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n° 102

Bimestrale - Anno XVI

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Agosto - Settembre 2018
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Bimestrale
Agosto - Settembre 2018

Soggetto Scala Pag.


Dassault Mirage 2000C di Jezz Colemann 1/48 6 montaggio
Vought F-7U3 Cutlass di Paolo Cattaneo 1/48 12 montaggio
Lockheed P-38 L di Carlo Beltramini 1/48 22 montaggio
Sukhoi Su-34 di Giuseppe De Giorgio 1/72 34 montaggio
Avro Shackleton AEW.2 di Angel Expósito 1/72 40 montaggio
SAAB J29F Tunnan di Kamil Feliks Sztarbala 1/48 46 montaggio
AB-205 di Aaron Casarin 60 storia

Rubriche
Scatole 62
Accessori 64

Direttore Responsabile Pubblicazione registrata presso il tribunale di Genova 20092 Cinisello Balsamo (MI)
Thomas Abbondi il 17/09/2001 al n° 39. Tutti i diritti sono riservati. Tel +3902/66030400, FAX +3902/66030269
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ndando a scavare in fondo a uno scatolone ho tirato fuori il vecchio Grumman Albatross Monogram, riproposto di

A recente da Revell. Nessuno lo fa in 1/72 e siccome da tanto tempo volevo realizzare la versione iniziale ad ala corta, mi
sono dilungato nei ragionamenti su come procedere con il taglia & cuci.
Il ragionamento, complice un momento di relax, è andato un po' per gli affari suoi: abituato ai modelli attuali, ritrovarsi tra
le mani un kit che ha grossomodo la mia età dà una strana sensazione.
Per decenni i modellisti si sono dannati l'anima per cercare di migliorare questi plasticoni nel tentativo di cavarne qualcosa
di presentabile. Errori, approssimazioni, grossolanità, giocattolosità, tutte seccature all'ordine del giorno.
Su tutti questi difetti si è sviluppata una discreta industria dell'aftermarket, dapprima con vacuform e metallo bianco, poi con
fotoincisioni e quindi con le resine.
Giungere al completamento del montaggio era la sfida principale, scervellarsi per risolvere i problemi, diventare matti per far
coincidere i vari set era l'impegno principale dell'hobby.
Negli anni recenti i kit sono diventati superlativi, certo qualche errore c'è sempre ma è robetta; nella stragrande maggioran-
za dei casi le scatole di montaggio di ultima generazione sono da urlo. Ogni anno l'asticella dello stato dell'arte viene spinta
un po' più in avanti: ti vanno a scovare dettagli che manco nei sogni erotici più spinti avresti pensato di realizzare.
Ottenere un montaggio corretto è piuttosto facile e il risultato in genere va dal pienamente soddisfacente allo strepitoso.
Non so se l'evoluzione del nostro hobby abbia preso una piega beffarda, ma se fino a poco tempo fa il problema era quello di
correggere la sagoma della torretta, ora ci si interroga sulla esatta sfumatura della polvere del Sinai.
È pur vero che il modellismo statico è fatto da molta estetica e, tutto sommato, se non sudiamo sul pezzo in qualche modo non
lo sentiamo veramente nostro, però l'ago si è spostato interamente sulla finitura, sull'invecchiamento, sulla colatura di polve-
re mista ai fumi e alle chiazze di carburante. Insomma 'sto fango che ricopre i cingoli è fichissimo, molto meglio di quello vero.
Non riesco ad apprezzare del tutto le implicazioni di questo trend nel nostro hobby, ma certamente è un aspetto da valutare.
Nel mondo del figurino storico ad esempio la ricerca dell'effetto si è spinta molto avanti, verso un ideale iperrealismo, sconfi-
nando però sovente nella caricatura.
Forse non è il caso di realizzare caricature di Panzer IV o di Me.109.
Forse l'invecchiamento, o meglio il weathering, pur necessario per elevare la vile plastica al pathos, all'emozione, alla fedele
riproduzione storica, andrebbe un po' ripensato verso una maggiore sobrietà.

Thomas Abbondi
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di Jezz Colemann

1/48 KINETIC

Dassault Mirage 2000C


Grecia
Per questo progetto ho realizzato il Mirage 2000C della Kinetic
con livrea ellenica, usando il recente set di colori della Hataka
Modern Greek Paint Set Vol. 2 e un foglio decal Berna, che for-
nisce le insegne per un velivolo della 331 Mira.

La costruzione è iniziata assemblan- laterali che si può mettere in risalto riore e poi alle prese d’aria.
do il seggiolino eiettabile, composto durante la colorazione. Il cockpit Queste ultime non combaciano molto
da sei parti e all’apparenza piuttosto comprende la pedaliera, la barra e la bene, nulla che un poco di stucco e
gradevole; mancano le imbracature, paratia posteriore da incollare alla carta abrasiva non possano sistema-
che vanno aggiunte. vasca. re.
La vasca in un sol pezzo ha del det- Il cockpit viene inserito nelle semifu- Le ali a delta sono state private dei
taglio fine in rilievo sulle consolle soliere assieme al vano carrello ante- riscontri per meglio poterle fissare

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Montaggio

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alla fusoliera, riducendo al massimo


la necessità di stuccare. Gli elevatori
possono essere posizionati deflessi,
occorre però fare attenzione a dare ai Grey, sempre velatura dopo velatura. Il mio metodo preferito consiste nel-
due lati la stessa inclinazione. Una volta asciutto sono state rimosse l’ottenere un lavaggio molto diluito di
Il muso è stato incollato e le pannel- le mascherature ed è stata data una olio in white spirit e di applicarlo per
lature perse durante la carteggiatura mano di cera acrilica Klear, sulla capillarità lungo le pannellature. Una
vanno reincise. quale sono state applicate le decal. volta asciutto, rimuovo l’eccesso con
Dopo una sgrassatura con detergen- Un’altra mano di Klear ha sigillato il
te il modello ha ricevuto un primer tutto.
Hataka Black. Per primo è stato dato Si passa quindi ai lavaggi a olio e
il Light Ghost Grey e il colore è stato all’invecchiamento.
costruito velatura dopo velatura. Una
volta asciutto, con “salsicce” di
BluTac è stata fatta la mascheratura,
alla quale è seguito l’Intermediate

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Montaggio

un panno sempre nella direzione del


vento.
Segue un’altra mano di Klear che
sigilla l’olio e poi passo alle trafilature
e allo sporco e alle tracce di fumi
usando diversi prodotti di aftermar-
ket, come si vede dalle foto. Seguono
i dettagli come i serbatoi ausiliari, i
piloni e il carrello. Tutti questi ele-
menti sono stati montati e dipinti la mascheratura dal canopy e il mon-
separatamente, occorre solo incollar- taggio è completo.
li nelle rispettive sedi. Per presentare il mio Mirage ho fatto
Una mano finale di trasparente ricorso a una base della Coastal Kits,
opaco dà l’aspetto definitivo al che penso contribuisca a valorizzar-
modello. Rimane solo da rimuovere lo.
SKYMODEL

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Dassault Mirage 2000C


Grecia

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Vought F-7U3 Cutlass


USS Bon Homme Richard
Progettato da Rex Beisel, che si avvalse di studi aerodinamici e
strutturali catturati alla tedesca Arado alla fine della seconda
guerra mondiale, il Cutlass eseguì il primo volo nel settembre del
1948, mentre la versione F7U3, la prima realmente operativa, lo
fece nel 1951. Vanta il primato di essere stato per l'US Navy il
primo aviogetto con postbruciatore, il primo con ali a freccia e,
nella versione F7U3M, il primo a imbarcare i missili Sparrow. Tali
e tante innovazioni portarono però anche un triste primato di per-
dite, un collaudatore e 21 piloti, che gli valse il triste soprannome
di Ensign Eater, letteralmente mangiatore di guardiamarina. Gli
incidenti furono dovuti in parte alla particolare architettura del
velivolo e alla cronica mancanza di potenza dei motori
Westinghouse J46-WE-8A, che erano oggetto dell'ironia dei pilo-
ti, i quali dicevano producesse meno calore del tostapane della
stessa marca. Ebbe una carriera operativa molto breve, venendo
ritirato dal servizio già nel 1957 per essere sostituito dal ben più
valido e prestante F-8 Crusader.
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Montaggio
SEGGIOLINO
Il seggiolino del kit è veramente troppo basico e denuncia chiaramente di Paolo Cattaneo
l'età. Non esistono set aftermarket e visto che era prodotto direttamente
dalla Vought e montato unicamente da questo strano e particolare veli- Modellisti Statici Canavesani
volo il ricorso all'autocostruzione è l'unica possibilità. Ho trovato sul web
alcune foto del seggiolino smontato, che mi sono state utilissime per
definire le forme e gli ingombri, in particolare il sito 1/48 HOBBYCRAFT
www.ejectionsite.com/ , e ho utilizzato plasticard, strip e rod Evergreen
per la costruzione, mentre le cinture sono state ottenute da lamina di
piombo adesiva. Ne ho recuperato un rotolo molti anni fa in una merce-
ria e non ho la più pallida idea dell'uso cui fosse destinato originaria-
mente, ma per le cinture è eccezionale; purtroppo non sono più riuscito
a trovarla e ne sto centellinando l'uso con molta parsimonia.

