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NOVISSIMO

DIRETTO DA

ANTONIO AZARA e ERNESTO EU LA

VNIONE TIPOGRAFICO - EDITRICE TORINESE


"IUmCIUM BONAE FIDEI" 339

piu specifico, costituzioni imperiali o brani di giuristi tuto giuridico Università di Torino, 1928); ID., Ricerche in-
attinenti in genere a questioni processuali; de iudiciis forno ali' elenco classico dei (I bonae fidei ilidida I) (Rivista !tal.
Sc. Giurid., 1928); WENGER, Istituzioni di procedllra italiana
puo in sostanza tradursi, secondo il pensiero dei Milano, 1936, pago 161 e segg.; HAYMANN, Schutz des gute~
compilatori teodosiani e giustinianei, « intomo ai pro- Glaubens des leist. Schuldners (B.I.D.R., 1943, 393 e segg.); HOR-
cessi ». Ma la testimonianza piü caratteristica deI VAT, Osservazioni sulla " bona fides I) nel diritto romano obbliga-
torio (Studi Arangio-Ruiz, Napoli, 1954, vol. I, pago 423 e segg.).
nuovo ampio significato di illdicium e fomita da vari
passi in cui la partecipazione e l'intimazione a parte- FONTI. - GAlO, Institutiones, 4, 64; Inst. Iust., 4, 28-30; CICE-
cipare a un processo (per es., la vocatio in ius), nonche RONE, de ojf, 3, 15, 65; 3, 17, 70; topo 17, 16.
l'assenza da esso, vengono indicate con espressioni SOMMARIO. - 1. Concetto e funzione. - 2. Elenco. - 3. Diritto
com poste con iudicium, nelIe quali iudicium contiene postclassico e giustinianeo.
pure ulf'allusione aI tribunale (l). Si tratta in fondo
di espressioni assai simili a quelle che ricorrono nel 1, Nel diritto romano si qualificano iudicia bonae
linguaggio moderno e nelle quali « giudizio» riveste fidei - chiamati arbitria dagli scrittori non giuristi -
presso a poco il medesimo significato (chiamata in tutte quelle azioni, nascenti da rapporti contrattuali
giudizio, intervento in giudizio, assenza daI giu- e ~on contrattuali, aventi per o effetti obbligatori, in
dizio, ecc.). CUI la formula deduce in giudizio la pretesa dell'attore
Ma nell'epoca postc1assica vediamo pure diffondersi secondo uno schema non rigido, ma in modo inde-
un'altra accezione di iudiciul11, non nuova (perche terminato e comprensivo sulla base dell'oportere ex
attestata, come si rilevo, già da Plauto), ma fino ad fide bona. L'intentio della formula, enunciato il rap-
allora rara e praticamente estranea alle fonti giuridiche: porto di cui si tratta, dice appunto « Numerium Ne-
iudiciul11 come concreta attività giudicatrice o come gidium Aulo Agerio quidquid dare facere praestare
decisione. Il giudizio, a cui cosi ci si riferiva, non oportere ex fide bona ».
avveniva necessariamente in un processo: non di rado Questa formulazione della pretesa dell'attore im-
esso aveva un contenuto amministrativo o magari porta che le parti nella conclusione e nella esecuzione
legislativo; taIvolta invece era l'atto concreto di giu- deI rapporto devono comportarsi ex fide bona, cioe
dicare su una controversia o il risultato di questo come impongono i dettami della buona fede sociale.
atto, ossia l'elemento cognitivo deIla sentenza. Si pos- La bona fides non e, come nel nostro diritto positivo,
sono citare, a titolo di esempio, C. Theod., 15, 14, 4 completamento delle obbligazioni fissate dalla legge
(Constantin., a. 326); 1,5,2 (Id., a. 327); 1,6,1 (Const., (art. 1375), ma piuttosto fonte da cui si deducono le
a. 361); 3, 7, 1, 2 (Valent., VaI. et Grat., a. 371); 11, 30, singole obbligazioni. La bana fides costituisce la di-
40 (Grat. Valent. et Theod., a. 383); 1, 6, 9 (Valent., rettiva fondamentale della condotta delle parti dalla
Theod. et Arc., a. 385); 1, 10,4 (Id., a. 391); 11,30,57 conclusione deI negozio fino aI processo.
