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MILTON NASCIMENTO

INTERVISTA ESCLUSIVA

N. 811 - GIUGNO 2018 - € 9,90 The Italian Jazz Magazine


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DOSSIER INTERVISTE
LENNIE PHILLIP
TRISTANO JOHNSTON
BAM! •
SHABAKA DOUBLE CUT
N. 811 - GIUGNO 2018 - POSTE ITALIANE S.P.A. - SPED. IN A.P. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 56) ART. 1, COMMA 1, LO/MI - A 17,00 € - B 14,90 € - F 17,90 € - L 14,90 € - P 17,00 € - E 15,00 € - ITALY ONLY 9,90 €

HUTCHINGS •
GAVINO
GIÙ AL NORD
TILL
MURGIA
BRöNNER

TULIPA RUIZ TOWNES VAN ZANDT DORIS DAY WILLIE NELSON EDDIE PILLER MINA & GABER
ANNO 73° N. 6 (811),
GIUGNO 2018 SOMMARIO foto di copertina: Daryan Dornelles

MENSILE DI CRITICA MUSICALE


FONDATO NEL 1945 DA GIAN CARLO TESTONI

DIRETTORE EDITORIALE
Luca Conti 54
international Summer workShop
INTERVISTA
GAVINO MURGIA

58
ART DIRECTOR E PROGETTO GRAFICO
Silvano Belloni

48 edition Siena July 24 August 7 - 2018


th th th
PHOTO EDITOR
Maria Francesca Tatarella BAM!
SHABAKA HUTCHINGS

Theo Bleckmann Diana TorTo AMMINISTRAZIONE E CONTROLLO


Silvana Mangalaviti
silvana@22publishing.it 62
GIÙ AL NORD
Jen Shyu SuSanne aBBuehl

95
Alessandra Andretta
MUSICA JAZZ.IT
TILL BRÖNNER

64
Alceste Ayroldi

Fulvio SigurTà ralph aleSSi


alceste.ayroldi@musicajazz.it

Monica Carretta
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giovanni Falzone Shane enDSley PUBBLICITÀ MARIALY PACHECO

7 69
Alessandra Maffei
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miguel zenon achille Succi TIME OUT: PER SEGNALARE EVENTI


notiziario@22publishing.it
(entro il primo giorno del mese precedente l’uscita) THE THEME CIRCUS
Ben WenDel maurizio giammarco
maTT miTchell STeFano BaTTaglia
DIRETTORE RESPONSABILE
Fausto Tatarella
GLI AUTORI DI QUESTO NUMERO:
Alceste Ayroldi, Andrea Baroni, Alberto Bazzurro, DISCHI DEL MESE
8 LIBRI
ART ENSEMBLE OF CHICAGO
TROPICÁLIA
TULIPA RUIZ

20
Riccardo Bertoncelli, Riccardo Brazzale, Enzo Capua, BRAD MEHLDAU MOON IN JUNE
kenny Werner phil markoWiTz
Sandro Cerini, Franco Fayenz, Luciano Federighi,
Ivo Franchi, Gennaro Fucile, Nicola Gaeta, THE BAD PLUS TOWNES VAN ZANDT
Gian Franco Grilli, Angelo Leonardi, Michele Manzotti, JAMIE SAFT
Giuseppe Piacentino, Walter Porcedda, Pietro
AUGUST GREENE COVER STORY MILLENNIUM JAZZ
gilaD hekSelman roBerTo ceccheTTo Scaramuzzo, Marta Tripodi, Franco Vailati, Paolo Vitolo.
EDWARD SIMON MILTON NASCIMENTO EDDIE PILLER

26
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DIDIER LOCKWOOD
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WILLIE NELSON
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via Cazzaniga 19 , 20132 Milano. LENNIE TRISTANO CHANSON(G)S

35
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A.I.E. – Agenzia Italiana di Esportazione Srl MINA E GABER
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DAL MONDO
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JeFF BallarD eTTore FioravanTi Numeri arretrati (non oltre i 12 mesi):


gli arretrati non esauriti sono disponibili dopo due
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The Italian Jazz Magazine


LE SCELTE DEL DIRETTORE PUBLISHED SINCE 1945 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 5
WHAT’S NEW THE THEME

DIDIER
LOCKWOOD
Al grande violinista
francese, che ci
ha lasciato il 18
febbraio, è dedicato
questo numero di
Musica Jazz.

Tra vecchi e nuovi maestri,


una scena in fermento
I
l jazz sarà anche in crisi, come rego- assurdamente scomparso il 18 febbraio vo album, e a Gavino Murgia, poliedrico
larmente si sente ululare da più parti, scorso ad appena 62 anni). Questo signi- sassofonista sardo (ma anche cantante ed
ma a giudicare dall’alto livello di molti fica che la situazione del pianoforte jazz è etnomusicologo) la cui voce è necessaria
dei dischi che vengono pubblicati non si in questo periodo particolarmente florida, per capire dove sta andando il jazz; ecco
direbbe davvero. e che lo strumento ha riacquistato quel le interviste a personaggi in forte ascesa
Per averne una dimostrazione immediata ruolo trainante che in epoche più o meno come l’anglo-caraibico Shabaka Hutch-
è sufficiente leggere la nostra rubrica Di- recenti gli era stato sottratto da chitarre e ings e la cubana Marialy Pacheco, che
schi del mese, che trovate alla pagina 8 di sassofoni. dimostrano ascora una volta quanto sia
questo numero, e poi ascoltare qualcuno Ed è anche per rimarcare questa nuova e necessaria, al jazz, la contaminazione con
degli album consigliati. Da Brad Mehldau meritata visibilità che due dei servizi più altre musiche e altre culture. Ecco i nuo-
ai Bad Plus, da Jamie Saft a Edward Simon rilevanti del nuovo numero della nostra vi gruppi di un protagonista della scena
e Kenny Barron, passando per il nuovo la- rivista si occupano di pianisti: da un lato il attuale come Robert Glasper (R+R=Now –
voro di Kurt Elling, si ha la netta impres- consueto dossier, che esamina uno degli che vedremo in Italia a luglio – e August
sione di una scena in continuo fermento, argomenti più affascinanti ma anche più Greene assieme a Common e Karriem
anche per quanto riguarda leggendari ve- misteriosi della storia del jazz, ovvero gli Riggins); ecco la scoperta di un prezioso
terani come Barron, che potrebbero tran- anni in cui un genio come Lennie Trista- inedito dell’E.S.T. Trio, dieci anni dopo la
quillamente vivere di rendita e adagiarsi no elaborava una poetica completamente tragica fatalità che costò la vita a Esbjörn
sugli allori di una carriera prestigiosa ma originale e ne portava gli stimoli in sala Svensson, ecco tante altre cose ancora,
che mettono in piedi un quintetto nuovo d’incisione, e dall’altro un approfondito soprattutto l’intervista al sassofinista Phil-
di zecca – con alcuni dei giovani più bril- ricordo di un dimenticato maestro degli lip Johnston, leader di uno dei nostri grup-
lanti in circolazione, da Mike Rodriguez anni Ottanta e Novanta, Don Grolnick, pi preferiti, il Microscopic Septet, il cui
a Dayna Stephens e Johnathan Blake – e, che non merita certo l’inspiegabile oblio stralunato e surreale umorismo ha sem-
alla bella età di settantacinque anni, de- in cui è caduto dal 1996, anno della sua pre rappresentato un doveroso sberleffo
buttano su Blue Note con una voglia di prematura dipartita. alla seriosità che troppo spesso attanaglia
suonare che farebbe l’invidia di molti ven- Ma non finisce qui. Il numero di Musica il mondo del jazz.
tenni all’esordio. Jazz che state per affrontare esplora, co- Ce n’è abbastanza, crediamo, per tra-
Ci sembra anche abbastanza significa- me ci piace e riteniamo giusto fare, un’am- scorrere un mese di belle letture e ottimi
tivo – sarà forse una coincidenza ma ne pia gamma di musiche dando spazio ai lo- ascolti con Musica Jazz. Ci vediamo il
dubitiamo – che molte di queste brillanti ro creatori, nella convinzione che il mon- prossimo mese con quello che si prean-
uscite recenti siano o guidate da pianisti do sonoro di oggi debba essere esplorato nuncia come un avvenimento ecceziona-
oppure abbiano dei pianisti di grande li- da molteplici punti di vista. Ecco quindi le (al momento non possiamo dire di più
vello a condurre le danze (Orrin Evans le interviste a musicisti italiani di grande ma vi garantiamo che si tratta di qualcosa
© JOEL SAGET

nel disco dei Bad Plus e Antonio Faraò valore come Tino Tracanna e Massimilia- destinato a fare rumore). Keep swinging!
in quello, purtroppo postumo, di un ma- no Milesi, membri del poderoso quartetto
estro del violino come Didier Lockwood, Double Cut, che ci presentano il loro nuo- Luca Conti

GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 7


WHAT’S NEW DISCHI DEL MESE SCELTI PER VOI / BRAD MEHLDAU, THE BAD PLUS, JAMIE SAFT, AUGUST GREENE (ROBERT GLASPER, COMMON, KARRIEM RIGGINS)

Miscele irresistibili THE BAD PLUS


«Never Stop II»
Legbreaker, thebadplus.com
Orrin Evans (p.), Reid Anderson (cb.),
JAMIE SAFT
«Solo a Genova»
RareNoise, distr. Goodfellas
Jamie Saft (p.).
sapienza nello sfruttare le grandi capacità
sonore del pianoforte che Jamie ebbe fra
le mani a Genova. E c’è, infine, il ricorso
quasi costante al rubato che, nel pianismo
I nuovi lavori di alcuni dei nomi più significativi del jazz contemporaneo Dave King (batt.). Genova, 3-3-17. magniloquente o ammiccante di Saft, faci-
Brooklyn, settembre 2017. lita la coabitazione fra un certo gospel e
ricerca, abbiamo finalmente rintracciato un certo entertainment. Invenzione con la
una vecchia intervista in cui Mehldau rac- «i» maiuscola è ciò che soprintende a que-
contava di aver sognato, una notte, Philip sto disco. Tanto per dirne una, Saft riesce
Seymour Hoffman che gli leggeva la Co- persino a farci scorgere in Bob Dylan le
stituzione degli Stati Uniti; e di aver com- facce di Monk e di Earl Hines.
posto, al risveglio, il brano che si ascolta Piacentino
in questo disco, restando poi stupefatto,
poche settimane dopo, alla notizia della
tragica morte del popolare attore e deci- AUGUST GREENE
dendo di incidere il pezzo a mo’ di ultimo «August Greene»
omaggio. Pare che Jamie Saft avesse pensato per Amazon Original, distr. Amazon
Questa intervista – Hoffman è scomparso Strana e inimitabile band, The Bad Plus, la prima volta a un recital solistico nel Common (rap), Robert Glasper (tast.),
nel febbraio 2014 – indica in maniera abba- portatori sani di un’estetica post-punk in 2007, su invito di Giuseppe Vigna. Il risul- Karriem Riggins (batt.); più Roy Hargrove
stanza precisa la data di registrazione, tan- ambito post-bop (gli aspetti ironici della tato arriva adesso, dieci anni dopo, in un (tr.), Elena Pinderhughes (fl.), Burniss
to più che pochi mesi dopo il trio di Mehl- faccenda terminologica sono del tutto invo- disco che il pianista ha realizzato dal vi- Travis (b. el.), Samora Pinderhughes,
dau già eseguiva dal vivo Seymour Reads lontari, eppure eloquenti di cosa sia il trio); vo, a bordo di un magnifico Steinway, e Brandy, Estelle, Bilal (voc.).
The Constitution e diversi altri brani dell’al- dichiaratamente privi di leader (e anzi ca- che costituisce il suo esordio nella solo
bum appena uscito, addirittura nell’ordine ratterizzati dalla fusione in unico fascio di performance (a fronte di una discografia
in cui li ascoltiamo qui (Spiral era il brano personalità talmente diverse e divergenti amplissima). Con un paio di eccezioni,
di apertura dei concerti dell’autunno-in- da risultare persino disturbanti, nell’acco- Saft lavora su cover più o meno famose,
verno 2014-2015). Considerando poi che in stamento) eppure coesi; adusi alla cove- tutte americane e tutte a sottolineare che
«Blues And Ballads» (Nonesuch, 2016) era- rizzazione più estrema ma mai pigramente gli Stati Uniti non hanno soltanto il volto
no presenti tre esecuzioni registrate il 12 formulare, alla destrutturazione, al riuso e inquietante di oggi ma una indiscutibile
maggio 2014, è ragionevole presumere che alla ricostruzione, eppure capaci di sforna- nobiltà culturale, anche e soprattutto nel-
anche il nuovo lavoro risalga a quei giorni. re album di soli brani originali pienamente la musica. Il mondo del jazz fornisce alla
Oltre allo stralunato valzerino Seymour convincenti («Inevitable Western» soprattut- sua immaginazione Naima di Coltrane e
Reads..., gli altri due brani a firma del pia- to, ma anche il precedente primo capitolo, Blue In Green di Bill Evans e Miles Davis.
nista sono il già citato Spiral (in 5/4, che «Never Stop»). Come in un’obbligata ripre- Il resto proviene da autori della classica In tempi di cosiddetta «musica liquida» e di
sembra costruito su una cellula di Vesti la sa di questo schema, apparentemente fatto (Ives), del folk-rock (Dylan, Joni Mitchell), crisi dell’industria discografica è sempre
giubba di Leoncavallo, troppo insistita per per conciliare opposti, quest’ultimo album del soul e R&B (Curtis Mayfield, Stevie più frequente imbattersi in produzioni co-
essere casuale) e Ten Tune, in 10/8 come presenta la forza della continuità progettua- Wonder, Jam & Lewis), del rock classico me questa. Artisti, anche molto rinomati,
BRAD MEHLDAU TRIO
Da sinistra: Brad svela il titolo. Le riletture di brani altrui le nel momento della sua possibile interru- (gli ZZ Top, con i quali Saft condivide la alle prese con difficoltà distributive oppu-
Mehldau, Jeff Ballard, comprendono invece De-Dah di Elmo Ho- zione: infatti l’«intellettuale» del gruppo, il barba spettacolare…). Ma se Saft si è ap- re semplicemente coinvolti in strategie di
Larry Grenadier. pe, parente stretto della monkiana Bemsha pianista Ethan Iverson, non è più della par- provvigionato di qua e di là, la sua idea marketing «alternative», affidano al web le
Swing e come tale restituito ai suoi umo- tita ma nessuno è in grado di accorgersene, di concerto solitario è così forte da ren- sorti delle loro creazioni. Erykah Badu, per
ri caraibici; un vecchio standard come perché chi gli è subentrato, – l’acclamato dere il materiale compatto. C’è, anzitutto, esempio, alla fine del 2015 ha inciso uno
BRAD MEHLDAU sua appartenenza al mondo del jazz comu- Almost Like Being In Love, che perde il e stimatissimo Orrin Evans – per quanto un profondo lavoro preparatorio grazie al dei suoi lavori meglio riusciti del suo ultimo
«Seymour Reads The Constitution!» nemente inteso, nonostante le varie «scap- tratto nostalgico-spensierato dell’originale astrattamente agli antipodi espressivi, intri- quale i pezzi, come in Ran Blake, passano periodo, il mixtape «But You Caint Use My
Nonesuch, distr. Warner patelle» messe in atto negli ultimi anni (il per trasformarsi in una corsa a perdifiato; so come è di blackness e di groove, non ha attraverso filtri, prismi, specchi che defor- Phone» intelligente e gradevole rimastica-
Brad Mehldau (p.), Larry Grenadier (cb.), duo con Mark Guiliana; quello con il man- Beatrice di Sam Rivers, posta in chiusura il potere di spostare il corso delle cose. E mano la melodia originaria. C’è, poi, la zione di un hit di Drake, il rapper canadese
Jeff Ballard (batt.). dolinista Chris Thile; «Modern Music» con di set e offerta in una versione asciutta e forse non si è neppure posto il problema.
New York, prob. maggio 2014. Kevin Hays e Patrick Zimmerli)? È uno dei rigorosa, priva di ogni velleità romantica; La musica fluisce sicura, riproponendo la
tanti piccoli misteri di quest’album dall’a- infine i consueti prestiti dal repertorio pop, consueta robustezza dell’asse contrabbas-
spetto apparentemente dimesso: niente che questa volta comprendono Friends dei so-batteria, guadagnando grazie a Evans un
foto dei musicisti, zero note di copertina, Beach Boys (dall’omonimo, sfortunato al- senso della costruzione armonica più qua-
silenzio sulla data di registrazione. bum del 1968) e l’inaspettata ricomposi- drato e mantenendo nel contempo il senso
Di primo acchito, pur avvezzi da decenni zione di Great Day, la curiosa miniatura di urgenza sospesa eppure incalzante, l’ir-
ai titoli surreali e criptici dei brani di Henry che Paul McCartney aveva inciso nel 1992 regolarità dei metri, i continui slittamenti de-
Threadgill, tanto per citarne uno, ci siamo per poi pubblicare soltanto cinque anni gli accenti, che le donano imprevedibilità.
incaponiti assai nel voler scoprire chi fos- più tardi (su «Flaming Pie», 1997) e qui la- Hurricane Birds e Trace ne compendiano
se questo misterioso Seymour che «legge sciata in gran parte al contrabbasso di Gre- ottimamente il senso, mentre Commitment,
la Costituzione» magari estraendola dal nadier, in telepatico rapporto con Mehldau vecchio brano del nuovo pianista, confer-
© MICHAEL WILSON/CORTESIA NONESUCHX

© SHERVIN LAINEZ/CORTESIA THE BAD PLUS

carrello riprodotto in copertina, stracol- (e ci mancherebbe, visto che i due lavora- ma l’esistenza di una precisa visione di
In Dreams Begin Responsibilities, soste- mo di massicci testi giuridici (i credits del no assieme dai primi anni Novanta). gruppo cui Evans aderisce convintamente.
neva nel 1937 il titolo della celeberrima disco lo tacciono ma si tratta di Tag Sale In conclusione, niente di particolarmente I due bonus in chiusura, Kerosene e Seams,
short story di Delmore Schwartz, e proprio III, scatto del 2000 di un importante foto- nuovo – non sembrava comunque questo offrono una convincente oasi melodica. Ri-
in un sogno è contenuta la spiegazione grafo come Mitch Epstein, ex marito della l’obiettivo – ma molto di ben fatto: nel suo mane dunque intatto il valore di un gruppo
dell’enigmatico titolo del nuovo lavoro di regista indiana Mira Nair e frequente col- genere, il trio di Mehldau si conferma tra che non si limita al pigro import-export di
THE BAD PLUS
Mehldau, pubblicato ad appena due mesi laboratore, sul palco, di jazzisti come Erik le migliori espressioni del jazz contempo- materiali allogeni ma riesce a trasfonderne Da sinistra: Reid
dall’uscita di «After Bach». Perché il piani- Friedlander; e dietro questa foto c’è una raneo e questo album otterrà sicuramente il senso in una mistura fortemente originale Anderson, il «nuovo arrivo»
sta avrà voluto tornare subito sul mercato, storia assai complicata che sarebbe trop- il successo che merita. e riconoscibile, a tratti davvero irresistibile. Orrin Evans e Dave King.
quasi come se intendesse rivendicare la po lungo raccontare qui). Dopo qualche Conti Cerini

8 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 9


WHAT’S NEW DISCHI DEL MESE SCELTI PER VOI / EDWARD SIMON, KENNY BARRON, KURT ELLING, DIDIER LOCKWOOD, GREG LAMY
giamenti di qualità sontuosa e raffinata KURT ELLING di Peter Gabriel, di Hoagy Carmichael e di violino, al suo calore, alla sua ricchezza
(si ascolti la lunga apertura di Incessant «The Questions» Leonard Bernstein, con ardite contamina- sonora. Tra le carte vincenti del disco c’è,
Desires), ricca di spunti che incrociano OKeh, distr. Sony Music zioni che mettono in musica le parole dei poi, l’ingaggio di Faraò. Come Lockwood,
classicità, tradizioni diverse e jazz. Di Kurt Elling (voc.), Marquis Hill (tr., flic.), poeti (Wallace Stevens, Rumi, Sara Teasda- il pianista ha padronanza tecnica (come ge-
particolare importanza, nel contesto, ap- Branford Marsalis (sopr., ten.) John le, Franz Wright). A unificare il tutto c’è una stire, altrimenti, pezzi infernali quali Blues
pare l’inserimento della vocalità eterea McLean (chit., chit. el.), Joey Calderazzo penetrante malinconia ottenuta con l’uso Fourth e Quark?), energia, ricchezza nel
della Parlato (in Chant e Rebirth partico- (p.), Stu Mindeman (p., org.), Clark prevalente dei tempi lenti e con la sobrietà fraseggio. Un’intesa perfetta, fra loro due,
larmente evidente, ma dispensata con Sommers (cb.), Jeff «Tain» Watts (batt.). dei musicisti. che culmina nell’avventuroso dialogo violi-
grazia ovunque presente) mentre Binney New York, dal 5 al 12-10-17. Disco molto filosofico e molto americano, no-pianoforte di The One Shot Duet. Con il
è travolgente e bruciante, come sempre. tra i più belli finora registrati da Elling. corposo contributo dei due ritmi c’è in tutto
Un disco splendido, in definitiva, che Piacentino il resto dell’album la gioia della creazione. Il
torna a porre in evidenza un pianista di violino del leader canta (Time To Time) e fi-
caratura tecnica eccellente e un musici- schietta (Ballad For Four), oltre a incantare
sta a tutto tondo di pari, enorme valore DIDIER LOCKWOOD in Little Bossa, brano che conferma quanto
e grandi ambizioni, ottimamente riposte, «Open Doors» eloquente possa essere la semplicità.
misconosciuto al grande pubblico, spe- OKeh, distr. Sony Music Piacentino
AUGUST GREENE cie italiano. Didier Lockwood (viol., mandolino),
Da sinistra: Robert
Glasper, Common Ed è un peccato imperdonabile. Antonio Faraò (p.), Daryl Hall (cb.), André
(ovvero Lonnie Lynn) Cerini Ceccarelli (batt.), Patricia Petibon (voc.). GREG LAMY
e Karriem Riggins. Seine-et-Marne, giugno 2016. «Press Enter»
Piaccia o non piaccia, Kurt Elling è di certo Igloo Records, igloorecords.be
KENNY BARRON uno dei cantanti più personali apparsi sulla Johannes Müller (sax), Greg Lamy
che, a sua volta, aveva campionato il buon za di due progetti più complessi, nati su «Concentric Circles» scena del jazz. Capace di esporre un forte (chit.), Gautier Laurent (cb.),
vecchio Timmy Thomas. E quel lavoro non commissione della Chamber Music Of Blue Note, distr. Universal carico emotivo e di prendersi dei rischi, in Jean-Marc Robin (batt).
era un disco ma semplicemente un ordina- America e del suo programma «New Jazz Mike Rodriguez (tr., flic.), Dayna Stephens «The Questions» assomma queste due qua- Poitiers, ottobre 2016.
to assemblaggio di files che ci si può pro- Works»: le suites «Sorrows & Triumphs» (ten.), Kenny Barron (p.), Kiyoshi lità in una produzione che si può definire
curare solo su iTunes o su Amazon. Oggi e «House Of Numbers» (il pianista ce ne Kitagawa (cb.), Johnathan Blake (batt.). concept album, avendo come filo condut-
ci riprova, con le stesse modalità, Common aveva parlato, con specifico riguardo al- New York, 2018. tore la confusione dei nostri tempi. Elling
che, facendosi aiutare dall’ormai onnipre- la seconda, nell’intervista pubblicata su cita una delle famose Lettere a un giovane
sente Robert Glasper e dal batterista Kar- queste pagine nel 2014). Il quartetto, che poeta (quella del 16 luglio 1903) nella quale
riem Riggins dal vivaio della Revive, da vita non smentisce la propria fama di gruppo Rainer Maria Rilke esorta a non incaponirsi
ad una delle operazioni di consciousness di virtuosi – come del resto si confà alla nel cercare le risposte ma a vivere, perché Si comincia da un pezzo modale che si svi-
più intriganti di questa prima metà del 2018. rinomata brillantezza del proprio leader soltanto vivendo si può sperare di ottener- luppa con andatura di morbido calypso, un
«August Greene» è black music con il jazz – pur mantenendosi al centro delle co- le. Il cantante ha messo insieme dieci brani brano che subito scalda il cuore e un poco
che s’impone non solo nella musica ma se si trova così parte di un organico as- che, in modi diversi, rendono conto della consola del fatto che Didier Lockwood è
anche nel modo di rappare di Common e sai più ampio, con vasto arricchimento nostra quotidianità, e li interpreta con auto- improvvisamente morto d’infarto in apri-
con un pezzo trainante, la cover di Optimi- delle possibilità espressive e timbriche, revolezza ed eleganza palpitanti. Nonostan- le. Questo è, dunque, l’ultimo disco di un È nato a New Orleans 44 anni fa, ha stu-
stic (hit del 1991 dei Sounds Of Blackness), integrato da chitarra, percussioni, voce te i compagni di viaggio vengano dal jazz (e violinista che ha molto sperimentato man- diato al Berklee College of Music di Bo-
uscito come singolo all’inizio dell’anno, e e dal quintetto «classico» Imani Winds. Marsalis coproduce il disco con il leader), tenendosi sempre leggibile. Lockwood ha ston e al Trinity di Londra e oggi vive tra
il cui successo ha probabilmente stimolato Se l’altro lavoro per organico esteso di Quella di Kenny Barron è una dimensione «The Questions» sta in un’area indefinita trasportato nella contemporaneità lo spirito Parigi e il Lussemburgo. È un cittadino
l’avvio di questa brillante iniziativa. Simon, la magnifica «Venezuelan Suite» musicale così camaleontica da scoraggiare che guarda anche al pop. E vi sono pure so- del suo maestro Stéphane Grappelli, soprat- del mondo, Greg Lamy. E con «Press
Gaeta (sempre del 2014), si offriva naturalmen- qualsiasi tentativo di incasellamento e cate- prassalti folklorici, se pensate che il disco si tutto in un aspetto: nel mostrare, cioè, che Enter» firma il sesto album da leader, il
te come spunto di forte affermazione gorizzazione. Qui lo ascoltiamo in quintetto, apre con la dylaniana A Hard Rain’s A-Gon- il violino, pur non essendo fra gli strumen- terzo con l’affiatato quartetto transnazio-
identitaria, legata alle radici dell’autore sostenuto da una ritmica rigorosa e puntua- na Fall esposta in piena solitudine con un ti di primo piano nel jazz, in realtà non ha nale da lui fondato nel 2007. Questo nuo-
EDWARD SIMON (affermazione che non manca neppure le con Kitagawa, ormai sodale collaudato vibrante taglio alla Tracy Chapman. Il resto alcuna penalizzazione in proposito: il jazz vo lavoro è un’efficace sintesi di umori
«Sorrows & Triumphs» in questo album, facendone fede il bra- (già dai tempi del trio con Francisco Mela dell’album si sviluppa con uguale pathos in può praticarlo alla grande, eccome. «Open e amori del chitarrista statunitense. Una
Sunnyside, distr. IRD no Venezuela Unida), nella musica risal- col quale incise il delizioso «The Traveler» varie direzioni, con brani di Paul Simon e Doors» è, appunto, un bellissimo inno al decina di brani nei quali emergono in
David Binney (alto), Edward Simon (p., ta piuttosto la matura espressione di una nel 2008) e il giovane concittadino Blake modo netto le coordinate del suo uni-
tast.), Adam Rogers (chit.), Scott Colley precisa cifra autoriale, che pone al cen- alla batteria, entrambi impegnati a tessere verso musicale. Siamo sull’onda del jazz
(cb.), Brian Blade (batt.), Rogerio Boccato, tro dell’obiettivo la confluenza polisemi- delicate e raffinate soluzioni. Il senso dello mainstream e swingante, dal robusto im-
Luis Quintero (perc.), Gretchen Parlato ca di più tradizioni americane, per il loro swing di Barron è da preservare in uno scri- patto ritmico (merito di un batterista co-
(voc.), Imani Winds Quintet. trascendimento (la molteplicità dei temi gno. Così prezioso da coinvolgere i giovani me Robin) e con innesti fusion (i suoni
Brooklyn, settembre 2017. presenti in sottotesto include interessi leoni di oggi (alcuni di loro sono appunto i anni Ottanta e groove di Control Swift).
correlati alla pratica del buddhismo o al- componenti del gruppo in oggetto) che fan- I temi sono melodicamente eleganti, in
la numerologia). Del resto è noto che il no a gara per suonare con lui. Barron è uno alcuni casi esposti all’unisono dalla sei
pianista è portatore, rispetto alla visione dei grandi maestri del piano jazz di oggi, corde e dal sassofono di Müller (Exit),
della propria musica come «Latin» (ma sempre in grado di regalare armonie raffi- e conservano la memoria delle radici
è un discorso di portata generale, che nate ed episodi sensuali e romantici. Vedi musicali afroamericane (Blues for Jean)
vale per la stessa etichetta usata) o La- la delicatissima versione di Aquele Frevo con alcune virate verso il rock (There
tin-oriented di un dissenso tanto garbato Axè, una canzone di Caetano Veloso scritta Will Be). Nello stile chitarristico Lamy si
quanto esplicito, che lascia sopravvivere per Gal Costa e sottolineata dal brillante fra- ispira al Larry Coryell del periodo con
– e tollera – un uso funzionale della defi- seggio di Stephens e Rodriguez, oppure il gli Eleventh House e soprattutto a John
CORTESIA AUGUST GREENE

nizione, per scopi di divulgazione molto Latin tinge di Baile. Com’è sensuale tutta la Scofield, cui lo accomunano il gusto
CORTESIA SONY MUSIC

semplificata. Ecco dunque che la musica musica incisa in questo elegante lavoro. Un- bluesy e la ricerca del colore. Questo
KURT ELLING
Il graditissimo ritorno di Simon e del parla per sé stessa, come è abusato di- dici cerchi che concentricamente ruotano Il cantante di Chicago senza nulla togliere alla sua originalità
quartetto Afinidad (con Binney, Colley re ma talora di insuperata sintesi. Essa attorno a un’idea di flessibilità e di passione torna con uno dei suoi e alla compattezza sonora del gruppo,
e Blade, più Rogers, consueto compo- è distesa e lirica, pure nella stratificata che va oltre le banalità di ogni giorno. album più riusciti. guidato con mano sicura.
nente aggiunto) è in realtà la confluen- densità di strutture complesse e di arran- Gaeta Franchi

10 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 11


WHAT’S NEW DAL MONDO LA PROSSIMA EDIZIONE / APPUNTAMENTO CON IL 14° JAZZAHEAD! A BREMA DAL 25 AL 28 APRILE 2019, CON LA NORVEGIA COME PAESE PARTNER

A Jazzahead! parlano Quadrivium, rinunciando al contrabbas-


so in favore del violoncello e inserendo
il pianista e compositore italiano Angelo

sempre i numeri
Comisso per dar vita a un progetto di
grande forza melodica e ritmica che met-
tesse in evidenza il suono della tromba e
del flicorno. Molto raffinato il trio del bat-
terista giapponese – con base a Monaco
La rassegna che si tiene a Brema è giunta alla sua tredicesima edizione e ha – Shinya Fukumori, anch’egli della scude-
puntato i propri riflettori sulla scena della Polonia, Paese partner per il  ria ECM: una ricerca melodica profonda
e una cura particolare del suono, con il
di Michele Manzotti pianista Walter Lang a cercare armonie
foto di Nikolai Wolff classiche per sostenere Matthieu Borde-
nave al sax tenore.

A
lla fine hanno parlato i numeri. ECM 2016 con il suo trio. La formazione, lenti musicisti scelti da Obara, ovvero il Tra le formazioni emergenti segnaliamo MADE IN POLAND
Marcin Wasilewski
I partecipanti professionali so- che festeggia i venticinque anni di attività, pianista Dominik Wania, il contrabbassista con entusiasmo il progetto Velvet Revo- (al centro), con
no stati 3.282 – contro i 3169 del sta preparando una nuova incisione dal vi- Ole Morten Vågan e il batterista Gard Nils- lution del tenorista Daniel Erdmann, che Slawomir Kurkiewicz
2017 – e provenivano da 61 paesi diversi. vo per la stessa etichetta. Alla serata di gala sen, tutti assai festeggiati dal pubblico. ha trovato due partner ideali nel vibrafo- e Michal Miskiewicz.
In linea con lo scorso anno, invece, visita- è stata protagonista un’altra formazione La manifestazione di Brema è stata anche nista Jim Hart e nel violinista e violista

Sentiamo Marcin
tori e spettatori agli showcases e alla Club inserita nel catalogo ECM, quella del sas- l’occasione di fare il punto sul jazz del Théo Ceccaldi, presentando un suono
Night, calcolati in oltre 17.000. Jazzahead!, sofonista Maciej Obara. Con brani tratti dal Paese ospite, cui viene dedicato il sabato molto originale. Swing di avanguardia
la rassegna che si tiene a Brema, è giunta suo «Unloved», l’ensemble di Obara riesce pomeriggio con gli showcases di mezz’o- per il quartetto Hütte del batterista Max
alla sua tredicesima edizione e ha puntato i a evidenziare la cantabilità delle melodie e ra. Il German Jazz Expo ha proposto sette Andrzejewski, con il chitarrista Tobias

Wasilewski
propri riflettori principalmente sulla scena al tempo stesso portarsi in formazioni prevalentemen- Hoffmann in evidenza, bop moderno per

IN CIFRE
della Polonia, Paese partner. L’istituto inti- poco tempo verso territori te di giovani musicisti, ma il Fearless Trio del contraltista Johannes
tolato ad Adam Mickiewicz ha contribuito vicini al free senza mai su- non solo. Tra questi ultimi Ludwig e ricerca del suono (con buone
alla scelta degli artisti che hanno dato vita perare quel confine. Nelle l’esperienza nata dalla col- idee, ma ancora da sviluppare) per il
alla Polish Night (ovvero la serie di esibi-
zioni di mezz’ora all’interno del comples-
so fieristico) e al concerto di gala in Die
esecuzioni si percepisco-
no ritmi popolari ma anche
una buona dose accademi-
3.282
PARTECIPANTI
laborazione tra il tenorista
Paul Heller con il pianista
olandese Jasper Van’t Hof,
pianista Benjamin Schaefer e il quintetto
Quiet Fire.
Il pianista polacco ha riscosso un notevole
successo nelle giornate di Jazzahead!
PROFESSIONALI – NEL
L
Glocke, la prestigiosa sala da concerti nel ca alla base delle improvvi- che ha portato la giusta do- a Club Night ha offerto tanti appun-
centro di Brema. Una scelta facilitata anche sazioni. A volte il quartetto 2017 FURONO 3169 – se di tradizione e di bop in tamenti in locali sparsi in tutta la di Michele Manzotti
dal valore che ha portato alcuni jazzisti po- dà l’impressione di essere PROVENIENTI DA 61 PAESI. un contesto molto attuale. città di Brema. Ne citiamo uno in foto di Tomasz Sikora
lacchi a incidere per importanti etichette un trio più un solista, ma lo Anche Markus Stockhau- particolare, che in una rassegna dedica-
OLTRE

È
discografiche come la ECM di Monaco di interpretiamo anche come sen, ormai musicista di ta al jazz ha offerto un momento legato al stato fra i protagonisti della Po- ECM: come è nato il rapporto con
Baviera. Uno di essi, Marcin Wasilewski,
era tra i protagonisti a Friburgo del festival
un segno di democrazia
nei confronti degli eccel-
17.000
I VISITATORI E GLI
lungo corso, si è presen-
tato in quartetto con il suo
mondo classico. Alla Sendesaal (che ha
una delle migliori acustiche di Europa)
lish Night, ovvero gli showcases
organizzati a Brema durante Jaz-
Manfred Eicher?
Tutto è iniziato grazie alla nostra collabo-
l’ensemble di viole da gamba Orlando zahead! e dedicati al Paese partner della razione con Tomasz Stańko. Nel 1996 Man-
SPETTATORI PRESENTI Viols ha eseguito brani di Palestrina, Ba- manifestazione. Il Marcin Wasilewski fred Eicher ci ascoltò suonare con lui e
AGLI SHOWCASES ch, Cage e Reich in un concerto chiamato Trio (formato dal pianista, dal contrab- dopo qualche anno decise di incidere un
E ALLA CLUB NIGHT Harmonies of the Spheres, nel quale erano bassista Sławomir Kurkiewicz e da Michał disco di Stańko assieme a noi, che allora
inseriti anche giochi di luci per descrivere Miśkiewicz alla batteria) ha caratterizzato eravamo poco più di un giovane gruppo
stelle e pianeti in un viaggio oltre il tempo la giornata inaugurale con tre brani di cui polacco.
e lo spazio. Un modo diverso per conclu- due tratti da «Spark of Life», l’ultimo album Per quanto riguarda il vostro futuro,
dere l’esperienza di tre giorni di ascolto in ordine di uscita per ECM, festeggiando avete annunciato sul palco un nuovo
nel segno della ricerca e del suono antico il quarto di secolo di musica assieme. Ab- disco in arrivo...
ma al tempo stesso modernissimo. biamo incontrato Wasileswki subito dopo Sarà un album dal vivo con tutto materiale
L’appuntamento con il 14° Jazzahead! a l’esibizione alla fiera di Brema. scritto originariamente per trio, da quello
Brema sarà dal 25 al 28 aprile 2019, con Sono venticinque anni che il trio è in dei primi anni ad altro più recente. Il fatto
la Norvegia come paese partner. Come ha attività. Oggi il jazz polacco è più co- di averlo suonato davanti a un pubblico
detto Uli Beckerhoff, della direzione arti- nosciuto rispetto al passato. Come era dà a tutte le composizioni una veste nuo-
stica: «A partire dalla generazione di Jan invece la situazione nel vostro Paese va e differente.
Garbarek, Arild Andersen e Jon Christen- quando avete cominciato? L’ultima domanda è relativa proprio
sen, e poi attraverso Nils Petter Molvær, Anche quando iniziammo a suonare i alla caratteristica della formazione.
Jan Bang, Arve Henriksen, fino ai giovani giovani artisti stavano facendosi strada, Anche qui a Brema avete dato prova
musicisti di oggi come Mathias Eick, la così come oggi. I musicisti già in attività di ottima intesa e dialogo tra gli stru-
Norvegia ha avuto un ruolo importante ci invitarono a collaborare con loro e fum- menti. Le composizioni però sono tue:
nel determinare lo stile che ora si chiama mo chiamati a esibirci dalla Polish Jazz ti consideri democratico oppure sono
jazz scandinavo». Attendiamo prima o poi Society, un’istituzione che allora aveva i tuoi colleghi che ti seguono in modo
che anche l’Italia sia chiamata a ricoprire un’organizzazione importante, ma che naturale?
© TOMASZ SIKORA/CORTESIA ECM

questo ruolo. Va detto però che, rispetto collassò con il cambio di sistema politi- Se non ci fosse democrazia o dialogo un
© NIKOLAI WOLFF/FOTOETAGE

allo scorso anno, lo stand di I-Jazz (cui co. Adesso la situazione è analoga, con buon gruppo jazz non esisterebbe e non
bisogna aggiungere Puglia Sounds) era lo scambio di esperienze tra musicisti di ci sarebbe la possibilità di fare musica .a
CLUB NIGHT A BREMA più grande e in una posizione migliore generazioni differenti. Se però la prassi è livello importante. Così tra noi c’è intesa,
L’iniziativa di Jazzahead!
ha offerto numerosi rispetto a quella del 2017. Una circostanza quasi la stessa, è il livello qualitativo che è capacità di generare il ritmo, cambiando
appuntamenti nei locali che ha permesso molti incontri e contatti indubbiamente più alto come è dimostra- armonia accordo dopo accordo, e im-
sparsi per tutta la città. e che speriamo si riveli utile a imporre la to in questa manifestazione. provvisazione, che è una splendida idea
qualità della nostra scena. Parliamo della vostra esperienza con alla base del nostro lavoro.

12 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 13


WHAT’S NEW LOCOROTONDO

R+R=NOW: il nuovo R+R=NOW


Robert Glasper, Terrace
Martin, Christian aTunde

progetto di Robert Glasper


Adjuah Scott, Derrick
Hodge, Justin Tyson
e Taylor McFerrin.

