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LA SOCCIDA NEI GIORNI NOSTRI

Un abbordaggio moderno ed attuale

INDICE

I Problemi Riguardo alla Soccida

Prefazione ................................................................................. 03
Contenuto ................................................................................. 07
Introduzione ............................................................................. 09
Il Problema Dello Scarico In Anticipo ........................................ 14
Il Problema Del Riparto Al Termine Del Contratto .................... 16
Il Problema Degli Acconti In Soccida ......................................... 20
Il Problema Del Prelievo Dei Capi In Anticipo ............................ 22
Il Problema Del Riparto In Quantità’ Di Capi o InPercentuale .. 28
Il Problema Del Prezzo Fisso Nel Contratto ............................... 30

La Soccida Davanti alla Classificazione Dicotomica Dei Contratti

Il Contratto Sinallagmatico Vs. Dispare ...................................... 40


Il Contratto Bilaterale Vs. Unilaterale ......................................... 40
Il Contratto Plurilaterale Vs. Bilaterale ....................................... 41
Il Contratto Oneroso Vs. Gratuito ............................................... 45
Il Contratto Commutativo Vs. Aleatorio ..................................... 46
Il Contratto Causale Vs. Astratti .................................................. 48
Il Contratto Consensuale Vs. Reale ............................................. 49
Il Contratto Efficacia Obbligatoria Vs. Efficacia Reale ................. 50
Il Contratto Forma Libera Vs. Solenne ......................................... 52
Il Contratto Principale Vs. Accessorio .......................................... 52
Il Contratto Preliminare Vs. Definitivo ......................................... 53
Il Contratto Effetti Differiti Nel Futuro Versus Effetti Istantanei.. 54
Il Contratto Durata Vs. Realizzazione Istantanea ......................... 55
Il Contratto Paritario Vs. Adesione ............................................... 55
Il Contratto Privato Vs. Pubblico ................................................... 56
Il Contratto Tipico Vs. Atipico ....................................................... 57
Il Contratto Nominati Vs. Innominati ............................................ 59
Il Contratto Scambio Vs. Associativo ............................................. 60
Il Contratto a Prestazione Corrispettiva Versus a Prestazione a
Carico di Una Solo Parte ............................................................. 60

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Il Contratto Misto Vs. Specifico ..................................................... 61


Il Contratto Scritto Vs. Orale ....................................................... 61
Il Contratto Espresso Vs. Tacito ................................................... 62
Il Contratto Personale Vs. Impersonale ....................................... 63

Modelli di Contratti

Suggerimento di Contratto Preliminare di Soccida ....................... 66


Suggerimento di Contratto Definitivo di Soccida .......................... 91

Ringraziamenti .............................................................................. 102


Sull’autore ..................................................................................... 103

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PREFAZIONE

Come cittadino italiano, laureato in giurisprudenza, studioso ed e


amministratore finanziario appartenente alla Segretaria delle Finanze dello
Stato del Mato Grosso nel Brasile, dove lavoro come ispettore delle finanze,
controllando e accertando migliaia di contribuenti, da oltre 20 anni e, come
membro rappresentante della Regione nella riforma finanziaria brasiliana, che
ha portato lo Stato Brasiliano alla situazione di modello in molte parte del
mondo, mi sento nell’obbligo di esporre cosa penso sulle problematiche che
riguardano la soccida nello Stato Italiano, a con cui ho lavorato molto in questi
ultimi 2 anni.

Prima di iniziare l’esposizione, chiedo scusa sul miei eventuali sbagli


nell’interpretazione delle norme giuridiche che coinvolgono la materia, anche
a quelli che già hanno manifestato un’opinione di tutto diversa da quella che
io manifesto qui. Questa opera ha l’intendo unico di fare attenzione sulla
tematica della soccida al fine di seminare qualcosa di buono che permetta la
continuità di questa pratica appassionante. Nonostante tutti gli impegni
nell’studio di questa materia, non ho avuto mai la pretensione di fare miei
pensieri essere i più giuste e corrette, neanche la pretensione di non
sbagliare, sia nell’interpretazione delle norme giuridiche vigente sia nella
composizione delle miei idee sulla soccida.

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Scrivo questa opera al fine esclusivo di esporre quello che penso che sia
giusto, sperando che le idee qui presentate possono essere considerate,
contestate, meglio sviluppate e presentate da quelli che si considerano i veri
maestri del diritto italiano.

E’ importante registrare anche, che le tesi difesi in questo libro sono


presentate in confronto con le disposizione del Codice Civile, con l’uso di
alcuni tecniche per l’interpretazione giuridica e con le pratiche del settore,
sulla soccida semplice.

L’idea immersa in questo studio non è quella far dare vita ad una polemica
sugli argomenti, però di metterli in evidenza per essere discussi a punto di
motivare nel settore un ragionamento critico sulla pratica della soccida che
possa contribuire allo sviluppo di un nuovo pensiero giuridico e fiscale che
permetta la sopravvivenza di questo istituto pittoresco, bello e quasi che
“folclorico” della cultura italiana, forse unico nel mondo.

Sostenere l’esistenza di questa pratica tradizionale sarebbe nel minimo un


dovere di ognuno di noi coinvolto in questa tematica. La storia di un popolo è
la garanzia della propria identità culturale, principalmente quando siamo
vivendo in un mondo immerso nella profonda onda della globalizzazione,
dove la perdita d’identità sicuramente occorre anche senza che ci accorgiamo,
altrimenti nostri figli non avranno più una storia da raccontare o una cultura
da trasmettere.

Queste pensieri messi in questo libro sono personali, quindi, suggerisco ad


ognuno che abbia la credenza di che non sbaglio, prima di mettere in pratica
quello che suggerisco qui, che faccia la prudente domanda agli organi della
pubblica amministrazione, al fine di ottenere il competente parere
amministrativo che possa sostenere una decisione, anche a livello
contenzioso. La finanza sarebbe sicuramente da essere domandata, perché
questo studio è stato fatto in modo concentrato sulla ottica civilistica e
mercantile, però non tanto approfondita sull’aspetto contabile e fiscale,
neanche del diritto commerciale, amministrativo, finanziario o tributario. Tutti
questi istituti giuridici hanno una particolare relazione con la soccida, per cui è
molto importante tenere in mente i riflessi di ogni decisione presa al fine di

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evitare un risultato indesiderato. La mancanza di questa procedura toglie la


prudenza alla gestione del rapporto del contribuente con il fisco e con la
pubblica amministrazione.

Questo prudente suggerimento, faccio perché ho il sentimento di che la legge


finanziaria in Italia, quasi che creano nuove ipotesi giuridiche non previste
della legge maggiore, altre volte la conferiscono un’interpretazione
totalmente diversa da quella che faccio io.

Questo studio ha preso in considerazione come la soccida semplice è praticata


nel nor d'Italia, precisamente nel Veneto, e considera anche come premesse
che il soccidante conferisce il bestiame e dopo lo preleva per macellazione o
vendita, mentre il soccidario conferisce tutto il restante necessario per
l’allevamento, compreso i medicinali, mangimi, manodopera ecc…

Non è stato facile questo studio, una volta che sulla soccida, sull’aspetto
storico, giuridico e fiscale, molto poco si trova nella dottrina o nella
giurisprudenza che possa aiutare a capire in modo un po’ più approfondito
questo tipo di contratto associativo.

Questa mancanza di una dottrina evoluta sulla soccida mette a rischio tutto
un settore nella giusta proporzione delle interpretazioni giuridiche sbagliate o
di finzione legali inesistenti.

Ho fatto ricerche e studi sulla soccida anche perché lavoro proprio in questo
settore. Nel mio lavoro come legale, analista di sistemi e programmatore di
software per la gestione degli allevamenti, ho trovato delle difficoltà fondate
proprio nella esigenza di adattare i sistemi informatici ai contratti (quindi alla
legge) e alla pratica del settore d’allevamento, impresa molto difficile.

Il risultato di questo studio è questo testo semplice, quale credo davvero che
potrà essere utile e servire almeno di stimolo a nuovi ricercatori, al fine di
lucidare meglio questo ambiente giuridico.

Un’altra difficoltà che ho trovato in questo settore è proprio la paura di


cambiare il modo di pensare e ragionare sulla soccida. La paura sia del diverso

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che dello sbaglio, sia delle pratiche commerciali, sia della pubblica
amministrazione (intesa qui come finanza). Non importa molto cosa giustifichi
la paura, il fatto è che cambiare o mettere in questione un argomento nuovo
in questo settore non è proprio la pratica del Veneto.

Gli usi e costumi, anche se non formalmente raccolti, fanno parte della cultura
Veneta, cosa che genera conseguenze dannose e allontanano questa società
dalla globalizzazione. Se questo non cambia velocemente, l’Italia perderà
competitività e suoi allevatori sopravviveranno solo se agevolati dal governo,
e saranno superati e sorpassati dal resto del mondo.

Il proprio governo italiano ha un ruolo importantissimo riguardo a questo


settore, e deve pertanto aggiornarsi e aiutare i nostri politici a capire le
difficoltà dell’allevamento che non sono riguardanti solo la difficile
competitività del mercato mondiale, ma principalmente la frammentazione
della legge italiana che nel caso della soccida né obsoleta e il risultato sfocia in
cattive interpretazione che danneggia o ancora di più il settore.

Nonostante io sia cittadino italiano, ho vissuto 43 anni nel Brasile, quindi


ancora senza il perfetto dominio dell’idioma italiano. Questa mancanza di
struttura sulla lingua credo avere superato con l’aiuto del mio amico e
insegnante d’italiano, Sig. Daniel Giorgio, che mi ha fatto il piacere di
controllare questo scritto togliendo i principali errori ortografici e di struttura
linguistica e collaborando nella giusta impostazione della logica argomentativa
della mia tesi. Quello che voglio dire è che il lettore presti attenzione più
all’idea qui trasmessa è dell’argomentazione pratica e giuridica che faccio, che
alle parole che utilizzo e alla sintassi di quello che scrivo. Ringrazio molto la
vostra tolleranza verso miei errori.

Estevam Del Nero


L’autore

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CONTENUTO

In questo studio presenterò un breve contesto storico della soccida per poi
elencare alcuni problemi di ordine pratico nella gestione di questo rapporto,
per, infine, lucidare come capisco che il contratto di soccida si classifica
davanti alla dicotomica classificazione dei contratti sull’aspetto giuridico.

I. INTRODUZIONE
II. IL PROBLEMA DELLO SCARICO IN ANTICIPO
III. IL PROBLEMA DEL RIPARTO AL TERMINE DEL
CONTRATTO
IV. IL PROBLEMA DEGLI ACCONTI IN SOCCIDA
V. IL PROBLEMA DEL PRELIEVO DEI CAPI IN ANTICIPO
VI. IL PROBLEMA DEL RIPARTO IN QUANTITA’ DI CAPI O IN
PERCENTUALE
VII. IL PROBLEMA DEL PREZZO FISSO NEL CONTRATTO
VIII. CLASSIFICAZIONE DICOTOMICA DEL CONTRATTO DI
SOCCIDA

a. Il Contratto Sinallagmatico vs. Dispare


b. Il Contratto Bilaterale vs. Unilaterale
c. Il Contratto Plurilaterale vs. Bilaterale
d. Il Contratto Oneroso vs. Gratuito

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e. Il Contratto Commutativo vs. Aleatorio


f. Il Contratto Causale vs. Astratti
g. Il Contratto Consensuale vs. Reale
h. Il Contratto Efficacia Obbligatoria vs. Efficacia Reale
i. Il Contratto Forma Libera vs. Solenne
j. Il Contratto Principale vs. Accessorio
k. Il Contratto Preliminare vs. Definitivo
l. Il Contratto Effetti Differiti nel Futuro vs. Effetti
Istantanei
m. Il Contratto Durata vs. Realizzazione Istantanea
n. Il Contratto Paritario vs. Adesione
o. Il Contratto Privato vs. Pubblico
p. Il Contratto Tipico vs. Atipico
q. Il Contratto Nominati vs. Innominati
r. Il Contratto Scambio vs. Associativo
s. Il Contratto a Prestazione Corrispettiva vs.
a Prestazione a Carico di una Solo Parte
t. Il Contratto Misto vs. Specifico
u. Il Contratto Scritto vs. Orale
v. Il Contratto Espresso vs. Tacito
w. Il Contratto Personale vs. Impersonale

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I - INTRODUZIONE

La soccida è un tipo di contratto associativo dove le parte si uniscono


portando ognuna i propri mezzi da investire nella associazione al fine di
generare un plus valore negli investimenti iniziale, attraverso la unione di suoi
interessi, forze e mezzi di produzione, che al termine della associazione,
avendo un utile aggiunto a quello dell’investimento, questo possa essere
condiviso in parte proporzionale a quanto stabilito nell’accordo iniziale.

Questi tipo di associazione risale dall’antichità, ma dal periodo preromano


poco si sa di sicuro e preciso, perché pochi registri storici restano. Intanto è
sicuro che dal 200 a.C. la soccida già era praticata in Sardegna attraverso un
accordo di “Comunargia” oggi conosciuta come “Cumoni”, quale vedremo in
dettaglio più avanti. Possiamo dire che questo tipo di associazione esiste già
da più di 2 mila anni.

La soccida così considerata nei nostri giorni, ha due parte, una parte chiamata
soccidante e un’altra chiamata soccidaria.

I tre elementi economici più importanti in questo tipo associativo e che


devono avere il concetto chiaro nel contratto sono: capitale, terra e
manodopera. Altri elementi secondari sono essenziale per qualificare la
soccida come di uno o altro tipo definito nella legge. La definizione della

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direzione tecnica dell’allevamento, dell’incarico per il conferimento del


mangime o per il conferimento del bestiame sono elementi che servono a
questo scopo. Per fine, altri elementi importanti come la assunzione di rischio,
l’effetto ed efficacia del contratto, il principio consensualistico tra alcuni altri,
vedremo nei topici riservati alla classifica di questo tipo di contratto.

Il capitale sia considerato come mezzo monetario per sostenimento


dell’investimento oppure per il conferimento del bestiame.

Riguardo alla terra dobbiamo fare una divisione per considerarla come la
propria terra nel senso di spazio per un allevamento intensivo oppure la terra
con pascolo per l’allevamento estensivo. In questo ultimo caso, conferisce
anche parte o tutto il mangime per gli animali. A “contrario sensu”, nel primo
caso, quando la terra è considerata solo lo spazio fisico per l’allevamento, il
rapporto del mangime dovrà essere considerato a parte.

La manodopera è il terzo elemento economico della soccida, inteso proprio


come il lavoro, la disponibilità per la cura manuale dell’allevamento e del
bestiame.

Senza la unione di questi tre elementi la soccida non esiste.

Tutte le due parte, tanto soccidante quanto soccidario possono conferire


integralmente o parzialmente alcuni di queste elementi. Di sicuro sempre la
manodopera per l’allevamento sarà conferita dal soccidario, mentre la
gestione commerciale dell’impresa competerà ora al soccidante ora al
soccidario, dipendendo del tipo di soccida fatta. Gli altri elementi, ossia, la
terra (con o senza pascolo) e il bestiame (parziale o integrale) anche potranno
essere fornite tanto dal soccidante quanto dal soccidario (quando parziale).

L’impostazione del conferimento della terra e del bestiame insieme alla


direzione tecnica dell’allevamento, compongono le variabile che conferiscono
alla soccida la caratteristica che hanno permesso di classificarla come soccida
semplice, soccida parziaria o soccida con conferimento di pascolo, tutte e tre
previste nel nostro ordinamento giuridico attuale, Codice Civile, negli articoli
2.170, 2.182 e 2.186 rispettivamente.

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Ma in pratica questo tipo di contratto è stato fatto tra un imprenditore con


capitale da investire, che può essere terra con pascolo più capitale oppure
solo capitale e d’altro lato un contadino che ha la manodopera propria e della
propria famiglia con o senza terra con pascolo e con o senza parte di un
bestiame da conferire all’associazione.

Insomma è un rapporto molto semplice. Da una parte una persona che ha


soldi per comprare un bestiame ma non ha la manodopera per allevarlo, a
volte neanche la terra. D’altra parte un’altra che ha la manodopera per
l’allevamento ma non ha risorse per l’acquisto dei capi, a volte potendo
conferire soltanto una parte.

E’ una impostazione semplice in cui una parte entra prevalentemente con il


capitale e l’altra con la manodopera. Altri elementi possono essere tanto a
carico di una quanto d’altra parte.

La soccida è un contratto di tipo associativo. Non è una società per due motivi
principale. Il primo è che la legge non la considera così. Il Secondo è che
questa associazione non ha personalità giuridica che possa agire in nome
proprio. Ognuna delle parte agisce sempre in nome proprio, non in nome
della associazione, insomma, non agisce in nome dalla soccida, perché questa
non ha personalità giuridica e non può essere soggetto di diritti e di
obbligazioni nel mondo giuridico. E’ solo un contratto.

Nelle società, invece succede il contrario, posto che in questa, i soci agiscono
sempre in nome della società e questa si assume diritti e obblighi giuridici
davanti ai propri soci e alla società. In questo caso il patrimonio societario è
che è la garanzia sociale nel limite del capitale sociale costituito, d’accordo
con la tipologia societaria scelta.

Nella soccida, la garanzia della società sociologicamente parlando, è il


patrimonio individuale di ogni contraente nella soccida, soccidante e
soccidario, nella misura degl’incarichi assunti individualmente per ciascuno e
che non hanno relazione di solidarietà tra di loro. La soccida, in questa analisi,
non agisce in nome societario di soccidante o di soccidario, perché non è

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rivestita di questa natura giuridica. Ognuno agisce sempre per sé, in nome
proprio e rischiando soltanto il patrimonio personale.

Se facciamo un paragone tra la soccida e altri tipi societari, senza considerare


la responsabilità davanti ai terzi, il tipo societario che più si assomiglia alla
soccida di solito è la società in accomandita semplice. Questo tipo societario è
costituito per due tipi di soci, come nella soccida. Un socio denominato
accomandante (che paragono al soccidante) che dà l'incarico al socio
accomandatario (che paragono al soccidario) di amministrare la società (la
soccida) di cui fa parte. Il socio accomandante incarica il socio accomandatario
di amministrare la società di cui fa parte, e si può avere più di uno
accomandante e più di uno accomandatario, quindi, avere pluralità di parti.

La differenza rispetto la soccida sta proprio nel fatto che la direzione della
impresa cade sul socio accomandatario anziché nell’accomandante, cosa che
nella soccida, per forza di legge, cade ora sul soccidante ora sul soccidario,
dipendendo del tipo di soccida. Nella soccida semplice o parziaria, per
esempio, la direzione compete al soccidante a norma dell’articolo 2.173 e
2.182 rispettivamente del Codice Civile, mentre nella soccida con
conferimento di pascolo la direzione compete al soccidario, a norma
dell’articolo 2.186 del Codice Civile.

I problemi della soccida odierna è che la pratica si allontana troppo da quello


che era la soccida di un tempo. Come la legge disciplina la soccida conforme
era fatta nel passato, e essendo la pratica odierna distante da quella, abbiamo
una soccida moderna che si fa senza un supporto giuridico che porti
tranquillità alle relazione, perché la legge è fuori del contesto attuale.

La soccida per l’allevamento bovino attuale, nella maggioranza dei rapporti,


ha come scopo l’ingrasso del bestiame e non l’accrescimento quantitativo
dello stesso. Essendo così di solito soccidante e soccidario si mettono
d’accordo per l’allevamento di una certa quantità di vitelli da ingrassare, e che
al fine del ciclo d’ingrasso saranno vendute per la macellazione.

Questa pratica odierna, una volta che non genera l’accrescimento quantitativo
al bestiame (quello che era tradizione dalla soccida antica) risulta per creare

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alcune distorsione nell’interpretazione riguardo alla norma giuridica. Queste


distorsione sono dovute principalmente perché la norma disciplina molto in
più il rapporto tra soccidante e soccidario sull’aspetto dell’incremento
quantitativo che sull’aspetto dell’incremento qualitativo. Così, l’incremento
qualitativo risulta per essere tutelato giuridicamente molto in base
all’analogia, ai principi generali del diritto e all'usi che proprio in base alla
norma obbiettiva, che nelle maggioranza delle situazione, è omessa. Il
risultato di queste interpretazione, quando manca l’equità, è lo sbaglio o
l’incertezza quanto alla giusta applicazione della legge.

Vedremo in questo studio alcune problemi riguardo a queste argomenti ed


alcune possibile alternative per risolverli.

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II - IL PROBLEMA DELLO SCARICO IN ANTICIPO

Uno dei problemi più difficile riguardo alla soccida sorge nella gestione del
tempo dell’allevamento di un gruppo di capi, dove ognuno ha un tempo
diverso per raggiungere la maturità. Infatti, nulla impedisce che la soccida sia
fatta con del bestiame da ingrassare, composto per un insieme di vitelli
eterogenei quanto alla razza, sesso, qualità ed anche età. Questi animali, di
sicuro avrebbero il proprio sviluppo in tempistiche diverse, alcuni diventando
maturi prima di altri. Essendo la soccida al fine esclusivo dell’ingrasso, quando
un capo diventa maturo, il suo ingrasso giornaliero, diventa economicamente
in perdita, perché quello che ingrassa non aggiunge “plus valore”
proporzionalmente al costo della sua manutenzione in stalla, obbligando la
soccida a prendere una decisione:

a) O scaricare tutti i capi del bestiame, per così mettere fine al contratto
e potere fare il riparto corrispondente (però in questo caso perdendo tutto il
potenziale ingrasso degli animali ancora non maturi);

b) O mantenere questi capi maturi mentre aspetta la maturazione degli


altri incorrendo così nel costo di mantenere un animale senza ottenerne
accrescimento redditizio perché l’ingrasso che ottiene non riesce più a
neutralizzare il suo costo in stalla;

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c) O a scaricare al fine della macellazione solo quelli capi effettivamente


maturi, lasciando gli altri in stalla per finirne il processo dell’ingrasso.

Questa ultima alternativa “c”, sarebbe la situazione ideale per una


ragionevole amministrazione dell’impresa ed infatti è quella più diffusa in
pratica. Intanto sull’aspetto legale, solo le alternative “a” e “b” sono davvero
possibile si interpretiamo letteralmente il testo del Codice Civile.

Sull’aspetto fiscale, forse solo la “b” sarebbe comprensibile, perché una serie
di altri ragionamenti sono messi in questo bilancio, come i premi di
macellazione (che esige una età minima e un tempo minimo in stalla), i premi
qualità, il regime IVA più o meno agevolato nella giusta misura del tempo
d’allevamento firmato nel contratto, ecc…

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III - IL PROBLEMA DEL RIPARTO AL TERMINE DEL CONTRATTO

Ma per capire il perché di questo studio dovremmo vedere come la soccida è


in pratica. Come già abbiamo visto, la storia non è proprio molto ricca di
registri sulle pratiche della soccida, e di solito fa capire che il riparto
dell’accrescimento sempre si faceva alla fine del rapporto contrattuale.
Questo si giustifica in ragione delle semplicità con cui si faceva la soccida nel
passato.

Nel passato un contadino praticava la soccida facendo un uso molto primitivo


della terra, da dove prendeva i frutti che coltivava o raccoglieva come, le uova
, la cacciagione, i cereali, le verdure, i frutti, ecc…, necessari per far
sopravvivere la sua famiglia. Faceva anche lo scambio della propria
produzione agricola con altri prodotti di cui aveva bisogno. Però con il passare
del tempo e la naturale evoluzione della società, diventata industriale e
capitalista, il lavoro agricolo diventò una impresa più moderna e, come si può
immaginare, sempre più difficile in ragione delle normative del settore e del
proprio mercato.

