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Nel 1986 nasce il saggio della Scott: il genere un utile categoria di analisi storica.

… Il genere si usa come referente grammaticale ( per indicare il maschile, femminile e neutro) , facente riferimento al
sesso potrebbe significare un’ironia in altre circostanze è un errore …

La Scott sostiene che, codificare il significato del termine genere è un errore commesso da molti individui
ed enti, in quanto è stato dimostrato che il significato del termine genere è mutato nel corso della storia.

In America c’era un dibattito, un interesse sulla storia delle donne, sull’introduzione di questo nuovo
soggetto nella storiografia. Inizialmente si parlava di una storia delle donne differente da quella degli
uomini, inteso come una parziale relazione, in questo frangente ricordiamo il saggio americano Here
History ( la storia di lei, basta parlare degli uomini! bisogna parlare delle donne! ). Successivamente la Scott
osservò che il termine “genere” veniva accettata nell’ambito accademico per spiegare un significato
“neutrale” . Si riferisce ad una storiografia relazionale : cioè l’organizzazione sociale (rapporti reali nei vari
ambiti: lavoro, famiglia; e culturali: simboli ) nel rapporto tra i sessi ( culturalmente: immaginario, i simboli,
le identità così come vengono accettata). Le esigenze di questa storiografia era quello di integrare alle due
categorie di classe e razza, la categoria di genere per conoscere la società con le sue differenze e gerarchie
interne ( per conoscere la storia degli oppressi e il significato o la natura della loro oppressione ).

In questa fattispecie la Scott individua gli approcci teorici delle teorie femministe ( inizi degli anni 80’ e
prima metà degli anni 80’ ), che le definisce nel seguente modo :

1. Teoria del Patriarcato: il quale fonda le sue radici sulle differenze biologiche tra uomo e donna con le
quali fanno risalire le dinamiche di dominio dell’uomo sulla donna.

2. Teoria marxista ( si evince la struttura economica, e gli altri aspetti viste come sovrastrutture dipendenti
dalla prima ), sudditanza della donna all’uomo per una questione economica.

3. Psicoanaliste avevano come oggetto il rapporto fisico ( bambini ).

1. Teoria del Patriarcato

Mary O’ Brien si mosse sulla falsariga di Engels ( il patriarcato precede il capitalismo, nel mondo classico,
nell’età moderna, medioevo ) focalizzava la sua osservazione sulla riproduzione; l’uomo sottometteva la
donna per fuggire dal suo stato di alienazione istaurando il patriarcato ( l’uomo trasmetteva il proprio
sangue, il proprio cognome al figlio ). Shulamith Firestone si rifaceva in una prospettiva materialista,
meccanizzare la riproduzione ( fecondazioni assistite ). Chaterine MacKinnon metteva in evidenza
l’oggettivizzazione sessuale come primo passo della sottomissione della donna.

In questa tesi c’erano degli elementi reali individuati dal patriarcato, ma il tutto si riduce nell’essenzializzare
l’aspetto biologico per determinare i rapporti di potere ( la quale si presenta immutabile ). In realtà i
rapporti di produzione, sessuali sono cambiati nella storia. Queste teoriche del patriarcato non davano una
spiegazione su come si dovesse passare da altre , a quella del lavoro, istruzione, diritti politici tra i due sessi.

2. Teoria Marxista

Heidi Hartmann riprende il discorso di Engels, il patriarcato è autonomo rispetto al sistema capitalistico.
Joan Kelly ( The Doble Vision of feminist theory ) definiva il genere e il capitalismo come elementi
interconnessi ma ciascuno dominato da una logica propria, per produrre esperienze sociali e storiche. Il
pensiero della donna di rimanere all’interno del pensiero marxista l’ha spinta a enfatizzare il ruolo causale
dei fattori economici anche nel sistema di genere. Power of Desire, un volume di saggi pubblicato nel 1983
influenzate dalle crescente attenzione rivolta alla sessualità di Michel Foucault, dove al centro
dell’attenzione si mette il desiderio come molla dell’agire umano. Tra i partecipanti ricordiamo l’
intervento di Jessica Benjamin che consigliava di studiare non solo le dinamiche economiche, ma anche le
componenti erotiche e fantastiche della vita umana: intese come forze, ugualmente efficaci ( non
sovrastrutture determinati dalla struttura economica ) di determinare i sistemi sociali ( si parla di
rivoluzione sessuale ). Secondo la Scott gli interventi avanzati dalle studiose erano interessanti, ma alla fine
finivano a relegare il genere come sottoprodotto dell’economia marxista ( la risposta si celava dietro la
rivoluzione socialista, l’ascesa dell’operaio, abbattere il capitalismo maschilista ).

3. Teoria delle Psicoanaliste

La scuola anglo – americana operanti nell’ambito delle teorie delle relazioni oggettuali ( i teorici si
occupano delle esperienze concrete: il bambino vede, sente ) e quella del post – strutturalismo francese (si
incentrata nell’ambito simbolico).

