Rino Rappuoli
Lisa Vozza
I vaccini 1. Epidemie antiche e moderne 5
Epidemie
antiche e moderne
hanno gli antoni chiusi da settimane ed è difficile ne dimezzata o addirittura ridotta a un terzo? I lavo-
trovare qualcosa da mangiare. In piazza del Duomo ri sono interrotti e non riprenderanno mai più. Del
poi non vola una mosca e sul cantiere nessuno lavo- sogno di quella superba chiesa, che avrebbe dovuto
ra. A fare di Siena un posto tanto quieto non è un sfidare la forza di gravità, rimangono oggi una pare-
violento terremoto, né un esercito di barbari, ma te nuda e qualche abbozzo di finestra a cielo aperto
qualcosa di molto più impercettibile. Un piccolo (figura 1). È certo poca cosa rispetto alle cattedrali
batterio proveniente dall’Oriente, Yersinia pestis, del Nord Europa che i senesi avevano preso come
raggiunge le città toscane a metà primavera e per al- pietra di paragone. Ma quella parete e quelle fine-
cuni mesi semina morte e disperazione. stre non finite sono forse il più grande monumento
Al contagio è difficile scampare e la malattia agisce esistente alla forza distruttiva delle malattie infetti-
in modo precipitoso: dal primo sintomo alla morte ve, capaci di azzerare in pochi giorni un sistema eco-
passano al massimo tre giorni. Le fosse comuni sono nomico florido e una cultura esuberante.
strapiene, non c’è più posto per seppellire i cadaveri. La storia della peste senese è solo un esempio del-
I pochi che sfuggono all’infezione abbandonano in la capacità di devastazione dei microbi, piccoli orga-
fretta e furia la città, che resta preda di topi e ratti. nismi invisibili a occhio nudo, fra cui batteri, virus e
Dopo meno di 100 giorni sopravvive soltanto un se- parassiti.
nese su due, o uno su tre a seconda delle stime.
A ottobre l’epidemia finalmente si esaurisce, ma la
città, esausta e spopolata, non è più in grado di con-
trollare alcunché. Non ci sono più i consiglieri per
prendere decisioni di governo, sono morti medici, sol-
dati, commercianti, barbieri, falegnami e contadini.
Non c’è famiglia, mestiere o categoria sociale che non
sia stato toccato dagli effetti della malattia. Il dissesto
economico, sociale e culturale è enorme: Siena non
tornerà mai più allo splendore conosciuto fino a po-
chi mesi prima e sarà schiacciata dalla concorrenza di
altre città che le strapperanno affari, talenti, ricchezze.
Per le navate e le guglie della cattedrale più gran-
de d’Europa non ci sono più soldi, né artisti. Che Figura 1. L’abbozzo non finito del Duomo di Siena (foto di
farsene poi di spazi tanto grandi per una popolazio- Giorgio Corsi).
8 I vaccini dell’era globale Epidemie antiche e moderne 9
Malattie come il morbillo e il vaiolo, probabilmen- Infezioni come la peste del 1348 o l’influenza
te introdotte nel continente americano dalla spedizio- Spagnola hanno l’irruenza di uno tsunami: piomba-
ne spagnola guidata da Hernan Cortés, nel 1519, con- no veloci su un paese, una città, una nazione, quin-
tribuiscono alla scomparsa della civiltà azteca. di si diffondono senza indugio per più continenti e
Nel 1918 un’influenza conosciuta come «la con altrettanta sveltezza scompaiono, lasciando die-
Spagnola» si propaga con rapidità da un continente tro di sé cumuli di macerie umane. Altri agenti pato-
all’altro, uccidendo più di 40 milioni di persone in geni (un’espressione tecnica che significa portatori
meno di un anno. La pandemia, così chiamata per la di malattie) si diffondono con più lentezza fra la
sua diffusione planetaria, fa più morti del conflitto gente, ma non per questo sono meno letali. Un
mondiale appena concluso. Ma le conseguenze della esempio drammatico e attuale è l’epidemia di AIDS
Spagnola vanno ben oltre il numero dei morti, de- che imperversa da oltre 25 anni in tutto il mondo,
terminando un brusco calo, di circa 10 anni, dell’a- in Africa più che altrove. L’infezione, causata dal vi-
spettativa di vita della popolazione (figura 2). rus dell’immunodeficienza umana (HIV), si insinua
in maniera subdola negli individui, provocando un
Aspettativa di vita negli Stati Uniti, 1900-2001 contagio senza sintomi che perdura anche più di
85
dieci anni prima di manifestarsi in malattia concla-
75
mata. Ciò può avvenire perché l’HIV è capace di
applicare a se stesso una sorta di «silenziatore», che
consente al virus di moltiplicarsi nell’organismo in-
Età (anni)
65
fetto senza palesarsi in alcun modo all’ospite e di
55
propagarsi nella popolazione in maniera altrettanto
taciturna.
