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CAPITOLO 1

Temi d’esame risolti

19 novembre 2003

EAMAG 19 novembre 2003

Nome Cognome Firma

Sezione AES Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

Esercizio 1. L’insieme A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 < 1} \ {(0, 0)} è: a un intorno sferico


dell’origine, b illimitato, c chiuso, z aperto.
 127
1−i
Esercizio 2. = a 1, z i, c −i, d −1.
i+1

Esercizio 3. (i 3 − 1)1/4 = z ±21/4 (cos π/6 + i sin π/6), ±21/4 (cos 2π/3 + i sin 2π/3),

b 4 2 (cos(π/6 +2kπ)+i sin(π/6+2kπ)), con k ∈ Z, c ±2(cos(π/6+kπ/2)+i sin(π/6+kπ/2)
con k ∈ Z, d ±21/4 (cos(π/3 + kπ/2) + i sin(π/3 + kπ/2) con k = 0, 1, 2, 3.

Esercizio 4. lim f (x) = −∞ significa a ∀ K > 0 ∃ R > 0 : ∀ x < −R allora f (x) <
x→−∞
K, b ∀ K > 0 ∃ R < 0 : ∀ x < R allora |f (x)| < K, z ∀ K < 0 ∃ M > 0 : ∀ x < −M
allora f (x) < K, d ∃ K > 0 ∀ M > 0 : ∀ x < −M allora f (x) < −K.

Esercizio 5. L’equazione z 2 − z̄ 2 = 5|z| a ha infinite soluzioni in C, b non ha soluzione


in C, c ha due soluzioni in C, z ha una soluzione in C.

Esercizio 6. Il coseno dell’angolo


√ compreso
√ tra la diagonale e il lato di un cubo di volume
3 è: a 1/3 , z 3 −1/2 , c 2/2, d 2.

Esercizio 7. Tre uomini e tre donne devono alternarsi a sedere attorno ad un tavolo rotondo.
In quanti modi possono farlo? a 9 b 6 z 12 d 8

5
6 c Federico M.G. Vegni


x−y+z =0
Esercizio 8. L’equazione del piano di R3 contenente la retta e perpen-
2x − z = 1
dicolare al piano x + y + z + 1 = 0 è a x + 2y − 3z + 2 = 0, z x + y − 2z − 1 = 0, c
x − 2y + z = 0, d 2x − y − z + 1 = 0.

Esercizio 9. Sia f : R3 −→ R3 una trasformazione lineare iniettiva e A la matrice che de-


scrive la trasformazione. Allora a A è diagonalizzabile, b l’equazione Ax = 0 ha soluzioni
non banali, c ogni autovalore è regolare, z dim(Im(f )) = 3.

Esercizio 10. Siano dati tre numeri complessi


z = ρ(cos θ + i sin θ)
z1 = ρ1 (cos θ1 + i sin θ1 )
z2 = ρ2 (cos θ2 + i sin θ2 )

tali che z = 5 · z1 · z2 . Quale tra le seguenti affermazioni è falsa a arg(z −1 ) = −θ1 − θ2 , b


ρ = 5ρ1 ρ2 , z Re(z) = 5Re(z1 )Re(z2 ), d arg(z 2 ) = 2(θ1 + θ2 ).

Parte B

Esercizio 1.
(a) Discutere, al variare del parametro k in R, la resolubilità del sistema lineare

 (1 − 2k)x + y + z = 2
x−y+z = 1
3x + y − kz = 1 − k.

(b) Per ogni valore di k per cui il sistema è resolubile, scrivere esplicitamente le soluzioni.
(c) Interpretare geometricamente i risultati trovati, specificando quale è la forma del luogo
geometrico di R3 descritto dalle soluzioni per i diversi valori di k.

Soluzione. Il sistema può essere scritto sinteticamente Ax = b dove


     
1 − 2k 1 1 x 2
A= 1 −1 1  x= y  b =  1 .
3 1 −1 z 1−k
Si ricava con semplici calcoli che
det(A) = −2k2 + 4k + 6.
Quindi, det(A) 6= 0 se e solo se k 6= −1, 3.
(a) Discussione della resolubilità del sistema lineare.
k 6= −1, 3 Il determinante di A è non nullo, ovvero A è non singolare. Ne segue che il rango di
A è 3, è rango massimo, quindi anche il rango di A|b è 3, ed il sistema è resolubile.
Inoltre, A è invertibile. Moltiplicando a sinistra l’equazione Ax = b per A−1 si
ottiene
x = A−1 b
che è l’unica soluzione del sistema.
c Federico M.G. Vegni
7

k = −1 Si ha
   
3 1 1 3 1 1 2
A =  1 −1 1  A|b =  1 −1 1 1 
3 1 1 3 1 1 2
ed essendo in entrambe le matrici l’ultima riga multiplo della prima e le prime
due linearmente indipendenti, ricaviamo che il rango di A è 2 e coincide con il
rango di A|b. Il sistema è resolubile ed ammette infinite soluzioni dipendenti da
un parametro, secondo il teorema di Rouché Capelli.
k = 3 Si ha
   
−5 1 1 −5 1 1 2
A =  1 −1 1  A|b =  1 −1 1 −3 
3 1 −3 3 1 −3 −2
ri ricava facilmente che il rango di A è 2. Considerando la sottomatrice di A|b cosı
ottenuta  
1 1 2
 −1 1 1 
1 −3 −2
che ha determinante pari a -12, ricaviamo che il rango di A|b è 3. Il sistema risulta
quindi incompatibile, e non ammette soluzione.
(b) Soluzioni del sistema lineare, nei casi di complatibilità.
k 6= −1, 3 Applicando la regola di Cramer si ottene
 
2 1 1
det  1 −1 1 
1−k 1 −k
x= 2
−2k + 4k + 6
 
1 − 2k 2 1
det  1 1 1 
3 1 − k −k
y= 2
 −2k + 4k + 6 
1 − 2k 1 2
det  1 −1 1 
3 1 1−k
z= 2
.
−2k + 4k + 6
Svolgendo i conti si ottiene
1 3(1 − k) k2 − 3k + 4
x= y= z= .
2(3 − k) 2(k + 1)(3 − k) (k + 1)(k − 3)
k = −1 Poiché le prime due righe del sistema sono linearmente indipendenti, mentre la
terza dipende linearmente dalle prime due, possiamo limitarci a considerare il
sistema 
3x + y + z = 2
x−y+z = 1
le cui soluzioni dipendono da un parametro. Portando la variabile z a secondo
membro e cambiandole nome, si ottiene il sistema equivalente

3x + y = 2 − t
x − y = 1 − t.
8 c Federico M.G. Vegni

Il determinante della matrice dei coefficienti di questo sistema è −4. Utilizzando


la regola di Cramer per risolvere questo sistema (2,2), si ha
   
1 2−t 1 1 3 2−t
x = − det y = − det .
4 1 − t −1 4 1 1−t
Svolgendo i conti, e scrivendo la soluzione nelle tre variabili del sistema originario,
si ottiene
3 1 1 1
x= − t y=− + t z = t.
4 4 4 2
(c) Interpretazione geometrica dei risultati.
k 6= −1, 3 La soluzione trovata al punto precedente rappresenta un punto in R3 per ogni
valore di k.
k = −1 Le infinite soluzioni del sistema trovate al punto precedente rappresentano una
retta in R3 .

Esercizio 2.
Sia data l’applicazione f
f :  R3  −→  R3 
x (k − 1)x + ky + kz
 y  7→  −y − kz .
z 2ky + 2z
(a) Determinare per quali valori di k l’applicazione è lineare.
(b) Determinare per quali valori di k l’applicazione è una biiezione.
(c) Determinare per ogni valore di k la dimensione ed una base dell’immagine e del nucleo
di f .

Soluzione. Introducendo
   
k−1 k k x
A= 0 −1 −k  x= y 
0 2k 2 z
l’applicazione f può essere scritta come
f : R3 −→ R3
x 7→ Ax.
(a) L’applicazione f è lineare per ogni valore di k, essendo assegnata come prodotto di A
per un vettore. Risulta infatti A(αx1 + βx2 ) = αAx1 + βAx2 .
(b) L’applicazione f è una biiezione se la matrice A è invertibile. Perché A sia invertibile,
occorre che det A 6= 0. Essendo
det A = (k − 1)(−2 + 2k2 ) = 2(k − 1)2 (k + 1)
l’applicazione è invertibile se k 6= ±1.
(c) Dimensione e base del nucleo e dell’immagine di f .
k 6= ±1 L’applicazione è una biiezione, quindi il nucleo coincide con il solo vettore nullo,
e l’immagine è tutto R3 . Come base di R3 può essere scelta la base canonica
{e1 , e2 , e3 }.
c Federico M.G. Vegni
9

k = 1 In questo caso la matrice A diventa


 
0 1 1
A =  0 −1 −1 
0 2 2
che ha rango 1. Il nucleo si trova, per definizione, risolvendo il sistema Ax = 0, che
essendo r(A) = 1 è equivalente a risolvere la sola prima riga del sistema, ovverosia
y + z = 0.
La soluzione di tale problema è il sottospazio vettoriale di R3 generato dalle
combinazioni lineari dei vettori linearmente indipendenti
   
1 0
 0   1 
0 −1
che sono quindi una base del nucleo.
L’immagine dell’applicazione è data dai vettori
 
b1
b =  b2 
b3
raggiunti da f . Occorre quindi che il sistema Ax = b sia compatibile ovvero che
la matrice orlata  
0 1 1 b1
A =  0 −1 −1 b2 
0 2 2 b3
abbia rango 1. Ricaviamo le condizioni b1 + b2 = 0 = b3 −2b1 . L’immagine di f
1
ha dimensione 1 ed una sua base è data dal vettore  −1 .
2
k = −1 In questo caso la matrice A diventa
 
−2 −1 −1
A =  0 −1 1 
0 −2 2
dove solo le prime due righe sono linearmente indipendenti. A ha rango 2. Il
nucleo si trova, per definizione, risolvendo il sistema Ax = 0, che è equivalente a
risolvere il sistema

−2x − y − z = 0
−y + z = 0
ed ha soluzione dipendente da un parametro. Scegliendo z come parametro, si
ricava immediatamente che

−2x − y = z
y = z.
3
 è il sottospazio vettoriale di dimensione 1 di R
La soluzione di tale problema
−1
generato dal vettore  1 , che è quindi una base del nucleo.
1
10 c Federico M.G. Vegni

Di nuovo, per trovare l’immagine di f occorre che il sistema Ax = b sia compatibile


ovvero che la matrice orlata
 
−1 −1 −1 b1
A =  0 −1 1 b2 
0 −2 2 b3
abbia rango 2. Ricaviamo la condizione 2b2 = b3 . L’immagine di f ha dimensione
2 ed una sua base è data dai vettori
   
0 1
 1   0 .
2 0

Esercizio 3.
(a) Definizione di autovettore
 di una matrice
 A (n, n).
2 0 0
(b) Data la matrice A =  1 1 k , trovare i suoi autovalori, al variare di k ∈ R.
−k 0 1
(c) Trovare l’autospazio associato a ciascun autovalore, al variare di k ∈ R.
(d) Discutere la regolarità degli autovalori, al variare di k ∈ R.
(e) Definizione di matrice diagonalizzabile.
(f) Per quali valori di k la matrice A risulta diagonalizzabile? Scrivere una matrice P che
realizza tale diagonalizzazione.

Soluzione.
(a) Sia A la matrice che rappresenta la trasformazione lineare f di Rn in se stesso, un
autovettore di A è un qualunque vettore di Rn che viene eventualmente dilatato, ma
non ruotato da A. Un autovettore x quindi risolve in modo non banale il problema
Ax = λx.
(b) La matrice A è triangolare inferiore
 a blocchi. Un autovalore è 2, gli altri coincidono con
1 k
gli autovalori del blocco e possono essere letti sulla diagonale. Gli autovalori
0 1
di A sono dunque λ1 = 1 autovalore doppio e λ2 = 2 e non dipendono da k.
(c) Troviamo l’autospazio associato a λ1 = 1 risolvendo il sistema Ax = x, con x = (x, y, z).
Risolvendo facili calcoli, il sistema può essere riscritto come

x=0
kz = 0.
Si distinguono quindi i casi seguenti.
k = 0 Il sistema è equivalente alla sola equazione x=0; una base dell’autospazio è dunque
data dai vettori
   
0 0
 1   0 .
0 1
L’autospazio di λ1 ha allora dimensione 2.
c Federico M.G. Vegni
11

k 6= 0 Il sistema è equivalente alla coppia di equazioni x = 0 = z; una base dell’autospazio


associato all’autovalore λ1 è il vettore
 
0
 1 
0
e l’autospazio ha dimensione 1.
Troviamo l’autospazio associato a λ2 = 2 risolvendo il sistema Ax = 2x; il sistema
risultante è quindi

x − y + kz = 0
−kx − z = 0
le cui soluzioni sono
y = (1 + k2 )x

z = −kx.
L’autospazio associato all’autovalore λ2 ha dimensione 1 ed una sua base è data dal
vettore  
1
 1 + k2  .
−k
(d) La dimensione geometrica dell’autovalore λ1 è pari alla dimensione algebrica solo se
k = 0; quindi λ1 è regolare solo nel caso k = 0. L’autovalore λ2 è regolare.
(e) Una matrice quadrata B è diagonalizzabile se è simile ad una matrice diagonale, ovvero
se esiste una matrice non singolare P tale che P −1 BP è una matrice diagonale.
(f) A è diagonalizzabile solo de k = 0; infatti in questo caso esistono 3 autovettori linear-
mente indipendenti, due appartenenti all’autospazio associato a λ1 ed uno all’autospazio
di λ2 . Accostandoli si ottiene una matrice P che diagonalizza A:
 
0 0 1
P =  1 0 1 .
0 1 0

È facile verificare che  


1 0 0
P −1 AP =  0 1 0  .
0 0 2

Esercizio 4.
(a) Definizione di insieme numerabile.
(b) Dimostrare la non numerabilità dell’insieme dei numeri reali.

Soluzione.
(a) Un insieme è numerabile se può essere messo in corrispondenza biunivoca con l’insieme
dei numeri naturali.
(b) Dimostriamo la non numerabilità dei numeri reali compresi nell’intervallo [0, 1]. Per
semplicità rappresentiamo tali numeri con il sistema binario.
Supponiamo per assurdo che i numeri reali tra 0 ed 1 siano numerabili: esiste una
corrispondenza biunivoca tra N e tale insieme, che quindi può essere ordinato in una
12 c Federico M.G. Vegni

successione. Supponiamo che la successione che realizza la corrispondenza biunivoca


con N inizi con i numeri che seguono
0, 10111000100111011 · · ·
0, 100111110110110 · · ·
0, 1101110110000100 · · ·
0, 00001001000000 · · ·
0, 10010010010010010 · · ·
···
È possibile mostrare che la lista è incompleta. Infatti non contiene il numero reale
compreso tra 0 ed 1 che ha la prima cifra diversa dal primo numero della lista, la seconda
cifra diversa dalla seconda cifra del secondo numero della lista, la terza cifra diversa
dalla terza cifra del terzo numero della lista e cosı̀ via. Considerando la successione
riportata sopra a titolo di esempio si costruisce con il metodo indicato il numero che
comincia con
0, 01111 · · ·
tale numero non può comparire nella successione in nessuna posizione perchè differisce
dal k-esimo elemento della successione per la k-esima cifra, almeno. L’affermazione
risulta quindi dimostrata.
c Federico M.G. Vegni
13

4 febbraio 2004

EAMAG 4 febbraio 2004

Nome Cognome Firma

Sezione AES Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

Esercizio 1. L’area della parte limitata di piano compresa tra la circonferenza di raggio 2
centrata nell’origine e la retta y = 1 e tutta contenuta nel semipiano y > 0 è z π/2 − 1, b

π/2, c π, d 2π.

Esercizio 2. Un possibile sviluppo di Mac-Laurin associato alla funzione disegnata in Figura


1 è a T3 (x) = x + x3 , z T3 (x) = x − x3 , c T4 (x) = x − x4 , d T4 (x) = x + x4 .

e−n cos n
Esercizio 3. lim z è 0, b è 1, c è +∞, d non esiste.
n→∞ sin(1/n)

e1/x

√ x<0
Esercizio 4. La funzione è a continua e non derivabile, z
2 x sin x x≥0
continua e derivabile con derivata prima 0 in 0, c continua e derivabile con derivata prima 1
in 0, d non è continua.

Esercizio 5. Quale delle seguenti scritture è vera a per x → 0, x3 = o(x4 ), b per


x → 3, x − 3 = o((x − 3)2 ), c per x → +∞, x3 = o(x2 ), z per x → 0, x3 = o(sin(x)).


Esercizio 6. lim inf n→∞ (−1)n + sin a non esiste, b è −∞, z è −2, d è 0.
2

Esercizio 7. Data f (x) = x3 arctan x sull’insieme X = (0, +∞) e g la sua inversa. Allora
z g′ (π/4) = 4/(2 + 3π), b f non è invertibile, c g′ (π/4) = π/4, d f è invertibile, ma
g′ (π/4) non esiste.

Esercizio 8. Sia f (x) = sin(x2 ) cos(x), allora a f (8) (0) = 0 e f (9) (0) = 1/9! z
f (8) (0) = 8!/3!2 e f (9) (0) = 0 c f (8) (0) = 0 e f (9) (0) = 9! d f (8) (0) = 8!/5 e f (9) (0) = 9/7

ex cos ex
Esercizio 9. La derivata della funzione f (x) = arctan sin ex è z , b
1 + sin2 ex
cos ex cos ex ex cos x
, c , d .
1+ sin2 ex 1+ x2 1 + x2
14 c Federico M.G. Vegni

1.5

0.5

−0.5

−1

−1.5

−2
−2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2

Figura 1

Esercizio 10. La funzione f : [0, +∞) −→ R che ad x associa f (x) = n per n ≤ x < n + 1
con n ∈ N a è continua b è strettamente monotona z è monotona, ma non strettamente
d è limitata.

Parte B

Esercizio 1.
(a) Discutere, al variare di k in R, la resolubilità del sistema lineare


 x+y =0
2x + ky = 0


 kx + 2y = 0
(k − 1)x + y = k(k − 2)(k − 3).

(b) Per ogni valore di k per cui il sistema è resolubile, scrivere esplicitamente
le soluzioni.
(c) Per ogni valore di k per cui il sistema è resolubile, interpretare geome-
tricamente i risultati trovati: specificando a quale spazio euclideo ap-
partengono le soluzioni e quale è la forma del luogo geometrico da loro
descritto.

Siano    
1 1 1 1 0
 2 k   2 k 0 
A=  k
 A|b =  
2   k 2 0 
k−1 1 k − 1 1 k(k − 2)(k − 3)
la matrice dei coefficienti del sistema e la matrice orlata. Osservando le prime due righe di A,
si ricava che r(A) = 2 se k 6= 2. Osservando le prime due righe e l’ultima di A|b si deduce che
r(A|b) = 2 se k = 0, 2, 3.

(a) Discussione della compatibilità, ovvero della resolubilità, con il Teorema di Rouché
Capelli.
• Se k 6= 0, 2, 3 risulta r(A) = 2 e r(A|b) = 3. Ne segue che il sistema è impossibile.
c Federico M.G. Vegni
15

• Se k = 0, 3 allora r(A) = 2 = r(A|b). Il sistema è resolubile e la soluzione dipende


da 0 parametri (è unica).
• Se k = 2 r(A) = 1, r(A|b) = 1: il sistema è resolubile e la soluzione dipende da 1
parametro.

(b) Soluzioni del sistema, nei casi di resolubilità:


• Se k = 0, 3 si è detto che il sistema è compatibile e r(A) = r(A|b) = 2. Il sistema
equivale al sistema

x+y =0
2x + ky = 0
dove la matrice dei coefficienti è invertibile poiché k 6= 2. Il sistema è omogeneo,
l’unica soluzione è quella nulla.
• Se k = 2, r(A) = r(A|b) = 1, e il sistema (compatibile) è equivalente a

x+y =0
 
1
la cui soluzione è costituita da tutti i vettori multipli di .
−1

(c) Le soluzioni sono ambientate in R2 perché 2 sono le incognite del sistema, inoltre:
• Se k = 0, 3 la soluzione coincide con l’origine;
• Se k = 2 le infinite soluzioni possono essere rappresentate con vettori che hanno
un estremo nell’origine e l’altro estremo sui punti della retta y = −x.

Esercizio 2.
Studiare la funzione f : R −→ R definita da
f (x) = |x2 − 3| arctan(x)
senza calcolare la derivata seconda. Nel risolvere l’esercizio, attenersi alla
traccia che segue.
(a) Determinare il dominio di f e il sottoinsieme del dominio che ha immagine
positiva (non nulla).
(b) Esistono asintoti?
(c) Determinare il comportamento di f nell’intorno degli zeri, trovando la
tangente ad f in quei punti.
(d) Disegnare un grafico probabile di f , partendo dai grafici di funzioni ele-
mentari e coerentemente coi risultati fin qui trovati. Si supponga il
numero minore di cambi di concavità.
(e) Si può prevedere l’esistenza di massimi e minimi locali e globali? In quali
intervalli?
(f) Calcolare l’espressione analitica della derivata prima.
(g) Studiare graficamente il segno della derivata prima di f negli intervalli in
cui si prevede l’esistenza di un massimo o di un minimo e confermare il
grafico disegnato al punto d.
(h) f ∈ C 1 (R)?
16 c Federico M.G. Vegni

5 5
|x2−3| y=log(1+x2)
arctan(x) y=log(4)
4
|x2−3|arctan(x)
4
3

2
3

0 2

−1

1
−2

−3
0
−sqrt(3) sqrt(3)
−4

−5 −1
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4

Figura 2
√ √ √
(a) Dominio X = R. Inoltre se√x = 0,√ ± 3 allora f (x) = 0; se x ∈ (−∞, − 3) ∪ (− 3, 0)
allora f (x) < 0; se x ∈ (0, 3) ∪ ( 3, +∞) allora f (x) > 0. La funzione ha simmetria
dispari: nello studio successivo ci limiteremo a studiarne il comportamento per x > 0.
(b) Si osserva che
lim f (x) = +∞.
x→+∞
π 2
Non esistono asintoti, infatti per x → +∞, f ∼ x .
2
(c) Per x → 0
f (x) = |x2 − 3| arctan(x) ∼ 3x.
La tangente ad
√ f in 0 è y = 3x.
Per x → 3,
√ √ √ √ π
f (x) = |x − 3||x + 3| arctan(x) ∼ 2 3|x − 3| .
3
√ √ π √ + √ √ π
La tangente ad f è y = 2 3(x − 3) per x → 3 . Invece è y = −2 3(x − 3)
√ − 3 3
per x → 3 .
(d) In Figura 2 sono riportati i grafici qualitativi delle funzioni y = |x2 − 3|, y = arctan(x),
y = |x2 − 3| arctan(x). La
√ concavità è rivolta verso l’alto per x → +∞, come √ previsto
al punto b, per 0 < x < 3 deve essere rivolta verso il basso poiché in 0 e 3 f assume
la stessa quota.
(e) Deve esistere
√ un massimo√locale (non globale poiché f → +∞ per x → +∞) per
0 < x < 3 infatti in 0 e 3 f assume la stessa quota.
|x2 − 3|
(f) f ′ (x) = Sign(x2 − 3)2x arctan(x) + .
1 + x2
(g) Tenendo conto della simmetria
√ dispari, e dell’andamento qualitativo di f previsto in e,
′ 2
studiamo f per 0 < x < 3, laddove Sign(x − 3) = −1. f è strettamente crescente
nei punti x che soddisfano la disuguaglianza
3 − x2
−2x arctan(x) + >0
1 + x2
c Federico M.G. Vegni
17

con la restrizione 0 < x < 3. Siano
3 − x2
g(x) = h(x) = 2x arctan(x)
1 + x2
si tratta di trovare quei valori x per i quali g(x) > h(x). Si osservi che
 √ √
 g(0) = 3 g( 3) = 0 inoltre g è strettamente decrescente in (0, 3)
√ √ π √
 h(0) = 0 h( 3) = 2 3 inoltre f è strettamente crescente in (0, 3)
3

Se ne deduce che i grafici di h e g hanno una unica intersezione α ∈ (0, 3), e che per
0 < x < α risulta g > h. Il punto x = α è allora massimo locale per f .

(h) f 6∈ C 1 (R) perché i punti
√ √x = ± 3 sono angolosi. È corretto invece scrivere f ∈ C 0 (R)
1
e anche f ∈ C (R \ {− 3, 3}).

Esercizio 3.
Data la funzione f (x) = log(1 + x2 ), √ √
(a) disegnare accuratamente il grafico di f nell’intervallo [− 3, 3],
(b) trovare l’area della campana compresa tra il grafico della funzione f e la
retta y = log 4.

L’area della quale è richiesto il calcolo viene rappresentata in Figura 2.

(a) La funzione f (x) = log(1 + x2 ) ha simmetria pari (si snellisce lo studio limitandosi a
considerare il caso x > 0) ed è asintotica a y = x2 nell’intorno dell’origine, che quindi
è un minimo per f . Si osserva che
2x
f ′ (x) =
1 + x2
è positiva per x > 0; inoltre
2(1 − x2 )
f ′′ (x) =
(1 + x2 )2
ha il segno di 1 − x2 : positivo per −1 < x < 1 e negativo per x < −1 e x > 1. Si deduce
che i punti x = ±1 sono punti di flesso. Il grafico è in Figura 2.
(b) Data la simmetria della regione di piano della quale è richiesta l’area A
√ Z √3
A = 2 3 log 4 − 2 log(1 + x2 ) dx.
0
Calcoliamo prima l’integrale indefinito
2x2
Z Z
2 2
log(1 + x ) dx = x log(1 + x ) − dx
1 + x2
2x2 + 2 − 2
Z
= x log(1 + x2 ) − dx
1 + x2
Z  
2 2
= x log(1 + x ) − 2− dx
1 + x2
= x log(1 + x2 ) − 2x + 2 arctan(x) + C
18 c Federico M.G. Vegni

il primo passaggio è un’integrazione per parti, gli altri sono integrazioni elementari.
Z √3
√3
log(1 + x2 ) dx = x log(1 + x2 ) − 2x + 2 arctan(x) 0

0
√ √ 2π
= 3 log 4 − 2 3 +
3

da cui si ottiene A = 4( 3 − π/3).
Esercizio 4.
Sia data 2
ex − 1 − sin2 x − αx4
f (x) =
|x|β
con α e β parametri reali.
(a) Trovare, al variare di α, la parte principale dell’infinitesimo a numeratore
per x → 0.
(b) Discutere, al variare di α e β il risultato di
lim f (x).
x→0

(a) Dagli sviluppi di MacLaurin delle funzioni elementari ricaviamo:


2 x4
ex − 1 = x2 + + o(x4 )
2
2
x3 2x4

2
sin (x) = x− + o(x ) = x2 −
4
+ o(x5 ).
3! 3!
Se ne deduce facilmente che in numeratore è asintotico a (5/6 − α)x4 + o(x4 ). Quindi
se α 6= 5/6 la parte principale del numeratore è (5/6 − α)x4 . Per α = 5/6 occorre
sviluppare con più dettaglio le funzioni coinvolte
2 x4 x6
ex − 1 = x2 + + + o(x6 )
2 3!
2
x3 x5 x6 2x4 2x6

2
sin (x) = x− + + o(x ) = x2 +
6
− + + o(x7 )
3! 5! (3!)2 3! 5!
e la parte principale del numeratore è ((3!)−1 − (3!)−2 − 2(5!)−1 )x6 =.
(b) Dal punto (a) risulta
2
ex − 1 − sin2 x − αx4 (5/6 − α)x4 + 11/90x6 + o(x6 )
f (x) = =
|x|β |xβ |
per x → 0.
Nel calcolo del limite per x → 0, si distinguono i seguenti casi:
• se α 6= 5/6 allora f ∼ (5/6 − α)|x|4−β , dunque
– se 4 − β > 0, f −→ 0
– se 4 − β = 0,f −→ (5/6 − α)
– se 4 − β < 0, f −→ ∞ Sign(5/6 − α)
• se α = 5/6 allora f ∼ 11/90|x|6−β ,
– se 6 − β > 0, f −→ 0
c Federico M.G. Vegni
19

– se 6 − β = 0,f −→ 11/90
– se 6 − β < 0, f −→ +∞.
Esercizio 5.
A
(a) Definizione di continuità in un punto ed in un intervallo.
(b) Fare un esempio di funzione continua nell’origine, ma che non sia continua
in nessun intervallo aperto che contiene l’origine.
B
(a) Enunciare il Teorema di unicità del limite.
(b) Dimostrare il Teorema di unicità del limite.
20 c Federico M.G. Vegni

19 febbraio 2004

EAMAG 19 febbraio 2004

Nome Cognome Firma

Sezione AES Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

Esercizio 1. L’area descritta dall’insieme di punti A = {(x, y) ∈ R2 : 4 − x < y < 4 − x2 }


è z 1/6, b 1/4, c 1, d 2.

