di Romina Ciuffa
Periodico di informazione, attualità e cultura musicale a cura del Saint Louis College of Music
A quando il dj romano
Andrea Esu riempiva
lo storico Dome Rock
Cafè di Marco e Paola
Panico, a San Giovanni,
con le note di un duo fem-
minile, le Pink. Per un loro
pezzo, Dubbi inerti, com-
uando si parla di grandi personaggi della prai il cd. Le persi di vista. Dal testo, dalla ritmi- un onore, nel tempo stesso un compito assai
CONTINUA NELLA PAGINA ROCKOFF CONTINUA NELLA PAGINA BEYOND CONTINUA NELLA PAGINA SPECIAL
S
L -LO S S
P E C I A L E ALTNATIVE
ER KAMIKAZE QUEENS CLASSICA
MENTE STING
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ROMINA CIUFFA Mirta Lispi
Direttore Responsabile
SALVATORE MASTRUZZI
Caporedattore
Rossella GAUDENZI
Redazione
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Giosetta Ciuffa, Lorenzo Fiorillo, Egizia Mondini
Corinna Nicolini, Paolo Romano, Eugenio Vicedomini
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L-LOSS LE PAROLE DI LULÙ FEED
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e fotografia
Romina CIUFFA ZENONE E LA TARTARUGA
è concluso il Festival di in minuscola parte sul contributo pubblico euro, all’attività lirica ordinaria svolta da 22
Redazione
Via Urbana, 49/a
00184 Roma
Tel. 06.4544.3086
Si Villa Carpegna, per la pri-
ma volta teatro naturale di
una manifesta-
(meno del 25 per cento). Alla sua prima edizio-
ne questa manifestazione indica la via da percor-
rere verso una nuova concezione di impresa cul-
enti poco più di 2 milioni, mentre 12 istituzioni
concertistiche gestiscono circa 13 milioni di
euro. Poi ci sono 164 fondazioni e attività con-
zione d’avan- turale, sana, non viziata da mire personali, fru- certistiche, quasi tutte di musica classica, e una
Fax 06.4544.3184 guardia sotto strati bisogni di ribalta o fini propagandistici. decina solo di musica moderna o jazz, che si
redazione@musicin.eu vari profili: cul- Negli anni molti Festival non hanno solo svuo- spartiscono 13 milioni di euro, fra cui, a titolo
turale, musicale, tato le casse delle amministrazioni pubbliche, di esempio, l’Associazione culturale di
Tipografia aggregativo, imprenditoria- favorendo l’arricchimento (a questo punto inde- Roccella Jonica con 250 mila euro, l’Istituzione
Ferpenta Editore Srl le. Le altre rassegne (più bito) degli organizzatori, ma hanno trattato gli Universitaria dei Concerti di Roma con 520
V. R. Gabrielli calzante «rassegnate») han- spazi loro concessi come propri piccoli feudi, mila euro, 400 mila all’Associazione Siciliana
di Montevecchio, 17 no perseverato nel propor- intoccabili, personali. Amici della Musica, 670 mila all’Associazione
Roma re il classico: formule Per capire come vengono distribuiti i fondi dal Amici della Musica di Firenze (e certo che sono
obsolete, vecchie co- Ministero dello Spettacolo, si guardi il docu- amici della musica).
Anno IV n. 15 me coloro che le mento che il sito dei Beni culturali mette a Potrebbe essere utile per un musicista consulta-
Autunno 2010 dirigono, demodé disposizione (www.spettacolodalvivo.benicultura re questo elenco prima di accettare un ingaggio
Reg. Tribunale di Roma
come un bustino li.it/sovvenzioni/2010/contrib_musica_2010.pdf). da uno degli enti finanziati o sovvenzionati; in
n. 349 del 20/7/2007 da aristocratici, Da esso ciascuno potrà farsi un’idea se l’asse- genere nella contrattazione del cachet
nostalgiche come gnazione di tali danari trovi una giustificazione l’organizzatore, per convincere il musicista ad
un villino a Monteverde, nella qualità della programmazione dell’ente accettare una miseria di paga, cita con cipiglio
noiose come un disco di Milva. percipiente o se ci si trovi di fronte all’ennesimo la «crisi del settore» (e quando mai è stato flo-
Villa Carpegna ha vantato, in quello magna-magna. rido?), la recessione (mai sentito al telegiornale
che è stato l’avvio di un nuovo modo di È facile pensar male di tutti (ed è certamente che siamo in pieno boom economico), il taglio
STEFANO concepire il «Festival», oltre 25 mila presenze sbagliato) ma spesso si indovina: da questo ai fondi. (...)
MASTRUZZI in soli 17 giorni, durante i quali ha proposto documento pubblico emerge che a 26 teatri di
EDITORE spettacoli e concerti ad ingresso libero gravando tradizione per il 2010 vanno quasi 15 milioni di CONTINUA NELLA PAGINA JAZZ&BLUES
JAZZ
& blues L’EDITORIALE DI STEFANO MASTRUZZI Il paradosso di
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010
RADIO
CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA > ZENONE E LA TARTARUGA
DELL A
MUSICA
a cura di Rossella Gaudenzi
Nasce Radio Parco della Musica, un palinsesto in evoluzione; una web radio soggetta a stimoli con-
tinui, dalla programmazione calibrata fatta di contenuti indipendenti accanto a contenuti legati
all’Auditorium. Con veri e propri gioiellini di cultura musicale, l’intervista fatta ad Herbie Hancock
ad esempio: non si può rimanere indifferente dinanzi a una vera e propria leggenda del jazz.
(...)M
a se i fondi vengono tagliati ogni anno, a quanto diavolo ammonta-
vano venti anni fa, prima cioè di venti anni di tagli? Doveva essere
una cifra astronomica allora, ma non è che per questo motivo vere le idee chiare e di qualità. Ecco che in questo Quanto spazio viene dato alla musica jazz da Radio
vent’anni fa ci pagassero di più. È chiaro che in siffatto presunto continuo dimez-
zarsi dei fondi disponibili si incappa nel paradosso di Zenone, quindi Achille non
raggiunge mai la tartaruga, così come il 95 per cento dei musicisti non raggiun-
A modo una partenza diventa un’ottima partenza per
far bene e, nel caso specifico, far bene una web
radio nuova di zecca -o quasi, con i suoi sette mesi di
Parco della Musica?
Premesso che buona parte della programmazione stan-
dard dell’Auditorium è programmazione di musica jazz,
gerà mai il minimo contributivo per la pensione dell’Enpals. vita-, la PdM web radio, ossia Radio Parco della Musica. Radio Parco della Musica non può essere da meno, deve
Coincidenza vuole che tutti (quasi tutti, per carità) i patron dei Festival più rino- Gli eccellenti risultati sono la summa del contributo di mantenersi all’altezza delle aspettative. Cito «Torna a
mati vivano in case sontuose; evidentemente mi viene da pensare che, visto che quattro personalità diversificate e con varie competenze: casa Jazzy!», programma dal titolo spassoso che consiste
a loro detta i fondi sono sempre stati pochi e per giunta dimezzati progressiva- Duccio Pasqua, Filippo e Vanni Trentalance, Valentina in interviste della durata di trenta minuti ai maggiori jaz-
mente, fossero già tutti benestanti prima di intraprendere l’attività; ma guarda Farinaccio. I fratelli Trentalance hanno al loro arco, gio- zisti italiani, da Stefano Bollani a Enrico Pieranunzi, da
quanti bravi mecenati, gli amici della musica appunto. cando con le parole, una ragguardevole esperienza come Fabio Zeppetella a Maurizio Giammarco e così via; un
Ora è nell’aria un radicale cambio di direzione alla Casa del Jazz, un’istituzione compositori e musicisti: Filippo alla chitarra e Vanni al appuntamento monografico con approfondimenti sui
culturale di recente costituzione che, dopo 5 anni di corretta ed equilibrata con- piano hanno dato la propria impronta al gruppo musicisti e domande specifiche. In più molti riferimenti
duzione da parte di Luciano Linzi, sembra ormai prossima a un avvicendamen- Caraserena, vincitore del premio Musicultura, che ha alla loro formazione.
to nel direttivo. C’è solo da sperare in una scelta oculata, non dettata da esigen- all’attivo l’album Ricordarsi di annaffiare (Parco della Esiste il «programma preferito» di Duccio Pasqua?
ze interne troppo italiane, ma funzionali alla natura della struttura. La Casa del Musica Records, 2008). Duccio Pasqua e Valentina Esiste ed è «Il mio giradischi». Si tratta di un program-
Jazz ha avuto un travaglio controverso; prima ancora della sua effettiva nascita, Farinaccio sono i giornalisti esperti, i maghi della parola: ma nato da una chiacchierata con Christian Meyer, talen-
si parlava molto fra addetti ai lavori. Inizialmente sembrava dovesse avere fina- conduttore di Notturno Italiano di Radio Rai ed esperto di tuoso batterista appassionato di jazz noto soprattutto per
lità didattico-formativa, ma com’era prevedibile ha toccato i nervi scoperti delle musica e spettacolo per Il Giornale Duccio, giornalista, far parte del gruppo Elio e Le Storie Tese. Christian
numerose scuole di musica pubbliche e private; poi si parlò di sala concerti sta- critico musicale e scrittrice Valentina (tra gli autori del lamentava il fatto che non ci fosse alla radio una trasmis-
bile e i jazz-club di Roma insorsero; infine etichetta discografica, sala di regi- libro-intervista La Sindrome di Bollani > v. Music in 13, sione che trattasse le passioni musicali degli artisti. È
strazione, sala prove e molto altro. Beyond). Un rimescolamento delle carte e si riescono ad nato così un programma in cui gli ospiti portano i propri
Finché non fu chiaro che la costituenda istituzione pubblica non avrebbe dovu- avere punti di vista differenti. dischi preferiti dando spiegazioni articolate sul perché
to mai sovrapporsi all’attività di strutture operanti da anni sul territorio, sia per- È Duccio Pasqua a parlarci dell’ideazione e realizza- siano i loro dischi preferiti. Si fanno scoperte interessan-
ché non ve n’era bisogno, sia perché, nella nicchia del mercato del jazz, si zione di quest’impresa. ti: ad esempio che Max Gazzè ha una grande passione per
sarebbe andati a sottrarre agli operatori culturali esistenti molte preziose risor- Il progetto è nato in maniera autonoma, svincolato Frank Zappa, i Weather Report, Franco Battiato. Oserei
se delle già poche disponibili. Sin dalla sua apertura al pubblico del 2005, la dall’Auditorium Parco della Musica, in virtù dell’amore dire che questo è anche un buon modo per «umanizzare»
Casa del Jazz trovò una propria collocazione, equidistante. Ma dovrà perseve- per la radio e di un confronto critico con altre strutture il musicista, avvicinarlo all’ascoltatore.
rare lungo questa direzione e intensificare anche il fine divulgativo di questa europee. Abbiamo realizzato vari demo per capire quali Credi si possa parlare anche di un programma pre-
meravigliosa struttura. Un luogo di incontro per famiglie e neofiti che possano informazioni potessero essere poi elaborate e mandate in diletto dagli ascoltatori?
in tal modo avvicinarsi e lasciarsi trasportare nel magico mondo del jazz. Un onda. Il processo è stato un po’ lungo, l’idea è però pia- Posso affermare che abbiamo ideato un momento al
punto di ritrovo per studiosi e appassionati, un centro culturale documentale ciuta sin dall’inizio e si è trattato quindi di adattarla alla quale gli ascoltatori sono molto affezionati, quello del
dove trovare informazioni, riviste, dischi, registrazioni, video e quant’altro causa. Fondamentale per la buona riuscita e professiona- Quizzorium, «pillole» della durata di un minuto, che gira
possa documentare la storia del jazz, con un particolare focus sul jazz italiano. lità dell’opera è, a mio avviso, l’esserci scelti, se così si in continuazione: grazie a quesiti sugli artisti in cartello-
Ecco, questo potrebbe essere lo scopo da raggiungere nei prossimi cinque anni. può dire, per metà giornalisti e per metà musicisti. ne o sui programmi radiofonici vengono messi in palio
Certo, per instradare la Casa del Jazz su questo binario, servirà una persona di Come si struttura il palinsesto? biglietti per i concerti dell’Auditorium.
provato spessore culturale, in grado di discernere fra un geniale assolo e un bic- Potrei definirlo un palinsesto in evoluzione; non biso- Partendo dal gradimento del pubblico quale bilancio
chiere di vino. Ma soprattutto giovane, perché no, appena trentenne, con idee gna dimenticare che la PdM web radio è neo-nata, sog- si può fare su questi pochi mesi di vita della web radio?