Riduzione di oltre 10 anni
Il risultato è catastrofico: le stime, in continuo au-
45
dell’aspettativa di vita, mento, parlano di circa 25 milioni di morti e 60 mi-
causata dall’influenza «Spagnola». lioni di persone infette in tutto il mondo dall’inizio
35
1900 1920 1940 1960 1980 2000 dell’epidemia. In Botswana, uno dei Paesi più colpi-
Anno ti, il 35% della popolazione è contagiata. La curva
dell’aspettativa di vita nei Paesi dell’Africa sub-sa-
Figura 2. L’aspettativa di vita negli Stati Uniti dal 1900 al
2001. L’indentatura profonda appena prima del 1920 è sta- hariana declina in maniera drammatica da circa ven-
ta causata dall’influenza Spagnola del 1918-19 (fonte: Na- t’anni (figura 3), soprattutto a causa dell’AIDS, men-
ture Medicine). tre sale senza incertezze nel resto del mondo.
10 I vaccini dell’era globale Epidemie antiche e moderne 11
65
Sudafrica
fesa. I vaccini sono una straordinaria ragione di otti-
Botswana
60 mismo, come cercheremo di spiegare in questo libro.
Kenia
Molti di noi portano nel proprio corpo la memo-
Aspettativa di vita
55 Zimbabwe
ria delle vaccinazioni ricevute da bambini. Quelle
50 Uganda
iniezioni, somministrate a diversi miliardi di persone
45 dalla seconda metà del secolo scorso a oggi, hanno
40 debellato malattie diffuse e mortali come il vaiolo e
35 la poliomielite, che soltanto alcune persone anziane
30
forse ricordano.
’58 ’63 ’68 ’73 ’78 ’83 ’88 ’93 ’98 ’03 Fra gli strumenti al servizio della scienza medica i
Anno
vaccini sono di gran lunga più efficaci delle migliori
medicine esistenti. E negli ultimi cento anni hanno
Figura 3. L’aspettativa di vita nei Paesi dell’Africa sub-sa-
hariana, in forte calo a causa soprattutto dell’AIDS (fonte:
evitato malattie e conseguenze di malattie a parec-
Banca Mondiale, World Development Indicators 2004). chie generazioni di abitanti dei Paesi occidentali.
Alcuni studiosi, dopo aver analizzato quest’ampia
casistica, hanno stimato che i vaccini sono responsa-
I numeri ci dicono parecchio, ma non tutto. In bili di una parte significativa dell’aumento dell’a-
Africa sono milioni gli orfani che crescono senza che spettativa di vita. Il «segreto» dell’efficacia dei vac-
siano trasmesse loro tradizioni, conoscenze e inse- cini contro le malattie risiede nella loro capacità di
gnamenti da parte della generazione precedente, sfruttare il meccanismo che sta al cuore del funzio-
pressoché cancellata dalla malattia. Una civiltà inte- namento del sistema immunitario, e che il filosofo
ra, con la sua vita sociale, culturale, economica, ri- della scienza americano Daniel Dennett ha descritto
schia di scomparire, almeno nella forma in cui la co- con un’efficace metafora nel suo libro Coscienza*:
nosciamo.
«Io contro il mondo» – questa distinzione fra ogni cosa
Senza dubbio il quadro è fosco e la minaccia delle che si trova all’interno di un confine chiuso e tutto ciò
malattie infettive è importante. Ricordiamo però che che sta nel mondo esterno – è al cuore di tutti i processi
la specie umana si misura con i microbi da millenni. biologici, e non solo dell’ingestione e dell’escrezione,
Se sul pianeta Terra siamo oggi quasi 7 miliardi, e della respirazione e della traspirazione. Considerate, per
continuiamo a crescere, è perché la storia è costella-
ta, oltre che di tremende epidemie, anche di nume- * Daniel Dennett, Coscienza, traduzione di Lauro Cola-
rose ragioni di ottimismo sulle nostre capacità di di- santi, Rizzoli, Milano 1993.
