internazionale.
1
La storia dei diritti umani si confonde con la storia dell’uomo.
infatti, che in passato, come ancora oggi in molte parti del mondo, alle
donne non sono stati garantiti diritti uguali a quelli degli uomini.
relativi standard.
1
Pitch T., Libertà femminili e politica, in Fiume G., Donne, diritti, democrazia, XL Edizioni,
2007, p. 2.
2
riferimento ad un corpus unitario di norme costituenti un codice
internazionale.
le violazioni di cui esse stesse sono vittime molto spesso non sono
giudiziario.
caratteri universalizzanti.3
che spesso non toccano gli uomini poiché in larga misura i soprusi di
3
Durante il decennio dedicato dalle Nazioni Unite alle donne
status femminile.
avanzamento.
Nei tardi anni ’80 e nei primi anni ’90, donne di diversi Paesi
pratica dei diritti umani delle donne.4 Fare ciò comportò un doppio
donne.
4
Bunch G., I diritti umani delle donne. Un’introduzione al concetto e alla storia del movimento
per acquisire strumenti di lotta, 1997, p. 5.
4
In questo modo le donne dimostrarono come le definizioni
cessazione.5
5
Bunch C., op. cit., p. 7.
5
In ogni caso la Dichiarazione Universale dei diritti umani li
umani.
6
traffico sessuale, non possono in alcun modo giustificare la loro
riduzione in schiavitù.6
interdipendenti.
6
Lorenzi D. P., Saccaridi E., Dizionario Atlante dello sviluppo umano, Pubblicazione
dell’Associazione “Differenze culturali e non violenza” finanziata dall’Unione europea
nell’ambito del progetto “Archivio e sviluppo”, Firenze, Settembre 2003, p. 98.
7
Donnarumma A., Diritti umani sono anche i diritti delle donne, Palombi, Roma, 2000, p. 6.
7
La definizione “diritti umani delle donne” non si riferisce
delle sfide intellettuali e delle richieste delle donne, l’“idea dei diritti
l’attivismo politico.
delle donne.
8
primo incontro del genere e divenne un veicolo naturale per la messa
in luce delle nuove visioni sviluppate dalle donne nella pratica e nel
9
Questo segnalò che l’idea che “i diritti delle donne sono diritti umani”
importante per le organizzazioni di base. Ciò che c’è di così utile nel
concetto “diritti umani delle donne” è che questo crea uno spazio in
cui si può dare un conto differente della vita di una donna; esso
sulle solo vite, senza suggerire la sostanza di tali visioni, che esse
decidono.
loro vite, di condividere tali esperienze con altre donne nel mondo e di
8
Bunch C., Frost S., I diritti umani delle donne, op. cit., p. 24.
9
Bunch C., Frost S., I diritti umani delle donne, op. cit., p. 25.
10
1.2 LE CONVENZIONI DELLE NAZIONI UNITE CHE RIGUARDANO LA
DONNA
dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1948, mostra che nel
10
Women in Action, April 96, Equality now.
11
La responsabilità degli Stati non è emersa in maniera rilevante,
relazione instaurata tra Stato e cittadino, mentre gli abusi subiti nella
protezione.11
avendo potere giuridico è stata usata solo per la promozione del diritti
12
Molto più importanti, invece, sono state le quattro Conferenze
mondiali sulle donne convocate dalle Nazioni Unite nel corso degli
Conferenza diede inizio ad una nuova era negli sforzi globali per
discriminazioni sessuali;
sviluppo;
13
• Un maggiore contributo delle donne nel rafforzamento
e programmi.12
14
I dati raccolti dalle Nazioni Unite rivelano che soltanto una
gestione di tutti gli affari umani veniva riconosciuta non soltanto come
della società.
donne a Pechino.
15
La Conferenza Mondiale di Pechino ha dimostrato che le donne
della società.
16
Commissione diritti umani dell’ONU, come la Dichiarazione
assai ampio, ma, per la sua stessa natura politica, non implicava
14
La Dichiarazione sull’eliminazione di ogni forma di discriminazione nei confronti delle donne è
stata adottata dall’Assemblea generale nel 1967 con Ris. n. 2263(XXII). Il testo della
Dichiarazione è stato predisposto dalla Commissione sulla condizione della donna tra il 1965 e il
1967 sulla base della struttura già predisposta per la Dichiarazione sull’eliminazione di ogni forma
di discriminazione razziale approvata dall’Assemblea Generale nel 1963 con Risoluzione 1904
(XVIII).
17
Protocollo facoltativo, adottato dall’Assemblea generale dell’ONU il
15 ottobre 199915.
umani.
inalienabile dei diritti umani, quelli delle donne appunto, che non sono
massima affermazione delle istanze delle donne degli anni ‘7017, non
15
Risoluzione AfRES/54/4.
16
http://www.centrodirittiumani.unipd.it/a_attivita/researchp/01_2001.pdf.
17
PISA B. (a cura di), Cittadine d’Europa. Integrazione europea e associazioni femminili italiane,
Franco Angeli, Milano, 2003, p. 17.
18
volontà, questa volta non solo politica, di garantire alle donne la giusta
sicurezza e tutela.
A tal fine, impone agli Stati parti di porre in essere gli interventi
19
per modificare gli schemi di comportamento e i modelli culturali in
Ciò significa che detti Stati, nel portare avanti gli obiettivi della
20
sui diritti umani, la Sotto-Commissione per la promozione e la
loro influenza è piuttosto significativa non solo sul piano politico ma anche su quello morale.
Talvolta, gli esiti forniti dall’attività di monitoraggio esercitata nel quadro di queste procedure ha
costituito la base per la preparazione di alcuni draft, per es., nel 1959 la Dichiarazione sui diritti
del bambino (adottata dall’Assemblea Generale il 20 novembre 1959 A/Res./1386 XIV) e nel 1975
la Dichiarazione per la protezione di tutte le persone sottoposte a tortura o ad altri trattamenti o
punizioni crudeli, inumani e degradanti (adottata dall’Assemblea Generale il 9 dicembre 1975
A/Res./3452/XXX)a cui hanno successivamente fatto seguito rispettivamente, nel 1989 e nel 1984,
le relative convenzioni.
20
La Commissione sulla condizione delle donne (CSW) è stata istituita nel 1946 dell’Ecosoc come
commissione funzionale. Inizialmente come Sottocommissione della Commissione diritti umani
(Ecosoc Res. 1/5 (1946)), ha assunto lo status di Commissione autonoma nello stesso anno
(Ecosoc Res. 2/11 (1946)). E’ un organismo composto da rappresentanti degli Stati, dapprima
formato da 15 membri progressivamente aumentati fino agli attuali 45 eletti dall’Ecosoc per un
periodo di 4 anni, secondo quote geografiche. La CSW tiene generalmente una sessione annuale
della durata di circa due settimane per discutere e approvare i documenti conclusivi relativi ai temi
prioritari della sessione e diverse risoluzioni fra le quali tradizionalmente figurano: rilascio di
donne e bambini presi in ostaggio, donne e HIV/AIDS, donne e ragazze in Afghanistan, situazione
ed assistenza alle donne palestinesi. Significativi i rapporti del relatore speciale sulla violenza
contro le donne, istituito dalla Commissione diritti umani con risoluzione 1994/45, nonché quelli
sulle pratiche tradizionali che colpiscono soprattutto la salute delle donne e bambine, quelli sullo
stupro sistematico, schiavitù sessuale e pratiche assimilabili durante i conflitti armati, compresi i
conflitti interni. L’attenzione attorno al tema delle pratiche tradizionali collegate alla salute delle
donne e delle minori risale agli anni ’80 quando, con risoluzione 1984/34 l’Ecosoc richiese al
Segretario generale di nominare un Working Group composto di esperti designati della
Sottocommissione per la prevenzione delle discriminazioni e la protezione delle minoranze (ora
Commissione per la promozione e la protezione dei diritti) dall’Unesco e dal Who allo scopo di
mettere a punto uno studio sulle conseguenze che alcune pratiche tradizionali provocano sulla
salute femminile richiedendo anche la collaborazione delle Ong operanti in questo settore.