(Are. et Ron., a. 398); 8, 4,22 (Are., Ron. et Theod., Da questo concetto derivano numerose conseguenze
a. 407); 11, 30, 68 (Theod. et Valent., a. 429); Inter- sostanziali e processuali.
pretario alle Pauli Sententiae, 5, 10, 3 (< si quando causa A) La inerenza di talune exceptiones, soprattutto
per iudicium fiteri! termina ta ... »). doli e pacti (2), nel senso che il convenuto, raggirato
Si puo dire dunque che nell'epoca postclassica e o a favore deI quale e intervenuto un patto, non ha
giustinianea i significati di iudicium erano divenuti bisogno di fare inserire nella formula la relativa
essenzialmente due, fra loro connessi: quello di pro- exceptio, in quanto il giudice, in virtü dello stesso
cesso (talvolta con una piü o meno esplícita allusione oportere ex fide bona, e implicitamente investito della
aI tribunale dinanzi a cui esso si svolgeva) e quello conoscenza dei patti intervenuti tra le parti noncM
di giudizio, come atto (o potere) di giudicare e come deI comportamento doloso di una verso l'aItra, pro-
specifica decisione (che insieme con l'elemento impe- cedendo daI concetto che niente e piu contrario alla
rativo costituiva la sentenza). I medesimi due signifi- bone: fides che il dolo o accampare una pretesa con-
catÍ furono assorbiti dalle fonti medievali e attraverso tranamente aI patto.
di esse passarono nel moderno linguaggio giuridico B) Possibilità che il giudice tenga conto di una
italiano. c<;mtropretesa accampata daI convenuto, semprecM
Prof. GIOVANNI PUGLIESE dlscendente ex eadem causa, in guisa da operare nella
Ord. di Dir. rom. nell'Univ. di Roma. condanna, che e sempre pecuniaria, la compensazione
tra le reciproche pretese, indipendentemente dalla re-
" IUDICIUM BONAE FIDEI". dazione della intentio (3).
BIBLIOGRAFIA. - H. KRÜGER, Zur Geschichte der Entstehung C) La responsabilità del debitore si estende alla
der bonae fidei iudida (Zeitschr. Sav. Stift., 1890); LONGO, colpa, in guisa da determinare una giusta valutazione
Sopra alcune generalizzazioni giustinianee in materia di giu- della condotta deI debitore (4).
dizi di buona fede (Scritti in onore di L. Moriani, Torino, . Nelle Istituzioni di Giustiniano ai iudicia boni fidei
1906 = Studi senesi, pago 22-23); DE FRANCISCI, <I Iudicia
bonae fidei 1), editti e formule in "factum I) (Studi senesi, 1907, SI contrappongono Ie actiones stricti iuris o iudicia
pago 346 e segg.); BIONDI, Iudicia bonae fidei, I (il solo pub- stricta, nei quali il giudice deve giudicare rigorosa-
blicato) (Annali Seminario giuridico Università di Palermo, mente secondo la pretesa enunciata nella intentio: Giu-
1920, pago 277); ZEVENBERGEN, Karakter en geschiedenis
der (I iudicia bonae fidei I), Amsterdarn, 1920; LENEL, Das edictum stiniano infatti circa le actiones dice che quaedal11 bonae
perpetuum, 3" ediz., Leipzig, 1927, pago 288 e segg.; GROSSO, fidei, quaedam stricti iuris (Inst., 4, 6, 28) (5). La di-
L'efficacia dei patti nei (I bonae fidei iudieia') (Memorie Isti- stinzione era ignota ai classici ed aI processo formu-

(1) "Adire iudicium 1), "vocm'e in (ad) iudicium I), <I absens iu- (3) BIONDI, La compensazione (Annali Sem. giur. Università
dicio ), {( in iudicium venire », ecc.: vedi, per es., C. Theod., 8, Palermo, 1927, pago 16 e segg.).
