La disciplina del diritto all’immagine è contenuta negli articoli 10 del Codice Civile e 96 e
97 della Legge sul Diritto d’Autore (l. 22 aprile 1941, n. 633, “l.d.a.”). Tale diritto si esplica
nella facoltà da parte della persona di impedire l’utilizzo non autorizzato del proprio ritratto.
Infatti, l’articolo 10 del Codice Civile statuisce il divieto per i terzi di pubblicare il ritratto di una
persona senza aver preventivamente ottenuto il suo consenso. Tale principio è tanto più vero
se vi è alla base un interesse economico.
Per ritratto (o immagine) deve intendersi un’opera d’arte figurativa, una fotografia o un
fotogramma di un film, dove appaiano riconoscibili le sembianze di una persona determinata.
Anche la caricatura è considerata un ritratto purchè, naturalmente, permanga il requisito della
riconoscibilità, cui si è accennato. Interessante è anche la tutela accordata alla maschera
scenica, ossia alla riproduzione, nel corso di una rappresentazione teatrale o cinematografica,
di una persona determinata. Ad un’iniziale impostazione che ne negava la tutela, ne è seguita
una, che pare oggi prevalente, che la ritiene rientrante nel concetto di ritratto.
Quanto detto sopra costituisce la base, almeno in senso giuridico, che giustifica la
pubblicazione di una fotografia di un personaggio famoso su un tabloid. L’interesse pubblico
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Progetto Fondo di Perequazione 2007-2008
“Sostegno integrato all’internazionalizzazione delle PMI”
all’informazione, infatti, di norma prevale rispetto al diritto alla riservatezza del personaggio
noto (e, secondo una certa impostazione, anche di chi si accompagna con lui o con lei).
Rimane tuttavia fermo il diritto alla riservatezza dei minori; in tal caso, infatti, al fine di poter
pubblicare una foto di persona minorenne, è comunque necessario il consenso del genitore.
Altro discorso rispetto a quello appena accennato si deve fare nel caso in cui la
pubblicazione dell’immagine avvenga in connessione con la promozione di un prodotto o
servizio.
La violazione di tali patti, a seconda delle previsioni contenute nel contratto, può
comportare la risoluzione dello stesso e può dare luogo ad una richiesta di risarcimento dei
danni subiti dalla società che per prima ha ingaggiato il personaggio e che si vede costretta a
trovare un altro testimonial.
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