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MILZA

La milza può essere studiata sia mediante scansioni longitudinali eseguite a livello degli ultimi spazi intercostali parallelamente all'ascellare
media; o mediante scansione sottocostale ascendente anch'essa parallelamente all'ascellare media (con tali scansioni si ottengono sezioni
coronali della mila); o mediante scansioni intercostali oblique parallelamente al decorso della X costa (con tali scansioni si ottengono sezioni
longitudinali della milza il cui asse maggiore è appunto parallelo alla X costa).
LISTA GUIDA:
grandezza: lunghezza, larghezza, spessore (Ø longitudinale: fino a 12 cm, Ø trasverso: fino a 8cm, Ø antero-post: fino a 3,5cm).

Ø massimo della milza in rapporto all'età:


3 ms: 6cm, 6ms: 6.5, 12ms: 7, 2aa: 8, 4aa: 9, 6aa: 9.5, 8aa: 10, 10aa: 11, 12aa: 11.5, A: 13, D: 12cm.

Per la valutazione di una eventuale splenomegalia è preferibile misurare l'area della milza che non deve essere superiore a 45 cmq.
struttura: è costituita da fini ecoriflessioni di intensità medio-bassa e a distribuzione omogenea. L'ecogenicità complessiva è modicamente
inferiore a quella epatica.
forma e contorno: forma di falce, triangolare, rapporto tra polo splenico inferiore e rene di sn, eventuale milza accessoria.
vasi: ilo, calibro della vena splenica, eventuali varicosità.
diaframma: ben delimitabile, eventuale versameno pleurico o ascite.

PATOLOGIE

Calcificazioni: sono di riscontro abbastanza freq e si evidenziano come formazioni iperecogene con cono d'ombra post, da mettere in relazione
con malatt infiammatorie croniche (x es, tbc, malaria, brucellosi)

la splenomegalia costituisce la condizione patologica + ricorrente. Una volta nota la causa di splenomegalia, l'ecografia costituisce la tecnica
elettiva x la valutazione, seriata nel tempo, della risposta alla tr medica.
E' possibile riscontrare calcificazioni o lesioni focali intraparenchimali.

i traumi della milza si associano spesso ad emoperitoneo. Focolai contusivi ed ematomi intraparenchimali presentano vario grado di
iperecogenicità a breve distanza dal trauma, per assumere successivamente caratteristiche di ipoecogenicità fino all'anecogenicità con margini
netti.
I 3 principali quadri clinico-semeiologici sono:

1. Ematoma intraparenchimale, iperecogeno in fase acuta e successivamente tendente all'ipoecogenicità x emolisi. La lesione può evolvere con
restituzio ad integrum od assumere caratteristiche di tipo pseudocistico o con aspetti di organizzazione (lesione di tipo misto).

2. Ematoma sottocapsulare, caratteristicamente disposto lungo i profili dell'organo con aspetto a doppio contorno. Questo si presenta all'esordio
ipoecogeno, come una formazione falciforme che contorna parte del profilo del viscere, scollandone la capsula: questo è l'aspetto tipico
dell'ematoma post biopsia splenica, peraltro molto raro e generalmente a risoluzione spontanea.

3. Rottura parenchimale, contraddistinta da ingrandimento splenico, irregolarità dei margini e variabile sovvertimento dell'ecostruttura
parenchimale.
All'ecografia spetta il monitoraggio delle lesioni traumatiche trattate conservativamene.

Cisti parassitarie: prevalentemente anecogene, con possibile presenza di setti interni e di calcificazioni (idatidosi).

Cisti non parassitarie: anecogene. Possono essere congenite o acquisite.


Le congenite, uniche o multiple, appaiono come strutture liquide semplici.
Le acquisite rappresentano, in genere, l'evoluzione di un ematoma. In tal caso l'aspetto può essere quello di una struttura liquida semplice, opp
quello di una formazione liquida con corpuscolato che sedimenta nella parte declive.

Infarto splenico acuto: aspetto ipo-anecogeno, area a morfologia triangolare.

Infarto splenico cronico: l'infarto di vecchia data (esiti cicatriziali) è rappresentato o da una stria iperecogena o da una formazione
triangolare iperecogena con apice all'ilo. Possibili sono le calcificazioni.

Ascesso: secondari a sepsi, ematomi e infarti splenici, hanno l'aspetto ecografico di lesioni liquide, uniche o multiple, con corpuscolato di natura
flogistica: area ipo-anecogena a contenuto corpuscolato, spesso multifocale. Nelle forme da anaerobi si rileva la presenza di gas.

Angioma: ecostruttura omogenea, iperecogena analoga a quella dell'angioma epatico. Le forme cavernoso possono presentare aspetto
ipoecogeno, possibile la presenza di calcificazioni.

LOCALIZZAZIONI FOCALI MALIGNE


I tumori della milza non sono frequenti. La maggior parte dei tumori maligni (primitivi e secondari) della milza è costituita dai processi
linfoproliferativi (linfomi in particolare); questi ultimi rappresentano anche i + frequenti tumori maligni primitivi della milza; altri tumori
maligni primitivi della milza sono i sarcomi; mentre tra i tumori metastatici di origine non proliferativa i carcinomi sono i + frequenti.
Le metastasi spleniche si verificano tardivamente nel corso di carcinomi e si associano costantemente a localizzazioni metastatiche in altri organi.
Localizzazioni leucemiche e linfomatose: i linfomi sono i tumori maligni + frequenti della milza, al momento della dx iniziale la milza è
interessata secondariamente in circa il 35-40% dei casi.
L'incidenza del linfoma primitivo splenico è solo dell'1% dei casi ed è limitata soprattutto ai LNH.
il quadro ecografico può essere rappresentato da:
_ localizzazione tipo infiltrazione microscopica che può determinare un aumento di volume dell'organo senza modificarne l'ecostruttura.
_ localizzazione di formazioni nodulari, uniche ma spesso multiple a struttura solida iporiflettente (ipoecogena), in genere di piccole dimensioni
(micronodulare; miliariforme con lesioni di 0.5-1cm: quadro ecografico di infiltrazione diffusa). Talvolta, specie in corso di LNH, le localizzazioni
secondarie sono voluminose (macronodulari o neoplastiformi).
Metastasi di carcinomi: in ordine di frequenza i tumori che possono dare metastasi alla milza sono: polmone, mammella, prostata, colon,
stomaco mielomi, melanomi, coriocarcinomi, ovaio.
Tali metastasi hanno l'aspetto di formazioni nodulari solide, ipo od iperecogene, uniche o multiple. Generalmente i margini sono netti, e, a volte,
le lesioni possono essere circondate da alone periferico.
Esistono anche casi di infiltrazione metastatica diffusa con completo sovvertimento della struttura parenchimale splenica.

ESEMPIO DI REFERTO NORMALE:


volume della milza nella norma, con normale ecostruttura ed ecogenicità. Diametro bipolare (o longitudinale) di circa 10 cm.

_ area nodulare di circa 1.2cm situata all'ilo che presenta le stesse caratteristiche ecografiche della milza ed è riferibile ad una piccola milza
accessoria.

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