10, 1 (Constantin., a. 313); 2, 7, 1 (Id., a. 314); 2, 18, 2 (Id., (4) La questione della misura della responsabilità contrat-
a. 322); 4, 8, 8 (Id., a. 332); 10, 10, 8 (Const., a. 353); 9, 1, 11 tuale e assai discussa sotto I'aspetto storico e domrnatico;
(Valent. et VaI., a. 373); 9, 2, 5 (Hon. et Theod., a. 409); vedi per la bibliografia BIONDI, Istituzioni di diritto romano,
9, 1, 19 (Id., a. 423); C. Iust., 9, 35, 11 (Zeno, C. 478)' In- 3a ediz., Milano, 1956, pago 348, n. 41; aggiungi LUZZATTO,
terpretatio visigotica alle Pauli Sententiae, 5, 6; Ed. Th~odo­ Spunti critici in tema di responsabilità contrattuale (Bul!. Isti-
riei, 8; C. Iust., 7, 62, 39, 1 (Iust. a., 530); 6, 30, 22, 11 (Iust., tuto Dir. Rom., 1960, pago 47 e segg.). Si puo tuttavia affermare
a. 531); 7, 40, 3, 3 (Iust., a. 531). che lo spunto per arnrnettere la responsabilità per colpa si sia
(2) BIRKMEYER, Die Exceptiones in bonae fidei iudicium avuto nei iudicia bonae fidei.
1874; BIONDI, Iudieia bonae fidei cit., pago 3 e segg.· GROSSO' (5) BIONDI, Actiones stricti iuris (Bul!. 1st. Dir. Rom., 1922,
L'efficacia dei patti cit., pago 24 e segg. ' , 61 e segg.).
340 "IUDICIUM CASCELLIANUM" "IUDICIUM CONTRARIUM" 341

petuum, 3 a ediz., Leipzig, 1927, pago 472; BERGER, in PAULY- 27, 4, 3, 8; 27, 4, 4; 27, 4, 5; 27, 4, 6; 46, 3, 95, 10. C. 4, non da un'actio negotiorum gestorum contraria. In
lare, giaccM mentre i iudicia bonae fidei costituivano 44, 2; 5, 58, 3. Actio contraria (iudicium contrarium) man-
WrssowA, Real Encyclopadie, voce ({ Interdictum ), IX, 1963, prosieguo di tempo il BIONDI ha negato, sempre per
una categoria omogenea sotto il profilo deU' oportere 1697. dati: D. 3,3,46,5; 6, 2, 14; 17, 1, 12,7; 17, 1, 12,8; 17,
ex fide bona, tutte le altre azioni presentavano tanta va- 1, 12,9; 17, 1, 54, 1. C. 8, 18, 14; 4, 35,4. Actio contraria il diritto classico, l'esistenza di un'actio contraria
rietà di formule, che non era possibile ridurle ad unità; FONTI. - Gai., Inst., 4, 166 a, 169. (iudicium contrarium) negotiorum gestorum: D. 3, 5, 7, 2; mandati, di un' actio contraria negotiorum gestorum,
3, 5, 19; 22, 1, 37; 27, 5, 5. C. 2, 18, 24, 1. D. 3,2, 6, 7; di un'actio contraria fiduciae, di un'actio contraria
si poteva dire soltanto che non erano di buona fede. Gal. 3, 137; 4, 174; 4, 178.
2. Nelle fonti abbiamo taluni elenchi, che non sono Si ricollega aI processo interdittale, descritto som- tutelae. Mandato e negotiorum gestio, vaIutate dai
concordanti poiche non provengono dalla medesima mariamente da Gaio (4, 161-74), in materia di pos- SOMMARIO. - 1. Il iudiciwn contrarium come mezzo tecnico Romani alla stregua di rapporti perfettamente bilate-
epoca storica. Incompleti sono i riferimenti di Cice- sesso. Emanato l'interdetto con cui il pretore ordina processuale, esperibile dai depositario contro il deponente, rali, avrebbero dato vita a due obbligazioni reciproche,
la restituzione deUa cosa, qualora l'intimato non chieda daI ~omodatano con~ro il <:omodante, daI creditore pigno- tuteIate da un'actio imperniata su di un'unica formula
rone percM occasionati dalla materia trattata. Gaio ratIzlO contro Il debItore plgnorante, dai fiduciario contro
(4, 64) presenta un elenco incidentalmente in tema di un arbitro, si procede ad una stipulatio (v.) con cui l'in- il fiduciante, dai tutore contro il pupillo. - 2. Bilateralità
con intentio costruita reciprocamente, e diretta aI
compensazione. timato promette di pagare una penale neI caso che de! m<jndato e della negotiorum gestio. - 3. Singole situazioni quidquid alterum alteri dare facere oportet ex fide bona.
