n° 102
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Agosto - Settembre 2018
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Bimestrale
Agosto - Settembre 2018
Rubriche
Scatole 62
Accessori 64
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Thomas Abbondi il 17/09/2001 al n° 39. Tutti i diritti sono riservati. Tel +3902/66030400, FAX +3902/66030269
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ndando a scavare in fondo a uno scatolone ho tirato fuori il vecchio Grumman Albatross Monogram, riproposto di
A recente da Revell. Nessuno lo fa in 1/72 e siccome da tanto tempo volevo realizzare la versione iniziale ad ala corta, mi
sono dilungato nei ragionamenti su come procedere con il taglia & cuci.
Il ragionamento, complice un momento di relax, è andato un po' per gli affari suoi: abituato ai modelli attuali, ritrovarsi tra
le mani un kit che ha grossomodo la mia età dà una strana sensazione.
Per decenni i modellisti si sono dannati l'anima per cercare di migliorare questi plasticoni nel tentativo di cavarne qualcosa
di presentabile. Errori, approssimazioni, grossolanità, giocattolosità, tutte seccature all'ordine del giorno.
Su tutti questi difetti si è sviluppata una discreta industria dell'aftermarket, dapprima con vacuform e metallo bianco, poi con
fotoincisioni e quindi con le resine.
Giungere al completamento del montaggio era la sfida principale, scervellarsi per risolvere i problemi, diventare matti per far
coincidere i vari set era l'impegno principale dell'hobby.
Negli anni recenti i kit sono diventati superlativi, certo qualche errore c'è sempre ma è robetta; nella stragrande maggioran-
za dei casi le scatole di montaggio di ultima generazione sono da urlo. Ogni anno l'asticella dello stato dell'arte viene spinta
un po' più in avanti: ti vanno a scovare dettagli che manco nei sogni erotici più spinti avresti pensato di realizzare.
Ottenere un montaggio corretto è piuttosto facile e il risultato in genere va dal pienamente soddisfacente allo strepitoso.
Non so se l'evoluzione del nostro hobby abbia preso una piega beffarda, ma se fino a poco tempo fa il problema era quello di
correggere la sagoma della torretta, ora ci si interroga sulla esatta sfumatura della polvere del Sinai.
È pur vero che il modellismo statico è fatto da molta estetica e, tutto sommato, se non sudiamo sul pezzo in qualche modo non
lo sentiamo veramente nostro, però l'ago si è spostato interamente sulla finitura, sull'invecchiamento, sulla colatura di polve-
re mista ai fumi e alle chiazze di carburante. Insomma 'sto fango che ricopre i cingoli è fichissimo, molto meglio di quello vero.
Non riesco ad apprezzare del tutto le implicazioni di questo trend nel nostro hobby, ma certamente è un aspetto da valutare.
Nel mondo del figurino storico ad esempio la ricerca dell'effetto si è spinta molto avanti, verso un ideale iperrealismo, sconfi-
nando però sovente nella caricatura.
Forse non è il caso di realizzare caricature di Panzer IV o di Me.109.
Forse l'invecchiamento, o meglio il weathering, pur necessario per elevare la vile plastica al pathos, all'emozione, alla fedele
riproduzione storica, andrebbe un po' ripensato verso una maggiore sobrietà.
Thomas Abbondi
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di Jezz Colemann
1/48 KINETIC
La costruzione è iniziata assemblan- laterali che si può mettere in risalto riore e poi alle prese d’aria.
do il seggiolino eiettabile, composto durante la colorazione. Il cockpit Queste ultime non combaciano molto
da sei parti e all’apparenza piuttosto comprende la pedaliera, la barra e la bene, nulla che un poco di stucco e
gradevole; mancano le imbracature, paratia posteriore da incollare alla carta abrasiva non possano sistema-
che vanno aggiunte. vasca. re.
La vasca in un sol pezzo ha del det- Il cockpit viene inserito nelle semifu- Le ali a delta sono state private dei
taglio fine in rilievo sulle consolle soliere assieme al vano carrello ante- riscontri per meglio poterle fissare
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Montaggio
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42DIªZIONE
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Montaggio
SEGGIOLINO
Il seggiolino del kit è veramente troppo basico e denuncia chiaramente di Paolo Cattaneo
l'età. Non esistono set aftermarket e visto che era prodotto direttamente
dalla Vought e montato unicamente da questo strano e particolare veli- Modellisti Statici Canavesani
volo il ricorso all'autocostruzione è l'unica possibilità. Ho trovato sul web
alcune foto del seggiolino smontato, che mi sono state utilissime per
definire le forme e gli ingombri, in particolare il sito 1/48 HOBBYCRAFT
www.ejectionsite.com/ , e ho utilizzato plasticard, strip e rod Evergreen
per la costruzione, mentre le cinture sono state ottenute da lamina di
piombo adesiva. Ne ho recuperato un rotolo molti anni fa in una merce-
ria e non ho la più pallida idea dell'uso cui fosse destinato originaria-
mente, ma per le cinture è eccezionale; purtroppo non sono più riuscito
a trovarla e ne sto centellinando l'uso con molta parsimonia.
