum.” (Giovanni XXIII, Il Giornale dell’anima, San Paolo, 1989, § 744)
“Büyük gelişmelerin meydana geldiği bir dönemden geçmekteyiz ve karşımızda kaos
duruyor. Bu; Hıristiyanlığın sosyal düzeninde yer alan temel ilkelere uymamızı ve meydana
gelmekte olanları İncil’in öğretisine göre değerlendirmemizi, bizi sarmakta olan korku ve
dehşette ilahi yasanın yeryüzünde de uğradığı korkunç yaptırımları fark etmemizi daha da
gerekli kılıyor. Bir episkopos, söz konusu tarih felsefesine ve de şimdilerde kanlı sayfaların,
siyasi ve toplumsal kargaşa sayfalarının eklendiği tarihe seçkin bir bakışla bakıp, doğru bir
tutum sergileyerek, bu tavrı yaygınlaştırmakla yükümlüdür.” (a.e. § 810)
İstanbul ve Atina’da geçirdiği on yılda Monsenyör Roncalli’nin yardımcıları sırasıyla
Angelo Dell’Acqua, Giacomo Testa, Vittore Ugo Righi, Antonino Spina ve Tommaso Ryan
olmuştur. Adı geçen şahısların hatırası, bu sayfaların altını hep birlikte imzalayabileceklerinin
yanısıra, her birinin tek tek bu sayfaları daha da kişisel kılıp, çok yönlü tanıklık
sağlayabileceklerine dair kesin inancı da pekiştirmektedir.
1935-1944 dönemi, Roncalli’nin Sofya’da geçirmiş olduğu on yıl ile Paris’te geçirdiği
sekiz yılın arasında yer almaktadır: 1939’da XI. Pius’un papalığının sona erip, XII.
Pius’unkinin başladığı, Roncalli’nin elli dörtten altmış dört yaşına geldiği, episkoposluğunun
olgunluğunda bulunduğu dönemdir; Kemal Atatürk’ün başlattığı modernleşme programına
kapılmış olan Türkiye’de yeni ve farklı bir mevcudiyet dönemidir; İkinci Dünya Savaşı’nda
Türkiye’nin tarafsız kaldığı dönemdir, Vatikan Dışişleri Bakanlığının desteğiyle çıkarılmış
olan Actes et Documents du Saint Siège relatifs à la seconde guerre mondiale eseri,
“diplomat” Roncalli’nin şimdilerde bile hemen hiç bilinmeyen faaliyetini ancak bir ölçüde
gün ışığına çıkarmaktadır. Bununla birlikte, konuyla ilgili olarak bugüne dek yayınlanmış
olan makaleler, kendisinin bir insan ve bir din adamı olarak ne denli aydınlık bir şahsiyet
olduğunu gözler önüne sermeye yeterli gelmektedir.
Bu on yıl Roncalli’nin hayatında özellikle de Konstantinopolis Latin Katoliklerinin
hizmetine adandığı, bununla birlikte doğu ritüeline sahip çeşitli cemaatlerle de iyi ilişkiler
kurduğu dur durak bilmeyen episkoposluk çalışmalarıyla iz bırakmıştır. Bu; aynı zamanda,
Ortodokslar ile Katoliklerin arasında asırlardır süren karşıtlıkların üstesinden gelmek ve
uniatlarla 1 olan gerginliği azaltmak adına Papalık Vekili’nin Yunanistan’a serbest giriş
yapabilmesini sağlamak için Yunan otoriteleriyle olan görüşmelerin zahmetlerle yeniden
başladığı dönemdir.

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Roma Katolik Kilisesi’ne bağlı olmakla birlikte, iç düzeninde özerk olan Doğu Kilisesi’ne mensup
Hıristiyanlar. ç.n.

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Roncalli’nin İstanbul’da, Saint Esprit Katedrali’nde, 28 Mayıs 1944 tarihinde
Pentekost (Kutsal Ruh’un Gelişi) Bayramı’nın ayininde vermiş olduğu vaazda söylediği
sözler bugün hâlâ peygambersel bir işaret -ve Roncalli’de daima öne çıkmış, görevinin her bir
aşamasına damga vurmuş ekümenik izi ifşa eden bir alâmet- olarak çınlamaktadır: “İşte biz
İstanbullu Latin Katolikler ve diğer Katolikler: Ermeniler, Rumlar, Keldaniler, Süryaniler…
bizler, sadece harici bir temasta bulunduğumuz bu geniş dünyanın üzerinde yaşayan mütevazı
bir azınlığız. Bizler, kendi imanımızı ikrar etmeyenlerden: Ortodoks, Protestan, İsrailli,
Müslüman, başka dinlere inanan ya da inanmayan kardeşlerimizden ayrı durmayı seviyoruz;
sadece kendi kilisemiz, sadece kendi gelenek ve ayinsel tapınma biçimlerimiz... Köken, dil ve
eğitim farklılıklarının, hüzünle kaplı bir geçmişte yer almış acılı karşıtlıkların, bizleri halen
karşılıklı, sevimsiz ve altüst edici bir mesafede tuttuğunu gayet iyi anlayabiliyorum. Herkesin
kendisiyle, ailevi ya da milli geleneğiyle ilgilenip de, tıpkı her evin bir kale olduğu ve
insanların savunma yerlerinde ve surlarda yattığı söylenen Demir Çağı’na ait pek çok kentin
sakini gibi sülale duvarlarının içine sıkı sıkıya hapsolması mantıklı gibi görünüyor. Sevgili
kardeşlerim ve evlatlarım, İncil’in ve Katolik ilkesinin ışığında sizlere bunun yanlış bir
mantık olduğunu söylemeliyim. İsa bu engelleri yıkmak için geldi; O evrensel kardeşliği
duyurmak için öldü; O’nun öğretisinin odak noktası Hıristiyan sevgisi, bir diğer deyişle tüm
insanları İlk Kardeş olan İsa’ya bağlayan ve İsa’yla birlikte bizleri Peder’e bağlayan sevgidir.
Gayet iyi biliyorum ki, karşıma hemen, her imanlının ruhunda duyduğu hakikati ve lütfu
kardeşlerine iletmeye yönelik özgür itkiye karşı gelebilecek çevresel zorluklar çıkarılıyor.
Ancak sizler gayet iyi biliyorsunuz ki, kamusal ve görkemli havarisellik gösterilerinin
bazılarını yasaklayan ve iyi bir katoliğin aşmaktan sakındığı bu resmi sınırın dahilinde yer
alan, bulunduğumuz ülkenin yasalarıyla uyum içinde olan sonsuz sayıda ilişki ve temas
mevcuttur; ve bunlar, tanınmakta olan bireysel özgürlüğün ışığında, ilahi mesajı iletme
konusunda çok sayıda fırsat sağlamaktadır.” (Angelo G. Roncalli. La predicazione a Istanbul,
Leo S. Olschki. Firenze 1993, s. 367 – 373)
Roncalli’nin o yıllara ait çok yönlü ve zorlu faaliyeti, Dışişleri Bakanlığının ve Doğu
Kiliseleri Birliğinin arşivlerinde muhafaza edilen raporlar sayesinde büyük ölçüde
belgelenmiş bulunmaktadır; ancak, gene de, derlenmekte ve kesit kesit, düzenli aralıklarla
yayınlanmakta olan çok sayıdaki mektup aracılığıyla da, pek çok şey -hiç olmazsa
yansıttıkları bakımından- yeniden kurgulanabilir. Lettere ai Familiari oldukça itidalli
göndermeler içermesi bakımından tarihi bir belge olarak pek değilse de, Angelo Giuseppe
Roncalli’nin insani ve dini şahsiyetinin en mahrem ve değerli yanlarını daha da canlı bir

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biçimde gözler önüne sermesi bakımından manidardır. (Giovanni XXIII. Lettere ai Familiari.
Roma 1968. Edizioni di Storia e Letteratura)

Sevgili doktor Rinaldo Marmara’nın ve Saygıdeğer Belediye Başkanı Mustafa


Sarıgül’ün izniyle, beni Türkiye’ye ve Boğaziçi’nin çiçek açmış kıyılarına bağlayan, ruhuma
kazınmış bir olayı anlatmak isterim.
17 Haziran 1963’te, XXIII. Jean’ın cenaze merasiminin bitimine yakın Aziz Petrus
Bazilikası’ndaydım. Beni yalnız başıma, kordiplomatik bölmesinin yanına aldılar. Gerek
bedenen, gerekse ruhen sınanmış olarak görünen bana meraklı ve de şefkatli bakışlar
yöneltiliyordu. An geldi, Latin Dili ve Edebiyatı uzmanı Giuseppe Del Ton’un Merhum’a
yüksek sesle övgüler sunduğu sırada, gözyaşlarına boğuldum. Bir el omzuma dokundu ve
duyduğum tatlı sözler beni yükseklere, uzaklara bakmaya çağırdı: “Monsenyör Capovilla,
imanlı olan bizler ağlamamalıyız.” Ses, tıpkı halefi olduğu Vergin Nureddin gibi asil ve iyi
kalpli olan, mensup olduğu İslam dininin vecibelerini yerine getiren Türkiye Büyükelçisi
İhsan Kızıloğlu’nundu.
O sırlı saatte bana gösterilen o yakın temas ve söylenen o cesaret verici sözler,
Türkiye’ye, özellikle de İstanbul’a duyduğum dostluğa daimi olarak kazındı; öyle ki, her gün,
yaptığım Mezmur dualarının bir kısmını orada bulunan kız ve erkek arkadaşlarıma adıyorum.
Onlara, sevgili Papa’nın mezarını süsleyen yazıtı okumalarını öneririm:

HUMANAE SPES COMMUNITATIS

VIAS TRADIDIT AD QUAS SOCIALES RES ET POLITICAE

ESSENT COMPONENDAE

UT FIRMA TANDEM ET OPTATISSIMA PACE

OMNES FRUERENTUR POPULI

İnsanlık ailesine dair duyduğu umut – ona sosyal ve toplumsal meseleleri –


doğru bir şekilde düzenlemenin yollarını gösterdi – öyle ki, nihayet, tüm
halklar, - çok özlenen barışın keyfini istikrarlı bir şekilde sürebilsin.

+ Loris Francesco Capovilla


Mesembri Başepiskoposu

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Soldan itibaren: Don Claudio Visconti, Caritas Bergamo genel müdürü ; XXIII. Jean’ın sekreteri
S.E. Loris Francesco Capovilla ; kitabın yazarı Rinaldo MARMARA

Da sinistra: Don Claudio Visconti, direttore Caritas Bergamo; S.E. Mons. Loris Francesco Capovilla;
l’autore del libro Rinaldo Marmara

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Proemio
Possa questo libro contribuire alla cooperazione e alla pace tra gli uomini di differenti
razze, nazionalità e religioni, ad Istanbul, in Turchia, ovunque nel mondo ed esortare le
persone a seguire l'esempio di Mons. Roncalli per la “costruzione” di “una fratellanza
universale”.

Quasi 800 anni fa, proprio dall’Anatolia, Mevlâna, un famoso mistico e poeta, si
appellò a tutte le genti della terra: “Venite. Chiunque voi siate... infedeli, pagani o idolatri.
Venite come voi siete…”. Mons. Roncalli ha aggiunto: “L’invito a pregare e coltivare lo
spirito di pace mi è ancora più naturale su questa antica, gloriosa e cara terra di Turchia,
terra dove noi cattolici, nativi e stranieri viviamo e lavoriamo insieme e dove siamo lieti di
dare testimonianza dell'amore sincero per la pace che anima i Capi ed il popolo”.

Non esortò forse Mons. Roncalli i suoi fedeli ad andare oltre le differenze che
impediscono di unirsi ad altre religioni e abbattere le barriere tra gli uomini di buona volontà
di tutte le nazioni? Desiderio che va nel senso della dichiarazione di Mustafa Kemal Atatürk il
quale, in occasione della Conferenza balcanica dell’ottobre 1931, disse: “Il solo modo per
rendere felici gli uomini è l’azione energica che tende ad avvicinarli”.

Questo è l’obiettivo che abbiamo perseguito nella ricerca dei testi, preoccupandosi
“più di ciò che unisce piuttosto di ciò che divide e suscita contrapposizioni...”, restando
totalmente fedele allo spirito stesso di Mons. Roncalli : “Il ricordo dei miei quasi dieci anni
felici e pacifici stanno in Turchia dove, rimanendo al di sopra di qualsiasi prevenzione o
considerazione politica, mi sono solo preoccupato della mia missione spirituale, animato da
un profondo sentimento di comprensione, rispetto ed amore per la gente turca. Non ho mai
gettato l'ombra più leggera sul mio lavoro personale nei rapporti con le autorità del paese”.

Ispirato dallo stesso spirito di «fratellanza universale» desideriamo che questo libro sia
l’immagine della società dove l'amministratore apostolico ha esercitato il suo apostolato:
multilingue (italiano, francese, turco).

***

Senza riesaminare le analisi apprese già scritte su Giovanni XXIII, vorremmo porre
l’accento su alcuni punti che hanno catturato la nostra attenzione durante questo studio e in
particolare la fedeltà di Roncalli che non è mai venuta meno nonostante il tempo e la distanza.

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Non appena giunto in Turchia, Mons. Roncalli impose uno stile ai suoi rapporti con le
autorità locali che traspare già nel suo primo discorso ai fedeli il 6 gennaio 1935: “Ieri ho reso
omaggio al più alto rappresentante dell’ordine civile di questa incomparabile metropoli di
Istanbul alla quale, la natura, la storia e l’arte hanno conferito un primato di bellezza che la
rende sempre l’oggetto di una grande ammirazione”.

Mons. Roncalli sapeva molto bene che non avrebbe avuto alcun ruolo rappresentativo
in Turchia al di fuori della sua missione spirituale e pastorale. Tuttavia in ogni circostanza
seppe manifestare la sua presenza e riuscì ad esprimere la sua stima e la sua gratitudine alle
autorità civili. Questo gli valse una sincera ammirazione nelle alte sfere del ministero degli
Affari esteri. Risultato di questo atteggiamento fu la visita del Primo Ministro Turco Adnan
Menderes a Pio XII, il 1 febbraio 1955. E a Sua Eccellenza Ihsan Sabri Çaglayangil di
concludere: “egli aveva sviluppato rapporti eccellenti basati sul reciproco rispetto con le
autorità locali. Non c'era ancora stato alcun rapporto diplomatico fra la Turchia e la Santa
Sede. Malgrado ciò, egli seppe creare le circostanze, recandosi ad Ankara e al ministero
degli Affari esteri per presentare i suoi omaggi. A quell’epoca Numan Menemencioğlu era il
segretario generale degli Affari esteri e fra loro nacque una stretta amicizia che si consolidò
quando essi si incontrarono nuovamente a Parigi”. Questa amicizia, oltrepassò i confini della
Turchia, e si manifestò a Parigi, a Venezia e Roma dove il prelato, che nel frattempo era
diventato papa, si preoccupò della salute del suo amico e infine pregò per il riposo eterno
della sua anima quando egli morì.

Ma il suo amore per i popolo turco non fu un sentimento di circostanza dovuto alla sua
permanenza in Turchia. Varcate le frontiere, lo accompagnò a Roma quando divenne papa.
Nel 1960, in un telegramma che egli inviò al Vicariato di Istanbul in occasione della
ricorrenza di S. Giovanni Crisostomo, Giovanni XXIII dichiarò che conservava “un dolce
ricordo della sua permanenza sulle coste del Bosforo ...” e concluse: “con particolari auspici
di prosperità per il sempre amato popolo turco”.

Nella sua risposta al telegramma di felicitazioni di Sua Eccellenza mons. Francesco


Lardone in occasione del secondo anniversario della sua incoronazione, Giovanni XXIII
aggiunse “i suoi desideri di prosperità per il sempre amato popolo turco”.

Sottolineiamo che questo sentimento di amicizia era reciproco. All' annuncio della sua
incoronazione, il ministro degli Affari esteri, Fatin Rüstü Zorlu, si espresse così: “Sono lieto
al pensiero che Sua Santità conosce perfettamente la Turchia dove, come delegato apostolico,
egli è già stato il rappresentante della Chiesa cattolica. Sono particolarmente felice di vedere
l’amico della Turchia al supremo pontificato”.

Celal Bayar, presidente della Repubblica di Turchia, non tardò a rendere visita al
nuovo papa Giovanni XXIII, giovedì 11 giugno 1959. Questo incontro diede al primo
Delegato Apostolico in Turchia l’opportunità per richiamare alla memoria i suoi ricordi di
Istanbul ed esprimere di nuovo la sua cordialità per il popolo turco: “Siamo particolarmente
felici della vostra visita, Signor Presidente. Aver vissuto per dieci anni, come nel Nostro caso,
a Istanbul e in Turchia, quali ricche impressioni, e quali incantevoli ricordi per il Nostro
spirito! Prima di tutto, memorie delle bellezze naturali di cui il Creatore ha dotato il vostro
paese. Durante le Nostre visite nelle varie regioni della Turchia, Noi abbiamo spesso

28
ammirato quei posti celebri i cui nomi sono ancora presenti nella Nostra memoria: il
Bosforo, Izmir, Bursa, le isole nel mar di Marmara...Che paesaggi affascinanti che non si
cancellano più dalla memoria di chiunque ha avuto la felicità di contemplarli ! E che dire dei
tesori di arte e cultura accumulati sulla vostra terra nel corso dei secoli, evocati già dal solo
nome di Santa Sofia!(…). La vostra Nazione! Illustre Presidente, che miglioramenti in questo
quarto di un secolo dal 1935 ad oggi! PermetteteCi di evocare con un piacere particolare la
prima riunione, non ufficiale infatti, ma piena di cordialità sincera e rispettosa con colui che
allora era solo il Direttore Generale degli Affari Esteri (Numan Menemenoğlu) e che Noi
abbiamo nuovamente incontrato in termini amichevoli a Parigi per quasi dieci anni. Come
potete vedere, abbiamo continuato ad interessarci cordialmente della Turchia, distante da
Noi ma sempre così vicina al Nostro cuore”.

In seguito a questa visita e con l’intento di rafforzare i legami di amicizia, tra il


Vaticano e la Turchia, decisero di istituire rappresentanze diplomatiche ufficiali. Sua
Eccellenza Mons. Francesco Lardone fu il primo internunzio apostolico in Turchia e il Sig.
Nureddin Vergin, il primo ambasciatore di Turchia presso il Vaticano. Fu quindi sotto il
pontificato di Giovanni XXIII che furono instaurati rapporti durevoli tra questi due Stati.

Mercoledì 20 marzo, Feridun Cemal Erkin, il ministro degli Affari esteri della
Repubblica di Turchia fu ricevuto da papa Giovanni XXIII. Il Santo Padre lo accolse con un
discorso ancora una volta colmo del ricordo della sua permanenza ad Istanbul.

Nel 1960, quando inaugurò una stele commemorativa che ricordava il soggiorno di
Mons. Roncalli presso la delegazione di Istanbul, il generale Refik Tulga concluse il suo
discorso con una frase altamente simbolica: “Il papa Roncalli è il primo papa turco della
storia”.

Mons. Roncalli ebbe un'alta opinione e stima per Atatürk. Sua Eccellenza Ihsan Cabri
Çağlıyangil preciserà che “questa ammirazione deriva dal suo amore per l'uomo che aveva
dato al suo paese non solo indipendenza e libertà, ma che aveva fatto costantemente del
proprio meglio per condurlo sulla strada della modernizzazione”.

***
La fedeltà di Mons. Roncalli è da ricercarsi nella sua logica di “fratellanza
universale”. Nel discorso di commiato che pronunciò quando lasciò la Bulgaria si espresse
così: “secondo un’antica tradizione dell’Irlanda cattolica, in tutte le case,la Vigilia di Natale,
si accendono le candele sui davanzali delle finestre, al fine di indicare a San Giuseppe e alla
Vergine Maria, in cerca di un rifugio nella notte santa, che là c’è una famiglia che li attende
dentro la casa con cibo abbondante vicino al caminetto. Ovunque io sia, anche alla fine del
mondo, se un bulgaro che avrà nostalgia del proprio paese verrà alla mia casa, troverà la
candela ardente sulla mia finestra. Dovrà solo bussare alla porta e gli sarà aperto sia egli
cattolico od ortodosso : (...) Egli può entrare, riserverò per lui la più affettuosa ospitalità”.

Nella sua omelia di Pentecoste del 28 maggio 1944, ad Istanbul, Mons. Roncalli
ritornò sullo stesso argomento: “Gesù è venuto per abbattere queste barriere; egli è morto per
proclamare la fraternità universale; il punto centrale del Suo insegnamento è la carità, cioè
l'amore che lega tutti gli uomini a Lui come primo dei fratelli, e che lega Lui con noi al
Padre”.

29
Per Mons. Roncalli tutti gli esseri umani erano suoi fratelli e questa logica lo
accompagnò fino alla sua morte e subito dopo “una mano fiduciosa” accese una candela sul
davanzale della sua finestra per annunciare al mondo che il papa buono Giovanni XXIII aveva
terminato la sua missione sulla terra e che proprio da quel momento avrebbe prestato ascolto
ai suoi fratelli dal cielo. Possa la “sua candela ardente” essere punto d’incontro per tutti gli
uomini di buona volontà che ispirati dalle sue parole, possano a loro volta essere degli
artigiani della pace. E’ allora che il desiderio di “fratellanza universale” sarà compiuto.

***

Vorrei presentare alcune frasi di mons. Luigi Padovese, successore del beato Roncalli
nella porzione di Chiesa che è in Anatolia, redatte il 5 maggio 2008: 1

“Al di là del bene prodotto alla Chiesa di Turchia, il soggiorno di Roncalli in questa
terra è servito soprattutto alla Chiesa universale. Nel lontano 1937 a proposito del suo
predecessore Gregorio Magno, ebbe a scrivere: “Egli (Gregorio) conobbe l’Oriente e qui fece
molto bene riportandone un’esperienza di uomini e di cose che gli giovò grandemente poi nel
governo del mondo”. La stessa cosa possiamo affermarla di papa Giovanni. Ai suoi
collaboratori negli ultimi giorni di vita il 24 maggio del 1963 dichiarava: “Chi è stato, come io
fui, vent’anni in Oriente, otto in Francia ed ha potuto confrontare culture e tradizioni diverse,
sa che è giunto il momento di riconoscere questi segni dei tempi, guardando lontano”. 2
Quanto egli abbia saputo riconoscere questi segni dei tempi, guardando lontano ce lo
conferma il fatto che stasera siamo qui a ricordarlo con rinnovata ammirazione”.

Concludiamo con la lettera di mons. Lardone che fece pervenire immediatamente a


papa Giovanni, quando finalmente il 25 gennaio 1960 venne dato l’annuncio ufficiale
dell’avvenuto accordo tra Turchia e Santa Sede:
Oltre le ragioni di convenienza che i Turchi avevano per stabilire le relazioni con la
Santa Sede, siete voi, o Santo Padre, che avete pavimentato la strada a questo passo, con
accaparrarvi le venerazione ed affetto non solo del presidente della Repubblica, ma anche di
molti Turchi, che furono e sono ancora toccati dal vostro amore per la loro patria ed il vostro
continuo interessamento per essa. È proprio come mi diceva l’altro giorno la figlia del dott.
Rasim Ferd Talay, vecchio medico di Atatürk: Il segreto di conquistar i Turchi è l’affezione. 3

Quest’anno [2010] si festeggia il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la


Santa Sede e la Turchia. Le nostre congratulazioni a S.E. l’ambasciatore di Turchia presso la
Santa Sede, Kenan Gürsoy, per le molteplici iniziative e celebrazioni che rilevano
l’importanza storica di questo evento e mettono l’accento sulla reciproca amicizia tanto
desiderata da papa Giovanni.

1
Luigi PADOVESE, Angelo Roncalli, pastore in terra turca sulle orme dei Padri della Chiesa, 5
maggio 2008.
2
Idem, 24 maggio 1963, in Positio, Vol. IV, 2, 585.
3
Giuseppe TUNINETTI, Monsignor Francesco Lardone (1887-1980),L’Artistica Savigliano, 1997, p.
83.

30
Yazarın önsözü

Bu kitabın temel amacı eski, Türkiye ve Yunanistan Papalık Temsilcisi, İstanbul


Episkoposluk Ruhani Lideri Mgr. Roncalli'yi Türkiye'deki bütün Hıristiyan ve gayri
Hıristiyanlara tanıtabilmektir; ilk andan itibaren onları yüreğinde taşıyan bu kişiyi, bu sayede
tanıyabilsin ve sevebilsinler diye.

Bu kitap, ayi zamanda, bu kutsal kişinin hayatının - pek anlatılmayan - Türkiye'de


geçirdiği dönemiyle ilgili bölümüyle ilgilenen herkese hitap etmektedir. Bu kitabın tek değerli
yanı bu dönemde ve Papa XXIII. Jean olduktan sonra, anılarında ve özellikle yüreğinde çok
önemli yer tutan Türkiye'yle olan diplomatik ilişkilerini sürdürdüğü yakın yıllarla ilgili en
önemli belgeleri bir araya getirmesidir.

Bu kitapla Mgr. Roncalli'yi "evrensel kardeşlik" örneği olarak salık vererek


İstanbul'da, Türkiye'de ve bütün dünyada farklı din, ırk ve uyruğa sahip insanlar arasında
uzlaşma ve barışa katkıda bulunmayı umuyoruz. Bir tesadüf eseri, 800 yıl önce Anadolu
yaylalarından ünlü tassavuf şairi Mevlâna sınır tanımayan ünlü kardeşlik çağrısını yapıyordu:
"Gel gel! Ne olursan ol yine gel! Kâfir, putperest ateşe tapan, mecusi olsan da gel!" Mgr.
Roncalli de şöyle devam ediyor: "Bu antik, şanlı ve sevilen Türkiye topraklarında, biz Kato-
likler ayrı uyruklu yabancılar olarak bu topraklarda yaşamakta ve çalışmaktayız, bu halkı ve
liderlerini harekete geçiren samimi barış sevgisinin lehinde konuşmaktan memnunuz ...".

Mgr. Roncalli Hıristiyanlan diğer dinlerden ayıran farklılıkları aşmaya ve iyi niyetli
insanlar arasındaki engelleri kaldırmaya mı davet ediyordu? Ekim 1931'de yapılan Balkan
Konferansı sırasında Mustafa Kemal Atatürk'ün deklarasyonunu anımsatan bir çağrıydı Mgr.
Roncalli'nin çağrısı: "İnsanları mutlu edebilecek tek yol, onları birbirlerine yaklaştıran
etkinliktir... ".

Bu kitabın yazarı da Mgr. Roncalli'nin görüşüne sadık kalarak metinlerin araştırılması


sırasında "ayıran ve zıtlık oluşturandan daha çok birleştirici'' nitelikteki metinleri seçmeye
özen göstermiştir: "Türkiye'de kaldığım huzurlu ve mutlu on yıl içinde kendimi her türlü
siyasi etkinliğin ve eğilimin dışında tutarak yalnızca ruhani görevimi yapmaya verdim. Türk
halkına duyduğum derin anlayış, saygı ve içten sevgim nedeniyle kişisel ilişkilerinde ve

31
ülkenin iktidardaki yetkilileri ile olan mütevazı ilişkilerimde en ufak bir tahrike yol
açmamaya özen gösterdim".

***

XXIII. Jean'ın kişiliği hakkında uzmanca analizlere girmek istemiyoruz. Bu çalışma


sırasında dikkatimizi çeken ve geçen bunca zamanın yok edemediği sadakati üzerine birkaç
noktaya değineceğiz.

Türkiye'ye ayak basar basmaz, yerel yetkililerle olan ilişkilerinde örnek olmuş ve bunu
da 6 Ocak 1935 tarihinde yaptığı ilk konuşmasında belirtmiştir: "Dün aranıza gelir gelmez,
doğanın, tarihin ve sanatın güzellik kattığı ve herkesin gittikçe daha çok hayranlık duyduğu
bu eşsiz İstanbul metropolünün en üst devlet yetkilisine saygılarımı sunmaya gittim".

Mgr. Roncalli Türkiye'de kendi ruhani ve pastoral (doğru yolu gösteren) görevinden
başka bir temsilciliği olmadığını çok iyi biliyordu. Ancak her fırsatta hükümet yetkililerine
minnetini ve saygısını varlığıyla ifade etmekten kaçınmadı. Bu davranışı Dışişleri Bakanlığı
yüksek çevrelerinde samimi bir hayranlık uyandırdı. Bu iyi anlayış havası Türkiye Başbakanı
Adnan Menderes'in 1 Şubat 1955 tarihinde Papa XII. Pius'u ziyaret etmesine yol açmış oldu.
Bu ziyareti sonuca bağlamak da Ekselansları İhsan Sabri Çağlayangil'e düştü:
"Yerel yetkililerle karşılıklı saygıya dayalı çok iyi ilişkiler kurmuştu. Türkiye ile Papalık
arasında henüz diplomatik ilişkiler kurulmamıştı. Buna rağmen Ankara'da Dışişleri Ba-
kanlığı'nı ziyaret edip saygılarını sunarak fırsatlar yaratmasını biliyordu. O devirde, Numan
Menemencioğlu, Dışişleri Bakanlığı Genel Sekreteri idi. İkisi arasında daha sonra Paris'te
karşılaştıklarında güçlenecek bir dostluk kuruldu".

Bu dostluk Türkiye Devleti sınırlarını aşarak Paris'te, Venedik'te ve Roma'da devam


etti. Roma'da Papalık makamına çıkan episkopos, her zaman dostu olarak kalmış Türk ar-
kadaşının sağlığından endişe duyar ve onun için dua ederdi.

Mgr. Roncalli Türkiye'deki ilk yıllarından itibaren "Günlüğü’ne şunları yazıyordu:


"Türkleri seviyorum, uygarlık yolunda yeri hazır olan bu halkın doğal yeteneklerine
güveniyorum".

Türk halkına duyduğu sevgi Türkiye'de kaldığı süreye bağlı bir duygu değildi. Papa
olduğu zaman da bu duygu onu izledi. 1960'da Aziz Yunanna Krisostomos bayramı nedeniyle
İstanbul Episkoposluğu'na gönderdiği telgrafta XXIII. Jean, bir yandan "Boğaz kıyılarında
çok tatlı anıları" olduğunu belirtirken, her zaman yüreğinde olan "(...) Türk halkı için özel
mutluluk dileklerini” sunuyordu.

XXIII. Jean, Papalık makamına çıkışının ikinci yüdönümü nedeniyle Ekselansları


Monsenyör Francesco Lardone' nin göndermiş olduğu tebrik telgrafına verdiği cevapta "her
zaman yüreğinde olan Türk halkı için özel mutluluk dilekleri”ni sunduğunu ekliyordu.

Bu dostluk duygusunun karşılıklı olduğunun altım çizelim. Papalık makamına çıkışı


nedeniyle o zamanki Dışişleri Bakanı Fatin Rüştü Zorlu şu sözleri dile getiriyordu: "Papa
hazretlerinin eskiden Papalık Temsilcisi olarak Katolik Kilisesi'ni temsilen bulunduğu

32
Türkiye'yi çok iyi tanıdığını bilmek beni mutlu ediyor. Ayrıca Papalık makamında bir Türk
dostunun bulunması da benim için çok sevindirici".

Türkiye Cumhuriyeti Cumhurbaşkanı Celal Bayar 11 Haziran 1959 Perşembe günü


yeni Papa XXIII. Jean'ı ziyaret etmekte gecikmedi. Bu görüşme eski Papalık Temsilcisi'nin
İstanbul anılarını yad etmesi ve Türk halkına olan yakınlığını belirtmesi için bir fırsat oldu:
"Sayın Cumhurbaşkanı, bu ziyaretiniz bizim için çok memnuniyet vericidir. On yıl boyunca
İstanbul ve Türkiye'de yaşadıktan sonra, bizim durumumuzda olduğu gibi, öylesine zengin,
öylesine büyüleyici izlenimler edindik ki; bu izlenimler her şeyden önce, Yaratıcının
vatanınıza vermek lütfunda bulunduğu, doğal güzelliklerdi. Çoğu zaman, Türkiye'nin çeşitli
bölgelerine yaptığımız ziyaretler sırasında ünlü Boğaz, İzmir, Bursa, Marmara adaları gibi sit
alanları hâlâ aklımızdadır... Onları görmek mutluluğuna erişmiş olan kişinin belleğinden
silinmeyecek ne büyüleyici manzaralar! Sadece eşsiz Aya Sofya'nın bile kafamızda
canlandırmaya yettiği yüz yıllar boyunca toprağınızda birikmiş kültür ve sanat hazinelerine ne
demeli! (...) Sayın Cumhurbaşkanı, sizin ulusunuz, 1935'ten günümüze dek çeyrek yüzyılda
ne büyük ilerleme kaydetti! Ankara'da o zamanki Dışişleri Bakanlığı Genel Sekreteri (Numan
Menemencioğlu) ile gayrı resmi, ama içten ve samimi olan o ilk karşılaşmamızı, daha sonra
Paris'te buluşmamızı ve yaklaşık on yıl süren samimi dostluğumuzu büyük bir zevkle
anımsatmamıza izin verin. Gördüğünüz gibi gözden ırak ama gönüle yakın bir şekilde
Türkiye'yle samimiyetle ilgileniyoruz''.

Bu ziyaretin ardından, aralarındaki dostluk ilişkilerini pekiştirmek amacıyla Vatikan'la


Türkiye karşılıklı olarak resmen diplomatik ilişkiler kurmaya karar verdi. Ekselansları
Monsenyör Francesco Lardone, Vatikan'ın Türkiye'deki ilk büyükelçisi oldu. Sayın Nureddin
Vergin de Türkiye'nin Vatikan'daki ilk büyükelçisi oldu. Böylece bu iki devlet arasında
sürekli ilişkiler ancak XXIII. Jean'ın papalığı sırasında kurulabildi.

20 Mart 1963 Çarşamba günü Türkiye Dışişleri Bakanı Feridun Cemal Erkin, XXIII.
Jean tarafından kabul edildi. Papa'nın kabul konuşması yine İstanbul'da kaldığı günlerin
anılarıyla doluydu.

1960'da, Mgr. Roncalli'nin Papalık temsilcisi olarak İstanbul'da kalışının anısına


hazırlanan levhanın açılış töreni sırasında General Refik Tulga, üstü yazılı levhayı açarken
yaptığı konuşmasını son derece sembolik bir cümle ile bitiriyordu: "Papa Roncalli tarihteki ilk
Türk papadır".

Mgr. Roncalli Atatürk'e hayrandı ve ona büyük saygı duyuyordu. Ekselansları İhsan
Sabri Çağlayangil bu hayranlığı şu sözlerle özetliyordu: "Bu hayranlık Atatürk'ün ulusuna öz-
gürlük ve bağımsızlık kazandırmasından değil de onu sürekli olarak çağdaş uygarlık
seviyesine çıkarmaya çalışmasından ileri geliyordu".

Mgr. Roncalli'nin sadakati "evrensel kardeşlik" mantığında görülmektedir.


Bulgaristan'ı terk ederken yaptığı veda konuşmasında düşünce ve duygularını şu şekilde ifade
ediyordu: "Eski bir Katolik İrlanda geleneğine göre, Noel arifesinde, kutsal gecede sığınacak
bir yer arayan Aziz Yusufla Meryem Ana'ya, içeride ateşin ve donatılmış sofranın yanında bir
ailenin kendilerini beklediğini belirtmek için her evde pencerenin önüne yanar bir mum
konur. Her nerede olursam olayım, dünyanın öbür ucunda da olsa, yerinden yurdundan olmuş
bir Bulgar evimin önünden geçerse, penceremin önünde yanar bir mum bulacaktır. Kapımı

33
çalsın yeter; ister Katolik olsun ister Ortodoks, kapım ona açılacaktır. Bulgar olması yeter;
içeri girebilir, ona en sevgi dolu konukseverliği göstereceğim. "

İstanbul'da 28 Mayıs 1944'te Pentekost Bayramı'nda yaptığı konuşmasında Mgr.


Roncalli aynı konuya yeniden değinecektir: "İsa bu engelleri yıkmak için geldi, evrensel
kardeşliği dünyaya ilan etmek için öldü; öğretisinin temel noktasını sevgi, bütün insanları
onunla birleştiren, ilk kardeşimiz olan onunla bizi Baba'ya birleştiren sevgi oluşturuyordu."
Mgr. Roncalli için bütün insanlar kardeşti, ölene dek bu düşüncede kaldı ve "sadık bir el"
penceresindeki lambayı yakarak Papa XXIII. Jean'ın bu dünyadaki misyonunu tamamlamış
olduğunu ve bundan böyle kardeşlerinin dertlerini cennette dinleyeceğini dünyaya
bildiriyordu.

3 Eylül 2000'de Papa Roncalli kutlu kişi ilan edildi. Yakılmış lambası, sözlerinden
esinlenerek barış için çalışan bütün iyi niyetli insanları bir araya getirsin. İşte o zaman onun
"evrensel kardeşlik" dileği gerçekleşmiş olacaktır.

34
İçindekiler – Indice generale
Şişli Belediye Başkanı Mustafa Sarıgül’ün giriş yazısı
Introduzione del Sindaco di Şişli, Mustafa Sarıgül

Introduzione del Console Generale d’Italia Gianluca Alberini


Italya Başkonsolosu Gianluca Alberini’nin giriş yazısı

Introduzione di S.E. Mons. Loris Francesco Capovilla


Mons. Loris Francesco Capovilla’nın giriş yazısı

Introduzione di S.E. Mons. Ruggero Franceschini, presidente della CET


Mons. Ruggero Franceschini’nin giriş yazısı

Proemio
Yazarın önsözü

Monsenyör Roncalli, Türkiye Papalık Temsilcisi, 1935-1944


Monsenyör Roncalli’nin İstanbul Episkoposluğu’na gelişi
Yeni cemaat liderinin konuşması
Selefi Mons. Margotti’nin bıraktığı ağır yük
Mons. Roncalli’nin episkoposluğu sırasında iz bırakan olaylar
Türk dostu Mons. Roncalli: “Türkleri Seviyorum”
Kilisede Türkçe dualar
İstanbul kentine hayran biri
Hükümet yetkilileri ile dostça ilişkiler
Barış adamı
Yürekli bir adam, Yahudilere yardım
Yunanistan’daki açlık kurbanı çocuklara yardım
Türklerin daimi dostu
Vatikan ile Türkiye arasındaki diplomatik ilişkiler sorumlusu

Papa Roncalli: Ölçek Sokak’ın yeni adı

“Papa Roncalli” Nouveau nom de la rue Ölçek

35
Monsignor Roncalli, Delegato Apostolico a Istanbul 1935-1944
L’arrivo di Mons. Roncalli ad Istanbul
Il primo discorso del nuovo pastore
L’eredità di Mons. Margotti
Alcuni eventi significativi durante il Vicariato di Mons. Roncalli
Amico dei Turchi “Amo i Turchi”
Uso della lingua turca nella recitazione delle preghiere
Amore per la città di Istanbul
Relazioni con le autorità governative sotto il segno dell’amicizia
Un uomo di Pace
Un uomo misericordioso, Intervento in favore degli Ebrei
Aiuto ai bambini di Grecia vittime della fame
Amico dei Turchi per tutta la vita
Il suo contributo alle relazioni diplomatiche fra il Vaticano e la Turchia

50. anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Turchia

Monsignor Francesco Lardone, primo Nunzio Apostolico in Turchia


Mgr Saverio Zupi
Mgr Salvatore Asta
Mgr Sergio Sebastiani
Mgr Pier Luigi Celata
Mgr Luigi Conti
Mgr Edmond Farhad
Mgr Antonio Lucibello

Ambassadeurs de Turquie près du Saint-Siège

Bibliografia

36
Monsenyör Roncalli

Türkiye Papalık Temsilcisi 4

1935 – 1944

4
Rinaldo MARMARA, Türk Dostu Papa XXIII. Jean, Türkçeye çeviren Dominik Pamir, Latin
Katolik Ruhani Reisliği, Istanbul, 2000, 148 s. Bu bölümün mekân fotoğrafları [renkli olanlar]
İstanbul’daki Papa Roncalli’nin evinde çekilmiştir (bugünkü Vatikan Büyükelçiliği). Bölümün diğer
fotoğrafları İstanbul Latin Katolik Ruhani Reisliği Arşivinden alınmıştır.

37
38
Monsenyör Roncalli’nin
İstanbul Episkoposluğu’na gelişi

Türkiye ve Yunanistan Papalık Temsilcisi Mons. Roncalli, 5 Ocak 1935 tarihinde


İstanbul Latin Katolik Cemaati Lideri olarak 1945 yılına kadar kalmak üzere Boğaz kıyılarına
ayak basıyordu.

Mons. Roncalli’nin İstanbul Temsiciliği'ne tayini haberi geldikten hemen sonra Saint-
Esprit Katedrali'nin çanları bu "haberi dört bir yana yaymak için" çalmaya başladı. Bir son-
raki hafta, 25 Kasım 1934 tarihinde Mons. Dell’Acqua'nın davetine uyan ruhaniler ile
müminler Te Deum şükran duasını söylemek için Katedralde toplandılar. 5

İstanbullu müminler ve ruhaniler Mons. Roncalli'yi önceden tanımışlardı. İstanbul'a ilk


kez 25 Mart 1927 tarihinde, Şansölye Mons. Jean-François'nın Atina Başepiskoposluk ma-
kamına terfi törenini Mons. Rotta ile birlikte yönetmek üzere gelmişti. 15 Ağustos 1931
tarihinde de Mons. André Cesarano' nun Manfredonia Başepiskoposluğu'na getirilme törenini
Mons. Margotti ile birlikte yönetmek için gelmişti. Gerek Papalık Temsilcisi olarak Gürcü
rahibeleri ziyareti, gerek aziz Padovalı Antoine'nin ölümünün 700. yılı ve Efes Konsili'nin 16.
yüzyılı kutlamaları nedeniyle İstanbul'a gelişi, gelecekteki cemaatini yakından tanıma fırsatı
verdi.

5 Ocak 1935 tarihinde İstanbul'a sessiz sedasız geldi. Ertesi gün 6 Ocak yortusunda
Saint-Esprit Katedrali'nde gelişi nedeniyle büyük bir tören yapıldı. Katedralin anı defterinde o
gün hakkında şunlar yazılıdır: "6 Ocak 1935 İstanbul Papalık Temsilciliği tarihine çok önemli
bir gün olarak geçecektir: Göz kamaştırıcı parlaklığını esirgeyen güneşin eksikliği, bu aile içi
bayramın baş kahramanının yüzünden yayılan tatlı parıltı ile bol bol telafi edilmişti. Sessiz
sedasız Cumartesi sabahı Sofya'dan gelen Mons. Roncalli, 6 Ocak Yortusu sabahında din
adamları, rahibeler ve müminler tarafından katedralde karşılandı. Katedralin başpapazı Mons.
Collaro'nun usullere uygun olarak sunduğu büyük haçı büyük bir dindarlıkla öpmesi orada
bulunanları derinden etkiledi. Haç, omuzlarına aldığı sorumluluğu temsil ediyordu. Aynı etki,
Mons. Roncalli soylu adımlarla yürüyerek kalabalığı hoş bir tebessümle babaca kutsarken de
hissedildi. Bu göreve atandığını bildiren papalık belgesi okunduktan sonra Mons. Roncalli'nin

5
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, c. II, daktilo edilmiş eser, İstanbul 1983,
s. 1.094.

39
yükümlülük yeminine sadık kalacağını belirtmesi de ayrıca görülmeye değerdi. Bu saygı
töreni sırasında.
Monsenyör elindeki episkoposluk yüzüğünü yalnız öptürmekle kalmadı, aynı zamanda
verdiği babaca barış öpücüğünün yanında hiç kimsenin unutamayacağı duruma uygun bir söz
de söyledi. 6

Yeni cemaat liderinin konuşması

Mons. Roncalli’nin İstanbul’daki Hıristiyan Cemaatinin başına geçtiği 6 Ocak 1935


tarihinde yaptığı konuşmadan bazı bölümler aktaracağız :

"Sevgili kardeşlerim ve evlatlarım;


Beni bekliyordunuz, işte karşınızdayım! Bana söylenen ve yazılanlara göre, Kutsal
Peder'in sizin başınıza geçmek için bana verdiği bu görevden çok önce sizler beni zaten
düşüncenizde ve yüreğinizde seçmişsiniz. Verilen görevi yerine getirmek için geldim. Buraya
tayinimi sizlere borçlu değilim; ama bu sabah dindarca dostluk göstererek beni sevgi ve
onurla karşıladığınız için size çok minnettarım. Şimdi ve sonsuza dek kutsanın!
(...) Doğu'dan yeni doğmuş Kurtarıcıyı görmeye Yıldız bilimciler geldi... Ona
tapındıktan sonra, ülkelerinden beraberlerinde getirdikleri sandıklardan hazineler, altın, buhur,
mir çıkartıp Betlehem'de yeni Doğmuş Olan'a sundular. Bildiğiniz gibi, Kilise Babalarının
öğretilerine göre bu üç dünyevi hazine dünyanın her yerinde ve her döneminde Hıristiyan
yaşamının üç büyük erdemini simgelemiştir. Sevgi, dindarlık, özveri.

6
L. Algesi, Jean XXIII, Marietti, Roma, 1964, s. 116-117

40
Her şeyde ve her şeyin üstünde Tanrı'yı ve İsa'yı aramak ve sevmekten ibaret olan
Tanrı sevgisi, benzerimizle olan ilişkilerde Havari Paulus'un da çok iyi belirttiği gibi değişik
biçimlere bürünen ellerin anlamlı sıkı dostluğu gösterir (1 Kor 13, 4-7): Sevgi sabırlıdır, sevgi
şefkatlidir. Sevgi kıskanmaz, övünmez, böbürlenmez. Sevgi her şeye uyar, her şeye inanır, her
şeyi ümit eder, her şeye katlanır...

Ah! Kardeşlerim ve çocuklarım! Benden beklediğiniz gibi, ruhlarınızın çobanının


görevlerini övgüyle ifade edebilmek için daha ne söylenebilir? Buraya siyaset yapmaya ya da
maddi çıkarlar aramaya gelmediğimi çok iyi biliyorsunuz, bunu dünya da biliyor: Görevim
tamamen ve sadece dinseldir. Ne pahasına olursa olsun bu alanın dışına çıkmamakta kararlı-
yım. Beni asıl ilgilendiren sivil yaşamın, sosyal yaşamın getirdiği refah içinde bile olumlu bir
sonuç veren ruhlarınızın dinsel yaşamdaki ilerlemesidir. Rab'bin sevgisi aracılığıyla Rab'be
karşı ve İncil'e karşı günah olan kötülüğe engel oluruz, Rab'bin sevgisi, bütün özel ve aleni
ilişkilerinde vatandaşı onurlandıran soylu davranışları yüreklendiren ve aydınlatan canlı
alevdir.
(...) İstanbul'daki Katolik cemaatinin ne kadar dindar olduğunu, kiliselerini ve
kiliselerdeki ayinleri nasıl sevdiğini, özellikle de Kutsal Kilise sırlarına nasıl sık sık
başvurduğunu tecrübemle biliyorum. İnsan, yaşamın getirdiği zorluklar arasında dua ederek,
Rab'be övgü dolu ilahiler söyleyerek rahatlayabilir. Tanrı daima ve doğrudan yüreklere hitap
eder, ama kuşkusuz, yer ve göğün tapınmada, her kişinin olduğu kadar topluluğun da, ailelerin
olduğu kadar bütün kamunun da ihtiyaçları için yapılan yakarmalarda birleştiği litürji ayini sı-
rasında bu temas daha samimi olmakta ve Hıristiyan anlayışı daha da kusursuzlaşmaktadır.
(...) Halkların yaşamında olduğu kadar Kutsal Katolik Kilisesi'nde doğal ve doğaüstü
sosyal düzendeki ahlaki ve öğretiyle ilgili temeller dışında her şey yenilenmektedir: Zamanın
ve mekanın oluşturduğu yeni durumlar yeni dini yaşam tarzları ortaya çıkarabilir. Ne mutlu
zamanının gereklerine göre ruhların ihtiyaçlarını karşılamayı bilen, her şeyde hesabını doğru
yapan ve geleceği hazırlayana!
Hıristiyan kişi haçını taşımalıdır. İyi kalpli modern bir azize ölmeden önce etkili bir
cümle mırıldanıyordu: "İsa'm bana kendisini seven çocukların hepsinin haçlanarak ölmeleri
gerekir demişti." Sert bir söz: haçlanarak ölmek; ama ne büyük bir öğreti! Haçın gölgesi
Betlehem'deki mağaraya düşmemiş miydi? Yıldızbilimciler Yahudilerin yeni Doğmuş kralına
üçüncü armağan olarak mir getirmemişler miydi? Mir çilenin, tövbenin ve özverinin simgesi
değil midir?
Kardeşlerim, evlatlarım: Dertlerin yükünü hissediyorsunuz, yaşadığınız felaketler
belinizi büktü, geleceğe umutla bakamadığımızdan ruhunuz üzgün, bırakın da size cesaret
vereyim, bırakın da sizinle karşılaşmamızın ilk saatinden itibaren acınızı dindireyim.
Yaşamda, her görevin yerine getirilmesi özveri ister. Teselli verici bir dine inanmayan
bu çağın insanlarının kendi görevlerini yerine getirirken acı çekmediklerini sanmayın. Onlar
bizlerden daha fazla acı çekiyorlar: Hem de ne kadar! Ama bizim için soğukkanlılıkla ve
onurla katlanılan acılar hafif ve tatlı olur.
Kardeşlerim ve evlatlarım: Altarın önünde İsa'ya kendi mirimi, kurbanımı sunuyorum.
Buraya gelmeyi kabul ederek, daha önce de belirttim, sadece bana buyrulanı yaptım. Bu
içten, dostça karşılamanız, İstanbul Katolik cemaatine ve ruhanilere yıllarca duyduğum ve
koruduğum saygı, bu görevi daha da değerli kılmaktadır. Ama bu, daima özveri gerektiren
bir şey.

41
Kardeşlerim ve çocuklarım, kendi özverimi her birinizin özverisine katacağım: Yani
haçımızı hep birlikte taşıyacağız: İsa'ya ebedi yüceltmenin bir sembolü olan bu mirden sızan
saçlarımızla ve ellerimizle gideceğiz...
Kilise'nin en büyük litürji bayramlarından biri olan bu gün geçecektir: Sizi Kutsal-
Peder'in adına takdis ettikten sonra herkes kendi yoluna gidecektir! Ben de sakin bir şekilde
aranızdaki dinsel görevime başlayacağım. Beni örnek alarak vatandaşlık ve Katoliklik
görevlerinizi yerine getirme konusunda cesaret bulmanızı ve bundan fayda sağlamanızı
diliyorum. Evet vatandaşlık görevlerinizde de. Çünkü bir Katolik eksiksiz bir varlıktır.
Dininin özelliğini yaşamının -sosyal yaşamı dahil- her yanına taşır.
Dün aranıza gelir gelmez, doğanın, tarihin ve sanatın güzellik kattığı, herkesin gittikçe
daha çok hayranlık duyduğu bu eşsiz İstanbul metropolünün en üst devlet yetkilisine saygı-
larımı sunmaya gittim. Bunu, yapmam gereken ilk görev olarak gördüm. Bizler Hıristiyan ve
Katolik olarak: Sezar'ın Hakkını Sezar'a, Tanrı'nın hakkını da Tanrıya verin, (Lk 20, 25)
ekolünden gelmiş kimseleriz.
Yapacağım işlere gelince, önemsiz biri olduğumdan, size bu konuda büyük vaatlerde
bulunamam. Rab'bin lütfunun benimle beraber olacağını umut ediyorum... Kutsal Kitap'ın
sözlerini kendi zavallı kişiliğime uygulayarak onlara saygısızlık etmek istemem. Bununla
birlikte İşaya peygamberin söylediği şu sözlerin çok hoşuma gittiğini sizlerden saklamayaca-
ğım: "İşte kendisine destek olduğum, gönlümün hoşnut olduğu, seçtiğim kulum! Ruhumu
onun üzerine koydum. Adaleti uluslara ulaştıracak, bağırıp çağırmayacak, sokakta sesini
yükseltmeyecek. Ezilmiş kamışı kırmayacak, tüten fitili söndürmeyecek. Adaleti sadakatle
ulaştıracak. Yeryüzünde adaleti sağlayana dek umudunu, cesaretini yitirmeyecek kıyı halkları
onun yasasına umut bağlayacak."

Sevgili kardeşlerim, evlatlarım, hep birlikte dua edelim ki bu sözler görevim boyunca
hem sizin için hem de benim için cesaret verici olsun. Bugün, yıldızbilimciler tarafından Kral
gibi karşılanan ve her zaman ruhların ilk Çobanı ve Episkoposu olan kutsanmış İsa'ya dua
edelim ki, bağışlayacağı koyunların kutsallıkta ve erdemde ilerlemeleri ile ebedi gün için Ço-
banın başını taçlandıracağı sevinç tacı iyice ışıl ışıl olsun. 7

Selefi Mons. Margotti'nin bıraktığı ağır yük

Mons. Roncalli İstanbul'daki Vatikan Temsilciliği'ne selefi Mons. Margotti'nin yapmış


olduğu reformlar 8 nedeniyle oluşan gergin bir atmosfer 9 içinde geldi. Ancak yumuşak ve
ılımlı bir karaktere sahip Mons. Roncalli'nin soğukkanlılığı ve iyimserliği bir yandan Mons.
Margotti'nin iyi ününü korudu, bir yandan da insanları yatıştırarak otoriteyi yeniden sağladı.

(...) Bitmez tükenmez bir sabra dayalı Mons. Roncalli'nin yöntemleri tamamen
farklıydı: "Emir vermek yerine, ikna etmeyi, kendisi tarafından önerilen çözüme uygun bir

7
Le Flambeau, Marsel Linguri, İstanbul, kasım 1961, no.9, s.3-5.
8
Mons. Margotti'nin İtalyan tarikatlarının dışında öteki tarikatlar ile arası iyi değildi.
9
Mons. Margotti 8 Aralık 1932 tarihli genelgesiyle papazlara İstanbul Latin Kilisesi tarihinde ilk kez
bir Sinod toplanacağını bildiriyordu. Sinod'da alınan kararlar sonra bir fasikül halinde yayımlandı. V.
Del Giorno, Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, op. cit., s. 1025-1032.

42
durumun oluşmasını beklemeyi tercih ediyordu. 10 Başka bir deyişle, selefi tarafından yapılmış
olan geçersiz kılmaktan kaçınarak yeniden bir güven ortamı yaratmaya çalıştı.

Ankara'daki Fransız elçisi. M. Kammerer 20 Mart 1935 tarihli raporunda Mons.


Roncalli ile aşırı derecede gösterişe düşkün selefi arasındaki farkı belirtmektedir: "Mons.
Roncalli makamına gösterişsiz, temiz yürekle, adeta kendini sıfırlayarak geçti. Özellikle zor
koşullar altında Türkiye'ye gelen bu üst rütbeli din adamı en nankör görevlerden biri olan
kendi görevinin dışında yapılmış olan iki temel hatayı tamir etmesi gerektiğini hemen anladı.
İstanbul'da kendi otonomilerine son derece bağlı olan cemaatlerine karşı beceriksizce olduğu
kadar otoriter bir gayret içinde olan Mons. Margotti'ye karşı Latin din adamlarında oluşan
hoşnutsuzluk; Türk Hükümeti ve yetkililerine karşı yapmış olduğu gaflar. Türk Hükümeti
kendileri ile ilişkileri düzeltmeyi uman Mons. Roncalli'yi tanımıyordu. Mons. Roncalli
Türkiye'ye arka kapıdan girdi. Sofya' dayken yeni İtalya Başkonsolosu'nun aynı günde ve aynı
Ekspresle İstanbul'dan geçeceği kendisine bildirilince baş ağrıtıcı gösterilerden ve
karşılamalardan kaçınmak için geliş tarihini başka güne erteledi. İstanbul'a ayak basar
basmaz, kimliğini bildirmek ve oturma izni alabilmek için Emniyet Müdürlüğü'ne gitti.
Emniyet Müdürü onu çok iyi karşıladı ve ona yabancı konsoloslara verilen bir kimlik kartı
verdi.’’ 11

Mons. Roncalli, ne kadar yumuşak bir ifadeyle emir verirse emirlerinin iş arkadaşları
tarafından o kadar tez ve cömertçe yerine getirildiğini fark etti. İstanbul'daki Katolik kiliseler
onu kendi dini törenlerine hayat veren kişi olarak gördüler. Katolik yaşamının ifadelerinin
kendi katedrali etrafında merkezileşmesini istemedi, her kiliseyi kendi dini törenini dü-
zenlemekte serbest bırakmayı tercih etti. Müminlerini bulmak için uzağa gitmekten, onlarla
daha az temas halinde olmaktan ve onlar tarafından daha az sevilmekten çekinmedi. Onları
toplantıya çağırmaktansa onları ziyarete gitmeyi tercih etti. Ziyaretleri incelik izleriyle
doluydu; ayağının tozuyla geliyordu." 12

10
L. Algesi, Jean XXIII, op. cit., s. 118.
11
Kamerer'in 20 Mart 1935 tarihli resmi yazısı, Quai d'Orsay, série E Levant, sous-série Turquie,
1930-1940, b. 607. R. Morozzo Della Rocca, "Roncalli diplomatico in Turchia e Grecia (1935-1944)",
op. cit., s. 37-38.
12
L. Algesi, Jean XXIII, op. cit, s. 122.

