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Con la presente le sottoscritte associazioni correnti in Grottaglie/ San Marzano

di S.G. :

● Presidio permanente "no discariche" sito il località La Torre


-Caprarica, nella persona del portavoce provvisorio Sig.ra Giuseppa
Arcadio, con domicilio eletto in via Battista n° 24,in Grottaglie(TA) 74023
;

● Azione Cattolica Italiana- Parrocchia San Carlo Borromeo, nella


persona del presidente Sig.Rocco Lonoce, con sede in via Castriota n° 4
in San Marzano di San Giuseppe ( TA) 74020;

● Associazione Pro-Loco "Marciana" nella persona del presidente


Sig.ra Genoveffa Sapio, con sede in via Macchiavelli n° 18/B in San
Marzano di San Giuseppe (TA) 74020:

● Associazione Camini, nella persona del presidente Sig. Tony Liuzzi ,


con sede in via Battista n ° 24 in Grottaglie (TA) 74023 ;

● Associazione Sud in Movimento, nella persona del presidente Sig.


Ciro D'Alò, con sede in via Piave 19, in Grottaglie ( TA) 74023 ;

● Associazione Insieme-liberamente, nella persona del presidente Sig.


Cosimo Gallo, con sede in via F. Petrarca n° 16, in San Marzano di San
Giuseppe (TA) 74020;

● Biblioteca Parrocchiale di San Marzano di San Giuseppe, nella


persona dell'Avv. Enza Gigante, componente del consiglio direttivo,
all'uopo delegata, con sede in via Roma n°23, in San Marzano di San
Giuseppe (TA) 74020;

● Movimento pro-centro storico, nella persona del responsabile


Ing.Salvatore Scatigna, con sede in via Dipalma n° 4 , in
Grottaglie(TA) 74023;

● Circolo cacciatori "Giorgio Skanderberg", nella persona del Sig.


Giovanni Rochira, quale socio all'uopo delegato, con sede in via Roma, in

San Marzano di San Giuseppe (TA) 74020;

● Associazione culturale “Informa” nella persona del suo


rappresentante Cassese Gianpaolo , con sede in via Vitt. Emanuele II n°7
Grottaglie 74023;

• Circolo ARCI Grottaglie, nella persona del presidente Marzia Benicchi,


con sede in via Corrado Mastropaolo n° 123, 74023 Grottaglie;

PREMESSO

Che in merito al procedimento autorizzativo e agli atti relativi alla


progettazione, realizzazione e approvazione del III° lotto – Nuova
discarica per rifiuti speciali non pericolosi in località La Torre-Caprarica
(Grottaglie) - è stata interessata la Procura della Repubblica di Taranto.
Sono al vaglio della citata Autorità Giudiziaria i seguenti fatti :

In data 12.12.2003 la Ecolevante S.p.A. presentava alla Provincia di


Taranto un’istanza per l’approvazione del progetto di “ampliamento in terzo
lotto della discarica per rifiuti speciali non pericolosi” già sita in Grottaglie alla
località La Torre Caprarica (cfr. progetto esecutivo, All. 1).
Il conseguente iter amministrativo si concludeva con la determinazione n.
173 del 3.11.2005, con la quale il dirigente del settore ecologia ed ambiente
della Provincia di Taranto approvava il progetto ed autorizzava l’esercizio del
terzo lotto della discarica.
Nella relazione allegata al progetto esecutivo di “ampliamento in terzo lotto
della discarica per rifiuti speciali non pericolosi” v’è, per cominciare, un
apposito paragrafo contenente la descrizione dell’ “area di studio” (All. 1).
Ivi si legge che: “l’area della Ecolevante S.p.A. ricade nei limiti amministrativi
del Comune di Grottaglie in località Caprarica, adiacente alla piattaforma per la
selezione e l’inertizzazione di rifiuti speciali non pericolosi, di cui costituisce il
naturale completamento, nonché all’attuale discarica per rifiuti speciali, della
quale si intende proseguire l’attività con l’iniziativa in esame. … E’ confinante
con la discarica di seconda categoria tipo B per rifiuti non pericolosi in
esercizio, di cui la stessa azienda, Ecolevante S.p.A., è concessionaria
autorizzata. … Non sono presenti, in un breve raggio di distanza, centri abitati
nell’intorno … e non sono rilevabili particolari caratteri di emergenza
ambientale”.Tale rappresentazione dei luoghi, però, contrasta con la
obbiettiva ed evidente situazione del sito in oggetto,situazione che ha così
alterato la corretta valutazione degli organi tutori, determinando l’esito
accoglitivo di un’autorizzazione, che a parere degli esponenti, appare
fortemente discutibile.
Il cosiddetto “terzo lotto”, infatti, viene discutibilmente qualificato come
ampliamento di una preesistente discarica, da tale fatto, ne deriva una
evidente economicità , sia per ciò che riguarda la realizzazione, che per
quanto attiene alla valutazione d’impatto ambientale. Quanto precede, oltre
che dallo stato dei luoghi, risulta evidente dalla nota del 6.7.2004, prot. N.
46009, della Provincia di Taranto – servizio ecologia ed ambiente, con cui, pur
essendo il terzo lotto sprovvisto di sistema di recupero del biogas (di cui, invece,
è dotata la discarica preesistente) e nonostante la ragguardevole distanza che
intercorre fra lo stesso e la discarica preesistente (con la conseguente inutilizzabilità,
per il funzionamento del primo, dei pozzi per il controllo delle acque, delle strutture ed

infrastrutture tutte di cui è dotata la seconda), si comunicava che: “il Comitato


Tecnico ritiene che la discarica è effettivamente provvista di sistemi di
recupero del biogas, e pertanto è in grado di ricevere rifiuti speciali non
pericolosi secondo le leggi vigenti e secondo le deroghe previste a tal
proposito” (All. 2).
In verità, il cosiddetto “terzo lotto” altro non è che una nuova e diversa
discarica, autonoma rispetto a quella preesistente e da cui risulta separata,
peraltro, dalla strada provinciale Carosino – Francavilla Fontana.
Il dato, non agevolmente evincibile dalla documentazione planimetrica allegata
al progetto esecutivo della Ecolevante (sic!), emerge però chiaramente dalla
planimetria della città di Grottaglie prodotta in uno al presente atto (All. 3) ed
era stato correttamente rilevato, invece, in prima battuta anche dal Comitato
Tecnico della Provincia di Taranto nella determinazione n. 2145 del 16.4.2004,
dove si legge: “Il Comitato Tecnico esaminata la pratica ed in particolare la
tavola esplicativa n. 3, rileva che tra la discarica già autorizzata ed il terzo
lotto richiesto come ampliamento, esiste la strada statale n. 603 (Francavilla -
Carosino).

Tale fatto mette in evidenza che il progetto non può essere riferito ad
ampliamento della discarica esistente ma deve riferirsi al progetto di
nuova discarica posizionata vicina a quella esistente. Pertanto il
Comitato Tecnico si esprimerà sul progetto solo dopo la presentazione della
domanda conforme a quanto evidenziato in premessa …” (All. 4).
E’ inutile dire che, agli scriventi, appare necessario verificare che tale
domanda sia stata realmente presentata dalla società istante, certo è che, il
progetto di “ampliamento in terzo lotto della discarica controllata per rifiuti
speciali non pericolosi” (id est, nuova discarica, fisicamente, topograficamente e
strutturalmente autonoma rispetto a quella preesistente) veniva comunque approvato
(sic!).
Quanto alla compatibilità ambientale del progetto proposto dalla Ecolevante
S.p.A., nella – già citata – relazione esplicativa si legge che: “non sono
presenti in un breve raggio di distanza centri abitati nell’intorno … e non sono
rilevabili particolari caratteri di emergenza ambientale”.
Anche tale attestazione, tuttavia, è clamorosamente smentita dalla realtà.
Il territorio individuato per la realizzazione della discarica è, infatti, “ubicato in
un caratteristico paesaggio attraversato da gravine, distante in linea d’aria
meno di km. 1 da Masseria Vicentino ove è noto un insediamento archeologico
di notevole importanza, per questo sottoposto a vincolo ai sensi della L.
1089/1939, e sul quale sono in corso da anni ricerche congiunte condotte dalla
Soprintendenza in collaborazione con l’università di Bari. Inoltre la cava è
limitrofa al tratto viario della Via Appia Antica” (nota Ministero per i beni culturali ed
ambientali – Soprintendenza archeologica della Puglia n. 16787 del 29.7.1998, (All. 5).

