1
Al migrante ignoto
2
IL CINEMA DELLA DIVERSITÀ
Fattore di Produzione di Capitale Sociale
Un’Ipotesi per Roma
Prefazione: alla ricerca di una teoria, o alla ricerca di una prassi? 5
3
II La città di Roma: specificità, problemi e opportunità
1 La capitale dell’immigrazione: (quasi) tutte le strade portano a Roma 101
2 Una pura formalità - il ruolo delle istituzioni e degli enti locali a Roma 104
3 Un’attitudine caritatevole - chiesa, volontariato e terzo settore 107
4 Situazione abitativa e sanitaria – poveri ma belli 110
5 Imprese e mercato – un approccio opportunistico 113
6 Lavoro dipendente, autonomo e imprenditorialità 114
7 I flussi: rimesse verso l’estero, risparmio e fiscalità 119
8 Seconde generazioni - A scuola di diversità 121
9 Jeopardized: intercultura e cultura migrante a Roma 124
10 Capitale sociale e integrazione a Roma e nel Lazio – caratteristiche e criticità 127
IV Bollywood: la Cine-città
1 Una scelta obbligata: il subcontinente indiano 148
2 I Contesti di origine – un’elite in fuga 152
3 Il ruolo di Roma nel contesto nazionale: Little Dhaka 155
4 Bangladeshi, i free riders - Indiani, i veterani 158
5 Identikit del migrante, caratteristiche demografiche 167
6 La popolazione femminile, la famiglia ed i figli 173
7 Integrazione linguistica e mondo del lavoro 176
8 Uno sguardo d’insieme – Immagini in movimento 180
4
PREFAZIONE:
ALLA RICERCA DI UNA TEORIA, O ALLA RICERCA DI UNA PRASSI?
L'idea di un cinema che proiettasse pellicole provenienti dai paesi dell'immigrazione risale
alla fine del 2007, quando, grazie alla visione di uno spezzone di film indiano inserito in un
film americano1, ho intuito e poi verificato l'esistenza un un potenziale espressivo per me
prima sconosciuto e inaspettato, proveniente da un territorio (il subcontinente indiano)
che in Italia esporta soprattutto manodopera e prodotti di consumo a basso costo.
Il pensiero che formulai fu che, nonostante questo potenziale comunicativo, la comunità
proveniente da India e paesi limitrofi, che negli ultimi anni ha subito una crescita
esponenziale, apparisse agli occhi degli italiani “muta”, priva di immagine, esclusa
da qualsiasi tipo di scambio culturale ed umano, se non in quanto funzionale ai rapporti
di produzione. L'idea che i rapporti tra italiani e immigrati potessero arricchirsi anche
attraverso lo scambio di immagini, è venuta subito dopo, spingendomi ad un personale
percorso bibliografico e cinematografico. Sulla base delle conoscenze e delle impressioni
che via via mi sono fatto, mi poi sono chiesto se fosse possibile creare uno spazio culturale,
inedito per la città di Roma, che ci aiutasse a dialogare con i nostri moderni compagni
di viaggio, utilizzando il linguaggio delle immagini, se la lingua italiana e l’alfabeto fenicio
non ci aiutano più. Una sala cinematografica multietnica.
Che quest’idea-progetto potesse anche essere argomento di tesi di laurea in Politica
Economica ancora non lo immaginavo. L’ho scoperto confrontandomi con i più recenti studi
sul capitale sociale, che hanno il merito di aver aperto l’economia alle altre principali
scienze sociali, come l’antropologia culturale, la sociologia e gli studi sulla psiche.
Gli obiettivi che si pone questo lavoro sono quindi legati alla natura “ibrida” e “sfaccettata”
di un’iniziativa - l’ipotesi di una sala cinematografica che ospitasse pubblico e pellicole
multietniche - indirizzata ad una fetta della popolazione, crescente e in continua
trasformazione, che non si identifica con il convenzionale modello antropologico,
1
Si tratta della scena iniziale di “Ghost World” (Terry Zwigoff, Usa 2001) a sua volta tratta dal film "Gumnaam" (Raja Nawathe, India
1965), uno scatenato ed improbabile ballo alla moda occidentale dell’epoca, sulle note della canzone "Jaan Pehechaan Ho". E’ un
esempio affascinante di dialogo cinematografico tra India e Occidente, fatto di citazioni reciproche, fraintendimenti e
reintrepretazioni.
5
economico e sociale di ”italiano”: quella degli immigrati. L’iniziativa ha natura ibrida
perché, come vedremo, questo genere di progetto ha caratteristiche imprenditoriali,
ma anche una indiscutibile valenza sociale, che prevede la contestuale erogazione di beni
immateriali privati e pubblici.