fresche, voglia di rischiare, entusiasmo per fare non per potere, coraggio di getta dunque a stimoli continui; un palinsesto calibrato, Il gradimento è notevole e in crescita. Durante i primi
osare e non di vivere di rendita, più sperimentazione meno pensioni. composto da contenuti indipendenti accanto a contenuti giorni di programmazione sono usciti molti articoli al
Le micce della rivoluzione vengono appicciate da menti giovani brillanti, illu- legati all’Auditorium. Iniziamo con «Lo strillo quotidia- riguardo; la gente ha iniziato a scriverci e continua a farlo
minate, con una bella pietra focaia tutta da sfregare, senza bisogno di viagra. no», promemoria degli eventi del giorno che viene ripro- comunicandoci un forte entusiasmo per la programmazio-
Purtroppo nel panorama romano (e ben si fece a scegliere un giovane direttore posto ciclicamente; mentre la trasmissione «A piedi nudi ne. E c’è un dato importantissimo da considerare: l’ascolto
di Milano) esistono operatori del settore per tutti i gusti, dall’intellettuale radi- sul palco» illustra la programmazione settimanale medio di una web-radio è di pochi minuti. La nostra media
cal be-bop al peracottaro, dal giornalista curioso al bifolco ammanicato, dal dell’Auditorium, con approfondimenti e interviste ad arti- di ascolto sfiora le quattro ore. Il nostro pubblico fa inoltre
musicista colto al traffichino cafoncello. sti e pubblico. ampio utilizzo di Facebook, il mezzo più comodo per gli
Per comprendere il valore del prossimo direttore sarà sufficiente moltiplicare L’idea di fondo, il filo conduttore del nostro operato è aggiornamenti e il contatto con gli ascoltatori.
l’età del prescelto per il numero di case in suo possesso, sottrarre gli anni che quella di andare a fondo, di saper spiegare il perché una Qual è stato il momento più suggestivo dalla nascita
gli mancano alla pensione e aggiungere il numero di appoggi politici di cui determinata scelta musicale sia bella senza essere dida- della PdM web radio ad oggi?
gode. Qualora il risultato risultasse superiore agli universitari centodieci deci- scalici bensì leggeri. L’intervista fatta ad Herbie Hancock. Non puoi rimane-
mi, non vorrà affatto significare che lui o lei meriti la lode, ma che abbiamo Lavoriamo con molto materiale di archivio. Lo scorso re indifferente dinanzi a una vera e propria leggenda del
perso un’occasione. luglio ha avuto una programmazione particolare, in virtù jazz. Riuscire ad intervistarlo ha rappresentato un succes-
In tal caso, fare finta di niente e sottrarre il numero che si è pensato. del consueto appuntamento con «Luglio suona bene»: la so personale enorme. E al tempo stesso un incitamento
trasmissione Monografia ha dato ampio spazio ai musi- per fare di più e meglio. Come si suol dire: siamo conten-
Stefano Mastruzzi cisti della rassegna. ti, ma non ci accontentiamo. ■
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010
RECENSIONE «Il Jazz in Italia» Per viaggiare nei luoghi più sperduti del jazz con una guida esper-
JAZZ
& blues
ta, il giornalista Adriano Mazzoletti, che accompagna lo sprovveduto dalle origini alle grandi orchestre CIURI CIURI JAZZ Quando un piano a coda strabocca di limo-
(volume 1) e dallo swing agli anni Sessanta (volume 2) su una jeep che è una «turbatio sanguinis». ni e arance, è con evidenza la Sicilia jazz di Santi Scarcella
LA LONELY
PLANET
DEL JAZZ di Paolo Romano
ARANCE
di Rossella Gaudenzi
I
viaggiatori occasionali e non, si saranno imbattuti un cammino più difficile. Insomma, come dicevano gli orniamo a parlare dell’amore della Sicilia per il jazz: i risultati
certamente nelle guide Lonely Planet EDT che
accompagnano con dovizia di particolari anche il più
sprovveduto in giro per gli angoli remoti del pianeta. Con
antichi una «turbatio sanguinis», un rimescolamento gene-
tico che se da un lato è l’essenza del jazz tout court, dall’al-
tro ci dovrebbe garantire un posto in Paradiso tra i suoi fon-
T migliori sembrano venir fuori ogni qualvolta ci sia una contamina-
zione tra il jazz e i suoni della terra siciliana. Il nome scelto, di volta
in volta, per i vari progetti, è significativo: quando un piano a coda
lo stesso spirito l’editore torinese propone il secondo volu- datori. strabocca di limoni e arance, è la volta di «Ciuri Ciuri Jazz», che ci
me di una guida assai particolare, ma non meno utile – per D’altro canto, Adriano Mazzoletti, genovese d’origine e mette a contatto con il rumoroso e variopinto universo del pianista e
gli appassionati – di un tour per il Punjab o per la Terra del romano d’adozione, da più di cinquant’anni segue come compositore Santi Scarcella. Il musicista studia alla Milano Civica
Fuoco: «Il Jazz in Italia» di Adriano Mazzoletti, due giornalista presso le più prestigiose testate nazionali di carta Scuola di Musica e nel 2004 elabora un progetto musicale, a parti-
tomi per un ragguardevole totale di 1632 pagine che ci stampata, radio e televisione le vicissitudini di una musica re dalla sua tesi di laurea, che possa dar voce ai suoni della sua isola.
accompagnano, come da sottotitolo, «dallo swing agli straordinaria, che è certo non vada spiegata ma che è altret- Nasce così un brano, Lentu e Sciurandido, sull’uguaglianza tra i popo-
anni Sessanta», e che proseguono lo studio pubblicato nel tamento certo che vada conosciuta e che necessiti, per la sua li (sciurandido è un fonema inventato, sta a significare «tutti uguali»),
2004 «dalle origini alle grandi orchestre». diffusione, anche di un apparato di informazioni che - un lavoro legato all’immediatezza delle varie esperienze di vita.
La ponderosità dell’opera è tale da far inizialmente sor- l’abbiamo detto - Mazzoletti sicuramente non risparmia. Santi si allontana inoltre dal pop approfondendo una nuova esigen-
ridere il recensore sconfortato (con sincerità si rammarica Questi due tomi, insomma, si vanno ad affiancare - per za di scrittura, senza rinunciare alla canzone e trovando la risposta
di non poter millantare la lettura completa dei tomi) di prossimità - ad un’altra opera di straordinaria importanza e in Modugno, Trovajoli, Gershwin. La regola numero uno è rimanere
fronte ad essa e che da subito pensa: roba da feticisti al più con un impianto piuttosto simile che è il Jazz di Gunther ancorati alle radici culturali, così può prendere vita un brano come
spacciabile per biblioteche, conservatori ed istituti musica- Schuller (e qui non si ha davvero bisogno di presentazio- Cu jè?, in cui si ripropongono i suoni strettamente familiari,
li in aria di accessioni per il lungo freddo inverno. Poi si ni), guarda caso sempre edita da EDT, specializzata si vede un’espressione cara al nonno più i suoni del mercato sotto casa:
inizia a sfogliare l’indice analitico, dettagliatissimo e per- nel non farci perdere in nessun luogo. Ma Il Jazz in Italia «…rricotta frisca…».
fetto per muoversi dentro il libro, l’indice dei nomi curatis- ha, a nostro giudizio, un valore aggiunto rispetto anche al Nei brani rientrano i suoni veri, sono parte integrante della compo-
simo ed una discografia talmente ampia da perderci gli Totem delle storie del jazz di Schuller. sizione, dell’arrangiamento; così ci ha insegnato un eccelso maestro
occhi, una discografia che comprende tutto quanto è stato Vale a dire, una filigrana che s’addipana con discrezione come Ennio Morricone nelle colonne sonore dei film di Leone o di
registrato in trent’anni ivi comprese «registrazioni su filo, e precisione insieme sulle vicende storiche, politiche e Tornatore. Dietro la volontà di scrivere un progetto di «jazz siciliano»
nastro, dischi privati a pronta resa (lacche, acetati), lp fuori sociali del nostro Belpaese. E così, tra le pagine musicali a c’è la necessità di trovare un titolo accattivante: il risultato del lavoro
commercio, o stampati o mai messi in circolazione, e cd a suon di sincopi, Mazzoletti, quando con nostalgia, quando è una commedia musicale che narra le vicende di Sam, giovane pia-
tiratura limitata». con il rigore del compilatore e del critico, racconta la sto- nista siciliano emigrato in America. Egli scopre che tanti italiani, e
E il viaggio, dicevamo, può iniziare. Il mio parte dall’in- ria di un paese povero ma orgoglioso dopo la catastrofe del meglio, siciliani, hanno dato un enorme contributo alla genesi del
dice dei nomi e mi succede quello che di solito capita di ventennio e della guerra, combatte - neanche tanto velata- primo jazz: Nick La Rocca, Frank Sinatra, Beniamino Buonomo alias
fronte a un atlante geografico, si trova uno spicchio di mente - le astruse teorie della Scuola di Francoforte Bennie Goodman, e molti altri. È un’America che va ringraziata per
terra, ci si incuriosisce, si inizia a saltare da una parte (Adorno su tutti) sul jazz come musica per eccellenza di aver dato a molti emigrati la possibilità di trovarsi a New Orleans e
all’altra dell’emisfero con collegamenti e fili d’Arianna regime, il nazista compreso, e ripercorre le tappe della rico- infondervi la propria cultura. Sam, interpretato da Santi, affermerà:
tutti personali ed eccoci dentro un viaggio virtuale meravi- struzione fino agli anni del boom da «dentro» le case della «Non posso fare jazz, debbo fare ciuri ciuri jazz…».
glioso, un mare nel quale ci è dolce naufragare. gente, per così dire. Il genere della commedia musicale è nato per caso. Come perso-
Cerco subito un po’ di amici o di musicisti conosciuti per Questi tomi raccontano un’Italia ancora non raccontata, naggi in cerca di autore, i brani hanno a poco a poco trovato una sto-
verificarne il «trattamento». Parto con Marcello Rosa, salto i programmi artistici dei Caffè di Trieste, le balere di ria, una sceneggiatura, fino a creare un lavoro della durata di quasi
ad Amedeo Tommasi, porgo il mio omaggio a Franco Alessandria dove Dino Piana iniziò a farsi conoscere, due ore. L’autore ha lavorato con Marisa Laurito per oltre due anni,
Cerri, bazzico qua e là per trovare echi di Eddie Lang e l’Orchestra di Ritmi Moderni di Francesco Ferrari dove - scoprendo il piacere per il teatro e prediligendo progetti che commi-
m’accorgo che il libro, come dire, «c’è». scopriamo -f u brevettata una particolare sordina triangola- stionino le arti. La commedia è orchestrata in maniera originale, si
È questo e molto altro, perché la carta geografica che si re per tromba per ottenere sonorità differenti (ah, l’italo improvvisa con la zampogna, con il «friscalettu», o flauto di canna,
va delineando non è solo quella dello studioso e del critico ingegno!). E così una storia d’Italia diversa si inizia a con il «marranzanu», o scacciapensieri. Tutto per rendere appieno
del jazz (figura pure onnipresente nelle pagine del Jazz in sovrapporre alla prima mappa geografica colorandola non quella celebre «vucciria» che trae origine dalla latina «vox» in cui si
Italia) che ha perso gli occhi a spulciare biblioteche ed tanto di date e luoghi, ma della immensa e straordinaria racchiude l’anima della terra di Sicilia.
emeroteche e l’udito alle disconastroteche di Stato e non umanità di quanti quelle date e quei luoghi li hanno vissu- La band è soggetta a cambi continui, e cambi continui ci saranno
(più «non»). La cartografia la sta mappando un viaggiato- ti, da musicisti e da gente comune, da abruzzesi emigrati e in futuro. Apportatore di stabilità per il gruppo, che ha aderito al pro-
re vero, un uomo che ha accompagnato e raccontato gior- da aristocratici lombardi, da braccianti calabri e dalla getto sin dagli inizi, è senza dubbio il batterista messicano Israel
no dopo giorno con passione e intelligenza quello che di nuova borghesia piemontese. Varela; al basso e contrabbasso il raffinato Maurizio Rolli; Pietro
straordinario stava accadendo in Italia sul versante del jazz, Anche questo è il motivo per cui tra i nostri libri non Cerruto alla zampogna, che sa imprimere colori forti alle esecuzioni.
una musica della quale Mazzoletti con una punta di patrio dovrebbe mancare il Jazz di Adriano Mazzoletti, perché Inoltre: Gian Piero Lo Piccolo al sax, Massimo Guerra alla tromba e
orgoglio tricolore rivendica all’Italia - se non proprio la una sera qualunque potremmo voler di ritrovarci imbar- flicorno, Giovanni Smiroldo alla fisarmonica.
paternità - almeno il forte sospetto che senza gli italiani, e cati in una navigazione straordinaria e con mille destina- Una chicca: sul palco, sprazzi di didattica per il pubblico.
non solo emigrati, la musica afroamericana avrebbe avuto zioni possibili. ■
ROCK
OFF BRMC Nelle chitarre una stratifi-
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010
ÒLAFUR ARNALDS
JIMI HENDRIX Quarant’anni dopo Noi facciamo della musi- cazione in grado di ricreare il muro E sono fuggiti dal peso
a cura di FLAVIO FABBRI sonoro del rock. E delle moto
ca libera, dura, che picchi forte sull’Anima in modo da aprirla dell’oscurità
SAMARKLAND
HOTEL ARNALDS
A PIOGGIA
Un esempio di come la musica strumentale di estrazione classica possa, con strumenti
rock, avvicinare il panorama della musica alta a quello sterminato delle sonorità più pop
opo una fugace apparizione nel 2008, band heavy metal tedesca Heaven Shall Burn.