In questa ottica, l’attività imprenditoriale viene collegata ad una serie di


incarichi come il sostenimento della manodopera e dei costi della produzione
basata anche sui macchinari pesanti e dispendiosi, sostenimento degli
incarichi fiscali, dei dipendenti, ecc...

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D’altro lato il contadino, adesso imprenditore agricolo e soggetto a un regime


capitalista, non riesce più a vivere solo con la produzione della terra (quello
che coltiva o raccoglie), dovendo rivolgersi al mercato per acquistare il proprio
cibo ed altre materie prime necessarie per lo sviluppo della sua attività. Per
mantenersi, allora, ha bisogno di liquidità oppure credito dal mercato perché
lo scambio di prodotti “in natura” non è più una pratica.

La situazione se paragonata a quella della soccida del passato, fa vedere


chiaramente la difficoltà o la impossibilità del soccidario di aspettare il
termine contrattuale (di solito alcuni anni) per ottenere quello che gli spetta
dal frutto della associazione. Ciò presuppone che praticamente sopravviva
senza mezzi, una volta che non riesce più a vivere solo con i frutti della terra.

Infatti, non potrà fabbricare i propri macchinari, neanche produrre il proprio


gasolio o la corrente di energia, non potrà far i dipendenti aspettare il riparto
per potere pagarli nemmeno il fisco; insomma dovrà avere dei soldi prima del
“termine contrattuale”, ed è precisamente qui che il nostro Codice Civile non
è stato aggiornato, obbligando questo povero imprenditore ad aspettare il
fine contrattuale per potere ricevere il frutto del suo lavoro in associazione.

Il nostro Codice Civile esplicita questo e lo disciplina nell’articolo 2.181


definendo che al termine del contratto le parti procederanno a nuova stima
del bestiame, sicuramente al fine di ripartire l’accrescimento. Vale dire, “solo”
al termine del contratto.

Questa pratica riflette quello che si faceva nel passato, mentre nei nostri
giorni le cose non vanno così, dato che i contratti di solito sono a lungo
termine. Questo tempo condiziona la stima finale, che volta condiziona il
riparto dell’accrescimento, che condiziona la liquidità al soccidario. Questa
pratica non é più sopportabile per gli allevatori dei giorni nostri, che allevano
in base a una sempre crescente disciplina dello Stato ed anche Comunitaria,
che gli impone obblighi giornalieri che devono essere supportati, dovendo
avere soldi disponibile per autofinanziarsi, cosa che frequentemente non
succede.
L’alternativa a questo problema è adeguare la pratica al disposto nella legge.

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Il Codice Civile è chiaro in questa tematica e non lascia spazio per una
interpretazione estensiva: il riparto della soccida non potrà essere fatto
“prima” del termino del contratto.

Per adeguare il bisogno del soccidario di avere un riparto prima del termine
del contratto, dovrà adeguare la sua pratica alla norma giuridica. Invece, non
avrà altra alternativa che fare il riparto solo nel termine del contratto,
restando ostaggi della propria liquidità.

Come i contratti di soccida, di solito sono a lungo termine (03 o 04 anni),


sarebbe sensato ridurre il tempo di durata dei contratti in modo a adeguarli
alla capacità di gestione del soccidario in base alla propria liquidità. Intanto
questa alternativa trova un limite nel proprio tempo d’allevamento, che di
sicuro non si conclude prima di 06 (sei) a 08 (otto) mesi dopo il conferimento
del bestiame.

D’altro lato, molte volte questa alternativa potrà risultare in un svantaggio al


soccidario rispetto al soccidante, perché di solito quello che si impegna di più
nel contratto di soccida (sotto l’aspetto del rischio) è proprio il soccidario, che
prende l’incarico contrattuale di allevare, di mettere la propria struttura e
manodopera a disposizione del soccidante. Al soccidante basterà il
conferimento del bestiame, che una volta fatto, praticamente aspetta la fine
del contratto per ottenere la sua parte.

Le strutture messe dal soccidario a disposizione della soccida possono anche


essere ottenute da terzi in base a contratto d’affitto. Questi rapporti sono a
medio e lungo termine, come la manodopera. In questi casi, un contratto di
soccida con corta durata diventa molto rischioso per il soccidario, perché lui
prenderà tutti gli incarichi tipici di un’impresa agricola per lungo termine,
senza avere la sicurezza che per tutta la durata di questi ipotetici contratti
avrà ancora un contratto di soccida attivo con il soccidante.

Il soccidario nel caso sopra, prenderà obblighi motivato dalla soccida, e


questa, se fatta in base a contratti di corta durata, potrà sciogliersi lasciando il
soccidario in improvviso rischio. In una ipotese come questa, meglio per il
soccidario sarebbe giustamente un contratto soccida a lungo termine,

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mettendo in equilibrio il rapporto tra lui e il soccidante, però con immenso


svantaggio di non potere ottenere il riparto prima del termine dello stesso.

Quando l’allevamento è piccolo, la soluzione di riduzione della durata del


contratto soccida risulta cattiva al soccidario, perché di solito il soccidario ha
poche risorse, cosa che implica la necessità di avere dei soldi prima del
termine del contratto.

Se l’allevamento del soccidario è grande, questa alternativa di ridurre la


durata del contratto soccida potrà avvicinare il riparto e permettergli gestire
meglio il suo allevamento senza avere bisogno di aspettare un lungo tempo
per avere la sua parte, neanche infrangere la norma giuridica facendo riparti
prima del termine del contratto (caso questo sia a lungo termine)

In questo caso resterà ancora il problema al grosso allevatore, di come


prendere l’incarico del soccidante anche per lungo termine, se il contratto
soccida fosse di corta durata. L’alternativa a questo tipo di rapporto, sarebbe
regolare gli intenti di entrambe le parte attraverso due contratti. Uno
preliminare e alcuni altri definitivi, come vedremo più avanti.

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IV – IL PROBLEMA DEGLI ACCONTI IN SOCCIDA

Le alternative trovate per il settore è l’indebitamento del soccidario con il


soccidante, attraverso frequenti apporti di soldi che tra di loro sono state
considerati come “acconti”. Alcune volte, però, la pubblica amministrazione
ha considerato come retribuzione a titolo di prestazione di servizio per conto
terzi, snaturando proprio quello che di fatto era solo soccida.

Questa situazione di incongruenza tra la legge e la pratica con la soluzione di


conferimento d'acconto in soccida dal soccidante (capitalista) al soccidario
(allevatore), se da un lato permette a quest’ultimo di sopravvivere fino al
termine contrattuale, dall'altro mette a rischio l’interpretazione della natura
contrattuale, anche quando questi acconti dovranno essere dedotti
dall’accrescimento dovuto al soccidario nel fine del contratto.

Questa forma o anticipo di riparto non è prevista nel Codice Civile, e è


accettato usualmente*, però a rischio delle parti che a volta si vedono in
discussioni accalorate per conto di essere eventualmente considerate
prestatori di servizi per conto terzi, una volta si vedono pagati senza avere il
competente riparto che giustifichi questi pagamenti.

* L’uso e consuetudine non può essere invocato come argomenti di difesa,


salvo che di questi usi siano stati documentati con delibere registrate nella

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Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura (C.C.I.A.A.)


Provinciale, e con la competente raccolta degli usi pubblicata.

Il Codice di fatto vieta la possibilità di anticipo di riparto, una volta dice in


modo chiaro e indiscutibile, come già precedentemente visto, che il riparto si
fa solo al termine del contratto. Non si fa a metà periodo, conforme il bisogno
del soccidario, oppure a “fine ciclo” (inteso di allevamento) come usualmente
detto, ma al termine del contratto. L’unico modo di adeguarsi è fare il riparto
al termine del contratto.

Come i contratti di solito sono firmati per due o tre anni, si il riparto é fatto
solo al termine del contratto, questo toglie ossigeno finanziario al soccidario,
se, invece, è fatto in anticipo, questo impedisce che il rapporto si adegui
regolarmente alla legge. Siamo davanti a un dilemma. Questo mette il
soccidario tra l’incudine ed il martello. Una difficilissima situazione da gestire.

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V - IL PROBLEMA DEL PRELIEVO DEI CAPI IN ANTICIPO

Di solito, anche gli accordi sono fatti per l’allevamento di una determinata
quantità di capi che saranno allevati in base al conferimento (carico) del
soccidante, lungo la durata del contratto e fino alla sua scadenza.

Un’altro problema sorge quando il soccidante preleva i capi già maturi per la
vendita o la macellazione, lo fa senza il corrispettivo riparto (prelevo in
anticipo), già che questo può essere fatto solo a fine contratto.
In pratica si crea qui un rapporto dispari, squilibrato e non tutelato dal Codice
Civile, dove il soccidante, detentore del maggiore capitale e potere economico
preleva il patrimonio per la vendita o macellazione e trattiene gli importi
risultanti fino al termine contrattuale, e solo allora provvederà a dare la parte
che spetta al soccidario, mentre questo, di solito senza altri mezzi di
sostenimento, rimarrà con l’obbligo di allevare secondo il contratto firmato.

Questo è un altro punto dove si fondamenta l’argomentazione che i contratti


di soccida dei nostri giorni non sono più adeguati al disposto nel Codice Civile,
e questo fa esigere un cambiamento, o nella forma contrattuale per adeguarla
alla disposizione della legge, o della legge per adeguarla alla pratica dei nostri
giorni.

La soluzione trovata per questo problema senza cambiare la legge, è la


gestione della soccida facendo avvicinare il riparto il più prossimo possibile dal

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momento presente, invece di lasciarlo per un futuro distante e impreciso. Per


questo adeguamento si può fare la divisione del contratto soccida in due
momenti distinti, essendo prima un contratto preliminare (principale), e dopo
tanti altri, contratti definitivi (accessori) a quello. Sarebbe una soluzione
alternativa. Più avanti vedremo i concetti dettagliati di questi termini
(preliminare/definitivo, principale/accessorio). Per ora manterrò la struttura
dell’argomentazione focalizzata nella soluzione.

Questo schema aiuta a capire il concetto di questa impostazione, da cui lascio


i modelli di contratti negli ultime parte di questo libro.

NATURA DEI
TIPO DI CONTRATTI
L’ACCORDO DESCRIZIONE
CONTRATTO RIGUARDO AL
RAPPORTO

Rappresenta l’accordo delle linee Il contratto


generale ed a lungo termine. Fissa preliminare,
criteri, concetti, definizioni, prezzi, riguardo al
PRELIMINARE
proporzioni obblighi e diritti in linea rapporto di
generale. Fissa la durata e l’oggetto in soccida, ha
detaglio. E’ un contratto vincolante. natura principale.

RAPPORTO
Contratto autonomo che permette la
DI SOCCIDA Il contratto
chiusura del riparto nel termine
definitivo,
dell’allevamento della partita (lotto).
riguardo al
Oltre a questo, disciplina in dettaglio
DEFINITIVO rapporto di
tutto ciò che è stabilito nel
soccida, ha
“Preliminare”, essendo individuale ed
natura
autonomo. E’ l’accordo dell’allevamento
accessoria.
della singola partita.

Per capire meglio questo concetto, facciamo il seguente scenario come


premessa:

a) La soccida é per l’allevamento bovino intensivo;


b) La finalità della soccida è l’ingrasso destinato alla macellazione;
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c) Che i vitelli sono appartenente alla stessa età.

In base a questo scenario, potremmo definire che, relativamente al carico del


bestiame nell’allevamento, la soccida potrà essere messa in pratica in due
modo diversi. O caricando tutti gli animali (il bestiame) in una sola volta, o
attraverso una serie di carichi differiti nel tempo.

Il risultato di questa impostazione sarà così:

A) Quando tutto il bestiame é stato caricato nell’allevamento in un unico


momento, è di capirsi che il contratto di soccida avrà la durata per
l’allevamento di questo lotto di capi, e quindi si presuppone che tutti i capi
saranno scaricati al macello nello stesso momento, tanto quanto il carico è
stato fatto nello stesso momento. In questo caso, il riparto potrà essere fatto
nel momento dello scarico dell’ultimo capo, perché si tratta di un carico unico,
di un lotto unico o una partita unica, e quindi, questo scarico mette a fine al
proprio contratto. Il riparto così fatto, sarà d’accordo con il Codice Civile.
Questo però non risolve ancora il problema di necessità di soldi del soccidario
durante l’allevamento.

B) Quando il bestiame é stato caricato in stalle in varie volte, siccome il


contratto é a lungo termine, composto da un numero di vitelli conferite in vari
periodi, il problema sorge nel momento in cui uno di questi carichi é già
maturo per lo scarico al macello.

Questo scarico, in pratica, è un prelievo dei capi, prima del termine del
contratto. Questo è un i problema, perché il Codice Civile non fa riferimento a
prelievo dei capi in anticipo, prima del termine contrattuale. Si riferisce al
prelievo solo al termino del contratto (art. 2.181 C.C).

Altro problema è che il soccidante, una volta venduti questi capi, se rimane
con il ricavo fino al termine del contratto, il frutto che spetta al soccidario,
succederà un enorme e immorale squilibrio del contratto, conforme
precedentemente detto. Se, anzi, paga al soccidario qualcosa, sarà in
disaccordo con il Codice Civile, perché non è previsto nel Codice qualche

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forma di anticipo di riparto, una volta che questo solo può essere fatto nel
fine del contratto. Di nuovo tra la incudine o il martello.

Secondo me la soluzione palliativa a questa impostazione difficile sarebbe la


c.d. divisione del contratto in due momenti distinti. Uno momento dove si
contratta a lungo termine attraverso un contratto preliminare e un altro
momento, per ogni partita, dove si contratta singolarmente al solo fine del
riparto della stessa.

Nel preliminare si accordano le righe principale della soccida per l’allevamento


a lungo termine, mentre nei definitivi come contratti accessori si formalizzano
ogni singolo carico (partita) di bestiame come contratti indipendenti,
permettendo in questo modo che il riparto si faccia subito dopo lo scarico
dell’ultimo capo dello stesso carico (partita).

Questa alternativa di dividere il rapporto soccida in preliminare e definitivo è


suggerita ai unico fine di fare nascere tre scadenze al rapporto. Una scadenza
al fine della vigenza contrattuale, una scadenza al fine del carico di bestiame e
un’ultima scadenza al fine del riparto di ogni singola partita.

Questa impostazione, simultaneamente, avvicina la pratica del mercato alle


disposizione del Codice Civile riguardo al riparto degli accrescimenti nel
termine del contratto. Infatti, ogni contratto definitivo avrà un momento di
termine e così potendo essere fatto il rispettivo riparto. Invece, nel modello
attualmente in circolazione, il riparto, nonostante l’obbligo civile di farsi solo
al fine del rapporto, di solito si fa al fine di ogni singolo ciclo d’allevamento*
(vale dire, scarico) e questo non va bene con quanto disciplinato dal Codice
Civile, anche perché non c'è nel Codice un chiarimento su cosa si intenda per
“ciclo*”.

*Il termine “ciclo” tanto in uso contrattualmente, non si capisce bene cosa
significhi. Può assumere significati diversi, come ciclo di vita dell’animale, ciclo
di vita del contratto, ciclo d’allevamento del bestiame intero, ciclo
d’allevamento dei capi della stessa partita (lotto), ciclo d’allevamento del
singolo capo, ciclo d’allevamento della stalla, ciclo medio d’ingrasso, ciclo di
riproduzione del bestiame, ciclo di maturazione dell’animale, insomma, una

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infinità di concetti che non sono state allineate e che portano a accalorate
discussione nel mondo giuridico e contrattuale, senza contare quando si
mette dentro di questa discussione la pubblica amministrazione!

Così, i contratti dovrebbero essere un po più chiari sull'alluni concetti che la


legge non definisce bene, e, se un contratto è bene fatto in quest’ottica, di
sicuro i contraenti avrebbero argomenti per difendersi in situazione dove
sarebbero senza difesa nel caso in cui questi concetti siano lasciati a fianco,
come si senza importanza fossero.

Nonostante i riparti fatti in occasione della chiusura di ogni singolo contratto


definitivo, per concludere il rapporto accordato nel contratto preliminare, alla
scadenza dello stesso, deve essere fatto nuovo riparto, questa volta per
accomodare un’altra esigenza del Codice Civile, quello della giusta ripartizione
dell’utile o perdita, in base all’articolo 2.178 del Codice Civile. In questo
momento contrattuale, tutte quelli riparti fatti alla chiusura di ogni singola
partita (o carico), vengono a essere considerate come variabile acconto
dell’intero rapporto al fine di equilibrare la proporzione stabilita nel contratto
preliminare che è anche principale.

Questa alternativa di divide il rapporto soccida in preliminare e definitivo,


dove quelli preliminari definiscono il tempo del rapporto contrattuale,
diciamo in base agli anni, mentre i definitivi definiscono che ogni carico di
bestiame sia un contratto autonomo. In base a quest’autonomia avranno la
propria chiusura al termino del ciclo d’allevamento dei capi appartenenti al
proprio carico (partita). E’ da chiarirsi che questa autonomia riguarda la
propria partita, ma che saranno sempre con vincolo al contratto preliminare al
fine di permettere il giusto e corretto riparto al termine della vigenza
contrattuale.

I definitivi sarebbero considerate per fine del riparto di ogni singola partita,
adeguandosi così alle disposizione del Codice Civile, permettendo il riparto
alla fine di ogni singolo contratto, in questo caso, “contratto definitivo”.
Questa impostazione, come precedentemente detto, avvicina la pratica di
gestione della soccida al disposto nel Codice Civile, togliendo i rischi alle parti
di vedere la propria soccida snaturata a contratto d’allevamento per conto

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terzi, impattando di conseguenza il regime tributario che coinvolge la materia


e il risultato utile del fine dell’impresa.

Con questa impostazione si riduce il tempo di attesa del soccidario per il


riparto, di alcuni anni ad alcuni mesi posto che il ciclo medio d’allevamento di
una intera partita di capi varia da 06 (sei) a 09 (nove) mesi, così permettendo
una più ragionevole amministrazione dell’ impresa. Come altro risultato
positivo troviamo anche la liquidità messa in mano del soccidario prima del
termine definitivo del rapporto soccida, posto che ogni singolo contratto
definitivo (ed accessorio) di ogni singola partita, si chiude a brevi tempo, se
paragonato a quelli che sono fatte per anni. Un altro vantaggio è proprio la
possibilità di accomodare, facendolo sparire della pratica, i conferimenti di
acconti dal soccidante al soccidario, non previste dalla legge maggiore.

L’argomentazione sopra trova sostegno, come minimo, nel buon senso. Di


solito, nella mancanza di norme chiare oppure aggiornate, alcune volte per
soddisfare la lacuna della legge si creano delle alternative che possono
comportare interpretazione diverse, però per principio morale non dovevano
essere fatte “in malam partem” e così, davvero, spero che siano considerati
queste suggerimenti.

Un altro problema vissuto nella soccida riguarda la forma di compensare le


parte per lo sforzo di impresa.

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VI - IL PROBLEMA DEL RIPARTO IN QUANTITA’ DI CAPI O IN PERCENTUALE

Il Codice Civile definisce che il fine della soccida è di ripartire l’accrescimento


del bestiame e gli altri prodotti e utili che ne derivano, tutto fatto nelle
proporzione stabilite, sia dalle norme corporative, sia dalle convenzioni
(contratto) o dagli usi (art. 2.170 e 2.178 del C.C.). Considera anche che
l’accrescimento consiste tanto nei parti sopravvenuti quanto nel maggior
valore intrinseco del bestiame nel fine del contratto. Qui, osserviamo che la
legge considera tanto la quantità fisica quanto il valore economico come
variabile che permettono di valutare l’accrescimento. Implicito, quindi, la
possibilità di monetizzare il risultato dell’impresa, cosa già considerata e
accettata dal Ministero delle Finanze.

D’altro canto, si capisce bene delle disposizione del Codice Civile, che non ha
obbligo dal soccidario prendere al fine del contratto, una certa quantità di
capi. In nessun punto della legge maggiore si trova un riferimento espresso a
questo obbligo da parte del soccidario. Al soccidante, invece e secondo le
regole dell’articolo 2.171 e 2.181, è espressamente previsto il diritto e
l’obbligo di prelevare una determinata quantità del bestiame. Al soccidario
nulla impedisce di prendere anche la parte che gli spetta nel frutto della
soccida, in quantità di capi; è da annotare che questa è una facoltà, non un
obbligo, neanche al fine della formalizzazione del riparto. Quindi, la pratica
comune, di fare registro espresso di una determinata quantità di capi
appartenente al soccidario, è pura finzione del mercato e della dottrina. Il

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riparto, riguardo alla proporzione dell’accrescimento appartenente al


soccidante e al soccidario, potrà fare riferimento esclusivamente a quanto
disposto nel contratto . Se nel contratto c'è un riferimento espresso e
obbligatorio alla quantificazione dei capi spettante a ogni parte, allora, nel
riparto questo dovrà essere rispettato e il riparto stesso dovrà per forza
contrattuale indicare precisamente la quantità di capi appartenente ad ogni
contraente. Se nel contratto si fa riferimento solo ad una proporzione
percentuale, nel riparto basterà che questa proporzione sull’accrescimento sia
rispettata per essere d’accordo con la legge.

Questo ragionamento si fa perché d’accordo con gli art. 2.120 e 2.178 del C.C.,
il soccidario prende una proporzione dell’accrescimento e non dei capi.
L’accrescimento, conformemente definito nel proprio Codice Civile consiste
tanto nei parti sopravvenuti quanto nel maggior valore intrinseco del
bestiame nel termine del contratto e non solo nel proprio bestiame
quantitativamente considerato.

Il dubbio che sorge è: come può il soccidario avere il frutto che gli spetta nella
soccida, in caso non prenda o non abbia voglia di prendere una quantità di
capi economicamente pari alla proporzione pattuita nel contratto? La risposta
è semplice. Potrà transigere i frutti che gli spettano nel modo che li conviene,
perché è libero di farlo, non ci sono divieti legali a questo, quindi, potrà gestire
questo fine di rapporto conforme sia meglio per sé, anche vendere tutto il
spettane, al soccidante, ricevendo la contropartita in contante.

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VII - IL PROBLEMA DEL PREZZO FISSO NEL CONTRATTO

Un sesto problema trovato nella pratica della soccida, è quello riguardante


l’accordo delle parti relativamente alla valutazione del futuro accrescimento e
del modo con cui questo sarà pagato alle parte.

Di solito, il mercato, anche se non esplicitamente, ha come pratica la


pattuizione di un compenso “garantito” al soccidario pari a un tot di soldi per
capo al giorno in stalla, oppure un tot al chilogrammo d’incremento ottenuto.

Riguardo alla prefissazione del prezzo in base ad un tot di soldi per capo al
giorno in stalla, nessun argomento prendo in quest’opera. Mi concentro qui
solo negli argomenti per farvi vedere il grosso sbaglio che si fa quando della
analisi della prefissazione del prezzo in base ad un tot al chilogrammo
d’incremento ottenuto.

Nella prassi il mercato tende a nascondere questo tipo d’accordo, perché


rende una serie di discussioni e d’interpretazione sbagliate e cattive di una
parte della dottrina e, di conseguenza, della pubblica amministrazione che si
struttura su questa parte della dottrina.

L’interpretazione colpisce proprio la natura del regime tributario applicabile a


questo tipo di rapporto. Di solito questi rapporti che pattuiscono un

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compenso garantito al soccidario sono snaturati come contratto di soccida e


considerate come prestazione di servizio per conto terzo.

