COMPATTO o SPUGNOSO
L’osso compatto rappresenta lo strato più esterno, costituito da osteoni paralleli e cellule ossee
(osteociti, osteoblasti, osteoclasti), rivestito esternamente da periostio, connettivo denso innervato
e vascolarizzato.
L’osso spugnoso è la porzione più interna, costituiti anch’essi da tessuto lamellare ma che forma le
trabecole all’interno delle quali troviamo il midollo osseo.
LAMELLARE e NON LAMELLARE
Il tessuto lamellare è formato da lamelle concentriche che formano osteoni e lamelle interstiziali.
Il tessuto osseo non lamellare è invece immaturo, formato dall’osteoide, matrice connettivale densa
solo parzialmente calcifica.
B. DIRETTA o APPOSIZIONALE
Tipica delle ossa piatte, che si formano per addensamento del mesenchima da cui si formerà l’osso per
deposizione di matrice calcifica da parte degli osteoblasti che si distribuiscono a palizzata.
OSTEOMIELITE
Diversa dall’OSTEITE, che è decisamente più rara, in quanto questa nasce primariamente all’interno del
tessuto osseo propriamente detto, mentre l’osteomielite nasce dalla componente midollare, e attraverso i
vasi si propaga verso l’esterno raggiungendo il tessuto osseo.
OSTEOMIELITE ACUTA
- PRIMITIVA (insorge senza essere preceduta da focolai infiammatori in altre sedi)
- SECONDARIA (traumi, processi flogistici contigui)
La via d’accesso è varia, esempio è l’anello linfatico di Waldeyer in caso di tonsillite streptococcica, e la
propagazione è ematogena.
È caratteristica della giovane età (13-17 y) e delle metafisi di accrescimento, a causa dell’iperemia fisiologica
di queste sedi in questa fascia di età, che favorisce l’attecchimento di germi. Le sedi più colpite sono femore,
tibia e omero.
L’esito può essere di guarigione spontanea, con eliminazione di piccoli sequestri con apertura di tragitti
fistolosi. In alcuni casi può essere richiesta la sequestrectomia, in quanto il sequestro stesso può diventare
fonte di reinfezione e cronicizzazione. In ogni caso ad oggi la guarigione è rapida grazie alla terapia
antibiotica precoce e massiva.
OSTEOMIELITE CRONICA
Conseguenza di un’osteomielite acuta primitiva o post-traumatica non trattata con formazione di sequestri
estesi e persistenza di focolai suppurativi. Ad oggi sono piuttosto rare, limitate a casi di interventi di
artroprotesi.
L’osteomielite cronica è caratterizzata dall’aspetto a sarcofago o a cassa da morto, con delimitazione solida
del sequestro per neoformazione ossea, con abbondante tessuto di granulazione finanche iperplastico.
- Fistole purulente cutanee che a lungo termine possono dare origine ad un carcinoma squamoso
- Difetti di crescita
- Artriti purulente
- Amiloidosi secondaria
NECROSI OSSEE
EZIOLOGIA
- Traumatica
- Termica
Ustioni o congelamento
- Chimica
Fosforo giallo e necrosi fosforica della mandibola con esposizione occupazionale
- Da radiazioni
Occasionale o iatrogena
- Alcool
- Iatrogena
Corticosteroidi che conducono a osteopenia
MORFOLOGIA
La necrosi ossea è tipicamente secca, conseguente alla riduzione dell’apporto ematico, corrispondente a ciò
che negli altri distretti è definito infarto ischemico (focolaio di necrosi ischemica causata dalla brusca,
completa e irreversibile interruzione dell’apporto di ossigeno). L’osso appare secco, pallido e friabile.
L’esito di un’osteonecrosi dipende strettamente dalla sede, e sicuramente i più pericolosi sono gli infarti
subcondrali settici, in quanto l’articolazione rappresenta una porzione riccamente vascolarizzata che può
andare incontro a maggior danno e rappresenta una facilitazione della disseminazione. Può anche essere
associata ad osteocondrite dissecante, con liberazione di frammenti ossei in cavità articolare. Negli USA il
10% degli interventi di artroplastica è dovuta a osteonecrosi.