Ed inoltre nel raggio di 2 km. dal sito prescelto sono presenti:


● il Santuario rupestre Madonna delle Grazie che, sito a circa 1 km. dal
terzo lotto e risalente all’XI – XII sec., riveste un assoluto interesse
storico, culturale, archeologico e paesaggistico, tanto da costituire
l’oggetto di una monografia dal titolo: “Dalla Defensa di San Giorgio alla
lama della Madonna delle Grazie”, pubblicato da Mons. Cosimo Damiano
FONSECA previe ricerche finanziate dall’U.E.
● la cooperativa “Amici”, che assolve finalità di recupero di soggetti
diversamente abili e gestisce una casa famiglia per giovani socialmente
disagiati;
● numerose abitazioni civili;
● una condotta idrico – potabile dell’Acquedotto Pugliese, che corre proprio
lungo il confine del terzo lotto (cfr. planimetria All. 3b).
Ma ancora una volta, nonostante tale obbiettiva ed ineludibile verità:
● nel parere favorevole del Comitato Tecnico istituito presso la Provincia di
Taranto del 6.7.2004, n. 4600 (All. 2), si afferma che: “per quanto
riguarda le principali componenti ambientali, suolo, sottosuolo, comparto
idrico sotterraneo, atmosfera, il progetto si ritiene esaustivo”;
● nella determinazione n. 242 del 7.7.2004 del Dirigente del settore
ecologia della Regione Puglia (All. 7) addirittura si afferma che: “Non
sono presenti habitat od ecosistemi particolari tali da essere in qualche
modo negativamente impattati dall’attività prevista”, facendosi persino
riferimento a una “distanza ragguardevole dai centri abitati”;
● nella conferenza dei servizi del 9.2.2006 (cfr. verb. All. 8) il rappresentante
del Dipartimento di prevenzione dell’A.U.S.L. TA/1, Unità operativa di
Grottaglie, “ribadisce che il parere favorevole alla realizzazione del
terzo lotto così come già espresso dall’U.O. di Grottaglie, ritenendo la
discarica, così come localizzata, estremamente sicura sotto l’aspetto
igienico-sanitario”;
con la determinazione n. 173 del 3.11.2005, infine, viene approvato il
progetto presentato dalla Ecolevante S.p.A. e definitivamente autorizza
l’esercizio del terzo lotto della discarica (All. 9) in spregio alle contrarie
evidenze sopra segnalate.
Quello che ancora più suscita incredibile stupore è che tale ultimo
provvedimento, oltre ad essere fondato su risultanze istruttorie
manifestamente contrastanti con la realtà , è risultato meritevole di di
approfondimento proprio in relazione alle molteplici disposizioni di legge e
regolamenti.
Infatti:
● l’art. 163 del regolamento di igiene e sanità pubblica del Comune di
Grottaglie, al comma 3, stabilisce che: “Le discariche di II categoria di
tipo B (…) devono essere ubicate alle seguenti distanze: km. 2 dalle
ultime abitazioni del più vicino centro urbano; a distanza di sicurezza
dal più vicino insediamento rurale regolamentare abitato o adibito a
lavorazioni agricole e/o allevamenti; da strade statali e da strade
provinciali; km. 2 da insediamenti produttivi, da impianti adibiti allo
sport, ad attività ricreative, a campeggi, villaggi turistici ed alberghieri”
(All. 10);
● l’art. 2.1, comma 2, dell’allegato 1 al D. L.vo 13.1.2003, n. 36
(Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti), prevede
che: “Per ciascun sito di ubicazione devono essere esaminate le
condizioni locali di accettabilità dell'impianto in relazione a:
o distanza dai centri abitati;
o collocazione in aree a rischio sismico di 2^ categoria così come
classificate dalla legge 2 febbraio 1974, n. 64, e provvedimenti
attuativi, per gli impianti di discarica per rifiuti pericolosi sulla base
dei criteri di progettazione degli impianti stessi;
o collocazione in zone di produzione di prodotti agricoli ed alimentari
definiti ad indicazione geografica o a denominazione di origine
protetta ai sensi del regolamento (CEE) n. 2081/92 e in aree
agricole in cui si ottengono prodotti con tecniche dell'agricoltura
biologica ai sensi del regolamento (CEE) n. 2092/91;
o presenza di rilevanti beni storici, artistici, archeologici”.
● l’art. 2.1, ult. comma, dell’allegato 1 al D. L.vo 13.1.2003, n. 36
(Attuazione della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti), prevede
che: “Per le discariche di rifiuti pericolosi e non pericolosi che
accettano rifiuti contenenti amianto (quale quella del caso di specie, come
risultante dall’allegato alla “A” della Det. Dir. N. 173 del 3.11.2005, All. 9), deve
essere oggetto di specifico studio, al fine di evitare qualsiasi possibile
trasporto aereo delle fibre, la distanza dai centri abitati in relazione
alla direttrice dei venti dominanti. Tale direttrice è stabilita sulla base
di dati statistici significativi dell'intero arco dell'anno e relativi ad un
periodo non inferiore a 5 anni”;
● l’art. 8, comma 7, L. 8.7.1904, n. 381 vieta in modo assoluto ed a
chiunque
di “far depositi di letame, concimi, calci, rifiuti, immondizie a distanza
minore di metri 60 dall’asse dell’acquedotto …”;
Tutto ciò, ovviamente, è avvenuto nonostante l’art. 30 D. L.vo 3.4.2006, n.
152
avrebbe imposto agli organi incaricati della “istruttoria tecnica sui progetti di
cui all’art. 23” di:

1. accertare la completezza della documentazione presentata;

2. verificare la rispondenza della descrizione dei luoghi e delle loro


caratteristiche ambientali a quelle documentate dal proponente;

3. verificare che i dati del progetto, per quanto la produzione e gestione di


rifiuti liquidi e solidi, le emissioni inquinanti nell'atmosfera, i rumori ed
ogni altra eventuale sorgente di potenziale inquinamento, corrispondano
alle prescrizioni dettate dalle normative di settore;

4. accertare la coerenza del progetto, per quanto concerne le tecniche di


realizzazione ed i processi produttivi previsti, con i dati di utilizzo delle
materie prime e delle risorse naturali;
5. accertare il corretto utilizzo degli strumenti di analisi e previsione, nonchè
l'idoneità delle tecniche di rilevazione e previsione impiegate dal
proponente in relazione agli effetti ambientali;

6. individuare e descrivere l'impatto complessivo della realizzazione del


progetto sull'ambiente e sul patrimonio culturale anche in ordine ai livelli
di qualità finale, raffrontando la situazione esistente al momento della
comunicazione con la previsione di quella successiva”.