12 I vaccini dell’era globale Epidemie antiche e moderne 13
esempio, il sistema immunitario, con i suoi milioni di an- o oggetti molto simili. Quegli anticorpi entreranno
ticorpi differenti, schierati in difesa del nostro corpo con- in azione per esempio in caso di attacco da parte del
tro milioni di invasori. Questo esercito deve risolvere il
problema fondamentale del riconoscimento, che consiste vero virus della varicella, quello da cui è stato pro-
nel distinguere se stesso (e i suoi amici) da tutto il resto. Il dotto il vaccino.
problema è stato risolto in modo molto simile alla manie- Cosa accade se invece l’Herpes zoster infetta un
ra in cui le nazioni umane e i loro eserciti hanno affronta- individuo che non è vaccinato? L’incontro fra il vi-
to il loro, attraverso procedure standardizzate e automa-
tizzate di identificazione: a livello macroscopico i passa- rus e i linfociti avviene all’incirca nello stesso modo
porti e i doganieri, a livello microscopico le forme mole- descritto per il vaccino, fino allo scatto della foto. Il
colari e rivelatori di forma. È importante notare che que- virus però a differenza del vaccino possiede una
sto esercito di anticorpi non ha comandanti, né quartier macchina riproduttiva che in poche ore è capace di
generale con un piano di battaglia, e neppure una descri-
zione del nemico: gli anticorpi vedono i propri nemici produrre milioni di particelle virali identiche che si
soltanto come un milione di serrature vedono le chiavi diffondono nell’organismo.
che le sanno aprire. Il sistema immunitario reagisce a questa invasio-
ne con l’infiammazione, la risposta protettiva che
Alla luce di questa descrizione fantasiosa ma ve- serve a eliminare definitivamente l’intruso e a dare
rosimile, immaginiamo di prendere una dose di vac- inizio al processo di guarigione. Senza infiammazio-
cino contro l’Herpes zoster, il virus della varicella e ne non c’è guarigione, ma lo stato infiammatorio, se
di iniettarla in un bambino che non ha ancora avuto incontrollato, può anche provocare malattie ulte-
la malattia. Il vaccino, che è una porzione ridotta e riori. Inoltre l’infezione può causare danni tempo-
innocua del virus, è subito intercettato dalle cellule ranei o permanenti agli organi, oltre che aprire la
del sistema immunitario, i linfociti, che possiamo strada ad altri agenti patogeni che, approfittando di
immaginare come pattuglie della polizia, intente a un sistema immunitario già impegnato in una dura
identificare tutto ciò che penetra nel nostro organi- battaglia, trovano un terreno favorevole a nuove in-
smo dall’esterno. fezioni.
La pattuglia non sa che il vaccino è innocuo e Dunque la vaccinazione insegna al sistema immu-
quindi lo esamina con attenzione, come fa con ogni nitario a riconoscere un agente patogeno che esso
sostanza sconosciuta e sospetta. Poi prende una spe- non ha mai visto, senza subirne i danni. Quando il
cie di fotografia digitale in tre dimensioni, a futura virus, il batterio o il parassita contro il quale l’indivi-
memoria dell’indiziato. Su quell’immagine saranno duo è vaccinato penetra nell’organismo, le cellule
plasmati gli anticorpi in grado d’ora in poi di rico- deputate alla difesa si ricordano dell’esperienza che
noscere e neutralizzare altre copie del vaccino stesso hanno fatto, lo riconoscono, lo neutralizzano ed evi-
14 I vaccini dell’era globale Epidemie antiche e moderne 15
tano del tutto l’infezione e la malattia. Il vaccino lato di sfruttare la naturale abilità del sistema immu-
permette così di acquisire l’esperienza positiva della nitario di riconoscere e memorizzare tutto ciò che è
malattia, quella memoria che servirà in incontri suc- altro da sé e dall’altro lato di evitare gli effetti spia-
cessivi con l’agente patogeno, senza la necessità per cevoli delle malattie.
l’organismo di patire effetti sgradevoli, debilitanti o Durante una malattia infettiva, o quando un vac-
addirittura letali. cino incontra le cellule del sistema immunitario, si
Per comprendere meglio come il sistema immuni- riproducono in un breve lasso di tempo le fasi sa-
tario apprende da un vaccino, possiamo pensare a lienti di una lunghissima storia evolutiva: quella che
un pilota che prende confidenza con un aereo di li- da millenni vede fronteggiarsi i microrganismi pato-
nea alla console di un simulatore di volo. Come il pi- geni, con le loro fantasiose strategie di camuffamen-
lota inesperto evita di mettere a rischio i passeggeri, to, e i sofisticati meccanismi di riconoscimento e di
così il vaccino consente al sistema immunitario di difesa dell’ospite.
