July 2, 2013
Dei tanti significati della parola zen quello che si collega al sentimento del vuoto, che è bisogno dello
spirito ed equilibrio del cosmo, è per me di maggiore impatto. Coltivare il minimalismo e non
adombrarsi di oggetti è la filosofia del danshari 断捨離.
Tre kanji, uno accanto all’altro che, come sanno fare solo gli ideogrammi, spiegano molto più di quel Non oso dire la gioia
dicono nel suono. C’è kotowaru 断る che è “rifiutare”, c’è suteru 捨てる ovvero “buttare, gettar via” e
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Una casa piccola va annaffiata di spazi, di cavità. Lasciata svillupparsi in lungo e largo. Una camera
deve essere soprattutto aria, luogo dove muovere il corpo. E a Tokyo, dove gli appartamenti sono di
pochi metri quadrati, diviene una necessità che si fa virtù.
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3 di 11 12/01/19, 21:46
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3. Unknown says:
July 2, 2013 at 23:40
Oh come mi piacerebbe riuscirci anche io. Ma non sono ancora pronta, temo.
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Arrivera’ se lo vorrai.
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Bella la filosofia del danshari, anch’io ho iniziato a fare un po’ di ordine tra le mie
cose, sto regalando diversi oggetti che non uso, ci si sente più liberi.
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6. automaticjoy says:
July 3, 2013 at 00:18
Alcune parti del tuo post mi hanno toccata nel profondo, e ho dovuto rileggerle con
più distacco, soppesare di nuovo le tue parole.
Sono da sempre di questa stessa opinione riguardo agli oggetti, alle cose che non
servono. Ci vuole coraggio, certo, a iniziare a disfarsene, come ci vuole forza per non
soccombere al desiderio di “possedere”. Però ne vale la pena, e le cose che si
scelgono con cura e amore assumono poi un valore del tutto speciale.
Magari dovrò tornare a rileggerlo ancora, questo post, perché ho l’impressione che
potrei trovarci qualcosa di nuovo, tra qualche giorno o qualche mese.
Un abbraccio,
e.
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7. Manuela says:
July 3, 2013 at 00:49
4 di 11 12/01/19, 21:46
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Diciamo che in parte sto abbracciando questa filosofia di vita. Piano piano sto
lasciando dietro di me cose, persone e sentimenti che ho portato con me fino a poco
tempo fa, ma che ora è giusto che siano finalmente sorpassate. Vivere in semplicità,
vivere con ciò che realmente è necessario…
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9. Hachi says:
July 3, 2013 at 15:56
Che bello iniziare la giornata con un tuo post nuovo di zecca e così bello! Quindi io sin
da piccola ho praticato lo zen senza saperlo! Mettere in ordine, scegliere cosa
tenere e cosa buttare è una cosa che mi rilassa tantissimo…è come mettere ordine
dentro me stessa, fare silenzio nei pensieri che turbinano nella mia testolina! Buttare
il vecchio serve per fare spazio al nuovo, al bello o brutto che verrà, è guardare al
futuro con speranza….buttate gente buttate!!!
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ah gli oggetti, case piene di oggetti e poi soffitte, e poi cantine…e poi…ieri mio padre
(la nostra è una palazzina dove in vari appartamenti è dislocato buona parte del ramo
paterno) è sceso dalla soffitta con uno scatolone, mi ha detto: “sono i miei appunti
dell’università, li butto” ma non era convinto…con Yumiko un paio di volte all’anno
facciamo il repulisti e ho cominciato a non inscatolare più nulla, quello che non ho
usato da un anno non lo uso più…e va buttato…solo i libri, i tanti, tantissimi, libri che
si accumulano in una vita non butto, anche se molti, sopratutto romanzi di un tempo
che fu, li ho sistemati in delle scatole e messi in cantina…verranno a prenderli per
portarli in una biblioteca scolastica a breve…
ci sono degli oggetti però che conservo gelosamente…perché mi ricordano delle
persone che non ci sono più…
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E’ una filosofia che ho fatto mia da qualche anno, da quando ho iniziato a cambiare
spesso casa e vita. Non lo faccio spesso, solo una volta all’anno, ma che senso di
leggerezza che mi viene dopo… E quanto adoro stare a casa mia in Italia, dove in
mezzo a pochi mobili ed oggetti essenziali, a farla da padrone è il bianco delle pareti
e di molto mobili su cui far riposare lo sguardo.