Quanto riportato innanzi, come detto, è attualmente al vaglio della


magistratura penale, la quale, oltretutto, è già stata interessata,
tanto che ad oggi vi sono altri processi penali pendenti , che vedono
coinvolta la Società di Gestione in questione.
Gli odierni deducenti, proprio da tali fatti, partono per significare quanto di
seguito si evidenzierà al fine di vedere negata la concessione della
Autorizzazione Integrata Ambientale (da ora innanzi AIA) che secondo quanto
previsto dalla D.Lgs. 59/ 2006 può essere sospesa e revocata in caso di
violazione della normativa relativa alla gestione degli impianti e della normativa
ambientale.
Prima di passare alle deduzioni è opportuno fare un breve escursus sul
persorso autorizzativo che ha consentito l’apertura della discarica.
Il consenso alla originaria apertura , fu dato dall’Amministrazione Comunale
di Grottaglie che con delibera n°71 del 13.10 1997 esprimeva “parere
favorevole.....ascoltata la relazione tecnica del Prof. Liberti incaricato dal
comune per la redazione di un esperto parere” , mentre la pratica della Società
di Gestione è stata avviata presso il Comune di Grottaglie nel 1996, con nota
del Sindaco del 12.02.1998 alla Regione Puglia;
Successivamente fu la Regione che deliberò in senso conforme con
provvedimento n°3439 del 31.07.1998;
Di seguito, intervenne la Provincia che deliberò in senso favorevole con
delibera 1303 del 10.11.1998 nella quale si affermava “ l’autorizzazione
potrà essere recovata in qualsiasi momento in caso di qualsivoglia violazione
della normativa vigente in materia ambientale, nonchè delle indicazioni
tecniche contenute nel progetto e formulate dai vari Enti”
In ultimo, fu il Sindaco di Grottaglie nella nota 12.02.1998 ad espimere parere
favorevole. Successivamente veniva autorizzato un II lotto, rispetto al qual la
società di gestione aveva avviato il procedimento per la realizazione di una
“Piattaforma Polifunzionale per stoccaggio e l’inertizzazine dei rifiuti pericolosi
e non” che però non veniva mai realizzata e rispetto alla quale, va detto che, la
Valutazione di Impatto Ambientale è scaduta. Oltrettutto il Consiglio Comunale
con deliberazione n° 5 del 2004 esprimeva parere favorevole solo rispetto
all’ampliamento del secondo lotto di discarica e non rispetto alla Piattaforma.
Rispetto all’iter autorizzativo del III lotto, di cui trattasi, a parte quanto sopra
riportato ed esposto alla Magistratura, va fatto rilevare che alla conferenza
dei servizi a seguito della quale veniva emessa determina n°173/2005 del
Dirigente Settore Ecologia Ambiente con la quale la Provincia di Taranto si
esprimeva favorevolmente rispetto all’apertura del III lotto di discarica, non
venivano convocati ne l’Acquedotto ne il Comune di San Marzano di San
Giuseppe. In realtà essi sono soggetti interessati, il primo, perchè l’impianto in
questione è attraversato da una condotta idrica, il secondo, perchè il III lotto
pur ricadendo in Agro di Grottaglie risulta essere piu’ vicino a sè.
Con delibera n° 24 del 18.10.2007, il Comune di San Marzano di S.Giuseppe,
conferiva alla Giunta Municipale, atto di indirizzo, perchè ad integrazione dei
motivi indicati nella delibera n°41 del 17.09.2007 della Giunta, sostenga
l’annullamento in via di autotutela della determina prima citata e degli atti
confermativi, oltre che della VIA, con riferimento anche alla presenza della
condotta idrica del Pertusillo a ridosso dell’area interessata dal 3° lotto oltre
che l’omessa convocazione alla conferenza di servizio dell’ A.Q.P.
Pertanto oltre a chiedere il diniego dell’ AIA si chiede l'immediato
annullamento in via di autotutela di tutti gli atti autorizzativi della discarica.
Dopo tale doverosa premessa, di seguito vengono formulate le seguenti

DEDUZIONI TECNICHE
In primo luogo va fatto rilevare, che ai sensi dell'art 4 comma 4
del D.Lgs. 59/05, le discariche di rifiuti, soggette ad Autorizzazione
Integrata Ambientale, sono tenute a presentare domanda per il rilascio
dell'A.I.A all'Autorità competente ed a soddisfare i requisiti tecnici di
cui al D.Lgs. 36/2003, pertanto si esprime quanto segue;

PREMESSA

Nella relazione tecnica del progetto esecutivo presentato dalla società


Ecolevante S.p.A. relativamente all’ “Ampliamento della discarica controllata
per rifiuti speciali non pericolosi” (III lotto) nonché nell’”Analisi di Compatibilità
Ambientale” viene dichiarato che “il territorio sul quale insiste l’impianto,
risulta idoneo e non presenta particolari caratteristiche ambientali e
paesaggistiche nel raggio di 2 Km”.
Con la presente relazione, si vuole porre l’accento su una serie di aspetti
tecnici, che a nostro avviso sono stati trascurati o trattati marginalmente.
La superficie destinata all’ ”Ampliamento della discarica (III lotto) per Rifiuti
Speciali della Ecolevante S.p.A.” ricade in un’area con particolari valenze
paesaggistiche, agricole, archeologiche, culturali nonché caratterizzata dalla
presenza di “edifici di tipo sparso” ad uso residenziale e agricolo.
INQUADRAMENTO URBANISTICO E TERRITORIALE
(D.Lgs.36/2003)

L’area di proprietà della Ecolevante S.p.A. ricade nel territorio comunale


di Grottaglie e risulta censita in Catasto al foglio di mappa n. 77 con numero di
particelle 89-93-94-176 e al foglio n.83 con numero di particelle 22-25-26-
101-102-103-104-105-152-160-162-163-173-174-177-178-197-302-303-304.
Sul vigente P.R.G. le predette aree del foglio di mappa 77 sono tipizzate con
la lettera “E” (zone agricole) mentre le particelle del foglio 83 sono tipizzate
con la lettera “Ec” (zona agricola utilizzabile a cave di tufo).
Come si evince dagli allegati “Certificati di destinazione urbanistica”
(all.11), le particelle facenti parte del foglio di mappa n. 77 “ricadono
nell’ambito delle aree di pertinenza dei vincoli del PUTT approvato con la
Deliberazione della Giunta Regionale n. 1748 del 2000 e pertanto soggette a
specifiche norma di tutela”. In particolare le particelle n. 89-93-94-176 del
foglio di mappa 77 sono gravate da vincoli idrogeologici ed identificati come
macchie (ambiti territoriali distinti del PUTT/P) e ricadenti “nell’ambito D”
(ambito territoriale esteso del PUTT/P).
Per quanto riguarda le particelle n. 22-25-26-101-102-103-104-105-152-160-
162-163-173-174-177-178-197-302-303-304, facenti parte del foglio di
mappa n.83, sul quale insiste il III lotto, come specificato nell’allegato
“Certificato di destinazione urbanistica” (all.11), “non sono direttamente
interessate da vincoli del PUTT approvato con Deliberazione della Giunta
Regionale n. 1748 del 2000, ma ricadono nell’ambito delle aree annesse a
quelle di pertinenza, anch’esse soggette a specifiche norme di tutela previste
dallo stesso PUTT”.
La suddetta area ricade tra l’altro nel bacino di completamento “ID 158”
Grottaglie - San Marzano di S.G. (tavola P.R.A.E. 2- allegato 12)., individuata dal
Piano Regionale delle Attività Estrattive (P.R.A.E.) e interferisce con il Parco
Regionale “Terra delle Gravine”.
Per dette aree si applicano le norme stabilite per il Parco Regionale, come si
legge nelle norme tecniche di attuazione del P.R.A.E alla pagina 10969 e nella
tabella 10976 ed è fatto divieto di aprire cave ai sensi dell’articolo 4, comma
7, della “legge regionale del 2005”.
Come è noto, in fase di realizzazione del III lotto si sono resi necessari scavi e
movimenti di terra del tutto analoghi alle attività consuete nella coltivazione di
cave di tufo.
E’ bene sottolineare inoltre che le “Norme Tecniche di Attuazione” del P.R.G.
vigente prescrivono per le zone tipizzate “Ec” (zona agricola adibita a cava di
tufo) una profondità di sfruttamento non superiore a m. 8 dal piano
campagna.
Va aggiunto che in merito all’ ampliamento, furono emessi una serie di atti che
in prima istanza impedivano la realizzazione, infatti con la nota 22580/ 20
Aprile 2004(All.15) il Comitato Tecnico del Servizio Ecologia ed Ambiente della
Provincia, comunicava che analizzati gli atti doveva non più parlarsi di
ampliamento ma di nuova discarica, pertanto invitava la Società di gestione a
“verificare il perimetro della discarica e dimostrare il rispetto delle distanze dal
centri urbani e da altri insediamenti.
Sempre in merito all’aspetto urbanistico, l’assessorato all’Urbanistica della
Regione Puglia stabiliva “ zona annessa alla macchia censita dal PUTT,
interessata dal Progetto di che trattasi, costituisce , contrariamente a quanto
illustrato nella proposta progettuale, pregiudizio per la prosecuzione dei lavori,
posto che in tale area si applicano i divieti di cui alle “prescrizioni di base”
dell’art 3.10.4 che vietano la realizzazione di discariche di qualsiasi tipo,
essendo possibile, per espressa previsione della norma, i soli progetti
finalizzati al risanamento e/o adeguata sistemazine ambientale finale
congruente con la morfologia dei luoghi” stigmatizzando che “non può farsi
rientrare il progetto della discarica di rifiuti speciali in questione tra gli
interventi di risanamento e/o sistemazione ambientale che la norma
ammette” (All. 18). Tale parere nella determina 242/2004 del Dirigente
Regionale non viene considerato, così come non viene considerato dal
Dirigente dell’area Tecnica del Comune di Grottaglie, che
opportunamente invitato a rivedere il proprio parere, si rifiutava, come
emerge dalla nota n°017835/04 inviata in data 27.08.2004 in risposta
all’Ing. Nicola Giordano( All.17).
Tutte queste vicende, tecnico-formali, ovviamente non riuscivano ad
impedire l’autorizzazione del III lotto, in quanto attraverso una serie
di atti formali, le Amministrazioni , portavano a termine il
procedimento autorizzativo.