sperimentare tutto quello che può succedere duran- Prima di proseguire, una piccola nota da diziona-
te una malattia, senza che l’organismo debba subir- rio: l’aggettivo immunitario indica il fatto che il si-
ne le conseguenze negative. Il vaccino racchiude in- stema di difesa, riconoscendo e uccidendo gli ag-
fatti in sé le istruzioni per identificare l’agente pato- gressori, ci può esonerare dai malanni.
geno e i modi in cui è possibile combatterlo. Così
come il computer del simulatore di volo contiene un
buon campionario delle evenienze in cui un pilota si
può imbattere nel corso dei suoi voli.
La lunga storia
dei vaccini
potesi forse è buona, ma per esserne certi bisogna raffinato. Dei tentativi più arcaici ci restano tracce
fare almeno un’altra prova. collocate in epoche remote: tempi in cui gli esseri
Questo procedimento, chiamato metodo scientifi- umani attribuivano la causa delle malattie all’aria
co, permette di esplorare la natura della vita in ma- cattiva, alle streghe, all’allineamento dei pianeti o ad
niera rigorosa. Ma il metodo scientifico non è un pa- altri fenomeni bizzarri.
trimonio esclusivo degli scienziati, è una maniera di La scoperta dei germi quale causa delle infezioni
risolvere i problemi che ognuno di noi usa ogni gior- da parte di Louis Pasteur avviene soltanto alla fine
no. Se per esempio il telefonino oggi non funziona, dell’Ottocento. Ma nei diecimila anni precedenti la
cominciamo a formulare una serie di ipotesi (la bat- medicina non è stata a guardare. Innumerevoli rime-
teria è scarica; non ci sono più soldi nella scheda; il di, antidoti, terapie sono entrati nella pratica medi-
gestore ha un problema tecnico) che mettiamo alla ca, ben prima che si capisse come e perché funzio-
prova separatamente finché non troviamo una buo- navano. La storia dei vaccini non fa eccezione: i me-
na spiegazione. todi per la prevenzione delle malattie si sono svilup-
Il metodo scientifico funziona proprio così: da un pati per tentativi, prove ed errori, ben prima che si
problema complesso si isola una variabile alla volta sapesse come e perché funzionano.
e la si verifica. Ogni nuovo elemento di prova, som-
mato e integrato agli altri, fa pian piano apparire la
visione complessiva, che definisce la questione in un A mali antichi, antichi rimedi: la variolazione
quadro d’insieme, come la visione di un mosaico «Il male non colpisce mai due volte: o, almeno, l’e-
che emerge dalla somma delle sue tessere. A diffe- ventuale ricaduta non è letale». Con queste parole
renza del mosaico, però, la visione di ogni grande Tucidide osserva che chi si ammala e sopravvive al-
quesito scientifico è un po’ come la «fabbrica del l’epidemia che si diffonde ad Atene nel 430 a.C. ne
Duomo di Milano»: non possiamo mai considerarla diventa immune. Non sappiamo se si sia trattato di
conclusa, perché ogni nuovo esperimento può de- peste, vaiolo o febbre tifoide, ma fra le osservazioni
terminare aggiornamenti, modifiche e correzioni di Tucidide vi è anche il fatto che i sopravvissuti
che cambiano, migliorano, precisano le idee che già possono assistere gli ammalati, dato che non si am-
ci siamo fatti su un certo argomento. malano una seconda volta.
Per prevenire le infezioni gli scienziati sono parti- Gli antichi greci avevano dunque osservato il fe-
ti da un metodo scientifico primordiale, ma non per nomeno dell’immunità acquisita, pur non potendo-
questo inefficace, fatto soprattutto di osservazioni, ne conoscere le cause: quelle cellule della memoria
di deduzioni e di prove empiriche, che si è via via che, rimaste in vita dopo il primo incontro con un
20 I vaccini dell’era globale La lunga storia dei vaccini 21
invasore, sono pronte a riattivarsi e a proliferare non Il virus si trasmetteva per via aerea da persona a
appena lo stesso microrganismo si ripresenta. persona, oppure per contatto con i fluidi corporei o
Questo fatto era risaputo in molte altre parti del con oggetti contaminati. Chi sopravviveva portava a
mondo oltre alla Grecia, soprattutto in relazione a vita i segni visibili del passaggio della malattia nel
una malattia molto speciale: il vaiolo. Ai più giovani corpo: la caratteristica pelle «butterata» in viso per
la parola dirà poco, perché dal 1979 questa malattia quasi tutti, la cecità e gli arti deformati nelle persone
non esiste più sul pianeta Terra (parola dell’Orga- colpite dalle forme più gravi.