21
http://www.centrodirittiumani.unipd.it/a_attivita/researchp/01_2001.pdf.
21
A quest’azione si affianca quella di promozione e protezione dei
le gravidanze forzate.
22
Il tema della violenza contro le donne è stato più volte
in vere e proprie richieste da parte del Working Group sui diritti delle
intergovernativa22.
22
http://www.centrodirittiumani.unipd.it/a_attivita/researchp/01_2001.pdf. La Conferenza dei
diritti umani in particolare ha richiesto: a) l’eliminazione della violenza contro le donne in ambito
sia pubblico che privato, delle aggressioni sessuali, dello sfruttamento e del traffico internazionale
di donne; b) l’eliminazione dei pregiudizi contro le donne nell’amministrazione della giustizia e
precisa che la religione o le tradizioni non possono essere prese a pretesto per il proseguimento di
violazioni dei diritti delle donne e delle violazioni d parte del fondamentalismo religioso; c) lo
studio di un Protocollo facoltativo alla Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di
discriminazione contro le donne che preveda la possibilità per le donne e chiunque sia a
conoscenza di violazioni dei diritti riconosciuti dalla Convenzione di denunciare il proprio Stato.
LA Conferenza inoltre: d) invita i governi e le organizzazioni regionali e internazionali ad
assicurare una più ampia partecipazione delle donne ai processi decisionali e a garantire alle donne
il godimento dello standard più alto di salute sia fisica che psichica e i necessari servizi per la
pianificazione familiare; e) esprime la più profonda preoccupazione per le violenze contro le
donne in situazioni di conflitto armato, richiamando l’attenzione in particolare la problema dello
stupro sistematico; f) chiede all’Assemblea Generale delle NU di adottare al più presto il progetto
di Dichiarazione sulla violenza contro le donne, prima tappa di una vera e propria convenzione
giuridicamente vincolante; g) si congratula con la Commissione per i diritti umani per la sua
decisione di nominare una relatrice speciale tematica sulla violenza contro le donne.
23
Con 130 voti contrari e 11 astensioni, la CEDAW venne
verso la Convenzione23.
23
Department of Public Information UN, The UN and The Advancement of Women 1945-1996, op.
cit., pp. 40-41.
24
Dopo aver dato una definizione precisa del termine
legislative e appropriate (art. 2, a), nonché speciali (art. 4), che gli
dei diritti delle donne (art.2, c). Tra le misure adeguate cui si fa
consuetudinarie”.
prostituzione.
nella politica e nella vita pubblica, mettendo alla luce l’ostico, nonché
25
In questo senso ricordiamo la “Lettera aperta alle donne del
nel governo siano state abbattute in molti paesi26, la loro presenza nei
24
In seguito all’impegno assunto grazie alla “Lettera aperta a tutte le donne del mondo”, il primo
obiettivo era quello di giungere al 30% di donne nel Segretariato entro il 1990, obiettivo raggiunto
però nel 1991. La prima ad occupare una posizione nell’ambito del Segretariato fu Helvi Sipla,
nominata assistente dal Segretario generale per lo sviluppo sociale e per gli affari umanitari nel
1972.
25
DONNARUMMA A.M. (a cura di), I diritti umani sono anche delle donne, op. cit., p. 64.
26
Il Kuwait ha concesso alle donne il diritto di voto e di candidarsi alle elezioni nel maggio del
2005.
26
Che siano introdotte da una Costituzione, da una legge
27
Secondo l’Unione Inter-Parlamentare, in seguito
nel 1994 al 3° nel 2006. Tuttavia, nel caso specifico del Ruanda, si
egualitaria.
diritto di voto per le donne, ora occupa il 25° posto della classifica
stilata27.
esempio, i risultati sono stati più che soddisfacenti, dato che un terzo
27
Si tratta di cifre comunque “teoriche”.
28
dei seggi in tutte le legislature locali è stato riservato alle donne,
come candidate.
generosità alle donne che rompono con gli stereotipi diffusi”, scrive
una prostituta o anche una lesbica, è fatta per denigrare tutte le scelte
28
http://www.unicef.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2878.
29
DANNA D., Genocidio: La violenza contro le donne nell’era globale, op. cit., p. 126.
29
dei figli, o assicurando un impegno più assiduo per migliorare la
30
stereotipi e pregiudizi nei riguardi delle donne. Esistono numerosi
gli accordi internazionali adottati nel 1904, 1910, 1921, 1933, che si
donne coniugate, aperta alla firme nel febbraio del 1957 e in vigore
32
ZANGHI’ C., La protezione internazionale dei diritti dell’uomo, op. cit., p. 45.
31
L’art. 2 di detta Dichiarazione, infatti, afferma: “Ad ogni
ed asserisce, all’art. 13, che uno dei fini della Carta è di promuovere e
importanti nel campo della tutela dei diritti delle donne, come
32
La violenza contro le donne è contraria ai diritti fondamentali
sessuali e riproduttivi.
confronti delle donne. Si tratta del testo più importante nel contesto
33
ampia accezione, in relazione a situazioni riconducibili alla duplice
33
Riferimento: paragrafo VI del Preambolo.
34
specifico diritto delle donne a non subire violenza, quale diritto umano
autonomo.
scandalo privato.
vedere i vestiti del bambino pieni di sangue e lui che ride e ti dice
paura di essere processate per altri reati, perché nutrono sensi di colpa,
34
http://www.amnesty.org/en/library/info/EUR49/014/2006.
35
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/27.
35
per timore di disonorare la famiglia, per scarsa autostima o,
la loro azione.
36
http://www.amnesty.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/27.
36
tra ricchezza e povertà che vengono alla mente parlando del gigante
l’uomo padrone della donna-corpo (nel caso delle classi più alte) o
molte donne.
37
Solidarietà COME, La geografia delle donne, periodico, 15 gennaio 2008.
38
http://files.giuristidemocratici.it/Zfiles/20061005165857.pdf.
37
Rispetto al corpo della donna esiste un vero e proprio sex
38
umani. Anche per la problematica della violenza, così come per tutte
39
anzitutto un ostacolo al raggiungimento dell’eguaglianza dello
manifestazioni di violenza.
40
di formazione sul piano sociale ed educativo che richiedono un
seguita sino ad ora. Non è possibile infatti astrarre dal contesto sociale
strutturale43.
contesto considerato.
43
http://www.centrodirittiumani.unipd.it/a_attivita/researchp/01_2001.pdf.