INQUADRAMENTO GEOLOGICO-IDROGEOLOGICO
(D.Lgs. 36/2003,R.D.L n° 3267/23)

L’area ove ricade il III lotto della Discarica, si trova in un territorio


carsico, caratterizzato dall’affioramento delle calcareniti a diretto contatto con il
fondo della discarica.
A poca profondità si rinviene il calcare di Altamura. Queste due formazioni
geologiche sono spesso contraddistinte da fenomeni importanti di fratturazione
e fessurazione che determinano una notevole variazione della permeabilità
della roccia da punto a punto, anche in senso verticale.
Difatti vi possono essere delle cavità carsiche o inghiottitoi naturali (che in loco
sono spesso definiti come capoventi), che possono mettere a diretto contatto
la superficie terrestre con la falda acquifera profonda che si trova a circa 100
metri al di sotto del piano campagna.
La geologia dell’area quindi non consente la preservazione delle acque di
falda da un possibile inquinamento.
I rilievi posti poco a Nord-Est del sito possono essere il risultato della possibile
presenza di una faglia diretta (interpretato dalla visione della carta
Neotettonica dell’Italia Meridionale Ciaranfi et alii.), che ha dislocato i terreni
alzando quelli a Nord-Est, e abbassando il blocco a Sud-Ovest, determinando
una morfologia a gradini o spianate.
Tali faglie fanno parte dello stesso sistema di dislocazioni che hanno dato
origine alle Serre Salentine e si interpretano come risposta tettonica alle spinte
indotte dalla catena appenninica sulla piastra Apula (Riccheti e Mongelli 1980).
Questo aspetto assume una importanza fondamentale in quanto la presunta
presenza di questa faglia può avere indotto la formazione di fratture o
dislocazioni associate che favoriscono la formazione di notevole attività carsica
con conseguente creazione di cavità sotterranee, inghiottitoi, aree di orizzonti
cataclasati che favoriscono l’assorbimento delle acque.
Per tale motivo l’aspetto geologico assume fondamentale importanza per la
verifica dell’idoneità del sito ad accogliere una discarica.
L’indagine geologica dovrebbe essere quanto mai implementata alla luce di
queste considerazioni ed in particolare per la presenza di fratture o di cavità
che discriminano certamente il sito dall’accogliere una discarica.
Per questo ultimo e particolare motivo dovrebbero essere condotti studi di tipo
Geofisico (allo stato attuale lo strumento più idoneo è il Georadar, come quello
utilizzato per l’indagine geologica di Gallipoli all’indomani dei vistosi fenomeni
di crollo manifestatesi nella cittadina salentina), implementato da una serie
cospicua di sondaggi diretti di tipo geognostico.
Inoltre, essendo l’area già sede di un’attività di cava dismessa, lo spessore
residuo di calcarenite che sovrasta il Calcare di Altamura (la formazione
rocciosa che maggiormente può avere fenomeni carsici), sarà certamente
basso, quindi non in grado di costituire una barriera geologica a possibili
fenomeni di inquinamento provenienti dalla discarica, che possono
compromettere in maniera irrimediabile la qualità della falda acquifera
sottostante.
Per quanto concerne l’idrografia, l’area del I e II lotto ricade all’interno di un
impluvio naturale, visibile sia facendo un sopralluogo del sito sia dalla lettura
della cartografia (Tavoletta III N.O. “Fragagnano” del Foglio 203 della Carta
Geologica d’Italia edito dall’IGM), che ne evidenzia la presenza di una
incisione.
Il sito del III lotto invece si ubica in corrispondenza di una piccola incisione
(tale considerazione è stata effettuata solo dalla lettura della cartografia IGM, e
dalla lettura delle curve di livello), con possibili fenomeni di passaggio di acqua
durante precipitazioni meteoriche. La falda acquifera esistente sotto la
discarica alimenta una serie di pozzi presenti nella zona a servizio delle
aziende agricole e pertanto l’uso irriguo e domestico dell’acqua di falda,
qualora vi fossero sostanze inquinanti provenienti dalla discarica, costituirebbe
un concreto rischio per le coltivazioni, per gli animali e di conseguenza per
l’uomo.

SITI DI INTERESSE ARCHEOLOGICO


(D.Lgs. 36/2003, D.Lgs.490/99)

Il territorio di Grottaglie è caratterizzato da una eccezionale densità e


varietà di siti archeologici, attribuibile alla particolare conformazione del
territorio e alla sua felice posizione geografica.
Il presente lavoro ha come oggetto l’esplorazione, mediante ricognizione
sistematica diretta del territorio, dell’area inquadrata all’interno del F° 203
della carta I.G.M. (fig. 1) , “immediatamente vicina” al I II e III lotto della
discarica per “rifiuti speciali non pericolosi di tipo B2” della ditta Ecolevante
S.p.A. Importante è stata anche la consultazione della documentazione relativa
al D.P.P. del 2007 per la elaborazione del nuovo P.U.G. e la riperimetrazione del
P.U.T.T. E’ utile ricordare come la Soprintendenza per i Beni Archeologici della
Puglia (Provincia di Taranto), abbia espresso parere negativo circa la richiesta
avanzata dalla società Ecolevante S.p.A. di realizzare una “discarica controllata
di II categoria di tipo B”, quella che oggi tutti conoscono con il nome di “I e II
lotto”. Queste le parole del Soprintendente Regionale (dott. Giuseppe
Andreassi), che così si esprimeva, nella delibera 16787 del 29 Luglio 1998 : “la
cava, …, prescelta per lo smaltimento di rifiuti speciali, appare ubicata in un
caratteristico paesaggio attraversato da gravine, distante in linea d’aria meno
di Km. 1 da Masseria Vicentino ove è noto un insediamento archeologico di
notevole importanza, per questo sottoposto a vincolo ai sensi della L.
1089/1939, e nel quale sono in corso da anni ricerche congiunte condotte dalla
Soprintendenza in collaborazione con l’Università di Bari.
Figura 1. stralcio carta I.G.M.