Sfaccettata per le implicazioni, economiche, sociali, culturali e psicologiche; per una
complessità che impone di affiancare all’analisi economica un approccio multidisciplinare
ma al tempo stesso informale, per via della “incerta umanità” che connota questo progetto
inedito e irriproducibile.
Roma è da sempre un fortissimo polo di attrazione per l’immigrazione dal sud Italia,
e da alcuni decenni anche per il sud del mondo. Sebbene l’intera penisola sia oggi
interessata dalle migrazioni internazionali di massa, quella romana è però un’area peculiare
per lo scarso sviluppo industriale e al contempo l’elevato reddito medio; la presenza
di alcuni settori trainanti, come le costruzioni ed un poderoso terziario: un microcosmo che
ruota intorno all’amministrazione pubblica, al commercio, al turismo religioso e non,
ed ai servizi alla persona.
In questo habitat economico e nelle sue pieghe hanno trovato e continuano a trovare
opportunità e ruolo gli immigrati, che oggi rappresentano oltre il 10% della popolazione
cittadina e continuano ad affluire nella capitale ad un ritmo che ne fa presagire il raddoppio
entro il prossimo decennio. Questa massa di individui, con i loro flussi migratori, le loro
tradizioni, le loro competenze, i loro gusti e la loro capacità di reddito, si confrontano con
un contesto urbano particolarmente impermeabile all’interazione sociale, all’accoglienza
e al rapporto con la diversità. Roma li relega nelle sue periferie isolate e carenti di servizi,
nega loro quotidianamente gli spazi per esercitare la loro vita culturale e sociale,
si conforma ad un fenomeno di rilevanza nazionale di ignoranza e annullamento
del fenomeno. Il contesto normativo, politico e culturale svaluta e rende precaria l’esistenza
delle centinaia di migliaia di stranieri residenti nell’area di Roma e sta determinano
il fallimento del progetto di vita di molti di essi.
Per entrare di diritto nell’analisi economica un bene deve avere un valore di scambio.
Ma in che modo inserire queste problematiche in una tesi di laurea in Economia?
Valori come l’integrazione, la concordia, la stima, si dice che siano impagabili.
Viceversa l’esclusione sociale, la ghettizzazione, la sofferenza psichica, la violenza
generalmente vengono detti non risarcibili. Non esiste un sistema dei prezzi per questi
valori non negoziabili. Eppure, come suggeriscono gli studi sull’Economia del Benessere
6
e sul Capitale Sociale, essi sono indispensabili per la stessa sopravvivenza del sistema
sociale ed economico. Ma non è ancora ben chiaro come: concetti come società civile,
integrazione, benessere e cultura presentano infatti caratteristiche di difficile trattazione
per l’economista. In primo luogo la loro intangibilità, che si traduce in difficoltà
di misurazione e di attribuzione di prezzi. E poi la non linearità nei processi di formazione,
la multidimensionalità, le misteriose modalità di trasmissione, costringono il povero
economista alla revisione di quasi tutti gli attrezzi della sua cassetta. Infine la natura
relazionale di questi beni, il ruolo dei rapporti interumani e le sottostanti dinamiche
psichiche, che comportano la necessità per chi voglia fare ricerca di rischiare la propria
identità, di uscire dal sentiero asfaltato dell’economia, alla ricerca delle piazze
dell’interdisciplinarità con le altre scienze sociali, per mutuarne i modelli di interazione
e per fare luce sulle determinanti psichiche del comportamento. Un doppio salto mortale
epistemologico, senza la rete di sicurezza delle preferenze rivelate. Per atterrare dove?
Molti economisti si chiedono se l’introduzione di queste categorie non sia in realtà
un’infatuazione passeggera nei confronti della cultura, dell’etica, del folklore,
una regressione della scienza economica alla sua preistoria indifferenziata e prescientifica.
Altri semplicemente temono una crisi d’identità, una perdita del potere e dell’autorevolezza
che l’economista si è conquistato nei decenni, ai danni soprattutto della classe politica.
Per tutti è un “horror vacui” verso un mondo indistinto e sconosciuto, rispetto al sistema
chiuso e prevedibile delle relazioni economiche (Gnesutta 2010), dove “ciò che non puoi
contare non conta”.
La natura di bene pubblico immateriale del capitale sociale, del quale cultura e integrazione
sono dimensioni primarie, mi è sembrata una valida ragione per la quale questi timori
dovessero essere superati e questa ricerca dovesse essere quantomeno tentata.
