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IL CORREGGIO

Non si può inserire nella tradizione classico-romana, ma non si può nemmeno definire manierista, non si sa
con certezza dove collocarlo.
Nasce a Correggio, e lavora sopratutto a Parma, poi verso la fine va a lavorare a Mantova, ma non entra mai
in stretto contatto con gli altri artisti dell’epoca, è importante perché anticipa l’arte barocca, volta a suscitare
meraviglia ed emozioni.

Nonostante abbia lavorato nella nostra zona, non abbiamo nessuna opera qui , anche se un opera l’aveva
realizzata, si trovava nella cappella della chiesa di San Prospero, ma viene poi acquistata da Francesco I
d’Este, e poi viene venduto da Francesco III a Federico di Sassonia, era una adorazione dei pastori, uno dei
pochi notturni del periodo.
I pastori sono intorno al bambino, che è la fonte luminosa, che si riflette sui volti delle persone intorno a lui,
come se fosse una lanterna.

CORREGGIO A PARMA (se capitate a Parma a fare una vasca, andatele a vedere)

Soffitto della camera della badessa, convento di San Paolo

In questo soffitto Correggio riprende sicuramente il Mantegna, Camera degli sposi.


Correggio l’aveva vista e riprende l’espediente di illudere sulla continuità tra quello che è lo spazio reale sul
soffitto e lo spazio illusorio.
Immagina infatti un finto pergolato su cui sono imbastiti cespugli, verde e mazzi di frutta con degli ovuli,
che ricordano le aperture della camera degli sposi.
Vi sono lunette dipinte che danno l’idea di rilievi scolpiti.
I motivi sono trattivi dal repertorio classico, della mitologia, che vengono usati pero per mostrare le sue
conoscenze in questo campo.
SULLA PARETE DEL CAMINO DIPINGE DIANA SUL CARRO, (Diana dea delle selve, ma anche della
castità, riferimento alla BADESSA)

Affresco della cupola di San Giovanni a Parma

Correggio utilizza una prospettiva molto scorciata per quanto riguarda gli apostoli che si trovano attorno alla
base della cupola rappresentati su delle nubi, e questo da un’idea di sviluppo verso l’alto della cupola, che
però effettivamente non c’è (sembra che la cupola sia più alta).
Correggio conosce la pittura tonale, perché cerca in qualche modo di modulare i toni credi e in toni caldi in
modo da accentuare e sottolineare la profondità.
San Giovanni evangelista è riconoscibile perché ha di fianco a se un’aquila ed è l’unico che guarda
l’apparizione di dio, che è un dio apocalittico, in quanto proprio San Giovanni aveva avuto la visione
dell’apocalisse (il suo simbolo).
Dio è invece rappresentato su uno sfondo luminosissimo caratterizzato da una luce calda, ed è circondato dai
cherubini (gli angeli più belli del paradiso).
Visto l’ottimo lavoro, viene affidata a Correggio anche l’affrescata della cupola del Duomo di Parma, ma gli
esiti saranno diversi.

Cupola Del Duomo di Parma (assunzione della vergine)

La cupola è costituita da un vortice in cui si ammasso numerose figuro, che grazie alle nubi creano dei cerchi
concentrici, che danno l’idea di risucchio/aspirazione verso l’alto (effetto scenografico di grande impatto).
La vergine, pure essendo la figura principale, si confonde tra le tantissime altre figure, e individuarla non è
facile. Si trova sotto dio, ed è come accompagnata verso il cielo da degli angeli, Correggio vuole
meravigliare.
Anche qui Correggio utilizza un gioco prospettico per far sembrare la cupola più alta.
C’e inoltre un sovraffollamento di figure, che appaiono scomposte e, persino Dio appare scomposto (gambe
aperte, braccia in alto, vesti scompigliate.
LA FANTASIA HA PRESO IL SOPRAVVENTO SULLA RAZIONALITà TIPICA DEGLI ARTISTI DEL
900 (tipico del barocco, che Correggio come sappiamo anticipa)
Questo affresco viene accolto negativamente, e viene paragonato ad un “guazzetto di zampe di rane”.
L’unica persona che comprenderà le intenzioni di Correggio sarà Tiziano.
L’accoglienza negativa della cupola, segna la carriere del Correggio, a cui non verranno più affidate opere di
una certa importanza.
Riesce pero a trovare lavoro presso i Gonzaga, e si trasferirà quindi a Mantova.