Inoltre la cava è limitrofa al tratto viario della via Appia Antica, per
quanto nota dalle ricerche topografiche del prof. Arcangelo Fornaro…
Per quanto detto non si può fare a meno di sottolineare che la realizzazione
della discarica in discussione andrebbe a costituire un evidente ostacolo a
qualsiasi intervento di valorizzazione del territorio e quindi di fruizione turistica
dello stesso. Di tanto si chiede di tenere conto nelle determinazioni che
saranno assunte.” Si parla pertanto di un caratteristico paesaggio attraversato
dalle Gravine, si parla di Masseria Vicentino, si parla della Via Appia Antica.
Le aree interessate dal I II e III lotto si trovano in un contesto geomorfologico
che ha favorito il fenomeno delle gravine nel corso dei millenni, e che non si
limita solo alla zona in questione, ma comprende anche Lama Penziere ( già
tutelata dal “Decreto Galasso”, in merito alla tutela dei beni ambientali),
Contrada Lonoce, Contrada Galeasi, Contrada Vicentino, Contrada Caprarica,
Contrada Amici e Contrada Le Grotte (per quel che riguarda il territorio di
pertinenza del comune di Grottaglie), che risulta immediatamente vicina al
Santuario rupestre della Madonna delle Grazie, in agro di San Marzano di San
Giuseppe.
Qui di seguito proponiamo in sequenza la descrizione delle evidenze
archeologiche immediatamente vicine all’ area interessata dall’ampliamento
della discarica per rifiuti speciali non pericolosi di tipo B2, con l’ausilio della
banca dati del PUTT approvato dal Comune di Grottaglie il 12 Aprile 2007: (all.
13)

• Masseria Vicentino ( distante circa 1000 m. dal III lotto):


a. Insediamento Messapico: schede 263, 264, 265 PUTT
b. Via Appia Antica: scheda 130 PUTT
Interessata dal progetto “non solo pietre” a cura dell’associazione Dàmatra che ne ha
curato la messa in luce con lo scavo archeologico, facendo riferimento a studi e a
riprese aerofotografiche ad opera rispettivamente del Prof.re Arcangelo Fornaro e
dall’Istituto Geografico Militare. Lo scavo in questione è ubicato all’interno
dell’incisione torrentizia, orientata in senso NE-SO, di Masseria La Torre, l’ area di
intervento è ubicata a meno di un chilometro ad Ovest del comprensorio costituito dalle
Masserie Vicentino Grande e Vicentino Piccolo. Sulla base dei rinvenimenti e dagli studi
effettuati, si è constatato che la Via Appia passa esattamente sotto il I e II lotto della
discarica della ditta Ecolevante S.p.A.. Che senso ha allora parlare di “Eco-Museo”?
c. Area stradale: schede 114, 115, 116, 117, 118,179 PUTT
d. Area di frammenti fittili: schede 176, 177, 178 PUTT

• Contrada Caprarica ( distante circa 550 m. dal III lotto):


attraversata da un'unica gravina. Sul lato sud di un’ incisione secondaria si scorgono
dalle foto aeree tracce di recenti ovali. In superficie si raccolgono ceramiche del
neolitico medio. Presso lo sbocco a valle, tra il lato sud della gravina e la SP Grottaglie –
San Marzano, si notano vari cumuli di pietrame calcareo che se scavati, potrebbero
rivelarsi delle tombe a tumulo dell’età del ferro (tratto da “Ricerche archeologiche nelle
Gravine di Grottaglie”). In contrapposizione con quanto appena detto, si leggano le
schede 131, 190 e 191 del PUTT vigente.

• Santuario rupestre della Madonna delle Grazie (distante circa 500 m. dal III lotto):
fig. 2 ( F° 203 III NO- FRAGAGNANO) sul fianco del Santuario si apre una lama che
insieme ad un altro canale confluisce a forma di Y in una lama più ampia con direzione NE-
SO, che congiunge verso la pianura dove incrocia la strada San Marzano – Grottaglie.
Numerose sono le grotte che si aprono lungo i fianchi delle lame e su un promontorio ci
sono vasti ipogei. L’area su cui insiste il santuario,interessata dalla presenza di gravinelle
poco incise, grotte naturali o manufatte, dalla presenza di blocchi e lastroni di calcare e
dall’essere vicina a cave di antico taglio, è posta a cavallo tra due zone geologiche e
litologiche con caratteristiche differenti: a ovest vi è la presenza del calcare di gravina, a est
un calcare compatto. La cavità che accoglie il santuario ipogeo è scavata nel banco tufaceo e
gli elementi estranei sono di datazione tarda. Particolari sono gli affreschi presenti nel
santuario. Si tratta di iconografie effettuate con la tecnica “a mezzo fresco” che garantisce
condizioni favorevoli per la conservazione in ambiente umido. Gli affreschi presenti nella
cripta sono tre: la vergine con bambino, posto alle spalle dell’altare, e gli affreschi di San
Giorgio e Santa Barbara sulla parete sud.
Di notevole importanza risulta la manifestazione natalizia del “Presepe Vivente” , che ha
come scenario la gravina immediatamente adiacente al Santuario, conosciuta a livello
nazionale.

Figura 2. F° 203 III NO Fragagnano (porzione) Masseria Le Grotte e Santuario della Madonna delle Grazie

• Contrada La Torre( distante circa 500 m. dal III lotto) :


a. Carrarecce: schede 181, 182, 183, 184, 185, 186 PUTT
b. Area stradale: schede 132, 188 PUTT
c. Area di frammenti fittili: schede 187 (versante ovest della masseria), 189 (versante
sud della masseria).

• Contrada Le Grotte (distante circa 1400 m. dal III lotto ) :


a. Abitazione rupestre: scheda 277 PUTT
b. Tombe a grotticella: schede 269, 270, 271, 272, 273, 274, 275, 276 PUTT
c.
d. Area di frammenti fittili: scheda 278 PUTT

INSEDIAMENTI RURALI E RESIDENZIALI


( D.Lgs. 36/2003)

Il territorio nel quale è ubicato il cosiddetto III lotto risulta caratterizzato


dalla significativa presenza di aziende agricole e zootecniche e quindi di edifici
rurali e masserie di notevole importanza storico-culturale e sicuramente
economica.
Non a caso il Comune di Grottaglie con l’approvazione del P.R.G. con delibera
della Giunta Regionale n.1629 del 4.11.2003 (Tavola 2c e Tavola 2d) e
soprattutto con il Documento Preliminare Programmatico per la formulazione
delle linee guida per il nuovo P.U.G. (all.14.),ha individuato una serie di beni
architettonici, in molti casi Masserie, meritevoli di attenzione e pertanto
sottoposti a vincolo.
Si tratta, come sopra accennato, di insediamenti rurali storici (masserie) che
accolgono ancor oggi le residenze dei proprietari e/o gestori dell’azienda,
nonché buona parte delle attività produttive di tipo agricolo e zootecnico.
Alcune di dette “masserie” ricadono in un raggio di circa 1 Km. dal sito
individuato per il III lotto; qui di seguito si riporta un elenco delle stesse con
la relativa distanza rispetto al confine della discarica in oggetto:

- masseria Caprarica, ml. 550;


- masseria Torre, ml. 380;
- masserie Vicentino, ml. 1010;
- masseria Amici, ml.585;
- masseria Grotte, ml. 1385;
- masseria Felice, ml. 734.
Per verificare l’esattezza delle misurazioni, vedere la planimetria. (all. 3 )

