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L’INFERMIERE
DI FAMIGLIA
L’ECCELLENZA NELLE “PRIMARY CARE” DI STEFANO FRIZZA
E ANNE LAURE
DEL PROSSIMO FUTURO BENVENUTI
Il territorio sarà la sfida del futuro, che insieme agli ospedali sarà la se-
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conda vera colonna portante del sistema Salute del Paese per una medici-
na vicina ai cittadini, più accessibile e fruibile.
Sono infatti 10 i milioni di euro stanziati dalla Finanziaria 2007 alle Regio-
ni per avviare i migliori progetti per la “Casa della Salute”.
KEY WORDS Primary care, Infermiere di Famiglia, Mission, Casa della salute, Case Manager
IDENTITÀ E RUOLO Nella realtà italiana questa figura poliedrica, non è stata ancora percepita
DELL’INFERMIERE in tutta la sua totalità e potenzialità.
DI FAMIGLIA L’atteggiamento storico che si ha nei confronti di questa figura, che in al-
tre realtà internazionali ha già un ruolo ben consolidato, è di diffidenza e
di dubbio per l’alta autonomia.
Ecco perché assistiamo ad una frammentarietà di tale professione; un mo-
saico di professionisti che lavora in ambiti diversi e con motivazioni diffe-
renti, molto spesso assimilata all’infermiera che opera sul territorio nel-
l’assistenza domiciliare.
Ciò si desume anche da una ricerca, effettuata nel territorio dell’ASL n. 3,
in particolare nel distretto del folignate, dove la maggior parte dei MMG
(54%), rispondendo ad un questionario, dimostra, chiaramente, di non co-
noscere le attività dell’Infermiere di Famiglia, ritenendo, tuttavia, indispen-
sabile la sua presenza, in quanto aiuterebbe a migliorare il rapporto con gli
utenti e l’integrazione tra rete ospedaliera e territoriale.
Nasce quindi l’esigenza di mettere in luce la nuova figura, che le organiz-
zazioni infermieristiche sopranazionali come l’OMS riconoscono nell’Infer-
miere di Famiglia , le potenzialità di un contributo fondamentale per il rag-
giungimento degli obiettivi di “ Health 21”.
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mato l’assetto socio-demografico della nostra società ed in particolare:
• aumento della popolazione anziana
• aumento delle malattie croniche degenerative
• configurazione di una società multirazziale
• maggiore attenzione al concetto di benessere
• valorizzazione all’attività di prevenzione
• coinvolgimento dei cittadini nei progetti assistenziali
• incremento del bisogno di conoscenza ed educazione.
All’invecchiamento della popolazione, in particolare, ha corrisposto anche
un evidente aumento delle malattie cronico-degenerative. La conseguen-
za diretta è l’incremento del numero di persone parzialmente o completa-
mente non autosufficienti.
Accanto a tale evoluzione, in Italia si deve ricordare inoltre, come anche la
struttura sociale abbia subito un enorme cambiamento, provocando la ri-
duzione delle risposte che la cosiddetta “rete spontanea di supporto”, la
famiglia, in primo luogo forniva.
Da sempre, infatti, all’interno del nucleo familiare hanno trovato risposta,
i problemi legati alla riduzione dell’autonomia dell’anziano e alle malattie
di lunga durata.
Per le sue caratteristiche attuali, quindi, la famiglia non costituisce più la
struttura che fornisce in modo completo, tutela ed assistenza alla persona
parzialmente o totalmente dipendente.
Ecco allora che le necessità sanitarie si vengono a sommare alle necessità
di tipo socio-assistenziale, ricadendo in parte o completamente sulla col-
lettività.
L’oggetto dell’assistenza, dell’Infermiere di Famiglia, non è, solamente, la
famiglia nel senso più stretto del termine, ma tutte le persone della co-
munità ed il loro ambiente, sia essa la casa, la scuola o il lavoro.
L’infermiere di famiglia è colui che si prende cura della famiglia e dei suoi
aspetti nel continuum della Salute dove la malattia rappresenta solo uno
dei momenti critici di questo continuum.
Oggi sempre di più, l’infermiere è consigliere e considera nel suo piano di
intervento le persone e l’ambiente nel quale esse sono inserite.
Il family Nursing non è quindi l’assistenza domiciliare, ma la contiene.
È un professionista che indirizza, si prende cura, assiste la famiglia, nelle
sue diverse eccezioni ma riconosce i propri limiti in base alle proprie co-
noscenze e competenze, sapendo collaborare con gli altri professionisti in
un contesto di reciproco indirizzo, rispetto e sostegno (TTabella 1).
INFERMIERE
MEDICO DI MMG
DI SANITÀ PUBBLICA
INFERMIERE
persona
Tabella 1. nucleo
Esempio di rete
dell’infermiere di famiglia,
dal “Il sole 24h sanità” caregiver
n. 45, 27 nov. - 3 dic. 2001,
pag. 32.