ABITACOLO
L'abitacolo, a differenza del seggiolino, è passabile e ho quindi
deciso di utilizzarlo così come era valorizzandolo solo con una
buona verniciatura in Interior Green della Gunze scurito legger-
mente con due gocce di Tire Black, che mi è servito anche per le
consolle laterali. Ho scelto di lasciare praticamente da scatola l'a-
bitacolo confidando sul fatto che l'attore principale della scena
sarebbe stato il seggiolino con la sua complessità.
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ESTERNO ABITACOLO
Se si sceglie di lasciare il tettuccio aperto bisogna dettagliare la zona dietro il seggiolino ricostruendo l'attua-
tore che lo faceva scorrere e le relative guide sui lati dell'abitacolo, insieme a uno piccolo scarico sul lato
destro. Onestamente non sono riuscito a risalire al suo uso anche facendo ricerche, suppongo facesse parte
dell'impianto di condizionamento del velivolo, in ogni caso sull'aereo c'è e quindi va ricostruito. Ho anche
abbassato la palpebra del cruscotto di qualche mm e ricostruito il collimatore del kit, che era davvero spro-
porzionato nelle misure.
TETTUCCIO E PARABREZZA
Uno degli errori più gravi di questo kit si trova nel parabrezza, che presenta uno scalino mentre il velivolo reale
aveva una linea dal muso al montante del parabrezza quasi lineare.
La soluzione più semplice è quella di acquistare il kit vacuform della Squadron mentre l'alternativa, che ho pra-
ticato, è quella di carteggiare la plastica, per fortuna abbastanza spessa in quel punto, fino ad arrivare ad avere
una linea continua. I montanti del tettuccio li ho ricostruiti tagliando delle strip dal nastro adesivo d'alluminio
reperibile in un qualsiasi Brico center e punzonandoli con uno spillo per simulare i rivetti. Anche la zona infe-
riore del tettuccio va ricostruita dato che a causa del suo carrello anteriore molto alto il Cutlass a terra aveva
un assetto molto cabrato e la zona rimane molto visibile.
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Montaggio
PRESE D'ARIA
Sulle prese d'aria gli sfoghi di evacuazione del gas dei cannoncini sono
appena accennati. Avevo pensato in un primo tempo di lasciarli così e di
valorizzarli in seguito con una buona verniciatura e dei lavaggi. Per for-
tuna mi sono reso conto presto che avrei commesso una sciocchezza e
ho rimediato forando con una punta da minitrapano e rifinendo con delle
microlime per rendere i fori perfettamente quadrati. Anche l'incollaggio
delle prese d'aria alla fusoliera non è molto agevole e necessita di parec-
chio lavoro di carteggiatura "pesante". Tutto questo comporta la perdita
delle pannellature, che ho poi reinciso e corretto dove serviva, in parti-
colare attorno ai fori precedentemente fatti. Quelle che nella realtà erano
delle prese d'aria presenti in coda vicino ai motori, nel kit sono simulate
con delle semplici bugne. Ne ho asportata la parte anteriore per circa 4
mm ricostruendone l'ingresso sagomando del plasticard da 0,5 mm
seguendo il profilo della presa d'aria; un po' di stucco e il "trucchetto"
per simularne l'apertura era a posto.
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UGELLI DI SCARICO
Gli ugelli di scarico del motore sono molto basici e li ho dettagliati rico-
struendo i petali e la corona che li circonda, verniciandoli poi con Jet
Exhaust della Alclad al quale è seguito un lavaggio a olio con terra di
Cassel.
CARRELLI
Il carrello anteriore è troppo alto e va
accorciato di un paio di mm. L'ho taglia-
to all'altezza dell'ammortizzatore, accor-
ciato e reincollato inserendo dei pernetti
d'acciaio all'interno. Cogliendo l'occa-
sione ne ho approfittato per posizionar-
lo leggermente sterzato a sinistra, rico-
struendo quindi anche il compasso anti-
torsione e gli attuatori dello sterzo.