Da sottolineare che, la Masseria Amici, ospita una casa famiglia per


ragazzi orfani diversamente abili, spazi per l’ippoterapia, aree per
attività riabilitative “en plein air” ". Il "Centro di accoglienza con
Servizi Residenziali DA.I.TO. - Dante e Italia Torraco",è il primo nella
provincia di Taranto, destinato a 10 persone adulte con disabilità
psico-fisica grave, offre un insieme di risposte ai bisogni, attraverso un
sistema organico di strumenti, referenti e servizi.
E' in realtà una "casa" dove viene assicurato un elevato grado di
assistenza, protezione e tutela, anche prestazioni riabilitative e
occupazionali, dove vengono attivati interventi mirati e personalizzati
per lo sviluppo dell'autonomia personale e una prospettiva di vita più
dignitosa. Rientra nel progetto “Dopo di NOI” finanziato dalla
Regione Puglia con Deliberazione di Giunta n 1036 del 12/07.2006 e in
attuazione della L.R n°17 25 Agosto 2003 relativa al “sistema
integrato di interventi e servizi sociali in Puglia”. Tale struttura,
offrendo servizi riabilitativi è da annoverare tra le strutture sensibili
tutelate ai sensi dei D.Lgs. 59/2006 e 36/2003) (all. 3 a)

A pochi chilometri di distanza, a ridosso della discarica (I, II e III lotto) , era
già presente un’area residenziale permanente per lo più costituita da ville con
giardino di pertinenza, denominata C.da Paparazio, nella quale esiste una
pineta ( denominata pineta Paparazio). Nell’ultimo periodo, a causa della
presenza delle discariche ( I e II lotto) e delle esalazione nauseabonde,
occorre registrare una vera e propria “migrazione” da questa che un tempo
era considerata un’oasi felice a pochi chilometri dal centro abitato di
Grottaglie.

ATTIVITA' ECONOMICHE
(D.Lgs. 36/2003)

Nell’area in cui ricade la discarica si registra la presenza di diverse


attività di tipo economiche :
1.)Aziende agricole per la coltivazione di prodotti orto-frutticoli, di viti e
ulivi;
2.)Cooperativa sociale “URUPIA” per la coltivazione biologica di vari prodotti
agricoli;
3.) Aziende zootecniche non intensive, con capi ovini e bovini al pascolo
utilizzati per la produzione casearia e di carni;
4.)Aziende viti-vinicole e olearie (Cantina S. Marzano di S. Giuseppe);
5.)Cava per l’estrazione di materiale inerte per l’edilizia;
6.)Distributore di carburante con annesso bar;
Va sottolineato che la stessa Comunità Europea, pur non imponendo dei vincoli
restrittivi, indica con direttive queste aree come facenti parte del circuito
territoriale per la produzione di vini ed oli D.O.C./P..

DISTANZA DA PUNTI DI APPROVIGGIONAMENTO


DI ACQUA AD USO POTABILE
(D. Lgs. 36/2003 D.P.R. 236/88
D.Lgs.31/2001 D.Lgs.152/06)

La legge n. 431/1985 (Galasso) impone il vincolo di inedificabilità


assoluta nella fascia di rispetto (150 m.) per corsi d’acqua, canali, etc.; l’art.
822 del C.C. e la Legge n. 36/1977 impongono lo stesso vincolo (
inedificabilità assoluta) in una fascia di 60 m. per le condotte interrate
degli acquedotti. Il tronco della condotta dell’acquedotto (Pertusillo) corre
lungo la strada provinciale Carosino-Francavilla e ricade all’interno del
perimetro del sito destinato alla nuova discarica, è evidente pertanto la
mancata osservanza dei sopracitati vincoli.
Ma vi è di più, la legge 8 Luglio 1904 n°381 già prevedeva un divieto assoluto
ed a chiunque “di fare depositi di letame, concimi, calci, rifiuti immondizie a
distanza minore di 60 m dall'asse dell'acquedotto o tubolature libere di
diramazione secondarie e di 20 metri se trattasi si tubolature metalliche. (All.3
b)

FASCE DI RISPETTO DA INFRASTRUTTURE


(D.Lgs. 36/2003)

Sotto l’aspetto della viabilità, nelle relazioni allegate agli elaborati


progettuali prodotte dalla società Ecolevante, viene descritta una realtà
parziale ed incompleta della trama stradale poiché mirata alla dimostrazione
della facile raggiungibilità dell’impianto e della limitata interferenza con i centri
abitati durante il trasporto dei rifiuti.
Le due vie di comunicazione extraurbane, classificate dal Codice della Strada
come “strade extraurbane di tipo C” , oltre a lambire i centri urbani, sono vie
importantissime poiché collegano varie contrade rurali abitate con i comuni
limitrofi.
Incrociano direttamente strade vicinali che conducono ad abitazioni, masserie e
terreni a coltura e sono interessate, nel periodo estivo, da un intenso flusso
veicolare di tipo turistico.
I tratturi, i percorsi pedonali e quelli ciclabili, definiscono insieme alle strade
predette una trama fitta e omogenea affatto sconnessa dai percorsi destinati al
solo trasporto di materiale pericoloso. Pertanto è evidente che la presenza a
volte contestuale e costante nel tempo di veicoli, ciclisti, greggi al pascolo,
pedoni e operatori agricoli in un contesto territoriale così ben caratterizzato è
lungi dall’essere idoneo alle attività di trasporto relative a discariche di
qualsiasi tipo.
Sotto il profilo delle distanze imposte per legge (codice della strada), è
obbligatorio rispettare le distanze di 30 m rispetto alle strade di tipo “C”
(strada provinciale Carosino-Francavilla) e 10 m dalle strade vicinali di tipo
“F” (strada interpoderale adiacente alla masseria Caprarica).
In entrambi i casi i confini della nuova discarica non rispettano questi
vincoli.

OSSERVAZIONI DI CARATTERE TECNICO-AMBIENTALE


AL PROGETTO DEL TERZO LOTTO DELLA DISCARICA
DI “LA TORRE -CAPRARICA”

1. Ai sensi del p.to 2.1 all. 1 del D.L. 36/2003 gli impianti di discarica per
rifiuti pericolosi e non pericolosi non devono ricadere in: “...in aree
esondabili, instabili e alluvionabili; deve, al riguardo, essere presa come
riferimento la piena con tempo di ritorno minimo pari a 50 anni. Le Regioni
definiscono eventuali modifiche al valore da adottare per il tempo di ritorno
sopra riportato in accordo con l'autorità di bacino laddove costituita...”.
Dalle osservazioni idrogeologiche si rileva la presenza, sulla carta I.G.M., di
un corso d'acqua, il cui passaggio interessa l'area occupata dal primo e
secondo lotto e che interessa il terzo.

2. Ai sensi del p.to 5,1 all. 2 del D.L. 36/2003 per il monitoraggio delle
acque sotterranee “...Devono essere individuati punti di monitoraggio
rappresentativi e significativi, anche in relazione all'estensione della
discarica, in modo tale che siano presenti almeno un pozzo a monte (a
distanza sufficiente dal sito per escludere influenze dirette) e due a valle,
tenuto conto della direzione di falda...”.
Appare del tutto evidente che la dicotomia “ampliamento-nuova
discarica” ha prestato e continua a prestare, sempre più, il fianco ad
interpretazioni circa l'applicazione dei parametri tecnici previsti dalla
normativa, che al contrario, proprio perché trattasi di materia ambientale,
dovrebbe essere letta ed applicata in modo rigido . Da tutta la
documentazione, emerge in modo chiaro che la società di gestione utilizza 4
pozzi, i quali si riferiscono, due al I

lotto di discarica e due al II lotto, il quale appunto ne costituisce


l'ampliamento.
In relazione al cosiddetto III lotto, per il quale sarebbero previsti
solo due nuovi pozzi, va detto una volta per tutte, che esso
costituisce una nuova discarica e non un semplice ampliamento
della precedente (come affermato dal Comitato Tecnico della Provincia
di Taranto nella determinazione n. 2145 del 16.4.2004), pertanto in
ossequio alla normativa predetta necessita di tre pozzi di
monitoraggio uno a monte e due a valle.Questa nuova discarica,
pertanto deve essere dotata di autonomi impianti e altrettanto autonomi
strumenti di controllo e monitoraggio. Va fatto rilevare oltretutto che essa
dista moltissimi metri dal II lotto di discarica ( tra le due vi è la Strada
statale n°603 che collega Carosino a Francavilla) e si trova in una posizione
disallineata tanto da necessitare un controllo puntuale di tutte le matrici
ambientali non potendo fare affidamento su quanto previsto per la discarica
già in esercizio.
Quanto detto, oltre ad essere previsto dalla normativa menzionata,
costituisce anche presupposto “di buona norma tecnica”, che avrebbe
dovuto, spingere la società di gestione ad eseguire le predette procedure di
monitoraggio( che risultano necessarie ancora oggi) anche rispetto al I e II
lotto, ciò anche alla luce della ubicazione degli stessi ( zona sottoposta a
vincoli idrogeologici ed identificati come macchie (ambiti territoriali
distinti del PUTT/P) e ricadenti “nell’ambito D”)(All.11).