Il dovere di un artista – amava dire Nina Simone – è quello di riflettere


il tempo in cui vive: e questo è vero per pittori, scultori, poeti, musicisti
di Nicola Gaeta
foto di Todd Cooper

C
onsciousness and awareness: co- dell’Academy Award come miglior canzo- Q-Tip. Christian aTunde Adjuah Scott,
scienza e consapevolezza. Parole ne a Glory, tratta dalla colonna sonora del trombettista di New Orleans (e nipote
d’ordine, talvolta utilizzate con film Selma, è stato ispirato da quella cita- dell’altosassofonista Donald Harrison) il
malcelato orgoglio, in altre occasioni con zione. Era la notte degli Oscar del 2015. E cui stile mostra un evidente richiamo alla
supponenza. Ma da qualche tempo fanno il rapper Kendrick Lamar, dopo aver visto musica «della strada» (hip hop, funk ecce-
sempre più capolino nei discorsi delle What Happened Miss Simone?, si è presen- tera ) arricchito da una curiosità intellet-
nuove star della musica nera. Sono le stes- tato in manette e catene alla cerimonia dei tuale di davisiana memoria. Scott non sarà
se che hanno ispirato l’attivissimo Robert Grammy nel 2016 per poi dichiarare: «Tu il trombettista più virtuoso tra quelli della
Glasper a dar vita al suo nuovo progetto, mi odi, vero? Tu odi la mia gente, il tuo pia- sua generazione, ma le sue idee musicali
assieme al quale girerà questa estate nei no è quello di porre fine all’impatto sulla sono molto interessanti. Derrick Hodge,
principali festival europei. Nel corso di gente della mia cultura». Tutta la cultura che non è solo il bassista che aiuta Gla-
un’intervista, per rispondere a un reporter nera di questo decennio, in cui il razzismo sper a realizzare le sue miscele tra jazz
che le chiedeva di parlare del suo coinvol- (e le sue nefaste conseguenze) riprende e hip hop ma è anche un abile manager
gimento nella lotta per i diritti civili dei ne- con Trump a far parlare di sé, rivaluta le che ha costituito la Son Of Knowledge En-
ri, Nina Simone disse: «Il dovere di un arti- icone del passato, riaffermando la necessi- tertainment, una società creata per soste-
sta è quello di riflettere il tempo in cui vive, tà per ogni artista di imparare dal potente nere il lavoro di giovani musicisti che, in
e questo è vero per pittori, scultori, poeti, esempio di Nina Simone. BAM e Black Li- un mercato come quello odierno, hanno
musicisti». Quest’affermazione ha colpito ves Matter non sono che due espressioni poche possibilità di farsi ascoltare. Infine
l’immaginazione del pianista di Houston, diverse di questo comune sentire. Justin Tyson, un giovane batterista del
che ha deciso di riunire attorno a sé cin- vivaio della Revive, una piccola etichetta

I NOMI C
que tra i musicisti più in vista osì, mentre Robert discografica: anzi, più che un’etichetta, un
della nuova scena per dar vita Glasper cavalca l’on- gruppo di musicisti accomunati dalla vo-
a R+R=NOW (Reflect and Re- da, noi vi presentiamo lontà di fondere i vari aspetti dell’estetica
spond Now, Rifletti e reagisci, R+R=Now: un progetto che, nero-americana di inizio millennio.
ora). Molti si sono chiesti co- ROBERT GLASPER, al di là delle evidenti implica-

I
me Eunice Kathleen Waymon, TERRACE MARTIN, zioni ideologiche, si annuncia n tempi recenti la Revive – della qua-
nata poverissima nel 1933 a interessante e anche molto fa- le ci siamo occupati due anni fa sul-
Tryon, nel North Carolina, ab-
CHRISTIAN SCOTT, scinoso, perché riunisce alcu- le pagine di Musica Jazz – ha stret-
bia potuto diventare l’immensa DERRICK HODGE, ne delle personalità musicali to un accordo con la Blue Note grazie
Nina Simone, la diva dalla voce JUSTIN TYSON, che stanno dando lustro alla all’intuito e alla creatività di Don Was, il
unica e dall’indimenticabile TAYLOR MCFERRIN: musica nera di questo inizio principale fautore dello svecchiamento
tocco sui tasti del pianoforte. I SEI MEMBRI DI di millennio. Di Robert Glasper in atto da qualche anno nella celebre eti-
Sicuramente la sua personalità R+R=NOW si sa tutto, o quasi. Del suo lin- chetta. Onore al merito. Infine, ciliegina
carismatica, che, al di là delle guaggio pianistico, che rappre- sulla torta, il sestetto è completato da
sue indubitabili qualità artisti- senta il punto di passaggio tra Taylor McFerrin, non solo figlio del ce-
che, ha contribuito a creare un personag- il forte rispetto della tradizione afro-ame- lebre Bobby ma anche abile e divertente
gio importante per gli afro-americani, alla ricana e la cultura di strada dell’hip hop. beatboxer, in grado di colorare con le
pari dei leader politici. Una personalità ca- Delle sue avventure acustiche ed elettri- sue acrobazie vocali la già suggestiva mi-
rismatica ma anche controversa, ai limiti che. Del suo coinvolgimento nella colon- scela di jazz, soul e hip hop della band.
della psicopatologia, che l’aveva portata na sonora di Miles Ahead, il controverso Siamo quindi davanti a un vero e proprio
a dire: «Eunice era il mio vero nome, ma film di Don Cheadle su Miles Davis. Della supergruppo, che tra pochi mesi sarà in
oggi l’ho dimenticato. Cinquant’anni pas- sua camaleontica capacità di adeguarsi giro per tutta l’Europa: il prossimo 13 lu-
sati sotto le spoglie di Nina Simone me al mercato senza mai perdere di vista la glio potremo ascoltarli al North Sea Jazz
l’hanno fatto dimenticare. E in fin dei conti qualità del messaggio. Della sua voglia di Festival. Ma, prima ancora, potremo ve-
è strano dover portare un nome che non comunicare e della sua vivace progettua- dere e sentire in azione R+R=Now nella
è mai stato il tuo. Per vivere un destino lità e, in definitiva, del suo essere assurto sua unica data italiana (sabato 7 luglio) al
che non era il tuo». Un’artista adorata in alla dimensione di star della musica nera Locus Festival di Locorotondo, una delle
tutto il mondo, eppure terribilmente sola. contemporanea. Gli altri protagonisti del manifestazioni più attive in Italia nella pro-
Un’artista dall’influenza smisurata, che og- progetto sono Terrace Martin, produtto- mozione della black music: quest’anno ci
gi torna al centro della scena e rilancia il re e polistrumentista, uno dei più influenti, saranno, tra gli altri, il sassofonista Shaba-
© TODD COOPER

suo appeal intriso di blues. E Glasper non un musicista con il quale Glasper ha diviso ka Hutchings con The Comet Is Coming
è l’unico ad essersi lasciato suggestionare diverse esperienze: da quelle con Quincy e il Kamal Williams Experiment, il nuovo
da quella citazione. Il discorso di John Le- Jones al lavoro con rapper come Kendrick progetto del tastierista dell’ormai disciolto
gend e di Common durante la consegna Lamar, Common, Kanye West, Mos Def e duo Yussef Kamaal.

14 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 15


WHAT’S NEW LI SALVI CHI PUÒ SETTEMBRE 2007 / LA REEL RECORDINGS INIZIA LE PUBBLICAZIONI SETTEMBRE 2013 / L’ETICHETTA È COSTRETTA A SOSPENDERE L’ATTIVITÀ

Reel Recordings: storia del Ci ha lasciato più di un tesoro. Tra le tante in due concerti: a Colonia (ottobre 1980) e
operazioni discografiche da lui condotte Londra (aprile 1981), entrambi in quartetto,
a buon fine restano quei sei anni gloriosi con alla tromba un ispirato Dave Holdswor-
Purveyors, di cui facevano parte anche G.F.
Fitz-Gerald e Lol Coxhill. Lo strip-tease di
quest’ultimo per far scorrere i titoli vale la

jazz inglese in venti capitoli


della Reel Recordings, durante i quali pub- th e due differenti sezioni ritmiche. visione. Sue le musiche, talvolta in compa-
blicò tutte le registrazioni sopra menziona- Nel 2009 escono anche «Full Steam Ahead», gnia di Robert Wyatt e Archie Leggett. I due
te e altre ancora. Un paio sono dedicate che coglie gli Isipingo di Harry Miller regi- cd audio contengono una registrazione di
a Kevin Ayers, un concerto con il Whole strati tra il 1975 e il 1977 a Londra, sia in Fitz-Gerald e Coxhill in concerto (sempre
World («Hyde Park Free Concert 1970») e studio sia all’ICA, e «Crossing Borders» a del 1981) e un’ampia documentazione dei
La piccola etichetta fondata da Michael King ha scritto, nella sua breve vita, in un altro disco del materiale registrato in nome Bob Downes Open Music, zibaldone collage sonori e le azioni su nastro realizza-
una storia importante nella salvaguardia di musiche a forte rischio d’oblio casa («What More Can I Say...»). Altre due dell’ultima stagione del flautista in patria ti da Fitz-Gerald a metà anni Settanta. Come
uscite sono ristampe (poi le riedizioni non prima di migrare in Germania sul finire de- nel precedente album registrato a Edimbur-
di Gennaro Fucile ebbero più seguito): «Secret Asylum» di Ray gli anni Settanta. È in bella compagnia, tra go, la magia qui regna sovrana. Infine, nel
Russell (del 1973) e «Dreaming Of Glenisla» cui Brian Godding, Paul Rutherford, Barry 2012, le ultime uscite. La prima vede ancora

L
ondra, 1966. Allo Student Union Bar è andata perduta, ma alcune registrazioni di registrazioni dei Soft Machine e dei vari intestato ai Ken Hyder’s Talisker Guy e John Stevens. protagonista Elton Dean in azione il 5 mar-

REEL F
dell’University College è di scena il sono sopravvissute e si ascoltano in «Cu- membri dell’immaginifica band, oltre che e risalente al 1975. Della prima zo 1979 al The 100 Club con i suoi Ninesen-
quintetto di Don Rendell e Ian Carr. riosities 1972», uscito nel 2008 a nome dei di altre figure di primo piano della scena annata facevano parte «Avant uochi d’artificio nel 2010 se. Il doppio cd si intitola didascalicamente
Uno studente registra l’esibizione, ma i na- Command All Stars. jazz e rock d’avanguardia inglese, da Gary Gardeners», a nome Pam & che vede anche la prima «The 100 Club Concert 1979». L’ultimo di-
stri vedranno la luce solo nel 2010 nel disco Settembre 2007: iniziano a essere pubblica- Windo a Mike Osborne. Gary Windo, e «Echoes Of Du- IL CANADESE delle due pubblicazioni sco della Reel Recordings è uno splendido
«Live At The Union 1966». Qualche anno te queste e altre rare, e soprattutto inedite, Passano sei anni. La Reel Recordings ha neden», collezione di musiche MICHAEL KING ERA anche di materiale video tar- sunto del jazz inglese dalle origini all’età
dopo, il 28 febbraio 1971, i Soft Machine registrazioni di quella scena musicale, ov- pubblicato venti dischi ma King è sempre improvvisate da G.F. Fitz-Gerald
suonano all’Henie Onstad Art Centre di vero la strana cosa chiamata «British jazz», più disilluso, oltre che insoddisfatto dei si- & Lol Coxhill all’Edinburgh
UN RESTAURATORE gata Reel. Si tratta di «Double
Trouble», che documenta alcu-
d’oro: «Trad Dads, Dirty Boppers And Free
Fusioneers: British Jazz 1960-1975», com-
Øvikodden in Norvegia. È una straordinaria blend inimitabile nel quale convergeranno stemi di diffusione commerciale della musi- Fringe Festival  nel settembre SONORO CHE AVEVA ne fasi dell’attività dal vivo del pendio sonoro all’omonimo libro scritto da
performance che dovrà aspettare il 2009 a partire dalla seconda metà degli anni Ses- ca, e il peso esorbitante dei costi di produ- del 1975. Nel 2008 apparve- COLLABORATO progetto Dreamtime di Nick Duncan Heining. Si parte con un quintetto
per essere pubblicata con il titolo «Live santa, le libertà conquistate dai musicisti zione e soprattutto di spedizione si è fatto ro diverse rarità, a iniziare da A LUNGO CON Evans e Jim Dvorak con varie capitanato nel 1961 da Mike Taylor, pianista
At Henie Onstad Art Centre». Nel maggio free d’oltreoceano, quelle più ingenue del- insostenibile. Inoltre è sempre più esiguo «Steve Miller Trio Meets Elton L’ETICHETTA formazioni: quintetto (1986), e compositore di grande talento prematu-
1972, una meteora attraversa i cieli del jazz le musiche giovanili e tradizioni assortite, il numero di chi apprezza la qualità sonora Dean», intestato al trio di Miller CUNEIFORM doppio quintetto (1991) e se- ramente scomparso (noto ai più per aver
inglese: il supergruppo intergenerazionale dal folk britannico alle musiche popolari del nastro analogico, mentre tutt’intorno im- (la cui robusta sezione ritmica stetto (2006). Il terzo disco è un scritto brani dei Cream) e si chiude (1975)
Splinters. Ne fanno parte John Stevens, Phil sudafricane. A farsene carico è un’etichet- pera il famigerato (per King) formato mp3. era composta da Tony Moore e dvd con riprese video amatoria- con l’ensemble Graham Collier Music im-
Seamen, Tubby Hayes, Trevor Watts, Kenny ta canadese, la Reel Recordings, nata per È il settembre del 2013 quando King decide Eddie Prévost), che qui (siamo nell’inverno li realizzate al The 100 Club in occasione di preziosito dalla voce di Norma Winstone.
Wheeler, Stan Tracey e Jeff Clyne. Suona- opera di Michael King, che nell’impresa si di chiudere la Reel Recordings, la «label of 1985) dava vita a improvvisazioni di rara un omaggio a Dean nel maggio 2006. L’al- Di mezzo altre formazioni dalla vita breve,
no al The 100 Club in Oxford Street a Lon- fa aiutare dalla compagna Miki Dandy. Lo love», come lui e Dandy l’hanno ribattezza- eleganza. Dean fu anche protagonista di tra uscita si intitola «Radar Favourites» ed brevissima, effimera, come i gagliardi Sym-
dra e l’album «Split The Difference», uscito fa semplicemente perché è appassionato di ta. Cosicché, in uno di quegli imprevedibili un’altra uscita 2008: il concerto tenuto dai è opera dell’omonimo gruppo di art rock, biosis di Gary Windo e un Mike Osborne/
nel 2010, ne documenta le gesta. Qualche quel sound e del suono è anche un innamo- scherzi che il tempo si diverte ad architetta- Soft Heap nel novembre 1978, al Phoenix altra formazione durata come un battito di John Surman Quartet in azione nel 1966,
mese prima, un collettivo estemporaneo rato, come si addice a un audiofilo. Tant’è re, un’intera collana di dischi digitali (cd) Club di Londra e pubblicato da King con il ciglia. Fu allestita nel 1974 da Geoff Leigh, oppure formazioni note come il quintetto di
formato da Elton Dean, Marc Charig, Nick che dietro ciascuna uscita c’è l’amorevole dedicata alle registrazioni analogiche inter- titolo «Al dente». Nell’occasione il quartetto uscito da poco dagli Henry Cow. Rendell e Carr ma con l’aggiunta del chitar-
Evans, Keith Tippett, Harry Miller, Johnny recupero dei nastri originali, trasferiti su rompe le attività proprio a causa dei guasti includeva un altro softmachiniano, Hugh Nel 2011 arriva un’uscita strepitosa. Il tri- rista Amancio D’Silva (siamo nel gennaio
Dyani e Keith Bailey, si ritrova a suonare ai cd adottando criteri di massima accura- causati dalla cultura digitale. Hopper, oltre a Alan Gowen e Pip Pyle pro- plo «The Poppy Seed Affair», che include 1969, un anno dopo apparirà «Elastic Rock»
Command Studios con l’idea di realizzare tezza sonora. King era un restauratore so- King non aveva intenzione di tornare indie- venienti dai canterburyani National Health. l’edizione in dvd di uno squinternatissimo dei Nucleus), oppure i Just Us di Dean ri-
un doppio album che avrebbe dovuto inti- noro, che aveva collaborato a lungo con tro né potrebbe ormai più farlo, perché il A questi va aggiunto «Force Of Nature» in- film del 1981 diretto, diciamo così, da Robin presi nel 1972. Un gran finale: poi arriverà
tolarsi «Guilty But Insane». Parte dei nastri l’etichetta Cuneiform lavorando sui nastri 2 marzo del 2015 decise di togliersi la vita. testato a Mike Osborne, con brani eseguiti Thornburn, con protagonisti tali Matchbox quello tragico.

16 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 17


WHAT’S NEW FOTONOTIZIA

DIECI ANNI SENZA


ESBJÖRN SVENSSON
Il 14 giugno 2008 la vita scivolò via,
tragicamente e prematuramente, da Esbjörn
Svensson. Oggi dal cassetto della ACT (distr.
Egea) spunta una perla: la registrazione
del live dell’E.S.T. Trio, il 20 maggio 2005,
al Barbican Centre di Londra (nel cuore
del trionfale tour britannico); un doppio
cd che rappresenta meravigliosamente il
testamento musicale del gruppo e della
poetica musicale di Svensson, destinata
a dettare i nuovi stilemi del piano jazz
secondo il rito europeo. Il doppio album
cattura perfettamente la fonte vitale del
trio, l’attenzione alla melodia, il sussurrato
pianismo di Svensson che si alterna al
personale senso dello swing piegato
alle pause, ai silenzi e alle sospensioni
ingigantite con maestria da una ritmica
capace di contrappuntare e costruire frasi
e cerchi concentrici; questo grazie ai golosi
passaggi del ponderato fraseggio del bassista
Dan Berglund, che aggiunge pepe con gli
effetti wah-wah e fuzz, e all’incessante
macchina temporale architettata dal
batterista Magnus Öström, che ribolle di
invenzioni ritmiche sempre diverse ed
entusiasmanti. L’arma vincente del trio
è l’elevata interazione, che fa coppia
con l’arguto posizionamento delle note
e l’uso dello spazio.
La prima parte (ovvero il primo cd) è
interamente dedicata all’album «Viaticum»,
pubblicato proprio nel 2005. Il secondo atto
contiene invece altre pillole di saggezza
compositiva tratte dai precedenti «Strange
Place For Snow») e «Seven Days Of
Falling». Ma ciò che rende unica questa
registrazione, rispetto a «Live ‘95» e «Live in
Hamburg», è un’improvvisazione interattiva
capace di rileggere i brani creando delle
vere e proprie suites.
Quindi, se non si può parlare di testamento
artistico, è indiscutibile che l’esibizione
londinese rappresenti un capitolo unico
nell’universo musicale
© JIM RAKETE, CORTESIA ACT MUSIC

dell’E.S.T. Trio.

di Alceste Ayroldi
foto di Jim Rakete

18 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 19


COVER STORY

Intervista esclusiva a uno dei personaggi più


importanti della musica del nostro tempo.
Non è facile entrare in contatto con Milton,
ma ci siamo riusciti ed ecco qui gli esiti del nostro
prezioso colloquio
di Pietro Scaramuzzo
foto di Marcos Hermes

Milton Nascimento
Non essere triste
Molta gente h a bisogno di te

© MARCOS HERMES
20 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 21
N
COVER STORY

of Music e, cosa probabilmente ancora


più emblematica, il «battesimo» ricevuto
dagli indios Guarani - evento rarissimo
per chi non è indio - con il nome di Ava
Nhey Pure Yvy Renhoi, ovvero seme della
terra.
Non è un caso che la sua attuale tournée
si chiami allo stesso modo. Con un reper-
torio che ripercorre un’intera carriera, Se-
mente da Terra – questo il titolo originale
– è un ritorno alle origini, un viaggio alle
radici della Terra Brasiliis, che apre lo spa-
zio per una riflessione politica e sociale
necessaria se si pensa al periodo turbo-
lento che il Brasile sta attraversando.
Quello che ci riserva il futuro, invece, è
ancora un mistero. Milton Nascimento
non si sbilancia ma, allo tesso tempo, la-
scia spazio alla possibilità di nuove com-
posizioni, nuovi dischi. A noi rimane la
speranza che il seme della terra dia anco-
ra nuovi frutti.

Nel 1967, nel corso di un rito religioso, rono i canoni della musica brasiliana Mi piacerebbe iniziare dal principio.
uno spirito apparso a un allora giovanis- mescolando la tradizione joãogilbertiana In che momento della tua vita ti sei
simo Milton Nascimento pare gli abbia con elementi di origine jazz, con il rock interessato alla musica?
detto: «Non essere triste, molta gente ha dei Beatles e il doo-wop dei Platters, con La mia casa a Três Pontas, in Minas Ge-
bisogno di te. Tra qualche giorno accadrà la musica classica e con i canti tradizio- rais, è sempre stata molto musicale. Lilia
qualcosa di straordinario a cui non riusci- nali dei neri di Minas Gerais. Il risultato e Zino, i miei genitori adottivi, ascolta-
rai a credere neanche tu». si riversò in una strana forma di moder- vano molta musica senza badare troppo
È Milton a raccontare l’episodio in più nismo in musica, di progressive in salsa al genere, alcuni giorni poteva essere
occasioni, assicurando puntualmente che verde-oro ancora oggi fonte di ispirazione musica classica, altri musica popolare.
nulla di quanto raccontato è frutto della per intere generazioni. Credo che questo aspetto sia stato fon-
sua immaginazione. Che ci crediate oppu- L’estro musicale di Milton Nascimento, damentale nella mia formazione.
re no, resta il fatto che alcuni giorni dopo però, non riesce subito a varcare i confini Sei cresciuto nel sud di Minas Ge-
l’accaduto, sul palco del Maracanãzinho, del suo paese. A consacrare il brasiliano
il compositore carioca vinceva il premio nell’olimpo musicale internazionale sarà
rais, a Três Pontas, una città che of-
fre una realtà ben diversa da quella Sono cresciuto ascoltando musica
di ogni genere:
come miglior interprete del Festival In- niente di meno che Wayne Shorter, che di Rio de Janeiro e Salvador. In che
ternacional da Canção. Il brano che ese- con Milton registrerà il disco «Native Dan- modo questa città ti ha reso il Milton
guiva, invece, si sarebbe classificato se- cer» nel 1974 per la Columbia. musicista?

un aspetto fondamentale
condo, dietro a Margarida di Guttemberg A partire da questo momento la carriera Come ti dicevo prima, i miei genitori so-
Guarabyracon: era Travessia, ancora oggi dell’artista brasiliano è un susseguirsi di no state le persone più importanti per la
un caposaldo della musica brasiliana. La collaborazioni. In Brasile ne vanno ricor- mia formazione. Senza di loro non sarei
profezia si era avverata. In quell’esatto date alcune: la partecipazione al progetto quello che sono oggi. Non solo come
momento veniva consacrato al successo O Grande Circo Místico di Chico Buarque musicista, ma anche come persona. Da dove hai preso il titolo Travessia? È stata una cosa impressionante che non ste parole fui quasi per svenire, soprattutto

S
uno degli artisti più apprezzati del pano- ed Edu Lobo, nel quale Milton Nascimen- Dal libro Grande Sertão Veredas, di Gui- sarebbe potuta accadere nemmeno in un pensando all’ipotesi che potesse esistere
rama brasiliano. to interpreta il brano Beatriz, l’impegno ono passati cinquant’an- marães Rosa. film. Se non ci fosse stato lo zampino di un altro Milton Nascimento. Ma all’improv-
«Travessia», inutile dirlo, rappresenta un come autore di numerosi brani scritti per ni dalla pubblicazione Travessia si è classificato al secondo Agostinho non ci sarebbe stato nessun viso la risata fragorosa di Agostinho alle
punto cruciale non solo Elis Regina, vera musa ispi- del disco «Travessia». posto nel Festival Internacional da festival. Lui mi aveva chiesto di iscriver- mie spalle mi risvegliò: avevo capito tutto.
per la carriera di Milton ratrice di Milton, la liaison Quanto è stato importan- Canção. Hai raccontato spesso che, mi al festival del 1967 ma non avevo dato Agostinho aveva iscritto i tre brani al FIC
Nascimento ma anche, e con Naná Vasconcelos nei te per la tua carriera? all’epoca, non volevi partecipare al fe- neanche l’occasione di finire il discorso. del 1967 e ed erano stati scelti tutti e tre.
soprattutto, per l’evolversi dischi «Milton» del 1970 e È stato l’inizio di tutto. La stival. Come andarono le cose? Dopo quel 1966, come ti ho già detto, mi «Clube da Esquina» è arrivato qual-
della musica brasiliana. Il «Milagre Dos Peixes» del pubblicazione di «Traves- Avevo già partecipato, nel 1966, al Festi- ero ripromesso di non partecipare a nes- che anno più tardi, nel 1972. Qual è
disco, infatti, pone le basi 1973 e, più di recente, la sia», nel 1967, si è rivelata uno dei momenti val Berimbau de Ouro, della tv Excelsior, sun altro festival: quel clima di competi- l’importanza di questo disco?
per il sorgere del movi- tournée con il giovanissi- più importanti della mia vita. Oltre ad es- presentando un brano scritto da Baden zione non mi piaceva per niente. Un mese In quel periodo pensavamo quello che
mento che qualche anno mo Tiago Iork e la collabo- sere il mio primo disco come solista, «Tra- Powell e Lula Freire: Cidade Vazia. Nono- dopo, Agostinho venne a dirmi che aveva continuiamo a pensare oggi, ovvero che
più tardi, esattamente nel razione con Criolo. Sul pia- vessia» è stato anche il lavoro che mi ha stante avessi vinto il premio come miglior trovato la persona che gli avrebbe prodot- si possa essere felici senza dover far ma-
1972, avrebbe preso il no- MILTON (1976) no internazionale, Milton permesso di fare i miei primi concerti con interprete, non mi era piaciuto il clima di to il disco. Mi disse anche che alcuni miei le a nessuno. Convivere con gli amici,
La copertina di
me di Clube da Esquina: a «Milton», un famoso Nascimento ha suonato canzoni da me composte. Questo già dimo- competizione che si respirava nel backsta- brani sarebbero stati inseriti nel repertorio fare la nostra musica, pensare al futuro…
detta di molti, una rivolu- album del 1976, con Paul Simon, Peter Ga- stra quanto il disco sia stato importante per ge. Oltre a questo, prima del Festival Inter- ma che, per farlo, avrei dovuto registrare Questi erano i nostri sentimenti, nient’al-
zione importante almeno fuori catalogo briel, con i Duran Duran, me. Dico sempre che «Travessia» ha avu- nacional da Canção partecipai ad altri due i brani – che sarebbero serviti come gui- tro. Il resto era mera conseguenza. Ed è
quanto quella della bossa ormai da lungo Herbie Hancock e Quincy to un significato molto speciale per molta festival e notai la stessa situazione. Così mi da – nello studio di un suo amico. Ci an- in questo clima che abbiamo fatto il di-
tempo, inciso con
nova. Insieme a Milton, i Wayne Shorter e Jones. gente. Grazie a questo lavoro, io e Fernando ero promesso di non partecipare mai più dai pensando: accidenti, dovrò registrare sco che rimane un classico ancora oggi.
fratelli Borges, Marilton, Herbie Hancock e In totale, oggi, a suo nome Brant abbiamo iniziato un percorso che ha ad un festival fino a quando non apparve tre canzoni ma alla fine ne sceglieranno Cosa ricordi dei giorni passati in sa-
© MARCOS HERMES

Lô e Márcio, il pianista Wa- che i nostri lettori si contano 34 dischi e nu- definito le nostre vite. Wayne Shorter, per Agostinho do Santos. solo una. Una settimana dopo incontrai la di registrazione?
potranno trovare in
gner Tiso, i poeti Fernando edicola a partire dal merosi riconoscimenti. Tra esempio, è solito dire che la nostra musica In che modo Agostinho dos Santos Elis Regina sulla porta della Recordo: «Lo Accidenti, un sacco di cose. Mi ricordo
Brant, Ronaldo Bastos e mese di giugno. gli ultimi, la laurea honoris costruisce ponti, ponti di amicizia, pace e è stato fondamentale in questo mo- sapevo», disse, «ti sei classificato con tre della casa di Mar Azul, a Niterói, dove
Murilo Antunes rinnova- causa dal Berklee College unione. mento? canzoni al Festival». Quando ascoltai que- io, Lô Borges e Beto Guedes abbiamo

22 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 23


COVER STORY
minciò a chiedere dove abitasse Milton Semente da Terra, il nome che gli indios Qual è oggi la situazione degli in-
Nascimento. I ragazzi della produzione, mi diedero quella notte, è stato scelto dios? Quali sono le politiche che il
credo per dispetto, dissero che non lo per battezzare anche questa tournée. Ma Brasile mette in atto per proteggerli?
sapevano. Solo che la moglie di Way- Semente da Terra è, prima di qualsiasi Il mio interessamento per la causa de-
ne, Ana Maria, era portoghese e lesse altra cosa, un messaggio di speranza. Il gli índios del Brasile è iniziato quando
sul giornale che i ragazzi del Clube da mondo ne ha bisogno. Il nostro deside- ho avuto il primo contatto con loro. Ho
Esquina avrebbero fatto un concerto lo rio è che questa tournée possa generare, portato questo problema in giro per il
stesso giorno di Wayne. Ricordo che in un certo senso, un momento di rifles- mondo grazie alla tournée Txai, che mi
stavo per salire sul palco quando una sione. ha concesso di ricevere anche il premio
persona mi disse: “Wayne Shorter è tra il Questo concerto offre un repertorio della fondazione Rain Forest, che è una
pubblico”. E io risposi: “Cosa?” All’epo- con canzoni cariche di un forte signi- specie di Oscar per la politica dell’eco-
ca ero già innamorato di lui fin da quan- ficato politico. Qual è l’importanza logia. La nostra intenzione è porre di
do suonava con Miles Davis. Tremavo, di fare un concerto politico oggi? nuovo lo sguardo sul tema degli indios,
naturalmente, alla sola idea di esibirmi Credo che tutto quello che possiamo soprattutto nel Mato Grosso do Sul. Più
al suo cospetto. I musicisti dei Weather fare per prestare aiuto sia importante. le persone ne parlano, discutono e si
Report vennero ai concerti del Clube da Ognuno nel suo piccolo, tutti aiutando- informano sul tema, più attenzione i
Esquina per sette giorni di seguito. L’ulti- si, sempre… Questo nuovo spettacolo è Guaraní-Kaiowá riceveranno. Recen-
mo giorno Wayne mi chiamò in disparte iniziato partendo dal tema degli indios e temente abbiamo creato una linea di
e mi chiese se avessi voglia di registrare solo in un secondo momento ha iniziato T-shirt insieme al Progetto Vivart, in cui
un disco con lui. Gli risposi che sicura- a prendere altre forme. Fino a quando parte del ricavato sarà destinato a una
mente avrei voluto, ma non sapevo se ne è diventato Semente da Terra, come se scuola indigena a Caarapó. Ma il punto
sarei stato in grado. Qualche tempo do- fosse un racconto della mia vita. Tutto non è solamente quello di aiutare queste
po, Wayne mi chiamò per invitarmi a Los è presente in questo concerto. E tutto è popolazioni sotto il profilo economico,
Angeles e io ci andai accompagnato da stato fatto insieme a Wilson Lopes, diret- anche perché i Guaraní-Kaiowá sono for-
Wagner Tiso e Robertinho SIlva. Wayne tore musicale e responsabile degli arran- mati da diversi popoli e, in questo modo,
ci ospitò tranquillamente a casa sua e lì giamenti, mio figlio Augusto Kesrouani esistono centinaia di lideranças che non
avemmo la possibilità di conoscere mol- Nascimento, il mio impresario, Danilo sempre convivono sullo stesso territorio.
ti musicisti di diversi generi e di diversi Japa, il direttore artistico del concerto. Dobbiamo fare molto di più. Dobbiamo
luoghi. Fu così che registrammo il disco Chiaramente ascolto sempre le opinioni mobilitare la società perché guardi all’at-
«Native Dancer». dei musicisti della band, specialmente tuale situazione dei Guaraní-Kaiowá.
L’elenco dei famosi artisti con i quali quelle di Lincoln Cheib (batteria), Kiko Dobbiamo portare il tema all’attenzione
hai collaborato è enorme: Peter Ga- Continentino (piano e tastiere) e Widor dei governi perché passino ad affrontare
briel, Duran Duran, Jon Anderson Santiago (fiati), ma anche della nostra direttamente i problemi che gli indios so-
degli Yes, Quincy Jones, Herbie Han- equipe in generale. Per me, l’aiuto di tut- no costretti a vivere. I governanti devono
cock, Esperanza Spalding. Qualcuno ti è sempre molto importante. dedicare più attenzione a questa faccen-

Un disco come «Clube da esquina» di loro ti ha impressionato più degli


altri?
In che modo avete scelto il reperto-
rio?
da. Sono loro a essere investiti di una re-
sponsabilità molto più grande. Consiglio

ha cambiato la vita
Dico sempre che, in generale, collabo- È avvenuto tutto in modo molto tran- a chi si vuole informare sulla questione
rare con ognuno di loro è stato un pri- quillo e sereno. Non abbiamo pensato di guardare il film Martítio e di leggere il
vilegio. a nient’altro che non fosse ispirato alla libro Os Fuzis e as Flechas.

A N
di chi vi ha preso parte
vita degli indios del Brasile. In special
ttualmente sei impegna- modo ai Guaraní-Kaiowá del Mato Gros- el 2016 hai ricevuto il
to nella tournée Semen- so do Sul. E abbiamo scelto il materiale titolo di Doctor Hono-
te da Terra. Parlaci di il più diretto possibile. Nel concerto so- ris Causa dal Berklee
iniziato a dare forma all’idea. Oltre alle Credi che i recenti avvenimenti po- Fernando Brant. «Missa dos Quilombos» questo progetto. no rappresentate tutte le fasi della mia College of Music. Cosa
incursioni di tutta la pá, come io chia- litici in Brasile ricordino quello che è l’unione tra neri, poveri, indios, lavo- «Ava Nhey Pure Yvy vita, a partire da Travessia e passando ricordi di questo mo-
mavo il gruppo di amici. C’erano sempre è accaduto durante la dittatura mili- ratori e minoranze del Brasile. La nostra Renhoi», che significa «Se- dagli anni Settata e Ottanta, Diretas Já, mento?
persone che arrivavano e altre che an- tare? intenzione era quella di dar vita a una ri- mente da Terra», è il nome Coração de Estudante, Nos Bailes da Vi- È stato uno dei momenti
davano via: Ronaldo Bastos, Márcio Bor- È tutto molto strano, non soltanto ciò flessione. Abbiamo registrato un disco e che ho ricevuto dai trentasette leader da, Maria Maria, Caxangá e tanto altro. più belli della mia vita.
ges, Robertinho Silva, Wagner Tiso. Era che avviene in Brasile ma nel mondo abbiamo fatto diversi concerti importanti religiosi della nazione Guaraní-Kaiowá In che modo hai abbracciato la causa C’è qualcuno tra i nuovi giovani arti-
davvero molta gente. E in mezzo a tutto intero. per la causa. Uno di questi, molto spe- durante una cerimonia officiata nel 2010 indigena, tema molto presente nella sti che consideri un tuo erede?
questo abbiamo fatto il disco. Tra le tue canzoni ce ne sono molte ciale, si è tenuto in Spagna, a Santiago a Campo Grande. Il nome di battesimo tua carriera e nello spettacolo Se- Non trovo giusto parlare di eredi, perché

I
che affrontano temi politici come de Compostela. Ancora oggi le persone Guaraní è un privilegio concesso a po- mente da Terra? credo che ogni artista abbia un proprio
n che modo questo disco ha Coração de Estudante. Credi che la ricordano questo disco. chissime persone nate al di fuori del- In realtà tutto è iniziato molto prima stile.
cambiato la vita di chi vi ha musica possa ispirare il popolo bra- Tornando di nuovo indietro nel tem- la tribù. Il mio, in particolare, nacque del disco «Txai». Erano gli anni Settan- Come vedi il futuro della musica bra-
preso parte? siliano? po, nel 1974 hai registrato il disco dall’impressione che gli indios ebbero ta quando, a San Paolo, ho conosciuto siliana?
Il fatto che la gente ne parli ancora Sarebbe fantastico se questo succedesse «Native Dancer» con Wayne Shorter. guardando una mia foto. Nessuno dei alcuni indigeni. Già in quel momento Com’è sempre stato: rivela qualcosa di
oggi la dice lunga su quanto que- davvero. Come è avvenuto questo incontro e leader aveva mai sentito parlare di me ho avvertito un senso di identificazione nuovo a ogni istante.
sto disco sia stato importante. Hai dedicato un intero lavoro al po- in che modo questo lavoro ha cam- prima dell’evento, che riunì vari indios molto forte. In seguito è nato il progetto Sei solito vivere il presente o ti pro-
Cambiando argomento, nel pe- polo nero, «Missa dos Quilombos». biato la tua carriera? di varie etnie a Campo Grande, dove mi Txai, che è diventato un disco nel 1991, ietti nel futuro? Detta in altro modo,
riodo della dittatura militare tu sei In che modo hai affrontato temi co- Nel 1972 ero impegnato in uno spettaco- esibii in un concerto con la mia band quando mi trovavo nell’Acre con gli in- stai già pensando a nuovi progetti?
stato uno degli artisti che hanno scel- me il razzismo e la schiavitù, e come lo in cartellone al teatro da Cruzada Eu- per gli abitanti del Mato Grosso do Sul e dios della tribù Ashninka. A partire da Quest’anno è tutto possibile. Ma la no-
to di rimanere in Brasile. Cosa ricordi questo lavoro è stato accolto in Bra- carística São Sebastião, che si trova nella per le comunità indigene. Dopo una lun- quel momento, la causa indigena è sem- stra priorità rimane questa tournée, che
di quel periodo? sile e all’estero? Fonte da Saudade, a Rio de Janeiro. E ga discussione di quasi due ore (in cui pre stata presente nella mia vita. Fino a ha una programmazione pienissima da
© MARCOS HERMES

È stata una fase terribile per tutti. Ma in Questo disco è stato il risultato della i Weather Report, di cui Wayne Shorter la mia foto passò di mano in mano), gli quando, nel 2010, sono stato battezzato oggi fino alla fine di novembre. E quando
qualche modo dovevamo andare avanti volontà di Dom Helder Câmara, che ha era il co-leader, si trovavano a Rio per indios – che stavano in uno dei camerini dagli indios Guaraní-Kaiowá del Mato sentiremo il bisogno di filmare, registra-
ed è esattamente quello che abbiamo messo in contatto Dom Pedro Casal- dei concerti. Tramite sua moglie, Ana – salirono sul palco durante il concerto Grosso do Sul. Sono loro la principale re o pubblicare un nuovo disco lo fare-
fatto. dáliga e il poeta Pedro Tierra con me e Maria, Wayne Shorter venne qui e co- e tennero il mio battesimo lì sul palco. ispirazione di questo concerto. mo, ma tutto con molta tranquillità.

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LENNIE
DOSSIER

TRISTANO
THE NEW SOUND
FRANCO FAYENZ PAG. 28 RICCARDO BRAZZALE PAG. 30 PAOLO VITOLO PAG. 33
© WILLIAM GOTTLIEB/IBRARY OF CONGRESS

FOTO DI WILLIAM P. GOTTLIEB


26 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 27
DOSSIER

INTERVISTA A LENNIE TRISTANO FRANCO FAYENZ


cun nastro, né di convincere il maestro a gente. Il fatto è che se uno vuole fare dei Philly Joe Jones, Elvin Jones, Max Roach. Adesso ti faccio una domanda alla
mettersi in viaggio per qualche concerto, concerti, questi diventano il perno della Ma ci sono anche dei bianchi che sono quale in passato, quando ti è stata ri-
DI e men che meno di fargli suonare qual-
cosa al pianoforte per me, o meglio per il
sua carriera, il che vuol dire passare la
maggior parte del tempo a fare concer-
bravissimi. Io adoro Bix Beiderbecke;
e poi ci sono Lee Konitz, Warne Marsh,
volta da altri, hai risposto con una
certa irritazione. Ma è indispensabile
mio registratore pronto a entrare in azio- ti. Io non me la sento, mi trovo meglio a Don Ferrara, Peter Ind, Sal Mosca, Jeff approfondire alcuni particolari. Tu sei
ne. casa. Tu mi dovresti capire, perché sai Morton, Al Levitt. È giusto citare anche considerato il primo esponente del co-

HO AVUTO CON LENNIE TRISTANO UN


Nel luglio 1977 mi resi conto con sincero meglio di me che succedono tante cose Ronnie Ball, che è inglese. A proposito siddetto cool jazz, il primo nel tempo e
dolore che Tristano era molto peggiorato brutte nel mondo. di europei, non dimentichiamo il contrab- nella profondità dello stile, ma sei an-
e che io stavo lottando contro i mulini a Adesso vorrei sapere qualcosa sui tuoi bassista danese Niels Pedersen che è as- che considerato un anticipatore della
vento. Pensai che quasi certamente non allievi. Quanti ne hai? solutamente eccezionale, forse il migliore free music con opere come Intuition e

RAPPORTO PRIVILEGIATO PER VIA DELLA


esistevano nastri nuovi e che mi sarei do- Non te lo posso dire, altrimenti mi copro- del mondo tra tutti quelli che ho ascoltato. Digression. Che opinione hai su tutto
vuto accontentare al massimo di registra- no di tasse. Questa casa, che è l’unico Ho avuto un’ottima impressione di molti questo?
zioni vecchie fatte in casa; comunque, luogo al mondo in cui mi muovo come jazzisti europei e fra questi c’è anche un Cool jazz non è che una parola che qual-
le avrei accettate a scatola chiusa. Per di se ci vedessi, ha undici stanze. C’è un italiano, il pianista Franco D’Andrea che cuno ha inventato, allo stesso modo di
più, a poco a poco mi si profilò il dubbio certo arredamento, ci sono i pianoforti e considero un musicista molto bravo. Ma a progressive jazz, bebop, Swing e Dixieland.

