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OSSO

ANATOMIA NORMALE E OSTEOGENESI

 COMPATTO o SPUGNOSO
L’osso compatto rappresenta lo strato più esterno, costituito da osteoni paralleli e cellule ossee
(osteociti, osteoblasti, osteoclasti), rivestito esternamente da periostio, connettivo denso innervato
e vascolarizzato.
L’osso spugnoso è la porzione più interna, costituiti anch’essi da tessuto lamellare ma che forma le
trabecole all’interno delle quali troviamo il midollo osseo.
 LAMELLARE e NON LAMELLARE
Il tessuto lamellare è formato da lamelle concentriche che formano osteoni e lamelle interstiziali.
Il tessuto osseo non lamellare è invece immaturo, formato dall’osteoide, matrice connettivale densa
solo parzialmente calcifica.

L’osteogenesi è di due tipi:

A. INDIRETTA o CONDRALE o PER SOSTITUZIONE

Tipica delle ossa lunghe:

1. Formazione del manicotto cartilagineo diafisario – condroblasto


2. Centro di ossificazione primario diafisario – osteoblasto
3. Centro di ossificazione secondario epifisario
4. Saldatura delle metafisi, che avviene circa a 18 anni

B. DIRETTA o APPOSIZIONALE

Tipica delle ossa piatte, che si formano per addensamento del mesenchima da cui si formerà l’osso per
deposizione di matrice calcifica da parte degli osteoblasti che si distribuiscono a palizzata.

OSTEOMIELITE
Diversa dall’OSTEITE, che è decisamente più rara, in quanto questa nasce primariamente all’interno del
tessuto osseo propriamente detto, mentre l’osteomielite nasce dalla componente midollare, e attraverso i
vasi si propaga verso l’esterno raggiungendo il tessuto osseo.

OSTEOMIELITE ACUTA
- PRIMITIVA (insorge senza essere preceduta da focolai infiammatori in altre sedi)
- SECONDARIA (traumi, processi flogistici contigui)

La via d’accesso è varia, esempio è l’anello linfatico di Waldeyer in caso di tonsillite streptococcica, e la
propagazione è ematogena.

I batteri resposabili sono: Stafilococco aureo, Streptococco beta-emoitico, Pneumococco, Salmonella,


Brucella.

È caratteristica della giovane età (13-17 y) e delle metafisi di accrescimento, a causa dell’iperemia fisiologica
di queste sedi in questa fascia di età, che favorisce l’attecchimento di germi. Le sedi più colpite sono femore,
tibia e omero.

Il quadro anatomopatologico evolve in 3 fasi:


1) Mielite purulenta, con necrosi e disfacimento del midollo metafisario
2) Estensione al midollo diafisario, trombosi settica dei vasi haversiani e necrosi ossea
3) Formazione del sequestro, zolla di tessuto osseo necrotico intensamente radiopaco e con orletto
radiotrasparente per attivazione degli osteoclasti che circoscrivono il tessuto necrotico, con
successiva formazione di tessuto di granulazione.

Il decorso può essere complicato da:

 Artrite purulenta (sepsi)


 Periostite purulenta, con ascessi ed estensione ai tessuti molli
 Setticemia e propagazione a polmone, rene, milza

L’esito può essere di guarigione spontanea, con eliminazione di piccoli sequestri con apertura di tragitti
fistolosi. In alcuni casi può essere richiesta la sequestrectomia, in quanto il sequestro stesso può diventare
fonte di reinfezione e cronicizzazione. In ogni caso ad oggi la guarigione è rapida grazie alla terapia
antibiotica precoce e massiva.

OSTEOMIELITE CRONICA
Conseguenza di un’osteomielite acuta primitiva o post-traumatica non trattata con formazione di sequestri
estesi e persistenza di focolai suppurativi. Ad oggi sono piuttosto rare, limitate a casi di interventi di
artroprotesi.

L’osteomielite cronica è caratterizzata dall’aspetto a sarcofago o a cassa da morto, con delimitazione solida
del sequestro per neoformazione ossea, con abbondante tessuto di granulazione finanche iperplastico.