Esercizio 2. Il grafico in Figura 3 rappresenta a y = |x2 − 1| − 1, b y = x2 + 2|x|,


z y = x2 − 2|x|, d y = |x|2 − 2x.

Esercizio 3. Quanti sono gli anagrammi della parola esame? a 4!, b 5!, z 60, d
10.

Esercizio 4. L’insieme A = {(x, y) ∈ R2 : x2 + y 2 ≤ 1} ∩ {(x, y) ∈ R2 : x + y > 0} è a


aperto, b chiuso, c finito, z limitato.

Esercizio 5. La funzione y = Sign(x2 − 8) a è continua, b è strettamente monotona,


c è iniettiva, z ha un numero finito di discontinuità.

Esercizio 6. La derivata dell’inversa della funzione f (x) = ex sin(x) valutata nell’immagine


dell’origine a non esiste, z è 1, c è 0, d è −1.

Esercizio 7. L’area di un lobo della funzione y = sin(x) è a 0, b 1, z 2, d π.

x2−2 abs(x)

25

20

15

10

−6 −4 −2 0 2 4 6
x

Figura 3
c Federico M.G. Vegni
21

Esercizio 8. Sia A una matrice che descrive la trasformazione lineare f : R3 −→ R3 tale


che ker(f ) = 0. a almeno un autovalore di A è 0, b tutti gli autovalori di A sono 0, z
le righe di A sono linearmente indipendenti, d r(A) = 2.

Esercizio 9. L’equazione del piano di R3 passante per il punto P0 = (1, −1, 1) e con diret-
trice v = (−1, 1, −1) è a −x + y − z − 3 = 0, b x + y + z = 3, c x − y − z = 3, z
x − y + z − 3 = 0.

n2
Esercizio 10. lim (−1)n (e1/n − e−1/n ) arctan = a +∞, z 0, c 1, d non
n→∞ 1−n
esiste.

Parte B
Esercizio 1. Sia data l’applicazione lineare f
f : R3 −→ R3
x 7→ Ax
 
1 1 0
descritta dalla matrice A =  0 1 1 .
k 0 1
(a) Determinare per quali valori di k ∈ R l’applicazione è iniettiva.
(b) In corrispondenza di tali valori di k scrivere l’inversa di A ed eseguire il prodotto AA−1 .
(c) In corrispondenza di tali valori trovare la dimensione ed una base del nucleo e dell’im-
magine di f .
(d) In corrispondenza dei valori di k per cui f non è iniettiva, trovare la dimensione ed una
base del nucleo e dell’immagine di f .

Soluzione.
(a) Si ricava det A = k + 1. L’applicazione f è iniettiva se e solo se A è invertibile, quindi
per k 6= −1.    
1 −1 1 1 0 0
1 
(b) A−1 = k 1 −1  A ∗ A−1 =  0 1 0 .
k + 1 −k k 1 0 0 1
(c) Si ricava: dim(ker(f )) = 0, dim(im(f )) = 3. Una base dell’immagine di f è la base
canonica e1 , e2 , e3 .
(d) Siamo nel caso k = −1. I vettori del nucleo risolvono il sistema

 x+y =0
y+z =0
−x + z = 0

dove la matrice dei coefficienti ha rango 2 (le prime due righe sono linearmente indi-
pendenti). Le soluzioni dipendono da un parametro arbitrario t e soddisfano

x+y =0
y = −t.
Il nucleo ha dimensione 1, ed una sua base è costituita dal vettore (1, −1, 1)′ .
22 c Federico M.G. Vegni

Dalla nota relazione dim(ker(f )) + dim(im(f )) = 3, si ricava dim(im(f )) = 2. I


vettori (b1 , b2 , b3 )′ dell’immagine risolvono il sistema

 x + y = b1
y + z = b2
−x + z = b3

da cui si ricava la condizione di compatibilità b3 = −b1 + b2 . Una base del nucleo è


data da:    
1 0
{ 0  ,  1 }.
−1 1

Esercizio 2. Sia data l’equazione


(z 2 + 1)(|z| − 3)(z 3 + π) = 0.
(a) L’equazione è algebrica?
(b) Trovare le tre radici complesse del numero −π.
(c) Disegnare sul piano di Gauss tutte le soluzioni dell’equazione.

Soluzione.
(a) L’equazione non è algebrica. Le equazioni algebriche hanno forma polinomiale: a0 z n +
a1 z n−1 + a2 z n−2 + · · · + an−1 z + an = 0 i coefficienti possono essere numeri complessi,
e la variabile compare solo come potenza (e mai in modulo).
(b) Ricordando la formula di elevamento a potenza cubica, se ρ(cos θ + i sin θ) è la radice
che cerchiamo, deve essere
ρ3 (cos 3θ + i sin 3θ) = π(cos(π) + i sin(π))
ovvero √
ρ= π
3
(
π + 2kπ
θ=
3
con k ∈ Z. Le soluzioni sono

3
π π
z1 = π(cos+ i sin )
√ 3 3
z2 = 3 π(cos π + i sin π)
√ 5π 5π
z3 = 3 π(cos + i sin ).
3 3
(c) La Figura 4 rappresenta le soluzioni dell’equazione (z 2 + 1)(|z| − 3)(z 3 + π) = 0.

Esercizio 3. Studiare il grafico della funzione


f (x) = xex|x|
deducendo analiticamente il maggior numero di informazioni possibile sul suo andamento.

Soluzione.
Dominio. Il dominio di f è R; inoltre f (x) > 0 se x > 0; f (x) = 0 solo se x = 0. La funzione
non presenta simmetrie.
c Federico M.G. Vegni
23

parte immaginaria
0

−1

−2

−3

−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4
parte reale

Figura 4. In blu, soluzioni complesse dell’equazione z 3 +π = 0; in rosso, soluzio-


ni complesse dell’equazione z 2 +1 = 0; in ciano, le infinite soluzioni dell’equazione
|z| = 3.

4 4
grafico di g(x)=1+2|x|x 15 grafico di y=4x3 grafico di f(x)=xex|x|
grafico di y=−1 grafico di y=−6|x|

3 3

10

2 2

5
1 1

0 0 0

−1 −1
−5

−2 −2

−10

−3 −3
−2 0 2 −2 0 2 −2 0 2

Figura 5. Soluzione dell’Esercizio 3.

Andamento asintotico. Nei punti all’infinito risulta:


2
lim f (x) = lim xe−x = 0− , quindi l’asse x è asintoto orizzontale per f .
x→−∞ x→−∞
2
lim f (x) = lim xex = +∞; f non ha asintoto in +∞.
x→+∞ x→−∞
Nell’intorno dello zero:
f (x) ∼ x(1 + x|x|) per x → 0, da cui si deduce che la bisettrice del primo e terzo
quadrante è tangente al grafico di f nell’origine.
Derivata prima. Si prevede l’esistenza di (almeno) un minimo di f nel semiasse negativo.

f ′ (x) = e|x|x + xe|x|x (Sign(x)x + |x|) = e|x|x (1 + 2x|x|)


si osservi che la funzione derivata prima non è definita per x = 0, non essendo definita la funzione
segno. Pur tuttavia lim f ′ (x) = 1, quindi la discontinuità di f ′ nell’origine è di tipo eliminabile.
x→0
24 c Federico M.G. Vegni

La funzione f ′ è positiva se (1 + 2x|x|) > 0, ovvero se 2x|x| > −1. Disegnando i due membri
1 1 1
della disuguaglianza, si ricava che la soluzione è x > − √ . Il punto P = (− √ , − √ ) è quindi
2 2 2e
minimo assoluto di f .
Derivata seconda. Risulta
f ′′ (x) = ex|x| (4x3 + 6|x|).
Studiare 3
r il segno della derivata seconda equivale a calcolare 4x ≥ −6|x|, la cui soluzione è
3
x≥− (cf. Figura 5).
2

Esercizio 4. Sia f (x) = sin2 (x) cos(x).


(a) Trovare il polinomio di Mac Laurin T2 (x) di secondo ordine associato ad f .
(b) f soddisfa le ipotesi per poter scrivere l’errore secondo la forma di Lagrange? Scrivere
quindi l’errore commesso approssimando f con T2 nell’intervallo [0, x].
1
(c) In quale intervallo l’errore commesso è inferiore a ?
100

Soluzione.
(a) Osserviamo che f ∈ C 2 (R), quindi è possibile associarle il polinomio di Taylor in ogni
punto. Calcoliamo
f ′ (x) = 2 sin(x) cos2 (x) − sin3 (x) f ′ (0) = 0
f ′′ (x) = 2 cos3 (x) − 7 sin2 (x) cos(x) f ′′ (0) = 2

si deduce T2 (x) = 2x2 .


(b) Poiché f ∈ C 3 (R) è possibile scrivere il resto secondo Lagrange. Inoltre

f ′′′ (x) = −20 sin(x) cos2 (x) + 7 sin3 (x)

L’errore commesso è allora


−20 sin(ξ) cos2 (ξ) + 7 sin3 (ξ) 3
E(x) = x
3!
dove ξ è un punto tale che 0 < ξ < x.
(c) Tenendo conto che ragioniamo per x positive, si ha
−20 sin(ξ) cos2 (ξ) + 7 sin3 (ξ) 3

|E(x)| ≤ x
3!
20| sin(ξ)| cos2 (ξ) + 7| sin3 (ξ)| 3
≤ x
3!
27 3
≤ x
3!
quindi, se si vuole che l’errore commesso sia in valore assoluto più piccolo di un
centesimo, basta che
r
27 3 1 3 3!
x < ovvero x < .
3! 100 2700
c Federico M.G. Vegni
25

Esercizio 5.
(a) Enunciare il Teorema degli zeri.
(b) Applicare il Teorema degli zeri per dimostrare che la funzione
1
f (x) = − x arctan x
1 + x2
ha almeno uno zero strettamente positivo.
(c) Dimostrare con rigore che la funzione ha un unico zero positivo.
Soluzione.
(a) Sia f ∈ C 0 ([a, b]): f (a) · f (b) < 0, ⇒ ∃ (almeno) ξ, con a < ξ < b: f (ξ) = 0.
(b) Risulta f (0) = 1; inoltre limx→+∞ f (x) = −∞, quindi è chiaro che f assume va-
lori negativi per x sufficientemente grande. Il teorema può dunque essere applicato
sull’intervallo [0, b], con b sufficientemente grande.
(c) Lo zero è unico, infatti
f ′ (x) = −2x(1 + x2 )−2 − arctan x − x(1 + x2 )−1
per valori positivi della variabile x, f ′ è strettamente negativa, ovvero f strettamente
decrescente; da qui deduciamo che non può intersecare l’asse x più di una volta.
26 c Federico M.G. Vegni

13 luglio 2004

EAMAG 13 luglio 2004

Nome Cognome Firma

Sezione AES Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

Esercizio 1. lim (log x)2 arctan e−x z è 0+ ; b è +∞; c è −∞; d non esiste.
x→+∞

2
1 1 π π
Z
Esercizio 2. dx = a ; b ; c 0; z .
0 4 + x2 2 2 8
 
2 0 0
Esercizio 3. Data A =  1 2 0 , l’autospazio associato all’autovalore 2 z ha
0 0 −1
dimensione 1; b ha dimensione 2; c ha dimensione 0; d ha dimensione 3.

Esercizio 4. Il sistema 
 x + y + 2z = 0
2x − y + z = 3
−x + 2y + z = −3

a ha infinite soluzioni dipendenti da un parametro; b ha una ed una sola soluzione; c è


impossibile; d ha infinite soluzioni dipendenti da due parametri.

sin ex cos ex log x − x−1 sin ex ex cos ex sin ex


Esercizio 5. La derivata di è a ; z − ;
log x log2 x log x x log2 x
ex sin ex log x − sin ex ex cos ex − x−1 sin ex
c ; d .
x log2 x log2 x

Esercizio 6. Quale delle seguenti affermazioni è corretta: a gli anagrammi di abaco sono
di più degli anagrammi di zaini; b gli anagrammi di abaco sono di meno degli anagrammi di
zaini; c gli anagrammi di zaini sono di più degli anagrammi di zazzera; z gli anagrammi
di zaini sono tanti quanti gli anagrammi di abaco.


Esercizio 7. lim inf (−1)n + sin a non esiste; b è −∞; c è −2; z è −1 −
n→∞ 8

sin .
8
c Federico M.G. Vegni
27

Esercizio 8. Quale delle seguenti scritture è vera a per x → 0, x = o(sin x); b per
3
x → 0, sin x = o(x); c per x → +∞, x = o(log x); z per x → 1, x − 1 ∼ log x.

Esercizio 9. L’equazione |z − i| = |z + 1| ha a una sola soluzione in C; b infinite


soluzioni in C ma nessuna in R; z una sola soluzione in R; d nessuna soluzione in C.

Esercizio 10. Disegnare correttamente, e scegliendo una scala opportuna, il grafico di una
delle seguenti funzioni, segnando la lettera corrispondente alla scelta effettuata a f (x) =

x − x5 ; b f (x) = |x|Sign(x); c f (x) = |x|; d f (x) = − 1 − 2x2 .
p

Parte B

Esercizio 1. Sia data la seguente applicazione lineare


f: R3 −→ R3
   
x 2y + (k + 1)z
 y  7→  kx − y + 4z  .
z (4 − k)y + 2z

(a) Per quali valori di k l’applicazione è biunivoca?


(b) Dare la definizione di nucleo e la definizione di immagine dell’applicazione f .
(c) Nel caso k = 0 e nel caso k = 1, determinare la dimensione e una base del nucleo e
dell’immagine di f .

Soluzione.
(a) Risulta det A = k(3k−k2 ). L’applicazione è biunivoca quando la matrice che la descrive
può essere invertita, quindi per k 6= 0, 3.
(b) Data l’applicazione lineare f : V −→ W tra gli spazi vettoriali V e W , diciamo nucleo
di f , o ker(f ) l’insieme dei vettori v ∈ V tali che f (v) = 0 ∈ W ; diciamo immagine di
f , o Im(f ), l’insieme dei vettori w ∈ W tali che esiste v ∈ V e f (v) = w.
(c) Il caso k = 1 è uno dei casi per i quali l’applicazione f è biunivoca; ne segue che
l’immagine è tutto R3 e il nucleo si riduce al solo elemento nullo (f è sia iniettiva sia
suriettiva).
Se invece k = 0, l’applicazione diventa
f: R3 −→ R3
   
x 2y + z
 y  7→  −y + 4z 
z 4y + 2z
appare subito che l’immagine è il sottoinsieme di R3 dei vettori in cui l’ultima compo-
nente è doppio della prima; tale sottospazio ha dimensione 2 ed una sua base è data dai
28 c Federico M.G. Vegni

   
1 0
vettori w1 =  0  e w2 =  1 . Il nucleo è costituito dai vettori di R3 che risolvono
2 0
il sistema 
 2y + z = 0
−y + 4z = 0
4y + 2z = 0

il rango della matrice dei coefficienti è 2, quindi il sistema ha ∞1 soluzioni. Il nucleo


ha dimensione 1 e si ricava
 facilmente risolvendo il sistema che una base del nucleo è
1
data dal vettore  0 .
0

Esercizio 2. Studiare la funzione f : R −→ R definita da


x−1
f (x) =
x| log x|
senza calcolare la derivata seconda. Nel risolvere l’esercizio, attenersi alla traccia che segue.
(a) Determinare il dominio di f e il sottoinsieme del dominio che ha immagine positiva
(non nulla).
(b) Esistono asintoti?
(c) Esistono punti di discontinuità?
(d) Studiare il segno della derivata prima, se necessario ricorrendo ad uno studio grafico.
(e) Disegnare il grafico della funzione y = f (x), supponendo il minor numero di cambi di
concavità compatibile con i risultati trovati fin qui.
(f) Studiare i limiti della derivata prima nell’intorno dei punti di discontinuità.

Soluzione.
(a) Il dominio è dato dall’insieme A = (0, 1) ∪ (1, +∞). Se x ∈ A, il segno del rapporto
che definisce la funzione da studiare dipende solo dal termine x − 1, per cui
f >0 se x>1
f <0 se 0 < x < 1.
(b) Per capire se la retta x = 0 è asintoto verticale, studio lim f (x):
x→0+
x−1 1
per x → 0+ ∼ → −∞
−x log(x) x log x
ricordando il limite notevole x log x → 0− . Deduciamo che x = 0 effettivamente è
asintoto verticale.
Per capire se la retta x = 1 è asintoto verticale, studio lim f (x) e lim f (x):
x→1− x→1+
x−1 1−x 1−x
per x → 1− ∼ ∼ = −1
−x log(x) log x x−1
sfruttando lo sviluppo di Taylor del logaritmo nell’intorno del suo zero. Analogamente,
x−1 x−1 x−1
per x → 1+ ∼ ∼ = 1.
x log(x) log x x−1
c Federico M.G. Vegni
29

−1

−2
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5

3
y=|log(x)|
2.5 y=|x−1|
2

1.5

0.5

−0.5
0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5

x−1
Figura 6. In alto, grafico della funzione y = ; in basso, studio grafico
x| log x|
della sua derivata prima.

Rispondendo direttamente al quesito (c)concludiamo che il punto x = 1 è un punto di


salto, ovvero un punto di disontinuità di prima specie.
Per capire se esistono asimtoti per x → +∞, studio lim f (x):
x→+∞
x−1 x 1
per x → +∞ ∼ = → 0+ .
x log x x log x log x
L’asse x è asintoto orizzontale.
(d) Risulta
| log x| + Sign(log x) − x Sign(log x)
y′ =
x2 log2 x
da cui ricavo che y ′ ≥ 0 se
| log x| ≥ x Sign(log x) − Sign(log x) = (x − 1) Sign(x − 1) = |x − 1|.
Osservando il grafico in basso in Figura 6, ricavo che | log(x)| è più grande di |x− 1| per
0 < x < 1, da cui deduciamo che la funzione f è crescente per 0 < x < 1, e decrescente
per x > 1.
x−1
(e) Il grafico della funzione y = è rappresentato in alto nella Figura 6.
x| log x|
(f) Utilizzando lo sviluppo di Taylor arrestato al secondo ordine della funzione logaritmo
(x − 1)2
per x → 1 log x = (x − 1) − + o((x − 1)2 )
2!
risulta
− log x + x − 1 − log x + x − 1 1/2(x − 1)2 + o((x − 1)2 ) 1
per x → 1− 2 ∼ 2 ∼ 2
=
x2 log x log x (x − 1) 2
30 c Federico M.G. Vegni

log x + 1 − x log x + 1 − x −1/2(x − 1)2 + o((x − 1)2 ) 1


per x → 1+ 2 2 ∼ 2 ∼ 2
=− .
x log x log x (x − 1) 2

Esercizio 3. Nel seguito descriviamo la superficie terrestre con il piano z = 0. Un aeroplano


deve decollare dal punto (1, 2, 0) seguendo una rotta rettilinea che sia ortogonale ad entrambe
le direzioni u = (1, 2, −1) e v = (−1, −1, 0).
(a) Descrivere utilizzando il parametro t, al quale diamo il significato di tempo, la traiet-
toria dell’aereo.
Dopo 20 minuti di volo, la torre di controllo impone all’aereo di atterrare nell’areoporto che si
trova nel punto (−2, −3, 0).
(b) Quale è la rotta che l’aereo dovrà seguire?

Soluzione.
(a) Sia w = (a, b, c) la direzione incognita. Affinché sia ortogonale a u e v deve essere nullo
il loro prodotto scalare, ovverosia

a + 2b − c = 0
−a − b = 0
da cui ricaviamo w = (−1, 1, 1). L’aereo deve dunque percorrere la traiettoria rettilinea
descritta dalle equazioni 
 x=1−t
y =2+t
z = t.

(b) Supponendo di misurare t in minuti, dopo 20 minuti di volo l’aereo occuperà la posizione
(−19, 22, 20). Rientrando in linea retta all’aeroporto indicato dalla torre di controllo,
l’aereo deve allora seguire la direzione (19 − 2, −22 − 3, −20) e dunque orientarsi sulla
rotta 
 x = −19 + 17t
y = 22 − 25t
z = 20 − 20t.

Esercizio 4. Risolvere nel piano di Gauss l’equazione (z 3 − 1)(z 4 + i) = 0.

Soluzione. Il prodotto si annulla quando si annulla uno dei fattori. Risolviamo dunque per
prima l’equazione z 4 = −i, che equivale a torvare le quattro radici complesse di
−i = cos(−π/2) + i sin(−π/2).
scrivendo in forma trigonometrica l’incognita z = ρ(cos θ + i sin θ), riscriviamo l’equazione
ρ4 (cos 4θ + i sin 4θ) = cos(−π/2) + i sin(−π/2)
ed affinché sia verificata l’uguaglianza, ricordando la periodicità delle funzioni trigonometriche,
deve essere ( 4
ρ =1
π
4θ = − + 2kπ
2
con k ∈ Z. Si trovano quattro valori distinti di θ, pari a θ1 = π/8, θ2 = π/8 + π/2, θ3 = π/8 + π,
θ4 = π/8 + 3π/2.
c Federico M.G. Vegni
31

Per risolvere l’equazione z 3 = 1, sostituiamo w = z e risolviamo w3 = 1. In modo analogo a


quanto fatto sopra, si trova che le coordinate trigonometriche delle tre soluzioni w = ρ(cos θ +
i sin θ) sono ρ = 1, θ1 = 0, θ2 = 2π/3, θ3 = 4π/3. Lasciamo allo studente la rappresentazione di
C delle soluzioni.

Esercizio 5.
(a) Definizione di continuità in un punto ed in un intervallo.
(b) Definizione di autovalore e di autovettore di una matrice quadrata A.
(c) Definizione di punto interno ad un insieme A di Rn ; definizione di insieme aperto in
Rn .
32 c Federico M.G. Vegni

7 settembre 2004

EAMAG 7 settembre 2004

Nome Cognome Firma

Sezione AES Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

x3 x3
Esercizio 1. Per x → 0 a sin x = x − ; b sin x = x − + o(x6 ); z sin x =
3! 3!
x3
x− + o(x3 ); d sin x = x.
3!
 
1 0 0
Esercizio 2. Sia data la matrice A =  0 k 0  dipendente dal parametro k ∈ R. a
0 0 1
A non è mai diagonalizzalizzabile; b A è diagonalizzabile se k 6= 0; c A è diagonalizzabile
se k 6= 1; z det A = k.

 
2x + y
 
x
Esercizio 3. L’applicazione 7→  3x − y  che trasforma R2 in R3 è z iniettiva;
y
x−y
b suriettiva; c iniettiva e suriettiva; d né iniettiva né suriettiva.

x
Esercizio 4. lim log |x| = z 0+ ; b 0− ; c +∞; d −∞.
x→0− x2 +3

Esercizio 5. z Gli anagrammi di Madrid sono tanti quanti gli anagrammi di Parigi; b
gli anagrammi di Madrid sono meno degli anagrammi di Parigi; c gli anagrammi di Madrid
sono più degli anagrammi di Parigi.

Esercizio 6. L’iperpiano appartenente allo spazio R4 descritto dalle coordinate (x, y, z, t)


e passante per l’origine con retta direttrice avente la direzione v = (0, 0, 1, 0) ha equazione a
x = 0; b y = 0; c z = 0; d x + y + t = 0.

Esercizio 7. L’area della regione di piano delimitata dalle linee y = x − 1 e y = log x e dalle
3 3 1 3
rette x = 1 e x = 2 misura a − 2 log 3; z − 2 log 2; c − 2 log 2; d − log 2.
2 2 2 2
c Federico M.G. Vegni
33

  
1 2
Esercizio 8. I vettori v1 = e v2 = sono a linearmente dipendenti per ogni
1 k
valore di k; b linearmente dipendenti per ogni valore di k; c linearmente dipendenti se
k 6= 2; z linearmente indipendenti se k 6= 2.

Esercizio 9. Disegnare in un opportuno √


sistema di riferimento una delle seguenti curve,
segnando quella che è stata scelta a y = − 1 − x2 ; b y 2 − x2 = 0 c x2 + y 2 = 0 d
y = x − x5 .

Esercizio 10. Nel piano C i punti equidistanti dalle radici dell’equazione z 3 = 1 sono a
infiniti; b nessuno; z uno soltanto; d due.

Parte B

Esercizio 1. Discutere, al variare del parametro k ∈ R, le soluzioni del sistema



 2x + y − kz = 3
x−y =k
x + y = 2.

Soluzione. Il sistema in oggetto è governato dalla matrice A e dal vettore dei termini noti
b dove    
2 1 −k 3
A = 1 −1
 0  b = k .

1 1 0 2
Se det A 6= 0, la matrice dei coefficienti è invertibile e la soluzione del sistema è unica e cor-
risponde a A−1 b. Quindi se k 6= 0, la soluzione, trovata utilizzando il metodo di Cramer

 
3 1 −k
 k −1 0 
det A1 2 1 0 k+2
x = = =
det A −2k 2
 
2 3 −k
 1 k 0 
det A2 1 2 0 2−k
y = = =
det A −2k 2
 
2 1 3
 1 −1 k 
det A3 1 1 2 1
z = = = .
det A −2k 2
Se invece k = 0 occorre risolvere il sistema

 2x + y = 3
x−y =0
x + y = 2.

34 c Federico M.G. Vegni

La matrice dei coefficienti A ha quindi rango pari a 2. Si verifica facilmente che è 2 anche il rango
della matrice orlata. Il sistema è dunque possibile, e le soluzioni dipendono da un parametro
(secondo il teorema di Rouché Capelli). Essendo le ultime due righe del sistema linearmente
indipendenti, questo è equivalente a 
x−y =0
x + y = 2.
e per sostituzione si ricava facilissimamente che la soluzione è

 x=1
y=1
z = t.

dove t è un parametro reale. La soluzione rappresenta una retta di R3 non passante per l’origine.

Esercizio 2. Sia data la funzione y = f (x) cosı̀ definita


y = |x2 − x|ex−1 .
(a) Disegnare, rispettivamente, i grafici delle funzioni y = |x2 − x| e y = ex−1 . Dedurre il
dominio di f .
(b) Osservazioni qualitative.
(i) Determinare in quale sottoinsieme del dominio f risulta continua.
(ii) Determinare in quale sottoinsieme del dominio f risulta derivabile.
(iii) Determinare in quali intervalli chiusi e limitati f risulta integrabile.
(c) Studiare i limiti di f agli estremi del dominio. Esistono asintoti?
(d) Studiare l’andamento asintotico di f nell’intorno degli zeri.
(e) È possibile prevedere l’esistenza di massimi e minimi? In quali intervalli?
(f) Studiare il segno della derivata prima e confermare le ipotesi fatte al passo precedente.

Soluzione.
(a) I grafici delle funzioni y = |x2 − x| e y = ex−1 sono rappresentati in Figura 7 e sono
grafici di funzioni elementari definite su tutta la retta reale. Anche il loro prodotto è
definito su R..
(b) La funzione f risulterà continua su tutto R, ma non derivabile nei punti x = 0, 1, che
sono angolosi per la funzione y = |x2 −x|. La funzione f , essendo continua, è integrabile
su ogni insieme chiuso e limitato di R.
(c) lim = |x2 − x|ex−1 = 0+
x→−∞
lim = |x2 − x|ex−1 = +∞
x→+∞
Deduciamo inoltre che l’asse x è asintoto orizzontale in −∞ e che non esistono asintoto
per x → +∞.
(d) La funzione f si annulla dove si annulla la funzione y = |x2 − x|. Per x ∼ 0 ricaviamo
che f ∼ |x|; invece per x ∼ 1, f ∼ |x − 1|.
(e) Siccome la funzione f è sempre positiva e si annulla nei punti 0, 1, sapendo che deve
essere continua, ricaviamo che deve esistere un massimo relativo nell’intervallo (−∞, 0)
ed uno nell’intervallo (0, 1).
(f) Risulta f ′ = sign (x2 − x)(x2 + x−1
√ x − 1)e , da cui confermiamo che la funzione ha due
−1 ± 5
massimi relativi in x = . Il grafico della funzione è rappresentato in Figura 7.
2
c Federico M.G. Vegni
35

3.5
2
3 y=|x −x|
y=exp(x−1)
2.5
2
1.5
1
0.5
0
−0.5
−3 −2 −1 0 1 2 3 4

3.5
3 y=|x2−x|exp(x−1)

2.5
2
1.5
1
0.5
0
−0.5
−3 −2 −1 0 1 2 3 4

Figura 7

Esercizio 3. Si considera la parte della sfera x2 + y 2 + z 2 = 1 contenuta nel primo ottante


(vedi Figura 8). Trovare l’equazione del piano tangente alla sfera nel punto in cui incontra la
bisettrice del primo ottante ovvero la retta che unisce l’origine con lo spigolo opposto nel cubo
in Figura 8).