41
violenza sessuale contro le donne, predisposti dal diritto
livello interno.
collaborazione44.
44
Per quella che è passata alla storia come “la sentenza dei jeans” scesero in campo, unite dalla
volontà di difendere la dignità delle donne contro il “maschilismo retrivo” dei giudici, Rita Levi
Montalcini, Tullia Zevi, Livia Turco, Giovanna Melandri ed Emma Marcegaglia. Lo “sciopero
delle gonne” fatto dalle deputate del Polo (allora all’opposizione) che si presentarono tutte in jeans
a Montecitorio, Prestigiacomo e Mussolini in testa, fece il giro del mondo. Il mondo politico e
giudiziario si indignarono per il pronunciamento della terza sezione penale della Cassazione, il
numero 1636 del febbraio 1999, che rischiava di vanificare anni di lotte e conquiste per la parità
delle donne. Oggi i giudici della stessa sezione della Suprema corte “riabilitano” i loro
predecessori. Il tema è sempre lo stesso: jeans e violenza sessuale. I fatti che scatenarono la
protesta riguardano Rosa, una ragazza allora 18enne, che denunciò per stupro il proprio istruttore
di guida, C. C., di 45 anni. La Cassazione annullò la condanna dell’uomo, inflitta dalla corte
d’Appello di Potenza, sostenendo che i jeans indossati dalla giovane non erano sfilabili “senza la
fattiva collaborazione” di chi li portava e che quindi Rosa doveva essere consenziente.
Aggiungendo che è impossibile togliere i jeans a una donna che si oppone “con tutte le sue forze”,
dato, questo, “di comune esperienza”. Un altro passo della sentenza affermava inoltre che “è
illogico che una ragazza possa subire uno stupro, che è una grave offesa alla persona, nel timore di
patire altre ipotetiche e non certo più gravi offese alla propria incolumità fisica”. A novembre dello
stesso anno questo orientamento fu parzialmente corretto in una sentenza (n.13070) dove si
precisava che la testimonianza di una donna che asserisce di aver subito uno stupro “non può
essere messa in dubbio perché lei indossava i pantaloni e per esserseli sfilati”. Forse ricordandosi
di quello storico pronunciamento, un uomo condannato dalla Corte d’appello di Venezia a un anno
di reclusione (pena sospesa) per violenza sessuale ai danni della figlia della sua compagna si è
rivolto alla Cassazione, dichiarando che la ragazza indossava i jeans e che quindi era impossibile
per lui infilare la mano sotto l’indumento per toccarla. Ma questa volta i giudici, con la sentenza
numero 30403 (http://www.ansa.it/documents/1216655177716_Document.pdf) , affermano che “il
fatto che la vittima indossasse pantaloni del tipo jeans non era ostativo al
42
processi per stupro, dove è la credibilità della vittima ad essere
sondata45.
protezione del lavoro femminile fin dagli inizi del ‘900, improntati,
rispetto agli uomini. Benché non rientri nella schiera delle fonti
45
toccamento interno delle parti intime, essendo possibile farlo penetrando con la mano dentro
l’indumento, non essendo questo paragonabile a una specie di cintura di castità”. Rigettando il
ricorso dell’imputato e sconfessando, indirettamente, la “sentenza dei jeans”. Il pronunciamento
numero 22049 del 19 maggio ha dichiarato che l’attendibilità di una vittima di stupro non è messa
in discussione dal semplice fatto che indossasse i jeans e questo in base al fatto che proprio il
terrore di conseguenze peggiori può indurre la donna a facilitare lo sfilamento dei pantaloni. Oggi
il “caso jeans” sembra chiuso. Almeno fino alla prossima sentenza.
http://blog.panorama.it/italia/2008/07/21/lacassazione-e-stupro-anche-se-la-vittima-indossa-i-
jeans/.
43
articoli. Il Preambolo inserisce l’obiettivo dell’eguaglianza nel quadro
verso la Convenzione46.
46
DANNA D., Genocidio: La violenza contro le donne nell’era globale, Elèuthera editrice,
Milano, 2007, p. 78.
44
Le sei parti della CEDAW toccano problematiche diverse, ma
femminile degli studi” (art. 10, f), fenomeno tipico soprattutto delle
45
l’aggiornamento, la pari remunerazione, nonché la sicurezza sul posto
pagate”.
“nei confronti delle donne a causa del loro matrimonio o della loro
maternità”.
47
DANNA D., Genocidio: La violenza contro le donne nell’era globale, op. cit., p. 125.
46
madre rappresenta per le donne di oggi una delle sfide più complesse.
Una donna oggi non può e non deve essere costretta a rinunciare
48
www.istat.it.
47
donne in gravidanza vengano garantite tutele speciali, ma tutte le
necessità.
donne”.
pianificazione familiare.
48
Il rapporto prosegue: “L’incarcerazione o altre sanzioni penali
single o erano state abbandonate dai loro mariti. Nella maggior parte
morti.
di stupro. Secondo lei, il pubblico ministero non spiegò la procedura da seguire e non fornì un
traduttore per la figlia. Dopo due settimane grazie all'aiuto di un'organizzazione la ragazza fu
portata in ospedale. Il dottore si rifiutò di intervenire senza il permesso di un giudice. Frustrata per
la mancanza di un'adeguata attenzione e trattamento e vedendo che le condizioni della figlia
peggioravano, la donna decise di portarla fuori dall'ospedale contro gli auspici del personale
medico che insisteva affinché la ragazza portasse a termine la gravidanza. Quando presentò una
denuncia contro le autorità sanitarie presso la Commissione statale per i diritti umani, questi
rifiutarono in un primo momento di accettarla con l'argomentazione che “non era più urgente”. Ciò
costrinse la donna a pagare infine per un aborto segreto, cosa che non avrebbe potuto fare senza
l'aiuto di una Ong locale, a causa dei costi elevati.
49
La legge polacca permette l’aborto fino a che il feto non
della madre, e solo in caso di grave minaccia per la salute della donna;
50
legge. Ciò si ripercuote nella “conclusione di contratti e
come genitori” (in ogni caso l’interesse del figlio sarà preminente),
51
Le sue funzioni e competenze verranno approfondite in seguito,
Convenzione” (art. 25, comma 2), come accade per tutti gli altri
su base negoziale per mettere fine ad una controversia tra due o più
52
Convenzione in esame vi è da specificare che lo stesso art. 29 prevede
53
ripercuote nella “conclusione di contratti e l’amministrazione dei
come genitori” (in ogni caso l’interesse del figlio sarà preminente),
54
Le sue funzioni e competenze verranno approfondite in seguito,
Convenzione” (art. 25, comma 2), come accade per tutti gli altri
su base negoziale per mettere fine ad una controversia tra due o più
55
Convenzione in esame vi è da specificare che lo stesso art. 29 prevede
importanza.
56
1.4 LE FUNZIONI E LE ATTIVITÀ DEL COMITATO CEDAW
del comitato.
57
Il processo di presentazione dei rapporti è pubblico e comunque
del 1993.
51
Ministero Pari Opportunità, CEDAW: la convenzione delle donne, Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Roma, 2002, p. 44.
58
• Riconoscimento del diritto di individui o gruppi di donne
donne.
59
Il protocollo facoltativo scaturisce dalla convinzione che
Svizzera.52
movimenti femminili.