Complicanze di osteomieliti croniche sono:

- Fistole purulente cutanee che a lungo termine possono dare origine ad un carcinoma squamoso
- Difetti di crescita
- Artriti purulente
- Amiloidosi secondaria

NECROSI OSSEE
EZIOLOGIA

Molte patologie provocano necrosi ossea, e le due più frequenti sono:

- Traumi che ledono la continuità dell’osso distacco periosteo


- Trombosi o embolia dei vasi haversiani, con ostacolato afflusso di sangue

La necrosi ossea può essere:

 NECROSI SETTICA, da osteomielite purulenta con formazione di tessuto di granulazione,


demarcazione e sequestro.
 NECROSI ASETTICA, senza formazione del sequestro ma con progressiva demolizione da parte degli
osteoclasti e sostituzione con osso neoformato seguendo le impalcature di matrice rimasta.

Quest’ultima può essere secondaria:

- Traumatica
- Termica
Ustioni o congelamento
- Chimica
Fosforo giallo e necrosi fosforica della mandibola con esposizione occupazionale
- Da radiazioni
Occasionale o iatrogena
- Alcool
- Iatrogena
Corticosteroidi che conducono a osteopenia

Ma abbiamo anche necrosi asettiche primitive:

- Età giovanile e sede variabile, idiopatiche


- Maattia di Perthes: anca
- Malattia di Kohler: metatarso
- Malattie di Kienbok: semilunare del carpo
- Osteocondrite dissecante di Konig: ginocchio e gomito
- Patogenesi: 1) vascolare 2) traumatica per micro-sollecitazioni in soggetti con minore resistenza su
base costituzionale o ereditaria

MORFOLOGIA

La necrosi ossea è tipicamente secca, conseguente alla riduzione dell’apporto ematico, corrispondente a ciò
che negli altri distretti è definito infarto ischemico (focolaio di necrosi ischemica causata dalla brusca,
completa e irreversibile interruzione dell’apporto di ossigeno). L’osso appare secco, pallido e friabile.

L’esito di un’osteonecrosi dipende strettamente dalla sede, e sicuramente i più pericolosi sono gli infarti
subcondrali settici, in quanto l’articolazione rappresenta una porzione riccamente vascolarizzata che può
andare incontro a maggior danno e rappresenta una facilitazione della disseminazione. Può anche essere
associata ad osteocondrite dissecante, con liberazione di frammenti ossei in cavità articolare. Negli USA il
10% degli interventi di artroplastica è dovuta a osteonecrosi.

TUMORI OSSEI
PRIMITIVI SECONDARI
BENIGNI MALIGNI MALIGNI
Enostosi
Osteoma
Mammella
Osteoma osteoide Mieloma
Prostata
Osteoblastoma Osteosarcoma
Polmone
Encondroma Condrosarcoma
Rene
Eccondroma Sarcoma di Ewing
Surrene
Condroblastoma
Tumore a cellule giganti

INQUADRAMENTO DEI TUMORI OSSEI

È estremamente importante, e deve tener conto di:

- Anamnesi: importante nel determinare se è un tumore secondario o primitivo


- Sede: es. adamantinoma tibia
- Tipo di osso: lesioni che insorgono su osso sano o su preesistenti condizioni patologiche
- Segmento osseo
- Corticale vs midollare
- Matrice prodotta: condroide/osteoide/fibrosa
- Reazione periostale: indica tumore maligno
- Interessamento della cavità articolare
- Lesione unica o multifocale (metastasi/mieloma)

TUMORI SECONDARI
Le metastasi sono i più frequenti tumori ossei, e colpiscono più frequentemente le ossa del rachide, il tratto
prossimale del femore e dell’omero. Metastasi a ossa più distali, come di mano e piede, sono estremamente
rare.

I tumori che più frequentemente danno metastasi ossee sono prostata, mammella, rene e polmone, ma
anche colon, surrene, melanomi.

Le metastasi possono essere di tipo:

- Osteolitico: le cellule neoplastiche secernono fattori attivanti gli osteoclasti che scavano nicchie
ossee.
- Osteoaddensante: tipiche del ca. prostatico, stimolante gli osteoblasti.

La maggior parte dei tumori presenta comunque un comportamento misto.

TUMORI DEL TESSUTO OSSEO


ENOSTOSI
Caratterizzata da noduli di osso lamellare corticale in sede midollare. Si presenta in adulti in maniera
asintomatico e riscontro occasionale.

Le lesioni vanno approfondite con biopsia solo se aumentano di volume in pochi mesi.

OSTEOMA
Neoplasia costituita da osso compatto a fibre intrecciate. Si manifestano in età adulta.