Soluzione. La retta che unisce l’origine con il punto (1, 1, 1) ha equazione parametrica

 x=t
y=t
z=t

1
ed interseca la sfera nei punti t = ± √ . Di questi, solo quello con segno positivo è contenuto
3 √ √
nel primo
√ ottante. Il piano tangente richiesto ha quindi equazione (x − 1/ 3) + (y − 1/ 3) +
(z − 1/ 3) = 0.

Esercizio 4. Discutere, al variare del parametro α ∈ R il risultato del limite seguente:


sin2 x − αx2
lim .
x→0 cos x2 − 1

Soluzione. Risulta
sin2 x − αx2 (1 − α)x2 − 1/3x4

cos x2 − 1 −x4 /2
quindi se 1 − α 6= 0 il limite tende ad infinito con il segno di α − 1; se viceversa α = 1, il limite
tende a 2/3.
36 c Federico M.G. Vegni

0.9

0.8

0.7

0.6

0.5

0.4

0.3

0.2

0.1

0
0

0.5
1
0.8
0.6
0.4
1 0.2
0

Figura 8

Esercizio 5. È data l’equazione nel piano complesso


z 5 + 27z 2 = 0.
(a) È possibile prevedere il numero delle sue soluzioni? Perchè?
(b) Trovare analiticamente le soluzioni dell’equazione e disegnarle nel piano di Gauss.
(c) Trovare la distanza tra i punti del piano complesso che rappresentano le soluzioni
dell’equazione.

Soluzione.
(a) L’equazione è algebrica. Per il Teorema Fondamentale dell’Algebra, ha soluzioni pari
al suo grado, in questo caso, le soluzioni sono 5, purchè ciascuna sia contata con la
dovuta molteplicità.
(b) L’equazione ha banalmente due volte la soluzione nulla, e le soluzioni dell’equazione
z 3 + 27 = 0. Risolviamo z 3 = −27 = 33 (cos π + i sin π). Con le formule di De Moivre
le soluzioni sono z1 = 3(cos π/3 + i sin π/3), z2 = 3(cos π + i sin π), z1 = 3(cos π/3 −
i sin π/3). Lasciamo allo studente la rappresentazioni nel piano di Gauss.
(c) I punti che rappresentano le soluzioni si trovano ai vertici di un triangolo equilatero
(le tre radici cubiche di −27) e nel suo baricentro (l’origine, soluzione doppia). La
distanza tra l’origine ed uno dei vertici del triangolo è 3, dome si deduce chiaramente
dalla forma trigonometrica di una delle tre soluzioni. Inoltre osservando ad esempio il
valore della componente verticale della soluzione z1 = 3(cos π/3 + i sin π/3), deduciamo
che il triangolo equilatero ha lato che misura 2 sin π/3.
c Federico M.G. Vegni
37

17 novembre 2004

EAMAG 17 novembre 2004

Nome Cognome Firma

Sezione INF Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

3 − 2i
Esercizio 1. Siano A = {z ∈ C : > 3} e B = {z ∈ C : Re(z)Im(z) ≥ 0}. Allora,
z
secondo la topologia di R2 , A ∩ B è: a illimitato, b finito, c aperto, z né chiuso né
aperto.
 
√ 8 2 4 8
Esercizio 2. Nello sviluppo di (3 y + x) , il coefficiente del termine y x è a 33 ,
3
     
8 8 8
z 34 , c 35 , d 36 .
4 5 6

Esercizio 3. Quante sono le schedine del totocalcio (con 14 partite) che contengono esat-
14! 14! 14!
tamente 3 pareggi e 2 vittorie per la squadra di casa? a , z , c , d
4! 8! 2 9! 12 10! 4
14!
.
11! 2
Esercizio 4. lim f (x) = l significa a ∀ ǫ > 0, ∃ K > 0 tale che ∀ x > K allora
x→+∞
vale |f (x)| < l + ǫ, b ∃ K > 0, ∀ǫ > 0 tale che ∀ x > K allora vale |f (x) − l| < ǫ, c
∀ K > 0, ∃ ǫ > 0 tale che ∀ x > K allora vale |f (x) − l| < ǫ, z ∀ K > 0, ∃ ǫ > 0 tale che
∀ x > ǫ allora vale |f (x) − l| < K.

Esercizio 5. La Figura 9 rappresenta il grafico di a y = |x2 + 3x + 2|, b y = |x2 − 1|,


c y = x2 − 3|x|, d y = |x2 − 3x + 2|.
 2x
3
Esercizio 6. lim 1+ = a e3 , b e2 z e6 , d e.
x→+∞ x

Esercizio 7. L’applicazione
f : N \ {0} −→ N \ {0}

n 7→ n − 2 cos
2
a non è iniettiva né suriettiva, b è iniettiva ma non suriettiva, c è suriettiva ma non
iniettiva, z è suriettiva ed iniettiva.
38 c Federico M.G. Vegni

10 2
y=x −3|x|
y=|x2+3x+2|
2
y=|x −3x+2|
8 2
y=|x −1|

−2

−4
−6 −4 −2 0 2 4 6

Figura 9

Esercizio 8. In una famiglia, 4 fratelli hanno, in tutto, 9 figli. Sia X l’insieme di tali cugini.
Dico che due cugini x ed y hanno la proprietà ∼, e scrivo x ∼ y, se hanno gli stessi genitori.
La proprietà appena introdotta sull’insieme X z è una relazione di equivalenza, b è una
relazione d’ordine, c è una relazione d’ordine ed anche una relazione di equivalenza, d non
è una relazione.

Esercizio 9. Sia A = an = sin nπ + n1 ∈ R, n ∈ N \ {0} . Solo una delle seguenti affer-


 

mazioni è vera. Quale? a A è chiuso, b l’insieme ω-limite della successione an è aperto,


z inf n∈N A = − sin 1, d an ha segno costante.

314
Esercizio 10. (eiπ/2 ) = a 1, b i, z −1, d −i.

Parte B

Esercizio 1.

(a) Determinare per quali valori del parametro α ∈ R esiste (finito o infinito) il limite
x2 + 1
 
1 1
lim α + sin arctan .
x→0+ x x x

(b) Calcolare il limite in corrispondenza di quei valori del parametro per i quali esiste.
c Federico M.G. Vegni
39

Soluzione. Possiamo innanzitutto osservare che


1
• lim = +∞
x→0 x 
+

1
• ∄ lim α + sin per qualunque valore di α ∈ R
x→0+ x
x2 + 1 π
• lim arctan =
x→0 + x 2
Il fattore che pregiudica l’esistenza del limite è (α + sin 1/x), che è una funzione oscillante
che assume tutti i valori compresi tra i valori α − 1 ed α + 1 (si tratta dunque di una funzione
limitata). Per inciso, osserviamo che essendo x → 0+ , l’argomento della funzione seno non
tende a 0 (bensı̀ ad infinito) ed è perciò un errore grave dire che sin 1/x ∼ 1/x.
Affinché esista il limite del prodotto di questi fattori occorre dare ad α dei valori tali da
rendere costante il segno della funzione (α + sin 1/x). Quindi
• o abbiamo α > 1, da cui risulta (α + sin 1/x) > 0 per ogni valore di x e

x2 + 1
 
1 1
lim α + sin arctan = +∞,
x→0+ x x x

• o abbiamo α < −1, da cui risulta (α + sin 1/x) < 0 per ogni valore di x e

x2 + 1
 
1 1
lim α + sin arctan = −∞.
x→0+ x x x

Esercizio 2.

(a) Determinare l’insieme A ⊂ C delle soluzioni dell’equazione z 5 = λz, fissando il para-


metro λR in modo che ci sia almeno una soluzione con modulo 2.

(b) Disegnare A nel piano di Gauss.

(c) Risolvere l’equazione w2 − w(1 + i) + i = 0.

(d) Disegnare nel piano di Gauss l’insieme B ⊂ C dei numeri complessi che risolvono il
sistema
 2
w − w(1 + i) + i = 0
|w + 3| < |w + 3i|.

(e) Definire sup ed inf di un insieme di R.

(f) Calcolare
sup |z − w| e inf |w − z|.
z∈A,w∈B z∈A,w∈B
40 c Federico M.G. Vegni

4
z
w

−1

−2

−3

−4
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4

Figura 10

Soluzione.

(a) Risolviamo l’equazione z 5 = λz utilizzando la forma trigonomerica dei numeri com-


plessi. Sarà z = ρ(cos θ + i sin θ) e, per definizione z = ρ(cos θ − i sin θ). Siccome
il seno è una funzione dispari ed il coseno una funzione pari, possiamo anche scrive-
re z = ρ(cos(−θ) + i sin(−θ)). Utilizzando le formule di De Moivre, l’equazione che
intendiamo risolvere è allora
ρ5 (cos 5θ + i sin 5θ) = λρ(cos(−θ) + i sin(−θ)).
Perché l’uguaglianza sia verificata, occorre che
 5
ρ = λρ
5θ = −θ + 2kπ k ∈ Z
dalla prima ricaviamo ρ = 0 e ρ4 = λ. Perchèla soluzione abbia modulo 2 occorre dare
al λ il valore 32. Dalla seconda ricaviamo 6θ = 2kπ, da cui i valori ammissibili per
l’angolo θ sono i multipli di π/3.
(b) Le soluzioni sono rappresentate con MatLab in Figura 10.
(c) Utilizzando la notissima formula
p √
1 + i + (1 + i)2 − 4i 1 + i + −2i
w1,2 = = .
2 2
Occorre estrarre la la radice quadrata di −2i, ossia risolvere l’equazione y 2 = −2i dove
y è l’incognita complessa. È noto che per l’estrazione di radice n-esima è opportuno
utilizzare la forma trigonometrica dei numeri complessi. Scriviamo perciò y = ρ(cos θ +
i sin θ) e −2i = 2(cos 3π/2 + i sin 3π/2); con le formule di De Moivre ricaviamo
ρ2 (cos 2θ + i sin 2θ) = 2(cos 3π/2 + i sin 3π/2)
c Federico M.G. Vegni
41

da cui √
θ= 2, θ1 = 3π/4, θ2 = −π/4.
In definitiva

2(cos(3π/4) + i sin(3π/4)) = −1 + i
√ ր
−2i =
ց √
2(cos(3π/4) + i sin(3π/4)) = 1 − i.
Le soluzioni dell’equazione in w sono pertanto
1+i−1+i
=i
2
ր
w1,2 =
ց
1+i+1−i
= 1.
2
(d) Le soluzioni dell’equazione sono note dal punto precedente. La risoluzione della dise-
quazione richiede di calcolare i punti del piano complesso che hanno distanza da −3
inferiore alla distanza dal punto −3i. Si riconosce facilmente che si tratta dei punti che
si trovano sopra la bisettrice del primo e terzo quadrante. L’unico valore complesso che
risolve il sistema è perciò i.
(f) Risulta innanzitutto |z − w| = |w − z|. Calcolare le distanze tra i punti dell’insieme A e
l’unico punto dell’insieme B significa valutare le lunghezze dei segmenti rappresentati
in Figura 10. Ne ricaviamo immediatamente che
√ √
q
sup |z − w| = |i − (1 − i 3)| = 5 + 2 3 e inf |w − z| = 1.
z∈A,w∈B z∈A,w∈B

Esercizio 3. Sia data la funzione


f : R −→ R
x 7→ |||x + 1| − 2| − 3| .

(a) Quale è il dominio di f ?


(b) Disegnare il grafico di f . Quali valori di x risolvono la disuguaglianza f (x) > 0? Quali
valori di x risolvono la disuguaglianza f (x) ≥ 2?
(c) Dedurre dal grafico di f il dominio ed il grafico della funzione g, cosı̀ definita:
1
y=
|||x + 1| − 2| − 3|
studiando in particolare i limiti per x che tende a quei valori che non appartengono al
dominio.
(d) Dedurre qualitativamente dal grafico di f il dominio D ed il grafico di h, cosı̀ definita:
y = log |||x + 1| − 2| − 3| .

(e) Determinare l’insieme A = {x ∈ D tali che h(x) = 0}.


(f) Determinare a quale retta è asintotica la funzione h per x → −1+ , e per x → −1− e
dimostrare l’affermazione utilizzando i limiti notevoli.
42 c Federico M.G. Vegni

5
y=|||x+1|−2|−3|
y=1/|||x+1|−2|−3|
y=log|||x+1|−2|−3|

−1

−2
−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8

Figura 11

Soluzione.

(a) La funzione f è una spezzata rettilinea; il suo dominio è R.


(b) È semplice disegnare il grafico di f attraverso traslazioni e ribaltamenti a partire da
quello di y = |x + 1|. La Figura 11 riporta il grafico richiesto La funzione f è sempre
positiva tranne che nei punti x = −6, +4; inoltre, f (x) ≥ 2 per x ∈ (−∞, −8) ∩
(−4, −2) ∩ (0, 2) ∩ (6, +∞).
(c) Il dominio di g coincide con l’insieme di punti che non annullano f ovvero R \ {−6, 4}.
Essendo g sempre positiva, se x → −6± possiamo dedurre che g → +∞ (e lo stesso vale
nell’intorno del punto 4). Le rette verticali x = −6 e x = 4 sono allora asintoti. Un
grafico probabile per g è rappresentato in Figura 11; si osservi che dove f vale 1 anche
g vale 1, e che dove f assume valori compresi tra 0 ed 1, g assume valori maggiori di 1.
(d) Il dominio di h coincide con quello di g. Dove f assume valori compresi tra 0 ed 1, h è
negativa. Un grafico probabile per h è riportato in Figura 11.
(e) L’insieme dei valori x per i quali h(x) = 0 coincide con l’insieme per cui f (x) = 1,
ovvero {−7, −5, −1, 3, 5}.
(f) Per x → −1+ la funzione h coincide definitivamente con la funzione y = log(x + 2).
Poniamo dunque t = x+1, da cui t → 0+ . Dai limiti notevoli, sappiamo che log(1+t) ∼
t per t → 0, quindi log(2 + x) ∼ x + 1 per x → 1+ .
Per x → −1− , la funzione h coincide definitivamente con la funzione y = log(−x).
Con ragionamenti analoghi, si prova che y = log(−x) ∼ −x − 1.


Esercizio 4. Dimostrare che 3 non può essere razionale.
c Federico M.G. Vegni
43

Soluzione. Procediamo per assurdo supponendo che esistano p, q ∈ Z tali che


p √
= 3
q
e possiamo certamente scegliere p e q primi tra loro. Dunque p e q non possono contenere
entrambi il fattore 3. Risulta
p2 = 3q 2 .
L’ultima uguaglianza è assurda: infatti, il fattore 3 a sinistra del simbolo di uguale compare
con esponente pari (se compare), mentre a destra del simbolo di uguale compare con esponente
dispari.
44 c Federico M.G. Vegni

2 febbraio 2005

EAMAG 2 febbraio 2005

Nome Cognome Firma

Sezione INF Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

Esercizio 1. Sia n = 2005. Allora, (1 + 1/n)n è z razionale b maggiore di π c


intero d minore di e

Esercizio 2. Sia f una funzione continua su R tale che f = o(x2 ) per x → 0. Allora z
f ′ (0) = 0 b f ′′ (0) > 0 c f ′′ (0) < 0 d f ′ (0) non necessariamente esiste

Esercizio 3. L’area sottesa dalla curva y = sin2 x nell’intervallo [0, π] è a π z π/2


c π/4 d π/3

Esercizio 4. lim f (x) = l significa a ∀ ǫ > 0, ∃ K > 0 tale che ∀ x > K allora vale
x→+∞
|f (x)| < l+ǫ b ∃ K > 0, ∀ǫ > 0 tale che ∀ x > K allora vale |f (x)−l| < ǫ c ∀ K > 0, ∃ ǫ > 0
tale che ∀ x > K allora vale |f (x) − l| < ǫ z ∀ K > 0, ∃ ǫ > 0 tale che ∀ x > ǫ allora vale
|f (x) − l| < K

Esercizio 5. Rappresentare il grafico locale nell’intorno dell’origine di una delle seguenti


funzioni, a scelta del candidato. a y = (sinh x)3/5 b y = | sin x|5/4 c y = | arctan x|3/5
d y = (ex − 1)5/3

x2 −2 x2 −2 x2 + 2
Esercizio 6. La derivata della funzione y = 2 x è z y′ = 2 x loge 2 b
x2
x2 −2 x2 +2 x2 −2 x2+2 x2 −2 x2 +2
y′ = 2 x c y′ = 2 x log2 e d y′ = 2 x
x2 loge2 x2 x log2 e

Esercizio 7. La funzione y = sign(x) cos(x3 ) è a pari z dispari c derivabile su R


d continua su R

| log |x||
Esercizio 8. lim a 0+ b 0− z +∞ d −∞
x→−1+ (x + 1)2

Esercizio 9. Solo una delle seguenti affermazioni èvera. Quale? a per x → +∞,
2
x3/2 1/2 + x − x
= o(x ) b per x → 0 , e = x + o(x) z per x → 0 , e − 1 = o(x) d per
x → +∞, ex = o(x)
c Federico M.G. Vegni
45

Esercizio 10. Sia {an , n ∈ N} una successione di numeri reali monotona strettamente de-
crescente e limitata. Solo una delle seguenti affermazioni èvera. Quale? a sup an èpunto
di accumulazione b la successione non ha punti di accumulazione z inf an èpunto di
accumulazione d inf an non èpunto di accumulazione

Parte B

Esercizio 1. Studiare il grafico della funzione cosı̀ definita


( 1

f (x) = e x2 −1 −1 < x < 1


0 x ≤ −1 e x ≥ 1
seguendo lo schema proposto.
a. Si valuti la continuità di f in R.
b. Si studi la derivabilità di f nei punti di raccordo x = ±1 e scrivere l’equazione delle
tangenti, se esistono, al grafico di f nei punti x = ±1.
c. Studiare il segno della derivata prima di f nell’intervallo −1 < x < 1.
d. La derivata prima di f è una funzione continua su R?
e. Studiare il segno della derivata seconda di f nell’intervallo −1 < x < 1 ed i limiti per
x → −1+ e x → 1− .
f. Disegnare il grafico di f .

Soluzione.
a. f è continua nei punti dell’insieme R \ {±1}? Sı̀
lim f (x) = 0+
x→−1+
lim f (x) = 0+
x→1−
f è continua in R? Sı̀
b. Il limite del rapporto incrementale destro di f nel punto x = −1 è
1 1 1
e (−1+h)2 −1 − 0 e h2 −2h e −2h t
lim = lim = lim = lim t/2 = 0+ .
h→0 + h h→0 + h h→0 + h t→+∞ e

Il limite del rapporto incrementale sinistro di f nel punto x = 1 è


1 1 1
e (1−h)2 −1 − 0 e h2 −2h e −2h −t
lim = lim = lim = lim t/2 = 0− .
h→0 + −h h→0 + −h h→0 + −h t→+∞ e
La tangente al grafico di f nel punto x = 1 è y = 0.
La tangente al grafico di f nel punto x = −1 è l’asse x.
−2x 1
c. Per −1 < x < 1, f ′ (x) = 2 2
e x2 −1
(x − 1)
Il segno della derivata f ′ è positivo per −1 < x < 0 e negativo per 0 < x < 1; la derivata
prima si annulla in tutti gli altri punti del dominio della funzione.
Esistono punti di massimo e di minimo nell’intervallo [−1, 1]? Quali? I punti (±1, 0) sono
dei punti di minimo. Il punto (1, e−1 ) è massimo assoluto per la funzione.
d. La f ′ è una funzione continua su R? Sı̀
46 c Federico M.G. Vegni

2
y=e1/(x −1)
0.5

0.4

0.3

0.2
asse y

0.1

−0.1

−0.2
−2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2
asse x

1
Figura 12. La gaussiana y = e x2 −1 con −1 < x < 1.

1
8x2 4x2 2(3x4 − 1) e x2 −1
 
2 1
e. Per −1 < x < 1, = f ′′ (x)− + e x 2 −1
=
(x2 − 1)3 (x2 − 1)2 (x2 − 1)4 (x2 − 1)4
Il segno della derivata f ′′ dipende dal segno del trinomio (3x4 − 1) ed, in particolare, è
1 1
negativo per − √ 4
<x< √ 4
.
3 3
1
Esistono punti di flesso nell’intervallo [−1, 1]? Quali? I punti di ascissa x = ±1, ± √ 4
3
sono punti di flesso.
f. Il grafico di f è rappresentato in Figura 12.

Esercizio 2. Calcolare il valore dell’area A sottesa dalla funzione


y = sin(log(x) + | log(x)|)
1
con ≤ x ≤ e.
2
1
Soluzione. La funzione per la quale è richiesto il calcolo dell’area è nulla per < x < 1.
2
1
Il valore dell’area è (e sin 2 − 2 e cos 2 + 2), trovato avendo impostato l’integrale l’integrale
5
Z e
sin(2 log x) dx.
1
x 2x
La primitiva di sin(2 log(x)) è sin(2 log x) − cos(2 log x).
5 5
Il metodo di integrazione utilizzato è quello di una doppia integrazione per parti che permette
di riottenere l’integrale di partenza.
c Federico M.G. Vegni
47

Esercizio 3. Sia
2 n
f (x) = x2 + 1 − ex +x .
a. Disegnare il grafico locale di f (x) nell’intorno dell’origine al variare del parametro n ∈
N \ {0}, che si ottiene valutando la parte principale dello sviluppo di f per x → 0.
b. Calcolare
f (x)
lim 3
x→0 x
al variare del parametro n ∈ N, ed evidenziando i casi in cui il limite destro non coincide con il
limite sinistro.

Soluzione.
a. Sia n = 1.
Lo sviluppo di f per x → 0 arrestato al primo ordine è
f (x) = x2 + 1 − (1 + x + x2 + o(x)) ∼ −x.

Sia n = 2.
Lo sviluppo di f per x → 0 arrestato al secondo ordine è
f (x) = x2 + 1 − (1 + 2x2 + o(x2 )) ∼ −x2 .

Sia n = 3.
Lo sviluppo di f per x → 0 arrestato al quarto ordine è
1 1
f (x) = x2 + 1 − (1 + x3 + x2 + (x2 + x3 )2 + o(x4 )) = −x3 − x4 + o(x4 ) ∼ −x3 .
2 2
Sia n = 4.
Lo sviluppo di f per x → 0 arrestato al quarto ordine è
1 1 3
f (x) = x2 + 1 − (1 + x2 + x4 + (x2 + x4 )2 + o(x4 )) = −x4 − x4 + o(x4 ) ∼ − x4 .
2 2 2
Sia n > 4.
Lo sviluppo di f per x → 0 arrestato al quarto ordine è
1 1 1
f (x) = x2 + 1 − (1 + x2 + xn + (x2 + xn )2 + o(x4 )) = − x4 − xn − xn+2 + o(x4 ) ∼ − x4 .
2 2 2
I grafici sono in Figura 13.

b. Dagli sviluppi asintotici trovati al punto a, si deducono i limiti seguenti.


f (x) f (x)
Sia n = 1. lim 3
= −∞ lim = −∞
x→0− x x→0+ x3
f (x) f (x)
Sia n = 2. lim 3
= +∞ lim = −∞
x→0 − x x→0 + x3
f (x) f (x)
Sia n = 3. lim = −1 lim = −1
x→0− x3 x→0+ x3
f (x) f (x)
Sia n ≥ 4. lim 3
= 0+ lim = 0−
x→0− x x→0+ x3

Esercizio 4. Dopo aver ricordato la definizione di derivata, dimostrare, in base a tale


1
definizione, che la derivata della funzione y = log x è la funzione y = .
x
48 c Federico M.G. Vegni

n=1 n=2
1 1

0.5 0.5

0 0

−0.5 −0.5

−1 −1
−1 −0.5 0 0.5 1 −1 −0.5 0 0.5 1

n=3 n>=4
1 1

0.5 0.5

0 0

−0.5 −0.5

−1 −1
−1 −0.5 0 0.5 1 −1 −0.5 0 0.5 1

2 +xn
Figura 13. Grafici locali della funzione y = 1 + x2 − ex al variare del
parametro n ∈ N \ {0}.

16 febbraio 2005

EAMAG 16 febbraio 2005

Nome Cognome Firma

Sezione INF Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

√ 7 2·5·7
Esercizio 1. Il coefficiente del termine a5 b7 dello sviluppo di 2 a b + 3ab è a
3
3·5·7
b irrazionale z intero d
2

x2
Esercizio 2. La funzione y = x− ha con la funzione y = log(1+ x) in x0 = 0 un contatto
2
a di ordine 1 z di ordine 2 c di ordine 3 d di ordine 0

Esercizio 3. L’area sottesa dalla curva y = cos2 x nell’intervallo [−3/2π, −π/2] è a π


z π/2 c π/4 d π/3
c Federico M.G. Vegni
49

Esercizio 4. lim f (x) = l significa a ∀ ǫ > 0, ∃ K > 0 tale che ∀ x < −K allora
x→−∞
vale |f (x)| < l + ǫ b ∃ K > 0, ∀ǫ > 0 tale che ∀ x < −K allora vale |f (x) − l| < ǫ c
∀ K > 0, ∃ ǫ > 0 tale che ∀ x < K allora vale |f (x) − l| < ǫ z ∀ K > 0, ∃ ǫ > 0 tale che
∀ x < −ǫ allora vale |f (x) − l| < K

Esercizio 5. Riconoscere il grafico locale nell’intorno dell’origine delle seguenti funzioni a


2
y = (sinh x)1/5 b y = | sin x3 |3 c y = | arctan x2 |1/3 d y = (ex − 1)3/2

Esercizio 6. Dati gli insiemi nel piano di Gauss A = {z ∈ C : Im(z) = Re(z) + 1} e


B = {z ∈ C : z 4 − 1 = 0}, l’insieme A ∩ B è a costituito da un solo punto b vuoto c
infinito z costituito solo da punti isolati

Esercizio 7. Per x → π/2, cos |x| ∼ a (x − π/2) z (π/2 − x) c (x + π/2) d


|x − π/2|

|(1 + x3 )1/2 − 1 − x5 |
Esercizio 8. lim a +6 b −6 c −3 z +3
x→0− sin x − x

Esercizio 9. Essendo w = 1 + 3i e z = ρ(cos θ + i sin θ), determinare quale tra le seguenti
affermazioni èfalsa. z arg(w · z) = θ + π/3 b una delle radici dell’equazione z 2 = w ha
argomento pari a π/6 c arg(z/w) = π/3 + θ d l’equazione w2 = z ha una sola soluzione

Esercizio 10. Solo una delle seguenti affermazioni èvera. Quale? a una successione che
assuma valutazioni alternativamente di segno opposto necessariamente èindeterminata b un
sottoinsieme della retta reale infinito e non limitato ha necessariamente un punto di accumula-
zione z l’inf di un insieme di R èpunto di accumulazione per quell’insieme d un insieme
aperto e non vuoto puònon avere punti di accumulazione

Parte B

Esercizio 1.
a. Enunciare il Teorema Fondamentale dell’Algebra, fornendo un esempio cui applicare il
teorema.
b. Trovare la forma esponenziale dell’unità immaginaria i.
c. Sia A l’insieme dei numeri complessi cosı̀ descritto: A = {z ∈ C : Rez = 12 Imz}.
Disegnare A nel piano di Gauss. Disegnare nel piano di Gauss l’insieme B = {w ∈ C : w =
iz, z ∈ A}.
d. Risolvere in C l’equazione: i225 z 3 = z.