43
Mons. Roncalli’nin episkoposluğu sırasında iz bırakan olaylar

Mons. Roncalli'nin İstanbul'daki ikameti sırasında meydana gelmiş tüm olayları


anlatmak mümkün olmadığı için sadece Latin Katolik Cemaati'nde iz bırakmış ve aynı
zamanda onun papalık temsilciliği ve yönetici kişiliğini ortaya koyan en anlamlı olayları
anlatmakla sınırlı kalacağız.

Türkiye’ye gelir gelmez, 13 Haziran 1935 tarihinde tüm dinlerin görevlilerinin


uymasını zorunlu kılan kılık kıyafet 13 kanunu 14yürürlüğe girmekteydi.

13
3 Şubat 1935 tarihli yasa, no.2/1958; No.2933 sayılı Resmi gazetede 18 Şubat 1938’te yayımlandı.
Bu yasa bütün kültlerde din adamlarının (Müslüman,Hıristiyan,Yahudi ibadethanelerinin dışında) dini
giysiler giyerek gösteriş yapmalarını yasaklıyordu, yasa 13 Haziran 1935’te yürürlüğe girdi. 11
maddelik bu yasanın bizi ilgilendiren ilk dört maddesini aktarıyoruz: "Madde 1- Herhangi din ve
mezhebde olurlarsa olsunlar mensub oldukları din ve mezheblerin usûl ve teamüllerine göre mabed ve
ayinlerde ruhanî kisve taşımakla mükellef olanlar mahallî Hükümetlerince alâkadar olanlardan alına-
cak listeler mucibince ancak mabed ve ayinlerde ruhanî kisve taşımağa mezun addolunurlar. Madde 2-
Her din ve mezhebin nihailerini ayırt ettirmek için kabul edilen her türlü kisve, alâmet ve işaret ruhanî
kıyafet addolunur. Madde 3- mabedler her din ibadetine mahsus ve usûle muvafık olarak teessüs etmiş
olan kapalı mahallerdir. Madde 4- Hükümet her din ve mezhebden munasib göreceği yalnız bir
ruhaniye mabed ve ayin haricinde dahi ruhanî kıyafetini taşıyabilmek için verebileceği muvafak

44
Mons. Roncalli, kanunun ilan edildiği gün din görevlilerinin ortasında sivil kıyafetiyle
resim çektirmek suretiyle bu değişimi etkilemek ve örnek olmak istemiştir. Dini törenden
sonra, müminlerin bakışları altında, biraz da heyecanlı bir şekilde, sivil kıyafetiyle resim
çektirmek suretiyle bu değişimi etkilemek ve örnek olmak istemiştir. Dini törenden sonra,
müminlerin bakışları altında,biraz da heyecanlı bir şekilde,sivil kıyafetli rahipler tek sıra
halinde Saint-Antoine Kilisesi’nden çıkarlar.’’Episkopos çok uzun zamandan beri giymemiş
oldukları kıyafetleriyle görünmekte çok zorlanan en yaşlılarının arasında her zamankinden
daha hoş ve gülümser, neredeyse eğlendiğini gösterir bir ifadeyle, kıyafetle rahip
olunamayacağını gösterme dikkatiyle ilerliyordu. Kıyafetin tek tip olması bir yana aynı renk
olmasını bile zorunlu kılmak istememişti, sadece koyu, ciddi bir kıyafet rengi öngörülmüştü
hepsi o kadar.’’ 15

müsaadeler ile bir müsaade müddetinin hitamında onun aynı ruhanî hakkında yenilenmesi veya başka
bir ruhaniye verilmesi hakkındaki muameleye aid teklifler Dahiliye Vekâletince yapılır. Ve karar İcra
vekilleri Heyetince verilir.
14
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, op.cit.,.10997-98.”Mons. Rocalli, bütün
papaz, rahip ve rahibelere yasaya uymalarını buyurdu, kendisi de kendine özgü onur anlayışıyla buna
uydu. Katolikliğin gücü dış görünüşte değil, ona can veren Mesih’in ruhundadır, diyordu (…) Mons.
Rocalli’nin sağduyusu ve iyimserliği, değişime karşın özellikle duyarlı olan yaşlı kesimin bu
zorlamayı daha kolaylıkla kabul etmelerini sağladı. (…) Mons Roncalli, önceleri melon şapka, kravat
ya da papyon takarak siyahlar giyiniyordu, daha sonra Roma yakası ve fötr şapka taktı.
15
L. Algesi, Jean XXIII, op.cit., s. 135.

45
15 Aralıktan 22 Aralık'a kadar Mons. Roncalli katedralin rahipleri eşliğinde dinsel
inzivaya çekildi.

On yıl süresince kendisini İstanbul Latin Katolik Cemaatine adayan Mons.


Roncalli'nin titiz tasvirini Mons. Del Giorno'ya bırakıyoruz :"Vakarından bir şey
kaybetmeksizin herkese kendisini tam olarak verdi, çocuklarla çocuk, sade insanlarla sade
insan gibi oldu, karşısındakinin seviyesine inebilen, konuşkan ve herkese karşı anlayışlı olan
Mons. Roncalli, düşüncelerini sade, kolay ve coşkulu bir şekilde iletebilme becerisine sahipti.
Gerek özel konuşmalarında, gerekse vaazlarında dinleyenlerinin dikkatini çekmeyi bilirdi.
Her fırsatı geldiğinde imandan ve iyilikseverlikten ilham almış iyi bir söz söylemeyi hiç ihmal
etmezdi. Gereksiz konuşmalar bolken Tanrı'nın sözü çok az duyuluyor derdi. Fransızca
konuştuğunda bile zevkle dinlenirdi. Dilbilgisi kuralları ve kelime hazinesi bazen zayıf
kalabilse de fikirsel planda daima bulunan seçkinlik ve derinlik biçimselliğe galebe çalardı. 16
Tam bilmediği bir dilde konuşmak zorunda kalmasının kendisine itici geldiğini birkaç kez
itiraf etmişti. Ancak bu basit küçük düşmenin de olumlu yanları olduğunu ilave ederdi.
Kurallara pek uymayan bir vaaz bazen ruhlara en iyi işleyen vaaz olabilir. Her pazar
tekrarlanan Akşam Duasında, genellikle Sionlu rahibelerden oluşan 15-20 kişinin katılımıyla
gerçekleşen dinsel pekiştirme derslerini rahiplere örnek olmak için kendisi yönetmeye önem
verirdi. Buna karşılık kendi anadilinde amacının zirvesindeydi: seçkin ve akıcı bir dil,
işlenmiş ve iyi kotarılmış cümleler, anlam bakımından daima zengin bir fikir yapısı. Özellikle
tanıdıklarına zevkle okumayı sevdiği mektuplarını yazarken tarzına itina etmekten öte bir de
ayrı bir incelik katardı. Bilhassa geceler, dinsel olsun olmasın, çok kitap okurdu.
Kuvvetli belleği onun derin tarih, Kilise Babaları öğretisi, edebiyat ve sanat bilgilerini
zenginleştirmesine yardımcı oluyordu. Tavırlarındaki sadelik güven verir ve insanların ona
yakınlaşmaları için cesaretlenmelerini sağlardı. Mons. Roncalli bu yeteneğini özellikle
pastoral faaliyetlerinde devreye sokardı. Gerektiği zaman, basit bir dinsel ayini, küçük bir
oturumu katılımıyla yüceltmeyi hiçbir zaman reddetmemiştir. Bir babanın varlığı ve
konuşması tüm çocukları şenlendirir derdi. Son yıllarına doğru, ondan talep edenlerin
birliğini takdis etmek veya özel bazı törenleri yönetmek için hiç nazlanmadı (…). 17

Çeşitli ritlere mensup kişilerden oluşan öğrencilerinin çoğunun Anadolu ve


Azerbeycan'ın kırsal kesiminden geldiği Saint-Louis'deki ruhban okulunda Mons. Roncalli,
ailesinden, yaşamış olduğu basit yaşam koşullarından, tarlalarda çalışmanın güçlüklerinden ve
özellikle de Tanrı korkusunu gelenek olarak kabul eden bir aile ortamında büyümüş olmanın
mutluluğundan söz açmayı çok severdi. Buna karşılık, gençlerin de ona kendi ailelerini,
köylerini ayrıntılarıyla anlatmalarından zevk alırdı. Bu şekilde onların babaları olur, belki de
bundan da öte hepsi kardeş olurlardı. Bu tavır diğer hocalara hep garip gelir ve onun
otoritesini sarsacağına inanırlardı. Ama Mons. Roncalli hep yürek pedagojisini tercih etti.
Amacı, genç ruhban okulu öğrencilerini gündelik hayatın tüm zorluklarına karşın, başkalarına
karşı daha özverili olabilmeleri için yüreklendirmekti. 18

16
Age., s. 124: “Bu söylevleri Fransızca okuduğumuzda, bunların doğrudan etkileyici değerlerini
yitirmeden, soyutlaşmadan teolojik ve Kutsal Kitap derinliğine ulaşmış olduğunu gördük. Üslübun
kendisi de yoğunluğu anlaşılabilirlikle birleştiriyor ve Bossuet gibi büyük konuşmacıları
çağrıştırıyor.”
17
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique cathedrale du Saint Esprit, op.cit., s. 1100-1101.
18
V.U. Righi (Mons), Papa Giovanni XXIII sulle rive del bosforo, Edizioni Messaggero, Padova,
1971, s. 19-20.

46
Odasında anne babasının resimlerini yatağının başucunda bulundururdu. Ona büyük
inancını, çalışma aşkını ve İlahi Takdir'e olan güveni aşılayan babası Giovanni Battista
Roncalli'den sık sık söz ederdi. 19

Ailesinden söz açmayı severdi, bu da onların Mons. Roncalli'nin aklından


çıkmadıklarım gösterir.

Taç giyme töreninde o vakitler sekreteri olan Mons. Capovilla'ya şöyle bir itirafta
bulunmuştu: "Sotto il Monte'deki evimizi, annemi, babamı düşünüyordum.'' 31 Mayıs 1942'de
Pangaltı Conception İmmaculée'nin Ermeni rahibeleriyle bir sohbetinde onlara küçücük bir
çocukken annesinin çamaşır yıkamaya giderken onun hep yanı başında bulunmasını istediğini
anlatmıştı. Notre-Dame de Sion'un Rahibelerine anlamlı bir öykü anlatmıştı: Bir pazar günü,
amcası Zaverio papazın din dersinde uyuyakalmış. Küçük Giovanni onu uyandırarak papazın
dersini dikkatle dinlemesi için uyarmış. Suçüstü yakalanan amca hiç duraksamadan yeğenini
susturmuş, pişkince şöyle demiş: "Ben din bilgisini bilirim ve papazın anlattığı her şeyi
biliyorum, bu yüzden uyuyabilirim. Halbuki sen bir çocuksun, bu konuları daha öğrenmedin,
öğrenmek için dikkat kesilmelisin." 20

Mons. Roncalli'nin kız kardeşleri Ancilla ve Maria 1939'da tatillerini ağabeylerinin


yanında geçirmek için yanına gelirler. Ev işlerine katılır ve rahibelere günlük işlerinde
yardımcı olurlar. Mons. Roncalli gündüzleri onları ziyaret eder ve küçük ailelerinden, küçük
köylerinden gelen taze haberleri Bergamo ağzıyla yorumlardı. Mons. Roncalli, onu hayatının
çeşitli evrelerinde izledikleri için kız kardeşlerine müteşekkirdi. Bu onun akrabalarıyla yakın
ilişkide kalmasını sağlıyordu.

Geceleri ailesine yazdığı mektupları hafif sabah kahvaltısında Don Righi'ye okumayı
severdi. 21

Hasta rahipleri, rahibeleri, hastanelerdeki fakir hastaları, Artigiana'daki elden ayaktan


düşmüşleri ve Bebek'teki yetimleri Don Righi'nin refakatinde ziyaret etmeyi alışkanlık haline
getirmişti. Papa olduktan sonra da onun iyilik mesajı dünyaya yayılmaya devam ediyordu. 22

Vasiyetini İstanbul'da ikameti sırasında kaleme almıştı ve mezarına "Obedientia et


Pax" (İtaat ve barış) kelimelerinin kazınmasını istemişti. 23

İstanbul'da halktan herhangi biri gibi tramvaya, zorunlu hallerde ise taksiye binerdi.
Bir törene davetli olduğunda çantasını kendisi hazırlardı. Görevinin gerektirdiği giysileri içine
koyarken Papa XI. Pius'un nasihatlerini aklından çıkarmazdı: "Gerekli olabilir diye. Bir dikiş
iğnesi, beyaz ve siyah iplik almayı unutmamalı." Onun bu davranışlarını gören müminler ona
hayran kalırlardı.

19
Age., s. 21.
20
Age., s. 18, 22 ve 24.
21
Age., s. 25 ve 28.
22
Age., s. 35
23
Age., s. 41

47
Görevini belli eden episkoposluk yüzüğü dışında, herhangi bir iz taşımadan sade bir
vatandaş gibi on yılını müminlerin arasında geçirdi. Evinde, yazın en sıcak günlerinde bile
daima cübbesini giyer ve roma yakası takardı. Beklenmeyen herhangi bir misafiri her an
kabul etmeye hazırdı. 24

Yılda üç dört kez kendisini Feriköy Mezarlığında, katedralin rahiplerinin, din görevlisi
ailelerin ve eski arkadaşlarının mezarlarının başında bulurdu. 25

Katedralin teşkilatını oluşturan ve onun yanında yaşayan rahipler şunlardı: Başrahip-


papaz Mons. Rocco Collaro, Şansölye Mons. Joseph Guillois, Başdiyakos Mons. Jean-
Baptiste Philippucci, Üsküdar cemaat papazları Mons. Nicolas Salahas ve Mons. Nicolas
Vuccino, şapel yöneticisi Peder Athanassios Taoussi. 26

***

Özellikle alçak gönüllü olanlar Mons. Roncalli'nin iyilik dolu yüreğini


heyecanlandırmayı becerebilirlerdi. Şubat 1937' de katedralin yaşlı kilise eşyaları bakıcısı
Jeremya Hastanesi'nde ölür. Mons. Roncalli Tanrı'nın imajını temsil eden Kilise'nin, alt
kademedekilerin emeklerine de güçlülerinki kadar değer verdiğini göstermek için sade cenaze
törenine katılır.

***

25 Temmuz 193Tde "consécrateur" episkopos sıfatıyla Naksos-Tinos Başepiskoposu


Mons. Alexandre Guidali ve Ermeni Katoliklerin Başepiskoposu Mons. Paul Kireçyan
eşliğinde, Kadıköy'ün Assomption Tarikatından Mons. Grégoire Vuccino'nin Yunanistan'daki
Syra adasının episkoposluk makamına tayini törenine katılır. 27

***

12-18 Aralık 1937 tarihlerinde Mons. Roncalli elçilikte kilise papazlarıyla birlikte
dinsel inzivaya çekilmiştir.

30 Ocak 1938'de, İstanbul Temsilciliği Aziz Yuhanna Krisostomos'un kutsal


kalıntılarının sürgün olduğu Comana Pontica'dan Constantinopolis'e naklinin 1500'üncü yılı
kutlanıyordu (438-1938). Mons. Roncalli dinin ve Romalı Papa'nı önceliğini savunup
kollayanı özel törenlerle yüceltmek istemişti. 23 Ocak Pazar günü Hamalbaşı Rum Katolik
Şapeli'nde Mons. Varouhas tarafìndan Bizans ritinde bir tören icra edildi. 27 Ocak'ta da
Ermeni Katoliklerin Sakızağacı'ndaki Azize Meryem Katedrali'nde Ermeni ritinde bir tören
gerçekleşti.

24
Age ., s. 41 ve 42.
25
Age ., s. 48
26
Age ., s. 65.
27
R. Philippucci, "Bundan yüz yıl önce Papa IX. Pius, Saint-Esprit Bazilikası'nı katedral mertebesine
çıkardı", Le Flambeau, op. cit., Mayıs 1976, no. 5, s. 11.

48
30 Ocak sabah saat 10'da ise Mons. Roncalli episkoposça yönetilen törenini Saint-
Esprit Katedrali'nde gerçekleştirdi. İncil'i Türkçe okuduktan sonra, İsa'nın meselinin
yorumunu İtalyanca yaptı. Bu dönemin törenleri 6 Şubat'ta son buldu. 28

***

2 Şubat 1938 tamimiyle Mons. Roncalli yapacağı misyonerlik ziyaretini duyuruyordu.


Bundan önce Saint-Benoît Lazaristlerinden Peder Arthur Droulez tarafından bir hazırlık
"Triduum" u okunmuştur. 6 Mart 1938'de, orucun ilk pazarı misyonerlik ziyaretleri "Liber
Pontificalis"ïn direktiflerine uygun olarak Saint-Esprit Bazilik Katedrali'nde törenle başla-
tılmış oldu. Şehirdeki çeşitli cemaatleri ziyaret ettikten sonra, Papalık Temsilcisi
Anadolu'daki Latin cemaatlerini de ziyaret eder. Ziyaretler 31 Aralık 1938'de son bulur. 29

***

19 Temmuz 1938'de Tanrı-Bayramı Efkaristiya resmi dini geçidi ilk kez Feriköy Latin
Katolik Mezarlığı'na alınmıştı. O güne dek hep Pera'da halkın arasında yapılırdı.

28
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., s. 1112-1113.
29
Age., s. 1113-1114. R. Philippucci, "Yüz yıl önce...", op. cit., s. 11.

49
Koro, Peder Athanase tarafından yönetildi. Mezarlığın iki merkezi kavşağına oturma
yerleri hazırlanmıştı. Son kutsama şapelin önünde Mons. Roncalli tarafından yapıldı. 30

***

10 Şubat 1939’da, en büyük savaşın arifesinde, bütün hayatını dünya barışına


adadıktan sonra Papa XI. Pius hayata gözlerini yumar. Papalık Temsilciliği öğlen vakti haberi
alır almaz bayrağını yarıya indirir. Mons. Roncalli aynı günün tarihini taşıyan bir yazılı
bildiriyle Papa'nın vefatını ilan ederken bu durumda yapılacaklar için alınmış olan kararları da
bildiriyordu: "Kutsal-Babamızın acı ölüm haberi yüreklerimizi yakmıştır. XI. Pius çalışma ve
başarı günlerini büyük belirsizlikler ve yükümlülüklerinin son derece ağırlaştığı bir dönemde
bitirmiştir. Onun yüksek kutsama işareti bu kadar çalkantılı olan tüm dünya için huzur ve
barış timsali olsun. İyi Katolikler olarak ödevimiz açıktır: Bir araya gelip dualarımızı
müteveffanın etrafında birleştirmeliyiz, sadece Katolik Kilisesi'ne değil tüm insanlığa uzun
ömrü boyunca hizmet eden soylu ruhu için Tanrı'dan rahmet dilemeliyiz. O, ruh gücü
üstünlüğü ve zenginliği yetisiyle mükemmel olarak donanmıştı. Bunun unutulmaz kanıtlarını
ortaya koymuştu. Bu da Kutsal-Peder'in mutlu hatırası önünde sadece Katolikler değil, tüm
İsa'ya inananların, farklı dinsel inançlara sahip olsalar bile, gerçeğin, adaletin,
iyilikseverliğin güçlü imanını taşıyanların -bu da insanlığın ilerlemesi için tüm zamanların ve
tüm halkların en değerli özelliğidir- tümünün saygı ifadesi ve içten dualarla bir araya
gelebilecekleri inancını yaratıyor (...)." 19 Şubat Pazar günü, cenaze merasimi için yoğun bir
matemi yansıtacak şekilde döşenen Saint-Esprit Katedrali'nde gerçekleşti.

Mons. Roncalli kilisenin dekorasyonu ile şahsen ilgilendi. Papa XI. Pius'un mor
örtülerle çevrelenmiş büyük boy bir portresi giriş kapısının dışına asmıştı. Cephenin iki yanın-
da hazırlanan oturma yerlerinden yarıya indirilmiş iki Papalık bayrağı dalgalanıyordu.
Kilisenin içinde, merkezi nefin ortasında tepesi papalık renkleriyle kaplı muazzam bir ka-
tafalk yükseliyordu. Beyaz papalık tacı katafalkın üzerine konmuştu. Sütunlar kırmızı
kumaşlarla kaplanmıştı, sütün başlıklarından ise mor örtüler sarkıyordu. Böylece matem
havasına kontrast olarak, Papa öldü ama Kilise yaşamaya devam ediyor iması verilmeye
çalışılmıştı sanki. Zaten Mons. Roncalli 10 Şubat tarihli bildirisinde bunu vurgulamıştı: "Sev-
gili kardeşlerim ve evlatlarım bundan sonrası için, Kilisenin kaderi için hiçbir tereddüt
yoktur. Papanın vefatından sonra, yüce yönetimin kısa bir sürede el değiştirmesi sırasında,
halkın bağırışları sade ve kendiliğinden, ruhların derinliğinden yükseliyor: Yaşasın Papa!
Sizleri kederle selamlıyor ve takdis ediyorum.’’

Merkezi nefin iki yanında kordiplomatik ve farklı dinlerin temsilcileri yer almıştı.
Koro, rahip Athanase'ın yönetiminde Palestrina'nın 6 sesli ayinini büyük bir ustalıkla icra etti.

30
A. Droulez, Mes souvenirs de l'episcopat de Mons. Roncalli, op. cit., s. 16; Saint-Benoît arşivleri,
İstanbul.

50
Büyük ayinden sonra Mons. Roncalli matem duasını şahsi hatıralarıyla süsleyerek
Fransızca olarak sundu: "Don Achille Ratti'yi (XI. Pius) 13 yıldır izliyordum. Onu tanımayı ve
sevmeyi 1909'da Milano'da Ambrozio kütüphanesinde öğrenmiştim. (...) 2 Şubat 1922
Perşembe akşamı kardinal Ratti'yi seçim odasına kapanacağı sırada selamladım, Kilise'ye
barış getirecek ve misyonları için her şeyini verecek bir lider seçilmesinde katkıları olmasını
diledim. Bana gülümseyerek, 'Seçimin başka bir şekilde sonuçlanabileceğini düşünebiliyor
musunuz,' sözleriyle cevap verdi. Tayininden birkaç saat sonra, sabahın yedisinde papalık
konutundan ilk defa çıktığını görmüştüm. Benim son dileğimi çok iyi hatırlayarak bana:
Olanları gördünüz mü? Artık ruhsal sorumlulukların ağırlığı altında titremeyi gerektirecek
çok şey var. (...) Seçilmesinden sonra ilk sorun ortaya çıktığında:
Halkı Saint-Pierre'in büyük dış balkonundan selamlamak uygun olur muydu? Yoksa
haleflerinin usullerini mi devam ettirmek gerekirdi? Bir an düşündükten sonra, ne yapacağını
kararlılıkla açıkladı: Pius adını alıyorum, barışın adı; büyük dış balkondan şehri, İtalya'yı,
tüm dünyayı takdis edeceğim. Böyle bir tavır bir adamın karakterini ortaya çıkarmaya yeter.
XI. Pius'un Papalığı bu ilk takdisten itibaren tastamamdı. (...) Eylül ayında beni son
kez kabul ettiğinde, birçok şeyin arasında bana şunu söyledi: Kilise'nin kaderi için
Monsenyör, korkmuyorum, korkmuyorum: Tanrı vaatlerine sadıktır.’’

Cenaze merasimi beş ayrı usul ve dilde yapıldı: Melkit Patrik Vekili Etienne Chami
tarafından Arapça, Arhimandrit İvan Nikolov tarafından Rusça, Mons. Varouhas tarafından
Yunanca, Mons. Kireçyan tarafından Ermenice ve nihayet Mons. Roncalli tarafından Latince
okundu. Böylece merasime ökümenik bir karakter verilmiş oluyordu. "Değişik dilleri, ritleri
ve usulleriyle tüm Katolik Kilisesi Tek Liderinin ruhunun huzura kavuşması için dualarla tek
vücut olmuştu.’’ 31

***

Mons. Roncalli Kutsal-Peder'e bu kadirşinaslığı yaptığı sırada kendi annesi Mariana


Mazzola'yı 20 Şubat 1939'da sonsuza dek kaybettiğini ve muhabbetinden mahrum kalacağını
bilmiyordu.

XI. Pius'un vefatı Mons. Roncalli'nin seyahat etmesini engellemişti. 22 Şubat tarihli
mektubunda ailesine annesi hakkında şöyle yazmıştı: Gece olsun gündüz olsun, dua ederken,
konuşurken, düşünürken, kısa gece uykularımda, her daim ruhum onunla doluydu. Ve kendi
kendime şöyle diyordum: Benden uzakta ıstırap çekiyor, ben de buralarda onu düşünerek
ıstırap çekiyorum; ama bizim fedakarlığımız karşılıksız değil, Tanrı için değerlidir ve herkes
için iyilik kaynağı, olacaktır. Ancilla'nın (kız kardeşi) ise bana onun beni görmek için can
attığını, ama bu benim için olanaksızsa göklerde buluşacağımızı yazması (bu kelimeler) beni
rahatlatmıştı ve hala da rahatlatıyor. Ah! eğer onun, sevgili annemizin bize vermiş olduğu
öğretilere sadık kalırsak Cennette buluşacağımız kesindir. Onun en göze çarpıcı erdemleri
sadeliği ve iyiliğiydi (…). 32

31
XI. Pius'un ruhu için yapılan dini tören konusunun ayrıntılarının büyük bölümü V. Del Giorno,
Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., s. 1118-1127; L. Algesi, Giovanni
XXIII, op. cit., s. 124-126'dan alınmıştır.
32
A. Melloni, İl Giornale dell'Anima, diari e scritti spirituali, İstituto per le Scienze Religiose,
Bologna, 1987, s. 537, nota 6 (familiari, I 459-460).

51
"Sevgili annesinin ölümünün otuzuncu günü 21 Mart 1939'da Peder Montico'ya
yazdığı mektubunda, matemini paylaştıkları için tüm Saint-Antoine cemaatine şükranlarını
sunuyordu. Rahmetlinin vefatının yedinci günü, 28 Şubat'ta gerçekleştirilen töreni
unutmadığım da ayrıca belirtiyordu. 33

***

Mons. Roncalli 2 Mart 1939 tarihli sirküleriyle yeni Papa XII. Pius'un seçildiğini
duyuruyordu:

Habemus Papam! Bir Papamız oldu. Bekleme süresi kısa oldu. Gençliğini
tazeleyebilmek için Kilise'ye birkaç saat yetmişti. Aziz Petrus'un makamındaki süreklilik
büyük bir şatafat ve küçük bir değişiklikle gerçekleşmiştir. Yaşamını Kutsal Makamın
hizmetine sunan ve son dokuz yılda merhum Papa' nın en samimi çalışma arkadaşı olan
kardinal Pacelli havarilerin mirasını topluyor ve kutsanmış adı devam ettiriyordu. (...) O (XII.
Pius) doğal olarak ait olduğu Hıristiyan sürüsünden öte, anlayışı, saygıyı ve sevgiyi hak etmiş
Tanrı'nın çocuklarından başka bir şey görmez. İlahi Takdir'in yeni Papa'ya teslim ettiği
gerçek, düzen ve barış görevlerinin, ruhların kutsanması ve selameti için; insanlığın gerçek
kalkınma ve refahı yolunda değerli katkılarını ortaya koyabilmesi için şükranlarımız ve
dualarımızla kiliselerde toplaşalım.’’ 34
Büyük bir şükran ilahisi olan "Te Deum" 12 Mart tarihinde XII. Pius'un Papalık
makamına çıkması vesilesiyle Saint-Esprit Bazilik Katedrali'nde icra edildi.

***

Papa XI. Pius'un vefatı ve XII. Pius'un seçilmesi iki kardeş Kilise'nin ilişkilerinde bir
dönüm noktası oluşturdu. Mons. Roncalli bunun ustalığını yapmıştır: « XI. Pius'un vefatıyla,
temsilcisinin davetine uyarak Patrik Saint-Esprit Katedrali'nde icra edilen Papalık töreninde
kendisini temsil ettirir. Diğer bir Ortodoks temsilci XII. Pius'un seçilmesi onuruna düzenlenen
'Te Deum' (Tanrıya şükran ve hamd etme) töreninde, şeref bölümünde yer almıştı. Bundan
sonra Mons. Roncalli doğrudan harekete geçerek 27 Mayıs 1939'da Fener'e gider. Yanında
Heliopolis ve Laodikya metropolitleri bulunan Patrik Benyamin tarafından şerefle karşılanır
ve Patriğin şahsına, Katolik Kilisesi'nin matemine ve peşinden de şenliğine katılmış olduğu
için şükranlarını sunar. Bu görüşme şüphe yok ki, yüzyıllardan beri yapılan ilk görüşmeydi.
İki Kilise arasındaki gerginliği bilenler için bu olayı önemsiz bir olaymış gibi göstermeye
çalışan basının bütün çabalarına rağmen olağanüstü bir anlamı vardı. -İki Kilise arasında
sadece basit bir nezaket ilişkisi söz konusu- İstanbul'da çıkan Rum Ortodoks gazetesi böyle
yazıyordu. Ne var ki, Vatikan Temsilcisi bu jestle ve yaptığı temaslarla birlik yolunu açmış
olduğuna inanıyordu. En büyük engellerin gönül yoluyla yıkılabileceğini düşünmekle
yanılmıyordu ». 35

33
Saint-Antoine arşivinden. Mons. Roncalli'nin 21 Mart 1939'da Peder Giorgio Montico'ya yazdığı
mektup.
34
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., s. 1129-1131;
(Notizie storiche, cilt II, s. 424-426).
35
L. Algesi, Jean XXIII, op. cit., s. 168-169

52
9 Temmuz 1939'da Petites Sœurs de Pauvres (Fakirlerin Küçük Rahibeleri)
Tarikatı'nın kuruluşunun birinci yüzyıl kutlamaları yapıldı, Mons. Roncalli bu bayramın,
rahibelerin milliyet ve din farkı gözetmeksizin yaptıkları iyiliklerin yansıması olarak halkla
beraber kutlanmasını istemiştir. Katedralde episkoposça yönetilen ayin sırasında verdiği
vaazda, Mons. Roncalli bu kıymetli eseri yüceltirken "Fakirlerin büyük Küçük Rahibeleri"
olarak adlandırmaktan hoşlandığı kişileri cesaret verici sözcüklerle övmüştür.

1939'da 12-18 Kasım tarihleri arasında Mons. Roncalli, Ayazpaşa'daki Cizvit


Tarikatı'nda dinsel inzivaya katılmıştır.

Mons. Roncalli 10 Kasım 1939'da Filles de Charité Tarikatı'nın İstanbul'a gelişinin


100. yıl kutlamaları vesilesiyle Saint Benoît Kilisesinde bir vaaz vermiştir. Onun her zamanki
gibi iyi hazırlanmış ve bilgi dolu vaazını örnek olarak aktarıyoruz. Kutsal Kitabın
açıklamalarında, Mons. Roncalli ahlaki ve dinsel düşüncelere (sonuçlara) varıyor. Bu
yıldönümü vaazı içinde tarihsel bilgilerin çokluğu ve belirginliği dikkat çekiyordu. Bu vaazın
seçiminin ne kadar yerinde olduğu Filles de Charité Rahibelerinden biri olan Caterina
Capitani'nin, XXIII. Jean'ın şefaati sayesinde mucizevi bir şekilde iyileşen ilk kişi olmasıyla
da doğrulanıyor.

"İsrail oğulları yetmiş hurma ağacının ve on iki pınarın bulunduğu Elim'e geldiler ve
suların yakınlarına kamp kurdular." (Çık 15, 27)

Saygıdeğer kardeşlerim,
Oğullarım, kızlarım ve sevdiklerim,
Episkoposun hayatında dışa yönelik yoğun faaliyetlerle dolu saatler ve huzur verici
suskun saatler vardır. Suskun saatlerim sırasında çoğu zaman işin özüne varmayı ve Doğu'
nun her zaman merkezi olan bu kentte her türlü zorluğa rağmen yaşamaya ve gelişmeye
devam eden, İsa'nın sürüsünün seçilmiş bu bölümünü hala besleyen bu kadar iyiliğin kay-
naklarını tekrar tekrar aramayı severim.
Ve Mısır'dan çıkarak vadedilmiş Topraklara yönelen İsrail Oğulları gibi, benim
başıma da kaynakları bol, havası taze ve temiz olan, gözü ve kalbi yeniden yaratan çok
sayıdaki hurma ağacından yiyecek sağlayan ve suların aynasından faydalanılan Elim
bölgesinde durmak gelir. Vincent de Paul'ün seçtiği, benim iyi Aziz Sœurs de Charité
Rahibeleri'nin; bugün sizin pınarınızın yanında olmaktan çok mutluyum.
Son yüzyıl boyunca Doğuda Katolik Kilisesi'nin şanı olarak kalan ve devam eden
sosyal ve dinsel dayanışmanın eserlerini ve bu muazzam eğitim organizasyonunun ilk
eğitimcisi ve hakiki yaratıcısı saygıdeğer selefim Mons. Julien Hillereau'yu heyecanla
anıyorum.
Genç kızların eğitimine kendilerini adayan rahibelerin buraya gelmesine olanak
sağlayan özel yardımı elde etmek için Lyon'daki İman Yayma Kurumu Müdürlüğü'ne 1836
yılındaki coşkulu başvurusu hala gözlerimin önündedir. Ruhani Reis'in yazdığına göre
buradaki genç kızların öğretmenleri olarak sadece anneleri veya evlere çağrılan özel kadın
öğretmenleri var ve buna ulaşan az sayıda kişi varken diğerleri bundan
faydalanamamaktadır. Bunun zorunlu sonucu olarak orta gelirlilerde eğitimin ihmal
edilmekte olduğu görülmektedir.
Rahibeler tarafından işletilen bir kız yatılı okulu, yalnız Katolikler için bir iyilik
olmayıp, daha çok tutucu aileler için yararlı olacaktır. Bu aileler ki, kızları için özenli (yani
dürüst) bir eğitimin verilmesini isterler.

53
Görünüşe göre bu kurum diğerlerine göre daha elverişli, yeter ki talep edilen ve
yerine getirilen yardımlar, episkoposa, bu işlerin gerçekleştirilmesini çabuklaştırma olanağı
sağlasın -üç yıl sonra ruhani liderin bu dileği gerçekleşmiştir.
İlahi Takdir, havari ruhlu bir adamı kendi yolunu izlemesi için yollamıştır. Lazarist
rahiplerin denetleyicisi olan M. Florent Leleu, 8 Ekim 1939'da Meryem Ana'nın Günahsız
Doğumu Bayramı'nda kentimize ilk rahibeleri getiriyordu. Bu rahibeler ki yüzyıllar boyunca
Tanrı ve İncil sevgisine adanmış bakireliklerini birçok kişiye ulaşması için yeni kıyılara
taşıyacaklardır. Bu gerçekten Orta Doğu'daki bu misyonun tamamını, bereketli suları ile
sulayacak olan yeni bir kaynağın fışkırması gibi olmuştur.
Onlardan sonra başka rahibeler, başka dinsel topluluklar, tarikatlar onları izleyecek
ve her biri kendine özgü düşünceleriyle övüneceklerdir, ama sınama saati geldiğinde Sœurs
de Charité Rahibeleri en sadık olan, ülkeye ilk gelme şerefine ermiş ve sayıca en fazla
çoğalmış rahibeler olacaklardır; bu geniş harekete en fazla gönül veren genç kızların,
Hıristiyanlık eğitimi için martılar gibi hep beraber, herkesten önce koşmaları -bence-
Ortadoğu'daki aileler için en büyük takdis olmuştur, çünkü bir ailede zevce ve anneler bir kez
iyi eğitilirlerse bu ailenin diğer fertleri için eğitim garantilenmiş olur.
Hıristiyanlık sevgisinin birinci öğretisi, tabi ki genç kızların ruhlarının yetiştirilirken
iyiliğin ve hakikatin doğru ilkelerine göre eğitilmeleri olacaktır, fakat bunun yanında da ne
fedakarca kendini vermeler. Benim sevgili rahibelerim sizin programınızda 14 tane hayır işi
yok mu? Sizler insani sefilliklere karşı ışık, yumuşaklık, teselli getiren Rab'bin melekleri
olarak tüm dünyada tanınmadınız mı?
Suyun aynasına bakmak ve orada Aziz Vincent ve kurucunuz azize Louise Marillac'ın
İncil'in bilgeliğini, sadeliğini, sevgisini, bağışlayıcılığını yansıtan düşüncelerini canlı, çok
canlı olarak keşfetmek ne güzel! Fakat daha ilginci de vücutlara ve ruhlara, aziz Kilise'nin
hizmetine açık bu çeşmenin görüntüsü olan bu kuruluşların muhteşem renkliliğidir. Bu kuru-
luşlar ki Saint Benoit ile başlayan ilkokulun yanında meydana çıkarak bu kentte ve çevresinde
çoğalarak ve sadece burada, Türkiye'de ve İzmir'de değil, aynı zamanda Yunanistan'ın
adalarında ve Makedonya'da bütün ırkların yararına tek ve aynı dil olan her zaman uzdilli ve
sonuca giden sevgi diliyle hizmet etmişlerdir.
İsrailoğulları Elim'deki yalnız on iki pınarı, değil, aynı zamanda yetmiş hurma ağacını
da bulmuşlardı. Ah! Bu görkemli ve güzel hurma ağaçları koruyuculuğu, huzuru ve hoş
serinliği sağlayan, besleyici zengin meyveleri içeren dallarını yüzyıl içinde rüzgarla en
yükseklere taşıdılar.
Değişik ihtiyaçlara ve onları meydana getiren Tanrı lütfunun, yargılarının
uygunluğuna ve zamana göre değişen sırayla bunları bir bir saymama izin verir misiniz? İşte
en birincisi:
Tam Aralık 1939 yılında faaliyete geçen bu İnayet Evi eskiden olduğu kadar şimdi de
Sara'nın gerçek çadırı İstanbul'daki Filles de Charité Tarikatı'nın beşiği ve sığınağıdır. İşte
eski Taksim Hastanesi. Rahibeler burada 1846 yılında görülüyorlar ve çalışmalarını 1853
yılma kadar sürdürüyorlar. İşte 1853'te, aynı yılda Bebek'teki Saint Joseph Evi, 1859' da La
Paix, 1865'te vebalılar için hastane, 1869'da Çukurbostan'da yine St. Joseph Evi, 1872'de
L'Artigiana, 1881'de Geremia Hastanesi, 1882'de Saint-Georges vakıfları, 1883'te Üs-
küdar'daki Ev ve İstanbul'daki dispanseri de unutmayalım.
Kuruluşların hepsi yüzyılın ilk yarısında gerçekleşmiştir, yüzyılın ikinci yarısı ise bu
kuruluşların yayılma dönemidir.
Son zamanlarda bu şahane palmiyelerin başından bir fırtına geçmiş, bazılarının
dalları kırılmış, bazılarının kökleri sökülmüştür. Ormanın doğal olayları. Ama pınarın
çevresindeki asil hurmalığın olağanüstü tacı hala varlığını sürdürmektedir.

54
Yıldırım isabet etmiş bir ya da iki ağaç yerlerini daha genç ve güçlü ağaçlara
bırakmışlar. Çukurbostan kapanmış, Bebek küçülmüş, ama Pastör Hastanesi kuruluşu bir o
kadar, gelişmiş Sainte-Pulcherie kuruluşu bir o kadar havarisel ve uzun ömürlü olarak
yerlerini almışlardır.

Bizim büyük teoloji doktoru ve koruyucumuz Aziz Yuhanna Kristomos, sevgiyi birçok
kez yazılarında överek işlemiştir. Bunları insan heyecan duymadan okuyamaz. Bu, bütün
eserleri içinde tekrarlanmış genişletilmiş ve bütün eserlerine yayılmıştır.
Sevgi bütün iyiliklerin kaynağı, kökü ve anasıdır; kusursuz felsefenin temelini
oluşturur, sevgi bilim olmadan da yararlıdır, oysa sevgisiz bilim yararsızdır; sevgi din şehidi
olmadan da değerlidir, oysa sevgisiz din şehitliği değersizdir. Aziz Paulus’a göre sevgi bütün
karizmalara tercih edilir; sevgi kişinin İsa’nın müridi olduğunu, havarilerin gerçek yüzünü
veya havariliğe gerçekten atandığını gösteren işarettir.

Bu ermişin bu hatırlatmalarına, Aziz Vincent de Paul’ün ailesini oluşturan ruhani


kardeş ve kız kardeşler olarak ey Misyonun saygıdeğer beyleri, yaptığınız ey benim çok
sevgili Filles de Charité Tarikatı Rahibeleri, yaptığınız sevaplara layık olmayan sözlerle siz
övmek istediğim için gerek duydum. Size ruhaniler ve halk adına, böylesine bir törende kutsal
Kilise adına, burada Tanrı’nın huzurunda tanımış olduğunuz tükenmez sevginin ve kutsal
öğretinin tüm zenginliklerini dünyanın tanımasını sağladığınızı; bugün burada, İstanbul’da
özellikle de bütün Ortadoğu’da zahmetli çalışmalarla yaymayı bildiğinizi ima ediyorum.(…)

Ayinin en kutsal anında kutsanmış kasenin içine, sizi İstanbul'a ilk getiren Visiteur'ün
yani Louis-Florent Leleu adını, Charité Tarikatı kurucusu rahibe Françoise-Marie Le Sueur
adını yerleştirin. Bu ikisi de Saint-Benoit Kilisesi gölgesinde ebedi istirahatgahlarında
yatmaktadırlar. Ve onlardan sonra, Doğu'daki Katolik Kilisesi'nin parlak başarısına, sevginin
büyük zaferine, yıllardır değişik şekillerde cömert, kalplerini, kurtarıcı ellerini veren, -yüz yıl
içindeki sayıları hayli fazla- ve aramızdan ayrılmış olan bütün rahibeleri ve misyonun
rahiplerinin anılarını hararetle yad ediyorum.

Yüzyıl anma töreni sadece iyilik yaparak geçen zamanı hayranlıkla takdir ederek
ödüllendirmek değil; ama aynı yolda yeni bir yüreklendirmeyle aşama kaydetmektir. İsrail
Oğulları Elim'de çadırlarını kaldırdılar ve yollarına devam ettiler. Çok kötü günler
geçirmekteyiz, belki bu daha da kötüleşecektir. Belki de çöl, yalnızlık, açlık bizi bekliyor.
Fakat sevgili Filles de Charité Rahibeleri, size rehberlik edene sızlanmak istediğinizi
sanmıyorum... " Benim de şahit olduğum çok zor şartlarda asil cesaretinizin kanıtlarını daha
önce de gösterdiniz.
Tanrı'nın zavallı kırlangıçları, ak kanatlarınız olmadan uçmaya kalkıştınız. (Bütün
fedakarlıklara hazır olarak) sizi burada kalmaya davet eden Kutsal-Peder'in sözlerine daha
da sadık kalmak için çalışma sahanızda kalmayı tercih ettiğiniz zaman, gelecek için
cesaretinizi kaybetmeyin. Bizi bekleyen mucize zamanıdır. Cömert bir ruhla önden
yürümeliyiz, Doğu'daki tarihimizin yeni yüzyılı ilkinden daha verimli ve mutlu olacaktır.
Gerçek sevginin doğasında olan, zamanla zayıflaması değil, olaylar karşısındaki zorluklarla
ışığının zayıflaması değil, ama canlılığını ve gücünü sonsuza dek muhafaza etmesidir. Bu
benim en ateşli dileğimdir. Bunu günlük gibi mihrabın üzerine bırakıyorum ki, sevginin kızgın
ateşli fırını olan İsa onu kabul etsin ve eritip yok etsin. Bunu iki Saint Vincent kuruluşunun
özel koruyucusu ve çok müşfik annesi Lekesiz Meryem'e sunuyorum ki, kudretli şefaati ile
bunu kuvvetlendirsin.

55
Yeni Papa XII. Pius da bu yüzyıl kutlamalarına katılmak için davet edilmiştir, ama
bütün rahibeler ve Denetçi Başrahibe'ye gönderdiği dualarıyla, takdisleriyle aramızda hazır
bulunuyor. Demek ki, cesaretlenmek ve sevinç duymak için hiçbir eksiğimiz bulunmuyor.

Ve geriye kalan için: A periculis cunctis libera nos semper Virgo gloriosa et
benedicta. (Ey şanlı ve kutsanmış Bakire bizleri her zaman tehlikelerden koru. Amin). 36

Mons. Roncalli, şimdi Cumhurbaşkanlığı konutu olan Tarabya'daki Notre Dame de


Sion Rahibelerinin mekanında 25 Kasım - 1 Aralık 1940 tarihleri arasında dinsel inzivaya
çekilmiştir.

25 Kasım 1941'de 60 yaşlarında iken bir arkadaşına gönderdiği resmin üzerine şunları
yazmıştır: "İşte Mons. Roncalli 60 yaşında; bu insanın en güzel yaşı: Sağlıklı iken en olgun
kararların alındığı güvenli iyimserlikle, yumuşak başlılıkla ve daha açık görüşle alınan
kararların yaşı."

Mons. Roncalli için bu yıldönümü hayatının bir son dönemecine damgasını vuruyordu,
yapabileceklerinin en son aşamasını derinliğine düşünmek için Tarabya'daki Dame de Sion
Rahibelerinin yanında inzivaya çekildi. "Altmışıncı yıldönümümü izleyen günlerimi kutsamak
için Romanya'dan gelen fakir rahibelerin din adamı olarak bir hafta Tarabya'da kaldım.
Dinsel meditasyon yaptım ve Miserere'nin (Kiliselerde makamla okunan Davut Peygamber'in
50. Mezmuru) günde dört ayetini en sıkı yalnızlık ve sessizlik ortamı içinde derin derin
düşündüm. İhtiyarlığa yani yaşamımın son evresine bu şekilde girmek istedim. Gürültüsüzce
çökme zamanı. Tanrı zavallı yaşamımın hiç olmazsa son zamanlarını din ve erdem konusunda
yapıcı olmasını ve örnek teşkil etmesini sağlasın.''

Onun nezdinde çok değerli olan simaların büyük bir çoğunluğunun teker teker eksilişi,
onda, bu ihtiyarlık duygusunu arttırıyordu. Her şeye rağmen Mons. Roncalli gelecekteki
buluşma umuduyla teselli buluyordu: "Allaha şükür ki, geriye dönmektense ileriye bakmayı
yeğlerim. Hatta insanlara ve eşyalara ait en değerli anılarım, bende, bizi bekleyen son
buluşmayı hatırlatmak için yaşarlar.
Hayat biraz da, deniz üzerinde yapılan büyük bir yolculuğa benzer, sevdiklerinizi terk
ettiğiniz zaman ağlayarak veda edersiniz. Fakat işte, varışta onlar orada, rıhtımda bizi
bekliyorlardır, gelmişlerdir bile.’’ 37

36
Annales de la Congrégation de la Mission (Lazaristes) et de la Compagnie des Filles de la Charité,
Paris, 1940, cilt 105, yıl 1940, s. 407-411.
37
L. Algesi, Jean XXIII, op. cit., s. 154-155. (Mons. Roncalli'nin altmışıncı yaşı münasebetiyle
yapılan üç alıntı.)

56
Altmış yılını doldurduğunda Mons. Roncalli şahsen büyük bir para almıştır. 38 Öyle
görülüyor ki, Alman Büyükelçisi Von Pappen'in bu işte büyük rolü vardır. 39 Bu paranın bü-
yük bir kısmı, son çalışmaları 1886'da Mons. Rotelli döneminde yapılmış olan Papalık
Temsilciliğinin restorasyonuna ayrılmıştır. Bu restorasyon Mons. Roncalli tararından büyük
bir zevkle yerine getirilmiştir.
Bu, Roncalli'nin Papalık Temsilcisi olarak ikametinin anısına konan bir hatıra
plaketinde belirtilmiştir. Bu levhanın açılış töreninde; İstanbul kenti 1960' da sıkıyönetimle
idare ediliyordu. Ve tüm toplantılar özel dahi olsalar yasaklanmıştı. Mons. Lardone İstanbul
Valisi General Refik Tolga'dan izin almak istedi. Mons. Roncalli'yi çok iyi tanıyan vali,
yalnız izin vermekle yetinmeyip kendisi de bizzat bu yazılı levhanın açılışına katıldı. Tören
günü general Tolga konuşmasını sembolik yanı ağır basan şu cümlelerle noktalamıştır:
"Tarihteki ilk Türk Papası, Papa Roncalli' dir." 40 Bu, Türk otoriteler tarafından Mons.
Roncalli'ye verilen değerin en büyük göstergelerinden biri ve aynı zamanda bu iyi din
adamının ülkenin tüm sosyal sınıfları üzerindeki kuvvetli etkilerinin, büyük ününün de bir
göstergesidir.

Biz bu hatıra levhanın içeriğini yeniden yayınlıyoruz:

QUI IOANNIS XXIII VENERABILI NOMINE NUNC CATOLICAE


ECCLESIAE GUBERNACULA TENET ANGELUS IOSEPHUS RONCALLI DECEM
ANNORAM SPATIO AB INITO A. MCMXXXV AD EXITUM A. MCMXLIV IN
TURCARUM NATIONE APOSTOLICUS DELEGATUS HAS SUI DOMICILII
AEDES QUAS
SUO PRAECIPUO SUMPTU IN ORDATIOREM FORMAM RESTITUIT
PRAECLARAE VIRTUTIS DECORAVIT EXEMPLIS PIUS PRUDENS SUAVIS
APUD SACRUM CLERUM ET LAICORUM ARDINEM DICTIS FACTISQUE
RELIGIONNIS SANCTISSIMAE FLAMMAM ALUIT PETRI HONOREM
SERVAVIT ADAUXIT UT POSTERIS TANTA LAPIS A. MCMLX. 41

13 Mayıs 1942'de, Saint-Esprit Katedralinde Mons. Roncalli, Papa XII. Pius'un iki
yıldönümünü birlikte kutluyordu; episkoposluğunun 25. yılını ve Papalık makamına çıkışını.
Bir önceki gün Vatikan Radyosu Papa'nın barış mesajım yayınlamıştı.

38
Giovanni XXIII, Il Giornale dell'Anima, op. cit., s. 283. "Bu yıl İlahi Takdir elime büyük bir miktar
para geçmesini sağladı. Bu paranın bir kısmını fakirlere dağıttım, bir kısmını kendi ihtiyacıma
harcadım ve ailemden paraya muhtaç olanlara verdim. Önemli bir kısmını da Temsilcilik binasının
restorasyonuna ve Saint-Esprit Katedrali'nideki papazlarımın bazı odalarının tamiri için kullandım."
Tarabya'daki Notre Dame de Sion Rahibelerinin yanında 1940 yılının 25 Kasım'ından 1 Aralık'ına
kadar çekildiği inzivada aldığı notlar.
39
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., s. 1133
40
Romana Beatificationis et Canonizationis servi dei Johannis XXIII Papae, (25. XI. 1881- 3. VI.
1963), Romae MCMLXVII, s. 29.
41
Türkçe çevirisi: Bu yazılı mermerden levha, şu anda Katolik Kilisesinin saygın XXIII. Jean adıyla
yöneten, 1935’in başından 1944’ün sonuna kadar on yıl boyunca Vatikan’ın Türkiye temsilciliğini
yapan, kendi imkanlarıyla restore ettirdiği bu konutta kalan, özellikle cana yakın, ihtiyatlı ve dindarca
davranışlarıyla örnek teşkil eden, sözleri ve girişimleriyle laikler ve papazlar arasında çok kutsal din
ateşini teşvik eden, şimdi de varlığıyla Papalık makamının saygınlığını arttırmakta olan Ange Joseph
Rocalli’nin çok saygın anısına 1960 yılında buraya konuldu.

57
Katedralin günlüğünü tutan Mons. Del Giorno'nun anlattığına göre, Papa XII. Pius'un
portresinin bulunduğu Casa d'İtalia'nın büyük salonunda, İtalyan lisesi Palazzo Venezia'nın
müdürü Mösyö Ferraris, İtalya ve Vatikan arasındaki uyum sayesinde yapılan iyiliklerin altını
çizerek Papa hakkında bir konuşma yapmıştır. Bu törende Mons. Roncalli, Doğu episko-
posları, din adamları ve bütün İtalyan kolonisi hazır bulundular. Peder Montico, San
Antoine'ın başrahibinin yönetimindeki güzel koro, piyanoda M. Carlo D'Alpino eşliğinde di-
ğer ilahiler arasında Tu es Petrus ve Oremus Pro Pontífice ilahilerini seslendirdiler. Latin
Katolik cemaati seri kutlamalarla bu iki yıl dönümünün önemini vurguluyordu.
16 Mayıs'ta Fransız Elçiliğinin bahçesindeki Saint-Louis Kilisesinde Mons. Roncalli
yönetiminde bir tören yapıldı. Saint-Benoit Lazaristlerinden Peder Jean Bertrand, XII. Pius
hakkında kısa bir vaaz verdi.

Almanlar ve Avusturyalılar Saint-Georges'da bir tören düzenlediler. İspanyollar olayı


Terre Sainte şapelinde, Peder Salvadore Fernandez yönetiminde Te Deum şükran ilahisi ile
andılar.

14 Mayıs'tan 16 Mayıs'a kadar, Saint-Antoine Kilisesinde daha merkezi konumundan


ötürü dünya barışı ve Papa için üç gün süren triduum dualar yapıldı. Bu üç günün her birinde
farklı dilde dualar okundu. Dualar ilk gün Mons. Roncalli tarafından İtalyanca, ikinci gün
Mons. Varouhas tarafından Rumca, üçüncü gün Ermeni din adamlarından Papaz Gomidas
Çarkçıyan tarafından Türkçe olarak icra edildi.

58
Bu muhteşem dini törenlerin kapanışı 17 Mayıs'ta Saint-Esprit Katedralinde episkopos
yönetimindeki ayin kutlamasıyla yapıldı. İtalyanca verdiği vaazında Mons. Roncalli, Papa
XII. Pius'un büyüklüğünü ve ona olan saygısını ortaya koydu. 42

Temsilcilikte 1935'te ve 1937'de olduğu gibi, 25-31 Ekim 1942'de dinsel inzivaya
çekilindi. Bu, Mons. Roncalli'nin İstanbul'da çekilmiş olduğu son dinsel inzivaydı, çünkü
1944 yılı için öngörülen dinsel inzivası Roncalli'nin Paris'e atanmasıyla iptal edildi.

Meryem Ana'nın Portekiz'de Fatima 43 denilen yerde görünmesinin 25. yıldönümü tüm
dünyada insan neslinin "Meryem'in Lekesiz Kalbine" adanmasıyla anılmıştır. Bu vesileyle kar
ve soğuğa rağmen 10 Ocak 1943'te Saint-Esprit Katedrali'nde dini tören yapıldı. Mons.
Roncalli 16.30'daki törende tespih duasından sonra söz alarak törene katılanları barış için dua
etmeye davet etti. Kutsallaştırma duasını kendisi okudu. 44

Türkiye'deki ikametinin son günlerine doğru, 1944'ün 28 Mayıs'ında Pentekost


vaazında, Mons. Roncalli, diğer dinlerden kendilerini ayıran farklılıkları aşmak için
müminleri yüreklendirirken "evrensel kardeşliği'' ilan etmeye gelen Mesih İsa'nın öğretisini
izliyordu:

"(...) Biz, İstanbul'daki Latin Katolikler ve diğer Ermeni, Rum, Keldani, Süryani vb.
Katolikler çok geniş bir dünya üzerinde ancak yüzeysel ilişkiler içinde olan çok küçük bir a-
zınlığız. Bizler, bizlerle aynı inanca sahip olmayan diğer dinlerden inanan ya da inanmayan
Ortodoks, Protestan, Yahudi, Müslüman kardeşlerimizden farklı olmayı seviyoruz. Her
birimizin kendi kendisiyle, ulusal ve ailevi gelenekleriyle meşgul olması, kendi özel sosyal
ortamıyla sınırlı bir çevreye kapanması bize mantıklı geliyor. Aynen eski bronz çağındaki
insanlar gibi, o devirdeki insanlar surlarda ya da kalelerin burçlarında yaşarlardı, her ev
içine girilemez kaleler gibiydi. Sevgili kardeşlerim, size söylemeliyim ki, İncil'in ışığı altında
ve Katolik ilkelerine göre bu mantık yanlıştır.

İsa bu engelleri yenmek için gelmiştir, dünya kardeşliğini ilan etmek için ölmüştür;
öğretisinin ana noktası sevgidir, bütün insanları birleştiren sevgidir, o kardeşlerimizin en
önde gelenidir ve Babamızla bizi birleştirendir (...). " 45

İyi niyetli insanları birbirinden ayıran engelleri yıkma çağrısı, Ekim 1931'de Balkan
Konferansı sırasında Mustafa Kemal Atatürk'ün Fransızca sunduğu deklarasyon doğrultu-
sunda bir çağrıydı:

42
XII. Pius'un episkopos oluşunun 25. yıldönümü törenleri ile ilgili ayrıntılar, V. Del Giorno,
Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, op. cit., s. 1150-1152.
43
Ç.n. Fatima'nin üçüncü sırrını açıklayan Lucia'nın mektubu 1960'da Papa XXIII. Jean'ın
yazıhanesinde kapalı kapıların ardında açıldı. XXIII. Jean, "Sırrı açıklayamayız. Aksi halde panik
olur," diyordu. Bilindiği gibi Vatikan bu sırrı açıkladı.
44
R. Philipppucci, “ Yüzyıl önce …”, Le Flambeau, op. cit., Mayıs 1976, no. 5 s. 13.
45
A. Melloni, La predicazione a Istanbul, Omelie, discorsi e note pastorali (1935-1944), Leo S.
Olschki, Firenze, 1993, s. 367-368.