RICONOSCENZA, INDUBBIAMENTE DA ME
un po’ raggelante che Tristano non fosse tante altre attrezzature. Io devo pagare tut- questo punto c’è una considerazione che Questi termini non vogliono dire nulla, so-
più in grado di suonare il pianoforte, se to questo, e diciamo che ho un numero desidero fare e che ti prego di sottoline- no etichette di comodo che si affibbiano
non quel tanto che bastava per esercitare sufficiente di allievi per poterlo fare. are. Secondo me un essere umano non ai musicisti i quali rimangono bollati per i
l’insegnamento. Benissimo. Però mi hai detto che ti pia- nasce con la disposizione a fare del jazz, mille anni successivi. Se ci poniamo invece

NON ATTESA, CHE MI HA SERBATO DOPO


Le vicende successive confermarono ce fare dei dischi, che uno l’hai appena ma a fare della musica. Poi tutto dipende da un angolo visuale corretto, vediamo per
queste impressioni, soprattutto per quan- licenziato e un altro lo stai mettendo a da dove nasce, in quale parte del mondo. esempio che la differenza tra Charlie Parker
to riguarda il suo stato di salute. Tristano punto, ma sappiamo tutti che per più di Se ci si trova in un ambiente di jazz, allora e Lester Young è di tutt’altro tipo. Entrambi
mori nel tardo pomeriggio del 18 novem- dieci anni non ne hai fatto nemmeno si impara a suonare il jazz. Se si nasce in suonano del jazz ma entrambi lo suonano a

IL PRIMO CONCERTO SOLISTICO DELLA


bre 1978 per un collasso cardiaco. Quat- uno. Perché? una famiglia che s’interessa alla musica modo loro, e così Fats Navarro, Bud Powell
tro giorni prima mi aveva fatto scrivere da Perché io sono un uomo del sindacato classica, si finisce per preferire la musica e via dicendo. E io suono il jazz a modo
Lloyd Lifton una lettera, comunicandomi musicisti e non voglio dare i miei nastri a classica. Ma non si nasce con un determi- mio. Non c’è altro da dire, le etichette non
il suo definitivo impegno a fare un disco chi non è iscritto al sindacato. Le offerte nato tipo di musica addosso. C’è chi dice sono niente. Anche la parola «rock» non

SUA VITA, A PADOVA NEL 1965.


con l’etichetta che gli avessi consigliato, che ho avuto mi sono sempre arrivate da che non si possa suonare il jazz se non vuol dire niente. Solo un termine indovinato
utilizzando i nastri che custodiva in ca- persone non iscritte al sindacato, perciò si è neri, ma non credo che ciò sia vero. che ha fatto vendere moltissimi dischi.
sa. In Europa nessuno seppe della sua ho rifiutato. Anche quelli della East Wind Un’altra cosa. Io mi occupo assiduamen- E per quanto riguarda Intuition e Di-
scomparsa per parecchi giorni. In Italia in un primo tempo non erano iscritti, poi te delle donne che suonano il jazz. Tra i gression?
la notizia arrivò addirittura ai primi di hanno regolarizzato la loro posizione e miei allievi c’è una grandissima pianista, Nel 1949, all’epoca di queste due registra-
Ripresi contatto con lui dopo undici anni, aneddoti che si raccontavano su Trista- dicembre, e io l’appresi come gli altri da allora ho accettato. Connie Crothers, che ha già fatto un di- zioni, avevo chiesto ai miei musicisti so-
nell’ottobre 1976. L’incomunicabilità, da no. Il maestro, come subito mi avvenne un breve comunicato della radio. Ripar- sco per un’etichetta danese. Oggi ci so- prattutto di imparare a suonare insieme.
parte sua, si era fatta totale: non soltanto di chiamarlo, vi circolava con la massima tii per New York ed ebbi con due degli A questo punto Tristano mi descrive minu- no molte giovani donne che stanno per Dovevano cercare di far musica senza
verso di me, ma verso chiunque non rien- disinvoltura. Nella living room troneggia- allievi un breve dialogo tra sordi, pacato tamente il contenuto dell’album «Descent imporsi nel jazz, in America. Desidero si un tema o una melodia di base. Questo
trasse nella cerchia ristretta dei suoi fami- vano due pianoforti, c’erano due registra- e quasi cordiale. Non mi passò neppure Into The Maelstrom» oggi noto. Mi coglie sappia che cercherò di fare per loro quan- aspetto, secondo me, è stato effettivamen-
liari e dei suoi allievi. Aveva dato un ultimo tori, moquette dappertutto. Su un tavolo per la mente di far valere in qualche mo- una notevole perplessità apprendendo che to mi sarà possibile. te ripreso dalla free music, ma con qual-
concerto nel 1969 a Leeds, in Inghilterra, vidi due bottiglie di gin aperte, dalle quali do la lettera dettata dal maestro. I tempi in in sostanza i due brani più recenti della mi- Com’è il tuo stile di oggi, soprattutto cosa di accidentale e di fortuito e con la
poi si era chiuso a riccio nella sua abitazio- mi venne una prima spiegazione dell’a- cui Lee Konitz, Warne Marsh e Sal Mosca scellanea sono vecchi di dieci anni. in confronto a quello di dieci anni fa? simulazione di qualcosa di europeo. I mu-
ne per insegnare, apparendo qualche rara spetto terribilmente invecchiato di Tri- avevano vent’anni erano davvero lontani. È difficile rispondere. Posso dire che sicisti del free jazz hanno inventato troppi
volta in pubblico a New York ma mai per stano che mi aveva colpito entrando: gli Che cosa pensi della musica afroameri- ascoltando, suonando, invecchiando, suoni strani e hanno suonato e suonano in
suonare. Ai primi di quel mese, decisi dopo occhi spenti si muovevano in due cerchi L’intervista (uso per comodità il presente cana di oggi? il mio stile diventa sempre più free, più modo indipendente l’uno dall’altro, ognu-
molte esitazioni di cercarlo ad ogni costo. di sangue e il corpo era gonfio, piuttosto storico) ha luogo il primo luglio 1977. La Non credo che il termine «afroamerica- libero. Ma non è disordinato né fortuito. no per sé, senza che si stabilisca fra di loro
Volevo capire i motivi di quell’isolamento che ingrassato. In quei giorni, Tristano conversazione si avvia amabile e cortese, na» sia giusto. Il jazz non è una musica La musica che suono è quella che posso un autentico rapporto. E questa è la vera dif-
ostinato, autolesionistico, convincerlo a aveva già consegnato all’etichetta disco- e tale rimane sino alla fine. Lennie, ovvia- afroamericana ma tipicamente america- sentire e ascoltare dentro di me. Non mi ferenza con quanto noi facevamo nel 1949.
pubblicare un nuovo disco con materiale grafica East Wind i nastri per l’album mente, risponde in inglese, un inglese pa- na. Nel jazz non c’è più nulla dell’Africa, metto alla tastiera per fare del rumore. Io Noi cercavamo tra di noi un rapporto pro-
fresco, e possibilmente a tornare in Europa «Descent Into The Maelstrom» e stava per cato e chiarissimo, quasi privo di accento nemmeno la percussione. I suoni e i ritmi improvviso, non sono un compositore fondo, una relazione, cercavamo di capirci.
per qualche concerto. Si trattava di riparti- consegnare alla Jazz Guild i vecchi brani locale, e ogni tanto mi sorprende con sono differenti. Ci sono uomini neri in tut- nel senso usuale del termine. Ogni vol- Loro ascoltavano me e io ascoltavo loro. È
re da zero. Sapevo soltanto che aveva ab- di «The Lost Session». La pubblicazione qualche scherzosa parola italiana che in- to il mondo ma soltanto in America, anzi ta che mi siedo al pianoforte creo della quello che succede tra le persone comuni
bandonato il suo vecchio appartamento di del primo, quantunque imminente, non vece ha un netto accento napoletano, co- negli Stati Uniti, fanno del jazz. Tra i neri musica diversa. Nella mia carriera, al quando parlano ed entrano in sintonia tra
Hollis e che si era trasferito in una villetta era ancora avvenuta; d’altra parte, io cer- me «capish?» oppure, se mi sente un po’ di altri Paesi il jazz non esiste, loro hanno massimo ho buttato giù delle note per i di loro o fanno l’amore.
unifamiliare, sempre nel Queens. Recupera- cavo qualcosa di recente che desse ai accalorato, «dottor Fayenz, statte citto». altre musiche. Ti ripeto: il jazz appartiene musicisti dei miei complessi perché po- Che cosa pensi del futuro della musica
to attraverso varie avventure il suo numero cultori nuove informazioni circa l’evolu- agli Stati Uniti, è musica americana. tessero suonare i temi. Improvvisare, per americana?
telefonico, chiamai a vuoto un’infinità di zione dei concetti tristaniani. Maestro, quando ha avuto luogo il tuo Secondo te, il jazz è fatto validamente me, significa creare spontaneamente del- Questa è una domanda molto seria. Oggi
volte. Infine, quando ormai disperavo, fu Tornai in quella casa altre due volte, più ultimo concerto? sia dai bianchi sia dai neri? la musica nel linguaggio del jazz. la situazione è grave perché le case di-
proprio lui a rispondermi. E mi lasciò basi- una terza dopo la morte improvvisa di Nel 1969 a Leeds, in Inghilterra. Ti dirò: Certamente, e voglio dirti i musicisti scografiche, le agenzie di stampa e alcuni
to, dicendomi con la sua voce lenta e pro- Tristano, realizzando in concreto pochis- quando si fanno concerti, quando la pro- che preferisco. Fra i trombettisti Louis Alla fine di questa risposta gli chiedo di manager hanno troppo potere, ragion per
fonda: «Franco, che piacere... Certo che mi sime cose: l’intervista che state per legge- pria carriera consiste nel suonare musi- Armstrong, Roy Eldridge, Fats Navarro, darmi una dimostrazione pratica suonan- cui la maggioranza dei musicisti che fanno
ricordo di te. Perché non vieni a trovarmi?». re, un rapporto superficiale con Connie ca, lo si deve fare sempre. Ma a me non Clifford Brown, Freddie Hubbard, Dizzy do per qualche minuto: uno dei pianoforti dei dischi è costretta a suonare per chi of-
Di me, ovviamente, Tristano si era impresso Crothers e con altri giovani allievi, alcu- piace viaggiare, non mi piace essere nel Gillespie. Tra i sassofonisti Lester Young è a un metro di distanza. Confesso che fre la cifra più alta. Per questo motivo esi-
nella mente soltanto il nome e il timbro del- ne fotografie effettuate di nascosto, con mondo. Per me, essere nel mondo signi- e Charlie Parker. Fra i pianisti Earl Hines, penso alla possibilità di uno scoop radio- ste quella stupida combinazione di jazz e
la voce; però, disse, non aveva dimenticato molto rimorso e con la tacita connivenza fica trovarmi in un posto molto insicuro Teddy Wilson, Art Tatum, Bud Powell e fonico: vorrei vedere chi non lo farebbe. di rock chiamata fusion, che secondo me
né il concerto di Padova né un mio articolo di Connie, fingendo accessi di tosse per e pericoloso. Perciò preferisco senz’altro Billy Kyle. C’è un solo grandissimo chitar- Ma il rifiuto è talmente deciso e ostinato è una cosa orrenda. Dobbiamo unirci tutti
su di lui che gli era arrivato all’indirizzo pre- coprire lo scatto della macchina perché stare sempre a casa, e insegnare e fare rista, ed è Charlie Christian. Fra i contrab- da procurarmi – assieme alla vista del gin, per promuovere il jazz «vero», che è quello
cedente. Partii per New York all’inizio del Tristano non ne voleva sapere. Non ci dei dischi: quello che sto facendo adesso. bassisti voglio ricordare Jimmy Blanton, al disco fatto con i nastri vecchi e al con- che non cerca di accontentare il maggior
mese successivo. fu verso, malgrado mille promesse della Se potessi fare qualche concerto ogni tan- Oscar Pettiford, Ray Brown, Ron Carter. fronto fra l’aspetto che ha Tristano e quel- numero di persone, altrimenti non avremo
L’interno della villetta corrispondeva agli controparte, di ottenere o di ascoltare al- to lo farei, perché mi piace suonare per la Infine i batteristi: Kenny Clarke, Jo Jones, lo che aveva nel 1965 – ulteriori dubbi. un futuro brillante.

28 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 29


DOSSIER

A NEW SOUND RICCARDO BRAZZALE


le copiose novità armoniche e contrap- vecchia song di Vernon Duke, solo che il costituire un precedente importantissimo si o che si sono irritati della sua falsità.
puntistiche alle ragioni dello swing. E se continuo intreccio delle linee del piano e nella vita del jazz moderno. Col passare Ma il jazz è stato sempre irretito dall’in-
DI stilisticamente gli è vicina l’interpretazio-
ne di Don’t Blame Me, la lettura degli altri
della chitarra danno luogo ad un fluttua-
re che sembra irrefrenabile: la chitarra
del tempo, la scuola diviene un aggregato
di nomi famosi ma soprattutto, in continu-
dustria culturale e pertanto dal conformi-
smo musicale e sociale: alcune famose
due standard se ne allontana nel nome non smette mai di suonare ascoltando il ità con la situazione di vent’anni prima, si definizioni che ne indicano le diverse
dell’invenzione più pura. In I Found A New partner; le linee improvvisate si compene- giova di una cerchia sempre più larga di fasi, come Swing, bebop, cool jazz, sono

IL TRISTANO DEGLI INIZI È SPESSO STATO


Baby lo svolazzo della linea presagisce gli trano in un inseguirsi pacato, di note sop- italo-americani; il più importante di questi anche slogan pubblicitari e segni di quel
arguti pindarismi degli assolo pianistici pesate, mai sprecate. Il dialogo fra i due sarà il pianista Sal Mosca. Alla scuola di processo d’assorbimento» (Introduzio-
del 1949, ma ben più rivoluzionario è il strumenti prosegue in una condotta pari- Tristano il musicista di jazz si va formando ne alla sociologia della musica, Einaudi
trattamento riservato a What Is This Thing tetica nelle prime due sezioni A. Da metà una coscienza nuova, di artista che deve 1971-1974).

OGGETTO DI MISTERO, E LE STESSE


Called Love. Qui tutto il tema, per ciò che brano (la sezione B) gli strumenti comin- sapersi adattare a una società in continua In tutti i casi, bop e cool non possono es-
riguarda il motivo melodico, non è nem- ciano a staccarsi, fino a che Tristano pare evoluzione come quella americana del sere messi su un identico piano: se con
meno preso in considerazione, pressato uscire in assolo. Poi, nell’ultima ripresa di dopoguerra. Nella scuola si parla di jazz bop può essere definito il movimento di
com’è dal perorare della mano sinistra A, si percepisce il riavvicinamento che, ma anche di musica accademica, di pro- rinnovamento che interessa il jazz a parti-
sulla parte più grave della tastiera cui dà pur improvvisando, avviene in un sostan- blemi sociali e politici, di letteratura e di re dai primi anni Quaranta, con cool non

REGISTRAZIONI CHE SI CONOSCEVANO


gracile appoggio il tocco incostante della ziale moto contrario. Così, dopo le tren- filosofia. Nel suo Storia del jazz in Ameri- si può che individuare un modo diverso
destra. Esaurite le trentadue misure te- tadue misure, Bauer prende il testimone ca (Einaudi 1965), Barry Ulanov ne traccia per interpretare il nuovo «fare jazz». Ce lo
matiche, le parti si rovesciano e la destra dell’improvvisazione ma la riesposizione un ritratto suggestivo. confermava Marcello Piras: «Il cool jazz
comincia a improvvisare sulle lievi sortite del tema si riattacca ancora in un inedito non è altro che un dialetto del bebop. I

NON SEMPRE SONO STATE CONFORTATE


A
boppistiche della sinistra: l’impatto è sor- gioco contrappuntistico, che si sviluppa i primi del 1947 la situazione è dischi di Tristano del 1945 con Earl Swope
prendente, poiché dà l’impressione dell’u- fra armonie ormai distorte, solo intravedi- sbloccata. Se per certi versi è ne sono una buona prova. Ciò che rende
scita del solista dopo l’esecuzione un po’ bili nella loro originarietà, con l’aggiunta indubbiamente Charlie Parker così singolare il cool jazz, nelle sue inci-
anonima del tema. Il brano sconvolge, dell’invenzione ritmica, sino alla coda l’uomo del momento, per altri è sioni più celebri è semmai la voluta estre-

DA DATI INFORMATIVI CHE LE LEGASSERO


non meno, i vecchi ruoli di chi fa il tema e conclusiva. Dunque I Can’t Get Started, Lennie Tristano l’uomo nuovo. mizzazione di certe tecniche; non l’uso di
di chi «attacca» gli assolo. Cominciano sin già privato del suo motivo melodico, ri- Per il primo è l’anno della con- tecniche diverse che non ci sono. Le inci-
dall’inizio le anticipazioni tristaniane; so- sulta irriconoscibile anche nel suo scor- sacrazione definitiva, per il secondo si sioni cool che appaiono più lontane dal
lo agli inizi degli anni Sessanta avremmo rere armonico, a documento della nuova tratta dell’ufficializzazione della sua pre- bop sono semplicemente quelle più auda-

INOPPUGNABILMENTE ALLA BIOGRAFIA.


avuto nel trio di Bill Evans il contributo del dottrina che Tristano applica alle ballads: senza attiva. Tristano porta prima di tutto ci e sperimentali. Quelle più correnti, o di
basso di Scott LaFaro parificato a quello l’atonalismo pragmatico. Rispetto a I Can’t cultura. Suo progetto è che il jazzman si più modeste ambizioni, si distinguono po-
del pianoforte, solamente che il basso in Get Started, A Night In Tunisia è forse me- formi una coscienza d’artista al di fuori co dal bop; sono, in effetti, “bop bianco”».
Tristano è semplicemente la mano sini- no rivoluzionario, laddove le novità si ri- della mondanità dei locali fumosi. Se il Quando, tra la primavera e l’estate del
stra. Il nuovo, però, è da sempre difficile volgono qui da altro lato, andando mag- jazzman ha manifestato una sua precisa 1947, uscirono le due interviste di Tristano
Da subito il «caso Tristano» si è segnalato Wisconsin; i due si separano subito dopo da digerire. Se poche soddisfazioni erano giormente a interessare la materia sonora volontà nel non voler farsi imporre l’aure- raccolte da Metronome nelle quali si par-
come particolare, poiché – sia per lo sta- la nascita del figlio Steven, ma del nome state date a Tristano nei locali di Chicago, in sé e la sua organizzazione interna. La ola, essendo proprio il bordello uno dei lava delle «lacune dei boppers» (la prima)
tus fisico sia per la particolare concezione di Judy rimane testimonianza nei titoli di di ben poco la situazione sarebbe mutata lettura tristaniana è dunque nuova soprat- luoghi dove egli ha dato origine alla pro- e dei «pregi dei boppers» (la seconda), si
estetica – il pianista si trovò sin dal debut- varie composizioni tristaniane fra il 1947 in positivo a New York. Certo, almeno nei tutto nella cura per i suoni, sia nella loro pria storia, lui stesso deve saper dar prova vide che il pianista usava, in riferimento al
to a lavorare con musicisti non particolar- e il 1949. Nella primavera 1946 Lennie in- primi tempi. individualità sia nella loro partecipazione che la sua non è stata una scelta imposta. bop e allo Swing, vocaboli che rispettiva-
mente noti o, d’altro canto, direttamente contra di nuovo i membri dell’orchestra alla frase. Siamo al bop «da camera» che Deve dare a vedere che all’occorrenza di mente, secondo terminologie posteriori,

N
in formazioni proprie e non invece come di Woody Herman, in quel momento tor- ell’estate del 1946 Lennie Tristano pare voler riascoltarsi e avere coscienza quell’aureola sa anche appropriarsi (per avrebbero potuto essere associati al cool
sideman di colleghi più celebri. Dunque, nata a Chicago, ed è un momento fonda- e Judy Moore partono alla volta delle caratteristiche tecniche ed espressi- mettersela sottobraccio invece che sul e al bop. «Si deve capire che il bebop è
il percorso che porta dall’ultimo periodo mentale. Il contrabbassista Chubby Jack- della East Coast. I primissimi gior- ve che lo contraddistinguono come forma capo, non importa); importante è solo diametralmente opposto al jazz che l’ha
di Chicago all’approdo newyorkese è fatto son che, aveva già suonato con Tristano ni paiono facili. Chubby Jackson linguistica rivitalizzata. non cadere nell’assoggettamento a essa preceduto (lo Swing e il Dixieland). Lo
inevitabilmente non solo di dati oggettivi l’anno prima, resta affascinato dalle idee li fa accasare a Freeport, sua cit- L’unicità dei risultati usciti dalla seduta (come rischierà di essere per il Modern Swing era bollente, pesante e rumoroso.
ma anche di pur ragionate ipotesi. del pianista e, parlando con lui, si lascia tà natale, nella penisola di Long è evidente. Il trio si compiace di sé e si Jazz Quartet). Il jazz, in fondo, attendeva Il bebop è fresco, leggero e tenue... Il be-
La scena jazzistica di Chicago nel primis- andare a progetti impegnativi; si parla di Island, dove Tristano trova da suonare ripete registrando ancora l’8 ottobre. L’u- un uomo che della propria cultura volesse bop ha contribuito molto all’evoluzione
simo dopoguerra non si era certo disco- arrangiamenti per Herman, di tournée col suo nuovo trio che comprendeva già nica voce anonima è il contrabbasso che far partecipe l’intero ambiente, e Tristano della linea in sé; l’abile impiego di scale
stata da quell’immagine di comprimarietà con un suo gruppo e di tante altre cose. Billy Bauer, il chitarrista del First Herd di viene cambiato con Clyde Lombardi ma il doveva solo trovare il momento giusto per incoraggia lo sviluppo di molte più idee
che portava con sé da anni. New York Poi non se ne farà niente, ma intanto le Herman tra il 1944 e il 1946, folgorato sulla mutamento non produce effetti eclatanti. uscire allo scoperto. Ciò che accade ap- di quanto non faccia l’uso degli arpeggi;
restava il centro, e solo secondo quest’ot- acque sono smosse, l’entusiasmo di Tri- via di Chicago assieme agli altri Herma- Le registrazioni riguardano due versioni pena riaffrontato lo studio di registrazione i boppers hanno messo da parte l’improv-
tica i cronisti e i recensori delle riviste stano è alle stelle e le valigie per New York nians e frastornato da quella musica a un di un brano dello stesso Tristano, Out On con il trio, dopo l’ennesimo e non ultimo visazione collettiva: forse il prossimo pas-
specializzate si interessavano di tanto in sono pronte. Prima di partire, comunque, tempo nuova e vicina alle sue aspettative. A Limb, ancora I Can’t Get Started e due cambio del contrabbassista (Bob Leinin- so, dopo il bebop, sarà l’improvvisazione
tanto agli accadimenti della Windy City. Tristano riesce a registrare quattro pezzi Da quel giorni Bauer sarebbe stato il trista- songs che rimarranno care al nostro, I Sur- ger per Clyde Lombardi). collettiva su un piano molto più elevato...»
Fu così che, a partire dal maggio 1945, per pianoforte solo, improvvisando sulla niano per eccellenza, nella radicale comu- render Dear e Ghost Of A Chance. Il 23 maggio Tristano registra, oltre a una Era evidente che Tristano stava parlando
Phil Featheringill, un giornalista di Metro- traccia di Yesterdays, What Is This Thing nanza con le idee estetiche del maestro. Ormai Lennie Tristano si è definitivamen- versione di A Night In Tunisia, tre pezzi del suo modo di intendere il bop o il jazz,
nome, cominciò a parlare di un «giovane Called Love, Don’t Blame Me, I Found A Il trio, completato dal contrabbassista te spostato a New York, domiciliandosi suoi – Blue Boy, Atonement e Coolin’ Off che per lui era lo stesso, ma era altrettan-
pianista cieco, guida e padre spirituale New Baby. Lo scopo delle registrazioni Leonard Gaskin, incide il n° 735 dei V-Di- nel Queens, a Hollis, in una bifamiliare. With Ulanov – che, sommati a quelli dell’8 to chiaro che l’uso dei termini bop e co-
di tutti i musicisti progressisti della città» era quello di fornirsi di una presentazione sc che comprende, uno per faccia, I Can’t Ma la vita non gli è facile perché i gesto- ottobre 1946, escono per la Keynote. Nello ol, freddo e caldo, era fatto con estrema
il quale, al di là di ogni enfasi, iniziava per gli ambienti newyorkesi, ciò che ave- Get Started e A Night In Tunisia. Entrambi ri dei jazz club giudicano la sua musica stesso periodo appaiono le sue interviste duttilità sia da parte dei musicisti sia dei
a contare fra i suoi allievi Lee Konitz, il va fatto seguendo il consiglio del premu- i pezzi sono, nella versione tristaniana, troppo ostica; così non gli resta che inten- su Metronome. musicofili, tanto che lo stesso bop poteva
compositore-trombonista Bill Russo e il roso Featheringill. due gemme preziose, sotto l’aspetto delle sificare l’attività di insegnante. Tra i nuovi Il problema su ciò che significa bebop essere fresco o addirittura freddo. Certo
pianista Lloyd Lifton, che gli sarebbe di- Di fronte alla necessità di dover curare novità di linguaggio e della cura formale. allievi si contano Warne Marsh (sax teno- e ciò che s’intende per cool è questione è che alla base della definizione di cool è
venuto amico inseparabile. È comunque la propria immagine, Tristano mostra an- L’introduzione (quattro misure) a I Can’t re), Don Ferrara (tromba), John LaPorta che, a lungo, ha rischiato di far cadere rimasto per molto tempo un equivoco di
certo che nel 1945 la via tristaniana fosse che una maturità stilistica vicina a quella Get Started avvolge da subito la musica (clarinetto), Arnold Fishkin (contrabbas- nella ragnatela delle classificazioni fati- fondo. Ciò che usualmente s’intende per
già delineata: è una musica nuova, è jazz compiutezza che si avrà qualche anno in un velo d’indefinitezza, plasmato su so) e persino il vecchio sassofonista Bud scenti. Theodor Adorno, in una delle sue cool può essere esemplificato in diverse
moderno vicino ma, nel contempo, diver- più tardi. L’interpretazione di Yesterdays, elementi che armonicamente partono da Freeman, già in auge ai tempi della «sta- rarissime intuizioni pertinenti in materia maniere: non solo gli ensemble tristaniani
so dal bop. introdotto da quattro battute di approccio un vago, impressionistico senso atonale. gione cool» del 1927. È attorno a questo jazzistica, scrisse che «nel jazz è celato ma anche la tuba band di Miles Davis, il
Nel luglio del 1945 Tristano si sposa con armonico, è già vicina allo Yesterdays del All’inizio del tema il clima si ristabilisce at- nucleo di musicisti che si forma la scuo- il potenziale di un’evasione dalla cultura sound dei Four Brothers, le contaminazio-
Judy Moore, una giovane cantante del 1949, con una rara saggezza nel mischiare torno ad armonie più vicine a quelle della la di Tristano, destinata a ingrandirsi e a per coloro che non vi sono stati ammes- ni colte nei gruppi di Dave Brubeck. Tutti

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DOSSIER

NEL NOSTRO CD PAOLO VITOLO


questi sono modi di intendere un’idea del er e Ray Brown, registra anche I Surren- sta sarà riutilizzata su Rebecca, in duo con attraverso la simultaneità di linee melodi-
jazz, appunto il cool, che talvolta distano der Dear. Il 20 settembre il settetto, dopo Lee Konitz, il 4 luglio del 1950. Celestia è che in and out, e a costo di una frequente
fra loro non meno di quanto varrebbe la
distanza con il bebop. Nel 1947, inoltre,
il Koko d’apertura, registra On the Sunny
Side of the Street, How Deep Is The Ocean,
il riposo del giusto: dopo il sudore dell’in-
venzione, il sapore della ballad è etere im-
DI «non cura» della compiutezza formale.
Spesso si ascoltano introduzioni aperta-
Tristano suonò con tutti i boppers del Tiger Rag e il brano di Thelonious Monk pagabile per lo spirito. Finalmente, dopo mente atonali di cui non si propaga nulla
momento in jam session infuocate e nelle 52nd Street Theme. L’8 novembre l’ottetto estenuanti ricerche, al contrabbasso giun- nel resto dell’esecuzione, così come pas-

PER QUANTO TRISTANO NON SIA MAI


registrazioni radiofoniche curate da Bar- registra ancora 52nd Street e Koko, oltre ge una presenza non effimera: Levy – di saggi dissonanti, a volte anche prolunga-
ry Ulanov. Sempre, comunque, Tristano a Groovin’ High. Senza LaPorta e Eager cui pure vanno ricordate sortite solistiche ti, che non concorrono a nessuna atmo-
suonò la sua musica; piuttosto, nel caso, vengono registrati Donna Lee e Fats Flats, pertinenti e sempre in clima con l’esecu- sfera. Dominano le atmosfere «in meno»
furono gli altri ad adeguarsi parzialmente, entrambi temi di Parker, mentre un quin- zione – è sostituito da Arnold Fishkin e per eccesso di frammentarietà, insieme

STATO TRA QUEI JAZZISTI BIANCHI MESSI


ma più spesso si trattò di una convivenza tetto, con il solo LaPorta come strumento questi resta il bassista di Tristano per due a un sound di gruppo non molto rifinito.
senza problemi. Il 22 agosto, per esempio, a fiato, registra Tea For Two; il trio Trista- anni. Fishkin è allievo di Tristano, ne se- Altri ostacoli al «bell’ascolto» di questo
viene registrato dal vivo con Bill Harris no-Bauer-Potter registra Don’t Blame Me gue costantemente le lezioni e accetta di materiale sono quindi un suono della
(trombone), Flip Phillips (sax tenore), e il trio ritmico, senza chitarra, accompa- buon grado il ruolo dell’accompagnatore chitarra di Bauer più metallico del solito

ALL’INDICE DALLA CRITICA NELL’ETÀ


Billy Bauer, Chubby Jackson e Denzil Best gna Sarah Vaughan in Everything I Have anche se non gli è offerta la possibilità di – non si capisce bene perché – proprio
(batteria). Ne escono cinque pezzi: What Is Yours. proporsi in solo. nei quattro pezzi per la Savoy dell’ottobre
Is This Thing Called Love, Just You, Just Il 23 ottobre, tra una session e l’altra del- 1947 (Supersonic, On A Planet, Air Pocket

I
Me, A Knight in the Village (di Bill Harris), le registrazioni curate da Ulanov, nasce il l 31 dicembre, memore della figuraccia e Celestia) che sarebbero tra i più equili-

DELL’IDEOLOGIA OBBLIGATORIA (SORTE


un collage tra Body and Soul e Sweet Lor- primo trio tristaniano in grado di esibirsi patita l’anno prima al Three Deuces, brati e la modesta qualità di registrazione
raine e un ultimo brano di Flip Phillips. In su un carnet di brani tutti originati dalla Tristano non va a elemosinare lavoro – o forse di conservazione delle matrici
tutti gli assolo, in mezzo alle ordinarie sor- mano di Tristano. Il trio, oltre a Bauer, dai proprietari dei locali e, per evitare – di tutta la seduta del successivo dicem-
tite dei fiati e ai routinieri breaks della bat- comprende ora il contrabbassista John seduzioni pericolose, si chiude in sala bre, comprendente non soltanto due epi-

TOCCATA PERSINO A JIMMY GIUFFRE),


teria, Tristano suona le sue lunghe linee Levy che, come i suoi colleghi che lo ave- di registrazione. Il trio Tristano-Bau- sodi emergenti quali Freedom (che è un
con un approccio ritmico non comune. vano preceduto allo strumento, non dura er-Fishkin dà alla luce un blues, Freedom, blues) e Dissonance (dalla fonte indeci-
La linea e il ritmo: sono questi i due con- che per una semplice occasione. In quan- e poi Parallel, Appellation, Abstraction e frabile), ma anche i quattro pezzi in cui
cetti basilari in cui l’azione di Tristano è to poco conto Tristano tenesse i bassisti è Palimpsest; in un secondo momento al trio si aggiunge significativamente al trio il
volta ad estremizzare le idee dei boppers. facile capire da tutte queste vicende, ma si aggiunge John LaPorta e vengono ese- clarinetto di John LaPorta.

FINO A TUTTI GLI ANNI SETTANTA LA


Linea e poliritmia erano elementi che, la scarsa considerazione che aveva per i guiti Through These Portals (uno dei tanti Stando così le cose, il fascino del pri-
ricavati dall’esperienza di Lester Young, batteristi era ancor più grande, tanto che titoli autoreferenziali di LaPorta), e quindi mo Tristano sembrerebbe accostabile a
costituivano per i boppers oggetto di ap- la scelta di attenersi alla tradizione dei Speculation, New Sound e Resemblance, quello di una vicenda scientifica sfocia-
profondimento. gruppi senza batteria (come già quelli di questi tre di Tristano. LaPorta (nato a Fi- ta in qualche importante conquista per

SUA MUSICA ANTERIORE ALLE STORICHE


Art Tatum o Nat Cole) poteva sembrare ladelfia nel 1920 e scomparso nel 2004) l’umanità. Al confronto, quello di certe

P
er Tristano, l’invenzione melodica necessità fatta virtù. In realtà, al momento, costituiva con Buddy De Franco, Jimmy coeve esecuzioni dell’ottetto di Brubeck
non era solo un modo per sfuggire il Nostro esigeva dalla ritmica la regolaris- Giuffre e Tony Scott (Anthony Sciacca), o dell’orchestra di Kenton, per restare
al mero arpeggio abbellito degli ac- sima e puntuale scansione del tempo e al un singolare quadrumvirato di nuovi cla- nell’ambito di chi sperimentava, potreb-

REGISTRAZIONI DEL 1949 È RIMASTA


cordi: era il centro dell’invenzione bassista, soprattutto, chiedeva un walking rinettisti, tutti di discendenza italiana, dei be apparirci più diretto, più fisico, meno
nella sua totalità. Nell’atto improv- preciso su cui calare le sue elucubrazioni quali costituiva il polo intellettualistico. bisognoso di nostre mediazioni mentali.
visativo la linea diventa forza strut- ritmiche, una scansione armonicamente Egli porta dunque nel gruppo una nuova Ma perché è musica che ci fa inquadra-
turante che assoggetta anche il ritmo, in- chiara e ineccepibile che avvalorasse con ventata di sperimentalismo, trovandosi re un’epoca, un clima, un gusto. Tristano

IN GRAN PARTE INACCESSIBILE.


ducendolo sì a complicarsi ma soprattutto discrezione i dialoghi fra chitarra e piano. d’accordo col pianista nei riferimenti alla stava invece gettando le fondamenta di un
a rimanere nell’alveo del suono cameristi- Intanto, un mese prima della collabora- cultura accademica. Alla scossa bop di contributo iper-individuale alla «civiltà»
co. Se Tristano e Parker sono ugualmente zione con Levy, proprio il 23 settembre, Parallel da un lato, e dall’altro alla ricer- del jazz, e quella preparazione di labora-
debitori verso Young (solo con relative Tristano aveva inciso in solitudine Ghost ca oggettuale pur bagnata da decadenti, torio è lo specchio di una visione della
conclusioni diverse), è l’attenzione per Of A Chance, Spontaneous Combustion e umane suggestioni che è nei brani slow, musica pressoché decontestualizzata.
il suono in sé a sancire primariamente la Just Judy. Ma le sue mire principali erano John La Porta aggiunge il ricamo barocco Dei ventinove titoli incisi dal 1945 al 1947, il percorso logico di una ricerca fissata Quella di cui soprattutto il poco materiale
diversità. I brani registrati da Tristano con rivolte al trio: così alla fine di ottobre ven- filtrato dallo Stravinskij dei Tre pezzi per qualcuno provvisto di alternate takes e da tappe progressive, da esecuzioni che registrato in studio dopo il 1949 (dai Ju-
Parker sembrano dunque la conferma più gono registrate due versioni di Supersonic, clarinetto. Memorie stravinskiane sembre- qualche altro ripetuto in differenti ver- rivelano ipotesi sempre più sofisticate Ju e Pastime del 1952 alle esecuzioni del
lampante dell’idea secondo cui il cool è poi On A Planet, Air Pocket e Celestia, che rebbero riemergere anche in relazione al sioni, ne erano stati pubblicati su long sulla possibile ricchezza della miniatura 1965 riversate nel cd della Jazz Records
una «corrente» e il bop il «movimento» che erano, come si è detto, tutti brani suoi. Il ritmo «circense» più volte menzionato nel playing soltanto dieci: sei della Keynote, jazzistica di fonte standard. In realtà, più «Note To Note») costituisce un continuo,
la comprende. Con Parker, nel 1947, inci- risultato complessivo denota un notevole caso di Speculation, ma l’ironia ritmica su un remoto lp della Mercury condiviso questo che non esecuzioni «belle». I capo- ostinato approfondimento, sempre più
de in due situazioni, entrambe promosse un passo in avanti. Non sono più avvertibi- tristaniana – qui forse più evidente – resta- con Red Rodney, e quattro della Savoy, lavori verranno dopo. libero e meno analitico – mentre le sto-
da Barry Ulanov, il direttore della rivista li i vecchi barlumi di sperimentalismo poi- va in realtà debitrice di tutto il pianismo fortunatamente editati più volte. E la lacu- Di pezzi riusciti e anche molto poetici ne riche sedute del 1949, fatta eccezione dei
Metronome che era subito diventato il più ché si assiste alla calcolata miscela fra fo- jazz di vecchia data, e di questo debito na è stata colmata per piccoli passi e di- troviamo senz’altro tra quelli per piano guizzi di Intuition e Digression quasi gette-
ardente sostenitore della musica di Tri- ga boppistica e attenzione alla formazione Tristano avrebbe più volte fatto menzione. sordinatamente ancora per lungo tempo, solo. Già i primi quattro incisi a Chicago rebbero un ponte tra filosofia tristaniana e
stano. Con una formazione composta da del suono, fra un pianismo soggettivo nel- Diverso il caso di Freedom, tra i primi e fino all’uscita nel 2003 di un cofanetto di nel 1945 (a titolo di demo, non risultan- formalismo cool.
Parker, Tristano, Dizzy Gillespie, LaPorta, le tentazioni romantico-impressionistiche tra i rarissimi blues incisi dal Nostro. La quattro cd della Proper contenente tutto do legati a nessun nome di etichetta), di Il cd comprende tutti i titoli registrati da
Bauer, Ray Brown e Max Roach si incide e un pianismo atonale-oggettivo. Nei due prova col blues è per Tristano una messa ciò che Tristano ha registrato dal 1945 al cui almeno un paio, Glad Am I (ovvero Tristano come leader dal 1945 al 1947 in
prima il 13, poi il 20 settembre. Con un Supersonic (con la rimarchevole sfasatura in discussione dei suoi princìpi sull’ogget- 1952, comprese collaborazioni, adunate Yesterdays) e This Is Called Love (What una sola versione ciascuno, escludendo
altro gruppo comprendente Parker, Tri- poliritmica fra le mani, nella seconda ver- tivismo, poiché il blues resta per definizio- dei Metronome All Stars (in cui domina Is This Thing Called Love) possono con- Untitled Blues (ovvero Blues Of A Kind),
stano, LaPorta, quindi Fats Navarro, Allen sione) e in Air Pocket, il piacere della fuga ne, nel jazz, l’espressione più lampante il bebop) ed esibizioni dal vivo riesumate siderarsi dirette anticipazioni di ciò che le alternate takes e le due esecuzioni re-
Eager (sax tenore), Bauer, Tommy Potter solitaria, propria del bopper autentico, è dell’uomo che canta le sue vicissitudini. alla men peggio, oltre a tutte le alternate nella musica di Tristano sarà lo specchio alizzate nel settembre 1946 per i V-Disc.
(contrabbasso) e Buddy Rich (batteria), inequivocabile; in tale contesto il contrap- Proprio in virtù di questa considerazione takes esistenti. Dunque un’edizione ad- di una dimensione interiore. E così anche Pertanto, I Can’t Get Started e A Night in
si incide l’8 novembre. Il 13 settembre il punto finale, quasi in direzione atonale, qualche anno dopo, nel Requiem, Trista- dirittura dispersiva rispetto al senso di un Ghost Of A Chance del settembre 1947. Tunisia (qui Interlude) sono presenti nelle
settetto registra Koko come presentazione è ancor più una gradevole sorpresa. Ma no sarebbe tornato senza tentennamenti questo particolare materiale, che rappre- Ma allora le attenzioni di Tristano erano versioni Keynote; Out On A Limb, I Sur-
del gruppo e quindi Hot House, tema bop è con On A Planet che si torna all’astrale addirittura al blues arcaico. Ma, intanto, senta la fase di costruzione della filosofia rivolte al trio con chitarra (Billy Bauer) e render Dear e Coolin’ Off With Ulanov in
di Tadd Dameron costruito sulle armonie oggettività più convinta. L’introduzione Freedom resta più che altro una palestra tristaniana e andrebbe messo a fuoco contrabbasso (chi di turno), formula che quelle che la stessa etichetta di Harry Lim
di What Is This Thing Called Love, e infine di Bauer è memorabile per equilibrio tra dove egli può esercitare la sua rigorosa isolatamente, senza deviazioni. Ascoltar- gli consentiva di arricchire ulteriormente – se non Tristano in persona –- aveva sele-
Fine and Dandy; Tristano, in trio con Bau- canto e astrattismo, e dallo stesso chitarri- libertà improvvisativa. lo significa soprattutto voler ricostruire la speculazione armonica su un pezzo zionato come master takes all’epoca.