Danae (per i Gonzaga di Mantova)


Opera minore, tema mitologico.
Figura aggraziate, Cupido toglie i vestiti a Danae per permettere alla pioggia dorata (zeus) di scendere su di
lei, intanto sulla destra due bambini giocano con le frecce di Cupido.
Dalla finestra si vede un edificio, per rendere l’idea di isolamento a cui Danae era costretta

IL MANIERISMO

Già negli anni ’20 del Cinquecento si sviluppa un rinascimento parallelo in cui un gruppo di artisti elabora
un linguaggio artistico che si distanzia sia dal naturalismo scientistico di Leonardo, sia dal colto classicismo
di Raffaello, trovando maggior ispirazione nel tormentato linguaggio artistico michelangiolesco e dando vita
ad una sorta di sperimentalismo anticlassico.
(è talmente un’eccezione, che le particolarità del manierismo possono essere ritrovate in alcuni movimenti
artistici del 900)

Questa crisi anticlassica si pone come premessa per lo sviluppo del Manierismo e consiste:
• nella disintegrazione dell’unità spaziale che aveva caratterizzato l’arte del Quattrocento, il disegno
prospettico, che permetteva di rappresentare in uno stesso dipinto venti avvenuti in momenti diversi, con il
manierismo questa unita spaziale viene disintegrata
• nella contestazione dei rapporti classici di proporzione. non si rispetteranno più che i canoni che erano stati
recuperati dall’epoca classica, ma ogni manierista fisserà delle sue regole al livello delle proporzione, si
utilizzano sforzare anatomiche (ultimo punto)
• nella predilezione per gli elementi secondari dell’iconografia tradizionale, soggetti che erano sempre stati
secondari, ora diventano primari
• nella accentuazione dell’espressività
• nella preferenza per composizione asimmetriche
• nell’utilizzo di forzature anatomiche

Fino a non molto tempo fa manieristi venivano definiti quegli artisti che dipingevano alla “maniera” di
Leonardo, Raffaello, Michelangelo, mentre attualmente per Manierismo si intendono le tendenze artistiche
successive al Sacco di Roma, quando molti artisti fuggirono da Roma

• Grazia (figure e linee sinuose ed allungate) – deviazione dalla regola (i manieristi ignorano le regole) –
virtuosismo (dimostrazione consapevole delle proprie capacita) – eccentricità sono, nello specifico, le
peculiarità dei manieristi secondo il Vasari, le figure diventano più allungate, più sinuose che recano una
maggiore grazie, anche se non sempre proporzionate.

• L’equilibrio, la razionalità, il rigore dell’arte del primo Rinascimento vengono definitivamente


abbandonati

JACOPO CARRUCCI, DETTO IL PONTORNO

Deposizione

Si può subito notare la mancanza della croce, quindi più che altro è un trasporto.
L’ambientazione è molto confusa, è difficile da capire, l’unico elemento che da un riferimento è la nuvola in
alto a sinistra, la scena è perciò difficile da contestualizzare
Le figure sono sospese, fluttuano, sembra una messa in scena, sono disposte come se fosse una scena
teatrale.
Sono inoltre presenti due moti ascendenti e discendenti, che simboleggiano la morte e la resurrezione.
Non avendo abbastanza punti di riferimento, possiamo considerare il groviglio di mani al centro come il
fulcro del dipinto.
Il giovane che porta cristo sulle spalle è in una posizione anomala, tocca il terreno solo con le punte dei
piedi, e sembra che abbia un ginocchio appoggiato su qualcosa di inconsistente.
I colori dominanti sono il celeste e il rosa, questi due colori creano una contrapposizione anche un po
“fastidiosa”. Sono presenti i colori cangianti (omaggio a michelangelo)
Inoltre, mentre alcune vesti hanno delle pieghe, altre non ne presentano.
Gli sguardi hanno dei visi arrotondati con gli occhi spalancati e degli sguardi attoniti, non si capisce neanche
dove stanno guardando. Il dramma non è quindi espresso dai gesti o dalle parole, ma dall’instabilità delle
figure e dalla tristezza muta degli sguardi

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