nizzazione mondiale della sanità, che in quell’anno Il vaiolo non faceva distinzioni di classe: fra le vit-
ne ha dichiarato la scomparsa). time si contano più di un faraone (la mummia di
Se avete fra i trenta e i quarantacinque anni è pro- Ramses V ne porta in viso i segni, figura 4) e molti
babile che portiate sulla spalla un piccolo segno ro- monarchi. Ne sono passati indenni Mozart e Be-
tondo, il «bollo» lasciato dalla vaccinazione anti- ethoven, George Washington e Abraham Lincoln;
vaiolosa, obbligatoria in quasi tutti i Paesi fra la fine Josip Stalin, con la chirurgia plastica ancora di là da
degli anni Sessanta e i primi anni Ottanta. venire, nascondeva le cicatrici tramite assidui ritoc-
Se invece siete sulla sessantina o oltre, è probabile chi fotografici.
che la parola vaiolo evochi in voi ricordi poco rassicu-
ranti: quasi certamente avete conosciuto persone che si
sono ammalate di questa malattia, se non avete avuto
voi stessi la sfortuna di passarci e la fortuna di guarirne.
Il virus del vaiolo con le sue due varianti, Variola
major e Variola minor, è probabilmente apparso per
la prima volta in Africa attorno al 10 000 a.C. Nel so-
lo Settecento si stima che abbia causato la morte di
circa 75 milioni di persone, attorno al 10% della po-
polazione mondiale dell’epoca. Su 100 persone che si
ammalavano ne morivano circa 30, ma fra i bambini
sotto i cinque anni il tasso di mortalità era ben più
elevato. Per fare un paragone con i giorni nostri, il
vaiolo era diffuso come lo sono oggi il cancro e le ma-
lattie cardiovascolari. A differenza di queste malattie, Figura 4. La mummia del faraone Ramses V, conservata al
però, il vaiolo uccideva molti più bambini. Museo egizio del Cairo (NOVA).
22 I vaccini dell’era globale La lunga storia dei vaccini 23
Il flagello del vaiolo (il nome deriva dal latino va- Lady Mary Wortley Montagu è la giovane moglie
rius, «macchiato» o varus, «segno sulla pelle») ha ac- dell’ambasciatore britannico a Costantinopoli quan-
compagnato l’intera storia umana: epidemie si sono do, nel 1717, descrive in una lettera a un’amica in-
susseguite con regolarità e costanza e la minaccia di glese il metodo della variolazione usato presso la
infezione è stata una presenza persistente nella mente corte ottomana.
degli uomini. Questo lungo periodo di coabitazione, La procedura che la moglie dell’ambasciatore de-
se da un lato ha terrorizzato famiglie, città, nazioni a scrive è un’evoluzione della pratica cinese: alcune an-
ogni contagio, dall’altro ha consentito di osservare al- ziane donne che operano a corte effettuano quattro o
cune caratteristiche della malattia che si sono dimo- cinque graffi sul braccio della persona da immunizza-
strate importanti per la prevenzione: prima di tutto il re e vi introducono il materiale prelevato dalle pusto-
fatto che chi guariva dall’infezione diventava immu- le di persone affette da una forma lieve di vaiolo.
ne, ossia non si riammalava una seconda volta. Lady Mary era lei stessa sopravvissuta al vaiolo,
È stata forse questa consapevolezza a permettere contratto in Inghilterra pochi anni prima di partire
agli antichi abitanti della Cina e dell’India di svilup- per l’Oriente, e della malattia portava tracce indele-
pare una pratica di prevenzione del vaiolo chiamata bili sul viso, oltre al rimpianto per il fratello venten-
variolazione: infettare in maniera intenzionale le per- ne, morto per lo stesso contagio.