Come per il carrello principale i cavi
idraulici sono in filo di stagno per salda-
tura. Un minimo di dettaglio va fatto
anche nel vano carrello anteriore, visto
che rimane particolarmente esposto
data la posizione cabrata dell'aereo.
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Montaggio
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Montaggio
PRE-SHADING E VERNICIATURA
DETTAGLI
Prima della verniciatura vera e propria ho eseguito
un pre-shading con Gunze H416 Black Gray, ripas-
sando poi il centro dei pannelli con il bianco Gunze
H11. Lo stesso colore è stato usato per gli alettoni e
per fungere da fondo al giallo Tamiya XF3 delle tip
alari e delle derive. Il muso e le linee nere sulle deri-
ve sono in Gunze H77 Tire Black, mentre la sede
degli slat è in rosso Gunze H3.
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Montaggio
BASETTA
La portaerei USS Bon Homme
Richard era un'unità della classe
Essex entrata in servizio nel 1944;
partecipò alle fasi finali delle batta-
glie del Pacifico. Ritirata dopo la
fine del conflitto mondiale, fu
rimessa in servizio allo scoppio
della guerra di Corea. Come le altre
portaerei della sua classe mante-
neva il ponte di volo in legno e per
riprodurlo ho usato un pezzo di
compensato che ho inciso con un
punteruolo per ricreare il tavolato.
Normalmente i ponti venivano ver-
niciati di grigio o di blu scuro, non
riuscendo a capire in questo caso
di quale colore si trattasse ho deci-
so di ricorrere a un trucchetto
usando un grigio scuro e applican-
do poi un generoso lavaggio a olio con grigio di Payne che, a dispetto del nome, ha una forte predominanza
blu, ottenendo in questo modo un ponte che potrebbe essere un grigio scurito o un blu schiarito dalle intem-
perie. Spero perdonerete questa mia piccola licenza.
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Gli eventi bellici del secondo conflitto mondiale sono stati carat-
terizzati da molti fattori: luoghi, battaglie, condottieri, vittorie,
sconfitte, mezzi terrestri, navali e aerei.
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Montaggio
Alcuni dei protagonisti sono assurti ti, letali e, perché no, leggendari sia
agli onori della storia per le loro gesta stato il Lockheed P-38 Lightning. di Carlo Beltramini
fino a diventare delle vere e proprie
leggende; così è stato per i generali: IL P-38 LIGHTING
Rommel, Patton, Montgomery; altret- foto di Monica Tarocco
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tanto per: la jeep Willis, i carri armati Prese origine da un progetto del
Sherman e Tiger, la corazzata giap- 1938, periodo in cui erano ancora HASEGAWA
ponese Yamato e le portaerei ameri- lontani i venti di guerra, così allo
cane impiegate nel Pacifico. scoppio del secondo conflitto mon-
In campo aeronautico, molti velivoli si diale si trovò già a un buon livello di
contraddistinsero; pochi però furono sviluppo e mise subito in luce le sue
presenti dall'inizio della guerra fino al doti. Per realizzare questo velivolo la prodotta nel maggior numero di
termine e ancora meno furono quelli Lockheed impiegò il meglio della tec- esemplari e in grado di spingere il
presenti in tutti i teatri di operazioni. nica dell'epoca, con l'innovazione dei Lightning ben oltre i 660 km/h,
Senza togliere merito ad altri aerei, motori dotati di turbocompressori e la ponendolo quindi tra i più veloci aerei
siano stati essi alleati (Spitfire) o struttura a doppio trave di coda, che con motore a pistoni del periodo.
dell'Asse (Messerschmitt 109, Zero), fu anche l'elemento estetico che L'apparecchio, dalla struttura intera-
si può senz'altro affermare che uno maggiormente contraddistinse il mente metallica, era dotato di carrel-
dei più versatili, longevi, onnipresen- Lightning facendogli meritare vari lo triciclo anteriore e di freni aerodi-
appellativi dagli avversari, tra cui: namici che risolvevano i problemi di
"diavolo dalla coda biforcuta". compressibilità strutturale e stabilità
I propulsori erano due Allison, raf- nelle picchiate ad alta velocità.
freddati a liquido, con struttura a 12 L'armamento, costituito da un canno-
cilindri a V, capaci ciascuno di una ne da 20 mm e quattro mitragliatrici
potenza che andava dai 1150 HP ini- calibro 0.50", tutti concentrati nel
ziali fino ai 1600 HP della versione L, muso, perfettamente in asse con la
direzione del velivolo e la visuale del
pilota, costituiva una combinazione
che dava al P-38 un notevole poten-
ziale in combattimento ed eccellenti
chance di abbattere gli aerei avver-
sari; oltre a ciò, l'apparecchio poteva
alloggiare serbatoi ausiliari, carichi di
caduta e razzi in piloni e rastrelliere
sub alari.