Hanno significato assolutamente benigno e lenta crescita, ma possono comportare problemi in quanto si
manifestano a livello del cranio: osso frontale, ossa mascellari. Possono dare problemi estetici o di
compressione a livello di occhio, cavità orale, encefalo, seni paranasali.

Possono presentarsi in forma multipla e in tal caso rientrano in un contesto sindromico, la sindrome di
Gardner, che prevede osteoni multipli, cisti epidermiche, poliposi adenomatosa del colon.

OSTEOMA OSTEOIDE
L’osteoma osteoide è una neoplasia caratterizzata da proliferazione osteoblastica, a margini netti e ben
vascolarizzata, con aspetto radiologico e morfologico estremamente tipico, e tipica dell’età giovanile (<25 y).

Si localizza prevalentemente a femore e tibia (50%) e vertebre (10%) e ha grandezza di circa 1 cm.

Anche il quadro cilinico è estremamente tipico, con dolore notturno anche molto acuto che recede
all’assunzione di salcilati.

Aspetto istologico:

 Nidus radiotrasparente: area stromale ipervascolarizzata contenente osteoblasti disposti in maniera


ordinata e proliferanti, a ridosso di una sostanza osteoide eosinofila non mineralizzata.
 In senso centrifugo si ha una progressiva calcificazione con formazione di trabecole compatte
 Perifericamente c’è un’intensa reazione sclerotica, che conferisce l’aspetto di margine ben definito e
radiopaco.

OSTEOBLASTOMA
Anch’esso è un tumore benigno con caratteristiche istologiche identiche all’osteoma osteoide, ma differisce
da questo per le dimensioni, tanto che può essere anche denominato osteoma osteoide gigante.

L’età di incidenza è altrettanto sovrapponibile, con il 90% <30 y. Provoca un dolore meno intenso
dell’osteoma osteoide.

La sede è prevantemente assiale (30-50%), con un 40% a localizzazione diafisaria nelle ossa lunghe.

L’aspetto radiografico è di radiotrasparenza uniforme con area centrale focalmente granulare, e scarsa
demarcazione sclerotica perilesionale.

Istologicamente è costituito da:

 Trabecole di osteoide di varie dimensioni e spessore


 Rime di osteoblasti voluminosi e proliferanti (cellularità elevata)
 Abbondante tessuto fibroso
 Vascolarizzazione con capillari dilatati e prominenti

L’osteoblastoma può, raramente, evolvere in osteosarcoma, e in cisti aneurismatica.

CISTI ANEURISMATICA OSSEA

Lesioni benigna caratterizzata da spazi cistici contenenti sangue, separati da setti di tessuto fibroso rivestiti
da osteoblasti. Ci sono anche cellule giganti di tipo osteoclastico, che possono prevalere nella lesione
lasciando solo un guscio di osso in periferia.

L’aspetto radiologico è di massa espansiva, e può mettere in evidenza radiopacità di setti fibrosi o del
margine.

OSTEOSARCOMA
Neoplasia maligna, quasi esclusiva dei soggetti giovani ed eccezionale dopo il 3° decennio (tranne in caso di
malattia di Paget ossea).

La presentazione clinica è varia, e generalmente è di tumefazione asimmetrica e dolente a crescita


progressiva. Si osserva aumento della fosfatasi alcalina, dovuto all’attività osteoblastica.

Il comportamento biologico è piuttosto aggressivo, con metastasi polmonari, SNC, osso. La prognosi è
notevolmente migliorata con l’avvento della chemioterapia che associata a chirurgia consente una
guarigione nel 70-80% dei casi.

La sede dell’osteosarcoma è tipicamente metafisaria, a livello delle ossa lunghe: femore distale, tibia
prossimale, omero prossimale. Eccezionale è la sede in ossa piatte, tipica della malattia di Paget e dell’età
avanzata.

L’aspetto radiologico è di lesione litica o sclerotica (aspetto misto osteolitico e osteoblastico), intramidollare
con erosione corticale. Il margine è infiltrativo, con sollevazione del periostio (triangolo di Codman,
caratteristico ma non esclusivo).

