LA STRUTTURA
-Gs 1: introduzione
-Gs 2-12: conquista
-Gs 13-21: distribuzione della terra
-Gs 22-24: epilogo e rinnovo dell’alleanza; sintesi della storia della salvezza, la scelta
di servire Dio.
CAPITOLO 1: Il libro di Giosuè si presenta come la ripresa di temi già noti in
Deuteronomio: netta corrispondenza tra missione di Mosè e missione di Giosuè
CONTINUITÀ CON MOSÈ – CENTRALITÀ DELLA TORAH – MODELLO DI FEDELTÀ
CAPITOLO 2: Il focus del libro di Giosuè è il tema del DONO espresso con il verbo
Natan (dare la terra)
CAPITOLI 3 - 4: Evento decisivo del popolo d’Israele è il passaggio dal mare dei
Giunchi in continuità con quello del fiume Giordano. Al mare dei Giunchi si passa da
una schiavitù a una esistenza guidata da YHWH, al fiume Giordano si passa da una
esistenza nomade a una sedentaria.
CAPITOLO 5: La vita nel paese è inaugurata a Galgala, sede di un santuario, tramite: la
circoncisione e la celebrazione della Pasqua. Entrambi ricordano il fondamento della
loro identità; la promessa ai Padri (Gn 17) e l’evento salvifico di cui è memoriale la
Pasqua (Es 12).
CAPITOLO 8,30-35: In questa pericope si narra la costruzione di un altare sul monte
Ebal: l’allusione a Dt 27 fa pensare a una rinnovata alleanza. Il presente episodio,
come altri, ha la funzione sociale di costruire l’identità della comunità.
CAPITOLO 22: La funzione del racconto di tale capitolo attesta che Israele non è solo
una definizione territoriale, bensì è la fedeltà a YHWH a definire Israele.
CAPITOLO 23: Come il pentateuco termina con le ultime volontà di Mosè, così la
vicenda di Giosuè si conclude con l’esposizione delle sue ultime esortazioni al
popolo.
CAPITOLO 24: L’impegno da parte del popolo nei confronti di YHWH è espresso in
questo capitolo. Giosuè è trattato come Mosè conclude un patto e ha a che fare con la
Torah, l’ambientazione del racconto è a Sichem per facilitare l’accoglienza della
Torah da parte dei samaritani.
TEOLOGIA
In certo qual modo la vicenda narrata nel libro di Giosuè è parallela e presenta
analogie interessanti: in entrambi i casi si tratta degli inizi del paese, la fedeltà e
l’obbedienza di Abramo culminano nell’ottenimento di un figlio così la fedeltà e
l’obbedienza del popolo culminano nel dono della terra. (Gs 24)
Va notato come che il libro di Giosuè, così come il Deuteronomio, enfatizza il dono
della terra, sottolineando al contempo il rischio della perdita futura della stessa; in tal
modo il libro diventa un’esortazione che spiega e un programma per una “nuova” vita
nella terra: come la disobbedienza ha provocato la perdita della propria terra, così
l’obbedienza consentirà nuovamente al popolo di rientrarne in possesso. (Gs 23)
La cornice narrativa del libro, insiste sulla fedeltà di Giosuè (Gs 1; 24), la sua
condotta fedele e obbediente servo di Dio come Mosè, configura il leader ideale del
popolo; di Giosuè come Giosia (unico re che riceve piena approvazione nella storia
deuteronomistica) si mette in risalto l’obbedienza a quanto YHWH ha prescritto
tramite Mosè. Anche il libro di Giosuè, come il pentateuco, va compreso come
progetto nella prospettiva di una immagine ideale di Israele. Al dono della terra deve
dunque corrispondere una società fondata sulla giustizia e sull’equità, e offrire a ogni
figlio e figlia d’Israele la possibilità di realizzarsi in questo mondo e di sentirsi
partecipe in prima persona della vita che Dio offre al suo popolo.
Una differenza fondamentale che si nota fra il libro di Giosuè e quello dei Giudici:
mentre nel primo il ruolo centrale è svolto da un personaggio che domina sia i singoli
racconti sia la composizione dell’intero libro, nel secondo entrano in scena figure
senza continuità tra loro.