52
www.org/womenwatch/daw/cedaw/cedawreport-a5638-rulesofprocedure.htm, par. 3.
60
oltre che l’idea che il controllo sui diritti umani viola la sovranità degli
cui è occidentale53.
Stati possono procedere nella ratifica con riserva, come accade spesso
28,1)55.
61
tra la posizione di inferiorità attribuita alla donna da vincoli di
Paesi firmatari.
medesimo”56.
56
http://www.studiperlapace.it/view_news_html?news_id=20041101120858.
62
Si esprime così la volontà unilaterale di uno Stato che condivide
accordi multilaterali57.
57
LEANZA U., CARACCIOLO I., Il diritto internazionale: diritto per gli stati e diritto per gli
individui, Giappichelli, Torino, 2008, p. 208.
63
agli obblighi in termini vaghi, altre riguardano tematiche fondamentali
occidentali e quelle dei paesi del Sud del mondo o quelli orientali ha
64
Per la cultura islamica, infatti, uomo e donna sono posti su due
manna dal cielo per i politici che affrontano una crisi. Non è un
58
MERNISSI F., Islam e democrazia la paura della modernità, Giunti Editore, Firenze, 2002, p.
193.
65
promuove l’uguaglianza di genere, mentre in famiglia i maschi sono
spirituali59.
66
sessiste, come del resto non è priva la Bibbia. La gerarchia tra i sessi è
esplicitata nel Corano al verso 34 della sura IV: “Gli uomini sono
preposti alle donne, perché Dio ha prescelto alcuni esseri sugli altri e
perché essi donano dei loro beni per mantenerle; le donne buone sono
dunque devote a Dio e sollecite della propria castità, così come Dio è
battetele”.
parti belle altro che ai loro mariti o ai loro padri o ai loro suoceri o
ai loro figli o ai figli dei loro mariti, o ai loro fratelli, o ai figli dei
loro fratelli, o ai figli delle loro sorelle o alle loro donne, o alle loro
61
DANNA D., Genocidio: La violenza contro le donne nell’era globale, op. cit., p.134.
67
A tal proposito ritengo opportuno citare il caso dell’Arabia
Saudita, che ha aderito nel 2001 alla CEDAW, apponendo però una
68
Vorrei riportare ad esempio la storia vera di Suad, una ragazza
cisgiordana, la quale ora vive in Europa, che nel suo libro “Bruciata
viva” racconta la sua storia e la sua pena per essere rimasta incinta
prima del matrimonio. Dalle sue parole emerge in modo chiaro il tipo
scrive:
69
nella speranza che le ragazze più giovani possano avere un destino
di favorire la prostituzione63.
Guardiani64.
62
http://www.repubblica.it/2004/b/sezioni/spettacoli_e_cultura/libri20/suad/suad.html.
63
DANNA D., Genocidio: La violenza contro le donne nell’era globale, op. cit., pp. 138-146.
64
Questo corpo formato da religiosi e giuristi, controlla che le leggi si conformino alla legge
islamica e alla costituzione. Tra le proposte di legge approvate, una che innalza l’età minima delle
bambine per il matrimonio dai nove ai 13 anni e un’altra che permette alle madri divorziate di
mantenere la custodia dei propri figli fino all’età di sette anni.
70
Durante le elezioni presidenziali del 2005, 89 donne
65
DANNA D., Genocidio: La violenza contro le donne nell’era globale, op. cit., p. 138.
66
Nafiseh Azad, un’attivista della Campagna per l’uguaglianza: “Le nostre mani sono vuote, le
nostre case sono fatte di vetro; abbiamo un nodo in gola e non abbiamo tempo per piangere; le
nostre sorelle sono in carcere; viviamo giorni pericolosi, e ancora, finché queste leggi non
cambieranno, lasceremo [traccia di] sempre più firme sull’appello della campagna”.
71
La riserva posta dall’Algeria in relazione all’art. 2 della Cedaw
Corano e Sunna”.
della Convenzione per tutto ciò che non lede le particolarità nazionali
della società egiziana, per quel che riguarda l’ambito storico, dei
72
In particolare, con riferimento all’art. 2, il Comitato CEDAW
ritiene che gli stati che ratificano la Convenzione siano mossi dalla
73
CAPITOLO II
IL VELO NELL’ISLAM
“amuleto”.
sec. d.C.).
le donne delle città erano velate, infatti, nella tribù del profeta
L’uso del velo era una pratica già in vigore prima della nasca e
74
raccomandare che il corpo della donna non sia oltremodo scoperto.
75
Originariamente la cortina suddetta non ha assunto lineamenti
hijāb designa sia il velo come nell’espressione “ella mise il velo” (che,
sia per indicare alla lettera “la tenda” intesa come sipario di divisione
o separazione.68
67
A. Aruffo, Donne e Islam, Ed. Laterza, Roma, 2001, p. 97.
68
L. Ahmed, Oltre il velo: la donna nell’Islam da Maometto agli Ayatollah, La nuova Italia,
Firenze, 1995, p. 167.
76
Nel corso della storia, l’Islam ha proposto molteplici varianti
del mento, in modo tale che il solo volto emerga dal velo.
77
• Niqab: è diffuso prevalentemente nei Paesi musulmani
Persico.
69
A. Aruffo, Donne e Islam, op. cit.
78
preghiera del venerdì: e la parola che usa è khimar, un velo che copre
giuristi non avvertono il bisogno di costruire sul velo una teoria del
universo di clausura: essa non esce di casa, la sua vita si svolge entro
fra i sessi.
79
L'introduzione del velo nello spazio pubblico favorisce infatti la
investe in alcuni paesi anche una divisione negli spazi e nei trasporti
sviluppo.
70
K. F. Allam, La legge del Corano non impone il velo, in www.storiaepolitica.forumfree.it.
80
l’affermazione degli Stati nazionali, e oggi svolgono un ruolo centrale
genere.
71
R. Pepicelli, Femminismo islamico, Corano, diritti, riforme, Carocci, 2010, p. 21.
81
Partendo dal presupposto che la spiritualità è parte integrante
femminili.72
interpretazioni. Poi si usa l’esegesi del Corano. Per avere più chiaro
vita del Profeta, delle sue mogli e delle donne che hanno ricoperto
infatti che una rilettura del Corano attenta al genere mostra come il
72
S. Ruba, Musulmane rivelate. Donne, Islam, modernità, Carocci, Roma, 2008, p. 17.
73
M. Cooke, Women claim Islam: creating islamic feminism through Literature, Routledge, New
York – London, p. 12.
82
Dal loro punto di vista, sono state le interpretazioni dei Testi
74
R. Pepicelli, Femminismo islamico, op. cit., p. 26.
83
Enfatizzando la pluralità di appartenenze identitarie, le loro
75
Azizah Y Al-Hibri, Non sottomessa, Einaudi, Torino, 2007, p. 41.
76
S. Ruba, Musulmane rilevate, op. cit., p. 22.
84
E anche in uno stesso Paese esistono differenti sfumature
femminismo islamico.