sone, con la speranza che l’infezione provocata po- Forse perché era stata segnata di persona dall’e-
tesse causare una malattia più lieve, rispetto a quella sperienza del morbo, Lady Montagu era fortemente
contratta in maniera naturale, e conferire immunità. motivata a evitare che i suoi figli si ammalassero di
I medici al servizio della dinastia Sung, dominante vaiolo e a diffondere la pratica della variolazione nel
in Cina attorno al 590 a.C., proteggevano con questa suo Paese natale.
pratica i membri della famiglia imperiale, prelevan- Così di ritorno a Londra, nel 1721, Lady Mon-
do croste secche da una persona infetta e soffiando- tagu riesce a convincere il dottor Charles Maitland,
le con una cannuccia di bambù nel naso delle perso- medico dell’Ambasciata, a inoculare* la sua bambi-
ne che non si erano ancora ammalate. na di quattro anni con materiale infetto di vaiolo,
come si faceva in Turchia.
Dopo questa dimostrazione il dottor Maitland ot-
Lady Montagu e il vaiolo nel Vecchio continente tiene l’autorizzazione reale a inoculare il vaiolo in al-
Attorno al 1700 la variolazione era ormai comune in
Africa, in India e nell’Impero Ottomano, ma non *Inoculare significa introdurre una sostanza nell’organismo
aveva ancora raggiunto l’Europa. mediante un’iniezione o un’incisione della cute.
24 I vaccini dell’era globale La lunga storia dei vaccini 25
La credenza assume così valore scientifico: l’infe- il canale d’accesso, oltre a essere molto stretto, è tor-
zione con la forma vaccina protegge dal vaiolo uma- tuoso. Il brodo dopo tre giorni è incontaminato:
no. La variolazione a partire da virus umano, poco nessun germe è riuscito a risalire lungo il collo torto
sicura, cede il passo a questa nuova procedura con fino all’allettante brodino.
la forma vaccina, meno rischiosa. Pasteur dimostra così che le infestazioni non si
generano dal nulla, ma crescono soltanto là dove i
microbi riescono ad arrivare. La teoria plurimillena-
La causa delle malattie infettive ria della generazione spontanea termina dunque con
Il metodo di Jenner, che funziona contro il vaiolo, l’esperimento di Pasteur, che fa seguito ai tentativi
non può però nulla contro le altre malattie infettive importanti ma non del tutto conclusivi di Redi e
che ancora imperversano a fine Ottocento. Non so- Spallanzani.
lo, ma per tutte quelle malattie mancano ancora i Che cosa c’entra tutto questo con le malattie in-
colpevoli e le prove che li inchiodano. fettive? Proprio come i contaminanti del brodo – ra-
Che esistessero esseri piccoli e invisibili a occhio giona Pasteur – anche i germi che provocano le infe-
nudo, i microrganismi, lo aveva già scoperto nel 1683 zioni non possono nascere dal nulla nel corpo del-
l’olandese Anton van Leeuwenhoek, quando aveva l’ospite, ma vi devono penetrare dall’esterno.
esaminato un po’ di placca dentaria con un primitivo L’eco degli studi di Pasteur si diffonde in tutta
microscopio di sua invenzione. Vedere però non ba- Europa. In Inghilterra un chirurgo inglese, Joseph
sta: come si fa a sapere che i germi che osserviamo al Lister, è preoccupato per l’alto tasso di decessi che
microscopio possono essere agenti infettivi? registra fra i pazienti del suo reparto. Lister ipotizza
Louis Pasteur è già un chimico piuttosto celebre che le morti siano dovute a infezioni trasmesse da
in Francia quando nel 1859 fa un esperimento inge- microrganismi trasportati da un paziente all’altro
gnoso. Vuole capire una volta per tutte da dove si sulle mani dei medici e sugli strumenti operatori.
originano le contaminazioni dei liquidi usati nell’ali- Dopo che nel reparto si adotta la pratica di lavare
mentazione. L’ipotesi in voga all’epoca è che la con- con un disinfettante le mani e gli strumenti prima
taminazione si crei dal nulla, secondo la «teoria del- degli interventi, i decessi scendono dal 50% al 15%.
la generazione spontanea» risalente ad Aristotele. Robert Koch è un medico tedesco che negli stessi
Pasteur riempie una bottiglia di vetro con brodo anni completa l’opera di Pasteur identificando il ba-
di carne bollito, poi riscalda il collo sottile del conte- cillo responsabile dell’antrace e della tubercolosi
nitore così da piegarlo a forma di collo di cigno. In (per questa scoperta meriterà il premio Nobel per la
questa maniera il brodo è ancora esposto all’aria, ma medicina nel 1905). Cosa ancora più importante,
28 I vaccini dell’era globale La lunga storia dei vaccini 29
Koch mette a punto una lista di quattro criteri che terica, inoculata negli animali, li lascia vivi e vegeti.