59
"İnsanları mutlu kılabilmenin tek yolu onları güçlü bir şekilde birbirlerine
yakınlaştırmaktır… " 46

Mons. Roncalli'nin Paris Büyükelçiliğine atandığı haberi 8 Aralık 1944'te resmen


öğrenildi. İstanbul'daki ikametinin 10. yıldönümü nedeniyle Sainte-Marie Kilisesinde
düzenlenen şölene Papalık Temsilcisi olarak katılıyordu.

Aynı gün, Saint-Esprit Kilisesi din adamları, sofralarında katedralin vakfedilme


yıldönümü nedeniyle, son bir defa Mons. Roncalli'ye olan bağlılıklarını ve saygılarını sunma
olanağı buldular. Ayrılacağı gün, yani 23 Aralık'ta Vatikan Temsilciliğine sıra ile Mons.
Varouhas, Mons. Kireçyan ve katedralin papazlarını davet etti. Yemekten sonra davetlilerin
her birine anı olarak birer armağan verdi. 47

23 Aralık 1944'te Mons. Roncalli katedralde son bir defa dua ettikten sonra, Ankara'ya
gitmek üzere Haydarpaşa İstasyonu'ndan trene bindi. Oradan da yeni görev yeri olan Paris'e
gidecekti. İstanbul'da Saint-Antoine Kilisesi arşivlerinde Mons. Roncalli tarafından kilisede
okunmak üzere Peder Montico'ya bırakılmış bir veda mektubu 48 bulduk.

46
A. Jevakoff, Kemal Atatürk, Les chemins de l'Occident, Tallandier, 1989, s. 426.
47
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, op. cit., s. 1154.
48
Saint-Antoine arşivleri, İstanbul. Daktilo ile yazılmış ve Mons. Roncalli tarafından imzalanmış üç
sayfalık bir metin.

60
İstanbul'u kesin olarak terk etmek üzere olan Papalık Temsilcisi'ne Peder Montico
tarafından bir tedbir olarak imzalattırılan bu mektubun Türkçe çevirisini bir "arşiv anısı"
olarak yayımlıyoruz:

“Ruhani Lider takdisini veriyor ve veda ediyor”


İTAAT- BARIŞ – TAKDİS

Sevgili Kardeşlerim ve Evlatlarım,


Ruhlarınızın iyiliğine göz kulak olma görevine uyarak bundan on yıl önce İstanbul'a
geldim. Güvenle doluydum. Rab karşılaşmamızı kutsadı. Yolumun üzerinde dikenler eksik ol-
madı, hepinizin ve her birinizin ayrı ayrı, kimi vakitler çok ağır olan acılarınızı ve
üzüntülerinizi paylaştım. Değişik kökenli, değişik diller konuşan ve değişik eğilimlere sahip
kişilerden oluşmasına rağmen büyük bir memnuniyetle ruhani cemaatimizde daima huzurun
hüküm sürdüğünü gördüm. Değişik kiliselerde yaptığımız dinsel törenler kuşkusuz her biri-
mizin yaşantılarının ayrılmaz bir parçası olan ıstırap ve sıkıntılara katlanabilmek için insan
ruhuna huzur veren, iyi bir Hıristiyan yaşamı için birbirimizi karşılıklı yüreklendirdiğimiz,
karşılıklı sevgi ve sabır bulduğumuz saatler oldu. Özel olarak aydınlanma, destek, somut
yardım, sevgi alışverişi, bağışlama, tatlı sözler söyleme konusunda insanlarla girdiğimiz
ilişkilerde gizlide oluşanlar Rab'bin bir gizidir, hayatım boyunca bunun anısını yüreğimde
taşıyacağım.
Şimdi sevgili kardeşlerim ve evlatlarım, Kutsal Peder’in emrine uyarak sizden
ayrılıyor ve bana verilen Kutsal iman görevini yerine getirmek için bütün insanlığın ortak
malı olmuş zenginliklere ve kültüre sahip, ve aranızda çoğunuzun köken olarak ait olduğunuz
asil Fransız ulusuna, Fransa Kilisesi'ne gidiyorum.
Yaşamımın alacakaranlığında, ruhumun daha uzun yıllar evlada yaraşır sevginizin
hoşluğunu sessizce tatması çok iyi olacaktı, ama ne yazık ki beklenmedik ve günümüz dünya-
sının içinde bulunduğu koşullar nedeniyle daha bir cesaret ve hassasiyet isteyen başka tür
uğraşları yüklenmek gerekiyor.
Bu emre acilen uymam gerektiğinden sizinle her zaman kutladığım Noel Bayramını ne
yazık ki birlikte geçiremeyeceğiz.
Bu bayramı Ankara'nın şapellerinde, oradaki Katoliklerle - ki onlar da imanda
benim manevi kardeşlerim ve evlatlarımdır - daha dar bir şekilde kutlayacağım.
Bu büyük bayramda uzaklara giden bir ruhani lider olarak, size, büyük bir sevgiyle
veda ediyorum, hep yüreğimde olacaksınız, sizi bu canlılar dünyasında hep bir arada bir da-
ha görmeyi diliyor ve umut ediyorum.
Savaş çığlıklarının henüz dinmediği bir sırada vedamı Barış Meleğinin bildirisiyle
yapıyorum.
Kardeşlerim ve evlatlarım, barış, yine barış. İnsanlar ve uluslar arasındaki onca
kavgadan sonra en sonunda barış ilan edildi, barış dönemi başlıyor.
Barışmaya hepimizin ihtiyacı var, özellikle de kişisel ilişkilerde: Özellikle de
devletlerin ve ulusların iç yaşantılarında barış gereklidir. Herkes bunun için iyi niyetini
ortaya koysun, ve dünya barışı için üzerine düşen görevi yerine getirsin. Sizin aranızda
geçirdiğim bu son 10 yılı barış ruhuna adamaya çalıştım.

61
Beni anladınız, Rab de bu nedenden dolayı yüceltildi. Bu şekilde devam edin, gelecekte
de. Kutsal Kilise'nin idaresinde episkoposların biri gider biri gelir ve barış çalışmaları
sekteye uğramaz. Kimin yeni episkoposunuz olacağı henüz belli değil. Başınıza geldiği zaman
ona, bana gösterdiğiniz saygıyı, sevgiyi ve teselliyi gösterin. O benden de daha fazla şey
yapacak ve sizin dayanağınız olacaktır. Kutsal Kilise her dönemde zenginliklerini insanlar
aracılığıyla yayar ve bu zenginlik büyüyerek gider.

En iyi Noel dileklerimle size veda ederken sizi takdis ediyorum. Sizi yıl boyunca birçok
kez takdis ettim. Ruhani lideriniz olarak sizi son bir kez takdis ediyorum. Bu takdisimi
herkese, ayrım gözetmeden ama özellikle yoksullara, güçsüzlere ve acı çekenlere veriyorum.
Bunu dünyanın Kurtarıcısı Bebek Isa adına veriyorum. Yüreklerinizin en mahrem yerine,
yuvalarınızın bağrına, bireylerin ve ailelerin içinde bulundukları kaygılara ulaşsın: Size
Hıristiyan’ca yaşamanız için bolca bağışlama, tatlı söz ve sevgi ile birlikte yeni bir cesaret
versin.
Günün birinde öbür dünyaya geçtiğimi duyarsanız, sizi o kadar çok sevmiş olan benim
için bir küçük dua okuyun, yeniden birbirimize kavuşacağımız son buluşma yerinde sizi tek tek
bekleyeceğim. Rab birkaç yıl daha hayatta kalmama izin verirse, dünya savaşı da sonra ermiş
olursa, kötü zamanlarda İstanbul kentini bombardımanlardan koruması için Aziz Antoine'a
adadığımız adağı halefimle birlikte yerine getirmek amacıyla, şükran ve barış ilahinize eşlik
etmek için aranıza tekrar geleceğim.
Beklerken, mütevazı ve hararetli dualarımda olacaksınız, sizi şu anda Kutsal Kilise'nin
şu sözleriyle kucaklıyor ve takdis ediyorum: Pax et benedicto Dei omnipotentis, Patris et Filii
et Spiritus Sancti. Amen (Herşeye Kadir Tanrı; Baba, Oğul ve Kutsal Ruh'un huzuru ve
takdisi. Amin.)

Türkiye'nin gerçek dostu Mons. Roncalli, Ankara'yı terk etmeden birkaç gün önce 25
Aralık 1944 tarihinde Mons. Pappalardo'ya hitaben yazılmış mektubunu şöyle imzalıyordu:
"Angelo Guiseppe Roncalli, Mesembria Başepiskoposu, halihazırda İstanbul Latin Katolik
Cemaati Lideri ve Papalık temsilcisi.” 49

O gitmiştir, ama o büyük kalbinde dostlarının anısını her zaman muhafaza etmiştir.
Papa olduğunda bile onları unutmamıştır. Kendisi gibi Bergamo eyaletinin Serina'sında doğan
Salezyen Tarikatı'na mensup don Giacomo Carrara vakasında olduğu gibi. 1959'da Salezyen
rahiplerinin genel toplantısında, Papa XXIII. Jean, arkadaşı don Carrara'yı sormuştur.
Papaz oluşunun 25. yılını ailece kutlamak için Temmuz 1960'ta İtalya'ya döndüğünde,
kendisini tekrar görmek istediğini belirten Carrara, eski İstanbul Papalık Temsilcisi tarafından
kabul edilmiştir. 50 Bu satırların yazarı, kendisinin eski hocası ve din öğretmeni olan don
Carrara'nın XXIII. Jean'ın ölümü üzerine aziz gibi gördüğü bu kişinin resimlerini içtenlikle ve
dindarlıkla bütün dostlarına ve tanıdıklarına dağıttığını anımsıyor.

49
Mons. Georges Marovitch tarafından temin edilen mektubun fotokopisi.
50
Le Flambeau, Marsel Linguri, İstanbul, Ağustos-Eylül 1960, no. 7, s. 12-3.

62
Lazarist Peder Arthur Droulez, Boğaz kıyılarında doğan eski dostluklarının anısına
"Mois de Notre-Dame d'Ephèse" (Efes'teki Meryem Ana Ayı) adlı kitabını Papa XXIII. Jean'a
ithaf etmiştir. Vatikan'dan Mons. A. Dell'Acqua imzalı teşekkür cevabı gecikmeden
gelmiştir. 51

İstanbul Papalık Temsilcisi Mons. Roncalli'ye ithaf edilen bu eserin bu bölümünü, son
araştırmalarımızda Saint Benoit Lisesi arşivlerinde mutlu bir rastlantı sonucu bulmuş oldu-
ğumuz, Peder Droulez'in bu iyi yürekli, yüksek rütbeli din adamıyla ilgili, yayınlanmamış bir
dileği ya da duası ile bitiriyoruz.

“Bu dünyada ebedi ve dinsel şeyleri göz ardı etmeksizin geçici nimetlerden
faydalanabilmemiz için, gözlerimiz ve kulaklarımızın, arkası kesilmeyen Tanrısal iyiliğin
verdiklerine açık ve çok dikkatli olması gerek. Bunu, Anamız ve Efendimiz olan Kilise'den ve
Kurtarıcımızdan ısrarlı bir inançla talep ediyoruz. Hazırlık çalışmalarının Türkiye'de
yapıldığı 15 Mayıs 1961 Genelgesi'nin en yeni öğretisi işte budur ! ” 52

Bu metin Papa XXIII. Jean'ın kararlarında Türkiye'deki yaşantısından ne kadar çok


etkilendiğini gösteren bir kanıttır.

51
Çok saygıdeğer Peder. Papa Hazretleri sağlığınızın bozulduğunu ve hasta yatağınızdan kendisine
ulaştırmış olduğunuz, bir evlâda layık ifadelerinizi yeni öğrenmiş bulunmaktadır. Papa Hazretleri
durumunuzdan çok etkilendi; size iyi dileklerini ve sizin için Tanrı’ya dua edeceğini bildirmemi istedi.
Bu teminatların yanında Kutsal Peder burada ekli bulunan özyazısını ve en içten Papalık Takdisini
gönderiyor. Saygıdeğer Pederim, Rabbimize candan bağlı duygularımın teminatını kabul edin.”Age.,
s. 13.
52
A. Droulez, Mes souvenirs de l'Episcopat de Mons. Roncalli à İstanbul, op. cit., Lazaristlerin
arşivleri, Saint-Benoît, İstanbul, s. 32.

63
Türk dostu Mons. Roncalli:
“Türkleri Seviyorum”

Mons. Roncalli Türklerin dostuydu ve İstanbul kentine hayran biriydi.

Ekselansları İhsan Sabri Çağlayangil, XXIII. Jean hakkındaki duygularını, Katolik


Kilisesinin bu yüksek rütbeli din adamının İstanbul’a gelişini 50. Yıldönümü nedeniyle 10-17
Kasım 1986 tarihinde düzenlenen “Roncalli Haftası”ında “Mons. Roncalli Türklerin gerçek
dostuydu. Türkleri seviyor ve onlara değer veriyordu.” 53diyerek dile getiriyordu.

Mons. Roncalli 1936’da şunları not etmişti bile: “Rab’bin beni aralarına gönderdiği
Türk halkına karşı derin bir sevgi duyuyorum” 54 sözlerine şöyle devam ediyordu: “Türklerle
aramdaki ilişki için seçtiğim yol neye mal olursa olsun iyi, özellikle evrensel ve doğrudur. Bu
yolda inançla, ihtiyatla, gayretle ve dürüstçe gitmeliyim.” 55

12-18 Kasım 1939 tarihleri arasında Cizvit papazlarının yanında girdiği inzivasında
“Günlüğüne” şu sözleri karalıyordu: “Türkleri seviyorum. Uygarlık yolunda bir yeri olduğunu
bildiğim bu halkın doğal niteliklerinin değerini takdir ediyorum.” 56
Mons. Roncalli Türk halkını o kadar çok sevdi ki, Herşeye Kadir’den bu halkın her
bireyine ayrı ayrı lütuf ve ihsanlarını esirgememesini diliyordu.

Mons. Righi, Mons. Roncalli’nin Mayıs 1942’de yazılan notlarını aktarıyor: “ Bu


Pazar yapılan nüfus sayımında Türkiye’nin nüfusu 17.869.901 olmuştur. Benim acizane adım
da sayılan bu insanların arasında yer alıyor; Rab benimle birlikte sayılan bütün insanlara
lütfunu ve merhametini göstersin.” 57

Mons Roncalli Atatürk’e hayrandı ve ona büyük bir saygı besliyordu. “Bu hayranlık,
ülkesine yalnız bağımsızlık kazandırmakla kalmayıp onu aynı zamanda çağdaş ülkeler arası-
na taşıyan çalışmalarına duyduğu hayranlıktı.” 58
53
İ.S. Çağlayangil,”Monseigneur Roncalli et la Turquie”, Presence, Erol Ferah, İstanbul, Ağustos-
Eylül 1987, no. 7, s. 273
54
Givanni XXIII, Il Giornale dell’Anima, op. cit., s. 273
55
Age.
56
Age., s. 279.
57
V.U. Righi, Papa Giovanni XXIII sulle rive del Bosforo, op. cit., s. 93.
58
İ.S. Çaglayangil, "Monseigneur Roncali et la Turquie", op. cit., s 12.

64
Kilisede Türkçe dualar
Türkleri seven Mons. Roncalli için, kendisini kabul etmiş bir ülkenin dilini
öğrenmemek, bu ülkeye karşı bir saygı eksikliği işaretiydi. Bundan başka kendisini kabul
eden bu halkın ruhuyla, kafa yapısıyla mümkün olduğunca uyuşabilmek ve bütünleşebilmek
kaygısı içindeydi. Bu düşünce içinde görevli bulunduğu ülkenin dilini sevgi ve sebatla
öğrenmeye girişti. Kilisede Türkçe dualar okuttu. Değişik zamanlarda girmiş olduğu inzivalar
sırasında sayısız kararlar aldı. Bu konuda aldığı kararlar şöyleydi:

• “Türkçeyi öğrenmek için daha çok özen ve sebat göstereceğim.” Bu sözler Ronica'da
(Bergamo) çekilmiş olduğu inzivasında kaleme alınmıştı.59

• "İstanbul'da beş yıldır bulunmama rağmen hala Türkçe'yi bu kadar az bilmem


utanılacak bir durum." Bu sözleri Ayazpaşa'da Cizvit papazlarının yanında yapmış
olduğu inzivası sırasında yazıyor ve Türkçe'yi öğrenme kararı alıyordu. 60

• 25 Kasım - 1 Aralık 1940 tarihleri arasında Notre-Dame de Sion Rahibeleri arasında girmiş
olduğu inzivasında yine Türkçe'yi öğrenme konusuna değiniyor. 61

Mons. Roncalli, haleflerinin de bu yolda gitmelerini arzuladığını ifade etmişti, onlara


bir örnek teşkil etmek istiyordu. 25-31 Ekim tarihleri arasında Temsilcilik'te ruhaniler ile gir-
miş olduğu inzivada aldığı kararlardan biri de buydu: "Elime fırsat geçer geçmez Türkçe
öğrenmeye başlayacağım, Türkçe'yi bu dilin uzmanı olmak için değil, görevimi layıkıyla
yerine getirmek ve haleflerime iyi örnek olmak için öğrenmek istiyorum.” 62

Kilisede okunan duaları Türkçe okumak şimdiye dek duyulmamış ve tamamen yeni
bir olaydı. Fransız Konsolosluğundan gönderilen 2 Ocak 1936 tarihli bir yazıda, Mons. Ron-
calli'nin bu yeni girişimlerinden söz edilmekteydi: "Noel ayini (...) Papalık Temsilcisi için çok
tuhaf bir gösteriyi sergileme fırsatı yarattı. Mons. Roncalli usullere göre İncil'i okumak için
kürsüye çıktı. İstanbul'daki katedralin geleneksel dili Fransızcaydı. Buna rağmen herkesin
şaşkın bakışları arasında İncil'i Türkçe okudu (...).

59
Giovanni XXIII, Il Giornale dell'Anima, op. cit., s. 273.
60
Age., s. 279.
61
Age., s. 284.
62
Age., s. 312.

65
O günden itibaren kiliselerde ayin sırasında İncil Türkçe okunmaya, vaazlar da Türkçe
verilmeye başlandı, Akşam Duası'ndaki dualar da Türkçe okunmaya başlandı (...). Papalık
Temsilcisi'nin bu kararı Kilise çevrelerinde çok değişik yorumlara neden oldu.” 63

Mons. Roncalli, böylece katedralde verdiği vaazlardan önce İncil'den bir bölümü
Türkçe okuyordu. Kilisede bir araya gelen müminlere ayin sonunda "Laudes divinae" duasını
Fransızca ya da İtalyanca değil de Türkçe okumalarını tavsiye etti. 64 Mons. Del Giorno’nun
notlarından, 65 ta o zamandan kalma bu yakarışların ilk satırlarını aktarıyoruz.

63
Fransız Büyükelçisinin 2 Ocak 1936 tarihli telgrafı. Quai d'Orsay, série E Levant, sous-série
Turquie 1930-1940, b. 608. Fransız Büyükelçisi ekliyor 'Bu girişimini haklı çıkarmak için Mons.
Roncalli diğer Balkan ülkelerinde litürji Latinceyi zorunlu kılmadığı her durumda papazlar ve
müminler ibadet ettikleri yerlerde kendi (…) ulusal dillerini kullandıklarına dikkat çekti, Türkiye'de
farklı davranmak için hiçbir neden yok..." R. Morozzo Della Rocca, "Roncalli diplomatico in Turchia
e Grecia", op. cit., s. 58 ve not 52.
64
L. Algesi, Jean XXIII, op. cit., s. 136.
65
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, op. cit., s. 1100.

66
Tanrı mübarek olsun.
Onun aziz adı mübarek olsun.
Hakiki Tanrı ve hakiki Adam Isa ül Mesih mübarek olsun
Onun çok kıymetli kanı mübarek olsun
Mazbahın sırrında, Evkaristiya'da İsa mübarek olsun
Tesellici Aziz Ruh mübarek olsun
Tanrı'nın Ulvi Annesi Aziz Meryem mübarek olsun
Onun aziz ve lekesiz Hamlı mübarek olsun
Onun şanlı göğe çıkışı mübarek olsun
Bakire ve Anne Meryem'in adı mübarek olsun
Onun çok iffetli kocası Aziz Yusuf mübarek olsun
Tanrı kendi meleklerinde ve kendi azizlerinde mübarek olsun

Bir hususun altını çizmekte yarar var. Mons. Roncalli bu reform hareketinin zorla
benimsetilmesini istememiştir, çeşitli kiliselerin baş sorumlularını bu reformu izleyip izleme-
mekte serbest bırakmıştır, ancak bazı istisnalar dışında bu hareketin benimsendiğini
görmekten mutluluk duymuştur. Bununla birlikte "birkaç ay içinde bu hareketin genel usuller
kapsamına gireceğinden emindi." 66

“Bu hareket yayıldı. 26 Şubat 1936 tarihinde Saint-Antoine Bazilikası'nda büyük


törenlerin kapanış günüydü. Kilisede bir araya gelenlerin çoğunluğunu erkekler
oluşturuyordu, aralarında çok sayıda Ortodoks ve Türk de bulunuyordu. Saint-Antoine
Kilisesi pederleri, episkoposlarına hoş görünmek amacıyla duaları Türkçe okudular. Bu olay
Katolikler ve diğerleri için bir ders oldu.
Müminlerin çoğunun okunan metni anlayıp anlamadıkları episkoposu pek
ilgilendirmiyordu. Bu olay, onları, içinde bulundukları bencilce ve duygusuzca ayrı olma
durumundan sıyrılmaları için yeterince uyarmış olmalıydı. Her şeye rağmen bu olay
konuksever ülkeye karşı yapılmış bir saygı belirtisiydi.” 67

66
Giovanni XXIII, Il giornale dell'Anima, op. cit., s. 272, not 1. " Dil konusunda yalnız Tanrı
mübarek olsun duasını ve episkoposun yönettiği ayinde ise, Fransızca ve İtalyanca verilen vaazlardan
önce okunan İncil'in Türkçe olarak okunmasını Kilise litürjisine soktum, dar kafalıların, bu konudaki
protestolarını yumuşatmak amacıyla bu iki yeniliği katedralde yalnız kendim yapmaya karar verdim,
öteki papazları, beni izleyip izlememe hususunda serbest bıraktım. Birkaç ayda her şeyin kilise
usulüne uygun hale geleceğini sanıyorum, bu konudan rahatsızlık duyanlar da tatmin olacaklardır."
(22 Şubat 1936)
67
L. Algesi, Jean XXIII, op. cit., s. 137

67
İstanbul kentine hayran biri

Bir İstanbul hayranı olan Mons. Roncalli, ünlü yazarların gezi anılarını aratmayacak
nitelikte, Boğaz'daki balıkçıların bir betimlemesini yapıyor: "Cizvit papazlarının
yanındayken, odamın penceresinden her akşam teknelerin Boğaz'da bir araya gelişlerini
izliyorum; onlarcası, yüzlercesi Haliç'ten çıkarak belirli bir yerde toplanıyorlar, sonra
ışıklarını yakıyorlar, bazılarının ışığı daha parlak, bazılarının ise daha sönük, hep birlikte
çok etkileyici ışık ve renk cümbüşü oluşturuyorlar. Önceleri bunu, önümüzdeki günlerde
kutlanacak bayram için yapılan bir deniz şenliği hazırlığı sandım.
Gerçekte ise, Karadeniz'in ücra köşelerinden geldiği söylenen, iri balık cinsinden palamut avı
için toplanmış bulunuyorlardı. Işıklar bütün gece yanıyordu, balıkçıların neşeli sesleri
duyuluyordu.

68
Bu manzara karşısında çok etkilendim. Bir sonraki gece, sağanak halinde yağmur
yağıyordu, ama balıkçılar orada ağır işlerinin başındaydılar.” 68

Mons. Roncalli, çekici manzaralar karşısında dinlendiği zamanlarda bile aklında olan
göreviyle ilgili ders çıkarmasını biliyordu. "Önümüzdeki bu örnek benim için, insanları ka-
zanma görevi üstlenmiş papazlarımız için ne utanç verici! Şekilden tasvire geçildiğinde
çalışma alanımıza sunulan ne gayret, ne çalışma, ne görev anlayışı! Rab Mesih İsa'nın
egemenliğinden burada çok az şey kalmış. Tohumlar ve hayatta kalanlar. Bu engin denizde
başıboş dolaşan ve Mesih için kazanılacak ne çok can var.
Herkes kendi küçük teknesinde dinsel liderimizin yönetiminde Boğaz'daki balıkçıları örnek
alsın ve meşalelerle gece gündüz çalışsın: İşte ciddi ve kutsal görevimiz budur.” 69

En yakın yardımcısı olan Vittore Ugo Righi ile birlikte, 1 Eylül 1939'dan 24 Ağustos
1943'e kadar Mons. Roncalli, kentin tarihi yerlerini ziyaret etti. Hipodromdaki Dikilitaş'ı, Stu-
dion Manastırını... Hep birlikte, imparatorluk yolunu Bizans surları boyunca görkemli Edirne
Kapı'ya kadar dolaştılar. Don Righi, Aya Sofya'yı dolaşırlarken edindiği izlenimleri şu şekilde
anlatıyor: "Aya Sofya'nın altın ve gök mavisi mozaikleri, gökle deniz arasında ebediyen
titreşir gibi duran kubbesinin görkemi karşısında dudaklarında heyecanını gizlemeyen
ifadelerin döküldüğünü duydum.” 70

Don Righi, hocasının örnek alarak bize İstanbul'un güzelliklerini şiirsel bir ifadeyle
anlatıyor:

68
Giovanni XXIII, Il giornale dell'Anima, op. cit., s. 279-280.
69
Age., s. 280.
70
V. U. Righi, Papa Giovanni XXIII sulle rive del Bosforo, op. cit., s. 34.

69
"Galata Köprüsü'nün kozmopolit kalabalığı arasından batmakta olan güneş, binlerce cami
kubbesini kızıla kesiyordu ve bir minare ormanı olan Haliç'in büyüleyici sularına yansıyarak
onu dalgalı oynak bir şeride dönüştürüyordu. Ve bunun, Tanrı Egemenliğinin bütün yüreklere
gelişini bekleyen aşk ve şevkle dolu çoban yüreğinde yankılanışını hissettim.” 71
İstanbul kentinin güzelliklerinin ve anıtlarının hayranı olarak Taksim Meydanı'nın
düzenlenmesini, görkemli Atatürk Köprüsü'nün yapımını ve Boğaz boyunca yer alan yeni
ikametgah mahallelerini memnuniyetle karşılıyordu.
Mimarların, büyük ağaçlı yolların yapımında güzel camilerin, kiliselerin, çeşmelerin
muhafaza edilmesi ve çevrelerine servi ve çam ağaçlan dikerek değerlendirilmesi
çalışmalarını çok yerinde buluyordu. 72

Bizans tarihi sanatları uzmanıydı. Konsolos ve elçilerin çoğu zaman kendisinden


karşılanmasını istedikleri, İstanbul’a uğrayan arkeolog ve öğrencilerle çok ilginç sohbetleri
olurdu. Çalışma odasının sağ tarafında sıralanmış, kendisini ziyarete gelenlere seve seve
gösterdiği kitaplarından yararlanırdı. O, bir arkeoloji tutkunu olduğu kadar
araştırmacısıydıda. 73

71
Age.
72
Age., s. 93.
73
Age., s. 91.

70
Hükümet yetkilileri ile dostça ilişkiler

İstanbul'da kaldığı on yıl boyunca Mons. Roncalli Türk Hükümeti nezdinde Papalığa
karşı dostluk atmosferi yaratmasını bilmişti. Ekselansları İhsan Sabri Çağlayangil, 16 Kasım
1986 tarihinde İstanbul'da Roncalli için düzenlenen Hafta'da bu iyi yürekli yüksek rütbeli din
adamının kişiliğine dair şu özelliği anımsatmıştı: "Yerel yetkililerle karşılıklı saygıya dayalı
çok iyi ilişkiler kurmuştu. Türkiye ile Papalık arasında henüz diplomatik ilişkilerin
kurulmadığı bir dönemde Ankara'da Dışişleri Bakanlığı'nı ziyaret edip saygılarını sunarak
fırsatları yaratmasını bilmişti. O devirde, Numan Menemencioğlu, Dışişleri Bakanlığı Genel
Sekreteri idi. İkisi arasında, daha sonra Paris'te karşılaştıklarında güçlenecek bir dostluk
kuruldu.” 74

"Roncalli Haftası'nda Portekiz Konsolosu M. Jacques José Abravanel'in tanıklığı da


aynı yöndeydi: "Hoş ve tatlı dilli, dürüstlüğüne herkesi inandırmış tecrübeli bir diplomat ola-
rak (Roncalli) Türkiye'yi seviyordu, Türkler de onu seviyorlardı.” 75

İstanbul'da kaldığı sürece 76 ne yapacağını bilen tavrı ve alışılmış kibarlığı ile Mons.
Roncalli siyasi yöneticilerle ölçülü, aynı zamanda dürüst dostluk ilişkileri kurmasını bildi.
Mons. Capovilla geniş önsözünde, episkopos ile Sayın Numan Rıfat Menemencioğlu'nun
dostluğuna değiniyor: Bu dostluk ki, Türkiye sınırlarını aşarak Paris'te, Venedik'te ve
Roma'da devam etti. Roma'da Papalık makamına çıkan episkopos, daimi dostunun
sağlığından endişe duyuyor ve onun için dua ediyordu.

74
İ.S. Çağlayangil, "Monseigneur Roncali et la Turquie", op. cit., s. 12.
75
J.J. Abravanel, "Monseigneur Roncalli et la Communauté Juive" Présence, Erol Ferah, Istanbul,
Ağustos-Eylül 1987, no. 7, s. 14.
76
L. Algesi, Jean XXIII, op. cit., s. 153. Türkiye'de geçirdiğim huzurlu ve mutlu on yıl boyunca her
türlü siyasi ya da taraflı tutumdan uzak durmaya özen gösterdim, yalnızca kendi ruhani görevimle
ilgilendim ve Türk halkına karşı yürekten bir sevgi, saygı ve derin bir anlayış içinde oldum, kişisel
ilişkilerime ve ülkenin hükümet yetkileriyle olan acizane çalışmalarıma en küçük bir gölge
düşürmedim."

71
Bu iki şahsiyetin tanışmış olduğu, birbirlerine saygı gösterdiği ve sonunda gerçek birer
dost olduğu yıllara geri dönelim. Algesi, XXIII. Jean hakkında yazdığı kitabında bu dostluğun
nasıl başladığını anlatmaktadır. 1937'nin başında, Avusturya elçisinin bir daveti üzerine
Mons. Roncalli Ankara'ya gider. Başkente geldiğinde Başbakanlığa ve Dışişleri Bakanlığına
kartvizitini bırakmak için uğrar. O sırada Numan Menemencioğlu, Dışişleri Bakanlığı sekreter
yardımcısıdır. Ona, bu kişinin yabancılarla ilişkiler alanında Türk Hükümeti'nin en önemli ve
en yetkili diplomatı olduğu söylenmişti. Mons. Roncalli, M. Guillois'nın aracılığıyla kabul
edilmesini istedi. Olumlu yanıt karşısında iki diplomat yarım saat süren bir görüşme yaptılar.
Mons. Roncalli ile Sayın Numan Menemencioğlu arasında 4 Ocak 1937'de yapılmış görüşme
sırasında geçen bazı sözleri Algesi'nin ağzından aktarıyoruz:

- Ankara'da bulunmam nedeniyle görevimin gerektirdiği üzere Türk yetkililerine


saygılarımı sunmaktan mutluyum.
- Ben de sizi şahsen tanımaktan memnun oldum ve Türk Hükümeti adına size ve
sizin temsil etmiş olduğunuz şanlı geleneğinize sonsuz saygı duyduğumu belirtmek
isterim.
- Size teşekkür ederim. Bazı tatsızlıklar olsa da Katoliklerin ülkenin yasalarına
gösterdikleri saygıyı Türk yetkililerin de görmüş olduklarını umut ediyorum.
Üzerimde taşıdığım giysi bunun bir kanıtı.
- Gerçekten, büyük bir saygıyla size görevinizi serbestçe yerine getirebilmeniz için,
yasalarımıza aykırı olmadığı sürece güvence verebiliriz... bizim için yabancı olan
dini bir yönetimle ilişkilerimiz olduğu yolunda söylentilerin çıkmasından
hoşlanmasak da .... Saygıya değer olduğuna kuşku yok, ama.

72
- Anlıyorum. Ama bu, bu dini yönetimin Türkiye'nin gelişmesinden ve yeni
Anayasasında Hıristiyanlığın bazı temel ilkelerini görmekten dolayı sevinmesini
engellemez... her ne kadar dini anlayış açısından uygulamalarda doğal olarak bir
tutarsızlık bulunuyorsa da.
- Devletin laiklik ilkesi temeldir; laiklik özgürlüğümüzün garantisidir.
- Kilise laikliğe karşı olmamaya dikkat edecektir. Ama ben iyimserim. Her şeyde
ayırandan çok birleştireni tercih ederim. Doğal ilkelerde aynı fikirde olduğumuza
göre birlikte bir nebze yol alabiliriz. Gerisi için, güvenmek en iyisi. Bu arada, ken-
di açımızdan birkaç adım attık: Türkçe Kilise'ye girdi.
Suskun bir gülümseme görüşmenin sona erdiğini bildiriyordu. 77

***

Atatürk'ün vefat ettiği 10 Kasım 1938 tarihinde Mons. Roncalli, Yunan Kilisesi ile
hükümet arasındaki ciddi sorunların çözümü için Atina'da bulunmak zorundaydı. Oradan,
İstanbul Episkoposluk ve temsilciliğinin ülkenin yasına katılması için talimatlar verdi. İsmet
İnönü, Cumhurbaşkanı oldu. Mons. Roncalli hemen tebrik telgrafı gönderdi. XII. Pius'un
Papalık makamına seçilişini hükümetlere bildiren papalık yazısına ek olarak Mons. Roncalli,
Dışişleri Bakan olan Sn. Numan Menemencioğlu'na yazılmış bir mektup da gönderdi. Bu
mektuptan birkaç alıntı aktarıyoruz:

"Ekselansları, 4 Ocak 1937 günü akşamında Dışişleri Bakanlığı'nda şahsen size


sunduğum iyi niyetlerimizin nazikçe kabulünü hala minnetle anımsıyorum. O zaman beni
kabul ederek Türk Hükümeti'nin ruhani görevimi özgürce yerine getirmeme saygı gösterdiğini
belirtmek istemiştiniz.
Şimdi, bu ruhani görevim adına, size verilmek üzere -yeni Papa tarafından- bana
gönderilen mektubu bütün iyi niyetimle Ekselanslarına vermek cesaretinde bulunuyorum.
Söz konusu mektup Katolik Kilisesi'nin yeni liderinin seçildiğini bildiren, kendi eliyle
yazılmış mektuptur. Hiçbir din ve siyasi düzen farkı gözetmeden dünyanın bütün uluslarının
Devlet Başkanlarına karşı göstermiş olduğu bu geleneksel yüce nezaket davranışı ile yeni
Papa XII. Pius evrensel barış için ilk hizmeti yapmış olduğunu düşünmektedir.
Yeni Papa'nın, sağlam ve güçlü uygar ülkeler birliğinde daima daha yukarılara
çıkmaya aday yeni ve güçlü Türkiye Cumhuriyeti'nin tanınmış yeni başkanının şahsına olan
bu davranışı içten ve yürekten olduğu kadar doğaldır da.
Bana emanet edilen görevin yerine getirilmesinde, Ekselanslarının nezaketinden
yararlanmayı uygun bulmuşsam bunu, Katolik cemaatinin lideri olarak her türlü gösterişten
uzak tevazuyla olduğu kadar her zaman ateşli bir şekilde ifade ettiğim samimiyetime, saygıma
ve kibarlığıma verin...” 78

77
Age., s. 138-139
78
Age., s. 140-142

73
***

Algesi' nin zikrettiğine göre Vatikan'ın papalık kütüphanesi, elinde tek nüshası
bulunan Giacomo Castaldi' nin "Tuna nehrinin geçtiği ülkeleri ve ona sınır olan bölgeleri
gösteren haritasını çoğaltmış. Papa, ilgili ülkelere bu haritanın bir kopyasını vermeyi
kararlaştırdı. Mons. Roncalli, Polonya Elçisi Michel Sokolviev aracılığıyla Papa'nın
armağanını Meclis Başkanı General Refik Saydam'a iletti. Elçi, dost bir hükümetin güven
mektubuna sahip biri gibi, aynı zamanda dünyanın en büyük Katolik ülkelerinden biri olarak
kendisini takdim etti. Mons. Roncalli, Papa'nın armağanına eklediği mektubunda, "Bundan
böyle her türlü ilerleme ve kültüre kesin açık olan ve tarihini unutmayan Türkiye, bu güzel
haritada bir zamanlar dünyanın hayranlığını uyandıran en şanlı askeri debdebesini ve izlerini
keşfetmeyi ilginç bulacaktır'' demektedir. Daha sonra Meclis Başkam, Polonya Elçisi'ne, Pa-
pa'nın bu ilgisinden ve özellikle de kendisine bunun takdim ediliş şeklinden çok etkilendiğini
ve bu armağanı çok değerli bulduğunu söyleyecektir. Bu eser İstanbul Üniversitesi Kü-
tüphanesinde bulunmaktadır. 79

Mons. Roncalli, Türkiye'de ruhani ve pastoral görevinden başka hiçbir görevi


olamayacağını çok iyi biliyordu. Ama gördüğünüz gibi her fırsatta hükümet yetkililerine
minnet ve saygısını sunmaktan geri kalmadı. Bu davranışı Dışişleri Bakanlığı'nın üst
çevrelerinde samimi bir hayranlık uyandırdı.

79
Age.s.143-144. Mons. Roncalli'nin saygılı jestine karşılık Sayın Numan Menemencioğlu Polonya
Büyükelçisi için Meclis Başkanı ile bir görüşme ayarladı.

74
Bu uzlaşma sonucunda Türkiye Başbakanı Adnan Menderes, 1 Şubat 1955'te XII.
Pius'u ziyaret etti. Ünlü gazeteci Nadir Nadi, 31 Ocak 1955'te Cumhuriyet gazetesinde, Tür-
kiye Cumhuriyeti'nin en önde gelen yetkilisinin Vatikan'ı bu ilk ziyaretini şu sözlerle
anlatıyordu: "Sayın Menderes'in Roma'da Papa XII. Pius tarafından da kabul edileceğini
öğreniyoruz. Bir hükümet başkanının Vatikan'ı ziyareti, eğer yanılmıyorsak Türk tarihinde ilk
defa görülmektedir. Bu olayın önemi azımsanmamalıdır. Devletler hukuku bakımından birkaç
hektarlık arazinin hükümranı sayılan Papalık, gerçekte beş kıtaya yayılmış yarım milyar
insanın manevi kaderine hükmeden muazzam bir kuvvettir. Laik bir devlet olan Türkiye
Cumhuriyeti objektif olarak bu kuvveti ne inkar, ne de ihmal edebilir. Memleketimize karşı
daima yakın bir sempati besleyen şimdiki Papa XII. Pius ile Başbakan Adnan Menderes'in
görüşmelerinden sonra Vatikan'la Türkiye Cumhuriyeti arasındaki münasebetlerin daha
sağlam esaslar üzerinde bir devamlılığa kavuşacağını umuyoruz. Vatikan öteden beri Tür-
kiye'de diplomatik bir temsilci bulundurmaya önem verdiği halde cumhuriyet hükümetleri bu
hususu dikkate almayı nedense geciktirmişlerdir. Katolik dünyanın manevi liderini resmen
tanıdığımız gün, siyasi bir eksiğimizi gidermiş olacağız(…).” 80

80
N. Nadi, "Dostça bir ziyaret", Cumhuriyet gazetesi, İstanbul, 31 Ocak 1955, no. 10959, s. 1 ve 3.

75
Barış Adamı

Yakın bir savaş tehlikesi sezen barış adamı Mons. Roncalli, 25 Nisan 1939 tarihinde
Papa XII. Pius'la birlikte barış için bir dua çağrısında bulunuyordu. Episkoposluk
çalışmalarına çeşitli kiliselerin ademi merkeziyetçi katılımın istediğinin kesin kanıtı olan
açıklanmış tarihi bir belge niteliğindeki bu metinden 81 bazı alıntılar aktarıyoruz.

Mayıs ayı boyunca Kutsal Peder XII. Pius'la birlikte halklar arasında Barış ve
Birliği'nin oluşması amacıyla Meryem Ana'ya yapılacak dualar.
Yeni Papa XII. Pius dünyaya ateşli ve dokunaklı bir çağrıda bulundu.
Gelecek karanlık ve endişe verici. Bu savaş, çağdaş uygarlığın utancı ve sonu olabilir.
Devlet adamlarının iyi niyetleri dünyanın ihtiyacı olan sükûneti sağlayabilir; en büyük
destek dünyaya ancak yukarıdan gelebilir. Barış cennetin bir armağanıdır. Barış istemek,
barışı daha sağlamca elde etmek için haklı bir şekilde Barış Kraliçesi olarak selamlanan
İsa'nın Annesi, bizim Annemiz olan Meryem Ana'dan başka daha güçlü bir şefaat olamaz.
Mayıs ayı, doğanın canlandığı, çiçeklerin açtığı bahar ayıdır. İnsan yaşamının en
güzel çiçekleri, ailenin sevinç kaynağı, umudu ve vatanın geleceği çocuklardır.

Şu halde, siyaset adamları kendi aralarında karanlıkta tartışırlarken, bugün yalnız


karanlıkta değil, kılıçların bilendiği, karada, denizde ve havada en öldürücü saldırı ve
savunma yöntemlerinin hazırlandığı sırada Kutsal Peder de dinsel güçleri, Tanrı'nın yaratmış
olduğu en güzel ve en masum güçleri, kısaca kutsanmış sevgili çocukları seferber etmekte ve
onları Mayıs ayı boyunca Meryem Ana sunağı önünde bir araya getirmektedir; aynı zamanda
bütün dünyadaki müminleri bu kamuya açık barış yakarısında masum çocukların sesine eşlik
etmeye davet etmektedir. Bu, Papa'nın Papalık makamına çıktığı ilk günden beri yaptığı ve
hala yapmakta olduğu şeydir: insanları büyük acılara değil de barış düşüncesine davet
etmek: Dua seferberliğini organize etmek. Bu yüce çağrıya uygun olarak şu düzenlemelere
gidilecektir.

1. Mayıs ayı boyunca, papazlar her ayinde, para toplama sırasında Deus a quo sancta
desideria vb. duaları okuyacaklar. Antienne duasından önce gelen bu dua kutsal
Efkaristiya kutsamasından önce okunacak ya da ilahi halinde söylenecektir.

81
İstanbul Papalık Şansölyesi Mons. Georges Marovitch tarafından iletilen belge.

76
2. Mayıs ayı duası her yerde aynı aşk ve şevk içinde yapılacaktır. Bu nedenle Tespih
Duası daha bir dikkatle, üzerinde düşünülerek yapılması tavsiye edilir. Tespih
Duası'na Salve Regina Duası, Meryem Ana'ya Litaniler ve Sub Tuum Præsidium duası
eklenecektir.(…)

Kardeşlerim, güvenle ve coşkuyla dua edelim. Rab, Kutsal Ruh'un Hıristiyanlara ilk iniş
mucizesini yeniden gerçekleştirecektir. Hıristiyan Pentekostu’nun hakkaniyetli, adil ve ba-
rışçıl öğütleri böylesine acı ve sıkıntı içindeki dünya üzerine yayılacaklar. Uluslar da gerçek
sosyal ilerleme ve refah yoluna getirildiklerini görecekler. İsa'nın Annesi ve bizim Annemiz
olan güzel ve tatlı Meryem Ana, Hıristiyanlığın ilk günlerinde olduğu gibi bizim için ve
bizimle birlikte dua edecektir.
"Rab'bin kendisi mutluluğu veriyor, toprağımız da ürününü veriyor." (Mzm. 84, 13)

***

2 Mart 1940’ta Papa XII. Pius’un Papalık makamına seçilişinin birinci yıldönümünde
Mons. Roncalli bir barış çağrısı daha yaptı. Paskalya haftası boyunca duaya özendirme için
yaptığı konuşmasından birkaç noktayı aktarıyoruz.

“ Geçirdiğimiz haftalar korku veren sırlarla dolu. Halkların kaderlerini ellerinde


tutan insanlar, olayları değişik şekilde yorumlayan ya da çarpıtan uluslar arası basın, bize ne
dünyanın sükunetini, ne ailelerin mutluluğu, ne de kamu yararı hakkında umut veriyor.
Savaş devam ediyor Karlar kan rengine bürünüyor, kentler yakılıp yıkılıyor,
milyonlarca gencin yaşamı tehlike içinde, sınırsız zenginlikler şimdiden denizin dibini
boylamış ve artık devletlerin işine yaramayacak durumda.
Herkesin bildiği ve belirttiği gibi daha geniş boyutlu ve daha korkunç bir savaş
gündemde. Hangi nedenden çıkmış olursa olsun bir savaş herkes için, gerek kazananlar
gerek kaybedenler için büyük bir felaket olacaktır. Bu da güncel sıkıntıların sona ermeyip
devam edeceğini ve daha da artacağını gösterecektir.
(…) Dünyayı yıkımdan kurtararak dirlik ve sosyal huzur yoluna sokması için Rab’den
hak ve kardeşliğe dayalı barış isteyelim(…).
Bu antik, şanlı ve böylesine sevilen Türk toprağında barış ruhunu geliştirmek ve
bunun için duaya davet etmek benim için son derece doğaldır, biz değişik uluslara mensup
yabancılar ve Katolikler için üzerinde yaşadığımız ve çalıştığımız bu toprakların halkının ve
liderlerinin, bütün dünyada yankılar uyandıran yeni ve yüreklendirici bildirileriyle onay-
lanmış samimi barış sevgilerini kabul etmek memnuniyet vericidir.(…)” 82

82
Saint-Pierre Kilisesi arşivleri, Galata, İstanbul, Dosya 7, Zarf 1, no. 14.

77
Savaşın gittikçe daha tehlikeli bir hal almaya başladığı sırada, 13 Haziran 1940'ta
Conventüel Tarikatı'nda Aziz Padovalı Antoine günü nedeniyle yapılan ayinde, Mons.
Roncalli İstanbul Katolikleri adına, eğer İstanbul savaştan etkilenmez ise yoksullara ekmek
dağıtacağına ve aziz Antoine'ın gümüşten bir heykelini yaptıracağına halk önünde söz verdi.
Birkaç gün sonra 83 Mons. Roncalli, Aziz Antoine'ın hava saldırılarından ve savaş
felaketlerinden İstanbul kentini koruması için yazmış olduğu ve okuduğu 13 Haziran tarihli
duanın bir kopyasını arşiv belgesi olarak Conventüel Tarikatı Genel Başkanı Peder
Montico'ya gönderiyordu:

"Ruhların Kurtarıcısı, bütün ulusların ve dünyanın Kurtarıcısı ey İsa: Batı halklarının


başında esen, aileleri, devletleri ve insan soyunun geniş bir bölümünü etkisi altına alan
fırtınayı görüyorsun.
Ey İsa, bu zalim çatışmaya güçlü elinle müdahale et ve onu durdur. Karşılıklı saygıya,
gerçek dostluğa, kamu yararını ve hatta maddi refahı arayan ortak işbirliğine dayanan İncil
ilkelerinden esinlenmiş sosyal adaletin kutsal nedenlerini karşılıklı ve acilen, anlamaları için
yürekleri elverişli kıl.
Dünyanın bize veremeyeceği ve herkesin yer alabileceği, her şeyden önce Senin,
İncil'inin ve Kilisenin yer alacağı barışı, adil barışı, sürekli barışı bizlere ver.

83
Saint-Antoine Kilisesi arşivleri, İstanbul. Mons. Rocalli’nin Peder Giorgio Montico’ya 27 Haziran
1940 tarihli, no. 3138, Mektup. Bu mektubun yanında gerek İtalyanca gerek Fransızca yazılmış: Saint-
Antoine Bayramı ( 13 Haziran 1940) için okunacak bir dua.

78
Günümüzde kendi aralarında resmen düşman olan ve aramızdan çoğunun ait olduğu
kardeş ülkelerin acılarına katılmamız ne kadar yerinde bir davranış ise, sevginin gereği
olarak, bizleri yakından ilgilendiren bu konularda kaygılanmamız da yerindedir.

Ey Rab, ne yazık ki Batı'dan Doğu'ya doğru yayılan, şahsımıza, yaşamlarımıza,


ailelerimize kasteden, malımıza mülkümüze ve İlahi Takdir'in üzerinde yaşamamız için bizleri
gönderdiği bütün bu ülkeye zarar verecek bir savaşın tehlikelerinden ve kötülüklerinden
bizleri kurtarman için sana yakarıyoruz. Kendimiz için istediklerimizi aynı gök kubbe altında
birlikte yaşadığımız, etnik köken, dini ve tarihi geleneklerimiz ile sosyal durumlarımız farklı
olsa da aynı şekilde kardeş olduğumuz kişiler için de diliyoruz.
Rabbimiz İsa, bize merhamet eyle ve bu soylu, senin adına kurulmuş ve senin için
daima değerli olmuş kenti kurtar.
Kutsal Kilise'nin sesiyle sana yakarıyoruz: Bizi salgın hastalıktan, açlıktan ve
savaştan koru Rabbim.
Ya Rab! Pek yakında olacak tehlikelerden kurtar bizi. Ab imminentibus periculis,
libero nos, Domine.
Bugün lütuflarının ve nimetlerinin hizmetlisi olarak seçmiş olduğunu gösterdiğin ünlü
kulun Padovalı Antoine'ın bayramı, izin ver de bu hep bir ağızdan ve törensel yakarışımızı,
şefaatçi sesini acizane sesimize katacağından emin olarak onun kutsanmış ellerine emanet
edelim.
Bir adak eşliğinde edilen dualar senin için daha makbul olduğundan, o armağanı da
Aziz Antoine aracılığıyla sana sunuyoruz.
Her şeyden önce, günahtan kaçınarak, sevgiyi yaşayarak daha yoğun ve yenilenmiş
bir Hıristiyan yaşamı sürdürmeye, her birimizin omuzlarına yüklemeyi uygun gördüğün haçı
ve sıkıntıları sakin ve huzurla karşılayacağımıza söz veriyoruz. Sonra halka açık olarak ve
büyük bir ciddiyetle bir söz veriyoruz: İSTANBUL KENTİ BOMBARDIMANLARDAN VE
SAVAŞIN TAHRİPLERİNDEN KURTULURSA, acı çeken ve büyük ihtiyaç içinde olan
kardeşlerimize ekmek dağıtılacak ve Aziz Antoine' nın gümüşten bir heykeli yaptırılacaktır. Bu
heykel gözlerimiz önünde çok açık bir şekilde göstereceğin merhametinin bir anısı olarak
burada, tapınağında kalacak, aynı zamanda lütuflarının ve kutsamalarının dağıtıcısı sevgili
Azizine olan içten dindarlığımızı da gösterecektir.
Ey dünyanın Kurtarıcısı İsa: Bize merhamet eyle.
İsa, Meryem Ana, aziz Yusuf,
bize yardımcı olun, bizi koruyun, bizi kurtarın.
Ey Aziz Antoine bize şefaat et.”

***

3 Şubat 1938 tarihli, Peder Montico'ya yazılmış bir mektup, Mons. Roncalli'nin
Padovalı Aziz Antoine'a olan özel bağlılığını doğruluyor: "Dileklerinin kabul edilmesi için
insanların heykelinin önünde bir mum yaktıkları Aziz Antoine'dan bu sabah özel bir dilekte
bulundum, öğleden sonra dileğimin gerçekleşmekte olduğunu gördüm. Dileğimin tam olarak
gerçekleşmesi için dua etmeye devam ettim. Dileğimin gerçekleşeceğinden eminim. " 84

84
Saint-Antoine Kilisesi arşivleri, İstanbul.

79
17 Mayıs 1941'de Mons. Roncalli Saint-Antoine Kilisesi'ne gönderdiği ve 18 Mayıs
Pazar gününde yapılacak bütün ayinlerde okunmasını istediği sirkülerde 85 müminleri dünya
barışı için daha yoğun bir şekilde dua etmeye ve Aziz Antoine'a adanan adağı yenilemeye
davet ediyordu.

Ama yine de Mons. Roncalli'nin barışı korumak konusunda Türk Hükümet


yetkililerinin sağduyusuna büyük bir güveni olduğunu belirtelim. Yalnız iyi niyetin savaşı
engellemeye yetmeyeceğinin bilincinde olarak, Tanrı'ya güvenmeyi salık vermekteydi:
"Türk Hükümeti'nin başında bulunanların bilgisine ve sağduyusuna sonsuz güvenim
var. Ne var ki, savaşın olduğu kadar barışın da kaderi yalnız devlet adamlarının dürüst ve
mert çabalarına ve iyi niyetlerine bağlı olmadığından, barış davasını, insanlar arasındaki
çatışmaların üstünde, halklara kılavuzluk eden Tanrı'nın ellerine bırakmalıyız.” 86

Mons. Roncalli bir yandan müminlere cesaret verirken öte yandan da onları,
Romalılara Mektup'tan (Rom 12, 12) alınmış sözlerle teşvik ediyordu: Umut içinde sevinin.
Sıkıntılara katlanın. Kendinizi duaya verin. 87 Her şeye rağmen gelecek için güven
duyulmasını istiyordu: "Savaş bizi vurup yere devirmeden başımızın üstünden geçip gidecek.
Az acı çektiğimiz için günün birinde sevineceğiz. Barış ve refah, ailemizi ve dünyanın bütün
uluslarını mutlu etmek için gelecektir. "88

***

85
Saint-Antoine Kilisesi arşivleri, İstanbul.
86
Age.
87
Age.
88
Age.

80
Bu savaş döneminde tarafsız olması, Türkiye'yi ve İstanbul'u uluslararası uzlaşma
merkezi haline getirmiş ve Monsenyör Roncalli'nin omuzlarına ağır bir yük bindirmişti: Ulu-
sal duyguları evrensel sevgi anlayışı içinde eritmek. İstanbul kentinin savaş tehlikelerinden
korunması için Saint-Antoine Kilisesinde bulunduğu dilekte farklı uluslara mensup mü-
minlerin birlik davasını savunmamış mıydı:
“Kendimiz için istediklerimizi aynı gök kubbe altında birlikte yaşadığımız, etnik köken,
dini ve tarihi geleneklerimiz ve sosyal durumlarımız farklı olsa da aynı şekilde kardeş oldu-
ğumuz kişiler için de diliyoruz.” 89

5 Nisan 1942'deki Paskalya vaazında herkesin kendi kişisel çıkarını aşarak bütün
insanlığın yararı için çaba göstermesi gerektiği üzerinde durdu:
"(...) Herkes ayağını bastığı toprak parçası üzerindeki olaylarla ilgilenmeyi, kısacası
kendi ulusal görüşü açısından bakmayı sever. Böylesi bir görüş tamamen hayaldir. İnsanın
evrensel bir vizyon edinecek seviyeye çıkması gerekir: İnsanın rakiplerini ayıran sınırları yok
sayacak seviyeye çıkması gerekir.
Vatan aşkı İncil'in sevgi alanına giren en soylu ve en hassas duygulardan biridir:
Vatan aşkı herkese tutkuya, kahramanlığa kadar varan kişisel çabalara teşvik etmelidir. Ne
var ki vatan aşkı bize güncellikleri ve varoluş nedenleriyle savaş ve barış felsefesini
açıklamamaktadır (...).
Bu felaketin sorumlularını saptamaya çalışa çalışa, araya araya, herkese hak ettiğini
vermeyi isteye isteye felaketten kurtulma yolu geciktirilmekte ve bu durum, her iki tarafta da
tartışmalara ve protestolara yol açmaktadır.
89
Saint-Antoine Kilisesi arşivleri, İstanbul. Mons. Roncalli tarafından yazılmış ve 13 Haziran 1940'ta
okunan dua.