32 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 33


JAZZ PEOPLE

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Scomparso neanche cinquantenne nel 1996, il pianista, compositore e


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arrangiatore ha saputo lasciare il segno nella storia del jazz di fine secolo
di Angelo Leonardi
foto di Darryl Pitt

GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 36


Provincia di Siena
Q
JAZZ PEOPLE

Don era
il mio mentore
musicale,
il mio fidato
confidente
e il mio grande
Quanti si ricordano di Don Grolnick? A un ipotetico test
basato sulle libere associazioni un medio fruitore di
jazz non andrebbe oltre i legami con il termine fusion,
amico.
con la figura di Michael Brecker o con il brano Pools, la
composizione del pianista divenuta tema-manifesto di Michael Brecker
quella fusion seducente e sofisticata nata con gli Steps
Ahead. Se si scorre l’indice dei nomi delle più recenti
storie del jazz (Gioia, Shipton, Zenni) Don Grolnick è
del tutto assent,e e solo restringendo il campo d’analisi
si ottengono dei risultati. Nel suo Jazz – The 1980s Re-
surgence (Da Capo Press, 1995), Stuart Nicholson cita il
pianista nel paragrafo dedicato agli Steps Ahead senza
accennare ai suoi lavori da leader, e solo nei testi de-
dicati al jazz elettrico o alla fusion troviamo maggiore
attenzione.
Vincenzo Martorella, già nella prima edizione del suo
Storia della Fusion di recente aggiornato (Edizioni Arca-
na, 2015), dedica un paragrafo a Grolnick analizzando
«Hearts and Numbers», l’esordio da leader del pianista,
e definendolo «non solo un disco di fusion ma proba-
bilmente uno dei pochi grandi capolavori del genere».
«Il più grande, quello che ha lasciato il vuoto più difficil-
mente colmabile – continua Martorella su Grolnick – era
in realtà un unsung hero, un musicians’ musician, uno
di quegli artisti di cui difficilmente ci si accorge quando
è in vita, ma la cui scomparsa rende il ricordo insoppor-
tabile». Le parole di Michael Brecker, che aprono il sito
CON GLI STEPS web dedicato a Grolnick (dongrolnick.com) offrono
I tre album del ulteriori conferme: «Don era il mio mentore musicale,
gruppo di Mike il mio fidato confidente e il mio grande amico. Mi rivol-
Mainieri, incisi
per il mercato gevo a lui per consigli in quanto aveva una fantastica «Poco distante da dove vivevo – disse il pianista a John Coltrane e Sonny Rollins. del fratello Michael, del chitarrista John Abercrombie,
giapponese, cui abilità di ascoltare e determinare cosa rendesse grande DownBeat – c’era un jazz club chiamato Cork ‘n’ Bib, Terminato il liceo, Don s’iscrisse alla facoltà di filosofia del trombonista Barry Rogers e altri. Dopo l’omonimo
Grolnick prese parte la musica. Egli ha profondamente influenzato il mio mo- e ci andavo spesso con mio papà. Lì ho visto sia Bill della Tufts University ma non giunse mai alla laurea: l’at- primo disco, il tastierista titolare se n'era andato e fu
come pianista.
do di ascoltare, suonare e scrivere musica... e questo Evans con Scott LaFaro sia Horace Silver quando aveva tività di musicista prese il sopravvento dopo il conse- aperta la selezione. «Don fu uno dei primi a presentarsi»
rimarrà con me per il resto della mia vita». con sé Joe Henderson». Un altro club in cui lo portava il guimento del piano award al Notre Dame Collegiate Ja- ricordò ancora Randy «e ci piacque subito il suo modo
Scomparso il 1° giugno 1996 a 49 anni per un tumore, padre era il Birdland, che aveva un’apposita balconata zz Festival promosso dall’omonima università di South di suonare. Ci fece ascoltare un paio dei suoi temi e
Grolnick lavorò molto dietro le quinte come pianista, dove potevano entrare i minori e bere solo analcolici Bend, Indiana. Era il 1968, e in quell’edizione s’esibì il suo stile era davvero divertente. Così fu ingaggiato».
autore e produttore sia nell’ambito del jazz (che non ab- («Lì vidi John Coltrane e tanti altri»). anche il settetto Mrs. Seamon’s Sound Band del dician- Pertanto Grolnick entrò nel cast del secondo album
bandonò mai) sia nella musica rock d’autore. Nel cam- Per tre anni Grolnick studiò la fisarmonica e poi pas- novenne Michael Brecker: capelli lunghissimi e un’ori- della formazione, «Imagine My Surprise» (1972, Co-
po jazzistico incise con Steps Ahead, Brecker Brothers, sò al pianoforte. Negli anni della scuola media provò ginale miscela di straight-ahead e jazz-rock che scon- lumbia) contribuendo anche con un brano, la ballad
Gato Barbieri, Ron Carter, Peter Erskine, Bob Mintzer, anche a studiare il sax tenore ma la cosa non ebbe se- certò e divise i giudici. Il gruppo era favorito ma Ray Just Be Ourselves. Prodotto a Memphis dal chitarrista
John Scofield, David Sanborn, Mike Mainieri e molti al- guito. All’età di quindici anni si iscrisse a una delle cli- Brown si oppose (giudicando oltraggiosa la versione Steve Cropper, anche quel disco era troppo sofisticato
©ODASAN MACOVICH/CORTESIA JEANNE O’CONNOR

tri; nel secondo ebbe lunghe collaborazioni con James nics estive varate da Stan Kenton (i National Stage Band rock dell’ellingtoniano Warm Valley) e la giuria finì per e originale per il pubblico giovanile ed ebbe vendite
Taylor e Linda Ronstadt e altre con gli Steely Dan, con Camps) per educare i giovani musicisti. E vi conobbe non premiare nessuno. limitate: si distingueva per l’enfasi posta sulle ricche or-
Bonnie Raitt, Carly Simon, Bette Midler, Roberta Flack, Randy Brecker, uno dei principali partner (col fratello All’inizio del 1970, Grolnick si era ormai stabilito a New chestrazioni e per lo spazio lasciato agli energici assoli.
Chaka Khan, Esther Phillips, Barry Manilow e Paul Si- Michael) della sua futura attività professionale: «Era l’e- York e si presentò all’audizione per il ruolo di tastierista La band si sciolse ma quasi tutti i componenenti – com-
mon. state del 1962, io avevo 16 anni e lui 15» ha ricordato il nella band Dreams. Quella formazione, ormai dimen- preso Grolnick – si ritrovarono qualche anno più tardi
Don Grolnick nacque a Levittown, un sobborgo di Long trombettista. «Ho suonato con Don in un paio di piccoli ticata ma da rivalutare, aveva inciso un primo album nella prima incisione dei Brecker Brothers.
Island (New York), il 23 settembre 1947, e lì trascorse gruppi ed era già un buon musicista, il pianista più ri- («Dreams», 1970, Columbia) ampliando jazzisticamente L’occupazione immediata fu per tutti il lavoro di studio
l’adolescenza. Il padre era un chitarrista dilettante e gli cercato della clinic». il jazz-rock dei Chicago, dei Flock e dei Blood, Sweat in dischi pop e rock di pregio o le collaborazioni con
trasmise l’amore per la musica portandolo con sé ai Al di là di quelle uscite occasionali, Don non aveva & Tears di Al Kooper. Il trio del tastierista Jeff Kent, gruppi jazz. Per esempio, Michael Brecker partecipò
concerti jazz sin da piccolo. All’età di otto anni lo colpì compagni di scuola con cui condividere la passione comprendente il batterista Billy Cobham e il bassista all’incisione di «Mind Games» di John Lennon e valoriz-
particolarmente («mi fece impazzire», ricordò poi) l’or- per il jazz. I suoi musicisti preferiti erano Wynton Kelly, Doug Lubahn, era stato rifondato con l’ingresso di zò con un bell’assolo il finale di Don’t Let Me Be Lonely
chestra di Count Basie. Erroll Garner, Bill Evans, Herbie Hancock, Count Basie, Randy Brecker, già presente nell’esordio dei BS&T, Tonight di James Taylor. Il cantautore rimarrà in quella

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JAZZ PEOPLE
cerchia di musicisti, stabilendo un ventennale sodalizio melodie con sviluppi articolati sono presenti in «Para- nick effettuò alcune significative collaborazioni nel ruo- Qualche anno dopo Grolnick registrò il suo secondo
con Grolnick. Quest’ultimo, per tredici anni, alternò il dox»: il sorprendente NL 4, in continua mutazione tra lo di strumentista e/o produttore per noti jazzisti (Peter e ultimo disco per la Blue Note, che fu pubblicato nel
ruolo di sessionman a collaborazioni jazzistiche in ruoli climi latini e straight-ahead jazz, e il multiforme Four Erskine, Bob Mintzer, Gato Barbieri, John Scofield, Bob settembre 1992. L’organico strumentale è confermato
secondari. Chords, che a partire da un tema radioso si sviluppa in Berg e altri) riservando le sue collaborazioni nel mon- ma entrano nomi nuovi (d’identico spessore artisti-
In campo jazzistico ricordiamo la sua presenza su di- un fantastico intreccio di soluzioni metriche, melodiche do del rock agli amici James Taylor e Linda Ronstadt. co): mentre restano Dave Holland e Randy Brecker,
schi di Ron Carter («Anything Goes», Kudu 1975), Mark e armoniche. Le ottime doti strumentali di Grolnick si Le sue produzioni più significative riguardarono i primi al sax tenore troviamo Joe Lovano, Steve Turre al
Murphy («Mark Murphy Sings», Muse 1975), Gato Bar- evidenziano nell’energico e swingante assolo di Fawlty tre album di Michael Brecker, con un contibuto anche trombone, Marty Ehrlich al clarinetto basso e Bill
bieri («Caliente», A&M 1976), Billy Cobham («Inner Tenors e in quello liricamente introspettivo di Song To tematico: per «Michael Brecker» (Impulse 1987) scrisse Stewart alla batteria.
Conflicts», Atlantic 1978), Art Farmer/Joe Henderson Seth, presenti entrambi in «Smokin’ In The Pit». l’incalzante blues Nothing Personal e la ballad The Cost Più dell’album precedente questo nuovo progetto
(«Yama», CTI 1979), Peter Erskine («Peter Erskine», Nel 1983 Grolnick preferì lasciare gli Steps, pur conti- Of Living; per «Don’t Try This At Home» le cangianti evidenzia le smaglianti doti d’arrangiatore di Grolni-
Contemporary 1982), Mike Mainieri («Love Play», Arista nuando a mantenere rapporti coi colleghi e a scrivere Chime This e Talking To Myself; in «Now You See It» ck, che trasforma un settetto in una piccola orche-
1977 e «Wanderlust», Warner Bros 1981). In tutti questi composizioni per il gruppo. Per il successivo «Steps (GRP 1990) troviamo altre composizioni particolamen- stra e si caratterizza per l’alta coerenza stilistica: un
titoli il ruolo di Grolnick, generalmente alle tastiere, è Ahead» (Elektra Musician, 1983) con Eliane Elias, scris- te congeniali al sassofonista (Minsk e Dogs In The Wine mainstream contemporaneo ritmicamente spigliato e
marginale. Una delle poche eccezioni fu il citato disco se Pools, la sua composizione più famosa. Shop). timbricamente variopinto, con parti orchestrali e as-
di Mark Murphy, come membro di un combo compren- In una rara intervista reperibile su YouTube, Grolnick soli integrati con coerenza. Una scrittura sofisticata,
dente i fratelli Brecker e David Sanborn. I dischi da leader parla della sua attività di produttore dicendo di non ricca di tensione e sorprese (sette temi del leader
Se vogliamo seguire le tracce del compositore e piani- Grolnick aveva iniziato il lavoro di sessionman con in- considerarsi tale, almeno nel senso comune del termi- e uno standard) che appare singolarmente fresca e
sta fino all’esordio da leader nel 1985, quindi, è oppor- teresse, apprezzato non solo come strumentista ma per ne. «I dischi che ho prodotto – poco più di una deci- accattivante. Anni di lavoro nella pop music avevano
tuno tornare ai Brecker Brothers e soprattutto ai primi le doti di compositore dall’innato senso melodico e di na – hanno riguardato miei amici stretti e persone che affinato in Grolnick la capacità di coniugare legge-
due album degli Steps Ahead. fantasioso arrangiatore. conosco molto bene e di cui amo la musica. Non sono rezza e complessità, e non è casuale che il pianista
«Tutti noi nei primi anni Settanta ci divertivamo a lavo- il tipo di produttore che arriva, pone mano al materiale godesse della stima di Gil Evans. In un lavoro ricco
Steps Ahead rare negli studios» disse ancora a DownBeat. «Io avevo che qualcuno sta progettando di registrare e dice: “Be- di momenti significativi spicca per l’appunto la riscrit-
Fu nelle jam sessions al Seventh Avenue South, il club ascoltato solo jazz fino all’età di vent’anni e cercavo di ne, credo che dobbiamo andare in tutt’altra direzione”. tura orchestrale di The Cost Of Living, il suggestivo
gestito da Michael e Randy Brecker, che si posero le imparare a suonare un diverso tipo di musica. Sentivo Ci sono persone che lo fanno, e la cosa può anche an- bolero scritto per Michael Brecker che qui si colora
basi per la nascita degli Steps Ahead. Il primo nucleo si dei sessionmen cresciuti come jazzisti che suonavano dare a vantaggio di tutti, ma io non sono così. Mi faccio di suggestioni gilevansiane.
formò nel 1979 con Michael Brecker al sax tenore, Mike r&b- o rock ma si capiva che c’era l’impronta del jazz un quadro di quello che mi viene presentato e cerco di Nel 1994, sempre curioso di esplorare nuovi ambiti,
Mainieri al vibrafono, Grolnick al pianoforte, Eddie Go- ed era una cosa che non volevo fare. Io volevo suonare aiutare gli artisti a realizzarlo». Don Grolnick formò un gruppo di Latin jazz, debut-
mez al contrabbasso e Steve Gadd alla batteria (poi quelle cose in modo autentico e ci lavorai su parecchio. Nel 1990 Grolnick pubblicò tando al Blue Note di New
sostituito da Peter Erskine). I primi tre dischi, usciti a Certo era sconcertante incontare persone che mi co- «Weaver Of Dreams», il primo York. Di quel progetto ci resta
nome Steps, furono registrati in studio o in concerto in noscevano solo per i miei dischi di rock. All’inizio la dei suoi due album Blue Note, il raffinato album inciso in stu-
Giappone tra il dicembre 1979 e il settembre 1981: «Step cosa mi mandava su di giri ma dopo un po’ capii che sorprendendo la critica che lo dio, che vide la luce dapprima
By Step», «Smokin’ In The Pit» e «Paradox». L’organico non era ciò che volevo continuare a fare. Cinque anni associava ancora strettamente in Giappone e, soltanto postu-
nacque come formazione prettamente acustica ma la fa ho smesso di realizzare jingles e registrazioni di ogni – come aveva già fatto con Mi- mo, negli Stati Uniti col titolo
sua forza innovativa era tale da risultare sconcertante: genere con chiunque». chael Brecker – alla fusion bian- «Medianoche» (Warner Bros
nei referendum fu votato anche come «gruppo elettri- L’anno cui faceva riferimento Grolnick era il 1985, quan- ca degli anni Settanta. I ricono- 1996).
co» senza esserlo ancora. do il pianista fece uscire il primo disco a suo nome, scimenti furono però elevati. L’elemento che influenzò
In questi dischi possiamo finalmente apprezzare le do- «Hearts And Numbers», per la Hip Pocket, una piccola DownBeat – facendolo recensi- Grolnick fu l’ascolto di «Soul
ti strumentali e compositive di Grolnick, ormai sopra etichetta californiana sussidiaria della Windham Hill. re da Bill Milkowski – assegnò Burst», un vecchio disco di Cal
i trent’anni. «Step By Step» si apre e chiude con due L’incisione fu progettata con cura, sia nelle composi- al disco cinque stelle; Leonard Tjader (Verve 1966) regalato-
suoi brani: il dinamico Uncle Bob e il lento ed evocativo zioni e negli arrangiamenti che nella scelta dei partner. Feather sul Los Angeles Times gli dal chitarrista Steve Khan.
Six Persimmons. Le linee melodiche, avvincenti nella Ogni brano fu eseguito con formazioni non più ampie definì Grolnick «un composi- In forma ridotta, il suo nuovo
loro essenzialità, evidenziano una dote ben espressa di un sestetto. Nei quattro o cinque più significativi tro- tore e pianista i cui lavori sono un’intensa miscela di organico ricalcava proprioquel modello, dando un
da Michael Brecker: «Don ha l’abilità di scrivere cose viamo un sax tenore (Michael Brecker), una chitarra mistero, suspense e propulsivo post-bop». Il giudizio di ruolo centrale alla relazione flauto/vibrafono (Dave
semplici e profonde allo stesso tempo. È un grande elettrica (Hiram Bullock, Bob Mann o Jeff Mironov), un Claudio Donà su Musica Jazz non fu da meno: «Don Valentin e Mike Mainieri) entro un variopinto tappeto
dono». Due brani esemplari nel coniugare seducenti basso elettrico (Will Lee o Marcus Miller) una o due Grolnick rivela qui tutta la fantasiosa e organica brillan- di percussioni latine (Don Alias, Steve Berrios e Mil-
batterie (Steve Jordan e/o Peter Erskine). Grolnick si tezza della sua scrittura musicale». ton Cardona). Accanto a Grolnick al pianoforte, com-

Un compositore alternava al pianoforte o al piano elettrico con un co-


stante uso di sintetizzatori (in collaborazione con un
Da vero fabbricante di sogni, Don Grolnick aveva pro-
gettato l’album con cura, con impliciti ma evidenti
pletavano l’organico il sassofonista Michael Brecker
e il contrabbassista Andy González. Un album con

e pianista
programmatore, Clifford Carter), omaggi ai protagonisti che amava. Lo produsse e incise quattro nuove composizioni del leader e azzeccate UNA SCARNA
Senza essere un disco sperimentale, l’album trova una in proprio, con i partner a lui più affini: i fratelli Brecker, ambientazioni Latin di temi apparentemente inconci- DISCOGRAFIA
riuscita sintesi tra dimensione acustica ed elettronica. Peter Erskine alla batteria, Bob Mintzer al clarinetto bas- liabili come Water Babies di Wayne Shorter e Catta di Ecco in ordine

i cui lavori
cronologico,
Veementi assoli jazz con accenti rock e funk entro so, Barry Rogers al trombone e Dave Holland al con- Andrew Hill. a partire dall’alto,
costruzioni tematiche attentamente concepite e logi- trabbasso. Portò quindi il master a Matt Pierson, allora L’ultimo album della scarna discografia da leader di i cinque album

sono un’intensa camente ordinate, che fanno sempre capo a melodie direttore del marketing alla Blue Note, che ne fu entu- Grolnick è la registrazione pubblicata postuma (The dell’esigua
produzione da
avvincenti (e rese ammalianti da Brecker). Un disco siasta e concordò con Bruce Lundvall la pubblicazione. London Concert, Fuzzy Music 2000, ristampata di leader di Don

miscela di
sofisticato e innovativo, talmente ricco di soluzioni tim- Due dei sei originals di Grolnick sono rielaborazioni recente nella sua forma completa e solo in versione Grolnick.
briche, armoniche e metriche che servirebbero pagine di splendide composizioni passate: Nothing Personal digitale) dello splendido concerto dato nella capitale
per descriverlo (come evidenzia Martorella, nel testo è preso dal primo album di Michael Brecker, mentre britannica il 26 gennaio 1995 a capo di un gruppo con

mistero, suspense citato, con l’analisi del brano Pointing At The Moon).
Il disco contiene una nuova versione di Pools, tema già
Persimmons non è altro che Six Persimmons, presente
in «Step By Step». Facendo propria una collocazione sti-
i fratelli Brecker, Marty Ehrlich a sax contralto e cla-
rinetto basso, Robin Eubanks al trombone Peter Wa-

e propulsivo
inciso degli Steps Ahead nell’album omonimo del 1983. listica di modern mainstream, Grolnick rilegge con fan- shington al contrabbasso, Peter Erskine alla batteria
CORTESIA JEANNE O’CONNOR

Una versione più breve, questa, che ripropone l’accatti- tasia e ricchezza di scrittura alcune «stagioni» del jazz: e Don Alias alle percussioni. Un clima espressivo che Tutte le citazioni
tratte da DownBeat

post-bop
vante sequenza tematica nella relazione tra sax e basso quella davisiana degli anni Cinquanta (Persimmons), ricalcava l’hard bop avanzato e pregnante di «Weaver provengono
elettrico, lasciando al solo Grolnick lo spazio per un in- l’estetica Blue Note dei anni Sessanta, vicina al free e al Of Dreams». dalla monografia
cisivo assolo al pianoforte. «Hearts And Numbers» non modale (Nothing Personal), la Liberation Music Orche- Un anno e mezzo dopo Grolnick perdeva la vita al Don Grolnick -
suscitò particolari attenzioni e restò fuori catalogo fino stra (Taglioni). Non mancano creativi riferimenti alla Mount Sinai Hospital di Manhattan per un tumore al Dreamweaver» di
Leonard Feather alla riedizione in cd (Art Of Life Records, 2010). tradizione (I Want To Be Happy) e altri riecheggianti tessuto linfatico (non-Hodgkin lymphoma). È giusto,
Michael Bourne,
DownBeat,
Los Angeles Times Prima di tornare in studio con un nuovo progetto, Grol- Dolphy e Mingus. anzi doveroso, non dimenticarsi di lui. dicembre 1990.

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INTERVISTA

PHILLIP JOHNSTON & THE MICROSCOPIC SEPTET

I NSOLI T I SOSPET TI Passano gli anni ma il surreale gruppo newyorkese è ancora sulla scena,
anche se uno dei suoi fondatori, il sassofonistaPhillip Johnston, si è da
tempo trasferito in Australia. Ma ormai le distanze non contano più
di Andrea Baroni
foto di Lars Klove

DAVID HOFSTRA
MICHAEL HASHIM
CONTRABBASSO
RICHARD DWORKIN SAX TENORE
BATTERIA JOEL FORRESTER
PIANOFORTE

DAVE SEWELSON
SAX BARITONO DON DAVIS
PHILLIP JOHNSTON SAX CONTRALTO
SAX SOPRANO
© LARS KLOVE/CORTESIA CUNEIFORM RECORDS

42 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 43


INTERVISTA

D
efiniscono la loro musica «swing surreali-
sta», perché leggono la tradizione del jazz
con una lente lievemente deformata dall’i-
ronia e da misurate dosi di comicità ebrai-
ca. Tra le barbe e la compassata immagine di musicisti
navigati dei componenti del Microscopic Septet si
annidano le origini dello spirito iconoclasta, in seguito
molto sviluppato, di John Zorn, membro effettivo della
formazione fino al 1981, durante la prima fase di vita del
settetto, chiusa all’inizio degli anni Novanta. Un venten-
nio di vita condotto ad alto tasso di ritmo, concentran-
do in quattro album, in seguito ristampati in due doppi
cd («History of the Micros») impreziositi da copertine di
Art Spiegelman, un originale mix di jazz – con predile-
zione per Ellington e Jelly Roll Morton – polka, tango,
temi da celebri cartoon e spruzzi di rock new wave.
Poi sedici anni di stop: seguiti da un ritorno imprevisto
quanto gradito in casa Cuneiform con «Lobster Leaps
In», album del 2008, seguito dal progetto tematico «Fri-
day the Thirteenth: The Micros Play Monk» e, nel 2014,
da «Manhattan Moonrise». E nel 2017, con l’età media
dei componenti che ha superato la settantina, un nuo-
vo scintillante lavoro tutto dedicato al blues, «Been Up
So Long It Looks Like Down to Me:The Micros Play the
Blues». Come sempre, una sezione fiati composta dal
baritono di David Sewelson, dal tenore di Michael Ha- 1990
HISTORY
shim e dal contralto di Don Davis, più il contrabbasso OF THE MICROS,
di David Hofstra e la batteria di Richard Dworkin. Il tutto VOL.1 E VOL.2
guidato dai due leader Phillip Johnston (sax soprano)
e Joel Forrester (pianoforte).
Philip Johnston ha risposto alle nostre curiosità sulla
storia dei Micros, come sono chiamati dalle parti di
New York.

Quali sono le origini del Microscopic Septet?


Nel 1980 suonavo regolarmente in diverse formazioni
con alcuni di coloro che furono poi tra i membri ori-
ginali del gruppo, in particolare John Zorn, Joel For- Chicago), così come da una pluralità di altre fonti come Nella musica del settetto si avverte il vostro ri- ma la sua musica era abbastanza diversa da quella dei
rester, Dave Hofstra e Dave Sewelson. Ero attratto sia Charles Mingus, Gil Evans, il cool della West Coast, il spetto per la tradizione, che fate coesistere con un musicisti che facevano parte di quella corrente. I bop-
dal jazz degli anni Venti e Trenta (Duke Ellington, Don r&b. Volevo provare a combinare tutte queste influen- umorismo surreale. Come siete riusciti a raggiun- pers amavano tempi sostenuti, mentre Monk suonava
Redman, Jelly Roll Morton), sia dalla musica contem- ze con un approccio personale, così riunii alcuni dei gere un punto di equilibrio? in larga parte su tempi medi. Mentre i boppers davano
poranea dell’epoca (Anthony Braxton, Art Ensemble of miei amici e partimmo da lì, e per circa un decennio Ho sempre voluto assorbire tutto ciò che catturava la grande risalto alla tecnica, Monk mostrava un’anti-tec-
il gruppo portò in giro la sua formula. La formazione mia immaginazione, Da bambino, i miei genitori mi nica che venne interpretata, da chi non lo apprezzava,
originale si sciolse nel 1993. Nel 2005, dopo avere ini- portavano al museo di Storia Naturale e io osservavo le come una mancanza di capacità strumentali. Il suo

© LARS KLOVE/CORTESIA CUNEIFORM RECORDS © CHRISTINE MEYER/CORTESIA CUNEIFORM RECORDS


ziato un rapporto lavorativo con la Cuneiform per il mio posate dei cavernicoli (!), con le quali avrei poi voluto approccio alla composizione e al solismo era molto
progetto «Fast and Bulbous» con Gary Lucas, dedicato mangiare... Assorbire (qualcuno direbbe appropriarsi) più moderno (e già post-moderno) di quello dei suoi
alla musica di Captain Beefheart riletta con nuovi arran- è sempre stata una pratica usata da musicisti e com- contemporanei, al punto che sembrava collocato in un
giamenti, proposi all’etichetta di ristampare su cd i la- positori, da Jelly Roll Morton e Duke Ellington, fino a universo distante e parallelo. Il suo uso dello spazio, la
vori dei Micros degli anni Ottanta, cosa che produsse i Mingus, Monk, Herbie Nichols e l’Art Ensemble of struttura degli assolo, il rapporto con i temi e le cellule
due doppi album intitolati «History of the Micros» (l’uno Chicago. Così l’umorismo. Ciò che faccio rappresenta motiviche non sono stati sviluppati da molti musicisti,
«Seven Men in Neckties» e l’altro «Surrealistic Swing»). il mio tentativo di raggiungere tale equilibrio. E l’equi- fatta eccezione per Steve Lacy, Anthony Braxton e po-
Riunimmo il gruppo per alcuni concerti a New York e librio è tutto. chi altri. Monk era davvero sui generis. Quindi la mia
Filadelfia legati alla promozione dei cd – all’epoca già Nel 2017 è caduto il centenario della nascita di risposta è, si, penso che lui sia più influente che mai,
vivevo a Sydney, mentre Don Davis nel New Hampshire Thelonius Monk, e nel 2010 i Micros hanno pub- Ma non sono le sue scale a toni interi o le sue spigolose
– e scoprimmo di divertirci ancora a suonare assieme. blicato un album che rivisita alcuni suoi brani, melodie a essere influenti, lo è il suo atteggiamento. Il
Da allora abbiamo ripreso ad esistere come gruppo,
anche se incidiamo e suoniamo dal vivo solo di rado,
«Friday The 13th». Credi che Monk abbia ancora
una forte influenza sul linguaggio del jazz?
2008
LOBSTER
suo spirito, la sua irriverenza, la sua combinazione uni-
ca di influenze, la sua bizzarria, il suo rifiuto ad essere
soprattutto a causa della mia residenza in Australia. Io credo che la cosiddetta «influenza» di Monk sia stata LEAPS IN condiscendente, la sua ostinazione a permeare con la
Quali sono, nella storia del jazz, le principali fonti fraintesa. Molta della musica ispirata da Monk sia du- propria visione tutto quello che faceva: tutto questo ha
di ispirazione per la vostra musica? rante la sua vita sia nei decenni successivi alla sua mor- influenzato una generazione di gruppi dentro e fuori il
Per me Jelly Roll Morton, Louis Armstrong, Duke Ellin- te, imitava più che altro alcune modalità da lui usate jazz, inclusi il Microscopic Septet, i Jazz Passengers, i
gton, il sestetto di John Kirby, Charles Mingus, Thelo- nei suoi pezzi; comparivano alcuni specifici intervalli o Kamikaze Ground Crew, i Sex Mob, e continua a farlo.
nious Monk, Herbie Nichols, Steve Lacy, Roswell Rudd, aggregazioni di note ma, in generale, questi pezzi era- John Zorn è stato uno dei membri originali del
Sun Ra, Louis Jordan, Art Pepper, Anthony Braxton, no abbastanza convenzionali e alla fine il loro effetto è settetto: qual è stato il suo contributo alla defini-
Gigi Gryce, Cecil Taylor, Joel Forrester, John Zorn, Gil stato quello di omogeneizzare Monk. La vera unicità di zione dello stile del gruppo?
Evans, Tadd Dameron, la ICP Orchestra, Earl Bostic, Si- Monk è il modo in cui egli si differenziava sia dai suoi John Zorn è uno dei miei più vecchi amici nel mon-
dney Bechet e anche molti musicisti meno conosciuti e predecessori siae dai suoi contemporanei. Com’è noto, do del jazz. Ci siamo conosciuti nel 1971 a San Fran-
spesso dimenticati dalle storie del jazz. l’avevano soprannominato «The High Priest of Bop», cisco, mentre attraversavo il Golden Gate Park per re-

GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 45


INTERVISTA
carmi al concerto dei Jefferson Starship, e subito dopo o il tasto di uno smartphone. Ma, visto che campiona-
quell’incontro abbiamo iniziato a suonare assieme. La menti e ricontestualizzazione sono ormai dappertutto,
mia amicizia e collaborazione con lui è stata una parte è altresì essenziale che gli artisti continuino a creare
molto importante della mia educazione musicale, così nuovo materiale che possa essere successivamente
come il mio legame con Joel Forrester, che iniziò più o manipolato o reinventato da altri con la stessa filosofia.
meno nello stesso periodo. Prima della nascita del Mi- Appunto. Ha ancora senso, oggi, parlare di una «fi-
croscopic Septet c’erano state diverse configurazioni, losofia jazz», ovvero l’insieme di valori, il rispet-
alcune con John e Joel, mentre tutti stavamo cercando to, la libertà, la collaborazione interpersonale, la
di immaginare un’identità per la nostra musica. All’ini- capacità di ascolto reciproco che confluiscono
zio John suonava con noi, ma quando iniziò a vederci nell’espressione individuale, oppure si tratta del
chiaro sulla musica che voleva fare capì che doveva lascito di una visione romantica del musicista?
lasciarci e dedicarsi esclusivamente allo sviluppo della Penso che sia un pensiero romantico e simpatico, ma
sua ispirazione musicale. Ci siamo separati senza ran- alla fine credo che i musicisti jazz siano suppergiù per-
core, e lui è rimasto per me un amico generoso e una sone come tutte le altre. Il romanticismo degli artisti
fonte di ispirazione.
Molti musicisti preferiscono parlare di musica 2008
FRIDAY THE
provoca, a lungo termine, più danni che benefici, e
principalmente agli artisti stessi. Tuttavia ritengo che il
creativa anzichè di jazz, riferendosi ad un uni- THIRTEENTH: jazz, come filosofia musicale, abbia un’impronta molto
verso più ampio che comprende diversi linguaggi THE MICROS chiara, ovvero sia un meta-stile che inietta idee musicali
musicali contemporanei. Tu come vedi il futuro PLAY MONK e teoriche in ogni genere con cui esso viene a contat-
del jazz? to. Quando io compongo musica da camera che non
All’inizio del Ventesimo secolo, conclusa la tediosa prevede assolo nè scale blues, scrivo comunque come
marcia funebre dalla tonalità all’atonalità (e per il jazz un compositore jazz. Non so perché o come. Per tor-
questo viaggio è durato oltre sessant’anni), la doman- nare alla domanda iniziale, credo che The Gig del 1985
da era: e adesso dove andiamo? Alcuni esponenti della di Frank D. Gilroy –la storia di sei musicisti dilettanti
stampa specializzata – quelli con minore apertura men- posti di fronte all’occasione di fare il salto verso una
tale – sono convinti che la creatività e l’innovazione dimensione professionale – sia un film sulla vita di un
nel jazz siano terminate negli anni Sessanta con il free. musicista ben più riuscito di Bird o di Round Midnight.
Niente di più lontano dal vero! Spesso i critici hanno
difficoltà a riconoscere i cambiamenti quando essi non 2014
MANHATTAN
In astratto, il jazz pone dei traguardi molto ambiziosi cui
aspirare – e avere aspirazioni è una buona cosa – ma
rispecchiano le loro aspettative. Infatti, la principale in- MOONRISE solo di rado questi traguardi si raggiungono. Anche se
novazione dell’ultimo mezzo secolo è stata la sintesi: coltivare i propri ideali resta una cosa positiva.
se è fuori discussione che i musicisti creativi continue- Nel jazz, più che in altri generi, sono frequenti gli
ranno a combinare fra loro differenti elementi musicali, scambi e le collaborazioni tra musicisti diversi,
la domanda è «come» ciascuno lo farà, quali specifici tanto che i gruppi stabili non sono poi così longe-
elementi sceglierà dalle infinite fonti storiche, e in che vi. Come si riflettono sulla musica i rapporti tra i mentre i gruppi rock sono spesso un’entità collettiva mondiale, Sydney è una città con grandi musicisti, po-
modo assemblerà il tutto. Quando eravamo giovani ci membri di un gruppo? più stabile. Per esempio: Paul McCartney è un grande co conosciuti nel resto del mondo, forse addirittura i
toccava passare un sacco di tempo tra gli scaffali dei di- Volendo azzardare una generalizzazione, potremmo di- bassista o il grande bassista dei Beatles? John Gilmore migliori con cui ho suonato, ma ha pochi teatri che fa-
schi usati per trovare qualcosa che potesse arricchire la re che i musicisti jazz tendono ad essere pianeti solitari era una star dell’orchestra di Sun Ra o lo sarebbe stato ticano a reggersi in piedi e un pubblico molto ridotto.
nostra conoscenza: ora tutto è disponibile con un clic che, di volta in volta, si collegano a un’orbita favorevole, in qualsiasi altra band (inclusi i Beatles?). La verità, New York ha un’infinità di concerti, ma molti sono per
a mio avviso, è che un produttore musicale raduna persone che non ascoltano davvero la musica. Non
i musicisti così come un compositore mette insieme ho idea di cosa sia meglio. So solo che Sydney ospita
le sue conoscenze armoniche o ritmiche: questi sono alcuni dei migliori musicisti che mi sia mai capitato di
gli strumenti essenciali per creare musica. Ci vogliono sentire e presenta molta musica originale, allo stesso
anni per trovare le persone che sappiano condivide- modo di Melbourne e di altre città australiane. Mi pia-
re la tua visione, che sappiano aiutarti a portarla alla cerebbe che potesse ascoltarla un pubblico più am-

© GREG CRISTMAN/CORTESIA CUNEIFORM RECORDS © METIN ONER/CORTESIA CUNEIFORM RECORDS


luce e che magari sappiano aggiungere degli sviluppi pio nell’emisfero Nord, come anche gli australiani. Dal
non previsti. Nel corso del tempo capita di aggiunge- momento che non vivo a New York a tempo pieno, la
re o sottrarre, separarsi e tornare insieme, in ragione scena jazz continua a riservare molti misteri per me,
delle esigenze, degli eventi della vita di ciascuno. Per come è sempre stato.
esempio, con i colleghi dei Micros ho condiviso sva- Uno sguardo ai tuoi progetti per il futuro?
riati progetti: Fast ‘N’ Bulbous con Dave Sewelson e Molti. Da dove iniziare? Continuo a portare in giro

2017
Richard Dworkin, Wordless con Mike Hashim e Dave Wordless, il mio progetto in collaborazione con il
Hofstra, oltre a diverse altre configurazioni per colon- grande disegnatore Art Spiegelman. Quest’anno sare-
ne sonore o lavori commerciali. E se questi musicisti BEEN UP SO mo a Londra, poi ci esibiremo a Parigi e ci piacerebbe
LONG IT LOOKS
possono essere quelli giusti per eseguire la musica LIKE DOWN TO molto venire in Italia. Ho continuato a comporre ed
composta da altri (e anche quella scritta da loro stes- ME:THE MICROS eseguire musica per film muti e sto iniziando un nuo-
si), per me rimangono i migliori. Quando trovi perso- PLAY THE BLUES vo lavoro per un film ambientato in Australia. Ho appe-
ne che sanno sorprenderti, con le quali c’è sintonia e na finito di registrare un nuovo cd con il mio gruppo
che hanno a cuore le stesse cose alle quali tieni tu, si australiano, il quartetto The Coolerators, prodotto da
realizza ciò che disse John Gilmore di Sun Ra : «Spero Lloyd Swanton dei Necks che suona anche il basso.
proprio che ci si fermi qui». Suono regolarmente a Sydney con un gruppo di otto
Vivi tra l’Australia e gli Stati Uniti. Che differen- musicisti, The Greasy Chicken Orchestra, che esegue
ze ci sono fra le scene jazz di Sydney e New York? miei arrangiamenti di brani jazz degli anni Venti e
Negli ultimi dodici anni mi sono trovato nella singola- Trenta. Di recente mi sono esibito, sempre a Sydney,
re situazione di vivere a Sydney in Australia e visitare con un ensemble di grosse dimensioni presentando
New York diverse volte l’anno, per suonare, registrare una composizione intitolata Page Of Madness: Suite
o collaborare a vari progetti. Le differenze tra i due For Improvisers, e sto cercando il modo di organizzare
mondi sono evidenti: New York è il centro del jazz un tour su larga scala.