L’argomentazione che la dottrina e la pubblica amministrazione fanno per


considerare che questa situazione caratterizza una prestazione di servizio
invece di soccida, è basata sull’interpretazione di che in questo tipo di
contratto sottrae la caratteristica di rischio inerente alla soccida. Loro
considerano che la soccida deve assumere dei rischi e che una volta avendo
dei prezzi pre-stabiliti tra soccidante e soccidario, questa situazione elimina
l’ipotese di rischio, snaturando così la soccida. Nulla di più sbagliato.

Questo pensiero secondo me non è corretto perché nostro Codice Civile non
dice nulla che possa sostenere questo ragionamento. In linea di massima, si
può dedurre delle disposizione del Codice Civile che la soccida potrà risultare
in guadagno o in perdita quando si riferisce ad alcune ipotesi di perdita negli
articoli 2.178 e 2.181, però senza esplicitare che questo proprio sia il cuore o
la natura principale della soccida. Il Codice Civile appena fa questo riferimento
in modo a togliere eventuali deviazione nella condotta delle parte in caso di
perdita, come lo fa anche quando visto sotto l’ottica del guadagno.

La soccida, come una specie di rapporto aleatorio (come vedremmo più avanti
nello studio sulla classifica del contratto di soccida) di sicuro fa in modo che le
parti assumono un certo livello di rischio nell’impresa, ma non si può
confondere l’esistenza di un certo livello di rischio con l’assoluta
irresponsabilità della gestione degli stessi.

Non è ammissibile da parte della dottrina, neanche della pubblica


amministrazione, che si faccia apologia alla negligenza in detrimento alla
prudenza nella gestione dei rischi.

Anche partendo della premessa che il Codice Civile concentra la natura della
soccida nella assunzione di rischio, non si potrà snaturare la soccida perché
stabilita con prezzo fisso al chilogrammo di carne.

Il semplice argomento della esistenza di una clausola di riferimento al prezzo


fisso pagato al soccidario con base a chilogrammo d’ingrasso effettivamente

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fatto, non sostiene l’argomentazione che snatura la soccida come rapporto


associativo. Questo ragionamento è sbagliato perché nel rapporto tra
soccidante e soccidario non è il prezzo che porta al rischio. Il prezzo è
solamente la quantità di valuta necessaria all'acquisto di un bene o
all'utilizzazione di un servizio e non rappresenta, per sé stesso e da solo, il
rischio della soccida, che trascendere di molto questo semplice concetto.

Il prezzo, “quando non stabilito” può essere anche considerato una variabile
di rischio, ma il fatto di essere pattuito previamente tra le parti, non toglie
dalla soccida la caratteristica di aleatorietà e conseguentemente, di rischio. Il
rischio sarà sempre presente nella soccida, perché nessuno sarà in grado di
poter prevede il risultato dell’allevamento. La quantità di capi accresciuta, o di
ingrasso ottenuto nell’allevamento non sarà mai possibile prevedere con
l’anticipo che la prudenza determina. Qui, propriamente risiede il rischio e
l’alea della soccida.

Soccidante e soccidario non possono prevedere neanche la quantità di


bestiame ancora vivo nel termine del contratto, e qui risiede un altro rischio
della soccida, anche previsto nella parte finale dell’articolo 2.181 del codice
Civile, quando disciplina che, “se non ci sono capi sufficienti ad eguagliare la
stima iniziale, il soccidante prende quelli che rimangono”. Qui proprio c’è
l’assunzione di rischio del soccidante e anche del soccidario, nella misura
proporzionale alla inesistenza di frutto che gli potesse essere corrisposto.

Soccidante e soccidario non possono prevedere eventuali malattie


nell’allevamento, neanche di epidemie che possono risultare una perdita di
tutto un bestiame, oppure un pessimo o nessuno accrescimento. Il rischio
dell’incerto, dei costi imprevedibili, dei medicinali che dovranno essere
applicati, della manodopera che sarà investita per nulla, del cibo che sarà
considerato appena come apporto calorico per mantenimento della vita
animale senza che sia trasformato in carne per vendita, e infine, tanti altri
rischi che precedono il prezzo, che non è ammissibile capire che solo il prezzo
corrisponda a una variabile di rischio, neanche la principale. L’economia
mondiale anche è un fattore di rischio, e nei nostri ultimi giorni
(ottobre/2008) siamo vivendo propriamente questo spaventoso squilibrio

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economico delle borse, che di solito riflettono anche sul tutta l’economia, di
ogni paese.

Soccidante e soccidario, entrambi assumono rischi di perdita relativamente ai


capi eventualmente morti in stalla, ognuno in base ai criteri pattuiti nel
contratto, ma non saranno in grado di gestire queste morte all’occorrenza, e
quindi, assumono grande porzione di rischio anche per questo tipo di evento.
La morte non si può prevedere quando succederà, e quindi, potrà succedere
subito alla entrata nell’allevamento (e quindi la maggiore perdita sarà
sopportata dal soccidante) oppure potrà succedere quasi nel fine del ciclo
d’allevamento, dopo sei o sette mesi (e in questo caso la maggiore perdita
sarà a carico del soccidario, che avrà fatto l’ingrasso quasi per intero e senza
nulla ricevere per questo).

Infine, la soccida si può definire come un contratto di rischio, peggio, molto


più di rischio, essendo che possiamo considerate il prezzo soltanto come una
variabile di rischio consequenziale e post-allevamento. Il prezzo viene
concretamente applicato solo dopo l’intero allevamento, è nell’allevamento
che risiede la maggiore parte del rischio. Il prezzo é parte integrante di
qualsiasi altro tipo di contratto oneroso, anche dei contratti aleatori. Quindi,
ribadisco di nuovo quello che ho detto sopra: Non è ammissibile da parte della
dottrina, neanche della pubblica amministrazione, che si faccia apologia alla
negligenza in detrimento alla prudenza nella gestione dei rischi.

La soccida, come vedremmo avanti nella classifica dei contratti “commutativi


o aleatori”, ha natura aleatoria accidentale e questo proprio porta rischio al
rapporto.

La eccellenza nella gestione aziendale è un obbligo imposto a tutti (è il minimo


morale) e questo riguarda anche la funzione sociale della terra che non può
essere sprecata negligentemente. Gestire il prezzo, gestire il massimo
possibile le ipotese di morte, di malattie, di altri costi, e della propria
economia del mercato (se fosse possibile), non snaturerebbe la soccida,
perché questa, come qualsiasi impresa, ha obbligo sociale di ridurre il
massimo possibile lo spreco e la perdita, come conseguenza si migliora l’utile
ricavato del lavoro della terra.

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La pubblica amministrazione non può esigere come incarico della soccida che
la sua gestione sia pari all’anarchia o alla imprudenza solo in conto di avere
intendimento di che con il prezzo fissato il rapporto si cambierebbe dalla
soccida alla prestazione di servizio, e in questo caso, inibendo rapporti
associativi come questi con gravose conseguenze sociale riguardo all’uso della
terra.

Inoltre il risultato di questa sbagliata considerazione dottrinaria e fiscale sulla


natura del prezzo fisso nella soccida, diventa in uno stimolo sociale alla
simulazione perché il settore cerca di nascondere un fatto credendo di stare
praticando un tipo di contratto diverso della soccida, quando in fatto
praticano proprio la soccida, non avendo nulla da nascondere.

In questa ottica, il fatto di stabilire il prezzo non mi sembra che sia giusto
considerarla in sé, sufficiente per snaturare la soccida e abbattere la
giuridicità di un contratto pieno di alea come è il contratto di soccida.

D’altro lato molto importante sotto l’aspetto della gestione commerciale e


sociale del rapporto tra soccidante e soccidario, è l’argomento dell’equilibrio e
parità contrattuale.

La soccida, che la cui natura associativa è tra una parte economicamente più
forte dell’altra, e questo forte è il soccidante, non è giusto che accentui lo
squilibrio di forza tra soccidante e soccidario, e peggio, con l’appoggio dello
Stato.

Lo Stato come ente pubblico ha il dovere di tutelare entrambi le parte, però


con maggiore attenzione alla parte più debole economicamente parlando, e
così, mettendo in equilibrio con la sua sovranità il rapporto associativo tra le
parti. Nel caso della soccida questo svantaggio economico si concentra nella
persona del soccidario.

Osserviamo, invece, lo Stato che fa il contrario, snaturando la soccida e


rinforzando il potere economico del soccidante a detrimento del soccidario.

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Questo si deduce dalla pratica. Il soccidante ha il potere economico, e nel


momento della perfezione del contratto già ha anche il potere di dirigente
della soccida per forza dell’articolo 2.173 del Codice Civile. La sua forza
economica si associa alla forza d’imperio.

Di solito i contratti comunemente praticati nel mercato sono con natura “di
patto leonino” vece che definiscono molto bene gli obblighi del soccidario e i
diritti del soccidante. Definiscono di solito che il soccidante risponde per il
conferimento del bestiame, integrale o parziale, ma non definiscono in quale
modo e in quale tempo, lasciando il soccidante libero di gestire bene
l’acquisto di bestiame secondo la propria convenienza e opportunità. Da
questa impostazione pratica del mercato risulta, che il soccidante “ha il
potere” di gestire i suoi acquisti, cercando di farli nei meglio momenti del
mercato, quando per esempio si trovano vitelli a prezzi inferiori e qualità
superiore, regolati dalla legge della offerta e demanda. Quindi, il soccidante si
gestisce molto bene. Lui sa in anticipo, quanto ha spento per l’acquisto del
bestiame e non incorre in nessun altro rischio relativamente a questo prezzo,
sa previamente l’importo monetario impegnato nella soccida e, di
conseguenza, sapendo previamente l’importo massimo investito nel rischio
della soccida.

Il soccidario invece, personaggio più debole economicamente, si trova in


un’enorme svantaggio, perché nulla sa sul futuro, e il cui incarico nella soccida
inizia quando il soccidante gli conferisce il bestiame. Quindi, lui saprà di ante
mano cosa dovrà fare, ma non saprà in quali costi incorrerà.

In questa linea di argomentazione, si osserva l’enorme disparità di divisioni dei


rischi a carico di ogni parte. Il soccidario, nel momento della perfezione
contrattuale assume l’incarico pattuito, ed alcune volte questo significa la
necessità di fare degli investimenti nella stalla, assumere nuove dipendenti,
gestire ed acquistare più magazzino di cibi e medicinali (quando questo è
pattuito al suo carico), alcune volte dovrà contrattare altre cose come affitto
di fondi rustici, di terra per coltivazione, di terra per reflui dell’allevamento, e
tanti altri obblighi imposte dal contratto, dallo Stato ed anche dalle Direttive
Comunitarie. Nonostante tutti questi incarichi e rischi, non può
semplicemente gestire il prezzo di vendita del chilogrammo ingrassato.

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Questo sbaglio della dottrina può compromettere la propria classifica del


contratto soccida, che per natura intrinseca è “sinallagmatico”, può nel caso
del sproporzionato spostamento del rischio nella maggiore parte sul
soccidario, essere classificato come contratto “dispari”, cosa che di sicuro non
lo è.

La gestione del prezzo inoltre non potrà essere considerata come gestione del
rischi al cento percento, perché se il prezzo è pattuito tra le parte nel
momento della perfezione contrattuale, metterà il soccidario, almeno, a
conoscenza di quanto sarà il minimo importo che prenderebbe al
chilogrammo ingrassato nel termine del contratto, permettendo in questo
modo, di gestire con maggiore prudenza il ciclo d’allevamento. Anche la
fissazione del prezzo non potrà sottrarre dal soccidario il rischio inerente a
questo, perché potranno succedere tante altri squilibri nel mercato, dal cibo e
manodopera alle direttive dello Stato e Comunitarie, che possono mettere
fine a qualsiasi ipotesi di utile in questo rapporto. Così essendo, neanche un
prezzo prefissato potrà essere considerato come un controllo al cento
percento del rischio del proprio prezzo. Possiamo dire che il prezzo prefissato
mette soccidante e soccidario un po’ in parità rispetto all’assunzione di rischio
già nella perfezione del contratto, e questo è “sano” non solo sotto l’aspetto
economico sociale, ma anche contrattuale, garantendo il carattere
sinallagmatico di questo tipo di contratto.

Ipotizzando, anche che il prezzo dovesse essere fatto in base al prezzo


“corrente” del mercato, possiamo pure dire che farlo indicizzato in base al
chilogrammo ingrassato non sarebbe un sbaglio, visto che di solito il prezzo
nel mercato è basato proprio sul chilogrammo di carne.

Fissare il prezzo prima o dopo dell’allevamento non snatura il contratto


soccida, solo sposta il momento della decisione di rischio (sul prezzo) dal fine
del contratto alla partenza dello stesso. Ma il rischio sussiste perché non si sa
se il prezzo al chilo sarà più vantaggioso al soccidante o al soccidario quando
fissato all’inizio del contratto. Potrà essere più a vantaggio di ciascuna parte,
però sarà una variabile dell’accordo che entrambi sapranno già in anticipo, e
questo aiuta a tutte e due nella gestione dei propri incarichi nella soccida.

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Il dubbio che si poteva ipotizzare, è: in quale momento si deve raccogliere il


prezzo di mercato per applicarlo al rapporto soccida? La risposta non è
indicata nella legge. Il Codice Civile disciplina solo che nella “stima iniziale” ci
si rivolge al prezzo di mercato, nulla dicendo sulla stima finale e come questa
dovrà essere economicamente considerata al fine di compensare il soccidario.
Così essendo possiamo considerare tanto il prezzo corrente del chilogrammo
della carne all’inizio del rapporto soccida, quando nel fine dello stesso, quindi,
permettendo ampia forma di gestione del rapporto, inclusive lo facendo
all’inizio. Quindi, nulla osta al soccidario aver prefissato il suo compenso in
base al chilogrammo ingrassato, e anche che questa definizione sia fatta già
alla perfezione del contratto.

“Data Maxima Venia” penso che sbaglia di grosso chi difende un’idea diversa,
(posso sbagliare anche io!). Sbaglia perché starebbe snaturando e
squilibrando profondamente non solo la soccida come la sua funzione sociale
e la funzione sociale della propria terra. Anche sbaglia lo Stato a considerare
un errore il prezzo prefissato conforme qui difeso, perché abbandona il suo
proprio compito costituzionale definito nell’articolo 3 della Costituzione
Italiana che determina:

Art. 3 …
… È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e
sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini,
impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione
di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
(g.n.)

Inoltre, lo Stato Italiano non favorisce, secondo questo intendimento, lo


sviluppo sociale e dalla funzione della proprietà conformemente stabilito nella
Costituzione:

Art. 42 …
… La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne determina
i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarne la funzione
sociale e di renderla accessibile a tutti. (g.n.)

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Art. 44 …
Al fine di conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi
rapporti sociali, la legge impone obblighi e vincoli alla proprietà terriera
privata, fissa limiti alla sua estensione secondo le regioni e le zone agrarie,
promuove ed impone la bonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e
la ricostituzione delle unità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà.
(g.n.)

E non gestendo le clausole leonini che sarebbe un suo incarico, squilibrando in


questo caso non solo il rapporto tra soccidante e soccidario come il proprio
sistema giuridico.

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VIII - CLASSIFICAZIONE DICOTOMICA DEL CONTRATTO DI SOCCIDA

Questi problemi precedentemente segnalati non esauriscono l’elenco dei


problemi della soccida, però mettono un può di luce o di argomenti in quelli
che credo siano i principali nei casi che ho studiato.

Adesso, per concludere l’argomentazione su ogni problema sopra descritto,


ed anche giustificando altri non ancora presentati, in seguito presento
un’analisi del contratto di soccida sull’aspetto della classifica generale dei
contratti.

Ricordo il lettore che l’idea immersa in questo studio non è quella far dare vita
ad una polemica sugli argomenti, però di metterli in evidenza per essere
discussi a punto di motivare nel settore un ragionamento critico sulla pratica
della soccida che possa contribuire allo sviluppo di un nuovo pensiero
giuridico e fiscale che permetta la sopravvivenza di questo istituto pittoresco,
bello e quasi che “folclorico” della cultura italiana, forse unico nel mondo.

Ricordo anche che nonostante tutti gli impegni nell’studio di questa materia,
non ho avuto mai la pretensione di fare miei pensieri essere i più giuste e
corrette, neanche la pretensione di non sbagliare, sia nell’interpretazione
delle norme giuridiche vigente sia nella composizione delle miei idee sulla
soccida. Scrivo questa opera al fine esclusivo di esporre quello che penso che
sia giusto, sperando che le idee qui presentate possono essere considerate,
contestate, meglio sviluppate e presentate da quelli che si considerano i veri
maestri del diritto italiano.

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Da qui avanti presento il ragionamento che faccio sulla soccida riguardo alla
classifica generale dei contratti.

A) IL CONTRATTO SINALLAGMATICO VS. DISPARI

La soccida é un negozio giuridico SINALLAGMATICO perché le prestazione tra i


contraenti sono equipollenti ed hanno una relazione di equipollenza e di
causalità tra le prestazioni. L’equipollenza é definita in base al percentuale di
spettanza nei frutti della soccida ad ognuno dei contraenti (contrapponendosi
ai negozi DISPARI in cui le prestazione, gli apporti, sono sproporzionati).

Nella soccida, il soccidante deve dare i capi da allevare al soccidario e questo


deve allevare quei capi forniti dal soccidante, per che dopo, tutti e due
possono condividere il risultato dell’allevamento. L’obbligo di una parte è la
causa dell’obbligazione dell’altra e le prestazione hanno una connessione
essenziale. Se il soccidante non fornisce i capi d’allevare, il soccidario non
potrà anche fare la parte sua nella soccida, d’altra parte, se il soccidario non
alleva quei capi forniti dal soccidante, nessuno prenderà un risultato
dell’allevamento. Quindi, l’equipollenza e il nesso di causalità sono entrambi
presente nella soccida.

B) IL CONTRATTO BILATERALE VS. UNILATERALE

Il contratto di soccida è BILATERALE perché si perfeziona con la


manifestazione della volontà di almeno due parti, un soccidante e un
soccidario, facendo nascere un obblighi reciproci e interdipendenti
(contrapponendosi ai contratti detti UNILATERALI).

Sono interdipendenti perché sono anche sinallagmatici, dove senza il compito


fatto da uno, l’altro non potrà fare il proprio e vice-versa.

Non si confonde la bilateralità della manifestazione di volontà con la


bilateralità delle conseguenze o effetto del contratto. Il contratto produrrà
conseguenze nei campi delle obbligazioni (bilateralità della manifestazione
della volontà – perfezionamento contrattuale) ed anche nel campo economico

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(bilateralità dell’effetto del contratto nel campo patrimoniale) per entrambi le


parti, posto che tutte e due avranno degli obblighi e prenderanno una parte al
risultato dell’allevamento.

Fa parte del concetto di bilateralità la produzione simultanea e reciproca di


prestazione per tutte le parte, e per questo, a volte sono chiamati contratti
sinallagmatici o di prestazioni correlate nella soccida questo si materializza
proprio negli obblighi interdipendenti di conferimento del bestiame (da parte
dal soccidante) e dell’allevamento dello stesso (da parte dal soccidario).

C) IL CONTRATTO PLURILATERALE VS. BILATERALE

Credo che nulla osta, nel campo civilistico, alla possibilità della soccida di
essere anche un contratto PLURILATERALE quando c’è il caso dalla pluralità di
soccidanti o di soccidari, perché, essendo necessaria la manifestazione di
almeno tre parte o più, si generano obblighi reciprochi e interdipendenti tra di
loro (contrapponendosi agli UNILATERALI e BILATERALI).

In questo caso, la configurazione della soccida nascerebbe come una risposta


vitale alla sfida di mantenersi attivi in un mercato sempre più competitivo, con
costi produttivi in salita continua e dove le richieste economiche su di una
moderna gestione, come già precedentemente detto, è una cosa sempre più
difficile.

Già sul campo fiscale, una volta che questa impostazione possa essere
considerata troppo innovativa, le conseguenze devono essere precedute da
un parere più concreto del Ministero, pena il potersi trovare davanti a una
cattiva interpretazione degli accordi delle persone coinvolte nella soccida.
Purtroppo questo è già successo in tanti altre innovazioni messe sul rapporto
in soccida, innovazione queste fatte come forma di permettere una meglio
gestione economica del rapporto.

A volte il soccidario ha bisogno di soldi per continuare a gestire l’allevamento,


ed essendo questi soldi conferiti dal soccidante prima del termine del
contratto, tanto dalla finanza quanto da una parte dalla dottrina e dalla
giurisprudenza snaturano la interpretazione della soccida. Loro la considerano

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come un rapporto d’allevamento per conto terzi, ma in pratica e realtà si


tratta proprio della soccida con riparti fatti in anticipo al fine di permettere la
equilibrata gestione del bestiame. Già abbiamo visto questo nel capitolo IV.

Intanto, per mantenere la natura di soccida in questa impostazione


plurilaterale mi sembra che ci sia bisogno che ogni parte ottemperi al
contratto con i suoi proprie mezzi di produzione e di partecipazione
personale. Di solito il soccidante (o i soccidanti) partecipa con suoi capitali da
investire e i soccidari partecipano, in regime di economia familiare per non
uscire del campo tributario agricolo, con propri mezzi sia in terreno,
manodopera ed anche a volte con piccole quantità di bestiame.

La soccida con pluralità di parti per esempio, può materializzarsi in un


rapporto dove il soccidante sia presente con il capitale da investire, la
gestione commerciale e la direzione dell’impresa. Per altra parte si
presentano due soccidari con i propri mezzi di produzione, complementari e
interdipendenti, che saranno incaricati dell’allevamento. Uno dei soccidari è
incaricato di fornire mangime che produce in regime agrario, “know-how”
dell’allevamento moderno, gestione di controlli ed applicazione dei medicinali
(quindi una parte della manodopera). L’altro dei soccidari fornisce il restante
della manodopera, la stalla, l’acqua, la gestione dei sui reflui dell’allevamento,
ed altre piccole cose.

Tutti e tre, ognuno con le sue proprie capacità d’impresa, si associano per
arrivare al fine comune, che è l’incremento del bestiame nel modo più
razionale e proficuo possibile in modo che alla fine del ciclo d’allevamento i
frutti saranno divisi in base alla proporzione e condizioni stabilite nel
contratto iniziale.

Tutti gli elementi costitutivi della soccida sono presenti in questo modello
plurilaterale, almeno secondo le regole del Codice Civile. Il rischio è presente
per tutte le parte e il contratto dovrà stabilire altri requisiti quali: come sarà
fatta la stima iniziale, controllo di carico e scarico, la stima finale a fine del
contratto, la quota di riparto che deve essere fatta in base alla quantità e
qualità di prodotto dell’allevamento, la divisione a fine ciclo e la disponibilità
dei capi spettanti a ogni parte, ecc...

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La soccida si configura in un rapporto plurilaterale anche per le caratteristiche


di regime associativo per l’ottenimento di una fine comune in base al lavoro di
ognuno, e tutti e tre assumono una parte del rischio a seconda che il risultato
dell’allevamento possa essere buono, pessimo oppure nullo. Il rischio è
presente e l’associazione per un fine comune anche, rispettando tutte i
requisiti previsti per la soccida ai sensi delle disposizione contenute nel Codice
Civile dall’articolo 2.170 al 2.187.

Ai nostri giorni osserviamo la necessità di accomodare la pratica attuale della


soccida agli enunciati del Codice Civile, però questo non è facile, anche perché
il proprio Codice Civile, come precedentemente detto, non si aggiorna con la
stessa agilità con cui si aggiornano le relazioni sociali.