Soluzione.
a. Teorema Fondamentale dell’Algebra: un’equazione polinomiale di grado n nel
campo complesso ammette esattamente n radici complesse, contate con la dovuta molteplicità.
Ovvero, essendo z ∈ C l’incognita, le soluzioni dell’equazione a0 z n + a1 z n−1 + a2 z n−2 + · · · +
an−1 z + an = 0, con ai ∈ C, ha n soluzioni. Per esemplificare, l’equazione z 2 = −1, che non ha
soluzioni nel campo reale, ha due soluzioni distinte (i e −i) nel campo complesso.
50 c Federico M.G. Vegni

b. Essendo per definizione eiθ = cos θ + i sin θ, risulta i = eiπ/2 .


c. Scrivendo il numero complesso z in coordinate cartesiane z = x + iy, grafici di A e di B
corrispondono rispettivamente alle rette y = 2x e y = −x/2. Infatti, moltiplicando per l’unità
π
immaginaria un insieme A di numeri complessi, di ottiene un insieme B che è ruotato di +
2
rispetto ad A.
d. Osserviamo innanzitutto che
i0 = 1
i1 = i
i2 = −1
i3 = −i
i4 = 1
i5 = i
e cosı̀ via, secondo i multipli di 4. Ne deduciamo che i225 = i224 · i = 1 · i = i.
Scrivendo z in forma trigonometrica, z = ρ(cos θ +i sin θ), e ricordando le formule per elevare
al cubo i numeri complessi, l’equazione diventa:
iρ3 (cos 3θ + i sin 3θ) = ρ(cos θ − i sin θ).
π π
Scriviamo i in forma trigonometrica i = cos + i sin e ricordiamo che nel prodotto di numeri
2 2
complessi in forma trigonometrica gli argomenti si sommano, perciò l’equazione diventa
  π  π 
ρ3 cos 3θ + + i sin 3θ + = ρ(cos θ − i sin θ);
2 2
infine, essendo il coseno una funzione pari ed il seno funzione dispari, possiamo scrivere:
  π  π 
ρ3 cos 3θ + + i sin 3θ + = ρ(cos(−θ) + i sin(−θ)).
2 2
L’equazione è dunque soddisfatta quando sono verificate le seguenti uguaglianze:
( 3
ρ =ρ
π
3θ + = −θ + 2kπ
2
con k ∈ Z. Dalla prima ricaviamo che ρ = 0 oppure ρ = 1; dalla seconda si deducono 4
π π
valori distinti per θ e precisamente θ = − + k . L’equazione assegnata ha perciò 5 soluzioni
8 2
complesse: ovvero, in forma trigonometrica,
z1 = 0
 π  π
z2 = cos − + i sin −
8 8
3π 3π
z3 = cos + i sin
8 8
7π 7π
z4 = cos + i sin
8 8
11π 11π
z5 = cos + i sin .
8 8

Esercizio 2. Data la funzione


1
(
x2 cos x 6= 0
f (x) = x
0 x=0
dimostrare che
c Federico M.G. Vegni
51

a. è continua in R \ {0},
b. è continua nell’origine,
c. derivabile nell’origine,
d. che la derivata prima è discontinua nell’origine.

Soluzione.
a. Nei punti diversi dall’origine la funzione f è prodotto di funzioni continue, dunque è
continua.

b. Osserviamo che f (0) = 0. Inoltre il limite per x → 0± di f (x) è nullo, in quanto f è


prodotto di una funzione infinitesima e di una funzione limitata. Poiché il limite della funzione
per x → 0± uguaglia la valutazione della funzione nell’origine, limx→0± f (x) = f (0), la funzione
è continua nell’origine.

c. Applichiamo la definizione di derivata in un punto:

f (0 + h) − f (0) h2 cos 1/h


lim = lim = lim h cos 1/h = 0
h→0 h h→0 h h→0

(tale valutazione, di nuovo, è zero in quanto prodotto di una funzione infinitesima per una
funzione limitata).
Ne ricaviamo che la funzione derivata della funzione f è la seguente:
1 1
(
2x cos + sin x 6= 0
f ′ (x) = x x
0 x=0

d. È immediato constatare che ∄ lim f ′ (x), infatti nei punti diversi dall’origine la funzione
x→0±
f ′ è somma di due funzioni: la prima ha limite zero, la seconda non ha limite. La funzione
derivata non è dunque continua nell’origine.

Esercizio 3. Risolvere il limite che segue:


2
cosh x − cos x + e−x − 1 − log(1 + x3 ) − e−1/x
lim .
x→0+ sin 3x − sinh 3x

Soluzione. Ricordiamo gli sviluppi delle funzioni elementari che servono nella risoluzione
di questo esercizio. Sviluppiamo tutto fino al terzo ordine che è la potenza più alta che compare
52 c Federico M.G. Vegni

nell’esercizio:
x2
cosh x = 1 + + o(x3 )
22
x
cos x = 1 − + o(x3 )
2
log(1 + t) = t + o(t) quindi log(1 + x3 ) = x3 + o(x3 )
t2 2 x4
et − 1 = t + + o(t2 ) quindi e−x − 1 = −x2 + + o(x4 ) = −x2 + o(x3 )
2 2
t3 9x3
sin t = t − + o(t3 ) quindi sin 3x = 3x − + o(x3 )
3! 2
t3 9x3
sinh t = t + + o(t3 ) quindi sinh 3x = 3x + + o(x3 ).
3! 2
Osserviamo, inoltre, che e−1/x = o(xp ) per x → 0+ , qualsiasi intero sia p: infatti
e−1/x p −t tp
lim = lim t e = lim = 0.
x→0+ xp t→+∞ t→+∞ et

Utilizziamo questo risultato con p = 3 per concludere che la funzione e−1/x è trascurabile rispetto
alla potenza cubica di x per x → 0+ .
Quindi, per x → 0+ :
2
cosh x − cos x + e−x − 1 − log(1 + x3 ) − e−1/x
lim
x→0+ sin 3x − sinh 3x
x2 x2
1+ −1+ − x2 − x3 + o(x3 )
= lim 2 2
x→0+ 9x3 9x3
3x − − 3x − + o(x3 )
2 2
−x3 + o(x3 ) 1
= lim 3 3 =
x→0 −9x + o(x )
+ 9

Esercizio 4. Studiare la funzione



f (x) = 5
x(ex−1 − 1)
tralasciando lo studio della derivata seconda, ma determinando, in particolare,
a. il dominio,
b. il segno,
c. i limiti agli estremi del dominio,
d. l’andamento asintotico nell’intorno degli zeri,
e. la derivata prima,
f. il segno della derivata prima,
g. un grafico probabile, che sia compatibile con le informazioni fin qui raccolte.

Soluzione.
a,b. La funzione f (x) è definita su R ed è positiva per x < 0 e x > 1. Si annulla in x = 0 ed
in x = 1.
c Federico M.G. Vegni
53

andamento asintotico vicino agli zeri


2

−1

−2
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2
x−1 x
risoluzione grafica della disequazione e −1>−5xe
2
h(x)
g(x)
1

−1
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2
1/5 x−1
Grafico della funzione y=x (e −1)
2

−1
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2

Figura 14. Grafici relativi allo studio di funzione richiesto nell’Esercizio 4

c.
lim f (x) = +∞ lim f (x) = +∞
x→−∞ x→+∞

e non ci sono asintoti.


 
1
d. Per x → 0, f (x) ∼ − 1 x1/5 . Si osservi che il coefficiente e−1 − 1 è negativo. Per
e
x → 1, f (x) ∼ x − 1 (utilizzando una sostituzione negli sviluppi delle funzioni elementari). Il
grafico locale nell’intorno degli zeri di f (x) è rappresentato in Figura 14
e. Derivando f (x) otteniamo

1 √ ex−1 − 1 + 5x ex−1
f ′ (x) = x−4/5 (ex−1 − 1) + 5 x ex−1 = .
5 5x4/5

f. La derivata prima è positiva, e quindi la funzione f (x) è crescente se

ex−1 − 1 + 5x ex−1 > 0 quindi se ex−1 − 1 > −5x ex−1 .

Risolviamo graficamente quest’ultima disuguaglianza disegnando le funzioni h(x) = ex−1 − 1 e


g(x) = −5x ex−1 . Il grafico qualitativo di tali funzioni è in Figura 14. Sia quindi α l’intersezione
tra le due curve (ovviamente risulta 0 < α < 1); la derivata f ′ (x) risulta allora positiva se x > 0.
Ne deduciamo che il punto x = α è un minio della funzione f (x).
g. Il grafico della funzione f (x) è rappresentato in Figura 14.
54 c Federico M.G. Vegni

Esercizio 5. Calcolare il seguente integrale


Z log3 6 x
9 + 3x
x −x
dx.
log3 2 3 + 3

Soluzione. L’integrale da calcolare può essere scritto nel modo seguente:


Z log3 6 x 2
(3 ) + 3x
x −x
dx.
log3 2 3 + 3
Utilizziamo la sostituzione 3x = t; tenendo presente la formula di cambiamento di base dei
logaritmi, ricaviamo le relazioni che seguono
loge t
3x = t x = log3 t =
loge 3
1 dt
e, differenziando, dx = .
t loge 3
Perciò,
Z log3 6 x 2 Z 6 2
(3 ) + 3x 1 t + t dt
x + 3−x
dx =
log3 2 3 log e 3 2 t + t−1 t
Z 6 2 Z 6 2
1 t +t 1 t +1−1+t
= 2
dt = dt
loge 3 2 t + 1 loge 3 2 t2 + 1
Z 6
1 6 2t dt
Z 6 
1 dt
Z
= dt + −
loge 3 2 2 2 t2 + 1 2
2 t +1
 6
1 1
= t + loge (t2 + 1) − arctan t
loge 3 2 2
 
1 1 37
= 4 + loge + arctan 2 − arctan 6 .
loge 3 2 5
c Federico M.G. Vegni
55

21 luglio 2005

Analisi Matematica I 21 luglio 2005

Nome Cognome Firma

Sezione INF Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A
(1 + i)2 e−iπ/4
Esercizio 1. La parte reale del numero complesso √ è z 1; b −1; c
√ √ 2
2
2 ; d 2.

Esercizio 2. Sia f una funzione continua su R tale che f = o(x2 ) per x → 0. Allora a
f (x) > 0 per ogni x 6= 0; b f ′′ (0) < 0; c f ′ (0) non necessariamente esiste; z f ′ (0) = 0.

Esercizio 3. L’area sottesa dalla curva y = cos2 x nell’intervallo [0, 2π] è z π; b π/2;
c 2π; d π/3.

Esercizio 4. lim f (x) = l significa a ∀ ǫ > 0, ∃ K > 0 tale che ∀ x > K allora
x→+∞
vale |f (x)| < l + ǫ; b ∃ K > 0, ∀ǫ > 0 tale che ∀ x > K allora vale |f (x) − l| < ǫ; c
∀ K > 0, ∃ ǫ > 0 tale che ∀ x > K allora vale |f (x) − l| < ǫ; z ∀ K > 0, ∃ ǫ > 0 tale che
∀ x > ǫ allora vale |f (x) − l| < K.

Esercizio 5. La Figura rappresenta il grafico nell’intorno dell’origine della funzione a


y = (x)1/5 b y = |x|9/4 c y = |x|3/7 d y = x7/3

π/9 √ √
1
Z
1 √1 .
Esercizio 6. 2 dx = a √
3 3
; b 3; c 3 3; z 3
0 cos (3x)

Esercizio 7. La funzione y = sign(x) cos(x3 ) è a pari; z dispari; c derivabile su R;


d continua su R.
n
n2 − n

Esercizio 8. lim a 0+ ; b 0− ; c e2 ; z e−2 .
n→+∞ n2 + n + 2

Esercizio 9. f = o(g) per x → 0 significa che z f = h g con h → 0 per x → 0; b


g = h f con h → 1 per x → 0; c f = h g con h → 1 per x → 0; d g = h f con h → 0 per
x → 0.
56 c Federico M.G. Vegni

|z − 2|
Esercizio 10. L’insieme dei punti (x, y) ∈ R2 descritto da {z = x + i y ∈ C : < 1}
|z|
a non ha punti di accumulazione; z è aperto; c è chiuso; d è limitato.

Parte B

Esercizio 1. Sia B l’insieme cosı̀ descritto:


B = {z ∈ C : z 4 = 4i}.

a. Rappresentare B nel piano di Gauss.


b. Rappresentare nel piano di Gauss l’insieme
A = {w ∈ C : w = eiπ4 z + i, z ∈ B}.
c. Determinare supw∈A |w|.

Soluzione.
a. Risolviamo l’equazione z 4 = 4i. Sia z = ρ(cos θ + i sin θ), allora l’equazione diventa
π π
ρ4 (cos 4θ + i sin 4θ) = 4(cos + i sin )
2 2
affinché l’uguaglianza sia verificata occorre che
( 4
ρ =4
π
4θ = + 2kπ
2
con k ∈ Z. Quindi

4

ρ= 4= 2
(
π kπ
θ= +
8 2
Le soluzioni sono rappresentate in blu nella Figura 15.
b. Siccome la moltiplicazione per e2π i equivale ad una rotazione di 2π in senso orario, l’in-
sieme {w ∈ C : w = eiπ4 z, z ∈ B} coincide con l’insieme {w ∈ C : w = z, z ∈ B}, che è
rappresentato in rosso in Figura 15. L’insieme A è rappresentato
√   in viola3πnella 
Figura 15.

c. Ricaviamo dalla Figura 15 che supw∈A |w| = | 2 cos 8 + i sin 8 + 1 |.

Esercizio 2. Calcolare il seguente integrale


Z π
cos x sin x dx
2
.
π/2 cos x − 2 cos x + 1
c Federico M.G. Vegni
57

8 8 8

7 7 7

6 6 6

5 5 5

4 4 4

3 3 3

2 2 2

1 1 1

0 0 0

−1 −1 −1

−2 −2 −2
−2 0 2 −2 0 2 −2 0 2

Figura 15. Rappresentazione nel piano di Gauss delle soluzioni dell’Esercizio 1

Soluzione. L’integrale si risolve per sostituzione cos x = t (la funzione coseno è infatti
invertibile nell’intervallo [π/2, π].
Z π Z −1 Z 0
cos x sin x dx −t dt t dt
2
= 2
= 2
π/2 cos x − 2 cos x + 1 0 t − 2t + 1 −1 t − 2t + 1
Z 0
1 2t − 2 + 2 dt
=
2 −1 t2 − 2t + 1
1 0 2t − 2 dt
Z 0
dt
Z
= 2
+ 2
2 −1 t − 2t + 1 −1 (t − 1)
 0
1 1 1
= log(t2 − 2t + 1) − = − log 2
2 t − 1 −1 2

Esercizio 3.
a. Scrivere lo sviluppo di Taylor arrestato al secondo ordine della funzione y = 3x .
b. Scrivere lo sviluppo di Taylor arrestato al terzo ordine della funzione y = arctan x.
c. Risolvere il limite che segue:
x2 (1 − 3x + x 9x )
lim .
x→0+ arctan x − x

Soluzione.
58 c Federico M.G. Vegni

a.
x x2 log2e 3
3x = eloge 3 = ex loge 3 = 1 + x loge 3 + + o(x2 ).
2

b.
x3
arctan x = x − + o(x3 ).
3

c.
x2 (1 − 3x + x 32x ) x2 (1 − (1 + x loge 3 + o(x)) + x(1 + 2x loge 3 + o(x))
= x3
arctan x − x x− + o(x3 ) − x
3
= 3 log 3 − 3.

Esercizio 4. Studiare la funzione


f (x) = (x log |x| − x)3 .
Determinare, in particolare,
a. il dominio;
b. il segno, ed eventuali simmetrie;
c. i limiti agli estremi del dominio;
d. la derivata prima, ed il suo segno;
e. la derivata seconda, ed il suo segno;
f. un grafico probabile, che sia compatibile con le informazioni fin qui raccolte.

−2

−4

−6
−6 −4 −2 0 2 4 6

Figura 16. Grafico della funzione y = (x log |x| − x)3 .


c Federico M.G. Vegni
59

Soluzione. Il grafico della soluzione è riportato in Figura 16.

Esercizio 5. Dimostrare che l’area A dell’ellisse di semiassi a e b misura A = π a b.


60 c Federico M.G. Vegni

16 settembre 2005

Analisi Matematica I 16 settembre 2005

Nome Cognome Firma

Sezione INF Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A
h√ i
Esercizio 1. La parte immaginaria del numero complesso 3(1 − i)2 /4 + 1 ei3π/2 è a

− 3/2; b 1; c 0; z −1.

Esercizio 2. lim x log x2 z = 0+ ; b = +∞; c = 0− ; d non esiste.


x→0−

Esercizio 3. L’area sottesa dalla curva y = log x nell’intervallo [1/2, 2] è z log 2 2−1/2;

b log 4 2 − 3/2; c log 4 − 1/2; d log 2 − 3/2.

Esercizio 4. lim f (x) = l significa a ∀ ǫ > 0, ∃ M > 0 tale che ∀ x > M allora
x→+∞
vale |f (x)| < l + ǫ; b ∃ M > 0, ∀ǫ > 0 tale che ∀ x > M allora vale |f (x) − l| < ǫ; c
∀ M > 0, ∃ ǫ > 0 tale che ∀ x > M allora vale |f (x) − l| < ǫ; z ∀ M > 0, ∃ ǫ > 0 tale che
∀ x > ǫ allora vale |f (x) − l| < M .

Esercizio 5. La Figura 17 rappresenta il grafico nell’intorno dell’origine della funzione: a


y = (x)1/5 ; b y = |x|9/4 ; c y = |x|3/7 ; d y = x7/3 .

Esercizio 6. L’area sottesa dalla curva y = 1 nell’intervallo [0, π/9] è a 1 ;



cos2 (3x) 3 3
√ √
b 3; c 3 3 ; z √1 .
3

Esercizio 7. Sia k ∈ Z. La funzione y = (−1)k x + (−1)(k+1) (2k + 1)π per 2kπ ≤ x <
2(k + 1)π è a né pari né dispari; b dispari; c derivabile su R; z continua su R.
 n
Esercizio 8. La successione an = (−1)n n2 − n a converge a zero; z ha
n2 + n + 2
insieme ω-limite formato da due punti distinti; c converge a e2 ; d converge a e−2 .

Esercizio 9. f ∼ g per x → 0 significa che a f = h g con h → 0 per x → 0; b


lim f = lim g per x → 0; z f = h g con h → 1 per x → 0; d g = h f con h → 0 per x → 0.

Esercizio 10. L’insieme dei punti (x, y) ∈ R2 descritto da {z = x + i y ∈ C : |z − 2i| −


|z + 4| < 0} a non ha punti di accumulazione; z è aperto; c è chiuso; d è limitato.
c Federico M.G. Vegni
61

Parte B

Esercizio 1. Trovare tutte le soluzioni dell’equazione di variabile complessa



(z 3 − z)(z 2 + 2i z − 3 i) = 0
e rappresentarle nel piano di Gauss.

Soluzione. Per annullare l’equazione assegnata occorre che sia nullo uno √ dei due membri
del prodotto, almeno. Perciò risolviamo le equazioni z 3 − z = 0 e z 2 + 2i z − 3 i = 0.
Nella prima, sia z = ρ(cos θ + i sin θ), allora
ρ3 (cos 3θ + i sin 3θ) = ρ(cos(−θ) + i sin(−θ))
da cui si ricava ρ = 0, 1 e 3θ = −θ + 2kπ, dove k ∈ Z, ovvero θ = kπ/2.
Nella seconda, utilizzando la nota formula ridotta per la risoluzione delle equazioni di secondo
grado,

q
z1,2 = −i + −1 + 3 i
dove la radice va interpretata
√ in senso complesso. Occorre
√ allora estrarre
√ le due radici quadrate
del numero complesso 3 i − 1, che risultano essere ± 2(1/2 + 3/2 i). Le soluzioni cercate
sono allora √ √
z1,2 = −i ± 2(1/2 + 3/2 i).
Lasciamo al Lettore la rappresentazione nel piano di Gauss.

Esercizio 2.
a. Scrivere gli sviluppi di Taylor delle funzioni y = ex e y = sin x.

1/5 9/4
y=(x) y=|x|
1 1

0.5 0.5

0 0

−0.5 −0.5

−1 −1
−1 −0.5 0 0.5 1 −1 −0.5 0 0.5 1

3/7 7/3
y=|x| y=x
1 1

0.5 0.5

0 0

−0.5 −0.5

−1 −1
−1 −0.5 0 0.5 1 −1 −0.5 0 0.5 1

Figura 17. A seconda della versione del Tema d’Esame erano presentati tutti i
grafici delle quattro funzioni suggerite nell’Esercizio 5.
62 c Federico M.G. Vegni

b. Calcolare
2e3t − 12t − 9t2 + 2 sin 3t − 2
lim .
t→0 t4

Soluzione.
x2 x3 x4 x3
a. ex = 1 + x + + + + o(x4 ); sin x = x − + o(x4 ).
2 3! 4! 3!
b. Per t → 0 risulta
9t2 9t3 27t4 27t4
 
3t
2e = 2 1 + 3t + + + + o(t4 ) = 2 + 6t + 9t2 + 9t3 + + o(t4 )
2 2 8 4
9t3
 
2 sin 3t = 2 3t − + o(t4 ) = 6t − 9t3 + o(t4 )
2
da cui
2e3t − 12t − 9t2 + 2 sin 3t − 2 27
lim 4
= .
t→0 t 4

Esercizio 3. Trovare l’insieme di tutte le primitive della funzione y = (1 + tan x)2 .

Soluzione. Occorre risolvere Z


(1 + tan x)2 dx.
Procediamo con la sostituzione tan x = t, laddove la funzione y = tan x può essere invertita,
π π
perciò per − < x < ; abbiamo che (1 + tan2 x) dx = dt, e
2 2
dt
dx = .
1 + t2

(1 + t)2 dt
Z Z
2
(1 + tan x) dx =
1 + t2
1 + t2 + 2t
Z
= dt
1 + t2
Z  
2t
= 1+ dt
1 + t2
= t + log(1 + t2 ) + C
= tan x + log(1 + tan2 x) + C

Esercizio 4. Studiare la funzione


1 + | log x|
f (x) = .
1 + |x|
Determinare, in particolare,
a. il dominio;
b. il segno, ed eventuali simmetrie;
c. i limiti agli estremi del dominio;
d. la derivata prima.
c Federico M.G. Vegni
63

e. Studiare graficamente il segno della derivata prima, precisando se la funzione f presenta


punti angolosi e massimi e minimi assoluti.
f. Determinare quindi un grafico probabile, che sia compatibile con le informazioni fin qui
raccolte.

Soluzione. Il grafico della funzione y = f (x) è rappresentato nella Figura 18.

1.5

0.5

−0.5
0 1 2 3 4 5 6 7 8

1 + | log x|
Figura 18. Grafico della funzione f (x) = , assegnata nell’Esercizio 4.
1 + |x|
64 c Federico M.G. Vegni

30 gennaio 2006

Analisi Matematica I 30 gennaio 2006

Nome Cognome Firma

Sezione INF Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

Esercizio 1. Il polinomio di Mac Laurin associato alla funzione y = arctan x è:


n n n
X x2k+1 X x2k+1 X xk
z T2n+1 (x) = (−1)k , b T2n+1 (x) = , c Tn (x) = (−1)k ,
2k + 1 2k + 1 2k + 1
k=0 k=0 k=0

y=x2log(x)
0.25

0.2

0.15

0.1

0.05

−0.05

−0.1

−0.15

−0.2

−0.25
−0.5 0 0.5 1 1.5

1/5 9/4
y=sinh (x) y=|sin(x)|
2 2

1.5 1.5
1
1
0.5
0.5
0
0
−0.5

−1 −0.5

−1.5 −1
−1 −0.5 0 0.5 1 −1 −0.5 0 0.5 1

3/7
|x| 7/3
y=e −1 y=arctan (x)
2 2

1.5 1.5

1 1

0.5 0.5

0 0

−0.5 −0.5

−1 −1
−1 −0.5 0 0.5 1 −1 −0.5 0 0.5 1

Figura 19. In basso, i grafici di tutte e quattro le funzioni, a seconda della


versione, presentati nell’Esercizio 5; in alto, l’area da calcolare nell’Esercizio 10.
c Federico M.G. Vegni
65

n
X x2k
d T2n (x) = (−1)k .
2k
k=0

Esercizio 2. lim x−3 (x − sinh x) z = −1/6, b = 0− , c = 1/3, d +∞.


x→0−

Esercizio 3. L’area sottesa dalla curva y = cos2 (x − 1) quando 0 ≤ x ≤ π è pari a a 2π,


b π/4, c π, z π/2.

Esercizio 4. lim f (x) = 5− significa a ∀ ǫ > 0, ∃ δ > 0 tale che ∀ x > δ allora vale
x→+∞
|f (x)| < 5+ǫ, b ∃ δ > 0, ∀ǫ > 0 tale che ∀ x > δ allora vale |f (x)−5| < ǫ, c ∀ δ > 0, ∃ ǫ > 0
tale che ∀ x > δ allora vale |f (x) − 5| < ǫ, z ∀ δ > 0, ∃ ǫ > 0 tale che ∀ x > ǫ allora vale
0 ≤ 5 − f (x) < δ.

Esercizio 5. La Figura 19 rappresenta il grafico nell’intorno dell’origine della funzione a


3/7
y = (sinh x)1/5 , b y = | sin x|9/4 , c y = e|x| − 1, d y = arctan(x7/3 ).

Esercizio 6. Siano a, b ∈ R e f una funzione X = [a, b] −→ Y . Tra le seguenti, trovare


l’affermazione vera: a se f ∈ C ∞ (X) è un polinomio, b se f ∈ C 1 (X) non ha né massimo
né minimo assoluti, c se f (a)f (b) < 0, allora f ha almeno uno zero, z se f ∈ C 0 (X) ha
massimo e minimo assoluti.

Esercizio 7. f : R −→ R strettamente crescente, allora necessariamente a f è continua,


b ∃f ′ e f ′ > 0 ∀x ∈ R, c ∃f ′ e f ′ ≥ 0 ∀x ∈ R, z f è invertibile.
2
Esercizio 8. Sia f (x) = 1 + sin(x2 ) − ex ; il Polinomio di Mac Laurin di grado ≤ 3 associato
x3
ad f è: a T3 (x) = 2x2 , b T3 (x) = − x2 , z T3 (x) = 0, d T3 (x) = 1 − x3 .
3!
Esercizio 9. La derivata della funzione
1 x
 
y = 1+
x
x 
1 x
    
′ 1 1 1 


1
log 1 + x1 + 1+x

z è y = 1 + log 1 + − , b è y = 1 + , c
x   x 1+x  x  
 1 1  1 1
è y ′ = ex log(1/x) log 1 + + , d è y ′ = e(1+1/x) log 1 + −
x 1+x x 1+x
Esercizio 10. L’area della regione piana rappresentata in Figura 19 e delimitata dall’asse
x e dalla linea di equazione y = x2 log x misura z 1/9, b 1/2, c 1/3, d 1/6.

Parte B

Esercizio 1. Studiare il grafico della funzione f : R −→ R definita dalla legge:


q
f (x) = log2 |x| − |2 log |x| − 1|
rispondendo in particolare alle seguenti domande.
a. La funzione f presenta particolari simmetrie? Quale è il suo segno?
b. Qual’è il dominio proprio della funzione?
66 c Federico M.G. Vegni

10
y=t2
y=|2t−1|
9
(−1+21/2,3−2*21/2)
1/2 1/2
(−1−2 ,3+2*2 )
8 (1,1)

−1
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3

Figura 20. Risoluzione grafica della disequazione t2 ≥ |2t − 1|

c. Quali sono gli zeri di f ?


d. Determinare i limiti agli estremi del dominio.
e. Determinare il comportamento asintotico nell’intorno del più grande degli zeri (non è
richiesto lo studio nell’intorno degli altri zeri).
f. Determinare la derivata prima.
g. Studiare il segno della derivata prima.
h. Determinare il limite della derivata prima nell’intorno degli zeri trovati al punto c.
i. Determinare il grafico della funzione prevedendo il minor numero di flessi, compatibilmente
con le informazioni fin qui trovate.

Soluzione.
a. La funzione f è pari. Possiamo studiarne il grafico per le sole x positive; il grafico richiesto
si troverà quindi per riflessione dal grafico della funzione
q
g(x) = log2 x − |2 log x − 1|

che studieremo da qui in avanti.


La funzione g, inoltre, laddove esiste, è non negativa.
b. Per trovare il domino proprio occorre porre x 6= 0. Inoltre, occorre studiare il segno del
radicando. Posto t = log x, studiamo
t2 − |2t − 1| ≥ 0.
Risolvendo graficamente la disequazione
t2 ≥ |2t − 1|
√ √
(vedi Figura 20), troviamo i valori t ≤ −1 − 2 e t ≥ −1 + 2; il valore t = 1 annulla il
radicando. Tornando alla variabile x, il dominio della funzione g risulta quindi:
√ √
D = (0, e−1− 2
] ∪ [e−1+ 2
, +∞).
c. Gli zeri di g sono, rispettivamente in ordine crescente, i punti
√ √
z1 = e−1− 2
, z2 = e−1+ 2
, z3 = e.
c Federico M.G. Vegni
67

d. Risultano:
lim g(x) = +∞;
x→0+
lim √ g(x) = 0
x→(e−1− 2 )−

lim √ g(x) = 0
x→(e−1+ 2 )+

lim g(x) = +∞.


x→+∞

e. Per x → e, poiché definitivamente 2 log x − 1 > 0, si ha:


1
q q
g(x) = log2 (x) − |2 log(x) − 1| = log2 (x) − 2 log(x) + 1 = | log x − 1| ∼ |x − e|.
e
Osserviamo, per inciso, che il grafico della funzione
√ g coincide con quello di y = | log x − 1|
per tutti i valori 2 log x − 1 > 0, ovvero per x > e. Il risultato di questa deduzione è in Figura
21, in alto. √
f. Ci limitiamo a studiare

la derivata
√ √
prima per i valori x < e intersecati con il dominio D,
cioè per x ∈ A = (0, e−1−p 2 ]∪[e−1+ 2 , e), laddove il grafico di g non è ancora noto. Deriviamo
dunque la funzione y = log2 x + 2 log x − 1. Si ha
 
′ 1 2
−1/2 1 1 2(log x + 1)
y = log x + 2 log x − 1 2 log x + 2 = p .
2 x x x log2 x + 2 log x − 1
g. La derivata prima, che abbiamo calcolato √ nell’insieme A, ha segno che √ dipende dal termine
−1− 2 −1+ 2 √
log x + 1, e perciò decresce nel tratto (0, e ) e cresce nel tratto (e , e).
h. Risultano:

lim √ y ′ (x) = −∞
x→(e−1− 2 )−

lim √ y ′ (x) = +∞.


x→(e−1+ 2 )+

i. Il grafico di f , con i risultati trovati, è rappresentato


√ in Figura 21. Si può prevedere
l’esistenza di almeno un flesso nel tratto (0, e −1− 2 ).