ABITACOLO
L'abitacolo, a differenza del seggiolino, è passabile e ho quindi
deciso di utilizzarlo così come era valorizzandolo solo con una
buona verniciatura in Interior Green della Gunze scurito legger-
mente con due gocce di Tire Black, che mi è servito anche per le
consolle laterali. Ho scelto di lasciare praticamente da scatola l'a-
bitacolo confidando sul fatto che l'attore principale della scena
sarebbe stato il seggiolino con la sua complessità.

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ESTERNO ABITACOLO
Se si sceglie di lasciare il tettuccio aperto bisogna dettagliare la zona dietro il seggiolino ricostruendo l'attua-
tore che lo faceva scorrere e le relative guide sui lati dell'abitacolo, insieme a uno piccolo scarico sul lato
destro. Onestamente non sono riuscito a risalire al suo uso anche facendo ricerche, suppongo facesse parte
dell'impianto di condizionamento del velivolo, in ogni caso sull'aereo c'è e quindi va ricostruito. Ho anche
abbassato la palpebra del cruscotto di qualche mm e ricostruito il collimatore del kit, che era davvero spro-
porzionato nelle misure.

TETTUCCIO E PARABREZZA
Uno degli errori più gravi di questo kit si trova nel parabrezza, che presenta uno scalino mentre il velivolo reale
aveva una linea dal muso al montante del parabrezza quasi lineare.
La soluzione più semplice è quella di acquistare il kit vacuform della Squadron mentre l'alternativa, che ho pra-
ticato, è quella di carteggiare la plastica, per fortuna abbastanza spessa in quel punto, fino ad arrivare ad avere
una linea continua. I montanti del tettuccio li ho ricostruiti tagliando delle strip dal nastro adesivo d'alluminio
reperibile in un qualsiasi Brico center e punzonandoli con uno spillo per simulare i rivetti. Anche la zona infe-
riore del tettuccio va ricostruita dato che a causa del suo carrello anteriore molto alto il Cutlass a terra aveva
un assetto molto cabrato e la zona rimane molto visibile.

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Montaggio

PRESE D'ARIA
Sulle prese d'aria gli sfoghi di evacuazione del gas dei cannoncini sono
appena accennati. Avevo pensato in un primo tempo di lasciarli così e di
valorizzarli in seguito con una buona verniciatura e dei lavaggi. Per for-
tuna mi sono reso conto presto che avrei commesso una sciocchezza e
ho rimediato forando con una punta da minitrapano e rifinendo con delle
microlime per rendere i fori perfettamente quadrati. Anche l'incollaggio
delle prese d'aria alla fusoliera non è molto agevole e necessita di parec-
chio lavoro di carteggiatura "pesante". Tutto questo comporta la perdita
delle pannellature, che ho poi reinciso e corretto dove serviva, in parti-
colare attorno ai fori precedentemente fatti. Quelle che nella realtà erano
delle prese d'aria presenti in coda vicino ai motori, nel kit sono simulate
con delle semplici bugne. Ne ho asportata la parte anteriore per circa 4
mm ricostruendone l'ingresso sagomando del plasticard da 0,5 mm
seguendo il profilo della presa d'aria; un po' di stucco e il "trucchetto"
per simularne l'apertura era a posto.

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UGELLI DI SCARICO
Gli ugelli di scarico del motore sono molto basici e li ho dettagliati rico-
struendo i petali e la corona che li circonda, verniciandoli poi con Jet
Exhaust della Alclad al quale è seguito un lavaggio a olio con terra di
Cassel.

CARRELLI
Il carrello anteriore è troppo alto e va
accorciato di un paio di mm. L'ho taglia-
to all'altezza dell'ammortizzatore, accor-
ciato e reincollato inserendo dei pernetti
d'acciaio all'interno. Cogliendo l'occa-
sione ne ho approfittato per posizionar-
lo leggermente sterzato a sinistra, rico-
struendo quindi anche il compasso anti-
torsione e gli attuatori dello sterzo.
Come per il carrello principale i cavi
idraulici sono in filo di stagno per salda-
tura. Un minimo di dettaglio va fatto
anche nel vano carrello anteriore, visto
che rimane particolarmente esposto
data la posizione cabrata dell'aereo.
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Montaggio

SLAT, LUCI DI POSIZIONE E RIVETTATURA


Gli slat del kit hanno il grosso errore di avere le guide stampate solidali
agli slat stessi mentre in realtà erano sull'ala. Occorre quindi rimuovere
la plastica dagli slat e ricostruirli con plasticard nella loro sede. Le luci di
posizione vanno tagliate via e ricostruite con sprue trasparente opportu-
namente sagomato e lucidato.
A questo punto, con dei buoni disegni sottomano ho deciso di valorizza-
re ulteriormente il modello, rivettandolo con Rosie the riveter.

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Montaggio
PRE-SHADING E VERNICIATURA
DETTAGLI
Prima della verniciatura vera e propria ho eseguito
un pre-shading con Gunze H416 Black Gray, ripas-
sando poi il centro dei pannelli con il bianco Gunze
H11. Lo stesso colore è stato usato per gli alettoni e
per fungere da fondo al giallo Tamiya XF3 delle tip
alari e delle derive. Il muso e le linee nere sulle deri-
ve sono in Gunze H77 Tire Black, mentre la sede
degli slat è in rosso Gunze H3.

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VERNICIATURA, LAVAGGI A OLIO E DECAL


Dopo un'opportuna mascheratura delle parti già verniciate ho aerografato il colore Gunze H315 corrisponden-
te all'FS 16440, dando delle velature successive per non coprire troppo il pre-shading. Una mano di lucido
Gunze H30 prepara il modello alla fase successiva dei lavaggi e della posa delle decal. Esistono in commercio
numerosi prodotti pronti all'uso per i lavaggi, ma preferisco rimanere fedele ai miei colori a olio. Li posso
miscelare fino a ottenere la tonalità che mi serve e inoltre sono per me insostituibili per ricreare le perdite idrau-
liche sempre presenti in un velivolo operativo, semplicemente posizionando un po’ di colore a olio e tirandolo
poi con un pennello piatto nel senso del moto del velivolo. Se non siamo soddisfatti basta passare uno strac-
cetto imbevuto di acquaragia per eliminarlo e si può riprovare fino a quando non va bene. In questo caso ho
usato terra di Cassel mista a grigio di Payne per le pannellature e terra d'ombra con una punta di terra di Cassel
per le trafilature idrauliche.
Le decal del kit sono inutilizzabili a causa dello spessore decisamente eccessivo, per fortuna esistono dei set
aftermarket che ci vengono in aiuto. In questo caso, grazie all'aiuto di un modellista che frequenta il mio stes-
so forum di Modeling Time, "Fearless", che qui ringrazio, sono riuscito ad avere il bellissimo foglio della Flevo
Decal che contiene l'esemplare che ho scelto, un F-7U3 imbarcato sulla portaerei USS Bon Homme Richard nel
1956. Le decal sono sottilissime e praticamente senza film e si sono sovrapposte molto bene a ogni pannella-
tura con l'aiuto di un po’ di Mark Softer Gunze. Dopo un piccolo lavaggio a olio per uniformarle al resto della
finitura dell'aereo ho dato una passata finale di lucido per fissarle. Una mano di opaco Gunze H20 miscelato
con il lucido H30 e il montaggio finale di carrelli, tettuccio e serbatoi ha posto fine ai lavori su questo strano e
particolare modello, che ho deciso di rappresentare su una basetta riproducente il ponte di volo della portae-
rei.

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Montaggio

BASETTA
La portaerei USS Bon Homme
Richard era un'unità della classe
Essex entrata in servizio nel 1944;
partecipò alle fasi finali delle batta-
glie del Pacifico. Ritirata dopo la
fine del conflitto mondiale, fu
rimessa in servizio allo scoppio
della guerra di Corea. Come le altre
portaerei della sua classe mante-
neva il ponte di volo in legno e per
riprodurlo ho usato un pezzo di
compensato che ho inciso con un
punteruolo per ricreare il tavolato.
Normalmente i ponti venivano ver-
niciati di grigio o di blu scuro, non
riuscendo a capire in questo caso
di quale colore si trattasse ho deci-
so di ricorrere a un trucchetto
usando un grigio scuro e applican-
do poi un generoso lavaggio a olio con grigio di Payne che, a dispetto del nome, ha una forte predominanza
blu, ottenendo in questo modo un ponte che potrebbe essere un grigio scurito o un blu schiarito dalle intem-
perie. Spero perdonerete questa mia piccola licenza.