81
Hiç kimse hatanın sorumluluğunu üzerine almak istememektedir. Aslında herkes
suçludur: Bir an gelir ki her birey kendisini kolektif bir fenomenin içinde bulur." 90

***

Bir yıl sonra, 1942 yılının Mayıs'ında Mons. Roncalli, Papa XII. Pius'un Papalık
makamına çıkışının yıldönümüyle (13 Mayıs 1917) çakışan uluslararası barış çağrışını
yineliyordu: "Yakıp yıkan savaş zirve noktasına gelmiş bulunuyor. Bu korkunç felaketten uzak
kalmış Türkiye'de yaşayanlara ne mutlu. Bu, Tanrı'nın esirgeyiciliğinin bir lütfü ve yönetici-
lerin sağduyusu sayesinde gerçekleşmiştir. Şimdiye dek tattığımız ve sonuna kadar güvence
altında olduğumuz bu büyük ayrıcalık için ve bizimle birlikte bütün dünyanın da pek yakında
haklı barışa kavuşması için her zamankinden daha fazla dua etmeliyiz. (...) Bu ayın bir
haftasında yapılacak dini etkinlikler, dünya barışı ve Papa için yapılacak çift dileğin cennete
kadar yükselmesini sağlayacak bir şekilde yapılsın. Bu hafta, 11 mayıs Pazartesi’den 16
Mayıs Cumartesi’ye kadar olan hafta olsun. Bunu izleyen 17 Mayıs Pazar günü, İsa’nın Göğe
Çıkışı’nın sekizinci günü İstanbul Katolikleri farklı ritlerden, farklı dillerden, farklı
uluslardan dünya Katolikleriyle birlikte katedralimizde Papa XII. Pius’un Papalık makamına
çıkışını kutlayacaktır.(…)” 91

90
A. Melloni, Angelo G. Roncalli (Giovanni XXIII), La predicazione a Istanbul, Omelie, discorsi e
note pastorali (1935-1944), op. cit., s. 276-277.
91
Saint-Antoine Kilisesi arşivleri, İstanbul. Tarihi belirtilmemiş Mons. Roncalli'nin bu tebliğinin
başlığı: Kutsal Mayıs ayı, halklar arasında barış için ve Papa XII. Pius'un Episkoposluk jübilesi için.
Bunun 1942 tarihli olduğu aşağıdaki cümleden çıkıyor: "Bu Mayıs ayında Monsenyör Eugène

82
***
Mons. Roncalli, 1944'te İstanbul'u terk edişine kadar her yıl aziz Padovalı Antoine'a
vermiş olduğu sözü yineledi. Gitmeden önce, "durumlar elverdiğinde sözünü yerine getirmek
için" tekrar geleceğine söz verecektir. 92
1949'da Paris'te Vatikan Büyükelçisi iken de sözünü yerine getirmekten
vazgeçmemişti. Peder Montico'ya yazdığı mektupta bu konudaki duygu ve düşüncelerini dile
getiriyordu: "Saint-Antoine'a yeni bir org temin etmekten ve Aziz Antoine' ın gümüşten
heykelinin yapımından vazgeçmiş değilim. Sabretmek gerek. Söylenmeden beklemesini bilmek
gerek. İlahi Takdir'e bırakılan her şey gerçekleşir." 93

Maddi imkansızlıklar nedeniyle gümüşten heykel yapılamamıştır. Onun yerine, insan


boyunda Aziz Antoine'ın üzeri altınla kaplı tahtadan bir heykeli yapılmıştır. Bu heykel,
İstanbul'daki Saint-Antoine Bazilikası'nın ayin eşyaları arasında durmaktadır.

***

Pacelli'nin kendisini Kilise hiyerarşisinin en üst derecesine götürecek, en üst görevleri üstlenmesini
sağlayan episkopos oluşunun -13 Mayıs 1917- 25. yılı dolmaktadır.
92
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, op. cit., s. 1141.
93
Saint-Antoine Kilisesi arşivleri, İstanbul. Mons Rocalli’nin Fransa’daki Vatikan Büyükelçiliğinden
Saint-Antoine Kilisesi başrahibi Peder Montico’ya gönderdiği 6 Haziran 1949 tarihli mektup.

83
Barış adamı, savaş hakkındaki duygu ve düşüncelerini 30 Aralık 1950'de şu şekilde
dile getiriyordu: "Savaş uygarlığın yıkımı ve barbarlığa dönüştür. Şiddete karşı direnme
gerekliliğine rağmen, özgürlüğün ya da güvenliğin sağlanması bunu kaçınılmaz kılmaktadır,
savaş her zaman ultima ratio kalmalıdır.

Savaşa kadar gelmeden önce savaşı kesin olarak engellemenin bütün yollarını aramak
diplomasinin işidir." Barış hakkındaki görüşlerini de 30 Aralık 1948'de şöyle belirtir: "Barışa
götüren yol, gerçekten çetin ve müşküldür. Her şeyden önce Tanrı'nın kızı ve aynı zamanda
bir insan olarak vatandaşın kayıtsız şartsız hakkı olan özgürlüğün tüm ülkelerde
duraksamadan kabul edilmesi ve bireysel olarak tadına varılmasıyla yoldaki engellerin
kaldırılması gerekir.” 94

94
Informations catholiques, Georges Hourdin, Paris, 15 Kasım 1958, no. 84, s. 9.

84
85
Yürekli bir adam
Yahudilere yardım

İstanbul’da 10-17 Kasım 1986 tarihleri arasında kutlanan Roncalli Haftası’nda


Yahudi Cemaati’ni temsil eden Portekiz Konsolosu Sn. Jacques José Abravanel, İkinci
Dünya savaşı sırasında birçok Yahudi’yi ölümden ve Nazi rejiminden kurtarma
çalışmalarında bu yüksek rütbeli, iyi yürekli din adamıyla yaptığı işbirliğini doğrulamadan
önce Mons. Roncalli hakkında “ O herkesi seviyordu, herkes de onu” diyerek duygularını dile
getiriyordu. 95

Bu diplomat, dostu Mons. Roncalli’nin kişiliğinden şöyle söz ediyordu: “Din ve ırk
farkı gözetmeden herkesi sevme taraftarıydı, özellikle Nazi rejimi altında acı çeken
Yahudilerin onun yüreğinde ayrı bir yeri vardı.” 96

İstanbul'daki elçilerle olan çok iyi ilişkileri sayesinde birçok Yahudi ailesinin
yardımına koştu. İsviçre Büyükelçisi Sn. Etienne Lardy tarafından sığınmacı birçok Yahudi'ye
İsviçre'ye giriş vizesi bu şekilde temin edildi. 97

Yahudi çocuklarını taşıyan gemi Köstence'den çıktıktan sonra bilinen Alman


ablukasından sıyrılarak İstanbul açıklarına demir attı. Türk Hükümeti, önceleri tarafsızlığına
gölge düşmesi endişesiyle gemiyi Romanya'ya geri göndermeyi düşündü. Mons. Roncalli,
Romanya Büyükelçisi Sn. Alexandre Cretzianu'yu araya sokarak Ankara'daki yetkililerden
geminin Çanakkale Boğazı'ndan geçiş iznini aldırdı, bu sayede geminin tarafsız bir limana
sığınmasını sağlamış oldu. Yahudi çocuklar böylece kurtulmuş oldular. 98

Minnettarlığını ifade etmek için İstanbul'daki Yahudi Cemaati bu yüksek rütbeli


papaza çok değerli ve nadide bir kitap 99 armağan etti. "Angelo (Melek) olan adı, onun karak-
terini belirtiyor.” 100 Kitabın birinci sayfasına şu sözler yazılmıştır:

95
J.J. Abravanel,”Monseigneur Rocalli et la Communauté Juive”, op. cit.,s. 14.
96
Age.,s., 14.
97
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, op. cit., s.1142.
98
V.U. Righi, Papa Giovanni XXIII, op. cit., s. 196.
99
Gioseffo Flavio Histórico delle Antichità et Guerre Giudaiche, Diviso in Ventisette Libri, Parte
Prima, Venetia, Alessandro Vecchi, MDCVIII.
100
J.J. Abravanel, op. cit., s. 15.

86
"1942-1943 ıstırap yıllarında İsrailliler için yaptıklarından dolayı, Filistinli Yahudiler
adına M. Bauer ve Dr. Wettmann'ın, 25 Temmuz 1943'te İstanbul'daki Vatikan Temsilcisi
Roncalli'ye bir armağanı."

Mons. Righi’den öğrendiğimize göre savaşın bu dönemlerinde iyi yürekli Roncalli,


Kudüs’teki Yahudi ajansından Sn. Boder’i, İstanbul Hahamı Dr. Marcus’u Hahambaşı Dr.
İsac Herzog’u, 101aynı zamanda Haham Mosé Guiseppe Duff’u kabul etti. Papalık, Mons.
Roncallinin girişimleri sayesinde birçok Macar Yahudisi’nin sorunlarını çözüme
kavuşturmuştur. 4 Haziran 1937’de Papalık Temsilciliği’nde Filistin’e gitmekte olan bir grup
Yahudi’yle bir görüşme yapıldı. 4 Eylül 1940’ta Wladislavia’dan gelen bir grup Polonya
Yahudisi’yle yeni bir görüşme yapıldı. 102

Savaşın bu döneminde Mons. Roncalli ile çok yakın ilişkileri olan Papalık Temsilciliği
ataşesi Luigi Bresciani, bize bu konuda çok anlamlı bir tanıklıkta bulunuyor. Luigi Brescia-
ni'nin anlattığına göre binlerce Yahudi Macaristan sınırım geçip Bulgaristan'a sığınmayı
başarır. Hitler, Kral Boris'e bu Yahudilerin, Türkiye üzerinden Filistin'e gitmelerine engel
olmak amacıyla geri gönderilmesini buyurur. Ne var ki onları geri göndermek, onları açıkça
toplama kamplarına göndermek anlamına gelmektedir. Mons. Roncalli, bu olaydan haberdar
olur olmaz kaygı içinde Kral Boris'e bir mektup yazar. Kral Boris, Hitleri'in tehditlerine
meydan okuma cesaretini göstererek, sürgünlerin Türkiye'ye geceleyin geçmesine izin verir.
"Transit belgelerini ben kendim doldurdum" diye belirtiyor Bresciani. 103

101
L. Algesi, XXIII Jean, op. cit., s. 152. "Yahudiler de Istanbul Filistin ajansından ya da Kudüs
Başhahamı Dr. Herzog'dan zulüm gören İsraillileri göz önünde tutan dilekçelerin Papalığa ya da
Budapeşte Vatikan Büyükelçiliği'ne iletmesi için İstanbul Vatikan Temsilciliği'ne ivedi lütuf
dilekçeleri yağdığını çok iyi biliyorlardı. İyi hizmetleri karşılığında çoğu zaman mutlu neticeler elde
edildi ve çok sayıda felaketzede acılarından kurtuldu ya da maddi yardım gördü.''
102
V.U. Righi, Papa Giovanni XXIII, op.cit., s. 196.
103
L. Capovilla, Giovanni XXIII, San Paolo, Milano, 1997,s. 31-32

87
20 Kasım 1945'ten 1 Ekim 1946 tarihine kadar süren Nuremberg davasında Von
Papen, Mons. Roncalli'nin tanıklığı sayesinde beraat etti. Mons. Roncalli ifadesinde
Almanya'nın eski Türkiye Büyükelçisi Von Papen'in yardımıyla 24.000 Yahudi'yi
kurtardıklarını belirtmiştir. 104

Daha sonraları, 17 Ekim 1960'ta Papalık makamında bulunan Papa XXIII. Jean,
Amerika Birleşik Devletleri'nden Haham Herbert Friedmann'ın başkanlığında saygılarını sun-
maya gelen "United Jewish Appeal; jeıvish Study Mission" dan yüz otuz kişilik bir grubu
kabul etti. Bu grup, Papalık Temsilcisi Mons. Roncalli'nin savaş sırasında Yahudilere yapmış
olduğu yardımı andılar.
Papa buna Kutsal Kitap'taki Yusuf un öyküsünü anlatarak karşılık verdi. "Ben sizin
kardeşinizim. Kuşkusuz yalnız Eski Antlaşma'yı kabul edenlerle, buna Yasa ve yüce rehber
olarak yeni Antlaşmayı ekleyenler arasında büyük fark vardır. Ne var ki bu ayrım aynı kökten
gelen kardeş olma özelliğimizi ortadan kaldırmaz. Bizler aynı Baba'nın çocuklarıyız...
Baba'dan geliyoruz, Baba'ya dönmemiz gerekir.” 105

Papa XXIII. Jean, Papalık makamına seçildikten hemen sonra İsrail'in Hahambaşı Dr.
İsaac Halevy Herzog'tan tebrik telgrafı aldı.
Bu telgrafta, Papalık temsilciliği görevinde iken zulüm gören Yahudilere yardım ettiği
dile getiriliyordu: "Nazi canavarlıklarının kol gezdiği dönemde en yüce insani değerlere
gösterdiğiniz yüce inancınızı yeni ve önemli görevinizde de göstereceğinize inanıyoruz.” 106

Yunanistan’daki açlık kurbanı çocuklara yardım

28 Ekim 1940'ta Mussolini Yunanistan'ı Arnavutluk'tan işgal etmeye başladı. Güçlü


bir direnişle karşılaşan İtalyanlar geri püskürtüldü, Hitler İtalyanların yardımına koşmak
zorunda kaldı. Alman ordusu Yugoslavya'yı on gün içinde (8-18 Nisan 1941) böldükten sonra
Yunanistan'ı işgal etti. Müttefik donanması işgal kuvvetlerinin yiyecek ve silah gereksi-
nimlerinin karşılanmasını engellemek amacıyla çok sıkı bir yiyecek ambargosu uyguladı. Bu
korkunç kıtlık nedeniyle binlerce çocuk açlıktan öldü.

Savaşın meydana getirdiği ve Yunanistan'ı vuran trajedi, Mons. Roncalli'nin acıları


dindirmek konusundaki sonsuz şefkatini net bir biçimde ortaya koymasına yardımcı oldu. Ati-
na'ya dönmeden önce elinde bulunan parayı birçok kez Yunanistan'a giden papazlara verdi. 107

104
Mons. Georges Marovitch tarafından verilen bilgi: RAİ 3 ve RAİ Guibileo "İl Papa Buono", de
Luigi Bizarri.
105
V.U. Righi, Papa Govanni XXIII, op. cit., s. 197, not 11.
106
Informations catholiques internationales, op. cit., 15 Kasim 1958, no. 84, s. 8.
107
Romana Beatificationis et Canonizationis servi dei Johannis XXIII Papae, (25. XI. 1881- 3. VI.
1963), op. cit., s. 30. m. 47.

88
Masum çocukların ölümünden çok etkilenen Mons. Roncalli, 8 Temmuz 1941'de
yardım toplamak amacıyla Selanik'e gitti. 25 Temmuz'da Atina'ya vardığında "yaralılarla
dolu hastaneleri gezmeye başladı. Bu ziyaretleri sırasında İtalyan askeri papazları ona
şaşırtıcı bir sürpriz hazırladılar ve hastanelerde çok sayıdaki Bergamolu askeri gösterdiler.
Onlara destek olmaktan büyük bir memnuniyet duydu. Bu askerler arasında, 5 Şubat
saldırısında yaralanmış yeğenlerinden birine, kız kardeşi Assunta'nın oğluna rastladı.” 108

Mons. Roncalli Yunanistan'da 7 Ekim 1941'e kadar kaldı. İstanbul'da Noel vaazında109
kentin bütün kiliselerindeki müminlere hitaben verdiği vaazda Yunanistan'daki açlık kurbanı
çocuklar için ufak bir para yardımı yapılmasını istedi. 7.500 Türk lirası toplandı, bunun 5.000
lirası Osmanlı Bankası Müdürü M. Garelli'ye teslim edildi.

Mons. Roncalli, Papa adına Yunanistan'da sergilediği yardım ve hayır işleri konusunda
hazırladığı bir raporla bize bu konuda bilgi veriyor. Bu konuyla ilgili birkaç notu Mons. Del
Giorno'nun günü gününe yazılmış tarihsel olaylar defterinden alarak aktarıyoruz:

"Temmuz başında, açlık baş gösterdiğinde, Selanik'e gelen Mons. Roncalli, Filles de
Charité Tarikatı'na, Papa adına hayır işlerinde kullanılmak üzere 10.000 drahmi verdi.

108
L. Algesi, XXIII. Jean, op. cit., s. 177.
109
Mons. Roncalli'nin geceyarısı vaazından notlar. Archivio della fondazione Giovanni XXIII, Istituto
per le scienze religiose, Bologna. A. Melloni, Fra Istanbul Atene e la Guerra, la missione di A. G.
Roncalli (1935-1944), Marietti, Genova, 1992, s. 251-251, not 20.

89
İstanbul'u terk etmeden önce, çok sayıda Ortodoks Rum, Pangaltı'daki Temsilcilik
binasına gelip Yunanistan'daki akrabalarından bir haber almak istedi. Mons. Roncalli'ye
200'e yakın açık mektup verildi. Yunanistan'a vardığında bu mektupları Selanik'teki Filles de
Charité Tarikatı ve Atina'daki Sn. François Darmi aracılığıyla dağıttı. Mektup alıcıları, te-
şekkür etmek ve başka mesajlar iletmek üzere Atina'daki Papalık Temsilciliği'ne koştular.
İstanbul'da bu mektupların sayısı kısa süre içinde 20.000'e ulaştı, işgal kuvvetlerinin sıkı
kanunlarına ve sıkı kontrollerine rağmen Atina'dan bu mektuplara bir cevap alma güvencesi
vardı.
Değerli kişiler arasında İtalya'nın İstanbul Konsolosu Sn. Giuseppe Castruccio'yu
sayabiliriz. Bu hayır işinde Papalık temsilcisi tarafından kendisine emanet edilen mektupların
dışında İtalyan diplomasi kuryesiyle yiyecek içeren paketleri de Yunanistan'a ulaştırıyordu.

Papalık'tan gelen yardımlar resmi bir yardım komisyonuna gerek olmadan var olan
yerel örgütlere destek ve cesaret vererek Papalık temsilcisinin gözetiminde dağıtıldı:

- Bu türden örgütlerin birincisi Mons. Roncalli'nin 'bolluk dağı' dediği P. Richard


Lieble'in örgütüydü. Papa, önce sekiz yüz bin daha sonra da bir milyon drahmi
bağışta bulundu.
- Uluslararası Kızıl Haç ve İtalyan yetkililerin, sendikaların, kamu kuruluşlarının ve
belediyenin yardımı ile halka açık aşevleri kuruldu. 'İlahi Takdir Ocakları' adlı bu
örgüt daha sonra Mons. Georges Calavassy'nin temsil ettiği Papalık'a emanet
edildi.
27 Aralık 1941'de verilen günlük kumanya sayısı 4664'tü. 1942'nin Şubat başında
14 aşevi, 7960 kişilik kumanya, Mart ayında 19 yuva 16.899 kişilik kumanya, Ni-
sanda 17 aşevi ile 10.662 kumanya, Haziran ayında 19 aşevi ve 16.899 kumanya
ve Eylül ayında bu sayı 21 yuvaya ve günde 20.000'den fazla kişiye dağıtılan
kumanyaya çıktı. Kutsal Peder'in yardımı ve iyi bir organizasyonla, özellikle
onları harekete geçiren sevgi ruhu sayesinde İlahi Takdir Aşevleri takdir edildiler.
Mons. Roncalli, İtalyan yetkililerin nakliyat konusunda yardımcı olmaları için
araya girdi. 110
Alman-İtalyan işgalinden sonra Müttefiklerin ablukası çok sıkı oldu, savaştan çok
çekmiş olan halk bu defa açlık sorunu ile karşı karşıya kaldı. Mons. Roncalli yalnızca
yüreğinin sesine kulak vererek bütün Yunanistan'ın öncelikli ihtiyaçlarını karşılamak için
harekete geçti. Vatikan'ın aracılığıyla, Yunan halkının acil ihtiyaç maddelerine kavuşabilmesi
için İngilizleri deniz kontrollerini gevşetmeleri konusunda ikna etmeye çalıştı. 111

110
V. Del Giorno, Chroniques de la basilique du Saint-Esprit, op. cit., s. 1143 ve 1147.
111
XXIII. Jean'ın Papalık makamına çıkışından sonra "Yeni Papa'nın hayırseverliği, Papa XXIII.
Jean'ın işgal sırasında Yunanistan'da yaptığı yardım" başlıklı, bu olayları anlatan bir makale 30 Ekim
1958'de Atina'da çıkan Kathimerini gazetesinde yayımlandı. Yunan devlet adamlarının isteği üzerine
Mgr. Roncalli Vatikan'a başvurdu, hatta Roma'ya gitti ve Papalığı, Mütteffiklerden özellikle de
İngiltere'den Yunanistan'ı açlığa mahkum eden ambargonun gevşetilmesi konusunda girişimde
bulunması için ikna etti. Nitekim, kısa süre sonra yiyecekler gelmeye başladı, Kızıl Haç'ın halka çorba
dağıtan aşevleri, aynı şekilde İlahi Takdir Aşevleri adıyla bilinen Papalık Hayır İşleri çoğaldı.
Informations catholiques internationales, op. cit., 15 Kasım 1958, no. 84, s. 8.

90
Daha ilk anda imkansız gibi görünen bu girişim, temsilcinin kendisi tarafından İtalyan-
Alman komutanlığına kabul ettirilen koşullarda başarıya ulaştı. İlk buğday yüklü gemiler
geldiğinde, övgüleri beklemeden sıradan bir kişi gibi mutlu olarak İstanbul'a döndü. 112

Mons. Roncalli 1944'te yeniden Atina'ya döndü. Atina'nın mayınlanmış olduğu ve


Alman ordusunun kenti terk ederken havaya uçuracağı öğrenilince Mons. Calavassy bu haberi
Papalık temsilcisine iletti, o da Vatikan aracılığıyla Alman komutanı ve onun müttefikleriyle
zorlu görüşmelere girişti: Atina, eşsiz sanat ve tarihi mirası ve bütün insanlığa ait olması
nedeniyle açık kent ilan edildi. Atina üzerindeki bombardımanlara son verildi. 113 Mons.
Roncalli'nin bu kararın çıkmasında büyük rol oynadığını çok az kimse bilmektedir. Roncalli
bu konudaki çalışmasını şöyle özetliyor:

“Yunanistan'ın içinde bulunduğu o korkunç dönemde, Katolik Kilisesi'nin, Tanrı'nın


yardımıyla, görevine ve geleneğine layık, mükemmel bir şekilde organize olmuş ve layıkıyla
temsil edilmiş olduğunu söylemek haksızlık olmaz sanırım. Bizlere ilham veren, bizlere
yardım eden ve bizlere rehberlik eden Rab'bin önünde ve Papa'nın önünde: Servi inutiles su-
mus (Bizler yararsız kullarız) diyerek bunu doğrulamaktan dolayı mutluyum!” 114

112
Romano Beatificationis et canonizationis Servi Dei Johannis XXIII Papae, op. cit., s. 31, not 48.
113
Age.
114
L. Algesi, Jean XXIII, op.. cit., s. 182.

91
Türklerin daimi dostu

Flambeau 115 dergisinin Mart 1960 sayısı, XXIII. Jean'ın, Aziz Yuhanna Krisostomos
Günü nedeniyle Latin Katolik Cemaati'ne göndermiş olduğu tebrik telgrafını bildiriyordu.
Telgrafta, "Türk halkını daima seven" Papa'nın, eski Papalık Temsilcisi'nin Türkiye ile ilgili
özlemlerini dile getiren dilekleri dikkat çekiyor:
" BOĞAZ KIYILARINDA GEÇİRDİĞİMİZ TATLI ANILARIMIZ HALA AKLIMIZDA,
BU SÜRE İÇİNDE ÖZELLİKLE AZİZ YUHANNA KRİSOSTOMOS KÜLTÜ İLE AŞİNA
OLDUK, ONUN KORUMACILIĞI BİZE DAİMA EŞLİK EDECEK BU SEVGİLİ
YERLERE DAHA YOĞUN DUYGU VE DÜŞÜNCELERLE DÖNÜYORUZ, OYSA BU
ŞANLI DOKTORA, BU GÜNLERDE BOLCA İLAHİ LÜTUF, HIRISTİYANCA
YAŞAMIN GELİŞMESİNİ, HAVARİLİK İŞLERİNDE VERİMLİLİĞİ VE MUTLULUĞU
GETİRECEK ÖZEL VE HARARETLİ DUALAR YÜKSELTİYORUZ.
BABACA YÜREKLENDİRMELERİMİZ VE GÖKSEL MUTLU LÜTUF
DİLEKLERİMİZLE SİZE, RUHANÎLERE, RUHBAN OKULU ÖĞRENCİLERİNE,
KADIN VE ERKEKLERE, DİNİ TARİKATLARA, MÜMİNLERE TESELLİ VEREN BOL
TAKDİSİMİZİ İÇTEN GÖNDERİYORUZ, BUNA HER ZAMAN YÜREĞİMİZDE OLAN
TÜRK HALKININ MUTLULUĞUNU İSTEYEN DİLEKLERİMİZİ DE EKLİYORUZ."

Papa XXIII. Jean

Bu metnin içeriği hakkında Mons. Francesco Lardone'nin görüşlerini aktarıyoruz:

"Doğallığı, üslûbu ve içeriği ile Papa'nın bu şahane telgrafı bizi nasıl babaca bir
sevgi ile sevdiğini ve bizi tercih ettiğini gösteriyor.

Roma Sinod'una her gün gitmek zorunda olan Papa'nın bu uzun telegrafı, Papa'nın
kendi inisiyatifiyle yazılmış ve kendisi tarafından şahsen imzalanmış olarak beklenmedik bir
zamanda elimize ulaştı. Bu mütevazı davranışı, canlılığı ile Papa bize Kendi sürüsünün bu
115
Le Flambeau, op. cit., Mart 1960, no.3, s.2.

92
ufacık bölümünü nasıl düşündüğünü gösteriyor ve bizi Bütün Hıristiyanlık önünde
onurlandırıyor. Telgrafın üslûbu Papa'nın sevmiş olduğu bu Topraklara olan nostaljisini belli
ediyor. Papa telgrafta bize, Türk halkına, ayrıca Petrus'un makamına yükselerek yeniden
çobanı olduğu sürüsüne karşı duyduğu samimi duygularını dile getiriyor (...). Papa'nın
anılarında, dileklerinde, yüreklendirme ve takdis konusunda hiç kimseyi unutmamış olduğunu
görmek insanı gerçekten duygulandırıyor: Ruhanileri, ruhban okulu öğrencilerine kadar,
rahip ve rahibelerden müminlere kadar. Mesajının sonuna, HER ZAMAN KALBİNDE YER
ALAN TÜRK HALKININ MUTLULUK DİLEKLERİNİ EKLEMESİ ne kadar etkileyici.
Papa'nın Türkiye'yi terk etmesinin üzerinden on beş yıl geçmesine rağmen bu sevgiyi hala o
büyük yüreğinde taşıyor.(…) 116

***

Papa XXIII. Jean 4 Kasım 1960'ta Papalık makamına çıkışının ikinci yıldönümünü
kutluyordu. Mons. Francesco Lardone bu vesile ile Papa'ya İstanbul Latin Katolik Cemaati
adına bir tebrik telgrafı çekti. Kardinal Tardini, XXIII. Jean adına aşağıdaki yanıtı
gönderiyordu:

116
Age.

93
"Pek muhterem Ekselanslarına, ruhanilere, ruhban okulu öğrencilerine, dini tarikatlara
ve müminlere, Papa takdisi ile birlikte bu yıl nedeniyle sunduğunuz dua ve dilekleriniz için
minnetini ifade ederken her zaman kalbinde olan Türk halkına mutluluk dileklerini ekler.” 117
Kardinal Tardini

Yukarda içeriklerini aktardığımız bu iki telgraf, Papa XXIII. Jean olan Mons.
Roncalli’nin Türk halkına karşı duyduğu dostluk duygularının değişmediğini gösterir: “ Her
zaman sevdiği Türk halkı” ile Papa’yı ayıran zaman ve mekana karşın.

Vatikan ile Türkiye arasındaki diplomatik ilişkiler sorumlusu

Mons. Roncalli İstanbul’da Papalık Temsilcisi olarak kaldığı on yıl boyunca Türk
hükümet çevrelerinde Papalığa karşı bir dostluk havası yaratmıştı. Bu iyi ilişkiler sonucunda,
Başbakan Adnan Menderes, 30 Ocak 1955'te Papa XII. Pius'u Vatikan'da ziyaret etti. Bu
ziyaret iki devlet arasındaki ilişkileri hazırlama niteliğinde olsa da, bu ilişkilerin süreklilik
kazanması ancak Papa XXIII. Jean zamanında gerçekleşti.

117
Le Flambeau, "Nouvelles du Vicariat" Marsel Linguri, Istanbul, Aralık 1960, no. 10, s. 14

94
Dışişleri Bakanı Fatih Rüştü Zorlu, XXIII. Jean'ın Papa seçilişini bildiren 29 Ekim
1958 tarihli mektuba, 6 Kasım 1958'de şu ifadelerle cevap veriyordu: "(...) Papa Hazretleri'
nin eskiden Papalık Temsilcisi olarak Katolik Kilisesi'ni temsilen bulunduğu Türkiye'yi çok iyi
tanıdığını bilmek beni mutlu ediyor. Ayrıca Papalık makamında bir Türk dostunun bulunması
da benim için çok sevindirici.”

***

Türkiye Cumhuriyeti Cumhurbaşkanı Celal Bayar, 11 Haziran 1959 Perşembe günü


yeni Papa XXIII. Jean’ı ziyaret etmekte gecikmedi. Bu görüşme, eski Papalık Temsilcisi’nin
İstanbul anılarını yad etmesi, Türk halkına olan yakınlığını belirtmesi ve Hıristiyan dualarının
Türkçe yapılmasında ısrar etmesi için bir vesile oldu:
“Sayın Başkan, bu ziyaretiniz bizim için çok memnuniyet vericidir. On yıl boyunca
İstanbul ve Türkiye'de yaşadıktan sonra, bizim durumumuzda olduğu gibi, öylesine zengin,
öylesine büyüleyici izlenimler edindik ki! Bu izlenimler her şeyden önce, Yaratıcı'nın
vatanınıza vermek lütfunda bulunduğu doğal güzelliklerdi. Çoğu zaman Türkiye'nin çeşitli
bölgelerine, ünlü Boğaz, İzmir, Bursa, Marmara adaları gibi sit alanlarına yaptığımız
ziyaretler hala aklımızdadır... Onları görme mutluluğuna erişmiş belleklerden silinmeyecek
ne büyüleyici manzaralar! Yalnız eşsiz Aya Sofya'nın adı bile yüz yıllar boyunca toprağınızda
birikmiş kültür ve sanat hazinelerini kafamızda canlandırmaya yetiyor. (...)
Ekselanslarının Vatikan'a yapmış olduğu ziyaret, Başbakan Menderes'in bizim
ölümsüz selefimiz Papa XII. Pius'a yapmış olduğu ziyaretin bir devamı niteliğindedir, bu
ziyaret gözümüzde Türkiye Cumhuriyeti'nin Papalığa olan samimi duygularını
göstermektedir. Bu duygular karşılıklıdır, bunu belirtmek de bizleri memnun etmektedir.
Katolik azınlığın Cumhuriyete olan bağlılığı konusunda Ekselanslarına garanti
vermekten memnunuz, Katoliklerin dini inançları meşru iktidara en derin saygıyı göstermeyi
gerektirir. Evlatlarımız uzun süreden beri Türkiye'de eğitim ve hayır işlerinde, okullarda,
hastanelerde, hizmet işlerinde çalışmaktadırlar; halkın gerçek iyiliğini ve hizmet etmeyi
yürekten ister, ülkenin mutluluğu ve refahı için kendilerine düşeni yapmaktan onur duyarlar.

Sayın Başkan, ulusunuz, 1935'ten günümüze dek çeyrek yüzyılda ne büyük ilerleme
kaydetti!

Ankara'da o zamanki Dışişleri Müsteşarı (Numan Menemencioğlu) ile son derece iç-
ten ve samimi olmakla beraber resmi olmayan ilk karşılaşmamızı, daha sonra Paris'te
buluşmamızı ve yaklaşık on yıl süren samimi dostluğumuzu büyük bir zevkle anımsatmamıza
izin verin. Gördüğünüz gibi gözden ırak ama gönüle yakın bir şekilde Türkiye'yle samimiyetle
ilgilenmeye devam ediyoruz.

Kilise'ye Latince'nin yanında, insan ilişkilerinin evrensel birliğinde yenilenmiş olarak


yerini almış, çağdaş zamanda anlaşılmanın birinci şartı olarak gördüğümüz Türkçe dilini
sokmaktan (İncil'in Türkçe okunması gibi) daima gerçek bir sevinç duyuyoruz.

İşte bu türden tavırlarla, aynı şekilde olumlu ve etkili başka tavırları dışlamadan
insanla insan, ulusla ulus, halkla halk arasında uyuşma ve görüşme gerçekleşir. Yeryüzündeki
insanları sevgili oğulları olarak gören Her şeye Kadir Tanrı'nın gözleri önünde insan
kardeşliğini, insanlar arası barışı ve karşılıklı anlayışı işte böyle geliştirebiliriz.

95
Hayatın ve tarihin çelişik durumları arasından, insanlar ve halklar Yaradanın
kendilerini gerçek uygarlığa ve barışa doğru götürmek amacıyla farklı yaratmasından dolayı
mutluluk duyarlar.
Sayın Türkiye Cumhuriyeti Cumhurbaşkanı, sizi, burada, Roma ve Vatikan’da
selamlamaktan duyduğumuz mutluluğu bir kez daha tekrarlıyoruz.

Türkiye’de bulunduğunuz sırada yolculuğa çıkan ya da yolculuk etmekte olan kişilere


söylenen güzel bir deyiş öğrenmiştik: Tanrı seni korusun, yolunda güller açsın!

Yüce ziyaretinizin bizde yarattığı mutluluğu taçlandırmak, Boğaz’ın yeşil kıyılarında


ve Anadolu’nun engin yaylalarında uzun süre kalışımızın tatlı anılarını yeniden yad etmek
için o zamanlar öğrenmiş olduğumuz ve orada yaşayan Hıristiyanlara söylettiğimiz
yakarışları izninizle, size ana dilinizde bir kez daha söylemek istiyoruz.

Tanrı mübarek olsun!


Onun aziz adı mübarek olsun!"

Papa Hazretleri, Türkiye’ye karşı duyduğu sempatisini belirtmek amacıyla


konuşmasını birkaç Türkçe sözcükle noktaladı:

“Allah’tan, Türk Milletini Muhafaza etmesini diler, gerek halkı, gerekse devletin idare
makamında bulunan büyüklerini takdis etmesini bütün kalbimizle arzu ederiz.” 118

***

Bu ziyaretin ardından dostluk ilişkilerini pekiştirmek amacıyla Vatikan ile Türkiye


karşılıklı olarak resmi diplomatik temsilcilikler kurulmasına karar verdiler. 26 Mart 1960' ta
İstanbul'daki Papalık Temsilcisi Mons. Francesco Lardone elçi olarak atanınca, güven
mektubunu Türkiye Cumhuriyeti Cumhurbaşkanı Celal Bayar'a sundu. Türkiye'deki Vatikan
Elçiliğinin açılması 29 Şubat 1960 tarihli kararnameyle kabul edildi.

Sayın Nureddin Vergin de Türkiye'nin Vatikan'daki ilk büyükelçisi olarak 11 Nisan


1960 günü, Papa XXIII. Jean'a güven mektubunu sunuyordu.

Büyükelçi güven mektubunu sunarken yaptığı konuşmada, "Büyükelçilik görevine atanmış


olmaktan ve Türkiye'nin uzun yıllar topraklarında konuk ettiği ve çok iyi izlenimler edindiği
böylesine yüce ve önemli bir şahsiyetin yanında ülkesini temsil etmek şerefine nail olmaktan
son derece duygulandığını ve bunun tamamen bilincinde olduğunu belirtmiştir". 119Görevini
elinden geldiğince, en iyi şekilde yerine getireceğine dair güvence verdikten sonra,

118
Acta Apostolicae Sedis, Commentarium Officiale, Annus LI, Séries III, cilt I, Typis Polyglottis
Vaticanis, 1959, s. 427-429.
119
L. Biskubski, L'origine et l'historique de la représentation officielle du Saint-Siège en Turquie
(1204-1967), édite par l'auteur, Istanbul, 1968, s. 231.

96
Ekselansları Nureddin Vergin, görevini yerine getirme konusunda kendisine yardımcı olması
için Papa'nın teveccühüne ve korumacılığına sığındığını belirtiyordu. 120

Kutsal Peder’in verdiği yanıtı aktarıyoruz:

“Sayın Büyükelçi,
Ziyaretiniz kalbimizi sevinçle doldurmuştur. Öncelikle güçlü ve ateşli şahsiyetiniz
nedeniyle tam bir beyefendiye yakışır bir şekilde Avrupa’nın belli başlı başkentlerinde sevgili
vatanınızı yüce ve değişik diplomatik görevlerde resmen temsil etmeye layık görüldünüz.
Öylesine ki, Vatikan’a engin tecrübelerinizle dolu olarak gelmiş bulunuyorsunuz.

Sizi, bütün Hıristiyanlığın başında bulunan Papa’nın nezdinde ilk Türkiye Büyükelçisi
olarak selamlamaktan mutluluk duyuyoruz. Bunlar şahsiyetinizi acizane sözcüklerdir, ne var
ki bunları söyleyen kişi bu sözlerin dünyanın en ücra köşelerinde çok memnuniyet verici
yankılar uyandıracağından kuşku duymamaktadır.

Burada, Vatikan’ın dingin havasında halkların içinde bulunduğu maddi düzenin


getirdiği çalkantılı ortamı bulamayacaksınız.: Mali sıkıntılar, güç ilişkileri, silahlanma,
saldırı ve savunma bölükleri; tersine burada insanlar arası kardeşliği ve toplumsal barış
kaygısını bulacaksınız.

Bunlar vatanınızda on yıl yaşayan, uluslar arasında gerçek barışı kurmayı amaçlayan
aktif bir işbirliğine hazır ve soylu gelecek vadeden yeni bir gençlik olmaya doğru yönelen
vatanınızın değerli çocuklarına büyük bir sempati ve sevgi besleyen kişinin size sözü ve
güvencelerdir.

Türkiye’de dindarca ifadeyle, bağışlayıcı ve Esirgeyici olarak nitelendirilen Rab,


ülkenize ve dünyada hakikat, adalet ve barış konusunda dinsel arayış için ortak bir noktada
birleşmiş bütün ülkelere nurundan dağıtsın.121

120
Age., s. 231.
121
S.E. Mons. Loris Capovilla tarafindanl 1 Şubat 2000 tarihli mektupla iletilen belge.

97
 

***

II. Vatikan Konsili'nin açlş nedeniyle Türkiye Touring Club Başkan ve Papa'nn
dostu Reşid Saffet Atabinen'in mutlu girişimiyle, Türk Hükümeti, Papa XXIII. Jean Haz-
retleri' ne ilk Konsüllerin yapldğ Efes ve İznik'e özel bir heyet göndermesi için bir teklifte
bulundu.

Vatikan heyetinin Romal üyeleri122 3 Ekim 1962’de İstanbul havaalanna gece geç
vakitte indikten sonra, İstanbul Latin Episkoposluğu Temsilcisi peder Carotenuto ve Yunan
Katolik Temsilcisi Peder Caloyeras, Vatikan Elçilik Sözcüsü Pierre Çalyan tarafndan
karşlandlar.

Ertesi gün, 4 Ekim'de Vatikan heyetinin tüm üyeleri Vatikan'n Türkiye Büyükelçisi
Ekselanslar Mons. Francesco Lardone ve iki elçilik mensubu Mons. Belloti ve Mons. Del Gi-
orno ile birlikte resmi ziyaretlere başladlar. Türkiye Cumhurbaşkan Cemal Gürsel tarafndan
kabul edilen Vatikan heyeti, Cumhurbaşkanna Papa'nn özel mesajn ve Papa XXIII. Jean
Hazretleri'nin Papalk makamna çkşnn dördüncü yl münasebetiyle baslan an
madalyonlarndan üç tanesini takdim etti. Basn ve Turizm Bakanlğ ve Vatikan
Büyükelçiliği tarafndan heyet üyeleri şerefine gösterişli resepsiyonlar düzenlendi.

                                                            
122
"Mons. Oddone Tacoli, Mons. Giuseppe de Marchi, Mons. Agostino de Biagio, Mons. Michele
Onofri, Mons. Silvio Luoni, Peder Vincenzo Monachino, Peder Jean Krajkar", Le Flambeau, op. cit.,
Kasm 1962, no. 9, s. 14.
 

98
6 Ekim’de Vatikan heyeti İzmir ve Efes’e gitmek üzere başkentten ayrılıyordu.
Meryem Ana Evi’nde ve Havari Yuhanna ile Konsil Bazilikaların’da İzmir
Başepiskoposu’nun yönettiği dini ayinler yapıldı. 9 Ekim’de iki ökümenik Konsil’e ev
sahipliği yapmış (325 ve 787) İznik’i ziyaret ettiler. Öğleden sonra yine özel bir uçakla
İstanbul'a geri döndüler. Heyet üyeleri akşam üzeri Pangaltı'daki elçilik binasında düzenlenen
özel bir toplantıda kentin papazlarını kabul ettiler.

10 Ekim'de İstanbul Valisi'ni ve Belediye Başkanı'nı ziyaret ettiler. Aynı gün Papa'nın
yakın dostu Reşid Saffet Atabinen, heyet üyeleri şerefine Beşiktaş'taki köşkünde bir re-
sepsiyon veriyordu.

11 Ekim 1962 tarihli II. Vatikan Konsili'nin açılış gününde Papalık heyeti Saint-Esprit
Katedrali'nde Ekselansları Mons. Lardone tarafından yönetilen ayine katılıyordu. Türkiye'deki
Cizvitlerin başkanı Peder Pasty, yalnız Kilise ve bütün Hıristiyanlık için değil, dünyada hangi
dine ve etnik kökene ait olurlarsa olsunlar tüm iyi niyetli insanlar için II. Vatikan Konsili gibi
tarihi bir olayın önemi üzerine bir vaaz verdi. Protokol Başkanı Sn. Feridun Baysan bu dini
törene katılmıştı.

Ertesi gün Vatikan heyeti hükümet yetkililerinin nazik ve sıcak ilgisinden çok
etkilenerek minnettarlıklarını ifade etmişlerdir. Türkiye Cumhurbaşkanı'na gönderdikleri bir
telgrafla "gerek asil Türk Ulusuna gerekse Şahıslarına en içten mutluluk dileklerini123
sunuyorlardı.

***

20 Mart 1963 Çarşamba günü Türkiye Cumhuriyeti Dışişleri Bakanı Feridun Cemal
Erkin, Papa XXIII. Jean tarafından kabul ediliyordu. Papa'nın kabul sırasında söylediği yine
İstanbul anılarıyla dolu sözleri aktarıyoruz:

"Sayın Başkan,

Bugün Türkiye Cumhuriyeti Dışişleri Bakanı'nı Vatikan'da kabul etmekten özel bir
memnuniyet duyuyoruz. Ekselansları, gerçekten bizi o güzel vatanına bağlayan eski ve unutul-
maz bağlardan habersiz değildir.
Yemyeşil Boğaz kıyılarını anmak, gördüğümüz nezaket dolu konukseverliği yeniden
yaşamak demektir; İkinci Dünya Savaşı öncesindeki kargaşa yılları boyunca art arda yapılan
serinkanlı ve barışçıl bir dizi görüşmeyi aklımıza getirmek elemektir.
İkinci Dünya Savaşı ilan edilince Türkiye silahlı çatışmaların dışında bulunuyordu ve
böyle kalmaya niyetliydi. Türkiye bu tutumu sayesinde, savaş mağduru ailelere yardım ko-
nusunda ve bu büyük felaketin onca kurbanının çıkarlarını koruma konusunda faal rol
oynamıştır, bu da anılmaya değerdir.
Burada ayrıca İkinci Vatikan Konsili'nin Açılışı nedeniyle, ülkenizin onur duyacağı,
Türk Hükümeti'nin yapmış olduğu jestten söz etmek istiyoruz: Bir Papalık heyeti, Hıristiyan

123
Age., s. 14-16.

99
dünya için son derece değerli olan İlk dört Konsilin yapıldığı yerleri, İznik, İstanbul, Efes ve
Kadıköy'ü ziyaret etmeleri için davet edilmişlerdir.
Ekselanslarının önünde Papa'nın bu inisiyatifi ne kadar takdir ettiğini burada
yinelemeye gerek yok. Türk Hükümeti bu davranışını bir bakıma tamamlamak için özel anı
pulları bastı; bu da normal nezaket sınırlarının çok ötesinde anlamlı bir jestti.
Avrupa ve Asya gibi İki kıta arasında yer alan ve üçüncüsüne, yani Afrika kıtasına da
açık olan ülkeniz uluslararası planda her seviyedeki görüşmelere özellikle elverişlidir. Geliş-
mekte olan ulusların yararına, halkların anlaşması için yapılacak her şeye katkıda bulunmaya
hazır olduğunu biliyoruz. Her şeye Kadir'in yardımıyla, bugünkü ve yarınki dünyada barışı
sağlamlaştırmaya ve onun hayırsever yayılmasına kendi açısından katkıda bulunmasını
diliyoruz. 124

Dışişleri Bakanı gördüğü kabulden dolayı minnet duygularını ifade ettikten sonra şu
açıklamada bulundu: "Türkiye'de Papa'ya karşı duyulan saygı ve sevgi büyümektedir, çünkü
Papa'nın on yılını geçirdiği bu ülke halkının ruhunu gerçekten anladığı bilinmekte. Türk
Hükümeti II. Vatikan Konsili'nin açılışı nedeniyle Katolik Kilisesi'ne saygılarını sunmuş ve
Papa'nın barışla ilgili sözlerine çok duyarlılık göstermiştir." Sayın Bakan, Papa Hazretleri'ne
Türkiye'nin barış yolunda kalacağına dair güven vermiştir. 125

XXIII. Jean, Dışişleri bakanı Feridun Cemal Erkin’e ve yanındakilere verdiği çeşitli
madalyonların yanı sıra, Türkiye Cumhurbaşkanı’na Saint-Ange şatosunu, arka planda da
Vatikan Bazilikasını tasvir eden bir mozaik ile Mater et Magrista genelgesinin anısına
çıkarılmış altından, gümüşten ve bronzdan madalyonları armağan etti. Sayın Bakan da
Papa’ya Türkiye Cumhurbaşkanı’nın armağanı olan gümüşten bir sofra takımı teslim etti.126

124
S.E. Mgr. Loris Capovilla tarafından 11 Şubat 2000 tarihli mektupla iletilen belge.
125
Le Flambeau, op. cit., Mayıs 1963, No. 5, s. 14.
126
Age.

100
Papa Roncalli: Ölçek Sokak’ın Yeni Adı

10 Aralık 2000 günü, sivil ve dinsel yetkililerin huzurunda, eski adı Cedidiye olan
Ölçek Sokak’a yeni bir ad verildi. Bu karar 10 Ekim 2000 günü, Şişli Belediye Meclisinin
tüm üyelerinin hazır bulunduğu bir toplantıda, oybirliğiyle alınmıştı. İçten bir dostluğu
simgeleyen bu tavrından dolayı, Belediye Başkanı Mustafa Sarıgül’e saygılarımızı sunuyoruz.

101
Bu sokak bundan böyle, 1935’ten 1944’e kadar yaklaşık on yıl boyunca ağırladığı, papanın
gayri resmi temsilcisi ve İstanbul Latin cemaatinin önderi olan Türk dostu ünlü konuğunun
anısına, “ Papa Roncalli” adını taşıyacak. Tören, Türkiye Cumhuriyeti Kültür Bakanlığı
tarafından 23. Jean’in onuruna düzenlenen, 8-10 Aralık 2000 tarihleri arasında yapılan
kutlamalar çerçevesinde gerçekleştirildi.

Monsenyör Roncalli’nin kaldığı ve bugün papalık Büyükelçiliği olarak hizmet veren


bina, monsenyör Hilléreau tarafından 1840 yılında, yeşil tepeleriyle bir mesire yeri olan,
merkezden uzaktaki ıssız bir bölgede inşa ettirildi. Küçük Taksim’in ötesinde yer alan o
zamanki adı İcadiye olan bu bölge, 1860 civarında, burada bir kahvehane işleten Giovanni
Battista Pancaldi’nin adından ötürü “Pangaltı” adını aldı. 1842 yılında Monsenyör Hilléreau,
kentin bu bölgesinde, eski Ermeni mezarlığının tam karşısında ve Surp Agop Hastanesi’yle
bugünkü Düşkünler Evi’nin hemen hemen ortasında yer alan 2 bin piklik 127bir araziyi 40 bin
kuruş karşılığında satın aldı.
127
1 mimar piki 75.8 cm’dir.

102
İşte bu arazide, 1845 yılında yeni Saint – Esprit Kilisesi’nin ve kiliseye bağlı papaz
evini inşaatını başlattı. Monsenyör Hilléreau, bu ilk arazinin ardından, 11.128 piklik başka bir
araziyi, 123.685 kuruş bedelle satın aldı.

1849’da, bu yeni arazinin kuzey köşesinde Cedidiye ve Cebel (Cebel Topu Sokak)
sokaklarının kesiştiği noktada, 232.610 kuruşa taş bir ev yaptırdı (bugünkü Vatikan
Temsilciliği). Bina, 1854’ten 1857’e kadar, Louis Nicod adında birine kiralandı.

Monsenyör Hilléreau, Sainr-Esprit Kilisesi’nin inşaatı sırasında, papanın gayri resmi


temsilciliğini de aynı semte kurmaya karar vermişti. Bu amaçla kilisenin önüne, Pangaltı
Caddesi’ne (Cumhuriyet Caddesi), episkoposluk sarayı, kançılarya ve papaz okulu olarak
kullanılmak üzere büyük bir bina diktirdi. Öte yandan, Pera’daki Sainte-Trinité Kilisesi’nin ek
binası olan kendi konutu da, artık gereksinimleri karşılayamaz olmuştu.

1846’da Monsenyör Hilléreau, Saint-Esprit Katedrali’nin yakınlarına yerleşti; daha


önce de belirtildiği gibi, o dönemde Katedral diğer kiliselerin bulunduğu kent merkezinden
uzaktaydı. Üstelik kışın yollar kullanılmaz hale geliyordu; yazınsa, papanın temsilcisinin yeni
konutunu ziyaret etmek “son derece sıcak” bir işti. Sonuç olarak, Monsenyör Hilléreau’nun
müritlerinden bu kadar uzakta olmasına herkes sızlanıyordu. Bu şikayetlerin sonucunda,
Propaganda Birliği, naipten Pera’ya dönmesini rica etti. O da kendisinden istenileni yaparak,
1835’te ölmesinden birkaç ay önce, 1854 yılında açılan Saint-Nom-de-Jésus Kilisesi’nin
yakınındaki yeni konuta yerleşti. Pangaltı’daki bina, aziz Vincent de Paul tarikatının
rahibelerine kiralandı; Galata’daki yatılı okullarını buraya taşıdılar (14 Nisan 1855); bir yıl
sonra binayı Notre –Dame de Sion rahibelerine bıraktılar.

5 haziran 1870 tarihinde çıkan ve Pera’nın yarısını harap eden yangın sırasında, Saint-
Jean Chrysostome Kilisesi ile, papanın gayri resmi temsilcisi Monsenyör Pluym’ün bitişikteki
evi de kül oldu. Beklenmedik bir anda evsiz kalan Monsenyör Pluym, 1849 yılında
Monsenyör Hilléreau tarafından yaptırılmış olan taş eve yerleşmeye kara verdi. Böylece
1870’ten itibaren bina, papalığın gayri resmi temsilcilik heyetinin merkezi haline geldi ve bu
1960’da Vatikan ve Türkiye’nin karşılıklı olarak resmi diplomatik temsilcilikler kurmaya kara
vermesine kadar sürdü. Geçici papalık elçiliğine atanan Monsenyör Francesco Lardone
Ankara’ya yerleşti; Türkiye’ni Vatikan’daki ilk elçisi olan M. Nureddin Vergin de, 11 Nisan
1960’ta papa 23. Jean’a güven mektubunu sundu.

103
Cedidiye Sokağı, daha sonraki adıyla Ölçek Sokak şimdiki adıyla Papa Roncalli
Sokağı 67 numarada bulunan papalık heyetinin binası, Monsenyör Rotelli’nin vekilliği
sırasında büyütüldü. Monsenyör Rotelli, 21 Eylül 1886 tarihli mektubuyla, Pera VI. Belediye
Dairesi başkanı olan Blak bey’den, konutuna yeni bir kanat eklemek için izin istiyordu.

Geleceğin Papa 23. Johannes’i olan Monsenyör Roncalli, 5 Ocak 1935’te Boğaziçi
kıyılarına geliyordu: 23 Aralık 1944’e kadar da orada kalacaktı. Altmış yaşına girmesi
nedeniyle kendisine yüklü bir miktar para verildi; o da bunun büyük bir bölümünü, son olarak
Monsenyör Rotelli zamanında elden geçmiş olan Papalık Temsilciliği binasının onarımında
kullandı. Monsenyör Roncalli tarafından gerçekleştirilen bu restorasyona, temsilcilikte
yaşadığı günlere ilişkin anı plaketinde yer verilmiştir. 128 Plaketin üzerindeki yazının
Latinceden çevirisi şöyledir;

128
Papa 23. Johannes’in İstanbul’da kaldığı on yıl ve plaketin yerine konuluş öyküsü için bkz.
Rinaldo Marmara, “Türk Dostu” olarak tanınan Papa 23. Johannes Aziz İlan Ediliyor” Toplumsal
Tarih, no.80 (Ağustos 2000).

104
Kutlu 23. Jean adıyla
Şu anda Katolik kilisesini yöneten
Melek ruhlu Giuseppe Roncalli 1935’in başından 1944’ün sonuna dek
Türkiye’de papalığı temsil ettiği
On yıl boyunca
Bu binada yaşadı ve masraflarını kendi cebinden karşılayarak binayı yeniletti
Onu yüksek erdemiyle yüceltti
Dindar, ihtiyatlı, sevcendi,
Hem kilise içinde, hem de kilise dışında, sözleri ve girişimleriyle
kutsal din ateşini körükledi.
Papalığın şanını yükseltti.
Böyle önemli bir anıyı korumak için
Bu taş buraya konuldu
Yıl 1960

Papa Roncalli’nin Türk halkına duyduğu dostluk nasıl sınırları aştıysa, Türk halkının
bu papaya duyduğu dostluk da zamanı aşmıştır. Papa Roncalli’nin kilise tarafında kutsal kişi
ilan edilmesi sırasında hazır bulunan Kültür Bakanı İstemihan Talay ve eski Çevre Bakanı,
Papa 23. Jean onuruna yapılan kutlamaları düzenleyen komitenin başkanı İmren Aykut
nezdinde Türk halkı, Papa Roncalli’ye duyduğu dostluğu anlatmak üzere yayımlanan çok dilli
kitap ile Kardinal Paul Poupard’ın katılımıyla aralık ayı başında yapılan kutlamalar da, gene
bu dostluğun işaretleridir. Ölçek Sokak’ın adının değişmesi, bu kültürel etkinliklerin can alıcı
noktasını oluşturmuştur.

105
Papa Roncalli’nin yaşadığı sokak, bundan böyle onun adını taşıyacak. Bu açık işaret,
23. Johanes’in çok önem verdiği, Türk geleneğinde de derinlere kök salmış olan “evrensel
kardeşlik” mantığında yankısını bulan bu karşılıklı dostluğun anısı ve anlamlı tanığı olarak
yaşayacaktır.

106
« PAPA RONCALI »
Nouveau nom de la rue Ölçek

« PAPA RONCALI »
Nouveau nom de la rue Ölçek

107
Le 10 décembre prochain [2000] sera inauguré, en présence des autorités civiles et
religieuses, le nouveau nom de la rue Ölçek, anciennement Djédidié. Cette décision a été
prise à l’unanimité le 10 octobre [2000], lors de la séance plénière du Conseil municipal
de la mairie de Şişli. Nous tenons à rendre hommage à Monsieur le maire Mustafa Sarıgül
pour cet acte symbolique d’une amitié reconnue. Désormais, cette rue portera le nom de
« Papa Roncalli » en souvenir de son hôte célèbre, ami des Turcs, qui l’habita une
décennie durant, de 1935 à 1944, en tant que délégué apostolique et administrateur du
Vicariat latin d’Istanbul. Cette cérémonie s’inscrit dans le cadre des célebrations
organisées du 8 au 10 décembre 2000 par le ministère de la Culture de la République de
Turquie en l’honneur de Jean XXIII.