Esercizio 2.
a. Utilizzare la formula di Taylor per calcolare lo sviluppo centrato nell’origine di f (x) =
(1 + x)α fino al terzo ordine.
b. Scrivere l’errore commesso utilizzando il polinomio di Taylor al secondo ordine per
approssimare y = (1 + x)α nell’intorno dell’origine, con la forma del resto secondo Lagrange.

c. Determinare il valore approssimato di 3 7 con uno sviluppo di Taylor al secondo ordine.
d. Determinare una maggiorazione dell’errore commesso precisando se il valore dell’appros-
simazione è per eccesso o per difetto.

Soluzione.
68 c Federico M.G. Vegni

a. Data f ∈ C n ((a, b)) il polinomio di Taylor di grado n associato ad f in x0 ∈ (a, b), come
è noto, è
n
X f (k) (x0 )
Tn (x) = (x − x0 )k .
k!
k=0

Nel caso in esame è richiesto il polinomio di quarto ordine con x0 = 0, quindi esplicitando la
sommatoria,
f ′′ (0) 2 f ′′′ (0) 3
T4 (x) = f (0) + f ′ (0)x + x + x ;
2 3!
calcoliamo quindi le prime tre derivate della funzione f (x) = (1 + x)α e valutiamole nell’origine:

f (x) = (1 + x)α f (0) = 1


f ′ (x) = α(1 + x)α−1 f ′ (0) = α

f ′′ (x) = α(α − 1)(1 + x)α−2 f ′′ (0) = α(α − 1)


f ′′′ (x) = α(α − 1)(α − 2)(1 + x)α−3 f ′′′ (0) = α(α − 1)(α − 2)

La formula di Taylor richiesta è


α(α − 1) 2 α(α − 1)(α − 2) 3
T3 (x) = 1 + αx + x + x .
2 3!

b. Rispetto alla funzione f (x) = (1 + x)α , risulta per x → 0

α(α − 1)(α − 2)(1 + ξ)α−3 3


f (x) − T2 (x) = x
3!
con ξ compreso tra 0 e x.

3
1/2
y=|log(x)−1|,x>e
2.5

1.5

0.5

−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 6

2.5

1.5

0.5

−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 6

Figura 21. In basso, grafico della


√ funzione f proposta nell’Esercizio 1; in alto
grafico della funzione g per x > e.
c Federico M.G. Vegni
69

c. Osserviamo che risulta



r r
3
√ 3 1 3 1
7= 38−1= 8(1 − ) = 2 1 − .
8 8
Utilizziamo lo sviluppo scritto nel punto b per determinare l’espressione approssimata richiesta,
nel caso della funzione f (x) = (1 + x)1/3 :
1 −2 1 1
T2 (x) = 1 + x + x2 = 1 + x − x2
3 3·3·2 3 9
1
scelto quindi x = − , si ha
8
 2
26 · 32 − 23 · 3 − 1
   
1 1 1 1 1
T2 − =1+ − − − = ≈ 0.9566.
8 3 8 9 8 26 · 32
1
< ξ < 0:
d. Dalla formula dell’errore secondo Lagrange risulta per −
8
 3
1/3(−2/3)(−5/3)(1 + ξ)−8/3
   
1 1 1
E=f − − T2 − = − .
8 8 3! 8
L’errore ha segno negativo e dunque l’approssimazione calcolata è per eccesso.
È possibile dare una maggiorazione dell’errore che stima l’errore indipendentemente dal
1
valore di ξ. Essendo − < ξ < 0, si ha che
8
7 1
=1− <1+ξ <1
8 8
da cui, elevando alla 8/3,
 8/3
7
< (1 + ξ)8/3 < 1
8
 −8/3  8/3
−8/3 7 8
1 < (1 + ξ) < = .
8 7
Possiamo stimare 8/7 < 8/6 = 4/3, e maggiorando anche l’esponente 8/3 < 3, si ha
 3
−8/3 4
(1 + ξ) < .
3
Quindi, abbiamo:
 3
2 · 5 · 43 1 5
|E| < 3 3 = 6 ≈ 0.0069.
3 ·3 8 3

1
Esercizio 3. Sia f (x) = arctan √
3
.
x
a. Disegnare qualitativamente il grafico della curva y = f (x).
b. Calcolare Z
f (x) dx.
70 c Federico M.G. Vegni

1.5

0.5

−0.5

−1

−1.5

−2
−2 −1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3

1
Figura 22. Rappresentazione della funzione y = arctan √ e dell’area della
3
x
quale è richiesto il calcolo nell’Esercizio 3.

c. La funzione f non è definita nell’origine, ma è certamente possibile calcolare l’area A


sottesa dalla curva tra 0 < x ≤ 1. Calcolare, quindi, A come
Z 1
A = lim f (x), dx.
ǫ→0+ ǫ

Soluzione.
a. Il grafico della funzione f è in Figura 22.
1 √
b. Calcoliamo l’integrale indefinito di y = arctan √ . Utilizzando la sostituzione 3 x = t
3
x
1 1
(funzione invertibile) si ricava dx = dt ricaviamo
3 x2/3
1 1
Z Z
arctan √3
dx = 3t2 arctan dt.
x t
Integrando per parti
 
1 1 1 1
Z Z
3t2 arctan dt = t3 arctan − 3
t − 2 dt
t t 1 + (1/t)2 t
1
Z
t 3
= t3 arctan + dt
t 1 + t2
 
1 t
Z
= t3 arctan + t− dt
t 1 + t2
1 t2 1
= t3 arctan + − log(1 + t2 ) + C.
t 2 2
c Federico M.G. Vegni
71


Sfruttando l’invertibilità della funzione t = 3 x, con una sostituzione, ricaviamo infine:
1 1 x2/3 1
Z
arctan √ dx = x arctan √ + − log(1 + x2/3 ) + C
3
x 3
x 2 2
c. Valutiamo l’integrale definito tra ǫ ed 1:
Z 1 " #1
1 1 x2/3 1
arctan √ dx = x arctan √ + − log(1 + x2/3 )
ǫ
3
x 3
x 2 2
ǫ
1 1 1 ǫ2/3 1
= 1 arctan 1 + − log 2 − ǫ arctan √ + − log(1 + ǫ2/3 ).
2 2 3
ǫ 2 2
Quindi per ǫ → 0+
1
1 π 1 1 π ǫ2/3 ǫ2/3
Z
arctan √ dx ∼ + − log 2 − ǫ + −
ǫ
3
x 4 2 2 2 2 2
π 1 1
−→ + − log 2.
4 2 2
72 c Federico M.G. Vegni

23 febbraio 2006

Analisi Matematica I 23 febbraio 2006

Nome Cognome Firma

Sezione INF Prof. Vegni Matricola

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a
fini commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

Esercizio 1. La derivata della funzione inversa di f (x) = esinh 2x nel punto immagine
attraverso f di x = 0 vale z 1/2, b 1, c 2, d −1/2.
Z 1 √
Esercizio 2. arctan x dx = a π/4 − log 4, b π − log 4, z π/4 − log 2, d
0
π/4 − 1/2.

Esercizio 3. Un sistema genera una password composta da 6 cifre, ciascuna scelta casual-
mente 6 3
  ternari 0,1 e 2. Quante sono le possibili password? z 3 , b 6 , c
  tra i simboli
6 6
, d .
2 3

Esercizio 4. limx→0+ f (x) = 0− significa a ∀p > 0 ∃q > 0 tale che ∀x ∈ (−q, 0) allora
0 ≤ f (x) < p, z ∀p > 0 ∃q > 0 tale che ∀x ∈ (0, q) allora −p < f (x) ≤ 0, c ∀q > 0
∃p > 0 tale che ∀x ∈ (0, q) allora −p < f (x) ≤ 0, d ∀p > 0 ∃q > 0 tale che ∀x ∈ (0, q) allora
−p < f (x) < p.

y=x1/3log(−x+1) y=|x|1/2log(−x+1)
1 1

0.5 0.5

0 0

−0.5 −0.5

−1 −1

−1.5 −1.5

−2 −2
−2 −1 0 1 2 −2 −1 0 1 2

y=|x|1/2log(x+1) y=x1/3log(x+1)
1 1

0.5 0.5

0 0

−0.5 −0.5

−1 −1

−1.5 −1.5

−2 −2
−2 −1 0 1 2 −2 −1 0 1 2

Figura 23. Grafici proposti nell’Esercizio 5.


c Federico M.G. Vegni
73

Esercizio 5. La Figura 23 rappresenta il grafico nell’intorno dell’origine della funzione a


y = x1/3 log(−x + 1) , b y = |x|1/2 log(−x + 1) , c y = |x|1/2 log(x + 1) d y = x1/3
log(x + 1) .

(x, y) ∈ R2 : (x2 − y 2 )ex = 0 è a limitato in R2 ,



Esercizio 6. L’insieme A = b
finito, c aperto, z chiuso.

Esercizio 7. Siano A = {z ∈ C : |z − i| = 1} e B = {z ∈ C : |z − 1| = 1}; allora l’insieme


A ∩ B è formato a da un punto, z da due punti, c da un’infinità numerabile di punti,
d da un’infinità non numerabile di punti.

9π n
  
Esercizio 8. La successione 1 − cos è a indeterminata, b convergente a
10
−2, c convergente a 0, z divergente a +∞.

Esercizio 9. Per approssimare e−1 con un errore minore di 10−2 occorre un polinomio di
Mac-Laurin di grado minimo z n = 4, b n = 7, c n = 2, d n = 3.

1
Esercizio 10. Sia f (x) = √ , con x > 0. Allora solo una delle seguenti affermazioni è
x + x2
vera. Quale? a f (x) ∼ x−1/2 per x → +∞, b f (x) ∼ x2 per x → +∞, z f (x) ∼ x−1/2
per x → 0+ , d f (x) ∼ x−2 per x → 0+ .

Parte B

Esercizio 1. Sia
√  
f (x) = 3
x e−x/3 − 1 .
a. Determinare il dominio, gli zeri ed il segno di f .
b. Studiare il comportamento di f agli estremi del dominio, precisandone i limiti ed il
comportamento asintotico.
c. Studiare il comportamento asintotico di f nell’intorno degli zeri.
d. Calcolare la derivata prima di f , precisando il suo dominio.
e. Studiare il segno della f ′ .
f. Studiare il limite della f ′ nell’intorno degli zeri di f .
g. Disegnare il grafico di f con il numero minimo di flessi compatibile con le informazioni
fin qui trovate.

Soluzione.
a. La funzione f è definita su R. Inoltre, la funzione si annulla in x = 0. Quando non si
annulla, la funzione ha segno
√ negativo infatti la parte di funzione y = e−x/3 − 1 ha il segno
3
discorde da quello di y = x.
b. Risulta.
per x → −∞ f ∼ −e√−x/3 , quindi limx→−∞ f (x) = −∞;
per x → +∞ f ∼ − 3 x, quindi limx→−∞ f (x) = −∞.
74 c Federico M.G. Vegni

c. Utilizzando lo sviluppo asintotico della funzione esponenziale, troviamo che per x → 0,


x √
3
x4/3
f ∼− x=−
3 3
il cui andamento è dato da una funzione con tangente orizzontale nell’origine e concavità verso
il basso.
d. Utilizzando le regole di derivazione si ha
e−x/3 − 1 − xe−x/3
f ′ (x) = .
3x2/3
La derivata prima di f , quindi, non è definita nell’origine.
e. Il segno di f ′ dipende dal suo numeratore ovvero è positiva se è positiva la quantità:
e−x/3 − 1 − xe−x/3 ≥ 0
e−x/3 (1 − x) ≥ 1
1 − x ≥ ex/3
l’ultima disequazione può essere facilmente studiata graficamente e la soluzione è riportata nella
Figura 24. Ne ricaviamo che la derivata è positiva per x < 0 e negativa per x > 0.
f. Avendo studiato il comportamento asintotico di f nell’intorno dello zero possiamo aspet-
tarci che sia nullo il risultato del limite che ci apprestiamo a calcolare. Infatti per x →
0:
e−x/3 − 1 − xe−x/3 −x/3 − x(1 − x/3) −x/3 − x 4
2/3
∼ 2/3
∼ 2/3
∼ − x1/3 −→ 0.
3x 3x 3x 9
g. Il grafico di f è rappresentato in Figura 24. La funzione f deve possedere almeno un
flesso perché in −∞ è asintotica a y = −e−x/3 ed ha quindi la concavità verso il basso; mentre
in +∞ la funzione f essendo asintotica a y = −x1/3 ha la concavità rivolta verso l’alto. Il flesso,
inoltre dovrà trovarsi a destra dell’origine, in quanto l’origine è punto di massimo assoluto, in
corrispondenza del quale la concavità è ancora certamente rivolta verso il basso.

Esercizio 2.
a. Determinare lo sviluppo di Mac-Laurin della funzione y = tanh x al terzo ordine.
b. Determinare lo sviluppo di Mac-Laurin della funzione y = esin x − ex al terzo ordine.

4
y=1−x
x/3
y=e

−1

−2
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4

1
1/3 −x/3
y=x (e −1)

0.5

−0.5

−1

−1.5

−2

−2.5

−3
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5 6

Figura 24. In alto, risoluzione


√ grafica della disequazione 1 − x ≥ ex/3 ; in basso,
3
grafico della funzione y = x(e −x/3 − 1) assegnata nell’Esercizio 1.
c Federico M.G. Vegni
75

c. Studiare
x + tanh(−x)
lim .
x→0 esin x − ex

Soluzione.
1
a. Risulta, con la definizione, tanh x = x − x3 + o(x3 ),
3
b. e, analogamente, possiamo calcolare
y(x) = esin x quindi y(0) = 1
y ′ (x) = esin x cos x quindi y ′ (0) = 1
y ′′ (x) = esin x (cos2 x − sin x) quindi y ′′ (0) = 1
y ′′′ (x) = esin x (cos3 x − 3 sin x cos x − cos x) quindi y ′′′ (0) = 0
x2
dunque esin x = 1 + x + + o(x3 ). Infine, conoscendo lo sviluppo dell’esponenziale, esin x − ex =
2
x3
− + o(x3 ).
6
c. Studiare
x + tanh(−x) 1/3x3
lim = lim = −2.
x→0 esin x − ex x→0 −x3 /6

Esercizio 3.
a. Trovare tutte le soluzioni dell’equazione
27 2
z5 = z
i
e sia detto A l’insieme di tali valori.
b. Rappresentare A nel piano C.
c. Trovare l’insieme di numeri reali cosı̀ definito:
B = {d ∈ R : d = |z − (1 + i)|, dove z ∈ A}.

Soluzione.
a. L’equazione assegnata è equivalente a z 5 = −27i z 2 , che è polinomiale di grado 5. Per
il Teorema fondamentale dell’Algebra ha 5 soluzione, contate con la loro molteplicità. In par-
ticolare ha due volte la soluzione nullae le soluzioni dell’equazione
 z 3 = −27i, che risolviamo
3π 3π
passando in coordinate polari: z 3 = 27 cos + i sin .
2 2
Sia z = ρ(cos θ + i sin θ); allora
 
3 3π 3π
ρ (cos 3θ + i sin 3θ) = 27 cos + i sin
2 2
da cui
ρ=3
(

3θ = + 2kπ con k ∈ Z.
2
76 c Federico M.G. Vegni

Oltre alla soluzione nulla doppia, le altre soluzioni dell’equazione sono allora

ρ=3
(
π 2π
θ= + con k = 0, 1, 2.
2 3

b. L’insieme A è rappresentato nella Figura 25.


c. L’insieme B è costituito dalle distanze degli elementi di A dal punto 1 + i. Quindi

B = {d ∈ R : d = |z − (1 + i)|, dove z ∈ A}
 
d = |i + 1|
 1

 

d2 = |1 + i − 3(cos π/2 + i sin π/2)|

=

 d3 = |1 + i − 3(cos 7π/6 + i sin 7π/6) 

d4 = |1 + i − 3(cos 7π/6 + i sin 7π/6)|
 
√ √ √ √
q q
= { 2, 5, 14 + 3 3, 14 − 3 3}.

Esercizio 4.
x2 + 1
a. Disegnare il grafico della funzione f (x) = .
x3 − x
b. Calcolare l’area della regione di piano delimitata tra l’asse x, e la linea di equazione
y = f (x) e compresa tra la retta verticale x = 2 e la retta x = 3.

Soluzione.
x2 + 1
a. Il grafico della funzione f (x) = è rappresentato in Figura 26.
x3 − x
b. Osserviamo innanzitutto che l’area della quale è richiesto il calcolo corrisponde ad una
porzione di piano con con ordinate negative. Occorre quindi apportare un cambiamento di segno
all’integrale.

−1

−2

−3
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4

Figura 25. Soluzione dell’Esercizio 3: con l’asterisco rosso sono rappresentati


gli elementi dell’insieme A, mentre con un segmento nero sono visualizzate le
distanze da trovare per identificare l’insieme B.
c Federico M.G. Vegni
77

Essendo
x2 + 1 A B C
= + +
x3 − x x x−1 x+1
A(x2 − 1) + B(x2 + x) + C(x2 − x)
=
x3 − x
x2 (A + B + C) + x(B − C) − A
=
x3 − x
ricaviamo facilmente le condizioni

 A+B+C = 1
B−C =0
−A = 1

da cui A = −1, B = C = 1. Quindi, possiamo riscrivere l’integrale da calcolare come:


Z 2
x +1 dx dx dx
Z Z Z
dx = − + +
x3 − x x x−1 x+1
= − log |x| + log |x − 1| + log |x + 1|
da cui
−2
x2 + 1
Z
3
dx = [− log |x| + log |x − 1| + log |x + 1|]−2
−3 = 2 log 3 − 4 log 2.
−3 x − x
16
L’area richiesta misura quindi A = 4 log 2 − 2 log 3 = log .
9

10

−2

−4

−6

−8

−10
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4

x2 + 1
Figura 26. Grafico della funzione f (x) = e rappresentazione dell’area
x3 − x
della quale è richiesto il calcolo nell’Esercizio 3.
Analisi Matematica 1 Compito I 15 novembre 2010

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Prof. Vegni Matricola Sezione ELT

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Parte A

E. 1. La parte immaginaria del numero complesso πe6−πi è: a πe6 , b 1, z 0, d −πe6 .

E. 2. lim− x log x2 z = 0+ , b = +∞, c = 0− , d non esiste.


x→0

E. 3. Una gelateriaespone
 12 gusti
 di  gelato. Quanti coni da 3 palline di gusti diversi è possibile ordinare in
12 3 12!
quella gelateria? z , b , c , d 12!.
3 12 3!
E. 4. lim f (x) = 1− significa a ∀ ǫ > 0, ∃ M > 0 tale che ∀ x > M allora vale |f (x)| < 1 + ǫ, b
x→+∞
∃ M > 0, ∀ǫ > 0 tale che ∀ x > M allora vale |f (x) − 1| < ǫ, c ∀ M > 0, ∃ ǫ > 0 tale che ∀ x > M allora vale
|f (x) − 1| < ǫ, z ∀ M > 0, ∃ ǫ > 0 tale che ∀ x > ǫ allora vale 0 ≤ 1 − f (x) < M .

E. 5. La Figura rappresenta il grafico nell’intorno dell’origine della funzione a y = (x)1/5 , b y = |x|9/4 ,


c y = |x|3/7 , d y = x7/3 .

E. 6. Siano X, Y ⊆ R e f una funzione X −→ Y . Tra le seguenti, trovare l’affermazione vera: z se f è pari


non è mai iniettiva, b se f è dispari non è mai iniettiva, c se f è dispari non è mai suriettiva, d se f è pari
non è mai suriettiva.
E. 7. Sia A = {z ∈ C : |z − 9| > |z − 9i|} e B = {z ∈ C : arg(z) = π/4}. Allora A ∪ B è un insieme a chiuso
in R2 , b aperto in R2 , z né chiuso né aperto in R2 , d numerabile.

E. 8. La successione an = cos(nπ)e1/n a converge a zero, z ha insieme ω-limite formato da due punti


distinti, c converge a 1, d è monotona.
7
E. 9. maxx∈R a è +∞, b è 0, c non esiste, z è 1.
7 + x2
E. 10. i777 = a 1, b −1, z i, d −i.

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

0.8

0.6

0.4

0.2

−0.2

−0.4

−0.6

−0.8

−1
−1 −0.8 −0.6 −0.4 −0.2 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1

1
Analisi Matematica 1 Compito 1 16 febbraio 2011

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Parte B
Esercizio

È assegnato il numero complesso w = −18+18 3i. Sia z una delle sue radici quadrate (scelta a piacere).
a. Calcolare la parte reale e la parte immaginaria di z.
π
b. Calcolare la parte reale e la parte immaginaria del numero complesso u cosı̀ definito: u = z 2 · e 2 i


Re z = ±3 Im z = ∓3 3


Re u = −18 3 Im u = −18

Esercizio
È assegnata la funzione
2 √
f (x) = e−x − cos( 2x)
a. Calcolare l’ordine di infinitesimo di f , per x → 0
b. Calcolare la parte principale di f , per x → 0
c. Calcolare il limite per x → −∞

Ordine di infinitesimo: 4

1 4
Parte principale: 3x

lim f (x) = non esiste


x→−∞

Esercizio
Studiare al variare dei parametri in R

log2 (1 + x) − log(1 + x2 ) + αx3


lim
x−→0 |x|β
1
2

Soluzione


 17/4 se α=1 e β =4
 +∞ se α=1 e β >4


= 0 se α=1 e β <4
∄ se α 6= 1 e β ≥3




0 se α 6= 1 e β <3

Esercizio
Dopo averla disegnata, calcolare
√ l’area della regione piana compresa fra l’asse x, la retta x = 1, ed il
grafico della funzione f (x) = x ln1/3 (1 + x) (0 ≤ x ≤ 1)
Risposta
Z 1 √
A = − x ln 1 (1 + x) dx
3
0
Si ha:

Z
x ln1/3 (1 + x) dx =

Z
(sostituendo x = t, x = t2 , dx = 2t dt) = 2 t2 log1/3 (1 + t2 ) dt

t3 t4 dt
 Z 
2
(per parti) = 2 log1/3 (1 + t2 ) +
3 3 loge 3(1 + t2 )
t3
 Z 4 
2 2 t −1+1
= 2 log1/3 (1 + t ) + dt
3 3 log e 3 1 + t2
t3
 Z   
2 1
= 2 log1/3 (1 + t2 ) + t2 − 1 + dt
3 3 log e 3 1 + t2
t3
  3 
2 t
= 2 log1/3 (1 + t2 ) + − t + arctan t +C
3 3 log e 3 3
2t3 4t3 4t 4 arctan t
= log1/3 (1 + t2 ) + − + +C
3 9 loge 3 3 loge 3 3 loge 3
√ √
2x3/2 4x3/2 4 x 4 arctan x
= log1/3 (1 + x) + − + + C.
3 9 log e 3 3 loge 3 3 loge 3

√ √
2x3/2 4x3/2 4 x 4 arctan x
Sia F (x) ≡ log1/3 (1 + x) + − + ,
3 9 log e 3 3 loge 3 3 loge 3
allora A = −F (1).

Esercizio
È assegnata la funzione  √ √
2 −x + 3 3 x se x ≤ 0
f (x) =
0 se x > 0
a. Studiare il segno di f , determinando, in particolare, le sue intersezioni con l’asse x.
Risposta
T ≡ R
36
f =0 ⇔ x≥0ex=− ≡ x0
26
f >0 ⇔ x < x0 .
Nel seguito, studieremo la funzione f solo per x < 0.

b. Studiare il comportamento asintotico di f , per x → 0− e, in particolare, calcolare il limite


Risposta

x → 0− f∼ 3
x −→ 0−
ESERCIZIO 3

c. Studiare il comportamento asintotico di f , per x → −∞ e, in particolare, calcolare il limite


Risposta

x → −∞ f ∼ 2 −x −→ +∞ senza asintoti

d. Determinare l’insieme di continuità di f . Scrivere la derivata e determinare l’insieme di derivabilità di f .


Risposta
f ∈ C 0 (R)
T′ ≡ T \ {0}
Infatti,
1 1
f ′ (x) = − √ + √
3
.
−x x2
1
Inoltre per x → 0− si ha f ′ ∼ √
3
−→ +∞.
x2

e. Studiare la crescenza di f determinando, in particolare, tutti i suoi punti di massimo e minimo relativo.
Risposta
f′ = 0 ⇔ x4 + x3 = 0 ovvero x = −1

f >0 ⇔ −1 < x < 0 quindi x = −1 è minimo assoluto

f. Determinare l’insieme immagine Im f , precisando se esso è aperto, chiuso, limitato. Inoltre determinare,
se esistono, l’estremo superiore, l’estremo inferiore, il massimo assoluto, il minimo assoluto di f .
Risposta
Im f = [−1, +∞) non limitato, chiuso
sup Im f = +∞
inf Im f = min Im f = −1

g. Dopo aver calcolato f ′′ (x), studiare la concavità di f determinando, in particolare, tutti i suoi punti di
flesso.
Risposta
!
1 3 4
f ′′ = − + √
6
p 3
(−x)3 x5
quindi
T ′′ ≡ T′
212
f′ = 0 ⇔ x=− ≡ xf
36
f ′′ > 0 ⇔ x > xf

h. Tracciare il grafico di f .
Risposta
Il grafico di f è rappresentato in figura 1.
4

4
x
0
x
m
3 x
f

−1

−2
−60 −50 −40 −30 −20 −10 0

Figura 1
Analisi Matematica 1 compito 1 1 settembre 2011

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Parte A
1−i

E. 1. arg e = a 1; z −1; c π/4; d −π/4.

E. 2. L’area sottesa dalla curva y = cos2 x nell’intervallo [0, 2π] è a 2π; z π; c π/2; d 2π/3.
Z b
Rb
E. 3. Applicando due volte la regola di integrazione per parti a f ′′ (x)g(x) dx si ha: a a f (x)g ′′ (x) dx;
Rb aR
′′ ′ ′ ′ ′ b ′′ ′ ′
z a f (x)g (x) dx + f (b)g(b) − f (a)g(a) − f (b)g (b) + f (a)g (a); c a f (x)g (x) dx + f (b)g(b) − f (a)g(a); d
Rb ′′ ′ ′ ′ ′
a
f (x)g (x) dx + f (b)g(b) − f (a)g(a) + f (b)g (b) − f (a)g (a).

E. 4. Il dominio della funzione y = sign(x) arcsin x è: a (−∞, 0)∪(0, +∞); z [−1, 0)∪(0, 1]; c [−π/2, 0)∪
(0, π/2]; d [−π/2, π/2].
E. 5. Data la successione {q n , n ∈ N} dipendente dal parametro q ∈ R. Solo una delle seguenti affermazioni è
vera. Quale? a per ogni valore di q la successione è limitata; b per ogni valore di q la successione converge;
z per q > 0 la successione è (non necessariamente strettamente) monotona; d per q < 0 la successione è (non
necessariamente strettamente) monotona.
 2
1+i
E. 6. Nel piano di Gauss, il numero complesso si trova: a nel primo quadrante; b nel secondo
1 − 2i
quadrante; z nel terzo quadrante; d nel quarto quadrante.

E. 7. lim+ f (x) = L significa: z ∀M > 0 ∃N < 0 tale che ∀ x ∈ (0, −N ) allora |f (x) − L| < M ; b ∀M > 0
x→0
∃N > 0 tale che ∀ x ∈ (−N, 0) allora |f (x)− L| < M ; c ∀M > 0 ∃N > 0 tale che ∀ x ∈ (0, M ) allora |f (x)− L| < N ;
d ∀M > 0 ∃N > 0 tale che ∀ x ∈ (0, N ) allora (f (x) − L) < M .
1
E. 8. lim e 1−t = z 0+ ; b 0− ; c +∞; d −∞.
t→1+

E. 9. Solo una delle seguenti affermazioni è vera. Quale? a per x → +∞, x3/2 = o(x1/2 ); b per x → 1,
2
log(1 + x) = x + o(x); z per x → 0− , ex − 1 = o(x); d per x → +∞, ex = o(x).