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Gli eventi bellici del secondo conflitto mondiale sono stati carat-
terizzati da molti fattori: luoghi, battaglie, condottieri, vittorie,
sconfitte, mezzi terrestri, navali e aerei.

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Montaggio
Alcuni dei protagonisti sono assurti ti, letali e, perché no, leggendari sia
agli onori della storia per le loro gesta stato il Lockheed P-38 Lightning. di Carlo Beltramini
fino a diventare delle vere e proprie
leggende; così è stato per i generali: IL P-38 LIGHTING
Rommel, Patton, Montgomery; altret- foto di Monica Tarocco

1/48
tanto per: la jeep Willis, i carri armati Prese origine da un progetto del
Sherman e Tiger, la corazzata giap- 1938, periodo in cui erano ancora HASEGAWA
ponese Yamato e le portaerei ameri- lontani i venti di guerra, così allo
cane impiegate nel Pacifico. scoppio del secondo conflitto mon-
In campo aeronautico, molti velivoli si diale si trovò già a un buon livello di
contraddistinsero; pochi però furono sviluppo e mise subito in luce le sue
presenti dall'inizio della guerra fino al doti. Per realizzare questo velivolo la prodotta nel maggior numero di
termine e ancora meno furono quelli Lockheed impiegò il meglio della tec- esemplari e in grado di spingere il
presenti in tutti i teatri di operazioni. nica dell'epoca, con l'innovazione dei Lightning ben oltre i 660 km/h,
Senza togliere merito ad altri aerei, motori dotati di turbocompressori e la ponendolo quindi tra i più veloci aerei
siano stati essi alleati (Spitfire) o struttura a doppio trave di coda, che con motore a pistoni del periodo.
dell'Asse (Messerschmitt 109, Zero), fu anche l'elemento estetico che L'apparecchio, dalla struttura intera-
si può senz'altro affermare che uno maggiormente contraddistinse il mente metallica, era dotato di carrel-
dei più versatili, longevi, onnipresen- Lightning facendogli meritare vari lo triciclo anteriore e di freni aerodi-
appellativi dagli avversari, tra cui: namici che risolvevano i problemi di
"diavolo dalla coda biforcuta". compressibilità strutturale e stabilità
I propulsori erano due Allison, raf- nelle picchiate ad alta velocità.
freddati a liquido, con struttura a 12 L'armamento, costituito da un canno-
cilindri a V, capaci ciascuno di una ne da 20 mm e quattro mitragliatrici
potenza che andava dai 1150 HP ini- calibro 0.50", tutti concentrati nel
ziali fino ai 1600 HP della versione L, muso, perfettamente in asse con la
direzione del velivolo e la visuale del
pilota, costituiva una combinazione
che dava al P-38 un notevole poten-
ziale in combattimento ed eccellenti
chance di abbattere gli aerei avver-
sari; oltre a ciò, l'apparecchio poteva
alloggiare serbatoi ausiliari, carichi di
caduta e razzi in piloni e rastrelliere
sub alari.
A dimostrazione della bontà del pro-
getto originale, del P-38 vennero rea-
lizzate anche versioni per la ricogni-
zione fotografica avanzata (F5), capo
formazione per bombardieri, segna-
lamento obiettivi (Pathfinder) e la
caccia notturna (P-38M).
Il volo del primo prototipo avvenne il
27 gennaio 1939 e la produzione in
serie iniziò nella primavera del 1941,
consentendo di approntare entro il
1945 un considerevole numero di
esemplari, per la precisione 9.942.
Il P-38 fu un caccia intercettore
pesante, per usare un termine attua-
le si potrebbe definire da "superiorità
aerea", dotato di elevatissima veloci-
tà, grande autonomia e poderoso
armamento. Non molto agile nel
combattimento manovrato, sembrava
costruito appositamente per l'impiego
sulle interminabili distanze del fronte
del Pacifico, dove effettivamente
eccelse ne confronto con i pur temuti
Zero giapponesi. La condizione idea-
le del confronto con gli avversari era
l'attacco in picchiata: la combinazio-
ne di elevata velocità unita alla capa-
cità del pilota di portarsi alla giusta
distanza di collimazione permetteva
in un solo passaggio, affidandosi
all'impressionante volume di fuoco, di

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FUSOLIERA-COCKPIT

Le modifiche consistono nell'inserimento del set Aires, che apporta un dettaglio veramente superlativo. Per
poter posizionare il set è necessario assottigliare, tagliare e adattare la fusoliera del kit; laboriosa la sostitu-
zione della palpebra antiriflesso e sono necessarie innumerevoli prove prima dell'incollaggio definitivo.

Intelligente la scomposizione del pavimento dalle pareti laterali, che consente un'agevole colorazione dei det-
tagli.

Bello il seggiolino, al quale è comunque opportuno autocostruire l'intelaiatura posteriore in tondino di rame
sagomato; decisamente meno valide le cinture, sostituite con altre della Eduard, in fotoincisione.

Il pannello strumenti è quello precolorato Eduard; anche il volantino va


modificato e accessoriato. Per prevenire che a modello finito tutto que-
sto non sia apprezzabile, si aumenta il più possibile la visibilità posizio-
nando i finestrini laterali, autocostruiti in acetato e plasticard: il sinistro
tutto aperto e il destro a metà corsa. Buono il dettaglio del comparto
radio che traspare dal lunotto, anche questo accessoriato con i cavi che
vanno a collegarsi all'antenna esterna; la parte apribile del tettuccio è in
vac-u-form, completata dallo specchietto retrovisore ottenuto con lamie-
rino di alluminio incollato con una goccia di trasparente lucido.

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Montaggio

Il parabrezza e il lunotto posteriore sono quelli originali del kit, che dopo averli passati nella cera Future e col
compound Tamiya sono notevolmente più trasparenti del set Squadron, anche se di maggior spessore; alcu-
ni frame interni ed esterni sono realizzati con sottili strisce di decal trasparente verniciata (verde all'interno e
alluminio all'esterno), successivamente applicate sui montanti. Gli interni sono colorati con Interior Green,
acrilico della Gunze; la profondità e il risalto dei particolari sono ottenuti mediante lavaggi con colori a olio e
dry-brush con tonalità più chiare.
Le volate delle armi provengono dal set in ottone della Mast, dal realismo eccezionale.

Per impedire che il modello, una volta terminato, si "sieda" sulla coda, il kit è corredato di un segmento di
sprue trasparente da inserire sotto il piano orizzontale posteriore; soluzione improponibile, bizzarra e scarta-
ta a priori. Dopo aver calcolato il peso occorrente, si zavorra il muso inserendo dei piombi da pesca nel
muso, immediatamente davanti al cockpit e nella parte anteriore delle due semifusoliere, per un totale di
circa 30 grammi; da sottolineare che, nella realtà, il P-38 a riposo a terra assumeva un aspetto "cabrato" e nel
calcolo dei pesi si deve tener conto anche di questa aggravante, che troverà conferma a modello ultimato.

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Le prese d'aria degli intercooler


sono sostituite da quelle in resina
della Quickboost, che però neces-
sitano di un raccordo autocostrui-
to in plasticard; nella parte poste-
riore/inferiore della fusoliera si
trovano le tre luci che, in alterna-
tiva a quanto proposto dal kit, si
realizzano con tre fari di prove-
nienza automobilistica, di bellezza
e lucentezza decisamente mag-
giori.

non lasciare scampo agli antagonisti.


Come un "cavallo di razza", riuscì a
essere efficace e determinante
anche in Africa settentrionale e nel
difficilissimo teatro europeo, dove si
fece carico del pesante onere della
scorta ai bombardieri diurni fin nel
cuore della Germania ingaggian-
do epici scontri con gli eccellen-
ti caccia della Luftwaffe che
operavano sul proprio terreno di
casa; fu il primo fra tutti i cac-
cia alleati a sorvolare la
capitale tedesca. La
sua particolare sago-
ma risultava incon-
fondibile tanto agli
alleati quanto agli avver-
sari; poteva infondere sicu-
rezza o preannunciare l'ar-
rivo di una tempesta di
fuoco. Al P-38 venne affida-
to il compito più gravoso nel
periodo più difficile per
l'USAAF, dal quale, grazie alle
proprie doti e a quelle dei valoro-
si piloti, uscì ampiamente promosso.
Il proseguire degli eventi e l'avvento
di più moderni caccia monomotori,
come il P-51 Mustang, non fecero
tramontare l'astro del P-38 che, oltre
alla sua congenita natura di cacciato-
re puro, venne chiamato a ricoprire,
grazie alla sua capacità di portare un

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ALI, SUPERFICI MOBILI Montaggio


Il complesso alare, nella parte superiore è in un pezzo unico e comprende le due semifusoliere che alloggia-
no i compressori. Dopo aver constatato che i due compressori in resina della Quickboost sono troppo corti
ma appaiono fedeli e hanno un eccellente dettaglio nella parte della turbina, il giusto compromesso si ottiene
sezionando e incollando il corpo originale del kit (in plastica) alle turbine (in resina) e sigillando il punto di
unione con stucco liquido. Per la colorazione si parte da una base alluminio Alclad e si passa poi a velature
di marrone acrilico diluitissimo, lavaggi con nero a olio e dry-brush grigio chiaro e crema a smalto.