Epidemiologia,
Infermieristica Infermieristica
metodologia
basata nella Infermieristica Infermieristica
di analisi in Educazione
sull’Evidenza sorveglianza nei luoghi di Comunità MASTER
Sanità Pubblica alla Sanità
scientifica del Rischio di lavoro e di Famiglia
e Sistema
e la ricerca infettivo
informatico
350 ORE 150 ORE 250 ORE 200 ORE 200 ORE 350 ORE 1500 ORE
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sulenza e Ricerca) e in riferimento alla normativa vigente, il Master svilup-
pa attività in riferimento alla progettazione attuazione e valutazione di:
• interventi di promozione e prevenzione;
• interventi assistenziali alla persona, famiglia, caregiver;
• interventi di educazione, formazione;
• interventi di ricerca;
• interventi di consulenza;
• indagine epidemiologiche e/o multi dimensionali in Comunità e/o famiglie;
• analisi organizzative di organizzazioni, gruppi o associazioni.
La popolazione che abita un determinato territorio è principale fruitore LA SALUTE
delle strutture sanitarie e dei servizi assistenziali e per la salute e le sue IN UMBRIA
caratteristiche determinano e condizionano la domanda di salute e di as-
sistenza.
Pertanto l’analisi della struttura e dei fenomeni di transizione demo- Grafico 1.
grafica, che influenzano la corrispondenza dell’offerta dei servizi alla Principali indici
richiesta effettiva della popolazione, è di importanza fondamentale per demografici
una adeguata programmazione e organizzazione dell’assistenza sani- per Distretto
taria nella regione. Da un punto di vista sanitario, ad esempio la distri- al 31/12/2006:
buzione della popolazione influisce sulla distribuzione e l’accessibilità Indice di invecchiamento:
dei servizi; così come l’invecchiamento comporta un aumento dei ca- (popolazione≥65 anni / to-
tale popolazione)* 100. È un
richi assistenziali, in particolare per quanto riguarda la cura delle ma- indicatore di sintesi parti-
lattie croniche e disabilitanti che determinano la richiesta di servizi colarmente importante per
specifici. stimare i bisogni assisten-
La finalità della presente trattazione è quello di delineare, attraverso la ziali della popolazione.
descrizione delle caratteristiche socio-demografiche della popolazione Indice di vecchiaia: (popo-
lazione ≥ 65 anni / popola-
umbra, in particolare quella dell’ASL n. 3, lo scenario nel quale l’Infer- zione 0-14 anni)* 100. Ser-
miere di Famiglia, a nostro avviso, può collocarsi, rispondendo ai bisogni ve a valutare il ricambio ge-
emergenti di salute (G Grafico 1). nerazionale e rappresenta
un indicatore dinamico che
250 stima il grado di invecchia-
mento di una popolazione.
200 Indice di carico sociale: pop.
150 0-14 anni + pop. ≥ 65 an-
ni) / pop. 15-64 anni)* 100.
100 È considerato un indicatore
50 di rilevazione economica e
sociale.
0 ndice di dipendenza giova-
INDICE INDICE INDICE INDICE INDICE nile: (pop. 0-14 anni / pop.
DI INVECCHIAMENTO DI VECCHIAIA DI CARICO DI DIPENDENZA DI DIPENDENZA
SOCIALE GIOVANILE SENILE 15-64 anni)* 100. Misura il
rapporto tra la parte di po-
DISTRETTO 1 VALNERINA DISTRETTO 2 SPOLETO DISTRETTO 3 FOLIGNO ASL 3 polazione giovane che non
lavora e quella potenzial-
DISTRETTO 1 VALNERINA 24,51 178,60 61,90 22,22 39,68
mente attiva.
DISTRETTO 2 SPOLETO 24,64 204,85 57,92 19,00 38,92
Indice di dipendenza senile:
DISTRETTO 3 FOLIGNO 23,82 195,40 56,29 19,06 37,23
(pop. ≥ 65 anni / pop. 15-
ASL 3 24,13 196,71 57,21 19,28 37,93
64 anni)* 100. Misura il rap-
porto tra parte di popola-
Il forte invecchiamento della popolazione umbra è dovuto sia all’aumento zione anziana che non la-
della popolazione più anziana, sia alla diminuzione della componente più vora e quella potenzial-
giovane. mente attiva.
professioneinfermiereumbria4/07 6
50 50
Grafico 3. 0 0
1991 2001 2003 2010 1991 2001 2003 2010
Indice di dipendenza
Grafico 2 Grafico 3
totale: trend 1991-2010
I risultati emersi dallo studio di questi grafici dimostrano che la popola-
zione Umbra presenta un’intensità e velocità maggiore al fenomeno in-
vecchiamento, rispetto all’intera Nazione.
Le previsioni indicano che nei prossimi venti anni la popolazione Umbra
continuerà ad invecchiare e il livello di dipendenza continuerà a crescere
con un probabile aumento dei costi per l’assistenza ai malati cronici.
Importante ricordare che al fattore invecchiamento è legato il concetto di
M.O.F. (Multi Organ Faillure) ossia la possibilità di incontrare con maggio-
re frequenza pazienti con pluripatologie dove l’assistenza è sicuramente
più difficoltosa.