E. 10. Sia f = sin(x2 ); allora lo sviluppo di Taylor di f per x → 0 è z uno sviluppo in sole potenze pari;
b uno sviluppo in sole potenze dispari; c uno sviluppo con soli termini di segno positivo; d uno sviluppo con
soli termini di segno negativo.

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

1
Analisi Matematica 1 terzo appello 1 settembre 2011

Cognome Nome Firma

Prof. Vegni Matricola Sezione ELN

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali
o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte B

Esercizio.
a. Enunciare il teorema fondamentale dell’Algebra.
b. Sia z ∈ C. Data l’equazione (z 3 − 3|z|)(z 2 − 2zi + 1) = 0 è possible prevedere il numero delle sue
soluzioni?
c. Trovare tutte le soluzioni dell’equazione assegnata e rappresentarle nel piano di Gauss.1

Soluzione.
a. Il teorema fondamentale dell’Algebra afferma che ogni equazione polinomiale di grado n

Pn (z) = a0 z n + a1 z n−1 + a2 z n−2 + · · · + an−1 z + an = 0

con a0,1,2,··· ,n ∈ C, nella variabile complessa z ha esattamente n soluzioni -contate con la dovuta molteplicitå-
in C.
b. L’equazione assegnata è composta dal prodotto di due fattori, il primo z 3 − 3|z| non è di tipo polino-
miale e dunque non è possibile prevedere, in base al teorema fondamentale dell’Algebra, quale sia il numero
delle soluzioni dell’equazione z 3 − 3|z| = 0; il secondo fattore z 2 − 2zi + 1 è di tipo polinomiale, e, in base
al teorema, l’equazione z 2 − 2zi + 1 = 0 ha due soluzioni.

1Cercando di fare attenzione alla scala del grafico.

2.5

1.5

0.5

−0.5

−1

−1.5

−2
−3 −2 −1 0 1 2 3

Figura 1. Soluzioni dell’equazione


√ (z 3 − 3|z|)(z 2 − 2zi + 1) = 0; in magenta è rappresentata
la circonferenza di raggio 3; in blu troviamo sono riportate le soluzioni dell’equazione
z 2 − 2zi + 1 = 0, in rosso quelle dell’equazione z 3 − 3|z| = 0.
1
2

c. Risolviamo z 3 − 3|z| = 0 ponendo


z = ρ(cos θ + i sin θ).
Risulta
z 3 = 3|z|
(ρ(cos θ + i sin θ))3 = 3|ρ(cos θ + i sin θ)|
ρ3 (cos 3θ + i sin 3θ) = 3ρ
ρ3 (cos 3θ + i sin 3θ) = 3ρ(cos 0 + i sin 0),
da cui, uguagliando membro a membro la parte relativa al modulo e la parte relativa all’argomento,
ricaviamo:  3
ρ = 3ρ
3θ = 2kπ

con k ∈ Z. Le soluzioni -accettabili- per ρ ≥ 0 sono ρ = 0, 3, le soluzioni -distinte- per θ sono θ =
0, 2π/3, 4π/3. Le soluzioni dell’equazione sono rappresentate in rosso nella Figura 1.
Risolviamo z 2 − 2zi + 1 = 0 con la formula ridotta:
p
z1,2 = i + i2 − 1

z1,2 = i + −2
√ √
z1,2 = i + 2 −1

z1,2 = i ± i 2

z1,2 = (1 ± 2)i
che sono rappresentate in blu in Figura 1.
PARTE B 3

Esercizio.
a. Scrivere lo sviluppo di Taylor della funzione y = log(1 + x) centrato nell’origine al quarto ordine
(specificando l’o-piccolo).
b. Riguardo lo sviluppo appena calcolato per la funzione y = log(1 + x), specificare questa volta il resto
secondo Lagrange.
c. Utilizzare lo sviluppo al quarto ordine per approssimare il valore di log 2.
d. Trovare una maggiorazione dell’errore commesso, e precisare se l’approssimazione trovata è per eccesso
o per difetto.

Soluzione.
a. È noto che
x2 x3 x4
log(1 + x) = x − + − + o(x4 ).
2 3 4

b. È altrettanto noto che il resto secondo Lagrange dello sviluppo l”n-esimo ordine di una funzione
derivabile fino all’ordine n + 1-esimo nell’intorno dell’origine è
f (n+1) (ξ) n+1
x
(n + 1)!
dove 0 < ξ < x. Nel nostro caso, quindi, abbiamo
x2 x3 x4 x5
log(1 + x) = x − + − + .
2 3 4 5(1 + ξ)5

c. Avremo
1 1 1 7
log 2 ≈ 1 − + − = .
2 3 4 12

d. Utilizzando l’espressione del resto secondo Lagrange l’errore commesso è


1
E(ξ) =
5(1 + ξ)5
che ha segno positivo (essendo 0 < ξ < 1); quindi l’approssimazione è per difetto. Per trovare una semplice
maggiorazione dell’errore, che non dipenda da ξ possiamo procedere come segue:
0 < ξ < 1 da cui 1 < 1 + ξ < 2
1 1
passando ai reciproci < <1
2 1+ξ
1 1
ed elevando a potenza 5 < <1
2 (1 + ξ)5
1 1
quindi 5
< ; l’errore commesso è inferiore ad un quinto.
5(1 + ξ) 5
4

Esercizio.
a. Trovare tutte le primitive della funzione
2x − 1
y= .
x2 +x+1

b. Calcolare
1
(2x − 1) dx
Z
.
0 x2 + x + 1
Soluzione.
a. Calcoliamo
(2x − 1) dx (2x + 1 − 2) dx
Z Z
=
x2 + x + 1 x2 + x + 1
(2x + 1) dx dx
Z Z
= 2
−2 2
x +x+1 x +x+1
dx
Z
= log(x2 + x + 1) − 2 2
x +x+1
dove si è evitato di scrivere |x2 + x + 1| poiché l’argomento del logaritmo, essendo un polinomio di secondo
ordine con il ∆ < 0 è sempre positivo giacché è positivo il termine di grado massimo. Proseguendo nella
risoluzione del secondo integrale,
(2x − 1) dx dx
Z Z
2
= log(x + x + 1) − 2
x2 + x + 1 x2 + x + 1
dx
Z
2
= log(x + x + 1) − 2
(x + 1/2)2 + 3/4
8 dx
Z
= log(x2 + x + 1) −
3 1 + 4/3(x + 1/2)2
 
2 4 2 1
= log(x + x + 1) − √ arctan √ x+ + C.
3 3 2

b.
1   1
(2x − 1) dx 4 2 1
Z
2
= log(x + x + 1) − √ arctan √ x+
0 x2 + x + 1 3 3 2 0

= log 3 − √ .
3 3
PARTE B 5

Esercizio. Studiare la funzione


1 + | log x|
f (x) = .
x
Determinare, in particolare,
a. il dominio ed il suo segno;
b. i limiti agli estremi del dominio;
c. la derivata prima ed il suo segno.
d. Calcolare il limx→1 f ′ (x) da destra e da sinistra.
e. Disegnare un grafico probabile della funzione compatibile con le informazioni fin qui raccolte; non è
richiesto lo studio esplicito della derivata seconda, tuttavia si chiede di prevedere il numero minimo di flessi
compatibile con le informazioni fin qui raccolte.

Soluzione.
a. La funzione f è definita per x ∈ (0, +∞) ed è sempre positiva, anzi si puø osservare che è sempre pi˘
grande della funzione y = 1/x, infatti
1 + | log x| 1
>
x x
per ogni x > 0. In particolare osserviamo anche che la funzione non ha zeri.
1 + | log x| 1 + | log x|
b. Risulta, per via elementare, che lim = +∞ e che lim = 0+ .
x→0+ x x→+∞ x
c. Calcoliamo la derivata prima con le regole di derivazione, ricordando che
d
|g(x)| = Sign(g(x))g ′ (x)
dx
risulta
df (x) Sign(log x) − | log x| − 1
f ′ (x) = = .
dx x2
Osserviamo che il dominio della funzione f ′ coincide con il dominio di Sign(log x), ovvero, f ′ è definita per
0 < x < 1 e per x > 1. Il segno della derivata prima è determinato dal solo numeratore, perciø spezzando,
ci chiediamo quando il numeratore di f ′ è positivo o nullo; otteniamo

x>1 − log x ≥ 0 mai in x > 1
0 < x < 1 log x > 2 per x > e2 ovvero mai in 0 < x < 1
In definitiva la funzione f risulta decrescente su tutto il suo dominio.
− log x log x − 2
d. Abbiamo lim f ′ (x) = lim 2
= 0− e lim f ′ (x) = lim = −2. Quindi il punto
x→1+ x→1+ x x→1+ x→1+ x2
x = 1, in cui la funzione f è continua, risulta essere un punto angoloso.
e. Il grafico probabile della funzione f è rappresentato in figura 2. Perché ci sia compatibilitå con le
informazioni raccolte, il punto x = 1 deve presentare un cambiamento di concavitå, ed un altro flesso dovrå
trovarsi nella semiretta x > 1.

y=(1+|log x|)/x
3

2.5

1.5

0.5

−0.5
−0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3 3.5 4 4.5 5

1+| log x|
Figura 2. Grafico probabile della funzione f (x) = x , dedotto nell’Esercizio 4.
6

Esercizio 5 Facoltativo. Enunciare e dimostrare la regola di derivazione delle funzioni composte.


Analisi Matematica 1 Compito I 25 gennaio 2010

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c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali o
di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

E. 1. Il valor medio che la funzione f (x) = (9x − 10)ex assume nell’intervallo [3, 5] è:
a 9e5 − 10e3 b 4e5 − 13e3 z 13e5 − 4e3 d nessuna delle altre
Z x
E. 2. Sia F (x) = ln (t − 5) dt, allora il limite per x → +∞ di F (x)
6
a non esiste z è +∞ c è −∞ d nessuna delle precedenti
Z +∞
5
E. 3. dx =
5 3(x + 1)2
a 1/2 b 1/3 c +∞ z nessuna delle precedenti
E. 4. Sia f ∈ C 3 (R) una funzione tale che f (x) = 5 − 3x − 2x2 + x3 + o(x3 ) per x → 0. Allora necessariamente:
a f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −4, f ′′′ (0) = 1 z f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −4, f ′′′ (0) = 6 c f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −2,
f ′′′ (0) = 1 d nessuna delle precedenti
E. 5. La funzione f (x)= x2 − 5x− ln |x|è convessanell’intervallo
√  1 1 1
a −∞, − 2 b −∞, √ c −√ , √ z (0, +∞)
2 2 2
Z +∞ √
2 x
E. 6. L’integrale generalizzato dx
1 x2 + 2
a converge a 0 b diverge a +∞ z converge a L > 0 d non esiste
t cos(t − 2)
Z x
E. 7. L’equazione della retta tangente al grafico di F (x) = dt nel punto di ascissa 2 è a y = x−2
2 (t − 1)3
b y = x − 4 z y = 2x − 4 d nessuna delle precedenti
E. 8. Sia g(x) la primitiva di f (x) = e−x cos(x − 1) tale che g(1) = 0. Allora g(0) =
z − 21 cos 1 − 12 sin 1 + 2e
1
b − 12 cos 1 − 12 sin 1 c 12 cos 1 + 12 sin 1 + 2e
1
d nessuno dei precedenti
P∞
E. 9. La serie n=1 sin n sin n1 tan n1
z converge a l 6= 0 b diverge a +∞ c converge a 0 d nessuna delle precedenti

E. 10. lim+ f (x) = 1 significa a ∀ǫ > 0 ∃δ > 0 : x ∈ (0, δ) =⇒ |f (x) − 1| ≥ ǫ b ∀ǫ0 > 0 : ∃δ > 0 : x ∈
x→0
(0, δ) =⇒ f (x) ≤ 1 + ǫ0 z ∀δ0 > 0 ∃ ǫ > 0 : ∀x ∈ (0, ǫ) =⇒ |f (x) − 1| ≤ δ0 d ∃ǫ0 > 0 : ∀δ > 0∃x ∈ (−δ, δ) =⇒
|f (x) − 1| ≥ ǫ0

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Risposta

1
Analisi Matematica 1 Compito I 25 gennaio 2010

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c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali o
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Parte A

E. 1. La parte immaginaria del numero complesso πe6−πi è: a πe6 , b 1, z 0, d −πe6 .


 √
E. 2. L’insieme E = z ∈ C tale che z 4 = 3 i − 1 a è aperto in R2 b è parte della circonferenza di raggio
√ √
1 c è parte della retta y = −x/ 3 z contiene il punto 4 2(cos π/6 + i sin π/6)
Z x
E. 3. Sia f una funzione integrabile nell’intervallo [4, 9] e F (x) = f (t) dt. Quale delle seguenti affermazioni è
4
certamente vera?
a f è continua nell’intervallo [4, 9] b f è derivabile nell’intervallo [4, 9] c F è derivabile nell’intervallo
[4, 9] z F è continua nell’intervallo [4, 9]

E. 4. Quale delle seguenti scritture è vera a per x → 0, x3 = o(x4 ) b per x → 3, x − 3 = o((x − 3)2 ) c
per x → +∞, x3 = o(x2 ) z per x → 0, x3 = o(sin(x))
 1/x
e√ x<0
E. 5. La funzione in un intorno dell’origine a è continua e non derivabile z è
2 x sin x x≥0
continua e derivabile con derivata prima 0 in 0 c è continua e derivabile con derivata prima 1 in 0 d non è
continua
Z x √ 3
t−2
E. 6. In un intorno del punto x = 4 la funzione F (x) = 2 + 12
dt a è crescente b è illimitata z è
3 t
decrescente d nessuna delle precedenti
E. 7. Il polinomio di Taylor di II grado della funzione f (x) = e−4x − e6x con centro in x0 = 0 è:
z −10x2 − 10x b −20x2 − 10x c −30x2 − 10x d −40x2 − 10x
E. 8. Data f (x) = x3 arctan x sull’insieme X = (0, +∞) e g la sua inversa. Allora
z g ′ (π/4) = 4/(2 + 3π) b f non è invertibile c g ′ (π/4) = π/4 d g ′ (π/4) = 4π/3
E. 9. lim f (x) = 5 significa
x→3
a ∀p > 0 ∃ q > 0 tale che ∀x ∈ (3 − q, 3) ∪ (3, 3 + q) allora |f (x) − 5| > p z ∀p < 0 ∃ q > 0 tale che
∀x ∈ (3 − q, 3) ∪ (3, 3 + q) allora |f (x) − 5| < −p c ∃p > 0 ∀ q > 0 tale che ∀x ∈ (3 − q, 3) ∪ (3, 3 + q) allora
|f (x) − 5| < p d ∀p > 0 ∃ q > 0 tale che ∀x ∈ (3 − p, 3) ∪ (3, 3 + p) allora |f (x) − 5| < q

E. 10. lim inf n→∞ (−1)n + sin a non esiste b è −∞ z è −2 d è 0
2

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

1
Analisi Matematica 1 Compito 15 febbraio 2010

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c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali
o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte B

Esercizio
Risolvere i seguenti esercizi sulle serie giustificando adeguatamente tutti i passaggi logici.
+∞
X 5
a. Verificare la convergenza e calcolare la somma della serie √ .
n=3
2n

X √
b. Determinare la convergenza semplice ed assoluta per la serie (−1)k ( n e − 1).
k=4

Soluzione
a. Si tratta di una serie geometrica con ragione q = √12 < 1, che è quindi convergente. Ne calcoliamo la
somma:
∞ ∞ 
5 X 1 n

X 5 5 1 5
√ = √ √ = √ √ = √ .
2n 22 n=0 2 22 1 − 1/ 2 2− 2
n=2
b. La condizione necessaria alla convergenza è verificata infatti
lim (e1/n − 1) = 0.
n→+∞

Inoltre, la funzione f (x) = e1/x è decrescente. Allora la serie, per il criterio di Leibnitz, converge
semplicemente. La serie non converge assolutamente, infatti per gli sviluppi delle funzioni elementari
 
1/n 1 1 1
e −1 =1+ +o −1 ∼
n n n
dunque la serie dei valori assoluti è asintotica ad una serie armonica divergente.

Esercizio
È assegnata la funzione
 √ √
2 −x + 3 3 x se x ≤ 0
f (x) =
0 se x > 0
a. Studiare il segno di f , determinando, in particolare, le sue intersezioni con l’asse x.
b. Studiare il comportamento asintotico di f , per x → 0−
c. Studiare il comportamento asintotico di f , per x → −∞
d. Determinare l’insieme di continuità e l’insieme di derivabilità di f .
e. Studiare la crescenza di f determinando, in particolare, tutti i suoi punti di massimo e minimo relativo.
f. Determinare l’insieme immagine Im f , precisando se esso è aperto, chiuso, limitato. Inoltre determinare,
se esistono, l’estremo superiore, l’estremo inferiore, il massimo assoluto, il minimo assoluto di f .
g. Dopo aver calcolato f ′′ (x), studiare la concavità di f determinando, in particolare, tutti i suoi punti di
flesso.
h. Tracciare il grafico di f .
1
2

Soluzione
a. Il dominio della funzione è R. Ne studiamo il segno:
36
f =0 ⇔ x≥0ex=− ≡ x0
26
f > 0 ⇔ x < x0 .
Nel seguito, analizziamo
√ la funzione f solo per x < 0.
b. x → 0− f ∼ 3 x√−→ 0− .
c. x → −∞ f ∼ 2 −x −→ +∞ senza asintoti.
d. f ∈ C 0 (R). Studiamo il dominio T ′ della derivata prima T ′ = T \ {0}. Infatti,
1 1
f ′ (x) = − √ +√ 3
.
−x x2
1
Inoltre per x → 0− si ha f ′ ∼ √3
−→ +∞.
x2
e. Studiamo gli zeri ed il segno della derivata prima:
f ′ = 0 ⇔ x4 + x3 = 0 ovvero x = −1
f ′ > 0 ⇔ −1 < x < 0 quindi x = −1 è minimo assoluto
f. Valuto l’immagine della funzione:
Im f = [−1, +∞) non limitato, chiuso
sup Im f = +∞
inf Im f = min Im f = −1
g. Calcoliamo la derivata seconda
!
′′ 1 3 4
f = − p +√ .
6 (−x)3 3
x5
Quindi il dominio della derivata seconda coincide con il dominio della derivata prima T ′′ ≡ T ′ , inoltre
212
f ′′ = 0 ⇔ x = − ≡ xf
36
f ′′ > 0 ⇔ x > xf
h. Il grafico di f è rappresentato in figura.

4
x
0
x
m
3 x
f

−1

−2
−60 −50 −40 −30 −20 −10 0
SOLUZIONE 3

Esercizio
Data la funzione f (x) = log(1 + x2 ),
√ √
a. disegnare accuratamente il grafico di f nell’intervallo [− 3, 3],
b. trovare l’area della campana compresa tra il grafico della funzione f e la retta y = log 4.

Soluzione
a. La funzione f (x) = log(1 + x2 ) ha simmetria pari (si snellisce lo studio limitandosi a considerare il caso
x > 0) ed è asintotica a y = x2 nell’intorno dell’origine, che quindi è un minimo per f . Si osserva che
2x
f ′ (x) =
1 + x2
è positiva per x > 0; inoltre
2(1 − x2 )
f ′′ (x) =
(1 + x2 )2
ha il segno di 1 − x2 : positivo per −1 < x < 1 e negativo per x < −1 e x > 1. Si deduce che i punti
x = ±1 sono punti di flesso. Il grafico è in figura.
b. L’area della quale richiesto il calcolo viene rappresentata in figura. Data la simmetria della regione di
piano della quale richiesta l’area A
√ Z √3
A = 2 3 log 4 − 2 log(1 + x2 ) dx.
0

Calcoliamo prima l’integrale indefinito


2x2
Z Z
2 2
log(1 + x ) dx = x log(1 + x ) − dx
1 + x2
2x2 + 2 − 2
Z
= x log(1 + x2 ) − dx
1 + x2
Z  
2 2
= x log(1 + x ) − 2− dx
1 + x2
= x log(1 + x2 ) − 2x + 2 arctan(x) + C

5
y=log(1+x2)
y=log(4)

0
−sqrt(3) sqrt(3)

−1
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4
4

il primo passaggio è un’integrazione per parti, gli altri sono integrazioni elementari.
Z √3
√ 3
log(1 + x2 ) dx = x log(1 + x2 ) − 2x + 2 arctan(x) 0

0
√ √ 2π
= 3 log 4 − 2 3 +
3

da cui si ottiene A = 4( 3 − π/3).

Esercizio
Enunciare e dimostrare la formula di Taylor con resto secondo Lagrange.

Soluzione
Analisi Matematica 1 Compito 10 crediti 15 febbraio 2010

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Prof. Vegni Matricola Sezione ELN

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali o
di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

E. 1. Il valor medio che la funzione f (x) = (9x − 10)ex assume nell’intervallo [3, 5] è:
a 9e5 − 10e3 b 4e5 − 13e3 z 13e5 − 4e3 d nessuna delle altre
Z x
E. 2. Sia F (x) = ln (t − 5) dt, allora il limite per x → +∞ di F (x)
6
a non esiste z è +∞ c è −∞ d nessuna delle precedenti
Z +∞
5
E. 3. dx =
5 3(x + 1)2
a 1/2 z 1/3 c +∞ d nessuna delle precedenti
E. 4. Sia f ∈ C 3 (R) una funzione tale che f (x) = 5 − 3x − 2x2 + x3 + o(x3 ) per x → 0. Allora necessariamente:
a f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −4, f ′′′ (0) = 1 z f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −4, f ′′′ (0) = 6 c f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −2,
′′′
f (0) = 1 d nessuna delle precedenti
E. 5. La funzione f (x)= x2 − 5x− ln |x|è convessanell’intervallo
√  1 1 1
a −∞, − 2 b −∞, √ c −√ , √ z (0, +∞)
2 2 2
Z +∞ √
2 x
E. 6. L’integrale generalizzato 2+2
dx
1 x
a converge a 0 b diverge a +∞ z converge a L > 0 d non esiste
Z x
t cos(t − 2)
E. 7. L’equazione della retta tangente al grafico di F (x) = dt nel punto di ascissa 2 è a y = x−2
2 (t − 1)3
b y = x − 4 z y = 2x − 4 d nessuna delle precedenti
E. 8. Sia g(x) la primitiva di f (x) = e−x cos(x − 1) tale che g(1) = 0. Allora g(0) =
z − 21 cos 1 − 21 sin 1 + 2e
1
b − 12 cos 1 − 21 sin 1 c 12 cos 1 + 21 sin 1 + 2e
1
d nessuno dei precedenti
P∞
E. 9. La serie n=1 sin n sin n1 tan n1
z converge a l 6= 0 b diverge a +∞ c converge a 0 d nessuna delle precedenti

E. 10. lim+ f (x) = 1 significa a ∀ǫ > 0 ∃δ > 0 : x ∈ (0, δ) =⇒ |f (x) − 1| ≥ ǫ b ∀ǫ0 > 0 : ∃δ > 0 : x ∈
x→0
(0, δ) =⇒ f (x) ≤ 1 + ǫ0 z ∀δ0 > 0 ∃ ǫ > 0 : ∀x ∈ (0, ǫ) =⇒ |f (x) − 1| ≤ δ0 d ∃ǫ0 > 0 : ∀δ > 0∃x ∈ (−δ, δ) =⇒
|f (x) − 1| ≥ ǫ0

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

1
Analisi Matematica 1 Compito 15 luglio 2010

Cognome Nome Firma

Prof. Vegni Matricola Sezione ELN

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali
o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte B

Esercizio.
a. Siano X ed Y due insiemi. Dare la definizione di funzione da X in Y .
b. Precisare qual’è il più grande insieme aperto in cui sono definite le funzioni
f : R −→ R
x 7→ f (x) = sign (x + 1)| log |x − 1||;
g : R −→ R
x 7→ g(x) = |x + 1| log |x + 1|.
c. A partire dai grafici delle funzioni elementari, disegnare il grafico di y = f (x).
d. Trovare il grafico probabile della funzione y = g(x), studiando in particolare il comportamento
asintotico nell’intorno degli zeri e il segno della derivata prima.

Soluzione.
a. Una funzione da X (dominio) in Y (codominio) è una applicazione che fa corrispondere ad alcuni
elementi di X un solo elemento di Y . In formule, scriveremo:
f : X −→ Y
x 7→ y = f (x).
Il sottoinsieme di X sul quale è definita l’applicazione è detto dominio proprio di f ; il sottoinsieme di Y dei
punti raggiunti dall’applicazione f è detto immagine della funzione.
b. Il più grande insieme aperto dove è definita f è D = R\{±1} = (−∞, −1)∪(−1, 1)∪( +∞). Possiamo
quindi dire che il dominio proprio di f è l’insieme D.
Il più grande insieme aperto dove è definita g invece è E = R \ {−1} = (−∞, −1) ∪ (−1, +∞).
c. Il grafico di y = f (x) è rappresentato in Figura ??.
d. Il grafico di y = g(x) è rappresentato in Figura ??.

3 4
2

0 3

−1

−2
2
−3
−10 −8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8 10
90 2
120 60
1

150 1 30

0
180 0

−1
210 330

240 300
−2
270 −5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3

Figura 1. I grafici delle funzioni f e g e la rappresentazione delle soluzioni dell’esercizio sui


numeri complessi.
1
2

Esercizio.
sin 2x − 1 + ex
a. Determinare i valori dei parametri α, β ∈ R per cui lim vale 1.
x→0+ αxβ
b. Esistono dei valori dei parametri per cui il limite è −∞? Quali?

Soluzione.
a. Utilizzando gli sviluppi asintotici delle funzioni elementari y = sin t e y = et per t → 0, abbiamo per
x → 0+ :
sin 2x − 1 + ex 2x + o(x) − 1 + 1 + x + o(x) 3x + o(x) 3
β
= β
= β
∼ x1−β
αx αx αx α
ed affinché valga 1 la scelta corretta è α = 3 e β = 1.

b. Il limite vale −∞ se α < 0 e 1 − β < 0.


PARTE B 3

Esercizio.
a. Prevedere, se possibile, il numero di soluzioni dell’equazione di variabile complessa
 
1
z3 − (iz 2 + 2z − 2i) = 0.
i

b. Trovare tutte le soluzioni {zk } dell’equazione.


c. Rappresentare nel piano di Gauss i numeri complessi eiπ/4 zk .

Soluzione.
a. L’equazione è di tipo polinomiale. Possiamo allora applicare il teorema fondamentale dell’Algebra pre-
vedendo che le soluzioni saranno tante quanto è il grado dell’equazione: 5 in questo caso, 3 dall’annullamento
1
3
del termine z − i e 2 dall’annullamento del termine (iz 2 + 2z − 2i).


1
b. Razionalizzando il denominatore, l’equazione z 3 − = 0 è equivalente a z 3 = −i. Sia z = ρ(cos θ +
i
i sin θ); l’equazione diventa
3π 3π
ρ3 (cos 3θ + i sin 3θ) = cos + i sin
2 2
π
da cui ricaviamo le tre soluzioni che hanno modulo unitario ed argomento pari a cui sommo i multipli di
    3
2π π 2π π 2π
ottenendo z1,2,3 = cos +k + i sin +k , con k = 0, 1, 2.
3 2 3 2 3
Per risolvere l’equazione iz 2 + 2z − 2i = 0 usiamo la nota formula ridotta:

−1 + 1 − 2 −1 ± i
z4,5 = = = i ± 1.
i i
π
c. Si tratta di rappresentare le soluzioni trovate in (b) e ruotate di un angolo positivo e pari a . Il
4
risultato della rotazione in Figura ??.
4

Esercizio. Sia x → 3. E siano f e g due funzioni R −→ R che abbiano 3 come punto di accumulazione
del dominio.
a. Definizione di f ∼ g. Fare un esempio di due funzioni asintotiche per x → 3.
b. Definizione di f = o(g). Fare un esempio di una funzione che sia o piccolo di un’altra per x → 3.
c. Dimostrare le due implicazioni del teorema:
f ∼ g ⇔ f = g + o(g).