85
Il movimento delle donne nel mondo arabo emerge alla fine
donne delle classi medie e alte di godere degli stessi diritti degli
interagito da subito con l'attivismo delle donne europee e del resto del
86
Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, le nuove
femminili.
culturale e sociale del mondo arabo tra la fine del XIX secolo e
77
R. Pepicelli, Femminismo islamico, op. cit., p. 32.
87
di genere il denominatore comune contro sistemi religiosi, sociali e
78
R. Pepicelli, Il movimento femminista nel mondo arabo, una storia lunga un secolo, in Filosofia
e questioni pubbliche, XIII, I, pp. 43-52.
88
Negli anni 1870-90 inizia a prendere forma il dibattito sulla
diritti civili e, quindi, alla sfera pubblica, era animato sia da donne che
79
M. Badrau, M. Cooke, Opening the gates, an anthology of arab feminist writing, Indiana
University Press, Bloomington, Indianapolis.
89
Inoltre, Amin raccomandava l’abolizione dell’uso del velo che
egiziana (UFE).
esplicitamente femminista.
80
Ahmed Leila, Oltre il velo: la donna nell’Islam da Maometto agli Ayatollah, La Nuova Italia,
Firenze, 1992, p. 185.
81
Diritto che sarà riconosciuto solo nel 1956.
90
gesto, nel maggio del 1923, di due sue esponenti, di togliersi il velo in
pubblico.
capitalismo.
91
Fino agli anni Ottanta, infatti, in Egitto il movimento delle
donne si è per lo più caratterizzato per una sostanziale laicità e per una
diritti delle donne nel corso del Novecento sono state combattute
delle donne dell’Islam, vediamo che dagli inizi degli anni Novanta del
secolo scorso, in diverse parti del mondo, dal Marocco all’Iran, dalla
cornice islamica.
globale.
92
libertà e diritti, ma che questi siano usurpati da una tradizione
islamici.
82
R. Pedicelli, Donne e diritti nello spazio mediterraneo, in F. Cassano, D. Zolo, L’alternativa
mediterranea, Feltrinelli, Milano, pp. 315-333.
93
principi di giustizia insiti nell’Islam, che in alcuni casi sono anche
minoritaria.
saudita Mai Yamani83 ha mostrato come a partire dalla fine degli anni
Già all’inizio degli anni Novanta, per molte donne delle classi
83
Mai Yamani, Feminism and Islam: legal and literary perspectives, Ithaca press London, 1996.
94
Dagli incontri nelle abitazioni, particolarmente seguiti durante il
84
S. Eddouada, Women, Gender and the State in. Morocco: Contradictions, Constraints and.
Prospects, Tesi di dottorato, Mohamed V University, Rabat, 2003, p. 90.
95
Pertanto, un crescente numero di donne musulmane ha scorto
contraddizione.
85
M. Cooke, Women claim Islam: creating islamic feminism through Literature, Routledge, New
York – London, p. 17.
96
2.4 UN CASO IN PARTICOLARE: AFGHANISTAN
interferenze straniere.86
nei secoli precedenti. Nel XVIII e XIX secolo i russi e gli inglesi
97
due guerre angloafghane che trasformarono questa terra in uno stato
cuscinetto tra 1’impero russo e quello inglese. Una terza guerra contro
sotto le dinastie reali per quasi 60 anni. Il peccato di cui però il popolo
nessuno per la prima volta in dieci anni, se non fosse stato che la
popolazione fu lasciata alla mercé dei molti signori della guerra. Gli
fino alla presa di Kabul nel 1992 da parte dei fondamentalisti islamici
98
Pakistan era cresciuto da anni un movimento composto da giovani
Corano.
po’ gli afgani furono felici di vedere che la piccola criminalità che
dell’accoglienza.
99
L’Afghanistan fu condannato ad ogni genere di divieto: tutto era
immagine di uomo. Ciò che seguì la conquista del potere furono anni
tutto quello che si è sentito nelle strade della città è stato silenzio e
Medio Evo.
87
R. Ce e A. De Majo, I diritti violati delle donne nel mondo: studio per un dizionario
internazionale, Ed. Sallustiana, Roma, 2002, pag. 20.
100
Tutti avranno visto lo scioccante filmato trasmesso dalla Cnn e
girato dalla giornalista di origine afgana Saira Shah nel 1999 in un suo
grida e inneggia. Non c’è una partita, visto che qui non ce ne sono mai
stava a guardare. Ben pochi infatti si sono occupati negli scorsi anni di
101
animali. Sono state private dei loro diritti, come l’istruzione e il
lavoro. Non potevano lasciare le loro case senza una scorta maschile
ridere ad alta voce, dal parlare alla radio, anche le finestre delle case
erano oscurate in modo che non fossero viste dall’esterno. Nei loro
routine.
ce ne siano altri in difesa dei diritti femminili che però non si prestano
soda caustica che corrode la gola e causa un’agonia di tre giorni. Altre
102
hanno finto di essere malate di cuore in modo da avere dosi letali di
l’umanità femminile.
vita nei campi profughi, sulla frontiera col Pakistan hanno costruito
103
pensiero libero rivolto in particolare alle bambine.88 Ci sono le donne
donne afgane:
88
T. Mariani, in Donne in nero, La voce delle donne libere in Afghanistan, Promograph
comtmication sri, Roma, 2003, pag. 58.
104
5. Divieto per le donne di studiare in scuole, università o altre
accompagnate da un malìram.
coperte.
non mabrain.
105
13. Divieto per le donne di portare tacchi alti perché produce
una donna).
scopi ricreativi.
luoghi pubblici.
“giardini di primavera”.
appartamenti o case.
106
23. Pittura obbligatoria di tutte le finestre cosicché le donne non
bus pubblici sono ora stati nominati “solo per uomini” o “solo
per donne”.
fatto.
107
sharitico e la donna è ancora lontana da una soddisfacente
emancipazione.
dal codice civile del 1977, ancora oggi viene regolato dal diritto
consuetudinario.
conoscenza della legge scialitica; nel paese domina ancora una forte
donne afgane.
108
CAPITOLO III
L’EUROPA E IL VELO ISLAMICO
PREMESSA
trovano ad affrontare.
109
La complessità del rapporto con l’Islam risiede nel fatto che
“società democratica”.
110
riferimento alle regole della Shari’a, la Corte si è espressa in termini
della democrazia.
89
Sentenze del 31 luglio 2001 e 13 febbraio 2003 (Gran Camera), A.Pin, Diritti fondamentali e
islam, 435.
111
Un altro aspetto sul quale si è pronunciata la Corte è quello
coranico rivela che il testo sacro impone alle donne (ma anche agli
diverso.
112
iscriversi ad un’università pubblica, e quindi laica, sceglieva anche di
religiosi.
“velate”.
90
Corte europea dei diritti dell’uomo, V sez., 4 dicembre 2008, ric. 27058/05, Dogru c/ Francia.
113
Un interessante orientamento è stato espresso nella sentenza
91
Corte europea dei diritti dell’uomo, IV sez., 23 febbraio 2010, ric. n. 41135/98, Ahmet c/
Turchia.