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5 di 11 12/01/19, 21:46
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L’arte del danshari ancora non la padroneggio come si deve, finisco sempre per
accumulare “troppo”. Quando riesco ad applicarmi in questo esercizio poi la
soddisfazione è grande ma ancora ricasco nelle vecchie abitudini. Di questo post mi
ha colpito in particolare questa frase:- Gli oggetti belli ma inutilizzati li si dona a chi li
vuole, li si porta a un mercatino o, fuori dalla porta, li si appoggia in un vassoio con
un cartello “Potete portare via quello che vi piace, a me non servono più. Grazie” –
Perché è una cosa bella da fare, donare qualcosa di bello a chiunque la voglia, senza
tenerla egoisticamente per sè a prender polvere su una mensola o su un ripiano dove
magari finisce per essere dimenticata. Questa frase fa coppia con una di un altro post
in cui dicevi che ami fotografare le cose che non puoi comprare, per averle in qualche
modo con te e lasciarle andare senza troppi rimpianti. Anche questo è un
bell’esercizio da fare. E poi come sempre adoro e amo quando spieghi il significato
dei kanji <33
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A trovarmi davanti agli occhi i tuoi pensieri, le tue idee, le filosofie di vita che
appartengono a questa terra meravigliosa, mi vengono sempre in mente tanti
pensieri. Rfletto, sempre. E’ questo quello che ci si propone quando si scrive, no? Che
l’inchiostro, seppur virtuale, gettato lì per comporre parole – parole che si fanno
portatrici del tuo pensiero – sia in grado di trasmettere qualcosa, che sia capace di
portare ad una riflessione. Molto spesso non capita, e quando non succede non è
colpa di chi scrive, semplicemente non si è pronti a capire o non ci si impegna
abbastanza. Oppure non si vuole comprendere. Mi ritengo una persona fortunata
perchè ogni qual volt mi trovo davanti un tuo pensiero, una tua emozione trasformata
in parole, mi viene sempre da pensare. Il mio cuore sussulta, la mia fantasia freme e
il mio sapere si sente appagato.
Sentirsi leggeri nel liberarsi, non tutti ne sono capaci. Mi vengono in mente alcuni
momenti della mia vita, penso agli oggetti di cui vorrei liberarmi ma non sono ancora
pronta. Credo che quando lo sarò e quando lo vorrò davvero mi sentirò proprio come
te.
Carolina
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6 di 11 12/01/19, 21:46
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Anch’io sto facendo danshari, complice il fatto che devo x forza dimezzare i miei spazi
x finire in una casa + piccola, sennò credo che non l’avrei fatto… Ho già dato via un
sacco di roba ma farò un’ulteriore cernita e poi un’altra ancora fino a tenere solo ciò a
cui tengo veramente. Non è facile specie x chi, come me, ha accumulato varia roba
nel corso della vita ma davvero poi ci si sente meglio, + leggeri… Per facilitarmi la
cosa ho poi fotografato tante cose prima di darle via, così ne ho cmq il ricordo ed e
funziona, davvero. Se non avessi avuto l’opportunità di fotografare sarebbe stato +
difficile e anche doloroso, in certi casi… Benedette le macchine digitali che ci
consentono di scattare tonnellate di foto, pensate se ancora ci fossero le fotocamere
a rullini: altro spazio x le foto ‘fisiche’ e relativi rullini (e relativo costo $$$) e quindi
danshari vanificato… Grazie Laura x questa lezione di vita e mi stupisce anche che si
ringrazia chiunque si porti via le cose lasciate in strada ma d’altronde siamo in Japan,
dove sennò nessuno tocca niente, vero? Qui invece ci sarebbe stata la corsa ad
accaparrarsi tutto e chi s’è visto s’è visto…
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Ho sempre fatto danshari fuori, nelle mie tante stanze in affitto, nei miei armadi, nei
miei scatoloni, fino a diventare una regina dello svuotamento. Ma ora sto iniziando,
con consapevolezza e dolore e gioia – sì, tutto insieme, a farlo dentro di me. Che
fatica, chissà quanto ci metterò, e se ci riuscirò. Ma leggere questi post per me è
come immergersi nella poesia del vivere. Grazie Laura!
