[
GG = ∑mese (ϑi − ϑe , giornaliera )gg mese ]
dove
Il medesimo volume, pari a 1728 mc, lo si può ottenere con un parallelepipedo di lati
pari a 6 x 12 x 24 m. In tal caso, però, la superficie disperdente è pari a 1008 mq
(6x12) x 2 + (12x24) x 2 + (6x24) x 2
Il rapporto S/V è pari a 0,6
La superficie disperdente, e quindi i consumi per dispersione, è del 20% più elevata
100
D
90
80
C
70
kWh / m2 anno
60
50
B
40
A
30
20 A+
0,1 0,2 0,3 0,4 0,5 0,6 0,7 0,8 0,9 1
S/V
TIPOLOGIE DI VALUTAZIONE
LE PROCEDURE DI CALCOLO
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UNI TS 11300
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Fabbisogno estivo di energia termica
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Dispersioni ed apporti
Il fabbisogno di energia termica costituisce il bilancio netto di dispersioni e apporti termici attraverso
gli elementi di involucro edilizio. Questi derivano da:
• trasmissione attraverso pareti esterni, copertura, pavimento
• Trasmissione attraverso pareti interne
• Trasmissione attraverso serramenti
• Ventilazione ed infiltrazioni d’aria
• Radiazione solare (diretta e diffusa)
• apporti interni
Rispetto ai ponti termici si può distinguere tra:
1. Calore sensibile (legato alla variazione di temperatura)
2. Calore latente (legato alla variazione del contenuto di vapor d’acqua)
La condensazione di vapor acqueo finalizzata al controllo dell’umidità dell’aria può rappresentare
una frazione importante, fino al 50% e oltre del carico di raffreddamento.
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Bilancio energetico
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DISPERSIONI TERMICHE PER
TRASMISSIONE
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Scambi termici per trasmissione e
ventilazione
Il coefficiente di scambio termico per ventilazione si ricava come:
dove
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Scambi termici per trasmissione e
ventilazione
Il coefficiente di scambio termico per trasmissione si ricava come:
H tr = H D + H g + H U + H A
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Coefficiente di dispersione termica per
trasmissione
H tr = ∑ U i Ai + ∑ψ k lk + ∑ χ j
i k j
dove
H tr = Coefficiente di dispersione per trasmissione (W/K)
Trasmittanze
lineiche o
puntuali dei
ponti termici
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DISPERSIONI VERSO LOCALI NON
RISCALDATI
Il coefficiente globale di scambio termico per trasmissione, H U, tra il volume
climatizzato e gli ambienti esterni attraverso gli ambienti non climatizzati si ottiene
come:
dove
Hu è il coefficiente globale di scambio per trasmissione tra il volume
climatizzato e gli ambienti esterni attraverso gli ambienti non climatizzati
Hiu è il coefficiente globale di scambio tra l’ambiente climatizzato e l’ambiente
non climatizzato
btr,x è il fattore di correzione dello scambio termico tra ambienti climatizzato e
non climatizzato, diverso da 1 nel caso in cui la temperatura di quest'ultimo sia
diversa da quella dell'ambiente esterno.
Lo scambio termico verso il terreno deve essere calcolato secondo la UNI EN ISO
13370.
Per gli edifici esistenti, in assenza di dati di progetto attendibili o comunque di
informazioni più precise, il coefficiente di accoppiamento termico in regime
stazionario tra gli ambienti interno ed esterno è dato da:
Dove:
A è l’area dell’elemento
Uf è la trasmittanza della parete sospesa del pavimento (tra l’ambiente
interno è lo spazio sottopavimento)
B tr,g è il fattore di correzione
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DISPERSIONI ATTRAVERSO IL
TERRENO (UNI 13370)
Il coefficiente di accoppiamento termico Hg si calcola come:
H g = A ⋅ U 0 + P∆ψ
Dove:
A = area del pavimento a contatto con il terreno
U0= trasmittanza termica di base
P = perimetro del pavimento dell’edificio (per intero edificio) o lunghezza delle
pareti separanti gli spazi riscaldati dall’ambiente esterno
∆ψ = correzione per presenza di isolamento perimetrale, dipendente dal tipo
di isolamento e nulla per isolamento assente
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DISPERSIONI ATTRAVERSO IL
TERRENO (UNI 13370)
Viene introdotta una dimensione caratteristica del pavimento (B’) per tenere in
considerazione la natura del flusso termico tridimensionale del terreno
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DISPERSIONI ATTRAVERSO IL
TERRENO (UNI 13370-12831)
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ABACO TRASMITTANZE
(UNI TS 11300-1)
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PONTI TERMICI
(UNI TS 11300-1)
Lo scambio termico per trasmissione attraverso i ponti termici può essere calcolato
secondo la UNI EN ISO 14683.