La ricostruzione dell'elenco presenta difficoltà, sia 1'interdetto fosse emanato non nei casi previsti o che tutelate dai iudida contraria. La tesi deI BIONDI e stata in molti punti attaccata
percM indubbiamente, come spesso, la trattazione ga- fosse eseguito. L'avversario faceva una stipulatio in- daI KRELLER e, piu recentemente, daI PROVERA e dallo
iana e incompleta, sia percM la lezione deI testo, a versa (restipulatio). Dopo di che si ingaggiava un 1. Con l'appellativo contrariae (o contraria) risul- SCHWARZ. La dottrina e oggi, in definitiva, divisa su
causa di un errore deI copista che ha ripetuto un rigo, regolare processo relativo alIa summa sponsionis e tano qualificate nelle fonti romane Ie actiones (o, due posizioni contrastanti: quella tradizionale, so-
n011 e sicura. Gaio annovera certamente le seguenti restipulationis. Se l'interdetto era fondato e non era essendo iudicium ed actio termini equivalenti, i iu- stanziaImente ancorata ai Pandettisti, e quella assunta
azioni: ex empto vendito, locato conducto, negotiorum stato eseguito, il giudice condannava a pagare la pena dicia) spettanti aI mandatario contro il mandante, aI da chi, come il sottoscritto, ritiene di dover sottoli-
gestorum, mandati, depositi, fiduciae, pro socio, tutelae. ed assolveva l'avversario rispetto alla restipulatio. Con gestore .di aff~ri contro il. dominus negotii, aI tutore neare con particolare vigore che la contrapposizione
Si puô ritenere per certo che fosse di buona fede cio la posizione delle parti risultava accertata; ma la contro 11 pupl11o, aI credItore pignoratizio contro il actio principalis-actio contraria aveva, neI diritto clas-
l'azione nascente da comodato, la cui formula e ri- pretesa possessoria di colui che aveva chiesto l'emana- debitore pignorante, aI fiduciario contro il fiduciante, sico, un preciso significato tecnico processuale e che
ferita dallo stesso Gaio (4, 47) (1). Dubbia e l'azione zione dell'interdetto non era soddisfatta. Provvedeva aI depositario contro il deponente, aI comodatario siffatta contrapposizione non riguardava mandato e
rei uxoriae (2). L'elenco e certo ampliato da Giusti- all'uopo appunto il iudicium Cascellianum sive secu- contro iI comodante. Si tratta di azioni concesse a negotiorum gestio, tutelati da due azioni dei tutto in-
niano (Inst., 4, 6, 28), il quale aggiunge le seguenti torium, per mezzo deI quale il possessore della cosa tutela di rapporti caratterizzati, già nel diritto romano dipendenti, poste su un medesimo piano, come quelle
azioni: pigneraticia, familiae erciscundae, communi di- era tenuto a restituirla. A veva carattere e funzione secondo l'opinione degli scrittori deI diritto comune' nascenti dalla compravendita e, in genere, dai con-
vidundo, de aestimato, de permutatione, hereditatis pe- esecutiva. lntomo ad esso siamo scarsamente infor- opinione ampiamente eIaborata dai Pandettisti, da un~ tratti consensuali.