A dimostrazione della bontà del pro-
getto originale, del P-38 vennero rea-
lizzate anche versioni per la ricogni-
zione fotografica avanzata (F5), capo
formazione per bombardieri, segna-
lamento obiettivi (Pathfinder) e la
caccia notturna (P-38M).
Il volo del primo prototipo avvenne il
27 gennaio 1939 e la produzione in
serie iniziò nella primavera del 1941,
consentendo di approntare entro il
1945 un considerevole numero di
esemplari, per la precisione 9.942.
Il P-38 fu un caccia intercettore
pesante, per usare un termine attua-
le si potrebbe definire da "superiorità
aerea", dotato di elevatissima veloci-
tà, grande autonomia e poderoso
armamento. Non molto agile nel
combattimento manovrato, sembrava
costruito appositamente per l'impiego
sulle interminabili distanze del fronte
del Pacifico, dove effettivamente
eccelse ne confronto con i pur temuti
Zero giapponesi. La condizione idea-
le del confronto con gli avversari era
l'attacco in picchiata: la combinazio-
ne di elevata velocità unita alla capa-
cità del pilota di portarsi alla giusta
distanza di collimazione permetteva
in un solo passaggio, affidandosi
all'impressionante volume di fuoco, di
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FUSOLIERA-COCKPIT
Le modifiche consistono nell'inserimento del set Aires, che apporta un dettaglio veramente superlativo. Per
poter posizionare il set è necessario assottigliare, tagliare e adattare la fusoliera del kit; laboriosa la sostitu-
zione della palpebra antiriflesso e sono necessarie innumerevoli prove prima dell'incollaggio definitivo.
Intelligente la scomposizione del pavimento dalle pareti laterali, che consente un'agevole colorazione dei det-
tagli.
Bello il seggiolino, al quale è comunque opportuno autocostruire l'intelaiatura posteriore in tondino di rame
sagomato; decisamente meno valide le cinture, sostituite con altre della Eduard, in fotoincisione.
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Montaggio
Il parabrezza e il lunotto posteriore sono quelli originali del kit, che dopo averli passati nella cera Future e col
compound Tamiya sono notevolmente più trasparenti del set Squadron, anche se di maggior spessore; alcu-
ni frame interni ed esterni sono realizzati con sottili strisce di decal trasparente verniciata (verde all'interno e
alluminio all'esterno), successivamente applicate sui montanti. Gli interni sono colorati con Interior Green,
acrilico della Gunze; la profondità e il risalto dei particolari sono ottenuti mediante lavaggi con colori a olio e
dry-brush con tonalità più chiare.
Le volate delle armi provengono dal set in ottone della Mast, dal realismo eccezionale.
Per impedire che il modello, una volta terminato, si "sieda" sulla coda, il kit è corredato di un segmento di
sprue trasparente da inserire sotto il piano orizzontale posteriore; soluzione improponibile, bizzarra e scarta-
ta a priori. Dopo aver calcolato il peso occorrente, si zavorra il muso inserendo dei piombi da pesca nel
muso, immediatamente davanti al cockpit e nella parte anteriore delle due semifusoliere, per un totale di
circa 30 grammi; da sottolineare che, nella realtà, il P-38 a riposo a terra assumeva un aspetto "cabrato" e nel
calcolo dei pesi si deve tener conto anche di questa aggravante, che troverà conferma a modello ultimato.
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Le coperture dei compressori sono in resina (Quickboost), il cui dettaglio è senz'altro migliore del corrispon-
dente pezzo del kit, ma anche queste richiedono qualche intervento di adattamento.
IL SOGGETTO
Il P-38 è uno degli aerei su cui si può
reperire un'infinità di documentazio-
ne, profili e livree alle quali ispirarsi;
al tempo stesso le varie scatole di
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CARRELLI
Il particolare aspetto "cabrato" che assumevano i P-38 a terra era dovuto allo sbilanciamento della struttura
rispetto alla collocazione del carrello principale; in taluni casi le derive arrivavano quasi a sfiorare il terreno con
la parte inferiore e il carrello anteriore era alla massima estensione. Dato che nessuno dei kit attualmente in
commercio rappresenta tale particolare, l'unica soluzione è quella di autocostruire completamente il carrello
anteriore, utilizzando dei tondini di ottone concentrici, tagliati a misura e opportunamente sagomati a mano; in
questo modo si ottiene la massima estensione dell'ammortizzatore anteriore e la giusta inclinazione di tutto il
modello; questo accorgimento consente inoltre di sterzare a piacere la ruota.