Per gli edifici esistenti(SOSTANZIALMENTE NON ISOLATI), in assenza di dati di
progetto attendibili o comunque di informazioni più precise, per alcune tipologie
edilizie, lo scambio termico attraverso i ponti termici può essere determinato
forfettariamente secondo quanto indicato nel prospetto
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PONTI TERMICI
Nel caso in cui il ponte termico si riferisca ad un giunto tra due strutture che
coinvolgono due zone termiche diverse, il valore della trasmittanza termica lineare,
dedotto dalla UNI EN ISO 14683, deve essere ripartito tra le due zone interessate.
ψ = 0.40
ψ = 0.40
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PONTI TERMICI
H tr = ∑ U i Ai + ∑ψ k lk + ∑ χ j
i k j
dove
H tr = Coefficiente di dispersione per trasmissione (W/K)
H tr , parete = ∑
i , parete
U i Ai + ∑pψ
k , parete
k k Lk + ∑p χ
j , parete
j j
Dove Ai è l’area frontale proiettata dell’i-esimo tra gli elementi che compongono
la parete. Le trasmittanze Ui sono differenziate tra loro in funzione di come viene
posta la parete, stando attenti che pareti con stratigrafie molto diverse tra loro
andrebbero analizzate distintamente
I pesi pk, pj assumono valore diverso da 1 (es 0.5) ove un ponte termico sia
intermedio, e quindi da ripartire in termini di dispersioni tra due pareti considerate
distintamente
H tr , parete H tr , parete
U media = =
Atot , parete
∑ Ai + ∑ Ak + ∑ A j
i , parete k , parete j , parete
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DISPERSIONI TERMICHE:
CHIUSURE TRASPARENTI
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Componenti trasparenti (UNI 10077-1)
Uw =
∑U g Ag + ∑ U p Ap + ∑ U f A f + ∑ I gψ g + ∑ I pψ p
∑A +∑A +∑A
g p f
ove :
U g = Trasmittanza dei vetri
Ag = Area delle lastre trasparenti
U p = Trasmittanza dei pannelli opachi
Ap = Area dei pannelli opachi
U f = Trasmittanza del telaio
A f = Area del telaio
ψg = Trasmittanza lineare dei distanziatori
I g = Perimetro delle lastre trasparenti
ψp = Trasmittanza lineare di bordo dei pannelli opachi
I p = Perimetro dei pannelli opachi
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Componenti trasparenti (UNI 10077-1)
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Componenti trasparenti (UNI 10077-1)
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Chiusure oscuranti (UNI 11300-1)
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Chiusure oscuranti (UNI 11300-1)
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DISPERSIONI TERMICHE:
VENTILAZIONE
V ' = qve • V
Qve= tasso di ventilazione convenzionale
V= volume riscaldato
ρ a ca = 1200 J m K = 0.34 Wh m K
3 3
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Ventilazione (UNI 11300)
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Tasso di Ventilazione (UNI 10339)
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Tasso di Ventilazione (UNI 10339)
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Impianto di ventilazione a doppio flusso
con recupero
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Recuperatori di calore: efficienza
Lelettrica,assorbita
'
Qrecuperato −
η elettrica, produzione
η ve = '
Qrecuperato
η ve,no min ale
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DISPERSIONI TERMICHE:
IRRAGGIAMENTO VERSO LA VOLTA
CELESTRE
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APPORTI GRATUITI
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APPORTI INTERNI E SOLARI
(UNI 11300-1)
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APPORTI INTERNI (UNI 11300-1)
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APPORTI SOLARI (UNI 11300-1)
Fsh ,ob ,k Fattore di riduzione per ombreggiatura relativo ad elementi esterni per l’area