titio. Per tutta l'epoca classica non erano di buona mati, giaccM ne parla soltanto Gaio (4, 166 a e 169). contrapposizione eventuale -di obbligazioni, nel senso Ciô premesso, va anzitutto rilevato che il termine
fede le azioni divisorie, ne l'actio pigneraticia, la quale Non e improbabiIe che sia stato introdotto da un che, mentre I'una scaturirebbe direttamente ed imme- cont:aria (o contrarium) qualifica costantemente nelle
non era in ius, mentre i iudicia bonae fidei riguardano pretore Cascellio: non e insolito infatti che i mezz~ diatamente daI contratto (o altro fatto giuridico equi- fontI le actiones (od i iudicia) spettanti aI como da-
il campo delle azioni civili; neppure la hereditatis pretori siano denominati daI nome deI pretore che h pollente: tutela e negotiorum gestio), quale effetto tario contro il comodante (D. 13,6,5,8; 13,6,17,1;
petitio giacche nessuna ~zi~ne .reale vi er~ incl~sa: non ha introdotti. típico dello stesso, l'altra, a carico della controparte, 13, 6, 17, 3; 13, 6, 17, 5; 13, 6, 18, 4; 13, 6, 21 pr.;
sappiamo a che cosa SI nfenssero le dlSCUSS1011l che NeI processo giustinianeo e postc1assico, asso:biti nascerebbe solo se ed in quanto si verifichino ulteriori 13, 6, 22); aI depositario contro il deponente (D. 16,
Giustiniano attesta impiantavano i giuristi classici in- gli interdetti neI sistema delle actiones, la funZlOne presupposti di fatto. E cosi, ad es., mentre il depo- 3: 5 PI.); aI creditore pignoratizio contro il debitore
torno alla sua natura. deI iudicium Cascellianum e scomparsa giaccM gli in- sitario e, in virt~ d~l contratto stipuIato col deponente, plgnorante (D. 13, 7, 1, 2; 13, 7, 3; 13, 7, 9 pI.; 13, 7,
3. Caduto il processo formulare, in epoca post- terdetti si svolgono e si eseguono come ogni altra tenuto alla restltuzlOne della cosa depositata, il depo- 16, 1; 13, 7, 32; 21, 2, 38; 46, 1, 54); ai fiduciario
classica e giustinianea, la categoria dei iudicia bonae azione, molto piu che nel processo extra ordinem la ne~te invece. potrà, a ~ua. volta, risultare obbligato contro il fiduciante (D. 13,7,8 pr.; 13,7,22,3; 13, 7,
fidei ha perduto gran parte della sua importanza esecuzione avviene manu militari, come dispone Giu- neI confrontr deI deposltano ove quest'ultimo abbia 22,4; 13,7, 24 pI.; 13, 7, 25; 47,2,62, 1); aI tutore
processuale. Si cerca di spostare alla natura deI rap- stiniano nel fI. 68, D, de rei vind., 6, 1. sostenuto delle spese per la custodia della cosa, spese contro il pupillo (D. 4,4,28; 27,4,1 pr.; 27,4,1,2;
porto quello che risultava dalla redazione della for- che devono appunto essergli rimborsate daI depo- 27, 4, 1, 4; 27, 4, 1, 5; 27, 4, 1, 6; 27, 4, 1, 7; 27, 4,
Prof. BIONDO BIONDI nente: contraria era detta dai Romani l' actio concessa 1,8; 27, 4, 3 pI.; 27, 4,3, 1; 27, 4,3,7; 27, 4,3,8;
mula (3). Ammessa in generale la compensazione ipso Ord. di Dir. rom. nell'Univ. catt. di Milano.