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COLORAZIONE
Per l'esterno sono state impiegate cinque tonalità di colore metallico Alclad: Alluminium, Duralluminium, White
Alluminium, Polished Alluminium, Magnesium, oltre a giallo acrilico (Tamiya) per le derive, Olive Drab (Gunze)
per i pannelli antiriflesso e rosso acrilico (Gunze) per le ogive delle eliche.
Preventivamente si stende una mano di fondo generale bianco Alclad, che aiuta a identificare eventuali imper-
fezioni.
La posa dei vari colori metallici è intervallata da attente mascherature con nastro di carta, per differenziare le
singole pannellature.
I P-38 ebbero un'intensa vita operativa e quindi è opportuno applicare il weathering, che conferisce all'insieme
un aspetto più realistico e meno "piatto".
Per mettere in risalto particolari e pannellature si utilizzano lavaggi selettivi con colori a olio diluiti con tre-
mentina e a polveri di pastelli per artisti.
colore rosso e dalla parte esterna minando la sua carriera con un inci- unica, di vedere l'esemplare da tutti i
delle derive dipinta in giallo; a tutto dente in fase di atterraggio, dal quale punti di osservazione.
ciò si aggiunge una caratteristica il pilota uscì senza gravi conseguen-
"nose art". La fonte è: P38 Lightning ze. La scelta di questo soggetto ha IL MODELLO
at War-part II (Cartograph) che illu- permesso di sperimentare varie tona-
stra sei esemplari, commercializzata lità di colori metallici ottenute con la Il kit utilizzato è in plastica a iniezio-
dalla polacca Kagero (art. 15033), gamma Alclad II. Di questo esempla- ne, prodotto dalla giapponese
corredata di un bel libretto con trittici re, nel web esiste anche un rendering Hasegawa. Pur essendo ancora la
a colori e relative decal. Il velivolo che, al di là della precisione storica miglior scatola di montaggio in com-
partecipò operativamente al conflitto non proprio ineccepibile, dà comun- mercio, risale agli anni Novanta e
e conseguì quattro abbattimenti, ter- que la possibilità, praticamente mostra un dettaglio ben diverso da
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Montaggio
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Il kit contiene un foglio decal che però, dato il film troppo spesso e
ingiallito, è risultato inutilizzabile, pertanto si fa ricorso a vari fogli
aggiuntivi (Aeromaster 48-058, Microscale 48-24, Kagero 15033).
Particolare attenzione va posta nel taglio delle decal che si trovano
sulle derive posteriori.
La posa delle decal si effettua con l'ausilio degli ottimi liquidi
Microscale.
l'apposita "Rosie the riveter" e con travi di coda, con numerose correzio-
l'ausilio di opportune guide in allumi- ni e rifacimenti (compreso qualche
nio, sfruttando i disegni riportati in inevitabile arrabbiatura) da apporta-
scala 1/48 nel volume n. 28 Aero re, ma che a modello finito e verni-
Detail; inutile precisare che la fase è ciato offre un realistico effetto.
laboriosa e non priva di difficoltà,
soprattutto sulle superfici curve e sui
SKYMODEL
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Montaggio
di Giuseppe De Giorgio
1/72 ITALERI
Conoscendo il kit mi sono dotato di ed eventuali mix ho deciso di acqui- del modello; devo dire che il colore
fotoincisioni e grazie al regalo di un stare il set dedicato al Su-34 della proposto per le foto che ho potuto
amico anche di qualche parte in resi- Akah. Sono quindi partito dando il pri- vedere risultava troppo chiaro e ho
na. mer su tutto il modello e sugli arma- preferito scurirlo di qualche tono.
menti; aspettato il giorno seguente L’operazione successiva è stata
MONTAGGIO per la completa asciugatura ho inizia- quella di preparare la parte superiore
to con le lumeggiature del pre-sha- della fusoliera per le prime macchie
Come al solito, dopo aver dato una ding. Dopo aver effettuato qualche della mimetica; per tutte e tre le tona-
bella occhiata alle istruzioni sono prova con la diluizione e la pressione lità di azzurro mi sono avvalso del
partito con la cabina, sostituita com- per prendere la mano con questi Patafix per delimitare i contorni, par-
pletamente con quella Pavla e arric- nuovi colori, ho iniziato con il fondo tendo dal più chiaro che è lo stesso
chita con fotoincisioni Eduard; per far
ben combaciare la parte superiore
con la quella corrispondente della
fusoliera bisogna limare la parte
interna di quest’ultima.