devono essere soddisfatti per stabilire se una certa E per di più gli stessi polli, infettati una seconda vol-
malattia è causata o meno da un determinato agente ta con batteri freschi, si ostinano a non ammalarsi di
infettivo. I criteri, aggiornati e usati ancora oggi, so- colera.
no i seguenti: Che cos’è successo? I batteri di quella colonia,
trascurati durante la pausa estiva, prima si sono ri-
1. Il microrganismo deve essere trovato in abbondanza in
tutti gli individui che soffrono della malattia. prodotti a dismisura e poi, rimasti senza nutrimento,
2. Il microrganismo dev’essere isolato da un individuo am- si sono molto indeboliti, ossia attenuati. Inoculati
malato e cresciuto in cultura. nei polli, non sono stati in grado di provocare la ma-
3. Il microrganismo cresciuto in cultura dovrebbe causare la
malattia quando è introdotto in un individuo sano.
lattia, ma il sistema immunitario li ha «identificati»
4. Il microrganismo dev’essere isolato di nuovo dall’ospite comunque: i volatili si sono così immunizzati contro
sperimentale in cui è stato inoculato e dev’essere quindi ogni successiva infezione.
identificato come identico allo specifico agente causale L’idea che una malattia lieve possa determinare
originale.
immunità a una forma più virulenta non è nuova,
Grazie all’applicazione di questi criteri ogni ma- l’abbiamo già visto con la variolazione e con l’immu-
lattia infettiva ha una causa certa: un microrganismo nizzazione di Jenner tramite la forma vaccina del
patogeno, che sappiamo come isolare e identificare. vaiolo. La novità in questo caso è che la forma lieve
della malattia non si trova in natura: l’hanno provo-
cata batteri la cui virulenza è stata limitata in manie-
Germi ingentiliti ra artificiale, per intervento dell’uomo. La possibili-
Il contributo di Pasteur all’eliminazione delle infe- tà di creare in vitro e non solo in vivo** varietà bat-
zioni non si esaurisce qui. Dopo aver isolato nume- teriche con virulenza ridotta, ma comunque capaci
rosi bacilli responsabili di malattie degli animali e di conferire immunità alle forme più aggressive delle
dell’uomo, nel 1879 il microbiologo francese è alle malattie, fa compiere un decisivo balzo in avanti
prese con il colera dei polli, un malanno causato da verso le immunizzazioni che si utilizzeranno in tutto
batteri di cui Pasteur cresce numerose colonie in la- il Novecento.
boratorio.
I batteri del colera, ogni volta che sono inoculati ** Un esperimento in vivo usa un intero organismo, in con-
dizioni simili a quelle naturali, mentre un esperimento in vitro
in laboratorio nei volatili, causano in maniera ineso- utilizza solo una parte di un organismo (per esempio alcune
rabile la malattia e la morte degli animali. Sempre, cellule o il materiale genetico) in condizioni ambientali con-
tranne una volta, in cui una particolare cultura bat- trollate.
30 I vaccini dell’era globale La lunga storia dei vaccini 31
Il siero è la componente liquida del sangue e, fra Con lo stesso procedimento Ramon ottiene un se-
le altre cose, contiene gli anticorpi. Behring ottiene condo vaccino, contro la tossina prodotta dal
l’antisiero somministrando ad animali di laboratorio Clostridium tetani, il batterio che causa il tetano.
forme attenuate del batterio difterico. Nel siero de- Il tetano è una malattia non contagiosa, con cui ci
gli animali si accumulano così anticorpi capaci di si può infettare attraverso la contaminazione di una
inattivare la tossina difterica, anche quando il siero ferita. La tossina tetanica causa la contrazione pro-
prelevato da questi animali è iniettato in altri anima- lungata delle fibre muscolari scheletriche e – se non
li infetti con il batterio non attenuato. curata – può portare alla morte tra terribili spasmi e
La scoperta di Behring, che gli varrà il premio sofferenze.