L’immeuble de la délégation apostolique où séjorna Mgr Roncalli, aujourd’hui


nonciature, fut construit par Mgr Hilléreau en 1849, loin du centre, dans une contrée
désertique où l’on venait pour se promener dans ses vertes collines, qui plus tard, vers
1860, prit le toponyme de « Pancaldi » du nom de Giovanni Battista Pancaldi, un italien
de Bologne, qui tenait une auberge ou une brasserie dans cette région située au delà du
Küçük Taksim, appelée alors Icadiye. En 1842, Mgr Hilléreau fit l’acquistion pour la
somme de 40.000 piastres d’un terrain de 2.000 pics situé dans cette région de la ville, en
face de l’ancien cimetière arménien et presque à égale distance entre l’hopital Surp Agop
et l’Artigiana (actuel Düşkünler Evi). C’est sur ce terrain qu’il entreprit, en 1845, les
travaux de construction de la nouvelle église Saint-Esprit et de son presbytère. Derrière ce
premier terrain, Mgr Hilléreau en acheta un second de 11.128 pics, au prix de 123.685

108
piastres. En 1849, à l’angle nord de ce nouveau terrain, à l’intersection des rues Djédidé et
Djebel (Cebel Topu sokak), il fit construire une maison en pierre (l’actuelle nonciature)
qui coûta 232.610 piastres. Cette b ȃti sse fut louée, de 1854 à 1857, à un certain Louis
Nicod. Lors de la construction de l’église Saint-Esprit, Mgr Hilléreau avait décidé
d’établir la résidence du vicaire apostolique dans ce même quartier. C’est dans ce but qu’il
fit construire devant l’église, sur la grande rue Pancaldi (Cumhuriyet caddesi), un corps de
logis destiné à abriter le palais épiscopal, la chancellerie et le séminaire. En effet, sa
résidence annexe à l’église Sainte-Trinité à Péra, ne correspondait plus aux obligations de
sa charge. En 1846, Mgr Hilléreau s’installa auprès de la nouvelle cathédrale Saint-Esprit
située à cette époque, comme on vient de le dire, loin du centre-ville où se trouvaient les
anciennes paroisses. De plus, en hiver les routes étaient impraticables et en été une visite à
la nouvelle résidence du vicaire était une « très chaude entreprise ». En conséquence, tout
le monde se plaignait de voir Mgr Hilléreau si loin de son troupeau. Suite à ces
réclamations, la Propagande pria le vicaire de retourner à Péra. Et c’est ce qui’il fit
quelques mois avant sa mort, survenue en 1855, en s’établissant dans la nouvelle
résidence auprès de l’église Saint-Nom-de-Jésus inaugurée en novembre 1854.
L’immeuble de Pancaldi fut loué aux Filles de la Charité qui installèrent leur pensionnat
de Galata (14 avril 1855), pour le céder un an plus tard aux Sœurs de Notre-Dame de
Sion. Lors de l’incendie du 5 juin 1870 qui détruisit la moitié de Péra, l’église saint-jean
Chrysostome et la résidence attenante du vicaire apostolique Mgr Pluym furent réduites en
cendres. Resté ainsi à l’improviste sans toit, Mgr Pluym décida de s’établir dans la maison
en pierre construite jadis par Mgr Hilléreau en 1849. Ainsi, à partir de 1870, cet immeuble
devint le siège de la délégation apostolique et cela jusqu’en 1960, date où le Vatican et la
Turquie décidèrent réciproquement l’établissement de représentants diplomatiques
officiels.

Mgr Francesco Lardone, nommé internonce, s’établit à Ankara, et le premier


ambassadeur de Turquie auprés du Vatican, M. Nureddin Vergin, présenta, le 11 avril
1960, ses lettres de créance au pape Jean XXIII. L’immeuble de la délégation apostolique,
sis au numéro 67 de la rue Djédidié (Ölçek sokak), la nouvelle rue « Papa Roncalli », fut
agrandi pendant le vicariat de Mgr Rotelli. Ce dernier, par sa lettre du 21 septembre1886,
demandait à M. Blacque Bey, président de la municipalité du VI. Cercle de Péra,
l’autorisation d’ajouter une nouvelle aile à sa résidence. Le 5 janvier 1935, Mgr Roncalli,
le futur pape Jean XXXIII, arrivait sur les rives du Bosphore pour y rester jusqu’au 23
décembre 1944. A l’occasion de ses soixante ans il reçut une grosse somme d’argent
personnel qu’il employa en bonne partie à la restauration de la délégation apostolique dont
les derniers travaux dataient du temps de Mgr Rotelli. Cette nouvelle rénovation effectuée
avec beaucoup de goût par Mgr Roncalli, est signalée sur la plaque commémorative qui
évoque son sejour à la délégation. Lors de l’inauguration de cette plaque, en 1960, la ville
d’Istanbul était en état de siège et toute réunion, même privée, était interdite. Mgr Lardone
dut demander l’autorisation au gouverneur d’Istanbul, le général d’armée Refik Tulga. Ce
dernier, qui connaissait très bien Mgr Roncalli, non seulment accorda l’autorisation, mais
il formula aussi le désir de découvrir l’inscription lui-même. Le jour de la cérémonie, le
général Tulga ponctua son allocution par cette phrase hautement symbolique « Le pape
Roncali est le premier pape turc de l’historie ».

109
C’est l’une des plus grandes marques d’estime que les autorités turques aient pu
donner à Mgr Roncalli, et en même temps l’illustration de cette forte impression que ce
bon prélat produisit sur toutes les classes sociales de la nation. Nous traduisons du latin
l’inscription de cette plaque commémorative :

Celui,
Qui sous le nom vénérable de Jean XXIII
Gouverne présentement l’église catholique,
Ange Joseph Roncalli,
Au cours de dix années,
Depuis le début de 1935 à fin de 1944,
Délégué apostolique en Turquie,
Habitant cette demeure et l’améliorant à ses frais, l’illustra surtout
Par l’exemple d’une haute vertu,
Pieux prudent aimable, il stimula auprès du clergé et des laics
Par ses paroles et ses initiatives.
La flamme de la très sainte religion,
Maintenant et même augmentant le prestige du Saint-Siege,
Pour conserver un si important souvenir cette pierre fut posée
L’an 1960.

110
Mgr Roncalli aima les Turcs, et cela dès les premières années de son séjour à Istanbul.
Si l’amitié du pape Roncalli envers le peuple turc traversa les frontières, l’amitié du peuple
turc envers ce pape est en train de traverser le temps. Par la voie de son ministre de la Culture,
İstemihan Talay, et de Madame Imren Aykut, ancien ministre dc l’Environnement et
présidente du Comité d’organisation des célébrations en l’honneur de Jean XXIII, le peuple
turc a su témoigner son amitié au Papa Roncalli, par leur présence à Rome lors de sa
béatification, par la publication en différentes langues du livre 129 qui relate cette amitié, par
les célébrations qui se déroulèrent début décembre [2000] à Istanbul. Le changement du nom
de la rue Ölçek a été le moment fort de cet événement culturel. La rue où séjourna « Papa
Roncalli » porte désormais son nom. Ce signe visible restera le témoignage éloquent et le
souvenir de cette amitié reçue et donnée qui s’inscrit dans cette logique de « fraternité
universelle » si chère à Jean XXIII et tellement enracinée dans la tradition du peuple turc. 130
129
Rinaldo MARMARA, Jean XXIII ami des Turcs, Ministère de la Culture de la République de
Turquie, Ankara, 2000, [publié aussi en anglais et en turc].
130
PRÉSENCE, « Papa Roncalli » nouveau nom de la rue Ölçek, décembre 2000, n° 10, pp. 8 et 9.

111
112
Monsignor Roncalli

Delegato Apostolico a Istanbul 131

1935 – 1944

131
La traduzione di questa sezione all’italiano è di Fabrizio Albani. Le fotografie sono proprietà della
“Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo”.

113
L'arrivo di Mons. Roncalli ad Istanbul
Il 5 gennaio 1935, Mons. Roncalli, delegato apostolico in Turchia e Grecia ed
amministratore del Vicariato di Istanbul, giunse sulle coste del Bosforo dove rimase fino al
1945.
Non appena nel Vicariato Istanbul si venne a sapere della nomina di Mons. Roncalli,
le campane della cattedrale cominciarono a suonare « per diffondere la buona notizia in tutte
le direzioni ». La domenica seguente, il 25 novembre 1934, il clero ed i fedeli invitati da
Mons. Dell'Acqua, vennero alla cattedrale per intonare un Te Deum di Ringraziamento. 132
Il clero e i fedeli avevano già incontrato Mons. Roncalli. Nel 1927 venne per la prima
volta ad Istanbul ad assistere Mons. Rotta nella consacrazione di Mons. Jean-François
Philippucci, cancelliere del Vicariato, promosso alla sede arcivescovile di Atene ( 25 marzo
1927 ). Nel 1931, il 15 agosto, assisté Mons. Margotti nella consacrazione di Mons. André
Cesarano, vicario generale, nominato arcivescovo di Manfredonia.
Le sue due apparizioni ad Istanbul, come pure i suoi soggiorni, sia in qualità di
visitatore apostolico delle religiose georgiane, sia in occasione del 7° centenario della morte
di S. Antonio da Padova e del 16° centenario del concilio di Efeso, lo resero familiare presso i
suoi futuri parrocchiani.

Egli arrivò ad Istanbul pressoché in incognito, senza suscitare clamore, sabato 5


gennaio 1935. L’indomani, per l’Epifania, fece il suo ingresso solenne nella basilica -
cattedrale di Santo Spirito. Questo è come il Chronicon della cattedrale riportò il fatto del
giorno: «La giornata del 6 gennaio 1935 rimarrà memorabile nella storia del Vicariato
apostolico di Istanbul: il sole non splendeva tanto quanto il volto radioso del protagonista di
quella commemorazione organizzata per lui. Mons. Roncalli, giunto in incognito il sabato
mattina da Sofia... fu salutato dal clero, dalle congregazioni religiose e dai fedeli nella sua
basilica - cattedrale quella domenica dell’Epifania. Tutti furono profondamente toccati dal
modo pio con cui il prelato baciò la grande croce che presentò, in conformità con la rubrica
(protocollo religioso), l’arciprete della cattedrale Mons. Collaro, croce che simbolizzava
quella che avrebbe preso sulle sue spalle. La stessa sensazione prevalse quando Mons.
Roncalli, poco più tardi, asperse la folla con l’Acqua Santa, camminando tra essa sorridendo
e benedicendola paternamente. E che dire del giuramento di fedeltà dopo la lettura della
bolla pontificale che lo avviava alle sue funzioni? Nel corso di questo atto di deferenza
canonica, Mons. Roncalli non si accontentò di mostrare a tutti il suo anello pastorale, ma
donò anche un segno paterno di pace con poche parole che nessuno dimenticherà mai ». 133

132
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, Volume II, lavoro
dattiloscritto, Istanbul, 1983, p. 1094.
133
L. ALGESI, Giovanni XXIII, Marietti, Roma, 1964, p. 116-117.

114
115
Il primo discorso del nuovo pastore

Riprendiamo il discorso pronunciato da Mons. Roncalli nella cattedrale di Santo


Spirito, il 6 gennaio 1935, nel giorno del suo insediamento:

« Fratelli miei carissimi,


Sono qui con voi! Eravate ansiosi di incontrarmi: Mi hanno raccontato e scritto che
ero nei vostri pensieri e nei vostri cuori prima che il Santo Padre mi affidasse questo
apostolato che mi fa vostro pastore.

Sono venuto perché sono stato ordinato e ho obbedito. Perciò non siete responsabili
della mia elezione. Siete responsabili tuttavia della carità e dell’onore con cui mi avete
accolto oggi, dando prova della vostra dedizione filiale e ve ne sono grato. Dio vi benedica
ora e per sempre!

Per settimane ho dovuto lottare con tutto il mio cuore per lasciare altri figli che ho
assistito in questi ultimi dieci anni e che sono stati sempre, e lo ripeterò più e più volte,
motivo di conciliazione e compiacenza, ed io non li dimenticherò mai per il resto della mia
vita. E ora, qui c'è il mio cuore, aperto per voi come le mie mani benedicenti, voi che siete la
mia nuova famiglia spirituale. Sarò capace di amarvi? Sarò in grado di mettermi al servizio
delle vostre anime e sacrificarmi per loro ogni volta che sarà necessario? Possa Dio
aiutarmi!

Ho deciso di venire da voi in questa gloriosa domenica dell’Epifania di Nostro


Signore, primo giorno della mia nuova missione per rinnovare lo stesso comune sacrificio a
Gesù ed una seconda consacrazione a Lui.

I Magi giunsero da Oriente per adorare il Salvatore appena nato. Che visione nel
racconto del Vangelo! Quale offerta solenne! Che consacrazione spirituale! Dopo averLo
adorato presero i tesori che essi avevano portato dai loro paesi e li offrirono al Santo
Bambino di Betlemme: oro, incenso e mirra. Dall’insegnamento del Padre, sapete che questi
tesori simbolizzano le tre virtù che caratterizzano la vita di un cristiano ovunque nel mondo
per sempre: carità, devozione e sacrificio.

116
La carità, l’oro, consiste nella ricerca e nell'amore di Dio, amore per Gesù in tutto e
per tutto: e in riferimento ai rapporti con i nostri fratelli, nella forte sensazione e
manifestazione di fratellanza come descritto da S. Paolo ( 1 Corinzi 13, 4-7 ) : siate
caritatevoli, siate gentili, non siate invidiosi o altezzosi, adattatevi a tutte le situazioni,
abbiate fiducia in tutto, sperate in tutto, sopportate tutto. Sapete molto bene quale sarà il
risultato.

Ah! Fratelli miei carissimi! Potremmo noi trovare qualcosa di meglio per esprimere il
dovere e l'elogio del pastore d’anime che vi aspettate che io sia con voi? Sapete molto bene e
tutti sanno che non sono stato inviato qui per fare politica o per ricercare interessi materiali:
le mie cariche sono assolutamente ed esclusivamente religiose. Ed è su questo terreno che
voglio e devo restare ad ogni costo. Sono le vostre anime che cerco, per un vostro
avanzamento nella vita spirituale che conduce alla prosperità nella vita civile e sociale.

E’ la carità del Signore per la quale eviteremo il male che offende il Signore e il Suo
vangelo e che è anche la viva fiamma che stimola alle nobili azioni che onorano il cittadino
in tutte le relazioni della sua vita privata e pubblica.

O Gesù di Betlemme: accettate questo oro della mia carità che vi offro in questo
giorno così sacro per me e che unisco all' offerta dei cuori di tutti questi fratelli e figli
affinché in me e in essi il Tuo spirito trionfi.

L’incenso, poi, la preghiera, la pietà religiosa che sale dalle anime e come una nube
balsamica si espande, riempie il tempio e circonda l'altare.

So per esperienza che il popolo cattolico di Istanbul è stato ben formato a questa
effusione di pietà religiosa, che ama le sue chiese e le sacre funzioni e che infine frequenta i
Santi Sacramenti. Se preghiamo, se lodiamo il Signore, le nostre anime troveranno
nuovamente serenità nonostante le tribolazioni della nostra vita presente. Dio parla sempre e
direttamente ai nostri cuori, ma incontestabilmente il contatto diviene più intimo e la
sensazione cristiana si perfeziona sempre maggiormente durante questi esercizi di pietà
liturgica, dove il cielo e la terra si uniscono nell’adorazione, nella supplica per tutte le
necessità tanto di ciascuno che della collettività, tanto delle famiglie che del corpo sociale!

Desidero emulare, particolarmente su questo punto, gli splendidi esempi dei miei
predecessori che hanno amato non solo essere presenti ma anche rendere più edificanti, con
la loro personale dedizione, i sacri riti celebrati con tanta frequenza ed attenzione in questa
cattedrale e in tutte le principali chiese della città.

E nella luce di questa mistica elevazione intorno ai sacri altari, nel mezzo delle
profumate nubi di incenso, sono lieto di evocare le figure indimenticabili dei due ultimi
delegati apostolici che con gioia ho potuto ammirare qui, dove essi mi avevano invitato a
partecipare così spesso in occasione di solenni ricorrenze religiose e che sembrava quasi mi
preparassero alla loro successione: per primo il Mons.

117
Margotti, il cui entusiasmo per la Casa del Signore, per la disciplina ecclesiastica, per
tutti gli atti nobili e santi, ha stimolato il suo generoso cuore, generoso e pronto ad
intraprendere grandi imprese per la Chiesa del Signore. Permettetemi quindi di evocare la
figura dolce e delicata di Mons. Rotta, anche lui con la parola e l’esempio che incita
effettivamente alle varie forme di pietà religiosa tra i suoi bambini. Ognuno di loro ha avuto
il suo particolare spirito, ma entrambi hanno lodato il Signore: Omnis spiritus laudet
Dominum. Mi sento così umile dinnanzi a questi prelati, splendori dell’episcopato cattolico e
tremo al pensiero di dovergli succedere. Vorrei praticare, tuttavia, le virtù caratteristiche e
pormi tra l’uno e l’altro ed onorare la tradizione di entrambi, essendo stato destinato a
lavorare nello stesso solco tracciato da loro e seguire le disposizioni preziose e sagge che
essi hanno suggerito.

Nella Santa Chiesa cattolica, come nella vita della gente, salvo la base dottrinale e
morale dell’ordine sociale naturale e soprannaturale, tutto si rinnova: le nuove circostanze di
tempo e di luogo ispirano nuove forme di vita e nuove missioni religiose. Pertanto, benedetto
è colui che sa come adattarsi ai cambiamenti del tempo, seguire le necessità delle anime,
trovare il tono giusto in tutte le circostanze e preparare il futuro.

E’ in questa stabilità dei principi eterni della Chiesa e in questo mutare delle
circostanze esteriori che si trova lo spirito di dedizione rappresentato dalla seconda offerta
dei Santi Re Magi al Nuovo nato di Betlemme.

Oh benedetto Gesù: accettate il profumo dell'incenso che brucerò intorno all'altare.


Circondate la mia vita e quella di questi nuovi fratelli e figli con una nube balsamica che le
umane tribolazioni penetreranno solo per trovare il sollievo e le ragioni per meritare
beatitudine eterna.

Le tribolazioni della vita umana! Ah! Fratelli cari. Vorrei non parlarne, perché oggi
intorno a me posso solo vedere gioia. Se rimanessi in silenzio tradirei la mia missione come
padre e pastore sin dal primo giorno.

I cristiani devono portare le loro croci. In una frase energica, una dolce santa
moderna, poco prima di spirare, mormorò: Il mio Gesù mi ha detto che i bambini del suo
amore devono tutti morire crocifissi. Parole dure: morire crocefisso; ma che grande dottrina!
L'ombra della Croce non si è gia protesa sulla grotta di Betlemme? I Re Magi non hanno
portato la mirra, simbolo di pentimento e sacrificio, come un terzo presente al Re appena
nato?

Fratelli carissimi, figli miei: voi che sopportate il peso delle sofferenze, le cui spalle si
curvano sotto il fardello delle miserie umane, le cui anime sono tristi nell’incerta visione del
futuro, lasciate che v’infonda coraggio, permettetemi di alleviare i vostri dolori fin dalla
prima ora del mio incontro con voi.

118
Nella vita, l’adempimento di tutti i doveri comporta sacrificio. Non crediate che i
bambini di questo secolo che non professa una religione consolatrice adempiranno ai loro
compiti senza dolore. Le loro vite sono più dolorose delle nostre! Ma per noi, la nostra
sofferenza sopportata con serenità, con dignità, diviene una cosa leggera e soave.

Miei cari fratelli, qui davanti all'altare vi offro Gesù, la mia mirra, il mio sacrificio.
Accettando di venire qui, come ho detto, non ho fatto che obbedire. La vostra accoglienza
così sincera e così gentile, la mia stima per il clero e per i cattolici di Istanbul mi rendono
facile questa obbedienza. Ma, tuttavia, questa non cessa di essere un sacrificio.

Amatissimi fratelli, mi unirò al sacrificio di ciascuno di voi, porteremo dunque


insieme le nostre croci: andremo verso Gesù con le nostre mani e con i nostri capelli cosparsi
di questa mirra sacra, simbolo di glorificazione eterna. Si compatimur et conglorificemur.

La commemorazione di oggi così grande nella liturgia sacra di tutta la Chiesa, avrà
termine: dopo la benedizione solenne che nel nome del Santo Padre impartirò, ciascuno di
voi riprenderà la sua strada!

Io comincerò tranquillamente la mia missione spirituale tra di voi. Vorrei che


consideraste il mio esempio come una giusta direzione da seguire e un incoraggiamento nel
compimento dei vostri doveri come cattolici e come cittadini. Anche come cittadini. Perché un
cattolico è un essere umano completo. Egli comunica la virtù della sua religione in ogni
singolo momento della sua vita, anche la sua vita sociale.

Non appena sono arrivato qui tra voi, ieri, mi sono recato a rendere omaggio ai più
alti rappresentanti dell’ordine civile di questa impareggiabile città di Istanbul in cui la
natura, la storia e l’arte le conferiscono un primato di suprema bellezza che la rende sempre
l’oggetto di grande ammirazione.
Considero questo atto come il compimento del mio primo dovere. Come cristiani e
come cattolici siamo cresciuti alla scuola del Reddite quae sunt Caesaris Caesari: et quae
sunt Dei Deo : Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio, (Luca 20, 25).

Quanto alle forme esteriori della mia missione, piccolo come io sono, non posso farvi
grandi promesse. Spero che la grazia del Signore mi aiuterà nel mio lavoro paterno e nel mio
dovere spirituale e religioso.

Non voglio profanare le parole della Sacra Bibbia applicandole alla mia modesta
persona. Non posso fare a meno, tuttavia, di ammirare queste splendide parole di Isaia:
Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.

Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni.


Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce,
non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza; non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà
stabilito il diritto sulla terra, e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.

119
Preghiamo tutti insieme, fratelli carissimi, affinché queste parole al termine del mio
ministero fra di voi siano per me e per voi un motivo di conforto: preghiamo nostro Gesù
benedetto, oggi adorato dai Magi come Re, oggi e per sempre primo Pastore e Vescovo di
anime, affinché le nostre vite siano virtuose e sante e una corona splendente di gioia cingerà
la fronte del Pastore nel giorno del giudizio ». 134

134
LE FLAMBEAU, Marsel Linguri, Istanbul, novembre1961, n. 9, p. 3-5.

120
L'eredità di Mons. Margotti

Mons. Roncalli giunse nel Vicariato in un momento in cui l’atmosfera era ancora
molto tesa 135 a causa delle riforme 136 emanate dal suo predecessore Mons. Margotti.
Ma la sua serenità e il suo ottimismo, che provenivano da un temperamento dolce e
moderato, fortunatamente contribuirono a preservare la reputazione di Mons. Margotti,
ristabilirono l'autorità e conciliarono gli animi.

Questo è il modo in cui l’Algesi descrisse la delicata situazione ereditata da Mons.


Roncalli, caratterizzata da una lieve frattura tra la delegazione e il clero di Istanbul: « Ma lo
zelo debordante di Mons. Margotti, il suo rifiuto a preoccuparsi delle sensibilità futili e i suoi
metodi moderni d’apostolato, comuni nelle diocesi dell’Alta Italia, non furono compresi ed
interpretati come una violazione dei diritti e privilegi acquisiti per tradizione, ma che erano
in effetti soltanto degli abusi. A volte furono dunque inevitabili punti di frizione; voci
sfavorevoli cominciarono a circolare ad Istanbul e a Roma; anche in Grecia sorsero
analoghe difficoltà: la Santa Sede, pur riconoscendo i meriti del suo delegato, decise di dare
prova di moderazione richiamandolo dato che era impegnato in un confronto che non
135
Mons. Margotti incontrò l'ostilità di tutte le congregazioni religiose tranne quella italiana. « Egli era
troppo zelante,aveva fatto troppe riforme, aveva avuto difficoltà ad essere vicino alla gente e la sua
autorità Apostolica era troppo italiana. Molto potrebbe essere detto dei suoi interventi
nell'organizzazione e nello stato delle congregazioni religiose, le comunità cattoliche che hanno
avuto, specialmente quella francese, molti privilegi e una supremazia per anni. Se Mons. Margotti
avesse continuato nelle sue riforme, si sarebbe arrivati ad uno scontro fra la Delegazione e i
Rappresentanti della congregazione francese a Roma ». Messaggio datato 24 agosto 1934
dall'ambasciatore francese ad Ankara, Kammerer. Quai d'Orsay, serie E Levant, sottoserie Turchia
1930-1940, b. 607. Da R. MOROZZO DELLA ROCCA, « Roncalli diplomatico in Turchia e Grecia
(1935-1944) », Cristianesimo nella storia, Edizioni Dehoniane, Bologna, giugno 1987, volume VIII/2,
p. 35, nota 5.
136
Con un decreto datato 8 Dicembre1932, Mons. Margotti informò il clero che il primo sinodo nella
storia del Vicariato avrebbe luogo dopo la quarta domenica di Quaresima, ossia giovedì 30 marzo
1933. La seconda riunione ebbe luogo venerdì 31 marzo. Le leggi sinodali, pubblicate in un piccolo
opuscolo, entrarono in vigore il 16 aprile 1933. « Il Sinodo puntò all'imposizione delle leggi universali
della Chiesa, per il buon ordine e la promozione spirituale del Vicariato. Questo opuscolo risultò
particolarmente utile per il Vicariato di Istanbul perché le diverse congregazioni seguivano le proprie
abitudini o le iniziative personali dei loro paesi. Per quanto tempo furono in vigore queste leggi? Un
tempo molto breve. È molto difficile realizzare un ordine solido e uguale per tutti ad Istanbul a causa
del grande numero di congregazioni, delle loro diverse nazionalità, dei loro precedenti privilegi e dei
loro antichi rituali. (...) Dopo la partenza di Mons. Margotti, e nonostante il rispetto evidente di Mons.
Roncalli per le leggi sinodali, esse furono dimenticate presto e le cose tornarono alla normalità». V.
DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit, p. 1025-1032.

121
sarebbe mai stato in grado di risolvere da solo. La vita diplomatica sfortunatamente ha
sempre vissuto simili episodi ». 137

I metodi di Mons. Roncalli, basati su una pazienza inesauribile, erano totalmente


diversi: « Invece di ordinare egli preferiva persuadere, invitare, attendere l’aiuto di una
circostanza favorevole per una soluzione da lui proposta ». 138 In breve, recuperare
un’atmosfera di fiducia senza peraltro demolire quello che era stato costruito dal suo
predecessore.

L’ambasciatore francese ad Ankara, Kammerer, nel suo rapporto del 20 marzo 1935,
rese più esplicita la differenza fra Mons. Roncalli e il suo predecessore: « che ricercava
sempre onori e fasto. Mons. Roncalli aveva preso possesso della sua diocesi senza alcun
clamore, con il cuore, quasi nascondendosi. Questo saggio prelato, giunto in Turchia in
condizioni difficili, ha immediatamente compreso che occorreva, oltre ad una missione tra le
più ingrate, far perdonare due errori fondamentali: il malcontento accumulato dalle
comunità religiose latine di Istanbul nei confronti di Mons. Margotti, al quale si
rimproverava uno zelo tanto autoritario quanto maldestro riguardo le comunità gelose della
loro autonomia, come pure i suoi goffi tentativi di stabilire rapporti con il Governo e le
Autorità turche che lo ignoravano. Mons. Roncalli è giunto in Turchia con discrezione.
Avvertito in partenza da Sofia dell’arrivo ad Istanbul del nuovo ambasciatore italiano nello
stesso giorno e con il suo stesso treno espresso, ha ritenuto più opportuno scegliere un'altra
data in modo tale da risparmiare a se stesso incontri compromettenti e saluti troppo
patriottici.

Appena sbarcato, è andato dal capo della Polizia per declinare le proprie generalità e
far stabilire il suo permesso di soggiorno. Egli ha dato prova di una umiltà soddisfatta
ricevendo poco dopo una carta d’identità del tipo che la polizia rilascia ai consoli
stranieri». 139

Mons. Roncalli notò che « più cercava di rendere dolce il suo modo di ordinare, più
pronta e generosa era l’obbedienza dei suoi collaboratori. I parroci cattolici di Istanbul
vedevano in lui l’animatore delle celebrazioni religiose. Egli non concentrò intorno la sua
cattedrale le espressioni della vita cattolica, ma permise ad ogni chiesa, una dopo l'altra, di
organizzare le commemorazioni. Preferì visitare la gente piuttosto che convocarla e si
comportò sempre con molto tatto: egli era solito arrivare in punta di piedi». 140

137
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 117.
138
Idem, p. 118.
139
Messaggio di Kammerer datato 20 marzo 1935, Quai d’Orsay, serie E Levant, sotto-serie Turchia,
1930-1940, b. 607. Da R. MOROZZO DELLA ROCCA, « Roncalli diplomatico in Turchia e Grecia
(1935-1944) », op. cit., p. 37-38.
140
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 122.

122
123
Alcuni eventi significativi durante il Vicariato di Mons. Roncalli

È impossibile menzionare tutti gli eventi che ebbero luogo durante la permanenza di
Mons. Roncalli a Istanbul, cosicché ho scelto quelli più significativi che hanno influito sulla
vita del Vicariato e, nel contempo, ho fatto luce sulla personalità del delegato apostolico e
dell'amministratore.

***

Proprio all’inizio del suo soggiorno in Turchia, il 13 giugno 1935, entrò in vigore la
norma che imponeva l’abito civile in pubblico ai ministri di tutti i culti 142. Mons. Roncalli
141

volle dare un esempio e, nel giorno in cui questa norma divenne operativa, si fece fotografare
in abiti civili in mezzo al suo clero, al fine di rimarcare gli avvenuti cambiamenti.

141
Legge datata 3 febbraio 1935, n°2/1958; pubblicata nel giornale ufficiale del 18 febbraio 1935,
n°2933. Questa legge, che proibiva ai rappresentanti di tutte le religioni ( musulmani, ebrei, cristiani)
di portare abiti religiosi e segni ostensori al di fuori dei luoghi di culto, entrò in vigore il 13 giugno
1935. Degli 11 articoli di questa legge, riportiamo i primi 4 che interessano il nostro argomento:
« Madde 1 – Herhangi din ve mezhebde olurlarsa olsunlar mensub oldukları din ve mezheblerin usul
ve teamüllerine göre mabed ve ayinlerde ruhanî kisve taşımakla mükellef olanlar mahallî
Hükûmetlerince alâkadar olanlardan alınacak listeler mucibince ancak mabed ve ayinlerde ruhanî
kisve taşımağa mezun addolunurlar. Madde 2 – Her din ve mezhebin ruhanilerini ayırt ettirmek için
kabul edilen her türlu kisve, alâmet ve işaret ruhanî kıyafet addolunur. Madde 3 - Mabedler her din
ibadetine mahsus ve usule muvafık olarak teessüs etmiş olan kapalı mahallerdir. Madde 4 – Hükûmet
her din ve mezhebden münasib göreceği yalnız bir ruhaniye mabed ve ayin haricinde dahi ruhanî
kıyafetini taşıyabilmek için verebileceği muvaffak müsaadeler ile bir müsaade müddetinin hitamında
onun aynı ruhanî hakkında yenilenmesi veya başka bir ruhaniye verilmesi hakkındaki muameleye aid
teklifler Dahiliye Vekâletince yapılır. Ve karar İcra Vekilleri Heyetince verilir ».
142
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p. 1097-98.
« Mons. Roncalli raccomandò tutti i preti, le religiose e i religiosi l’obbedienza alla legge e lui stesso
si sottomise con la dignità che lo distingueva. La forza del cattolicesimo, diceva, non consiste nell’
apparenza esteriore , ma nello spirito di Cristo che l’anima (…).Il buon senso e l’ottimismo di Mons.
Roncalli aveva reso, soprattutto con le persone anziane,sensibili a questo cambiamento, più facile
l’accettazione di questa costrizione (…). Dapprima Mons. Roncalli indossò un completo nero con una
cravatta e una bombetta. In seguito mise un collare Romano ed un cappello di feltro ».

124
Dopo la commemorazione, una processione di preti senza i loro abiti religiosi, un po’
imbarazzati, uscì fuori dalla chiesa di S. Antonio sotto gli sguardi dei fedeli: « In mezzo ai più
vecchi, che trovavano difficile indossare un abito che non avevano portato da molto tempo, il
vescovo rimaneva bonario e sorridente più che mai, come divertito, attento a far comprendere
alla gente che, evidentemente, l’abito non fa il monaco. Egli non volle imporre né
un'uniforme, né un colore per gli abiti: il clero fu consigliato di portare abiti stretti e scuri,
nient’altro». 143

Dal 15 al 22 dicembre 1935 Mons. Roncalli svolse i suoi esercizi spirituali presso la
delegazione in compagnia dei sacerdoti della cattedrale.

***

Mons. Del Giorno descrisse così Mons. Roncalli il quale, per dieci anni, dedicò la sua
vita al Vicariato di Istanbul: « Mons. Roncalli era semplice con i bambini e umile con la gente
modesta senza rinunciare alla sua dignità, condiscendente, amichevole, paziente,
comprensivo. Sapeva come cogliere l'attenzione di coloro che lo ascoltavano in conversazioni
private come pure nei suoi discorsi pubblici. Era solito pronunciare parole dolci ispirate da
fiducia e carità. Possiamo raramente udire le parole del Signore, giacché i discorsi futili
abbondano. La gente era lieta di ascoltare Roncalli anche quando parlava in francese.

143
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 135.

125
Anche se commetteva errori grammaticali e di vocabolario, esprimeva pensieri
profondi, assai più importanti della grammatica 144. Più di una volta egli ammise di essere
stato spesso riluttante a doversi esprimere in una lingua che non poteva parlare
correttamente, ma era solito dire che questa leggera umiliazione poteva essere fruttuosa: il
sermone più semplice sarebbe potuto essere il più efficace. Per questo motivo tutte le
domeniche era solito fare egli stesso catechismo di perseveranza davanti ad un’assemblea di
15, 20 persone, in gran parte religiose di Sion. Al contrario nella sua lingua madre egli si
rivelava all’altezza del suo compito: era scorrevole, sebbene scegliesse tutte le sue frasi, ben
costruite, perfette e significative. Era particolarmente accurato nello scrivere lettere che si
divertiva a leggere ai suoi amici più intimi. Leggeva molto, specialmente nelle ore notturne:
libri religiosi e profani e, grazie alla sua eccellente memoria, incrementò la sua vasta
conoscenza della storia, della patristica, della letteratura e dell’arte. I suoi modi umili
rendevano la gente fiduciosa e aperta al dialogo.

Questo era di molto aiuto nel suo ministero. Non rifiutava mai di partecipare ad una
cerimonia anche quella più semplice ogni volta che gli era chiesto. E’ bene, diceva, che la
parola e la presenza del padre rallegrano tutti i bambini. Verso la fine del suo Vicariato, si
prestava facilmente a benedire l’unione di quelli che glielo chiedevano o a celebrare altre
cerimonie particolari (…) ». 145

Reverendo Raymond Philippucci riferisce la testimonianza di Fratello Imbert Stanislas


che conobbe Mons. Roncalli in Bulgaria e che descrive la personalità espressiva del
«Diplomatico della Carità» :

« Mons. Roncalli era buono con tutti e dava a tutti l’impressione di essere il loro
migliore amico. Ciascuno lo sentiva suo amico personale. Non agiva per motivi personali, ma
offriva sinceramente se stesso a tutte le persone che lo incontravano. Un tale spettacolo di
gentilezza s’incontra raramente». 146

Padre Arthur Droulez di San Benoît, in una sua relazione inedita su Mons. Roncalli,
scrisse su questo buon prelato: « Egli provava affetto per i suoi sacerdoti, li riceveva
amabilmente alla Delegazione Apostolica e li invitava alla sua tavola. Ho avuto molte volte
quest’onore, come predicatore, così come Mons. Descuffi ed alcuni altri. La conversazione
privilegiava la lingua italiana, ma nulla di predefinito, il rilassamento era totale. Il suo buon
ridere scoppiava citando I Fidanzati di Manzoni (…) ». 147

144
Idem, p. 124 : « Quando abbiamo letto le sue parole in francese, abbiamo notato la loro profondità
nel significato teologico e biblico, senza mai divenire astratte o prive di valore persuasivo. Il suo stile
denso e semplice lo fa annoverare tra i grandi oratori come Bossuet».
145
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p. 1100-1101.
146
R. PHILIPPUCCI, « Cento anni fa: la basilica Santo Spirito fu elevata al rango di Cattedrale da
Papa Pio IX », LE FLAMBEAU, Marsel Linguri, Istanbul, giugno-luglio 1976, n°6, p. 10-11.
147
A. DROULEZ, Mes souvenirs de l’épiscopat de Mgr. Roncalli, manoscritto non pubblicato, 32
pagine, 1961, p. 28. Archivi di S. Benoît, Istanbul.

126
***

Padre Righi, segretario di Mons. Roncalli ad Istanbul dal 1 settembre 1939 al 24


agosto 1943, nel suo libro « Papa Giovanni XXIII sulle rive del Bosforo », si propose di
«aprire una finestra della casa di Mons. Roncalli nel vecchio quartiere di Pangaltı dove la
sua vita, come rappresentante della Santa Sede e pastore della congregazione latina, fu
comparabile ad una luce che nessuna ombra può affievolire e un modello di virtù radiosa ».
Qui ci sono alcuni brani interessanti tratti dal suo volume.

Al seminario interrituale di Saint-Louis, agli allievi provenienti in gran parte dai


villaggi dell’Anatolia e dell’Azerbaidjan, Mons. Roncalli fu lieto di parlare della sua famiglia,
delle sue modeste condizioni di vita, del duro lavoro nei campi e, in soprattutto, della sua
felicità di essere cresciuto in questo ambiente familiare, in cui il timore di Dio era la
tradizione. In cambio fu compiaciuto dai racconti di quei ragazzi sulle loro famiglie e sui loro
villaggi. Egli era così il loro padre o piuttosto essi erano i suoi fratelli. Un tale comportamento
era considerato insolito dagli altri insegnanti e rischiava di alterare il suo prestigio. Mons.
Roncalli, tuttavia, preferì piuttosto seguire la pedagogia del cuore. Il suo scopo era quello di
incoraggiare questi giovani seminaristi a una maggiore generosità verso gli altri, malgrado le
difficoltà della vita quotidiana. 148

Nella sua stanza, conservava le fotografie dei suoi genitori accanto al suo letto.
Faceva sovente riferimento a suo padre, Giovanni Battista Roncalli, che aveva infuso in lui la
sua grande pietà, il suo amore per il lavoro e la sua fiducia nella divina Provvidenza. 149

Amava parlare della sua famiglia, prova che i suoi familiari erano sempre presenti nei
suoi pensieri. Nel giorno della sua incoronazione confidò a Mons. Capovilla, allora suo
segretario: « stavo pensando alla mia casa a Sotto il Monte, a mio padre e a mia madre». Il
31 maggio 1942, in una conversazione con gli allievi delle Sorelle armene dell’Immacolata
Concezione di Pangaltı, raccontò come, da bambino, sua madre desiderava che le fosse
sempre vicino quando si recava a lavare la biancheria. Alle Sorelle di Nostra Signora di Sion
riferì questo episodio significativo della sua vita: una domenica pomeriggio suo zio Zaverio
cominciò a sonnecchiare durante la lezione di catechismo. Il piccolo Giovanni lo svegliò e gli
disse di ascoltare con attenzione il sacerdote. Suo zio, sorpreso, lo fece tacere dicendo:
«Conosco il mio catechismo, conosco già ciò di cui il sacerdote parla, perciò posso anche
dormire. Ma tu sei soltanto un bambino e ancora non hai studiato il tuo catechismo ed occorre
che sia molto attento per poterlo apprendere ». 150

148
V. U. RIGHI (Mons.), Papa Giovanni XXIII sulle rive del Bosforo, Edizioni Messaggero, Padova,
1971, p. 19-20.
149
Idem, p. 21.
150
Ibid., p. 18, 22 e 24.

127
Nel 1939 le sorelle di Mons. Roncalli, Ancilla e Maria, vennero a trascorrere le
vacanze dal loro fratello. Parteciparono al lavoro domestico ed aiutarono le suore nei loro
compiti giornalieri. Mons. Roncalli rendeva loro visita nel cuore del giorno e così, in dialetto
bergamasco, la piccola famiglia commentava le notizie recenti del loro piccolo paese. Mons.
Roncalli dimostrò sempre grande riconoscenza alle sue sorelle per averlo seguito nelle varie
fasi della sua vita, consentendogli di mantenere un legame ancora più stretto con i suoi.

Consumando la sua frugale colazione, egli si compiaceva di leggere a don Righi le


lettere che scriveva alla sua famiglia durante la notte. 151

Entrambi erano soliti rendere visita ogni settimana ai preti e ai religiosi ammalati, ai
bambini dell’orfanotrofio di Bebek, ai carcerati nelle prigioni, ai poveri nel quartiere di
Palgaltı, ai vecchi nell’istituto "L’Artigiano". Divenuto papa, non cessò mai di diffondere al
mondo intero il suo messaggio di generosità. 152

Fu durante la sua permanenza ad Istanbul che redasse il suo testamento e auspicò che
il motto «Obedientia et Pax », Obbedienza e Pace fosse inciso sulla sua lapide. 153

151
Ibid., p. 25 e 28.
152
Ibid., p. 35.
153
Ibid., p. 41

128
Abitualmente prendeva il tram ad Istanbul esattamente come qualsiasi altro cittadino e,
in caso di emergenza, il taxi. Preparava egli stesso la sua valigia quando era invitato ad una
commemorazione. Sceglieva i suoi abiti religiosi senza dimenticare il consiglio di papa Pio
XI: « non dimenticare mai un ago, del filo bianco e del filo nero... a tutti gli effetti». I fedeli
che lo vedevano comportarsi così non potevano che ammirarlo.

Privato di qualsiasi segno esteriore della sua carica, ad eccezione dell’anello


episcopale, passò dieci anni della sua vita tra i suoi parrocchiani come un uomo comune.
Nella sua casa, indossava sempre una sottana e un collare romano, anche se in estate faceva
molto caldo. Sempre pronto ad accogliere con cordialità qualsiasi ospite inatteso. 154

Si recava, tre o quattro volte l’anno, al cimitero di Feriköy sulle tombe dei sacerdoti
della cattedrale, delle famiglie religiose e dei vecchi amici. 155

Il clero della cattedrale, che dimorò presso di lui, era composto da: Mons. Rocco
Collaro, arcidiacono, parroco; Mons. Giuseppe Guillois, cancelliere; Mons. Jean-Baptiste
Philippucci, vice-cancelliere ; Mons. Vittorio Del Giorno, vice-parroco; Mons. Nicolas
Salahas, vicario ; Mons. Nicolas Vuccino, parroco della parrocchia di Üsküdar e Padre
Athanasios Taoussi, maestro del coro. 156

154
Ibid., p. 41 e 42.
155
Ibid., p. 48.
156
Ibid., p. 65.

129
***

Furono soprattutto gli umili che seppero emozionare il buon cuore di Mons. Roncalli.
Nel febbraio del 1937 , morì in ospedale Jeremy, il vecchio sagrestano della cattedrale. Mons.
Roncalli assistette al suo modesto funerale per testimoniare che la Chiesa, immagine del
Signore, considerava i meriti degli umili tanto quanto quelli dei potenti.

***

Il 25 luglio 1937 Mons. Roncalli, vescovo consacratore, assistito da Mons. Alexandre


Guidati, arcivescovo di Naxos - Tinos e da Mons. Paul Kireçyan, arcivescovo degli Armeni
cattolici, procedé all’unzione di Mons. Grégoire Vuccino, membro degli Agostiniani
dell'Assunzione di Kadıköy, alla sede episcopale dell'isola di Syra, in Grecia. 157

**
157
R. PHILIPPUCCI, « Cento anni fa: la basilica Santo Spirito fu elevata al rango di Cattedrale da
Papa Pio IX », LE FLAMBEAU, Marsel Linguri, Istanbul, maggio 1976, n°5, p. 11.

130
Dal 12 al 18 dicembre 1937, Mons. Roncalli partecipò con il clero agli esercizi
spirituali presso la delegazione.

***

Il 30 gennaio 1938, il Vicariato di Istanbul celebrò il 15° centenario (438-1938) della


traslazione delle reliquie di S. Giovanni Crisostomo dal luogo del suo esilio (Comana
Pontica) a Constantinopoli. Mons. Roncalli volle glorificare il difensore della fede e il primato
del pontefice romano con commemorazioni speciali. La domenica 23 gennaio, una messa in
rito bizantino fu recitata da Mons. Denis Varouhas, nella cappella greca cattolica di
Hamalbaşı e la domenica seguente, il 27 gennaio, nella cattedrale degli Armeni cattolici di
San Maria in Sakızağaç, fu celebrata da Mons. Paul Kireçyan una messa in rito armeno. Il 30
gennaio, alle 10 di mattina, Mons. Roncalli celebrò la messa pontificale nella cattedrale di
Santo Spirito. Dopo aver letto il Vangelo in lingua turca, commentò, in italiano, la parabola
del buon pastore. Il ciclo di commemorazioni si concluse il 6 febbraio. 158

***

Per il decreto del 2 febbraio 1938, Mons. Roncalli annunciò la sua successiva visita
pastorale. Questa fu preceduta da un Triduum preparatorio predicato da Padre Arthur Droulez,
un Lazarista di Saint-Benoît. Il 6 marzo 1938, prima domenica di Quaresima, la visita
pastorale si aprì solennemente nella basilica cattedrale di Santo Spirito, secondo le
prescrizioni del « Liber Pontificalis ». Dopo aver visitato le varie parrocchie della città, il
delegato apostolico andò ad incontrare le comunità latine dell’Asia Minore. La visita si
concluse il 31 dicembre 1938. 159

158
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p. 1112-1113.
159
Idem, p. 1113-1114. R. PHILIPPUCCI, « Cento anni fa… », op. cit., p. 11.

131
***

Il 19 luglio 1938, la processione eucaristica del Corpus Christi, per la prima volta,
avvenne nel cimitero latino di Feriköy, fino ad allora si era svolta nel centro della città, nel
quartiere di Pera.

I canti furono diretti da Padre Athanase. Due altari provvisori furono collocati presso
le rotonde all’interno del cimitero. La benedizione finale con l’ostensorio fu impartita da
Mons. Roncalli davanti alla cappella. 160

160
A. DROULEZ, Mes souvenirs de l’épiscopat de Mons. Roncalli, op. cit., p. 16 ; Archivi di S.
Benoît, Istanbul.

132
***

Il 10 febbraio 1939, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, Pio XI, dopo avere
offerto la sua vita per la pace sulla terra, morì. Questa dipartita turbò profondamente Mons.
Roncalli. A mezzogiorno, dopo aver appreso la notizia, la bandiera della delegazione
apostolica fu esposta a lutto. In una sua circolare, datata lo stesso giorno, Mons. Roncalli,
annunciando la morte del Papa, comunicò le disposizioni prese in queste circostanze: « Siamo
molto tristi per l’annuncio della morte del Santo Padre e i nostri cuori sono colmi di dolore.
Pio XI è giunto in gloria al termine della sua giornata lavorativa, in un momento di gravi
incertezze e difficoltà ancor più drammatiche. Possa il suo gesto supremo di benedizione
essere d’auspicio per la quiete e per la pace del mondo intero. Il nostro dovere, come
cattolici ferventi, è evidente: dobbiamo pregare per lui, raccogliamo le nostre preghiere
intorno ai suoi resti mortali e chiediamo al Signore di dare alla sua nobile anima gioia
divina, lui che ha dedicato l’ intera sua vita al servizio della Chiesa cattolica e dell’ umanità.
La superiorità e l’apertura mentale che egli spesso ha mostrato in una così lunga vita, ci
autorizzano a sperare che, intorno alla memoria benedetta del Santo Padre, ci sarà l’unione
di tutti i cattolici che hanno fiducia in Gesù Cristo, anche se appartenenti ad altre confessioni
religiose, di tutti coloro che conservano il culto vivo della verità, della giustizia e della
generosità: gli elementi più preziosi del progresso umano in tutti i tempi e presso tutti i popoli
(…)». La cerimonia funebre ebbe luogo domenica 19 febbraio 1939 nella cattedrale di Spirito
Santo che per l’occasione fu ornata a lutto. Mons. Roncalli stesso si occupò della decorazione
della chiesa. Un ritratto enorme di Pio XI, contornato da veli violacei, fu posto sopra la porta
d’ingresso della chiesa, all’esterno. Due drappi pontificali esposti a lutto univano le due
tribune laterali della facciata.

133
All’interno della chiesa, in mezzo alla navata centrale, fu posto un immenso catafalco
la cui sommità fu ricoperta con i colori pontificali. La tiara papale bianca fu collocata su di
esso. Le colonne, rivestite con veli rossi e porporini che fluttuavano dai loro capitelli,
contrastavano con tutto l’allestimento funebre, come ad indicare che il papa era morto, ma la
Chiesa era ancora viva. Mons. Roncalli, nella sua circolare del 10 febbraio, precisò: « E poi,
miei cari Fratelli e Figli, nessuna incertezza per le sorti della santa Chiesa. Alla morte del
papa, durante il breve periodo di passaggio del governo supremo da una persona all’altra,
monta l’acclamazione secolare, spontanea e semplice dal più profondo dell’anima: Viva il
Papa ! Vi saluto con tristezza e vi benedico».

Su entrambi i lati della navata centrale erano situati il corpo diplomatico e i


rappresentanti delle confessioni religiose eterodosse. Il coro, condotto da Padre Athanase,
eseguì mirabilmente la famosa messa a 6 voci di Palestrina. Alla fine della commemorazione
Mons. Roncalli pronunciò, con accenni a ricordi personali, la solenne orazione funebre in
francese: « Per 13 anni fui seguito da Don Achille Ratti (Pio XI). Imparai a conoscerlo e
amarlo a Milano nel 1909, nella biblioteca Ambrosiana (…). La sera del 2 febbraio 1922,
vidi cardinal Ratti in procinto di entrare in conclave e gli confidai di sperare in un suo
contributo per dare alla Chiesa un papa che si dedicasse interamente alla pace nel mondo e
alle missioni. - Potreste immaginare qualunque altro risultato al conclave? - mi rispose con
un sorriso. E quando quella mattina del 7 febbraio, alcune ore dopo la sua nomina, lo vidi
uscire per la prima volta dagli appartamenti papali, ricordandosi ancora chiaramente del
mio ultimo desiderio, mi disse: Avete visto ciò che è avvenuto ? Affrontare il peso di queste
responsabilità fa tremare (…). Dopo la sua elezione si pose il primo problema: benedire la
folla convenuta dal grande balcone esterno di San Pietro o seguire l’usanza dei suoi
predecessori ? Rifletté un istante quindi disse risoluto: Il mio nome è Pio che è un nome di
pace; impartirò la benedizione dalla loggia esterna alla città, all’Italia e al mondo intero. Un
gesto come quello bastava a rivelare il carattere dell’ uomo(…). Quando lo incontrai per
l'ultima volta, nello scorso settembre, mi confidò: per il futuro della Chiesa non sono
timoroso, Dio mantiene le sue promesse ».

La benedizione finale fu promulgata in cinque in riti e lingue differenti: in arabo con il


vicario patriarcale melchita Etienne Chami ; in slavo con l’archimandrita Ivan Nikolov ; in
greco con Mons. Varouhas ; in armeno con Mons. Kireçyan ; e infine in latino, con Mons.
Roncalli. « Tutta la Chiesa cattolica con le sue lingue, con i suoi riti e con le sue pratiche
differenti, era riunita in preghiera per i riposo eterno dell'anima del suo unico Capo »,
attribuendo così a questa commemorazione un carattere universale. 161

***

Mons. Roncalli ignorava che, mentre stava rendendo quest’ultimo omaggio al Santo
Padre, sua madre, Marianna Mazzola, aveva avuto l’ultimo attacco del male che, il 20
febbraio 1939, l’avrebbe strappata ai suoi affetti.

161
Le argomentazioni sviluppate sulla cerimonia funebre per il riposo dell’anima di Pio XI, si ispirano
largamente a: V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p.
1118-1127 ; L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 124-126.

134
135
La morte di Pio XI impedì a Mons. Roncalli di viaggiare. Il 22 febbraio inviò una
lettera alla sua famiglia scrivendo di sua madre: « L’avevo sempre presente, di giorno e di
notte, nella preghiera, nelle conversazioni, nelle occupazioni, nel breve sonno notturno, e
dicevo a me stesso : lei soffre lontana, ed io soffro qui nel pensiero di lei; ma il nostro
sacrificio si incontra ed è caro al Signore e saremo tutti benedetti per questo. Quanto mi
scrisse l’Ancilla (sua sorella), che cioè, (sua madre) mi avrebbe visto molto volentieri, ma
che se non può ci vedremo in Paradiso, sono parole che mi hanno tanto confortato e mi
confortano Oh! In Paradiso ci rivedremo tutti sicuramente, se ci manterremo fedeli agli
insegnamenti che lei, la nostra cara madre, ci ha dato. La semplicità e la bontà furono le sue
virtù più distinte(…)». 162

Il 21 marzo 1939, il trentesimo giorno dalla morte della sua « cara madre », in una
lettera a Padre Montico, Mons. Roncalli volle esprimere tutta la sua gratitudine all’intera
comunità di S. Antonio per la partecipazione al suo lutto. Egli precisò di non aver dimenticato
che il 28 febbraio, una settimana dopo la morte di sua madre, proprio in questa chiesa fu
celebrato un servizio funebre. 163

***

Con una circolare del 2 marzo 1939, Mons. Roncalli annunciò l'elezione del nuovo
pontefice Pio XII: « Habemus Papam! Abbiamo un papa. L’attesa è stata breve. Poche ore
sono state sufficienti alla Chiesa per rinnovare la sua giovinezza. La successione al soglio di
S. Pietro si è prodotta con tanto splendore e pochi cambiamenti. Il cardinale Pacelli, che ha
consacrato tutta la sua vita allo stretto servizio della Santa Sede e che per gli ultimi nove
anni è stato il collaboratore più intimo del papa defunto, è ora l’erede apostolico e conserva
il nome benedetto (…). E al di là del gregge cristiano, che gli ( sua Santità Pio XII )
appartiene più direttamente, egli vede soltanto figli di Dio, degni di rispetto, comprensione e
amore.

162
A. MELLONI, Il Giornale dell’Anima, diari e scritti spirituali, Istituto per le Scienze Religiose,
Bologna, 1987, p. 537, note 6 (Familiari, I 459-460).
163
ARCHIVI DEI CONVENTUALI di S. Antonio. lettera di Mons. Roncalli, datata 21 Marzo 1939, a
Padre Giorgio Montico, Superiore dei Conventuali, Istanbul, per ringraziarlo del suo messaggio di
condoglianze e delle preghiere per la scomparsa di sua madre.« Rev.mo e caro Padre Superiore, Nel
compiersi del XXX giorno dalla morte della mia cara mamma, tengo ad esprimere, anche per iscritto,
a lei ed ai suoi religiosi il sentimento della mia gratitudine per la partecipazione che vi compiaceste
prendere al mio filiale dolore. Non dimenticherò mai il solenne funerale celebrato a S. Antonio il 28
febbraio – in die septima – riuscito cosi nobile e cosi decoroso. Non solo mi commosse la vostra
preghiera : ma l’invito da voi fatto a molti a pregare per l’anima benedetta della defunta e per me.
Questa cosi pronta comprensione delle intimità più sacre del nostro spirito nei giorni della pena ed in
quelli della letizia, che avverto nei rapporti fra il vescovo ed i suoi collaboratori nel ministero delle
anime qui ad Istanbul è per me motivo di purissima consolazione. E sono gratissimo ai Padri di S.
Antonio che, questa consolazione, me la procurano con tanta larghezza e con tanta bontà ed
indulgenza (…) ».

136
Per questo motivo il ministero di verità, ordine e pace che la divina Provvidenza ha
concesso al nuovo papa, può essere compiuto per la salvezza e per la santificazione delle
anime, e contribuire così alla prosperità e ai veri progressi del mondo. Riuniamoci nelle
chiese per ringraziare e pregare nostro Signore ». 164

Il 12 marzo, nella cattedrale di Spirito Santo, fu intonato un solenne « Te Deum » di


ringraziamento per l'incoronazione di Pio XII.

***

Con la morte di Papa Pio XI e l'elezione di Pio XII, i rapporti fra le Chiese sorelle
arrivarono ad un punto di svolta. Mons. Roncalli ne fu l’artefice: « Alla morte di Pio XI, su un
invito del delegato apostolico, anche il patriarcato fu rappresentato alla messa funebre
celebrata a Santo Spirito. Un altro rappresentante ortodosso, al posto d’onore, prese parte
alla commemorazione di ringraziamento per l'elezione di Papa Pio XII. Il 27 maggio 1939
Mons. Roncalli si recò personalmente al Phanar. Il Patriarca Benjamin, con il metropolita di
Heliopolis e con il metropolita di Laodicea, gli aveva reso omaggio e Mons. Roncalli lo aveva
ringraziato a nome del Santo Padre per la loro partecipazione prima al lutto ed in seguito
alla gioia della Chiesa cattolica. Questo incontro fu indubbiamente il primo dopo secoli. Per
quelli che conoscevano le usuali tensioni tra le due Chiese, quest’episodio rappresentò un
evento straordinario nonostante gli sforzi della stampa per trascurarlo. – Si è trattato
semplicemente di un semplice contatto di cortesia fra le due Chiese - notò un giornale greco
ortodosso di Istanbul. Ma il delegato apostolico era convinto che la strada dell’unità dovesse
essere piena di questi incontri e segni di rispetto. Egli riteneva di aver ragione, quando
pensava che le barriere più alte potessero essere abbattute con il cuore ». 165

164
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p. 1129-1131 ;
(Notizie storiche, volume II, p. 424-426).
165
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 168-169.

137
***

Il 9 luglio 1939, in occasione del primo centenario della fondazione delle Piccole
Sorelle dei poveri, Mons. Roncalli volle testimoniare pubblicamente proprio l'opera
caritatevole delle suore a favore dei poveri, indipendentemente dalla loro religione o dalla
loro nazionalità. Nella sua omelia, durante la cerimonia celebrata nella cattedrale, Mons.
Roncalli lodò quell’opera caritatevole ed ebbe parole d’incoraggiamento per coloro che lui
definì « le grandi Piccole Sorelle dei poveri ».

***

Dal 12 al 18 novembre 1939 Mons. Roncalli partecipò agli esercizi spirituali con i
Gesuiti, ad Ayazpaşa.

***
In occasione del centenario dell'arrivo delle Sorelle della Carità ad Istanbul, Mons.
Roncalli, il 10 dicembre 1939, pronunciò un discorso a San Benoît che probabilmente
rappresenta l'esempio migliore della sua erudita preparazione e del suo modo di predicare. Nel
commentare le Sacre Scritture egli giunse a considerazioni morali (insegnamenti) e spirituali
(incoraggiamenti) per le sorelle, menzionando numerosi riferimenti storici.