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INTERVISTA

Tracanna + Milesi pio taglio


Ja z z a d o p Double Cut, uno dei più importanti gruppi italiani, pubblica un nuovo album,

© ROBERTO CAVALLI
«Mappe» (Parco della Musica). Ne parliamo con i due fondatori del progetto
di Luca Conti
foto di Roberto Cavalli

48 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 49


INTERVISTA

T
ino Tracanna e Massimilia- di base fosse quella di un disco che un po’ cadi negli automatismi e fai della
no Milesi, siamo in dirittura suonasse improvvisato ma che nascon- musica che si assomiglia tutta. Strano, no?
d’arrivo con il nuovo disco desse una struttura? Ma è un’esperienza comune a parecchi al-
dei Double Cut. Rispetto Milesi: Diciamo che se è andata così non è tri colleghi. Invece, quando hai qualcosa di
all’album di esordio, qual è la filosofia stata proprio una scelta deliberata. concreto cui riferirti, la musica diventa più
di questo secondo lavoro? Tracanna: Molto spesso partivamo da una interessante.
Tracanna: La filosofia di base è rimasta struttura ben definita, un groove in cui si Milesi: Quando il duo eseguiva dei brani
la stessa. La differenza sta solo nella matu- suonava sul tempo e poi, di colpo, succede- non strutturati, visto che mancava uno stru-
razione del gruppo, che ormai lavora con va qualcosa che ci faceva piombare in una mento armonico, c’erano sempre dei confi-
regolarità da tre anni. Tre anni in cui i Dou- situazione astratta (un brano come Gufo, ni all’interno dei quali dovevamo muoverci;
ble Cut hanno potuto provare e riprovare, per esempio). Si trattava comunque di stra- al posto dei chorus sul giro armonico, per
oltre che suonare con una certa frequenza, tegie per differenziare l’esecuzione, perché esempio, avevamo stabilito delle regole da
e il risultato è un disco che ci sembra più se hai due diversi assolo di sax tenore in un seguire. Che so, un brano doveva muoversi
«studiato» da un punto di vista compositivo, unico brano qualcosa ti devi inventare. E a dalla rarefazione al caos, o l’improvvisazio-
laddove nel primo album lo spazio conces- me interessa moltissimo trovare il modo di ne doveva basarsi sull’impulso ritmico del
so all’improvvisazione era ben più ampio. legare l’improvvisazione al tema. Il parados- tema.
Milesi: Il maggior tempo a disposizione, so è che quando suoni completamente libe- Tracanna: In realtà in tanti brani la struttu-
tra l’altro, ci ha permesso di capire meglio ro tendi a fare sempre le stesse cose, men- ra armonica c’è eccome, anche se magari è
quali fossero i punti deboli del gruppo e di tre più hai dei vincoli più ti senti stimolato. nascosta; e comunque ci sono tanti rimandi
lavorarci sopra. Lo hai imparato con gli anni, oppure ne extra-jazzistici.
Ecco, allora partiamo da qui. Ricor- sei stato convinto fin da subito? Tino, rispetto ad Acrobats, gruppo nel
do che all’ascolto del primo album la Tracanna: È venuto con l’esperienza. Del quale hai inserito uno strumento armo-
prima impressione era stata: «Quasi resto io ho fatto tanta improvvisazione to- nico – la chitarra di Roberto Cecchetto
nessuno suona più così, adesso. Quasi tale. Nel periodo in cui lavoravo con Pierre – come ti muovi in Double Cut?
nessuno organizza un gruppo in que- Favre, molti dei nostri concerti erano im- Tracanna: Certo, in Acrobats il suono della
sto modo, sembra un’impostazione da provvisati da capo a fondo. Era un’espe- chitarra contestualizza la situazione, ti rive-
energy music di una trentina d’anni rienza interessante, anche dal punto di vista la l’armonia, però anche lì abbiamo cose
fa». Insomma, l’effetto è stato per cer- umano, perché ti trovi davanti al pubblico completamente astratte, diversi approcci
ti versi straniante. Era questa l’idea di e ti dici: «E adesso che faccio?» Allora devi tonali all’interno dello stesso brano. La dif-
partenza? svuotarti la mente, ma ti accorgi che dopo ferenza tra i due gruppi è soprattutto timbri-
Tracanna: Double Cut deriva dal duo di ca; in uno ho trombone e chitarra elettrica,
sassofoni che io e Massimiliano avevamo nell’altro siamo due strumenti a fiato. In
messo in piedi poco dopo esserci cono- quintetto la qualità dell’interplay è ovvia-

Quando
sciuti. Un duo di sassofoni non è un’im- mente diversa. Dal trio in su si cominciano
presa facile. Certo, alla fine qualcosa esce a creare «alleanze» temporanee, tipo «ades-
comunque, ma se vuoi ottenere una certa so mi appoggio alla chitarra, adesso invece

suoni
consistenza devi lavorarci su parecchio. Il alla batteria»: è difficile quando suoni avere
rapporto tra me e Massimiliano è particola- una percezione del tutto. In Double Cut c’è
re; pur nelle differenze strumentali abbiamo invece una sorta di triangolo magico nel

totalmente
in comune una certa curiosità intellettuale quale tu, sassofonista, ti trovi a suonare con
che si rivela non solo negli ascolti – amia- contrabbasso e batteria e a un certo punto
mo entrambi la musica contemporanea, si inserisce l’altro, ti fa dei piccoli fondali,

libero
oltre che un certo tipo di jazz che non sia entra in contrappunto con te. Insomma,
troppo legato al mainstream – ma anche, una situazione stimolante.
per esempio, nella passione per la cosmo- Milesi: Parlando di strumento armonico,
logia. Così quando ci siamo messi a fare
musica insieme abbiamo scoperto una no-
tevole affinità, e il primo disco dei Double
tendi a mi preme segnalare come uno dei tratti ca-
ratteristici di Double Cut sia l’uso della me-
lodica, idea che in origine è stata lanciata
Cut è molto legato alla scoperta dei nostri
tratti comuni, al voler creare situazioni in
cui tutto potesse succedere, pur nell’am-
fare da Tino. In realtà usiamo le melodiche più
in funzione timbrica, quasi come elemento
di disturbo. Da qui in poi abbiamo iniziato
bito di strutture accurate. Certo, alcuni dei
temi del primo album erano in realtà dei
pretesti per improvvisare, ma ci siamo resi
sempre a inserire altri elementi apparentemente
incongrui, come i richiami per uccelli o,
nel nuovo disco, la cetra, utilizzata però
subito conto di dover rendere «concreta»
l’improvvisazione rispetto agli spunti tema-
tici di partenza. Su questo eravamo entram-
le stesse in funzione percussiva. Tutto questo è ov-
viamente legato alla necessità di variare le
situazioni, dato il rischio di uniformità di cui
bi d’accordo, così come sul trovare il modo
giusto di organizzare l’accompagnamento, i cose: sono si diceva all’inizio.
Giulio Corini e Filippo Sala sono stati
© LUCIANO ROSSETTI/PHOCUS AGENCY

vuoti, la densità, la rarefazione; quel che vo- fin da subito le vostre prime scelte?
levamo evitare era la «povertà» timbrica che
si rischia in un gruppo con due sassofoni. i vincoli a Milesi: Praticamente sì, ne abbiamo discus-
so all’inizio ma eravamo già convinti.

liberarti
Milesi: Tra l’altro il repertorio del primo di- Tracanna: Ritengo Giulio uno dei migliori
sco era per molti versi lo stesso repertorio bassisti italiani, in grado di muoversi con
del duo; molti brani sono stati riadattati per disinvoltura nei diversi contesti in cui agi-
DOUBLE CUT

davvero
quartetto ma erano nati per due sassofoni sce il gruppo, mentre Filippo – che è il più
Da sinistra: Giulio Corini, Tino
non accompagnati. giovane di tutti – ha portato delle soluzioni Tracanna, Massimiliano Milesi
È realistico pensare che la vostra idea ritmiche inaspettate e la freschezza che ri- e Filippo Sala.

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INTERVISTA
tenevamo necessaria. Inoltre la caratteristi- una varietà tematica sbalorditiva (era capa-
ca indispensabile per suonare con noi era ce di scrivere un tema di quattro battute e,
quella di non essere dei rompicoglioni... poco dopo, ne sfornava uno di 112!); c’era
D’altronde, visto che negli ultimi anni le un’organizzazione del materiale incredibil-
situazioni lavorative sono profondamente mente articolata, nella quale passavamo –
cambiate, se non ti circondi di persone all’interno dello stesso brano – da sezioni
motivate, che abbiano il desiderio e la vo- basate sul giro armonico ad altre comple-
lontà di creare qualcosa assieme, non vai tamente libere. La cosa incredibile è che il
da nessuna parte. Anche perché non è che gruppo ha realizzato pochissimi dischi, che
puoi aspettarti chissà quali guadagni, con testimoniano soltanto alcune fasi del nostro
questa musica. Quindi lo stare assieme da lavoro. Ma quel che abbiamo fatto all’epoca
più di tre anni, il provare con assiduità, l’a- ha finito, forse inconsciamente (e me ne so-
ver potuto fare qualche tournée e una sorta no accorto dopo), per influenzare ciò che
di piccola residenza hanno prodotto risul- ho fatto in seguito. E il lavoro con Franco mi
tati addirittura sorprendenti. Riascoltando è stato utilissimo perché mi ha fatto com-
il master del nuovo disco, per esempio, ci prendere che per essere un musicista più
siamo un po’ sorpresi, perché sono venute completo era necessario colmare quelle
fuori cose che magari uno dà per sconta- lacune che mi rendevo conto di avere.
te ma che scontate non sono affatto, e che Mentre gli anni nel quintetto di Paolo
derivano proprio da questo lungo percorso Fresu come ti hanno formato?
fatto assieme. Tracanna: Lì la situazione era diversa,
Parliamo dell’aspetto ritmico. Mi sem- perché tanto per cominciare eravamo tutti
bra che negli ultimi anni i maggiori pressoché coetanei, a parte Paolo che era
passi in avanti siano stati compiuti un po’ più giovane. Poi, a un certo punto,
dai batteristi. Siete d’accordo o avete Paolo ha preso il volo, soprattutto in Fran-
un’impressione diversa? cia, grazie a dischi col quintetto come «Ni-
Tracanna: Trovo che nel jazz contempo- ght On The City», e proprio al quintetto è
raneo, soprattutto in quello che viene da rimasto molto attaccato. Va detto che agli
New York, l’aspetto ritmico sia preponde- inizi il gruppo era molto sperimentale, ba-
rante. Ci sono strumentisti che fanno cose sta ascoltare i nostri primi dischi per ca-
di una complessità straordinaria, e da qual- pirlo, mentre poi ha raggiunto una sorta di
che tempo iniziamo ad ascoltarle anche da
certi musicisti italiani. In alcuni casi però,

Suonando
e qui mi metto nei panni dell’ascoltatore,
il rischio è quello di cadere nel gioco ma-
tematico e in una certa freddezza emotiva.

assieme
Certa musica fatta oggi è un po’ cerebrale,
anche se molte cose sono davvero interes-
santi, e poi c’è tanto jazz europeo che si è

vengono
ritrovato a combattere contro la scarsità di
spazi, mentre sotto questo aspetto venti o
trent’anni fa noi musicisti ce la passavamo

fuori
meglio. Pensa che nel 1977 – avevo poco
più di vent’anni ed ero uno sconosciuto –
ho suonato prima di Charles Mingus al Vi-
gorelli di Milano, e qualche anno dopo ho
suonato al Ciak prima di Ornette Coleman...
Per un ventenne-trentenne di oggi occasio- cose che
ni del genere sono impensabili, ed è anche
per questo che mi spendo così tanto nei
confronti dei giovani curando la sezione
magari si «classicità» che, tendenzialmente, è rimasta
stabile fin da allora, soprattutto per quanto
riguarda l’organizzazione del materiale.
Partire con due insegnanti così determinati
è stata la mia fortuna, sotto l’aspetto dell’or-
ganizzazione sia della musica sia del lavo-
basava sulla pratica della conduction; da lì,
il discorso si è allargato alle varie modalità
di improvvisazione. Wayne aveva un modo
perché è vero che in quest’ambito in Italia
non siamo moltissimi a suonare il sax teno-
re: io, Dan Kinzelman, Francesco Bigoni e
Scintille all’interno di Bergamo Jazz: ritengo
che sia un problema da affrontare, perché
ascolto tante cose interessanti che troppo
danno per D’altronde il quintetto ha una personalità
spiccata, e ormai ha un modo caratteristico
di rielaborare i brani che affronta; e dal vivo
ro. Falzone ti fa sudare ma ti garantisce di
raggiungere un livello qualitativo che diffi-
cilmente potresti ottenere in altro modo.
di guidare l’improvvisazione che per me
si è rivelato assai stimolante, perché nella
sua visione si tratta praticamente di «com-
pochi altri.
Tino, da insegnante, quali sono i mo-
delli sassofonistici che vedi più ripro-
spesso, poi, muoiono lì perché uno deve
pur mangiare, deve sopravvivere.
Tino, sei stato per una decina d’anni
scontate le cose sono assai diverse, meno «classi-
che» e più libere, rispetto a ciò che spesso
capita su disco. Comunque è una bella sfi-
Poi ho avuto molte altre esperienze, alcune
molto brevi ma che mi hanno comunque
segnato; tra quelle che ritengo fondamen-
posizione istantanea», una metodologia che
ho trovato fin da subito molto congeniale,
grazie anche alla mia passione per la mu-
dotti nelle nostre nuove generazioni?
Tracanna: Tendenzialmente i modelli sono
gli americani, oppure gli italiani che si rifan-
membro del quartetto di Franco D’An-
drea. Quanto ti ritrovi di ciò che hai im- ma che da, perché Paolo è un solista formidabile e
quando decide di «prendere il via» bisogna
tali c’è quella con la European Orchestra
diretta da Wayne Horvitz e allestita per una
sica contemporanea di area non jazzistica.
Usare in funzione tematica piccole cellule
no molto ai modelli americani. Di rado gli
europei. Qualche giorno fa parlavo con uno
© LUCIANO ROSSETTI/PHOCUS AGENCY

parato in quegli anni, adesso che tocca darsi da fare per tenergli testa. Con lui le residenza a Novara Jazz. Ho lavorato con che, a ogni ripetizione, si sommano l’una studente di sax baritono e ho scoperto con
a te organizzare la musica di molti dei
gruppi in cui suoni?
Tracanna: Tanto, sinceramente. La pro-
non lo sorprese sono sempre in agguato.
Massimiliano, a questo punto parlaci
delle tue esperienze formative.
Horvitz per una settimana intera e penso
che per me sia stato un momento formativo
all’altra era una prassi tipica di Horvitz. Di
grande utilità mi è stata poi una masterclass
sorpresa che non aveva mai sentito nomi-
nare John Surman! Per quanto mi riguarda,

sono
determinante, anche perché era la prima con Markus Stockhausen, anch’essa basata io tendo ad aprire gli orizzonti. Se trovo uno
gettualità di D’Andrea era così avanzata Milesi: La mia attività odierna ha origine volta che venivo a diretto contatto con un su una forma di composizione istantanea, studente con la mania di Charlie Parker gli
da lasciare a bocca aperta ancora oggi. In in Conservatorio, a Milano, dove sono stato musicista americano di quell’area stilistica. di «musica intuitiva», come l’aveva definita faccio ascoltare Ornette, e viceversa. E cer-

affatto
quella musica c’era di tutto, fin dalla grande allievo sia di Tino sia di Giovanni Falzone; E da Horvitz cosa hai imparato? suo padre. Da lì in avanti è arrivata tutta una co di appassionarli al jazz europeo, che do-
tradizione del jazz, cui Franco era ed è le- dopo qualche tempo ho iniziato a collabo- Milesi: Innanzitutto si trattava di un omag- serie di collaborazioni e oggi mi sento chia- po tutti questi anni ha una lunga tradizione
gatissimo, a partire da New Orleans; c’era rare con entrambi, e lo faccio ancora oggi. gio a Butch Morris e, di conseguenza, si mare spessissimo per progetti altrui, anche che non è giusto trascurare.

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INTERVISTA

Gavino Murgia
Suono jazz
con l’accento
sardo
Il sassofonista nuorese è uno dei musicisti più originali in circolazione
e agisce nelle aree stilistiche più disparate. Ecco il suo ritratto attuale
di Walter Porcedda
foto di Roberto Cifarelli

U
n solo chitarristico hendrixia- repertori fino a trarne un filo comune. Gli nessuno dove abbiamo sperimentato un
no, virtuoso e acido, mette arpeggi di Nguyên, profumati d’Oriente, incontro di etnie differenti. Alla fine non
il suggello live a una inedita filtrati da una spiccata attitudine fusion e era più il Vietnam con le sue sonorità pen-
versione di Thang Long trat- da una solida passione elettronica hanno tatoniche né la mia Sardegna e neanche
ta dall’album «Homescape» inciso nel così duettato  con le volute e i ricami di- le radici di Mino, ma una sorta di nuova
2006 per la ACT, che il franco-vietnamita segnati da Murgia dentro ipnotici moduli geografia. Voi chiamatela pure world mu-
Nguyên Lê ha portato in dote al trio vo- garbarekiani, facendo altresì da apripista sic ma io penso soprattutto al jazz: cioè
luto dal sassofonista Gavino Murgia e alle formidabili esibizioni vocali del sasso- il genere che più di ogni altro accoglie
completato dal percussionista e cantan- fonista: uno scat così primigenio da lascia- e rigenera le musiche del mondo. Il più
te  Mino Cinelu. Come per gli altri pezzi re sgomenti per i seducenti richiami ance- grande contenitore di influenze e ispira-
di una scaletta equamente distribuita tra strali. Un suono basso, oscuro e gutturale zioni che possa esistere: così insegnano i
i tre – da Will O’The Wisp alla celebre che ricorda le voci di Tuva, ma provenien- grandi, vedi Don Cherry, John Coltrane e
Confians incisa da Cinelu su «Sportin’ Li- te dalla millenaria tradizione del canto a per certi aspetti anche Miles Davis, capaci
fe» dei Weather Report fino a Migrants ed tenore sardo. Un ideale controcanto alla con il jazz di trasformare in nuovi linguag-
Endless di Murgia – è una primizia. Suoni voce di Cinelu, abbigliata di morbida sau- gi suoni di origine popolare. Con Nguyên
accattivanti e atmosfere cool mai ascoltate dade, mentre con i suoi dinamici grooves ho respirato così la stessa aria, condivi-
prima per un rendez-vous dagli esiti non alle percussioni si ritagliava un ruolo di dendo il modo di reinventare i flussi musi-
scontati. Il terreno di scambio tra jazz, perfetto baricentro tra due musicisti mol- cali. Alcuni anni fa c’eravamo incontrati in
richiami etnici e rock costituisce d’altra to diversi tra loro quanto empaticamente Francia in un ensemble aperto, un gruppo
parte l’ultima scommessa del musicista vicini. multietnico messo su proprio da Lê e do-
nuorese, titolare di questo terzetto che ha ve a volte suonavano anche Paolo Fresu e
aperto nella prima decade di gennaio il Sì, Mino – racconta Gavino Murgia – lo stesso Mino. Da qui è nata la mia idea:
Jazz Club Network del CeDAC in diversi ha sempre cercato di interagire con due rivivere quella esperienza sotto forma di
centri della Sardegna, chiudendo il giro personalità assai diverse come la mia e trio. Cinelu e Nguyên hanno raccolto su-
con successo al Jazzino di Cagliari. Tour- quella di Nguyên, cercando di asseconda- bito la mia proposta. La partenza è stata
© ROBERTO CIFARELLI

nèe utile per la successiva incisione in re le specificità di ciascuno ma senza di- senza rete, un triplo salto mortale nel qua-
studio di inediti dal piglio live, la cui usci- menticare le proprie. D’altra parte Cinelu le tutti e tre eravamo spinti dalla curiosità
ta su disco è prevista nel 2019. I tre musi- proviene da una ricca tradizione caraibica e la voglia di scoprire cosa potesse nasce-
cisti si sono confrontati in modo aperto, e ne fa sempre tesoro nelle sue avventure. re dal nostro incontro. Dopo il quinto live
guardando con curiosità dentro i diversi Tutti e tre ci siamo trovati in una terra di il progetto ha preso una forma definita,

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INTERVISTA
quella che poi è stata fotografata in sala di
incisione registrando un pugno di brani
originali scritti da me, come Labirinto e
Il jazz è una grande
una Ballad n. 3 molto melodica. Tutto il
resto è basato sull’improvvisazione. famiglia dove ognuno
porta in dote qualcosa.
E diverse ballads sono presenti an-
che nell’ultimo «Endless», un disco
con molte linee di fuga inciso per
Abeat dal Megalitico Quartet, con
Luciano Biondini, alla fisarmonica,
Michel Godard, basso tuba e Patrice
Penso che ciascuno di
Herat, batteria ed elettronica. Un’ope-
ra preminentemente melodica con un noi debba fornire un
contributo originale
originale omaggio a Coltrane e Davis
e un brano, Endless, che dà il titolo
al lavoro, molto segmentato e quasi
cerebrale.
Vero. C’è tanta melodia in questo disco, Un flusso di energia che a un tratto quando si parla. Appena apro bocca si
quasi assente invece nei miei lavori pre- sembra moltiplicarsi come accade capisce subito quali siano le mie origini,
cedenti, dove ho dato maggior spazio ascoltando alcuni suonatori di lau- il mio accento è inequivocabile. La stessa
al ritmo. L’omaggio ai grandi viene dal- neddas. Oltre che attivo nel jazz, tu cosa avviene quando si suona.
la voglia di far conoscere il mio attuale sei un instancabile ricercatore di tra- Oltre a continuare le tue ricerche di
percorso di ricerca. L’album è anche da dizioni sarde, suoni «su solitu», un etnomusicologia, sei è anche un pro-
intendersi come una vetrina dove mostra- antico zufolo, e le launeddas, lo stru- tagonista della musica sarda. Lau-
re il frutto del mio lavoro. Nasce da qui mento a fiato più antico del Mediter- neddas e «solitu» ma anche voce. Sei
pure l’esigenza di inserire brani poco dif- raneo. Un’arte appresa sin da piccolo. infatti da venti anni membro del coro
fusi e complessi come India di Coltrane Intanto va detto che le launeddas e il sas- a tenore Su Goine di Nuoro, con cui
riproposto in un particolare arrangiamen- sofono sono lontani tra loro come Marte pubblicherai a breve un album in vi-
to. Endless invece è un notturno che ri- da Saturno, anche se qualcuno potrebbe nile e un cd doppio con brani sacri e DAL TRIO ALLA BIG BAND
chiama l’infinito, il ciclo di una vita citato trovare un parallelo in quel modo di suo- profani. in questa foto, Nguyên
da quello armonico della composizione. nare continuo come se non si dovesse La musica sarda è viva e si rinnova con- Lê, Mino Cinelu e Gavino
Murgia; in basso, Murgia
Chiude e si rinnova. Sì, forse è davvero un mai smettere. Ho iniziato a suonare «su tinuamente. Il fatto incredibile è che in è ospite dei Sousaphonix
album con diverse linee di fuga. solitu» da giovanissimo. Fu mio zio Pietro passato questo accadeva più lentamente. di Mauro Ottolini.

G
a regalarmelo. L’aveva costruito un de- Oggi invece mi rendo conto, stando al suo
avino, anche se in «End- tenuto del carcere di Nuoro che l’aveva interno, che è in continua crescita ed evo-
less» omaggi Coltrane non inciso con un coltello ricamandolo come luzione. Il canto a tenore, per esempio, og-
puoi certo definirti un col- se la canna fosse avvolta da una pelle di gi non è lo stesso di venti anni fa: e questo
traniano. Eppure ci sono serpente. Da allora non l’ho mai abban- si può capire se si ascoltano le registra-
momenti in cui sciorini un suono donato. È uno strumento dalle potenzia- zioni del passato. D’altra parte tradizione
esplosivo, mentre dal tuo sax liberi lità ritmiche e melodiche meravigliose. vuol dire anche spostarsi. Come influisce
un indomabile flusso. È accaduto ad Conosco naturalmente il repertorio dei il jazz, quando canto a tenore? Per me è
esempio al recente festival European balli ma amo tantissimo improvvisare... difficile decifrarlo ma sono cosciente del
Jazz Expo di Cagliari quando, ospite Sempre da ragazzo, a dodici anni, ho ini- fatto di aver estrapolato il basso dal ruolo
della big band del trombonista Mauro ziato a suonare anche il sax «rubando» da di accompagnamento che ha nel coro a
Ottolini, hai sfoggiato al contralto un un armadio quello di proprietà di mio pa- tenore trasformandolo in solista. Quel can-
torrente cristallino di pura energia dre, allora componente di una jazz band. to è il mio contributo jazzistico alla musica
sonora. Dipende forse dallo strumen- Ecco così svelati pure gli intrecci tra sarda. Ho iniziato a cantare a tenore a otto
to che suoni in quel preciso istante? jazz e musica popolare. D’altro canto anni: sono letteralmente imbevuto di tra-
Nel corso della mia formazione ho tra- tu suoni in giro per il mondo portan- dizione. Ogni luogo possiede un suono e
scritto tantissime partiture ma mai mi so- do le tue radici dentro il suo bagaglio. io ho avuto la fortuna di capitare nel posto
no rifatto a dei sassofonisti. Ho guardato Quando suoni il jazz lo fai con l’ac- giusto. Da mia nonna, grande poetessa, ad
al contrario in direzione di trombettisti, cento sardo, di contro nella musica esempio ho imparato a comporre muttos,
chitarristi e trombonisti. Ero convinto popolare ci metti la tua anima jazz. componimenti poetici in rima. Questo mi
che ripetere materiale dei sassofonisti mi Il jazz è una grande famiglia dove ognu- ha insegnato che l’improvvisazione è an-
avrebbe in qualche modo condizionato. no porta in dote qualcosa. Non amando che e soprattutto esercizio. L’importanza
Studiare altri strumenti ti spinge invece rimasticature o cose già metabolizzate della composizione, invece, l’ho appresa
a cercare nuove soluzioni. Ecco perchè da altri, penso che l’apporto debba esse- da Rabih Abou-Khalil, col quale ho suona-
non sono quello che si indica normal- re originale: qualcosa che appartiene al to tantissimo. I suoi temi contengono tut-
mente come coltraniano. Eppure è l’a- proprio background. Cosa ha fatto d’altra to, ritmo, melodia, costruzioni e architet-
spetto modale che più di ogni altro Trane parte John Surman? E Garbarek non ha ture. Lavorare con lui è stato importante
ha studiato e approfondito, quello di cui forse dietro di sé la storia musicale della per elaborare una concezione ritmica, svi-
ho fatto tesoro. La sua ricerca, come quel- sua terra, la Norvegia? Questi musicisti, luppando un groove originale. Grazie a lui
la di Dave Liebman, mi hanno influenzato che con Don Cherry e Coltrane sono i ho avuto infine la possibilità di costruirmi
enormemente. Poi è vero che a guidare è miei maestri, partendo dalle radici hanno una rete di rapporti internazionali che mi
© AGOSTINO MELA

lo strumento. Con il contralto, per esem- regalato qualcosa di inedito, una spezia è servita tantissimo in questi ultimi anni
pio, suono in maniera completamente o un profumo che raccontano di loro. per scoprire cosa accade fuori dall’Italia:
diversa dal baritono. È il suono che mi Nel mio piccolo cerco di fare lo stesso. E un Paese, il nostro, dove si tende a cadere
porta in una determinata direzione. tutto deve succedere naturalmente, come spesso nella routine.

56 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 57


BAM!

SHABAKA
HUTCHINGS

YOUR
QUEEN IS
A REPTILE
Il sassofonista londinese, di famiglia
barbadiana, ci parla dei suoi numerosi
progetti e del nuovo album dei Sons Of
Kemet, forte atto d’accusa nei confronti
dell’establishment britannico
di Nicola Gaeta
foto di Guidou Pierrick
© GUIDOU PIERRICK/CORTESIA UNIVERSAL

58 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018


BAM! BAM

C’
è una nuova scena musicale quelli che io ritengo siano i miei veri leader?
che da qualche tempo si sta Con questo titolo volevo mettere in risalto
diffondendo per l’Europa un aspetto che ritengo importante per chi,
e ha il jazz come punto di come me, è un britannico caraibico e che
partenza della sua spinta propulsiva. Mol- cresce attraverso un processo di assimila-
ti dei musicisti che ne fanno parte hanno zione subendo una sovranità politica che
firmato per la Brownswood Recordings di non ha scelto ma che ha subito. Rappre-
Gilles Peterson, il cui zampino ha un ruolo sentato da una regina da cui non si sente
fondamentale nella promozione di questi rappresentato e che invece avrebbe scelto
artisti che altrimenti, in un sovraffollamento un’altra regina che lo rappresentasse, se
di suoni come quello che stiamo vivendo, avesse potuto. Perché qualcuno, solo per il
avrebbero serie difficoltà nel farsi notare. fatto di nascere in una determinata famiglia,
È una scena in cui l’Africa si mescola a acquisisce automaticamente determinati
un’esigenza di rinnovata spiritualità e che diritti e privilegi e, soprattutto, la possibili-
alcuni anni fa ha iniziato a far conoscere in tà di governare sugli altri? Per me questa è
Europa musicisti come l’etiope Mulatu Asta- una cosa assurda. Da qui il titolo. La regina
tke o il nigeriano Orlando Julius: entrambi, diventa un rettile, e nello stesso tempo io
guarda caso, headliners degli Heliocentrics, cerco di capire quali siano le donne che
un collettivo di musicisti londinesi attivi sin sono state veramente importanti per me,
dal lontano 2007. I nomi più in vista oggi so- quelle che mi hanno veramente ispirato, e
no quelli di Ezra Collective, Nubya Garcia le indico molto esplicitamente.
(i cui concerti al prossimo North Sea Jazz Ecco, la diaspora caraibica. Nel Regno
Festival, sabato 14 luglio, sono già sold out), Unito è un problema molto sentito dal-
di Kokoroko, di Moses Boyd e, naturalmen- la tua comunità e nel disco, come hai
te, di Shabaka Hutchings, un sassofonista detto, paghi un tributo ad alcune delle
di trentaquattro anni nato a Londra che ha «regine» che hanno segnato la tua edu-
studiato i suoi strumenti – il sax tenore, ma cazione e formazione culturale. Cono-
anche il clarinetto – alle Barbados e che ha sco alcune di loro, Angela Davis per
avuto modo di mettersi in mostra, oltre che esempio, ma non ho alcuna notizia di
con i succitati Heliocentrics, anche al fian- Nanny Of The Marrons oppure di Al-
co di Charlie Haden, di Evan Parker, di King bertina Sisulu. Me ne parli? Chi di loro
Sunny Ade. Collaborazioni trasversali, che ha maggiormente impressionato il tuo
rendono ragione di una musicalità in cui immaginario?
avanguardia e ritmi ancestrali si sposano Probabilmente Ada Eastman, la mia bisnon-
ad un amore per la ricerca culminata nella na che ha vissuto sino alla veneranda età
nascita di tre progetti in cui il sassofonista di 103 anni. Credo sia stata lei a stimolare SONS OF KEMET
ha il ruolo di leader: Sons Of Kemet, The maggiormente la mia immaginazione. La «Quali sono i miei
Comet Is Coming (che suoneranno al Lo- sua determinazione, il suo esempio di per- veri diritti? Chi mi
rappresenta davvero?»
cus Festival di Locorotondo a Luglio pros- sona che ha lavorato duro nella vita per Questi gli interrogativi
simo) e Shabaka And The Ancestors, il cui ottenere qualcosa. Il mio modo di lavorare alla base del lavoro
«Wisdom Of Elders» del 2016, registrato con deve molto a lei. del gruppo britannico.
musicisti sudafricani e da noi recensito a Sei coinvolto in diversi progetti come
suo tempo, ha segnato una tappa impor- The Comet Is Coming e il lavoro con gli
tante della musica di quell’anno. L’ultima Ancestors, e Sons Of Kemet è soltanto ne spirituale. all’inizio degli anni Duemila. Ho conosciuto re la loro musica, semplicemente perché Credo sia molto ragionevole per i motivi di
incisione di Hutchings, «Your Queen Is A uno di essi. Molta gente oggi parla del Ci racconti qualcosa della tua vita? gente come Steve Williamson dei Jazz War- esprimeva qualcosa che li ingabbiava in cui ti parlavo. E mi fa piacere che a soste-
reptile», è a nome dei Sons Of Kemet. Con ritorno della spiritualità nel jazz, ma Sono nato in Inghilterra, a Londra, la città rior e tanti altri musicisti. Ed era molto bel- un recinto. Dipende ovviamente dal signi- nerlo siano degli afro-americani. Vuol dire
lui i termini «diaspora caraibica», «afro-futu- la mia impressione è che questo abbia in cui ancora vivo. Mia madre mi ha portato lo, perché si trattava di gente molto aperta ficato che vogliamo dare a quel termine: che c’è un sentimento trasversale che ac-
rismo», «spiritual jazz», tornano a prendere poco a che fare con «Your Queen Is A con sé alle Barbados quando ero molto pic- con la quale non ho avuto alcun problema se parliamo di qualcosa che ti consente di comuna musicisti di continenti diversi che
corpo. Reptile». Pensi che la spi- colo: avevo sei anni. Lì sono stato educato. a entrare in rapporto. esplorare, di trovare altri significati, allora hanno delle affinità non esclusivamente
ritualità abbia un ruolo Alle Barbados è più semplice perseguire un Ti faccio i nomi di alcuni musicisti e tu mi posso definire un musicista jazz, ma musicali. Il significato delle parole cambia
«Your Queen Is A Repti- nella tua musica? programma di educazione, anche se non mi dici chi di loro ti ha maggiormente se ci riferiamo a qualcosa che deve essere con il passar del tempo, e se oggi quei
le» è la terza avventura Direi proprio di sì. Per me sei molto ricco, al contrario dell’Inghilter- influenzato… rigidamente ingabbiato in un contesto che musicisti non si riconoscono nel significa-
discografica dei Sons Of la spiritualità è un viaggio, ra, soprattutto a quei tempi. È stato in quel Vai… ha delle regole precise, allora non mi piace to di quel termine, trovo che ciò di cui stai
Kemet. Parlaci della ge- qualcosa che riguarda la periodo che mi sono innamorato della mu- Nikele Moyake, Hugh Masekela, Abdul- essere definito un musicista jazz, anche se parlando sia giusto. Se stessi parlando con
nesi di questo progetto… comprensione di noi stessi sica, un amore che non mi ha più abban- lah Ibrahim, Miriam Makeba. qualche volta, anzi spesso, sento il bisogno qualcuno che proviene da quella tradizio-
Era qualcosa che mi frul- e, ovviamente, della musica donato sino ad oggi. La musica è diventata Probabilmente Miriam Makeba. Per il suo di utilizzare elementi della tradizione jazz. ne, non userei il termine jazz. Anche se, per
lava in testa da un po’ di che è parte di uno schema la mia vita, il mio modo di interagire con il feeling e per il ruolo che ha avuto in Sud Una delle cose che apprezzo della parola carità, ognuno può avere la sua opinione e
tempo. La contraddizione più grande. La spiritualità mondo. Africa. jazz è che non ha un significato univoco, io sono aperto a tutte le diverse prospettive.
REPTILE QUEEN
© GUIDOU PIERRICK/CORTESIA UNIVERSAL

tra l’essere un cittadino bri- Il potente album è una maniera attraverso la Raccontami qualcosa della scena del Il termine jazz è corretto per definire la è una parola in grado di ispirare qualcosa So che sei un grande lettore. Quali so-
tannico e avere delle origini dei Sons of Kemet quale comprendere la pro- jazz britannico e del tuo legame con es- tua musica? che si muove, con la quale confrontarsi. no gli scrittori che ti piacciono?
caraibiche, il contrasto di (Impulse!/Universal), pria vita, ti fa capire il ruolo sa. Penso a gente come Soweto Kinch. Bella domanda… Difficile rispondere. Di- È curiosa la tua posizione. Lo sai che Uno scrittore che mi ha sempre colpito è
da noi recensito nel
una sensazione vissuta co- numero scorso, è della musica che, alla fine, È incredibile che tu mi chieda di Soweto… pende… Non so se è il termine più appro- ci sono alcuni musicisti afroamericani, Eduardo Galeano, il romanziere uruguaya-
me conflittuale e parecchi contraddistinto da diventa uno strumento in Lui è stato uno dei primi che ho conosciu- priato. Cerco di spiegarmi meglio: innanzi- negli Stati Uniti, che sostengono che no scomparso da pochi anni e che non rie-
interrogativi. Quali sono i un netto impegno grado di curare te stesso, to quando sono tornato in Inghilterra dalle tutto la parola jazz è problematica di suo. «jazz» sia un termine offensivo, o alme- sco a togliermi dalla testa.
politico e sociale
miei veri diritti? Chi mi rap- e mette in luce i uno strumento di compren- Barbados. Dirigeva ogni settimana una jam A molti musicisti non piaceva quella parola, no da loro ritenuto tale, per definire la Qual è il prossimo progetto importante
presenta davvero? I leader grandi conflitti della sione. E anche un modo di session a Birmingham. Dopo un paio d’an- la ritenevano limitante. Artisti come Charlie loro musica? Loro la vorrebbero chia- al quale stai lavorando?
che qualcuno mi ha impo- società britannica. essere. Ogni artista dovreb- ni mi sono trasferito a Londra dove stavano Parker, John Coltrane, Duke Ellington non mare BAM (Black American Music)... Il nuovo disco dei Comet Is Coming, che
sto dall’esterno, oppure be curare la sua dimensio- avvenendo un sacco di cose: era proprio gradivano usare quella parola per defini- Tu che ne pensi? sarà pubblicato verso la fine dell’anno.

60 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 61


GIÙ AL NORD

T
ill, come è nata l’idea di un
disco in duo e perché hai
scelto, come strumento con
cui confrontarti, proprio il
contrabbasso?
Perché è lo strumento che ascolto di più
quando suono nella band. Riducendo al
massimo l’assetto, nessuno più del con-
trabbassista ti consente di arrivare alle
scelte più logiche.
Tra te e Dieter Ilg c’è molta compli-
cità: da quanto tempo vi conoscete e
collaborate assieme?
Lavoriamo assieme da circa otto anni.
Sei abituato a suonare con gruppi nu- DIETER ILG
mericamente consistenti. Quella del E TILL BRÖNNER
duo è un’esperienza completamente «Entrambi amiamo la
cucina, il vino e ci piace
diversa. pescare. Che altro
Trovo straordinario confrontarmi con possono condividere
Dieter perché è un musicista fenomenale due uomini?»
ed è riuscito a farmi capire contempora-
neamente sia i miei limiti sia le mie capa-
cità. Cosa potrei desiderare di meglio?! vista la sua passione per Bach. forse seduta in un bar. Qual è il suo
E, oltre alla musica, mi sembra che Esatto. Dieter è un grande appassionato significato in relazione al disco?
condividiate anche altre passioni. di Bach. Io e Dieter avevamo avuto la stessa idea
Sì, entrambi amiamo la cucina, il vino e E tu sei un appassionato di musica per la copertina: per la prima volta en-
ci piace pescare. Che altro potrebbero classica? trambi volevamo che ci fosse qualcun
condividere due uomini? Ora più che mai. La musica classica ri- altro ad apparire in fotografia al nostro
Secondo te è un disco intimista? chiede un controllo incredibile sullo posto. Siamo stati davvero fortunati poter
Assolutamente sì. Molto nudo, puro in un strumento, considerevoli abilità e un’alta contare su Lisa Tomaschewsky, attrice e
certo senso. sensibilità per ottenere risultati brillanti, modella assai nota in Germania, che ha
E che cosa avete voluto raccontare in mentre il mondo intero – a volte – sta a accolto con gioia e orgoglio di posare per
questo disco? guardarti. noi e davanti alla mia macchina fotogra-
Quello che volevo veramente creare era Parliamo del brano Nightfall, così fica. Ha immediatamente capito qual era
una profonda conversazione musicale suggestivo. Sembra di ascoltare un la nostra intenzione e ha iniziato a esibir-
tra due personaggi che non si pestassero brano di matrice nord-europea. si come se fosse un vero e proprio terzo

TILL
mai i piedi! In parecchie occasioni io e Il brano è ispirato dall’incredibile vista musicista in questa produzione. Non sai
Dieter ci siamo ritrovati a invertire il con- che avevamo dallo studio di registrazio- quanto ci piace questa copertina!
trollo sulla distribuzione classica dei ruo- ne in cui eravamo impegnati a registrare. Parlando di te, invece, sappiamo che
li. Questo perché lui è estremamente ca- La grande montagna bavarese, il Wetter- suonerai nel nuovo disco di Mario
pace di offrire qualsiasi tipo di funzione stein, ci ha mostrato i suoi colori più belli Biondi. Come è nata questa collabo-
e suono. Una grande e utile sfida per me. durante i tramonti. razione?

BRÖNNER
In «Nightfall» troviamo diversi stan- Perché Eleanor Rigby? Adoro Mario Biondi e lo seguo da diversi
dard e cover, tra i quali spicca The Ah, semplicemente perché sia io sia Die- anni. Tra l’altro, tutti i componenti della
Fifth Of Beethoven di Ornette Cole- ter amiamo i Beatles. sua band sono eccellenti musicisti e fa-
man: quasi una sterzata! Straordinaria, poi, la scelta di Mel- mosi in tutto il mondo. Con Mario siamo
Può darsi, ma con questo assetto ci sia- chior Vulpius che chiude l’album con in perfetta sintonia e sono veramente
mo ritrovati, senza alcun problema, in Ach, bleib mit Deiner Gnade. L'ho tro- onorato di far parte del suo gruppo.
perfetta armonia con la vata molto interessante, A quali altri progetti stai lavorando?

Nightfall
musica che volevamo suo- anche per la ricostru- Ho già in programma il mio prossimo
nare. Non avere uno stru- zione che ne avete fatto. album; mentre come fotografo – la mia
mento armonico significa, Come avete proceduto altra professione, come ben sai – sto la-
in pratica, che nessuno si per l’arrangiamento? vorando a un nuovo libro che sarà pub-
doveva incaricare di dise- Potrà sembrarti strano, ma blicato nel 2019.
gnare la linea melodica. il brano è frutto di un’im- Till, tu hai vissuto in Italia per diver-
In Scream and Shout si provvisazione totale. L’ap- so tempo. Sei ancora legato al nostro
© CHRIS NOLTEKUHLMANN/CORTESIA SONY MUSIC

ascolta anche una base proccio modale alternato paese?


di elettronica: chi l’ha alla melodia non l'abbia- Non voglio esagerare ma posso davve-
COMPLICITÀ
manovrata? «Trovo straordinario mo cercato di proposito ro dire che Roma e l’Italia sono le mie
In verità si tratta di qual- confrontarmi con ma è venuto spontanea- radici. Sono cresciuto lì da voi, negli an-
Il popolare trombettista tedesco – che è anche un che effetto sulla tromba, Dieter perché mente. Sono molto con- ni Settanta. E, potete credermi, non ho
è un musicista
forografo di pregio – pubblica un nuovo album in con l'aggiunta di un loop. fenomenale ed tento del risultato finale. avuto altre esperienze, dal punto di vista
Tutto il resto è la fantasia Parliamo della coper- umano, più belle di quelle fatte in Italia
duo col veterano contrabbassista Dieter Ilg e ci di suoni che provengono
è riuscito a farmi
capire i miei limiti tina: una bella ragazza e non ho mai provato una mentalità più
parla del suo stretto rapporto con l'Italia dalla tromba e dal con-
ma anche le mie
capacità. Non elegantemente vestita, umana e fantastica di quella italiana.
trabbasso. credo che si possa con gli occhi chiusi, la Quest’estate sarai in tour per pro-
di Alceste Ayroldi Presumo che Air sia sta- desiderare di più». sigaretta in una mano muovere «Nightfall»?
foto di Chris Noltekuhlmann to scelto da Dieter Ilg, e un piattino nell’altra, Ci puoi scommettere!