Scuola Anglo – Americana: una delle principale teoriche di questa scuola è la Chodorow la quale si occupò
della divisione familiare del lavoro e la concreta assegnazione dei compiti di ciascun genitore. Considera
poi, se i genitori fossero più presenti, il dramma edipico sarebbe differente. La Scott critica questa tesi
ideologica, in quanto non fagocita descrizioni esaurienti. Innanzitutto parla di questa divisione “
tradizionale” del lavoro tra i due sessi: l’uomo lavora all’esterno dell’ambiente domestico, le donne al suo
interno. Non viene specificata la natura di questa formazione, poi non tiene conto delle altre differenze tra i
sessi di natura economica, politica, sociale. Altresì questa associazione del potere con la virilità il quale si
manifesta nella forma stante alla diversificazione del lavoro familiare ( il padre domina la madre), pertanto
il bambino manifesta sempre questa associazione ? Sia al di fuori della famiglia nucleare, che in una
situazione dove i ruoli di marito e moglie sono equamente ripartiti?

Lacan ( riprende da Freud la potenziale bisessualità di ogni individuo, l’identità sessuale è frutto di una
costruzione, educazione, processo di formazione della sessualità. Non è qualcosa definito in ambito
biologico, quindi interessa il pensiero femminista che vuole interdire il determinismo biologico ). Il
significante centrale per Lacan è il fallo in senso metaforico, sinonimo come autorità paterna, legge,
norma. Nell’ordine simbolico era molto chiara questa identificazione es. padre significava legge, madre
significava cura. Lui notava che i rapporti con tra i rispettivi figli e il padre era differente: la figlia prova
amore ( ma non potrà mai diventare come il padre ), mentre il figlio vede nel padre come un modello da
imitare. Come si è arrivato a determinarsi nella propria identità sessuale ? Reprimendo e rimuovendo tutto
quello che apparteneva all’ordine simbolico dell’altro sesso. Quindi identificandosi in un ordine di simboli
confacenti al proprio essere. Ciononostante portiamo dentro, nell’inconscio, la parte repressa dell’altro
sesso, il quale viene censurata dalla norma ( paterna o materna a seconda del sesso di riferimento). Le
teorie femministe come quelle di Sally Alexandre, Carol Gilligan, partendo da Lacan realizzavano un
irreducibile alterità dei sessi, una continua contrapposizione tra i due sessi ( la negazione di se stessi ).
Quello che Denise Riley chiama “ la terribile apparente costanza della polarità sessuale” .

La Scott critica il pensiero di Lacan e delle lacaniane, non può avere valore di uno strumento di analisi
storica perché non spiega il mutamento dei rapporti di genere in contesti diversi, tende ad essenzializzare
questa contrapposizione binaria, anziché capendo quando nasce nella storia la categoria di “donna”.
La teoria della Scott

Genere: è un elemento costitutivo delle relazioni sociali fondate su una cosciente differenza tra i sessi.

La Scott da una propria teoria sul genere ed individua quattro sottogruppi.

Il Genere ha due aspetti: da un lato è un elemento costitutivo delle relazioni sociali, dall’altro per quella
parte che è fondata sulla differenza percepita fra sessi (cioè senza dire che questa differenza sia oggettiva,
lo studio della biologia ha cercato di differenziare i due sessi, ma non sussiste una differenza ben definita vi
troviamo una mescolanza di geni maschili e femminili, nella vita quotidiana osserviamo direttamente le
caratteristiche di alcuni uomini come femminili e viceversa. Certe differenze hanno una loro base, ma sono
state elaborate culturalmente, storicamente, quindi non c’è un “vero” determinismo biologico in quanto
non possiamo dire che tutti gli uomini o tutte le donne, distinguendosi in base al sesso, si diversificano in
base a determinate caratteristiche solo perché “sono maschi o femmine” es. un lavoro prettamente
maschile o femminile oppure un ruolo sociale, essi cambiano a seconda delle culture di riferimento). Sulla
differenza dei sessi percepita, il genere stabilisce delle caratteristiche nelle relazioni, ed è anche il genere il
fattore primario nella manifestazione di potere. Ad esempio Maurice Godelier dice, nelle società semplici in
cui non ci sono differenze di classe, la prima differenza va ricercata nel gruppo delle donne e degli uomini,
questo viene visto come differenza dei rapporti di potere o complementarietà ( es. gli irochesi, esplicati da
Morgan, uno dei primi antropologi che operavano sul campo, notò una complementarietà tra le donne la
quale partecipava al consiglio degli anziani, la discendenza in alcune tribù era matrilineare. Quanto
concerne il resto viene mitizzato l’immagine della ginecocrazia della donna citato dal matriarcato primitivo
di Bachoufen ).

Cosa dobbiamo studiare per far emergere le asimmetrie uomo/donna ?

1. Simboli Culturali, che spesso sono organizzati per coppie di opposti ( es. Eva simbolo del peccato
originale, pericolosa, e Maria come castità, pertanto abbiamo una dialettica: tipo e controtipo ). Bisogna
chiedersi come queste figure profonde agiscano nella rappresentazione della donna e dell’uomo (es. da
Maria ad Eva, arriviamo al 1800 con Lombroso il quale nota nel suo trattato la criminalità della donna
individuata per la maggiore nella prostituzione rispetto alla criminalità ).