Da notare che la prima guarigione miracolosa per intercessione di Giovanni XXIII. fu


quella di Caterina Capitani, una delle Sorelle delle Figlie della Carità.

Gli esercizi spirituali, dal 25 novembre all'1 dicembre 1940, ebbero luogo presso le
Sorelle di Nostra Signora di Sion, a Tarabya, attualmente residenza estiva del presidente della
Repubblica di Turchia.

***

Il giorno del suo sessantesimo compleanno, il 25 novembre 1941, su una fotografia


inviata ad un suo amico scrisse: « Questo è Mons. Roncalli all'età di 60 anni. E’ l'età più
bella: buona salute, giudizio più maturo, migliore disposizione a vedere le cose più
chiaramente, con dolcezza, con fiducioso ottimismo ».

Per Mons. Roncalli, il suo compleanno rappresentò l'ultima svolta della sua vita e, per
meditare su questo, si recò a Tarabya con le Sorelle di Sion:

« Per santificare i primi giorni dopo il mio sessantesimo compleanno sono andato a
Tarabya per una settimana come cappellano delle povere Sorelle venute dalla Romania, ho
svolto gli Esercizi spirituali e riflettuto sul Miserere - quattro versi al giorno – in solitudine
ed in silenzio. In questo modo ho voluto cominciare l’ultimo periodo della mia vita: la

138
vecchiaia. Pacifica vecchiaia! Possa il Signore dare una fine proficua e edificante alla mia
modesta vita!».

La dipartita di un gran numero di intimi amici accrebbe in lui l’impressione di essere


invecchiato. Mons. Roncalli, tuttavia, trovò conforto nella speranza di una prossima riunione:
« Grazie a Dio preferisco guardare avanti piuttosto che indietro. Anche le memorie più care
di persone e cose rimangono dentro me come per ricordarmi la riunione che ci attende. La
vita è un po’ come un lungo viaggio per mare. Ci si dice addio piangendo al momento di
lasciare quelli che si amano ma, al ritorno, sono già là, al porto, che ci stanno
aspettando». 166

***

166
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 154-155 ( per le tre citazioni sul 60° compleanno di Mons.
Roncalli).

139
Mons. Roncalli ricevette per il suo compleanno una grossa somma di denaro 167. Si
dice che l'ambasciatore di Germania Von Papen contribuì largamente a questa donazione.
Gran parte di questa somma fu destinata alla ristrutturazione della delegazione apostolica, il
cui precedente rinnovamento risaliva al tempo di Mons. Rotelli nel 1886. Si fa menzione di
questo restauro, diretto con perizia da Mons. Roncalli, in una targa commemorativa che
ricorda la sua permanenza alla delegazione. Quando questa targa fu inaugurata, nel 1960, la
città di Istanbul era in stato di assedio a causa di un colpo di stato e tutte le riunioni, anche
private, erano proibite. Mons. Lardone dovette richiedere l'autorizzazione al governatore di
Istanbul, il generale Refik Tulga. Questi aveva conosciuto Mons. Roncalli così bene che
concesse immediatamente l’autorizzazione ed espresse anche il desiderio di scoprire egli
stesso l'iscrizione. Il giorno della cerimonia, il generale Tulga concluse il suo discorso con
questa frase estremamente simbolica:«Il papa Roncalli è il primo papa turco della storia ». 168
Questo fu uno dei più grandi attestati di stima che le autorità turche fecero a Mons. Roncalli e
un esempio della forte impressione che questo prelato buono produsse su tutte le classi sociali
del paese.

167
GIOVANNI XXIII, Il Giornale dell’Anima, op. cit., p. 283 : « Quest’anno la Provvidenza mi ha
messo in mano somme notevoli di denaro. Denaro di mia pertinenza personale. L’ho distribuito, parte
ai poveri, parte a bisogni miei e a soccorsi ai miei di famiglia, e parte, la principale, nel restaurare la
delegazione apostolica e alcune camere dei miei sacerdoti a Santo Spirito». Note sul suo soggiorno a
Tarabya dal 25 novembre al 1 dicembre1940.
168
ROMANA Beatificationis et Canonizationis servi dei Johannis XXIII Papae, (25. XI. 1881 –
3.VI.1963), Romae MCMLXVII, p. 29.

140
Questo è quanto riportato sulla tavoletta commemorativa 169:

QUI
IOANNIS XXIII VENERABILI NOMINE
PRINCIPIO NUNC CATTOLICAAE ECCLESIAE GUBERNACULA TENET
ANGELUS IOSEPHUS RONCALLI
DECEM ANNORUM SPATIO
AB INITIO A. MCMXXXV AD EXITUM A. MCMXLIV
IN TURCARUM NATIONE APOSTOLICOUS DELEGATUS
HAS SUI DOMICILII AEDES
QUAS SUO PRAECIPUO SUMPTU IN ORNATIOREM FORMAM
RESTITUIT
PRAECLARAE VIRTUTIS DECORAVIT EXEMPLIS
PIO PRUDENS SUAVIS
APUD SACRUM CLERUM ET LAICORUM ORDINEM
DICTIS FACTISQUE RELIGIONIS SANCTISSIMAE FLAMMAM
ALUIT
PETRI SEDIS HONOREM SERVAVIT ADAUXIT
UT POSTERIS TANTA SUPERESSET MEMORIA
HIC POSITUS LAPIS
A. MCMLX

***

Il 13 maggio Mons. Roncalli celebrò a Santo Spirito i due anniversari di papa Pio XII :
la sua incoronazione e il 25° anno del suo episcopato. Il giorno precedente, la radio Vaticana
trasmise il messaggio di pace del Santo Padre.

Nel gran salone della Casa d'Italia, il centro culturale italiano, fu esposto il ritratto di
Pio XII. Il cronista della cattedrale, Mons. Del Giorno, riferisce che il Sig. Ferraris, preside
del liceo italiano Palazzo Venezia, pronunciò un discorso sul pontefice sovrano sottolineando
i benefici dei rapporti armoniosi fra il Vaticano e l'Italia.

Mons. Roncalli, vescovo d’oriente, il clero e la colonia italiana intera assistettero alla
cerimonia. Un coro meraviglioso condotto da Padre Montico, superiore di S. Antonio, con il
Sig. Carlo d'Alpino al pianoforte, eseguì tra l’altro, il Tu es Petrus e l’Oremus pro pontifice.

169
Traduzione (LE FLAMBEAU, op. cit., 1960, n°7, p. 12) : COLUI CHE SOTTO IL VENERABILE
NOME DI GIOVANNI XXIII ATTUALMENTE GOVERNA LA CHIESA CATTOLICA, ANGELO
GIUSEPPE RONCALLI, NEL CORSO DI DIECI ANNI, DALL'INIZIO DELL'ANNO 1935 ALLA FINE
DELL'ANNO 1944, DELEGATO APOSTOLICO IN TURCHIA, ABITANDO QUESTA DIMORA E
MIGLIORANDOLA A PROPRIE SPESE, L'HA RESA FAMOSA PER L'ESEMPIO CHE EGLI HA
DATO DI UOMO DALLE ELEVATE VIRTU’, EGLI ERA PIO, ATTENTO, GENTILE E CON LE SUE
PAROLE E LE SUE INIZIATIVE HA ILLUMINATO IL CLERO E IL MONDO LAICO CON LA LUCE
DELLA SANTA RELIGIONE PRESERVANDO ED ACCRESCENDO IL PRESTIGIO DELLA SANTA
SEDE. PER CONSERVARE UN RICORDO COSI’ IMPORTANTE QUESTA PIETRA FU POSTA NEL
1960.

141
Il Vicariato volle ricordare entrambi gli anniversari con una serie di commemorazioni.
Il 16 maggio Mons. Roncalli presenziò una celebrazione a Saint-Louis, accanto all'ambasciata
francese. Padre Jean Bertrand, un Lazarista di Saint Benoît, fece un discorso su Pio XII.

I Tedeschi e gli Austriaci organizzarono una commemorazione a Saint-Georges. Gli


Spagnoli, sotto la direzione di Padre Salvatore Fernandez y Frasquet, intonarono un Te Deum
di ringraziamento nella cappella della Terra Santa.

Dal 14 al 16 maggio, nella basilica di S. Antonio, data la sua posizione più centrale,
ebbe luogo un Triduum di preghiere per il Santo Padre e per la pace nel mondo. In ciascuno
dei tre giorni, l’omelia fu pronunciata in una lingua diversa: il primo giorno, con Mons.
Roncalli, in italiano, il secondo in greco con Mons. Varouhas ed il terzo giorno in turco con
Gomidas Çarkçıyan, del clero armeno.

La chiusura di queste grandiose cerimonie religiose avvenne il 17 maggio, nella


cattedrale di Santo Spirito, con la celebrazione di una solenne messa pontificale. Nella sua
omelia in italiano, Mons. Roncalli, esaltò la grandezza e la dignità di Papa Pio XII. 170

***

Gli esercizi spirituali, dal 25 al 31 ottobre 1942, ebbero luogo, come quelli del 1935 e
del 1937, alla delegazione. Furono gli ultimi che Mons. Roncalli fece ad Istanbul, poiché
quelli previsti alla fine del 1944 furono cancellati in ragione della sua nomina a Parigi.

***

170
Gli argomenti sviluppati sulle cerimonie commemorative il 25° anniversario della consacrazione
episcopale di Pio XII si ispirano a : V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du
Saint-Esprit, op. cit., p. 1150-1152.

142
Il 25° anniversario dell'apparizione della Vergine Maria a Fatima, in Portogallo, fu
ricordato solennemente in tutto il mondo con la consacrazione del genere umano al « Cuore
Immacolato di Maria ». In questa occasione la commemorazione ebbe luogo a Santo Spirito il
10 gennaio 1943 alle 16.30, nonostante un tempo molto freddo e nevoso. Mons. Roncalli
recitò il Rosario, quindi esortò la folla a pregare per la pace. Egli stesso lesse la preghiera
della consacrazione. 171

***

Verso la fine della sua permanenza in Turchia, il 28 Maggio 1944, una domenica di
Pentecoste, Mons. Roncalli pronunciò un sermone esortando i suoi fedeli ad abbattere le
barriere che li dividevano dalle altre religioni, seguendo l'insegnamento di Gesù Cristo che era
venuto a proclamare la «fratellanza universale»:

« (…)Noi, i cattolici latini di Istanbul e i cattolici di altri riti: armeno, greco, caldeo,
siriano, ecc., noi siamo una piccola minoranza che vive sulla superficie di un vasto mondo
con quale abbiamo soltanto rapporti superficiali. Amiamo distinguerci da chi non professa la
stessa nostra fede: i nostri fratelli ortodossi, protestanti, ebrei, musulmani, credenti o non
credenti di altre religioni (…). Sembra logico che ciascuno di noi si occupi di se stesso, delle
sue tradizioni nazionali e familiari, chiuso nel suo ambiente sociale limitato, come i primi
uomini dell’Età del Ferro, quando ogni casa era una fortezza impenetrabile e dove si viveva
in roccaforti o in rifugi. Miei cari fratelli e figli, devo dirvi che, alla luce del Vangelo e dei
principi cattolici, questa logica è totalmente sbagliata.

Gesù è venuto ad abbattere queste barriere, egli è morto per proclamare la fratellanza
universale; il punto centrale del suo insegnamento è la carità, è l'amore che unisce tutti gli
uomini, Lui che è il primo dei nostri fratelli e che si unisce con noi a suo Padre (…)». 172

Questa esortazione ad abbattere le barriere che dividono gli uomini di buona volontà
era contenuta nel discorso che Mustafa Kemal Atatürk fece, in francese, alla Conferenza
balcanica, nell’ottobre del 1931: « Il solo modo per rendere felice gli uomini è l’azione
energica che tende al riavvicinamento… ». 173

***

La notizia dell’imminente partenza di Mons. Roncalli, per la nunziatura di Parigi, fu


comunicata ufficialmente il giorno 8 dicembre 1944. Il delegato apostolico partecipò alla festa
organizzata a San Maria per celebrare il 10° anniversario della sua permanenza ad Istanbul.
Lo stesso giorno, per l'anniversario della dedica della cattedrale, il clero di Santo Spirito ebbe
l’onore di ospitare per l’ultima volta alla sua mensa Mons. Roncalli e di potergli esprimere la
sua particolare riconoscenza ed attaccamento. Il giorno della sua partenza, il 23 dicembre,

171
R. PHILIPPUCCI, « Cento anni... », LE FLAMBEAU, op. cit., maggio1976, n°5, p. 13.
172
A. MELLONI, La predicazione a Istanbul, omelie, discorsi e note del Pastore (1935-1944), Leo S.
Olschki, Firenze, 1993, p. 367-368.
173
A. JEVAKHOFF, Kemal Atatürk, Les chemins de l’Occident, Tallandier, 1989, p. 426.

143
Mons. Roncalli invitò a sua volta Mons. Varouhas, Mons. Kireçyan e il clero della cattedrale.
Dopo il pasto offrì a ciascuno dei convenuti un suo ricordo. 174

Il 23 dicembre 1944, dopo aver pregato per l'ultima volta nella sua cattedrale, prese il
treno alla stazione Haydar Paşa, per Ankara. Da lì partì per ricoprire il suo nuovo incarico di
nunzio, a Parigi. Negli archivi di S. Antonio, ad Istanbul, abbiamo trovato la lettera di
commiato che Mons. Roncalli consegnò a Padre Montico, venuto ad accompagnarlo, da
leggersi al suo ritorno in chiesa. Questo è il testo originale in italiano 175 firmato da Mons.
Roncalli prima di lasciare Istanbul definitivamente. È riprodotto come «un ricordo
d’archivio».

174
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p. 1154.
175
ARCHIVI DEI CONVENTUALI di S. Antonio, Istanbul. Testo composto da tre pagine dattiloscritte
firmate da Mons. Roncalli . In fondo alla 3a pagina, Padre Montico scrisse che il delegato apostolico
gli aveva consegnato questa lettera da leggere in chiesa come ricordo: « Nota di Cronaca :
nell’accompagnare alla stazione di Haydar-Paşa, S. E. il nostro Delegato Ap. oggi nunzio a Parigi, il
Cancelliere ci consegnò questa lettera di saluto del Pastore da leggersi in chiesa. Ebbi l’avvertenza di
farla firmare da S. E. per un ricordo d’archivio. (S. E. è partito ore 18 – per Ankara, il 23 dic. 1944).
P. G. Montico ».

144
« L’addio e la benedizione del Pastore
OBBEDIENZA - PACE - e BENEDIZIONE

Miei cari fratelli e figliuoli,

Dieci anni or sono me ne venivo ad Istanbul inviatovi dalla obbedienza col compito di
attendere al bene delle anime vostre. Ero pieno di fiducia. Il Signore ha benedetto il nostro
incontro. Sul mio cammino non è certo mancata qualche spina nella partecipazione alle
sofferenze, alle trepidazioni di tutti voi e di ciascuno in particolare, a certe ore più gravi. Ma
anche le mie consolazioni furono grandi nel constatare la pace che è sempre regnata nella
nostra famiglia spirituale pur nella varietà delle provenienze, delle lingue, delle tendenze.
Certo i nostri convegni ecclesiastici nelle varie chiese furono ore di grande riposo dello
spirito, ore di mutuo incoraggiamento alla buona vita cristiana, all’amore vicendevole, alla
pazienza nel sopportare le prove e le sofferenze inerenti alle condizioni di ciascuno.
Quello poi che fu fatto privatamente nel contatto con le singole anime, a lume, a
conforto, anche ad aiuto materiale, a diffusione di carità, di perdono, di mitezza, è il mistero
del Signore il cui ricordo mi resterà vivo nel cuore finché io viva.

Ora, miei cari fratelli e figliuoli, la obbedienza al Santo Padre mi distacca da voi e mi
affida un altro campo di lavoro a servizio della Santa Sede per gli interessi della Chiesa in
Francia, la nazione nobilissima a cui parecchi di voi appartengono, e la cui cultura ed i cui
fasti sono patrimonio prezioso di tutta la umanità. Mentre poteva parer naturale che io
volgessi l’animo ad un placido tramonto della mia umile vita, godendomi per lunghi anni
ancora le dolcezze della vostra carità filiale, eccomi spinto improvvisamente verso un ordine
di occupazioni da me inattese e rese più delicate e formidabili dalla gravità delle condizioni
odierne del mondo.

La rapidità con cui questa obbedienza mi viene imposta mi toglie anche la


consolazione di passare con voi, come di consueto, le feste natalizie. Celebrerò queste in
forma più riservata nelle cappelle di Ankara fra i cattolici di là, egualmente miei figliuoli
spirituali e vostri fratelli nella fede.

A voi ed a loro amo rivolgere nella grande solennità il mio saluto più fervido di
pastore che si allontana, ma che vi reca tutti nel cuore e che spera e si augura di rivedervi un
giorno tutti riuniti nella terra dei viventi.

Il mio saluto si inspira all’annunzio Angelico della pace, che i clamori persistenti
della guerra non riescono ancora a soffocare.

Fratelli e figliuoli, pace, pace. Dopo tanta lotta di uomini e di popoli comincia omai e
si annuncia il tempo della riconciliazione.

Di questa riconciliazione abbiamo bisogno tutti in particolare nei nostri rapporti


individuali : sopratutto ne ha bisogno la vita interna degli stati e delle nazioni. Mettiamoci
tutti di buona volontà : e ciascuno dal suo posto voglia essere artefice della pace del mondo.

145
A questo spirito di pace io intesi consacrare il mio umile ministero pastorale fra di voi
negli scorsi 10 anni. Voi mi avete compreso, ed il Signore è stato glorificato. Continuate
sempre cosi anche nell’avvenire. I Vescovi si succedono nel governo della Santa Chiesa, e
l’opera della diffusione della pace non si interrompe. Fra poco tempo mi verrà dato un
successore. Non si sa ancora chi sia. Quando verrà, vogliate circondarlo di riverenza, di
affezione, di consolazione come faceste con me. Egli farà ben più di me, e sarà la
consolazione vostra. La santa Chiesa è ricca di uomini in ogni tempo, ed ascende sempre.

Al saluto augurale Natalizio aggiungo la benedizione. Tante volte ve la diedi in questi


anni. Ora ve la rinnovo ed è l’ultima mia quale vostro pastore. Essa è per tutti senza alcuna
distinzione, ma ha preferenze per i piccoli, per i poveri, per i sofferenti. Ve la do in nome di
Gesù Bambino Salvatore del mondo. Scenda a ricercare le sacre intimità dei vostri cuori
presso i focolari, presso le culle, presso gli affanni delle famiglie e delle anime : e vi infonda
nuovo coraggio al vivere cristiano, nella buona amicizia con Dio, nella sovrabbondanza del
perdono, della mitezza, della carità.

Se sentirete dire un giorno che io sono passato all’altra vita, dite una breve preghiera
per me, che tanto vi ho amato, e che vi starò attendendo uno per uno per il ricongiungimento
finale. Se il Signore mi darà ancora alcuni anni, chi sa, che passata la guerra mondiale,
preservata la città di Istanbul secondo la supplica che abbiamo fatto e ripetuto insieme nella
festa di S. Antonio, dagli orrori dei bombardamenti, io non possa tornare a voi per sciogliere
insieme col mio successore il voto dei tempi più difficili, ed unirmi al vostro cantico di
riconoscenza e di perfetta riconciliazione.

Intanto io vi terrò sempre presenti nelle mie umili ma ardenti preghiere : cosi come
ora vi abbraccio e vi benedico colle parole della Santa Chiesa : Pax et benedictio Dei
omnipotentis, Patris et Filii et Spiritus Sancti. Amen ».

***

Mons. Roncalli, vero amico della Turchia, firmò come segue la sua lettera del 25
dicembre 1944, indirizzata a Mons. Pappalardo alcuni giorni prima di lasciare Ankara:

« Angelo Giuseppe Roncalli, arcivescovo di Mesembria, per l’ultimo istante, Delegato e


Vicario Apostolico di Istanbul ». 176

***

176
Copia della lettera (5 pagine) consegnata da Mons. Georges Marovitch. Mons. Roncalli, al
momento di lasciare la Turchia informò i fedeli che la Santa Sede gli aveva affidato una nuova
missione in Francia. Scrisse che era stato molto felice di rimanere là per dieci anni e che li avrebbe
sempre ricordati. Egli chiese di pregare per lui che li amava così tanto. Promise di ritornare alla fine
della Guerra per realizzare il suo desiderio se Istanbul fosse stata risparmiata dai bombardamenti.

146
Il 26 dicembre 1944 il clero della cattedrale inviò a Mons. Roncalli, ad Ankara, il
seguente telegramma:

« Clero e Fedeli Santo Spirito all’amato Pastore, auguri santo Natale, felice viaggio,
implorando elette benedizioni, lieti giorni ».

Mons. Roncalli rispose con una sua lettera datata 27 dicembre:

« Rev.mo e caro Mons. Collaro, vicario delegato,

Ringrazio del bel telegramma di Mons. Guillois sul punto di lasciare definitivamente
la parrocchia, invio ancora una volta il mio pensiero e la mia benedizione a tutti i miei cari
sacerdoti, religiosi e religiose e fedeli, nonché a tutti i cattolici di vario rito che furono tutti
insieme per dieci anni la mia consolazione e la mia sollecitudine. Che il Signore li riempia
delle sue grazie, della sua prosperità e della sua pace.

147
Ancora e sempre mi raccomando alle loro preghiere, promettendo di dar loro il
ricambio perenne delle mie. Di lei, con particolare devozione e affezione mio carissimo
Monsignore ». 177

***

Egli partì, ma conservò sempre nel suo cuore il ricordo dei suoi amici. Anche quando
divenne papa, non li dimenticò mai. Fu il caso di Padre Giacomo Carrara, un Salesiano, anche
lui nato nella provincia di Bergamo, a Serina. Nel corso di un’udienza accordata al
provinciale dei Padri,nel 1959, Giovanni XXIII domandò notizie del suo amico Padre Carrara.
Questi, quando tornò in Italia nel luglio del 1960 per celebrare in famiglia il 25° anniversario
del suo sacerdozio, fu ricevuto dal vecchio delegato apostolico di Istanbul che aveva espresso
il desiderio di incontrarlo nuovamente. 178 Alla morte di Giovanni XXIII, l'autore di queste
righe ricorda Padre Carrara, suo primo insegnante e catechista, distribuire con devozione a
tutti i suoi amici e conoscenti le immagini di colui che già considerava come un santo.

Padre Arthur Droulez, un Lazarista, in nome della sua vecchia amicizia nata sulle
sponde del Bosforo, dedicò a Papa Giovanni XXIII il suo libro « Mois de Notre-Dame
d’Ephèse ». Mons. A. Dell'Acqua, inviò immediatamente una cortese lettera di
ringraziamento 179 a nome del pontefice.

***

Consentitemi di terminare questa parte del libro, dedicato al vicario apostolico di


Istanbul, con un desiderio o piuttosto con la preghiera che conclude una relazione inedita di
Padre Droulez sul buon prelato, rinvenuta, in una felice occasione, durante le nostre ricerche
negli archivi di San Benoît a Istanbul:

« Possano i nostri occhi e i nostri orecchi aprirsi e prestare attenzione ai doni


incessanti della Bontà divina nel mondo affinché si possa trarre profitto dai beni temporali
senza perdere di vista la vita spirituale ed eterna. Lo chiediamo con perseverante fiducia al
Nostro Salvatore e alla Chiesa nostra Madre e Maestra. Questo è l'insegnamento più recente
dall’Enciclica del 15 maggio 1961 la cui gestazione, probabilmente, ebbe luogo in
Turchia!» . 180

177
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p. 1156-1157.
178
LE FLAMBEAU, Marsel Linguri, Istanbul, agosto-settembre 1960, n°7, p. 12-13.
179
« Reverendo Padre. Il Supremo Pontefice ha recentemente appreso i vostri problemi di salute e le
espressioni filiali che avete tenuto a lui far pervenire dal vostro letto di sofferenze. Sua Santità è
rimasto profondamente colpito dalla vostra traversia e mi ha incaricato di dirvi che Egli sta pregando
Dio per una vostra pronta guarigione. Il Santo Padre vi fa giungere il prezioso scritto a mano in
allegato e vi concede di gran cuore la Benedizione Apostolica ». Idem, p. 13.
180
A. DROULEZ, Mes souvenirs de l’Episcopat de Mgr. Roncalli à Istanbul, op. cit., ARCHIVI DEI
LAZARISTI, Saint-Benoît, Istanbul, p. 32.

148
Questo testo confermò quanto le decisioni di Papa Giovanni XIII furono influenzate
dalla sua permanenza in Turchia.

149
Amico dei Turchi
« Amo i Turchi »

Mons. Roncalli fu un amico dei Turchi ed un amante incondizionato della città


Istanbul.

« Fu un vero amico dei Turchi. Li amò e li stimò ». 181 Questo è il modo in cui Sua
Eccellenza Ihsan Sabri Çaglayangil espresse i suoi sentimenti su Giovanni XXIII nel corso
della « settimana roncalliana», dal 10 al 17 novembre 1986, organizzata ad Istanbul per
commemorare il 50° anniversario della venuta di questo grande prelato della Chiesa in questa
città.

Mons. Roncalli, già nel 1936 affermò: « Sono profondamente affezionato al popolo
turco presso il quale il Signore mi ha inviato »182 e continuò: « La via che ho scelto nelle mie
relazioni con i Turchi è quella giusta, è soprattutto una via cattolica e apostolica. Devo
proseguire con fede, con prudenza, con zelo e sincerità qualunque sia il prezzo del
sacrificio». 183

Quando entrò in ritiro spirituale, dal 12 al 18 novembre 1939, presso i Padri gesuiti,
riportò sul suo « Il Giornale dell’Anima »: « Io amo i turchi. Apprezzo le qualità naturali di
questo popolo, che ha pure il suo posto preparato nel cammino di civilizzazione ». 184

181
İ. S. ÇAĞLAYANGİL, « Monsignore Roncalli et la Turquie », Présence, Erol Ferah, Istanbul,
agosto-settembre 1987, n°7, p. 12.
182
GIOVANNI XXIII, Il Giornale dell’Anima, op. cit., p. 273..
183
Idem.
184
Ibid., p. 279.

150
Amò talmente il popolo turco che implorò Dio Onnipotente affinché accordasse
grazia e benedizione ad ognuno dei suoi membri. Mons. Righi, con riferimento alle note di
Mons. Roncalli scritte nel maggio 1942, riportò: « Dopo i risultati dell'ultimo censimento di
domenica scorsa, la Turchia conta 17.869.901 abitanti. Il mio umile nome appartiene
all'elenco di tutte queste persone; possa il Signore inviare la sua grazia e la sua misericordia
a tutti coloro che sono stati censiti con me ». 185

Mons. Roncalli fu pieno di rispetto e profonda stima per Atatürk: «Quest’ammirazione


proviene dal suo amore per l'uomo che aveva donato al suo paese non solo indipendenza e
libertà, ma che aveva fatto costantemente del proprio meglio per condurlo sulla strada del
progresso contemporaneo». 186

Uso della lingua turca nella recitazione delle preghiere

Per Mons. Roncalli, che amava il popolo turco, non poter apprendere la lingua del
paese che lo aveva accolto, fu come una mancanza di rispetto. Inoltre egli desiderava poter
comunicare, essere integrato, conoscere la mentalità e l'anima della gente che lo aveva
ospitato. Fu così che, in questo spirito, con amore e perseveranza, cominciò lo studio della
lingua del paese nel quale svolgeva il suo apostolato e la introdusse nelle preghiere. Nel corso
di numerosi ritiri prese le seguenti decisioni:

• «Voglio applicarmi con più attenzione e perseveranza allo studio della lingua turca»,
disse nel 1936, nel corso del suo ritiro a Ranica (Bergamo). 187
• « E’ veramente una vergogna non essere in grado di parlare meglio la lingua dopo
avere vissuto cinque anni ad Istanbul ! » egli scrisse in occasione del suo ritiro presso
i Padri gesuiti ad Ayazpaşa e rinnovò la sua precedente intenzione. 188
• Durante il suo ritiro presso le Suore di Nostra Signora di Sion a Tarabya, dal 25
novembre al 1 dicembre 1940, si espresse ancora una volta sullo «studio della lingua
turca ». 189

185
V. U. RIGHI, Papa Giovanni XXIII sulle rive del Bosforo, op. cit., p. 93.
186
İ. S. ÇAĞLAYANGİL, « Monsignore Roncalli et la Turquie », op. cit., p. 12.
187
GIOVANNI XXIII, Il Giornale dell’Anima, op. cit., p. 273.
188
Idem, p. 279.
189
Ibid., p. 284.

151
Mons. Roncalli esprimeva il desiderio di vedere i suoi successori seguirlo in questa
via, e voleva essere un esempio. Questo è evidente se ci riferiamo ad una delle decisioni prese
durante il ritiro con il clero presso la delegazione, dal 25 al 31 ottobre 1942: « Non appena
possibile, riprenderò lo studio della lingua turca; non aspiro a diventare uno specialista,
voglio solo fare il mio dovere ed essere un buon esempio per i miei successori ». 190

In realtà l’introduzione della lingua turca nella recitazione delle preghiere fu un fatto
nuovo e inatteso. Un dispaccio ufficiale dell’ambasciatore francese, datato 2 gennaio 1936,
riferì sulle prime iniziative di Mons. Roncalli: « Il delegato apostolico ha approfittato della
messa di Natale (…) per compiere un gesto assai insolito. Mons. Roncalli ha cominciato a
leggere il Vangelo secondo il rituale; ma invece di rivolgersi ai fedeli in francese, fatto
usuale per la cattedrale (di Istanbul), egli ha fatto la sua lettura in turco, con grande
sorpresa della folla (…). Il Vangelo, i sermoni e le preghiere di Benedizione furono
pronunciati in turco (…). La decisione del delegato apostolico provocò reazioni diverse nel
clero » 191.

190
Ibid., p. 312.
191
Dispaccio dell’ambasciatore francese datato 2 gennaio 1936. Quai d’Orsay, serie E Levant, sotto-
serie Turchia 1930-1940, b. 608. « Per giustificare questa iniziativa, aggiunse l’ambasciatore francese,
Mons. Roncalli rimarcò che negli altri paesi dei Balcani, era usata la lingua nazionale quando i riti
non erano in latino; non c’era ragione per agire diversamente in Turchia… ». R. MOROZZO
DELLA ROCCA, « Roncalli diplomatico in Turchia e Grecia », op. cit., p. 58 et note 52.

152
Da quel momento Mons. Roncalli fece precedere le sue omelie, nella cattedrale e nelle
varie chiese, dalla lettura in turco di un brano del Vangelo e « raccomandò di far recitare ai
fedeli, alla fine delle cerimonie eucaristiche, il Laudes divinae in turco e non in italiano o in
francese ». 192

Sottolineiamo, tuttavia, che Mons. Roncalli, senza imporre queste riforme, « lasciò
liberi i rettori delle varie chiese di seguirlo su questa strada», ad ogni modo fu assai lieto di
sapere che, dopo qualche esitazione iniziale, lo ascoltarono, convinto che, « nello spazio di
qualche mese, tutto questo sarebbe rientrato nell’abitudine». 193

« Accadde proprio come egli aveva immaginato. Il 26 febbraio 1936, giorno


conclusivo delle solenni celebrazioni a S. Antonio, la folla, principalmente composta di
uomini, era molto numerosa e c'erano molti ortodossi e Turchi. I Padri conventuali, per
compiacere il loro vescovo, fecero recitare le preghiere in turco. Fu una lezione per tutti, per
i cattolici e per gli altri. Il vescovo non si preoccupò molto di sapere se l’assemblea
comprendesse o no le parole. Questo atteggiamento voleva indurre le persone ad uscire
dall’isolamento e dall’imbarazzo. In tutti i casi fu un modo per rendere omaggio all'
ospitalità della Nazione ». 194

192
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 136.
193
GIOVANNI XXIII, Il giornale dell’Anima, op. cit., p. 272, note 1, testo originale: « Circa la
lingua, io non ho fatto che introdurre il “ Dio sia benedetto ” in turco e la lettura in turco del brano
evangelico nei pontificali, prima della omelia in francese o in italiano. Da notarsi che allo scopo di
placare qualche primo contrasto da parte di certi cattolici di mente ristretta, ho riservato queste
innovazioni per me alla cattedrale, lasciando liberi i rettori delle varie chiese di seguirmi come
meglio credono. Con piacere vedo che mi seguono con garbo e un po’ per volta. Tra pochi mesi tutto
sarà entrato senza sforzi nell’uso comune ed anche i malcontenti della prima ora saranno
soddisfatti » (22 febbraio 1936).
194
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 137.

153
Amore per la città di Istanbul

Amante della città di Istanbul, Mons. Roncalli fece una brillante descrizione dei
pescatori del Bosforo che ci ricorda quelle composte da scrittori famosi nei loro libri di
viaggio: « Dalla finestra della mia camera, presso i Padri gesuiti, osservo tutte le sere un
assembrarsi di barche sul Bosforo ; spuntano a decine, a centinaia dal Corno d’Oro e si
radunano ad un punto convenuto, quindi accendono le loro lampade (alcune di esse sono più
luminose delle altre) creando una fantasmagoria di colori e di luci impressionante. Credevo
che fosse una festa sul mare per il Bayram che cade in questi giorni. Invece è la pesca
organizzata delle palamite. Grossi pesci che si dice vengano dai punti lontani del Mar Nero.
Queste luci durano tutta la notte e si possono udire in lontananza le voci gioiose dei
pescatori. Lo spettacolo mi commuove. L'altra notte, verso l’una, pioveva incessantemente,
ma i pescatori erano là, al loro duro lavoro senza lamentarsi». 195

195
GIOVANNI XXIII, Il giornale dell’anima, op. cit., p. 279-280.

154
Tuttavia, anche nelle sue ore di riposo, al cospetto di questo pittoresco paesaggio,
colse l'occasione per trarre una lezione, per prendere una risoluzione sulla sua missione che
era onnipresente nel suo spirito:

« Oh! che confusione per me, per i nostri sacerdoti, pescatori di uomini, di fronte ad
un simile esempio! Se consideriamo il significato oltre la metafora, quale visione di lavoro, di
zelo e di apostolato proposta alla nostra attività! Del Regno di Dio ci restano ben poche cose.
Reliquie e semi. Quanti cuori da conquistare per Cristo vagano in questo mare! Imitare i
pescatori, lavorare notte e giorno con tutte le nostre lampade accese, ognuno sulla propria
piccola barca agli ordini dei nostri capi spirituali: questo è il nostro dovere: grave e
sacro». 196

Dall'1 settembre 1939 al 24 agosto 1943 Mons. Roncalli visitò i monumenti storici
della città con il suo più stretto collaboratore, Padre Vittore Ugo Righi: l’impressionante
monastero Stoudion, l'Ippodromo... Percorsero insieme la via imperiale lungo le mura
dell’antica Bizanzio fino all’affascinante porta di Adrianopoli (Edirne Kapı). Quando
giunsero a Santa Sofia, Padre Righi riferì: « Intesi allora le sue labbra esprimere la sua
vibrante emozione nel contemplare i mosaici, color blu e oro, e la grandiosa cupola che tra
mare e cielo sembrava vibrare per l’eternità ». 197

Padre Righi, imitando il suo maestro, ci descrisse poeticamente le bellezze della città
di Istanbul: «Tra la folla cosmopolita del Ponte di Galata, mentre i raggi del sole al tramonto
incendiano le cupole delle innumerevoli moschee e una foresta di minareti si riflette sulle
acque magiche del Corno d’Oro e lo trasforma in un nastro festoso dalle filigrane tremanti,
potevo ascoltare il battito del suo cuore pastorale colmo di dedizione in attesa dell’avvento
del regno di Dio in tutti i cuori ». 198

Come amante delle bellezze della città e dei suoi monumenti, è con piacere che
ammirò la nuova sistemazione della grande piazza Taksim, la costruzione dell’imponente
ponte di Atatürk e dei nuovi quartieri residenziali lungo le coste del Bosforo. Apprezzò molto
la preoccupazione degli architetti, al momento della costruzione dei grandi viali, nel voler
conservare e valorizzare le moschee, le chiese e le fontane… armoniosamente contornate da
pini e cipressi. 199

Roncalli fu uno studioso di storia e di arte bizantina. Apprese molto dalle


conversazioni con gli archeologi e gli studenti di passaggio ad Istanbul, che gli ambasciatori e
i consoli erano soliti chiedergli di incontrare. Particolarmente orgoglioso dei suoi libri posti
sul lato destro del suo ufficio e che mostrava volentieri ai visitatori, se ne servì per preparare
minuziosamente le visite della città e dei suoi monumenti, per i suoi ospiti di passaggio. Diede
prova allo stesso tempo delle conoscenze del ricercatore e della passione di un archeologo. 200

196
Idem, p. 280.
197
V. U. RIGHI, Papa Giovanni XXIII sulle rive del Bosforo, op. cit., p. 34
198
Idem.
199
Ibid., p. 93.
200
Ibid., p. 91.

155
Relazioni con le autorità governative sotto il segno dell’amicizia

Nei dieci anni in cui soggiornò ad Istanbul, Mons. Roncalli riuscì a creare, nelle sfere
governative turche, un'atmosfera di amicizia verso la Santa Sede. Sua Eccellenza Ihsan Sabri
Çaglayangil il 16 novembre 1986, durante la settimana roncalliana ad Istanbul, rievocò la
personalità del buon prelato come segue: « Egli sviluppò rapporti eccellenti, fondati su un
sentimento di mutuo rispetto, con le autorità locali. Non esisteva ancora relazioni
diplomatiche fra Turchia e Santa Sede. Malgrado ciò, egli seppe creare le opportunità, e si
recò ad Ankara al ministero degli Affari esteri per porgere i suoi omaggi. A quell’epoca
Numan Menemenoğlu era il segretario generale degli Affari esteri. Fu così che ebbe inizio fra
loro una stretta amicizia che si rafforzò quando si rincontrarono a Parigi ». 201

La testimonianza del console del Portogallo, Jacques José Abravanel, nel corso della
stessa settimana roncalliana è sulla stessa linea: « Esperto diplomatico con una voce
amichevole, dolce e convincente, amò la Turchia e i Turchi lo amarono ». 202

Durante la sua permanenza a Istanbul 203, Mons. Roncalli seppe come tessere vincoli
discreti di amicizia sincera con alcuni esponenti politici, grazie alla sua innata delicatezza ed
al suo tatto. Mons. Capovilla, nella sua elaborata prefazione, cita l’amicizia tra Mons.
Roncalli e Numan Rıfat Menemenoğlu: un’ amicizia che, oltrepassando i confini dello Stato
turco, si espresse a Parigi, a Venezia e Roma dove il prelato, divenuto papa, si preoccupò
della salute del suo amico e pregò per il riposo eterno della sua anima quando morì.

201
İ. S. ÇAĞLAYANGİL, « Monsignore Roncalli et la Turquie », op. cit., p. 12.
202
J. J. ABRAVANEL, « Monsignore Roncalli et la Communauté Juive », Présence, Erol Ferah,
Istanbul, agosto-settembre 1987, n°7, p. 14.
203
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 153. « Il ricordo del mio felice e piacevole soggiorno di
dieci anni in Turchia dove,tenendomi distante da tutte le accentuazioni politiche o tendenziose,
unicamente attento al mio ministero spirituale e animato da un profondo sentimento di comprensione,
di rispetto e di amore cordiale per il popolo turco, non ho mai provocato l’ombra la più leggera nei
miei rapporti personali e in quelli del mio umile lavoro con le autorità civili del paese ».

156
Consentitemi di ritornare qualche anno indietro, quando essi si incontrarono per la
prima volta in Turchia, partiti stimandosi l'un l'altro finirono per diventare amici veri. Leone
Algesi, nella biografia di Giovanni XXIII, fa chiarezza sull’origine di questa relazione.
All'inizio del 1937 Mons. Roncalli si recò ad Ankara, su invito dell'ambasciatore austriaco.
Non appena giunto nella capitale « fece pressione sul governo» per poter presentare le sue
credenziali alla presidenza ed al ministero degli Affari esteri, del quale Numan Menemenoğlu
era sottosegretario. Egli gli era stato segnalato come il diplomatico più competente e più
importante nel settore delle relazioni degli stranieri con la legislazione turca e, con la
mediazione del Sig. Guillois, chiese se la sua visita sarebbe stata autorizzata. In seguito ad
una risposta affermativa, i due diplomatici si incontrarono per una mezz'ora. Prendiamo in
prestito ad Algesi le parole scambiate, tra Mons. Roncalli e Numan Menemenoğlu, nel corso
del loro incontro il 4 gennaio 1937:

- Mi trovo ad Ankara per il mio ministero e sono lieto di poter rendere i miei omaggi ai
rappresentanti di Turchia.
- Ed io sono personalmente lieto di fare la vostra conoscenza e dirvi che il governo turco
ha per voi e per la grande ed illustre tradizione che rappresentate il più profondo
rispetto.
- Vi ringrazio moltissimo. Spero che le autorità turche abbiano potuto constatare il rispetto
che i cattolici hanno mostrato per le leggi del paese, anche se esse non sono molto
attraenti: gli abiti che indosso ne sono la prova migliore.
- Infatti, ma teniamo a garantirvi che con il più grande rispetto, vi lasciamo la libertà di
esercitare il vostro ministero, nella misura in cui non c’è contraddizione con le nostre

157
leggi... anche se non gradiamo l'uso di termini ufficiali che lascino intendere che abbiamo
rapporti con una potenza religiosa, anche se certamente degna di rispetto.
- Comprendo. Tuttavia ciò non impedisce a questa potenza religiosa di essere soddisfatta
dell’ascesa della Turchia, e trovare nella nuova costituzione del vostro paese alcuni
principi fondamentali del cristianesimo... anche se lo spirito religioso nel quale sono
applicati la trova naturalmente in disaccordo.
- La laicità dello Stato è un nostro principio fondamentale e noi ci atterremo a esso dato
che è la garanzia della nostra libertà.
- La Chiesa non proverà a infrangere il principio di laicità. Ma sono ottimista. In ogni
caso sono favorevole a ciò che ci unisce piuttosto che a ciò che ci separa. Concordiamo
su principi naturali e possiamo fare un buon cammino insieme. Per il resto dobbiamo
rimanere fiduciosi. Nel frattempo, da parte nostra un primo passo è stato fatto: la lingua
turca è entrata nel Chiesa.

Un sorriso senza risposta fece capire che l’incontro volgeva al termine. 204

***

Alla morte di Atatürk, il 10 novembre 1938, benché Mons. Roncalli si trovasse ad


Atene tentando di risolvere problemi molto gravi « tra la Chiesa greca e il governo », non
dimenticò di impartire immediate disposizioni affinché la delegazione e il Vicariato
apostolico di Istanbul partecipassero al lutto nazionale. İsmet İnönü fu eletto alla presidenza
della Repubblica e Mons. Roncalli immediatamente inviò un telegramma di felicitazioni. Con
il documento pontificale, che informava i governi dell'elezione di papa Pio XII, Mons.
Roncalli indirizzò una lettera a Numan Menemenoğlu, divenuto ministro degli Affari esteri.
Ecco alcune parti del documento:

« Eccellenza, ricordo ancora con gioia il giorno in cui mi recai al ministero degli
Affari Esteri e voi foste così cortese di ricevermi e accettaste gli omaggi che vi presentai il 4
gennaio 1937. Voi aveste allora la bontà di dirmi che quella riunione era una prova del
grande rispetto con il quale il Governo turco seguiva il mio ministero spirituale.

Oggi, nel nome di questo ministero spirituale, con semplicità e senza alcuna
implicazione, vorrei che accettaste gentilmente questo plico che mi è stato inviato dal nuovo
pontefice.

Contiene una lettera autografa con la quale il nuovo Capo della Chiesa Cattolica
comunica la sua elezione.

Con questo atto tradizionale di cortesia suprema ai Capi di Stato di tutte le nazioni
del mondo, quale sia il regime politico o la confessione religiosa, il nuovo Pontefice Pio XII
intende rendere un primo servizio alla grande causa della pace universale.

204
Idem, p. 138-139.

158
E’ stato naturale, così come è spontaneo e cordiale, da parte del nuovo Papa, questo
gesto di riguardo verso la persona dell’Illustrissimo nuovo presidente della nobile e forte
Repubblica di Turchia, che si avvia a recitare un ruolo sempre più importante nel concerto
delle nazioni più moderne e potenti.

Se, nell'adempimento del mio dovere, ho creduto bene di approfittare della gentilezza
di Vostra Eccellenza, atta ad evitare ogni esteriorità, vi prego di accettare le mie scuse e
attribuire ciò a questo senso di discrezione di cui ho sempre cercato di ispirare,
modestamente ma ardentemente, la mia condotta personale come capo di questa comunità
cattolica...». 205

***

La biblioteca apostolica del Vaticano, riferisce Algesi, riprodusse la « Carta dei paesi
danubiani e delle regioni limitrofe » di Giacomo Castaldi, della quale deteneva l’unico
esemplare. Il Santo Padre decise di donare una copia ad ognuno degli Stati interessati. Mons.
Roncalli, attraverso la mediazione dell'ambasciatore polacco Michel Sokolviev, fece
pervenire il presente del Santo Padre al presidente del Consiglio, Refik Saydam.
L'ambasciatore si presentò come rappresentante accreditato presso un governo amico, ma allo
stesso tempo come il rappresentante di una delle più grandi nazioni cattoliche al mondo.
Mons. Roncalli, nella sua lettera che accompagnava il dono del papa, espresse « la certezza
che la Turchia, aperta ormai a tutte le forme di cultura e di progresso e, nel contempo, non
dimentica della sua storia, troverà interessante scoprire su questa bella carta le vestigia delle
sue più gloriose vittorie militari, stampate quando suscitava l’ammirazione del mondo ». Più
tardi il presidente del Consiglio informò l’ambasciatore polacco di « essere rimasto molto
toccato dal regalo del Santo Padre e che lo aveva apprezzato moltissimo, in particolare per il
modo in cui era stato presentato». Questo documento è conservato nella biblioteca
dell’Università di Istanbul. 206

***

Mons. Roncalli era consapevole di non aver alcun compito rappresentativo in Turchia,
a parte la sua missione spirituale e pastorale. Ma, come abbiamo illustrato precedentemente,
in qualsiasi circostanza la sua presenza è apparsa, egli riuscì a esprimere la sua stima e la sua
gratitudine alle autorità civili. Questo suscitò una sincera ammirazione nelle alte sfere del
ministero degli Affari esteri.

205
Ibid., p. 140-142.
206
Ibid., p. 143-144. Numan Menemencioğlu apprezzò la dimostrazione di rispetto di Roncalli e
organizzò l’incontro tra l’ambasciatore polacco e il Primo Ministro.

159
Conseguenza di questi buoni rapporti fu la visita, il 1 febbraio 1955, del presidente
del Consiglio turco Adnan Menderes a Pio XII. Nel quotidiano « Cumhuriyet », datato 31
gennaio 1955, il famoso giornalista Nadir Nadi commentò questa prima visita di una
personalità governativa turca al Vaticano: « Apprendiamo che Sua Eccellenza Adnan
Menderes sarà ricevuto qui, a Roma, dal papa Pio XII. È la prima volta, in tutta la storia
della Turchia, se non sbaglio, che si assiste alla visita di un rappresentante di Stato al
Vaticano. Questo evento non dovrebbe essere sottovalutato. Dal punto di vista del diritto
internazionale, il Vaticano esercita il potere solo su alcuni acri di terra, ma in realtà, essa è
una forza molto importante che dirige il destino spirituale di circa mezzo miliardo di persone
ripartite sui cinque continenti. Anche se la Turchia è una nazione laica, una tale potenza non
può essere oggettivamente negata o ignorata dalla Repubblica turca. Oltre all’incontro fra
papa Pio XII, che ha una predilezione per la Turchia, e il Primo Ministro Adnan Menderes,
speriamo che ulteriori rapporti basati su legami più forti inizieranno fra la Santa Sede e la
Repubblica turca. Sebbene il Vaticano abbia voluto sempre avere un rappresentante
diplomatico in Turchia, i diversi governi della Repubblica, che si sono succeduti nel tempo,
non hanno finora preso in considerazione questa eventualità. Il giorno in cui ufficialmente la
Turchia riconoscerà il rappresentante del mondo cattolico, un grande vuoto politico sarà
colmato (…) ». 207

207
N. NADI, « Dostça bir ziyaret », Cumhuriyet, Istanbul, 31 gennaio1955, n. 10959, p. 1 & 3. « Sayın
Menderes’in Roma’da Papa XII. Pio tarafından da kabul edileceğini öğreniyoruz. Bir hükümet
başkanının Vatikanı ziyareti, eğer yanılmıyorsak Türk tarihinde ilk defa görülmektedir. Bu olayın
önemini azımsamamalıdır. Devletler hukuku bakımından bir kaç hektarlık arazinin hükümranı sayılan
Papalık gerçekte beş kıtaya serpilmiş yarım milyar insanın manevi kaderine hükmeden muazzam bir
kuvvettir. Laik bir devlet olan Türkiye Cumhuriyeti objektif olarak bu kuvveti ne inkâr, ne de ihmal

160
Un uomo di pace

Uomo di pace, intuendo il pericolo di una guerra imminente, il 25 aprile 1939, Mons.
Roncalli, unendosi al Santo Padre Pio XII, lanciò un appello a pregare per la pace.
Riproduciamo questo testo importante in sé come documento storico e prova evidente del suo
desiderio di decentralizzazione, illustrato dalla partecipazione delle varie parrocchie alle
attività del Vicariato 208:

«Preghiere alla Santissima Vergine per tutto il


mese di maggio in unione con il Santo Padre Pio XII
per implorare l’Armonia e la Pace tra i Popoli

Il nuovo Pontefice Pio XII ha lanciato al mondo un appello ardente e toccante.


L’orizzonte è sempre più oscuro e minaccioso. Una guerra sarebbe lo sterminio e il disonore
della civiltà moderna.

Le buone intenzioni dei capi di Stato possono dare al mondo la tranquillità di cui ha
bisogno; ma l'aiuto più forte può solo venire dall’alto: la pace è un dono del Cielo.. Per
chiedere la pace e perché ci sia concessa, nessuna intercessione può essere più forte di quella
di Maria, la Madre di Gesù e nostra Madre, giustamente salutata come la Regina della Pace.

Il mese di maggio, primavera della natura, è il mese dei fiori. I bimbi sono i fiori più
belli della vita umana, le gioie delle famiglie, le speranze e l’avvenire delle nazioni. Mentre
gli uomini politici discutono tra di loro, mentre nell' ombra e ora non solo nell' ombra ma in
piena luce, si affilano le spade e sulla terra, nel mare e nel cielo vengono preparati i mezzi
più mortali di attacco e di difesa, il Santo Padre si appella alle forze spirituali, chiama le più
belle e innocenti creature di Dio, i benedetti e cari bambini, e li chiama a raccolta davanti
agli altari dedicati a Maria durante il mese di maggio ed invita i credenti del mondo intero
ad unirsi alle voci degli innocenti in una pubblica e solenne implorazione per la pace.

edebilir. Memleketimize karşı daima yakın bir sempati besleyen şimdiki Papa XII. Pio ve Başbakan
Adnan Menderes’in görüşmelerinden sonra Vatikanla Türkiye Cumhuriyeti arasındaki münasebetlerin
daha sağlam esaslar üzerinde bir devamlılık haline kavuşacağını umuyoruz. Vatikan ötedenberi
Türkiyede diplomatik bir temsilci bulundurmağa önem verdiği halde Cumhuriyet hükümetleri bu
hususu dikkate almayı nedense geciktirmişlerdir. Katolik dünyanın manevi liderini resmen tanıdığımız
gün, siyasi bir eksiğimizi gidermiş olacağızdır (…) ».
208
Documento fornito da Mons. Georges Marovitch, cancelliere del Vicariato Apostolico di Istanbul.

161
Questo è quello che il Papa può fare ed ha fatto dal primo giorno del suo Pontificato:
invitare gli uomini a pensieri di pace e non di afflizione: esortare le persone a pregare.

In conformità a questo appello supremo, saranno adottate le seguenti disposizioni:

1. Durante il mese di maggio, in tutte le commemorazioni, i sacerdoti reciteranno la


colletta per pace: Deus a quo sancta desideria, ecc. Questa stessa preghiera sarà
recitata dopo l' antifona: Da pacem, Domine, in diebus nostris quia non est alius qui
pugnet pro nobis nisi tu, Deus noster; e del versetto Fiat pax in virtute tua. L'inno
«abundantia in turribus tuis» sarà cantato o recitato prima della benedizione del
Santo Sacramento.

2. Che la dedizione al mese di maggio sia fatta con più fervore. Al Rosario, che sarà
recitato con maggiore pietà e con più attenzione, saranno aggiunti il Salve Regina, la
Litania per la Santissima Vergine Maria e il Sub tuum praesidium.

3. I genitori nelle famiglie, i religiosi, le religiose, i sacerdoti nelle chiese


accompagneranno i ragazzi e le ragazze in questa santa preghiera collettiva, affinché
tutto sia ordinato, edificante ed efficace.

4. Alla preghiera vocale deve aggiungersi la ricerca di un’unione più intima con Dio,
vale a dire, vivere nella purezza, partecipare ai Santi Sacramenti della Confessione e
della Comunione, l’esercizio della dolcezza, della mortificazione e della penitenza;

162
una preoccupazione più profonda di carità e di amore degli uomini, una più grande
generosità per alleviare le miserie del prossimo.

5. Due Triduum di preghiere saranno celebrati con grandi solennità e con implorazioni
collettive nelle due parrocchie della città dedicate alla Santa Vergine il 25,26 e il 27
maggio a Santa Maria di Draperis, a Pera, così ricca di tradizioni religiose, il 29, 30
e il 31 maggio, a Santa Maria Immacolata di Lourdes, a Feriköy, così cara ai fedeli di
Istanbul.

6. Tra i due triduum, che si distingueranno per una intensificazione più ardente di
preghiera con gli angeli del Cielo e con gli angeli della Terra, la grande
commemorazione della Pentecoste sarà più brillante data la coincidenza con
domenica 28 maggio, che costituisce la più importante solennità della nostra basilica
cattedrale di Santo Spirito.

A questa commemorazione sono invitati tutti quelli che credono nella diffusione eterna
della grazia di Dio sulle anime e sui popoli.

Preghiamo, miei cari fratelli, con ardore e con fiducia in Dio. Il Signore rinnoverà il
prodigio della prima Pentecoste cristiana. I consigli di equità, di giustizia e di pace si
diffonderanno nel mondo afflitto e angosciato. E le nazioni saranno ricondotte sulla strada
della prosperità e dei veri progressi sociali. Maria, la dolce e potente Madre di Gesù e
nostra Madre, come fece nei primi giorni della vita della Chiesa, pregherà con noi e per noi.
Dominus dabit benignitatem, et terra nostra dabit fructum suum (Ps.84) ».

Il 2 marzo, in occasione del primo anniversario dell’elezione di papa Pio XII, Mons.
Roncalli si appellò ancora una volta alla pace. Riportiamo alcune righe di questa esortazione
alla preghiera durante la Settimana Santa della Passione di Cristo :

« Le settimane che stiamo vivendo sono piene di un mistero angosciante. Gli uomini
che hanno nelle loro mani il destino dei popoli, la stampa internazionale che interpreta i vari
movimenti nel modo sbagliato o confuso, non ci consentono di essere fiduciosi o di aspettarci
pace nel mondo, per la gioia delle famiglie e per il benessere comune.

La guerra procede il suo corso: ha già insanguinato la neve, incendiato le città e


milioni di giovani vite umane si trovano esposte al sacrificio e al pericolo. Vite innumerevoli
sono già sprofondate nel mare con le loro immense ricchezze, ormai inutili, al servizio dello
Stato. Tutti sanno e tutti dicono che un’altra terribile guerra ancor più grande incombe:
questa guerra, indipendentemente dal suo esito, sarà certamente una catastrofe per tutti,
vincitori e vinti, e rappresenterà non più la fine, ma piuttosto la continuazione e
l’accrescimento dei mali attuali.

(…)imploriamo il Signore che una pace fatta di giustizia e fratellanza salvi il mondo
dalla rovina e lo rimetta in cammino sulla strada dell’ordine e della tranquillità sociale (…).

L’invito a pregare e coltivare lo spirito di pace mi è ancor più naturale su questa


antica, gloriosa e cara terra di Turchia, una terra dove noi cattolici, nativi e stranieri
viviamo e lavoriamo, e dove siamo lieti di dare prova dell'amore sincero per la pace che

163
anima i Capi ed il popolo e che è stato consacrato da recenti e solenni dichiarazioni che
hanno avuto felici ripercussioni nel mondo intero (…)». 209

La guerra divenne ogni giorno più minacciosa, il 13 giugno 1940, nel corso della
messa in occasione della festa patronale di S. Antonio da Padova con i Conventuali, Mons.
Roncalli promise, a nome dei cattolici di Istanbul, di distribuire il pane ai poveri ed erigere
una statua di argento in onore del santo, se la città fosse stata preservata dalla guerra. Alcuni
giorni dopo, 210 Mons. Roncalli inviò a Padre Montico, superiore provinciale dei Conventuali,
una copia della preghiera del 13 giugno, « da conservare negli archivi », che egli aveva
composto e letto per ottenere, per l’intercessione di S. Antonio, la protezione di Istanbul dalle
incursioni aeree e dal flagello della guerra:

« O Gesù, Salvatore dell'anima, Salvatore delle nazioni, di tutte le nazioni, Salvatore


del mondo : Voi potete vedere la tempesta che si abbatte sui popoli dell’Occidente e che
minaccia di sommergere le famiglie, gli stati e un numero enorme di esseri umani.