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Io ho iniziato con l’azione, poi, solo dopo, e’ arrivato il pensiero ed ho trovato – nel
mentre del danshari – questa parola e questo concetto che spiegavano il sentimento
che provavo e le esigenze profonde che si mascherano dietro al rapporto con le cose.
Vi leggo e VOI, per me, siete sempre di grande ispirazione. Tutti, nessuno escluso.
Grazie davvero dei vostri commenti e della vostra partecipazione.
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7 di 11 12/01/19, 21:46
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Cara Laura,
come sempre spieghi così facilmente emozioni davvero complesse! In effetti non
pensavo potesse essere una filosofia di vita. Mi è capitato di trovarmi in questo stato
d’animo: gettare via un oggetto legato a un ricordo per me è sempre stato come
dimenticare, doloroso e quasi ingiusto. Non so come arrivai a questo bisogno di
“alleggerirmi” e rinnovare, ma un giorno mi ritrovai a sbarazzarmi di tonnellate di
“ricordi”, e solo in seguito capii che questa mia esigenza “dell’essenziale” era una
proiezione di ciò che stava accadendo nella mia vita in generale. Credo sia una tappa
di un percorso personale, difficilissimo, almeno per me, ma è stato come un nuovo
inizio, tant’è che mi sento di consigliarlo!! Ahahah Si riparte con molta più grinta!
“ho capito infine che l’abbondanza, l’opulenza cui anelo è quella del tempo”
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断わる捨てる離れる
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Un concetto a cui penso spesso quando riordino la casa…a volte però ci sono degli
oggetti che sono legati a dei ricordi a cui proprio non riesci a staccarti ed
egoisticamente, e con un pizzico di masochismo, continui a lasciar prendere polvere
sia agli oggetti che ai ricordi…bisogna lavorare su questo concetto. Parte tutto da
dentro.
Ti prego non buttare via la mini Gigia che ti ho regalato
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\*-*/ abbraccio!
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8 di 11 12/01/19, 21:46
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E la tua è una eccellente riflessione. Gli esempi che hai portato sono
assolutamente ficcanti. Grazie del tuo bel contributo!
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Grazie!sei poesia e ispirazione,mi fai aprire gl occhi a cose che il cuore già
sapeva!grazie!
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9 di 11 12/01/19, 21:46
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Se ci fosse un “altrove” nella mia vita, vorrei fosse nel Giappone che racconti.
La sua bellezza è di per se unica, raccontata da te, si supera e tristemente mi accorgo
che tutto, l’altrove, resterà dov’è, e io anche
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Non so come ho fatto ad imbattermi ora, dopo anni, nel tuo articolo. Forse è il segno
che sono pronta a lasciar andare, togliere, fare spazio…da tanto tempo mi sentivo
soffocare ma non sono mai riuscota ad affrontare questo lavoro. Giusto qualche
cassetto, dopo “il magico potere del riordino”, ha iniziato a svuotarsi… C’e troppo di
tutto nella mia casa e fino ad ora non ho avuto l’energia necessaria per affrontarla.
Ma proverò, le tue parole sono state illuminanti. Grazie Laura
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