62 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 63


LATIN

LE DONNE CONQUISTANO
IL JAZZ AFRO-CUBANO
La brillante pianista e compositrice dell’Avana, da tempo residente
in Europa, si sta imponendo come una presenza molto significativa
nel panorama jazzistico internazionale. Ecco la sua storia
di Gian Franco Grilli
foto di Markus Jans

U
na ventata di novità nel Latin consente di conciliare agilmente musica all’Instituto Superior de Artes, l’università
jazz arriva dall’universo fem- classica, tradizione afro-cubana, jazz, world cubana della musica.
minile. A parte le numerose e canzone. Le sue dita saltellano e volano Quali erano i musicisti e compositori
artiste provenienti dal Brasi- sulla tastiera con una facilità sconcertante, maggiormente studiati? E tra questi
le (che è un continente a sé...), sono in passando rapidamente dall’intimismo del c’erano anche i cubani Espadero, Cer-
crescita le mujeres strumentiste che non bolero all’esuberanza del montuno, domi- vantes, Fuentes, Roldán o altri ancora?
solo si cimentano con il jazz en clave (di nando perfettamente il concetto di clave Ovviamente si studiano tutti i grandi com-
scuola afro-cubana) ma che sono anche e i codici del jazz. Insomma, una pianista positori classici universali, Bach, Mozart,
leader di gruppi: Jane Bunnett, Rebeca in grado di conferire ad ogni nota il giusto Chopin, Beethoven, ma dei nostri ho stu-
Mauleon o Michele Rosewoman, per citar- peso e il colore più appropriato. Ma anche diato soprattutto nel repertorio pianistico
ne alcune. In questo senso, dall’inizio del una donna forte, schietta, che, da bonita Cervantes, Saumell e Lecuona. All’esame
nuovo millennio qualcosa sta cambiando qual è, ha raggiunto traguardi importanti dovevamo portare sempre un’opera cuba-
anche nel mondo musicale cubano, noto- senza l’aiuto di sponsor, rifiutando promes- na e così ho eseguito un’opera di Ernesto
riamente ««machista»: anche a Cuba sta se fasulle da uomini che contano: «Io voglio Lecuona, artista che ho amato moltissimo.
emergendo il jazz al femminile, e quindi essere valutata per le mie qualità professio- E la riprova che il tuo cuore batte anco-
vedere una donna al timone non è più nali e non mi faccio comprare per una villa ra da quelle parti sta in Gitanerias e La
una rarità come dimostrano la multistru- con piscina», ci racconta Marialy in questa Comparsa, due suoi famosissimi moti-
mentista Bellita (Jazztumbatà), la percus- intervista, che ripercorre la sua carriera e vi presenti nel tuo ultimo cd, «Duets».
sionista Brenda Navarrete, la batterista presenta il suo ultimo cd, «Duets», dove è Lecuona, oltre ad essere considerato il
Yissi Garcia, la violinista Yilian Cañizares. lei a dirigere a bacchetta i duetti con virtuo- Franz Liszt di Cuba era soprannomina-
Alla lista aggiungiamo la pianista Marialy si come Omar Sosa, Hamilton de Holanda to anche il «Gershwin cubano», e allora
Pacheco che, dal 2005, è entrata nella co- e Miguel Zenón: tutti maschi, ma è solo una ti chiedo: come giovane pianista cosa
munità dei musicisti cubani che da alcuni coincidenza. rappresenta per te George Gershwin,
anni hanno scelto di vivere in Europa per- che è stato il compositore statuniten-
ché dall’osservatorio europeo riescono a In Italia suoni spesso ma sei ancora po- se più conosciuto al mondo nel secolo
vedere meglio le proprie radici per com- co conosciuta in ambito jazz. Traccia scorso, autore di canzoni tra le più suo-
binarle poi con altre culture attraverso il un tuo profilo e racconta com’è nata la nate nel jazz e anche un eccellente pia-
filtro del jazz. tua storia con il pianoforte. nista? Tra l’altro Lecuona e Gershwin
Nata e cresciuta all’Avana, trentacinquen- Il mio nome completo è Marialy Pacheco si conobbero a Parigi e lo statunitense
ne, figlia d’arte, pianista e compositrice, Campos, nata nel 1983 all’Avana e cresciuta si congratulò con il cubano definendo-
Marialy Pacheco vanta una forte e rigorosa in una famiglia di musicisti: mia madre è di- lo in quell’occasione il miglior inter-
preparazione di musica classica. Strumenti- rettrice di coro, mio padre è stato molti an- prete della sua Rhapsody In Blue, poi
sta smagliante, suono brillante e cristallino, ni cantante d’opera e mia zia è chitarrista. entrambi erano attratti dal folklore
tecnica magnifica, mano sinistra straordina- Quindi ho respirato musica fin dalla culla e africano, ma mi fermo qui perché si
ria da grande virtuosa, sa interpretare con la mia relazione con il pianoforte è scaturita aprirebbe un altro capitolo interessan-
grande personalità opere di diverse scuole. all’età di sette anni dopo un concerto visto te sulle similitudini dei due musicisti.
© MARKUS JANS

Infatti si è prima nutrita di Bach, Chopin, con mio padre e da lì cominciai a studiarlo I brani di Lecuona citati e interpretati in
Beethoven, Cervantes, Saumell, poi di Er- al conservatorio Alejandro García Caturla, «Duets» oramai sono diventati dei classici
nesto Lecuona, Emiliano Salvador, Art Ta- poi a quindici presso la Escuela Nacional del repertorio dei grandi musicisti jazz cu-
tum, Keith Jarrett, Chucho Valdés, e ciò le de Artes e infine studiando composizione bani e non solo. In effetti Lecuona portò

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LATIN
per primo sul pentagramma e sulla tastie- re, e alla fine è stato utile anche per arricchi- poiché a mio avviso è la qualità che deve col quale cerco di unire jazz afro-cubano e
ra i colori dei tamburi afro-cubani e quindi re il mio modo di diventare jazzista. Ricordo emergere, non i tratti maschili o femminili. ritmi e colori del Marocco.
confermo ciò che hai detto. Vero, Lecuona da piccola i gruppi che spopolavano in quel E questo vale ovunque nel mondo. Noi dob- Cuba è la base del percussionismo La-
lo consideriamo il nostro Liszt, anche per le periodo, ossia la Charanga Habanera, Los biamo sempre misurarci con la qualità, e la- tin, e allora perché cadere su Rhani?
difficoltà tecniche della sua musica. Van Van, NG La Banda… Ma ancora non vorare molto per sfatare pregiudizi, le altre L’ho conosciuto per caso in Germania e mi
Veniamo al jazz. È vero che sei la pri- capivo bene cosa stesse succedendo sotto promesse che ti possono fare sono fasulle e ha affascinato il suo multi-percussionismo,
ma importante donna del pianismo l’aspetto musicale. Poi, crescendo, hai la a volte indecenti, e sappiamo bene che esi- diverso da quello dei cubani. Il suo drum-
jazz cubano? Pianismo che tra l’altro capacità di analizzare e capire l’importanza stono modelli e stereotipi sulle donne: per set è molto esotico: a me piacciono molto i
annovera talenti come Chucho Val- di arrangiamenti già molto evoluti nei reper- esempio, io credo di essere bonita, carina, colori nella musica e allora l’ho preferito ai
dés, Gonzalo Rubalcaba, Omar Sosa, tori di quelle orchestre di musica da ballo. mi faccio notare in scena con un certo abbi- timbales o a una conga. D’altronde in Afri-
Hilario Durán, o più vicini alla tua Dalle feste di scuola ai miei compleanni gliamento. Però voglio essere ascoltata per ca ci sono parecchie delle nostre radici e
generazione, Roberto Fonseca, Harold con parenti e amici ho sempre ballato salsa le mie qualità artistiche, con errori e imper- fare esperienze con le musiche del mondo
López-Nussa, Alfredo Rodríguez, David cubana, ma non so dirti come ho imparato fezioni, non per la mia presenza fisica. Tanti arricchisce molto il mio modo di fare jazz.
Virelles e altri. E qual è il primo gruppo la rueda de casino e gli altri stili. Certo, dan- ti cercano ancora prima di vederti suonare, Quindi il modo migliore per unire le nostre
cubano con cui hai suonato? za e musica si mescolano e i pianisti cubani ti promettono sogni in cambio di..., ma a due realtà (cubana e marocchina) non po-
Mi sono avvicinata al jazz con il «Köln Con- – che si formano nel conservatorio e con- me non va bene e non lo accetto. Nella so- teva che essere su Burundanga, titolo con
cert» di Keith Jarrett, album che mi cambiò temporaneamente frequentano la calle e i cietà la discriminazione è ancora presente, molteplici significati: melting pot, ajiaco (il
la vita perché fino a quel momento avevo locali di salsa – assorbono tutto come delle c’è machismo, maschilismo arrogante. minestrone cubano) e nella religione Yo-
studiato solo piano classico e quell’ascolto spugne, diventando così artisti poliedrici, in Ti riferisci al caso di Harvey Wein- ruba può voler dire anche malocchio. Ma
CROSSLATIN
mi aprì un nuovo universo musicale. Quindi grado di suonare agilmente Bach, Mozart, stein, accusato di violenze e molestie Al teatro Asioli di Correggio, prima che tu me lo chieda ti dico che non
Jarrett è stato il mio primo grande mentore jazz, blues e di fonderli con la musica popo- sessuali da decine di donne e famose lo scorso 16 maggio, Marialy sono Santera come Omar Sosa; io sono
e resta uno dei miei pianisti jazz preferiti. lare che hanno nel DNA. attrici? Non avrei sfiorato quel tema, Pacheco si è esibita in pragmatica, scientifica, materialista ma ho
Prima pianista cubana di jazz? Nella storia Completiamo il discorso sui premi. Do- duo con il percussionista
ma se vuoi dimmi cosa ne pensi sia co- marocchino Rhani Krija. rispetto per quella cultura.
del jazz a Cuba non conosco nessuna don- po JoJazz è arrivato anche Montreux, me donna che come artista. Potremmo Circa un secolo fa i musicisti cubani co-
na musicista di jazz, se non qualche cantan- che tra l’altro fu vinto prima di te da al- invece in breve parlare del machismo minciarono a sognare e a popolare la
te. Della mia generazione poi non ricordo tri due tuoi connazionali, Harold López di Cuba: senza generalizzare, e con le grande metropoli del jazz mondiale. Da
altre pianiste o strumentiste di jazz. Nussa e Rolando Luna. E, per la crona- dovute proporzioni, mi risulta che vi qualche anno, invece, molti delle nuove
Nel jazz cubano sono gli uomini a do- ca, quella competizione ha cambiato siano anche comportamenti poco edi- generazioni espatriano in Europa.
minare la scena e le donne pianiste so- la vita a un altro tuo collega, Alfredo ficanti nell’ambiente dello spettacolo Io non sono ancora andata negli Stati Uniti
no molto rare... Rodríguez, nonostante il suo secondo cubano, o sbaglio? e pertanto non mi azzardo a parlare di quel
Certo, ma io parlavo soprattutto di pianisti posto dietro López Nussa grazie a… Sì, mi riferisco anche a quel fatto che ha Paese, però tra i musicisti cubani ho molti
e con una carriera internazionale. Comple- Sì, Quincy Jones, che restò molto impres- creato scandalo nel mondo: quella che è amici che vivono là e preferirebbero l’Euro-
tando la risposta di prima, vorrei dire che sionato dal tocco di Alfredo, aprendogli accaduta negli Stati Uniti è una cosa asque- pa. Dal 2005 risiedo in Germania, dove so-
la lista dei jazzisti che hanno alimentato la una fortunata carriera. Io invece ho vinto rosa, schifosa, degradante. Io, per fortuna, no arrivata la prima volta per registrare un
mia curiosità pianistica sarebbe lunga ma la Montreux Jazz Piano Solo Competition non mi sono mai trovata in situazioni del disco e ho deciso di fermarmi. Ho vissuto
te la faccio breve: dapprima il leggendario nel 2012 e sono orgogliosa di essere stata genere. A Cuba, come ben sai, il machismo un po’ a Brema e adesso abito a Dortmund.
Emiliano Salvador poi Rubalcaba, Chucho la prima donna vittoriosa nei quindici anni non è scomparso del tutto, e non nascondo Musicalmente qui c’è una situazione spe-
Valdés, Camilo, Omar Sosa, Roberto Fon- di storia del concorso. Ci tengo a precisare che ci siano alcuni uomini che si approfitta- ciale, con una tradizione musicale molto
seca e mostri come Oscar Peterson, Art che io vivevo già in Europa e non ho avuto no in qualche modo (non così vergognoso forte. Ho rischiato tutto ma mi è andata be-
Tatum, Brad Mehldau, Herbie Hancock, Bill nessun sponsor e mi sono pagata tutte le come quello del cinema) di alcune donne ne, e tre anni fa mi sono sposata con un ra-
Evans. Il primo gruppo con il quale ho suo- spese di partecipazione. desiderose di arrivare ai vertici come mu- gazzo tedesco. Io non cerco la luna, le mie
nato all’Avana? Mezcla del chitarrista statu- Prima donna al Montreux Solo Piano
nitense-cubano Pablo Menéndez, gruppo Competition, prima donna nell’attuale
siciste, illudendole di farle diventare star
in cambio di sesso. Agiscono su donne in MI SONO AVVICINATA priorità sono la musica e la famiglia.
Cos’è la musica da espatriato?

AL JAZZ CON IL
che si muove tra jazz, afro-cubano e rock. pianismo jazz cubano, prima pianista posizione di debolezza. Io ti parlo della mia Bella domanda. Direi che la musica è indi-
Il mio primo disco si chiama «Bendiciones» jazz donna in tutto il mondo ad avere esperienza e sono molto sincera: ho avuto scutibilmente un processo creativo ma an-
e lo registrai a Cuba nell’ambito del premio il privilegio di «Artista Bösendorfer» avances in forma indiretta ma sono felice che lo specchio di cosa e come uno vive.
JoJazz che vinsi nel 2002. dal 2014. Come vivi l’esperienza di
A Cuba esiste una relazione stretta tra essere la prima mujer cubana con ri-
di non averle mai accettate perché nessu-
no può chiedere qualcosa di me in cambio «KÖLN CONCERT» Siamo in tanti a vivere lontano da Cuba,
Omar Sosa, Gonzalo Rubalcaba, io stessa e
musica e danza, tra musi-
cista e ballerino, a parti-
re dalla rumba per arri-
conoscimenti internazio-
nali nel jazz e non solo,
e soprattutto pensando
di altro. I traguardi li voglio raggiungere da
sola, senza sponsor di alcun genere ecce-
tera; costa molti sacrifici ma io vado avanti
DI KEITH JARRETT altri colleghi, e ovviamente siamo influen-
zati da tutto ciò che ci circonda. E, musical-
mente, credo che tutto ciò migliori la nostra
vare alla timba. Tu, che alla Cuba socialista do- così. Ci sono hombres con molto denaro è solo una coincidenza perché avrei volu- Ero piccola ma avevo un video di Omar cultura jazzistica.
sei cresciuta con i classi- ve, nonostante conquiste che pensano di comprarti con una villa con to incidere anche con Mariza, la cantante quando faceva parte del gruppo di Xio- Prima o poi, nella musica o in una
ci, hai avuto un rapporto importanti e pari diritti piscina eccetera, ma io non sono di quelle portoghese di fado, però non è stato pos- mara Laugart, cantante che da tempo vive conversazione Latin spunta la clave.
sano con la calle, intendo tra uomini e donne, sono chicas che si fanno comprare. sibile. Suonare con Hamilton de Holanda è negli Usa. Quando poi mi sono avvicinata Tu cosa pensi di questo pilastro dell’A-
con il barrio e i sensuali ancora poche le donne Apprezzo la franchezza! Ma ora an- stato un mio sogno da quando ho iniziato al jazz, Omar è stato un altro dei musicisti fro-Cuban jazz?
ritmi afro-cubani? al comando di istituzio- diamo sul leggero: mi sembra che con ad ascoltare i suoi dischi qui in Europa, e che mi hanno ispirata, ho apprezzato il suo La clave non si studia a livello accademico,
Io ho vissuto in un ambiente ni importanti? E anche «Duets» le vuoi cantare bene, a los pensa che l’ho conosciuto soltanto il giorno lavoro di musicista e compositore. El Bola, ma nel percorso di formazione non ne sen-
DUETS
soprattutto di musica classi- Strumentista nella musica faticano ad hombres. Infatti il cd raccoglie una se- della registrazione; poi Omar Sosa... registrato in una sola take, è un tema scritto tiamo la mancanza perché ce l’abbiamo nel
ca, e il mio primo incontro smagliante, suono emergere, o sbaglio? rie di duetti con artisti importanti ai Con Sosa interpreti El Bola, che apre da Sosa in ricordo di un suo amico flauti- sangue. Si parla sempre della clave 3/2 o
con il jazz è avvenuto all’età brillante e cristallino, È una responsabilità e allo tuoi piedi. Allora come ci si sente, una il disco. L’hai conosciuto prima che la- sta scomparso, Reinaldo Perez «El Bola»; la 2/3 ma ve ne sono altre, come una clave
tecnica magnifica,
di quindici anni. Ma ho sem- mano sinistra stesso tempo un grande volta tanto, a dirigerli a bacchetta? E sciasse Cuba (1993), periodo in cui tu voce melodiosa del sax di Miguel non ha in 7/4. Poi la clave si può adattare a molti
pre ritenuto importante ave- straordinaria da orgoglio. È difficile per me con quale criterio li hai scelti? eri piccina e lui poco conosciuto dai bisogno di commenti. Meno jazzistico è tempi e a volte non è necessario farla suo-
© GIAN FRANCO GRILLI

re un legame con la musica grande virtuosa, parlare in generale della Scusami se rido per la tua divertente osser- cubani, oppure vi siete trovati in Euro- invece Max, un cantante soul che adoro; è nare: è sufficiente averne alcuni elementi e
Marialy Pacheco si
popolare cubana e afro-cu- muove con grande donna nella società cubana vazione ma sono loro ad avermi fatto un pa? Tra gli altri, spiccano i duetti con molto famoso in Germania e nel disco ha ci sono molte maniere di farlo. D’altronde,
bana, rumba, guaguanco, personalità tra ma personalmente in ambi- regalo! Ho mandato al mio manager una Miguel Zenón su La Comparsa, poi con preso il posto di Mariza, cantante portoghe- i ritmi cubani hanno il grande pregio di po-
columbia, guaracha fino alla molteplici influenze. to artistico non farei distin- lista di nomi con i quali desideravo registra- il tedesco Max Mutzke e il marocchino se di fado, che avevo cercato invano. Infine tersi mescolare facilmente con molte altre
timba jazz, iniziata da Irake- zioni tra uomo e donna, re in duo, ma il fatto che siano solo uomini Rhani Krija. il percussionista marocchino Rhani Krija, musiche.

66 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 67


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TULIPA RUIZ:
MOON IN JUNE
TOWNES VAN ZANDT:
MILLENNIUM JAZZ
EDDIE PILLER:
BLACK & BLUE
WILLIE NELSON:
CHANSON(G)S
MINA E GABER:
I MILLE SIGNIFICATI L’ARTE DI NON ESSERCI I TRENT’ANNI DELLA COME SCRIVERE STORIE VECCHIE
MUSICAJAZZRADIO.IT DELLA PAROLA «TU»
PAG. 70
(E FARSI DESIDERARE)
PAG. 74
ACID JAZZ RECORDS
PAG. 78
UNO STANDARD
PAG. 82
E NUOVE
PAG. 86

TOWNES VAN ZANDT


TROPICÁLIA

A colloquio con la cantautrice di San Paolo, tra gli artisti più


interessanti oggi emersi dalla ricca scena musicale brasiliana

LIPA RUIZ
di Pietro Scaramuzzo
foto di ONErpm Studios

71 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 72


TROPICÁLIA

Era da tempo Hot Chili Peppers, Atoms For la nuova band di David Byrne que autori.
che si attendeva Peace) e Adan Jodorowsky, e gli Atoms for Peace, il nuo- L’idea iniziale era quella di
la tournée italiana di Tulipa musicista, regista e attore, fi- vo progetto di Thom Yorke. divulgare «Tu» solo attra-
Ruiz e finalmente, grazie allo glio del grande Alejandro. Per quel che riguarda Adan, verso i canali digitali. Ma
sforzo di Ponderosa Music & Quello che immediatamente l’ho conosciuto in Messico in un secondo momento
Art e A Buzz Supreme, lo scor- colpisce in questo lavoro, in- durante un evento di cinema avete deciso di utilizzare il
so mese la cantante brasiliana somma, è la pluralità che inte- e letteratura organizzato per supporto fisico. Perchè?
– accompagnata dal fratello e ressa non solo la sfera affettiva rendere omaggio al padre, il È stato necessario. Non sono
produttore Gustavo Ruiz – si ma anche quella compositiva. leggendario Alejandro Jodo- poche le persone che chie-
è esibita in quattro importanti «“TU”», come dice Tulipa, «so- rowsky. Il modo in cui Refo- dono ancora il disco fisico.
date a Milano, Bologna, Firen- no io e sei tu. “TU” siamo noi. sco e Adan si sono dedicati al Non c’e stato altro verso che
ze e Roma. L’occasione per la “TU” è anche due, come la progetto è stato commovente. produrlo.
mini-tournée italiana è stata pronuncia in inglese di «two», Il primo era passato dallo Pedra è una canzone che
la recente pubblicazione del io e Gustavo, mio fratello e studio soltanto per salutare tuo padre ha scritto l’anno
disco «TU», uscito a dicembre partner musicale. “TU” è un’of- Stephane e, alla fine, si è ri- in cui sei nata. Come hai
in Brasile. ferta, un dono». Per capirlo, trovato a registrare con noi. scoperto il brano e perché
Rispetto ai precedenti lavori, basta premere il tasto play per Il secondo era impegnato in l’hai scelto per chiudere il
«TU», si presenta minimalista essere proiettati in un universo altri progetti ma ha interrot- disco?
sul piano musicale ma non per intimista e familiare in cui l’a- to ogni cosa per dedicarsi al È un brano che mio padre ha
questo povero di contenuti. L’i- scoltatore si sente partecipe, mio lavoro. sempre suonato ma che si è
dea del disco, nata dopo una accolto, privilegiato. Attualmente sei accompa- perso nel marasma musicale
serie di concerti voz e violão gnata da tuo fratello Gusta- in cui vivevamo. Ho sempre
(come dicono i brasiliani), era Hai definito «Efêmera», il vo e in passato hai lavorato creduto che anche il testo fos-
quella di riproporre brani già tuo primo lavoro, un di- molto con tuo padre Luiz se suo, ma in realtà lui aveva
noti sotto una nuova chiave di sco di polaroid, mentre Chagas. Com’è lavorare in musicato una poesia dell’ami-
lettura ma il progetto iniziale si «Tudo Tanto» un disco famiglia? co Dirceu Rodrigues. L’anno
è modificato in corso d’opera di radiografie. Come de- È curioso che in casa non ab- scorso mio padre ha inserito
includendo numerosi inediti. finiresti il nuovo «TU»? biamo mai suonato assieme. il brano nella scaletta di un
Tra i brani già noti vanno ci- Un disco di nudi in cui le musi- Le cose sono cambiate col suo concerto e io e Gustavo
tati Pedrinho, già inclusa nel- che si mostrano per intero. tempo. Nostro padre era l’o- abbiamo pensato di inserirlo
la setlist del disco «Efêmera, Quando è nata l’idea di re- rizzonte cui guardavamo. Non in «TU». Credo che stia bene
Desinibida» che l’artista aveva gistrare questo progetto? viveva con noi perché era lì, a chiudere tutto.
composto con il portoghese L’idea di registrare in questo sempre in tournée, eppure ri- Recentemente hai registra-
Tomás Cunha Ferreira e che format, chitarra e voce, este usciva a inondarci di musica. to Cura di Te, la versione
era finita nel disco «Tudo Tan- da sempre. Dopotutto abbia- Questo ha permesso a me e italiana del brano Prumo.
to, Dois Café e Algo Maior». mo sempre lavorato cosi. Nei a Gustavo di trovare una di- Possiamo attenderci un
Del tutto inedite, invece, sono primi concerti in Europa era- mensione comune. Abbiamo disco interamente in ita-
le tracce Pólen, Game e Tu. In- vamo soltanto io e Gustavo. bevuto alla stessa fonte no- liano?
teressante, inoltre, è il brano, A ogni modo la registrazione nostante, più tardi, abbiamo Sarebbe fantastico. Ma io so-
cantato in spagnolo, Terrorista del disco è stata incentivata da
del amor, frutto di un lavoro Stéphane San Juan, un musici-
BASTA non era stato ancora esplo-
rato.
non c’era alcuna intenzione
di creare un «progetto New
NELLE AVVERSITÀ
NASCE LA FORZA
seguito cammini diversi. Il
primo a dedicarsi alla musica
no sempre molto attenta al
fatto di cantare in una lingua
collettivo realizzato con Ava sta franco-carioca che non so- PREMERE IL Credi che il minimalismo York». Quello che volevamo
«Non esiste la fortuna, esiste
l’aver sempre lavorato per è stato mio fratello. Io, invece, che non è la tua. Credo che
Rocha, Paola Alfamor, Gustavo lo ha co-prodotto il disco ma TASTO PLAY di «TU» rappresenti un ri- era una qualità sonora eccel- qualcosa in cui crediamo».
Questa la filosofia di
ho iniziato a trent’anni e so- sarebbe meglio un duetto,
Ruiz e Saulo Duarte. vi ha anche partecipato come torno all’inizio della tua lente. Il formato chitarra e vo- no stata molto felice quando non credi?
A chiudere il disco la bellis- musicista. PER ESSERE carriera, un ritorno alle ce lo impone. Poi cercavamo
Tulipa Ruiz, ritratta qui sopra
col fratello Gustavo. Gustavo e mio padre si sono Mentre il Brasile affronta
sima Pedra che, questa volta, Il disco è molto minimalista PROIETTATI IN origini? nuove sonorità, e per ottener- uniti a me. Il primo come mu- un momento storico oscu-
non porta la firma di Tulipa dal punto di vista musicale
ma di suo padre, Luiz Chagas. pur essendo denso di con- UN UNIVERSO Credo che si tratti di un falso
minimalismo. Non è un ritor-
le bisogna cercarle altrove.
E allora perché non a New
sicista e produttore, il secon-
do come chitarrista. In «TU»
ro, la musica brasiliana
sembra vivere un periodo
«TU» è stato tenuti. È stata INTIMISTA E no alle origini ma un ritorno York? mio padre suona la seconda estremamente florido. Co-
registrato
New York con
a una scelta in-
tenzionale?
FAMILIARE a un certo format, a un certo
modo di comporre. La musica
Stéphane San Juan, Mau-
ro Refosco e Adan Jodo-
chitarra in un brano.
Dopo Víbora, il brano Ter-
sa ne pensi?
Il periodo oscuro è stato pre-
il percussioni- I brani sono DOVE CI minimalista che suonavamo rowsky. Qual è stato il con- rorista del Amor è la tua ceduto da una fase florida. E
sta Stéphane
San Juan (già
molto ben ri- SI SENTE all’inizio della nostra carriera tributo di questi musicisti? seconda esperienza in fat- ora stanno arrivando i frutti.
camati. Come ci ha spinto a registrare «Dan- Stéphane è stato il primo a to di composizione colletti- È nelle avversità che nasce la
con Vanessa da ti dicevo, sono PARTECIPI, cê», mentre la complessità di suggerirei di registrare negli va. Com’è andata? forza, la resilienza.
Mata, Amadou dei nudi e que- ACCOLTI, «Dancê» ci ha proiettati verso Stati Uniti in un nuovo studio Ogni volta che si compone Se ieri eri considerata
e Mariam, Jane
Birkin) che ha «TU»
sto significa
che sono ap-
PRIVILEGIATI «TU». È un flusso continuo.
Un disco di musica brasilia-
di registrazione, O Duro of
Brooklyn del canadese Scott
con altri è un’esperienza di
composizione collettiva. Ví-
un’artista emergente, og-
gi sei un’artista afferma-
L’idea del disco,
anche prodotto nata dopo una prezzabili nella na registrato a New York. A Hard, che ha lavorato con bora è stata scritta in due di- ta. Qual è il consiglio che
i brani insieme serie di concerti loro totalità. cosa si deve questa scelta? artisti come Cypress Hill, Me- versi momenti. Il primo con daresti adesso ai giovani
a Gustavo Ruiz. voz e violão, era La densità di Avremmo potuto registrarlo deski Martin & Wood e con la mia band e il secondo con emergenti?
Insieme a loro quella di riproporre
contenuti non è a Istanbul! Ma cercavamo le i brasiliani di Nação Zumbi. Criolo. In Terrorista del Amor, Lavorare su ciò che si consi-
CORTESIA A BUZZ SUPREME

brani già noti sotto


collaborazioni una nuova chiave stata una scelta sonorità di New York, oltre al Hard é amico di Stephane e di le cose sono iniziate da una dera importante, valido. Non
con artisti co- di lettura; ma il consapevole, fatto che Stéphane vive lì. Refosco, brasiliano di nascita collaborazione con mio fratel- esiste la fortuna, esiste l’aver
me Mauro Re- progetto iniziale si è bensì la rivela- Ritieni che New York abbia ma newyorkese di formazione lo e Ava Rocha. In un secon-
modificato in corso sempre lavorato per qualcosa
fosco (Forrò in d’opera includendo zione di qual- in qualche modo arricchito che, nel corso della carriera, do momento si sono aggiunti in cui crediamo. Dobbiamo
The Dark, Da- numerosi inediti. cosa che già il disco? ha suonato con i Forro in The Saulo Duarte e Paola Alfamor. essere noi a creare le condi-
vid Byrne, Red esisteva e che Sicuramente hai notato che Dark, i Red Hot Chili Peppers, Il risultato è un brano con cin- zioni per farci notare.

73 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 74


MOON IN JUNE

UN OMAGGIO A
TOWNES
VAN ZANDT

TOWNES
DEGLI
SPIRITI
Un doppio cd di innamorati
cultori riporta all’attenzione una
grande figura di folksinger
di Riccardo Bertoncelli
foto di Michael Ochs
© MICHAEL OCHS ARCHIVES/GETTY IMAGES

75 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 76


MOON IN JUNE

Dall’aldilà, dov’è Ely, Steve Earle, Guy Clark (il che lo tiranneggiavano. Il suo penetranti, quelle note affilate
finito con suo mio preferito). mal di vita lo curava con eroi- come un Randall knife (questa
(immagino) compiacimento, Van Zandt era un figlio della na e alcol, le giornate le passa- è per Guy Clark).
Townes Van Zandt si diverte buona borghesia texana che va bevendo whisky o vodka fin Non mi sono dimenticato
a ritornare periodicamente fra dopo avere visto in tv Elvis Pre- dal mattino e giocando con le dell’omaggio, è che la storia
noi. È un revenant come quelli sley all’Ed Sullivan Show de- armi, come vuole un articolo è tanto grande e affascinante
di certi romanzi gotici, o come cise di cambiare il colore del non scritto della Costituzione da coprire tutto. «When The
il camionista Joe e il suo Phan- suo vello; sarebbe stato una del Texas. Wind Blows» è un labour of lo-
tom 309 di quella canzone di pecora nera per tutta la vita. Per anni abitò a Nashville in ve, come si dice, e vale di più
Tommy Faile ripresa da Tom Era sensibile brillante inquieto, una baracca che non aveva perchè i nomi dei partecipanti

LA MUSICA
Waits. Appare, scompare, è un e non era il petrolio di famiglia gas né riscaldamento; poi tor- non sono così stellari; quando
mito, un miraggio: e arrivo a ad attirarlo irresistibilmente, nò verso casa, ad Austin, e si scendono in pista i boss hai
dire che un tale destino se lo bensì la musica. Era anche un permise il lusso di una tv: dico- sempre l’impressione che lo
augurava già in vita, se pro- maniaco depressivo, i medici
prio non se l’è preparato con diagnosticarono così quand’e- GLI PIACEVA no che amasse alla follia Hap-
py Days. Ingaggi ne trovava
facciano per un tornaconto,
per un atto di vanità, per un gi-
certi suoi poteri sovrannatura- ra ancora adolescente, e con
li; voglio dire, fare in modo di quel fardello di belle cose e ANCORA MA spesso, ma non erano teatri o
palazzetti. Erano pub da poche
ro sotto lo spot che non fa mai
male. Qui invece solo bei no-
restare impresso nell’immagi- tormenti iniziò la sua carriera
nario collettivo tanto che non alla metà dei Sessanta, ruban- NON RIUSCIVA A decine di persone, piccoli club
dove se la luna era buona veni-
mi di culto, da Joe Ely a Terry
Allen, da Jono Manson a Boce-
possiamo farne a meno, sottile do a vicini e lontani, a Light-
vendetta per uno che quando nin’ Hopkins come a Dylan, a CONCENTRARSI. vano serate incantevoli e se gli
astri invece si stortavano erano
phus King, fino a Chris Jagger,
che per una volta ha qualcosa

IL SUO MAL
stava tra noi non era poi così Blind Willie Johnson, agli Sto- mugugni, collassi in scena, da insegnare in famiglia; ognu-
famoso e seguito, e poco face- nes. Prima dei trent’anni aveva involontarie imitazioni dell’ul- no con i suoi modi, per fortuna
va per esserlo, anzi. già pubblicato sei lp, suscitan- timo Elvis, bolso e ubriaco. senza strafare, ammirati e qua-
Certe volte è un inedito a uscire do un culto capace di arrivare
dagli archivi, altre un omaggio. fino all’Europa: album agitati
DI VITA LO Lo cercavano comunque, le
sue canzoni erano merce rara.
si intimoriti da quel revenant
all’apparenza dimesso eppure
Come questo fresco di stampa, se non cupi, dove con voce
When The Wind Blows, doppio impassibile e nudo sostegno di CURAVA CON Willie Nelson e Merle Haggard
arrivarono addirittura in testa
così minaccioso, una monta-
gna invitante che presto scopri
dell’etichetta italiana Appaloo- chitarra e poco altro offriva il
sa, dove una trentina di artisti suo sguardo di vita, indulgen- EROINA E ALCOL, alle classifiche country con
Pancho & Lefty, Don Williams
quanto sia difficile da scalare.
Ci riesce meglio chi non si pre-
country e folk della schiatta di do alla dark side of the street,
Van Zandt lo onora riprenden- tratteggiando malumori, cuori LE GIORNATE ed Emmylou Harris sfiorarono
l’obiettivo con If I Needed You.
senta attrezzato di tutto punto,
chi non ha paura di sporcarsi,

LE PASSAVA
do le sue canzoni più note, e infranti, storie di povertà e de- A Townes in realtà importava di inciampare, magari anche
qualcuna anche no. L’omaggio solazione, fantasticando con poco; era un rumore di fondo, di stonare un po’. Townes
vale anche come celebrazione amarezza. Il sesto album lo magari anche fastidioso. Sen- Van Zandt non è mai liscio e
di una rassegna che si tiene chiamò «The Late Great Tow-
ogni anno in un paesino non nes Van Zandt», come fosse il
BEVENDO tiva più forti certe voci in fon-
do alla testa, e lo confessava
tirato a lucido: è ruvido, graf-
fiante, sempre un po’ scon-
lontano da Como, Figino Se- primo di un «dopo»: che vi ave-
renza, intitolata proprio a Van vo detto? Un po’ ci scherzava, WHISKY O candidamente ai dottori che di
quando in quando lo visitava-
nesso, come insegnano qui
Christian Kjellander (Tower
Zandt e alla sua strana leggen- un po’ era come il Phil Ochs
da, così fragile così potente. di «Rehearsals Of Retirement», VODKA FIN no provando a strapparlo da
quell’inferno, quel suo amato
Song), o Thom Chacon (Still
Looking You), Sam Baker (Co-
Van Zandt era un texano di che ancora vivo aveva mes-
Forth Worth, e se so un po’ so in copertina la sua lapide DAL MATTINO inferno. Forse un giorno si sarà
confidato anche con i poliziotti
me Tomorrow) o Gurf Morlix
(Marie). Naturalmente «When

E GIOCANDO
di geografia quello è un posto annunciando l’avvenuta mor- di Austin, che secondo la leg- The Wind Blows» è disco per
decisamente lontano e diverso te. La vita era una storia che genda lo conoscevano così adepti, per chi già si è esposto
dalla provincia di Como; ma so sembrava troppo complicata,
CON LE ARMI,
bene da chiamarlo per nome e alle fatali radiazioni TVZ e vuo-
un po’ anche di sociologia mu- meglio prepararsi per tempo considerarlo uno «di famiglia». le a tutti i costi dare un seguito
sicale, provo a chiamarla così, all’aldilà. L’ultimo album a nome Tow- a una storia comunque affasci-
ed è giusto da
quelle parti, di-
In effetti Tow-
nes scherzava COME VUOLE UN nes Van Zandt è «No Deeper
Blue», 1994: un’eccentrica
nante. I non convertiti, i non
ancora contaminati è meglio
ciamo in Lom-
bardia, a nord
poco, e basta
far di conto. Da ARTICOLO NON divagazione con musicisti ir-
landesi, un disco faticato, con
che partano da altrove, per
esempio dai primi sei dischi
di Milano, che
un certo mito
quel paradossa-
le epitaffio al di- SCRITTO DELLA una voce provata dagli affanni.
Ne ha in programma un altro a
Hank Williams. Come diceva
quella canzone del maestro?
Eppure la fama di Van Zandt
resiste, anzi si amplifica. Le
bia scritte io.» A proposito di
Dylan, non oserei mai compro-
che dicevamo, tutti presenti fra
l’altro su Spotify, la piattaforma

COSTITUZIONE
di American sco successivo fine 1996, spinto da Steve Shel- I’ll Never Get Out Of This Wor- sue canzoni le riprendono in mettermi con una dichiarazio- tanto vituperata che pure ac-
music ha attec- passarono sei ley dei Sonic Youth, ma cade ld Alive, «non uscirò vivo da tanti, amici e curiosi, e uno dei ne tanto impegnativa e l’ultima coglie decine di dischi esoteri-

DEL TEXAS
chito tenace- anni, e dal 1972 dalle scale di casa, si frattura e questo mondo». Muore e non discepoli prediletti, Steve Ear- volta che ho messo gli stivali ci che altrimenti rimarrebbero
© BRIGITTE ENGL/REDFERNS VIA GETTY IMAGES

mente e ancora al 1996 della inizia un tormento di settima- finisce lì, lo perseguiteranno le, non smette di divulgarne il sul tavolo di qualcuno l’ho nascosti nelle segrete della
WHEN THE WIND
dura. Non solo BLOWS effettiva morte ne, con i dolori dell’incidente anche nel regno degli spiriti: la verbo e grida ai quattro venti pagata cara; però è storia che discografia. Ascoltate quelli e
i nomi celebri e Pubblicato dalla Van Zandt pub- che si mescolano all’alcolismo moglie, i figli, il vecchio mana- che Townes era «il miglior Bobby sia sempre stato un am- fra i tanti, troppi live sceglie-
celebrati, anzi, Appaloosa/IRD, blicò solo tre al- devastante, fino al delirium ger e il di lui fratello che lo in- autore di canzoni del mondo. miratore di quel fleur du mal, te «At The Old Quarter,
l’omaggio in cui
più volentieri una trentina di bum in studio. tremens. Lo vogliono ricove- seguiva sempre con il registra- Lo direi davanti a Dylan, met- e dicono che volentieri Houston, Texas», 1977,
certi fuorilegge artisti country e folk La musica gli rare, lui si fa portare a casa e tore acceso, tutti contro tutti, tendogli gli stivali sul tavolo». ci avrebbe registrato un in solitudine, o «Live
che i cultori della schiatta di piaceva ancora muore così, schiavo fino all’ul- per custodirne la memoria, co- Alla fine gli dedicherà un al- disco assieme. Non era & Obscure», 1989, con
Van Zandt lo onora
ben conosco- riprendendo le sue ma non riusci- timo di vodka e pillole. Muore me si dice, o per un pugno di bum commosso e reverente, il suo lato oscuro ad un insolito trio. Anche i
no: Townes Van canzoni più note, e va a concen- a cinquantadue anni, con una dollari, come si fa. Forse solo «Townes», giurando che è uno attirarlo, gli piacevano testi si trovano in rete,
Zandt quindi, qualcuna anche no. trarsi, distratto macabra finezza: il primo gen- Hendrix è stato così martoriato suoi dischi più belli, «peccato proprio le canzoni, e il tutto è un viaggio
ma anche Joe com’era dai vizi naio, proprio come il suo idolo dopo la morte. Forse. solo che le canzoni non le ab- quelle parole dritte e che vale la pena.