92
T. Hammarberg, La politica italiana sull’immigrazione. Razzista o xenofoba, nel portale del
Consiglio d’Europa, www.coe.it/default.asp
114
tutelare la libertà di parola (...) Tale divieto è estraneo ai valori
tenutasi a Città del Messico nel 1982, invitava gli Stati al rispetto e
115
rispettivi territori e dovranno incoraggiare le condizioni atte a
culturali, adottato dalle Nazioni Unite nel 1966, che prevede che le
propria cultura.
fanciullo del 1989 ritiene che l’istruzione del bambino e della bambina
del Consiglio d’Europa del 1995, ratificata nel nostro Paese con legge
n. 302 del 1991, dichiara che gli Stati parti si impegnano a favorire le
lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie, adottata nel 1990
116
ed entrata in vigore nel 2003, stabilisce all’art. 31 che gli Stati devono
religiosa e linguistica.
della Carta stessa, che sembra limitare la tutela della diversità alle
dei diritti della personalità, tra i quali si configura quel diritto alla
93
L. Mormile, Attuazione dei diritti fondamentali e multiculturalismo: il diritto all'identità
culturale, in Familia, 1(2004), pp. 57-105
117
libere e possono organizzarsi con propri statuti, rapportano e tutelano
94
I. Corti, Identità suturale e diritti umani, op. cit., p. 86.
95
Ibidem.
96
S. Moller Okin, Multiculturalismo e femminismo. Il multiculturalismo danneggia le donne?, in
www.dirittiumaniaidos.it
118
contesti, o attraverso la forma dell’attribuzione ad esso di diritti
lasciato solo”.
119
“Tradizione e identità culturale non devono confondersi,
l’identità non si riduce alle origini (…) se così fosse che possibilità
avremmo di evolverci?”100.
favorendo il fondamentalismo.
italiano.
donne e ai bambini.
100
L. Djitli, Lettera a mia figlia che vuole portare il velo, Casale Monferrato, Piemme, 2005, p.
123.
120
Secondo la Okin101 il multiculturalismo fa male alle donne e il
come esso sia visto, per lo più, in maniera negativa come strumento di
terrorismo.
nel capitolo precedente, esiste una forte struttura patriarcale. Sono gli
alle donne.
101
S. Moller Okin, Multiculturalismo e femminismo. Il multiculturalismo danneggia le donne?, in
www.dirittiumaniaidos.it
102
Sul concetto di “guerra santa” v. J. Rehman, Islamophobia after 9/11: International terrorism,
Sharia and Muslim minorities in Europe, The case of UK, European Yearbook of minority issues,
2004, pp. 220 ss.
121
Laddove queste sono le ragioni che spingono le donne ad
islamiche.
modi diversi.
a convivere con le diverse etnie. Non c’è da stupirsi che questo Paese
103
B. RANDAZZO, L'insegnante col velo alla corte di Karlsrhue, Quaderni costituzionali, n.
1/2004, Il. Mulino, Bologna, p. 148
104
Art. 24 Cost. belga.
122
In Italia, considerando gli artt. 19 e 21 della Costituzione, si può
scolastici.
3.1. LA GERMANIA
della Germania è più vicina a quella degli Stati Uniti piuttosto che a
105
Vedi S. Carmignani Caridi, Libertà di abbigliamento e velo islamico, in S. Ferrari, Musulmani
in Italia, Bologna, il Mulino, 2000, p. 230
106
Vedi S. Knights, Religious Symbols in the School: Freedom of Religion, Minorities and
Education, European Human Rights Law Review (2005), p. 499-516; B. Massignon, Port des
signes religeux: essai de comparison internationale, in Y. C. Zarka, S. Taussing e C. Fleury, Cités:
l’Islam in France, Presses Universitaire de France, Parigi 2004, p. 117-123
123
e del pluralismo religioso. Esiste quindi una salda tradizione di
luogo soltanto negli spazi e negli orari adibiti a questo dai piani
formativi.
può occupare del Cristianesimo a patto che venga analizzato per la sua
nessuna.
124
Lo Stato riconosce alla Chiesa lo status di persona giuridica e
per questo la Chiesa paga le tasse allo Stato. Questo status non è
legami.
107
Questa condizione non è ancora estesa alla religione musulmana.
108
Vedi art. 140, Basic Law
109
Op. cit. n°18, p. 7
125
Come in Francia gli immigrati di seconda e terza generazione
risiedere proprio nel fatto che i tedeschi non hanno mai considerato il
livello politico fino a che gli immigrati sono stati considerati come
che invece questi sono sempre stati sentiti come parte integrante della
110
Op. cit. n°15, p. 7
126
Non a caso, per molti turchi in Germania indossare il velo
aveva subito dei danni economici in quanto i clienti non erano abituati
Lavoro in questo caso non ragionò sul concetto della libertà di culto
111
Vedi R. Kastoryano, Negotiating Identities: States and Immigrants in France and Germany,
Princeton University Press, Princeton/Oxford 2002, p 121
112
Vedi M. Mahlmann, Religious Tolerance, Pluralist Society and the Neutrality of the State: the
Federal Constitutional Court’s Decision in the Headscarf Case, German Law Journal, 2003
127
Nel 2002 la Corte Federale per il Lavoro chiamata a
Costituzionale Tedesca114.
128
concernono la libertà di religione e il diritto all’eguale possibilità per
l’hijab. E, visto che, al momento del ricorso della Ludin, non esisteva
una legge dei Länder che regolamentasse l’uso del velo islamico nelle
scuole.
attribuire all’hijab.
129
Dall’11 settembre 2001 ha preso senza dubbio corpo con
prima analisi.
sessuale.
personale119.
118
Op. cit. n° 27, p. 11
119
Vedi A. Di Martino, La “decisione sul velo” del Bundesverfassungsgericht, consultabile sul
sito Web www.associazionedeicostituzionalisti.it/cronache/archivio/velo/
130
Il BVerfG riconosce da un lato la centralità della posizione
fondamentali solo nei limiti in cui una riserva funzionale alla natura
una riserva di legge, la libertà di fede può essere compressa solo per il
120
Op. cit. n° 27, p. 11
131
svolgersi nell’osservanza del principio di neutralità religiosa ed
indossare simboli religiosi, sono state scritte in modo tale che non si
islamico.
Costituzione tedesca123.
121
Op. cit. n° 33, p. 154
122
Si tratta di Bade Würtemberg, Bassa Sassonia, Baviera, Berlino, Brandeburgo, Assia e Saarland
123
Vedi C. Langenfeld e S. Mohsen, Germany: The Teacher Head Scarf Case, International
Journal of Constitutional Law, 2005, p.86 – 94
132
Il dibattito intorno al tema del velo e dei simboli religiosi in
3.2. IL BELGIO
anche l’Islam.
124
Vedi T. Szymanski, Germany: Unveiling Prejudices, World Press Review, dicembre 2003,
www.worldpress.org
125
Vedi A. Bastenier, Islam in Belgium: Contradictions and Perspectives, in T. Gerholm e Y.G.
Lithman, The New Islamic Presence in Western Europe, Mansell, London 1988, p. 133 - 143
133
Questo significa che è garantito il rispetto delle convinzioni
adottata dalla Francia nel 1989. L’hijab era accettabile a patto che non
fondamentali.
ulteriormente.
134
Ad esempio il Belgio francese prevede la neutralità
febbraio 1995 si afferma che «il divieto di indossare dei segni che
3.3. L’OLANDA
135
In Olanda la popolazione di religione islamica si aggira intorno
olandese.
libertà di religione.
alle scuole, ove volessero, la possibilità di prevedere per gli alunni una
136
dall’ordinamento della scuola, purché non costituisse un elemento di
Commission131.
indossare il velo.