Nobel per la medicina nel 1901, è la prima di una Dopo queste due prove il metodo di Ramon, affi-
lunga serie di terapie a base di antisieri. L’immunità dabile e riproducibile, viene adottato per inattivare
che forniscono gli antisieri è tuttavia passiva: a fun- gran parte dei patogeni candidati a diventare vacci-
zionare sono gli anticorpi già presenti nel siero che ni. È un altro passo verso le vaccinazioni su larga
viene iniettato, e non quelli sviluppati dalla persona scala che caratterizzeranno il Novecento.
colpita dalla difterite. Detto in altre parole, all’epoca I due preparati di Ramon hanno dimostrato an-
di Behring per prevenire la difterite manca ancora che un altro principio importante per lo sviluppo
un vaccino che, inoculato in un essere umano, gli futuro dei vaccini: sono stati il primo esempio di
faccia produrre un’immunità attiva, costituita da an- preparati che funzionano inoculando soltanto una
ticorpi contro la tossina difterica. parte del microrganismo, una sua subunità, e non il
Per arrivare a quel vaccino c’è un grande ostacolo patogeno intero.
da superare: occorre trovare la maniera di disattiva-
re la tossina batterica, di trasformarla in un derivato
inoffensivo, che sia però ancora capace di stimolare La polio e le vaccinazioni di massa
il sistema immunitario a produrre anticorpi adeguati La poliomielite, abbreviata spesso in polio, è una
contro successive infezioni. malattia contagiosa e virale, causata dal poliovirus,
Gaston Léon Ramon è il veterinario francese che che si diffonde da persona a persona, per contatto
nel 1924 trova la soluzione a questo problema: la con le feci o con la bocca.
tossina difterica, sottoposta a un trattamento a 37°C I sintomi sono la paralisi motoria, localizzata so-
con una particolare sostanza chimica, la formaldei- prattutto nelle gambe, ma anche in altre parti del
de, diventa innocua, pur mantenendo intatto il pro- corpo a seconda di dove è diffusa l’infezione nel si-
prio potere vaccinale. stema nervoso centrale.
34 I vaccini dell’era globale La lunga storia dei vaccini 35
Dopo i test negli animali Sabin sperimenterà il Eroi di questa storia sono certo la mente brillante
vaccino su se stesso, sul collega Alvarez e su un tecni- degli scienziati e il forte potere di convinzione di
co di nome Haydy. «Tre emarginati: un ebreo, un Lady Montagu. Ma dobbiamo essere altrettanto gra-
messicano e un negro» commenterà Sabin stesso, a ti ai detenuti, ai bambini degli orfanotrofi inglesi e ai
proposito di quelle prime tre cavie umane, in un’in- figli di Lady Montagu stessa, a James Phipps, a
tervista rilasciata anni dopo. Joseph Meister e a tutte le persone che per queste
terapie hanno fatto da cavie umane, inconsapevoli
dei rischi che correvano.
Verso le eradicazioni Oggi sarebbe difficile, se non impossibile, esegui-
L’onda emotiva che negli anni Cinquanta accompa- re esperimenti simili su esseri umani, in particolare
gna le epidemie porta l’opinione pubblica a chiede- sui minori, con il livello di rischio che quei test com-
re e sostenere vaccinazioni di massa contro le malat- portavano. La sensibilità comune sul valore della vi-
tie infettive. Il principio di Pasteur e il metodo di ta umana nell’ultimo secolo è cresciuta e si è tradot-
Ramon, che si possono riassumere con il motto «iso- ta in leggi che regolano con estrema serietà la speri-
la il germe, uccidilo, iniettalo», permettono di pro- mentazione di farmaci, vaccini e terapie sull’uomo.
durre su larga scala altri vaccini oltre a quelli di cui Senza quei contributi alcuni di noi potrebbero non
abbiamo parlato finora. essere qui a scrivere o a leggere questo libro e lo
In un secolo, grazie ai vaccini, il vaiolo è stato era- stesso valore della vita potrebbe essere diverso.
dicato dalla faccia della Terra e l’incidenza globale
della poliomielite si è ridotta del 99,9%, da 350 000
casi per anno a 1643 nel 2008. I casi di difterite,
morbillo, rosolia, parotite, pertosse, malattie causate
da Hæmophilus influenzæ e tetano si sono ridotti di
oltre il 98%. Per fare un paragone, le medicine che
arrivano a curare più casi (quelle contro la febbre
reumatica e la malattia reumatica cardiaca) si ferma-
no a un’efficacia del 75%.
A questi numeri impressionanti si arriva dopo
qualche migliaio d’anni di prove, esperimenti, tenta-
tivi, con una forte accelerazione a partire dalla fine
dell’Ottocento.