Successivamente sono passato
all’assemblaggio delle due semifuso-
liere, andando a sostituire le due
derive perché quelle del kit sono trop-
po grandi. La fase di stuccatura e
reincisione delle pannellature perse
mi ha portato via abbastanza tempo.
Terminato anche questo passaggio
sono passato all’autocostruzione di
tutti i discharger presenti sulle ali e
sui piani di coda, usando fili di rame
da 0,1 mm, antenne (ho utilizzato fili
metallici e anche un ago di siringa
tagliato a misura) e fotoincisioni. Per
questi passaggi sono state indispen-
sabili le foto cercate in rete.
Mi sono quindi dedicato al montaggio
dei carrelli (a quello anteriore ho rico-
struito la scaletta con fil di ferro) e dei
vari armamenti, senza particolari
intoppi. Anche gli ugelli hanno ricevu-
to una buona dose di lavoro, che alla
fine mi ha molto gratificato.
COLORAZIONE
Lo schema mimetico è quello della
boxart, a tre toni di azzurro per la
parte superiore e azzurro per quella
inferiore.
Dopo varie ricerche online su colori
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BASETTA
La scelta della basetta è stata lunga
ed è arrivata a modello già inoltrato,
anche per quello che riguardava le
dimensioni non volendo che il model-
lo si “perdesse”. Allo stesso tempo
avevo in mente una scena che lo
valorizzasse.
L’ho quindi ambientato in un par-
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Montaggio
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Montaggio
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Avro Shackleton
AEW.2
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Montaggio
di Angel Expósito
1/72 REVELL
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Montaggio
vita giocando con diversi toni sulle come l’H-335 (Medium Sea Grey). In Sulle ali si realizza un procedimento
varie superfici. questo modo si ottiene una certa simile accentuando il contrasto nelle
varietà del colore di base. L’idea è zone più ampie. Le gondole ricevono
Si inzia colorando il velivolo con l’H- quella di creare un pattern casuale lo stesso trattamento. In alcune zone
333 (Extra Dark Sea Grey). Sopra senza seguire uno schema stabilito. delle superfici alari vicine alle gondo-
questo si applica l’H-331 (Dark Sea Anche se risulta eccessivo, dal punto le motore diamo del nero molto dilui-
Grey) solo lungo certi pannelli e su di vista ottico appare comunque inte- to a forma di chiazze per accentuare
alcune zone scelte. Si ripete il proce- ressante. il processo finale di invecchiamento
dimento casuale con l’H-305 (Grey con gli oli. Con lo stesso principio
FS36118) e con altri toni di grigio
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Montaggio
Avro Shackleton
AEW.2
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TUNNAN
SAAB J29F
F3 WING, MALMEN/LINKÖPING,
SEPTEMBER 1956
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Montaggio
di Kamil
Feliks Sztarbala
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Montaggio
Qualche abrasione sul pavimento
si crea con un ago in modo da
rivelare il Silver sottostante. I qua-
dranti si riproducono con una
goccia di Glass Coat Gauzy Agent
di AK.
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Montaggio
Il montaggio della fusoliera non crea problemi, ho dovuto solo riparare i rivetti e il dettaglio delle zone di
unione. Le ali si attaccano in maniera semplice. Anche se il kit offre superfici di controllo mobili, le ho incol-
late in posizione neutra. Varie parti da colorare separatamente sono state montate su stuzzicadenti e aghi.
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Per prima cosa si dà il colore degli interni esternamente sul canopy, affinché si veda dall’interno, segue l’AK
Black Primer and Microfiller su tutto il kit e quindi l’AK Black Base for Xtreme Metals, quindi finalmente l'AK
Aluminium. Il pre-shading è stato realizzato con l’AK Metallic Smoke molto diluito. Seguono velature di AK
White Aluminium su zone scelte.
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Montaggio
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Stanco di mascherare ho usato le decal per le bande nere che aumentavano la visibilità dell’aereo durante le
esercitazioni. Solo una piccola porzione in corrispondenza della radice alare si è accartocciata, l’ho rimossa
e ho colorato la zona di nero.
Per dare vita al nero ho ripassato certe zone con il Mr.Color German Gray molto diluito.
È seguito un lavaggio a olio Van Dyke diluito, rimosso poi nella direzione del vento.
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Il pilota è stato dipinto con vari acrilici Vallejo e quindi incollato al seggiolino con la colla epossidica.
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Ho miscelato AK Aircraft Engine Oil e Aircraft Engine & Turbines Wash in diversi rapporti per creare trafilatu-
re e sporcature su alcuni pannelli e sui serbatoi ausiliari. Alla fine non rimane che incollare il canopy, i serba-
toi e i tubi di Pitot metallici.