Le coperture dei compressori sono in resina (Quickboost), il cui dettaglio è senz'altro migliore del corrispon-
dente pezzo del kit, ma anche queste richiedono qualche intervento di adattamento.

notevole carico bellico, anche il ruolo


di cacciabombardiere, venendo
impiegato in missioni di mitraglia-
mento a terra con effetti terrificanti.
L'utilizzo operativo lo vide prendere
parte a tutti i teatri bellici, dal momen-
to dell'entrata in guerra degli Stati
Uniti fino ben oltre gli ultimi giorni del
conflitto, collezionando un'impressio-
nante serie di vittorie e il maggior
numero di abbattimenti di aerei giap-
ponesi: tra tutti spiccarono i due mag-
giori assi dell'USAAF nel Pacifico,
Richard Bong (40) e Thomas
McGuire (38) e la missione durante la
quale venne abbattuto l'ammiraglio
Yamamoto, ideatore dell'attacco pro-
ditorio di Pearl Harbor.

IL SOGGETTO
Il P-38 è uno degli aerei su cui si può
reperire un'infinità di documentazio-
ne, profili e livree alle quali ispirarsi;
al tempo stesso le varie scatole di

Per conferire "movimento" si


tagliano e asportano gli alettoni
del kit e si autocostruiscono ex
novo in plasticard e plastirod, si
creano le alette del trim (in lamie-
rino di alluminio), si inseriscono
gli spinotti in filo di rame e infine
si fissano in posizione angolata.

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All'interno del faro di atterraggio


si inserisce una lampada (di pro-
venienza automobilistica, scala
1/43), che dà un ulteriore tocco di
realismo.

Per le derive di coda si procede eliminando le parti mobili, che vanno


ricostruite in plasticard, si dotano di spine e incastri nelle sedi, si rivet-
tano e infine si incollano leggermente sterzate.

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Nella parte interna delle due gon-


dole motore erano posizionati due
pannelli ovali in metallo lucidato a
specchio per consentire al pilota
di verificare l'uscita del carrello
anteriore: il kit mette a disposizio-
ne due adesivi che però non sono
realistici, pertanto sono stati rim-
piazzati da due ovali ritagliati da
un sottile lamierino di alluminio
successivamente trattato col
compound Tamiya con un effetto
nettamente migliore.

montaggio propongono molteplici Nelle missioni a lungo raggio i P-


versioni più o meno famose e dove 38 venivano equipaggiati con ser-
non arriva la scelta fornita dai kit può batoi supplementari alloggiati
senz'altro farlo l'aftermarket. sotto i due piloni subalari e anche
L'intenzione di riprodurre un velivolo l'esemplare da me realizzato ne è
in metallo naturale, dopo una accura- provvisto; intenzionalmente colo-
ta ricerca, ha fatto cadere la scelta rati in Neutral Gray, quale ipotesi
sul P-38 L-1-LO del 96th FS, 82nd di un probabile cambio in tutta
FW, pilotato dal tenente John J. fretta sul campo e della coesisten-
Kane, basato in Italia nella primavera za di velivoli in Natural Metal e altri
del 1945. La colorazione metallica è con la livrea Olive Drab su Neutral
ravvivata dalle ogive e dal musetto di Gray.

CARRELLI
Il particolare aspetto "cabrato" che assumevano i P-38 a terra era dovuto allo sbilanciamento della struttura
rispetto alla collocazione del carrello principale; in taluni casi le derive arrivavano quasi a sfiorare il terreno con
la parte inferiore e il carrello anteriore era alla massima estensione. Dato che nessuno dei kit attualmente in
commercio rappresenta tale particolare, l'unica soluzione è quella di autocostruire completamente il carrello
anteriore, utilizzando dei tondini di ottone concentrici, tagliati a misura e opportunamente sagomati a mano; in
questo modo si ottiene la massima estensione dell'ammortizzatore anteriore e la giusta inclinazione di tutto il
modello; questo accorgimento consente inoltre di sterzare a piacere la ruota.

Le gambe dei carrelli principali, i loro vani e i sistemi di


estrazione e retrazione sono quelli originali del kit, acces-
soriati con parti fotoincise del foglio Eduard, fascette
metalliche autocostruite e cavi idraulici.

Le ruote originali del kit sono sostituite da nuove in resi-


na della Ultra, che presentano un ottimo dettaglio del bat-
tistrada e l'effetto peso.

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I vani e la parte interna dei portel-


loni sono colorati in Interior
Green, acrilico, sempre Gunze,
mentre le gambe di forza sono in
White Alluminium di Alclad e i
pistoni sono in Polished
Allumium; lavaggi a olio e dry-
brush completano ed esaltano il
dettaglio d'insieme.

COLORAZIONE
Per l'esterno sono state impiegate cinque tonalità di colore metallico Alclad: Alluminium, Duralluminium, White
Alluminium, Polished Alluminium, Magnesium, oltre a giallo acrilico (Tamiya) per le derive, Olive Drab (Gunze)
per i pannelli antiriflesso e rosso acrilico (Gunze) per le ogive delle eliche.
Preventivamente si stende una mano di fondo generale bianco Alclad, che aiuta a identificare eventuali imper-
fezioni.
La posa dei vari colori metallici è intervallata da attente mascherature con nastro di carta, per differenziare le
singole pannellature.
I P-38 ebbero un'intensa vita operativa e quindi è opportuno applicare il weathering, che conferisce all'insieme
un aspetto più realistico e meno "piatto".
Per mettere in risalto particolari e pannellature si utilizzano lavaggi selettivi con colori a olio diluiti con tre-
mentina e a polveri di pastelli per artisti.

colore rosso e dalla parte esterna minando la sua carriera con un inci- unica, di vedere l'esemplare da tutti i
delle derive dipinta in giallo; a tutto dente in fase di atterraggio, dal quale punti di osservazione.
ciò si aggiunge una caratteristica il pilota uscì senza gravi conseguen-
"nose art". La fonte è: P38 Lightning ze. La scelta di questo soggetto ha IL MODELLO
at War-part II (Cartograph) che illu- permesso di sperimentare varie tona-
stra sei esemplari, commercializzata lità di colori metallici ottenute con la Il kit utilizzato è in plastica a iniezio-
dalla polacca Kagero (art. 15033), gamma Alclad II. Di questo esempla- ne, prodotto dalla giapponese
corredata di un bel libretto con trittici re, nel web esiste anche un rendering Hasegawa. Pur essendo ancora la
a colori e relative decal. Il velivolo che, al di là della precisione storica miglior scatola di montaggio in com-
partecipò operativamente al conflitto non proprio ineccepibile, dà comun- mercio, risale agli anni Novanta e
e conseguì quattro abbattimenti, ter- que la possibilità, praticamente mostra un dettaglio ben diverso da

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Montaggio

accoppiamenti tra le due semifusolie-


quello al quale ci hanno abituato gli
re che alloggiano i motori e prose-
standard più recenti; pertanto, per
guono nei travi di coda, con la sezio-
ottenere un buon risultato finale si
ne centrale e il monoblocco delle ali,
deve intervenire radicalmente e ricor-
sono problematici, richiedendo inevi-
rere sia all'aftermarket sia all'autoco-
tabile il ricorso allo stucco. Un capito-
struzione.
Le dimensioni, confrontate con i dise- lo a parte è costituito dall'autocostru-
gni in scala, appaiono corrette; pur- zione di alcuni elementi e dalla rivet-
troppo la plastica è vetrosa e gli tatura, che sono scelte soggettive e
da sole richiedono buona parte del
lavoro dedicato a tutto il modello.
L'operazione precedente a qualsiasi
altra è la riproduzione delle rivettatu-
re superficiali, ottenuta utilizzando

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Il kit contiene un foglio decal che però, dato il film troppo spesso e
ingiallito, è risultato inutilizzabile, pertanto si fa ricorso a vari fogli
aggiuntivi (Aeromaster 48-058, Microscale 48-24, Kagero 15033).
Particolare attenzione va posta nel taglio delle decal che si trovano
sulle derive posteriori.
La posa delle decal si effettua con l'ausilio degli ottimi liquidi
Microscale.

l'apposita "Rosie the riveter" e con travi di coda, con numerose correzio-
l'ausilio di opportune guide in allumi- ni e rifacimenti (compreso qualche
nio, sfruttando i disegni riportati in inevitabile arrabbiatura) da apporta-
scala 1/48 nel volume n. 28 Aero re, ma che a modello finito e verni-
Detail; inutile precisare che la fase è ciato offre un realistico effetto.
laboriosa e non priva di difficoltà,
soprattutto sulle superfici curve e sui
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Prendendo spunto da alcune foto storiche, il P-38 viene presentato su


una porzione di pista in PSP; completano la scena due ulteriori serbatoi
ausiliari (questa volta in alluminio naturale) e un pilota USAAF in resina.
Il pilota è colorato con base acrilica (Gunze) e successivamente con
smalti (Humbrol) e colori a olio. La porzione di pista è in resina
(Verlinden), colorata con vernice spray metallica a smalto, numerosi
lavaggi di colore acrilico verde, marrone e nero; la parte erbosa è in fibre
incollate con adesivo vinilico.