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MILLENNIUM JAZZ

EDDIE
PILLER
Il fondatore dell’etichetta Acid
Jazz Records festeggia trent’anni
di attività con una compilation
e molte nuove idee
di Marta «Blumi» Tripodi
foto di Tobias Stahel

© TOBIAS STAHEL

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MILLENNIUM JAZZ

La prima do- Lo stesso tipo di musica che disco che fece molto successo target demografico che la rete
manda che tutti abbiamo inserito nella com- in Inghilterra, il che alla fine lo vuole raggiungere in quella
si fanno, guardando la coper- pilation «Jazz on the Corner», portò a tornare in studio per fascia oraria. Alienante, insom-
tina della compilation «Jazz insomma. registrare il suo primo disco in ma. I giovani non hanno molte
on the Corner» che celebra i Perché proprio una com- quindici anni. Era una persona opportunità di ascoltare musi-
trent’anni della seminale Acid pilation per celebrare i adorabile. L’altra cosa che mi ca diversa dal solito, radicale,
Jazz Records, è questa: che ci trent’anni della Acid Jazz rende particolarmente orgo- all’avanguardia. E di conse-
fa Bilbo Baggins della trilogia Records? glioso è aver fondato e gestito guenza, se non riescono a sco-
dello Hobbit sulla copertina del La scena jazz inglese all’im- uno degli eventi più apprezzati prire della sua esistenza non la
disco? No, non è uno scambio provviso è riemersa dal sotto- di Londra negli anni Novanta: compreranno, e quindi l’intero
di persona: quello di fianco al suolo. Sta avendo un grandissi- la mia serata si chiamava The sistema collasserà.
fondatore dell’etichetta, Eddie mo successo, e non succedeva Blue Note e fu uno dei party È un paradosso, perché pro-
Piller, è proprio l’attore Martin dai giorni di gloria dell’acid più iconici del periodo. prio ora che la musica è dispo-
Freeman. Non tutti sanno che jazz (inteso come genere mu- Una delle cose che rendeva nibile ovunque su internet, le
è un grande appassionato di sicale) degli anni Novanta. unica la tua serata è il fatto radio dovrebbero essere incen-
jazz, in particolare di acid jazz, Abbiamo pensato che fosse che amavi molto mescolare i tivate a puntare sulla varietà.
perciò la scelta di coinvolgerlo una buona idea sottolineare il generi: sei stato uno dei pri- Anche perché c’è talmente
nella compilazione di questo trentesimo anniversario dell’e- mi a dare spazio a Goldie, tanta roba, in giro, che molti
meraviglioso doppio vinile è tichetta con un prodotto clas- storico dj inglese che fa mu- ascoltatori non sanno neanche
stata naturale. E non abbiamo sico, senza tempo. Martin Free- sica jungle e drum’n’bass. Il da che parte cominciare per
nulla da eccepire sui suoi gusti man è un fan della prima ora jazz odierno è diventato un distinguere i prodotti validi da
(men che meno su quelli di della Acid Jazz, nonché un ca- ambiente troppo conserva- quelli che non lo sono. Per for-
Piller, ovviamente): da Art Bla- ro amico, perciò ci è sembrato tore? tuna ci sono parecchie stazioni
key a Mose Allison, da David il momento perfetto per firmare Un po’. Ma tocca ai giovani indipendenti, web o pirata che
Axelrod a Kamasi Washington, un album insieme. Ma non è d’oggi operare un cambiamen- portano avanti un discorso di
la scaletta è un viaggio mistico l’unico modo in cui festegge- to. Sono loro che hanno gli questo tipo.
all’interno dei gusti e delle in- remo questo compleanno così strumenti e la visione per poter In conclusione: c’è qualcosa
fluenze che hanno creato un importante: lo faremo per tutto cambiare le cose. Ci sono mo- che cambieresti, se potessi
genere, e una label, ancora l’anno, con concerti, ristampe, menti in cui penso che a questa tornare indietro?
oggi garanzia di qualità e origi- iniziative inedite e tanto altro. generazione, ai diciottenni, non Cerco di non guardare troppo
nalità. D’altronde, Eddie Piller è Con che criterio avete sele- freghi un cazzo della musica. al passato, però... Quando gli
sempre stato a sua volta una ga- zionato i brani che poi sono La battaglia principale va com- Style Council si sciolsero pro-
ranzia: produttore discografico, effettivamente finiti in sca- battuta per farli interessare di vai molte volte a convincere
dj e speaker radiofonico, nel letta? nuovo alla musica. Purtroppo Paul Weller a firmare con me:
1988 fondò insieme all’amico Penso che il grosso problema, non succederà, finché il pop volevo fare di lui una star dell’a-
Gilles Peterson una realtà che per chi stampa delle compila- andrà per la maggiore. Il pop è cid jazz. Non riuscimmo mai a
precorse decisamente i tempi, tion in Inghilterra, sia ottenere il male. Se ascolti la radio, sco- trovare la quadra, però: questa
anticipando quella che sarebbe le relative licenze dalle major pri che l’ispirazione principale è una delle pochissime cose
stata l’ondata acid jazz dei pri- discografiche che le detengo- per le sonorità dei nuovi hit è che rimpiango.
mi anni Novanta. Da allora non no. Perciò, paradossalmente, il ancora l’America nera: pecca- E invece come li vedi, i pros-
si è più fermato: quando lo rag- criterio principale è stato pro- to che quell’America nera non simi trent’anni della Acid
giungiamo al telefono sta pren- prio che le tracce avessero una abbia più soul, melodie, testi Jazz?
dendo un treno per rientrare a licenza alla nostra portata! importanti. Non penso che sarò ancora in
Londra, dopo uno dei suoi tanti Tornando all’acid jazz, all’e- A proposito di radio, sei circolazione nel 2048! Anche
dj set in giro per il mondo. poca fu una rivoluzione che molto attivo anche su quel se non si sa mai, in effetti. Pos-
cambiò completamente le fronte... so dirti, però, che ho da poco
Hai cominciato la tua avven- carte in tavola... Esatto, e penso che il problema fatto firmare un contratto disco-
tura musicale come segua- Penso che ai tempi siamo stati in Inghilterra sia che la BBC grafico alla migliore cantante
ce del punk. Secondo te c’è molto fortunati a trovarci al po- RARE GROOVE! livello di massa. da inventare, o prevarrà C’è qualche realtà che ti pia- non sia abba- soul che abbia
qualche punto in comune sto giusto (in questo caso Lon- Martin Freeman (il Bilbo Baggins Secondo te esiste un movi- l’effetto nostalgia e la risco- ce particolarmente e su cui stanza aperta mai sentito. Ha
del grande schermo) assieme a
tra il punk e il jazz? dra) al momento giusto. Era Eddie Piller e a un bel numero di mento ad esso paragonabile perta delle radici? scommetteresti? rispetto alla mu- appena finito di
Certo! Il principale è che sono un piccolo movimento under- vinili di pregio. oggi, in termini di influenza È una domanda molto diffi- Ovviamente la Brownswood sica: nonostan- registrare il suo
entrambi al di fuori della sfera ground, radicato in una man- sulla cultura pop e innova- cile, in realtà. L’acid jazz si Recordings del mio amico Gil- te sia una po- album, non sve-
del pop e della musica main- ciata di piccoli jazz club, tanto zione culturale? basava soprattutto sull’effetto les Peterson, che è la casa di tenza in termini lo nulla ma ne
stream, ovviamente. Ho comin- che avevamo aperto la nostra Come dicevo prima, soprattut- nostalgia, mescolando i suoni molti dei nuovi artisti più inte- mediatici, ha un sentirete parla-
ciato a seguire il punk a quat- etichetta senza grandi aspetta- to in Inghilterra c’è parecchio del passato con quelli che si ressanti in circolazione. solo program- re parecchio. In
tordici anni, poi sono diventato tive; nel giro di due anni, però, che bolle in pentola. La scena sentivano in discoteca in quel Qual è, invece, la cosa che ti ma jazz ed è cantiere c’è an-
un mod, e poi ancora un fan si era diffuso in tutto il mondo. jazz underground è più vitale periodo. Il ballo ha sempre gio- ha reso più fiero, in questi molto all’acqua che una compi-
SULL’ANGOLO
del soul, e da lì ho scoperto Lo adoravano soprattutto in che mai. I giovani musicisti tor- cato un ruolo importante nella tre decenni della Acid Jazz? di rose. Ti dirò Una facciata a testa lation soul, una
il jazz. Oggi come oggi, però, America, il che era molto im- nano a interessarsi a un genere storia del jazz, e credo che con- Chiaro, l’aver lanciato i Jamiro- di più: nella per la compilation dedicata all’hip
mi considero solo un vecchio portante perché è il mercato che era di nuovo caduto nel di- tinuerà a giocarlo, in maniere quai. Partendo da un singolo maggior parte studiata da Freeman hop degli anni
e Piller. Tra i tanti
mod! musicale più importante che menticatoio e lo contaminano sempre diverse. È sempre stato sulla nostra etichetta, hanno dei program- artisti selezionati: Novanta e tante
Che tipo di musica suoni ci sia, mentre in Europa aveva con influenze contemporanee, un genere musicale molto pro- finito per vendere quarantacin- mi musicali la Mose Allison, Art altre cose.
oggi nei tuoi famosi dj sets, preso subito piede in Italia e ad esempio con l’elettronica o gressista, perciò continuerà ad que milioni di dischi in tutto il scaletta non è Blakey, Marlena Dalle nostre
Shaw, Eddie Harris,
© TOBIAS STAHEL

quindi? in Grecia. All’improvviso tutti con alcuni sottogeneri locali evolversi. Ma se mi chiedi co- mondo. Ma anche l’aver lavora- scelta da un se- Lee Morgan, Sam parti, insomma,
Soul classico, funk e jazz degli sembravano interessati al jazz, dell’hip hop, come il grime. me suonerà il jazz del futuro, to con Terry Callier: abbiamo in lezionatore, ma Jones e Kamasi non stiamo mai
anni Sessanta, Ottanta e No- un genere musicale preceden- Come lo vedi, il futuro del non ne ho idea. Se lo sapessi, qualche modo rilanciato la sua da un algoritmo Washington. con le mani in
vanta. A volte anche reggae. temente abbastanza ignorato a jazz? C’è ancora qualcosa sarei un uomo molto ricco! carriera ristampando un suo che si basa sul mano.

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BLACK & BLUE CIRCUS

DA WILLIE NELSON A DORIS DAY


La celebre canzone di Willie
Nelson si è praticamente
trasformata, nel corso degli
anni, in uno standard dalle
mille rivisitazioni
di Luciano Federighi

NIGHT LIFE E I MESSAGGI DEL BLUES © NOME FOTOGRAFO/AGENZIA

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BLACK & BLUE

Ha sempre ri- E non è un caso che la sua e la sua schietta eleganza di Franklin ne dette una versione
cordato Willie stessa scrittura abbia trovato enunciazione, pilotando il bel memorabile, dalla febbrile e
Nelson che negli anni del una flessibilità di contorni e baritono denso e castano sino imperiosa tensione churchy
WILLIE NELSON
suo apprendistato la musica una complessità di riferimenti ai margini più alti della tessitu- accentuata dalla combinazio- Ascoltatore avido
popolare americana non co- melodici e lirici tale da render- ra, in un crescendo emoziona- ne tra la prodigiosa sezione ed eclettico di
nosceva le barriere e le distin- la appetibile per interpreti di le insieme vibrante e assorto, ritmica sudista e la ventosa tutta la buona
musica radicata nel
zioni di genere che avrebbero varie collocazioni stilistiche: e tra le chiose luminose della coralità degli arrangiamenti di terreno culturale
cominciato a caratterizzarla tale da conquistargli, di conse- magistrale pedal steel guitar Ralph Burns, in uno dei primi statunitense.
sin dall’epoca del rock’n’roll. guenza, un ruolo prominente di Buddy Emmons, che in lp Atlantic, «Aretha Arrives»
Creatura del country & we- tra i moderni songwriters ame- seguito all’invito del cantante del 1967; Marvin Gaye lo inserì
stern texano con una profon- ricani. Giudicata inizialmente («Listen to what the blues are (insieme a One For My Baby e
da anima metodista, il giovane una canzone dai tratti troppo sayin’…») dava voce alle pa- a puri bozzetti Motown quali
Nelson (nativo della minuta bluesy per l’estetica coun- role nascoste del blues. Ed è I’ll Be Doggone e Ain’t That
Abbott, nella fertile area musi- try, Night Life – una delle sue diventato uno standard, Night Peculiar) nel microsolco del
cale compresa tra Waco e Fort prime e più ispirate compo- Life, proprio in virtù della sua 1966 che descriveva la varietà
Worth) era un ascoltatore avi-
do ed eclettico di tutta la buo-
sizioni, con il languido riff di
chitarra a introdurla e quell’in- UN MONDO capacità di collocarsi al di
fuori dei più ortodossi confi-
dei suoi «Moods», attaccando-
lo con grazia in un lentissimo

POPOLATO
na musica radicata nel terreno cisivo attacco lirico dal cuore ni dell’industria discografica clima da night club, facendolo
culturale statunitense: con una del blues: «When the evening di Nashville. Questo bozzetto esplodere in un vibrante cre-
passione particolare per le sun goes down…» – fu incisa notturno di una saturnina sen- scendo orchestrale e chiuden-
grandi orchestre Swing e per
l’elegante, accorata e inven-
in Texas dal giovane Willie nel
1959: su una sorta di spunto DA DRIFTERS sualità, icastico lamento di chi
conosce soltanto un «mondo
dolo su un ad-lib di colloquia-
le distensione; e B.B. King, nel

E LOSERS
tiva vocalità di Frank Sinatra. autobiografico, le lunghe notti di sogni spezzati», da allora è corso della carriera, l’ha più
Non è dunque un caso che la trascorse in cerca di sopravvi- stato reinterpretato dallo stes- volte efficacemente collocato
sua storia di cantante country venza e identità sulle fervida so Willie in una luce inequi- nel suo eclettico repertorio,
sui generis – un «fuorilegge»
irriverente e tuttavia amabile
quanto sordida e inquietante
scena musicale di Houston, un E INDIVIDUI vocabilmente blues, dal gran-
de album del 1994 «Healing
dal bellissimo live chicagoa-
no (sempre del 1966), «Blues roscuri capaci di emergere commedie brillanti dirette da La performance era costruita

SOLITARI
e immensamente popolare – mondo popolato da drifters e Hands Of Time» fino ai vari, Is King», alle ripetute medley con ruspante e rilassata soul- Delbert Mann o Norman Jewi- come una sceneggiata radio-
l’abbia condotto, in maturità, losers e individui solitari «che amichevoli testa a testa con con un’altra classica ballata fulness da un arrangiamento son. Doris si era richiamata al fonica in miniatura. La introdu-
a interpretare alla sua maniera sognano di vecchi amori di Price (e Nelson che fa gemere blues, Please Send Me Someo- corale-strumentale un po’ disco di Ray Price, che faceva ceva uno schizzo orchestrale
grandi standard jazz e pop,
a rendere omaggio a Irving
una volta».
Il brano emerse in tutta la «CHE con forza la sua chitarra acusti-
ca) e all’incontro con Wynton
ne To Love di Percy Mayfield,
sino al cd del 1997, «Deuces
macchinoso. Nel frattempo,
sulla Costa Ovest e sul versan-
allora capolino nelle classifi-
che country, e aveva registra-
frizzante e frenetico, ai limiti di
una cartoonesca o circense ca-

SOGNANO
Berlin e Jerome Kern come a sua eloquenza e ambiguità Marsalis del 2007: il suo canto Wild», dove trovava in Night te del pop di maggior classe, to Night Life nel corso delle cofonia, che la voce parlante di
Hoagy Carmichael (Stardust, di atmosfera soltanto quattro laconico e di terra essiccata, Life – pur nella diversità di due mature cantanti-attrici illu- sedute Columbia dell’ottobre Doris descriveva come i «suoni
nel 1978, dette il titolo a uno anni più tardi, come episodio dalle originali pressioni nasali colori e accanti vocali – una stravano il bozzetto di Nelson 1963 da cui nacque l’album del giorno», vertiginosi, felici e
dei suoi album di maggior ri-
sonanza) o al Matt Dennis di
atipico quanto potentemente
suggestivo nel repertorio del DI VECCHI e dagli stretti vibrati asprigni, a
dare al racconto una emozio-
autentica consonanza di umo-
ri proprio con il Willie Nelson
in una chiave più sofisticata,
entrambe sostituendo la voce
intitolato «Love Him!»: una
cangiante raccolta di temi
confusi, vibranti nel caos; ma
subito l’enfasi scemava con

AMORI DI
Angel Eyes, fino al Gershwin celeberrimo country crooner nalità controllata e severa ma cantante. Tra fine Novecento e di un’ancia a quella della chi- del momento (da More di Riz l’arrivo dell’»oscurità», l’orche-
dell’incantevole cd crepusco- di Dallas, Ray Price, che ne in realtà toccante, tra minute inizio del nuovo secolo il tema tarra per dare sfogo ai feelings Ortolani a Lollipops And Ro- stra era soppiantata dal gemito
lare del 2016, «Summertime», percorse la melodia ondivaga, oscillazioni blue, fugaci pie- sembra aver particolarmente del blues e della notte. La ca- ses del giovane crooner Jack di un sax alto nel silenzio e la
che sembra animato dallo spi-
rito di Fred Astaire.
dalle peculiari ombre malinco-
niche, con il suo sobrio relax UNA VOLTA» ghe caustiche, piccole scosse
melodiche e delicate, cordiali
ombreggiature. Ma la canzone
affascinato signore jazz dal
marcato senso del blues: in
un panorama che spazia dalla
liforniana pura Julie London,
con la sua bruna e ambrata
sensualità e la elegante so-
Jones), in compagnia di una
sontuosa orchestra losangele-
na diretta da Tommy Oliver e
voce si faceva calda e intima
e invitante nell’annunciare il
«suono della notte: triste, sen-
ha fatto intanto appello (al pa- acre e petrosa aggressività di brietà del suo respiro, che si animata da importanti presen- suale, solitario». Seguiva, su
ri di molte altre gemme nelso- Dakota Staton, in comunione dinamicizzava nel pulsante ze solistiche: Paul Smith, Vic- un ampio, cangiante tappeto
DORIS DAY niane, tutte di un’eccentrica e con la chitarra funky di Melvin finale tra jazz e r&b dell’arran- tor Feldman, Bud Shank. Al d’archi integrato dalle fluide
L’attrice è stata penetrante malinconia a tratti Sparks e in bel contrasto con il giamento orchestrale di Ernie pari di quello di Julie, il long improvvisazioni d’ancia di
anche ottima
cantante, con venata di humor: Hello Walls e corposo relax del tenore «can- Freeman, spostava con bella playing comprendeva una let- Bud Shank, l’esposizione del
la rara capacità Crazy, passate da Faron Young tante» di Houston Person, alla naturalezza l’ambiente del tura della ballad di Buddy e brano: Doris Day distillava
di definire e Patsy Cline a Esther Phil- cauta evocatività della versio- brano in uno scenario di club Ella Johnson Since I Fell For melodia e testo con grazia
un’atmosfera.
lips, o Funny How Time Slips ne crepuscolare di Ernestine after hours, quasi evocando la You (in quel periodo tornata esemplare, illuminandone e
Away, illuminata dal falsetto Anderson, con la chitarra di Los Angeles noir di Nicholas in auge nella chiave pop-soul cesellandone ogni dettaglio
lancinante di Joe Hinton) alla Rodney Jones, e alla giovanile Ray o di Fritz Lang: il contesto di Lenny Welch): una lettura, ed esaltandone l’equilibrio tra
sensibilità di grandi cantanti grazia agrodolce di Cassandre era quella di un lp Liberty del quella di Doris, notevolissi- la bella essenzialità di frase e
afro-americani. McKinley (in ricordo di Mar- 1964 che prendeva il titolo da ma, insieme intima e ariosa, linguaggio e il profondo river-
Charles Brown, sostituito al vin Gaye). un piccolo hit di Tennessee palpabile nel calore della bero di significati, le eco dei
piano da Roger Kellaway, ri- A Nashville le cover femminili Ernie Ford, You Don’t Have To grana e decorata da sobrie languori e dei tormenti nottur-
prendeva Night Life come epi- più intriganti del disco di Ray Be A Baby To Cry, e miscelava pennellate di un’espressività ni. La tonalità colloquiale della
sodio conclusivo dell’album Price furono quella Capitol richiami al repertorio di Chris legittimamente bluesy. Ma il scrittura di Willie Nelson veni-
Mainstream del 1964 elegan- della Okie Wanda Jackson Connor o Kay Starr a songs gioiello era proprio Night Li- va pienamente conservata pur
© ETHAN MILLER (WILLIE NELSON)

temente orchestrato con archi (nell’album del 1964 «Blues contemporanee di Mancini e fe, che con la precisione del nella raffinata immagine hol-
da Don Sebesky, «Ballads My In My Heart»), un lento e Bacharach. pitch, l’ampiezza e la plasticità lywoodiana di arrangiamento
Way»: il baritono texano bi- agrodolce monologo bluesy L’altra interprete era la qua- del portamento, la nitidezza e canto: e sottolineata in chia-
lanciava le sue ombre langui- dalla frenata ma provocante rantenne Doris Day, colta nel e l’eloquenza dell’enuncia- ve orchestrale jazzistica nell’a-
de con un certo abbandono tensione ritmica, e quella re- periodo di splendore cine- zione, metteva in luce la rara sciutto inciso, con quell’im-
abrasivo e trovava, in Kenny alizzata nel 1965 per la RCA matografico come incantevo- capacità della bionda tedesca provviso e veemente richiamo
Burrell e Seldon Powell, super- dalla tennessiana Dottie West, le partner di Rock Hudson, di Cincinnati di definire un’at- ad ascoltare il blues e i suoi
bi alter ego strumentali. Aretha i suoi silvani e corposi chia- Cary Grant o James Garner, in mosfera. impliciti messaggi.

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LA TIGRE
CHANSON(G)S

E IL
Due nuovi album riportano sotto
i riflettori due grandi artisti – Mina
e Gaber – che hanno anche una
storia in comune. In più, omaggi a
Gianmaria Testa e Dorival Caymmi
di Alberto Bazzurro

CORSARO
foto di Rino Petrosino

La nostra storia Avanti il prossimo!, spettacolo in giro il recital, anche qui a te puntate di ...E noi qui, che l’ex-Corsaro, un po’ perplesso Si dirà: perché tutto questo MINA E GABER il decennale della morte. C’è
prende le mosse di capodanno in diretta tv. due voci, con Maria Monti Il Gaber conduce con la moglie per l’interlocutoria risposta del preambolo? Per il semplice Fin dal 1965 i due lavoravano molta delicatezza e anche un
sull’idea di fare qualcosa
nell’anno e mezzo che va dal- A quel punto, del resto, i gio- Giorgio e la Maria, in cui lei Ombretta Colli e altri, dando pubblico (la Gente di quella G, motivo – l’avrete capito – che assieme, che non fosse però po’ di esilità di tratto, nel disco,
la primavera 1969 all’autunno chi sono ormai fatti: il recital recitava dei monologhi su Mi- già la misura, almeno in nu- che non è solo Gaber) non ab- Gaber e Mina sono tornati d’at- l’incontro di una singola serata. che si fa comunque ascoltare
1970, ormai quasi mezzo seco- a due voci è pronto al debutto, lano intercalati dalle canzoni ce, di ciò che sta per diven- bandoni il progetto. La stagio- tualità negli stessi giorni, all’i- con piacere (É doce morrer
lo fa. Sarà il caso di metter giù che avverrà il 16 gennaio 1970 di lui. Poi i primi successi te- tare: brevi monologhi, brani ne teatrale 1971/72 vede così nizio di questa primavera che è subito molto incisivo e altri no mar, Nesta rua tão deserta,
qualche data. Partendo dal 26 al Teatro Ariston di Sanremo. levisivi, l’istintiva simpatia, ma dall’album L’asse di equilibrio, concretizzarsi Storie vecchie e nel frattempo sta volgendo al brani (Il mio amore disperato Valerá a pena e Quem vem pra
giugno 1969, un giovedì sera, Sono tre ore di spettacolo fit- anche la consapevolezza di un decisamente altro rispetto nuove del Signor G, e con esso termine, con due nuove pro- e Al di là del fiume, con testi beira do mar gli episodi più
allorché il Programma Nazio- to, primo tempo per Gaber, ruolo fin troppo sclerotizzato, all’immagine più consolida- la consacrazione di un artista duzioni discografiche. Di Ga- dei compianti Paolo Limiti e convincenti). Il secondo omag-
nale (l’attuale Rai 1) mette in secondo per Mina, finale in- che si sente addosso sempre ta che si ha di lui (anche se (grosso modo raddoppiate le ber, Ivano Fossati ha prodotto Giorgio Calabrese, rispetti- gio va invece a Gianmaria Te-
onda una puntata di Senza sieme, che parte poi per una più stretto, persino soffocante. certe avvisaglie ci sono state recite, così come le presenze «Le donne di ora» (Fondazio- vamente, Il tuo arredamento, sta, del quale, nel secondo an-
rete con protagonisti Giorgio quarantina di date in giro per Accanto a Mina ha la sensa- praticamente da sempre), le medie per serata) che non si ne Gaber), scegliendo un ma- sorta di nuovo sesto grado vo- niversario della scomparsa (30
Gaber e Mina. I due si sono l’Italia. A Sanremo, inteso co- zione di potercela fare in una prime istantanee del Signor toglierà più di dosso questa nipolo di canzoni già edite ma cale come già le storiche Bra- marzo), è uscito il dvd con i ri-
già trovati fianco a fianco, in me festival, Mina è stata due nuova veste. Conosce da anni G. Tre giorni dopo la messa sua nuova pelle. aprendo con l’unico inedito, va e Se telefonando, Un soffio) flessi della serata organizzata il
situazioni del genere (nel 1965 volte, consecutive, 1960 (addi- un pittore viareggino di nome in onda dell’ultima puntata di Mina, altrimenti detta la Tigre di la title track, incisa dall’artista appaiono senz’altro degni di 22 settembre 2016 al Parco del-
la Ri-Fi aveva pure pubblicato rittura con due brani, fra cui È Sandro Luporini, con cui ha …E noi qui, il 6 ottobre 1970, Cremona, si regala nel frattem- milanese pochi mesi prima di nota. Un ritorno in grande sti- la Musica per ricordarlo. «Dalla
un lp a due dal titolo «Mina & vero di Umberto Bindi) e 1961 anche scritto qualcosa, e ha il Giorgio Gaber è negli studi Re- po anche lei una dimensione morire, il 1° gennaio 2003, ma le da parte di un’artista che, in parte di Gianmaria» (Incipit/
Gaber – Un’ora con loro», una (ancora due canzoni, tra cui sostegno (anzi il pungolo) del gson per registrare lo spettaco- nuova (e un nuovo look) e di- non ultimata. Ci ha pensato una clausura che dura ormai Egea) riunisce una miriade di
facciata a testa), ma stavolta Le mille bolle blu), Gaber quat- direttore del Piccolo Teatro di lo per la sua nuova etichetta, schi regolarmente ai vertici del- così Fossati, incidendo le parti da quarant’anni, sembra farsi artisti (Fresu, Rava, Nada, Bol-
fanno le cose più in grande. tro, l’ultima (definitivamente, Milano, Paolo Grassi (all’epo- che ne affiancherà per quasi le classifiche: dopo Non crede- strumentali mancanti, e confe- veramente gioco del tempo lani, Mesolella, Mirabassi, Bru-
Insieme, o più spesso ognuno come del resto quella del 1961 ca Giorgio Strehler si era mo- trent’anni la straordinaria sta- re, arrivano i grandi hit targati zionando con tutto il resto un che passa. nello, Cederna, Pagani, Paolo
per suo conto, cantano A que- per Mina) nel 1967 quando gli mentaneamente staccato dalla gione teatrale, la Carosello. E’ Battisti (Insieme, Io e te da soli, cd che ha il principale merito Rossi eccetera) che, presentati
©RINO PETROSINO/MONDADORI PORTFOLIO

sto punto, Sai com’è, Non ar- cade addosso (a lui come a sua creatura), che il 23 aprile nato ufficialmente Il Signor G, Amor mio) e non (Grande gran- di riportare sotto i riflettori un Post Scriptum. Ci corre l’ob- da Lella Costa, spaziano nel re-
rossire, Suona chitarra, Com’è tanti altri) la tegola della morte 1969 gli ha creato una sorta di che quindici giorni dopo de- de grande, Parole parole), a artista che nessuno dovrà mai bligo di riferire, pur succinta- pertorio testiano e al di fuori di
bella la città, Non credere e dell’amico Tenco. «data zero», al teatro Quartiere butta al Teatro San Rocco di imporne un’immagine appunto dimenticare. Così come Mina, mente, di altri due omaggi. Nel esso per tre ore e un quarto fit-
parecchio altro. Pare sia que- I tempi si evolvono rapidamen- Comasina, satellite del Picco- Seregno, sempre fortemente rinnovata. Con Gaber si ritrova che con «Maeba» (PDU) firma primo, «Lio canta Caymmi» te fitte che non mancano di re-
sta l’occasione in cui nasce (o te, in quegli anni. Gaber, in lo, periferia nord di Milano, dal voluto (e sponsorizzato) dal nel 1972 a Teatro 10, altro stori- il suo album migliore da (Crammed Discs/Materiali galare qualche chicca (a Mauri-
forse prende corpo) l’idea di particolare, a una dimensione titolo – emblematico – Teatro Piccolo Teatro nella persona co varietà RAI del sabato sera, parecchi anni in qua. Sonori), la cantante por- zio Geri, con Tesi e Marcotulli
fare qualcosa assieme che non teatrale ha sempre guardato incontro. di Paolo Grassi, che crede a in un duetto che recupera ico- Risalta il duetto con toghese Lio rilegge il negli Amanti di Roma, darem-
sia l’incontro di una singola se- con attenzione. Fin dal 1959, Così fra il 15 agosto e il 3 ot- tal punto nello spettacolo e in ne pre-Signor G tipo La ballata Paolo Conte in ‘A mi- repertorio del grande mo la palma per la rilettura più
rata, come per esempio avver- ancora Corsaro (in coppia col tobre 1970, proseguendo con questo nuovo Gaber da insi- del Cerutti, Trani a go-go, Barbe- nestrina, ma l’avvio con Dorival Caymmi, di calzante). E tanta prevedibile
rà ancora di lì a sei mesi per gemello Jannacci), ha portato le date, la RAI trasmette le set- stere, a fine stagione, affinché ra e champagne, Il Riccardo. Volevo scriverti da tanto cui in agosto cade commozione.

87 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 88


In the box
THE METERS:
IL GROOVE DI
NEW ORLEANS
PAG. 94 20
RECENSIONI

MAXIME BENDER MANHATTAN TRANSFER CECILIA SANCHIETTI


«Universal Sky» «The Junction» «La terza via:
CamJazz, distr. Goodfellas BMG, distr. Self The Other Side Of The Coin»
Maxime Bender (sop., ten.), Manu Codja Janis Siegel, Cheryl Bentyne, Alan Paul, BluJazz, blujazz.com
(chit.), Jean-Yves Jung (org.), Trist Curless (voc.), più altri. Nicolas Kummert (ten.), Pierpaolo
Jérôme Klein (batt.). Los Angeles, date scon. Principato (p.), Marco Siniscalco
Colonia, aprile 2017. (b. el., cb.), Cecilia Sanchietti (batt.).
L’omaggio a Tim Hauser è doveroso e i Civitavecchia, data scon.
Buone notizie dalla scena jazz lussembur- Manhattan Transfer dedicano al loro fon-
ghese. Dopo il Reis-Demuth-Wiltgen Trio datore il nuovo, e primo, album dalla sua Al secondo album (il precedente «Circle
(di cui è da poco uscito l’ottimo «Once In A scomparsa. Il leggendario quartetto voca- Time» è del 2015), la giovane batterista ro-
Blue Moon») c’è un altro loro connazionale le, in attività da quarantasette anni, torna a mana offre un saggio di notevole maturità,
da seguire con attenzione. Si tratta di Ben- lavorare in studio in grande spolvero, con che prende corpo in una scaletta compo-
der, che ora sbarca sul mercato con il suo un frizzante repertorio che fa coppia con sta per sette decimi di solidi brani originali
sesto lavoro da leader. La strumentazione degli arrangiamenti carichi di funk, di om- (uniche eccezioni Hang Gliding, di Maria
del gruppo che accompagna il sassofonista breggiature elettroniche e un groove bello Schneider, la jarrettiana Innocence ed
– Hammond B3, chitarra elettrica e batteria sostenuto. Emerging Lands, di Principato) e in una
– potrebbe far pensare a un classico disco Dieci brani nel carniere: si parte, a spron musica capace di forte fascinazione emoti-
groove, leggero, grintoso e ballabile sul ti- battuto, con Cantaloop, cavallo di battaglia va e robusto costrutto melodico. Colpisce,
po di quelli di Jimmy Smith o di Stanley negli anni Novanta degli Us3 (che cam- in particolare, la cura discreta – eppure
Turrentine. Non è così. Nelle note di coper- pionarono e mutuarono Hancock), che evidente – con la quale la leader tiene di
tina Brian Morton fa giustamente osservare sottolinea la sintesi corale del quartetto e vista l’insieme, garantendo in modo sem-
che, col suo eloquio cangiante e mai pre- la perfetta amalgama dei registri vocali. Si plice e naturale la trasmissione di conte-
vedibile, Bender guarda a Wayne Shorter e va nel dancefloor – come anni addietro era nuti niente affatto scontati, ricchi di sfuma-
alla sua concezione dello spazio sonoro. A successo – con Swing Balboa, dove la tec- ture e influenze, aperti e raffinati. Grande
chi scrive è tornato anche in mente un altro nologia fa quadrato con le swinganti voci merito va anche ai compagni di viaggio,
collega di strumento, David Binney, con il evergreen dei Manhattan. A sorpresa arriva soprattutto Principato – sempre brillante,
quale– guarda caso – il Nostro ha collabo- The Man Who Sailed Around His Soul degli ampio e disteso – e Siniscalco – autore di
rato. Colpiscono per la costruzione e per XTC, che guadagna punti grazie all’intrec- corpose torniture, di supporto e non solo
il senso architettonico i dieci brani del cd, cio delle voci e al profondo arrangiamento –, ma anche Kummert, capace di interven-
tutti scritti dal leader a eccezione di Holoce- orchestrale. L’electro-swing fa capolino ti pertinenti; ma non v’è dubbio che il ri-
ne, opera di Klein. Niente assoli torrenziali, nelle pieghe di Shake Ya Boogie. In Some- sultato finale riferisca di un’idea autoriale
piuttosto dialoghi pacati e giochi di spec- times I Do si fa un salto nel passato, con il marcata, anche con specifico riguardo al
chi tra i vari membri del quartetto, dove mid-tempo che decretò il successo plane- suono (ripresa audio di qualità ottima).
Maxime è un primus inter pares. Merito tario del gruppo statunitense; scelta che si Tra i brani ci piace segnalare le intense
sia dell’organo di Jung sia della sei corde ripresenta in Ugly Man (di Rickie Lee Jo- Which Way e Not (In) My Name (notevole
di Codja, a volte usata à la Frisell e sem- nes) ben foderata di modern soul, e in Pa- la parte del tenore), la cadenzata e giocosa
pre funzionale alla struttura del pezzo. Tra radise Within, più d’antan. Nel mezzo c’è Shouting To A Brick Wall, e la più assorta
moderne ballads e momenti ritmicamente anche una rispettosa versione di Tequila. Sweet & Bitter. Una bella sorpresa, per un
più sostenuti dove l’improvvisazione rive- Un disco dalle mille anime, per un gruppo disco espressamente dedicato al coraggio,
ste un ruolo fondamentale, ecco uno dei che ha sempre la capacità di stupire e mai da parte di una musicista che dimostra di
dischi più intelligenti dell’anno. annoiare. averne, insieme alle idee. Da ascoltare.
Franchi Ayroldi Cerini

HENRY THREADGILL JOSHUA REDMAN LYDIAN SOUND ORCHESTRA


IN ARRIVO «DIRT... AND MORE DIRT»
PI RECORDINGS
«STILL DREAMING»
NONESUCH/WARNER
«WE RESIST!»
PARCO DELLA MUSICA/EGEA

HENRY THREADGILL SHEILA JORDAN EMANUELE CISI


«DOUBLE UP, PLAYS DOUBLE UP PLUS» «LUCKY TO BE ME» «NO EYES: LOOKING AT LESTER YOUNG»
PI RECORDINGS ABEAT/IRD WARNER MUSIC/WARNER