D torna in Italia il giovanissimo composito-
re e pianista islandese Ólafur Arnalds per
presentare il suo ultimo album. Nato nel 1987 a
È del 2007 il suo primo lavoro autoprodotto,
Eulogy for Evolution, a cui sono seguiti gli EP
Variations of Static del 2008, Found Songs e
Mosfellsbaer, nei dintorni di Reykjavik, ha Dyad 1909 del 2009, fino all’uscita ad aprile
ottenuto la ribalta internazionale accompagnan- 2010 del nuovo ed intenso ...And They Have
do in tour nel 2008 i più famosi Sigur Rós, gua- Escaped the Weight of Darkness, prodotto dalla
dagnandosi così il rispetto dei critici e l’affetto britannica Erased Tapes. Un disco ricco di
di sempre più numerosi fan in ogni parte del sonorità neo-classiche e indie rock, dove per
mondo. La sua musica spazia dalla classica alla quaranta minuti a farla da padrone è la speri-
minimalista, dall’elettronica all’indie/pop, il mentazione polistrumentale, dalla nostalgica
Una suonata funebre per salutare un’era: quella della rivoluzione hippy e del che lo accosta di continuo ad artisti di diverse Thu-ert-solin alla struggente e malinconica
Rock & Roll, eletto da milioni di giovani in tutto il mondo a linguaggio universale estrazioni, dai citati Sigur Rós a Balmorhea, da Undan hulu, per un incrocio leggero di archi,
di protesta e autodeterminazione culturale. Un modo di intendere la musica e la Jóhann Jóhannsson a Max Richter. violini, pianoforte, batteria e glitch elettronici.
vita che andava oltre il bisogno di fare soldi e che però, di lì a poco, avrebbe Un esempio, questo di Arnalds, di come la Titoli incomprensibili per emozioni universa-
lasciato inesorabilmente il posto al grande business e ai professionisti del palco. musica strumentale di estrazione classica, gra- li di delicata composizione, in cui si sente
zie all’utilizzo dell’elettronica e di strumenti l’alternarsi delle stagioni, il battere della piog-
tipicamente rock, possa avvicinare il panorama gia e il colore vivido delle note autunnali. Di
della musica alta a quello sterminato e spesso questo si nutre la musica di Arnalds e i suoi
(...)
Afroamericano da parte di padre Sheperd, Ernie Isley, Jonny Lang, Hubert sorprendente delle sonorità più pop. Una concerti in Italia costituiscono tre occasioni
e indiano cherokee da parte di Sumlin, Eric Johnson, Joe Satriani, Los Lobos, miscellanea originale, accattivante e facile uniche per godere dal vivo delle esecuzioni e
madre, Jimi mostrava se stesso Living Colour e Doyle Bramhall II. Visto poi all’ascolto, in cui le note di pianoforte intense e delle atmosfere tipiche della tradizione musica-
al pubblico come il classico che per metà Jimi era un Cherokee, su iniziativa cadenzate si muovono in armonia con l’essen- le islandese, di cui molti ormai sono gli artisti
capellone istrionico, estroso, della sorella, molti dei suoi oggetti personali zialità cruda del post-rock di qualche anno fa, noti a livello mondiale. (Flavio Fabbri)
vestito in maniera stravagante e in perfetto stile sono finiti allo Smithsonian’s National Museum frutto di intense collaborazioni a livello interna- 6 novembre > Milano, Casa 139; 7 novem-
hipster. Ogni sua esibizione live o disco dato of the American Indian. Sorta di reliquie artisti- zionale, tra cui quelle con il principe dell’elet- bre > Terracina (Latina), Le Scalette; 8
alle stampe aveva sempre il solito effetto di far che e non, tra cui anche una delle sue giacche tronica Aphex Twin, i compaesani Amiina e la novembre > Roma, Circolo degli Artisti.
letteralmente impazzire milioni di giovani, gra- preferite e altri oggetti in pelle.
zie alle vibrazioni elettriche della sua leggenda- Proprio la giacca sarà il pezzo forte di una
ria Fender Stratocaster. In questo modo sono mostra intitolata «Up Where We Belong:
state allevate schiere di chitarristi a lui devoti, Native Musicians in Popular Culture», come si
guadagnandosi nel 1992 un posto nella Rock legge nel sito ufficiale dedicato all’artista
and Roll Hall of Fame e nel 2003, sul Rolling (Jimihendrix.com), che esamina l’influenza dei
Stone Magazine, il titolo di più grande chitarri- nativi americani sulla musica contemporanea
sta di tutti i tempi. nell’ultimo secolo. Numerosi cimeli appartenu-
MOTOCICLETTE RIBELLI
In occasione di questo quarantesimo anniver- ti all’artista americano sono stati messi all’asta
sario dalla morte sono state preannunciate sor- a partire da gennaio 2010, tra cui le sue chitar-
prese discografiche senza precedenti. Così, re (alcune mezze carbonizzate dal celebre fuoco
dopo Valleys of Neptun uscito quest’anno, ecco ‘divinatorio’ di Hendrix), plettri, cartoline auto-
presentarsi al grande pubblico le nuove versio- grafate e molto altro.
ni di Jimi Hendrix: blues, Live at Woodstock, A giugno si è poi tenuto l’Isle of Wight
Jimi Hendrix BBC sessions, quest’ultimo con Festival, a quarant’anni esatti dall’esibizione
una versione finora inedita di Burning of the del rocker americano sul palco del festival bri-
midnight lamp, e l’EP natalizio Merry tannico, che fu l’ultimo grande evento a cui par- Una banda di motoci-
Christmas & A Happy New Year. tecipò prima della sua morte. A ricordarlo è clisti ribelli disturba
È stata la stessa Fondazione Hendrix a darne stato l’ex Beatles Paul McCartney che, salito una gara entrando
notizia lo scorso agosto, assicurando a breve sul palco, ha intonato Purple Haze davanti a
nuove chicche per gli appassionati del chitarrista decine di migliaia di fan in delirio. Anche nel- nel circuito, mentre
di Seattle, come il DVD con le apparizioni di l’estate del 2009 si è ricordata la famosa esibi- uno dei membri ruba
Jimi alla BBC ed una cover di Sunshine of your zione di Jimi Hendrix in chiusura del Festival di il secondo premio - un
love dei Cream, che sarà contenuta nel quadru- Woodstock del 1969, performance divenuta un trofeo - e lo dà al pro-
plo cofanetto West Coast Seattle boy, già consi- vero e proprio simbolo per un’epoca che pian
derato dai fan un gioiello da collezionisti. Per piano volgeva al termine. prio capo, Johnny
finire, la Experience Hendrix LLC e la Legacy L’immagine di Hendrix che suonava l’inno (Marlon Brando).
Recordings hanno annunciato la seconda ondata nazionale americano in modo provocatoriamente Così nascono i BRMC
di ristampe del monumentale 2010 Jimi Hendrix distorto, quasi un dissacrante lamento rauco, altro
Catalog Project, disponibile dal 18 ottobre. Un non è stata che una suonata funebre per salutare
lato questo, per così dire, più commerciale del- un’era, quella della rivoluzione hippy e del di Flavio Fabbri
l’industria Hendrix, di cui i famigliari curano Rock&Roll, eletto da milioni di giovani in tutto il
gelosamente l’aspetto artistico ed economico, in mondo come linguaggio universale di protesta e
L
cui si inserisce bene l’Experience Hendrix 2010 autodeterminazione culturale. Un modo di inten- e radici musicali in una band sono fonda- il suono shoegazer è sempre presente, grazie
Tribute Tour dello scorso marzo, che ha visto la dere la musica e la vita che andava oltre il biso- mentali e i Black Rebel Motorcycle Club, anche alla new entry alla batteria di Leah. Ci
partecipazione di musicisti di massimo livello gno di fare soldi e che però, di lì a poco, avrebbe o BRMC, hanno mantenuto fede alle leg- sono le solite sovraincisioni ritmiche, i riff
come il celebre Billy Cox (bassista di Hendrix lasciato inesorabilmente il posto al grande busi- gendarie origini del loro nome, la banda di ossessivi, le linee musicali che si intrecciano
fin dai tempi dei Gypsys), Kenny Wayne ness e ai professionisti del palco. ■ motociclisti capeggiata da un giovane e immor- nevroticamente alle classiche voci multiple,
tale Marlon Brando ne Il selvaggio di Làszlò praticamente il cuore dei BRMC in queste 13
Benedek del 1954. Ribelli senza una causa, tracce è salvo, seppur privo di un messaggio
ovviamente, ma la loro musica mantiene tutta la preciso. O meglio, altro non è che sempre lo
vitalità e l’energia degli inizi, noise e shoegaze stesso modo di fare e proporre musica, sicura-
per intenderci. Perché sono proprio le chitarre a mente di qualità, ma senza slanci o sferzate
cifrare i Black Rebel Motorcycle Club, al seco- sonore coraggiose che mettono un po’ di pepe
lo Peter Hayes, Robert Levon e Leah Shapiro ad un disco.
(che ha preso il posto di Nick Jago), con una In molti avevano criticato il periodo intimista
stratificazione sonora che nei loro live è in e più ermetico del mediano Howl (2005), in cui
grado di ricreare quel famoso muro sonoro che sulla parete del rock duro e puro si era aperta
tanto manda in visibilio il pubblico dagli una crepa blues e folk, attenuando il rumore e
occhiali scuri, il giacchetto di pelle nero e gli lasciando fare all’acustica, ma certamente è
stivali vissuti. stato un segno di vitalità di Hayes e compagni,
Certo, nel tempo le cose sono un po’ cambia- che il loro pubblico non ha disdegnato in manie-
te e album storici del gruppo come Black Rebel ra assoluta. Oggi i Black Rebel Motorcycle
Motorcycle Club (2001) e Take Them On, On Club hanno deciso di tornare sui propri passi e
Your Own (2003) sono molto diversi dalle loro in fondo ci si può stare, con una nuova stagione
ultime produzioni, tra cui il recentissimo Beat di distorsioni e affondi in oscuri paesaggi sono-
the Devil’s Tattoo, del marzo 2010. Sesto lavoro ri e a tratti psichedelici.
in studio per la rock band di San Francisco, che 27 novembre > Roncade (TV), New Age; 28
molti amano definire ‘in nero’, soprattutto per le novembre > Firenze, Viper Theatre; 29
melodie cupe e assolutamente tenebrose, in cui novembre > Torino, Hiroshima Mon Amour.
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010 ROCK
OFF
GRINDERMAN Una vena inesauribile di violenza assolutamente impolitica in cui si dissa- MOGWAY Il nome deriva dai Gremlins, perché
cra religione, Stato, guerra e lo stesso concetto di sesso; la selvaggia rappresentazione della «abbiamo sempre voluto cercare un nome migliore, ma
società contemporanea, troppo spesso tra indifferenza e scanzonata superficialità. Numero due. come per molte altre cose non ci siamo mai riusciti».
DEA DIANA
Figlia di psicologi, per questo riflessiva e tesa all’analisi. I suoi testi mostrano un’intensa emotività e la costante speri-
mentazione della profondità, per quanto temibile. Una dea della caccia, impavida nello scrutare dentro di sé come ad
indagare una selva in cui dimorano gli animali selvatici e pericolosi che descrive ed affronta, dando a ciascuno dignità.
Nella stregoneria, la dea Diana separò la luce dall’oscurità e, talmente bella, Lucifero la inghiottì: così nacque l’alba.
noforte. Pezzi anche in spagnolo, le prime serate nei locali grazie alla quale ci rincontrammo in giro, in una festa di piazza.
romani e al Cantiniere, gli studi di canto con Fulvio Tomaino e Lì mi chiese l’autografo. Sembra surreale, ma è andata così. Era
Antonella De Grossi e, nel 1997, quelli di composizione al CET la prima volta che cantava in pubblico. Dopo un mese la sua can-
di Mogol, che la sceglie personalmente tra tutti gli allievi per zone era ovunque Ci siamo incontrati spesso per promozione ed è
formare i «Fiori d’Acqua Dolce» e realizzare un inedito firma- nata un’amicizia, che è cresciuta nel tempo, insieme alla nostra
to Battisti-Mogol, Il paradiso non è qui. Non lì, ma vicino. collaborazione. Una volta mi chiese di raggiungerlo in Messico e
Ho pubblicato il primo disco a 19 anni. Eravamo le Pink, un scrivere con lui un pezzo per Enrique Iglesias. Mi fece il biglietto
duo di chitarriste e un disco molto giovane, ma soprattutto libero, aereo nonostante avessi paura di volare, e gli dissi: ma non pos-
come noi, che non avevamo in mente lo schema «canzone» cui poi siamo scriverla a Latina? Non abbiamo più composto per Iglesias,
ci si abitua. Ero andata in America a dipingere un murales quan- in compenso è nata E fuori è buio da una mia base armonica.
do mi chiamarono: un’etichetta, la Mad Production, aveva ricevu- Una giostra. Un parco giochi per cantanti. E uno «scivolo».
to la nostra cassetta, un demo da garage, e ci voleva conoscere. A Scivoli di nuovo tengo molto. Costituice la mia seconda col-
Non ci sembrava possibile a tal punto che taluni del gruppo laborazione con Tiziano, che se n’era innamorato e ha contribui-
abbandonarono il progetto. Rimanemmo Irene ed io. Facevo la to a completarla. È un brano che sento dentro e sono felice che,
grafica pubblicitaria ma ero totalmente imersa nel mio percorso grazie a lui, abbia avuto la possibilità di arrivare a molti. Perché
da cantautrice. Fu come prendere un treno: quel disco ci portò un è nata pensando a un’amica, e perché credo che quest’amica fosse
grande riscontro di critica e a noi si interessarono altre case una parte di me che ritrovavo in lei: la chiusura, la paura di espri-
discografiche. Presto firmammo con la Universo e il gruppo si mersi, un giudizio severo su se stessa. Uno scivolare, il cadere,
estese - con un bassista e un batterista - ma dovemmo cambiare l’insicurezza che mi faceva rabbia. La volevo spronare, volevo
nome anche perché era uscita Pink, la cantante americana. dirle: «Guarda, hai un mondo meraviglioso dentro». Che sentivo
La metaformosi delle Pink in Plastico. Kafkiana. soffocato. Ho toccato qualcosa che era in me: l’ho scritta di getto.