3. La società Ecolevante, ha formulato richiesta di autorizzazione a


smaltire nel III lotto rifiuti con valori di concentrazione di alcuni
parametri superiori rispetto ai valori limiti stabiliti nella Tab. 5 del
DM 03/08/2005(ex tab. 5 del DM 13/03/2003) ed in particolare,
entro tre volte i limiti legislativi attuali. Il decreto prevede tale possibilità
(DM 03/08/2005, art. 6) a condizione che sia effettuata una valutazione di
rischio che dimostri che non esistono pericoli per l’ambiente...”
Come è noto la predetta società, otteneva una tale autorizzazione, con
determina 173 del 03.11.2005 della provincia di Taranto, tuttavia, atteso
che di per sé il sito non è idoneo al fine di ospitare una discarica, va
aggiunto che, non sembra possibile che tali conferimenti , possano essere
effettuati , ed in particolare non può accettarsi che venga conferito “
amianto” .
Tali conferimenti, necessiterebbero di un puntuale e dettagliato studio degli
effetti e pericoli per l'ambiente. In particolare va detto che, tutte le
valutazioni di impatto ambientale e di rischio ambientale, non hanno tenuto
in considerazione la realtà circostante agli impianti. Infatti, come risulta, la
società di gestione avrebbe dovuto, in sede di VIA , effettuare uno studio
puntuale di quanto realmente ricade “nell'area di influenza” ( raggio di 2
Km che può essere aumentato e mai diminuito ) della discarica e quindi
descrivere quantomeno, le distanze, il numero e le direzioni delle abitazioni
più vicine, dei centri abitati, ed effettuare un puntuale studio in primis sui
venti e gli effetti meteo climatici e quindi sulle strutture sensibili quali la
“cooperativa amici”, il Santuario Madonna delle Grazie, e le aree di interesse
archeologico, già dettagliatamente sopra descritte. La prima, infatti è a
tutti gli effetti una struttura sensibile, all interno della quale vivono persone
diversamente abili e dista poco più di 500 m . Sarebbe opportuno, una
specifica valutazione di rischio ambientale per tali strutture, andrebbe
valutato se le fuoriuscite di biogas, non bruciate degli appositi bruciatori,
che quindi si disperdono, vanno ad incidere sulla salute dei sogggetti che
abitano a distanza ravvicinata.
Non solo, andrebbero espresse valutazioni anche in relazione al
posizionamento di tali bruciatori e sulla loro idoneità a tenere indenne le
persone da emissioni non tempestivamente combustionate.
Sempre in merito a tali bruciatori, vista la vicinanza di tali strutture e delle
attività dalle persone, vanno fatte valutazioni sul loro posizionamento,
rispetto ai venti e quindi una analisi combinata .
La società di gestione ha realizzato una Valutazione di Rischio Ambientale
che veniva allegata al progetto esecutivo (tav.3.03.22) la quale, al fine di
realizzare una valutazine del rischio, attraverso in modello concettuale,
stabilisce nel paragrafo dei percorsi di contaminazione concettuale i
percorsi di contaminazione e così riporta:
Sono stati considerati i seguenti percorsi di migrazione dei contaminanti
• Volatilizzazione e dispersione in atmosfera
• Volatilizzazione attraverso il sottosuolo ed accumulo in spazi confinanti
• Percolazione e trasporto in soluzione nelle acque sotterranee
Le vie di esposizioni per i recettori sono rappresentate da
• Atmosfera ( inalazione di gas e polveri e ingestione di vegetali interessati
dalla ricaduta dei contaminanti aerosdispersi)
• Acque sotterranee ( ingestione accidentale o ingresso nella catena
alimentare )
• Suolo e sottosuolo ( ingestione di vegetali interessati dalla migrazione di
gas nel sottosuolo)
Dunque nella relazione si afferma che “sulla base della situazione
ambientale dei sito risultano maggiormente probabili fenomeni di
inalazione di polveri o vapori dovuti alla produzione di gas a seguito
di movimentazione e di degradazione dei rifiuti e di ingestione di
acque sotterranee ( sia tramite diretto consumo che tramite
ingresso nella catena alimentare)” si veda pag. 18 della V.R.A. per ciò
che attiene al fenomeno di infiltrazioni nelle acque sotterranee, per le quali,
appaioni rilevanti le considerazioni geologiche e idrogeologiche riportate
innanzi, in quanto sono fattori importanti ai fini del calcolo del rischio.
Va posta, poi, particolare attenzione sul “modello di diffusione degli
inquinanti in fase gassosa”, modello che dovrebbe offrire dati
probabilistici circa l’impatto che il biogas ha sull’uomo, rispetto a tale
modello si legge testualmente “ assume che il biogas prodotto e non
captato da sistemi appositi e che pertanto passa attraverso i sistemi di
protezione e rivestimento della discarica, sia emesso in uno stato
stazionario in altre parole senza considerare accumuli temporanei” .
Per l’utilizzo di tale modello, vengono individuati i possibili bersagli, impatti ed
esposizione, quindi valutati :
• Cambiamento climatico;
• Stress della vegetazione ( cioè l’impatto che il metano e
l’anidride carbonica emessa da una discarica sulla vegetazione
locale)
• Odore ( gli impatti delle emissioni maleodoranti .......)
• Esposizione ( l’impatto del Biogas sulla salute umana per una
serie di scenari secondo i soggetti e gli ambienti che possono
essere esposti all’azione del biogas)
Nella relazione si legge a pag. 40 “ per quanto riguarda le
caratterstiche dei bersagli , sono stati individuati i potenziali
bersagli umani nell’area circostante alla discarica, per la
simulazione degli effetti su residenti e lavoratori, si sono utilizzate
le caratteristiche degli edifici (residenziali e ad uso ufficio) fornite
di default dal programma non disponendo di informazioni specifiche
sulle strutture” .
Dunque, va fatto rilevare che non può accettarsi una valutazione tecnica,
nella quale, pur esistendo “informazioni specifiche sulle strutture edilizie
reali” non vengano utlizzate ai fini di un calcolo di probabilità di rischio,
ancor più se nella VIA non sono stati ricompresi e studiati “ nel raggio di
influenza” tutta una serie di realtà circostanti l’impianto.
Tale valutazione infatti, veniva realizzata proprio per stabilire probabili
effetti,in generale sull’uomo, ed in particolare sui lavoratori e residenti.
Occorrerebbe in realtà, che venissero forniti dati reali e non concettuali,
atteso che, con il nuovo fenomeno emergenziale, presso le discariche in
oggetto vengono smaltiti rifiuti solidi urbani sottoposti ad attività di
selezione meccanica , che non sempre sino ad oggi ha fornito indici di
qualità, senza considerare quanto è emerso nella sentenza del GIP di Milano
in ordine al processo n° 28600/2002 RGNR ; 2175 RGGIP stralciato dal
N°5227/2002 RGGIP. Inoltre la misura prevista al fine di mitigare gli
impatti, cioè il posizionamento di alberi ( che oltretutto risultano essere
provvisti di scarsissima vegetazione) che dovrebbero costituire una barriera
, dalle polveri e dagli sgradevoli odori, ed impedire che le stesse, siano
esse di amianto o di altra natura, ricadono sulle persone e sulle cose, non
può essere sufficiente.
Tale misura di minimizzazione degli impatti infatti, viene genericamente
prevista per tutte le discariche, in realtà, il sito, per la vicinanza con le case
e le strutture dette innanzi, non è idoneo per essere utilizzato come
discarica e lo è ancor meno per ospitare i rifiuti autorizzati in quell'atto ed in
particolare i rifiuti di amianto.