Soluzione.
a. Per x → 3, f ∼ g se f = gh con h → 1 per x → 3. Ad esempio, f = sin(x − 3) e g = (x − 3) sono
asintotiche per x → 3.
b. Per x → 3, f = o(g) se f = gh con h → 0 per x → 3. Ad esempio, f = o(g) per x → 3 con la scelta
f = (x − 3)2 e g = (x − 3).
c. f ∼ g ⇒ f = g + o(g) Infatti scrivo l’ipotesi come f = gh con h → 1, quindi f − g = g(h − 1) = gH,
con H = h − 1 → 0.
. f ∼ g ⇐ f = g + o(g) Infatti scrivo l’ipotesi come f − g = gh con h → 0, quindi f = g + gh =
g(h + 1) = gH, con H = h + 1 → 1.
Analisi Matematica 1 Compito I 24 gennaio 2011

Cognome Nome Firma

Prof. Vegni Matricola Sezione ELN

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali o
di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

E. 1. Il valor medio che la funzione f (x) = (9x − 10)ex assume nell’intervallo [3, 5] è:
a 9e5 − 10e3 b 4e5 − 13e3 z 13e5 − 4e3 d nessuna delle altre
Z x
E. 2. Sia F (x) = ln (t − 5) dt, allora il limite per x → +∞ di F (x)
6
a non esiste z è +∞ c è −∞ d nessuna delle precedenti
Z +∞
5
E. 3. dx =
5 3(x + 1)2
a 1/2 b 1/3 c +∞ z nessuna delle precedenti
E. 4. Sia f ∈ C 3 (R) una funzione tale che f (x) = 5 − 3x − 2x2 + x3 + o(x3 ) per x → 0. Allora necessariamente:
a f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −4, f ′′′ (0) = 1 z f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −4, f ′′′ (0) = 6 c f ′ (0) = −3, f ′′ (0) = −2,
′′′
f (0) = 1 d nessuna delle precedenti
E. 5. La funzione f (x)= x2 − 5x− ln |x|è convessanell’intervallo
√  1 1 1
a −∞, + 2 b −∞, √ c −√ , √ z (0, +∞)
2 2 2
Z +∞ √
2 x
E. 6. L’integrale generalizzato 2+2
dx
1 x
a converge a 0 b diverge a +∞ z converge a L > 0 d non esiste
Z x
t cos(t − 2)
E. 7. L’equazione della retta tangente al grafico di F (x) = dt nel punto di ascissa 2 è a y = x−2
2 (t − 1)3
b y = x − 4 z y = 2x − 4 d nessuna delle precedenti
E. 8. Sia g(x) la primitiva di f (x) = e−x cos(x − 1) tale che g(1) = 0. Allora g(0) =
z − 21 cos 1 − 21 sin 1 + 2e
1
b − 12 cos 1 − 21 sin 1 c 12 cos 1 + 21 sin 1 + 2e
1
d nessuno dei precedenti
P∞
E. 9. La serie n=1 sin n sin n1 tan n1
z converge a l 6= 0 b diverge a +∞ c converge a 0 d nessuna delle precedenti

E. 10. lim+ f (x) = 1 significa a ∀ǫ > 0 ∃δ > 0 : x ∈ (0, δ) =⇒ |f (x) − 1| ≥ ǫ b ∀ǫ0 > 0 : ∃δ > 0 : x ∈
x→0
(0, δ) =⇒ f (x) ≤ 1 + ǫ0 z ∀δ0 > 0 ∃ ǫ > 0 : ∀x ∈ (0, ǫ) =⇒ |f (x) − 1| ≤ δ0 d ∃ǫ0 > 0 : ∀δ > 0∃x ∈ (−δ, δ) =⇒
|f (x) − 1| ≥ ǫ0

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

1
Analisi Matematica 1 Compito 1 24 gennaio 2011

Cognome Nome Firma

Prof. Vegni Matricola Sezione ELN

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali
o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte B

Esercizio
exp f (x) − (sin x + cos x)
Sia f ∈ C 2 (R), tale che f (x) = x + 2x2 + o(x2 ) per x → 0. Calcolare lim .
x−→0+ (sin x + f (x))2
Soluzione
Siccome della funzione f non è assegnata esplicitamente, ma tramite il suo sviluppo con polinomio di
Taylor al secondo ordine nell’intorno dell’origine, procediamo sviluppando numeratore e denominatore fino
al secondo ordine, mantenendo un errore che sia trascurabile rispetto a termini di ordine 2 ovvero o(x2 ).
Utilizzando lo sviluppo elementare della funzione esponenziale et = 1 + t + t2 + o(t2 ), con t → 0, abbiamo
che
1
exp f (x) = 1 + (x + 2x2 + o(x2 )) + (x + 2x2 + o(x2 ))2 + o(x2 )
2
x 2
= 1 + x + 2x2 + o(x2 ) + .
2
Sviluppando al secondo ordine le funzioni seno e coseno (sempre nell’intorno dell’origine) abbiamo:
x2
sin x + cos x = x + o(x2 ) + 1 −
2
(sin x + f (x))2 = (x + o(x2 ) + x + 2x2 + o(x2 ))2
= 4x2 + o(x2 ).
Ne deduciamo la parte principale del numeratore e del denominatore, ovvero che per x → 0
exp f (x) − (sin x + cos x) 3x2 3
2
∼ 2
= .
(sin x + f (x)) 4x 4

1
2

Esercizio
Giustificando ogni passaggio eseguito, stabilire il carattere delle seguenti serie, analizzandone la conver-
genza semplice ed assoluta:
+∞ √ !
X n2 + 2
a. −1 ,
n
n=1
+∞
X sin n + 1
b. (−1)n ,
n3 + 2
n=0
+∞
X n log 5n + 1
c. .
n=1
n3 − 2−n

Soluzione

a. Si tratta di una serie a termini positivi poiché n2 + 2 > n. Per le serie a termini positivi la convergenza
coincide con la convergenza assoluta. Utilizziamo i criteri delle serie a termini positivi. Abbiamo che:
√ √ √ √
n2 + 2 n2 + 2 − n n2 + 2 − n n2 + 2 + n 2 1
−1= = √ = √ ∼ 2.
n n n n2 + 2 + n n( n2 + 2 + n) n
Applicando il criterio del confronto asintotico, deduciamo che la serie converge perché è asintotica ad una
serie armonica generalizzata con coefficiente α = 2.
b. Il termine generale ha segno alternato. Analizziamo la convergenza assoluta della serie:

(−1)n sin n + 1 = sin n + 1 ≤ 2

3
n +2 n3 + 2 n3
maggiorando il numeratore e minorando il denominatore. Per il criterio del confronto (maggiorata con
una serie armonica generalizzata con coefficiente α = 3), deduciamo la serie converge assolutamente,
quindi anche semplicemente.
c. È una serie a termini positivi; studiamo la parte principale del numeratore e del denominatore: per
n → +∞ abbiamo che
n log 5n + 1 n2 log 5 log 5
3 −n
∼ 3
= .
n −2 n n
La serie diverge (semplicemente ed assolutamente), per il criterio di confronto asintotico, poiché è
asintotica ad una serie armonica (divergente).
SOLUZIONE 3

Esercizio
Si consideri r
x+1
f (x) = e−x 3
.
x−1
a. Determinarne il dominio ed il segno.
b. Studiare il comportamento asintotico nell’intorno dello/gli zero/i.
c. Determinare il comportamento asintotico agli estremi del dominio.
d. Calcolare la derivata e studiarne il segno.
e. Disegnare il grafico probabile compatibile con le informazioni fin qui raccolte (non è necessario il calcolo
della derivata seconda).
f. Prevedere il numero minimo di flessi compatibile con le informazioni fin qui raccolte.

Soluzione
a. La funzione f è definita su R \ {1}, è positiva per x < −1 e per x > 1, negativa per −1 < x < 1 e si
annulla per x = −1.
b. Lo zero è dovuto all’annullamento del numeratore della radice. Per x → −1, abbiamo che f ∼ −2−1/3 e(x+
1)1/3 ; localmente la funzione ha un flesso a tangente verticale, il cui comportamento è rappresentato nella
figura sottostante.
2.5

1.5

0.5

−0.5

−1

−1.5

−2

−2.5

−3.5 −3 −2.5 −2 −1.5 −1 −0.5 0

c. Per x → −∞, f −→ +∞ esponenzialmente. Per x → +∞, f −→ 0+ ; la retta y = 0 è asintoto orizzontale.


Per x → 1− , f −→ −∞; per x → 1+ , f −→ +∞. La retta x = 1 è asintoto verticale.
d. Abbiamo che
x + 1 −2/3 −2
r  
′ −x 3 x + 1 −x 1
f (x) = −e +e
x−1 3 x−1 (x − 1)2
 −2/3  
−x x + 1 x+1 2 1
= −e + .
x−1 x − 1 3 (x − 1)2
h i
Da cui ricaviamo che il segno di f ′ (x) equivale al segno di − x+1 x−1 + 2 1
3 (x−1) 2 < 0 che equivale al segno
2
√ √
di −x + √1/3. La funzione
√ assegnata dunque √ decresce per x < −1/ 3 e per x > 1/ 3;√f è crescente
per −1/ 3 < x < 1/ 3. Il punto x = −1/ 3 è punto di minimo locale; mentre x = 1/ 3 è punto di
massimo locale.
e. Il grafico probabile della funzione y = f (x) è disegnato nella figura.
flesso probabile

−1

−2

−3

−1.5 −1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2

f. La funzione assegnata presenta 5 cambi di concavità, quindi i flessi dovranno essere almeno 4 (vedi la
figura).
4

Esercizio
Calcolare l’area della parte di piano compresa tra la parabola di equazione y = −x2 e la retta di equazione
y = −3x + 2.

Soluzione
L’area richiesta è rappresentata in figura.
1

−1

−2

−3

−4

−5
−1 −0.5 0 0.5 1 1.5 2 2.5 3

La retta e la parabola si incontrano nei punti di ascissa x = 1 ed x = 2. L’area richiesta è perciò calcolabile
come
Z 2 Z 2
A = (−x2 )dx − (−3x + 2)dx
1 1
Z 2
= (−x2 + 3x − 2)dx
1
2
x3 3x2

1
= − + − 2x =
3 2 1 6
Analisi Matematica 1 Compito 15 novembre 2010

Cognome Nome Firma

Prof. Vegni Matricola Sezione ELN

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali
o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte B

Esercizio.
a. Prevedere, se possibile, il numero di soluzioni dell’equazione di variabile complessa
 
3 1
z − (iz 2 + 2z − 2i) = 0.
i

b. Trovare tutte le soluzioni {zk } dell’equazione.


c. Rappresentare nel piano di Gauss i numeri complessi eiπ/4 zk .

Soluzione.
a. L’equazione è di tipo polinomiale. Possiamo allora applicare il teorema fondamentale dell’Algebra pre-
vedendo che le soluzioni saranno tante quanto è il grado dell’equazione: 5 in questo caso, 3 dall’annullamento
del termine z 3 − 1i e 2 dall’annullamento del termine (iz 2 + 2z − 2i).


1
b. Razionalizzando il denominatore, l’equazione z 3 − = 0 è equivalente a z 3 = −i. Sia z = ρ(cos θ +
i
i sin θ); l’equazione diventa
3π 3π
ρ3 (cos 3θ + i sin 3θ) = cos
+ i sin
2 2
π
da cui ricaviamo le tre soluzioni che hanno modulo unitario ed argomento pari a cui sommo i multipli di
    3
2π π 2π π 2π
ottenendo z1,2,3 = cos +k + i sin +k , con k = 0, 1, 2.
3 2 3 2 3
Per risolvere l’equazione iz 2 + 2z − 2i = 0 usiamo la nota formula ridotta:

−1 + 1 − 2 −1 ± i
z4,5 = = = i ± 1.
i i
π
c. Si tratta di rappresentare le soluzioni trovate in (b) e ruotate di un angolo positivo e pari a . (Lascio
4
la rappresentazione agli studenti).

1
2

Esercizio. Data la funzione α, β ∈ R per cui la funzione


 β x2 + β |x| < 1

f (x) = 2 2
 α|x|
e |x| ≥ 1
a. determinare i valori dei parametri α, β ∈ R per cui f è continua su R.
b. Determinare i valori dei parametri per cui f è derivabile su R.

Soluzione.
a. Essendo composizione di funzioni continue, lei è continua in tutto R \ {±1}, dove c’è il raccordo.
La funzione è pari. La studio solo sul semiasse positivo, e mi basta dunque studiare la continuità in
x = 1. Dobbiamo verificare che
lim f (x) = f (1) = lim f (x).
x→1− x→1+
In particolare, abbiamo che f (1) = α
e , quindi
β 2 β
lim x + = eα = lim eα|x| .
x→1− 2 2 x→1+
Il limite da destra è verificato; il limite da sinistra richiede che, per avere continuità, debba essere
β = eα .
b. Calcolando le derivate prime, laddove possibile, con le regole di derivazione, abbiamo
(
βx |x| < 1
f ′ (x) = α|x|
αe sign (x) |x| > 1.
Nel punto di raccordo studiamo a parte la derivata. Tenendo conto della condizione per la continuità
(necessaria) β = eα , abbiamo: Nel punto x = 1 risulta
f (1 + h) − f (1) eα(1+h) − eα eα (eαh − 1)
per h → 0+ = = ∼ αeα
h h h
f (1 + h) − f (1) β/2(1 + h)2 + β/2 − eα βh + β/2h2
per h → 0− = = ∼β
h h h
α α
da cui si ricava che e = αe , ovvero
α=1 β = e.
Nei punti diversi dai punti di raccordo osserviamo che la funzione è derivabile con derivata continua
poiché composizione di funzioni elementarmente derivabili.
PARTE B 3

Esercizio. Sia p
f (x) = arctan |x2 − 1|.
a. Determinare il suo dominio, il segno, gli zeri ed eventuali simmetrie.
b. La funzione è continua sul suo dominio? perché?
c. Calcolare i limiti agli estremi del dominio.
d. Calcolare l’andamento asintotico nell’intorno degli zeri e dedurre l’andamento qualitativo del grafico
di f nell’intorno di tali punti.
e. Calcolare la derivata prima e determinare dominio della funzione derivata. Studiarne quindi il segno.
f. Disegnare il grafico probabile di f , compatibilmente con le informazioni fin qui raccolte, ipotizzando
il minor numero possibile di cambi di concavità. Esiste il massimo assoluto della funzione? Esiste l’estremo
superiore della funzione? La funzione è limitata?

Soluzione.
a. Il dominio è R. Gli zeri sono x1,2 = ±1; la funzione è sempre positiva, quando non è zero ed ha
simmetria pari.
b. La funzione è continua su R in quanto composta di funzioni continue.
c.
π
lim f (x) = .
x→±∞ 2
d. Siccome la funzione è pari posso limitarmi a studiarne l’andamento asintotico nell’intorno di x2 = 1.
Risulta, per x → 1:
|x2 − 1| = |x − 1||x + 1| ∼ 2|x − 1|

|x2 − 1|1/2 ∼ 2|x − 1|1/2

|x2 − 1|1/2 = 2|x − 1|1/2 + o(|x − 1|1/2 )
√  √
arctan |x2 − 1|1/2 = arctan 2|x − 1|1/2 + o(|x − 1|1/2 ) ∼ 2|x − 1|1/2

L’andamento qualitativo del grafico di f nell’intorno di tali punti è dunque quello della funzione y = |x|1/2
traslato a destra di 1 unità (e poi a sinistra nel caso del punto x1 = −1.

2.5

1.5

0.5

−0.5

−1

−1.5
−3 −2 −1 0 1 2 3

I due punti x1,2 corrispondono ai punti di minimo assoluto della funzione (che altrove è positiva).
e. Abbiamo
x sign (x2 − 1)
f ′ (x) = p .
(|x2 − 1| + 1) |x2 − 1|
Il dominio della funzione derivata è R \ {±1}, dove non è derivabile (inutile controllare con la deifinizione,
dato l’andamento asintotico trovato al punto precedente). Il segno della funzione derivata dipende dal
numeratore di f ′ :
f cresce quando f ′ > 0 ⇐⇒ x sign (x2 − 1) > 0 ⇐⇒ x ∈ (−1, 0) ∪ (1, +∞)
f decresce quando f ′ < 0 ⇐⇒ x sign (x2 − 1) < 0 ⇐⇒ x ∈ (−∞, −1) ∪ (0, 1).
4

f. Il grafico probabile è nella figura qui sotto. La funzione è limitata, ha minimo assoluto ma non ha
massimo assoluto. L’estremo superiore è π/2. L’origine è punto di massimo locale (dove la funzione assume
il valore f (0) = arctan 1 = π/4.

2.5

1.5

0.5

−0.5

−1

−1.5
−5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5

Esercizio. Calcolare    1/5 !


1 x+1
lim cos √ − x.
x→+∞ x x

Soluzione. Per x → +∞ abbiamo, tenendo conto degli sviluppi delle funzioni elementri:
 
√1 1 1

cos x
=1− 2x +o x
x+1 1/5 11 1/5
+ o x1
  
x = 1+ x = 1 + 5x
  1/5
cos √1x − x+1 7 1 1

x = − 10 x +o x
   1/5 
cos √1x − x+1
x
7
x = − 10 + o(1) −→ − 107
.

Esercizio. Enunciare e dimostrare la formula che dà il valore della somma della progressione geometrica.

Soluzione. La formula è
N
X 1 − q N +1
qk =
1−q
k=0
e vale per ogni q 6= 1. La dimostrazione sul libro di testo.
Analisi Matematica 1 Compito I 16 febbraio 2011

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c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali o
di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A
+∞
X 5 √ 5
E. 1. La somma della seguente serie √ è: a 5/ 2 b nessuno degli altri valori c 5/2 z √
n=3
2n 2( 2 − 1)

X  √ 
E. 2. La serie (−1)k e1/ k − 1 a soddisfa la condizione necessaria alla convergenza, ma non converge
k=5
semplicemente; b non soddisfa la condizione necessaria alla convergenza; z converge semplicemente ma non
converge assolutamente; d converge assolutamente e quindi anche semplicemente.
2
x3
E. 3. f (x) = 1 + sin(x2 ) − ex ; il Polinomio di Mac Laurin di grado ≤ 3 associato ad f è a 2x2 b 3! − x2
z 0 d 1 − x3
2
E. 4. Si consideri la funzione f (x) = e−kx , x ∈ R, k ∈ R. Allora a f è strettamente crescente ∀k ∈ R b per
qualche k ∈ R f è strettamente crescente z ∀k ∈ R f non è invertibile d ∀k 6= 0 f ha come immagine R
   
5 2 7 7 5 2 7
E. 5. Quale è il coefficiente di c nello sviluppo del binomio (a c + b) ? a a b b a2 b 5 z
  3 5
7
21a10 b2 d a10 b2
3
 
7i
E. 6. A = z ∈ C : < 3 è z la parte esterna di un cerchio b un insieme limitato c un
z − 3i
semipiano d un insieme chiuso.

E. 7. Sia E ⊂ R. La scrittura inf E = 4 significa a ∀x ∈ E, 4 ≤ x e ∀x ∈ E, ∃ǫ > 0 : 4 < x < 4 − ǫ b


∀x ∈ E, x ≤ 4 z ∀x ∈ E, 4 ≤ x e ∀ǫ > 0, ∃x ∈ E : 4 ≤ x < 4+ǫ d ∀x ∈ E, 4 ≤ x e ∀ǫ > 0, ∃x ∈ E : 4−ǫ < x ≤ 4.

E. 8. Sia X = {an = sin nπ + n1 ∈ R, n ∈ N \ {0}}, allora a X è chiuso b l’insieme ω-limite è costituito




da due elementi z min X = − sin 1 d an ha segno costante


E. 9. Un sistema genera una password composta da 6 cifre, 
ciascuna
 scelta
 casualmente
 tra i simboli ternari 0, 1
6 3 6 6
e 2. Quante sono le possibili password? z 3 , b 6 , c d .
2 3
E. 10. Il polinomio di Taylor della funzione integrale
Z x
arctan ln t
F (x) = dt
1 t2 + 1
di grado 2 centrato in x0 =1 è z (x − 1)2 /4 b π(x − 1)2 /4 c x − 1 + (x − 1)2 /2 d nessuno dei precedenti

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

1
AM1 13 novembre 2012

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Parte A
( ) ( )
7 7
E. 1. Quanti sono i possibili anagrammi della parola analisi? a z 1260 c 7! d
4 2

E. 2. Si consideri la funzione f (x) = e−kx , x ∈ R, k ∈ R. Allora a f è strettamente crescente ∀k ∈ R b


2

per qualche k ∈ R f è strettamente crescente z ∀k ∈ R f non è invertibile d ∀k ̸= 0 f ha come immagine R

E. 3. lim x log x2 z = 0+ , b = +∞, c = 0− , d non esiste.


x→0−

E. 4. lim f (x) = 1− significa a ∀ ϵ > 0, ∃ M > 0 tale che ∀ x > M allora vale |f (x)| < 1 + ϵ, b
x→+∞
∃ M > 0, ∀ϵ > 0 tale che ∀ x > M allora vale |f (x) − 1| < ϵ, c ∀ M > 0, ∃ ϵ > 0 tale che ∀ x > M allora vale
|f (x) − 1| < ϵ, z ∀ M > 0, ∃ ϵ > 0 tale che ∀ x > ϵ allora vale 0 ≤ 1 − f (x) < M .

E. 5. L’insieme E = {z ∈ C : z · z̄ = 2} è a privo di punti di accumulazione, z chiuso, e limitato, c


aperto, d numerabile.

( )affermazioni é falsa: per x → 0 z


+
E. 6. Quale tra le seguenti a ln x = o(1/x), ln(x) = o(x), c
1 1
x = o(e1/x ), d =o .
ln x x3
E. 7. Sia λ > 0 un parametro positivo. Si studi il carattere della serie a termini positivi
∑∞ ( )n
λn + 1

n=3
n2 − 1

al variare di λ. Risulta z convergente per 0 < λ < 1, e divergente altrimenti; b convergente per 0 < λ ≤ 1, e
divergente altrimenti; c convergente per λ > 1, e divergente altrimenti; d convergente per λ ≥ 1, e divergente
altrimenti.
E. 8. Quale delle seguenti implicazioni é falsa? a Se f = o(x) per x → +∞ allora f puó essere infinitesima;
z se f = o(x) per x → +∞ allora f é infinitesima; c se f è infinitesima per x → +∞ allora f = o(x) per
x → +∞; d se f é infinita per x → +∞ allora non puó essere f = o(x−1 ) per x → +∞.
( )
E. 9. Sia X = {an = sin nπ + n1 ∈ R, n ∈ N \ {0}}, allora a X è chiuso b l’insieme ω-limite è costituito
da due elementi z min X = − sin 1 d an ha segno costante
E. 10. L’insieme {(x, y, z) ∈ R3 : 1 < x2 + 2y 2 + 4z 2 < 4} è a chiuso, non numerabile; b chiuso e limitato;
z aperto e limitato; d un intorno dell’origine.

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

1
2

Parte B

E. 1. (i) Dare la definizione di continuità in un punto x0 per una funzione di una variabile.
(ii) La funzione seguente è continua nell’origine? Perché?
√ ( )
1 + 2x + 5x2
f (x) = sin(x − x2 ) cos(πx) ln
3
.
1 + 6x
(iii) Dare una stima asintotica del comportamento di f nell’intorno dell’origine e disegnare il grafico corrispon-
dente.
Soluzione
(i) (Cfr. Bramanti-Pagani-Salsa. La funzione f è continua nel punto x0 (di accumulazione) se
lim f (x) = f (x0 ).
x→x0

(ii) La funzione assegnata è continua nell’origine essendo composizione e prodotto di funzioni elementari continue
(nell’origine).
(iii) Per x → 0, valgono
√ le seguenti
√ considerazioni,
√ dedotte
√ dai limiti
√ delle funzioni elementari nell’origine:
• sin(x − x2 ) = (x − x2 ) + o(x − x2 ) = − x2 + o( x2 )
3 3 3 3 3

π 2 x2
• cos(πx) = 1 − + o(x2 )
( 2) ( ) ( )
1 + 2x + 5x2 1 + 2x + 4x − 4x + 5x2 1 + 6x −4x + 5x2
• ln = ln = ln + =
( 1 + 6x ) 1(+ 6x ) 1 + 6x 1 + 6x
−4x+5x2 −4x+5x2 −4x+5x2
= ln 1 + 1+6x = 1+6x +o 1+6x = −4x + o(x).

Si deduce che per x → 0 f ∼ 4 x5 .
3

0.8

0.6

0.4

0.2

−0.2

−0.4

−0.6

−0.8

−1

−1 −0.5 0 0.5 1

Figura 1. Andamento qualitativo della funzione assegnata dall’esercizio nell’intorno dell’origine.

E. 2. (i) Enunciare e dimostrare il criterio della radice.


(ii) Discutere la convergenza semplice ed assoluta della serie
∑∞
k
(−1)k+1 β
k + 2k 2
k=3
al variare del parametro β ∈ R.

Soluzione.
(i) (Cfr. Bramanti-Pagani-Salsa)
1
(ii) Sia β ≤ 2; il valore assoluto del termine generale della serie è asintotico a ak = perciò la serie non
2k
converge assolutamente; converge però semplicemente grazie ad il criterio di Leibnitz.
1
Sia β > 2, il valore assoluto del termine generale della serie è asintotico a ak = β−1 , che è l’armonica
k
generalizzata, convergente. La serie assegnata converge quindi assolutamente e semplicemente.
PARTE B 3

E. 3. Consideriamo l’equazione nel piano complesso


z 6 + 3z 4 = 0.
(i) Possiamo prevedere il numero delle sue soluzioni? Perché?
(ii) Trovare analiticamente le soluzioni dell’equazione e disegnarle nel piano di Gauss.

Soluzione.
(i) No, poiché l’equazione non è polinomiale, dunque non è possibile utilizzare il teorema fondamentale dell’al-
gebra.
(ii) Scrivo l’equazione in forma trigonometrica, con l’incognita z = ρ(cos θ + i sin θ)
ρ6 (cos 6θ + i sin 6θ) = 3ρ4 [cos(π − 4θ) + i sin(π − 4θ)] .

Ne ricavo che ρ6 = 3ρ4 da cui ρ = 0, 3. Inoltre 6θ = π − 4θ + 2kπ ovvero
π 2π
θ= +k .
10 10

Oltre alla soluzione nulla, il problema ha 10 soluzioni sulla circonferenza di raggio 3 equispazioate di un decimo di
angolo giro, con argomento fondamentale π/10. Il disegno è lasciato agli studenti.

E. 4. (i) Dimostrare che R ed R3 hanno la stessa cardinalità.


(ii) Enunciare la formula che esprime la cardinalità dell’insieme della parti di un insieme finito.
(iii) Dimostrare la formula enunciata
Soluzione
Vedi appunti e libro di testo.
AM1 28 gennaio 2013

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c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini commerciali
o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

Parte A

E. 1. lim f (x) = l significa a ∀  > 0, ∃ K > 0 tale che ∀ x > K allora vale |f (x)| < l +  b
x→+∞
∃ K > 0, ∀ > 0 tale che ∀ x > K allora vale |f (x) − l| <  c ∀ K > 0, ∃  > 0 tale che ∀ x > K allora
vale |f (x) − l| <  z ∀ K > 0, ∃  > 0 tale che ∀ x >  allora vale |f (x) − l| < K
E. 2. Data la funzione f = x−2x2 +3, il punto che soddisfa la tesi del teorema di Lagrange nell’intervallo
[1, 3] è a il punto 3/2 b il punto 5/2 z il punto 2 d nessuno dei precedenti.
x
x2 − x

E. 3. lim a 0+ b 0− c e2 z e−2
x→+∞ x2 + x + 2

E. 4. Sia f ∈ C 3 (R) una funzione tale che f (x) = 5 − 3x − 2x2 + x3 + o(x3 ) per x → 0. Allora
necessariamente:
a f 0 (0) = −3, f 00 (0) = −4, f 000 (0) = 1 z f 0 (0) = −3, f 00 (0) = −4, f 000 (0) = 6 c f 0 (0) = −3,
f 00 (0) = −2, f 000 (0) = 1 d nessuna delle precedenti
E. 5. Sia f una funzione continua su R tale che f = o(x2 ) per x → 0. Allora z f 0 (0) = 0; b
f (x) > 0 per ogni x 6= 0; c f 00 (0) < 0; d f 0 (0) non necessariamente esiste.
E. 6. La funzione y = sin |x − π/2| a è pari; b è periodica di periodo 2π; c è infinitesima per
x → +∞; z nessuna delle precedenti
E. 7. L’area sottesa dalla curva sin2 x nell’intervallo [0, 2π] è z π b π/2 c 2π d π/3
Z x
E. 8. Sia F (x) = sin2 (1/t) dt, allora il limite per x → +∞ di F (x)
6
a non esiste b è +∞ c è −∞ z nessuna delle precedenti
E. 9. Il polinomio di Taylor di ordine 6 della funzione y = x2 sin x2 centrato nell’origine è a T6 =
x3 + x6 , z T6 = x4 , c T6 = x6 , d T6 = x4 + x6 .
2
E. 10. f (x) = 1 + sin(x2 ) − ex ; il Polinomio di Mac Laurin di grado ≤ 3 associato ad f è a 2x2 b
x3
3! − x2 z 0 d 1 − x3

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

1
2

Parte B

E. 1. Calcolare l’integrale
Z π/2
sin 2x
dx.
0 (cos x + 3)(cos2 x + 1)

Soluzione
Z π/2 Z π/2
sin 2x 2 sin x cos x
dx = dx
0 (cos x + 3)(cos2 x + 1) 0 (cos x + 3)(cos2 x + 1)
Z 0
t
= −2 dt
1 (t + 3)(t2 + 1)
Z 1 
A Bt + C
= 2 + 2 dt.
0 (t + 3) (t + 1)
Risolvendo l’identità tra funzioni troviamo A = −3/10, B = 3/10 e C = 1/10.
Z 1 Z 1 Z 1
6 1 3 2t 1 1
= − dt + 2
dt + 2
dt
10 0 (t + 3) 10 0 t + 1 10 0 t + 1
6 4 3 π
= − ln + ln 2 +
10 3 10 20

E. 2. Studiare la funzione
1
f (x) = (x + 1)e x−1 .
Determinare, in particolare,
(i) il dominio;
(ii) il segno, ed eventuali simmetrie;
(iii) i limiti ed il comportamento asintotico agli estremi del dominio, precisando circa l’esistenza di
asintoti orizzontali od obliqui;
(iv) il comportamento asintotico nell’intorno degli zeri;
(v) la derivata prima, ed il suo segno;
(vi) la derivata seconda, ed il suo segno;
(vii) un grafico probabile, che sia compatibile con le informazioni fin qui raccolte.