Per capire un po’ questa problematica, basta osservare che il Codice Civile
disciplina la soccida ancora oggi come era fatta nel medioevo. Infatti la
regolamentazione della soccida di oggi è molto simile alla pratica della soccida
di quel tempo. I contratti di soccida, che a Rimini risale a prima dell’anno
1386, prevedeva la compartecipazione a guadagno e perdite, secondo la
massima “ad meditatem lucri et danni”.

A Siracusa si trovano altre indizi della pratica della soccida nell’anno 1690, ma
con altra denominazione (societas) in questo rapporto societario di
cooperazione o di compartecipazione tra le parti, quello che veniva ottenuto
in più rispetto al bestiame iniziale, era diviso in due parti uguali tra i
contraenti.

Nella Sardegna questo tipo di accordo era ed è ancora oggi concluso in modo
verbale perfezionandosi con una stretta di mano. La soccida era suddivisa in
due modalità, una denominata “Cumoni”, altra “Ladus de Fruttu”. C'è una
terza modalità che sembra una soccida parziaria (tra i soccidari come sono
concepiti oggi) e chiamata “Cumpangius”.

La differenza basica tra questi tre tipi associativi consiste nel fatto di che nel
“Cumoni” il soccidario aveva diritto alla metà non solo dei prodotti e degli

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accrescimenti esistenti alla fine del rapporto, ma anche la metà del bestiame
iniziale. Aveva una durata pluriennale.

Nel “Ladus de Fruttu” il soccidario prendeva soltanto metà dei prodotti, non
facendo riferimento né agli accrescimenti né al bestiame. Questo tipo aveva
durata di un anno.

Per fine, aveva la “Cumpangius” che si caratterizza proprio per la unione di


due o più allevatori che si uniscono con il rispettivo bestiame al fine di allevarli
e curarli in comune. Questa impostazione faceva assomigliare come che alla
pluralità di parti (siano queste considerate come fossero tutte e due
soccidanti, soccidari oppure un rapporto misto di soccidante e soccidario
insieme). Anche questo aveva la durata di un anno.

Questo terzo tipo associativo equivale quasi alla nostra soccida parziale (art.
2.182 del Codice Civile) e fa inferire sulla possibilità di che la soccida possa
essere fatta anche con pluralità di parti, in questo caso, di soccidari, dovuto
alla prevalenza della manodopera a carico delle parti. Questa ipotesi può
risalire dell’esame del passato ma anche del nostro articolo 2.182 del C.C.

Osservando l’obbligo delle parte in queste tipo di associazione chiamate


“Cumpangius”, possiamo dedurre che tutti e due gli associati hanno avuto
l’incarico di curare di tutto il bestiame, proporzionalmente alla quantità di
capi di proprietà messe per ognuno nello stesso. Quindi, possiamo
confermare qui la possibilità di un rapporto di capitale e di manodopera
proporzionato tra le parte, dove può essere la prevalenza di una parte quando
in riscontro con l’altra.

La unica differenza della soccida parziaria, e che balza agli occhi, è il fatto che
in questa “Cumpangius” ognuno prende preferenzialmente il frutto del
proprio bestiame conferito, nonostante la improbabile possibilità di
controllare con esattezza quali siano i frutti di uno o di altro bestiame quando
tutti sono stati messi assieme.

In questa situazione, almeno ipoteticamente si può dedurre inoltre che uno


dei “Cumpangius” potrà uscire della associazione senza nessun utile se il suo

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bestiame non ha fruttificato (quantitativamente parlando). Questo, seppur


ipoteticamente, può succedere nel caso in cui il bestiame sia composto solo
per capi maschi da una parte. Però neanche in questo caso si potrebbe parlare
dalla eccessiva assunzione di rischio di questa parte, perché in una ipotese
così non ci sarebbe proprio il rischio ma la certezza che il bestiame non
fruttificherebbe.

Quello che importa in questo paragone tra la “Cumpanius” e la soccida, è


l’inferimento che entrambi i contraenti assumono gli stesse incarichi di
conferire gli animali e di allevarli assieme ed insieme. La differenza sorge nel
momento del riparto, quando ognuno prende preferenzialmente quello che il
proprio bestiame ha prodotto, invece di prendere una proporzione in base a
quell’importo iniziale, eccetto si impossibile la divisione così, quando in che si
farà la divisione in base alla proporzione dei capi conferite all’inizio come è
fatto nella soccida parziaria oggi. In questo caso, i soccidari si diventano
comproprietari dell’intero bestiame nella proporzione dei capi conferite
all’inizio.

D) IL CONTRATTO ONEROSO VS. GRATUITO

Il contratto di soccida é anche ONEROSO perché le parte accettano un


sacrificio e tra vantaggi e sacrifici esistono un nesso di causalità (perché un
contratto oneroso è anche sinallagmatico), contrapponendosi ai contratti
GRATUITI.

L’attribuzione patrimoniale fatta per ciascuna delle parte, ha come


corrispettivo (compenso o equipollenza) l’attribuzione della stessa natura a
carico dell’altra parte. Ogni contraente, sia soccidante che soccidario, ha
l’onere “ad hoc” di dare un controprestazione.

E’ premesso intanto, a questo tipo di contratto, che ogni contraenti abbia


simultaneamente un vantaggio di natura patrimoniale ed un sacrificio della
stessa natura, potendo inclusive risolversi in base alla monetizzazione, quindi,
la paga in denaro di una parte all’altra, e nella soccida questo è anche
ammesso, conforme nota del Ministero delle Finanze. Intanto, questa
possibilità però, deve essere espressamente prevista nel contratto (Circ. Min.

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n. 32 del 27 aprile 1973 e R.M. n. 504929 del 7 dicembre 1973 – Fonte:


Agricoltura e fisco – Gian Paolo Tosoni – Il sole 24 Ore).

Così si fondamenta la pratica di monetizzazione del risultato dell’allevamento


da parte dal soccidante, che di solito ha più chiarimento e forza di
penetrazione nel mercato di vendita del risultato dell’allevamento. Questo
anche già abbiamo visto nel Capitolo VI.

E) IL CONTRATTO COMMUTATIVO VS. ALEATORIO

Il contratto di soccida é COMMUTATIVO, perché essendo questo attributo


un’altra suddivisione della onerosità caratteristica di questo tipo di contratto,
sorge quando gli obblighi si equivalgono. I sacrifici certi e lo scambio di
prestazioni sono economicamente equipollenti.

Questa equipollenza è ottenuta in base al percentuale stabilito ad ogni parte


nei frutti dell’allevamento, però anche essendo commutativo non si
contrappone al concetto di aleatorietà di questo tipo di contratto. Il
percentuale, infine, è quello che definisce la ugualità o equivalenza tra le
prestazione.

E’ commutativo anche in conto di che le prestazione siano equivalenti tra di se


e suscettibile di valutazione economica (nonostante non immediata) quanto a
questa equipollenza.

No si contrappone alla natura aleatoria, essendo simultaneamente


commutativo e ALEATORIO ACIDENTALE una volta che la valutazione
economica di alcune prestazione non si fa immediatamente nel
perfezionamento del contratto, però in un futuro incerto ma non indefinito.

Infatti, nel momento della perfezione contrattuale si sa chiaramente cosa


dovranno essere fatte per ciascuna delle parte, però non si sa ancora cosa
prenderanno nel fine dell’allevamento, perché il futuro è incerto. E’ incerto
perché non si potrà prevedere alcune situazione come epidemie; malattie;
cambiamenti climatici che possono compromettere l’allevamento;
cambiamenti nei costi di acquisto dei vitelli da ingrassare, dei mangime,

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medicinali, acqua, energia, della manodopera (posto che è anche un contratto


a lungo termine), dei carburanti ed altre prodotti; non si sa come sarà
l’economia locale o mondiale nel futuro prossimo, che potrà abbattere il
prezzo di vendita o calare il consumo; infine, è un contratto aleatorio pieno di
rischio in conto delle enorme quantità di variabile imprevedibile nel momento
della contrattazione.

Questa aleatorietà decorre della commutatività inerente al contratto dove gli


obblighi si equivalgono, nonostante la valutazione economica succeda in un
futuro ancora incerto, è certo che tutte le parte avranno di condividere
egualmente il risultato dell’associazione, sia questo positivo, neutro o
negativo.

Anche i contratti aleatori sono suddivisione dei contratti onerosi e in questo


tipo di contratto, le parte sono esposte all’alternative di guadagno o di perdite
esistendo la “alea” (sorte incerta), una volta che il risultato dell’allevamento è
dipendente di quelli c.d. eventi futuri e incerti.

Queste incertezze delle cose definiscono la natura aleatoria a questo tipo di


contratto, dove le parte non sanno in anticipo se al fine del processo
d’allevamento vanno ottenere un guadagno o una perdita, nonostante
possano provare ad’amministrare il massimo possibile queste variabili di rischi
per ridurli, però mai saranno in grado di eliminarli.

Sebbene si trovino nella dottrina argomenti di senso contrario, credo proprio


che gestire il rischio in modo da ridurlo, cosa che si può fare anche con la
stipulazione del prezzo al chilogrammo carne da pagare all’allevatore
soccidario, questo non snatura la soccida, in quanto restano presenti
numerose altre variabili di rischio che non si sono amministrabili dalle parti,
come già abbiamo visto a parte nel Capitolo VII.

In questo tipo di contratto aleatorio abbiamo una certezza sui reciprochi


sacrifici ma non sui guadagni. Il Codice Civile permette espressamente
nell’articolo 2.180, lo scioglimento del contratto quando si verificano fatti tali
da non consentire la prosecuzione del rapporto, e d’accordo con questo, si
può capire anche che l’eccessiva onerosità a svantaggio di una delle parti

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possa eventualmente essere considerata come sufficiente motivo per la


rescissione contrattuale.

Il rischio di arrivare a una situazione che scateni questa alternativa è davvero


alto, perché nella soccida così impostata, il futuro è sempre incerto.

La caratteristica fondamentale dei contratti aleatori è che parte delle


prestazioni saranno fatte solo in caso di un evento futuro e imprevedibile,
essendo incerta la quantità o l’estensione, potendo risultare una perdita
piuttosto un guadagno. In caso di perdite saranno applicabile gli stessi principi
che nortearono i pensieri degli eventuali guadagni e in questo senso il proprio
Codice Civile nell’articolo 2.178 stabilisce che è nullo il rapporto nel quale il
soccidario deva sopportare nella perdita una parte maggiore di quella
spettante gli nel guadagno.

F) IL CONTRATTO CAUSALE VS. ASTRATTI

Il contratto di soccida è anche CAUSALE perché è un rapporto nel quale lo


scopo è socialmente apprezzabile, riguardando essenzialmente la funzione
oggettiva del contratto. La somma degli scopi cercati delle parti garantisce la
natura causale del contratto, dove la causa è data dalle ragioni pratiche che
spingono le parti a contrarre, contrapponendosi ai ASTRATTI, che sono quei
rapporti ammessi senza l’indicazione obiettiva dello scopo da raggiungere
dalle parti.

Nel caso della soccida non mancano ragioni per fare muovere l’interesse delle
parti. Di solito sempre abbiamo un soccidante con disponibilità di capitale da
investire però senza il “Know How” dell’allevamento o la terra per farlo,
dall’altro lato abbiamo sempre un soccidario (di solito un agricoltore) che ha
la possibilità di allevare, però non ha il capitale da investire, nasce così un
rapporto di soccida con lo scopo comune di fare un allevamento bovino, al
fine di dividere il risultato ottenuto.

Senza una ragione per l’atto, mancherebbe l’elemento unificante del


regolamento di interessi tra le parti. Così, per essere idoneo il rapporto

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causale, si fa essenziale l’identificazione chiara di una ragione idonea di unire


l’interessi tra le parti in modo da giustificare lo spostamento di beni e valori.

La mancanza di una ragione chiara a questo scopo configura un rapporto con


causa, c.d., astratta. Una procura ampia per farsi rappresentare in una gamma
indefinita di situazioni può essere un buon esempio di un contratto astratto,
perché non sono definiti con obiettività quali cose devono essere fatte dal
procuratore, il quale lo saprà solo in un futuro incerto o indeterminato.

Quanto alla forma, il contratto di soccida può classificarsi su diversi ottiche.


Vedremo in seguito l’aspetto consensuale e reale, solenne e a forme libere,
pubblico e privato, orale e scritto, tacito ed espresso, ecc…

G) IL CONTRATTO CONSENSUALE VS. REALE

La soccida si conclude con il consenso tra le parti, per questo si dice anche che
è un contratto CONSENSUALE chiamato anche contratto non solenne, perché
di solito é privo di solennità speciale, non dipende di forma speciale.

La consensualità non sarà neanche esclusa quando eventualmente il contratto


venga fatto in forma di contratto di adesione, che è rivestito di certa autorità
di una parte e di sommissione dell’altra (come vedremo più avanti). Questo
perché, anche se “di adesione”, le parti non avranno l’obbligo di contrarre, ma
se eventualmente lo fanno, sarà per convenienza personale e quindi realizzato
e completo perché le parte saranno in consenso.

Come detto precedentemente, per perfezionarsi basta il consenso delle parti,


non c’è bisogno una forma prescritta dalla legge e contrapponendosi ai
contratti REALI. Questi (reali) non si concludono solo con il consentimento
delle parti (che è anche essenziale) ma hanno bisogno “anche” della
traslazione del bene, hanno bisogno tanto del consenso quanto della
consegna della cosa per perfezionarsi.

Nella soccida non abbiamo dipendenza della consegna dei capi per fare il
rapporto perfezionarsi. Avendo consenso tra le parte, l’accordo, anche se
verbale, è sottoposto al mondo giuridico e in questo momento già facendo

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delle parte soggetti ai diritti e obblighi. Così, la soccida è puramente


consensuale, nonostante che la finalità del rapporto sia il riparto
dell’accrescimento al termine del contratto. Ma non possiamo confondere il
fatto di avere una traslazione al termine del contratto, con la sua natura
quanto al modo di essere concluso o perfetto, cosa che vedremmo quando
d’analisi dell’efficacia del contratto che potrà essere obbligatoria o reale.

H) IL CONTRATTO EFFICACIA OBBLIGATORIA VS. EFFICACIA REALE

Quanto all’effetto del negozio giuridico, il contratto di soccida si classifica


come un contratto di EFFICACIA OBBLIGATORIA naturale nei contratti in cui
l’effetto desiderato non si realizza automatica e immediatamente, obbligando
le parte ad attuare per raggiungerlo. Nonostante la soccida sia anche ad
effetti, c.d., differite nel futuro, il perfezionamento contrattuale sorge nel
momento in che ha il consenso tra le parte, anche perché possono essere
verbale. E’ il principio consensualistico già visto precedentemente.

D’altro angolo il contratto di soccida è anche ad’EFFICACIA REALE


(accidentalmente) concetto che si contrappone a questo concetto presentato
sopra. Nel contratto ad efficacia reale il risultato sorge per solo consenso delle
parte, non hanno effetto traslativo istantaneo. L’efficacia reale no si confonde
con l’effetto del contratto sull’aspetto traslativo, che nel caso della soccida è
consensuale e no reale come già abbiamo visto.

Considero particolarmente che la soccida è ad efficacia accidentalmente reale,


perché in fine ha il trasferimento del diritto rappresentato per il riparto
dell’utile dell’accrescimento. E’ la traslazione del bene, nonostante non sia
immediata nel perfezionamento del contratto come occorre nella compra-
vendita per esempio. Quindi, almeno per me, non si tratta di un semplice
rapporto in cui l’oggetto sia il trasferimento di un diritto e basta. E’ di solito un
rapporto “do ut des” al termino del quale ha la traslazione dei beni che anche
sono oggetto del contratto.

Intanto, quando consideriamo l’efficacia obbligatoria del contratto di soccida,


il dubbio che si mette in discussione di nuovo è sulla possibilità di essere

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questo rapporto preceduto di un contratto preliminare, come già abbiamo


visto nel Capitolo V.
La dottrina non è pacifica sulla possibilità di deroga o no del disposto
nell’articolo 1.376 del Codice Civile, facendo credere che la lista dei contratti li
considerate ad effetto reale è esaustiva. In questo caso, i contratti ad effetti
obbligatori che hanno per oggetto il trasferimento di un diritto e non di un
bene, risulta fuori dell’ambito della disciplina dei preliminari. Nel caso della
soccida, però, questo effetto reale non è escluso totalmente essendo certo
che nel futuro questo effetto si presenta accidentalmente, e per questo
considero anche un contratto ad effetto reale accidentale.

Sul questo aspetto, l’articolo 1.376 del codice civile non fa riferimento
espresso agli articoli della soccida quando si riferisce ai contratti ad effetti
reale. Questo, fa credere che il la soccida sarebbe priva della possibilità di
essere disciplinata in base a un consenso preliminare per non avere l’effetto
traslativo. La dottrina non essendo unanime non ha definito chiaramente la
derogabilità o no dell’articolo 1.376 citato. Questo conferisce al negozio un
effetto puramente obbligatorio se consideriamo il momento del consenso
contrattuale.

Parte della dottrina rifiuta la possibilità di coesistenza tra un contratto


preliminare e un definitivo nei cui l’oggetto sia il trasferimento di un diritto.
Secondo me anche questo ragionamento è sbagliato, perché al termine del
contratto ha di fatto ha la concreta traslazione dei beni, e quindi, deduco che
sia anche ad effetti reale differiti nel futuro.

I propri concetti del contratto preliminare garantisce questa interpretazione


per conto di essere considerate quelli contratti preparatori che hanno per
oggetto, sempre, l’effettività di un contratto definitivo. Genera un effetto
obbligatorio di cui l’oggetto è la conclusione di un contratto futuro che si
qualifica rispetto al preliminare, come definitivo.

Le parti si obbligano successivamente alla stipula di un futuro contratto, nel


quale, in fine, risulta la traslazione di un bene. E’ per questo che considero
questo tipo di contratto ad effetto reale accidentalmente, quindi, suscettibile

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della impostazione di un principale (preliminare) previo che discipline un


accessorio (definitivo) e di conseguenza, suscettibile della tutela giuridica.

I) IL CONTRATTO FORMA LIBERA VS. SOLENNE

Il contratto soccida è anche a FORMA LIBERA, quelli detti non solenni, nei
quali la legge è omessa quanto a una forma specifica. Questa libertà non
permette intanto di scappare alle disposizione legale sulla soccida, che è
anche ragionevolmente disciplinata dal Codice Civile. Però, come il Codice
dispone solo in linea generica sulla soccida, in tutto quello che non affronti
queste disposizione legale, le parte potranno consensualmente accordarsi,
inclusive sulla forma. Così, no è di confondersi la libertà di forma, con
l’inesistenza di disciplina legale per regolare l’accordo tra le parte.

Questa classificazione dei contratti si contrappone ai contratti SOLENNI, detti


anche formale, perché derivano della legge. In questo caso, la legge prevede
una forma determinata e speciale e si perfezionano solo in base a queste
esigenze.

Di solito i contratti a forma libera sono fatte attraverso strumenti privati,


mentre quelli solenni sono fatte attraverso scrittura pubblica. Per alcune
negozi giuridici come compra e vendita immobiliare, la legge esige la solennità
della scrittura pubblica, quindi sono considerate contratti solenni.

Nella soccida questa scelta è lasciata per la decisione delle parte, quindi, è di
forma libera.

J) IL CONTRATTO PRINCIPALE VS. ACCESSORIO

Il contratto di soccida ha la caratteristica di potere assumersi come


PRINCIPALE o ACCESSORI, o entrambi.

Si dicono principali i contratti che possono esistere senza dipendenza di


qualsiasi altro contratto o rapporto. La soccida ha questa caratteristica, una
volta che può essere pattuita senza connessione con qualsiasi altro contratto
previo del quale possa avere un vincolo di dipendenza. In questo caso

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contrapponendosi ai contratti accessori, questi si, che hanno per finalità


l’assicurazione del perfezionamento di un altro contratto considerato come il
principali dello stesso.

Considerato intanto, che la soccida essendo anche una contrattazione a forma


libera, potrà materializzarsi attraverso un contratto principali e
simultaneamente in un accessorio. Vedremmo avanti come la soccida si
adatta ai contratti detti preliminari o definitivi, ma i concetti qui si miscelano
un po’.

Infatti, se la soccida è formalizzata in base a un protocollo o lettera


d’intensione, quale di firmare in futuro un accordo di soccida, quest’accordo
una volta materializzato sarà accessorio in face a quella dichiarazione
d’intenzione, considerata in questo caso come principale.

L’accordo posteriore è venuto per fare rendere perfetto quello anteriore.


Questi concetti potranno essere un po’ più profondate sull’analisi dei contratti
preliminare e definitive in seguito.

K) IL CONTRATTO PRELIMINARE VS. DEFINITIVO

La soccida potrà assumere la forma di un contratto DEFINITIVO (Modus


Adquirendi), contrapponendosi ai PRELIMINARE (Pactum de Contrahendo),
oppure assumere la forma mista di tutte e due connessi.

Ma cosa s’intende per un contratto preliminare e un contratto definitivo?

I contratti preliminari sono quelli preparatori che hanno per oggetto, sempre,
l’effettività di un contratto definitivo. Genera un effetto obbligatorio di cui
l’oggetto è la conclusione di un contratto futuro che si qualifica rispetto a
questo (preliminare), come definitivo. Le parti si obbligano successivamente
alla stipula di un futuro contratto.

In questo caso il preliminare può avere ad oggetto qualsiasi altro tipo di


contratto (che sarà il definitivo), inclusive di soccida, nonostante parte della
dottrina non riconosca la configurabilità dei preliminari in contratti di tipo

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associativo (e la soccida anche ha questa natura) neanche di donazione (che


non centra con la soccida). Intanto solo parte della dottrina manifestasi così,
lasciando ampio campo di manifestazione a “contrario sensu”. Vedremmo di
nuovo questo argomento quando dall’analisi della natura della efficacia del
contratto di soccida, si ad efficacia obbligatoria o efficacia reale.

I contratti definitivi, sono quelli che hanno per oggetto far nascere varie
obblighi tra i contraenti. Il preliminare fa nascere l’obbligo di contrarre il
definitivo, e questo definitivo fa nascere gli obblighi di dare, di fare o di non
fare tra le parti.

La soccida essendo accordata attraverso un contratto tipo non solenne, quindi


a forma libera, il Codice Civile non ha creato un divieto espresso alla
possibilità della soccida assumere altre forme, quindi permettendo anche
queste.

Come già abbiamo detto é di osservare che la soccida, come é considerata


ancora nella legge, non riflette molto la realtà delle pratiche agricole. La
propria società si cambia ogni giorno, esigendo che le pratiche siano
aggiornate alla realtà, nonostante il rispetto stretto alla legge, anche si questa
non si aggiorna con la stessa velocità con che le cose cambiano. Così, nei
nostri giorni sarebbero anche giusto che la soccida assumessi un formato
basato sui concetti di contratti preliminare (v. principali) seguiti dei definitivi
(v. accessori).

Questo sarebbe giusto perché il Codice Civile definisce che il c.d. riparto
dell’accrescimento deve essere fatto solo al termine del contratto, implicito
così un divieto a fare questo riparto prima di questo evento. Per fare
rispettare questa disposizione del Codice Civile e allo stesso tempo avere
l’armonia con le pratiche effettivamente in uso nel settore, sarebbe adeguato
sdoppiare lo svolgimento del rapporto in un contratto preliminare ed altre
tante definitivi.