137
di sicurezza. E questi luoghi ricomprendevano, le scuole, i negozi, gli
vietare non solo il burqua ma anche ogni altro tipo di velo anche in
strada.
3.4. LA SVIZZERA
132
Vedi A. Browne, Dutch Unveil the Toughest Face in Europe with a Ban On the Burka, The
Times, 13 ottobre 2005
133
Op. cit. n°18, p. 7
138
La Svizzera è da sempre uno stato federale laico. Ciononostante
ufficiali.
federale costituzionale.
separato la religione dallo Stato e sono anche gli unici due a doversi
riunificazioni familiari.
Yugoslavia e Africa.
134
Op. cit. n°18, p. 7
135
Vedi sito Web: www.euro-Islam.info/pages/swiss.html
139
La comunità musulmana rappresenta il 4,3% della popolazione
di Ginevra.
tenendo conto anche di una sentenza del Tribunale federale del 1993
136
Vedi il Federal Act sull’acquisizione e sulla perdita della nazionalità svizzera, Art. 15. Esiste
una procedura particolare per gli stranieri sposati con cittadini svizzeri e per gli stranieri di
seconda generazione
140
devono imporsi delle restrizioni sproporzionate nelle loro convinzioni
religiose o filosofiche137."
scuola elementare Lucia Dahlab, che sin dalla sua conversione alla
137
BGE 119 Ia 178
141
Questa sentenza viene confermata nel 1997 dal Tribunale
dell'Uomo di Strasburgo139.
domande degli alunni sul velo senza fare riferimento alle proprie
principio di non-identificazione140.
disposizione.
138
Sentenza del 12 novembre 1997, X c/Conseil d'Etat du canton de Genève, BGE 123 I, 296
139
Sentenza del 15 febbraio 2001, Lucia Dahlab c. Svizzera
140
Vedi J. Luther, Il velo scoperto dalla legge: tavole di giurisprudenza costituzionale comparata,
p. 9, in www.olir.it
142
considerato il rischio che vengano lese le sensibilità religiose dei suoi
allievi, degli altri allievi della scuola e dei loro genitori. A questo va
della scuola.
insegnato per più di un anno nella stessa scuola. I suoi allievi hanno
fra i quattro e gli otto anni, età alla quale i bambini si pongono molte
più avanzata.
143
Per quanto riguarda invece l’art. 9 combinato con l'art. 14
afferma che:
sesso.”
siano rispettate."
141
Vedi la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, art.
14: Il godimento dei diritti e delle libertà riconosciuti nella presente Convenzione deve essere
assicurato senza nessuna discriminazione, in particolare quelle fondate sul sesso, la razza, il
colore, la lingua, la religione, le opinioni politiche o quelle di altro genere, l’origine nazionale o
sociale, l’appartenenza a una minoranza nazionale, la ricchezza, la nascita o ogni altra condizione
144
Inoltre perseguirebbe con la tutela della libertà di coscienza
145
tolleranza41. Di certo nel Regno Unito il senso di identità nazionale è
142
Vedi T. Modood, The place of Muslims in British Secular Society, in N. Al Sayyad e M.
Castells, Muslim Europe or Euro-Islam, Lanham, Lexington Books, 2002, p. 113-130
143
Vedi Home Office, 2005, Cap. 4, par. 42 www.homeoffice.gov.uk
146
tener conto delle altre principali religioni rappresentate in Gran
Bretagna144.
nazione145.
terzo146.
urbane.
147
I musulmani occupano un ruolo di rilevanza nelle sfere
locali e nazionali.
Sono state adottate per questo tutta una serie di misure che
148
culturali all’interno di una società aperta e riconosciuta come
spirito di cittadinanza.
usuale.
scuola.
149
Il DfES “School Uniform Guidance” prevede che: “l’organo di
scolastico.
150
Il dibattito sulla questione nasce però anche in Inghilterra nel
151
Sostiene inoltre di non poter indossare l’uniforme prevista dalla
La scuola dal canto suo informa la Begum che non può entrare
ma inutilmente.
153
Autorità locale sull’educazione.
152
Nel settembre del 2004, in un’udienza di fronte al giudice, la
di studio.
per venire incontro alle esigenze delle varie comunità che trovano
154
Vedi l’Education Act del 2002
153
La Begum decide così di ricorrere in giudizio contro la scuola
del Human Rights Act del 1998; l’illegale diniego da parte della
dell’Uomo e della sezione 6, par.1 del Human Rights Act del 1998 .
155
Vedi S. Morris, Schoolgirls who Puts her Faith Before her Education, The Guardian, 13
Febbraio 2004
154
Quindi la Corte non riscontra nessuna violazione dell’art. 9, par. 1
per due anni prima del settembre 2002. Anche se non esiste un
documento ufficiale che preveda delle sanzioni per chi non ottempera
cambiarsi156.
farlo.
156
La Corte rigetta anche il ricorso contro il Luton Borough Council. Begum, High Court, par. 78
- 79
155
È quindi necessaria questa limitazione anche per preservare
156
La Corte si chiede anche se l’ingerenza nella sfera che concerne
la libertà religiosa sia prescritta dalla legge nel senso indicato dalla
fine legittimo.
rispetto delle regole che indicano quale uniforme indossare, non abbia
ricorrente dalla scuola, in quanto lesivi del suo diritto alla libera
Lords.
affatto espulsa dalla scuola; che non esiste nessuna interferenza con il
157
godimento dei diritti di cui all’Art. 9, par. 1 della Convenzione
Europea dei Diritti Umani dal momento che aveva scelto liberamente
caso Leyla Şahin v.Turchia portata innanzi alla Corte Europea per i
Diritti dell’Uomo.
un’autorità laica.
158
decidono di non indossare l’jilabab potrebbero correre il rischio di
nel dibattito a favore della posizione tenuta dalla scuola e del parere
dell’High Court.
degli altri.
159
Europea dei Diritti Umani. Questa convinzione si basa sul fatto che sia
all’educazione.
3.6 FRANCIA
di espressione di esso157.
157
Vedi A.H. Dalton, Church and State in France 1300 – 1870, London, Edward Arnold, 1907
160
durante la Rivoluzione Francese è stato quello di diminuire il potere
stabiliva che l’autorità dello Stato non derivava più dalla divinità ma
dal popolo. Essa introdusse anche una parziale separazione tra Stato e
158
Vedi J. Baubérot, The place of religion in public life: the lay approach, in W. Cole Durhamor e
B.G. Tahzib-Lie, Facilitating freedom of religion or belief: a deskbook, Leiden, Nijhoff, 2005, p.
441 – 453. Vedi anche J.T. Gunn, Religious freedom and laϊcité: a comparison between the United
States and France, Brigham Young University Law Review, 2004, p.419 – 516
161
Esso descriveva il Cattolicesimo come la religione della grande
162
Cattolica alla legge del 1905. Fu Papa Pio X in particolare a
esercizio del culto nei limiti del rispetto dell’ordine pubblico senza
religiose162.
161
Vedi legge 9 dicembre 1905, Journal Officiel, 11 dicembre 1905. J. McManners, Church and
State in France 1870 – 1914, London, Church Historical Society, 1972
162
Vedi Vehementer Nos, Enciclica pubblicata l'11 febbraio 1906
163
Vedi il sito www.legifrance.gouv.fr/texteconsolide/MCEBW.htm
164
Vedi C. Laborde, Secular philosophy and Muslim headscarves in schools, Political
Philosophy,2005,p.305 – 329
163
indipendenti completa libertà dal controllo dello Stato, ma impediva
165
Nel 1941, sotto il regime nazista, queste proprietà vennero restituite alla Chiesa.