Macroscopicamente si presenta come una massa voluminosa e irregolare di colore grigio-biancastro e


contenente aree emorragiche o cistiche. Invade corticale e periostio e sostituisce il midollo. L’invasione
articolare è più rara. Dal punto di vista istologico è caratterizzato da:
 Osteoblasti, condroblasti, fibroblasti, cellule giganti
 Atipie nucleari, nucleoli, cromatina zollata e figure mitotiche
 Deposizione di osteoide ad architettura irregolare, reticolare e polidimensionale che incorpora
cellule che si riducono di dimensioni e perdono l’aspetto atipico (normalizzazione)

Distinguiamo diverse varianti di osteosarcoma:

- Primitivo >>>
- Secondario ad un’altra alterazione ossea
- Infarto
- Irradiazione
- Cisti aneurismatica
- Osteoblastoma
- Osteogenesi imperfetta
Comune malattia ereditaria del connettivo, a carico del collagene di tipo 1. A seconda della
mutazione possiamo avere lievi anomalie scheletriche in fenotipi lievi, fino a morte in utero.
Comuni segni clinici sono fratture frequenti, sclere blu, denti piccoli e malformati, perdita
dell’udito.
- Displasia fibrosa
- Malattia di Paget ossea
Lesione iperostosica che coinvolge ossa lunghe e ossa piatte (cranio segno del cappello).
In questa malattia si distinguono delle fasi ben precise:
1) Fase iniziale osteolitica: osteoclasti giganti (fino a 100 nuclei) che formano numerose
lacune di riassorbimento.
2) Fase mista osteoblastica e osteolitica: compaiono osteoblasti prominenti che
depongono tessuto osseo immaturo che diviene progressivamente lamellare
3) Stadio finale osteosclerotico: l’osso deposto presenta un aspetto a mosaico o a puzzle, a
causa del disordine strutturale delle lamelle orientate in maniera del tutto casuale.

Queste lesioni sono riccamente vascolarizzate, e viene coinvolto anche il midollo, che va a
formare un tessuto connettivale lasso contenente cellule osteoprogenitrici con funzione di
sostenere la nutrizione e la crescita della lesione.

L’osso derivante da questa proliferazione è più ampio del normale, ma molto più suscettibile
a fratture e deformazioni.

Questa malattia è tipica dell’età avanzata (70 y), e la causa non è nota, per quanto siano
state ipotizzate infezioni virali ed è dimostrata una familiarità (parente di 1° grado affetto =
rischio x 7)

- Multifocale
Variante rara. Sincrono (entro 6 mesi, prognosi negativa) o metacrono.
- Teleangiectasico 4%
Caratterizzato da due varianti:
Necrotico-emorragica: cellule atipiche commiste a sangue e detriti necrotici, osteoide in
minima quantità.
Multicistica: necrosi assente e cellule maligne scarse, osteoide focale, d.d. difficile con cisti
aneurismatica
- A piccole cellule
Raro e associato a prognosi infausta: tendenza alla metastatizzazione e chemio/radio-resistenza.
L’aspetto macroscopico è simile all’osteosarcoma convenzionale, ma microscopicamente troviamo
piccole cellule aggregate in nidi e osteoide focale. Le cellule possono essere simil-Ewing, simil-
linfoma o fusate.
- Periostale
- Paraostale

TUMORI DEL TESSUTO CARTILAGINEO


CONDROMA
1. ECCONDROMA/ESOSTOSI/OSTEOCONDROMA

Il più frequente tumore benigno dell’osso, caratteristico del 2° decennio. Dal punto di vista clinico è
generalmente silente oppure può provocare sintomi di compressione vascolare o nervosa.

La sede è alle metafisi di femore, tibia, omero.

Macroscopicamente si presenta come un’escrescenza peduncolata, che affiora dall’osso attraverso


un difetto corticale. In senso eccentrico si descrivono:

Osso spugnoso centrale: trabecole che circoscrivono spazi midollari con midollo adiposo ed
emopoietico.
Cappuccio cartilagineo periferico: cartilagine ialina con gruppi isogeni a disposizione seriata.
Nelle lesioni di vecchia data scompare e si riduce a isole disperse nella componente ossea.
Connettivo fibroso esterno
Riccamente vascolarizzato, analogo al pericondrio.
2. ENCONDROMA

Può essere solitario o multiplo: osteocondromatosi con coinvolgimento di sedi inusuali come
vertebre, polso, caviglia. Le lesioni multiple rientrano in contesti sindromici, con possibile evoluzione
in condrosarcoma:

- Encondromatosi o malattia di Ollier


- Encondromatosi + emangiomi cavernosi multipli = sindrome di Maffucci

L’età colpita è varia, con un picco tra 15 e 40 y. Si sviluppano a livello delle ossabrevi di mani e piedi.