7
BIBLIOGRAFIA
AA.VV. (2007)
La popolazione straniera residente in Italia al 1° gennaio 2007
ISTAT Statistiche in breve
AA.VV. (2003)
Measurement indicators of integration
European Council publication
AA.VV. (2008)
Il futuro della TV in Italia
ricerca ISIMM e UniRomaTre per Tiscali.
AA.VV. (2008)
Immigrazione, rimesse e sviluppo
Dossier Statistico Immigrazione 2008 — Caritas Migrantes.
AA.VV. (2008)
Public opinion in the European Union
Eurobarometer 68 (2008) European Commission
233
BIBLIOGRAFIA
234
BIBLIOGRAFIA
235
BIBLIOGRAFIA
236
BIBLIOGRAFIA
237
BIBLIOGRAFIA
DALL’OLIO VALENTINA
'questo paese è troppo grande e questa gente troppo straniera': dall'India agli Stati
Uniti, dal Pakistan all'Inghilterra - gli scrittori della diaspora indiana
Tesi di Laurea in Scienze e Tecniche dell'Interculturalità, Relatore Prof. Mario Faraone,
Universita' degli Studi di Trieste Facoltà di Lettere e Filosofia,
238
BIBLIOGRAFIA
FRANCE-PRESSE (2008)
Cannes brings cheer to ailing Philippine film industry
Agence France-Presse 05/11/2008
239
BIBLIOGRAFIA
240
BIBLIOGRAFIA
241
BIBLIOGRAFIA
242
BIBLIOGRAFIA
MAZZA, PAOLA
L’immigrazione Bangladese nel VI Municipio del Comune di Roma
Tesi di Laurea Triennale in Educatore Professionale di Comunità, Relatrice Prof.ssa
Monica Simeoni, Università degli Studi Roma Tre, Facoltà di Scienze della Formazione
243
BIBLIOGRAFIA
MURARD-YOVANOVICH, FLORE(2010)
Immigrazione, pulsione e trasformazione
Quaderni Radicali - n. 105, speciale luglio 2010
244
BIBLIOGRAFIA
245
BIBLIOGRAFIA
246
BIBLIOGRAFIA
247
BIBLIOGRAFIA
248
FILMOGRAFIA
ADDIO MIA CONCUBINA - Chen Kaige (Cina, Hong Kong, Taiwan — 1993)
AGORA
AGORA — Alejandro Amenábar — (Spagna — 2009)
GIALLO
GIALLO A MILANO - Sergio Basso (Italia 2009)
HERO - YĪNG
NG XIÓ
XIÓNG — Zhang Yimou — (Cina - 2002)
IL DESTINO NEL NOME — THE NAMESAKE — Mira Nair — (India, Usa - 2006)
IL MIO
MIO GRASSO GROSSO MATRIMONIO GRECO — Joel Zwick (Usa — 2002)
250
FILMOGRAFIA
251
FILMOGRAFIA
MACHAN - LA VERA STORIA DI UNA FALSA SQUADRA — Uberto Pasolini (Italia — 2008)
QUANDO SEI NATO NON PUOI PIÙ NASCONDERTI MarcoT.Giordana (Italia,Francia,UK 2005)
252
FILMOGRAFIA
SCONTRO DI CIVILTÀ PER UN ASCENSORE A PIAZZA VITTORIO - Isotta Toso -(Italia- 2009)
THE GURU - Daisy von Scherler Mayer - (UK - France - USA - 2003)
TRAIN DE VIE,
VIE, UN TRENO PER VIVERE-Radu
VIVERE Mihăileanu-(Francia, Belgio, Romania 2005)
253
WEB RESOURCES CINEMA E COMUNITÀ DEL SUBCONTINENTE
http://indexmundi.com/it/
Diaspora Bangladeshi
http://banglapedia.search.com.bd/HT/D_0217.htm
Diaspora indiana
http://en.wikipedia.org/wiki/Indian_diaspora
http://en.wikipedia.org/wiki/Indian_American
http://en.wikipedia.org/wiki/British_Asian
http://www.immigrazione.org/Index/dettaglio.asp?percorso=&id=332
Diaspora Pakistana
http://en.wikipedia.org/wiki/Pakistani_diaspora
http://en.wikipedia.org/wiki/British_Pakistani
Bangladesh
http://en.wikipedia.org/wiki/Bangladesh
India in italiano
http://it.wikipedia.org/wiki/India
Punjab
http://en.wikipedia.org/wiki/Punjab_%28India%29
Cinema Bollywood
http://www.kalpana.it/ita/cinema/index.htm
254
WEB RESOURCES CINEMA E COMUNITÀ DEL SUBCONTINENTE
Risultati al botteghino
http://www.imdb.com/
http://www.ibosnetwork.com/
255
CREDITS
256