di captazione solare effettiva della superficie k-esima ottenibile da UNI TS
11300 o altre norme
Asol ,k Area di captazione solare effettiva della superficie k-esima con un dato
orientamento e angolo di inclinazione sul piano orizzontale
I sol ,mn ,k Irradianza media solare con dato orientamento e angolo di inclinazione sul
piano orizzontale, ottenibile da Uni 10349
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APPORTI SOLARI (UNI 10349)
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APPORTI SOLARI (UNI 10349)
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FATTORE DI OMBREGGIATURA
(UNI TS 11300-1)
Il fattore di riduzione per ombreggiature può essere calcolato come prodotti dei vari
fattori di ombreggiatura relativi ad ostruzioni esterne (Fhor), aggetti orizzontali (Fov) e
aggetti verticali (Ffin)
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FATTORE DI OMBREGGIAMENTO:
AGGETTI ORIZZONATALI
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FATTORE DI OMBREGGIAMENTO:
AGGETTI VERTICALI
Fsh , gl ,k Fattore di riduzione degli apporti solari relativo all’utilizzo delle schermature mobili
FF ,k Frazione di area relativa al telaio (rapporto tra l’area proiettata del telaio e
l’area proiettata totale del componente vetrato)
Fsh , gl ,k Fattore di riduzione degli apporti solari relativo all’utilizzo delle schermature mobili
FF ,k Frazione di area relativa al telaio (rapporto tra l’area proiettata del telaio e
l’area proiettata totale del componente vetrato)
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COEFFICIENTE DI UTLIZZAZIONE
DEGLI APPORTI
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COEFFICIENTE DI UTLIZZAZIONE
DEGLI APPORTI
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COEFFICIENTE DI UTLIZZAZIONE
DEGLI APPORTI
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UNI TS 11300-2
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RISCALDAMENTO INVERNALE:
RENDIMENTO MEDIO STAGIONALE
Il rendimento globale medio stagionale può riguardare:
1. Il solo impianto di riscaldamento
2. Il solo impianto di acs
3. L’impianto di riscaldamento e ACS
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RISCALDAMENTO INVERNALE:
RENDIMENTO MEDIO STAGIONALE
Il rendimento globale medio stagionale dell’impianto di produzione ACS hg,W è dato da:
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FABBISOGNO DI ENERGIA
PER ALTRI USI
Nella norma sono indicati i fabbisogni standard di energia per usi di cottura, al solo fine di
poter depurare i consumi effettivi rilevati da quelli non attinenti a riscaldamento e produzione
ACS
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CLIMATIZZAZIONE INVERNALE:
PERDITE E RENDIMENTI
Fabbisogno ideale
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FABBISOGNO DI ENERGIA ELETTRICA
Ai fini della valutazione sia dell’energia termica recuperata dagli ausiliari elettrici,sia del
fabbisogno globale di energia primaria, è necessario valutare separatamente il fabbisogno di
energia elettrica dei sottosistemi impiantistici e da questo il fabbisogno di energia elettrica
dell’impianto di climatizzazione
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FABBISOGNI ELETTRICI PER DISTRIBUZIONE
Il fabbisogno di energia elettrica per la distribuzione del fluido termovettore con elettropompe
Qpo,d è dato dalla relazione
Si deve effettuare il calcolo per ciascuna pompa presente nella rete e sommare i fabbisogni elettrici
risultanti.
Gli impianti devono essere dotati di dispositivi per inibire il funzionamento delle pompe di circolazione
durante i periodi di non attivazione dell'impianto. Durante i periodi di fermata stagionale degli impianti il
funzionamento delle pompe deve essere inibito.