Risulta evidente quindi che i professionisti di Medicina Generale, hanno la
possibilità di valutare la persona nel suo complesso, sia in termini di plu-
ripatologia sia nelle conseguenze che esse hanno nella qualità della vita,
avendo quindi la possibilità di modificare comportamenti e stili di vita er-
ronei e apportando il proprio contributo nel conseguente adattamento che
la persona si trova a dover affrontare.
[3]
«In Italia abbiamo un siste- Essendo malattie croniche, all’ospedale è riservata la fase dell’esordio e del-
ma di cure che funziona la riabilitazione, ma risulta carente tutt’oggi il supporto fornito a seguito
come un radar a cui il paziente della dimissione(3).
appare per essere curato e Da un punto di vista nazionale la composizione della spesa sanitaria è
scompare alla vista una vol- pressoché ormai destinata per il 41-45% alla spesa ospedaliera e il 50-54%
ta guarito, perfetto per le ma-
lattie acute, ma non per le pa- a quella territoriale.
tologie croniche» (Livia Turco, Nonostante ciò siamo in presenza di una disomogeneità delle prestazioni,
Ministro della Salute). non esistono modelli di riferimento, le risorse sembrano insufficienti a fron-
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obiettivi mirati al soddisfacimento dei bisogni assistenziali o di salute.
Potenziare l’assistenza territoriale è già un obiettivo chiaramente espresso
sull’ultimo Piano Sanitario Regionale, ma di fatto dati emersi dalla relazio-
ne annuale 2006 dell’A.S.L 3 dell’Umbria, dimostrano che solo il 26,7% del
personale dipendente lavora in ambito territoriale da ciò si può capire il bi-
sogno impellente di istituire nuove figure in risposta ai bisogni della po-
polazione e a sostegno dei medici di medicina generale.
SERVIZIO DI STAFF 8,9%
TERRITORIO 26,7%
Grafico 4.
Distribuzione
del personal macroaree
OSPEDALE 64,5% al 31-12-2006
“LA CASA DELLA SALUTE, luogo di ricomposizione delle cure primarie e del- PERCHÉ LA CASA
la continuità assistenziale”[4]. DELLA SALUTE?
Nasce con l’intento di offrire continuità assistenziale nell’arco delle
24 ore, 7 giorni su 7.
Vediamo allora quale caratteristiche dovrà avere una “Casa della salute”:
• sarà realizzata sul principio della centralità dei cittadini.
• I percorsi diagnostico, terapeutici assistenziali, la presa in carico, l’orien-
tamento dei pazienti e familiari all’interno del sistema rappresentano bi-
nari obbligatori per lo svolgimento dell’intera attività;
• sarà riconoscibile: ossia dovrà essere visibile sul territorio come luogo fi-
sico nel quale si concentrano una serie di servizi e di attività attualmen-
te disperse e frammentate, affinché diventi un punto di riferimento per
i cittadini;
• sarà facilmente accessibile: dovrà essere realizzata in modo da garantire
la massima accessibilità fisica e la massima disponibilità dei propri servi-
zi e attività a cominciare dalle informazioni e prenotazioni di prestazioni;
• unitarietà: convoglierà e racchiuderà in se servizi ed attività che al mo-
mento sono disperse sul territorio;
• integrazione: sarà costruita per garantire servizi integrati in rete, tra sa-
nitario e sanitario e tra sociale e sanitario;
• semplificazione: semplificherà l’attività burocratica: invalidità, rimborsi,
ind. di accompagnamento e per la segnalazione di disservizi, danni e dis-
agi, oltre per reclami e richieste di risarcimento; [4]
Intervento del Ministro del-
• appropriatezza: promuoverà e favorirà l’appropriatezza delle cure a van- la Salute Livia Turco, Roma 22
taggio dei cittadini; Marzo 2007.
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Schema 1.
Spaccato assonometrico
della Casa della salute
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Schema 2.
Planimetria
del piano terra
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AREA DELL’ASSISTENZA DOMICILIARE
PREVENZIONE E DIAGNOSI PRECOCE
BIBLIOGRAFIA FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI IP.AS.VI., “Linee guida per un progetto di for-
mazione infermieristica complementare nelle aree previste dal DM
739/94”, Roma 1998.
The Family health nurse. Contex, conceptual framework and curriculum.
Documento EUR/00/5019309/13, Ufficio Regionale OMS per l’Europa,
Copenaghen, Gennaio 2000.
OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO REGIONALE UMBRO, Individuazione degli indicato-
ri di esito del DVSS Documento di valutazione dei determinanti di Sa-
lute e delle Strategie del SSR. Collana i Volumi; Volume C; Sedes Peru-
gina, 2006.
Relazione Annuale 2006 “Dati di attività”, Azienda ASL n. 3 Umbria,
pp. 12-15. Edizione ASL n. 3 Umbria, 2007.
Umbria: situazione demografica e stima della non autosufficienza negli an-
ziani, p. 9., Le Monografie vol. 1. Edizioni Sedes 2006.
SITOGRAFIA www.regione.umbria.it
www.ministerodellasalute.it
www.ipasvi.it