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Questo aereo mi è sempre piaciuto e, presa la decisione di rea-


lizzarlo in scala 1/72, la scelta è caduta sul rebox con nuove decal
del kit Italeri. Le stampate sono le medesime della vecchia scato-
la, quello che cambia sono le decal ora più ricche: si può sce-
gliere tra tre versioni russe e una indiana, vengono inoltre forni-
te decal per gli armamenti e i seggiolini.

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Montaggio
di Giuseppe De Giorgio

1/72 ITALERI

Conoscendo il kit mi sono dotato di ed eventuali mix ho deciso di acqui- del modello; devo dire che il colore
fotoincisioni e grazie al regalo di un stare il set dedicato al Su-34 della proposto per le foto che ho potuto
amico anche di qualche parte in resi- Akah. Sono quindi partito dando il pri- vedere risultava troppo chiaro e ho
na. mer su tutto il modello e sugli arma- preferito scurirlo di qualche tono.
menti; aspettato il giorno seguente L’operazione successiva è stata
MONTAGGIO per la completa asciugatura ho inizia- quella di preparare la parte superiore
to con le lumeggiature del pre-sha- della fusoliera per le prime macchie
Come al solito, dopo aver dato una ding. Dopo aver effettuato qualche della mimetica; per tutte e tre le tona-
bella occhiata alle istruzioni sono prova con la diluizione e la pressione lità di azzurro mi sono avvalso del
partito con la cabina, sostituita com- per prendere la mano con questi Patafix per delimitare i contorni, par-
pletamente con quella Pavla e arric- nuovi colori, ho iniziato con il fondo tendo dal più chiaro che è lo stesso
chita con fotoincisioni Eduard; per far
ben combaciare la parte superiore
con la quella corrispondente della
fusoliera bisogna limare la parte
interna di quest’ultima.
Successivamente sono passato
all’assemblaggio delle due semifuso-
liere, andando a sostituire le due
derive perché quelle del kit sono trop-
po grandi. La fase di stuccatura e
reincisione delle pannellature perse
mi ha portato via abbastanza tempo.
Terminato anche questo passaggio
sono passato all’autocostruzione di
tutti i discharger presenti sulle ali e
sui piani di coda, usando fili di rame
da 0,1 mm, antenne (ho utilizzato fili
metallici e anche un ago di siringa
tagliato a misura) e fotoincisioni. Per
questi passaggi sono state indispen-
sabili le foto cercate in rete.
Mi sono quindi dedicato al montaggio
dei carrelli (a quello anteriore ho rico-
struito la scaletta con fil di ferro) e dei
vari armamenti, senza particolari
intoppi. Anche gli ugelli hanno ricevu-
to una buona dose di lavoro, che alla
fine mi ha molto gratificato.

COLORAZIONE
Lo schema mimetico è quello della
boxart, a tre toni di azzurro per la
parte superiore e azzurro per quella
inferiore.
Dopo varie ricerche online su colori

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perché le livree dei velivoli sembrano


sempre ben tenute, almeno esami-
nando le foto.
Dopo tre mani di X-22 Tamiya sono
passato alla posa delle decal, che,
devo dire, non mi hanno fatto penare
per nulla e dopo una nottata di Micro
Sol erano perfette; prima di posizio-
narle guardate bene le foto, per alcu-
ne non ho trovato riscontro nelle
istruzioni del kit e ho quindi preferito
evitare di usarne alcune previste in
fusoliera e sui missili.
A questo punto, dopo una mano di
semigloss ho preparato un marrone
scuro a olio per i successivi lavaggi,
cercando comunque di non esagera-
re. Con i pigmenti ho sporcato le pia-
stre del cannone e quelle poste nella
parte inferiore dei motori. Assemblato
il tutto e dati gli ultimi ritocchi alle
antenne e a qualche particolare qua
e là, il modello era pronto.

BASETTA
La scelta della basetta è stata lunga
ed è arrivata a modello già inoltrato,
anche per quello che riguardava le
dimensioni non volendo che il model-
lo si “perdesse”. Allo stesso tempo
avevo in mente una scena che lo
valorizzasse.
L’ho quindi ambientato in un par-

colore della parte inferiore della fuso-


liera e terminando con il più scuro.
Devo essere onesto, questi colori mi
hanno colpito sia per la finitura liscia
sia per i loro tempi di essiccazione:
ho dato più mani leggere a pochi
minuti uno dall’altra. Un consiglio che
mi sento di dare con questi colori è
quello di usare un primer in quanto
sono molto delicati e se spruzzati
direttamente sulla plastica potrebbe-
ro non tenere.
Questa volta, ultimata la colorazione
di base ho evitato un post-shading,

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Montaggio

cheggio adiacente a una pista di rul-


laggio, dove due tecnici stanno ulti-
mando i controlli. Per la base ho
usato una lastra di Mdf da 5 mm,
sopra ho incollato due fogli di plasti-
card da 1 mm e una volta tutto asciut-
to ho fatto i segni a matita e grazie a
un incisore ho iniziato a tracciare i zona con del nero puro. Ho creato
bordi dei lastroni in cemento. con una matita colorata lavabile color CONCLUSIONI
Terminata questa operazione ho pas- grigio chiaro qualche crepa in diversi
sato prima una carta vetrata grossa punti della basetta e, per finire, con i Un modello che già montato da sca-
per togliere la patina liscia della pla- colori a olio ho creato macchie di car- tola può dare soddisfazioni ma con
stica e poi ho rifinito con una più fine; burante e di olio tipiche di qualsiasi un minimo di lavoro, qualche fotoinci-
a differenza di come si fa sui modelli, area di parcheggio. Come ultima sione e una buona ricerca fotografica
ho evitato di ripassare tutte le incisio- cosa ho aggiunto due figurini, il primo può dare il meglio di sé. Un ringrazia-
ni con la tappo verde, proprio per in piedi poco distante che guarda il mento va agli amici che mi hanno
lasciare il bordo del lastrone più velivolo con aria soddisfatta e l’altro assistito, uno in particolare al mio
“grezzo”. Per la colorazione ho utiliz- che effettua gli ultimi controlli al car- amico Gianluca e alla mia ragazza,
zato varie tonalità di grigi della rello anteriore. Entrambi sono stati che mi hanno sopportato per tutta la
Mr.Hobby, mentre per i lavaggi mi dipinti con colori Vallejo; successiva- durata del lavoro.
sono nuovamente affidato agli oli, mente sono stati eseguiti lavaggi e
usando per le fughe un marrone lumeggiature.
scuro e poi riprendendo qualche
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Montaggio

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Avro Shackleton

AEW.2
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Montaggio
di Angel Expósito

1/72 REVELL

Revell ci offre un kit veramente eccezionale, frutto della più


recente tecnologia applicata alla plastica. Possiamo perciò rea-
lizzare un modello fantastico di questo enorme quadrimotore,
posizionando tutte le superfici di controllo a piacimento, con la
stiva e i portelloni aperti.
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Gli interni sono ben dettagliati,


soprattutto i pozzetti dei carrelli e la
grandissima stiva bombe; per non
parlare della fusoliera e della sezione
degli operatori. Il kit è provvisto di
tutto il dettaglio superficiale e le parti
combaciano in maniera favolosa,
nonostante la gran quantità di pezzi.
Le dimensioni del modello non ne
fanno un pezzo da vetrine piccole,
tuttavia può essere montato senza
problemi.

Una volta completati gli interni si dà


una mano generale di azzurro Gunze
H-67. I numerosi elementi dal muso
alla coda vengono dipinti con colori
Vallejo usando un pennello. Anche se
si fa un ottimo lavoro e si dà molto
contrasto, una volta chiuse le semifu-
soliere ben poco resterà visibile. La
fusoliera è scomposta a livello della
cabina, anche se è un po’ strano non
si creano gradini e l’incastro è perfet-
to. Si fissano i trasparenti e il portello
d'accesso al comparto degli operato-
ri completa la costruzione.

Una volta chiuse le due semifusoliere


con tutti gli elementi interni è ora di
mascherare i trasparenti e di iniziare
la colorazione. Il modello ha richiesto
solo un filo di stucco in certe parti,
una cosa del tutto normale.
Carteggiando si cancella qualche
pannellatura, che andrà paziente-
mente reincisa con uno scriber.

Grazie a due enormi longheroni che


servono a posizionare e bloccare le
ali, possiamo dipingere il modello a
pezzi, in maniera decisamente più
comoda.