L) IL CONTRATTO EFFETTI DIFERITI NEL FUTURO VS. EFFETTI INSTATANEI

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Il contratto soccida sull’aspetto dei suoi effetti sulle parte possono essere
considerate come di EFFETTI DIFERITI NEL FUTURO, perché compiono gli
effetti per le parte in varie momenti, dal presente al futuro, una volta che gli
obblighi di ogni parte non si esaurisce in un solo momento presente, ma
attraverso una serie di azione successivi nel tempo, essendo i suoi effetti
traslativi praticamente solo nel termine del svolgimento contrattuale.

Questa caratteristica si contrappone ai contratti di EFFETTI INSTANTANEI, che


sono quelli dove gli effetti per entrambe le parte si compiono in uno solo
momento (che è traslativo anche, come la compra-vendita o permuta, per
esempio).

M) IL CONTRATTO DURATA VS. REALIZZAZIONE INSTATANEA

Quanto allo svolgimento un contratto si classifica come a DURATA o a


REALIZZAZIONE ISTANTANEA (esecuzione istantanea).

Nel contratto a durata, come la soccida, lo svolgimento contrattuale si protrae


nel tempo per soddisfare un bisogno futuro e duraturo. Queste prestazione si
evidenziano per la necessità di pratica o astensione di atti reiterati. La soccida,
per natura, si svolge continuamente perché l’atto di allevare non si fa in uno
solo momento nel tempo ma giornalmente. Quindi, no si realizza
istantaneamente come una compra-vendita per esempio.

Nei contratti a realizzazione istantanea l’esaurimento dei suoi effetti


succedono in uno solo momento e in base a una unica prestazione.
Sicuramente non è il caso della soccida quando vista come un rapporto misto
e complesso.

N) IL CONTRATTO PARITARIO VS. ADESIONE

Sull’aspetto della parità di forza tra i contraenti, il contratto di soccida è da


considerarsi PARITARIO per conto di che le parte, in ugualità di condizioni
decidono insieme le clausole contrattuali, eliminando i punti di divergenza
d’accordo con la transigenza mutua, e essendo così, contrapponendosi ai
contratti DI ADESIONI, che escludono la possibilità d’accordo tra le parte

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perché di solito uno solo contraente dita le regole, e l’altro si limita a


accettarli o no.

No è di confondersi questa parità di potere nel momento della perfezione


contrattuale con la parità di obblighi contrattuale riflettuto nel concetto di
commutatività del contratto precedentemente visto.

I contratti di soccida nella pratica moderna potrà rivestirsi della caratteristica


di autorità presente nella contrattazioni di adesione anche. Questo di solito si
troverà nella soccida davanti alla grossa industria mangimistica, che
sicuramente per proteggersi, avendo la forza del capitale, potrà imporre ai
potenziale soccidari le suoi condizione per contrarre. Intanto questo non
sarebbe la pratica più giusta, nonostante essere trovata in pratica. In questo
caso, tutte le clausole saranno previamente stipulate dalla industria però
sempre al rispetto pieno alle disposizione del Codice Civile. L’altra parte, i
soccidari, sono sempre più debole e non hanno forza per discutere le
condizione. In questo tipo di contratto la fase iniziale di transigenza è
eliminata perché una parte impone all’altra l’istrumento intero del negozio e
l’altra che lo riceve non è in grado di rifiutarlo.

Nonostante tutte queste ragionamenti, la soccida normale di solito è paritaria


e così non contrapponendosi anche alla essenza della consensualità e
commutatività che è natura della soccida anche.

O) IL CONTRATTO PRIVATO VS. PUBBLICO

Il contratto di soccida è anche PRIVATO quanto alla forma, una volta che è di
forma libera, non solenne e a cui la legge non stipula una forma specifica.
Questa natura si contrappone ai degli contratti PUBBLICI, dove un atto
pubblico è richiesto a pena di nullità del contratto, come esempio nella
donazione e nel contratto di società per azioni, cui la forma è anche solenne.

Nella soccida, non avendo bisogno di fare trascrivere una scrittura pubblica
davanti a un notaio, questo si riveste di una natura privata, quindi non ha
bisogno far dare conoscenza alla società, alla comunità, di che tale accordo è

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stato firmato tra le parte, perché di solito non offre nessun rischio alla società
organizzata.

Nonostante questa libertà di forma, si raccomanda che il contratto soccida sia


sottomesso al registro, perché il timbro del notaio in tutte le foglie del
contratto conferisce l’autenticità temporale allo stesso, risultando come un
fortissimo istrumento probatorio quando il contratto sia eventualmente
contestato.

P) IL CONTRATTO TIPICO VS. ATIPICO

Quanto al disciplinamento giuridico, la soccida si classifica come un contratto


TIPICO. Per la sua natura è classificato come contratto detto tipico, che é
quello che oltre di avere una denominazione propria, costituisci oggetto di
norma attraverso una legge specifica, nel caso, il Codice Civile.

Ha un carattere dispositivo rispetto alla autonomia della volontà delle parte


nella contrattazione. Vale dire che le parte hanno certa libertà di contrattare
però trovando limite nelle norme imperative dettate dalla legge e che sono,
per questo, inderogabile.

Questa natura di tipicità del contratto si contrappone alla natura dei contratti
detti ATIPICI, che sono quelli innominati e senza una disciplina specifica che li
regole la forma. Le parte in questo tipo di contratto sono appoggiate dal
principio della libertà contrattuale e creano un modello contrattuale fuori dei
modelli disciplinate nella legge.

La soccida, davanti alla scarsa disciplina legale, assume un formato ogni volta
piuttosto diverso, anche in decorrenza della propria complessità della
economia e della società. A volta fa credere proprio che si tratte di una
disciplina con certo grado di atipicità. Alcune volte si fa confusione sulla
tipicità o atipicità del contratto di soccida, e no senza motivo.

I ragionamenti che portano a questa confusione si basano sul fatto di che la


soccida è anche un contratto di natura associativa, conforme vedremmo più
avanti, e questa natura associativa si contrappone alla natura di scambio. Tra i

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contratti di scambio si trovano i contratti di somministrazione, e questi, infatti


può caratterizzare anche la soccida, perché la somministrazione é contratto
con il quale una parte (somministrante) si obbliga, contro corrispettivo, a
eseguire a favore dell'altra (somministrato) prestazioni periodiche o
continuative di cose, e questo è anche una caratteristica marcante della
soccida.

Però si la soccida è un rapporto di natura associativa, come può essere anche


rivestito del carattere di scambio? La risposta che trovo a questa domanda si
fonda nello svincolo della natura associativa o di scambio con la tipicità o
atipicità del contratto. Quindi, non sento proprio una confusione tra questi
concetti che secondo me possono convivere in perfetta armonia. Così, la
soccida nonostante avere la natura associativa è per disciplina della legge, un
contratto tipico.

La natura traslativa del fine rapporto della soccida la trasforma anche in un


contratto di scambio, nonostante futuro, fatto che risulta anche del concetto
del “do ut des” presente tanto nella soccida quanto nello scambio,
nonostante l’associazione presente nella soccida si possa fare capire anche
presente il concetto di “manus manum lavat” presenti nell’accordi meno
formali.

In riferimento alla tipicità si può capire, una volta che il Codice chiama a se la
competenza per disciplinare giuridicamente questo rapporto perché capisce
che si tratte di un negozio commerciale importante nel mondo giuridico e dei
contratti.

In base a questi argomenti, nella soccida, bastano le disposizione del Codice


Civile per caratterizzare la sua tipicità, perché è un contratto in cui
l’ordinamento giuridico definisce in modo dispositivo cosa le parte possono o
no accordare nel limite della autonomia della volontà che è natura anche dei
contratti.

Nei contratti atipici le parte sono appoggiate dai principi della libertà
contrattuale e creano un contratto al di fuori dei modelli disciplinati per la
legge ma potranno anche scegliere come modello uno di quelli considerate

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tipici. Sono anche contratti fatte “ad hoc” dalle parti in base alla esigenza del
rapporto. Nonostante la libertà offerta per la legge, loro devono rimanere
nell’ambito della liceità e di essere meritevole della tutela giuridica sotto pena
di nullità.

La soccida potrebbe assumere elementi tipizzati in altri tipi di contratti anche


(conforme vedremo in seguito i contratti detti misti o specifici) e, conforme la
regola della autonomia contrattuale prevista nell’articolo 1.322 del Codice
Civile, potranno le parte liberamente determinare il contenuto del contratto,
ovviamente nei limiti imposti dalla legge.
Questa libertà di forma non snatura la tipicità del rapporto in soccida una
volta che questa libertà si fa nel limite dell’imperatività della norma giuridica
del Codice Civile. In questo caso, la soccida sempre sarebbe classificata come
un contratto tipico.

Q) IL CONTRATTO NOMINATI VS. INNOMINATI

Quanto alla nomenclatura, la soccida si classifica tra i contratti detti


NOMINATI, perché riguardando ai contratti in cui la legge considera una
denominazione specifica, una “noemn iuris” e che seguono una disciplina
predefinita dalla legge e che è standard.

Nonostante le norme imperative presenti nel Codice Civile, la soccida si regola


anche per regole dispositive del proprio codice che non riguardano alla
soccida, ma agli alcuni altri tipi di contratti, oppure le regole generale sui
contratti.

Questa libertà o autonomia permette una ragionevole gestione del rapporto


contrattuale tra soccidante e soccidario che cerchi di tutelare bene gli
interessi coinvolti nelle volontà delle parte. Fa così, sorgere la possibilità di
generare una infinità di modelli contrattuale, che davanti alle regole
civilistiche andrebbero bene, però, devono essere attentamente considerate
quando dall’analisi sull’aspetto fiscale.

I contratti detti INNOMINATI a sua volta, sono quelli che no corrispondono a


nessuna disciplina legale specifica e privi di denominazione propria. Sorgono,

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di solito, nella vita giornaliera per la fusione di due o più tipi di contratti. Nella
soccida, nonostante si possa fare la fusione di varie modelli di contratti, non
sarà questo fatto che li toglierà la natura di essere un contratto tipo
nominato.

R) IL CONTRATTO SCAMBIO VS. ASSOCIATIVO

Come visto precedentemente, i contratti si dividono tra i contratti considerate


di SCAMBIO e quelli ASSOCIATIVI.

La soccida, per natura è un contratto di tipo associativo, una volta che le parte
conferiscono beni o servizi tra di se per raggiungere uno scopo comune. Il
fatto di essere un contratto tipo associativo, non toglie della soccida la natura
economica dei contratti onerosi e facendo cadere in fine nel scambio tra la
offerta di un bene o servizio e il corrispettivo pagamento della prestazione.

In questa ottica la soccida anche se il fine economico è a lungo termine, ha


una natura di contratto di scambio, cosa che fa rendere la complessità
inerente ai contratti anche detti “sui generis”, e quindi, cadendo nel campo
dei contratti innominati o atipici.

Il contratto di scambio, a sua volta appartenente alla categoria dei contratti


onerosi e sinallagmatici, implica nello scambio tra una cosa o servizio e una
corrispondente remunerazione economicamente valutabile. Se scappa al
corrispettivo di un valore economico, la relazione cadrebbe nel campo dei
contratti gratuiti non potendo classificarsi come di scambio, che per forza
deve avere il corrispettivo ad una cosa o prestazione.

S) IL CONTRATTO A PRESTAZIONE CORRISPETIVA VS. A PRESTAZIONE A


CARICO DI UNA SOLO PARTE

Dalla classifica anteriore si riprende altra caratteristica della soccida e di altri


contratti. La soccida è considerata un rapporto A PRESTAZIONE CORRISPETIVE
perché le prestazione di ciascuna delle parte sono legate al nesso di

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reciprocità, conseguenza anche di essere sinallagmatico e commutativo, ed


essendo con nesso di reciprocità sono anche interdipendenti.

Si contrappone ai contratti A PRESTAZIONE A CARICO DI UNA SOLO PARTE,


cosa che succede quando l’obbligo contrattuale, nonostante coinvolgono due
parte, è a carico di sola una, come succede nei contratti di fideiussione,
deposito gratuito e comodato.

T) IL CONTRATTO MISTO VS. SPECIFICO

D’altro angolo, una volta che la soccida è complessa, potrà rivestirsi di


elementi di altri tipi di contratti e questo li darebbe la caratteristica di essere
un contratto MISTO, contrapponendosi ai contratti SPECIFICHE (tutti e due
che vedremmo più avanti).

Un contratto misto riunisce elementi di due o più contratti specifiche che sono
parziale o totalmente disciplinati dalla legge. Questi tipi di contratti fanno
come che un assemblaggio di varie altri contratti specifiche in uno solo di
natura mista, nel quale gli elementi degli altri si sono presenti.

La soccida ha questa caratteristica e se non fosse un contratto tipico,


potrebbe essere rappresentata da un contratto di associazione più un’altro di
somministrazione, e un altro di prestazioni di servizio, e un altro di custodia o
deposito, e un altro ancora di compra-vendita, ecc…, invece, in uno solo si
trovano elementi di tutte questi altri e in base alla disciplina legale.

I contratti specifiche, invece sono quelli normali e con suoi regole disciplinate
dalla legge. Di solito rappresentano un solo oggetto, che è anche specifico.

U) IL CONTRATTO SCRITTO VS. ORALE

La soccida appartiene a un mondo diverso. Quando si parla della


esteriorizzazione della manifestazione di volontà la soccida può anche essere
formalizzata attraverso un contratto SCRITTO oppure ORALE.

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Non essendo un contratto tipo solenne, dove la legge prescrive una forma
specifica, può assumere anche l’impostazione di essere verbale, nonostante
questo non sia raccomandato nel senso di che crea difficoltà alla gestione di
un’eventuale conflitto d’interesse tra le parte. Ma come già abbiamo visto
precedentemente, la soccida ancora oggi nella Sardegna si fa con una
semplice stretta di mano.

Il contratto detto orale è perfettamente giuridicamente valido. A livello


probatorio, intanto, sarà un gran problema, in quanto la prova della esistenza
dello stesso, anche per ragione delle implicazione fiscale, sarà notevolmente
difficile.

D’altro lato, il contratto scritto può consistere di una scrittura privata o in un


atto pubblico. In alcuni casi la forma scritta può essere imposta dalla legge,
oppure essere scelta per la libera e volontaria manifestazione d’interesse tra
le parte.

La soccida può assumere anche questi due formate sia privato che pubblico.
La legge non vincola a un tipo o ad un’altro, non considerando la soccida
appartenete al mondo dei contratti detti solenni (come già abbiamo visto).

Un contratto di soccida, quando privato, sarà un semplice documento redatto


tra i privati che contrattano. Questo scritto privato puoi essere dopo
autenticato da un notaio o da un altro pubblico agente, ma questo non fa la
scrittura diventarsi un documento pubblico. Continuerà ad essere un
documento privato, però con l’autenticità delle sottoscrittori che sono state
effettuate davanti ad un’agente pubblico e avrà per questo, un maggiore
valore probante avanti ai terzi e alla propria pubblica amministrazione.

Se pubblico, invece, sarà un documento redatto da un notaio o da un altro


pubblico ufficiale e che attesterà le volontà delle parte dichiarate davanti a lui.
In questo caso, sarà anche considerato come un rapporto messo per
conoscenza pubblica ai terzi eventualmente interessati.

V) IL CONTRATTO ESPRESSO VS. TACITO

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Ancora sull’aspetto della forma, il contratto potrà assumere la forma


ESPRESSA o TACITA.

In un contratto espresso, la volontà delle parte è manifesta da dichiarazioni


espressa, inequivoca e formalmente registrata. Invece, in un contratto tacito,
la volontà delle parte si manifesta d’accordo con l’interesse di contrattare,
però, questa manifestazione non è espressa, è silenziosa, senza dire una solo
parola, senza fare rumore, di maniera intuibile e non esplicita.

Nella soccida, come contratto non solenne, di solito si perfeziona con la


manifestazione espressa dalle parte, nonostante giuridicamente si possa
averla anche in modo tacito. La difficoltà che si trova per gestire un rapporto
tacito è un po’ maggiore di quella da gestire nei rapporti orale, o sia, a livello
probatorio tutto si complica ed anche un po’ di più, vece che il processo di
comunicazione si già è pur troppo complesso anche quando scritto, sarà
peggio ancora quando orale, e gravato di più quando neanche orale lo è.

W) IL CONTRATTO PERSONALE VS. IMPERSONALE

Quanto alla persona dei contraenti, i contratti si classificano come PERSONALE


o IMPERSONALE.

Si dicono personale quelli rapporti dove le parte devono prestare con suoi
propri impegno l’obblighi che hanno assunto, non essendo possibile farsi
sostituire da qualcun altro.

Sono rapporti personalissime quelli nei quali la qualifica personale della


persona è proprio oggetto del contratto o causa della contrattazione. La
fungibilità della persona non è possibile perché le suoi qualifiche sono
insostituibili.

Nel rapporto di soccida questo è implicito non solo dal disposto nel Codice
Civile, come dalla propria storia della soccida. Le qualifiche tanto del
soccidante quanto del soccidario sono, infatti, variabile che fanno parte del
negozio giuridico, perché coinvolgono attributi di personalità, di fiducia, di
competenza, di amicizia alcune volte, infine una gamma enorme di variabile

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che sono messe come che premesse tra i contraenti per fare il negozio tra di
loro.

In questo tipo di rapporto, la personalità esce oltre che della persona del
soccidante e del soccidario, per raggiungere i membri delle rispettive famiglie,
e questo è visto espressamente nell’articolo 2.173 quando definisce che la
scelta di lavoratori estranei alla famiglia del soccidario deve essere fatta col
consenso del soccidante.

Si inferisce di questo dispositivo che il soccidante spera una partecipazione


propria della persona del soccidario e di suoi famigliare nella conduzione
dell’allevamento, perché si un’altro dovesse lavorare, deve essere assunto col
consenso del soccidante.

La soccida al mio punto di vista è un rapporto personale anche perché il


rapporto di fiducia non si fa solo sulle qualifiche del soccidario, ma anche del
soccidante. Il Codice Civile mi sembra di non lasciare dubbie su questo
intendimento, quando anche nell’articolo 2.179 dice che, nonostante la
soccida non si scioglie per la morte del soccidante, in caso di che la morte
occorra al soccidario gli eredi possono assumere la continuità dell’impresa,
facendo così mio intendimento di che la soccida ha una personalità inerente
alla qualifica dei contraenti estesi al massimo ai suoi famigliari nel caso di
successione.

Impersonale d’altro angolo, sono quelli contratti in che le qualifiche delle


persone non sono prese in conto per la contrattazione, essendo sufficiente
l’interesse d’agire in base al bene al quale si riferisce.

Nonostante mio intendimento, trovo in pratica alcuni commercialisti che


difendono che la soccida possa essere impersonale, ammettendo così che una
società semplice, per essere una società di persone, può figurare come
soccidante o soccidario in un contratto soccida. In fatto questa linea
d’argomentazione può prosperare una volta che la società semplice, non può
avere come scopo lo svolgimento di attività commerciale. Può avere ad
oggetto soltanto l’attività agricola (Art. 2.135 del Codice Civile).

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Io, particolarmente considero sbagliata questa interpretazione perché la


società di persone è caratterizzata da soggettività giuridica, costituendo un
soggetto distinto dai soci. Nella soccida questo non succede.

La soggettività giuridica della società di persone non può essere confusa con la
personalità giuridica che è inerente solo alle società di capitale. Neanche può
essere confusa con la mancanza di personalità giuridica, che è caratteristica
propria della soccida. Nonostante la soccida essere fatta attraverso un
contratto di “tipo associativo”, di fatto questo “tipo associativo” non significa
che sia proprio una società.

L’esistenza di un contratto tra due parte non caratterizza proprio la nascita di


una società, ma si di diritti ed obblighi tra di loro. Potrà anche risultare nella
nascita di una società, ma questo non succede con la soccida perché non è
considerata dal Codice Civile un tipo di società. I tipi soccietari sono espresse
nel Codice Civile.

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SUGGERIMENTO DI CONTRATTO PRELIMINARE DI SOCCIDA

CONTRATTO PRELIMINARE DI SOCCIDA


“Pactum de Contrahendo”

TRA

PROMETTENTE SOCCIDANTE: La ditta __________ S.r.l.


Con sede i ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
_____________________ PROVINCIA ______________, P.IVA
_____________________
Più oltre chiamata “SOCCIDANTE”,

PROMETTENTE SOCCIDARIO: ____________________


Con indirizzo in ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
_____________________ PROVINCIA ______________, P.IVA
_____________________
Più oltre chiamata “SOCCIDARIO”.

PREMESSE CHE

Questo contratto preliminare è nato dalla prassi commerciale tra le parti, allo
scopo di permettere ad entrambi di iniziare un rapporto in soccida senza
ricorrere all’immediata stipula di un contratto di soccida definitivo, in quanto

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devono riguardare anche alcune particolarità della soccida considerato come è


oggi disciplinata dalla legge;

La funzione e la forma giuridica di questo contratto preliminare prevede tanti


contratti definitivi quanti i futuri carichi di bestiame;

Questo contratto preliminare ha natura principale riguardo al rapporto di


soccida, e formalizza l’accordo delle parti ed a lungo termine, fissando criteri,
concetti, definizioni, prezzi, proporzioni, obblighi e diritti in linea generale, più
la durata e l’oggetto in dettaglio;

I contratti definitivi avranno natura accessoria riguardo al rapporto di soccida,


però saranno autonomi al fine di permettere la chiusura del riparto nel
termine dell’allevamento della singola partita quale rappresentano. Oltre a
questo, disciplineranno in dettaglio tutto ciò che è stabilito in questo contratto
preliminare, essendo unici ed autonomi per l’allevamento di ogni partita;

I suddetti contraenti, si associano ad oggetto per la stipula di rapporti in


soccida per ogni partita. I rapporti stipulati per ogni partita si qualificano
come rapporti definitivi rispetto al contratto preliminare, a cui quest’ultimo è
solamente strumentale;

I suddetti contraenti, si assoceranno per l'allevamento e lo sfruttamento di un


determinato quantitativo di bovini da carne, al fine di ripartirne
l'accrescimento, a norma dell’art. 2.170 del Codice Civile (C.C.);

Conformemente a quanto previsto nel secondo comma dell'art. 2170 del C.C.,
l'accrescimento consiste nel maggior incremento che gli animali conseguono al
termine del loro ciclo d’allevamento. L’accrescimento consiste tanto nei parti
sopravvenuti, quanto nel maggior valore intrinseco che i bovini abbiano al
termine del contratto.