Con i Plastico abbiamo fatto vari dischi: Dubbi inerti fu il singo- Oggi, la versione di Diana. Sotto l’egida della SunnyBit,
lo tratto da Sixtematicamente, di cui scrissi tutti i brani; poi fu la nuova etichetta del Gruppo Editoriale Bideri guidato da Silvia
volta di Sensibile al tatto, da cui fu estratta Strani sintomi con la Villevieille Bideri. La mia versione non nasce solo nei termini
quale partecipammo al Festival di San Marino nel 2000, vincendo- di un confronto tra Diana autrice e Diana cantautrice.
Videoreportage lo. Abbiamo realizzato video meravigliosi e partecipato a molte È passato molto tempo da quando ho terminato il disco, e molti
tournée, oltre ad aprire tutti i concerti dei Lunapop nel 2001. pezzi erano già stati scritti e arrangiati in miliardi di modi con
w w w. y o u t u b e . c o m / m u s i c i n c h a n n e l Poi Sanremo 2002 con Fruscio, tratto da Incontri casuali. vari produttori artistici, senza trovar mai pace. Questo disco con-
Dal Festival di Sanremo siamo usciti alla prima serata e ci tiene «la mia versione» di canzoni che hanno avuto percorsi diver-
siamo posizionati circa al decimo posto. Ne ero orgogliosa, perché si, strani, sono cresciute con me e divenute quello che forse io sono
(...)
tutti i musicisti non capiti sul palco di Sanremo sono diventati ora. Le ho arrangiate con Simone De Filippis, Flavio Pasquetto,
Infine interno giorno, poca luce, io nel suo apparta- grandi musicisti. Già a 12 anni dicevo: «Quando andrò a Pietro Casadei, giocando e sperimentando, senza l’ansia di dover
mento. E dalle casse del Mac esce di nuovo quella Sanremo mi vestirò così»; e una volta lì, la moda era cambiata. La finire entro un certo tempo e non accontentandosi mai.
voce. «Mi ricorda un gruppo che ascoltavo a 20 considero una vetrina importantissima, anche per esser vista fuori Il primo estratto, Degni di esistere, è un urlo, l’esplosione di
anni». Accenno quel motivo (per conoscere un po’ te svuoterei dall’Italia, ma un’esperienza difficile da descrivere, che appare una consapevolezza, l’annientamento dinnanzi a una mente
tutta la mente) con un dubbio (inerte: dove avrò messo quel cd?) molto più di quanto poi, in effetti, lasci: una settimana molto forte, irrisolta e la presa di coscienza che il disgusto richiama, mec-
spezzato dalla sua voce fuoricampo. «Diana», fa lei. Le Pink, la settimana dopo il nulla. Se si ha un progetto molto grande alle canismo di difesa salvifico. Ma una vita no è la naturale prose-
faccio io. «Diana, appunto». Diana Tejera. spalle ha un senso, altrimenti lascia il tempo che trova. cuzione di quella stessa crescita, musicale ed affettiva. Diana.
Ho iniziato a pensare alla musica del tutto istintivamente. A 8 C’è, praticamente, una filmografia «plastica». Ci sono 8 anni di vita e di intime considerazioni, incentrate sul
anni impazzivo di gioia quando andavo a lezione a scuola. Una I nostri videoclip erano innovativi per l’epoca anche grazie a un mondo interiore. Sono molto interessata ai rapporti interperso-
volta, giocando a nascondino a una festa di compleanno di un regista, Gaetano Morbioli, appassionato a «Fight Club» tanto da nali: sarà perché sono figlia di due psicologi che ho la tendenza
amico, mi nascosi nella camera del fratello grande, che aveva una fare un video, quello per Paranoia, ispirato al film. Ho scritto per- ad analizzare profondamente tutto ciò che accade. C’è molto di
tastiera. Dimenticai il gioco e la festa, e a casa chiesi ai miei di sonalmente la sceneggiatura di Strani sintomi, girato da Lorenzo questo e una grande riflessione, giocosa quando sono più legge-
comprarmene una e di iscrivermi a pianoforte. Cominciai a crea- Vignolo, di cui vado molto orgogliosa. I Plastico si sono sciolti nel ra, cruda quando sono più appesantita dalla vita, pur sempre
re delle sinfonie, le chiamavo io, in realtà erano delle composizio- 2003 ed ho continuato a scrivere come Diana Tejera. utile. La musica è una terapia: come le mie canzoni hanno aiu-
ni abbastanza irregolari, ma creative. A 13 anni ho aggiunto le La dea Diana era amante della solitudine e nemica dei ban- tato me, possono aiutare altri in determinati momenti.
parole e sono andata avanti. Non lo so spiegare, la musica è venu- chetti. Solita aggirarsi in luoghi isolati. Grande autrice molte unioni. Sino a parlare di un’unione
ta. Ed è stato necessario. Da solista ho avuto un percorso molto lungo: il disco è arriva- particolare - la sindrome di Stoccolma - in Black Out, bijoux
Un padre andaluso spiega come riesca Diana a dare to solo adesso, nel 2010; nel mezzo, tantissime collaborazioni ed che nasce dal sodalizio con la grande amica Barbara Eramo.
l’impressione di essere diversa dagli altri, nel toccare la chitarra. esperienze, il corso di fonia al Saint Louis College of Music, il Adoro le collaborazioni perché sono un arricchimento unico.
Avere qualcosa in più, un ritmo, una modalità. Il Dna delle corde. lavoro su colonne sonore (fra le altre La vida es un Carnaval, Con Barbara Eramo suono spesso dal vivo e sto realizzando un
Ho scelto la chitarra per questioni di comodità. Metà della mia L’ultimo passo, Il male assoluto), Tiziano Ferro. Con cui sono sali- disco per un progetto autofinanziato; ho scritto testi per Marco
famiglia è in Spagna, e vi trascorrevo tutte le vacanze. Poiché il ta sul palco del Palalottomatica a cantare E fuori è buio, entrata Fabi e Valeria Rossi, nel mio album è contenuto un pezzo,
pianoforte non poteva essere spostato, rimanevo mesi interi senza nella casa del Grande Fratello a suonare, andata in Messico. Sogno imperfetto, scritto insieme ad Alessandro Orlando
poterlo suonare. Ero ossessionata e soffrivo; durante i falò scoprii Toccare Ferro. Scaramanzia. Graziano e già nel 2006 selezionato al MEI dalla Edel per la
la chitarra e capii che, se Maometto non andava alla montagna, Ho conosciuto Tiziano nel 2000, quando ero con i Plastico in compilation I-ndipendente. E una sfida internazionale:
la montagna sarebbe andata a Maometto. E iniziai a studiarla. giro a fare promozione e lui, che era lo speaker di una radio di l’America e il Brasile di Chiara Civello.
Eccolo, Maometto. Nella sua Trastevere ha tenuto il pia- Latina, mi fece un’intervista. Poco dopo presentò la sua Perdono, La dea Diana era una cacciatrice. E dall’abile mira. ■
MUSIC IN È
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Music In NUMERO 15 > Autunno 2010 BEYOND
&further
MELISSA CIARAMELLA Contro la balbuzie, bere
CHELSEA DOCK Bambina prodigio perché la sua più costantemente dell’acqua dal guscio di una lumaca per il resto
grande sfida è capire se non ha altre sfide oltre il pianoforte della propria vita. Oppure prendersi un palco e cantare
P
rodigio è un bambino che, avendo un’età vien fuori, ma non mi preoccuperei se non Ed io ti porterò lontano: mille miglia.
non superiore ai 13 anni, ottenga risultati potessi più partecipare a gare perché ciò che a
del livello di un adulto molto preparato in me piace fare è suonare. Sono stata 4 anni senza
un campo che richieda un impegno significati- gareggiare e non ho avuto alcun problema. Le radici dà il titolo al mio secondo ep. Volevo
vo. Esperti camerieri rammentano le ordinazio- Quali sono le tue sfide più grandi? Ho sem- Videoreportage tornare indietro e capire quali fossero. Questo
ni di una ventina di avventori, ma le loro presta- pre preso il tutto in maniera rilassata. Ma mi pezzo contiene un ricordo della prima elementa-
zioni non superano quelle ordinarie in un test di sacrifico per mantenere un livello di eccellenza. www.youtube.com/musicinchannel re, il primo giorno di scuola, quando andai pian-
riconoscimento di numeri-sequenze; mentre un Probabilmente la mia maggiore sfida sta pro- gendo perché mia madre mi voleva accompa-
soggetto mai eccelso in matematica può impara- prio nel decidere se voglio fare qualcosa di gnare. Avevo cartella e scarpe rosse, mi sentivo
re da sé algoritmi e trucchi per il calcolo velo- diverso nella mia vita oltre alla musica, dopo un Dio e sognavo di diventare chissà chi.
B
ce. La scansione PET ha rivelato che tale indivi- essere stata rilegata in questo campo da sempre. ere costantemente dell’acqua dal guscio di Utopia. Mi rendo conto di esser diventata quello
duo usa, per questi computi, aree specifiche del Ci sono sempre piccole sfide, poi, per una lumaca per il resto della propria vita è che volevo, ma mi accorgo che tutto quello che
cervello connesse alla memoria visuale e spazia- un’adolescente, ed una è sicuramente quella di stato per secoli il rimedio per la balbuzie. pensavo esistesse era solo nella mia mente, per-
le e all’elaborazione di immagini mentali, inclu- convincere mio padre a insegnarmi a guidare. Se non funziona: colpire un balbuziente in faccia ché c’è una grandissima ignoranza. Scrissi inve-
so il settore collegato al «conto con le dita» pra- Puoi descrivere cos’è per te la musica? quando il tempo è nuvoloso, tagliare la lingua ce La mia quercia moltissimi anni fa pensando a
ticato dai bambini, forse usato nella sua mente È tutto. Non l’ascolto, l’avverto. con le forbici, rimuovere la zeppa triangolare mio padre: per me questo brano rappresentava
per collegare i numeri alla corteccia visiva. Sai leggere la musica come la suoni? nella parte posteriore della lingua, accorciare la mia intimità, e la difficoltà è stata proprio
Non è solo l’uso corretto del cervello a rende- Assolutamente no. Sto ancora lavorando molto l’ugola o tagliare i nervi e i muscoli del collo e quella di sapermi mettere a nudo.
re prodige un enfant: il talento prodigioso tende sulla lettura: ho sempre imparato ad orecchio e delle labbra. Le cause: permettere a un neonato In Vanità e in Sottopressione esprimi senti-
a librarsi come conseguenza di un dono innato, con grande velocità, per cui non ho mai trascor- di guardarsi allo specchio; tagliare i capelli del menti molto forti. Da dove provengono?
ma esso va stimolato dall’ambiente in cui vive, so tempo a leggere. Ma mi piacerebbe farlo come bambino prima che abbia pronunciato la sua Vanità, con la quale mi sono presentata a
da un personale investimento energetico ed emo- mia madre. prima parola; avere una lingua troppo piccola. SanremoLab, rappresenta la mia soglia di sop-
tivo, dai tratti caratteriali specifici. L’ambiente è La tua prima esibizione l’hai fatta a 5 anni, L’opera del diavolo. Melissa Ciaramella ha portazione, che fortunatamente sto imparando a
fondamentale: László Polgár educò le figlie in al Brooklyn Conservatory of Music. Dove hai risolto senza ricorrere alle lumache: cantando. restringere: una persona molto «vanitosa» che
modo che divenissero valide giocatrici di scac- trovato la sicurezza per suonare in pubblico? Ho iniziato balbettando. Quando mi accorsi dovetti allontanare. Come disse Totò, ricordati
chi, e tutte e tre hanno raggiunto primati a livel- L’ho sempre avuta, prima ancora di poterlo che con la musica accadeva una magia capii: che il limite ha una pazienza; il mio è ancora
lo mondiale, anche nell’insegnamento. ricordare. Credo sia «parte del pacchetto», un questa è la mia strada. Fu un caso. Suonavo il tropo alto, ma sta scendendo. Mi autocuro scri-
Il genitore è, allora, tra i talenti di questi talen- dono naturale che ho ricevuto. basso elettrico in un gruppo di cover dei Toto; a vendo. Sottopressione è l’espressione della rab-
tuosi, in grado di dirigere le energie di un figlio Ti sei esibita al Madison Square Garden me piacevano i Palastorius, i Police, Marcus bia - in autostrada un senso d’ansia forte - ed è
verso il prodigio: Warren Dock è la fortuna di con i più grandi nomi del panorama musica- Miller, ma in Sicilia una donna non suonava quei stata più per me stessa che per gli altri, ma è con
sua figlia Chelsea, quindicenne di Brooklyn. le: cosa hai provato? generi. Il cantante mi chiese di fare da corista e questo pezzo che ho scoperto che molti soffrono
Che iniziò a suonare a 4 anni. E per la prima Un’emozione incredibile. La prima volta lì fu fu allora che conobbi la mia voce. Una volta, sul d’ansia: mi hanno scritto in tantissimi.