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Intestata a ..........................................................................................................
Scadenza (Expiry date)......................................... Firma del titolare (Cardholder signature)...............................................
❏ Paypal: paypal@aurigapublishing.it
Non si effettuano spedizioni in contrassegno
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di Aaron Casarin
AB-205
IL FASCINO
DEL 50ENNE
Benché io stesso sia alle soglie dei 50 anni, non è (ahimè) riferi-
to a me questo complimento ma a un coetaneo che conserva un
posto speciale nella mia vita. Da che ne ho memoria, ho sempre
disegnato sempre e solo aerei ed elicotteri, tant’è che il giorno
che presi il brevetto di pilota a Frosinone mia madre mi regalò
uno di questi disegni incorniciato. I segni incerti di un bambino
di 3, forse 4 anni, ma che ben facevano capire quale sarebbe sem-
pre stato il suo sogno.
Avevo 6 anni quando il terremoto vicino ai quali sporgevano le figure accanto, non mi strappi un piccolo
sconvolse il Friuli, ma all’epoca que- degli specialisti che davano indica- sorriso. Glass cockpit, fly-by-wire,
sta tragedia era ai miei occhi solo zioni ai piloti. In quei giorni gli angeli computer ridondanti… ma cosa ce ne
un’occasione per vivere una mai pro- custodi si chiamavano E.I. 276, E.I. importano? Carburante e olio (ma,
vata esperienza in tenda ma soprat- 379 e avevano il suono più celestiale volendo, anche un’intera ora di volo
tutto per godere di quell’inconfondibi- che orecchio umano potesse udire. senza quello!) e andiamo dove
le sinfonia che presto sarebbe diven- Mai e poi mai avrei osato immagina- vogliamo! A +50°, a -40°, di giorno e
tata familiare e quotidiana in tutti i re che a distanza di 30 anni da quel di notte, a salvare vite, a difenderne
giorni a seguire. Una musica forte, giorno mi sarei trovato ai comandi di altre, a spegnere incendi o a traspor-
piena, tonante, rassicurante: il flap- quelle stesse macchine e di decolla- tare tutto ciò che la sua forza con-
peggio inconfondibile di quei maesto- re dalla stessa base. Nonostante i senta, come ha sempre fatto in
si elicotteri che trasportavano appesi miei ripetuti tentativi di entrare in Somalia, in Mozambico, in Namibia,
al gancio sotto di loro roulotte, gene- Aeronautica, oggi non esiste in Libano, in Bosnia, in Kosovo, in
ratori, casette di legno, sacchi di Tornado, F-16 o F-35 col quale cam- Albania, in Afghanistan, sul ponte di
cemento, tubi, e ogni genere di mate- bierei questa meravigliosa macchina, una nave o sulla vetta dell’Everest,
riale fosse necessario per rimettere che dagli anni Sessanta vola nei cieli dove è accorso a ogni terremoto, a
in piedi interi paesi. Fu quello il mio di tutto il mondo, semplice, sorniona, ogni alluvione, a ogni tragico evento
primo contatto con l’AB-205 e fu, indi- incurante delle tecnologie che avan- che ha visto l’uomo piegarsi all’indo-
scutibilmente, amore a prima vista. zano, instancabile, genuina, affidabi- mabilità della natura, contro il vento e
Livrea mimetica, pancia argento, le e, come tutti nell’AVES la defini- la pioggia, contro le tempeste di neve
grandi coccarde tricolori e la scritta scono, un “padre di famiglia”. o di sabbia. L'AB-205 c’era sempre,
“ESERCITO” sui portelloni aperti, Non c’è giorno che, passandole ovunque ce ne fosse bisogno, ad aiu-
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STORIA
tare e a fare solo del bene.
È un’emozione continua andare in
volo, provo puro piacere nello strin-
germi le cinture e incollarmi al seg-
giolino, infilare i guanti e abbassare
la visiera scura, premere lo starter e
sentire dapprima solo il sibilo della
turbina che cresce e poi sentir nasce-
re, secondo dopo secondo, l'incom-
parabile flappeggio, finché l’aria ne è
piena. Per un’ora o due saremo solo
io, lui e i ragazzi lì dietro. Porteremo
magari a fare un giro frotte di bambi-
ni meno fortunati dei nostri figli, som-
mersi dalle loro urla festanti che
sovrastano lo stesso motore, o sare-
mo impegnati in una missione adde-
strativa, sfrecciando a un paio di
metri da terra, sotto i ponti e i fili del-
l’alta tensione, oppure a 13000 piedi
a lanciare gli incursori, sorridendo a mediocri tentativi di imitarlo.