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE

OGGETTO, DURATA, DISDETTA, RINNOVO, RIPARTO DEFINITIVO E TERMINE


DEL CONTRATTO

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1) OGGETTO: Oggetto del contratto è l'allevamento di circa _______ bovini


che saranno allevati in tante partite quante necessarie; (2.a, 2.b);

1.1) DURATA: Il contratto avrà durata fino alla data di scarico dell’ultimo
capo dell’ultima partita caricata, dopo di che si procederà al riparto
definitivo del contratto ai sensi del comma 4.n; (1.c, 1.d,1.e, 2.a, 4.i, 6.j)
Nel caso di disdetta, il termine definitivo del contratto avverrà dopo la
scadenza del tempo di preavviso riferito nel comma 1.b, dopo della quale si
applicheranno anche le misure previste nel comma 4.t;

1.2) DISDETTA: In modo generale ed a norma dell’art. 2.180 del C.C., nel caso
in cui si verifichino fatti tali da non consentire la prosecuzione del rapporto, il
contratto potrà essere sciolto con preavviso di almeno 30 (trenta) giorni, a
mezzo raccomandata, nei casi previsti nei comma 14.a e 14.b ; (1.c, 1.d, 6.j)

1.3) IMPROROGABILITA’ CONTRATTUALE: ) A norma dell’art. 2.172 del C.C.,


questo contratto preliminare s’intende improrogabile;

1.4) TERMINE CONTRATTUALE: Concluso il ciclo d’allevamento dell’ultima


partita conferita dal soccidante al soccidario, sarà concluso anche questo
contratto preliminare;

LUOGHI DELL'ALLEVAMENTO, CONSEGNA ED PRELIEVO DEGLI ANIMALI,


PARTITE E CICLI

2) LUOGHI: L'allevamento sarà esercitato in locali messi a disposizione dal


soccidario in:

LOCALITA’
( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
_____________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT
_________

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( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE


________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________
( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________
( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________
( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________

2.a) PIANIFICAZIONE DI CARICHI E SCARICHI: I capi che il soccidante dovrà


mettere nell’allevamento dovranno seguire un pianificazione di carico e
scarico. Relativamente ai carichi, dovranno essere fatti entro e non oltre il
periodo tra il 15/11/2008 al 31/12/2009. Relativamente agli scarichi, gli stessi
dovranno essere fatti preferenzialmente al fine del ciclo d’allevamento
previsto nel comma 2.d (4.i, 4.j, 4.k e 4.t). Sia i carichi che gli scarichi,
dovranno essere accordati con il soccidario, in modo di permettere una giusta
e ragionevole amministrazione dell’allevamento per la quantità di capi e la
durata del contratto accordata nei termini dei commi 1 e 1.a; (4.a, 4.t)

2.b) CARICHI DEI CAPI: La consegna degli animali indicati dal comma 1 sarà
fatta in carichi di numero non superiore a _____ ( ___________________
numero di capi per esteso) capi per volta;

2.c) PARTITE E CONTRATTI DEFINITIVI: Ogni carico corrisponderà


univocamente ad una “partita”. Ad ogni singola partita sarà firmato un
contratto definitivo d’allevamento, che sarà autonomo e indipendente dal
contratto preliminare. Ogni contratto definitivo disciplinerà in modo
particolare il rapporto tra soccidante e soccidario, rispettate le disposizioni
generali accordate in questo contratto preliminare. Ogni contratto definitivo
sarà identificato con un codice di riferimento che permetta l’identificazione
esatta dei capi appartenenti allo stesso carico; (1, 8.a)

2.d) CICLO D’ALLEVAMENTO: In questo rapporto di soccida, per “ciclo di


allevamento” s’intende il tempo di allevamento necessario a far incrementare
un capo ad un minimo di ______ (es. 480,00) chilogrammi di peso individuale.
Se la pesatura di ogni singolo capo non é tecnicamente fattibile al momento

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del scarico, questo peso potrà essere ottenuto in base al peso medio dello
stesso gruppo di capi scaricati. Questa definizione di ciclo é meramente
orientativa, potendo variare in più o in meno in funzione della qualità o della
razza degli animali allevati; (2.e, 4.t)

2.e) TEMPO D’ALLEVAMENTO: Per tempo d’allevamento s’intende un periodo


di _____ (es. 07 - sette) mesi, nel quale, usualmente si ottiene un ingrasso dei
bovini che giustifica gli investimenti fatti per il soccidante e per il soccidario al
fine di garantire l’accrescimento del valore intrinseco dei bovini (2.d). Questa
definizione è meramente indicativa ai fini di questo contratto, potendo variare
in più o in meno in funzione della qualità o della razza degli animali allevati;
(4.t)

2.f) CICLO DELLA PARTITA: Per ciclo della partita s’intende il tempo tra il carico
del primo capo e lo scarico dell'ultimo capo della stessa partita;

DIREZIONE DELL'ALLEVAMENTO

3) DIREZIONE TECNICA: A norma dall'art. 2.173 del C.C., spetta al soccidante la


direzione tecnica dell'allevamento nei termini dei commi da 3.a a 3.g; e per
tanto in tale veste può:

3.a) ISPEZIONE DEI LOCALI: prima dell'inizio del ciclo di produzione, ispezionare
tramite il proprio servizio tecnico veterinario, i locali messi a disposizione dal
soccidario e destinati all'allevamento, al fine di accertare che gli stessi siano
completamente corrispondenti alle prescrizioni tecniche; (3)

3.b) COMUNICAZIONE D’IRREGOLARITA’: Rilasciare per iscritto rapporto e


comunicazione d’irregolarità, prima dell'inizio del ciclo di produzioni, in ogni
carico quando il proprio servizio tecnico veterinario avrà accertato l'inidoneità
dei locali d’allevamento. In mancanza d’alcuna comunicazione, s’intendono
idonei i locali destinati all'allevamento;

3.c) CONTROLLO DELLE ATTREZZATURE: Controllare tramite il proprio servizio


tecnico veterinario che le attrezzature, gli abbeveratoi, le mangiatoie, gli
impianti di ventilazione ed ogni altro mezzo destinato alla conduzione

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dell'allevamento siano perfettamente idonei, comunicando al soccidario


l’eventuale non conformità;

3.d) SOSPENSIONE DEL CONTRATTO PER INIDONEITA’: Sospendere i termini del


contratto sino a quando il soccidario non abbia ottemperato alle disposizioni
impartitegli, qualora a giudizio del servizio tecnico veterinario sia
sopravvenuto nel corso del contratto l’inidoneità dei locali o delle attrezzature
dal punto di vista funzionale, igienico o sanitario;

3.e) NORME CONCERNENTI L’ALLEVAMENTO: Fissare, tutte le norme


concernenti la conduzione dell'allevamento e modificarle secondo l'evoluzione
della tecnica, permettendo al soccidario di esprimere il proprio accordo a
riguardo;

3.f) DELEGA PER SCELTA DEI LAVORATORI: Il soccidante delega espressamente


al soccidario i poteri a sé riservati in virtù del comma 2 dell’art. 2.173 del C.C.;
(5.b, 6.h)

3.g) NORMATIVE DEL MANDATO: Il mandato a titolo gratuito pattuito al 3.f si


disciplina in base all’art. 1.703 a 1730 del C.C.; (3, 6.h)

DIRITTI ED OBBLIGHI DEL SOCCIDANTE

4) DIRITTI ED OBBLIGHI DEL SOCCIDANTE: Il soccidante fornirà e garantirà a


propria cura e spese tutto quanto stabilito nei commi da 4.a fino a 4.s

4.a) QUALITA’ DEI CAPI: I capi da immettere in allevamento devono essere in


buona salute, a norma dell’art. 2.171 del C.C., secondo le modalità di
consegna stabilite dallo stesso soccidante, rispettata il pianificazione di carico
ed scarico previsto nel comma 2.a;

4.b) REINTEGRAZIONE DEI CAPI PERITI: Nel caso in cui questo contratto abbia
durata superiore a 03 (tre) anni, il soccidante deve provvedere alla
reintegrazione dei bovini, quando periscano in misura superiore al 50%
(cinquanta percento), con capi di valore intrinseco equivalente, tenendo in
conto quanto disposto dall’art. 2.176 del C.C.; (6.q)

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4.c) TRASPORTO, CARICO E SCARICO: Nonostante quanto disposto nell’art


2.174 del C.C., è liberamente accordato tra le parti che il trasporto, tanto nel
carico che nello scarico degli animali, e la lavorazione dei prodotti dopo la
conclusione del ciclo d’allevamento rimangano a carico e responsabilità del
soccidante; (6.d)

4.d) DISCIPLINA DEL TRASPORTO: Per trasporto s’intende oltre al trasferimento


anche le fasi di carico e di scarico degli animali;

4.e) TRASPORTO NEL CARICO: Il trasporto s’intenderà finito, quando saranno


introdotti i capi all'interno dei box dell'allevamento indicati dal soccidario (7.h,
8.j);

4.f) TRASPORTO NELLO SCARICO: Il soccidante provvede anche all’operazione


di scarico degli animali dall’interno dei box dell’allevamento indicati dal
soccidario, nelle condizioni accordate nel comma 6.d (7.h, 8.k). Il trasporto
nello scarico comincia nel momento in cui il singolo capo viene trasferito fuori
dal box.

4.g) CONTABILITA’ DEI RIPARTI: Il soccidante provvede alla tenuta di una


contabilità separata per l'annotazione delle quote di riparto sotto forma di
prodotti o accrescimenti ottenuti fino al termine del ciclo d’allevamento.

4.h) VALUTAZIONE DEI RIPARTI: Il riparto potrà anche essere valutato in forma
percentuale sulla quantità di capi o in base ai chilogrammi d’ingrasso ottenuti,
in conformità con il comma 9.a;

4.i) PRELEVAMENTO DEI CAPI IN ANTICIPO: Nonostante quanto disposto


nell’art. 2.181 del C.C., resta accordato tra le parti che il soccidante potrà
prelevare i capi prima della fine del ciclo d’allevamento, parzialmente o
integralmente, ogni qualvolta questo si renda necessario secondo la
convenienza aziendale o di mercato, indipendentemente dalla durata del
contratto prevista dal comma 1.a. (6.l, 8.m, 8.n, 9.b, 9.f, 9.g, 9.h)

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4.j) PRELIEVO INTEGRALE DEI CAPI: Per prelievo integrale s’intende il


prelevamento di tutti i capi della stessa partita e in questo caso la partita sarà
considerata chiusa, applicandosi prescritto del comma 4.m; se invece, il
prelevamento integrale si riferisce a tutti i capi di questo rapporto di soccida, il
rapporto sarà considerato sciolto e saranno applicate le regole previste nei
commi 9 e seguenti sulla ripartizione degli accrescimenti; (8.n, 9.b)

4.k) PRELIEVO PARZIALE DEI CAPI: Nel caso di prelievo parziale e anticipato di
alcuni capi, si stipula che la facoltà prevista a favore del soccidante nel comma
9.g sia intesa come impegno di acquisto anche per i rimanenti capi della stessa
partita, in modo da non compromettere il risultato complessivo e la giusta
ripartizione degli accrescimenti alla chiusura della partita; (8.m, 8.n, 9.b, 9.g,
9.h)

4.l) RIPARTO PROVVISORIO DELLE PARTITE: Nel caso di prelievo parziale, il


soccidante si obbliga a dare al soccidario, sotto richiesta di questo, un
pagamento immediato corrispondente ai capi prelevati fino a quel momento,
a norma del comma 9.f, in base alla monetizzazione degli accrescimenti
ottenuti e comprovati, in base ai termini e alle condizioni previste nel comma
9.g.
Ai fini degli effetti contabili questi importi saranno considerati come riparto a
titolo provvisorio per prelevamento in anticipo; (4.o, 4.p, 8.p, 9, 9.f, 9.g).
Ai fini degli effetti amministrativi questi pagamenti anticipati saranno
considerati come apporto di liquidità al soccidario per manutenzione del ciclo
d’allevamento dei capi rimanenti;

4.m) RIPARTO DI CHIUSURA DELLE PARTITE: Gli accrescimenti ottenuti su


animali prelevati in anticipo (sia in chilogrammi peso sia in unità di capi)
saranno calcolati al termine del relativo contratto definitivo, come anche i
corrispettivi pagamenti dei riparti provvisori per prelevamento in anticipo.
Questo per rendere giusta la ripartizione degli accrescimenti totali della
partita al momento del riparto di chiusura dalla stessa. Solamente al momento
del riparto di chiusura delle partite saranno dedotti i costi dei capi scaricati per
motivo d’urgenza; (4.j, 4.o, 4.p, 4.t, 7.g, 8.p, 9)

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4.n) TERMINE DEFINITIVO DEL CONTRATTO: A norma dell’art. 2.181 del C.C., la
divisione sarà fatta in modo definitivo solo al termine di ogni singolo contratto
definitivo; (1.a, 1.e, 4.t, 8.p, 9, 9.f)

4.o) DEDUZIONE DEI RIPARTI DI CHIUSURA NEL RIPARTO DEFINITIVO DEL


RAPPORTO IN SOCCIDA: Quando sia stato verificato il risultato
dell’allevamento, d’accordo con il comma precedente e dopo la
monetizzazione della quota parte spettante al soccidario, da quest’importo
dovranno essere dedotti i corrispettivi pagamenti dei riparti di chiusura delle
partite avuti in conformità con quanto stabilito nei commi 4.l e 4.m; (9)

4.p) DIRITTO DI RETTIFICA DI PAGAMENTO: Se alla fine di qualche contratto


definitivo non ci sono accrescimenti utili da dividere, le somme eventualmente
versate al soccidario secondo i commi 4.l e 4.m dovranno essere restituite
immediatamente a credito del soccidante, rendendo giusta anche la divisione
dei rischi e perdite della soccida;

4.q) NUOVI STABILI: Qualora l'allevamento fosse ampliato con la costruzione


di nuovi stabili in adiacenza a quelli ora in attività, il soccidante si riserva la
facoltà di estendere l'efficacia del presente contratto anche ai nuovi stabili;

4.r) CESSIONI DEL CONTRATTO DA PARTE DEL SOCCIDANTE: Ai sensi dall’art.


2.177 del C.C., il soccidante potrà cedere l'esecuzione del presente accordo a
terzi, impegnandosi a garantire il rispetto di questo contratto. Le cessioni
dovranno essere comunicate al soccidario, per iscritto con raccomandata,
prima di fare un nuovo carico, questo risulterà inequivocabilmente dai
documenti fiscali (ddt).
Il soccidante è inoltre tenuto a comunicare formalmente al cessionario
dell’esistenza di questo rapporto di soccida ed a imporre allo stesso il rispetto
di tutte le clausole qui riportate in particolar modo la scadenza e i termini di
disdetta. Copia di questa comunicazione firmata dal cessionario dovrà essere
inoltrata al soccidario. In caso contrario il soccidante dovrà corrispondere al
soccidario i danni derivanti dalla mancata prosecuzione del presente accordo.
Il silenzio da parte del soccidario nei 30 giorni successivi alla comunicazione
sarà considerato come concordanza tacita.

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4.s) OBBLIGHI DEL SOCCIDANTE E SOCCIDARIO SUBENTRANTE: Nel caso


previsto al precedente comma tutti gli obblighi e diritti del soccidante saranno
assunti dal soccidante subentrante e tutti gli obblighi e diritti del soccidario
saranno assunti dal soccidario subentrante;

4.t) OBBLIGHI DEL SOCCIDANTE DI PRELEVO DEI CAPI A FINE CICLO


D’ALLEVAMENTO: Per una gestione ottimale dell’allevamento, qualora il
soccidante non abbia manifestato l’intenzione di prelevare i capi che abbiano
raggiunto il termine naturale del ciclo di allevamento, il soccidario avrà la
facoltà di dichiarare concluso il ciclo di allevamento, chiedendo per iscritto i
rispettivi scarichi in base a quanto previsto nel comma 2.d.
Dopo 10 (dieci) giorni da questa comunicazione, che potrà essere fatta per
qualsiasi mezzo scritto (fax, raccomandata o e-mail), limitatamente a quei
capi, il soccidario avrà il diritto di essere indennizzato per la custodia
giornaliera in base al costo medio giornaliero speso per la manutenzione in
stalla dei rispettivi capi oggetti dalla soccida, mantenendo comunque la
pratica del buon allevatore.
Questa disciplina non cambia la natura del rapporto di soccida, per cui
l’indennizzo è da considerarsi come rimborso degli ulteriori costi a carico del
soccidario per mancanza o omissione del soccidante rispetto al prelevamento
dei capi, che rimangono di sua proprietà come disposto dall’articolo 2171 del
C.C.
I costi di custodia giornaliera sopra menzionati potranno essere messi a conto
del soccidante nel momento del riparto di chiusura delle partite (4.m) a libera
scelta del soccidario; (2.a, 9.l). Nel frattempo questi costi dovranno essere
fatturati separatamente, al fine di permettere la giusta gestione tributaria e
fiscale.
Nel caso in cui il soccidante non compensi il soccidario per la custodia dei capi
in questione, decorsi 3 mesi dalla data di comunicazione dell’avvenuta fine del
ciclo, il soccidario avrà il diritto di vendere i suddetti capi, a titolo di
risarcimento della custodia e per liberare i vani stalla, lasciando a disposizione
del soccidante la differenza al netto del frutto della soccida e delle eventuali
spese sostenute.

SPESE A CARICO DEL SOCCIDARIO

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5) SPESE A CARICO DEL SOCCIDARIO: Il soccidario è tenuto per la conduzione


dell'allevamento a fornire a sua cura e spese le voci sottoelencate (commi da
5.a a 5.l):

5.a) I LOCALI, sistemati ed attrezzati secondo le direttive del servizio tecnico


veterinario;

5.b) LA MANODOPERA, i dipendenti e il personale necessari per accudire


all’allevamento a norma dei commi 3.f e 6.h,;

5.c) I MANGIMI, la paglia, il fieno, gli insilati e le altre spese per


l’accrescimento del bestiame;

5.d) I MEDICINALI e i prodotti farmaceutici per le vaccinazioni e per le terapie, i


disinfettanti e gli altri trattamenti necessari nei tipi e nelle quantità prescritte
dal servizio veterinario;

5.e) L’ASSISTENZA TECNICA E SANITARIA necessarie al funzionamento


dell'allevamento e le prestazioni del Veterinario dell’ASL di competenza;

5.f) ALTRE SPESE: energia elettrica, combustibile, acqua potabile, stoccaggio e


smaltimento dei rifiuti, dei liquami e dei letami, secondo le modalità e le
norme che disciplinano tale settore; (9.n)

5.g) MANUTENZIONE GENERALE: preparazione, pulizia, disinfezione,


disinfestazione degli ambienti, delle attrezzature e la loro costante
manutenzione, per mantenere sempre il tutto in perfetta condizione
d’efficienza e funzionalità;

5.h) SOMMINISTRAZIONE DI PRODOTTI, di mangimi, di integratori, di prodotti


farmaceutici e altri alimenti o trattamenti nelle dosi e con gli accorgimenti
previsti e consigliati dal servizio tecnico veterinario;

5.i) L’ACQUA, la somministrazione della stessa, la pulizia e la disinfezione degli


abbeveratoi con le modalità prescritte dal servizio tecnico veterinario;

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5.j) LA PESATURA all’arrivo e all’uscita del bestiame;

5.k) LE VACCINAZIONI, l'assistenza o, secondo i casi, tutta l'opera necessaria


per coadiuvare il veterinario in caso di vaccinazioni o interventi contro
malattie di cui si ravvisasse la necessità a giudizio del servizio tecnico
veterinario e con le modalità dallo stesso dettato caso per caso;

5.l) I RIFIUTI MEDICINALI, lo smaltimento dei contenitori vuoti dei prodotti


farmaceutici usati per le vaccinazioni, per le terapie, per la disinfezione, o per
altri trattamenti resosi necessari; (5)

5.m) DERATTIZZAZIONE E DISINFESTAZIONE quando, di comune accordo con il


servizio tecnico veterinario, se ne ravvisasse la necessità.

DIRITTI ED OBBLIGHI DEL SOCCIDARIO

6) OBBLIGHI DEL SOCCIDARIO: Il soccidario dovrà rispettare a tutto ciò che


viene definito nei seguenti commi (da 6.a a 6.s):

6.a) DILIGENZA DEL BUON ALLEVATORE: A norma dall’art. 2.174 del C.C., il
soccidario esegue sotto la propria responsabilità, con la massima diligenza e
sempre a sua cura e spesa, tutti i lavori necessari alla manutenzione ordinaria
per una buona conduzione dell'allevamento con la diligenza del buon
allevatore per la custodia e l’allevamento degli animali, vedi anche (6.m);

6.b) CONDUZIONE DELL’ALLEVAMENTO: Il soccidario garantisce il


funzionamento e la manutenzione di tutte le attrezzature e i controlli necessari
al buon andamento dell'allevamento secondo le modalità prescritte dal
servizio tecnico veterinario;

6.c) COMUNICAZIONI DI ANOMALIE: Il soccidario comunica tempestivamente


al soccidante ogni fatto anormale che dovesse verificarsi in allevamento, pena
il risarcimento d’ogni danno che il ritardo nella comunicazione può provocare;

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6.d) CAPI DA SCARICARE: Il soccidario mette a disposizione gli animali da


scaricare in conformità con quanto stabilito nei commi 4.c e 4.f, nelle ore e con
le modalità stabilite dal soccidante;

6.e) CONTEGGIO DEI CAPI: Il soccidario controlla che il proprio personale


addetto al carico e allo scarico sia diligente nel conteggio dei capi, all'interno
dei box d’allevamento;

6.f) ORARIO DI LAVORO: Il soccidario fa’ in modo che gli orari di lavoro siano
conformi alle necessità di un razionale allevamento ed alle disposizioni del
servizio tecnico veterinario;

6.g) SICUREZZA D’ACCESSO: Il soccidario controlla l'accesso d'estrani nei locali


d’allevamento;

6.h) DISCIPLINA DEI DIPENDENTI: A norma dei commi 3.f e 3.g, con l’incarico di
mandatario, il soccidario avrà l'incarico della scelta dei prestatori di lavoro,
anche estranei alla famiglia del soccidario, che si facessero necessari,
sopportando a proprio carico tutti i costi concernenti queste contrattazioni.
Dovrà seguire in modo costante i dipendenti e far loro rispettare le clausole
convenute nel presente accordo e le disposizioni impartite dal servizio tecnico
veterinario di competenza; (5.b)

6.i) VENDITA O AFFITTO DELL’ALLEVAMENTO: Nel caso in cui avvenisse la


necessità di vendere o cedere in affitto a terzi l'allevamento oggetto della
presente soccida, il soccidario è tenuto a fare una comunicazione al soccidante
almeno 06 (sei) mesi prima della scadenza, a mezzo raccomandata. Il silenzio
da parte del soccidante nei 30 giorni successivi alla comunicazione sarà
considerato come concordanza tacita;

6.j) OBBLIGHI DEL SOCCIDARIO SUBENTRANTE: Il soccidario è inoltre tenuto a


comunicare formalmente all’acquirente o affittuario dell’esistenza di questo
rapporto di soccida ed a imporre allo stesso il rispetto di tutte le clausole qui
riportate in particolar modo la scadenza e i termini di disdetta definite nei
commi 1.a e 1.b; (6.k). Copia di questa comunicazione firmata dall’acquirente
o affittuario dovrà essere inoltrata al soccidante;

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6.k) RESPONSABILITA’ SUSSIDIARIA: Se il soccidario non si attiene a quanto


accordato nel comma 6.j, dovrà corrispondere al soccidante i danni derivanti
dalla mancata prosecuzione del presente accordo;

6.l) PRELIEVO IN ANTICIPO E CONTROLLI DEL SOCCIDANTE: Il soccidario presta


la propria opera affinché gli incaricati del soccidante possano, in qualsiasi
momento, eseguire i debiti controlli, e prelevare dall'allevamento i capi in
anticipo o necessari per gli accertamenti diagnostici; (4.i, 7.g)

6.m) BENI FORNITI DAL SOCCIDANTE: Il soccidario custodisce e dispone con la


diligenza del buon allevatore (6.a) i beni forniti dal soccidante assumendosi
espressamente tutte le responsabilità civili e penali per ogni caso di
sottrazione, cattiva conservazione o incuria;

6.n) REGISTRO DI CARICO ED SCARICO: Il soccidario tiene regolarmente, ai fini


cui dall'art. 18 bis del DPR 29-03-73 n. 600 e della determinazione dei capi
allevati, il registro di carico e scarico concernente i movimenti d’animali;

6.o) CAPI AMMALATI: Il soccidario segnala al soccidante i capi che, a suo


giudizio e dei suoi dei tecnici, per ragioni sanitarie o perché ritenuti inidonei,
non possano proseguire il processo produttivo o la convivenza con altri
soggetti, successivamente verrà applicata la norma prevista nel comma 7.b;
(7.g)

6.p) DIVIETO DI SOCCIDA CON ALTRE DITTE: Il soccidario non potrà stipulare,
per la durata del presente contratto, contratti di soccida con altre ditte sugli
stessi box d’allevamento, dove si trovano i capi del soccidante; (6.s)

6.q) DIRITTO DI RECESSO E NON REINTEGRAZIONE DEI CAPI: Nel caso in cui la
durata di questo contratto sia superiore a 03 (tre) anni, non avendo
reintegrazione dei capi periti nei termini dall’art. 2.176 del C.C. potrà il
soccidario, volendo, recedere dal presente contratto. ( 4.b, 1456 del C.C.);

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6.r) DIRITTO DI RECESSO PER TRASFERIMENTO DEI CAPI: Nel caso in cui il
soccidante trasferisca la proprietà della maggior parte dei bovini, ai sensi
dall’art. 2.177 del C.C., il soccidario potrà recedere dal contratto;

6.s) DIRITTO D'ALLEVAMENTO DEI PROPRI CAPI: Il soccidario si riserva il diritto


di mantenere anche capi propri sull'allevamento, garantendo pieno rispetto
alla condizione prevista nel comma 6.p;

6.t) CESSIONI DEL CONTRATTO DA PARTE DEL SOCCIDARIO: In deroga all’art.