volta si esibì - presso il Brooklyn Conservatory la prima volta in assoluto. Il MSG era vuoto ed palco accadde un contrattempo, per cui dovetti Come ti definisci musicalmente?
of Music - a 5 anni. immenso. Ogni volta che mi invitano a suonare, giocoforza intrattenere il pubblico: iniziai a par- Non una cantante pop. Il pop per me è quello
Ricordi il primo giorno in cui hai toccato mi emoziono. lare ininterrottamente senza balbettare, poi can- che fa Madonna, e non so se in Italia esiste, in
un pianoforte? Come trascorri le tue giornate? tai. Quella sera era successo qualcosa. effetti. Non il mio. Sicuramente sono fatta di folk
No, perché avevo circa un anno. Mi piace la tv, Facebook, i giochi e i videogio- Non colpita in faccia con tempo nuvoloso: e di country, cresciuta con un walkman che
In che modo la tua famiglia si è resa conto chi, la scuola, l’arte, il bowling, la pesca e usci- come lo spieghi? riproduceva Tracy Chapman e Sting.
del tuo talento? I miei fratelli studiavano pia- re con la mia famiglia e i miei amici. Perché quando faccio musica sono io, con Collaborazioni?
noforte al Brooklyn Conservatory of Music ed Quanti siete in famiglia? tutte le mie paure e fragilità, e lì non balbetto. Circa due anni fa con Silvia Arinci abbiamo
io a 4 anni rifacevo ad orecchio i brani che veni- Ho un fratello più grande, Michael, e tre sorelle, Essere me stessa mi fa bene. Altrove, invece, formato le «Cantautrici nel cassetto», un proget-
vano loro assegnati, così fui subito mandata a Ashley, Michelle e Christa, che è più piccola di me. appaiono le infrastrutture, ed è come se mi to che portava oltre a me sullo stesso palco
prendere lezioni dalla stessa insegnante, che mi Come concili il lavoro con la scuola? dovessi vestire della vita comune. E balbetto. Micol Barsanti e Valeria Vaglio, e per un anno
ha tenuto per 10 anni. I miei genitori capirono Non è un problema: ho saltato solo qualche Dopo questa scoperta, cosa hai fatto? abbiamo girato l’Italia. Ho collaborato anche in
che il mio era un dono e che era la cosa giusta giorno a scuola ma niente di grave. Suonavo già uno strumento e cominciai a seno ad una manifestazione per la balbuzie,
da fare. Senza di loro non sarei arrivata qui. Chi della tua famiglia fa musica? cantare e formare gruppi di cover. Ho iniziato a insieme a Niccolò Fabi e Simone Cristicchi.
Credi che saresti mai potuta divenire Mia madre suona il piano e sa leggere la scrivere poi, a 15 anni. E a sperimentare le mie Pochi cantautori si accontenterebbero di
«qualcos’altro»? Una cantante. musica senza alcun problema. Tutti i miei fratel- canzoni per strada. Si guadagnava pure. essere solo autori. Per quello ci vuole una
Conduci una vita normale? li hanno studiato pianoforte ma hanno smesso. Un tuo pezzo, Mille Miglia, descrive un grande dote: una fiducia in se stessi che vada
Sì: vivo con i miei fratelli, vado regolarmente Mio fratello sa suonare qualcuno dei pezzi viaggio. Quale? Il mio, via dalla Sicilia. oltre l’esibizionismo, autostima. E tu ce l’hai.
a scuola, frequento gli amici che avevo anche imparati 10 anni fa. Mio padre legge le note C’erano troppe cose da combattere a partire dal I cantautori sono un po’ dei genitori: si fanno
prima di iniziare la mia carriera pianistica. molto bene e mi indica quando sbaglio o se fatto che ero una donna. Mi trasferii a Roma, i figli, e a un certo punto si lasciano andare. A
Qualcosa avrai sacrificato per diventare tengo male il tempo. Ma non sa suonare. suonavo per strada. MilleMiglia rappresenta il me piace immedesimarmi in un altro: è straordi-
una pianista. Cosa? Il mio tempo e tutte le altre Com’è avere un padre-manager? mio zaino, 30 mila lire e tanta paura addosso, il nario che l’autore scriva un brano pensandolo in
attività, compreso lo sport. Volevo provare Lui si occupa di tutto e si accerta che nessu- mio «me ne vado», una scelta che rifarei e di cui un modo, e l’interprete lo faccia proprio. E uno
danza, nuoto, ginnastica, ma richiedono allena- no si approfitti di me. Non è difficile averlo sono fiera. sfizio me lo vorrei passare: Fiorella Mannoia.
mento. Gli anni passati sopra il pianoforte non come manager perché so che cura il mio interes- Nessuna forma ingenua è il tuo primo ep, Progetti a breve termine? In cantiere ho il
possono essere riutilizzati per la ginnastica. se, e non mi forza mai a fare ciò che non voglio del 2006. Cosa racconta? prossimo disco, un album di almeno 10 brani
Sei una brava studentessa. Hai talento fare. Vuole sempre essere sicuro che io sia pron- È una raccolta di 5 brani, e comprende anche che è già pensato, molto studiato, non affidato a
anche negli altri campi? ta prima di un’esibizione, soprattutto in tv. Mille Miglia. Il primo, Compagna Paura, parla sensazioni né al tema esclusivo dell’amore.
Sì, sono una studentessa di livello A e lo sono Non senti mai di essere imprigionata in due di me e della balbuzie, con la considerazione che Suonare dove? Luogo di elezione è la strada.
sempre stata. Ma non so ancora dire quali siano personaggi insieme, nella tua vita? usando la mia stessa paura come forza potevo Utilizzo il web, soprattutto Myspace, per comu-
altri campi in cui possa eccellere, perché tra- Mi accadeva, ma ora non più tanto spesso. riuscire, proprio attraverso di essa, a fare ciò nicare. Ma preferisco il canale più diretto e
scorro troppo tempo su una cosa sola. Che genere di musica preferisci? che volevo. Un altro brano, Il copione prende in vado da sempre in giro con la chitarra, una
Cos’è per te vincere una gara pianistica? È La musica ha un tale significato per me che è giro gli uomini, il loro modo d’amare un po’ da modalità che si è persa. Tutti sognano il gran-
più importante che suonare di per sé? più «un mix». Ascolto R&B, Hip Hop, Pop, clas- copione, ma tanti l’hanno presa come una bellis- de palco, ma il palco sta comunque per strada,
Mi piace vincere per quella sensazione che ne sica, del rap, non troppo spesso il jazz. ■ sima canzone d’amore. Nel singolo Nessuna che sia a un metro e mezzo o che sia per terra.
forma ingenua c’è chiunque, dopo una delusio- Se vuoi suonare suona, ciò che viene dopo è
ne, si ripromette di non amare più con la purez- una conseguenza di quello che sei e di quello
za e la sincerità delle prime volte. Al contrario di che trasmetti. Come al Buskers Festival di
quanto possa sembrare, è un inno all’amore e ad Ferrara, cui ho partecipato di recente. La
amare con la forma ingenua. verità di un’artista è quando la gente si ferma,
Alda Merini scrisse: «L’unica radice che ho ti ascolta e non va via: in quel momento hai
mi fa male». Tu torni a te stessa spesso, e comunicato qualcosa. Ed hai vinto. È come se
soprattutto hai la terra in due brani: Le radi- avessi sentito il ritorno alla musica del cuore,
ci e La mia quercia. Cosa rappresentano? anche senza microfono. ■
CLASSICA
MENTE
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010
Il progetto musicale di Ezio Bosso confronta ed esplora musica ed architettura anche tramite tecniche come l’agogica. E nasce dall’idea che spiegare l’architettu-
ra dissertando solo di architettura è meramente accademico ed è un esercizio mentale fine a se stesso. Così per la musica. L’arte si riduce ad essere tecnicismo.
OLOGY DA ORECCHIE
di Flavio Fabbri
Ama proporsi in chiave sinfonica. Per lui è come avere una nuova tavoletta di colo- Dei bachi nel cervello, che passano per le orecchie. Sono quei motivetti che restano in
ri musicali con cui lavorare e reinventare se stesso e i Police. E tornare a dipingere. mente: la presenza di un disturbo ossessivo o l’evitamento di un’angoscia sottostante?
D V
irettamente dagli Stati Uniti d’America opportunità. Tra febbraio e marzo di quest’an- ermi. Puri e semplici vermi. Nel nostro almeno una volta ne hanno provato gli effetti: il
arriva in Italia la meteora Gordon no sono iniziate le prime sessioni con la britan- cervello. Si manifestano come musica. Il 98%. Gli earworms colpiscono parimenti uomi-
Matthew Thomas Sumner. Un oggetto nica Royal Philharmonic Concert Orchestra e «motivo maledetto» ha qualcosa di diabo- ni e donne, ma in queste ultime durano di più e
misterioso il cui nome certamente non Sting, entusiasta di come i brani evolvevano in lico, quel ritornello, uno strano suono a possono scatenare maggiore irritabilità. La
suggerisce niente di preciso, neanche ai una nuova versione, tornò a dire: «Sono felicis- volte privo di senso od armonia che va ad definizione di «musical imagery repetition»
più eruditi e appassionati musicofili, a meno simo di questa ulteriore occasione di andare in intaccare lo svolgimento naturale del pensiero, (MIR) fu suggerita nel 2003 dal neuroscienzia-
che non lo si chiami col suo pseudonimo: tour con la Royal Philharmonic Concert sovrastandolo. Orgoglio dei pubblicitari, dei to e pianista Sean Bennett. Esiste anche una
Sting. Proprio lui, la voce degli indimenticabi- Orchestra. Sarà come avere una nuova tavolet- musicisti orecchiabili, della canzonetta. Satana è mostra di earworms presso l’Exploratorium di
li Police, band che tra il 1977 e il 1984 ha ven- ta di colori musicali con cui lavorare e quindi imprigionato nella mente nelle forme di una San Francisco.
duto la cifra stratosferica di 100 milioni di re-inventare le canzoni che hanno rappresenta- melodia che si ripete compulsivamente. E non Gli psicologi inglesi Philip Beaman e Tim
dischi in tutto il mondo. Stavolta chiama a rac- to i miei concerti dal vivo per oltre trent’anni». dipende in alcun modo dal gusto musicale: Williams hanno intervistato più di 100 persone
colta i suoi fan per presentare un’opera molto Nella fase di incisione dei brani, la voce sto- s’impossessa dell’inconscio anche un pezzo odio- tra passeggeri di un treno, studenti e visitatori di
particolare che, durante la scorsa estate, ha già rica dei Police è stata supportata dalle orche- so. Per ore, un’intera giornata, i giorni a venire, un parco pubblico, e a 12 partecipanti hanno
incantato le platee delle principali città Usa. stre sinfoniche più celebrate degli ultimi anni. ad intermittenza. Cessa, ricomincia. È sufficiente chiesto di tenere un diario per 4 settimane.