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FABBISOGNI ELETTRICI PER GENERAZIONE
E REGOLAZIONE
-REGOLAZIONE
Per il sistema di regolazione non si considerano fabbisogni elettrici
-GENERAZIONE
Il fabbisogno totale nel periodo considerato Qgn,aux si calcola come:
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IMPIANTI E FLUIDO TERMOVETTORE
IMPIANTI AD ACQUA
Il fluido termovettore è acqua riscaldata o raffrescata in centrale termica e quindi distribuita ai
singoli terminali nei diversi ambienti:
1. RADIATORI (TERMOSIFONI)
2. PANNELLI RADIANTI
3. VENTILCONVETTORI (FAN COIL)
4. TERMOCONVETTORI
5. AEROTERMI
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IMPIANTI E FLUIDO TERMOVETTORE
Impianti ad ARIA
Il fluido termovettore è aria captata dall’esterno, trattata all’interno da un dispositivo compatto
(split) o di una unità di trattamento (UTA), e quindi immessa in un ambiente, direttamente o
attraverso una canalizzazione dedicata:
1. UTA e CANALIZZAZIONI
2. SPLIT
Specificità
- Possono controllare solo la temperatura ambiente
- Non sono in grado di controllare l’umidità ambientale
- sono poco costosi
Tipologie
- Impianti a radiatori (solo riscaldamento)
- Impianti ad aerotermi ( solo riscaldamento – comfort scadente- poco costosi)
- Impianti a fan coil ( riscaldamento invernale e raffrescamento estivo- controllo solo indiretto
dell’umidità, adatti per uffici, poco costosi)
- Impianti a pannelli radianti ( riscaldamento e raffrescamento, ottimo comfort, molto costosi)
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RISCALDAMENTO INVERNALE:PERDITE E
RENDIMENTI
I sottosistemi negli impianti di riscaldamento sono:
- sottosistema di emissione;
- sottosistema di regolazione dell'emissione di calore in ambiente;
- sottosistema di distribuzione;
- eventuale sottosistema di accumulo;
- sottosistema di generazione.
Ai fini della determinazione dei rendimenti (o delle perdite) dei sottosistemi, sono previsti i
seguenti metodi:
· determinazione sulla base di prospetti contenenti dati precalcolati in funzione della
tipologia del sottosistema e di uno o più parametri caratteristici ( in questo caso non si
contemplano generalmente recuperi di energia termica o elettrica in quanto già considerati)
· calcolo mediante metodi analitici
radiatori
termoconvettori
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RISCALDAMENTO INVERNALE: CORPI
SCALDANTI AD ACQUA
aerotermi
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RISCALDAMENTO INVERNALE: CORPI
SCALDANTI AD ACQUA
Fan-coil
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RISCALDAMENTO INVERNALE: PANNELLI
RADIANTI
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RISCALDAMENTO INVERNALE: PANNELLI
RADIANTI
INVERNO (RISCALDAMENTO)
• T di alimentazione invernale da 28 a 40°C
• resa invernale da 50 a 100 W/mq
ESTATE (RAFFRESCAMENTO)
• T di alimentazione estiva di 10°C (al di sotto di tale valore si possono avere fenomeni di
condensa superficiale)
• Resa estiva (massimo calore sensibile) 30W/mq
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RISCALDAMENTO INVERNALE:
RENDIMENTI DI EMISSIONE
Per ambienti riscaldati di altezza maggiore di 4 m, i rendimenti di emissione dipendono
non solo dal carico termico medio annuale, ma sono fortemente influenzati dalla tipologia
e dalle caratteristiche dei componenti, dalle modalità di installazione e dalle
caratteristiche stesse dell'edificio.
Il prospetto della norma UNI TS 11300-2 fornisce valori del rendimento di emissione per
le tipologie di terminali di erogazione utilizzati nei locali di altezza maggiore di 4 m riferiti
a installazione a perfetta regola d'arte. Qualora sussistano dubbi al riguardo, si deve
ricorrere ai metodi forniti dalla norme pertinenti (per esempio UNI EN 15316-2-1), con o
senza contestuali misure in campo.
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RISCALDAMENTO INVERNALE:
PERDITE DI REGOLAZIONE
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DISTRIBUZIONE: ALIMENTAZIONE CORPI
SCALDANTI AD ACQUA
SCHEMA A PETTINE
SCHEMA A COLLETTORE
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DISTRIBUZIONE: ALIMENTAZIONE CORPI
SCALDANTI AD ACQUA
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RISCALDAMENTO INVERNALE: RENDIMENTO
DI DISTRIBUZIONE
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RISCALDAMENTO INVERNALE: RENDIMENTO
DI DISTRIBUZIONE
I valori dei prospetti si riferiscono a distribuzione con temperatura variabile, con temperature
di mandata e ritorno di progetto di 80 °C/60 °C.
Per temperature di progetto differenti si applicano i coefficienti di correzione dei rendimenti
del prospetto.