LIBRI PAG. 95 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 89


JAZZ

LOU BENNETT LAILA BIALI JUNGSU CHOI ANAT COHEN HUGH COLTMAN PEGGY LEE PEARRING SOUND ENZO ROCCO
«Dansez et rêvez» «Laila Biali» TINY ORKESTER & FRED HERSCH «Who’s Happy?» «The Nelson Riddle «True Story» & FERDINANDO
Phono, distr. Egea ACT, distr. Egea «Tschüss Jazz Era» «Live at Healdsburg» OKeh, distr. Sony Music Sessions» Autoprodotto, FARAÒ
Lou Bennett (org.), Laila Biali (voc., p., tast.), Challenge, distr. Bertus Anzic Records, Hugh Coltman (voc.), David American Jazz Classics, pearringsound.com «Fields»
Elec Bacsik (chit.), George Koller (b. el.), Larnell Ye Jung Kim (tr.), Junyeon anzicstore.com Torkanowski (p., tastiere), distr. Egea Jeff Pearring (alto), Connie Setola di maiale,
Daniel Humair (batt.). Lewis (batt.), Ben Wittman Lee (trne.), Minkyu Cha Anat Cohen (cl.), Freddy Koella (chit.),Matt Peggy Lee (voc.), orchestre Crothers (p.), Ken Filiano setoladimaiale.net
Parigi, estate 1960. (batt., perc.); agg: Ambrose (alto), Sungil Bae (ten.), Fred Hersch (p.). Perrine (sousaphone), James dirette da Nelson Riddle e (cb.), Carlo Costa (batt.). Enzo Rocco (chit.),
Akinmusire, Mike Maher (tr.), Eunmi Ki (fl.), Jungmin Lee Healdsburg, 11-6-16. Singleton (cb.), Raphaël Frank Sinatra. New York, 25-4 e 9-10-15. Ferdinando Faraò (batt.).
Nato a Filadelfia nel 1926 (e Sam Yahel (org.), Glenn (p.), Sungyun Hong (chit.), Chassin (batt.), più altri. Hollywood, aprile e dicembre Registrate dal vivo senza la Cremona, dicembre 2016.
scomparso a Parigi nel 1997), Patscha (org., tastiere), Lisa Sehwa Kang (cello), Joseph Partita doppia per clarinetto New Orleans, 2017. 1957, gennaio 1958. presenza del pubblico, le un-
a poco più di trent’anni Lou Fischer, Jo Lawry, Carlos Han (b. el.), Hyunsu Lee e pianoforte. Appartenenti a dici tracce che compongono Personaggio lontano dalle luci
Bennett trovò la sua Ameri- Ricketts (voc.). (batt.), Jungsu Choi (voc., generazioni e mondi diversi, Il nuovo album dello chanson- Nel 1957 ad attenderla alla l’incisione documentano le della ribalta ma impegnato in
ca in Europa e, lasciati senza Toronto, marzo-ottobre arrangiamenti). due improvvisatori tra i più nier britannico ma parigino di Capitol, dopo cinque anni di ultime esibizioni di Connie progetti didattici e di anima-
troppi rimorsi gli Stati Uniti, 2016. Seul, 10-5-17. prolifici sulla scena in questo adozione – una versione ma- Decca, Peggy Lee trovò nien- Crothers (1941-2016). Allie- zione musicale, in realtà Roc-
non tornò più a casa se non periodo presentano il loro al- schile di Madeleine Peyroux temeno che Frank Sinatra. va di Lennie Tristano e degna co è uno degli strumentisti e
una volta, nel 1964, per esi- Chi ama mettere in scatola i Giovani improvvisatori coreani bum di esordio in coppia. – fa seguito al fortunato «Sha- Non come cantante, ma di- continuatrice del suo pensie- compositori più originali della
birsi al festival di Newport. La generi musicali, sappia subi- crescono. Una bella conferma Dal vivo allo Healdsburg dows», omaggio a Nat «King» rettore d’orchestra. Quella di ro innovativo, la pianista ha scena jazzistica nazionale. Di
sua nuova patria era ormai la to che questo disco gli ren- è «l’orchestra minuscola» gui- Jazz Festival, la clarinetti- Cole che nel 2017 era valso Nelson Riddle. Tanto per farle svolto un ruolo rilevante co- lui gli appassionati ricorde-
Francia, dov’era arrivato nel derà la vita difficile. Sì, perché data da Jungsu Choi. Questo sta israeliana e il pianista e a Coltman il premio come mi- capire quanto puntavano su di me didatta. Non a caso, nella ranno il TubaTrio creato nella
1960 ed era stato accolto a l’organizzazione sonora della brillante ensemble – che in compositore di Cincinnati se glior voce alle Victoires de la lei, i due si misero subito al la- dedica riportata nella coper- seconda metà degli anni No-
braccia aperte diventando «di cantante e pianista di Toron- studio di registrazione allinea la giocano con una scaletta musique jazz. voro e, in meno di una settima- tina interna Pearring – che vanta con Rudy Migliardi (a
casa» in un club prestigioso to è prismatica, così come è una decina di elementi, molti ben equilibrata tra un tris di Questa volta il fondatore degli na, era già pronto «The Man I della Crothers è stato fedele cui poi subentrò Giancarlo
come il Blue Note (ovvero il più che eloquente la nutrita e di più dal vivo – debutta oggi composizioni di lui (compre- Hoax e complice del pianista Love». Un album con canzoni allievo – tiene a sottolinearne Schiaffini) ed Ettore Fioravan-
vecchio Ringside fondato dal variopinta schiera di musici- sul mercato europeo con un sa la lirica Child’s Song), belga Eric Legnini fa rotta firmate dai fratelli Gershwin, Ir- l’influenza decisiva. Inoltre, gli ti. Forse meno conosciute, ma
pugile Sugar Ray Robinson). sti – alcuni assai noti – da lei album che comprende cinque una di lei e quattro evergre- verso New Orleans, in equi- ving Berlin, Sammy Cahn, Je- stessi Filiano e Costa ave- non per questo meno impor-
Bennett aveva iniziato come convocati per le registrazioni. brani tutti arrangiati dal giova- ens che spaziano tra Duke librio tra malinconia e gioia di rome Kern e chi più ne ha più vano già collaborato con la tanti, le sue collaborazioni con
pianista di chiaro stile bop ma Biali tratta con pari riguardo ne leader, un equilibrato mix Ellington e Fats Waller. Non vivere. E per intraprendere il ne metta. La crema, insomma, pianista prima di questa regi- esponenti dell’avanguardia in-
s’era convertito all’organo do- tanto i brani di sua produzione tra sue composizioni e stan- aspettatevi sorprese come viaggio nelle radici della mu- della canzone americana. Ci- strazione. glese come Lol Coxhill, Veryan
po aver sentito suonare Jimmy (buona parte), quanto quelli dard assai riveduti e corretti quelle che ci regalavano nei sica nera si fa aiutare da una liegina sulla torta, Sinatra che Ne risulta un’unità di inten- Weston, Steve Noble e John
Smith. A Parigi era diventato altrui; nel secondo caso at- che fanno riferimento a diver- loro leggendari passi a due i vecchia volpe: il chitarrista e dirigeva il tutto e il risultato fu ti evidente già nell’iniziale Edwards.
popolarissimo, grazie anche tinge dalle ricche dispense se epoche del jazz (Duke El- compianti Steve Lacy e Mal multistrumentista Koella, già uno splendido album, nottur- Round Dance. Suddivisa in Queste frequentazioni trovano
al saldo legame che aveva dei Coldplay (Yellow), David lington, Charlie Parker e Chick Waldron. Certo, Hersch è un collaboratore di personaggi no e malinconico, che antici- tre movimenti (Gathering, riscontro anche in un peculia-
stabilito con Kenny Clarke, Bowie (Let’s Dance) e Randy Corea). artista raffinato, che rifugge del calibro di Bob Dylan, k.d. pava, in qualche modo, «Only Blue Foot Hop, Dis Band), re approccio allo strumento,
e in Francia la sua fama non Newman (I Think It’s Going La big band «tascabile» made luoghi comuni e virtuosismi lang e Willy DeVille. Ne ven- the Lonely» il disco che Sina- la mini-suite è fondata su a tratti influenzato da Derek
temeva confronti con quella di To Rain Today), affrescando il in Seul guarda alle grandi for- inutili (si ascolti, per esem- gono fuori dieci pezzi originali tra avrebbe inciso solo un an- un impianto atonale alimen- Bailey, oltreché dotato di una
un Count Basie o di un Miles tutto con una solida voce e un mazioni degli ultimi decenni. In pio, l’introduzione solitaria (più l’efficace cover di It’s no dopo. «The Man I Love» fu tato da segmenti e clusters innegabile matrice sassofoni-
Davis. tocco pianistico assai deciso. alcuni passaggi del disco, co- a The Peacocks di Jimmie Your Voodoo Working, grande un successo. La voce di Peg- pianistici, possenti arcate e stica. Esplicativo in tal senso
Qui, per la prima volta su cd, Da un lato, infatti, la ragazza me l’originale ripresa di Spain, Rowles). Mentre la Cohen classico di Charles Sheffield) gy Lee s’era fatta più calda e pregnanti pizzicato, un feb- si dimostra già il brano d’a-
troviamo il suo primo album in sa accendere il romanticismo il pensiero corre alla Vienna Art per l’occasione contiene la tra ritmi indolenti, chitarre seducente e furono in tanti a brile gioco percussivo e il pertura, Splinters, meticoloso
trio, inciso con altri due «emi- implicito delle proprie com- Orchestra di Mathias Rüegg, propria naturale predisposi- bluesy e organi soul. Con i rimanerne incantati. La Capi- canto straniante dell’alto, che accumulo di schegge, come
granti» di alto livello come l’un- posizioni, dall'altro è brava a peraltro ringraziato nel libret- zione all’esuberanza e suona suoni degli ottoni da brass tol non perse tempo e, in fret- nel timbro e nella pronuncia appunto suggerisce il titolo.
gherese Bacsik e lo svizzero mettere in luce gli aspetti funk to del cd: gli impasti timbrici mettendosi all’ascolto – e band sempre sullo sfondo. ta, fece incidere alla cantante esibisce tratti riconducibili Approfondiscono l’esplora-
Humair. Organo, chitarra e delle sue scelte e a sciorinare sono debitori di certa musica spesso anche al servizio – C’è qualcosa di nuovo eppure un nuovo disco. Questa volta a Ornette Coleman, Julius zione Flout-Off e Ferdinand
batteria, musica di gran clas- un groove soffuso e suggerito. contemporanea, la voce viene del più anziano collega, come di antico nell’approccio e nella con Riddle a dirigere la sua Hemphill e Anthony Braxton. Solaire, disciplina dell’infor-
se ma anche da lounge bar (le Già in una Go To Love dal ner- usata in funzione strumentale se avesse un pizzico di timo- voce di Coltman, il cui timbro orchestra. «Jump for Joy» uscì Tali elementi arricchiscono male contrapposta al gioco
due cose non si escludono), bo gospel si avvertono, pal- e i cambi di ritmo sono repen- re reverenziale nei suoi con- brumoso e increspato, a tratti, all’inizio del 1958 e fin dal pri- anche altri episodi signifi- percussivo. Nei loro percorsi
da voci sussurrate e tintinnio pabili, rivoli di musica afro-a- tini, nervosi e inattesi. Mentre fronti. Risultato: il disco non fa pensare all’ultimo Sting. E mo ascolto ci si accorse che cativi: il blues stralunato di spigolosi, Mallets e The Glan-
di bicchieri. Rilassante come mericana, così come di quel in altri casi, per esempio What va oltre un elegante esercizio così la sua operazione – che Riddle aveva cambiato le car- Everyday; le ribollenti, quasi ce esibiscono un’unità esem-
un buon massaggio e intri- mainstream che fa muovere il If Ellington Didn’t Take the «A» di stile, non regala particolari evita accuratamente le sec- te in tavola. Niente malinconia, ayleriane Melody 3727944 plare dal punto di vista ritmico,
gante da morire, anche quasi bacino con le sensuali caden- Train, ci ritorna in mente il suo- brividi e neppure aggiunge che della nostalgia – riesce a questa volta, ma tanta voglia di e Spring Thunder; lo swing grazie alla feconda interazione
dopo sessant’anni. Ciliegina ze di Satellite. E lo stesso vale no compatto, energetico e in otoglie niente a quanto già meraviglia. «Who’s Happy?» divertire e divertirsi. Facendo scarnificato di And The Deep con Faraò, che altrove sa an-
sulla torta sono poi le sette per Queen Of The Hearts, che qualche caso ai confini con il sapevamo dei suoi protago- è un gioiellino che si conclu- girare sul piatto Duke Ellington Blue Sea. Un modo intelli- che costruire capaci tessuti
bonus tracks incise da Ben- riporta alla mente l’elegante rock (ci sono chitarra e basso nisti. de degnamente con Little Big e Betty Comden, Jump for Joy gente di interpretare lo spi- poliritmici. Interessante, infine,
nett con altri partner, ma sem- nu-soul che andava di moda elettrici) delle orchestre di Mi- Franchi Man, sognante ninna nanna e I Hear Music. Anche qui, rito del free al di là del suo la costruzione di Golep, basa-
pre rigorosamente in trio. negli anni Novanta. chael Gibbs. che il cantante dedica al suo Peggy Lee se la cavò egregia- contesto storico. ta sul pelog, anagramma del
Borsa Ayroldi Franchi bambino. mente, offrendoci l’altra faccia Boddi titolo e scala pentatonale della
Franchi della sua medaglia. Quella so- musica di Bali e Giava.
lare e sorridente. Boddi
Borsa

90 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 91


JAZZ
Classe 1950, nativo di Detroit, alter ego del pianista. Rag di Scott Joplin. IN THE BOX/ COLONNE SONORE IMMAGINARIE
dal 1989 Siwula vive a New Questa spontanea seduta Per coincidenza, qui due brani
York, sulla cui vitale scena è newyorkese propone un dialo- – Ragtime In Brooklyn e Next
attivo in molti contesti. Inol- go intenso, mai prevedibile e – Time George – si ricollegano CALIBRO 35 gi ai movimenti architettonici un immaginario film dedica-
tre, il sassofonista ha avviato benché Siwula stilisticamente al ragtime, sfalsandone e de- «Decade» d’avanguardia (ArchiZoom) to al grande visionario della
delle collaborazioni con vari sia collocabile nell’ambito costruendone l’impianto e tra- Record Kicks, e rimandi pop, il disco si tra- letteratura francese. Qui il
musicisti europei, come del della libera improvvisazione sportandolo sul terreno della distr. Audioglobe sforma nella colonna sonora compagno di avventure di
resto testimoniano anche le – lontano da pulsioni radicali libera improvvisazione. di un film immaginario. Paolo Fresu e di tanti altri
ultime produzioni per l’etichet- e non privo di alcuni asciut- Boddi ENZO PIETROPAOLI jazzisti fa tutto da solo (a
ta NoFrillsMusic, da lui stesso ti sprazzi melodici. Laddove WIRE TRIO Sempre per restare nel mon- eccezione del cameo finale
gestita. Siwula imbraccia il clarinetto, «Woodstock Reloaded» do del cinema, dopo Matrix di Umberto Petrin): oltre a
Il sodalizio con Troja vanta già il fraseggio aspro e privo di Via Veneto Jazz, Reloaded arriva «Woodstock comporre e a suonare per-
BLAISE SIWULA una base solida, essendo do- orpelli si inserisce in una linea distr. Goodfellas Reloaded»: è questo il nome cussioni e drum set, si ci- TONBRUKET
& LUCIANO TROJA cumentato da «Beneath The che congiunge idealmente il del nuovo progetto disco- menta con il contrabbasso, «Live Salvation»
«Rags To Ragas» Ritual» (con John Murchison Jimmy Giuffre interlocutore di STEFANO BAGNOLI grafico di Enzo Pietropao- il pianoforte, il vibrafono e le ACT, distr. Egea
NoFrillsMusic, al basso), «Sometimes The Paul Bley in «Free Fall» e l’An- «Rimbaud» li con il suo Wire Trio (En- tastiere. L’effetto è una sorta Martin Henderos (p., sint.,
nofrillsmusic.com Journey Is A Vision» e «D’i- thony Braxton protagonista Tuk Music, distr. Ducale rico Zanisi, piano e tastiere, di «Tubular Bells», sonoriz- viol.), Johan Lindström (chit.,
Blaise Siwula (alto, cl.), stante 3» (quest’ultimo inciso con Muhal Richard Abrams di e Alessandro Paternesi, zazione virtuale di pensieri pedal steel), Dan Berglund
Luciano Troja (p.). per la Slam), nei quali figura «Duets 1976», in cui figurava La potenza del wall of sound batteria). Strumenti, sonori- e rime del poeta di Charle- (cb.), Andreas Werliin (batt).
New York, 2-5-16. il chitarrista Giancarlo Mazzù, una versione di Maple Leaf a base di ance e ottoni – so- tà ma soprattutto repertorio ville. Con momenti minima- Stoccarda, 17-11-16.
stenuto da un ritmo Afrobeat vintage la fanno da padroni listi (Suole di vento), sipa-
puro e duro – caratterizza in questo cd dedicato alla rietti ambient ed elettronici A quanto pare, i Tonbruket
IN THE BOX/ CANZONI CHE SALVANO LA VITA Psycheground, brano che leggendaria tre giorni di pa- e omaggi ai ritmi brasiliani riescono a mettere in chiaro
apre le danze di «Decade». ce, amore e musica, che fu (Eternità). Il risultato è molto, il loro verbo tanto in studio
Sesto progetto in studio dei prima un documentario e poi molto anni Settanta. Ma con quanto dal vivo. Questa fre-
le note di copertina del suo milanesi Calibro 35, l’album un disco. Il contrabbassista un autentico fascino. sca incisione live è la chiara
album-omaggio alla signora (il cui titolo suona anche romano (che per l’occasio- Franchi dimostrazione dell’amalgama
Ciccone, l’artista viareggina come omaggio a un noto ne, e non certo per caso, del quartetto, di come il grup-
osserva: «Come cantante, vi- disco di Neil Young) è una suona soltanto il basso elet- po sappia tramare accordi
vo per raccontare storie. Che celebrazione dei dieci anni trico) guida con mano sicura travolgenti, ai confini con ogni
siano mie o che appartenga- di attività della brillante band i suoi attraverso il repertorio cestello musicale. Berglund e
no ad altri, riflettono sempre indie capitanata da Tomma- del festival americano, dove compagni, dal vivo, rendono
qualcosa che ho pensato, so Colliva. Gli undici temi in la dionisiaca Soul Sacrifi- ancora più agitate le acque
che sto sperimentando al scaletta sono una carrellata ce dei Santana incontra la recitando al meglio il loro vo-
momento oppure speranze o attraverso gli elementi distin- Hey Joe resa famosa da Ji- cabolario armonico che s’ap-
sogni che mi hanno accom- tivi che costituiscono la cifra mi Hendrix, passando per gli parenta con la più preziosa
pagnato». Da qui la coraggio- stilistica della formazione e, iconoclasti Who di «Tommy». new wave dark anni Ottanta
MICHAEL sica, come Stephen King), il musica delle radici e rock. E, sa operazione di interpretare al tempo stesso, la proietta- Niente a che vedere con lo (The Missing); che mette in-
MCDERMOTT Nostro non ha avuto la for- anche se il cantautore dell’Il- in chiave jazz i classici della no verso il futuro: si spazia stile e l’approccio dei Doctor sieme gli stilemi della classica
«Out From Under» tuna commerciale sperata. linois non possiede certo l’o- regina del pop, complice il dal crime funk dei nostrani 3, storica formazione di cui il contemporanea europea con
Appaloosa, distr. IRD E così, secondo un copione riginalità dei suoi maestri, l’al- trio costituito da Riccardo film «poliziotteschi» (Super- leader è colonna portante. del sano e roccioso rock, in-
fin troppo prevedibile, è fini- bum ci restituisce una delle Fassi al pianoforte, Luca Pi- Studio, Faster Faster) agli Qui i temi sono ben rico- carnato dalla torrida chitarra di
CHARLOTTE to nel tunnel dell’autodistru- voci più sincere della scena rozzi al contrabbasso e Ales- echi del cosmic jazz di Sun noscibili, certo, ma al grado Lindström (Dig It To The End);
ILLINGER zione, una vita di eccessi tra statunitense attuale. sandro Marzi alla batteria. Ra, dagli accenni alle co- zero e senza fronzoli. E non che tiene a mente la lezione
«But Beautiful» sesso, droga e alcol. Poi, a Dal repertorio della prima lonne sonore hollywoodiane si tratta di semplici cover del patriarca Esbjörn Svens-
Double Moon, distr. Bertus poco a poco, la rinascita: Debutto nel segno della tra- stagione della star spicca- fino agli omaggi ai maestri quanto piuttosto di aggior- son, immagazzinata nelle note
grazie al matrimonio con la dizione jazzistica per Char- no una swingante Material della musica per il grande namenti, di riletture originali scolpite dal pianoforte di Hen-
MICHELA sua collega Heather Horton, lotte Illinger. Alla giovane Girl e la magnifica ripresa schermo come Luis Bacalov dei classici della musica (e deros in Gripe.
LOMBARDI alla paternità e a un disco del vocalist tedesca, che in «But slow-motion di Holiday; ed Ennio Morricone (Am- della cultura) hippy, libere I Tonbruket declinano qui il lo-
«Live To Tell» 2016, «Willow Springs», che Beautiful» è accompagnata mentre tra i brani del perio- bienti e anche la conclusiva dall’ingombrante fantasma ro personale vocabolario, fatto
Dot Time, prende il nome della località dal suo quartetto (Paul Hel- do più maturo ed elettronico Travelers). Ai suoni e alla della nostalgia. Un’operazio- di mille accenti che sembrano
dottimerecords.com nei dintorni di Chicago dove ler, ten.; Jerry Lu, p; Caris si segnalano Frozen (c’è l’o- strumentazione vintage del ne tutt’altro che scontata. piovere da ogni dove: dalla
McDermott è andato a vivere Hermes, cb.; Niklas Walte, spite Don Byron al clarinetto) gruppo questa volta si ag- post-lounge di Nightmusic al
«Senza la musica la vita sa- mettendo poi su uno studio batt.), dà sicurezza cimen- e Music, in cui la Lombardi giungono trombe, violoncelli Viaggia con la poesia, Ste- recupero delle tradizioni fol-
rebbe un errore», diceva di registrazione domestico. tarsi con gli standard. Ma la dialoga con la slide trum- e flauti dell’ensemble Ese- fano Bagnoli: è quella di cloriche che creano un pidgin
Nietzsche. E spesso è vero Ispirato da Springsteen (si sua sfida è arrangiarli a modo pet dell’altro ospite di lusso cutori di Metallo su Carta, «Rimbaud», titolo del nuovo musicale sbalorditivo (Polka
che la musica salva addirit- ascolti, per esempio, la ca- proprio: così passa dalle bal- Steven Bernstein. Un disco che dialoga e arricchisce la album firmato dal batterista Oblivion) sotto le ficcanti
tura la vita, come nel caso valcata elettrica Sad Song) e lads (la title-track) a brani più sensibile, intelligente e dal tavolozza timbrica del quin- milanese. La sua potrebbe corde del violino di Hende-
di Michael McDermott. da John Mellencamp (gli aro- mossi (efficace la ripresa di respiro internazionale. tetto-base. E così, tra omag- essere la colonna sonora di ros. Berglund, già membro
Dell’artista di Chicago esce mi country-folk di Gotta Go Nica’s Dream di Horace Sil- Franchi dell'E.S.T. Trio, tira le fila come
oggi per l’italiana Appaloosa To Work con tanto di chitarra ver, mentre Old Devil Moon solo i giganti sanno fare: con
l’ottimo «Out from Under». acustica, mandolino, banjo e viene eseguita a tempo me- sobrio garbo e incisiva sicu-
Salutato al suo esordio ne- violino), nel suo nuovo lavoro dio), il tutto intercalato da rezza.
gli anni Novanta come «uno McDermott racconta storie di una manciata di composizio- Ayroldi
dei più grandi cantautori del caduta e di redenzione sem- ne originali. Niente di nuovo,
mondo, forse il maggiore ta- pre dalla parte dei perdenti però la ragazza ha sicurezza
lento non riconosciuto del dignitosi. E lo fa con il timbro e talento.
rock’n’roll dell’ultimo ven- vocale roco e vissuto che or-
tennio» (parole di un mae- mai è il suo marchio di fabbri- Madonna, invece, ha cambia-
stro della letteratura, nonché ca. Siamo dalle parti dello sti- to la vita (anche e non solo)
grande appassionato di mu- le detto Americana, un mix di di Michela Lombardi. Nel-

92 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 93


JAZZ Libri
IN THE BOX/ MEET THE BOYS ON THE BATTLEFRONT della Guerra di Secessione; musicale. È curioso notare
e Bowie – sigaro in bocca e che le fortune dell’Art Ensem-

funk e r&b, Africa e Caraibi. per decenni in controversie tensioni interne (salvo poi ri- Grande Musica Nera: smoking – punta la pistola ver-
so l’obiettivo. Quella coperti-
ble of Chicago sono poi passa-
te principalmente per un altro
È musica che dalla metà de- contrattuali di complicatissi- costituirsi, negli anni a venire,
Storia dell’Art na, oltre a rappresentare tutto luogo: l’Europa. Infatti, grazie
gli anni Sessanta – il gruppo ma risoluzione, campionati da in configurazioni e denomina- il senso del gioco dell’Ensem- al sostegno del batterista-or-
era nato verso il 1965 anche centinaia di rapper senza mai zioni assai diverse). I brani che ble, metteva in risalto come la ganizzatore Claude Delcloo,
se il membro più anziano, Art
Neville, era attivo fin dal 1954
vedere un dollaro, i cinque fi-
gli della Crescent City hanno
hanno creato la leggenda dei
Meters sono contenuti in larga Ensemble of Chicago forza del quartetto (al quale
si sarebbe aggiunto Moye di
il vero decollo del gruppo av-
venne a Parigi nel 1969, dove
– ha influenzato una quantità condotto una vita romanzesca parte nel primo cd, da Sophi- lì a non molto) consistesse i quattro furono accolti dalla
incalcolabile di artisti (da Ja- tra disavventure giudiziarie, sticated Cissy a Cissy Strut, di Paul Steinbeck nel suo riunire personalità di- gauche come campioni della
mes Brown a Herbie Hancock grossi problemi di droga e il da Here Comes The Meter Traduzione di Giuseppe Lucchesini verse, benché mosse da una Rivoluzione e del terzomon-
passando per Cannonball Ad- costante desiderio di fuggire Man a Look-Ka Py Py, da Zony Quodlibet, collana Chorus comunione di intenti. Come dismo, ruolo al quale tutto
derley) ma i cui creatori sono da una città quasi sempre in- Mash a Good Old Funky Mu- Pagine 399, € 25,00 la band di Duke Ellington o i sommato si sottraevano. Nel
per lo più rimasti nell’ombra, grata ma i cui stimoli artistici sic, mentre il secondo esplora Beatles. 1978, inoltre, vi fu una seconda
THE METERS tra orgoglio cittadino, senso rendevano impossibile abban- gli anni Reprise (1972-1976) Steinbeck segue la storia svolta con il passaggio alla ca-
«A Message From The di appartenenza a una gran- donarla troppo a lungo. Alla spesi alla frenetica caccia di dell’AEOC fin nei minimi sa discografica tedesca ECM,
Meters: The Complete de tradizione e incapacità fine Nocentelli si trasferirà a un riconoscimento artistico particolari ma, grazie a una che garantiva partecipazione
Josie, Reprise imprenditoriale («We were Los Angeles per dedicarsi in e commerciale sempre sul scrittura assai gradevole, agli utili, ampia diffusione de-
& Warner Bros. Singles» real black and real broke», è prevalenza al jazz, da cui pe- punto di arrivare ma mai defi- non diviene mai pedante. La gli album anche negli Usa e
Real Gone, distr. IRD. la cruda ma efficace sintesi di raltro veniva (è poi apparso nitivamente conquistato: sarà documentazione è ricchissi- organizzazione di concerti.
Art Neville (org., p.), Leo Art Neville). spesso con Kip Hanrahan as- decisiva, nel 1978, la nascita ma, grazie anche all’appor- Ma naturalmente, questi even-
Nocentelli (chit.), George Impiegati da Allen Toussaint sieme al sassofonista Charles dei Neville Brothers (e il suc- to dei musicisti superstiti. E ti furono accompagnati da un
Porter, Jr. (b. el.), Joseph come sezione ritmica di riferi- Neville, fratello di Art e Cyril) cesso planetario giunto solo poi, dalla narrazione l’autore certo talento imprenditoriale
«Zigaboo» Modeliste (batt.), mento per le sue mille produ- e Modeliste, uno dei più imitati nel 1989 con «Yellow Moon») estrapola tre ingrandimenti, che l’Ensemble avrebbe mo-
Cyril Neville (perc., voc). zioni, soprattutto grazie a una ma inimitabili batteristi di ogni per far accendere una buona prendendo in esame un disco strato soprattutto dopo gli anni
New Orleans, 1968-1977. sovrumana capacità di andare tempo, finirà a Oakland. volta, e in maniera definitiva, di studio («A Jackson In Your Settanta, garantendosi la lon-
dritti all’essenza del groove, Questo doppio cd compren- i riflettori su una delle più im- House»), una registrazione dal gevità.
La musica dei Meters poteva i Meters restano ancora per de l’integrale dei singoli ori- portanti dinastie musicali di vivo («Live At Mandel Hall») e Resta da dire che leggendo
nascere soltanto a New Orle- molti – soprattutto in Italia – ginariamente pubblicati per la New Orleans, dalle ramifica- un video (Live From The Jazz Steinbeck si ha la conferma
ans, crocevia di mille culture un gruppo semisconosciuto, Josie – sottomarca della più zioni ben più profonde dell'in- Showcase), il che permette che anche le attività artistiche
e tradizioni diverse. È musica una nota a piè di pagina nella nota Jubilee – e per la Repri- tera famiglia Marsalis, tanto di avvicinare una materia in- obbediscono qualche volta
che ha un piede nel passato e storia della musica afro-ameri- se, più l’unico pubblicato per per citarne una. candescente e non facilmente a quelle che potremmo chia-
l’altro nel futuro, restando però cana. Buggerati da discogra- la Warner nel 1977 quando Anche questa, a pieno titolo, è trattabile quale è la produzio- mare «congiunzioni astrali»
strettamente contempora- fici senza scrupoli, derubati i giochi erano ormai fatti e Grande Musica Nera. ne del gruppo. oppure giochi del Caso. Per
nea e mischiando jazz e soul, dei diritti d'autore, impegolati il gruppo aveva ceduto alle Conti Altro grosso merito di Stein- esempio, la storia dell’AEOC

L
o scorso settembre, nel un disco che l’Art Ensemble beck è stato l’aver sempre sarebbe stata sicuramente
recensirne su Musica of Chicago registrò nel 1969 e posto l’attività dei musicisti in diversa se Lester Bowie non
Jazz l’edizione ameri- che è famoso anche per la fo- relazione con l’ambiente. L’au- avesse sposato la cantante
cana, Enzo Capua si augura- to di copertina: dove Mitchell tore incomincia a seguirli in Fontella Bass, se questa non
va che questo saggio fosse ha in una mano un coltello e paragrafi separati rievocando fosse diventata una star del
tradotto da noi in tempi brevi. nell’altra due dadi; Favors, che le origini familiari, le frequen- soul con la canzone Rescue
La prontezza c’è stata e il libro indossa una tunica bianca e tazioni, gli esordi artistici, e Me, se il marito non le aves-
è stato scelto per inaugurare, un cappello di paglia, regge sottolineando che la «geogra- se fatto da direttore artistico,
presso un editore intelligente una vanga; Jarman potrebbe fia sociale» di Chicago è stata col risultato di una cospicua

il jazz di domani
come Quodlibet, la collana essere un cappellano militare il retroterra della nuova scena disponibilità di danaro: quella
Chorus, curata da Fabio Fer- che avrebbe permesso all’En-
retti e Claudio Sessa; il quale semble di trasferirsi a Parigi.
l'etichetta discografica di Paolo Fresu ultimo è conosciuto e apprez- E cosa sarebbe successo se,
zato dai lettori di Musica Jazz quando le finanze del gruppo
essendone stato a lungo diret- stavano precipitando proprio
www.tukmusic.com tore. Proprio Sessa firma una durante il soggiorno francese,
tukmusic@gmail.com introduzione nella quale, oltre non fosse intervenuto lo psi-
a ripercorrere le vicende italia- chiatra Jean-Paul Rondepier-
ne dell’Art Ensemble of Chica- re? Costui, in forze presso una
go, in primis di Lester Bowie, clinica di periferia ma anche
aggiorna la storia del gruppo. trombettista, diede al gruppo
Perché quando Steinbeck pub- un po’ di respiro ospitandolo
blicò il suo lavoro l’Ensemble proprio in quell’istituto, ne-
pareva ormai cosa del passa- gli alloggi dei medici… Ecco,
to; mentre invece, poco dopo, Steinbeck ha avuto il pregio
Roscoe Mitchell e Don Moye di intrecciare l’aneddoto e la
lo avrebbero resuscitato, in- riflessione, dimostrando che
gaggiando nuovi musicisti (Jo- i cinque dell’Art Ensemble
seph Jarman continua a restar- of Chicago hanno avuto una
ne fuori sia per seri motivi di storia non meno eccezionale
© JEAN-MARC BIRRAUX

salute sia per la sua dedizione della loro musica. E facendo


allo zen e all’aikido). uscire dalla narrazione tutto il
Il titolo americano di questo capitale umano che illuminava
bellissimo lavoro, Message To ciascuno di loro.
Our Folks, riprende quello di Giuseppe Piacentino

GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 95


GIUGNO 2018 a cura di Alceste Ayroldi 9 GIUGNO, TRIESTE / JIM BLACK & ELIAS STEMESEDER 2 LUGLIO, UDINE / DAVE HOLLAND TRIO, CON ZAKIR HUSSAIN E CHRIS POTTER
16 GIUGNO Kone Trio suedtiroljazzfestival.com
UDIN & JAZZ ore 19.30, BRESSANONE
XXVIII ZOLA PREDOSA circolo operaio Santa Maria Klabbes Bank
Udine, Tricesimo, Accordi Disaccordi via Santa Maria, 18 ore 21, tetto società
Cervignano del Friuli, ore 19, azienda Manaresi trentinojazz.com cooperativa del Turismo
varie sedi via Antonio Bertoloni viale Ratisbona, 9
zolajazzwine.it 28 GIUGNO suedtiroljazzfestival.com
28 GIUGNO COSTALOVARA
Barbara Errico 17 GIUGNO ROMA Building Instrument
PER SEGNALARCI EVENTI The Short Sleepers Opi Ambrogio Sparagna ore 21, hotel Weihrerhof
Le informazioni per questo notiziario devono pervenire non oltre il primo giorno del mese precedente la pubblicazione
(cioè entro il primo dicembre per il prossimo numero di gennaio) all’indirizzo notiziario@22publishing.it. 29 GIUGNO ROVERETO ore 21, auditorium via Costalovara, 22
Altri concerti saranno segnalati sul Time Out settimanale pubblicato sul sito musicajazz.it. Disorder at the Border Stefano Colpi Open Trio Parco della Musica suedtiroljazzfestival.com
Kombo-C ore 19.30, viale de Coubertin, 30 LANA
2 LUGLIO circolo operaio Santa Maria auditorium.com Kadri Voorand
1 GIUGNO Udin&Jazz Big Band; via Santa Maria, 18 ore 14,
Dario Carnovale Trio; Dave trentinojazz.com 29 GIUGNO Virgilius Mountain Resort
CORREGGIO Holland / Zakir Hussain / Monte San Virgilio
Zeno De Rossi Zenophilia Chris Potter 22 GIUGNO ALGHERO via Villa, 3
Trio; Pipe Dream 3 LUGLIO Eugenio Finardi suedtiroljazzfestival.com
ore 21, teatro Asioli I vent’anni di Artesuono; BERGAMO & Franca Masu Quartet
corso Cavour, 9 Norma Winstone Quartet; Antonio Faraò Trio; ore 21.30, MISCELLANEA
crossroads-it.org Youn Sun Nah Joe Pisto Organ Trio tenute Sella&Mosca Aperte le iscrizioni per i
GARDA & Ulf Wakenius ore 21.15, piazzetta Bergamo località I Piani Seminari di Nuoro Jazz, che si
Luca Donini Quintet 4 LUGLIO centro jazzalguer.it terranno dal 21 al 31 agosto
piazza Carlotti Presentazione del libro viale Borfuro angolo via XX BOLZANO (entemusicalenuoro.it).
gardajazz.com L’altra metà del jazz di Settembre Eugregio Collective con
MILANO Gerlando Gatto; Forq; jazzclubbergamo.com Pauli Lyytinen and The
Paolo Tomelleri Avishai Cohen Nordic Connection JAZZ ASCONA
e Paolo Peruffo 5 LUGLIO 23 GIUGNO ore 21, TopHaus spa 2018
ore 13, CityLife Quintorigo; via Waltraud-Gebert-Deeg, 7 Ascona, varie sedi
piazza Tre Torri Tony Allen The Source BERGAMO suedtiroljazzfestival.com
associazionemusicaoggi.it 6 LUGLIO Giovanni Mazzarino Quintet 21 GIUGNO
TREVISO eMPathia Jazz Duo ore 21.15, piazzetta Bergamo 30 GIUGNO Philipp Fankhauser
Bebo Ferra
e Paolino Dalla Porta
ore 20.45,
chiesa di San Gaetano
3
GIUGNO
con Art Hirahara;
Serata per Chico Buarque
de Hollanda,
con Susanna Stivali
centro
viale Borfuro angolo via XX
Settembre
jazzclubbergamo.com
BOLZANO
Ikui Doki
ore 10.30, Museion
22 GIUGNO
Paolo Tomelleri Big Band
23 GIUGNO
Roland Guerin Band
HOBBY HORSE
via Carlo Alberto GARDA 24 LUGLIO piazza Piero Siena, 1 con Quiana Lynell;
trevisosuonajazz.it Marcus Miller 24 GIUGNO Nox.3 & Linda Olah Bryan Carter
euritmica.it ore 21 24 GIUGNO
2 GIUGNO ROVERETO piazza Walther Franco Ambrosetti
piazza Carlotti Eastern Border Quartet & Dado Moroni Quartet
GARDA gardajazz.com ROERO con Saverio Tasca ore 21.30, 25 GIUGNO
Giovanni Guidi ROVERETO MUSIC FEST ore 20.30, auditorium castello dei Conti Cacherano Randolph Matthews
& Francesco Bearzatti; Sonata Islands Santa Vittoria d’Alba, del museo Revoltella via Castello d’Osasco 26 GIUGNO
Rosa Brunello / Frank Kommandoh Zeuhl Jazz anfiteatro della via Armando Diaz, 27 jazzvisions.it Alexey Marti’s Latin
Martino / Sergio Pesca ore 19.30, confraternita controtempo.org TRIESTE Project; Luiz Meira
piazza Carlotti circolo operaio Santa Maria Jim Black 27 GIUGNO
di San Francesco
gardajazz.com via Santa Maria, 18 8 GIUGNO & Elias Stemeseder Jeff Tyson & The Ka-
TREVISO trentinojazz.com ore 20.30, auditorium del Nection Band; Chris
Big Band del conservatorio TREVISO 29 GIUGNO TRIESTE museo Revoltella Adkins Band; Kyle Roussel
Venezze diretta da Young Band Steffani con Presentazione del disco Giovanni Guidi Drive via Armando Diaz, 27 & Roland Guerin’s Band
Massimo Morganti Michele Polga; Big Band «Andromeda» ore 20.30, auditorium controtempo.org 28 GIUGNO
con Fulvio Sigurtà conservatorio Steffani Filippo Cosentino del museo Revoltella Paolo Jannacci; JJ Thames;
ore 17.30, loggia dei Cavalieri diretta da Gianluca Carollo 30 GIUGNO via Armando Diaz, 27 10 GIUGNO Sugarpie & the Candymen
via Martiri della Libertà, 48 con Francesca Bertazzo Drums+Drums; Hyper + controtempo.org con Mauro Negri
Roberto Gatto Trio Hart 6 LUGLIO ROMA 29 GIUGNO
ore 20.45, auditorium ore 17.30, loggia dei Cavalieri William Lenihan 9 GIUGNO Patti Smith Francesco Salvi: Louis
degli Spazi Bomben via Martiri della Libertà, 48 & Filippo Cosentino con ore 21, auditorium Prima, Jimmy Durante,
via Cornarotta, 7 Roberto Gatto Trio Quartetto Effe BERGAMO Parco della Musica Salvi Dopo; Frank Salis
trevisosuonajazz.it ore 20.45, auditorium 7 LUGLIO Alessandro Carabelli viale de Coubertin, 30 & Michael Watson;

3 GIUGNO
degli Spazi Bomben
via Cornarotta, 7
Il jazz visivo, a cura di
Alceste Ayroldi;
Music Ensemble
ore 21, sala sopra
auditorium.com
ROVERETO
30 Serena Brancale
30 GIUGNO
© JOSEP MARIA PALOU
© ENRICO MENICHINI

trevisosuonajazz.it Raw Frame Porta Sant’Agostino Ottomani Re:Funk con Pee Wee
GIUGNO
GARDA roeromusicfest.com viale delle Mura ore 19.30, PEE WEE ELLIS Ellis; Ellen Birath &
Hobby Horse: Dan 7 GIUGNO milleunanota.alba@ jazzclubbergamo.com circolo operaio Santa Maria ASCONA Shadow Cats & Trio
Kinzelman, Joe Rehmer, libero.it OSASCO via Santa Maria, 18 jazzascona.ch
Stefano Tamborrino TRIESTE Klaus Lessmann Quartet trentinojazz.com

96 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018 GIUGNO 2018 MUSICA JAZZ - 97


CODA BOTH SIDES OF THE COIN

Trovare nuovi linguaggi:


la missione del jazz attuale
Ethan Iverson e Ambrose Akinmusire da un lato, i Bang on a Can e il Kronos
Quartet dall’altro, sono tra i tanti alla ricerca di strade non ancora percorse
di Enzo Capua
foto di Jimmy Katz

S
e c’è stata una corrente stilistica do: il Lincoln Center, la Carnegie Hall e il qualificati, come Ethan Iverson o Ambro-
nel jazz che ha creato forti contro- Jazz at Lincoln Center. Tutti e quattro que- se Akinmusire, di avvicinarsi decisamen-
versie da decenni a questa parte, sti illustri luoghi si trovano nello spazio te verso le strutture tipiche della classica
forse anche più della cosiddetta fusion, di un fazzoletto, in termini newyorkesi. o della cosiddetta musica contempora-
cioè il connubio fra jazz e rock, questa Non è questa la sede per una recensione nea. Si diceva dei risultati: gli sforzi sono
è l’unione fra jazz e musica classica. dell’Ecstatic Festival, che d’altronde sa- notevoli, e spesso premiati dal pubblico,
L’abbraccio fra due visioni della stessa rebbe fin troppo estesa, ma qui si vuole i linguaggi si intersecano e si sviluppano
materia così diverse, a volte antitetiche, puntare l’attenzione sulla rinascita della in maniera sempre più convincente, tan-
ha creato nel tempo molti detrattori e an- Third Stream, che a dire il vero è ancora to da non riuscire spesso a definire dove
che tanti estimatori. Se in passato l’idea abbozzata ma dà segni di grande attività. emerga il jazz o altro. Una cosa è sicura:
di base, a volte malcelata, era quella di l’improvvisazione è fortemente limita-

S
dare del rigore e della nobiltà a una mu- e, da un lato, il Kronos Quartet e i ta. E questo è un aspetto che gli amanti
sica, il jazz, che ancora – e con ignorante Bang on a Can e i loro derivati rap- del jazz raramente mandano giù. E non
snobismo – veniva considerata «leggera» presentano lo sforzo più concreto possiamo che essere d’accordo, almeno
o «da ballo» (come si leggeva persino in dal lato «classico» di propendere verso fino a quando qualcuno ci sorprenderà
certe blasonate enciclopedie in odore le forme più propriamente jazzistiche, sul serio con un colpo di genio. Il che,
di razzismo); oggi quegli stessi intenti dall’altro abbiamo potuto piacevolmente possiamo dirlo con una certa sicurezza,
stilistici stanno ritornando alla ribalta sorprenderci dei tentativi di jazzisti ben non tarderà ad arrivare.
in una veste nuova, culturalmente più
evoluta. Negli anni Cinquanta fu Gunther
Schuller a stigmatizzare, anzi proprio
a codificare, quella nuova corrente del
grande fiume del jazz, dandogli il nome
di Third Stream. Oggi quel termine non
si usa più, ma un tempo fu abbracciato
con risultati a volte eccellenti (come nel
caso di John Lewis o Bill Russo), a volte
decisamente mediocri. Ancora una vol-
ta, però, si cercava in qualche modo, pur
con intenti sinceramente artistici, di da-
re una veste più acconcia, formalmente
accurata, a qualcosa che per sua natura
voleva sfuggire a quegli accademismi.
Quindi il ritorno della Third Stream di og-
gi vuole essere slegato da quelle gabbie
strutturali per trovare una soluzione ric-
ca nel linguaggio, senza dovere andare
a scapito della qualità creativa. I risulta-
ti sono di nuovo alterni, ma l’interesse
per le forme musicali contemporanee e
i loro possibili sviluppi ci impongono di
seguirne da vicino le vicende, soprattutto
quando vengono proposte in serie e con
abbondanti novità. È il caso dell’Ecstatic
Music Festival, del quale abbiamo già
© JIMMY KATZ/CORTESIA ETHAN IVERSON

parlato in passato ma che è diventato or-


mai una vera e propria istituzione a New
York nel periodo invernale e primaveri-
le. Quest’anno il programma del festival ETHAN IVERSON
è apparso più esteso ed ambizioso, con L’ex pianista dei
Bad Plus è uno dei
circa tre mesi di concerti alla Merkin Hall musicisti più attivi nella
del Kaufman Music Center, cioè a due odierna mescolanza
passi dalle tre istituzioni più famose in dei linguaggi.
città per le musiche di cui stiamo trattan-

98 - MUSICA JAZZ GIUGNO 2018


Foto: Vinícius Giffoni

Que Bom
Stefano Bollani
Stefano Bollani, pianoforte
Jorge Helder, contrabbasso
Jurim Moreira, batteria
Armando Marçal, Thiago da Serrinha, percussioni

Special Guests:
Caetano Veloso, Hamilton de Holanda,
Jaques Morelenbaum, João Bosco

Que Bom: un bouquet di fiori, melodie e ritmi.


Un inno gioioso alla vita composto da brani
originali inediti di Bollani ispirati al mondo
musicale brasiliano.

AL 1001
Distribuzione esclusiva
DUCALE snc Via per Cadrezzate, 6 - 21020 BREBBIA (VA)
Tel: 0332 770784 - 770189
info@ducalemusic.it www.ducalemusic.it stefanobollani.com

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