O Gesù, tendete la Vostra potente mano sul conflitto crudele e fermatelo. Disponete i
cuori ad una viva e mutua comprensione delle sante ragioni di giustizia sociale che si
ispirano ai principi evangelici di rispetto reciproco, di vera fratellanza, di unanime
cooperazione e alla ricerca del bene comune e della prosperità materiale per ognuno.

Donateci la pace, la giusta pace, la pace durevole che il mondo non può darci e nel
quale c’è posto per tutti perché prima di tutto ci sarà posto per Voi, per il vostro Vangelo e
per la vostra Chiesa.

E poiché è legittimo che, pur partecipando alla pena delle nazioni sorelle, alle quali
molti di noi appartengono, oggi ufficialmente ostili tra loro, l'ordine di carità ci rende
ansiosamente interessati a ciò che le tocca più da vicino, o Signore, vi supplichiamo di
liberarci dai i mali e dai pericoli che una guerra estesa da Occidente ad Oriente potrebbe
causare alla nostra gente, alle nostre vite, alle nostre famiglie e a questo paese dove la
Provvidenza mi ha condotto. Ciò che è bene per noi, lo chiediamo con una ugual purezza di
desiderio per tutti quelli con i quali viviamo, sotto lo stesso cielo, tutti ugualmente fratelli,
anche se ci differenziamo per ragioni di ordine religioso, di provenienza etnica, di tradizioni
storiche, di posizioni sociali.

Gesù, Nostro Signore, abbi pietà di noi e proteggi questa città che è sempre stata così
nobile, fondata nel Tuo nome e che Ti è tanto cara.

209
ARCHIVI DEI DOMINICANI di Saint-Pierre, Galata, Istanbul, Registro 7, Busta 1, n°14.
210
ARCHIVI DEI CONVENTUALI di S. Antonio, Istanbul. Lettera (27 giugno 1940, n°3138) da Mons.
Roncalli a Padre Giorgio Montico, inviata con la copia della preghiera composta e recitata in italiano
e in francese da Mons. Roncalli, per celebrare la festa di S. Antonio, dopo la processione venerdì 13
giugno 1940. « Rev.mo e caro Padre Superiore, Penso di farle piacere compiegandole la copia della
preghiera che recitai a S. Antonio nel di della festa. Resterà come documento di archivio. Quando la
grazia sarà perfetta – come speriamo – sarà come invito ad un opera di carità e di culto a cui ho
invitato i buoni fedeli. (…) Lungo la via che ancor resta a percorrere le eventualità sono tante.
Auguriamoci che il Taumaturgo di Padova ci si conservi buon patrono e difensore. Noi gli saremo
devoti fedeli ».

164
Ti invochiamo in nome della Santa Chiesa: liberaci dalle calamità, dalla carestia e
dalla guerra, o Signore.

Liberaci dai mali imminenti, o Signore Gesù. Ab imminentibus periculis, libera nos,
Domine.

E poiché oggi è la commemorazione del vostro illustre servitore Antonio da Padova,


spesso strumento delle vostre grazie e dei vostri favori, permetteteci di affidare alle sue mani
benedette la nostra supplica collettiva e solenne, sicuri che egli unirà la sua voce
d’intercessore alle nostre umili voci in questa preghiera.

Le preghiere, tuttavia, sono a voi più gradite se accompagnate da un dono. Cosicché


questo è il nostro dono, Gesù, a Te lo presentiamo attraverso le mani di S. Antonio.

Innanzitutto una promessa di vita cristiana più intensa e rinnovata, evitando i peccati,
esercitando la carità, sopportando in pace e con calma la croce che avete posto sulle spalle
di ciascuno. E poi un voto, un voto pubblico e solenne: SE LA CITTÀ DI ISTANBUL SARA’
RISPARMIATA DAI BOMBARDAMENTI E DALLE DISTRUZIONI DELLA GUERRA: una
grande offerta di pane a tutti i poveri, ai nostri fratelli sofferenti e più bisognosi ; e per S.
Antonio, vostro servitore, costruiremo una statua di argento che dimorerà qui nel Tuo e nel
suo tempio, come segno della Tua misericordia su di noi e come prova della nostra devozione
a chi ci sta concedendo le Tue grazie e la Tua benedizione.

O Gesù, Salvatore del mondo, abbi pietà di noi.


Gesù, Giuseppe, Maria, aiutateci, proteggeteci, salvateci.
O S. Antonio, intercedete per noi ».

***

165
In una nota del 3 febbraio 1938, indirizzata a Padre Montico, Mons. Roncalli
confermò la sua particolare dedizione a S. Antonio da Padova:

« Giusto stamattina levai una preghiera speciale al Taumaturgo per una di quelle
grazie per cui si accendono le candelette innanzi alla sua immagine. Ed ecco che nel
pomeriggio la grazia incominciò a capitare. Continuerò a pregare perchè venga la grazia
completa. Me ne tengo del resto sicuro ». 211

Il 17 maggio 1941, Mons. Roncalli inviò un messaggio 212 alla parrocchia di S.


Antonio da leggere alla messa della domenica 18 maggio, per esortare i fedeli ad una
preghiera ancora più intensa per la pace nel mondo e un rinnovamento del voto fatto al santo:

« Venerabili fratelli e diletti figlioli. Secondo il precetto del Signore la nostra


preghiera deve crescere in intensità a misura che i bisogni si fanno più gravi e più pressanti.
(…) La santa liturgia nella Chiesa, eccola offrirci nel mese che sta innanzi a noi e
precisamente dal 19 corrente maggio al 20 giugno un ciclo di ricorrenze particolarmente
indicate a stimolare la nostra pietà religiosa.

Inanzi a tutto nei tre giorni 19, 20, 21 maggio, lunedì, martedì, mercoledì, prossimi le
Rogazioni colle Litanie dei Santi. Nulla di più adatto e di più commovente.

211
ARCHIVI DEI CONVENTUALI di S. Antonio, Istanbul.
212
ARCHIVI DEI CONVENTUALI di S. Antonio, Istanbul.. Note scritte a mano da Mons. Roncalli da
leggersi a tutte le messe di domenica 18 maggio (Alla parrocchia di S. Antonio con preghiera di farne
lettura a tutte le messe di domenica 18 maggio, Istanbul 17.V.1941) su una lettera intitolata :
Preghiere più intense per la pace del mondo.

166
Fratelli e figlioli : io verrò a pregare con voi nelle chiese : lunedì a S. Spirito, martedì
a S. Antonio, mercoledì a S. Maria : uniamoci con lo spirito della Chiesa universale. Anche in
tutte le altre chiese e cappelle si levi il grido : dai pericoli che ci sovrastano : dalla malattia,
dalla fame, dalla guerra, liberaci o Signore.

Seguono poi l’Ascensione del Signore, la novena dello Spirito Santo e la Pentecoste.
Solennissime nella nostra basilica cattedrale dedicata allo Spirito Santo, queste ricorrenze si
raccomandano al nostro fervore che sarà più ardente in questo anno in ogni anima di
semplice fedele e più ancora per chi è consacrato per la vocazione santa al culto del Signore
ed al buon apostolato della verità e carità.

Nel frattempo troveremo tutti insieme effusioni più appassionate e confidenti intorno
agli altari della Madre celeste nella chiusa del mese mariano. Piacemi segnalarvi le
manifestazioni religiose presso la grotta di Lourdes nella chiesa dei PP. Georgiani a Feriköy,
ed il triduo che si prepara per i giorni 1, 2, 3 giugno nella parrocchia di S. Maria di Pera.

Dal 4 al 13 giugno la bella novena e la grande festa di S. Antonio nella sua basilica.
Per l’intercessione del caro Santo Taumaturgo, la grazia che invocammo l’anno scorso e per
cui facemmo voti, che la città di Istanbul venga preservata dalle incursioni belliche, ci venne
accordata fin qui. Noi rinnoveremo il voto e la preghiera.

Il ciclo liturgico prenderà termine ed insieme elevazione più solenne nelle


celebrazioni eucaristiche del Corpus Domini e della

festa del S. Cuore, nelle varie chiese ed al Cimitero secondo gli usi della nostra città ».

Notiamo tuttavia che Mons. Roncalli ebbe una grande fiducia nella saggezza dei
responsabili del Governo turco e nella loro sensibilità per preservare la pace. Ma, cosciente
che a volte solo con la buona volontà è difficile evitare una guerra, egli raccomandò di avere
fiducia in Dio:

« Ho molta fiducia nella provata e illuminata saggezza degli uomini che presiedono
generosamente al governo della Turchia. Ma poiché la guerra e la pace non dipendono
semplicemente dalla volontà e dagli sforzi di onestà e generosità degli uomini di Stato,
dobbiamo confidare in Dio, il quale guida i popoli al di sopra delle umane inquietudini ». 213

Mons. Roncalli esortò i suoi parrocchiani ad essere coraggiosi, con le parole tratte
dall'Epistola ai Romani (XII, 12): Siate pieni di speranza e di gioia, determinati nelle
tribolazioni, perseveranti nella vostre preghiere. 214 Malgrado ciò egli ebbe costantemente
fiducia nel futuro: « La guerra passerà sulle nostre teste senza sfiorarci: un giorno saremo
felici per aver sofferto un po’: la pace e la prosperità ritorneranno e le nostre famiglie e tutte
le nazioni del mondo si rallegreranno ». 215

***

213
Idem
214
Ibid.
215
Ibid.

167
In quel periodo di guerra, la neutralità pose la Turchia e in particolare Istanbul, al
centro di transazioni internazionali. Per questa ragione il compito di Mons. Roncalli si
complicò dovendo trovare un compromesso fra le aspirazioni nazionaliste della gente e la
carità universale che gli erano richieste. Si era già appellato all'unione di tutti i credenti, al di
là delle loro divergenze nazionali, quando aveva pregato S. Antonio per preservare la città di
Istanbul dagli orrori della guerra:

«Ciò che è bene per noi, lo chiediamo a Te, o Signore, con lo stesso desiderio
nell’interesse di coloro che vivono nella stessa terra, sotto lo stesso cielo, per noi che siamo
ugualmente fratelli indipendentemente dalle nostre religioni, dalle nostre razze, le nostre
tradizioni storiche o le nostre posizioni sociali ». 216

Nella sua omelia di Pasqua, il 5 aprile 1942, ribadì nuovamente lo sforzo che ogni
individuo doveva profondere al fine di andare oltre i propri interessi personali e prestare
particolare attenzione a quelli dell’intera umanità:

« (…) Ciascuno di noi ama considerare gli eventi che hanno luogo nel mondo dal suo
piccolo pezzo di terra su cui vive, ma questo è un punto di vista nazionalista. Questa è solo
un'illusione. Occorre elevarsi e avere una visione d’insieme: Occorre elevarsi fino a perdere
di vista le barriere che separano gli avversari.

L'amore per la patria è un sentimento tra i più nobili e più dolci che appartiene al
campo della carità e al Vangelo: questo sentimento deve e può portare ciascuno di noi a
compiere grandi sforzi personali, condurci alla passione e all’eroismo. Ma non spiega tutta
la filosofia della guerra e della pace se consideriamo ciò che sta accadendo ora e ciò che
accadrà (…).Continuando a domandare, a ricercare il responsabile di una tale catastrofe,
per il desiderio costante di dare al demonio la sua colpa, l’esito è ritardato e forti proteste e
obiezioni si levano dalle due parti. Nessuno vuole essere ritenuto responsabile della colpa.
Infatti quasi tutti sono responsabili: viene il momento in cui ciascun individuo è coinvolto in
un fenomeno collettivo ». 217

Un anno dopo, nel 1942 maggio, Mons. Roncalli reiterò il suo appello a pregare per la
pace tra i popoli, nel giorno in cui fu celebrato il giubileo episcopale di Pio XII ( 13 maggio
1917 ): « Sembra che la devastante guerra abbia raggiunto un punto cruciale. Finora i cari
abitanti della Turchia sono stati risparmiati dalla terribile piaga. È una grande grazia dovuta
alla protezione del Cielo e alla saggezza delle autorità. Dobbiamo pregare ancora affinché
questo privilegio possa essere accordato fino alla fine e che il mondo possa presto rallegrarsi
con noi nella pace ritrovata (...). Possiamo celebrare una messa tra lunedì 11 e sabato 16
maggio e pregare con più fervore sia per la pace che per il Santo Padre. Domenica 17,
giorno dell’Ascensione, la nostra dedizione al Santo Padre Pio XII sarà espressa in una

216
ARCHIVI DEI CONVENTUALI, S. Antonio, Istanbul. Preghiera composta e recitata da Mons.
Roncalli il 13 giugno 1940.
217
A. MELLONI, Angelo G. Roncalli (Giovanni XXIII), La predicazione a Istanbul, Omelie, discorsi e
note del Pastore (1935-1944), op. cit., p. 276-277.

168
solenne commemorazione con tutti i cattolici di Istanbul in unione con i cattolici del mondo
intero indipendentemente dai loro riti, le loro lingue, le loro nazionalità (…)». 218

***

Mons. Roncalli rinnovò tutti gli anni, fino al 1944 quando lasciò Istanbul, il suo voto fatto a
S. Antonio da Padova. Prima di partire: « al fine di compiere il suo voto, egli promise di
ritornare se le circostanze lo avessero permesso ». 219 Nel 1949, nunzio a Parigi, non rinunciò
alla realizzazione del suo voto. Questo è ciò che riferì in una lettera a Padre Montico: « Come
per il nuovo organo a S. Antonio e per l'inaugurazione della nuova statua di argento, (…) non
mi sono arreso. Ma dobbiamo essere pazienti e aspettare in silenzio. Tutti i sogni si avverano
quando ci affidiamo alla Provvidenza». 220

218
ARCHIVI DEI CONVENTUALI di S. Antonio, Istanbul. Lettera senza data di Mons. Roncalli
intitolata : Il Santo mese di maggio, preghiere e celebrazioni religiose per la pace sulla terra e per il
Giubileo Episcopale del Santo Padre Pio XII: « Alla fine di maggio sarà il 25° anniversario della
consacrazione Episcopale - 13 maggio 1917- di Mons. Eugenio Pacelli, quando iniziava la più alta
funzione nella gerarchia della Santa Sede ».
219
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p. 1141.
220
ARCHIVI DEI CONVENTUALI di S. Antonio, Istanbul. Lettera di Mons. Roncalli dalla Nunziatura
Apostolica francese a Padre Montico, il Superiore di S. Antonio, datata 6 giugno 1949 ( circa
l’inaugurazione del nuovo organo e la statua d’oro che sperava di ottenere) ; « (…) Quanto all’organo
nuovo di S. Antonio, ed alla inaugurazione della nuova statua d’argento, e all’Ecce sacerdos, io non
ho affatto rinunziato al proposito di gustare tutto questo. Ma ci vuole pazienza, occorre saper

169
La statua di argento non fu mai realizzata per mancanza di denaro. Al suo posto fu
eretta una statua di legno a grandezza naturale ricoperta d’oro. E’ ancora visibile nella
sagrestia della basilica di S. Antonio, a Istanbul.

***

Uomo di pace, così si espresse sulla guerra, il 30 dicembre 1950: « La guerra è la rovina
della civiltà e il ritorno alla barbarie. Anche se la guerra sembra essere l'unico modo di
resistere alla violenza - Ovi repellere - di difendere la sicurezza o la libertà, deve rimanere
sempre l’ultima ratio. Prima di cominciare una guerra la diplomazia deve giocare un ruolo
fondamentale per scongiurarla in ogni modo », e sulla pace il 30 dicembre 1948: « E’ vero
che la strada della pace è ancora lunga e difficile. Prima di tutto, questa via deve essere resa
meno impervia grazie all'accettazione spontanea del diritto dell'individuo alla libertà, la
libertà di ciascun paese, poiché la libertà viene da Dio ed ogni uomo e cittadino è
beneficiario di questo inalienabile diritto ».221

aspettare in silenzio. Tutto arriva lasciando fare alla Provvidenza. Niente arriva con la pretesa di
voler fare da noi (…) ».
221
INFORMATIONS catholiques internationales, Georges HOURDIN, Parigi, 15 novembre 1958,
n°84, p. 9.

170
Un uomo misericordioso
Intervento in favore degli Ebrei

« Egli amò tutto il mondo e tutto il mondo lo amò »: questa dichiarazione fu rilasciata
da Jacques José Abravanel, console del Portogallo e rappresentante della comunità ebraica,
nelle commemorazioni della « settimana roncalliana » dal 10 al 17 novembre 1986 a Istanbul.
Più tardi egli si espresse sulla sua cooperazione con il buon prelato per il salvataggio di
numerosi ebrei « in pericolo di morte a causa del regime nazista durante la seconda guerra
mondiale ». 222

Sostenitore di un amore «senza distinzione di razza o di religione», questo diplomatico


aggiunse, quando evocò la personalità del suo amico, « c'era un posto speciale nel suo cuore
per le sofferenze che attraversavano gli ebrei, in particolar modo durante il regime
nazista». 223

Mons. Roncalli, grazie alle sue eccellenti relazioni con gli ambasciatori ad Istanbul,
riuscì ad aiutare molte famiglie di ebrei. I visti di ingresso in Svizzera furono consegnati
dall'ambasciatore Etienne Lardy224 per numerosi rifugiati ebrei.

L'episodio della nave carica di bambini ebrei che partita da Constanza giunse al largo
di Istanbul aprendosi un varco attraverso le maglie del blocco tedesco è ben noto. In un primo
tempo, il governo turco, preoccupato a rispettare la sua neutralità, pensò di inviare la nave in
Romania. Mons. Roncalli fece intervenire l'ambasciatore rumeno, Alexander Cretzianu,
affinché ottenesse dalle autorità di Ankara l’autorizzazione al passaggio della nave attraverso
lo stretto dei Dardanelli, concedendo con questo atto, la possibilità di rifugiarsi in un porto
neutrale. In questo modo i bambini ebrei furono salvati. 225

222
J. J. ABRAVANEL, « Monsignore Roncalli et la Communauté Juive », op. cit., p. 14.
223
Idem, p. 14.
224
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale…, op. cit., p. 1142.
225
V. U. RIGHI, Papa Giovanni XXIII sulle rive del Bosforo, op. cit., p. 196.

171
La comunità ebraica di Istanbul offrì a Mons. Roncalli un raro e prezioso 226 libro,
come segno gratitudine, ad un uomo il cui « nome (Angelo) è l'immagine del suo
carattere». 227 Egli stesso scrisse sulla prima pagina:

« Dono fatto al delegato apostolico di Istanbul, Mons. Roncalli, dal dr. Wettmann e
dalla signora Bauer, a nome degli ebrei di Palestina e d’altrove, il 25 luglio 1943 in segno di
riconoscenza per le molteplici prestazioni a beneficio degli Israeliti durante i dolorosi anni
1942-43 ».

Mons. Righi ci informa che, in quei giorni di guerra, Mons. Roncalli incontrò il Sig.
Boder, dell’Agenzia Ebraica a Gerusalemme, il dott. Marcus, rabbino di Istanbul, il gran
rabbino dr. Isaac Herzog 228 e il rabbino Mosé Giuseppe Duff. La Santa Sede, sotto gli auspici
di Mons. Roncalli, potè risolvere i problemi di numerosi ebrei ungheresi. Il 4 Giugno 1937
presso la delegazione apostolica ebbe luogo un incontro con un gruppo di ebrei che
ritornavano in Palestina.

Il 4 settembre 1940, nello stesso luogo, ci fu un'altra riunione con gli ebrei polacchi di
Wladislavia. 229

L'addetto alla delegazione, Luigi Bresciani, amico intimo di Mons. Roncalli in tempo
di guerra, ci ha fornito una testimonianza significativa sull’argomento. Migliaia di ebrei,
riferisce Bresciani, riuscirono ad attraversare il confine ungherese rifugiandosi in Bulgaria.
Hitler ordinò a Re Boris di espellerli per impedire loro il ritorno in Palestina attraverso la
Turchia. Ma espellere questa gente significava semplicemente inviarli inevitabilmente ai
campi di concentramento. Venuto a conoscenza dell’accaduto, Mons. Roncalli preoccupato,
scrisse a Re Boris. Quest’ultimo, sfidando le minacce di Hitler, durante la notte lasciò partire
gli esuli per la Turchia compilando egli stesso, precisa Bresciani, i documenti di transito. 230

226
Gioseffo Flavio Historico delle Antichità et Guerre Giudaiche, Diviso in Ventisette Libri, Parte
Prima, Venezia, Alessandro Vecchi, MDCVIII.
227
J. J. ABRAVANEL, op. cit., p. 15.
228
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 152. « Gli Ebrei sapevano bene che la Delegazione
riceveva incessantemente pressanti richieste di suppliche dall’Agenzia palestinese di Istanbul o dal
Gran Rabbino di Gerusalemme, Dr. Herzog, per inviare alla Santa Sede o alla nunziatura di Budapest
le richieste in favore dei perseguitati d’Israele. I suoi buoni uffici ottennero spesso risultati positivi e
un gran numero di sfortunati furono alleviate delle loro sofferenze o ricevettero aiuti ».
229
V. U. RIGHI, Papa Giovanni XXIII, op. cit., p. 196.
230
L. CAPOVILLA, Giovanni XXIII, San Paolo, Milano, 1997, p. 31-32.

172
Al processo di Norimberga (dal 20 novembre al 1 ottobre 1946) Von Papen fu assolto
grazie alla testimonianza di Mons. Roncalli, il quale precisò di aver potuto salvare 24.000
ebrei con l’aiuto dell’ ex ambasciatore di Germania in Turchia. 231

In seguito alla sua elezione, il 17 ottobre 1960, Papa Giovanni XXIII diede udienza a
un gruppo di cento e trenta membri della « United Jewish Appeal : Jewish Study Mission»
giunta dagli Stati Uniti e condotta dal rabbino Herbet Friedman per rendere omaggio al
papa e ricordare l'aiuto del delegato apostolico agli ebrei durante la guerra. Il papa rispose
raccontando la storia di Giuseppe: « Io sono vostro fratello. Certo c'è una grande differenza
fra chi accetta solo il Vecchio Testamento e chi aggiunge ad esso il Nuovo Testamento come
legge e guida suprema. Ma una tale differenza non mette fine alla fratellanza che deriva dalla
stessa origine. Siamo i figli dello stesso Padre... Veniamo dal Padre e dobbiamo ritornare al
Padre ». 232

231
Informazioni fornite da Mons. Georges Marovitch : RAI 3 e RAI Giubileo « Il Papa Buono », di
Luigi BIZZARRI.
232
V. U. RIGHI, Papa Giovanni XXIII, op. cit., p. 197, nota 11.

173
Subito dopo la sua elezione Papa Giovanni XXIII ricevette un telegramma di
congratulazione dal dr. Isaac Halévy Herzog, gran rabbino di Israele, nel quale ancora una
volta si faceva menzione all'aiuto che il delegato di allora aveva dato agli ebrei perseguitati
« sono convinto che la vostra nobile fiducia nei più alti valori umani, mostrata al tempo delle
atrocità naziste, vi guiderà nelle vostre nuove e importanti funzioni ».233

Aiuto ai bambini di Grecia vittime della fame

Il 28 ottobre 1940, l'esercito di Mussolini iniziò l’invasione della Grecia e


dell'Albania. Gli italiani incontrarono una forte resistenza e furono respinti, così Hitler dovette
accorrere in loro aiuto. L'esercito tedesco smembrò la Iugoslavia in dieci giorni ( 8-18 aprile
1941 ) quindi prese possesso della Grecia. La flotta alleata organizzò un blocco molto rigido
per evitare l'arrivo dei rifornimenti di cibo. La popolazione fu ridotta alla fame e migliaia di
bambini perirono.

La tragedia provocata dalla guerra che aveva colpito la Grecia contribuì ad enfatizzare
la prudenza eroica di Mons. Roncalli, unitamente alla sua infinita misericordia per la gente
sofferente. Prima ancora di essere in grado egli stesso di tornare ad Atene, a più riprese
consegnò il denaro di cui disponeva ai sacerdoti che si recavano in Grecia. 234

Mons. Roncalli, particolarmente commosso dalla sorte di queste vittime innocenti, si


recò a Salonicco l’8 luglio 1941 con lo scopo di organizzare i soccorsi. Giunse ad Atene il 25
luglio, « cominciò a visitare gli ospedali pieni di soldati feriti. I cappellani dell’esercito
italiano gli procurarono una sorpresa commovente segnalandogli la presenza di molti soldati

233
INFORMATIONS catholiques internationales, op. cit., 15 novembre 1958, n°84, p. 8.
234
Romana Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Johannis XXIII Papae (25.XI.1881 –
3.VI.1963), op. cit., p. 30, articolo 47.

174
bergamaschi. Gioì nel poterli confortare. Fra di loro trovò uno dei suoi nipoti, figlio di sua
sorella Assunta, ferito durante un attacco il 5 febbraio » 235.

Mons. Roncalli rimase in Grecia fino al 7 ottobre 1941. Ad Istanbul, per Natale, nel
corso di una sua omelia 236 si rivolse ai fedeli di tutte le parrocchie della città chiedendo loro
un contributo per aiutare i bambini greci affamati. Furono raccolte 7.500 lire turche di cui
5.000 offerte dalla Banco ottomano, grazie all’intervento del suo direttore, il Sig. Garelli.

In un suo rapporto intitolato « Opera svolta in Grecia a nome del Santo Padre. Note
informative. L’opera caritativa del Santo Padre in Grecia, luglio 1941 - dicembre 1942 »
Mons. Roncalli ci relaziona sull’opera di carità e di assistenza svolta in Grecia nel nome del
Santo Padre. Riportiamo qualche nota su questo tema tratte dalle Cronache di Mons. Del
Giorno: « Ai primi di luglio, allorché la fame si fece sentire, Mons. Roncalli giunto a
Salonicco, diede alle Sorelle della Carità 10.000 dracme a nome del Santo Padre per aiutare
la loro opera.

Prima della sua partenza da Istanbul, numerosi greci ortodossi si recarono alla
delegazione apostolica a Pangalti per avere notizie dei loro parenti in Grecia. Circa 200
lettere aperte furono consegnate a Mons. Roncalli il quale, al suo arrivo in Grecia, le fece
distribuire dalle Sorelle della Carità a Salonicco e dal sig. François Darmi ad Atene. Presto
la gente accorse alla delegazione apostolica di Atene per ringraziare e portare altri
messaggi. A Istanbul si raggiunse il numero di circa ventimila lettere alle quali doveva essere
garantita una risposta di Atene, malgrado le severe leggi d’occupazione e il controllo del
loro contenuto.

Il console italiano Giuseppe Castruccio, in questa opera di solidarietà umana, fu tra


i membri più meritevoli, oltre alle lettere consegnate al delegato apostolico, fece ancora
pervenire in Grecia, per mezzo del corriere diplomatico italiano, pacchi di derrate
alimentari.

235
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 177.
236
Note di Mons. Roncalli tratte dalla sua omelia di mezzanotte : ( Di ritorno dalla Grecia per
celebrare la gioia del Natale, Mons. Roncalli pensò ai bambini greci affamati e raccolse denaro da tutte
le parrocchie per comprare del cibo per loro ). « Ricordando come il Natale è la gioia delle famiglie
nel sorriso di Gesù, che spande la sua grazia e la sua letizia particolarmente nei cuori innocenti, colsi
l’occasione, appena tornato come ero dalla Grecia dopo sei mesi di soggiorno colà, per commuovere
il sentimento dei cattolici di Istanbul verso i bambini di Grecia che rappresentano la più viva
speranza dell’avvenire di quella nazione. Io stesso ho pensato di stendere la mano a loro favore. Ho
annunziato come in tutte le chiese di Istanbul sarà fatta la colletta che io trasformerò in viveri da
spedirsi sul luogo di tanta sciagura. Ebbi l’impressione di aver detto con molta negligenza di lingua e
povertà di forma. Da tutte le parti invece sentii dire che l’appello aveva destato in tutti la più viva
impressione. Degno di esser anche su questo foglio ricordato il comm. Garelli, direttore del Banco
Ottomano presente che fece subito votare al suo consiglio la somma di Lit. 5.000 che mi vennero
consegnate per mezzo di P. Atanasio Taoussi la festa di Santo Stefano ». Archivio della fondazione
Giovanni XXIII, Istituto per le scienze religiose, Bologna. A. MELLONI, Fra Istanbul Atene e la
Guerra, la Missione di A. G. Roncalli (1935-1944), Marietti, Genova, 1992, p. 251-252, note 20.

175
Gli aiuti provenienti dalla Santa Sede furono distribuiti sotto la sorveglianza del
delegato apostolico il quale, per evitare la creazione di un comitato ufficiale di aiuti, si limitò
solo all’incoraggiare ed all’aiuto delle organizzazioni locali:

- Quella di padre Richard Liebl, che Mons. Roncalli chiamò il « Monte


dell’abbondanza», fu la prima organizzazione del genere. Il papa accordò un aiuto di
800.000 dracme e successivamente di un milione.
- Con l'aiuto della municipalità, delle corporazioni, delle autorità italiane e della Croce
Rossa Internazionale furono istituite le cucine popolari. Queste organizzazioni, in
seguito, furono conferite alla Santa Sede, rappresentata da Mons. Georges Calavassy.
Furono chiamate «Ostelli della Divina Provvidenza » e cominciarono ad operare il
27 dicembre 1941 con 4.664 razioni quotidiane. All'inizio del febbraio 1942 c’erano
14 ostelli con 7.960 razioni, in marzo 16 ostelli con 8.478 razioni, in aprile 17 ostelli
con 10.662 razioni, in giugno 19 ostelli con 16.899 razioni e in settembre gli ostelli
salirono a 21 con più di 20.000 razioni al giorno Grazie all’aiuto della Santa Sede,
alla buona organizzazione e soprattutto allo spirito di carità che li animò, gli ostelli
della Provvidenza furono molto apprezzati. Grazie all’intervento di Mons. Roncalli, le
autorità italiane fornirono assistenza e mezzi di trasporto». 237

Dopo l’occupazione italo-tedesca, il blocco Alleato fu molto rigido e la popolazione,


già duramente provata dalla guerra, era affamata.

Mons. Roncalli, animato dal suo buon cuore, avviò una difficile azione per
provvedere alle urgenti necessità di tutti i greci. Attraverso il Vaticano, cercò di far opera di
237
V. DEL GIORNO, Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, op. cit., p. 1143 e 1147.

176
persuasione presso gli Inglesi 238 affinché allargando lo strettissimo controllo marittimo,
consentissero di far pervenire alla popolazione greca sostanziose scorte di viveri. Quello che
inizialmente sembrava un’impresa straordinaria, se non impossibile, si dimostrò un grande
successo per il delegato che fece accettare al comando italo - tedesco le sue condizioni.
Quando le prime navi, cariche di grano, raggiunsero la Grecia, Mons. Roncalli, felice e
modestissimo, partì per Istanbul prima di ricevere le congratulazioni. 239

238
Dopo l’elezione di Giovanni XXIII, l’articolo intitolato « L’opera caritatevole del nuovo pontefice.
Papa Giovanni XXIII in Grecia durante l’occupazione » pubblicato sul giornale Kathimerini il 30
ottobre 1958 ad Atene, riporta questi fatti. « Sollecitato da diversi uomini di Stato che erano rimasti
ad Atene, Mons. Roncalli intervenne presso il Vaticano, fece anche un viaggio a Roma e fece
pressione sulla Santa Sede per ottenere dagli alleati, la Gran Bretagna in particolare, un
allentamento del blocco che affamava la Grecia. Infatti, subito dopo, aiuti alimentari giunsero nel
paese, le cucine popolari della Croce Rossa si moltiplicarono, così come l’Opera Pontificale di
Assistenza, conosciuta sotto il nome di Ostelli della Divina Provvidenza ».
INFORMATIONS catholiques internationales, op. cit., 15 novembre 1958, n°84, p. 8.
239
Romana Beatificationis et Canonizationis Servi Dei Johannis XXIII Papae, op. cit., p. 31, nota 48.

177
Mons. Roncalli tornò ad Atene nel 1944. Quando si seppe che la città era minata e che
sarebbe stata fatta esplodere alla partenza delle truppe tedesche, Mons. Calavassy si rimise al
delegato apostolico il quale, attraverso il Vaticano, avviò serrate trattative con il comando
tedesco e alleato: Atene, in quanto depositaria di un’eredità storica ed artistica inestimabile
appartenente a tutta l’umanità, fu dichiarata città aperta. I bombardamenti ebbero termine 240 e
ben pochi sanno che gran parte del merito è da attribuirsi al prestigio e alla credibilità che
Mons. Roncalli aveva acquisito in quegli anni:

« Grazie a Dio, in tempi così terribili per la Grecia, mi sembra giusto affermare che la
Chiesa cattolica, degnamente rappresentata e ammirevolmente organizzata, abbia giocato un
ruolo nel rispetto delle sue migliori tradizioni. È un fatto certo e sono lieto di ripeterlo
davanti al Signore e al Santo Padre, che ci ispira, ci aiuta e ci guida: Servi inutiles
sumus!». 241

240
Idem.
241
L. ALGESI, Giovanni XXIII, op. cit., p. 182.

178
Amico dei Turchi per tutta la vita

Le Flambeau 242 del mese di marzo 1960 portò a conoscenza il telegramma che
Giovanni XXIII spedì ai fedeli del Vicariato in occasione della festa di San Giovanni
Crisostomo. Ci sono qui i desideri del Santo Padre per « il sempre amico popolo turco » e il
ricordo nostalgico dell’ex delegato apostolico in Turchia:

« CONSERVANDO SOAVE MEMORIA DELLA NOSTRA PERMANENZA SULLE


SPONDE DEL BOSFORO, SOGGIORNO CHE CI RESE PARTICOLARMENTE
FAMILIARE IL CULTO DI SAN GIOVANNI CRISOSTOMO, LA CUI PROTEZIONE
SEMPRE CI HA ACCOMPAGNATO, TORNIAMO COL PENSIERO PIU’ INTENSO E
AFFETTUOSO A QUESTI LUOGHI COSI’ CARI, MENTRE, IN QUESTI GIORNI,
PREGHIAMO PIÙ FERVENTEMENTE PER QUESTO DOTTORE GLORIOSO AFFINCHE’
CI RECHI ABBONDANTI GRAZIE SPIRITUALI, PER LA PROSPERITÀ DELLA VITA
CRISTIANA E FECONDITA’ PER LE OPERE DI APOSTOLATO. CON IL NOSTRO
INCORAGGIAMENTO PATERNO E I NOSTRI GIOIOSI AUSPICI DI GRAZIA DIVINA,
NELL’IMITAZIONE E PER INTERCESSIONE DI QUESTO ILLUSTRE SANTO, NOI
INVIAMO A VOI, AL CLERO, AI SEMINARISTI, ALLE COMUNITÀ RELIGIOSE, AI
FEDELI UN’AMPIA E CONFORTANTE BENEDIZIONE CON UN PARTICOLARE
AUSPICIO DI PROSPERITÀ PER IL SEMPRE AMICO POPOLO TURCO ».

Papa Giovanni XXIII

Riportiamo le riflessioni, di Mons. Francesco Lardone, sul tenore di questo testo:


«(…). Per la sua spontaneità, per il suo stile, e per il suo contenuto, il magnifico telegramma
del Santo Padre ci rivela il Suo grande amore paterno e la Sua predilezione per noi. Questo
lungo telegramma arriva inatteso, inviato di propria iniziativa dal Papa stesso, e firmato
personalmente da Lui, allorquando si appresta alla sua partecipazione personale e
quotidiana al Sinodo Romano. Tutta questa condiscendenza ci rivela, con la sua freschezza,
quanto il Papa pensa a questa parte minuscola del Suo gregge e la onora di fronte a tutta la
Cristianità. Lo stile del telegramma rivela il ricordo nostalgico di Papa Giovanni per questa
terra amata e ci rende le espressioni sincere del Suo costante affetto per il popolo e per
questo gregge del quale diventa nuovamente il pastore in quanto erede di Pietro (…).

242
LE FLAMBEAU, op. cit., marzo 1960, n°3, p. 2.

179
E’ commovente constatare come il Santo Padre non dimentichi nessuno nella sua
memoria, nei suoi desideri, nella sua paterna benedizione: il clero, fino ai nostri seminaristi, i
Religiosi e le Religiose e tutti i fedeli. Come è toccante la conclusione del Suo messaggio
CON UN PARTICOLARE AUSPICIO DI PROSPERITÀ PER IL SEMPRE AMICO POPOLO
TURCO. Da quando Egli ha lasciato Turchia, quindici anni fa, Papa Giovanni l'ha
mantenuto vivo nel suo cuore gentile il suo ricordo(...)». 243

***

Il 4 novembre 1960, il papa Giovanni XXIII celebrò il secondo anniversario della sua
incoronazione. In questa occasione, Mons. Francesco Lardone inviò al Santo Padre un
telegramma di felicitazioni a nome di tutto il Vicariato di Istanbul. Il cardinale Tardini, a
nome di Giovanni XXIII fece pervenire la seguente risposta:

« Con la sua Benedizione Apostolica a Vostra Eccellenza Reverendissima, al Clero,


ai Seminaristi, alle Comunità Religiose e ai Fedeli, il Santo Padre testimonia la sua
riconoscenza per le preghiere e per gli auspici offerti in occasione di questo Anniversario, e
aggiunge i suoi migliori auguri di prosperità per il sempre amato Popolo Turco. Cardinale
Tardini ». 244

Questi due telegrammi, di cui abbiamo riprodotto il testo, sono prove evidenti delle
sensazioni immutabili e dell'eterna amicizia che Mons. Roncalli, divenuto papa Giovanni
XXIII provava verso il popolo turco: « il sempre amato Popolo Turco », nonostante il tempo e
lo spazio che li separavano.

Il suo contributo alle relazioni diplomatiche


fra il Vaticano e la Turchia
Mons. Roncalli, durante i dieci anni trascorsi a Istanbul come delegato apostolico, creò
con le sfere governative turche, un’atmosfera di amicizia verso la Santa Sede. Di questa
buona intesa risultò, come abbiamo visto, la visita del Primo ministro Adnan Menderes a Pio
XII, il 30 gennaio 1955, in Vaticano. Anche se questa visita può essere considerata come un
preliminare ai rapporti fra entrambi gli Stati, fu sotto il pontificato di Giovanni XXIII che si
instaurarono lunghe e durevoli relazioni.

Fu in questi termini che Fatin Rüştü Zorlu, ministro degli Affari esteri, rispose il 6
novembre 1958, alla lettera del 29 ottobre che lo informava dell'elezione di papa Giovanni
XXIII: « (…). Sono molto lieto al pensiero che Sua Santità conosce perfettamente la Turchia
dove aveva precedentemente rappresentato la Chiesa cattolica nella sua veste di delegato
apostolico. Sono particolarmente felice di vedere un amico della Turchia al supremo
pontificato » 245.

243
Idem.
244
LE FLAMBEAU, « Nouvelles du Vicariat », Marsel Linguri, Istanbul, dicembre 1960, n°10, p. 14.
245
V. DEL GIORNO, op. cit., p. 1316.

180
***

Celal Bayar, presidente della Repubblica di Turchia, non tardò a rendere visita al
nuovo papa Giovanni XXIII, il giovedì 11 giugno 1959. Per l’ex delegato apostolico fu
l’occasione per rievocare i suoi ricordi di Istanbul, e di insistere sull'introduzione della lingua
turca nelle preghiere:

« Siamo particolarmente felici della vostra visita, Signor Presidente. Aver vissuto per
dieci anni, come nel Nostro caso, a Istanbul e in Turchia, quali ricche impressioni, e quali
incantevoli ricordi per il Nostro spirito!
Prima di tutto, memorie delle bellezze naturali di cui il Creatore ha dotato il vostro
paese. Durante le Nostre visite nelle varie regioni della Turchia, Noi abbiamo spesso
ammirato quei posti celebri i cui nomi sono ancora presenti nella Nostra memoria: il
Bosforo, Izmir, Bursa, le isole nel mar di Marmara...Che paesaggi affascinanti che non si
cancellano più dalla memoria di chiunque ebbe la felicità di contemplarli ! E che dire dei
tesori di arte e cultura accumulati sulla vostra terra nel corso dei secoli, evocati già dal solo
nome di Santa Sofia! (…).

La visita di Vostra Eccellenza al Vaticano fa seguito a quella che il Presidente


Menderes ha tenuto a fare al Nostro immortale predecessore il Papa Pio XII e testimonia ai
Nostri occhi i sentimenti cordiali della Repubblica Turca verso la Santa Sede. Questi
sentimenti sono reciproci e Ci è molto piacevole affermarlo.

Siamo lieti di assicurare Vostra Eccellenza della lealtà della minoranza cattolica, alla
quale le sue convinzioni religiose fanno un dovere di professare, riguardo al potere legittimo,
la più rispettosa deferenza. Inoltre i Nostri figli, che già da tempo si dedicano in Turchia
all’educazione ed alla beneficenza nelle scuole, negli ospedali, nelle opere assistenziali,
hanno i loro cuori preposti al conseguimento del bene reale della popolazione e sono onorati
di contribuire, con la loro parte, alla vita e alla prosperità della Nazione.

La vostra Nazione! Illustre Presidente, che miglioramenti in questo quarto di un


secolo dal 1935 ad oggi! PermetteteCi di evocare con un piacere particolare il primo
incontro, non ufficiale, è vero, ma piena di cordialità sincera e rispettosa con colui che allora
era il Direttore Generale degli Affari Esteri (Numan Menemenoğlu) e che dovevamo in
seguito ritrovare a Parigi, pregiandoci per quasi dieci anni della sua buona amicizia. Come
potete vedere, abbiamo continuato ad interessarci cordialmente della Turchia, lontana dai
Nostri occhi, ma sempre vicina al Nostro cuore.

E’ per Noi anche un motivo di vera e duratura letizia aver introdotto nella Chiesa,
aggiungendola al latino – primo segno della comprensione dei tempi moderni – la lettura del
Vangelo nella lingua turca, allora rinnovata e rimessa nel concerto universale degli scambi
umani.

E’ con tali modi – senza escluderne altri ugualmente efficaci – che si realizza l’unione
e la buona intesa tra gli uomini, tra le nazioni, tra i popoli. Così progredisce la reciproca
comprensione, la gioia della fratellanza umana e pacifica, sotto gli occhi di Dio Onnipotente
che osserva tutti gli uomini che vivono sulla terra come i figli del Suo amore.

181
Attraverso le vicissitudini della vita e della storia, uomini e popoli sono lieti di
ritrovarsi di nuovo così come Dio li ha creati nelle loro diversità, per condurli verso il
trionfo della pace e della vera civiltà.

Signor Presidente della Repubblica Turca, Noi siamo molto felici di ripetere ancora
una volta - Siamo molto lieti di salutarvi qui a Roma e al Vaticano.

Durante il Nostro soggiorno in Turchia abbiamo appreso una bella espressione di


saluto indirizzata a coloro che partono o continuano il loro viaggio: Dio vi benedica e che le
rose possono fiorire sul vostro cammino !

PermetteteCi di coronare la felicità suscitata dalla vostra nobile visita e di far


rivivere le care memorie del Nostro prolungato soggiorno sulle rive fiorite del Bosforo e
nell’immensa distesa d’Anatolia. Le ripetiamo nella vostra lingua madre, le invocazioni che
abbiamo appreso, e fateCi recitare ciò che tutti i cristiani ripetono là: Benedetto Tu sia O
Signore ! Benedetto sia il nome Tuo!

Tanrı mübarek olsun


Onun aziz adı mübarek olsun

Preghiamo Dio di proteggere il popolo Turco e imploriamo, dal più profondo del
Nostro cuore, su di esso e sui governanti, l’abbondanza delle benedizioni divine ».

Il Supremo Pontefice concluse con gioia il suo discorso con queste poche parole in
turco in modo tale da esprimere il suo grande affetto e per la Turchia:

« Allahtan, Türk Milletini muhafaza etmesini diler, gerek halkı, gerekse Devletin idare
makamında bulunan Büyüklerini takdis etmesini bütün kalbimizle arzu ederiz ». 246

***

In seguito questa visita e per consolidare i loro vincoli di amicizia, il Vaticano e la


Turchia, decisero reciprocamente di istituire delle rappresentanze diplomatiche ufficiali. Il 26
marzo 1960 Mons. Francesco Lardone, delegato apostolico a Istanbul, nominato internunzio,
presentò le sue lettere di credenziali a Celal Bayar, il presidente della Repubblica di Turchia.
L' internunziatura fu stabilita per decreto il 29 febbraio 1960.

***

246
ACTA APOSTOLICAE SEDIS, Commentarium Officiale, Annus LI, Series III, Vol. I, Typis
Polyglottis Vaticanis, 1959, p. 427-429.

182
Da parte sua, Nureddin Vergin, primo ambasciatore di Turchia presso il Vaticano,
presentò, l’11 aprile 1960, le sue lettere di credenziali a papa Giovanni XXIII. L'ambasciatore
dichiarò di « essere perfettamente consapevole e profondamente emozionato per l’onore che
gli era fatto di occupare questo primo posto d’ambasciatore e rappresentare il suo Paese
presso un così augusto ed insigne Personaggio che la Turchia è lieta di aver avuto come
gradito ospite sul suo territorio per lunghi anni e del quale conserva il ricordo migliore»247.
Dopo aver assicurato che avrebbe fatto ogni sforzo possibile per essere all’altezza del suo
compito, Sua Eccellenza Nureddin Vergin dichiarò che avrebbe contato con fiducia sulla
protezione e sulla benevolenza del Santo Padre per l’aiuto nel compimento della sua
missione. 248

Il Santo Padre rispose:

«Signore Ambasciatore,

La Vostra visita riempie di gioia il Nostro cuore. Per prima cosa Siamo lieti di dare il
benvenuto ad un perfetto gentiluomo, pieno di forza ed entusiasmo, ritenuto dai capi del
vostro caro paese degno rappresentante ufficiale in così nobili e differenti occupazioni

247
L. BISKUPSKI, L’origine et l’historique de la représentation officielle du Saint-Siège en Turquie
(1204-1967), pubblicato dall’autore, Istanbul, 1968, p. 231.
248
Idem, p. 231.

183
diplomatiche nelle principali capitali d’Europa, in modo che arrivaste al Vaticano con una
vasta e preziosa esperienza.

Siamo anche lieti di salutare così il primo Ambasciatore di Turchia presso il Papa,
che è alla testa di tutta la Cristianità. Queste sono semplici parole che Noi vi indirizziamo per
accogliere la vostra persona e le vostre gentili espressioni, ma colui che le pronuncia sa bene
che solleveranno echi di viva soddisfazione nelle regioni più remote della terra.

Nella quiete del Vaticano, non vi confronterete con le febbrili tribolazioni d’ordine
materiale nelle quali si dibatte la vita dei popoli: problemi finanziari, rapporti di forze,
armamenti ed eserciti, ma solo con la fratellanza umana e pace sociale.

Queste sono le parole e le assicurazioni che vi da colui che, per aver vissuto dieci
anni nella vostra Patria, ha maturato una compassione ed un grande affetto per i suoi
valorosi figli, che si lanciano verso una nuova gioventù, piena di nobili promesse e di
un’attiva cooperazione alla realizzazione di una pace credibile tra le nazioni.

Che il Signore che in Turchia è chiamato con l’espressione di una pietà religiosa
Clemente e Misericordiosa, diffonda la sua luce sul vostro Paese e su tutti i popoli della terra
accomunati nella comune ricerca spirituale di verità, di giustizia e di pace ! » 249

***

In occasione dell’apertura del concilio Vaticano II, su felice iniziativa del presidente
del Touring Club di Turchia ed amico personale del pontefice, Réchid Saffet Atabinen, il
governo turco invitò Sua Santità il papa Giovanni XXIII ad inviare una missione speciale per
visitare Efeso e Nicea, luoghi dei primi concili.

I membri romani di questa missione pontificale 250 atterrarono in tarda serata


all’aeroporto Istanbul, il 3 ottobre 1962.
Furono ricevuti da Padre Carotenuto, vicario delegato, da Padre Caloyéras,
amministratore dell’Esarcato greco cattolico e dal Commendatore Pierre Çalian [sic],
interprete dell'internunziatura. Subito dopo, continuarono il loro viaggio verso Ankara, con un
aereo messo a disposizione dalle linee aeree turche (T.H.Y.). All'aeroporto della capitale
furono accolti dal vice-direttore del protocollo, il consigliere del ministero dell’Informazione
e del Turismo, da Mons. Luigi Bellotti, consigliere dell’ internunziatura e da Mons. Victor
Del Giorno, addetto dello stesso ufficio.

L’indomani, 4 ottobre, la missione pontificale al completo, con la presenza di Sua


Eccellenza Mons. Francesco Lardone, nunzio - internunzio in Turchia e di due membri dell’
internunziatura, Mons. Bellotti e Mons. Del Giorno, cominciò le sue visite ufficiali. La
249
Documento fornito da H. E. Mons. Loris Capovilla, in una lettera datata 11 febbraio 2000.
250
« Mons. Oddone TACOLI ; Mons. Giuseppe DE MARCHI, Segreteria di Stato, Consigliere della
Nunziatura ; Mons. Agostino DE BIAGIO, della Congregazione d’Oriente ; Mons. Michele
ONOFRI ; Mons. Silvio LUONI, Addetto alla Segreteria di Stato ; M.R. Padre Vincenzo
MONACHINO, S. J. , Rettore della Facoltà di Storia Ecclesiastica all’Università Gregoriana
(Roma) ; M.R. Padre Jean Krajkar, S. J., Professore di Storia della Chiesa slava presso l’Istituto di
Studi orientali (Roma) ». LE FLAMBEAU, op. cit., novembre 1962, n°9, p. 14.

184
missione pontificale ricevuta dal presidente della Repubblica di Turchia, Cemal Gürsel, gli
trasmise il messaggio personale del Santo Padre e gli consegnò le tre medaglie
commemorative del quarto anniversario dell'incoronazione di Sua Santità. I ricevimenti
splendidi furono offerti in onore dei membri di questa missione dai ministri di Stato, del
Turismo e dell’Informazione, come pure dall' internunziatura apostolica.

Il 6 ottobre, la missione pontificale lasciò la capitale alla volta di Izmir e Efeso. Nel
santuario della Vergine Maria, nelle basiliche del concilio e nella basilica di San Giovanni,
tutti i membri parteciparono alle cerimonie religiose presiedute dall'Arcivescovo di Izmir. Il 9
ottobre visitarono Nicea, città dei due concili ecumenici (325 e 787). Nel pomeriggio, sempre
con un aereo speciale, rientrarono ad Istanbul. In serata, presso la sede dell’internunziatura di
Pangaltı, i membri della missione organizzarono un ricevimento privato per il clero di
Istanbul.

Il 10 ottobre, resero visita al governatore ed al sindaco della città di Istanbul. Nello


stesso giorno, alle 17, l'amico intimo del papa, Réchid Saffet Atabinen, diede un ricevimento
in onore dei membri della missione nel suo chiosco di Beşiktaş.

L’11 ottobre 1962, nel giorno dell'apertura solenne del concilio Vaticano II, i membri
della missione pontificale si riunirono nella basilica cattedrale Santo Spirito per un messa
celebrata da Sua Eccellenza Mons. Lardone. Padre Pasty, superiore del Gesuiti in Turchia,
pronunciò il sermone di circostanza per « il concilio Vaticano II che costituisce un evento
storico non solo per la Chiesa e la cristianità, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà
di tutto il mondo, indipendentemente dalla loro appartenenza etnica o religiosa ». Feridun
Baysan, capo del protocollo, assistette a questa commemorazione religiosa.

L’indomani, la missione pontificale, vivamente toccata per la calorosa e cortese


accoglienza delle autorità governative, espresse la sua gratitudine e inviò un telegramma al
presidente della Repubblica di Turchia per « offrire i suoi migliori auspici di prosperità per la
Sua Persona e per la Nobile Nazione Turca ». 251

***

Mercoledì 20 marzo 1963, Feridun Cemal Erkin, ministro degli Affari esteri della
Repubblica di Turchia, fu ricevuto da Papa Giovanni XXIII. Riprendiamo le parole
d’accoglienza del Papa, ancora una volta impregnate del ricordo della sua permanenza a
Istanbul:

«Signor Ministro,

Siamo in particolare lieti di ricevere oggi in Vaticano il Ministro di Affari Esteri della
Repubblica Turca. Vostro Eccellenza certamente è a conoscenza dei vincoli antichi ed
indimenticabili che Ci legano al vostro splendido paese.

251
Idem, p. 14-16.

185
Evocare le sponde fiorite del Bosforo è per Noi far rivivere la cortese ospitalità con
cui Siamo stati ricevuti; è anche un modo per riportare alla Nostra mente una serie di sereni
e pacifici incontri svoltisi nel corso degli anni che precedettero la confusione della II guerra
mondiale.

Quando questa fu dichiarata, la Turchia si trovò - ed intese restarci -, al di fuori del


conflitto armato. Grazie a ciò, ella potè svolgere, nel campo degli aiuti, delle trasmissioni dei
messaggi per le famiglie divise e dell’interesse attivo nei confronti delle tante vittime
dell’immane flagello, un’opera che merita di essere ricordata.

Vorremmo anche citare, in onore del vostro Paese, la generosa azione del vostro
Governo in occasione dell'apertura del Secondo Concilio Ecumenico del Vaticano: una
missione pontificale è stata invitata a visitare i posti così cari al popolo cristiano dove si
tennero i primi quattro concili: Nicea, Istanbul, Efeso, Calcedonia.

Non vi è necessità alcuna di ripetere a Vostra Eccellenza l’apprezzamento della Santa


Sede per una tale iniziativa. Il Governo Turco ha voluto completarla, in un certo qual modo,
con una emissione speciale di francobolli per commemorare l'evento: gesto molto
significativo che và ben oltre la semplice cortesia.

Situato su due continenti, l’Europa e l’Asia, aperto verso un terzo: l’Africa, il vostro
Paese, sul piano internazionale, è particolarmente qualificato per incontri a tutti i livelli.
Sappiamo, d’altra parte, che è pronto ad associarsi, nel concerto dei popoli, a tutte le
iniziative a favore delle nazioni in via di sviluppo. Con l’aiuto di Dio Onnipotente, Noi
auspichiamo, quale contributo da parte sua, nel mondo di oggi e di domani, il
consolidamento della pace e la sua benevola influenza ». 252

252
Documenti forniti da H. E. Mons. Loris Capovilla, in una lettera datata 11 febbraio 2000.

186
Il Ministro degli Affari esteri espresse la sua rispettosa gratitudine per l’accoglienza
ricevuta e dichiarò che: « In Turchia, il rispetto provato per il Santo Padre è sfumato di un
sentimento di affetto, perché sappiamo che il Sommo Pontefice ha perfettamente compreso lo
spirito del popolo di questa Nazione dove ha vissuto per dieci anni. Il governo turco ha tenuto
a rendere omaggio alla Chiesa cattolica in occasione dell'apertura del concilio Vaticano II e
sarà molto sensibile alle parole del Santo Padre relative alla pace ». Il Ministro assicurò il
Sommo Pontefice che la Turchia avrebbe perseverato sulla strada della pace. 253

Giovanni XXIII consegnò a Feridun Cemal Erkin, ministro degli Affari esteri, e al suo
seguito, diverse medaglie così come un regalo per il presidente della Repubblica di Turchia:
un mosaico rappresentante castel S. Angelo con la basilica del Vaticano sullo sfondo e alcune
medaglie commemorative dell'enciclica Mater et Magistra, in oro, argento e bronzo. A sua
volta, il Ministro consegnò al Santo Padre un antico e prezioso insieme di argenti, donato dal
presidente della Repubblica di Turchia. 254

253
LE FLAMBEAU, op. cit., maggio 1963, n°5, p. 14.
254
Idem.

187
188
50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra
la Santa Sede e la Turchia

Dieci lustri sono trascorsi dall’inizio delle relazioni diplomatiche ufficiali tra la Santa
Sede e la Turchia. Periodo troppo recente per la consultazioni dei documenti e per una visione
imparziale storica su questi rapporti.

Ci limitiamo a riprodurre il rapporto n° 79 del 14 Gennaio 1935 che Mons. Roncalli


inviò a Propaganda Fide appena otto giorni dopo il suo ingresso a Istanbul. Questo rapporto ci
illumina sul modo di Roncalli di concepire la diplomazia, basata sul rispetto verso le Autorità
civili e sull’amicizia con il popolo turco.

Presentiamo brevemente i Nunzi in Turchia e gli Ambasciatori presso la Santa Sede


dalle notizie che rileviamo dai bollettini del Vicariato: Le Flambeau e Présence. Ci
soffermiamo più lungamente su Mons. Francesco Lardone, primo Nunzio apostolico in
Turchia.

***

189
Delegatio Apostolica in Turcarum Republica
Istanbul (Pangalti), 14 Gennaio 1935

Prot. N° 79

A Sua Eminenza Reverendissima


Il Signor Cardinale Fumasoni Biondi
Prefetto della Sacra Congregazione “De Propaganda Fide”
Città del Vaticano

Eminenza Reverendissima, 255

A otto giorni dal mio ingresso a Istanbul sento il dovere di comunicare qualche notizia
che sia un po’ più ampia delle semplici informazioni telegrafiche.