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RISCALDAMENTO INVERNALE: CALDAIE
TRADIZIONALI
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RISCALDAMENTO INVERNALE: CALDAIE A
CONDENSAZIONE
è possibile sfruttare il calore dei fumi ad alta temperatura, con
notevole risparmio di energia e contenimento dei consumi. Una
volta utilizzato il calore raffreddando i fumi fino al punto di rugiada,
questi possono essere espulsi utilizzando canne fumarie in
plastica, dal momento che la temperatura non supera i 40°C. Nelle
migliori caldaie, si ottengono rendimenti che superano di gran
lunga il 100% e raggiungono quasi il 110%. Grazie alle
caratteristiche costruttive (modulazione, sonde, programmi di
gestione della temperatura, accumulo del calore all’interno del
serbatoio a stratificazione), quando si decide di sostituire una
caldaia tradizionale con una a condensazione, è possibile
sceglierne una di potenza inferiore.
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UNI TS 11300-2
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Acs: TEMPERATURE DI EROGAZIONE
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Acs: FABBISOGNO VOLUMICO GIORNALIERO
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Acs: FABBISOGNO VOLUMICO GIORNALIERO
ABITAZIONI
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Acs: FABBISOGNO VOLUMICO GIORNALIERO
ALTRI USI
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Acs: RENDIMENTO E PERDITE DI
EROGAZIONE
η w,er = 0.95
Le perdite di erogazione si considerano tutte non recuperabili. Non si considerano fabbisogni
di energia elettrica. Le perdite si possono calcolare come:
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Acs: RENDIMENTO E PERDITE DI
DISTRIBUZIONE
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Acs: RENDIMENTO E PERDITE DI ACCUMULO
Le perdite di accumulo Q l,W,s si calcolano in base alla entità e alle caratteristiche della
superficie disperdente dell'accumulatore e alla differenza tra la temperatura media della
superficie e la temperatura media dell'ambiente nel quale l'accumulatore è installato.
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certificatori, La serie UNI TS 11300 – ing Alex Lambruschi
Acs: RENDIMENTO E PERDITE DI ACCUMULO
Qualora sia disponibile il valore della dispersione termica dell'apparecchio K boll [W/K]
dichiarato dal costruttore, le perdite sono calcolate con la formula seguente:
Nel caso di apparecchi elettrici, il valore delle perdite nominali (statiche) è dichiarato dal
costruttore secondo la CEI EN 60379.
Nel caso in cui l'accumulatore sia installato in un ambiente riscaldato le perdite si considerano
tutte recuperate durante il periodo di riscaldamento. Si considerano invece tutte non
recuperabili durante il periodo nel quale il riscaldamento è inattivo (estivo). Le perdite di
accumulo recuperabili e non recuperabili si considerano presenti in tutto il periodo di
funzionamento prefissato del sistema.
Il fattore di recupero b g,w dipende dall'ubicazione dell'accumulatore.
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certificatori, La serie UNI TS 11300 – ing Alex Lambruschi
Acs: RENDIMENTO DI GENERAZIONE
Nel caso di produzione acqua calda sanitaria separata dal riscaldamento si hanno quindi
due casi:
a) impianto centralizzato di produzione di acqua calda sanitaria a servizio di più unità immobiliari
di un edificio;
b) impianto autonomo di produzione per singola unità immobiliare.
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Acs: RENDIMENTO DI GENERAZIONE
Nel caso di produzione acqua calda sanitaria separata dal riscaldamento si hanno quindi
due casi:
a) impianto centralizzato di produzione di acqua calda sanitaria a servizio di più unità immobiliari
di un edificio;
b) impianto autonomo di produzione per singola unità immobiliare.
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Acs: RENDIMENTO DI GENERAZIONE
Nel caso di generatori combinati per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria
per il periodo (ii) si possono utilizzare i dati certificati di prodotto, ove disponibili, oppure i
dati del prospetto 31.
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Acs: CALCOLO DEI RENDIMENTI, QUADRO DI
SINTESI
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TORRE BELVEDERE
Il calcolo di potenza per singolo vano permette di dimensionare gli elementi di emissioni,
calcolare la distribuzione del fluido termovettore ed anche scegliere e dimensionare il
generatore di calore invernale