L’aspetto radiologico è di lesione radiotrasparente con foci calcifici, con corticale espansa e
assottigliata ma integra.

Aspetto macroscopico:

 Mm o cm
 Neoformazione biancastra e bernoccoluta
 Sviluppo endosseo
 Consistenza duroelastica
 Sepimenti di connettivo

Aspetto microscopico:

 Cartilagine ialina matura, con gruppi isogeni e condrociti ovalari vacuolizzati


 Sostanza fondamentale con possibile trasformazione mixoide, calcificazione o ossificazione
 Presenza di midollo osseo
La trasformazione maligna in condrosarcoma avviene con la graduale presenza di modifiche
istologiche quali: erosione della corticale e invasione; ipercellularità, atipie, indice mitotico> e
presenza di necrosi.

CONDROBLASTOMA
Anche questo tipico dell’età giovanile, con sede alle epifisi delle ossa lunghe. Clinicamente si manifesta con
un lieve dolore.

L’aspetto radiologico è di lesione osteolitica con piccole calcificazioni a cotone grezzo.

Macroscopicamente ha un colore grigio giallastro con aree rosse per fenomeni emorragici. L’aspetto
istologico è caratterizzato da:

 Variabile quantità di matrice, necrosi, foci di cisti aneurismatica


 Cellule rotonde o ovali a limiti netti e rare multinucleate (< cellularità e dimensioni < rispetto al
condrosarcoma)
 Mitosi numerose >4x10 HPF
 Aree mixoidi con cellule fusate e stellate (differenza con t. a cellule giganti)
 Calcificazioni granulari caratteristiche ma incostanti (presenti in 2/3 dei casi)

La prognosi è generalmente buona, con possibili recidive e aggressività locale estremamente infrequente.

CONDROSARCOMA
Primitivo ex novo o secondario su neoplasie benigne (osteocondroma o encondroma). In base a dove insorge
all’interno dell’osso distinguiamo:

- Centrale, a origine iuxtamidollare con erosione corticale in fase avanzata.


- Periferico, origine periferica con invasione corticale precoce e midollare tardiva.
- Iuxtacorticale <2% o periosteo, origine subperiostea con erosione della corticale.

Le ossa in cui insorge sono: pelvi, femore prossimale e distale, omero prossimale, coste.

Il range di età colpite è ampio, con un picco tra 50-70 y, 40-50 nelle forme secondarie. È eccezionale in età
<20 y. Si manifesta con dolore (forme centrali) o massa palpabile (forme periferiche).

GRADING

Correlato con il quadro rx: LG a margini definiti e calcificazioni uniformi, HG a margini irregolari e mal definiti.

 G1: condrociti con nuclei piccoli, stroma condroide e raramente mixoide. Assenza di mitosi.
 G2: cellularità aumentata soprattutto alla periferia con comparsa di mitosi, nuclei più grandi, matrice
prevalentemente condroide.
 G3: cellularità notevolmente aumentata, pleomorfismo, mitosi, matrice mixoide prevalente sulla
condroide anche assente, necrosi.

Nello stesso tumore possono alternarsi aree di diverso grado, ovviamente da segnalare nel referto. Per
questo comportamento il campionamento dev’essere estremamente esteso.

Neoplasie ben differenziate vanno distinte da eccondromi, encondromi e condroblastomi. Importante è la


distruzione della corticale, ma ci sono casi di impossibile distinzione etichettati come neoplasia cartilaginea
borderline, comunque trattati con escissione completa.

Si differenzia dall’osteosarcoma per l’assenza di produzione di osteoide.

MORFOLOGIA
Aspetto macroscopico:

 LG: massa grigio-biancastra, traslucida e di consistenza cartilaginea. Aspetto lobulari, cistici, depositi
di calcio.
 HG: necrosi, emorragie, erosione corticale, invasione dei tessuti molli.