4. In tutta la documentazione non viene mai posta l’attenzi one sulla


questione odorigena, essa rappresenta uno dei parametri che la legge
36/2003 impone venga tenuta in forte considerazione e gli effetti e
disturbi che causa sull’uomo,sulla vegetazione sui centri abitati ( con
l’occasione si sottolinea che San.Marzano di S. Giuseppe è la città più
penalizzata, perchè i cattivi odori della discarica sono così forti da penetrare
nelle abitazioni del centro abitato, senza trascurare quanto penetrante è il
cattivo odore per coloro che vicino alla discarica vi abitano e vi svolgono
attività lavorativa) .

5. Secondo quanto stabilito dal “Piano Direttore a Stralcio del Piano di


tutela delle acque” art. 5 e 6, devono essere oggetto di trattamento le
acque di primapioggia e le successive. Il trattamento delle acque di lavaggio
è funzione della loro provenienza. Appare necessario che la società fornisca
dettagli circa l’effettivo trattamento delle acque piovane siano esse di prime
o successive.

6. Dalla documentazione non si evince la presenza della certificazione


antincendio ma si assiste solo ad una descrizione degli impianti
idrici
antincendio.

7. Equità sociale. Va fatto rilevare che, tutta la provincia jonica è già gravata
da una forte ipoteca ambientale, in relazione alla zona in oggetto, va detto
che oltre ai due lotti per rifiuti industriali , in via di esaurimento, vi è anche
una discarica in località “Grutti”, attualmente chiusa, che però non aveva le
necessarie autorizzazioni, “che venne chiusa, perchè avviato in dispregio
delle garanzie igienico sanitarie” come si legge nel provvedimento del
ministero della salute n° 205/2-1 (all 16). Quando si parla di ipoteca
ambientale, va fatto rifeirmento a quello che nelle regioni del Nord Italia, si
vuole evitare, introducendo nel piano dei rifiuti, degno di un paese civile, il
“fattore di equità sociali” testualmente riportato nei piani dei rifiuti, che
viene considerato in sede di localizzazione delle discariche e che si riferisce
al fatto che non possono essere gravati gli stessi territori da fattori
ambientali pesanti ciò al fine di assicurare parità di garanzie ambientali. Va
ricordato che Grottaglie,San. Marzano e Carosino, subiscono gli effetti di
questa discarica dal 1998, discarica che si ritiene essere per rifiuti
industriali che non vengono prodotti nel territorio ( o forse in piccolissima
parte) . Oltretutto, va detto che le discariche in oggetto non vengono
adegutamente controllate dagli organi competenti previsti dalla legge, ma è
la societa stessa che a campione, e periodicamente li esegue.
In merito al III lotto di discarica, 3000 cittadini di Grottaglie,
presentarono, presso il Comune di Grottaglie, un documento con il
quale si indicava il provvedimento da adottare al fine di bloccare
l’autorizzazione all’ampliamento ( in realtà nuova discarica) e cioè
l’annullamento in via di autotutela del provvediemento autorizzativo
(delibera di consiglio comunale), ma gli amministratori inopinatamente
decisero di procedere con le revoca di tale delibera, che venne
puntualmente inpugnata dalla società di Gestione che, innanzi al TAR, vinse
in ricorso, così come preannunciato. Cio’ a dimostrazione che la cittadinanza
non intendeva, come ancora oggi, sopportare quest’ulteriore peso
ambientale.

8. Appare opportuno, che l’organo interessato per il rilascio dell’ AIA, ponga
particolare attenzione ai dati forniti dalla Società di Gestione in merito
ai dati riportati nei documenti, rispetto a quelli indicati nell’istanza
di rilascio. Quindi verificarne la corrispondenza, in modo particolare i dati
relativi alle “superfici pavimentate” e quelli relativi alla “superfici
coperte”, ciò perchè, la pavimentazione è una misura necessaria al fine di
evitare le infiltrazioni nel terreno.
Il predetto organo, prima di esprimersi, dovrà verificare che la Società
di Gestione, nella documentazione prodotta con la suddetta istanza,
abbia fornito una analisi dettagliata “del parere favorevole alla
costruzione e all’esercizio” e se ciò è in accordo con con la VIA” , una
analisi dettagliata delle “autorizzazioni a costruire ai sensi del
D.Lgs.22/07 e 36/2003”,
Per tutte le ragioni sopra esposte, le deducenti Associazioni e
Comitati

CHIEDONO
Che in relazione al I-II—III lotto di discarica e alla Piattaforma

Polifunzionale:

1. In primis, si proceda al Rigetto/Diniego delle richieste di

concessione AIA;

2. In Subordine, che le Amministrazioni competenti, procedano

all’Annullamento in via di Autotutela di tutti gli Atti Autorizzativi

degli impianti in questione.

Distinti Saluti.

Grottaglie / San Marzano di San Giuseppe li 13.01.2008

• Presidio permanente "no discariche"


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● Azione Cattolica Italiana- Parrocchia San Carlo Borromeo,


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● Associazione Pro-Loco "Marciana"


_________________________________

● Associazione Camini,_________________________________________

● Associazione Sud in Movimento,


__________________________________
● Associazione Insieme-
Liberamente,_______________________________
● Biblioteca
Parrocchiale,_________________________________________
● Movimento pro-centro storico,
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● Circolo cacciatori "Giorgio Skanderberg",


___________________________

● Associazione culturale “Informa”


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• Circolo ARCI Grottaglie,


_________________________________________

Grottaglie / San Marzano di San Giuseppe li 13.01.2008

ALLEGATI

1. Stralcio del Progetto Esecutivo “Analisi di Compatibilità Ambientale”


(relativamente alla VIA);
2. Nota n°46009/04 del Comitato Tecnico Provinciale;
3. Planimetria “dell’Area di influenza” del III lotto di discarica;
3a.Delibera Regione Puglia finanziamento Cooperativa Amici;
3b.Mappa condotta del Pertusillo;
4. Determina n° 2125/04 comitato tecnico Provinciale;
5. Parere n° 16787/98 Sovrintendenza Beni Culturali e Ambientali
6. Norme Tecniche di Attuazione PUTT del 17/01/2002
7. Determina Regione Puglia n°242 del 7/07/2004;
8. Conferenza dei Servizi Provinciale del 09/02/2006;
9. Determina del Dirigente della Provincia n° 173/2005;
10.Regolamento Igiene e Sanità del Comune di Grottaglie;
11. Certificazione di Destinazione Urbanistica rilasciata dl Comune di
Grotaglie n° 14187/A /2004 ; n°14187/B /2004 ; n°10819/2004;
12.Stralcio PRAE;
13.Elenco Beni Archeologici D.P.P.( PUTT ) Comune di Grottaglie del
12/04/2007;
14.Elenco Beni Architettonici extraurbani D.P.P.( PUTT ) Comune di Grottaglie
del 12/04/2007;
15.Nota n°22580/04 del Servizio Ecologia Ambiente della Provincia
16.Nota n° 205/2-1 “p” del Ministero della Sanità
17.Nota del Dirigente Area Tecnica del Comune di Grottaglie n°017835/2004
18.Nota delll’Assesorato all’Urbanistica n°prot. 7081/2

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