TUMORI OSSEI
PRIMITIVI SECONDARI
BENIGNI MALIGNI MALIGNI
Enostosi
Osteoma
Mammella
Osteoma osteoide Mieloma
Prostata
Osteoblastoma Osteosarcoma
Polmone
Encondroma Condrosarcoma
Rene
Eccondroma Sarcoma di Ewing
Surrene
Condroblastoma
Tumore a cellule giganti
TUMORI SECONDARI
Le metastasi sono i più frequenti tumori ossei, e colpiscono più frequentemente le ossa del rachide, il tratto
prossimale del femore e dell’omero. Metastasi a ossa più distali, come di mano e piede, sono estremamente
rare.
I tumori che più frequentemente danno metastasi ossee sono prostata, mammella, rene e polmone, ma
anche colon, surrene, melanomi.
- Osteolitico: le cellule neoplastiche secernono fattori attivanti gli osteoclasti che scavano nicchie
ossee.
- Osteoaddensante: tipiche del ca. prostatico, stimolante gli osteoblasti.
Le lesioni vanno approfondite con biopsia solo se aumentano di volume in pochi mesi.
OSTEOMA
Neoplasia costituita da osso compatto a fibre intrecciate. Si manifestano in età adulta.
Hanno significato assolutamente benigno e lenta crescita, ma possono comportare problemi in quanto si
manifestano a livello del cranio: osso frontale, ossa mascellari. Possono dare problemi estetici o di
compressione a livello di occhio, cavità orale, encefalo, seni paranasali.
Possono presentarsi in forma multipla e in tal caso rientrano in un contesto sindromico, la sindrome di
Gardner, che prevede osteoni multipli, cisti epidermiche, poliposi adenomatosa del colon.
OSTEOMA OSTEOIDE
L’osteoma osteoide è una neoplasia caratterizzata da proliferazione osteoblastica, a margini netti e ben
vascolarizzata, con aspetto radiologico e morfologico estremamente tipico, e tipica dell’età giovanile (<25 y).
Si localizza prevalentemente a femore e tibia (50%) e vertebre (10%) e ha grandezza di circa 1 cm.
Anche il quadro cilinico è estremamente tipico, con dolore notturno anche molto acuto che recede
all’assunzione di salcilati.
Aspetto istologico:
OSTEOBLASTOMA
Anch’esso è un tumore benigno con caratteristiche istologiche identiche all’osteoma osteoide, ma differisce
da questo per le dimensioni, tanto che può essere anche denominato osteoma osteoide gigante.
L’età di incidenza è altrettanto sovrapponibile, con il 90% <30 y. Provoca un dolore meno intenso
dell’osteoma osteoide.
La sede è prevantemente assiale (30-50%), con un 40% a localizzazione diafisaria nelle ossa lunghe.
L’aspetto radiografico è di radiotrasparenza uniforme con area centrale focalmente granulare, e scarsa
demarcazione sclerotica perilesionale.
Lesioni benigna caratterizzata da spazi cistici contenenti sangue, separati da setti di tessuto fibroso rivestiti
da osteoblasti. Ci sono anche cellule giganti di tipo osteoclastico, che possono prevalere nella lesione
lasciando solo un guscio di osso in periferia.
L’aspetto radiologico è di massa espansiva, e può mettere in evidenza radiopacità di setti fibrosi o del
margine.
OSTEOSARCOMA
Neoplasia maligna, quasi esclusiva dei soggetti giovani ed eccezionale dopo il 3° decennio (tranne in caso di
malattia di Paget ossea).
Il comportamento biologico è piuttosto aggressivo, con metastasi polmonari, SNC, osso. La prognosi è
notevolmente migliorata con l’avvento della chemioterapia che associata a chirurgia consente una
guarigione nel 70-80% dei casi.
La sede dell’osteosarcoma è tipicamente metafisaria, a livello delle ossa lunghe: femore distale, tibia
prossimale, omero prossimale. Eccezionale è la sede in ossa piatte, tipica della malattia di Paget e dell’età
avanzata.
L’aspetto radiologico è di lesione litica o sclerotica (aspetto misto osteolitico e osteoblastico), intramidollare
con erosione corticale. Il margine è infiltrativo, con sollevazione del periostio (triangolo di Codman,
caratteristico ma non esclusivo).
- Primitivo >>>
- Secondario ad un’altra alterazione ossea
- Infarto
- Irradiazione
- Cisti aneurismatica
- Osteoblastoma
- Osteogenesi imperfetta
Comune malattia ereditaria del connettivo, a carico del collagene di tipo 1. A seconda della
mutazione possiamo avere lievi anomalie scheletriche in fenotipi lievi, fino a morte in utero.