Il passaggio da Sofia alla Turchia non incontrò difficoltà da parte delle Autorità
Turche. A Sofia mi ero recato a visitare il Ministro di Turchia che fu molto gentile, e mi disse
che come io non avevo nulla da chiedere o da pretendere dal Governo Turco, così questo nulla
avrebbe chiesto o preteso da me; che sarei stato considerato e bene accolto come ospite.
Firmò il visa al mio passaporto diplomatico ed a quello del mio domestico; e nulla domandò
di tassa su questo secondo come sarebbe stato diritto della Legazione Turca. Non mi fu
concesso però il “laisser-passer” che si da di solito ai diplomatici e che io ebbi sempre e
dappertutto. La scusa addotta fu semplicemente che ciò sarebbe stato contro le leggi.

255
FONDAZIONE PAPA GIOVANNI XXIII DI BERGAMO; documento fornito da questa Fondazione.

190
A Istanbul non volli alcuno alla stazione, eccetto Mons. Dell’Acqua. Due ore dopo ero
già dal Vali o Governatore della Città. Mi vi recai in ferraiolo pavonazzo. Parlai per
interprete, servendomi di un Canonico della Cattedrale. Il Vali, un po’ sordo, ma molto
gentile come era stato coi due Delegati Rotta e Margotti, tenne a mostrarsi sensibile all’atto di
riguardo che gli avevo usato recandomi da lui appena giunto al mio posto. Gli dissi che
seguivo l’esempio dei miei predecessori, e mi informavo allo spirito della Chiesa e della Santa
Sede sempre rispettosa delle Autorità Civili per essere fedele al Vangelo che insegna a dare a
ciascuno il suo; che pur tenendomi sempre aderente al mio ministero di Rappresentante
Pontificio e curandomi degli affari religiosi, mi sarà sempre cosa cara intratenere buoni
rapporti personali con le Autorità Civili. Lo pregavo di trasmettere i miei sensi di ossequio
devoto alle più alte Autorità del Governo della Repubblica, che osavo sperare, non avranno
che ragione di compiacersi del mio rispetto alla forte nazione, che mi ospita, e di cui sarà mia
cura penetrare l’anima, studiandone la storia, la lingua, la vita, cosicché il mio contegno serva
di esempio e di incoraggiamento a tutti i cattolici di Turchia. Evitai, naturalmente, di entrare
nella questione dell’abito ecclesiastico: ma evitai anche espressioni che potessero apparire
indifferenza o acquiescenza alle recenti innovazioni. Il Vali mi rispose bene, dicendo che la
religione è una questione che tocca la coscienza di ciascuno e che non si discute; che egli era
commosso del mio gesto e delle mie parole, che le avrebbe riferite ad Ankara ; e che io a
Istanbul mi sarei trovato benissimo, perché la moderna Costituzione Turca è rispettosissima
della religione di ciascuno, e non ama violenza. Basti il dire che ora si sta togliendo al culto
mussulmano S. Sofia, perché non sta bene che sia mussulmano un tempio meraviglioso che fu
eretto e che servì per tanti secoli al culto cristiano. Piuttosto se ne fa un museo d’arte e di
storia Bizantina.

E fu oltremodo amabile e mi trattenne lungamente. Monsignor Dell’Acqua che lo


visitò altre volte con Mons. Margotti, mi disse che stavolta lo trovò anche più espansivo: offrì
caffè e sigarette; ed al primo cenno fattogli dal mio interprete, Canonico Della Tolla, prese
subito nota perché mi sia concessa la carta verde, documento raro e importante che mi
assicura speciali riguardi da parte della Polizia, in ogni circostanza. Questa carta infatti mi
venne rilasciata ed al mio nome si aggiunse il titolo di Delegato Papale (Papalık mümessilli),
come in passato, e contrariamente a ciò che si temeva.

Credetti poi opportuno fare una visita anche al Direttore Generale della Polizia, che
rimase così bene impressionato da mandarmi due giorni dopo uno dei suoi primi collaboratori
a ringraziarmi e a restiturmi la visita, un’altra volta offerendosi ai miei servigi.

Come si vede qui a Istanbul le Autorità locali, abbiano o no ricevuto istruzioni, si


mostrano particolarmente larghe ed indulgenti. Non pare che le disposizioni riguardo al
Rappresentante Pontificio siano ugualmente calorose ad Ankara.

Nello stesso pomeriggio di sabato 5 corrente, ebbi alla Delegazione una visita
privatissima del Barone Di Giura, Incaricato d’Affari dell’Italia presso il Governo Turco.
Veniva a Istanbul per ricevervi il nuovo Ambasciatore italiano Galli e accompagnarlo alla sua
sede. Confermandomi ed illustrando a voce quanto aveva scritto due giorni prima a Mons.
Dell’Acqua, questo bravo signore Romano, di ottimi sentimenti cattolici, e molto benemerito
della buona causa della libertà religiosa, mi diceva risultargli da recenti colloquii col Signor
Nouman, Segretario Generale al Ministero degli Affari Esteri, che il Governo Turco, non

191
riconoscendo il Sommo Pontefice né come Capo spirituale, né come Sovrano temporale, non
avrebbe potuto riconoscere neppure il Delegato Apostolico come Capo dei cattolici in
Turchia. Alla obbiezione che persino in paesi non cristiani, come il Giappone dove
l’Imperatore è considerato un essere quasi divino, il Delegato Apostolico è riconosciuto per
quello che è e prende posto nelle cerimonie ufficiali immediatamente dopo i Capi Missione, e
che ad ogni modo non si comprenderebbe come il Governo possa riconoscere il patriarca
ortodosso come capo degli scismatici e non riconoscere il Delegato come Capo dei cattolici,
rispose che neanche il sultano riconosceva il Delegato Apostolico come Capo dei cattolici, e
che il patriarca ortodosso è riconosciuto perché cittadino Turco, e che domani quando il
Delegato o il Capo dei cattolici fosse un Turco, non ci sarebbe alcuna difficoltà al suo
riconoscimento e al permesso dato anche a lui di portare l’abito religioso anche all’infuori
delle cerimonie. Ciò nonostante il Signor Nouman assicurava che il Governo Turco non
avrebbe mancato di accordare anche al nuovo Delegato Apostolico tutte le cortesie già
accordate a S. E. Mons. Margotti, di cui lo stesso Nouman conservava un ricordo simpatico; e
sarebbe sempre stato disposto anche a ricevere Mons. Roncalli a Ankara, purché a titolo di
ospite di marca e non di Delegato Apostolico.

Quanto all’accordarmi le cortesie già usate coi miei predecessori, si vede che furono
date istruzioni. Di fatto venni e vengo trattato con riguardo.

Non posso nulla assicurare e neppure azzardare per l’avvenire.

Reputo giudizioso proseguire come ho incominciato, come del resto feci e parmi mi
sia riuscito bene in Bulgaria con 10 anni di attenzioni a non impormi se non in forme discrete.
Veggo bene che anche qui bisogna guardarsi dalle preoccupazioni di veder successi a
imediata o breve scadenza. Occorre lavorare tutti i giorni con molta calma spirituale, e come
formica, senza lasciarmi nulla sfuggire, ma sopratutto non dando l’impressione di voler farmi
distinguere in verun modo o rendermi oggetto di discussione. Non dispero di ottenere qualche
buon risultato.

Nei rapporti coi cattolici di qui, clero e popolo, parmi non si possa per ora desiderare
di meglio. La cerimonia dell’ingresso, nella festa dell’Epifania, fu quanto mai solenne e
commovente. Accludo il discorso che lessi in francese e che da parti le più varie mi fu riferito
aver prodotta profonda impressione su tutti, in quanto recò una nota di fiducia e di
incoraggiameno.

Più significative ancora furono le parole che rivolsi ai numerosi convenuti, persone per
lo più religiose e di alto rango sociale, al chiudersi della bellissima accademia in varie lingue
preparatami nel vasto salone di Sion. Ringraziai in pubblico Mons. Dell’Acqua che era stato
l’animatore intelligente e fervoroso di tutta la manifestazione di onore al nuovo Pastore e
Rappresentante Pontificio: tornai sui motivi di fiducia nel Signore che avevo toccato il
mattino e sullo spirito del “flectar non frangar” a cui parevami bene atteggiare tutta la nostra
condotta nelle circostanze presenti: conchiusi con un pensiero a S. Giuseppe che nella festa
dell’Epifania e in generale nei misteri della S. Infanzia appare meno di tutti, talora si nasconde
e nasconde il Signore, lavora con grande mitezza ed umiltà ed in silenzio; eppure prepara il
compimento ed il trionfo dei disegni del Signore assai più efficacemente che non si possa dire
con molte parole.

192
In questi giorni continua attraverso le visite alla Delegazione lo scambio dei sentimenti
più devoti e cordiali, fra il Clero e il nuovo Pastore.

Piacemi dire che io godo dei frutti dell’opera di Mons. Margotti al cui ricordo cerco di
far onore, restando fedele ai suoi ordinamenti, in forma certo corrispondente al mio
temperamento personale, non dandomi per inteso di piccole cose trascurabili e contingenti,
ma insieme stando bene attento perché non si transiga su quanto fu già disposto. Ed è
singolare il constatare - è lo stesso Mons. Dell’Acqua che me lo indica - come col nuovo
Delegato tutti si mostrino ossequientissimi anche in tante cose che il mio illustre predecessore
saggiamente suggerì o impose senza avere la soddisfazione di vederle eseguite, o di vederle
eseguite di buona voglia. Ciò fa onore alla bontà e giustezza di quelle disposizioni sinodali,
che ora, data giù la polvere delle prime contraddizioni, riappariscono in tutta la loro salutare
opportunità.

Per mostrare che col nuovo titolare non c’è soluzione di continuità nel governo del
Vicariato, pur ritenendomi la giusta libertà di procedere in tutto con pien scioltezza di mosse
da parte mia nei singoli casi, ho ritenuto opportuno, dopo di aver fiutato quà e là le
impressioni che il fatto potrebbe suscitare, di nominare il detto Mons. Dell’Acqua mio Vicario
Delegato, secondo l’uso di qui. Questa parvemi conveniente manifestazione di stima ad un
Sacerdote veramente degno, intelligente e fervoroso, sulla cui cooperazione docile ed attiva
vedo di poter sicuramente contare.

Mi riservo di mandare alle singole Sacre Congregazioni informazioni più dettagliate


secondo il corso dei diversi affari.

Intanto chinato al bacio della Sacra Porpora offro a Vostra Eminenza Reverendissima
l’espressione del mio ossequio più vivo.
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Angelo Giuseppe Roncalli
Delegato Apostolico

193
Monsignor Francesco Lardone
Primo Nunzio apostolico in Turchia
1959 – 1966

“Sinché incontreremo uomini e sacerdoti della tempra


di Francesco Lardone,
la Chiesa sarà fiorente come giardino,
la fiducia non l’abbandonerà,
l’onore della famiglia umana sarà salvo”

Mons. Loris Francesco CAPOVILLA

L’inizio delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e la Repubblica di Turchia, è


una pagina importante della storia della nostra Chiesa e merita un’attenzione particolare in
quest’anno che festeggiamo il 50° anniversario (1960-2010).

194
Duplice era l’incarico affidato dalla Santa Sede a monsignor Lardone giunto ad
Istanbul il 6 ottobre 1959: delegato apostolico in Turchia ed amministratore apostolico del
Vicariato di Istanbul. 256 Come delegato apostolico era rappresentante del papa, ma senza
funzione diplomatica, e gli spettava vigilare sulle condizioni della Chiesa, tenendone
informato Giovanni XXIII. Il ruolo di monsignor Lardone venne potenziato con la nomina ad
internunzio il 29 febbraio 1960, in seguito all’apertura delle relazioni diplomatiche tra la
Santa Sede e la Repubblica di Turchia. Tuttavia, su richiesta del governo turco, monsignor
Lardone fu nominato nunzio ad personam.

Monsignor Roncalli era stato predecessore di Lardone ad Istanbul nel duplice incarico
di delegato ed amministratore apostolico nel decennio 1935-1945. Già nel primo incontro
avuto con il papa a Castelgandolfo, prima della partenza per la Turchia, si instaurò tra i due un
feeling, che non farà che crescere negli anni seguenti. Anno dopo, Lardone ricordò così
quell’incontro che lo segnò profondamente:
“Prima di andare in Turchia non avevo mai incontrato papa Giovanni. Egli mi
concesse la prima udienza il 4 agosto 1959 a Castelgandolfo. Mi venne incontro alla porta,
mi abbracciò, e mi disse: Noi ci conosciamo già. Mi parlò a lungo della sua amata Turchia:
mi incaricò di portare i suoi saluti al presidente di quella nazione, al patriarca Athenagoras,
ai suoi amici, e ripetutamente mi invita scrivergli tramite monsignor Loris F. Capovilla, suo
segretario privato. Questa corrispondenza durò sino alla sua morte”.

Monsignor Lardone avvertiva dappertutto in Turchia la presenza di papa Giovanni.


Glielo scrisse con semplicità il 24 novembre 1959:
“Così mi è di conforto specialmente il vivere in questa casa: È come sentirmi a casa,
nella casa del Padre, sistemata da lui stesso, dove egli ha passato molti anni, e dove ha
lasciato tanto di sè: dormire nella sua stanza, lavorare nel suo studio e coi Suoi libri, ricevere
nei saloni addobbati così riccamente da lui, e specialmente pregare nella cappellina ornata
con finezza orientale e che è così devota!
Ed è un gran conforto vedere – fuori casa – come è ancora ricordata la sua cura per la
cattedrale, per le parrocchie, per i religiosi, per le opere della Chiesa, e pei nostri fedeli.
(...) Santo Padre, i sentimenti di devozione che si accentuano sempre di più in tutti, compresi
gli Eterodossi e Musulmani che conobbero Vostra Santità, dànno un significato nuovo a
questa vostra delegazione apostolica, ed impongono a me una più grave responsabilità ora,
perché naturalmente tutti si attendono da me ch’io sappia imitarlo nella su bontà, carità, zelo
e instancabiltà, perché dovunque vado ogni giorno mi dicono: il Santo Padre diceva così...,
faceva così...”.

Per mons. Capovilla il modo di praticare la diplomazia di mons. Lardone era in


perfetta sintonia con quello di mons. Roncalli; ed anche questo era motivo di gioia per papa
Giovanni. Lardone dal canto suo godeva dell’attenzione che il papa gli riservava e dell’affetto
che gli portava.

256
Giuseppe TUNINETTI, Monsignor Francesco Lardone (1887-1980), Il Nunzio Apostolico
precursore della Ostpolitik, L’Artistica Savigliano, 1997, 111 p.

195
Come intendesse Lardone l’attività diplomatica appare con estrema chiarezza in una
bella lettera indirizzata il 4 ottobre 1963 ad un giovane sacerdote morettese, studente a Roma,
cui era stato rivolto l’invito ad iscriversi alla Accademia diplomatica.
Pur contento che uno suo compaesano intraprendesse la via della diplomazia, con
franchezza gli presentava le caratteristiche essenziali della vita del diplomatico vaticano,
perché evitasse di nutrire illusioni o aspettative sbagliate: “ La vita diplomatica vaticana,
nonostante le apparenze contrarie, è monotona, arida, ed esige grande spiritualità per non
essere dannosa. La separazione dalla famiglia è più forte che quella del clero secolare che
vive in sua diocesi. Ci sono molte difficoltà e responsabilità, e poche soddisfazioni. Vi è la
tentazione forte dell’onore e di voler riuscire. E vi sono dei falliti. Ma contrariamente al
pensare comune, la vita diplomatica vaticana è ministero pastorale tra i diplomatici secolari,
i governanti, la gente di società, e quindi esige molta spiritualità e tatto (...)”.

Dopo l’apertura delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede, il governo turco aveva
chiesto ed ottenuto che all’internunzio fosse dato ad personam il titolo di nunzio. La richiesta
significava anche la stima verso il rappresentante del papa, che in pochi mesi di presenza in
terra turca si era conquistato l’apprezzamento del governo e del mondo diplomatico.
Quantunque non fosse diplomatico di carriera, pur avendo ormai un decennio di esperienza
diplomatica, Lardone si dimostrò un ottimo nunzio, a cominciare dai rapporti messi in essere,
con pazienza e saggezza, con il governo turco.

Sui primi incontri diplomatici Lardone informò lo stesso papa il 24 novembre 1959.
Era già stato ricevuto dal presidente della Repubblica e dai ministri degli Esteri e degli
Interni. La notizia più importante era la volontà del governo turco di stabilire il più presto
possibile le relazioni diplomatiche con la Santa Sede.

Fu quindi ricevuto da alti funzionari, tra cui il vice-segretario generale Zeki Kuneralp
ed il direttore degli Affari politici Vahit Halefoğlu, che gli fornirono informazioni importanti:
“Il Kuneralp ed il Halefoğlu non ebbero timore di dirmi che si parlava di stabilire
relazioni diplomatiche con la Santa Sede. Il Kuneralp mi disse anche testualmente: Sa, non
sono io che faccio le cose, sono i grandi di sopra che decidono, però ho l’impressione che
qualche cosa si farà. E poi ancora di sua iniziativa benevolmente mi chiese se già era stata
sistemata la legalità della mia permanenza in Turchia. E sentendo che io non avevo ancora
fatto passi al riguardo mi disse di star tranquillo che avrebbe dato ordine alla sezione degli
stranieri di Istanbul di sistemare la cosa. Vostra Santità ricorda che senza permesso speciale
non si può che restare breve tempo in Turchia.
Il ministro degli Interni signor Namık Gedik, che comprende l’inglese, mi intrattenne pure
molto cordialmente. Mi ringraziò della visita, e mi parlò dell’attrazione che sente verso la
città di Roma, dove inviò sua figlia ad imparare l’italiano. Mi augurò una permanenza felice
in Turchia e mi chiese di tenerlo informato dei viaggi che intendo fare nel paese, per dare
ordine ai governatori dei Vilayet di accogliermi bene”.

Tuttavia la visita più emozionante fu quella al presidente della Repubblica, Celal


Bayar, il 5 novembre:
“Egli mi venne incontro e mi salutò in francese e mi offrì sigari e rinfreschi; mi
intrattenne molto cordialmente per una mezz’ora, in compagnia del simpatico interprete
signor Berkol.

196
Il signor presidente mi ringraziò della mia visita. Disse di ricordare ancora con emozione la
bontà del Santo Padre nella sua udienza e mi pregò di trasmettere a Sua Santità i suoi
cordiali ossequi (...)”.

Durante la permanenza ad Ankara il delegato apostolico fece visita agli ambasciatori


di Argentina, Belgio, Canada, Francia, Inghilterra, Iran, Italia, Giappone, Spagna e Stati Uniti.
In particolare l’ambasciatore d’Italia, conte Magistrati, che gli offrì una colazione formale, lo
aveva aiutato nello stabilire i contatti. Tutti gli ambasciatori espressero il piacere di veder
concluse le relazioni diplomatiche con la Turchia; alcuni di loro avevano anzi consigliato il
governo turco in tal senso. Nei circoli diplomatici e politici di Istanbul e di Ankara
l’argomento era all’ordine del giorno e non sembravano esserci opposizioni.

Lardone ritornò sul tema nella lettera del 29 dicembre, in cui riferiva di aver incontrato
il 18 ad Istanbul il presidente Bayar, con il quale aveva sollevato esplicitamente il problema
delle relazioni diplomatiche, ricevendo come risposta la conferma che la cosa era allo studio:
“Effettivamente stiamo studiando la questione ed a tempo propizio cercheremo di
valerci della sua opera”.

Quando finalmente il 25 gennaio 1960 venne dato l’annuncio ufficiale dell’avvenuto


accordo tra Turchia e Santa Sede, Lardone fece pervenire immediatamente a papa Giovanni il
suo compiacimento, attribuendogli tutto il merito del felice risultato raggiunto:
Non posso resistere alla voglia di scrivere a Vostra Santità nel giorno dell’annunzio
officiale della istituzione di relazioni officiali tra Turchia e Santa Sede.
Questo evento corona col successo il lavoro di avvicinamento della Turchia alla
Chiesa iniziato da Vostra Santità, durante il suo ministero qui, e che continuò a fomentare
con carità paziente e che ha compiuto dando il colpo “della misericordia”, durante la visita
del generale Bayar.
Oltre le ragioni di convenienza che i Turchi avevano per stabilire le relazioni con la
Santa Sede, siete voi, o Santo Padre, che avete pavimentato la strada a questo passo, con
accaparrarvi le venerazione ed affetto non solo del presidente della Repubblica, ma anche di
molto Turchi, che furono e sono ancora toccati dal vostro amore per la loro patria ed il
vostro continuo interessamento per essa. È proprio come mi diceva l’altro giorno la figlia del
dott. Rasim Ferd Talay, vecchio medico di Atatürk: Il segreto di conquistar i Turchi è
l’affezione.

Dai cattolici in Turchia ci si aspettava grandi risultati dagli accordi diplomatici


raggiunti:
In merito alle relazioni Turchia-Santa Sede si sta diffondendo un senso di ottimismo
sia ad Ankara come ad Istanbul. Naturalmente i “nostri” si aspettano miracoli, specialmente
in merito alla protezione delle proprietà ecclesiastiche. Indubbiamente si ha la sensazione di
essere già più al sicuro, e me lo diceva anche il nostro avvocato, sig. Faruk Hasnedar.

A sigillare l’accordo raggiunto, il 28 febbraio 1960 venne ufficializzata la nomina di


monsignor Lardone ad internunzio, ossia rappresentante del papa presso il governo turco; nel
mese di marzo, su richiesta del governo, a Lardone fu conferito, ad personam, il grado di
nunzio.

197
Ebbe così inizio, a pieno titolo, la sua attività diplomatica in Turchia. Presentate le
credenziali, restò una quindicina di giorni nella capitale, per fare le più importanti visite di
dovere. Fece pure visita a tutti gli ambasciatori presenti ad Ankara:

Mi ricevettero tutti bene, inclusi i capi missione delle nazioni musulmane, i quali si
mostrarono molto soddisfatti della mia visita. Gli ambasciatori occidentali ci tennero tutti a
dichiararmi che con un rappresentante della Santa Sede sentivano che l’occidente si sentiva
più rafforzato, e non erano più tanto soli.

Profonda impressione ha prodotto nell’opinione pubblica turca “il simpatico


ricevimento fatto dal Santo Padre all’ambasciatore Vergin”, tanto che molti giornali hanno
riportato l’avvenimento in prima pagina; i giornali in lingua francese hanno pubblicato
integralmente “il delicato discorso del Santo Padre fatto in occasione della presentazione delle
credenziali dell’ambasciatore turco”.

Come non vedere in queste “relazioni diplomatiche” private, redatte in stile


confidenziale dal nunzio Lardone, il singolare stile giovanneo, che poneva l’accento sul
positivo sia negli avvenimenti come, e soprattutto, nelle persone? E non per riservatezza
diplomatica, data la sua dichiarata allergia alla diplomazia, ma per rispetto alle persone, per
un innato, o acquisito, ottimismo.

Nel mese di dicembre 1960 il nunzio si sistemò definitivamente ad Ankara ed il 21


gennaio 1961 la nuova sede fu inaugurata ufficialmente con un ricevimento degli
ambasciatori, anche per celebrare l’ottantesimo compleanno del papa.

Il ministro degli Esteri, Selim Sarper, era sempre più entusiasta delle relazioni con la
Santa Sede e dell’affetto che il papa nutriva per la Turchia. Altrettanto lo era il primo
ministro, İsmet İnönü:

198
L’altro giorno incontrai nuovamente İsmet İnönü ad un gran ricevimento: quando mi
vide, la sua faccia si illuminò e coram omnibus mi prese ambo le mani e mi presentò a sua
signora e poi sorridendo mi chiese se avevo capito ciò che egli aveva detto in turco, e cioè
“questo è il rappresentante del papa, ed è un fiore del paradiso”.

Vasta e positiva eco suscitò in Turchia la visita al papa, nel mese di novembre 1961, di
una missione turca, guidata dall’ambasciatore Kızıloğlu:
Kızıloğlu stesso mi narrava che il presidente della Repubblica aveva le lagrime agli
occhi nel sentire che il Santo Padre aveva usate tante gentilezze alla missione turca.
Mi permetto di allegarle in proposito anche una comunicazione della radio nazionale
ed un articolo di fondo del quotidiano “Cumhuriyet”, uno dei più autorevoli in Turchia e pro-
partito popolare di İsmet İnönü, ora primo ministro. Il valore reale di questi pronunciamenti
sta nel gesto di polarizzare la figura del Santo Padre presso i Turchi.

Insomma l’effetto papa Giovanni si faceva sentire anche in Turchia ed aveva un


benefico ritorno sul piano diplomatico e di riflesso sulla Chiesa cattolica.

Monsignor Lardone, con la semplicità e la discrezione, che avevano contraddistinto la


sua vita, nel giugno del 1966 lasciò, alla veneranda età di 79 anni compiuti, il servizio
diplomatico, portandosi con sé la preziosa esperienza di percursore giovanneo dell’Ostpolitik,
che rimase sepolta nel silenzio e nell’oblìo (ma fortunatamente registrata nei documenti di
archivio) fin dopo la sua morte. Si spense, come un patriarca, il 31 gennaio del 1980, a
Moretta, in casa sua, all’età di novantatré anni.

Terminiano con alcune righe che riportiamo dall’omelia pronunciata da monsignor


Capovilla a Moretta il 18 febbraio 1990, in occasione del decennio della morte del nunzio
morettese:
Lardone ebbe la statura dell’uomo forte, fisicamente robusto, intelletualmente
superiore alla comune dei mortali. Possedette raro equilibrio. Non si alterava mai, o quasi
mai. Non si imponeva. Amava convincere. Signorile nel tratto e nelle espressioni,
nell’incedere e nel porgere, all’altare e in cattedra.
Lo avessi creduto un antico patrizio entrato nel sacerdozio, assetato di luce e di rigore
ascetico. Gli occhi aveva limpidi e chiari; il sorriso incoraggiante. Sapeva ascoltare con
indulgenza e con pazienza. Lo si sarebbe detto incapace di redarguire e di umiliare. Nessuna
invadenza di umano prestigio e di preoccupazione mondana contagiava l’approccio che si
direbbe penitenziale all’episcopato, inteso integralmente come servizio pastorale.

***

Après le départ de Mgr Francesco Lardone, la direction de l’Internonciature


Apostolique a été assumée par Mgr Donato Squicciarini en attendant l’arrivée de Mgr
Zupi. 257

257
Les informations sur les Nonces et les Ambassadeurs sont relevées des revues du Vicariat
Apostolique d’Istanbul : Le Flambeau (dernier numéro août-septembre 1985) et Présence qui prend la
relève (premier numéro 4 avril 1986).

199
Mgr Saverio ZUPI

Le 5 octobre 1966 Mgr Saverio Zupi, archevêque titulaire de Serra, débarquait sur le
quai d’Istanbul du navire « San Marco ». Le 25 octobre suivant, à Ankara, il remettait ses
lettres de créance au président de la République, M. Cevdet Sunay. Le 20 novembre il était
solennellement intronisé en la Cathédrale Saint-Esprit où une foule immense de fidèles
l’accueillait joyeusement. Le Révérend Père Carotenuto prononça l’allocution di
circonstance : « (…) C’est avec la même joie que clergé et fidèles, avons appris votre élection
en qualité de premier Pro-Nonce Apostolique en Turquie et d’Administrateur du Vicariat
d’Istanbul. Le caractère même de la mission que confère le Saint-Siège à son représentant,
caractère diplomatique en même temps que pastoral, nous oblige à changer fréquemment de
Pasteur. Entre plusieurs de vos illustres prédécesseurs, nous nous souvenons du bon pape Jean
XXIII, qui a séjourné dix ans parmi nous comme Pasteur zélé et bien-aimé (…) ».

Durant sa mission de Nonce et de Pasteur, qui ne dura, hélas que l’espace de deux ans
et demi, il eut la joie de préparer le voyage de Sa Sainteté le pape Paul VI en Turquie et de
l’accueillir au matin du 25 juillet 1967 pour un très court mais historique séjour de 48 heures

200
qui allait renouer et renforcer le dialogue œcuménique. Mgr Zupi quittait Istanbul un jour de
Pentecôte, le 25 mai 1969, en adressant ses adieux à ses fidèles au cours de la célébration
eucharistique : « (…) Au moment où ma mission en Turquie prend fin, je considère comme
mon premier devoir de remercier la Providence, qui forme ses desseins sur chacun de nous, et
qui nous accompagne au cours de leur réalisation, pour m’avoir accordé le privilège de passer
deux ans et demi dans cette terre, patrie de saint Paul et son champ d’apostolat, terre
sanctifiée par la présence de l’apôtre saint Jean, de saint Polycarpe, de saint Jean Chrysostome
et d’autres grandes figures de l’Eglise (…) ».

A Ankara, le 9 juin, à 18h30, Mgr Zupi donna une réception à l’hôtel Dedeman pour fêter le
6e anniversaire du Couronnement de Sa Sainteté Paul VI – anticipant la date – et faire ses
adieux aux Autorités locales et aux collègues du Corps Diplomatique accrédités à la capitale.
Le ministre des Affaires étrangères, M. İhsan Sabri Çağlayangil, a assisté à la réception.

Le 24 juin 1969 il a définitivement quitté Istanbul pour se rendre en Italie.

201
Mgr Salvatore ASTA

Le 16 septembre 1969, Mgr Asta foulait pour la première fois le sol d’Ankara où il
arrivait comme Pro-Nonce Apostolique.
Ces sous ses auspices que la Conférence Episcopale de Turquie a vu le jour. Bien
conscient de son rôle et de sa mission de rerésentant du Saint-Siège, il s’est toujours montré
soucieux de défendre les intérêts du Saint-Siège tout en veillant avec minutie à son
rayonnement et à son prestige et en reculant pour cela devant aucun sacrifice. Deux beaux
exemples illusrent bien ce constant souci qu’il avait : La construction du nouveau siège de la
Nonciature à Ankara avec un lieu de culte œcuménique pour les chrétiens de la capitale ainsi
que l’institution de l’heureuse tradition pour la célébration de la fête du Saint-Père à Istanbul
qui est devenue depuis, comme dit un chroniqueur, la fête de la fraternité entre les différentes
nations, confessions religieuses et classes sociales.

202
Dans cette même perspective, on pourrait citer encore la restauration de la maison de
Büyükada dont il a su faire un lieu de rencontre entre les personnalités éminentes de tout
bord : politiciens ou diplomates, journalistes ou hommes d’affaires, évêques ou prêtres…
toujours dans le but de mieux servir et de mieux se faire le propagateur des valeurs spirituelles
et morales que souhaite ardemment promouvoir le Saint-Siège.

Le dimanche 16 septembre 1984, en la cathédrale Saint-Esprit à 16h30 eut lieu la


célébration de l’émouvante liturgie d’adieu aux communautés religieuses et aux fidèles du
Vicariat. Il quittait la Turquie pour le Portugal à la fin de 1984. Mgr Asta avait été pendant
quinza ans, de juin 1969 à 1984, Pro-Nonce Apostolique auprès du gouvernement turc.
Jusqu’à l’entrée en charge de Mgr Pierre Dubois comme Vicaire Apostolique d’Istanbul en
1975, il avait été Délégué Apostolique pour l’Eglise latine.

203
Mgr Sergio SEBASTIANI

Le 8 janvier 1985, le Saint-Père le nommait Pro-Nonce Apostolique en Turquie. Il


arrivait en notre ville le jeudi 21 mars 1985 et le 9 avril suivant il présentait ses lettres de
créance au président de la République, M. Kenan Evren.

Monseigneur Sergio Sebastiani, Nonce Apostolique en Turquie de 1985 à 1994, faisait


ses adieux à la communauté catholique latine de Turquie le dimanche 11 décembre 1994 au
cours de la célébration du troisième dimanche de l’Avent, à la messe de 11h15 à la cathédrale
Saint-Esprit à Istanbul.

204
Mgr Pier Luigi CELATA

Le dimanche 7 janvier 1996, Mgr Luigi Celata était accueilli par la communauté de
l’Eglise catholique en la basilique cathédrale Saint-Esprit. Mgr Louis Pelâtre, président de la
CET et Vicaire Apostolique d’Istanbul, accueillit le nouveau nonce en ces termes : « (…)
Excellence, nous vous souhaitons la bienvenue dans cette basilique cathédrale Saint-Esprit
habituée à toutes les grandes manifestations catholiques de notre ville. Vous pouvez y
contempler la diversité de nos rites : grecs, syriens, chaldéens, arméniens et latins, une
diversité qui fait notre richesse et nous enseigne à construire l’unité dans la différence (…) ».
Le dimanche 18 avril 1999, en la Cathédrale Saint-Esprit, la Conférence Episcopale de
Turquie (CET) avait invité les catholiques d’Istanbul à participer à une messe d’adieux à Mgr
Pier Luigi Celata. Avant la célébration de l’Eucharistie, Mgr Louis Pelâtre, président de la
CET, a rappelé l’action de Mgr Celata. Au cours de son homélie le Nonce assurait qu’il
porterait toujours les catholiques de Turquie dans son cœur et ses prières.

205
Mgr Luigi CONTI [1999 – 2001]

Le dimanche 23 septembre 2001, les chrétiens d’Istanbul se sont réunis autour de Mgr
Luigi Conti, qui célébrait la messe à la Cathédrale Saint-Esprit, avant son départ à Malte où
une nouvelle mission lui était confiée.

26 mai 2001, S.E. Mgr L. Conti remet à Rinaldo Marmara les


insignes de chevalier de l’Ordre de Saint-Grégoire le Grand.

206
Mgr Edmond FARHAD

Mgr Edmond Farhad, archevêque titulaire de Byblos, a présente le 6 février 2002 ses
lettres de créance au président de la République, M. Ahmet Necdet Sezer. A la fin de la
cérémonie Mgr Farhad a offert au président Sezer, en mémoire du 700. anniversaire de
l’Empire ottoman, la copie d’un firman du sultan Mehmed IV.
Lundi 12 septembre 2005, la Conférence Episcopale de Turquie réunie en assemblée
extraordinaire, a fait ses adieux et ses remerciements à Mgr Edmond Farhad qui nous quittait
pour la Nonciature Apostolique de Vienne.

207
Mgr Antonio LUCIBELLO
Nonce Apostolique depuis 2005...

S. E. Mons. Antonio Lucibello, appena dopo il suo arrivo in Turchia come Nunzio
Apostolico, ha organizzato la visita di S.S. Benedetto XVI

Rinaldo Marmara presenta a S.S. Benedetto XVI il volume scritto in occasione della Sua
visita in Turchia

208
Ambassadeurs de Turquie près du Saint-Siège

M. Nureddin VERGİN

Le 11 avril 1960 le premier ambassadeur de la République de Turquie, M. Nureddin


Vergin, présentait ses lettres de créance au pape Jean XXIII. Le nouvel ambassadeur déclarait
être “parfaitement conscient et profondément ému de l’honneur qui lui était fait d’occuper ce
premier poste d’ambassadeur et de représenter son pays auprès d’un personnage aussi auguste
et insigne que la Turquie est heureuse d’avoir eu comme hôte durant de longues années sur
son territoire et dont elle garde le meilleur souvenir”.
Nous reprenons un paragraphe du discours du pape Jean XXIII en réponse à l’acte
d’hommage du premier ambassadeur de la République de Turquie près du Saint-Siège: “(...)
Nous sommes heureux de vous saluer aussi comme le premier ambassadeur de la Turquie
auprès du Pape, qui Se tient au sommet de toute la chrétienté. Ce sont ces quelques humbles
paroles que nous vous adressons pour accueillir votre personne et vos expressions délicates,
mais celui qui les prononce sait bien qu’elles vont soulever des échos de vive satisfaction
jusqu’aux endroits les plus éloignés de la terre”.

209
Docteur Hüveyda MAYATEPEK

En présentant ses lettres de créance au pape Paul VI, le 19 janvier 1967, le nouvel
ambassadeur de Turquie lui adressait cet hommage : « (…) Veuillez également, Très Saint-
Père, accepter les sentiments de ma profonde reconnaissance pour m’avoir accordé le très
haut honneur et le privilège très désiré de représenter mon pays en ce centre spirituel dont par
votre voix, humaine et puissante, les messages d’amour et de paix entre les peuples s’irradient
sur le monde.
Le très noble geste par lequel vous avez fait don de l’étendard turc de Lépante, geste
qui a profondément ému le peuple turc, est un acte d’une portée historique qui symbolise la
fin d’une époque de malentendus, désormais définitivement dépassée et remplacée par une
nouvelle période que caractérise la collaboration la plus intime et la plus féconde entre le
Saint-Siège et le monde musulman.
Aujourd’hui, pour la seconde fois, m’est donné le très grand honneur d’être reçu en
audience par un Souverain Pontife. En effet, en 1959, lors des premiers contacts pris en vue
d’établir les relations officielles entre le Saint-Siège et la Turquie, je fus en qualité de membre
de la délégation turque, reçu en audience par le Saint-Père Jean XXIII, de sainte mémoire.
Le nom de ce bienfaiteur de l’humanité qui passa quelques années de sa vie terrestre,
pieuse et dévouée, en mon pays, restent gravées dans la mémoire et dans le cœur du peuple
turc comme un symbole de charité et d’humilité (…) ».

Le Saint-Père répondit en ces termes au nouvel ambassadeur : « (…) Sous le Pontificat


de notre prédécesseur Jean XXIII, Nous avons appris avec une vive satisfaction que
s’établissaient les relations diplomatiques entre le Siège Apostolique et votre Pays et ce fait
avec reçu Notre pleine approbation. Ces relations, Nous semble-t-il, se sont développées
jusqu’à présent dans une atmosphère de compréhension réciproque et d’amitié. Nous ne
pouvons que Nous en féliciter et en voir une nouvelle confirmation dans la récente élévation
du Délégué, ensuite Internonce en Turquie, au rang de Pro-Nonce Apostolique.

Etant donné que Nous désirions, Nous-même, en quelque sorte manifester Nos
sentiments par un geste qui puisse être agréable aux Autorités de la Turquie contemporaine,
ce fut pour Nous une joie de restituer un ancien étendard pris à l’époque de la bataille de
Lépante, qui depuis lors était conservé dans les collections du Vatican (…).

En vous souhaitant la bienvenue dans Notre maison, Nous sentons le devoir d’adresser
une pensée émue à celui qui vous a précédé ici, le regretté général İhsan Kızıloğlu, dont la
disparition prématurée a été si vivement ressentie par tous ceux qui avaient pu apprécier la
distinction et l’élévation de ses sentiments ».

210
M. Taha CARİM

Le jeudi 6 décembre 1973, le pape Paul VI recevait M. Taha Carim, le nouvel


ambassadeur de Turquie, qui lui présenta ses lettres de créance.
Quelques phrases de l’allocution de l’ambassadeur : « J’ai l’honneur de remettre entre
les mains de Votre Sainteté les Lettres qui m’accréditent auprès d’Elle en qualité
d’ambassadeur extraordinaire et plénipotentiaire de Turquie.
Ce faisant, je suis conscient de l’insigne privilège qui m’échoit ainsi, que de la
responsabilité qui m’incombe en venant reprendre et developper, au nom de mon
Gouvernement, le dialogue avec le Saint-Siège.
Ce dialogue rendu des plus intéressants, après l’Encyclique Pacem in Terris donnée
par le regretté pape Jean XXIII et complétée magistralement par Votre Sainteté avec
l’Encyclique Ecclesiam Suam qui a apporté la délimitation réaliste à la belle idée lancée au
monde entier pour une concorde et une paix universeles (…) ».
Le 8 juin 1977 M. Taha Carim fut victime d’un attentat alors qu’il pénétrait dans son
domicile romain dans le quartier des Parioli. Sa dépouille mortelle, transportée par un avion
militaire italien, fut portée au pays le mardi 14 juin où après d’imposantes funérailles fut
déposé en terre à Ankara.

211
M. Vecdi TÜREL

Le 4 décembre 1978 M. Vecdi Türel présenta ses lettres de créance au pape Jean-Paul
II. Nous reproduisons quelques extraits de l’allocution du nouvel ambassadeur : « (…) La
République de Turquie fidèle au principe énoncé par son fondateur Kemal Atatürk – Paix
dans le pays, paix dans le monde – qui constitue la pierre angulaire de sa politique extérieure,
a toujours unifié l’idée de paix et de prospérité dans son pays avec l’idée de paix dans le
monde.
Sur le plan spirituel plus élevé le Saint-Siège propage le même idéal dans une
acception universelle.
Un des principes fondamentaux de la République turque, qui est un pays
constitutionnellement laïc, est celui de la liberté des croyances, la libre expression des
convictions morales sans lesquelles il n’est point de valeur humaine possible.
Bien que la quasi-totalité de ses citoyens soit de religion musulmane, nos croyances
communes basées sur la notion d’un Dieu unique créent un lien indestructible entre les
peuples musulmans et chrétiens, lesquels constituent la plus notable partie du monde spirituel
qui peut seul assurer un fondement solide à plus d’entente et de fraternité entre les nations et
les hommes de bonne volonté (…) ».
Quelques extraits de l’allocution du Saint-Père : « (…) En votre pays, les chrétiens –
qui se relient aux communautés et aux hauts-lieux spirituels des tout premiers siècles de notre
ère – ont montré leur vouloir et leur capacité de participer, en citoyens responsables, au
progrès culturel et social de leur patrie. Comment ne désireraient-ils pas entretenir des
relations harmonieuses avec tous leurs compatriotes musulmans, dans le respect reconnu et
effectif de la liberté religieuse, dont Votre Excellence a souligné l’importance et qui est, de
fait, quand elle est bien comprise, la pierre de touche de toutes les autres libertés et le signe
d’un véritable progrès et, disons-le, d’un Etat moderne ? Je ne doute pas non plus que les
institutions catholiques, d’éducation ou d’assistance, trouvent, auprès de votre Gouvernement
et de l’opinion publique, l’estime, la protection et les encouragements que mérite leur service,
dans l’intérêt de tous (…) ».

212
M. Sulhi DİŞLİOĞLU

Le samedi 2 octobre 1982, Jean-Paul II recevait en audience solennelle M. Sulhi


Dişlioğlu, nouvel ambassadeur de Turquie près du Saint-Siège, qui venait présenter au Saint-
Père ses lettres de créance.
De l’allocution de l’ambassadeur nous relevons : « (…) Qu’ils soient Chrétiens ou
Musulmans, un devoir important et urgent existe à l’heure présente, à tous les hommes de
bonne volonté, devant les événements tragiques qui continuent de se dérouler
malheureusement dans les différentes parties de notre planète. Il consiste à se dégager des
préjugés et à tendre la main les uns aux autres pour arriver à l’entente des cœurs dans une
humanité fraternellement unie.
Il m’est très agréable d’affirmer, que nos relations diplomatiques, qui reposent sur la
base de respect, de confiance et de compréhension mutelle, ont continué de se développer
toujours dans un sens favorable.
En cette heureuse circonstance, je voudrais particulièrement rendre hommage à la
mémoire de Vos illustres prédecesseurs, le pape Jean XXIII et le pape Paul VI, qui ont
contribué grandement à la consolidation des liens d’amitié entre le Saint-Siège et la Turquie.
Nous nous rappelons, avec des sentiments de profond respect et de gratitude, les initiatives et
décisions importantes qu’Ils ont prises pour le rapprochement des peuples et des croyances
ainsi que pour le bien-être de l’humanité.
Le peuple Turc, ansi que son Gouvernement, suivent avec beaucoup d’intérêt et
admiration les efforts déployés inlassablement dans le même sens, par Votre Sainteté, pour
qui ils ressentent une déférente affection, surtout depuis Sa visite inoubliable en Turquie.
Nous sommes infiniment reconnaissant à Votre Sainteté, pour les attitudes et les prises de
position au sujet de la défense des droits de l’homme, de la justice et la morale internationale
(…) ».
Nous reproduisons quelques phrases du discours de Jean-Paul II : « (…) Plus
généralement, la solidarité associe l’Eglise à toute l’action civilisatrice et éducative de
l’homme. On peut dire, tout en tenant compte des limites humaines des responsables et les
membres de la grande famille des chrétiens, que leur présence au monde veut être une
présence libre, active, et toujours stimulante, afin que la société se construise de manière
digne de l’homme, c’est-à-dire sur ces quatre colones que, dans l’encyclique Pacem in terris
Le pape Jean XXIII, particulièrement attaché à votre pays en raison des dix années passées en
Turquie comme Représentant Pontifical, avait si bien mises en relief.
Si l’on regardait le bilan des relations diplomatiques entre le Saint-Siège et votre
nation, il serait certainement jugé positif. Les deux voyages pontificaux en votre pays entre
autres, l’ont bien illustré. Après le pape Paul VI, j’ai moi-même conservé le meilleur souvenir
de l’accueil courtois qui me fut réservé par le peuple turc et ses dirigeants en novembre 1979.
J’avais tenu à l’exprimer très cordialement avant de quitter Ankara. Cette visite,
essentiellement religieuse, m’avait procuré des contacts bénéfiques avec les communautés
catholiques et avec les autres communautés chrétiennes, en particulier le Patriarcat
œcuménique orthodoxe et le Patriarcat arménien. Et j’avais éprouvé une joie très grande à me
retrouver sur une terre où l’histoire des tout premiers siècles chrétiens s’est profondément
inscrite (…) ».

213
M. Selçuk KORKUD

Le 13 juin 1988 Jean-Paul II recevait M. Selçuk Korkud, nouvel ambassadeur de


Turquie près du Saint-Siège.
Dans son adresse d’hommage au Pape, M. Selçuk Korkud se fit l’interprète éloquent
des principes qui guident son pays. Jean-Paul II exprima de son côté sa satisfaction au nouvel
ambassadeur. Nous reproduisons quelques extraits du discours du Saint-Père : « (…) Certes,
dans votre pays, les catholiques sont tout à fait minoritaires. Précisément, monsieur
l’Ambassadeur, votre gouvernement, constatant que ces minorités chrétiennes se soumettent
aux lois légitimes de votre nation, s’honore et s’honorera toujours en assurant leur liberté
religieuse. Ces catholiques de différents rites sont heureux de vivre sur votre sol dans la
mesure où ils se sentent en sécurité, où ils disposent de lieux et de locaux suffisants pour
approfondir et célébrer la foi qu’ils ont reçue et qu’ils ont le devoir sacré de transmettre à
leurs enfants. Tout Etat, et plus encore lorsqu’il a pris l’initiative de nouer des relations
diplomatiques avec le Siège Apostolique de Rome, se distingue hautement en montrant une
claire attitude d’équité à l’égard des croyants qui ont légitimement fait le choix de leur
religion (…) ».

214
M. Ömer Engin LÜTEM

Le 7 mars 1992, M. Ömer Engin Lütem, nouvel ambassadeur de Turquie près du


Saint-Siège, présentait ses lettres de créance au pape Jean-Paul II.
Quelques extraits de l’adresse du nouvel ambassadeur au pape Jean-Paul II : « Le
processus de dialogue interreligieux inspiré et guidé par la sagesse de Votre Sainteté constitue
un élément important de nos relations. J’ai le plaisir de constater que ce processus n’est pas
limité à un simple exercice intellectuel, mais approuvé et encouragé de part et d’autre par
plusieurs personnages éminents tant laïcs que religieux. (…) La Constitution turque est laïque,
mais garantit en même temps la liberté de croyance et de conscience des gens. En effet, les
célébrations religieuses de toutes les confessions sont libres en Turquie. De ce point de vue, la
Turquie est un exemple dans cette région et un partenaire idéal pour le dialogue interreligieux
(…) ».

215
M. Semih BELEN

Le 26 juin 1995, le pape Jean-Paul II recevait en audience solennelle M. Semih Belen,


nouvel ambassadeur de Turquie près du Saint-Siège, qui a présenté ses lettres de créance. Au
cours de la rencontre a eu lieu l’échange des discours. Nous relevons quelques phrases de
l’hommage du nouvel ambassadeur : « (…) La Turquie dont la très grande majorité de la
population est musulmane est fière de rassembler sur son sol diverses cultures et religions.
Nos citoyens chrétiens forment une communauté prospère et jouissent totalement des
libertés religieuses, garanties par la Constitution, et bénéficient du même traitement que les
croyants des autres religions. Le catholiques de mon pays, malgré leur nombre restreint, sont
très actifs. Je voudrais signaler à ce propos la création en 1993 du Vicariat Apostolique
d’Anatolie et la nomination d’un évêque titulaire résidant à Mersin.
Les relations entre le Saint-Siège et la Turquie se basent sur l’estime et la
compréhension mutuelle.
Elles ont connu depuis le début des années soixante et surtout sous le pontificat de
Votre Sainteté un développement continu. Je voudrais saluer aussi à cette occasion la
mémoire de Leurs Saintetés Jean XXIII et Paul VI qui ont tellement contribué à nos relations.
Je me ferai un devoir de continuer dans ce domaine l’excellent travail de mes prédécesseurs
(…) ».

216
M. Altan GÜVEN

En 1998, le pape Jean-Paul II recevait les lettres de créance de M. Altan Güven. Nous
relevons quelques phrases du discours de Sa Sainteté : « (…) Vous avez mentionné l’amitié
qui, depuis de nombreuses années, a marqué les relations entre votre pays et le Saint-Siège. Je
partage l’espoir que des formes de coopération toujours plus efficaces se développeront entre
le Saint-Siège et la Turquie. Quand ceux-ci d’efforcent de trouver les voies de renforcement
de la paix mondiale, de nombreux secteurs s’ouvrent à la compréhension et au soutien
mutuels (…).
Il est important que les différents groupes religieux présents dans le pays entrent en
rapport les uns avec les autres dans le respect mutuel et la tolérance. Le dialogue
interreligieux fera beaucoup pour renforcer de telles relations. Dans un pays, l’existence de
groupes religieux et de groupes ethniques différents représente à la fois un défi et une
occasion particulière pour les responsables politiques et pour les législateurs. Les autorités
civiles ont besoin d’être très attentives aux demandes légitimes des différents groupes et de
leur répondre d’une façon appropriée. Le respect des traditions culturelles et spirituelles des
peuples vivant à l’intérieur des frontières de l’Etat permet à un pays de se présenter dans la
communauté internationale comme un exemple de cette paix et de cette harmonie qui
devraient prévaloir de par le monde (…) ».

217
Mme. Filiz DİNÇMEN

Le matin du 7 décémbre 2001, le pape Jean-Paul II recevait les lettres de créance de


Mme Filiz Dinçmen, nouvel ambassadeur de Turquie près le Saint-Siège.
Dans son discours en anglais, le Saint-Père a souligné les relations centenaires entre la
Turquie et le Saint-Siège, et a rappelé qu’à « l’heure de servir la cause de la paix par un
dialogue mondial inter-culturel et inter-religieux, notamment entre l’Islam et le Christianisme,
la Communauté internationale regarde vers votre pays avec espoir ». Après avoir souligné
l’existence « de droits universels, car enracinés dans la nature de la personne humaine plus
que dans les particularismes culturels », le Pape a cité « la liberté religieuse qui va bien au-
delà de la liberté de culte ».

M. Osman DURAK

Le pape Jean-Paul II recevait en audience samedi matin, le 21 février 2004, le nouvel


ambassadeur de Turquie près du Saint-Siège, qui présentait ses lettres de créance.

218
M. Muammer Doğan AKDUR

Le 19 janvier 2007 M. Muammer Doğan Akdur présenta les lettres de créance au pape
Benoît XVI qui exprima une fois encore sa gratitude envers les autorités et la population
turques pour l’accueil qu’elles lui ont réservé en décembre 2006: “(...) Au cours de mon
voyage mémorable, j’ai manifesté à maintes reprises le respect de l’Eglise catholique pour
l’Islam, et l’estime du Pape et des fidèles pour les croyants musulmans, notamment lors de ma
visite à la Mosquée bleue d’Istanbul. Dans le monde actuel où les tensions semblent
s’exacerber, la conviction du Saint-Siège, qui rejoint celle que vous venez d’exprimer, est que
les croyants des différentes religions doivent s’efforcer d’œuvrer ensemble en faveur de la
paix, en commençant par dénoncer la violence, trop souvenmt utilisée dans le passé sous le
prétexte de motivations religieuses, et en apprenant à mieux se connaître et à mieux se
respecter pour édifier une société plus fraternelle. Les religions peuvent aussi unir leurs
efforts pour agir en faveur du respect de l’homme, créé à l’image du Tout-Puissant, et pour
faire reconnaître les valeurs fondamentales qui régissent la vie des personnes et des sociétés.
Le dialogue, nécessaire entre les Autorités religieuses à tous les niveaux, commence dans la
vie de tous les jours par l’estime et le respect mutuels que se portent les croyants de chaque
religion, partageant la même vie et oeuvrant ensemble pour le bien commun”.

219
M. Kenan GÜRSOY

Le pape Benoît XVI recevait le 7 janvier 2010 les lettres de créance de M. Kenan
Gürsoy, nouvel ambassadeur de Turquie. Il a été d’emblée rappelé la prochaine
commémoration du 50. Anniversaire de l’établissement des relations diplomatiques entre la
Turquie et le Saint-Siège, fruit du pontificat de Jean XXIII.
Nous reprenons une partie du discours de Benoît XVI: “(...) Excellence, comme vous
l’avez remarqué, nous nous rapprochons du cinquantième anniversaire de l’instauration des
relations diplomatiques entre la Turquie et le Saint-Siège, fruit du pontificat de mon
prédécesseur, le pape Jean XXIII, qui fut aussi Délégué Apostolique à Istanbul et qui a
beaucoup aimé le peuple turc. Comme vous l’avez souligné, tout au long de ces 50 ans,
beaucoup a été fait sur des terrains d’intérêt commun. J’ai confiance que ces relations
deviendront encore plus profondes et solides suite à la collaborations constante dans des
questions importantes qui surgissent actuellement dans les affaires multilatéraux (...). J’ai été
heureux de pouvoir exprimer mon estime des musulmans et de renouveler l’engagement de
l’Eglise catholique dans la poursuite du dialogue interreligieux dans un esprit de respect
mutuel et d’amitié, pour donner ensemble un témoignage de la foi solide en Dieu qui
caractérise les chrétiens et les musulmans et en s’efforçant de mieux nous connaître pour
consolider les liens d’affection entre nous. Je prie avec ferveur, afin que ce processus nous
conduise à une plus grande confiance entre individus, communautés et populations, surtout
dans les régions troublées du Moyen-Orient (...). En tant qu’Etat démocratique laïque, situé à
cheval entre Europe et Asie, la Turquie est bien placée pour servir de pont entre l’Islam et
l’Occident et contribuer sensiblement à l’effort de paix et de stabilité au Proche-Orient. Le
Saint-Siège apprécie les nombreuses initiatives que la Turquie a déjà prises à cet effet et il
encourage à continuer les efforts pour mettre fin aux conflits durables dans la région (...)”.

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Anno 1959 : n°9, novembre
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Anno 1961 : n°9, novembre
Anno 1962 : n°6, giugno - luglio ; n°9, novembre
Anno 1963 : n°5, maggio; edizione speciale,19 giugno
Anno 1964 : n°7, agosto - settembre
Anno 1976 : n°5, maggio ; n°6, giugno - luglio

PRÉSENCE, Erol Ferah, Istanbul :

DUBOIS (Pierre), « Monsignore Roncalli Pastore et diplomate », agosto - settembre 1987,


n°7.
ÇAĞLAYANGİL (İhsan Sabri), « Monsignore Roncalli et la Turquie », agosto -
settembre 1987, n°7.
ABRAVANEL (J.J.), « Monsignore Roncalli et la Communauté Juive », agosto -
settembre, 1987, n°7.
ARCHONDINIS (Bartholoméos), « Monsignore Angelo et le Patriarcat Œcuménique »,
agosto - settembre 1987, n°7.

Manoscritti
DEL GIORNO (Victor Mons.), Chroniques de la basilique cathédrale du Saint-Esprit, 2
volumi, manoscritti non pubblicati, Istanbul, 1983.

DROULEZ (Arthur), Mes souvenirs de l’épiscopat de Mons. Roncalli, manoscritto non


pubblicato, 32 pagine, 1961 ; Archivio Lazarista, Saint Benoît, Istanbul.

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Archivi
Archivio dei CONVENTUALI, S. Antonio, Istanbul :

Note di Mons. Roncalli, datate 3 febbraio 1938, a Padre Montico.


Lettere di Mons. Roncalli datate 21 marzo 1939 a Padre Giorgio Montico, Superiore
provinciale dei Conventuali a Istanbul.
Preghiere composte e pronunciate da Mons. Roncalli, 13 giugno 1940.
Lettere (27 giugno 1940, n°3138) di Mons. Roncalli a Padre Montico.
Note scritte a mano di Mons. Roncalli su di una sua lettera datata 17 maggio 1941.
Lettera di Mons. Roncalli ; maggio 1942.
Lettera di commiato firmata da Mons. Roncalli ; tre pagine stampate con note di Padre
Montico ; 23 dicembre 1944.
Lettera di Mons. Roncalli dalla Nunziatura Apostolica francese a Padre Montico, datata 6
giugno 1949.

Archivio dei DOMINICANI, di S. Pietro, Galata, Istanbul :

Appello alla Pace di Mons. Roncalli ; 2 marzo 1940. Libro 7, Busta 1, No. 14.

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