2.177 del C.C. il soccidante accorda l’estensione di questo diritto anche al
soccidario, che potrà cedere l’esecuzione del presente accordo ad altro
soccidario, il quale potrà dare continuità al processo d’allevamento da solo o
insieme con il soccidario cedente secondo l’accordo tra di essi. La cessione
dovrà essere comunicata al soccidante, con preavviso di almeno 10 (dieci)
giorni, a mezzo raccomandata per iscritto. Il soccidario è inoltre tenuto a
comunicare formalmente al cessionario dell’esistenza di questo rapporto di
soccida ed a imporre allo stesso il rispetto di tutte le clausole qui riportate in
particolar modo la scadenza e i termini di disdetta. Copia di questa
comunicazione firmata dal cessionario dovrà essere inoltrata al soccidante. In
caso contrario il soccidario dovrà corrispondere al soccidante i danni derivanti
dalla mancata prosecuzione del presente accordo. Il silenzio da parte del
soccidante nei 30 giorni successivi alla comunicazione sarà considerato come
concordanza tacita.

CARICO E SCARICO PER MORTE O URGENZA

7) COSTI NEL CASO DI SCARICHI IN URGENZA: Nel caso d’eventuali scarichi per
motivi d’urgenza, per tutta la durata del contratto, resta a carico del
soccidante il costo iniziale, il trasporto e relativi costi di macellazione;

7.a) COSTI DEI CAPI DANNEGGIATI NELLO SCARICO: Gli animali che
risulteranno danneggiati durante lo scarico (uscita dai box), concorreranno al
conteggio della ripartizione, eccezion fatta per eventuali danni provocati dal
soccidario, caso in cui saranno scaricati come se fossero urgenze;

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7.b) SCARICO DEI CAPI AMMALATI COME URGENZA: Una volta segnalato al
soccidante un capo, d’accordo con il comma 6.o, il soccidario potrà scaricarli
anche per motivo d’urgenza; (6.o, 7.g, 8.l e 8.o)

7.c) CAPI MORTI NEI PRIMI 08 GIORNI E FORZA MAGGIORE: Saranno a carico
del soccidante tutte le spese, incluse quelle relative allo smaltimento di capi
deceduti nei primi 08 (otto) giorni dall'arrivo, indipendentemente dal motivo;
ed ogni qual volta il soccidario provi che le morti siano avvenute per cause a lui
non imputabili, caso fortuito o forza maggiore, a norma dall’art. 2.175 del C.C.

7.d) MORTALITA’ PER DOLO DEL SOCCIDARIO: Nel caso in cui occorresse una
mortalità per proprio dolo il valore del capo e tutti i costi sostenuti dal
soccidante saranno addebitati al soccidario; (7.e, 7.f)

7.e) PERDITA ECONOMICA DERIVANTE DALLA MORTE DEI CAPI: Nei casi oltre a
quelli già previsti nei commi 7.c e 7d, saranno a carico del soccidante tutte le
spese di distruzione dei cadaveri, indipendentemente dal periodo di presenza
in stalla, essendo d’accordo i contraenti che ognuno sosterrà la perdita
economica dell'investimento fatto fino a quel momento. Il soccidante perde il
costo d’acquisto e il soccidario perde il costo d’allevamento e d’ingrasso; (7.f)

7.f) SMALTIMENTO DEI CADAVERI: I cadaveri degli animali deceduti dovranno


essere tenuti a disposizione del servizio tecnico veterinario di competenza.
Dopo l'eventuale ispezione, dovranno essere smaltiti a cura e spese del
soccidante, nei casi delle occorrenze previste nei commi 7.c e 7.e, o del
soccidario nel caso dell’occorrenza prevista nel comma 7.d;

7.g) SCARICO PER URGENZA: Per scarico in urgenza s’intende tutti gli scarichi
di capi in decorrenza di malattie, infermità o ferite (4.m, 6.l, 6.o, 7.b, 8.l e 8.m).
La disciplina dei casi più comuni d’urgenza ed la documentazione probatoria di
questa situazione potrà essere chiarita in un secondo momento attraverso
documento d’integrazione a questo contratto.

7.h) SCARICO PER MORTE: Come scarico per morte s’intendono tutti gli scarichi
di capi che hanno perso la vita dopo l’entrata nei box al termine del trasporto

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di carico e prima dell’uscita dai box all’inizio del trasporto di scarico (vide
anche 4.e, 4.f, 8.l, 8.m)

LA STIMA DEI CAPI ARRIVATI ED ALLEVATI

8) LE STIME INIZIALE E FINALE: Le stime iniziali e finali dei capi saranno fatte e
controllate dal soccidante e del soccidario, esse servono come base per
determinare il prelevamento a cui ha diritto il soccidante alla fine del contratto
(Art. 2.171 C.C.). La stima, al momento del controllo iniziale di ogni singolo
carico, indicherà la quantità di capi arrivati ed il codice del contratto definitivo
al quale la stima si riferisce (codice della partita), a norma del comma 2.c, per
permettere l'identificazione esatta dei capi appartenenti allo stesso carico.

8.a) CODICE DI PARTITA:

8.b) CONTROLLI MANUALE O INFORMATIZATO: I controlli di cui si tratta nel


comma precedente potranno essere manuali o informatizzati, però
conterranno, relativamente ad ogni capo: il codice di “Partita”, la data di
carico, la quantità, la razza, la qualità, il sesso, l’età, il peso medio individuale
(nell’impossibilità di controllare l'esatto peso individuale), la data del
certificato sanitario, il numero d’identificazione CEE ed il prezzo di mercato;
(8.i)

8.c) INDICIZZAZIONE DEL PREZZO DI MERCATO: Il prezzo medio di mercato


sarà indicizzato in base al prezzo/chilogrammo stabilito da soccidante e
soccidario, nella conformità del comma 8.d; (9.f, 9.g, 9.i, 9.k)

8.d) CRITERI PER DEFINIZIONE DEL PREZZO MEDIO DI MERCATO: Il prezzo


medio sarà ottenuto alternativamente: dalla pubblicazione periodica
dell'ISMEA – Istituto di Servizi Per Il Mercato Agricolo Alimentare – secondo la
quotazione media a Milano, nel mercato origine, di pubblicazione più recente
al carico (se stima iniziale) o scarico (se stima finale) degli animali, o in
mancanza di questo, da quello che lo sostituisca; oppure se fornita dal
soccidante al soccidario, in base alla fattura di acquisto o di vendita del
soccidante, rispettivamente riguardanti la stima iniziale o finale; (8.c, 9.f, 9.g,
9.i, 9.k, Art. 2.171)

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8.e) CRITERI PER LA VALUTAZIONE DI QUALITA’: La qualità dei capi sarà


valutata in conformità al tipo dell'animale (se vitellone, vitello o vacca),
all’attitudine dell'animale (se bovino da carne o bovino da latte) e al sesso
dell’animale (se maschio o femmina); (9.f, 9.g, 9.i, 9.k, Art. 2.171)

8.f) FINALITA’ DELLE STIME INIZIALI E FINALI: Le stime iniziali e finali servono
come base per determinare l'accrescimento del valore d’ogni capo.
L’accrescimento s’intende come la quantità di chilogrammi ottenuti dalla data
di carico fino alla data di scarico qualsiasi ne sia il motivo;

8.g) PESO INIZIALE O FINALE: Per peso iniziale o finale, s’intende il peso
individuale o medio dei capi caricati o scaricati, sia nel momento d’arrivo che
di partenza, presso la pesa privata del soccidario, in mancanza della quale,
presso la pesa pubblica più vicina all'allevamento; (Art. 2.171)

8.h) PESO MEDIO: Il peso sarà considerato medio quando risultasse dalla
divisione del peso totale del carico o dello scarico per la quantità di capi che
sono presenti in quello specifico carico o scarico;

8.i) PESO INDIVIDUALE: Se la tecnica lo permetterà, a costi ragionevoli, si potrà


scegliere mantenere il controllo di cui tratta il comma 8.b, per cui si potrà
misurare il peso individuale esatto per ogni capo, non essendo questa facoltà,
un obbligo alle parti;

8.j) CARICO: Per carico s’intende l’entrata dei capi nei box della stalla
d’allevamento del soccidario; (4.e)

8.k) SCARICO: Per scarico s’intende l'uscita dai capi dei box della stalla
d’allevamento del soccidario; (4.f)

8.l) TIPOLOGIA DI SCARICO: I capi saranno scaricati per fine ciclo


d’allevamento, per urgenza, per morte, o per reso. (7.b, 7.g, 7.h)

8.m) SCARICO A FINE CICLO E RESI: Per scarico a fine ciclo sono da intendersi
tutti gli scarichi avvenuti per motivo diverso degli scarichi d’urgenza, di morte

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o di reso a causa di non conformità, anche quando il prelevamento sia


avvenuto in anticipo dei termini previsto dei commi 4.i e 4.k (7.g, 7.h, 8.n);

8.n) L’ACCRESCIMENTO E STIMA FINALE: La stima finale dei capi sarà fatta al
termine di ogni contratto definitivo, come disposto nell’art. 2.181 del C.C.,
L’accrescimento per capo è il risultato della differenza tra il loro peso d’entrata
e d’uscita (4.i, 4.j, 4.k e 8.m). L’accrescimento totale è la sommatoria di tutti i
singoli accrescimenti. (9)

8.o) ESCLUSIONE DEI CAPI DALLA STIMA FINALE: Dalla stima finale saranno
esclusi i dati dei capi scaricati o venduti per motivo d’urgenza, morte e reso.
Questi casi non verranno considerati nel calcolo dell’accrescimento totale. I
rispettivi costi come anche i rischi della soccida, saranno sopportati dal
soccidante o soccidario nei termini stabiliti in questo accordo; (7.b, 9)

RIPARTIZIONE DEGLI ACCRESCIMENTI

8.p) DEDUZIONE DEL ___ (es. 3%) PERDITA STIMATA NEL TRASPORTO: In
occasione dei riparti, sia nel Riparto Provvisorio Della Partita (4.l), sia nel
Riparto di Chiusura Della Partita (4.m) il peso dell’accrescimento totale dei
capi sarà decurtato, per una sola volta, del 03% (tre percento) a titolo di
perdita nel trasporto; (9)

9) APPURAMENTO DEGLI ACCRESCIMENTI: A norma dei commi 1.e, 4.l, 4.m,


4.n e 4.o, a fine contratto sarà fatto l'appuramento degli accrescimenti
ottenuti in conformità con quello stabilito nei commi 8.n, 8.o e 8.p; (1.e, Art.
2.181)

9.a) PERCENTUALE ACCORDATO: La quota dei frutti di spettanza del soccidario


a norma dell'art. 2.178 del C.C., sarà calcolata in percentuale indicativa del
_____ (es. 68% - sessanta otto percento) del peso d’accrescimento totale. Il
frutto risultante può essere tradotto in valuta, quindi monetizzato o tradotto
nel corrispondente numero di capi di bestiame che, in questo caso, potrà
anche essere soddisfatta con la consegna di tanti capi quanti necessitano,
affinché il loro peso complessivo corrisponda alla quota dell’accrescimento
stesso.

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Detta percentuale sarà variabile a seconda dei risultati della partita a cui si
riferisce ogni singolo contratto definitivo. In particolare potrà essere
riconosciuto al soccidario:
9.a.i) un aumento di 1 a 2 % se la mortalità non supera il 2%;
9.a.ii) un aumento del 1 a 2% se la resa carne risulta ottimale;
9.a.iii) Il 1 a 2% in più se il prodotto è di prima qualità (riferimento al colore e
altri aspetti);
9.a.iv) Il 1 a 2% se gli ambienti saranno igienicamente sotto controllo,
soprattutto riguardo le pulizie ed, in particolare, nel periodo di ristallo.
Queste percentuali potranno subire decurtazioni degli stessi importi se la
merce prodotta non raggiungerà gli standard medi, il tutto a giudizio del
soccidante con la collaborazione del servizio tecnico.
In deroga a quanto precedentemente descritto, altre forme di divisione o di
compenso al soccidario potranno essere accordate tra le parti, compreso un
prezzo fisso per ogni chilogrammo d’ingrasso ottenuto nell’allevamento.
Questi eventuali provvedimenti sono da considerarsi come integrazione a
questo contratto; (4.h, 9.c, 9.m)

9.b) PRELEVAMENTO DEI CAPI: Nell’esecuzione del contratto, il prelevamento


di cui ha diritto il soccidante a norma dall’art. 2.181 del C.C., può essere fatto
d’accordo con i termini stabiliti nei commi 4.i, 4.j e 4.k;

9.c) ACCRESCIMENTI SUI CAPI PRELEVATI IN ANTICIPO: Il soccidario avrà diritto


sugli accrescimenti dei capi prelevati in anticipo a norma del comma 9.a;

9.d) MANCANZA DI ACCRESCIMENTI O DI CAPI A TERMINE CONTRATTO: Nel


caso in cui non sia stato ottenuto alcun accrescimento o uno o più capi
risultino mancanti al momento del riparto di fine contratto definitivo, allo
scopo di eguagliare quelli dei bovini iniziali e i pesi iniziali, il soccidante può
prendere i capi che rimangono;

9.e) VENDITA A FINE CICLO D’ALLEVAMENTO: Il soccidario a fine ciclo


d’allevamento potrà cedere o vendere gli accrescimenti di spettanza. Ai fini
IVA sarà suo compito e responsabilità tenere conto di tutti gli adempimenti
quale produttore agricolo soggetto ad IVA a norma dell'art. 34 D.P.R. n. 633;

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9.f) PAGAMENTI DEI RIPARTI E MONETIZZAZIONE: Il pagamento, quale


equivalente della quota dei frutti spettante dalla soccida, potrà essere
liquidato in un’unica soluzione o in vari apporti di liquidità, conforme commi
4.i, 4.l e 4.n. A richiesta del soccidario, il soccidante si dichiara disposto a
convertire la quota di accrescimento del soccidario in denaro, in base alla
qualità ed al prezzo di mercato nei termini dei commi 8.c, 8.d, 8.e o al prezzo
pattuito nel termine del comma 9.a (In conformità alla Risoluzione del
Ministero della Finanza n. 48/E del 09/02/95/art1 DPR. 633/72); (4.l)

9.g) DIRITTO D’ACQUISTO DEL SOCCIDANTE: Il soccidante si riserva il diritto


d’opzione per l'acquisto del bestiame di pertinenza del soccidario al prezzo da
concordare con riferimento alla qualità e all’andamento dei prezzi di mercato,
in conformità con l’accordato nei commi 8.c, 8.d e 8.e, o al prezzo pattuito nel
termine del comma 9.a, rispettate le norme dei commi 4.i e 4.k; (4.l, 9.h)

9.h) COMUNICAZIONE D’OPZIONE D’ACQUISTO DI PRELEVAMENTO


INTEGRALE: Nel caso di prelevamento integrale dei capi da parte del
soccidante (4j), entro 15 (quindici) giorni dallo scarico dei bovini allevati, il
soccidante dovrà comunicare a mezzo scritto al soccidario l’eventuale
disinteresse ad esercitare il diritto previsto dal comma precedente (9g).
Decorso questo termine il soccidario sarà libero di rifarsi per la quantità
equivalente (con capi di pari razza, sesso, quantità, qualità, peso, età e prezzo
di mercato) sugli eventuali altri capi appartenenti ad altri contratti definitivi
dello stesso soccidante.
Se il soccidante comunica il suo disinteresse per l’acquisto dell’accrescimento
appartenente al soccidario, dovrà ricompensarlo per la quantità equivalente
con capi di pari razza, sesso, quantità, qualità, peso, età e prezzo di mercato.
Ciò può avvenire ritornando i capi appartenenti alla partita prelevata oppure
autorizzando il soccidario a prelevare capi appartenenti ad altri contratti
definitivi dello stesso soccidante; (8.i)

9.h) COMUNICAZIONE D’OPZIONE D’ACQUISTO DI PRELEVAMENTO PARZIALE:


Qualora si tratti di una partita in cui vi siano stati uno o più prelevamenti in
anticipo, entro 15 (quindici) giorni dalla comunicazione della fine del ciclo
d’allevamento da parte del soccidario (4t), il soccidante dovrà rispondere a

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mezzo scritto l’eventuale disinteresse ad esercitare il diritto previsto dal


comma 9g.
Se entro il termine dei 15 gg, il soccidante comunica il suo disinteresse per
l’acquisto dell’accrescimento appartenente al soccidario, il soccidante dovrà
ricompensarlo per la quantità equivalente al valore del frutto della soccida che
gli spetta con capi di pari razza, sesso, quantità, qualità, peso, età e prezzo di
mercato. Ciò può avvenire ritornando i capi appartenenti alla partita
parzialmente prelevata oppure rifacendosi con i capi rimanenti della stessa
partita ed eventualmente con capi appartenenti ad altri contratti definitivi
dello stesso soccidante qualora i capi rimanenti non eguaglino il frutto della
soccida.
In mancanza di comunicazione decorso il termine, essendo il soccidante tenuto
a prelevare la partita integralmente, saranno applicate le stesse regole
previste dal comma precedente. Nel caso ciò non avvenga saranno applicate le
misure accordate nel comma 4t di questo contratto preliminare.

9.i) NOTIFICAZIONE DELLA QUOTA DEL SOCCIDARIO: Il soccidario diventerà


proprietario della quota di riparto dei frutti solo ed esclusivamente dopo che il
soccidante avrà notificato la quantificazione di detta quota in base alla stima
fatta in conformità col disciplinato nei commi 8.c, 8.d e 8.e. La notifica della
quantificazione della quota di riparto dei frutti sarà effettuata per iscritto
dopo l’avvenuto ritiro degli animali; (9.k, Art. 2.181)

9.j) DIVIETO DI PRELEVO AL SOCCIDARIO: Prima della notificazione detta nel


comma precedente, il soccidario, in quanto custode, non avrà diritto a
prelevare nessun capo allevato;

9.k) AUTORIZZAZIONE DI STIMA FINALE AL SOCCIDARIO: Il soccidante avrà 10


(dieci) giorni per fare la notificazione indicata nel comma 9.i, dopo di che, il
soccidario potrà fare autonomamente la stima dei frutti della propria
spettanza in base ai termini stabiliti in questo contratto, secondo stessi criteri
stabiliti dai commi 8.c, 8.d e 8.e, oppure al prezzo pattuito nel comma 9.a; (9.l)

9.l) GARANZIA DEL SOCCIDARIO: Nel caso in cui il soccidante non rispetti il
tempo di notifica previsto dal comma 9.k, il soccidario potrà rifiutarsi di
procedere allo scarico della quantità di capi pari ad uguagliare la stima dei

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frutti a lui spettanti nella soccida più i costi dell’eventuale custodia prevista nel
comma 4.t, indipendentemente dal contratto definitivo al quale appartengono
i capi, essendo sufficiente a questo fine, che si tratti di soccida con lo stesso
soccidante;

9.m) DIVISIONE TRA I CONTRAENTI: Al fine dell’art. 2.178 del C.C., si dividono
tra le parti, come accordato nel comma 9.a, gli accrescimenti, i prodotti, gli
utili e le spese nei termini fissati in questo contratto;

9.n) LIQUAMI E LETAMI: Il letame ed il liquame prodotti restano di proprietà


del soccidario, che potrà utilizzarli conforme la propria convenienza, potendo
cederli, venderli, smaltirli, usarli nell’agricoltura propria o di terzi, ecc, sempre
nel rispetto alle normative ambientali vigenti ed al disposto nel comma 5.f di
questo contratto;

9.o) CONTRIBUTI E PREMI: Il soccidante dichiara al soccidario di rinunciare ai


premi che dovessero essere previsti sui capi oggetto del presente contratto,
dando sin d’ora la disponibilità ed il suo consenso al soccidario per la
presentazione delle domande necessarie e per l’ottenimento degli stessi;

INADEMPIMENTI

10) RISOLUZIONE “IPSO IURE” DEL CONTRATTO: Tutte le clausole dinanzi


previste devono ritenersi di carattere essenziale e pertanto la loro
inosservanza determinerà la risoluzione "ipso iure" del contratto, fatto salvo il
diritto al risarcimento del danno a favore della parte danneggiata, eccezione
fatta alle situazioni imprevedibili che risultino da caso fortuito o di forza
maggiore;

TRATTAMENTO TRIBUTARIO

11) TRIBUTI: Il presente contratto è regolato, ai fini della imposizione diretta,


dal DPR 917/86 ed ai fini dell'eventuale registrazione, dall'art. 10 tabella DPR
n. 131/86;

CLAUSOLA COMPROMISSORIA

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12) GESTIONE DELLE CONTROVERSIE: Ogni eventuale controversia riguardante


l’interpretazione o l’esecuzione del presente accordo sarà sottoposta alla
decisione di 03 (tre) arbitri scelti uno per ciascuna delle parti ed il terzo di
comune accordo dai primi due;

12.a) DISACCORDO TRA GLI ARBITRI: In caso di disaccordo tra gli arbitri, è il
Presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura
della regione del foro competente, che provvederà anche per la parte che
rifiutasse di farlo;

12.b) DECISIONE BASATA SULL’EQUITA’: Gli arbitri decideranno in merito


secondo equità, inappellabilmente e senza formalità di procedura, secondo il
rito dell'arbitrato libero, entro il termine di 90 giorni dalla costituzione del
Collegio;

FORO COMPETENTE

13) FORO: In questo contratto è da considerarsi come foro competente quello


di ( ) _________, ( ) _____________ o ( ) ___________;

GESTIONE DEL RAPPORTO

14) PERSONALITA’ DEL CONTRATTO: I contraenti potranno gestire l'esecuzione


o la disdetta del presente contratto personalmente, attraverso i loro famigliari
o altri, potendo delegare quindi ai terzi estranei alla famiglia, siano essi
persone fisiche, giuridiche o semplici associazioni di categoria, i propri poteri a
riguardo;

14.a) SCIOGLIMENTO DEL CONTRATTO: Ai sensi dall’art. 2.179 e 2.180 del C.C.,
ciascuna delle parti potrà sciogliere il contratto quando accadono fatti tali da
non consentire la prosecuzione del rapporto; (1.b)

14.b) COSTI INSOPPORTABILI: Al senso dell’art. 2.180 del C.C., si considera


impedimento alla prosecuzione del contratto la sopravvenienza di costi
insopportabili per ciascuno dei contraenti, ma principalmente l’aumento dei

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costi d’acquisto di mangimi, medicinali, vaccinazioni e manodopera a carico


del soccidario. Lo scioglimento del contratto a causa di questi fattori
garantisce al soccidario il diritto di rifiutare nuovi carichi di capi; (1.b)

14.c) APPLICAZIONE DEGLI USI: A norma del disposto nell’art. 2.187 del C.C.,
gli usi si applicano solo nei casi in cui le materie siano state espressamente
disposte dal Codice Civile o dal presente rapporto;

Città: ____________________ ( ), il ___/___/20___.