2.Concetti normativi: sono in ambito religioso, scientifico, giuridici, politici ( le cose che dobbiamo
studiare, per una storia di prospettiva di Genere ). La Scott dice che in ciascun momento in cui inseriscono
dei modelli di tipo giuridico, religioso, etc. il potere tende a presentarlo sempre sulla natura ( es. quando
facciamo un uso sconsiderato del nostro corpo andiamo contro – natura, o la costituzione italiana quando
fa riferimento alla famiglia: la famiglia è naturale. La famiglia è unica, per natura è così, unica fissa e
immutabile ) o nel caso della chiesa (andiamo contro il creazionismo ).

3. In quale dimensione bisogna analizzare il genere? Non solo nell’ambito dei sistemi di parentela ( sull’
aggregato domestico e sulla famiglia come basi dell’organizzazioni sociali ) anche nel mercato del lavoro (in
primis in quanto Scott è una socialista, una studiosa del lavoro, individua un mercato improntato sulla
segregazione sessuale ), l’istruzione ( gli istituti che accolgono un sesso, oppure ambedue i sessi ), il sistema
politico ( il suffragio universale ).

4. L’ identità soggettiva : Si rende conto della discrepanza tra le norme astratte (o anche delle
rappresentazioni culturali o religiosi ) che dominano un determinato contesto storico ( es. inquisizione ), e i
percorsi di vita delle donne/uomini reali [ es. una donna che si traveste da uomo nel periodo
dell’inquisizione, tutti la conoscono, ma per il fatto che lei si vesta da uomo non risulta un problema. In
altre circostanze siffatte pratiche sarebbero decodificate in un reato da parte dell’inquisizione ( insomma
egli non sono necessariamente dei ribelli oppure degli eroi )]. Pertanto bisogna studiare le esperienze reali
delle persone e confrontarle con le norme. Risulta chiaro che il quadro normativo, istituzionale, politico,
influenzano le persone reali ( anche se non si adeguano passivamente ) però hanno sempre un loro livello
di relazione, di trasgressione, interpretazione.

In definitiva sottolinea la Scott l’importanza del genere nel campo della storia politica. il pensiero politico
è intriso di metafore di genere, ed è trattato in maniera diversa. Ad esempio nell’opera di Jean Bodin c’è
questo continuo comparare: il buon governo dello stato con l’autorità “paterna” della famiglia. Come se
queste due dimensioni si rafforzassero l’una con l’altra. Se tu fossi un bravo padre di famiglia ( sui figli,
servi, moglie ), potresti adottare gli stessi metodi per un buon governante. Oppure si
delegittimava/difendeva un monarca utilizzando stereotipi di genere.

Inoltre una costruzione politica “maschilista” può fondare le sue radici come opposizione al modello
femminile ( es. nella Germania nazista/fascismo/stalinismo o il trionfo di Khoemyni in Iran, i governanti
emergenti hanno legittimato il dominio, la forza, l’autorità centrale e il potere di governo come maschili. Gli
oppositori, gli autsiders, i sovversivi e i deboli come femminili. Inoltre hanno travasato questa codificazione
in leggi: interdizione della partecipazione politica, aborti fuori legge, esclusione delle madri dal lavoro
salariato, imposizione delle norme sull’abbigliamento femminile. Tali leggi mettevano a loro posto le
donne, oppure tra il welfare state e paternalismo). In altri casi: i gruppi anarchici, i socialisti utopisti, i
sansimonisti teorizzavano e sperimentano l’uguaglianza tra i sessi. Altre volte: il riferimento tra genere e
potere non è esplicito (es. la descrizione dei lavoratori all’interno del concetto di classe ottocentesco
delineati dalla classe media con tratti femminili, dai leader laburisti come mascolini ) qui rientra la bravura
dello storico atto a decodificarli (es. Nel periodo fascista si associavano le unità geografiche con termini
metaforici al “femminile” in un connubio tra ITALIA/AFRICA era intesa come madre/donna, donna recepita
come modello di sottomissione). La Scott alla fine del suo saggio definisce uomo e donna come categorie al
tempo stesso vuote e sovrabbondanti. Vuote perché non hanno un significato fisso e definitivo ( es. noi
possiamo identificare la classe marxista in maniera precisa, sono quelli che determinano i rapporti di
produzione. Non possiamo dare una identificazione precisa di donne, ci sono tante, e si fondano su deboli
fondamenta: come quella biologica ( capacità riproduttiva ), qui non tutte le donne sono fertili ( alcune
sono sterili, così per l’uomo ). Sovrabbondanti: anche quando sono definite, esse nascondono altri
significati: che sono stati censurati, rimossi, soppressi ma che ci sono potenzialmente.

La Scott vuole smontare degli stereotipi, che vuole combattere delle discriminazioni, non solo sul campo
sociale ma anche in quello simbolico/culturale per una società più giusta in cui lei dice: è importante
parlare di genere, ma è altrettanto parlare di classe e razza ( sic ).

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