Aspetto microscopico:

 Estrema variabilità
 Matrice condroide ialina/mixoide con cellule fusate o stellate
 Tralci fibrosi
 Condrociti in nidi e clusters
 Assenza di osteoide
 Nuclei variabili (grading)

Si distinguono dei sottotipi:

 Condrosarcoma dedifferenziato 11%


Condrosarcoma G1 + componenti mesenchimali maligne: istiocitoma fibroso maligno >>>,
osteosarcoma, rabdomiosarcoma, angiosarcoma.
Prognosi sfavorevole e morte entro 2 anni con metastasi polmonari multiple (>IFM).
 Condrosarcoma a cellule chiare 2%
Massa osteolitica a margini netti e infrequente distruzione corticale. Costituito da condrociti con
citoplasma chiaro e limiti netti e calcificazioni focali. G1.
 Condrosarcoma mesenchimale 2%
Condrosarcoma G1 + cellule piccole, ovali o fusante, con materiale amorfo sotto forma di isole di
collagene che simulano sostanza osteoide.

SARCOMA DI EWING
È il 4° tumore maligno dell’osso, dopo mieloma, osteosarcoma e condrosarcoma.

Rientra nella famiglia degli small blue round cells tumor, e ha un profilo molecolare comune ai PNET, tumori
neuroectodermici periferici, con espressione di c-myc, n-myc e c-myb. Nell’85% dei casi presenta una
traslocazione cromosomica del gene EWS.

È un tumore infantile, con insorgenza tipica entro i primi 2 decenni, con un picco a 13 anni. Si può localizzare
a tutte le ossa, maggiormente nella diafisi del femore. La presentazione clinica è con tumefazione, dolore e
febbre.

MORFOLOGIA

L’aspetto radiologico è di lesione osteolitica midollare con reazione periostea a bulbo di cipolla (deposizione
di strati di osso reattivo).

Macroscopicamente si presenta come lesione grigio-biancastra e lucida.

L’aspetto istologico è estremamente indifferenziato:

 Cellule piccole e uniformi con nucleo voluminoso e citoplasma scarso riunite in nidi
 Mitosi in numero variabile
 Rosette nel 10% dei casi (disposizione tipicamente neurale)
 IIC: sinaptofisina e vimentina + e marker muscolari –
La diagnosi differenziale è piuttosto difficile, con altri tumori con aspetto istologico simile quali
neuroblastomi, linfomi, osteosarcomi e condrosarcomi. Si basa su sede, aspetto radiografico, istologico e
immunoistochimica.

TUMORE A CELLULE GIGANTI


Si manifesta intorno a 30 y, con sintomatologia di dolore e tumefazione, fratture patologiche.

Nel 75% dei casi si localizza all’epifisi di ossa lunghe, tranne nei casi di insorgenza su malattia di Paget (ossa
mascellari).

L’1-2% metastatizza al polmone.

Macroscopicamente si presenta come massa brunastra ed emorragica a margini netti.

L’aspetto istologico è caratterizzato da:

 Cellule giganti similosteoclastiche e plurinucleate e non in mitosi


 Cellule mononucleate similistiocitarie che probabilmente si fondono a formare cellule giganti
 Mitosi frequenti
 Stroma vascolare con numerosi capillari, focolai emorragici e siderociti

Questo aspetto può indicare che si tratti di granulomi riparativi a cellule giganti.

NEOPLASIE MESENCHIMALI
TESSUTO FIBROSO

- Fibroma non ossificante


- Fibroma ossificante
- Displasia fibrosa
- Displasia fibro-ossea

TUMORI VASCOLARI

- Emangioma
- Cisti aneurismatica

CORDOMA
Rara neoplasia che origina dai residui embrionali della notocorda, i cui residui permangono nel nucleo
polposo dei dischi intervertebrali.

È un tumore localmente infiltrante e distruttivo, a sviluppo lento e recidive. Le metastasi sono rare e dirette
a polmoni, linfonodi, fegato.

La sede può essere, in ordine di frequenza:

- Sacro-coccigea
Prognosi migliore di quello del clivus, con sopravvivenza di 5-10 anni e infiltrazione di radici nervose,
retto e vescica.
- Sfeno-occipitale (del clivus)
Prognosi infausta, con sopravvivenza di 2-3 anni, con compressione di ponte, bulbo, peduncoli
cerebrali, nervi cranici, faringe.
- Tratto toracico della colonna vertebrale.
Macroscopicamente si presenta come massa gelatinosa ad accrescimento intraosseo.

L’aspetto istologico è caratterizzato da cellule voluminose con citoplasma PAS+ circondate da matrice ricca di
mucopolisaccaridi acidi. In periferia si trovano cellule piccole similepiteliali, immature, che gradualmente si
trasformano in cellule fisalifere centrali.

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