IL SOCCIDANTE

IL SOCCIDARIO

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SUGGERIMENTO DI CONTRATTO DEFINITIVO DI SOCCIDA

CONTRATTO DEFINITIVO DI SOCCIDA


“Modus Adquirendi”

Contratto N°: ______/________

TRA

PROMETTENTE SOCCIDANTE: La ditta __________ S.r.l.


Con sede i ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
_____________________ PROVINCIA ______________, P.IVA
_____________________
Più oltre chiamata “SOCCIDANTE”,

PROMETTENTE SOCCIDARIO: ____________________


Con indirizzo in ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
_____________________ PROVINCIA ______________, P.IVA
_____________________
Più oltre chiamata “SOCCIDARIO”.

In seguito agli accordi intercorsi ed al contratto preliminare firmato in data


__/__/20__, il quale disciplina anche questo contratto in tutto ciò che qui non
sia espressamente diverso.

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Con la presente i suddetti contraente confermano quanto concordato e


precisamente: il Soccidante e il Soccidario, si associano per l'allevamento e lo
sfruttamento di un determinato quantitativo di bovini da carne con la finalità
di ripartirne l'accrescimento, a norma dell’art. 2.170 del C.C.

Conformemente a quanto previsto nel secondo comma dell'art. 2.170 del


Codice Civile, l'accrescimento consiste nell’incremento che gli animali
conseguono al termine del loro ciclo d’allevamento, tanto nei parti
sopravvenuti che nel maggior valore intrinseco che i bovini abbiano al termine
del contratto.

SI CONVIENE E SI STIPULA QUANTO SEGUE

OGGETTO, DURATA, DISDETTA, RINNOVO, RIPARTO DEFINITIVO E TERMINE


DEL CONTRATTO

01) OGGETTO: Oggetto del contratto è l'allevamento di _______ bovini;

02) DURATA: Il contratto sarà valido fino alla data di scarico dell’ultimo
capo di questa partita caricata, dopo il che si procederà al riparto definitivo
del contratto nei termini pattuiti nel contratto preliminare;

03) IMPROROGABILITA’ CONTRATTUALE: A norma dell’art. 2.172 del C.C.,


questo contratto s’intende improrogabile;

04) TERMINE CONTRATTUALE: Concluso il ciclo d’allevamento della partita


conferita dal soccidante al soccidario, sarà concluso questo contratto;

LUOGHI DELL'ALLEVAMENTO, CONSEGNA ED PRELIEVO DEGLI ANIMALI,


PARTITE E CICLI

05) LUOGHI: L'allevamento sarà esercitato in :

LOCALITA’

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( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE


________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________
( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________
( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________
( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________
( ) Via ____________, ___ - CAP _________ - COMUNE
________________ PROVINCIA ______________, Codice Stalla IT _________

06) PIANIFICAZIONE DEI SCARICHI: Relativamente agli scarichi, gli stessi


dovranno essere fatti preferenzialmente al fine del ciclo d’allevamento di ogni
singolo capo. Gli scarichi dovranno essere accordati con il soccidario, in modo
da permettere una giusta e ragionevole amministrazione dell’allevamento;

07) NUMERO DEL CONTRATTO E DELLA PARTITA: A questo contratto


corrispondere ad una “partita” con lo stesso numero d’identificazione.

DIREZIONE DELL'ALLEVAMENTO

08) DIREZIONE TECNICA: A norma dall'art. 2.173 del C.C., spetta al soccidante
la direzione tecnica dell'allevamento;

09) TRASPORTO, CARICO E SCARICO: Nonostante quanto disposto nell’art


2.174 del C.C., è liberamente accordato tra le parti che il trasporto, il carico e
lo scarico degli animali e lavorazione dei prodotti dopo l’allevamento sono
rimasti a carico del soccidante;

10) PRELIEVO DEI CAPI IN ANTICIPO: Nonostante quanto disposto nell’art.


2.181 del C.C., resta accordato tra le parti che il soccidante potrà prelevare i
capi in anticipo, di forma parziale o integrale, ogni qualvolta questo si renda
necessario secondo la convenienza aziendale o di mercato, indipendentemente
dalla durata di questo contratto;

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11) PRELIEVO INTEGRALE DEI CAPI: Per prelievo integrale s’intende il


prelevamento di tutti i capi della partita, che in questo caso sarà considerata
chiusa; in questo caso il rapporto sarà considerato sciolto e saranno applicate
le regole previste dal Contratto Preliminare sulla ripartizione degli
accrescimenti.

13) PRELIEVO PARZIALE DEI CAPI: Nel caso di prelievo parziale e anticipato di
alcuni capi, si stipula che la facoltà prevista a favore del soccidante nel punto
9.g del Contratto Preliminare sia intesa come impegno di acquisto anche per i
rimanenti capi della stessa partita, in modo da non compromettere il risultato
complessivo e la giusta ripartizione degli accrescimenti alla chiusura della
partita;

14) RIPARTO PROVVISORIO DELLE PARTITE: Nel caso di prelievo parziale, il


soccidante si obbliga a dare al soccidario, sotto richiesta di questo, un
pagamento immediato corrispondente ai capi prelevati fino a quel momento,
a norma del punto 9.f, in base alla monetizzazione degli accrescimenti ottenuti
e comprovati, in base ai termini e alle condizioni del contratto. Ai fini degli
effetti contabili questi importi saranno considerati come riparto a titolo
provvisorio per prelevamento in anticipo. Ai fini degli effetti amministrativi
questi pagamenti anticipati saranno considerati come apporto di liquidità al
soccidario per manutenzione del ciclo d’allevamento dei capi rimanenti;

15) RIPARTO DI CHIUSURA DEL CONTRATTO: Gli accrescimenti ottenuti su


animali prelevati in anticipo (sia in chilogrammi peso sia in unità di capi)
saranno calcolati al termine di questo contratto definitivo, come anche i
corrispettivi pagamenti dei riparti provvisori per prelevamento in anticipo.
Questo per rendere giusta la ripartizione degli accrescimenti totali di questa
partita al momento del riparto di chiusura dalla stessa. Solamente al momento
del riparto di chiusura saranno dedotti i costi dei capi scaricati per motivo
d’urgenza;

16) DIRITTO DI RETTIFICA DI PAGAMENTO: Se alla fine di questo contratto


definitivo non ci sono accrescimenti utili da dividere, le somme eventualmente
versate al soccidario secondo i punti 4.l e 4.m del contratto preliminare

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dovranno essere restituite immediatamente a credito del soccidante, rendendo


giusta anche la divisione dei rischi e perdite della soccida;

17) CESSIONI DEL CONTRATTO DA PARTE DEL SOCCIDANTE: Ai sensi dall’art.


2.177 del C.C., il soccidante potrà cedere l'esecuzione del presente accordo a
terzi, impegnandosi a garantire il rispetto di questo contratto. La cessione
dovrà rispettare le regole previste dal Contratto Preliminare;

18) CESSIONI DEL CONTRATTO DA PARTE DEL SOCCIDARIO: In deroga all’art.


2.177 del C.C. il soccidante accorda l’estensione di questo diritto anche al
soccidario, che potrà cedere l’esecuzione del presente accordo ad altro
soccidario, il quale potrà dare continuità al processo d’allevamento da solo o
insieme con il soccidario cedente secondo l’accordo tra di essi. La cessione
dovrà rispettare le regole previste dal Contratto Preliminare;

19) OBBLIGHI DEL SOCCIDANTE DI PRELEVO DEI CAPI A FINE CICLO


D’ALLEVAMENTO: Per una gestione ottimale dell’allevamento, qualora il
soccidante non abbia manifestato l’intenzione di prelevare i capi che abbiano
raggiunto il termine naturale del ciclo di allevamento, il soccidario avrà la
facoltà di dichiarare concluso il ciclo di allevamento, chiedendo per iscritto i
rispettivi scarichi.
Dopo 10 (dieci) giorni da questa comunicazione, che potrà essere fatta per
qualsiasi mezzo scritto (fax, raccomandata o e-mail), limitatamente a quei
capi, il soccidario avrà il diritto di essere indennizzato per la custodia
giornaliera in base al costo medio giornaliero speso per la manutenzione in
stalla dei rispettivi capi oggetti dalla soccida, mantenendo comunque la
pratica del buon allevatore.
Questa disciplina non cambia la natura di questo rapporto di soccida, per cui
l’indennizzo è da considerarsi come rimborso degli ulteriori costi a carico del
soccidario per mancanza o omissione del soccidante rispetto al prelevamento
dei capi, che rimangono di sua proprietà come disposto dall’articolo 2.171 del
C.C. I costi di custodia giornaliera sopra menzionati potranno essere messi a
conto del soccidante nel momento del riparto di chiusura di questa partita a
libera scelta del soccidario. Nel frattempo questi costi dovranno essere
fatturati separatamente, al fine di permettere la giusta gestione tributaria e
fiscale.

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DIRITTI ED OBBLIGHI DEL SOCCIDARIO

20) DILIGENZA DEL BUON ALLEVATORE: A norma dall’art. 2.174 del C.C., il
soccidario esegue sotto la propria responsabilità, con la massima diligenza e
sempre a sua cura e spesa, tutti i lavori necessari alla manutenzione ordinaria
per una buona conduzione dell'allevamento con la diligenza del buon
allevatore per la custodia e l’allevamento degli animali;

21) DISCIPLINA DEI DIPENDENTI: A norma del mandato incluso nel contratto
preliminare, , il soccidario avrà l'incarico della scelta dei prestatori di lavoro,
anche estranei alla famiglia del soccidario, che si facessero necessari,
sopportando a proprio carico tutti i costi concernenti queste contrattazioni.
Dovrà seguire in modo costante i dipendenti e far loro rispettare le clausole
convenute nel presente accordo e le disposizioni impartite dal servizio tecnico
veterinario di competenza;

22) REGISTRO DI CARICO ED SCARICO: Il soccidario tiene regolarmente, ai fini


cui dall'art. 18 bis del DPR 29-03-73 n. 600 e della determinazione dei capi
allevati, il registro di carico e scarico concernente i movimenti d’animali;

23) DIRITTO DI RECESSO PER TRASFERIMENTO DEI CAPI: Nel caso in cui il
soccidante trasferisca la proprietà della maggior parte dei bovini, ai sensi
dall’art. 2.177 del C.C., il soccidario potrà recedere dal contratto;

CARICO E SCARICO PER MORTE O URGENZA

24) CAPI MORTI NEI PRIMI 08 GIORNI E FORZA MAGGIORE: Saranno a carico
del soccidante tutte le spese, incluse quelle relative allo smaltimento di capi
deceduti nei primi 08 (otto) giorni dall'arrivo, indipendentemente dal motivo;
ed ogni qual volta il soccidario provi che le morti siano avvenute per cause a lui
non imputabili, caso fortuito o forza maggiore, a norma dall’art. 2.175 del C.C.

25) MORTALITA’ PER DOLO DEL SOCCIDARIO: Nel caso in cui occorresse una
mortalità per proprio dolo il valore del capo e tutti i costi sostenuti dal
soccidante saranno addebitati al soccidario;

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LA STIMA DEI CAPI ARRIVATI ED ALLEVATI

26) LE STIME INIZIALE E FINALE: Le stime iniziali e finali dei capi saranno fatte
e controllate dal soccidante e del soccidario, esse servono come base per
determinare il prelevamento a cui ha diritto il soccidante alla fine del contratto
(Art. 2.171 C.C.). La stima indicherà la quantità di capi arrivati ed il codice del
contratto definitivo al quale la stima si riferisce (codice della partita), per
permettere l'identificazione esatta dei capi appartenenti a questo carico;

27) CONTROLLI MANUALE O INFORMATIZATO: La stima di cui si tratta nel


punto precedente potrà essere manuale o informatizzata, però conterrà,
relativamente ad ogni capo: il codice di “Partita”, la data di carico, la quantità,
la razza, la qualità, il sesso, l’età, il peso medio individuale (nell’impossibilità di
controllare l'esatto peso individuale), la data del certificato sanitario, il
numero d’identificazione CEE ed il prezzo di mercato;

28) FINALITA’ DELLE STIME INIZIALE E FINALE: Le stime iniziali e finali servono
come base per determinare l'accrescimento del valore d’ogni capo.
L’accrescimento s’intende come la quantità di chilogrammi ottenuti dalla data
di carico fino alla data di scarico qualsiasi ne sia il motivo;

29) PESO INIZIALE O FINALE: Per peso iniziale o finale, s’intende il peso
individuale o medio dei capi caricati o scaricati, sia nel momento d’arrivo che
di partenza, presso la pesa privata del soccidario, in mancanza della quale,
presso la pesa pubblica più vicina all'allevamento; (Art. 2.171 del C.C.)

30) L’ACCRESCIMENTO E STIMA FINALE: La stima finale dei capi sarà fatta al
termine di questo contratto definitivo, come disposto nell’art. 2.181 del C.C.
L’accrescimento per capo è il risultato della differenza tra il loro peso d’entrata
e d’uscita. L’accrescimento totale è la sommatoria di tutti i singoli
accrescimenti;

31) DEDUZIONE DEL 03% PERDITA STIMATA NEL TRASPORTO: In occasione dei
riparti, sia nel Riparto Provvisorio Della Partita (4.l), sia nel Riparto di Chiusura
Della Partita, d’accordo col previsto nel Contratto Preliminare, il peso

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dell’accrescimento totale dei capi sarà decurtato, per una sola volta, del 03%
(tre percento) a titolo di perdita nel trasporto;

RIPARTIZIONE DEGLI ACCRESCIMENTI

32) APPURAMENTO DEGLI ACCRESCIMENTI: A norma dell’articolo 2.181 del


Codice Civile, fine contratto sarà fatto l'appuramento degli accrescimenti
ottenuti.

33) PERCENTUALE ACCORDATO: La quota dei frutti di spettanza del soccidario


a norma dell'art. 2.178 del C.C., sarà calcolata in percentuale indicativa del
68% (sessanta otto percento) del peso d’accrescimento totale. Il frutto
risultante può essere tradotto in valuta, quindi monetizzato o tradotto nel
corrispondente numero di capi di bestiame che, in questo caso, potrà anche
essere soddisfatta con la consegna di tanti capi quanti necessitano, affinché il
loro peso complessivo corrisponda alla quota dell’accrescimento stesso.
Detta percentuale sarà variabile a seconda dei risultati della partita a cui si
riferisce ogni singolo contratto definitivo. In particolare potrà essere
riconosciuto al soccidario:
9.a.i) un aumento di 1 a 2 % se la mortalità non supera il 2%;
9.a.ii) un aumento del 1 a 2% se la resa carne risulta ottimale;
9.a.iii) Il 1 a 2% in più se il prodotto è di prima qualità (riferimento al colore e
altri aspetti);
9.a.iv) Il 1 a 2% se gli ambienti saranno igienicamente sotto controllo,
soprattutto riguardo le pulizie ed, in particolare, nel periodo di ristallo.
Queste percentuali potranno subire decurtazioni degli stessi importi se la
merce prodotta non raggiungerà gli standard medi, il tutto a giudizio del
soccidante con la collaborazione del servizio tecnico.
In deroga a quanto precedentemente descritto, altre forme di divisione o di
compenso al soccidario potranno essere accordate tra le parti, compreso un
prezzo fisso per ogni chilogrammo d’ingrasso ottenuto nell’allevamento.
Questi eventuali provvedimenti sono da considerarsi come integrazione a
questo contratto definitivo;

34) MANCANZA DI ACCRESCIMENTI O DI CAPI A TERMINE CONTRATTO: Nel


caso in cui non sia stato ottenuto alcun accrescimento o uno o più capi

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risultino mancanti al momento del riparto di fine contratto, allo scopo di


eguagliare quelli dei bovini iniziali e i pesi iniziali, il soccidante può prendere i
capi che rimangono;

34) VENDITA A FINE CICLO D’ALLEVAMENTO: Il soccidario a fine ciclo


d’allevamento potrà cedere o vendere gli accrescimenti di spettanza. Ai fini
IVA sarà suo compito e responsabilità tenere conto di tutti gli adempimenti
quale produttore agricolo soggetto ad IVA a norma dell'art. 34 D.P.R. n. 633;

35) PAGAMENTI DEI RIPARTI E MONETIZZAZIONE: Il pagamento, quale


equivalente della quota dei frutti spettante dalla soccida, potrà essere
liquidato in un’unica soluzione o in vari apporti di liquidità, conforme a quanto
previsto nel Contratto Preliminare. A richiesta del soccidario, il soccidante si
dichiara disposto a convertire la quota di accrescimento del soccidario in
denaro, in base alla qualità ed al prezzo di mercato nei termini del Contratto
Preliminare (In conformità alla Risoluzione del Ministero della Finanza n. 48/E
del 09/02/95/art1 DPR. 633/72);

36) DIRITTO D’ACQUISTO DEL SOCCIDANTE: Il soccidante si riserva il diritto


d’opzione d'acquisto del bestiame di pertinenza del soccidario al prezzo da
concordare con riferimento alla qualità e all’andamento dei prezzi di mercato
o al prezzo pattuito;

37) DIVISIONE TRA I CONTRAENTI: Al fine dell’art. 2.178 del C.C., si dividono
tra le parti, nel percentuale accordato, gli accrescimenti, i prodotti, gli utili e le
spese nel termine fissate in questo contratto;

38) CONTRIBUTI E PREMI: Il soccidante dichiara al soccidario di rinunciare ai


premi che dovessero essere previsti sui capi oggetto del presente contratto,
dando sin d’ora la disponibilità ed il suo consenso al soccidario per la
presentazione delle domande necessarie e per l’ottenimento degli stessi;

INADEMPIMENTI

39) RISOLUZIONE “IPSO IURE” DEL CONTRATTO: Tutte le clausole dinanzi


previste in questo contratto e nel preliminare devono ritenersi di carattere

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essenziale e pertanto la loro inosservanza determinerà la risoluzione "ipso


iure" del contratto, fatto salvo il diritto al risarcimento del danno a favore
della parte danneggiata, eccezione fatta alle situazioni imprevedibile che
risultano di caso fortuito o forza maggiore;

TRATTAMENTO TRIBUTARIO

40) TRIBUTI: Il presente contratto è regolato, ai fini della imposizione diretta,


dal DPR 917/86 ed ai fini dell'eventuale registrazione, dall'art. 10 tabella DPR
n. 131/86;

CLAUSOLA COMPROMISSORIA

41) GESTIONE DELLE CONTROVERSIE: Ogni eventuale controversia riguardante


l’interpretazione ed alla esecuzione del presente accordo sarà sottoposta alla
decisione di 03 (tre) arbitri scelti uno per ciascuna delle parti ed il terzo di
comune accordo dai primi due;

42) DISACCORDO TRA GLI ARBITRI In caso di disaccordo tra gli arbitri, è il
Presidente della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura
della regione del foro competente, che provvederà anche per la parte che
rifiutasse di farlo;

43) DECISIONE BASATA SULL’EQUITA’: Gli arbitri decideranno in merito


secondo equità, inappellabilmente e senza formalità di procedura, secondo il
rito dell'arbitrato libero, entro il termine di 90 giorni dalla costituzione del
Collegio;

FORO COMPETENTE

44) FORO: Il foro competente è quello di ( ) _______________, ( )


_____________ o ( ) ______________;

GESTIONE DEL RAPPORTO

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45) SCIOGLIMENTO DEL CONTRATTO: Ai sensi dall’art. 2.179 e 2.180 del C.C.,
ciascuna delle parti potrà sciogliere del contratto qualora accadessero fatti tali
da non consentire la prosecuzione del rapporto;

46) COSTI INSOPPORTABILI: Al senso dell’art. 2.180 del C.C., si considera


impedimento alla prosecuzione del contratto la sopravvenienza di costi
insopportabili per ciascuno dei contraenti, ma principalmente l’aumento dei
costi d’acquisto di mangimi, medicinali, vaccinazioni e manodopera a carico
del soccidario. Lo scioglimento del contratto a causa di questi fattori
garantisce al soccidario il diritto di rifiutare nuovi carichi di capi;

47) APPLICAZIONE DEGLI USI: A norma del disposto nell’art. 2.187 del C.C., gli
usi si applicano solo nei casi in cui le materie siano state espressamente
disposte dal Codice Civile o dal presente rapporto;

Città: _________________( ), il ___/___/20___

IL SOCCIDANTE

IL SOCCIDARIO

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RINGRAZIAMENTI

Per prima, ringrazio a Dio, a Gesù e alla Madonna “Nossa Senhora de


Aparecida”, perché senza quest'appoggio spirituale, nulla avrebbe realizzato,
non solo riguardo alla mia vita in Italia, ma anche alla mia cittadinanza.

Cintia Galdino de Oliveira Costa Marques, mia moglie, speciale ed unica


compagna, che ha la tolleranza e la sensibilità per sentirmi, ha accettato
sognare i miei sogni e farli i propri... e nonostante le difficoltà che questi sogni
ci hanno messo nella vita;

Daniel Estevam Galdino Costa Marques e Rebecca, miei figli, i motivi al quale
faccio la dedica dalla mia cittadinanza italiana;

Alberto Berlendis, mio padrino, quello che mi ha insegnato i valori del lavoro,
dell'onestà, del carattere, dalla perseveranza e dello studio

Giorgio Daniel, mio datore di lavoro, il lavoro che mi ha permesso studiare,


imparare e capire tutto che lo so sulla soccida e che risulta in questo libro.

Grazie e tutti, di cuore.

Estevam Del Nero


L'autore

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SULL'AUTORE

Estevam Luiz Del Nero Costa Marques, è cittadino italo-brasiliano nato a São
Paulo (SP) nell'anno 1.964.

Ha iniziato i suoi studi, laurea in giurisprudenza nella Facoltà di Giurisprudenza


di Itu – SP, Brasile il 1.982, concludendo l'Università il 1.987 nella Università
Metropolitanas Unidas a São Paulo – Brasile.

Ha ottenuto l'approvazione nell'esame dell'Albo dei Avvocati Del Brasile il


1.988 ed ha ricevuto il numero di ordine dell'Albo n. 91.320 (SP).

Ha assunto molte funzione nell'amministrazione pubblica brasiliana, tutte in


ragione di approvazione in bando di concorsi pubblici, ed ha iniziato la carriera
come ufficiale giudiziario

Negli ultime 22anni è Guardia di Finanza della Regione di Mato Grosso nel
Brasile.

In Italia, per invito di un Gruppo di Aziende ha assunto varie funzione, da


analista di sistemi ad consulente amministrativo, giuridico ed aziendale. Ha
lavorato come “coatching” e consulenza motivazionale.

Padre di due figli, ha vissuto in Italia per più di due anni.

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