Tutte le superfici di controllo sono in


due pezzi, una volta uniti possiamo
deflettere a piacere, cosa che non ho
mancato di fare.

La colorazione è piuttosto noiosa,


tutto l’aero è in H-33 (Extra Dark Sea
Grey) salvo il pannello antiriflesso
che è nero. Questi velivoli erano nor-
malmente in buone condizioni, ciono-
nostante ho scelto di dargli un po’ di

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40 a 45 shackleton ok_20 a 25 fiat g55 23/07/18 11:43 Pagina 43

Montaggio

vita giocando con diversi toni sulle come l’H-335 (Medium Sea Grey). In Sulle ali si realizza un procedimento
varie superfici. questo modo si ottiene una certa simile accentuando il contrasto nelle
varietà del colore di base. L’idea è zone più ampie. Le gondole ricevono
Si inzia colorando il velivolo con l’H- quella di creare un pattern casuale lo stesso trattamento. In alcune zone
333 (Extra Dark Sea Grey). Sopra senza seguire uno schema stabilito. delle superfici alari vicine alle gondo-
questo si applica l’H-331 (Dark Sea Anche se risulta eccessivo, dal punto le motore diamo del nero molto dilui-
Grey) solo lungo certi pannelli e su di vista ottico appare comunque inte- to a forma di chiazze per accentuare
alcune zone scelte. Si ripete il proce- ressante. il processo finale di invecchiamento
dimento casuale con l’H-305 (Grey con gli oli. Con lo stesso principio
FS36118) e con altri toni di grigio
40 a 45 shackleton ok_20 a 25 fiat g55 23/07/18 11:44 Pagina 44

possiamo creare striature verticali


sulla fusoliera, sempre pensando alle
fasi successive quando impieghere-
mo l’olio.

Terminata la pittura si danno diverse


generose mani di trasparente lucido
H-30 e poi si posizionano le decal.
Anche se i codici generici e i numeri
sono della Xtradecals, gli stencils
sono quelli della scatola. Vorrei rin-
graziare la gentilissima Sarah
Cunningham di Revell Germania,
che mi ha inviato due set di decal in
sostituzione di quelle della scatola,
sfortunatamente trovate danneggia-
te.

Una volta posizionate tutte le decal e


gli stencil si dà una mano di traspa-
rente lucido per sigillarli. Si inizia a
lavorare con gli oli, soprattutto per
capillarità lungo le pannellature. In
questo caso è stato usato solo il
nero.

Le decal si adattano perfettamente,


nonostante ciò conviene aiutarle con
alcune gocce di ammorbidente e
ripassare le pannellature in modo da
favorire lo scorrimento del lavaggio a
olio. Quanto tutto è asciutto completo
il montaggio con una passata di
opaco Klear Kote di Alclad.
SKYMODEL

44 SKYMODEL 102/18
40 a 45 shackleton ok_20 a 25 fiat g55 23/07/18 11:44 Pagina 45

Montaggio

Avro Shackleton

AEW.2
46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:20 Pagina 46

TUNNAN
SAAB J29F
F3 WING, MALMEN/LINKÖPING,
SEPTEMBER 1956

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Montaggio
di Kamil
Feliks Sztarbala

1/48 PILOT REPLICAS

“Tunnan” significa “botte” in svedese ed è sicuramente


il soprannome più ovvio che si sarebbe potuto dare
all’aereo. L’anno scorso i fan di questo singolare velivo-
lo (ammesso che ne esistano…) sono stati tentati da due
nuove scatole in 1/48 di HobbyBoss e Pilot Replicas. Il
modello cinese si è rivelato pessimo e poco accurato,
fortunatamente Pilot Replicas non si è scoraggiata e ha
continuato a sviluppare il suo SAAB J29. Anche se si
tratta del secondo kit di questo produttore in plastica, la
qualità lo pone senz’altro tra le migliori startup del mer-
cato modellistico.
46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:20 Pagina 48

Il pilota in resina stampato con tecnica 3D si adatta perfettamente al seggiolino.

L’interno ha ricevuto un po’ di dettaglio supplementare e le imbracature fotoin-


cise sono state fissate sulle spalle del pilota. Le varie parti del cockpit hanno
ricevuto un fondo Mr.Color C8 Silver, mentre il colore di base è il TC14 Grass
Green Mr.Color CS-663 proveniente dal Japanese Army Tank Colors set. Alcune
parti sono schiarite con il Mr.Color C334 Barley Gray
aggiunto al colore di base.
I dettagli sono dipinti a pennello, seguono le decal per il
pannello strumenti e un lavaggio con Dark Brown di AK;
l’eccesso si rimuove con un bastoncino igienico. Per
accentuare il dettaglio si applica un dry-brush grigio
chiaro.

48 SKYMODEL 102/18
46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:20 Pagina 49

Montaggio
Qualche abrasione sul pavimento
si crea con un ago in modo da
rivelare il Silver sottostante. I qua-
dranti si riproducono con una
goccia di Glass Coat Gauzy Agent
di AK.

La struttura della macchina foto-


grafica è in plastica trasparente,
viene incollata internamente e
quindi colorata da dentro. I vani
carrello principali vanno dettaglia-
ti con i cablaggi e vari pezzetti di
sprue.

Per la presa d’aria frontale occorre carteggiare con cura,


Pilot Replicas offre una controparte in resina senza le
mezzerie, ma al tempo dell’articolo non era disponibile.

SKYMODEL 102/18 49
46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:20 Pagina 50

Lo scarico semplificato è uno degli


inconvenienti di questo modello.
Fortunatamente, con un tornio Unimat
è stato possibile realizzare il pezzo da
un blocco di resina.
Il cono di coda è stato migliorato con
gli stabilizzatori creati con pezzi di pla-
sticard da 0,25 mm.
Le foto illustrano i passaggi necessari
per una fedele riproduzione dello scari-
co del velivolo. Le parti hanno ricevuto
un fondo Black Primer and Microfiller
di AK, poi il Dark Aluminium
dell’Xtreme Metal range dello stesso
produttore.

50 SKYMODEL 102/18
46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:20 Pagina 51

Montaggio

Il carrello e relativi portelloni richiedono


interventi di miglioria con i cavi del freno e
i fori di alleggerimento dello scatolato. Ho
montato il parabrezza e l'ho poi maschera-
to con il nastro Tamiya.

Il montaggio della fusoliera non crea problemi, ho dovuto solo riparare i rivetti e il dettaglio delle zone di
unione. Le ali si attaccano in maniera semplice. Anche se il kit offre superfici di controllo mobili, le ho incol-
late in posizione neutra. Varie parti da colorare separatamente sono state montate su stuzzicadenti e aghi.

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Per prima cosa si dà il colore degli interni esternamente sul canopy, affinché si veda dall’interno, segue l’AK
Black Primer and Microfiller su tutto il kit e quindi l’AK Black Base for Xtreme Metals, quindi finalmente l'AK
Aluminium. Il pre-shading è stato realizzato con l’AK Metallic Smoke molto diluito. Seguono velature di AK
White Aluminium su zone scelte.
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Montaggio

Con l’alluminio asciutto ho mascherato alcune pannellature spruz-


zando poi AK Steel su certi pannelli; previa ulteriore mascheratura
ho dato altri due toni metallici ovvero Polished Aluminium e Dark
Aluminium. Ho poi accentuato la radice alare con l’AK Metallic
Smoke.
C'è voluta un’oretta buona per rimuovere tutto il nastro dal modello!

SKYMODEL 102/18 53
46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:20 Pagina 54

Stanco di mascherare ho usato le decal per le bande nere che aumentavano la visibilità dell’aereo durante le
esercitazioni. Solo una piccola porzione in corrispondenza della radice alare si è accartocciata, l’ho rimossa
e ho colorato la zona di nero.
Per dare vita al nero ho ripassato certe zone con il Mr.Color German Gray molto diluito.
È seguito un lavaggio a olio Van Dyke diluito, rimosso poi nella direzione del vento.

54 SKYMODEL 102/18
46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:20 Pagina 55

Lo studio delle foto del Tunnan ha


portato alcune sorprese: general-
mente la finitura metallica era pro-
prio a più toni, piuttosto usurata.
D’altra parte appariva difficile tro-
vare segni di sporco o di trafilatu-
re se non da qualche parte in
basso attorno ai carrelli.
A questo punto ho montato la
maggior parte degli elementi
dipinti a parte e ho rimosso le
mascherature del canopy.
46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:20 Pagina 56

Il pilota è stato dipinto con vari acrilici Vallejo e quindi incollato al seggiolino con la colla epossidica.

Per riprodurre quel poco di sporcizia presente attor-


no ai carrelli ho usato la schizzettatura (speckling)
partendo dagli stick Tamiya Mud e Light Earth impa-
stati con acqua e un vecchio spazzolino.