iure in tutte le azioni (4), la possibilità di far valere per la tutela di tale obbligazione secondaria od even- 27,4,4; 27, 4, 5; 27, 4,6; 46, 3, 95,10. C. 4, 44, 2,1;
una contropretesa nel giudizio in quanto di buona tuale, actio che si contrapponeva a quella, principalis 5, 58, 3). Si tratta di una serie di passi sufficientemente
" IUDICIUM CONTRARIUM". o directa, tendente alla restituzione della cosa. Analo- numerosi, tale comunque da escludere che la termi-
fede non ha ragione di essere. Analogamente la ine-
renza della exceptio, che neI processo formulare im- BIBLIOGRAFIA. - PARTSCH, Studien zur Negotiorum Gestio, gamente e per le stesse ragioni furono dette contrariae nologia actio contraria, iudicium contrarium sia stata
portava che non era necessario farla inserire nella voI. I (Sitz. der Heid. Akad. d. Wiss. Phil. hist. kZ., 1913, le altre azioni piu sopra indicate. Fu in tal modo introdotta dai giustinianei, cosi come e stato sostenuto
XII, 54 e segg.); BroNDI, Iudida bonae fidei (Annali Palermo, individuata dai Pandettisti fra Ia categoria dei con- dallo SCHULZ. lnoltre, il fatto che Gaio (4, 174; 178)
formula, ha perduto l'antico sign~ficato. S?stanzial~ 1920, VII, 59 e segg.); GROSSO, Il sistema romano dei con-
mente aequitas e bona fides sono onentamentI generah tra~ti bilaterali, .determinanti il s?rgere di obbIigazioni accenni ad un iudicium contrarium calumniae come ad
tratti, Torino, 1950; MANrGK, voce ({ Iudidum contra-
in tutte le azioni (5). Nelle actiones arbitrariae, in cui rium I), in PAULY-WrSSOwA, Real-Encyclopadie, voI. IX, 1951, recIproche a canco delle due partI, e quella dei contratti uno specifico mezzo tecnico esperibile daI convenuto
viene in considerazione la restituzione di una cosa, coI. 2481; PROVERA, Contributi alia teoria dei ({ iudicia con- uniIaterali, determinanti il sorgere di una sola obbli- cont~o l'attore che fa valere una pretesa infondata,
traria ), Torino, 1951; SCHULZ, Classical roman Law, Oxford, ~azione ~ carico di una sola delle parti, una categoria lungl daI poter esser addotto a favore della tesi dello
Giustiniano dispone che permitiitur iudici ex bono et 1951, pago 50 e segg.; KRELLER, Recensione (Jura, 1953, IV, 321
aequo aestimare quemadmodum actori satisfieri oporteat e segg.); SCHWARZ, Die Kontrarklagen (Zeitschr. Sav. Stift., mtermedla, comprendente una serie di contratti qua- SCHULZ, costituisce invece serio indizio di un uso
(Inst., 4, 6, 31). Costantino dispone che in omnibus 1954, LXXI, 111 e segg.); PROVERA, ({ Actiones contrariae) lificati con l'appellativo di « bilaterali imperfetti », tecnico della terminologia sopra indicata, per quali-
e sistema contrattuale romano (Labeo, 1955, I, 356 e segg.). appellativo che sottolinea il contrapporsi ad una ob- ficare, nella sfera contrattuale, quelle azioni ehe,
rebus praecipuam esse iustitiae aequitati~qu~ ql!am
stricti iuris rationem (C. Iust., 3, 1, 8). I nchmml al- bligazione principale di una obbligazione secondaria analogamente aI iudicium contrarium calumniae, veni-
FONTI. - Iudicium contrarium depositi: D. 13, 6, 5 pr.. Actio
l'equità abbondano nelle leggi postclassiche e giusti- contraria (iudidum contrarium) commadati: D. 13, 6, 5, 8; od eventuale, e percio, rispetto alla prima, in una vano esperite, sempre in una medesima direzione ti-
nianee noncM nei testi interpolati (6). 13,6, 17, 1; 13, 6, 17, 3; 13,6, 17,5; 13,6, 18,4; 13,6, posizione di subordinazione logica e giuridica. pica, in contrapposizione ad un'azione principale.