Comuni segni clinici sono fratture frequenti, sclere blu, denti piccoli e malformati, perdita
dell’udito.
- Displasia fibrosa
- Malattia di Paget ossea
Lesione iperostosica che coinvolge ossa lunghe e ossa piatte (cranio segno del cappello).
In questa malattia si distinguono delle fasi ben precise:
1) Fase iniziale osteolitica: osteoclasti giganti (fino a 100 nuclei) che formano numerose
lacune di riassorbimento.
2) Fase mista osteoblastica e osteolitica: compaiono osteoblasti prominenti che
depongono tessuto osseo immaturo che diviene progressivamente lamellare
3) Stadio finale osteosclerotico: l’osso deposto presenta un aspetto a mosaico o a puzzle, a
causa del disordine strutturale delle lamelle orientate in maniera del tutto casuale.
Queste lesioni sono riccamente vascolarizzate, e viene coinvolto anche il midollo, che va a
formare un tessuto connettivale lasso contenente cellule osteoprogenitrici con funzione di
sostenere la nutrizione e la crescita della lesione.
L’osso derivante da questa proliferazione è più ampio del normale, ma molto più suscettibile
a fratture e deformazioni.
Questa malattia è tipica dell’età avanzata (70 y), e la causa non è nota, per quanto siano
state ipotizzate infezioni virali ed è dimostrata una familiarità (parente di 1° grado affetto =
rischio x 7)
- Multifocale
Variante rara. Sincrono (entro 6 mesi, prognosi negativa) o metacrono.
- Teleangiectasico 4%
Caratterizzato da due varianti:
Necrotico-emorragica: cellule atipiche commiste a sangue e detriti necrotici, osteoide in
minima quantità.
Multicistica: necrosi assente e cellule maligne scarse, osteoide focale, d.d. difficile con cisti
aneurismatica
- A piccole cellule
Raro e associato a prognosi infausta: tendenza alla metastatizzazione e chemio/radio-resistenza.
L’aspetto macroscopico è simile all’osteosarcoma convenzionale, ma microscopicamente troviamo
piccole cellule aggregate in nidi e osteoide focale. Le cellule possono essere simil-Ewing, simil-
linfoma o fusate.
- Periostale
- Paraostale
Il più frequente tumore benigno dell’osso, caratteristico del 2° decennio. Dal punto di vista clinico è
generalmente silente oppure può provocare sintomi di compressione vascolare o nervosa.
Osso spugnoso centrale: trabecole che circoscrivono spazi midollari con midollo adiposo ed
emopoietico.
Cappuccio cartilagineo periferico: cartilagine ialina con gruppi isogeni a disposizione seriata.
Nelle lesioni di vecchia data scompare e si riduce a isole disperse nella componente ossea.
Connettivo fibroso esterno
Riccamente vascolarizzato, analogo al pericondrio.
2. ENCONDROMA
Può essere solitario o multiplo: osteocondromatosi con coinvolgimento di sedi inusuali come
vertebre, polso, caviglia. Le lesioni multiple rientrano in contesti sindromici, con possibile evoluzione
in condrosarcoma:
L’età colpita è varia, con un picco tra 15 e 40 y. Si sviluppano a livello delle ossabrevi di mani e piedi.
L’aspetto radiologico è di lesione radiotrasparente con foci calcifici, con corticale espansa e
assottigliata ma integra.
Aspetto macroscopico:
Mm o cm
Neoformazione biancastra e bernoccoluta
Sviluppo endosseo
Consistenza duroelastica
Sepimenti di connettivo
Aspetto microscopico:
CONDROBLASTOMA
Anche questo tipico dell’età giovanile, con sede alle epifisi delle ossa lunghe. Clinicamente si manifesta con
un lieve dolore.
Macroscopicamente ha un colore grigio giallastro con aree rosse per fenomeni emorragici. L’aspetto
istologico è caratterizzato da:
La prognosi è generalmente buona, con possibili recidive e aggressività locale estremamente infrequente.
CONDROSARCOMA
Primitivo ex novo o secondario su neoplasie benigne (osteocondroma o encondroma). In base a dove insorge
all’interno dell’osso distinguiamo:
Le ossa in cui insorge sono: pelvi, femore prossimale e distale, omero prossimale, coste.