qualche stupida battuta ma sempre Quando nacque il mio primo figlio, i
concentrati a dare il meglio di noi. ragazzi del Gruppo al quale ero effet-
Entro in hangar per effettuare i con- tivo allora, oltre a un intero pallet di
trolli all’elicottero di pronto intervento, pannolini mi scrissero un biglietto:
quel suo musone da lamantino sem- “Sono questi i giorni nei quali non
bra sorridere, le macchine sono tutte serve l’elicottero per volare”.
allineate e, sopra ciascuna di esse, i Avevano ragione, ma per tutti gli altri
ragazzi sono indaffarati a ispezionare giorni in cui lui e io staremo ancora
ogni vite e ogni tubicino. Un piccolo insieme, e spero siano davvero mol-
alveare dove le battute e l’armonia, il tissimi, che faccia un’eccezione e,
fischio e lo schiamazzo si sposano anche se non riscuoterò mai il suo
con la professionalità e la meticolosi- stesso successo, che mi sveli il
tà di questi meccanici. Passo tra due segreto di come essere uno splendi-
elicotteri. Sono parcheggiati così vici- do 50enne!
ni all’interno dell’hangar che allargan-
do le braccia li tocco e, continuando
a camminare, ne percorro tutta la
fusoliera avvertendo ogni rivetto in
rilievo come fosse una pagina in
braille. E mi sento bene tra questi
due giganti buoni. Silenziosi e sornio-
ni ma all’erta, qui a cuccia, pronti a
tirare fuori dai guai tutti quelli che là
fuori, oltre ai muri di cinta, non sanno
nemmeno che esistano.
Spesso da noi festeggiamo con una
piccola bicchierata l’arrivo di un fioc-
co azzurro o rosa all’interno del
Gruppo (e se oggi non va più di moda
o non è politicamente corretto, per-
mettetemi di fregarmene!) e durante
il brindisi non posso non rivolgere un
pensiero anche alle mie amate “muc-
che” a riposo nella stalla lì accanto:
giganti, adesso avete un’altra piccola
vita sulla quale vegliare.
Oggi però voglio festeggiare l'AB-
205. Quest’anno sono 50 anni che
vola sotto le insegne dell’Esercito
Italiano. È un primato quasi inegua-
gliato nel passato e, certamente,
nemmeno lontanamente probabile
con altre macchine nel futuro. Ha
fatto la storia dell’ala rotante, tanto
che per tutti è l’Elicottero, con la E
maiuscola, mentre gli altri sono solo
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L’hangar
Sopwith F.1 Camel Eurofighter Typhoon RAF
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Accessori
Sopwith Snipe Landing Gear SE.5a Wolseley Viper
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64 a 65 accessori_54 a 57 accessori 23/07/18 13:10 Pagina 65
Accessori
generalmente modesta produttività
di noi modellisti. Un ulteriore
punto a favore di questi accessori
sono le utili indicazioni su come
usarli nei kit di diversi produttori.
yahumodels.siemianowice.com
M.M.
Pannelli strumenti
YAHU MODELS
SCALE 1/48, 1/32
La prolifica Yahu sta estendendo il
suo catalogo di pannelli strumenti
a quasi tutti i modelli di aerei pre-
senti sul mercato. La qualità di
questi elementi fotoincisi precolo-
rati è superba. Inoltre, i vari strati
che compongono il pannello (qua-
drante, vetro e cornice esterna)
sono già preassemblati: un apprez-
zabile incentivo all’aumento della
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41 pubbla f104_Layout 1 18/07/18 12:32 Pagina 1
67 corel:Layout 1 8-03-2017 11:34 Pagina 1
Mr. White-Putty
Stucco bianco liquido,
può essere diluito con
Mr. Thinner blu. Mr. Surfacer/Mr. Base White
Primer in boccetta o bomboletta. Numeri
I nostri marchi: alti, grana più fine. Coprono piccoli difetti
superficiali. Il bianco ha alto potere
Mr. Thinner schermante. Diluibile con Mr. Thinner blu.
Diluenti disponibili in diverse confezioni:
blu per Mr. Color, smalti e lacche,
azzurro per Acqueous Hobby Color.
Mr. Cement
Serie di colle liquide per Mr. White Putty
plastica. Il tappo contiene Stucco per plastica in pasta
un pennellino che facilita da applicare con la spatola.
Mr. Top Coat la stesura.
Serie completa di finiture acriliche, Si può diluire con Mr. Thinner blu.
disponibili flat, satin, gloss.