21 pr.; 13, 6, 22. Actio contraria (iudicium contrarium) pi- La dottrina piu recente ha sottoposto ad una com- Questa particolare caratteristica dell' actio contraria
Prof. BIONDO BIONDI gneraticia (pigneraticium): D. 13, 7, 1, 2; 13, 7, 3; 13, '!' pleta revisione critica tale ricostruzione, e mentre il emerge C011 tutta evidenza da D. 13, 6, 17, 1: Contraria
Ord. di Dir. rom. nell'Univ. catt. di Milano. 9 pr.; 13, 7, 16, 1; 13, 7, 32; 21, 2, 38; 46, 1, 54. ActlO
contraria (iudicium contrarium) fiduciae: D. 13, 7, 8 pr.; GRADENWITZ ha creduto di poter dimostrare che commodati actio etiam sine principali moveri potest
"IUDICIUM CASCELLIANUM". 13,7,22,3; 13,7,22,4; 13,7,24 pr.; 13,7,25; 47,2, 62, 1. l'espressione actio contraria, a differenza di quella [sicut et ceterae quae dicuntur contrariae]. A parte la
Actio contraria (iudidum contrarium) tutelae: D. 4, 4, 28; iudicium contrarium, e di conio giustinianeo, il PARTSCH generalizzazione contenuta nell'ultima parte deI fram-
BIBLIOGRAFIA. - UBBELOHDE, Conto aZ Comm. deZ GZuck, 27,4,1 pr.; 27, 4,1,2; 27, 4,1,4; 27, 4, 1,5; 27, 4, 1,6;
27,4,1,7; 27, 4,1,8; 27, 4, 3 pr.; 27, 4, 3, 1; 27, 4, 3, 7; ha, daI canto suo, sostenuto che le due espressioni mento, attribuibile ai compilatori, l'enunciazione
1. 43-44, p. V, pago 331 e segg.; LENEL, Das Edictum per-
facevano riferimento, nel diritto classico, a due distinti espressa deI principio secondo cui l'actio contraria
mezzi processuali: l' actio contraria sarebbe stata una commodati pua essere intentata pure separatamente,
(1) SEGRE, Sull'età dei giudizi di buona fede di commodato e la compensazione; vedi MARRONE, D, 14, 2, 2 pr.: retentio
e iudida bonae fidei (Jura, 1955, 170 e segg.); KASER, Die ~zi<:llle contrapposta a quella principale, ma deI tutto si spiega con riferimento ad un'actio normalmente
e di pegno (Studi in onore di C. Fadda, Napoli, 1905, 6, pago 333
e seguenti). Grundlage der aetia rei uxoriae (Melanges De Visseher, 1, mdlpendente da questa. n iudicium contrarium invece, esperibile in via riconvenzionale, in contrapposizione
(2) BIONDr, Iudicia bonae fidei cit., pago 178 e seguenti. Una pago 511 e segg.); ID., Ram. Privatrecht, München, 1955, 1, sarebbe stato imperniato su di un'unica formula in ius all 'azione intentata dal comodatario contro il como-
nuova lettura dei palinsesto veronese, attuata mediante mezzi pago 288. concepta, con intentio diretta aI quidquid alterum alteri dante per la restituzione della cosa.
tecnici piu modemi e perfetti sembra confermare la lettura (3) DI MARZO, Bonae fidei contractus, Palermo, 1904.
rei uxoriae (CAPoccr, Ad Gai Inst., 4, 62. Rei uxoriae iudicium (4) BIONDI, Il diritto romano cristiano, Milano, 1954, 2, (l'uno all'altro reciprocamente) dare facere oportet. n medes imo principio risulta affermato, con riferi-
[Bull. 1st. Dir. Rom., 1928, 139 e segg.]). Ma la inc1usione del- pago 28 e segg.; 3, pago 210 e segg. Inoltre, sempre secondo il PARTSCH, le pretese deI mento all'actio tutelae contraria, in D. 27, 4, 1, 8,
I' actio rei uxoriae nei iudicia bonae fidei resta sempre contrad- (5) Inst., 4, 6, 30; C, 4, 31, de comp., 14; cfr. BrONDI, La tutore contro il pupillo sarebbero state tuteIate attra- ~n cui si pongono in evidenza le ragioni che, di volta
detta dalla considerazione che nessuno dei principi caratteri- compensazione cit., pago 127 e segg. verso un iudicium contrarium negotiorum gestorum, e
(6) BroNDI, Il diritto romano cristiano cit., locc. citt. 111 volta, possono costringere il tutore ad agire sepa-
stici di essi e applicato, come la inerenza della exceptio doli

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