È il Symphonicity Tour, l’ultima fatica del- Quindi, oltre la Royal Philharmonic Concert che qualcuno lo trasmetta anche solo accennan- Rilevando che i bachi non sarebbero più comuni
l’artista di Newcastle suonata in chiave sinfo- Orchestra del maestro Steven Mercurio, con un dolo: un contagio che può durare molto. Al pari di negli esperti di musica. L’intendimento degli
nica, che raggruppa alcune tra le più celebri corpo di 50 elementi, si sono avvicendate nei una malattia. Con l’impossibilità, razionale od earworms come un’esperienza spiacevole, simi-
canzoni proprie e dei Police, riaprendo in qual- mesi la York Chamber Consort diretta da Rob irrazionale, di evitarla come non si evitano i pen- le a quella dei pensieri intrusivi tipici di un
che modo il mal digerito capitolo finale (mai Mathes, i London Players e la New York sieri negativi. disturbo ossessivo-compulsivo, non è conferma-
ufficializzato dal gruppo) che è stato Chamber Consort di Lisa Kim. I live hanno poi Il motivo maledetto va collocato tra gli sti- to: solo nel 33% dei casi i partecipanti descrive-
Synchronicity. Si va da Roxanne, a Every Little fatto il resto e non ha sorpreso nessuno moli positivi o negativi della nostra mente? vano l’esperienza in modo negativo. A differen-
Thing She Does Is Magic, da Every Breath You l’annuncio di maggio, fatto dall’etichetta tede- Non sarà, piuttosto, un’ossessione? za dei pensieri ossessivi lo studio ha rilevato che
Take a Englishman in New York, Fragile, sca Deutsche Grammophon, che il tour di Il British Journal of Psycology ha pubblicato i raramente nello stesso giorno compare più di un
Russians. Un esperimento cominciato nel Symphonicity sarebbe divenuto anche un risultati di una ricerca: qualsiasi tentativo messo earworm e molti sono già scomparsi il giorno
2008, quando Sting è stato invitato ad esibirsi disco, uscito a luglio con il titolo di in atto per cancellare il motivo musicale è desti- seguente. In un solo aspetto sono simili ai pen-
con la Chicago Symphony Orchestra. In quel- Symphonicities. nato a rivelarsi un fallimento, anche rafforzando- sieri intrusivi: nelle modalità che le persone met-
l’occasione il cantante inglese provò a riadatta- Una prova che ha toccato molto di più ne l’effetto. La strategia migliore da adottare: tono in atto per tentare di eliminarli. Proprio
re alcuni delle musiche che hanno fatto la for- l’artista britannico che l’Orchestra di Londra rinunciare a combatterlo e attendere che passi in come per le ossessioni, i partecipanti allo studio
tuna dei Police in chiave sinfonica e il risulta- che, al contrario, ha già accompagnato diversi maniera spontanea. Si tratta di una vera e propria hanno riportanto che la maggior parte delle stra-
to è stato così straordinario da spingere la artisti di fama mondiale, tra cui nomi illustri ossessione e come tale va considerata. I pensieri tegie, come ad esempio tentare di pensare ad
Philadelphia Orchestra ad invitarlo in pianta della musica lirica come Andrea Bocelli, Bryn ossessivi si caratterizzano per il fatto di essere un’altra canzone, finiscono per peggiorare la
stabile per le performance durante i giorni Terfel, Renée Fleming, Kiri Te Kanawa e il intrusivi e non possono essere eliminati da un situazione. Ossessiva, dunque, sarebbe la neces-
della commemorazione del 153esimo anniver- defunto Luciano Pavarotti, ma anche icone semplice controllo da parte della volontà. sità di eliminare il motivo dalla propria mente. I
sario dell’Accademy of Music. della cultura pop come Burt Bacharach, In letteratura sono chiamati «earworms», i due inglesi hanno anche studiato la durata di
Di quella esperienza Sting ebbe dire: «Le George Benson, Michel Legrand, Diana Krall, bachi delle orecchie. Da dove vengono? Sono questo fenomeno: circa 27 minuti quanto rileva-
esibizioni con la Chicago Symphony Orchestra Tina Turner e Randy Newman. Per le data di isolati i casi in cui la scienza se n’è interessata. Il to dai diari, diverse ore secondo il sondaggio.
e la Philadelphia Orchestra hanno rappresenta- Roma del 10 novembre, nella Sala Santa neurologo Oliver Sacks aveva descritto alcune Non è chiaro se esistano canzoni maggior-
to entrambe momenti importantissimi della Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica, forme di epilessia con queste caratteristiche, mente predisposte a diventare earworms: un
mia carriera». Lasciando intendere che, se ci Sting sarà accompagnato da un quartetto com- dando al fenomeno il nome di «involuntary fattore scatenante del fenomeno sembra essere
fosse stata di nuovo la possibilità, avrebbe posto da Dominic Miller (chitarrista di Sting musical imagery» (INMI). James Kellaris, pro- l’esposizione ad un motivo semplice e ripetiti-
sicuramente continuato con la sperimentazione da lungo tempo), David Cossin (specialista in fessore dell’Università di Cincinnati, ha mutuato vo. Nella foto qui sopra, l’immagine scatenante
della musica classica applicata al pop-rock diverse percussioni in campo di musica speri- il termine «earworm» dal tedesco «Ohrwurm» e uno degli earworms più comuni, tratto dalla
degli anni Settanta-Ottanta del secolo scorso. E mentale, oltre che membro della Bang on a gestisce un sito web sul fenomeno; i suoi studi colonna sonora di Kill Bill 1. Un fischio diabo-
siccome per certa gente i sogni non sono mai Can All-Stars), Jo Lawry (voce) e Ira Coleman hanno dimostrato che gli earworms colpiscono lico, praticamente un fischietto per bachi.
desideri ma certezze, ecco arrivare una nuova (basso). ■ in maniera diversa gli individui, ma che tutti Buona fortuna. ■
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010
METAMORFOSI SURRISCALDATA
messa in scena dell’inquietudine, sul conoscenze storiche in nostro possesso dell’area anato-
LA finire dell’estate 2010, parla il linguag-
gio della compagnia «Città di Ebla»,
lico-mesopotamica, portando alla luce una grande
città-stato che già nel III millennio A.C. poteva vanta-
che, a settembre, ha aperto la V edi- re importanti conoscenze nel campo della scrittura,
zione del Festival IPERCORPO- della struttura societaria, dell’utilizzo dei materiali,
Infinitamigrazione, a Forlì. L’idea non parte però dell’arte.
da nessuno dei componenti di Città di Ebla: né da «Città» contiene sia la possibilità di contestualizzare
Claudio Angelini, il regista, né da Valentina e chiarire i limiti, la cinta muraria del nostro operare,
Bravetti ed Elisa Gandini, le performer, né da sia di aprire le porte ad un confronto con il resto del ter-
Davide Fabbri, il musicista. Tutto nasce, potrem- ritorio, per noi necessariamente «barbaro».
mo affermare, su commissione e su una richiesta Il danzatore Alessandro Bedosti ha un’attività auto-
piuttosto pressante e precisa, dopo il successo del noma: come formazione cito gli anni trascorsi con la
precedente spettacolo, Pharmakos. compagnia Abbondanza-Bertoni; sposa inoltre nel
Inizialmente - spiega Claudio Angelini - la nostra tempo numerosi progetti.
reazione è stata di titubanza, ma ne abbiamo poi trova- Molto bello ed intenso l’incontro con lui, ha accetta-
to una chiave di lettura interessante e affascinante. E la to di dar vita a questo progetto e a questo personaggio.
migliore risposta, molto confortante e positiva è stata Dal punto di vista della coreografia, Alessandro ha pro-
quella di pubblico e critica. Un continuo rimando posto un lavoro molto dinamico, firmando anche il lavo-
all’inquietudine e l’ossatura del racconto, questi i punti ro sul movimento. Lo definirei un lavoro estetizzante,
di partenza per il nostro lavoro: fondamentale costrui- di scavo su corpo e figura in cui l’improvvisazione ha
re l’atmosfera aleggiante nel racconto e mantenere alto iamo corpi in continua trasformazione, in un un ruolo fondamentale. C’è una perfetta simbiosi con
il livello di inquietudine.
Lo spettacolo è impostato su due riflessioni, la prima
sullo spazio e la seconda sul corpo.
Ci riallacciamo in questo modo ad una questione per noi
«S divenire incessante, un’attività di composizio-
ne e scomposizione di forze, un flusso.
Sentirsi spaventati dalla propria disumanità, sentire il
la parte sonora: i suoni sono scelti e suonati in scena. Dal di
fuori la struttura appare come congelata quando in realtà non è
così, lo spettacolo subisce aggiustamenti continui, mutazioni
direi.
imprescindibile, ossia il ricreare l’atmosfera kafkiana, in primis proprio corpo che bolle come un’officina surriscalda- Qual è il rapporto di Città di Ebla con la danza?
un profondo senso di intimità: ecco che riaffiorano lo spazio e il ta. Divenire animale, coltivare la mosca, la blatta che La formazione dei componenti della nostra compagnia è di tipo
corpo, il rapporto con il dentro ed il fuori. Il luogo rappresentati- è in noi invece di inseguire le archetipiche figure tradizionale, non si può quindi parlare di danza in senso stretto.
vo dell’intimità lo abbiamo ritrovato nel bagno. Estremamente Negli ultimi quattro anni ci siamo concentrati a fondo su spazio,
importante per il nostro spettacolo è stato ricreare una stanza da materne e paterne come la psicanalisi ci suggerisce. luce, suono, sulla resa in teatro di questi elementi diversamente
bagno interamente arredata e funzionante. Il bagno assurge a Non c’è nulla di psicanalitico o simbolico in Kafka. Ci combinati. Un’importante premessa è che i corpi non parlano.
necessità, si trasforma anch’esso in corazza. Procedendo per sim- sono corpi divenuti animali ora.» Claudio Angelini Insieme al Gruppo Nanou (v. Music In n. 11 > Ballet) mante-
bologie rappresentative, come la blatta è l’esoscheletro dello sca- niamo un «dibattito aperto» sulla questione della mescolanza
rafaggio, involucro, per l’uomo, è la stanza da bagno. Il «fuori» è delle dimensioni. Spesso concentrarsi sul genere è riduttivo per
rappresentato da un soggiorno con design minimale: poltrona, un artista. L’interesse va invece spostato sulla ricerca e la resa di
entrata di casa e pochi arredi. poeticità, e tutto ciò senza essere teatro-danza. Ma Alessandro
Alessandro Bedosti, il danzatore e interprete unico e solo Bedosti, interprete de La Metamorfosi, è un danzatore.
sulla scena, nel passaggio dal salotto al bagno mette in atto La prossima tappa per Città di Ebla?
la metamorfosi, muta letteralmente da uomo ad insetto. Percorrere questa strada che ci lega all’idea del racconto, pro-
In quale modo lo spettacolo La Metamorfosi è in linea seguire nella commistione. La nostra attenzione si è ora rivolta al
con Città di Ebla? racconto di James Joyce I Morti. La scelta di autori europei del
Città di Ebla si è trovata davanti a scelte importanti con que- ‘900 di tale portata è impegnativa, la riuscita di ciò che viene rap-
sto spettacolo: innanzitutto quella di chiarire la «zona perimetra- presentato è totale ed eccelsa quando i racconti vengono fatti
le» di azione, nel senso archeologico del termine, ed il senso «riverberare», germi di rilancio della rappresentazione.
archeologico ci rimanda all’essenza stessa di Città di Ebla. Assolutamente necessaria la totale assenza della parola.
Il nome è un omaggio alla grande civiltà proto-siriana, scoper- La compagnia Città di Ebla, con I Morti, sarà al
ta nel 1968 da una spedizione italiana, che ha modificato le RomaEuropafestival 2010. ■
Vicoli sudici
degli orillas,
bordelli e la
più squallida
Buenos Aires.
orillas C
i siamo preparati all’inverno, tre anni orsono,
con il breve ed intenso Winter Voyage del
coreografo e danzatore israeliano Emanuel
Gat, interamente ballato su tre lieder di Franz
Schubert, proposto al RomaEuropafestival.
È ora tornato il tempo di indossar cappotti, sciarpe e
Bandoneòn. berretti e di godersi la nuova coreografia di Gat,
Giochi di Winter Variations, ai ritmi diversificati dei brani,
gambe per un interpretati da Dietrich Fischer-Dieskau, di Beatles,
desiderio Riad al Sunbati e Gustav Mahler. In scena nuova-
solo: quello mente Roy Assaf ed Emanuel Gat a duettare, con la
di ballare nota «telepatia fisica» come collante, che approfon-
dendo un lavoro quasi lasciato in sospeso, accenna-
to, giocano sui contrasti di stasi-movimento, luce-
di Roberta Mastruzzi oscurità, musica-silenzi. Coreografia creata su una
FREDDO
stretta intimità che necessita però di ampi e vuoti
spazi, al fine di amplificare la visibilità di azioni e
intenzioni. Da brividi.
N
ei vicoli più sudici degli «orillas» di Tango de Burdel, Salón y Calle è lo spettaco- Prepariamoci dunque all’inverno, s’è fatta ora.
Buenos Aires, i quartieri dormitorio lo che racconta la storia del ballo argentino 13 novembre, Roma, Auditorium della Conciliazione di Rossella Gaudenzi
nati per caso, dove gli emigranti attraverso i suoi stessi passi. A raccontarla
vivono addossati l’uno all’altro. Si leva un sarà l’etoile argentina Eleonora Cassano che
canto malinconico. Siamo a metà insieme ai più famosi tangueros della
dell’Ottocento e nei bordelli si incrociano Fundaciòn Julio Boca danzerà sulle note di
passi che promettono di trascinare via lonta- un’orchestra dal vivo, la China Cruel,
no dallo squallore, seguendo il ritmo e il accompagnata dalla splendida voce della
suono nostalgico del bandoneòn. Ogni musi- cantante argentina Karina Levine.
ca porta con sé il desiderio di essere ballata, Il racconto presenta le diverse direzioni in
ma quello che i primi improvvisati ballerini cui il tango può esprimersi: da quello origi-
non sanno è che quella danza diventerà nel nario, nato appunto nei bordelli (Burdèl) e
tempo il simbolo per eccellenza della sen- sulle sponde del Rio de la Plata intorno al
sualità, pur essendo nata in un posto che ne 1850 a quello di sala (Salòn) fino a quello di
rappresenta l’esatto opposto. strada (Calle). Cinque scene, differenti per
Con il passare degli anni penetrerà con la costumi ed intenzione, descrivono la nascita
prepotenza di una passione nel cuore di e le evoluzioni del ballo che da più di 150
molti, arrivando fino ai salotti buoni della anni incanta gli occhi di chi lo guarda e rapi-
società: è il tango. La sua successiva evolu- sce per sempre il cuore di chi si lascia avvol-
zione in figure obbligate e passi codificati gere dal suo gioco di gambe, passi incrociati
non scalfirà mai le sue origini istintuali. Si e sguardi fieri in un eccitante trionfo dei
scrive tango, ma i sensi afferrano solo una sensi e della passione.
parola: passione. 2-7 novembre > Roma, Teatro Olimpico
ALTER
NATIVE
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010
KAMIKAZE QUEENS Punk selvag- ARCADE FIRE Sono la dimostrazione di come, dal microcosmo
a cura di VALENTINA GIOSA gio, attitudine rock’n’roll e seducente DEVO Per caso noi indie, tramite il passaparola e l’hype che si crea attorno ad un nuovo
cabaret della Berlino di Weimar anni 20 non siamo uomini? disco si possa arrivare a raggiungere le vette delle classifiche.
