La milza può essere studiata sia mediante scansioni longitudinali eseguite a livello degli ultimi spazi intercostali parallelamente all'ascellare
media; o mediante scansione sottocostale ascendente anch'essa parallelamente all'ascellare media (con tali scansioni si ottengono sezioni
coronali della mila); o mediante scansioni intercostali oblique parallelamente al decorso della X costa (con tali scansioni si ottengono sezioni
longitudinali della milza il cui asse maggiore è appunto parallelo alla X costa).
LISTA GUIDA:
grandezza: lunghezza, larghezza, spessore (Ø longitudinale: fino a 12 cm, Ø trasverso: fino a 8cm, Ø antero-post: fino a 3,5cm).
Per la valutazione di una eventuale splenomegalia è preferibile misurare l'area della milza che non deve essere superiore a 45 cmq.
struttura: è costituita da fini ecoriflessioni di intensità medio-bassa e a distribuzione omogenea. L'ecogenicità complessiva è modicamente
inferiore a quella epatica.
forma e contorno: forma di falce, triangolare, rapporto tra polo splenico inferiore e rene di sn, eventuale milza accessoria.
vasi: ilo, calibro della vena splenica, eventuali varicosità.
diaframma: ben delimitabile, eventuale versameno pleurico o ascite.
PATOLOGIE
Calcificazioni: sono di riscontro abbastanza freq e si evidenziano come formazioni iperecogene con cono d'ombra post, da mettere in relazione
con malatt infiammatorie croniche (x es, tbc, malaria, brucellosi)
la splenomegalia costituisce la condizione patologica + ricorrente. Una volta nota la causa di splenomegalia, l'ecografia costituisce la tecnica
elettiva x la valutazione, seriata nel tempo, della risposta alla tr medica.
E' possibile riscontrare calcificazioni o lesioni focali intraparenchimali.
i traumi della milza si associano spesso ad emoperitoneo. Focolai contusivi ed ematomi intraparenchimali presentano vario grado di
iperecogenicità a breve distanza dal trauma, per assumere successivamente caratteristiche di ipoecogenicità fino all'anecogenicità con margini
netti.
I 3 principali quadri clinico-semeiologici sono:
1. Ematoma intraparenchimale, iperecogeno in fase acuta e successivamente tendente all'ipoecogenicità x emolisi. La lesione può evolvere con
restituzio ad integrum od assumere caratteristiche di tipo pseudocistico o con aspetti di organizzazione (lesione di tipo misto).
2. Ematoma sottocapsulare, caratteristicamente disposto lungo i profili dell'organo con aspetto a doppio contorno. Questo si presenta all'esordio
ipoecogeno, come una formazione falciforme che contorna parte del profilo del viscere, scollandone la capsula: questo è l'aspetto tipico
dell'ematoma post biopsia splenica, peraltro molto raro e generalmente a risoluzione spontanea.
3. Rottura parenchimale, contraddistinta da ingrandimento splenico, irregolarità dei margini e variabile sovvertimento dell'ecostruttura
parenchimale.
All'ecografia spetta il monitoraggio delle lesioni traumatiche trattate conservativamene.
Cisti parassitarie: prevalentemente anecogene, con possibile presenza di setti interni e di calcificazioni (idatidosi).
Infarto splenico cronico: l'infarto di vecchia data (esiti cicatriziali) è rappresentato o da una stria iperecogena o da una formazione
triangolare iperecogena con apice all'ilo. Possibili sono le calcificazioni.
Ascesso: secondari a sepsi, ematomi e infarti splenici, hanno l'aspetto ecografico di lesioni liquide, uniche o multiple, con corpuscolato di natura
flogistica: area ipo-anecogena a contenuto corpuscolato, spesso multifocale. Nelle forme da anaerobi si rileva la presenza di gas.
Angioma: ecostruttura omogenea, iperecogena analoga a quella dell'angioma epatico. Le forme cavernoso possono presentare aspetto
ipoecogeno, possibile la presenza di calcificazioni.
_ area nodulare di circa 1.2cm situata all'ilo che presenta le stesse caratteristiche ecografiche della milza ed è riferibile ad una piccola milza
accessoria.