Soluzione
(i) Il dominio è tutto l’asse reale privato del punto di ascissa 1. Scriviamo D = R \ {1}. Inoltre, si
può prevedere che in tale insieme la funzione è C ∞ (D).
(ii) La funzione non è simmetrica ed ha il segno del termine (x + 1), è cioè positiva per x > −1 si
annulla in x = −1 ed è negativa per x < −1.
(iii) Per x → ±∞ abbiamo che f ∼ x. Quindi limx→+∞ f (x) = +∞ e limx→−∞ f (x) = −∞. La
funzione potrebbe avere un asintoto. Risolviamo il limite
 
n  1  1
o x
lim f (x) − x = lim x e x−1 −1 +e x−1 = lim + 1 = 2;
x→±∞ x→±∞ x→±∞ x − 1

perciò la retta y = x + 2 è asintoto obliquo della funzione.


Inoltre
lim f (x) = 0+ lim f (x) = +∞.
x→1− x→1+

(iv) Per x → −1 abbiamo che f (x) ∼ √1 (x + 1).


e
PARTE B 3

(v) La derivata prima è


1
0 x(x − 3)e x−1
f (x) = ;
(x − 1)2
il segno della derivata prima dipende dunque dal segno del prodotto x(x − 3). La funzione cresce
per x < 0 e per x > 3 ed ha due punti stazionari in 0 ed in 3.
(vi) La derivata seconda è
1
00 (5x − 3)e x−1
f (x) = ;
(x − 1)4
perciò il punto x = 3/5 è un punto di cambio di concavità, che passa da concavità verso il basso
a concavità verso l’alto.
(vii) Il grafico è rappresentato nella figura.

−2

−4

−6
−6 −4 −2 0 2 4 6 8

Figura 1. Grafico della funzione assegnata nell’Esercizio 2

E. 3. (i) Cosa significa che due funzioni hanno un contatto di ordine 4 nel punto x0 ? Fornire un
esempio.
(ii) Enunciare il teorema del resto secondo Lagrange.
(iii) Dimostrare il teorema.
AM1 22 febbraio 2013

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Parte A
E. 1. Con 3 mattoni di lego rossi, 2 blu ed 1 giallo quante torri diverse di 6 mattoni un bambino può
costruire? a 24 b 120 z 60 d nessuna delle precedenti.
E. 2. lim f (x) = 1− significa a ∀  > 0, ∃ M > 0 tale che ∀ x > M allora vale |f (x)| < 1 + , b
x→+∞
∃ M > 0, ∀ > 0 tale che ∀ x > M allora vale |f (x) − 1| < , c ∀ M > 0, ∃  > 0 tale che ∀ x > M allora
vale |f (x) − 1| < , z ∀ M > 0, ∃  > 0 tale che ∀ x >  allora vale 0 ≤ 1 − f (x) < M .
 2
x cos(1/x) per x > 0
E. 3. La derivata della funzione f (x) = a in x0 = 0 non esiste b è
0 per x ≤ 0
una funzione continua z in x0 = 0 vale 0 d nessuna delle precedenti.
E. 4. Sia f ∈ C 3 (R) una funzione tale che f (x) = 5 − 3x − 2x2 + x3 + o(x3 ) per x → 0. Allora
necessariamente: a f 0 (0) = −3, f 00 (0) = −4, f 000 (0) = 1 z f 0 (0) = −3, f 00 (0) = −4, f 000 (0) = 6 c
f 0 (0) = −3, f 00 (0) = −2, f 000 (0) = 1 d nessuna delle precedenti
E. 5. A = {z ∈ C : |7i/(z − 3i)| < 3} è z la parte esterna di un cerchio b un insieme limitato
c un semipiano d un insieme chiuso.
E. 6. Quale delle seguenti implicazioni è falsa? a Se f = o(x) per x → +∞ allora f può essere
infinitesima; z se f = o(x) per x → +∞ allora f è infinitesima; c se f è infinitesima per x → +∞
allora f = o(x) per x → +∞; d se f è infinita per x → +∞ allora non può essere f = o(x−1 ) per
x → +∞.

X  √ 
E. 7. La serie (−1)k e1/ k − 1 a soddisfa la condizione necessaria alla convergenza, ma non
k=5
converge semplicemente; b non soddisfa la condizione necessaria alla convergenza; z converge
semplicemente ma non converge assolutamente; d converge assolutamente e quindi anche semplicemente.
E. 8. Sia X = {an = sin nπ + n1 ∈ R, n ∈ N \ {0}}, allora a X è chiuso b l’insieme ω-limite è


costituito da due elementi z min X = − sin 1 d an ha segno costante


2
E. 9. f (x) = 1 + sin(x2 ) − ex ; il Polinomio di Mac Laurin di grado ≤ 3 associato ad f è a 2x2 b
x3
3! − x2 z 0 d 1 − x3
E. 10. L’insieme E = {z ∈ C : z · z̄ = 2} è a privo di punti di accumulazione, z chiuso, e limitato,
c aperto, d numerabile.

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta

1
2

Parte B

E. 1. Calcolare il seguente integrale


Z π
cos x sin x dx
.
π/2 cos2 x − 2 cos x + 1

Soluzione hπ i
Usiamo la sostituzione t = cos x, che è invertibile nell’intervallo , π , da cui dt = − sin x dx. Nella
2
π
nuova variabile, gli estremi di integrazione e π diventano, rispettivamente −1 e 0. Abbiamo che
2
Z π Z −1
cos x sin x dx t
2
= − 2
dt
π/2 cos x − 2 cos x + 1 0 t − 2t + 1
1 0
Z
2t
= 2
dt
2 −1 t − 2t + 1
1 0 2t − 2 + 2
Z
= dt
2 −1 t2 − 2t + 1
1 0
Z  
2t − 2 2
= + dt
2 −1 t2 − 2t + 1 (t − 1)2
2 0
 
1 2
= ln(t − 2t + 1) −
2 t − 1 −1
1
= [1 − ln 4] .
2

E. 2. Sia data la funzione y = ln(ex − x).


(i) Studiarne il dominio, il segno e trovare gli zeri.
(ii) Dedurre i limiti agli estremi del dominio, eventuali asintoti.
(iii) Studiarne il comportamento asintotico nell’intorno degli zeri.
(iv) Studiare la derivata prima ed il suo segno.
(v) Studiare la derivata seconda ed il suo segno.
(vi) Disegnare un grafico qualitativo della funzione assegnata.
Soluzione
(i) Come si evince facilmente da un confronto grafico ex > x per ogni x ∈ R. La funzione assegnata
ha dunque dominio R. Inoltre, la funzione è positiva se ex − x > 1 ovvero (dal confronto grafico
tra y1 = x + 1 e y2 = ex ) per ogni x diverso da 0. In x = 0 la funzione ha l’unico zero.
(ii) Per x → 0 abbiamo che
ln(ex − x) = ln[ex + o(ex )] = ln[ex (1 + o(1))] = ln ex + ln(1 + o(1))
= x + ln(1 + o(1)) = x + o(1)
∼ x.
La funzione ha dunque la retta y = x come asintoto (per definizione di asintoto, non c’è bisogno
di verificare che q = 0).
Per x → −∞ abbiamo che
ln(ex − x) = ln(−x + o(x)) = ln[−x(1 + o(1)]
= ln(−x) + ln(1 + o(1)) = ln(−x) + o(1)
∼ ln(−x).
La funzione tende dunque q +∞ senza asintoto.
SOLUZIONE 3

(iii) Per x → 0 abbiamo che


x2 x2
ln(ex − x) = ln(1 + x + + o(x2 ) − x) = ln(1 + + o(x2 ))
2 2
x2
= + o(x2 )
2
x2
∼ .
2
(iv) La derivata prima è
ex − 1
f 0 (x) =
ex − x
che è positiva quando è positivo il numeratore ovvero per x > 0. L’origine è un punto stazionario
per la funzione (risultato già noto dal punto precedente).
(v) La derivata seconda è
2ex − xex − 1
f 00 (x) =
(ex − x)2
il cui segno coincide col segno del numeratore. Studiamo graficamente la disuguaglianza
2ex − 1 ≥ xex .
Introduciamo y1 = 2ex − 1 (in rosso nella figura) e y2 = xex (in blu in figura).

30

25

20

15

10

−8 −6 −4 −2 0 2 4

Figura 1. default
Le due curve hanno due intersezioni x = α < 0 e β > 0. La derivata seconda è positiva per x < α e x > β.

(vi) Il grafico della funzione è rappresentato nella figura sottostante.

E. 3. (i) Trovare una maggiorazione dell’errore dell’approssimazione del valore sin 1 con il razio-
nale 1 − 1/3! + 1/5! − 1/7!.
(ii) Enunciare il teorema del resto secondo Lagrange.
(iii) Dimostrare il teorema

Soluzione
(i) Siccome sin x ∈ C ∞ (R), per il teorema del resto di Lagrange possiamo scrivere
x3 x5 x7 sin(9) (θ)x9
sin x = 1 − x + − + +
3! 5! 7! 9!
4

−1

−8 −6 −4 −2 0 2 4 6 8

Figura 2. default

avendo scelto come centro dello sviluppo x0 = 0 ed essendo


x3 x5 x7
T8 (x) = 1 − x + − +
3! 5! 7!
il polinomio di Taylor di grado 8 associato alla funzione seno e θ ∈ (0, x). Una valutazione nel
punto x = 1 ci porta ad approssimare il valore sin 1 con il razionale assegnato, commettendo un
errore
sin(9) (θ)
9!
che possiamo maggiorare con (9!)−1 .
(ii) Vedi libro di testo.
(iii) Vedi libro di testo.
1.1 Parte A 1

AM1 5 luglio 2013

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1.1 Parte A

Exercise 1. Quante sono le cinquine di numeri interi che risolvono l’equazione x1 + x2 + x3 + x4 + x5 = 8? a 622
b 1 320 z 495 d nessuna delle precedenti
x
x2 − x

Exercise 2. lim a 0+ b 0− c e2 z e−2
x→+∞ x2 + x + 2

2
Exercise 3. Si consideri la funzione f (x) = e−kx , x ∈ R, k ∈ R. Allora a f è strettamente crescente ∀k ∈ R b
per qualche k ∈ R f è strettamente crescente z ∀k ∈ R f non è invertibile d ∀k 6= 0 f ha come immagine R

Exercise 4. Quali tra le seguenti funzioni è convessa? a y = (x)1/5 b y = −|x|9/4 z y = |x|3/7 d


y = x7/3

Exercise 5. La parte immaginaria del numero complesso πe6−πi è: a πe6 , b 1, z 0, d −πe6 .

Exercise 6. f = o(g) per x → 0 significa che a g = h f con h → 1 per x → 0 z f = h g con h → 0 per x → 0


c f = h g con h → 1 per x → 0 d g = h f con h → 0 per x → 0
+∞
X 5 5 5 5 5
Exercise 7. La somma della seguente serie √ è: a √ b √ z √ d √
n=3
2n 2 2−1 2− 5 2 2−2 2− 2

Exercise 8. Sia X = {an = sin nπ + n1 ∈ R, n ∈ N\{0}}, allora a X è chiuso



b l’insieme ω-limite è costituito
da due elementi z min X = − sin 1 d an ha segno costante
Exercise 9. Il polinomio di Taylor della funzione integrale
Z x
arctan ln t
F (x) = dt
1 t2 + 1

di grado 2 centrato in x0 =1 è z (x − 1)2 /4 b π(x − 1)2 /4 c x − 1 + (x − 1)2 /2 d nessuno dei precedenti

Exercise 10. L’insieme dei punti (x, y) ∈ R2 descritto da {z = x + i y ∈ C : |z − 2||z|−1 < 1} a non ha punti di
accumulazione z è aperto c è chiuso d è limitato

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta
2

1.2 Parte B

1.1. i. Enunciare e dimostrare il primo teorema fondamentale del calcolo integrale.


ii. Dimostrare che l’area A dell’ellisse di semiassi a e b misura A = π a b.
1.1
i. Vedi libro di testo.
ii. L’equazione dell’ellisse di semiassi a e b è
x2 y2
2
+ 2 = 1.
a b
r
x2
Esplicitando la calotta superiore rispetto a y abbiamo y = b 1− . L’area A che si deve calcolare è allora
a2
r
a
x2
Z
A=4 b 1− dx
0 a2
x
con la sostituzione = sin t otteniamo
a
Z π2 p Z π
2
A = 4ab 1 − sin2 t cos t dt = 4 a b cos2 t dt = π a b.
0 0

1.2. Studiare la funzione


3
f (x) = (x ln |x| − x) .
Determinare, in particolare,
i. il dominio;
ii. il segno, ed eventuali simmetrie;
iii. i limiti agli estremi del dominio;
iv. la derivata prima, ed il suo segno;
v. la derivata seconda, ed il suo segno;
vi. un grafico probabile, che sia compatibile con le informazioni fin qui raccolte.
1.2
i. La funzione è definita su R \ {0}.
ii. La funzione può essere riscritta come f (x) = x3 (ln |x| − 1)3 . È il prodotto di una funzione dispari x3 per una
funzione pari (ln |x| − 1)3 , quindi si tratta di una funzione dispari, che studieremo d’ora innanzi per le sole x
positive, riportando poi i risultati anche per le x negative. Studiamo dunque g(x) = x3 (ln x − 1)3 . Il segno di g è
positivo per x > e e negativo tra 0 ed e.
iii.
lim (x ln x − x)3 = 0−
x→0+

essendo potenza di una differenza di infinitesimi. Il limite limx→0+ x ln x = 0− è fondamentale. Inoltre

lim (x ln x − x)3 = +∞.


x→+∞

iv.
2
g 0 (x) = 3 ln x (x ln x − x)
la derivata prima ha dunque il segno di ln x, cioè negativo per 0 < x < 1 e positivo per x > 1. Il punto x = 1 è
punto di minimo locale della funzione (a quota −1).
v. La derivata seconda è
g 00 (x) = 3x(ln x − 1)(2 ln2 x + ln x − 1).
Il segno della derivata seconda dipende dal segno dei fattori (ln x − 1) (che è positivo per x > e e negativo per
0 < x < e) e (2 ln2 x + ln x − 1) (che è positivo per 0 < x < e−1 e per x > e1/2 e negativo per e−1 < x < e1/2 ). La
concavità della funzione è dunque rivolta verso il basso per 0 < x < e−1 , verso l’alto per e−1 < x < e1/2 , verso il
basso per e1/2 < x < e e verso l’alto per x > e.
1.2 Parte B 3

−1

−2

−3

−4
−4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4

Figura 1.1. Grafico dell’Esercizio 1.2.

vi. Il grafico qualitativo della funzione g è riportato in rosso nella Figura 1.1, dove è rappresentata in blu anche la
parte simmetrica della funzione f assegnata nel testo dell’esercizio.

1.3. i. Scrivere lo sviluppo di MacLaurin arrestato al secondo ordine della funzione y = 3x .


ii. Scrivere lo sviluppo di Taylor arrestato al terzo ordine della funzione y = arctan x.
iii. Risolvere il limite che segue:
x2 (1 − 3x + x 9x )
lim+ .
x→0 arctan x − x
1.3
i. Abbiamo che y = 3x = ex ln 3 , quindi dallo sviluppo

t2
et = 1 + t + + o(t2 )
2
ricaviamo, per sostituzione
x2 ln2 3
3x = ex ln 3 = 1 + x ln 3 + + o(x2 ).
2
ii. Sappiamo che
x3
arctan x = x − + o(x3 ).
3
iii. Dal passaggio precedente ricaviamo anche

9x = 32x = e2x ln 3 = 1 + 2x ln 3 + 2x2 ln2 3 + o(x2 ).

x9x = x + 2x2 ln 3 + o(x2 ).


Ricaviamo allora che
x2 ln2 3
(1 − 3x + x 9x ) = 1 − (1 + x ln 3 + + o(x2 )) + x + 2x2 ln 3 + o(x2 )
2
(1 − 3x + x 9x ) = x(1 − ln 3) + o(x).
Da cui
x2 (1 − 3x + x 9x )
lim = 3 ln 3 − 3.
x→0+ arctan x − x
1.1 Parte A 1

AM1 27 settembre 2013

Cognome Nome Firma

Prof. Vegni Matricola Sezione ELN

c I seguenti quesiti e il relativo svolgimento sono coperti da diritto d’autore; pertanto essi non possono essere sfruttati a fini
commerciali o di pubblicazione editoriale. Ogni abuso sarà perseguito a termini di legge dal titolare del diritto

1.1 Parte A

Esercizio 1. Una permutazione (semplice) Pn di un insieme di n oggetti è una presentazione ordinata, cioè una
sequenza, dei suoi elementi,
 nella
 quale ogni oggetto viene presentato una ed una sola volta. Abbiamo che Pn =
n
a nn b n2 c z n!.
n−1
Esercizio 2. Sia E ⊂ R. La scrittura inf E = 4 significa a ∀x ∈ E, 4 ≤ x e ∀x ∈ E, ∃ > 0 : 4 < x < 4 − 
b ∀x ∈ E, x ≤ 4 z ∀x ∈ E, 4 ≤ x e ∀ > 0, ∃x ∈ E : 4 ≤ x < 4 +  d ∀x ∈ E, 4 ≤ x e
∀ > 0, ∃x ∈ E : 4 −  < x ≤ 4.
 2
x cos(1/x) per x > 0
Esercizio 3. La derivata della funzione f (x) = a in x0 = 0 non esiste b è una
0 per x ≤ 0
funzione continua z in x0 = 0 vale 0 d nessuna delle precedenti.
1
Esercizio 4. max arctan , a è π/2; b è 0; z non esiste; d è +∞.
x∈R |x|

Esercizio 5. =(e6−πi ) = z 0 b 6 c −1 d −6.

Esercizio 6. f = o(g) per x → 0 significa che a g = h f con h → 1 per x → 0 z f = h g con h → 0


per x → 0 c f = h g con h → 1 per x → 0 d g = h f con h → 0 per x → 0
Z x
Esercizio 7. Sia F (x) = ln (t − 5) dt, allora il limite per x → +∞ di F (x) a non esiste z è +∞
6
c è −∞ d nessuna delle precedenti
Z π/9 √ √
1 1
Esercizio 8. 2 dx = a √ b 3 c 3 3 z √1
0 cos (3x) 3 3 3
Esercizio 9. Il polinomio di Taylor di ordine 6 della funzione y = x2 sin x2 centrato nell’origine è a T6 =
x3 + x6 , z T6 = x4 , c T6 = x6 , d T6 = x4 + x6 .
 
3z 1
Esercizio 10. A = z ∈ C : √ <√
è z la parte interna di un cerchio b la parte esterna di
4 − i 3 3
un cerchio c una circonferenza d un semipiano aperto.

Esercizio 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10

Risposta
2

1.2 Parte B

E. 1.1. Data la funzione α, β ∈ R per cui la funzione

 β x2 + β

se |x| < 1
f (x) = 2 2
 α|x|
e se |x| ≥ 1

i. determinare i valori dei parametri α, β ∈ R per cui f è continua su R.


ii. Determinare i valori dei parametri per cui f è derivabile su R.

S. 1.1
i. Essendo composizione di funzioni continue, la funzione assegnata è continua in tutto R \ {±1}; occorre
verificare la continuità nei punti dove c’è il raccordo.
La funzione è pari. La studio solo sul semiasse positivo; basta dunque studiare la continuità in x = 1.
Dobbiamo verificare che
lim f (x) = f (1) = lim f (x).
x→1− x→1+
α
In particolare, abbiamo che f (1) = e , quindi

β 2 β
lim− x + = eα = lim+ eα|x| .
x→1 2 2 x→1

Il limite da destra è verificato; il limite da sinistra richiede che, per avere continuità, debba essere

β = eα .

ii. Calcolando le derivate prime, laddove possibile, con le regole di derivazione, abbiamo
(
βx se |x| < 1
0
f (x) =
α|x|
αe sign (x) se |x| > 1.

Nel punto di raccordo studiamo a parte la derivata. Tenendo conto della condizione per la continuità
(necessaria) β = eα , abbiamo: Nel punto x = 1 risulta

f (1 + h) − f (1) eα(1+h) − eα eα (eαh − 1)


per h → 0+ = = ∼ αeα
h h h
f (1 + h) − f (1) β/2(1 + h)2 + β/2 − eα βh + β/2h2
per h → 0− = = ∼β
h h h
da cui si ricava che eα = αeα , ovvero
α=1 β = e.
Nei punti diversi dai punti di raccordo osserviamo che la funzione è derivabile con derivata continua poiché
composizione di funzioni elementarmente derivabili.
1.2 Parte B 3

E. 1.2. Sia p
f (x) = arctan |x2 − 1|.
i. Determinare il suo dominio, il segno, gli zeri ed eventuali simmetrie.
ii. La funzione è continua sul suo dominio? perché?
iii. Calcolare i limiti agli estremi del dominio.
iv. Calcolare l’andamento asintotico nell’intorno degli zeri e dedurre l’andamento qualitativo del grafico di f
nell’intorno di tali punti.
v. Calcolare la derivata prima e determinare dominio della funzione derivata. Studiarne quindi il segno.
vi. Disegnare il grafico probabile di f , compatibilmente con le informazioni fin qui raccolte, ipotizzando il minor
numero possibile di cambi di concavità. Esiste il massimo assoluto della funzione? Esiste l’estremo superiore
della funzione? La funzione è limitata?
S. 1.2
i. Il dominio è R. La funzione è pari. Gli zeri sono x1,2 = ±1; altrove la funzione è positiva.
ii. La funzione è continua su R in quanto composizione di funzioni continue.
iii.
π
lim f (x) = .
x→±∞ 2
iv. Siccome la funzione è pari posso limitarmi a studiarne l’andamento asintotico nell’intorno di x2 = 1. Risulta,
per x → 1:
|x2 − 1| = |x − 1||x + 1| ∼ 2|x − 1|

|x2 − 1|1/2 ∼ 2|x − 1|1/2

|x2 − 1|1/2 = 2|x − 1|1/2 + o(|x − 1|1/2 )
√  √
arctan |x2 − 1|1/2 = arctan 2|x − 1|1/2 + o(|x − 1|1/2 ) ∼ 2|x − 1|1/2

L’andamento qualitativo del grafico di f nell’intorno di tali punti è dunque quello della funzione y = |x|1/2
traslato a destra di 1 unità (ovvero a sinistra nel caso del secondo zero in x1 = −1). I due punti x1,2
corrispondono ai punti di minimo assoluto della funzione (che altrove è positiva). Il grafico locale è in fondo
alla pagina, a sinistra
v. Abbiamo
x sign (x2 − 1)
f 0 (x) = p .
(|x2 − 1| + 1) |x2 − 1|
Il dominio della funzione derivata è R\{±1}, dove non è derivabile (inutile controllare con la definizione, dato
l’andamento asintotico trovato al punto precedente). Il segno della funzione derivata dipende dal numeratore
di f 0 :
f cresce quando f 0 > 0 ⇐⇒ x sign (x2 − 1) > 0 ⇐⇒ x ∈ (−1, 0) ∪ (1, +∞)
f decresce quando f 0 < 0 ⇐⇒ x sign (x2 − 1) < 0 ⇐⇒ x ∈ (−∞, −1) ∪ (0, 1).
vi. Il grafico probabile è nella figura qui sotto, a destra. La funzione è limitata, ha minimo assoluto ma non ha
massimo assoluto. L’estremo superiore è π/2. L’origine è punto di massimo locale (dove la funzione assume
il valore f (0) = arctan 1 = π/4).

3 3

2.5 2.5

2 2

1.5 1.5

1 1

0.5 0.5

0 0

−0.5 −0.5

−1 −1

−1.5 −1.5
−3 −2 −1 0 1 2 3 −5 −4 −3 −2 −1 0 1 2 3 4 5
4

E. 1.3. Dopo averla disegnata,√ calcolare l’area della regione piana compresa fra l’asse x, la retta x = 1, ed il
grafico della funzione f (x) = x ln1/3 (1 + x) (0 ≤ x ≤ 1).

S. 1.3 L’area della quale è chiesto il calcolo è rappresentata nella figura sottostante. Si tratta di una funzione

0.8

0.6

0.4

0.2

−0.2

−0.4

−0.6

−0.8

−1
−0.5 0 0.5 1 1.5

negativa poiché il logaritmo ha base compresa tra 0 ed 1. Nel calcolo dell’area richiesta, occorre cambiare il
segno al risultato dell’integrale definito. Perciò dobbiamo calcolare
Z 1

A=− x ln 13 (1 + x) dx.
0

Occorre utilizzare la formula per il cambiamento di base dei logaritmi:


logc b
loga b = .
logc a

L’integrale si risolve con una sostituzione e per parti:



Z
x ln1/3 (1 + x) dx =

Z
(sostituendo x = t, x = t2 , dx = 2t dt) = 2 t2 log1/3 (1 + t2 ) dt
 3
t4 dt
Z 
t 2
(per parti) = 2 log1/3 (1 + t2 ) +
3 3 loge 3(1 + t2 )
 3 Z 4 
t 2 t −1+1
=2 log1/3 (1 + t2 ) + dt
3 3 loge 3 1 + t2
 3 Z   
t 2 1
=2 log1/3 (1 + t2 ) + t2 − 1 + dt
3 3 loge 3 1 + t2
 3  3 
t 2 t
=2 log1/3 (1 + t2 ) + − t + arctan t +C
3 3 loge 3 3
2t3 4t3 4t 4 arctan t
= log1/3 (1 + t2 ) + − + +C
3 9 loge 3 3 loge 3 3 loge 3
√ √
2x3/2 4x3/2 4 x 4 arctan x
= log1/3 (1 + x) + − + + C.
3 9 loge 3 3 loge 3 3 loge 3
√ √
2x3/2 4x3/2 4 x 4 arctan x
Sia F (x) = log1/3 (1 + x) + − + allora l’area richiesta è A = −F (1).
3 9 loge 3 3 loge 3 3 loge 3
1.2 Parte B 5

E. 1.4. i. Dare la definizione di spazio vettoriale e fare un esempio di spazio vettoriale a dimensione infinita.
ii. Dare, in termini di intorni, la definizione di limx→x0 f (x) = l.
iii. Enunciare il teorema del resto secondo Peano.
iv. Dimostrare il teorema del resto secondo Peano.

S. 1.4
i. Uno spazio vettoriale è un insieme chiuso rispetto alle combinazioni lineari. Uno spazio vettoriale a
dimensione infinita è, ad esempio, l’insieme dei polinomi in una variabile.
ii. Indicando con Br (P ) l’intorno sferico di raggio r del punto P , la definizione di limx→x0 f (x) = l è:
per ogni intorno di raggio r del valore l esiste corrispondentemente un intorno di x0 di raggio δ tale che
qualsiasi valutazione della funzione in quell’intorno (escludendo al più la valutazione in x0 stesso) appartiene
all’intorno di raggio r di l; sinteticamente
∀ Br (l) ∃ Bδ (x0 ) t. c. ∀x ∈ Bδ (x0 ) \ {x0 } allora f (x) ∈ Br (l).
iii. (vedi libro di testo).
iv. (vedi libro di testo).

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