Il range di età colpite è ampio, con un picco tra 50-70 y, 40-50 nelle forme secondarie. È eccezionale in età
<20 y. Si manifesta con dolore (forme centrali) o massa palpabile (forme periferiche).
GRADING
Correlato con il quadro rx: LG a margini definiti e calcificazioni uniformi, HG a margini irregolari e mal definiti.
G1: condrociti con nuclei piccoli, stroma condroide e raramente mixoide. Assenza di mitosi.
G2: cellularità aumentata soprattutto alla periferia con comparsa di mitosi, nuclei più grandi, matrice
prevalentemente condroide.
G3: cellularità notevolmente aumentata, pleomorfismo, mitosi, matrice mixoide prevalente sulla
condroide anche assente, necrosi.
Nello stesso tumore possono alternarsi aree di diverso grado, ovviamente da segnalare nel referto. Per
questo comportamento il campionamento dev’essere estremamente esteso.
MORFOLOGIA
Aspetto macroscopico:
LG: massa grigio-biancastra, traslucida e di consistenza cartilaginea. Aspetto lobulari, cistici, depositi
di calcio.
HG: necrosi, emorragie, erosione corticale, invasione dei tessuti molli.
Aspetto microscopico:
Estrema variabilità
Matrice condroide ialina/mixoide con cellule fusate o stellate
Tralci fibrosi
Condrociti in nidi e clusters
Assenza di osteoide
Nuclei variabili (grading)
SARCOMA DI EWING
È il 4° tumore maligno dell’osso, dopo mieloma, osteosarcoma e condrosarcoma.
Rientra nella famiglia degli small blue round cells tumor, e ha un profilo molecolare comune ai PNET, tumori
neuroectodermici periferici, con espressione di c-myc, n-myc e c-myb. Nell’85% dei casi presenta una
traslocazione cromosomica del gene EWS.
È un tumore infantile, con insorgenza tipica entro i primi 2 decenni, con un picco a 13 anni. Si può localizzare
a tutte le ossa, maggiormente nella diafisi del femore. La presentazione clinica è con tumefazione, dolore e
febbre.
MORFOLOGIA
L’aspetto radiologico è di lesione osteolitica midollare con reazione periostea a bulbo di cipolla (deposizione
di strati di osso reattivo).
Cellule piccole e uniformi con nucleo voluminoso e citoplasma scarso riunite in nidi
Mitosi in numero variabile
Rosette nel 10% dei casi (disposizione tipicamente neurale)
IIC: sinaptofisina e vimentina + e marker muscolari –
La diagnosi differenziale è piuttosto difficile, con altri tumori con aspetto istologico simile quali
neuroblastomi, linfomi, osteosarcomi e condrosarcomi. Si basa su sede, aspetto radiografico, istologico e
immunoistochimica.
Nel 75% dei casi si localizza all’epifisi di ossa lunghe, tranne nei casi di insorgenza su malattia di Paget (ossa
mascellari).
Questo aspetto può indicare che si tratti di granulomi riparativi a cellule giganti.
NEOPLASIE MESENCHIMALI
TESSUTO FIBROSO
TUMORI VASCOLARI
- Emangioma
- Cisti aneurismatica
CORDOMA
Rara neoplasia che origina dai residui embrionali della notocorda, i cui residui permangono nel nucleo
polposo dei dischi intervertebrali.
È un tumore localmente infiltrante e distruttivo, a sviluppo lento e recidive. Le metastasi sono rare e dirette
a polmoni, linfonodi, fegato.
- Sacro-coccigea
Prognosi migliore di quello del clivus, con sopravvivenza di 5-10 anni e infiltrazione di radici nervose,
retto e vescica.
- Sfeno-occipitale (del clivus)
Prognosi infausta, con sopravvivenza di 2-3 anni, con compressione di ponte, bulbo, peduncoli
cerebrali, nervi cranici, faringe.
- Tratto toracico della colonna vertebrale.
Macroscopicamente si presenta come massa gelatinosa ad accrescimento intraosseo.
L’aspetto istologico è caratterizzato da cellule voluminose con citoplasma PAS+ circondate da matrice ricca di
mucopolisaccaridi acidi. In periferia si trovano cellule piccole similepiteliali, immature, che gradualmente si
trasformano in cellule fisalifere centrali.