REGINE
KAMIKAZE
B
& a cura di Valentina Giosa
DI VALENTINA GIOSA
ARCADE DI EUGENIO VICEDOMINI
P
sin dai tempi di Oh No, It’s Devo
(1982). rima il loro nuovo disco (The Suburbs), poi il
Chiunque abbia amato i Devo duran- concerto del 4 settembre a Bologna, anche
te gli anni d’oro non potrà non apprez- l’Italia contagiata del fenomeno Arcade Fire,
zare Something For Everybody (uscito una delle migliori realtà musicali odierne in grado di
in Italia lo scorso 15 giugno per la dare un senso alla parola «rock» rendendola moderna
Warner). Il lungo e attesissimo album, senza tradirne l’anima. La cosa non può che restituirci
annunciato con largo anticipo e lancia- un minimo di speranza se solo pensiamo alla triste
DEVO
to con una performance memorabile realtà nostrana e all’ultima edizione del festival di
durante le Olimpiadi invernali di Sanremo. In un’epoca in cui i nuovi artisti vengono successo e di attestati di stima da parte dei loro colle-
Vancouver, vede la partecipazione della plasmati su misura dal piccolo schermo e diventano ghi più illustri: Chris Martin dei Coldplay li ha definiti
classica line up della band, Mark e Bob famosi grazie alle impalcature costruite dalle potenti come «il più grande gruppo di sempre».
Mothersbaugh, Gerald e Bob Casale, fabbriche dei talent show, sono sempre più rari i casi di Gli U2 hanno scelto la loro Wake up come intro per
accompagnati dal batterista Josh Freese scoperte che si impongono all’attenzione solo per la il loro Vertigo-tour 2005/2006 e li hanno ospitati quan-
(Nine Inch Nails, Guns n’Roses). loro proposta musicale. I canadesi Arcade Fire sono la do hanno fatto tappa a Montreal suonando insieme
C
om’era successo con i Kraftwerk, Prodotto da Greg Kurstin (The Bird & dimostrazione di come, da fenomeno appartenente al Love will tear us apart dei Joy Division. Perfino David
i Devo erano arrivati sulle scene The Bee) l’album include inoltre la col- microcosmo indie, tramite il passaparola e l’hype che si Bowie, al suo atteso ritorno dopo i problemi di salute,
come un’unità già pienamente laborazione di John Hill e Santi White crea attorno a un nuovo disco, si possa arrivare a rag- ha voluto essere accompagnato dagli Arcade Fire per
coerente e matura. C’era tutto: il look, (meglio conosciuta come Santigold), giungere le vette delle classifiche e a calcare i grandi suonare Five Years e Wake up. Ultimo a rendere omag-
il sound, lo stile e l’attitudine giusta già John King dei Dust Brothers e i palchi. Merito di una proposta musicale che ha saputo gio alla band è stato Peter Gabriel che nel suo ultimo
ai tempi dell’album di debutto Are we Teddybears. unire stili diversi, dal glam-rock alla new wave, riela- album di cover, Scratch my back, ha inserito un loro
not Men? We are Devo! realizzato nel Dodici canzoni che portano il tipico borandoli e plasmandoli con gusto ed originalità. brano, My body is a cage. Nel 2007 esce il secondo
1978 e che vedeva alla produzione un marchio Devo fatto di suoni robotici, La band viene fondata 2003 da Win Butler (chitarra album Neon Bible che, pur cambiando registro, non
pilastro indiscutibile come Brian Eno. I chitarre sferraglianti, beat compulsivi e voce) e la polistrumentista Régine Chassagne. Al duo delude i già numerosi fan ed entra ai primi posti delle
Devo avevano per di piú anche una arricchiti di un linguaggio volutamente originario (oggi compagni anche nella vita) si accom- classifiche inglesi e americane. The Suburbs, la loro
filosofia, (rappresentata dal loro stesso gelido e meccanico e in versione live da pagneranno, successivamente, una sorta di consorzio di recente ultima fatica, è forse l’album più prodotto della
nome, tratto dalla parola «De-evolu- coreografie simili a scosse elettriche. suonatori musicalmente dipendenti il cui asse portante band che, pur strizzando l’occhio al pop, non manca di
tion) basata sulla teoria che gli esseri Un sound/concept che ha ispirato è costituito da William Butler (il fratello minore di metterci KO grazie all’uno due di brani come la title
umani avrebbero già raggiunto da un’intera generazione di artisti, dai Daft Win) ai sintetizzatore e alle percussioni, Richard Reed track ed la successiva Ready To Start.
tempo il loro picco di evoluzione mas- Punk, ai Pearl Jam e i Rage Against the Parry all’organo e Tim Kingsbury al basso. Oltre alla Pensando alla parabola e alla coerenza artistica degli
sima e che sarebbero ora infatti in fase Machine fino a Lady Gaga, un linguag- varietà di strumenti, gli Arcade Fire cantano, da buoni Arcade Fire, non si può fare a meno di paragonarli ai
di regressione, di «de-evoluzione» gio profetico che era piena avanguardia canadesi, indistintamente in francese e in inglese. Radiohead. L’ascesa sull’Olimpo del Rock non sembra
appunto. negli anni 80 e che resta profondamen- Il primo risultato arriva a fine del 2003 con un EP aver dato loro alla testa, come ha ammesso recente-
La band aveva attirato ben presto te attuale ai giorni nostri, quando il autoprodotto, Arcade Fire, che vale loro il contratto con mente lo stesso Win Butler: «Gli U2 li ho visti quando
l’attenzione di media e pubblico ma mondo conferma ció che i Devo aveva- la Merge Records. La consacrazione da parte della cri- avevo 15 anni. A quei tempi li chiamavano l’ottava
forse era tutto sin dal primo momento no da tempo sospettato. Per alcuni trop- tica specializzata arriverà un anno dopo con il loro meraviglia del mondo. A quell’epoca c’erano anche i
troppo perfetto tanto che dopo pochi po cinici, per altri catastrofici, loro in disco d’esordio (Funeral) che ha rappresentato il Nirvana. Prima ci sono stati i Clash e prima ancora i
anni sembrata ripetersi e non aver piú fondo ammettono di ispirarsi semplice- debutto più roboante della decade scorsa assieme al Beatles. Sono ovviamente grandi ispirazioni, ma l’im-
nulla da dire. Autori di una perfetta mente alla realtà «perché il mondo è primo lavoro dei Franz Ferdinand al punto che il grup- portante è essere a proprio agio nella nostra pelle e
fusione fra rock e melodie sintetizzate, così ridicolo e stupido. Siamo come po finisce sulla copertina dell’edizione canadese del non voler essere come loro. Così come è successo a
precursori del look straniante e post l’orchestra del Titanic, intratteniamo settimanale Time. Le loro esibizioni live di notevole questi gruppi che sono stati se stessi fino in fondo, noi
atomico (imperdibili i loro videoclip tutti mentre affondiamo insieme». De- intensità e l’entusiasmo del pubblico che li ha ascoltati suoniamo come gli Arcade Fire, e tutto questo ci fa sen-
pioneristici), i Devo furono vittima evolution is real. dal vivo faranno il resto in una continua escalation di tire degli spiriti liberi». ■
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010
PENSO CHE UN SOGNO COSÌ Intervista al regista Marco De Luca INCEPTION L’intera soundtrack di Zimmer, isolata
a cura di ROBERTA MASTRUZZI Con soli novemila euro raccoglie in una casa, attorno ai pasti principali e ad dal contesto del film, è come sperimentare un sogno.
una malattia incurabile, un gruppo di amici. In sottofondo, un arcobaleno E la parola che viene in mente è «intangibile».
PENSOCHE
na colonna sonora
U legata ai colori più
che ad una melodia.
Che poi divengono musica.
INCEPTION
regriette rien (si tratta di una citazione da cine-
fili, infatti Marion Cotillard, qui nel ruolo della
misteriosa moglie del protagonista, ha vinto il
Premio Oscar per la sua interpretazione della
cantante francese) e il suo canto sembra prove-
nire da un vecchio grammofono, come un
ricordo lontano che affiora all’improvviso.
di Roberta Mastruzzi Per realizzare la colonna sonora Zimmer uti-
lizza una classica orchestra d’archi, a cui di
volta in volta, a seconda dell’atmosfera che
vuole ricreare, aggiunge suoni elettronici, sin-
«N
on creare dalla memoria, ma immagi- zioni, è costruito su un gioco di rimandi e sca- tetizzatori e anche la chitarra rock di Johnny
na sempre posti nuovi. Una singola tole cinesi. Al pari della sua labirintica sceneg- Marr, ex componente degli Smiths. Il tema
idea della mente umana può trasfor- giatura - non è un caso che un membro della principale parte da un’unica nota, suonata con
mare intere città». Così raccomanda Leonardo sua squadra si chiami Arianna, come la figura un ritmo via via più incalzante, esattamente
DiCaprio in Inception, il thriller psicologico in mitologica che aiuta Teseo ad uscire dal labi- come il tono monocorde di una sveglia che
cui interpreta Dom Cobb, un ladro specializza- rinto del Minotauro - la colonna sonora firma- imperterrito continua a dirci che è ora di sve-
to in furti di sogni. È infatti in grado di entrare ta da Hans Zimmer parte da un’unica idea e gliarci.
nella mente delle persone e di rubare loro idee attraverso evoluzioni e digressioni sul tema, Nel crescendo che accompagna un film ricco
e preziose informazioni nel momento in cui crea uno score che sembra continuamente gira- di azione e colpi di scena, la musica acquista
sono più vulnerabili, quello del sonno. re su se stesso. colore ed emozione, fino a terminare nello stes-
Costretto a stare lontano dalla sua famiglia a Pur se diverse l’una dall’altra, le composi- so modo in cui è iniziata. Un ciclo che si chiu-
causa del suo particolare lavoro, vuole abban- zioni immaginate da Zimmer hanno ognuna un de, nello stesso punto da cui è partito (d’altra
donare il mondo onirico in cui vive e tornare elemento che le unisce. I brani non sono legati parte «inception» oltre che innesto vuol dire
alla vita reale. Per farlo deve portare a termine indissolubilmente ad una scena del film, ma anche inizio): Time, il brano finale, racchiude
un’ultima missione: innestando (da cui il tito- sembrano scivolare l’uno dentro l’altro, pur perfettamente in sé il senso di perdita, di vuoto
lo) nel subconscio del figlio di un ricco indu- mantenendo ognuno la propria personalità. e di confusione che accompagna lo spettatore
striale un’idea che lo porti a compiere Come in un sogno, in cui a volte improvvisa- per tutto il film.
un’azione contro i propri interessi. mente si cambia scena, la musica muta forma Ascoltare l’intera soundtrack di Zimmer, iso-
Inception, film ai limiti della fantascienza di diventando di volta in volta romantica (We landola dal contesto del film, è un’esperienza
Christopher Nolan, il regista di Memento, built our own world), elettronica (One simple al pari di un viaggio nel proprio inconscio e la
Insomnia e The Prestige a cui piace esplorare il idea), classica (Paradox), techno (Mombasa), parola che viene in mente è intangibile, proprio
mondo della mente umana e le sue contraddi- ricca di tensione (Dream is collapsing) e poi di come un sogno. ■
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010 SOUND
tracking
GARUÀ Nei loro live set una video-installazione multimediale MUSICINVIDEO/CLIP Alessandro Orlando ROMA VIDEO-
fondata sul rapporto luce-musica-ambiente-pubblico, per sperimen- Graziano - Ti amo gratis Una moka e, insieme, CLIP 2010 Sintesi
tare la stimolazione di una percezione inconscia attraverso il ritmo. una battaglia intergalattica mentre fugge la felicità d’arte da intenditor
JAZZ MOVIE
Videoclip
VIDEOCLIP
In una cornice di tratti leggeri e veloci,
ripetitivi, l’originale artista ripiega su se
stesso e sul suo armonio - con il quale
apre il pezzo - in una stanza che è visi-
bilmente vuota (la metà di ieri, e di
Il
videoclip come forma d’arte. per l’omonimo film di Muccino. E anco- domani la metà forse sarà) e perciò
Anche questi piccoli gioielli ra Max Gazzè con Mentre dormi, tratta infestata da fantasmi, tra i quali: il
musicali di sintesi cinematogra- da Basilicata coast to coast, vera rivela- senso del pudore, il rumore del vinile,
fica hanno trovato il loro Festival. Il più zione cinematografica dell’anno, Parla lettere d’amore di pergamena profu-
importante di questi, il Roma Videoclip piano di Vinicio Capossela, inserita nella mate in rose e quel (perso) gusto di
2010, è giunto alla sua ottava edizione e colonna sonora di Dieci inverni con amare senza chiedere nulla.
si svolge a novembre presso il Cinema Isabella Ragonese, e molti altri. Il video
Adriano. Il premio è assegnato al miglior tratto direttamente dal film Oggi sposi di
video scelto fra i brani più interessanti Luca Lucini, per la presenza di danze
composti per film italiani usciti nelle sale indiane e salentine - un gemellaggio tra
nell’ultimo anno. Una potente sinergia Puglia e India - ha ottenuto il premio per
tra musica, immagini e cinema che si la migliore coreografia.
materializza in corti musicali che sono Il festival dà spazio anche alle produ-
veri e propri film nel film. zioni indipendenti, offrendo visibilità a
In gara artisti emergenti e vecchie glo- registi e gruppi emergenti che potranno
rie, tra cui Malika Ayane e La prima cosa proporre i loro lavori, permettendo quin-
bella, tratto dal film di Paolo Virzì, Il di un libero scambio di idee nella speran-
sogno di Patty Pravo, ascoltata in Mine za che si aprano nuove possibilità lavora-
vaganti di Ferzan Ozpetek, il video di tive anche per i nomi meno conosciuti.
