Le azioni a difesa del possesso, conosciute anche come azioni possessorie, sono azioni
previste a tutela del possesso.
La ratio delle azioni a difesa del possesso è quello di tutelare il cittadino che ha il possesso di
un bene, dallo spoglio o da molestie provenienti da terzi
L’azione di reintegrazione o di spoglio è pertanto esperibile soltanto nel caso in cui si sia stati
privati del possesso. L’azione ha infatti “funzione recuperatoria” essendo diretta al ripristino
della preesistente situazione di fatto.
Ai fini della configurabilità dell’azione, lo spoglio deve essere attuato con violenza o
clandestinità. Inoltre è richiesto l’elemento soggettivo dello spoglio: vale a dire l’animus
spoliandi, consistente nella consapevolezza di sostituirsi nella detenzione o nel godimento del
bene contro la volontà dello spogliato.
Lo spoglio violento è quello che avviene con la violenza.
Lo spoglio clandestino è quello attuato in maniera occulta.
L’azione di reintegrazione deve essere esercitata entro un anno dallo spoglio e se lo spoglio è
clandestino dal momento della scoperta.
La molestia o turbativa consiste nell’attività che ostacola o rende gravoso il possesso e che
quindi, a differenza dello spoglio, non ne pregiudica l’esercizio. La molestia può essere
materiale o giuridica.
3) Denunzia di nuova opera: è il rimedio cautelare previsto per prevenire il danno che si
teme possa derivare dall’esecuzione di un’opera (art. 1171 c.c.).
L’azione decade se l’opera sia stata completata o se sia trascorso più di un anno dal suo inizio.
4) Denunzia del danno temuto: Il proprietario, il titolare di altro diritto reale di godimento o
il possessore, il quale ha ragione di temere che da una nuova opera sia per derivare danno
alla cosa che forma l'oggetto del suo diritto o del suo possesso, può denunziare all'autorità
giudiziaria la nuova opera
Scopo dell’azione è quello di neutralizzare una situazione di pericolo dalla quale potrebbe
scaturire un danno grave e prossimo. La legittimazione attiva è concessa al proprietario, al
titolare di un diritto reale di godimento e al possessore, mentre la legittimazione passiva è del
proprietario o del titolare di altro diritto reale sulla cosa che potrebbe provocare il danno.