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46 a 57 kamil saab_20 a 25 fiat g55 23/07/18 13:21 Pagina 57

Ho miscelato AK Aircraft Engine Oil e Aircraft Engine & Turbines Wash in diversi rapporti per creare trafilatu-
re e sporcature su alcuni pannelli e sui serbatoi ausiliari. Alla fine non rimane che incollare il canopy, i serba-
toi e i tubi di Pitot metallici.

SKYMODEL 102/18 57
28 a 29 smm_66 a 67 smm4 18/07/18 11:57 Pagina 26

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Nuovo volume della serie Static Model Manual interamente


dedicato ai caccia ad elica della seconda guerra mondiale.
Soggetti che ben conosciamo rivisti però in un’ottica più
ampia che va oltre al semplice aereo per riunire rigore storico
con il gusto artistico di un’ambientazione bilanciata e accatti-
vante. I quattro autori hanno unito le forze e lavorato di con-
certo per dare una panoramica varia e approfondita di ciò che
si può realizzare bilanciando con cura le tecniche di costruzio-
ne, miglioria e modifica con l’accurata colorazione,
il bilanciato invecchiamento e una resa complessiva ricca di
gusto e fascino.
Scritto da modellisti per modellisti, il testo è riccamente illu-
strato, le tecniche sono spiegate con foto passo a passo che
fanno prudere le mani e venir voglia di plastica!
I soggetti sono stati scelti con cura in modo da
dare un’ampia panoramica del modellismo aero-
nautico con spunti fondamentali per riprodurre
le varie livree, da quelle metalliche, a quelle
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chiato e usurato.
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58 a 59 un 50 enne_20 a 25 fiat g55 23/07/18 11:59 Pagina 60

di Aaron Casarin
AB-205
IL FASCINO
DEL 50ENNE
Benché io stesso sia alle soglie dei 50 anni, non è (ahimè) riferi-
to a me questo complimento ma a un coetaneo che conserva un
posto speciale nella mia vita. Da che ne ho memoria, ho sempre
disegnato sempre e solo aerei ed elicotteri, tant’è che il giorno
che presi il brevetto di pilota a Frosinone mia madre mi regalò
uno di questi disegni incorniciato. I segni incerti di un bambino
di 3, forse 4 anni, ma che ben facevano capire quale sarebbe sem-
pre stato il suo sogno.

Avevo 6 anni quando il terremoto vicino ai quali sporgevano le figure accanto, non mi strappi un piccolo
sconvolse il Friuli, ma all’epoca que- degli specialisti che davano indica- sorriso. Glass cockpit, fly-by-wire,
sta tragedia era ai miei occhi solo zioni ai piloti. In quei giorni gli angeli computer ridondanti… ma cosa ce ne
un’occasione per vivere una mai pro- custodi si chiamavano E.I. 276, E.I. importano? Carburante e olio (ma,
vata esperienza in tenda ma soprat- 379 e avevano il suono più celestiale volendo, anche un’intera ora di volo
tutto per godere di quell’inconfondibi- che orecchio umano potesse udire. senza quello!) e andiamo dove
le sinfonia che presto sarebbe diven- Mai e poi mai avrei osato immagina- vogliamo! A +50°, a -40°, di giorno e
tata familiare e quotidiana in tutti i re che a distanza di 30 anni da quel di notte, a salvare vite, a difenderne
giorni a seguire. Una musica forte, giorno mi sarei trovato ai comandi di altre, a spegnere incendi o a traspor-
piena, tonante, rassicurante: il flap- quelle stesse macchine e di decolla- tare tutto ciò che la sua forza con-
peggio inconfondibile di quei maesto- re dalla stessa base. Nonostante i senta, come ha sempre fatto in
si elicotteri che trasportavano appesi miei ripetuti tentativi di entrare in Somalia, in Mozambico, in Namibia,
al gancio sotto di loro roulotte, gene- Aeronautica, oggi non esiste in Libano, in Bosnia, in Kosovo, in
ratori, casette di legno, sacchi di Tornado, F-16 o F-35 col quale cam- Albania, in Afghanistan, sul ponte di
cemento, tubi, e ogni genere di mate- bierei questa meravigliosa macchina, una nave o sulla vetta dell’Everest,
riale fosse necessario per rimettere che dagli anni Sessanta vola nei cieli dove è accorso a ogni terremoto, a
in piedi interi paesi. Fu quello il mio di tutto il mondo, semplice, sorniona, ogni alluvione, a ogni tragico evento
primo contatto con l’AB-205 e fu, indi- incurante delle tecnologie che avan- che ha visto l’uomo piegarsi all’indo-
scutibilmente, amore a prima vista. zano, instancabile, genuina, affidabi- mabilità della natura, contro il vento e
Livrea mimetica, pancia argento, le e, come tutti nell’AVES la defini- la pioggia, contro le tempeste di neve
grandi coccarde tricolori e la scritta scono, un “padre di famiglia”. o di sabbia. L'AB-205 c’era sempre,
“ESERCITO” sui portelloni aperti, Non c’è giorno che, passandole ovunque ce ne fosse bisogno, ad aiu-

60 SKYMODEL 102/18
58 a 59 un 50 enne_20 a 25 fiat g55 23/07/18 11:59 Pagina 61

STORIA
tare e a fare solo del bene.
È un’emozione continua andare in
volo, provo puro piacere nello strin-
germi le cinture e incollarmi al seg-
giolino, infilare i guanti e abbassare
la visiera scura, premere lo starter e
sentire dapprima solo il sibilo della
turbina che cresce e poi sentir nasce-
re, secondo dopo secondo, l'incom-
parabile flappeggio, finché l’aria ne è
piena. Per un’ora o due saremo solo
io, lui e i ragazzi lì dietro. Porteremo
magari a fare un giro frotte di bambi-
ni meno fortunati dei nostri figli, som-
mersi dalle loro urla festanti che
sovrastano lo stesso motore, o sare-
mo impegnati in una missione adde-
strativa, sfrecciando a un paio di
metri da terra, sotto i ponti e i fili del-
l’alta tensione, oppure a 13000 piedi
a lanciare gli incursori, sorridendo a mediocri tentativi di imitarlo.
qualche stupida battuta ma sempre Quando nacque il mio primo figlio, i
concentrati a dare il meglio di noi. ragazzi del Gruppo al quale ero effet-
Entro in hangar per effettuare i con- tivo allora, oltre a un intero pallet di
trolli all’elicottero di pronto intervento, pannolini mi scrissero un biglietto:
quel suo musone da lamantino sem- “Sono questi i giorni nei quali non
bra sorridere, le macchine sono tutte serve l’elicottero per volare”.
allineate e, sopra ciascuna di esse, i Avevano ragione, ma per tutti gli altri
ragazzi sono indaffarati a ispezionare giorni in cui lui e io staremo ancora
ogni vite e ogni tubicino. Un piccolo insieme, e spero siano davvero mol-
alveare dove le battute e l’armonia, il tissimi, che faccia un’eccezione e,
fischio e lo schiamazzo si sposano anche se non riscuoterò mai il suo
con la professionalità e la meticolosi- stesso successo, che mi sveli il
tà di questi meccanici. Passo tra due segreto di come essere uno splendi-
elicotteri. Sono parcheggiati così vici- do 50enne!
ni all’interno dell’hangar che allargan-
do le braccia li tocco e, continuando
a camminare, ne percorro tutta la
fusoliera avvertendo ogni rivetto in
rilievo come fosse una pagina in
braille. E mi sento bene tra questi
due giganti buoni. Silenziosi e sornio-
ni ma all’erta, qui a cuccia, pronti a
tirare fuori dai guai tutti quelli che là
fuori, oltre ai muri di cinta, non sanno
nemmeno che esistano.
Spesso da noi festeggiamo con una
piccola bicchierata l’arrivo di un fioc-
co azzurro o rosa all’interno del
Gruppo (e se oggi non va più di moda
o non è politicamente corretto, per-
mettetemi di fregarmene!) e durante
il brindisi non posso non rivolgere un
pensiero anche alle mie amate “muc-
che” a riposo nella stalla lì accanto:
giganti, adesso avete un’altra piccola
vita sulla quale vegliare.
Oggi però voglio festeggiare l'AB-
205. Quest’anno sono 50 anni che
vola sotto le insegne dell’Esercito
Italiano. È un primato quasi inegua-
gliato nel passato e, certamente,
nemmeno lontanamente probabile
con altre macchine nel futuro. Ha
fatto la storia dell’ala rotante, tanto
che per tutti è l’Elicottero, con la E
maiuscola, mentre gli altri sono solo