Baciami ancora che Jovanotti ha scritto (Roberta Mastruzzi) WWW.YOUTUBE.COM/MUSICINCHANNEL
LSPECIALE
-LOSS Music In NUMERO 15 > Autunno 2010
LUSKY DJ Esce in punta dei piedi dalla scena musicale del dj-setting. Il 30 settem- LE PAROLE DI LULÙ È il grido di Niccolò
a cura di ROMINA CIUFFA
bre la raggiunge la genovese Dj Chicca The Lavender Moon. Questo è il tempo di Fabi per aver perso una figlia di nemmeno due
barattoli rotti, attaccati a macchine sgangherate che non frenano davanti a nulla. anni: un concerto, il pianto di un padre.
R
Festival e l’anno dopo è la prima dj donna a suonare all’afterhour ifiutava di arruffianarsi la pista con le hit e le dalla folla. Era una di quelle persone che quando pronunciano la
Souvenir di Barcellona; sempre nel 2008 entra a far parte del pro- scelte più ovvie, e portava per mano verso un frase di rito «come va?» sembrava interessata alla risposta.
getto tutto al femminile Female Cut e delle serate techno Meat Pie suo viaggio stilistico. A me piace pensare che il Quando, nel mezzo della serata, cominciava a entrare nel suo
al Brancaleone; suona regolarmente nei più importanti club di mood e a mettere la sua musica preferita, scherzava dicendo che
Parigi, Lisbona, Colonia, Berlino e Barcellona; nella primavera suo sound sia solo migrato, verso il mare. Perché ora, era arrivato «il momento dei barattoli» (modo per definire quel
del 2010 suona come guest allo storico Ministry of Sound di quando mi capita di vedere i bodyboarder surfare mix di suoni indecifrabili che per me resta la techno) e la si vede-
Londra, mecca della musica elettronica. sulle onde, mi sembra di sentire il suono dei barattoli. va divertirsi in modo talmente coinvolgente da essere, la sua
Una personalità tanto ricca e creativa non poteva accontentarsi di house, una della poche che le mie orecchie possano sopportare.
mettere i dischi degli altri. Grazie all’incontro con Francesco Lusky se n’è andata la mattina del 19 agosto per una malforma-
Assenza (Gorgeous I’m), affina i suoi gusti musicali e intrapren- se c’è qualcuno che non la conosceva o la ballava nei vari club zione cardiaca, dopo aver suonato tutta la notte al Gay Village.
de il cammino verso la techno, che poi la porterà nel 2007 a dedi- della capitale, di sicuro se la ricorda dietro al bancone di una delle Era al suo massimo momento artistico, stava realizzando tutto
carsi alla produzione musicale, territorio che le stava dando enor- botteghe più innovative e preziose di quegli anni (dal 1990 al ciò che desiderava, e nel farlo si stava divertendo. Mi viene da
mi soddisfazioni e attraverso il quale aveva iniziato delle collabo- 1997) Cd Music Box, un negozio stile «Clerks» dove si affittava- pensare che abbia ragione la sua pupilla, dj Gaia, quando dice
razioni di tutto rispetto, una fra tutte quella assai feconda con il no cd, un vero punto di riferimento per onnivori, fanatici, bulimi- che la sala house del Gay Village sia finita con Lusky e che da
celebre dj spagnolo Ivan Gomez. ci di musica. Da quello spazio underground in via Lima, Lucia ora in poi non sarà mai più la stessa. A me piace pensare che il
Prima ancora di diventare Lusky dj, a Roma Lucia era già un per- intratteneva i fruitori con consigli e ironia, risate e buonumore, suo sound sia solo migrato nuovamente, stavolta verso il mare.
sonaggio cult, grazie alle sue attività commerciali che aveva tanto da guadagnarsi una reputazione in tutto il quartiere Perché adesso, quando mi capita di vedere dei bodyboarder sur-
avviato, insieme allo storico socio Alberto, negli anni ‘90. Perché Africano, e non solo. Qualche anno dopo aprì pochi metri più in fare sulle onde, mi sembra di sentire il suono dei barattoli. ■
LUCA&LUCIA
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La gioia come Mirta Lispi
il dolore si deve Hanno voluto partecipare talmen-
conservare, si te tanti artisti che sul palco si è
deve trasformare suonato, in una ininterrotta jam
e deve saper session emozionale, dalle 15 alle
pronunciare le
le parole che
parole giuste.
Olivia Fabi
non aveva
nemmeno
2 anni e già
le conosceva.
di Egizia Mondini
lulù non ha detto Lucia Santoro studiava al Saint Louis.
Di lei parla il maestro Luca Spagnoletti
Un
uomo un giorno ha scritto: le, la musica: il 30 agosto, data in cui 2 di notte. Ed è così che Avrai di Claudio Lucia, la studentessa. Lucia ha iniziato a frequen-
«La gioia come il dolore si Olivia avrebbe compiuto 2 anni, ha messo Baglioni, scritta ai tempi della nascita di tare il Saint Louis quando ancora era una dj sim-
deve conservare, si deve in pratica ciò che sosteneva nella sua can- suo figlio Giovanni, è diventata il saluto ad plex. È venuta da noi per imparare ad usare i
trasformare». Perché tenerla per sé, senza zone. Nessun altro modo sarebbe stato più Olivia; Max Gazzé e Roberto Angelini, software per produrre la musica e i suoni dei vari
condivisione, equivale a non viverla. Lo adeguato per rendere omaggio alla prezio- amici di sempre, hanno accompagnato strumenti. Ha frequentato la scuola per 2 anni e
aveva capito troppo tardi anche Chris sa presenza di una bambina su questa terra. diversi musicisti sul palco; Jovanotti e veniva ogni qualvolta avesse bisogno di una consu-
McCandless, protagonista di Nelle terre In un luogo incantato come la valle del Giuliano Sangiorgi hanno commosso il lenza, un confronto, un consiglio.
estreme, prima di morire da solo in Alaska. Treja, a pochi passi da Roma - un parco pubblico con A te; Simone Cristicchi ha Il genere musicale. Era ormai orientata verso la
Il rovescio: chiudersi nel proprio lacerante dove la piccola Olivia aveva trascorso dedicato il suo teatro-canzone a Lulù; Syria techno. Da un paio di anni aveva iniziato a produr-
dolore non serve ad altro che all’inaridi- giornate felici - Niccolò e la sua compa- è salita sul palco con un disegno fatto per re i suoi brani musicali, passando dal genere trash
mento, alla sconfitta. La condivisione gna, la fotografa e pittrice Shirin Amini, Olivia da sua figlia Alice. E ancora: alla techno. Sono stato molto soddisfatto della sua
avvia la trasformazione del dolore in qual- hanno organizzato, in sole 3 settimane, una Daniele Silvestri, Samuele Bersani, Paola evoluzione.
cosa di costruttivo. Woodstock contemporanea, un ensemble Turci, Alex Britti, Velvet, Elisa, Marina Il background. Veniva da influenze punk degli
A scrivere quelle parole è stato Niccolò di artisti che nessun primo maggio ha mai Rei, Fiorella Mannoia, Luca Barbarossa, anni 80-90. Come dj aveva iniziato seguendo i
Fabi quando ancora era un padre spensie- avuto tanto ricco ed eterogeneo, un meltin Neri Marcoré, Manuel Agnelli, Tosca, gusti del pubblico o delle serate dove suonava per
rato, che mai avrebbe immaginato in che pot gioioso di pubblico. Un modo per Alberto Fortis, Gianni Morandi, Enrico poi trovare una propria espressività artistica, fino
modo quel pensiero espresso in musica (il esportare il sorriso di Olivia e renderlo Ruggeri, Diana Tejera, e tutti gli altri. a produrre vere creazioni musicali. Prima dell’e-
brano era Solo un uomo, contenuto nel suo eterno: con l’obiettivo di raccogliere fondi Se è vero, come dice Niccolò, che gli state stava cercando una cantante per iniziare un
album del 2009) sarebbe diventato palpa- per aiutare la Ong Cuamm, Medici per artisti sono fortunati perché posseggono gli nuovo tipo di produzione: si stava avvicinando
bile. Il 3 luglio scorso una meningite ful- l’Africa, associazione con cui Niccolò già strumenti per condividere le emozioni, è all’essere più una musicista che una dj.
minante gli ha portato via la sua piccola collaborava, nella ristrutturazione del vero anche che il pubblico ha saputo resti- La produzione. Durante i dj set metteva i suoi
Olivia di nemmeno 2 anni. Un avvenimen- reparto pediatrico di un ospedale in Angola, tuire quanto ha ricevuto. Con la vendita remix, e vendeva le sue produzioni alle etichette
to di quelli che schiaffeggiano in pieno dove la mortalità infantile è altissima, è delle magliette di Parole di Lulù quel 30 discografiche.
volto, prendono a pugni il cuore e strazia- nato il progetto Parole di Lulù. agosto si sono raccolti i 60 mila euro La vita notturna e le responsabilità. La vita che
no l’anima. Un evento così innaturale da «Parole» come la canzone di Mina che necessari per il nuovo ospedale pediatrico. conduceva ha influito sul suo fisico, per questo
non esistere nemmeno un termine per iden- la piccola adorava, e quelle attraverso le Ora Niccolò e Shirin sono più convinti che ultimamente si stava concentrando sulla produzio-
tificarlo. Quando si perde un figlio non si è quali si può elaborare un lutto; «Lulù», sia necessario proseguire per questa strada. ne musicale: non solo una crescita ma anche un
vedovi né orfani. Si resta genitori, alle perché è così che Olivia era chiamata in Prossimo obiettivo: garantire per un modo per cominciare ad allontanarsi dalla vita
prese con la gestione di un dolore che può casa. E quale modo migliore per festeggia- anno le spese di medicinali e di gestione notturna della dj, che sapeva di non poter condur-
annientare. re il suo compleanno se non adunando dell’ospedale (potete contribuire con dona- re per sempre.
Niccolò-padre ha scelto la via della con- amici, gente solidale e artisti, per fare zioni o acquistando la maglietta sul sito L’amicizia. Lucia era un’amica. Con lei potevi
divisione, un lungo cordone emotivo che musica in nome di un obiettivo che può www.paroledilulu.it). Così il dolore per la parlare di tutto, voleva vivere la vita e negli aspet-
da Olivia facesse il giro del mondo. Tutto donare la vita? La risposta è stata travol- perdita di una figlia si trasforma in una ti più umani era preziosa.
grazie al linguaggio che gli è più congenia- gente come l’evento che l’ha scatenata. straordinaria occasione di gioia e vita. ■
a cura di Egizia Mondini
Music In NUMERO 15 > Autunno 2010 FEED
NATALIA GREEN Pecado
Teatral Solamente un pazzo
ALESSANDRO MANNARINO Al Bar della
Rabbia So na montagna... se Maometto nun viene
ANDRES TRENTEMØLLER Into the Great
Wide Yonder Il vitreo di uno spazio immaginario,
esteso (e compresso) tra profondità gelate del Nord.
back a cura di ROMINA CIUFFA
non vorrebbe commetterlo. mejo... sto bene da solo, er proverbio era sbajato.
atome primitif
«Questo è per me il logico sviluppo del primo: la danesi Sonteig Sandnes e Josephine Philip) e
sola cosa che sapevo era che volevo che la della più bella e fascinosa dell’album, Sycamore
musica suonasse più analogica e organica». Feeling, con Marie Fisker alla voce, sulle orme
L’album si svela in 10 tracce sospese tra fre- di Hope Sandoval, dilatata e tersa come un
threeyearsthreedays quenze serrate di elettrobeat attutiti, derive paesaggio innevato nel «grande vuoto lassù».
ipnotiche alla Mum (Metamorphosis) e tinte
PRESENTAZIONE funky (Shades of Marble), trademark del primo Lorenzo Bertini