SKYMODEL 102/18 61
62 scatole_58 a 66 scatole 23/07/18 13:12 Pagina 60

L’hangar
Sopwith F.1 Camel Eurofighter Typhoon RAF

REVELL 1/48 REVELL 1/72


ART. 3906 ART.N° 3900
DISTRIBUITO DA *PAMA TRADE SRL* DISTRIBUITO DA *PAMA TRADE SRL*
Sempre per la ricorrenza del centenario
Una versione esclusivamente dedicata alla
della RAF, la Revell ha deciso di reinscato-
RAF ed in particolare al centenario di que-
lare Il Camel F.1 della Eduard in scala 1/48,
sta aviazione militare, infatti si deve la sua
un kit ben progettato nel 2003 e che nel
fondazione nel lontano 1918 e la Revell sta
corso degli anni ha solo ricevuto qualche
presentando tutta una serie di prodotti per
festeggiare questo secolo di storia. Quattro
alberi di colata più uno di trasparenti per un
totale di 82 pezzi di colore grigio chiaro,
libretto di istruzioni in formato A4 muticolore
come ultima e piacevole moda Revell, ma
una sola versione commemorativa:- E F
Typhoon FGR.4, N°29(R) Squadron,Royal
Air Force, Conongsby, England, April 2016
Questo aereo si presenta con una livrea
d’epoca: dark earth e dark green superior-
mente, light grey inferiormente. Lo stampo
ed i dettagli sono al corrente con i tempi,
quindi assenza di bave, fini incisioni delle
pezzo in più, poi per il resto è un ottimo pro-
pannellature, profili alari di uscita molto sot-
dotto che regge benissimo i suoi annetti.
tili e pezzi opzionali per future versioni.
Sicuramente si può montare da scatola,
La costruzione inizia dal seggiolino che ha
lasciando all’abilità del modellista ulteriori
delle cinture stampate da eliminare, le
miglioramenti ma sappiate che esistono
opzioni sono due: o si prelevano le cinture
varie fotoincisioni di produzione ceca.
Le istruzioni Revell seguono oramai il nuovo
corso con pagine lucide e multicolore, 26
steps di costruzione e due pagine di colora-
zioni per due differenti versioni:-
No.139 Squadron, Villaverla, Italy July 1918
No.73 Squadron, Ruisseaville, france July
1918
EG

dal set Eduard 73313 dedicato al vecchio


kit, oppure dal set di dettaglio, dell’intero
cockpit in resina di Pavla, si può utilizzare la
sola seduta.
Il cruscotto è trasparente e va verniciato,
per gli altri strumenti e consolles laterali vi
sono delle decals che fanno al caso nostro,
aspetterei qualche bella produzione in resi-
na dell’abitacolo; per il peso da installare sul
cono anteriore vengono consigliati 20 gr, mi
sembrano eccessivi.
Prima di incollare le ali vanno fatti i fori per i
piloni; bella la presa d’aria che si presenta
con un montaggio semplice e preciso, gli
scarichi lasciano un po’ a desiderare, anche
se abbiamo la scelta tra chiusi ed aperti.
Sufficienti le ruote, divise in due metà, ma
ste, ma in volo durante le manifestazioni è
bella tutta la parte cinematica che va a
possibile vederli almeno con i serbatoi sup-
prendere posto in un vano finalmente ben
plementari ed i razzi da esposizione.
profondo, anche se poco dettagliato, i por-
Le istruzioni di verniciatura sono a colori
telli, sia anteriori che principali, devono
con riferimento a quelli specifici della stessa
essere decisamente assottigliati.
Revell, in conclusione possiamo dire che la
Il probe per il rifornimento in volo si può
minor quantità totale di pezzi, rispetto alle
montare aperto, così come il trasparente ed
precedenti scatole, non significa che il kit è
anche il grosso aerofreno posto dietro il
meno dettagliato, anzi è vero il contrario
cockpit. La quantità di carichi fornita è
perché la stampa delle grandi superfici è più
buona, ma essendo una macchina con
fine e ricca di particolari.
speciale livrea non so se è il caso di utiliz-
EG
zarli, certo questi aerei , in mostra statica,
vengono presentati con tutte le armi espo-

62 SKYMODEL 102/18
67 tauro_Tauro.qxd 15/05/18 13:23 Pagina 1

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64 a 65 accessori_54 a 57 accessori 23/07/18 13:10 Pagina 64

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dotto dalla Wingnut Wings può
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metallo bianco, più resistente SE.5A PROPELLER TWO-BLADE
rispetto alla plastica ma incline a (RIGHT ROTATING) ART. 648297
piegarsi. SE.5A RADIATOR WOLSELEY
www.scaleaircraftconversions.co
m VIPER ART. 648298
M.M. SE.5A GUNS ART. 648299
Le stampate del nuovo S.E.5a della
Eduard non si sono ancora raffred-
date che lo stesso produttore ha
già sfornato gli accessori in resina
e fotoincisioni “per chi non si
accontenta”. Di per sé non la trovo
una filosofia sbagliata: abbiamo un
kit molto ricco che permette, ad
un prezzo decente, di ottenere
Carrelli ottimi risultati. Quello che non
tutti sono disposti a spendere per il

SCALE AIRCRAFT CONVERSIONS


SCALE 1/72, 1/48, 1/35, 1/32
Ecco un nuovo carico di robusti
carrelli in metallo bianco della
Scale Aircraft Conversions. I sog-
getti, che spaziano dai biplani ai
più moderni jet, sono:
32116 Albatros B.II (Wingnut
Wings)
32117 Sopwith Camel (Wingnut
Wings)
32118 Kingfisher beaching gear
(Kitty Hawk)
32119 Kingfisher landing gear
(Kitty Hawk)
32120 F-35A (Italeri)
32121 P-47D/N
(Hasegawa/Eduard)
35004 Mi-8/Mi-17 (Trumpeter)
48326 Yak-28 (Bobcat)
48327 H-21C (Italeri)
48328 Macchi C.202
(Hasegawa/Eduard)
48329 Su-17 (Kitty Hawk)
48330 Su-34 (Hobby Boss)
72139 Handley Page Victor (Airfix)
72140 Me 262 (Revell) superdettaglio si paga a parte.
72141 Su-34 (Trumpeter) Diverso è quando, come nel caso
www.scaleaircraftconversions.com del povero SSW D.III, nella scatola
M.M. troviamo particolari grossolani o
sbagliati che siamo “obbligati” a
sostituire con i Brassin, salvo sco-
prire che anche questi tanto giusti
non sono…
Qui abbiamo due eliche in resina,
una destrorsa per i motori con
presa diretta e una sinistrorsa per
quelli col riduttore. Il mozzo è
separato e c’è una fascetta di bloc-
caggio fotoincisa. Si tratta di pezzi
molto pregevoli ma, vista la buona
qualità dei corrispettivi in plastica,

64 SKYMODEL 102/18
64 a 65 accessori_54 a 57 accessori 23/07/18 13:10 Pagina 65

Accessori
generalmente modesta produttività
di noi modellisti. Un ulteriore
punto a favore di questi accessori
sono le utili indicazioni su come
usarli nei kit di diversi produttori.
yahumodels.siemianowice.com
M.M.

non li considero un “must have”.


Il radiatore invece, vista la com-
plessità del pezzo, porta un deciso
vantaggio sull’originale.
Stesso discorso per le armi anche
se, evidentemente, una maggiore
finezza di dettaglio ha senso solo
se si è poi in grado di valorizzarla
con una sapiente pittura.
http://www.eduard.com
M.M.

Pannelli strumenti

YAHU MODELS
SCALE 1/48, 1/32
La prolifica Yahu sta estendendo il
suo catalogo di pannelli strumenti
a quasi tutti i modelli di aerei pre-
senti sul mercato. La qualità di
questi elementi fotoincisi precolo-
rati è superba. Inoltre, i vari strati
che compongono il pannello (qua-
drante, vetro e cornice esterna)
sono già preassemblati: un apprez-
zabile incentivo all’aumento della

SKYMODEL 102/18 65
41 pubbla f104_Layout 1 18/07/18 12:32 Pagina 1
67 corel:Layout 1 8-03-2017 11:34 Pagina 1

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Primer in boccetta o bomboletta. Numeri
I nostri marchi: alti, grana più fine. Coprono piccoli difetti
superficiali. Il bianco ha alto potere
Mr. Thinner schermante. Diluibile con Mr. Thinner blu.
Diluenti disponibili in diverse confezioni:
blu per Mr. Color, smalti e lacche,
azzurro per Acqueous Hobby Color.

Mr. Metal Primer


Protettivo trasparente per le parti
metalliche dei modelli. Disponibile
a pennello e in bomboletta. Mr. Resin Primer/Surfacer
Primer speciale per parti in resina
e in altri materiali sintetici.
Mr. Super Clear
Serie completa di finiture a solvente, Agisce anche come protettivo.
disponibili flat, satin, gloss normali o
"UV Cut" che non ingiallisce al sole.

Mr. Cement
Serie di colle liquide per Mr. White Putty
plastica. Il tappo contiene Stucco per plastica in pasta
un pennellino che facilita da applicare con la spatola.
Mr. Top Coat la stesura.
Serie completa di finiture acriliche, Si può diluire con Mr. Thinner blu.
disponibili flat, satin, gloss.

COREL srl - Via Zuretti 5 - 20125 Milano - Tel. 02 66982895 - info@corel-srl.it


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