166
Vedi l'art. 2 della legge
167
Vedi S. Dubourg – Alvroff e J.D. Duprat, Droits e libertés en Grande Bretagne et en France,
Parigi, L'Harmattan, 1999, p. 99 – 125. Anche la Germania e l'Italia sono state teatro di
discussione riguard l'esposizione del crocifisso nelle aule da notare che la Francia non ha ancora
ratificato il Protocollo 12 della Convenzione Europea per la Difesa dei
Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali
164
favorisce l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge senza
Egalité e Fraternité”168.
credo.
168
Art. 2 della Costituzione francese
169
Vedi M. Silverman, Rights and difference: question of citizenship in France, in A.G.
Hargreaves e J. Leaman, Racism, ethnicity and politics in contemporary Europe, Aldershot,
Edward Elgar, 1995, p. 253 – 263
170
Vedi B. Mathieu e M. Verpeaux, Contentieux costitutionnel des drotis fondamentaux, Parigi,
Manuel LGDJ, 2002, p. 592 – 599
171
Vedi S. Loachak, La condition des minorités en France. Les minorités et le droit publique
français: du refus des differénces à la gestion des differénce, in A.Fenet e G. Soulier, Les minorités
et leurs droits depui 1789, Parigi, L'Harmattan, 1989, p. 114 – 128
165
Da questo deriva un particolare approccio della Francia con i
172
Vedi n. 104, p.57
166
essere cittadini francesi a tutti gli effetti senza mediazione delle
comunità.
173
Vedi B. Alvarez – Miranda, Muslim Communities in Europe, recognition of religious
difference in Britain, Germany and France, Working Paper www.umich.edu
174
Vedi R. Brubaker, Citizenship and nationhood in France and Germany, Cambridge, MA,
Harvard University Press, 1992
175
La legge del 1998 introduce come requisito per la cittadinanza la residenza stabile sul
terriotorio nazionale da almeno 5 anni
176
Vedi artt. 21 – 24 del Codice Civile francese
177
Vedi R. Leveau, The Islamic presence in Europe, in T. Gerholm e Y.G. Lithman, The new
islamic presence in Western Europe, Londra, Mansell, 1988, p. 107 – 122
167
Altri l’hanno rifiutata per esperienze passate di discriminazione
può quindi affermare che per l’Islam sono garantiti gli stessi diritti gli
stessi doveri delle altre fedi, nel rispetto sempre dell’ordine pubblico.
178
Vedi O. Roy, Islam in France: religion, ethnic community or social ghetto?, in B. Lewis e D.
Schnapper, Muslim in Europe, Londra, Printer, 1994, p.54 – 68
179
Vedi J.S. Fetzer e J.C. Soper, Muslim and State in Britain, France and Germany, Cambridge,
Cambridge University Press, 2005, p. 87 - 90
168
I francesi hanno una particolare avversione per il concetto di
assimilazione180.
degli immigrati.
180
Vedi R. Kastoryano, Negotiating identities: States and immigrants in France and Germany,
Princeton, Princeton University Press, 2002, p. 31
181
Nel 2000 l'Haut Conseil pubblica un rapporto in cui sostiene che l'Islam è assolutamente
compatibile con I valori e i principi della Repubblica e che non si può chiedere alle ragazze di
togliersi il velo a scuola. Vedi L'Islam dans la Repubblique www.ladocfrancaise.gouv.fr
169
Musulmano, organo che serviva a rappresentare le esigenze dei
182
L'istituzione di un organo del genere non rappresenta che l'inizio di un percorso. All'interno
infatti erano presenti molti estremisti e non c'erano donne. Vedi D.S. Bell, Parlamentary
democracy in France, Parliamentary Affairs, 2004, p. 533 – 549
170
L’Osservatorio per le statistiche su immigrazione e integrazione
Più della metà di questi sono nati in Francia o sono stati naturalizzati.
183
Vedi Fifteenth and Sixteenth periodic reports of France to the Committee on the elimination of
racial discrimination. Vedi anche N. Bouteldja, The reality of l'affaire du foulard, The Guardian,
25 febbraio 2005
184
Vedi J. Robert, Religious liberty and French secularism, Brigham Young University Law
Review, 2003, p. 437 – 460
171
che appartengono a questa religione185 rispetto all’Islam che possiamo
moderata.
molto di più in base la loro identità etnica piuttosto che alla loro
prevista della legge sul velo del 2004 sia stata quella di creare un forte
185
Vedi International Religious Freedom Report 2004, US Bureau of Democracy, Human Rights
and Labor www.state.gov.g/drl/rls/irf/2004/35454.htm
186
Vedi M. Triblalat, Le nombre de musulmans en France: qu'en sait – on?, in S. Taussing e C.
Fleury, Cités: l'Islam en France, Parigi, Presses Universitaires de France, 2004, p.21 – 31
172
ben integrati nella cultura francese o creano una loro sottocultura187.
187
Vedi N. Rachedi, Elites of maghrebian extraction in France, in Lewis e Schnapper op. cit.
n.111, p. 59
188
Vedi L. J. Limage, Education and Muslim identity: the case of France, Comparative Education,
2000, p. 73 - 94
189
Vedi R. Leveau, The Islamic presence in France, in T. Gerholm e Y.G. Lithman, The new
islamic presence in Western Europe, Londra, Mansell, 1988, p. 107 – 122
190
Vedi A. Krieger -Krynicki, The second generation: the children of Muslim immigrants in
France,in T. Gerholm e Y.G. Lithman, The new Islamic presence in Western Europe, Londra,
Mansell, 1988, p. 123 – 132
191
Vedi n. 111, p. 59
192
Non ci sono musulmani nelle istituzioni politiche francesi e solo due membri del Parlamento
Europeo sono musulmani e vengono dalla Francia
173
Gli intellettuali francesi discutono se si tratti di un problema
serie di misure per offrire più opportunità agli abitanti di queste aree
maggiore scolarizzazione196.
193
Vedi N. Hitchchott, Calixthe Beyala: black face on French TV, Modern and contemporary
France, 2004, p. 445 – 457
194
Vedi A. Sage, Now blacks rally to end clour-blind race model, The Times, 28 novembre 2005
195
Vedi D. Aaronovitch, C’est l’économié, stupide – The real reason why the cars of Paris burn,
The Times, 8 novembre 2005
196
Vedi H Lagrange, An outcast generation, The Observer, 6 novembre 2005. Vedi anche J.
Henley, Founding principle called into question, The Guardian, 8 novembre 2005
197
Vedi N. Sarkozy, Notre stratégie est la bonne, Le Monde, 5 novembre 2005. Vedi anche T
Ramadan, Nos ghettos vu d’Angleterre, Le Monde, 8 novembre 2005; A. Touraine, Les français
piégés par leur moi national, Le Monde, 8 novembre 2005; E. Todd, Rien sépare les enfants
d’immigrés du reste de la sociéte, 12 novembre 2005; B. Thibault, Nous sommes confrontés à une
crise sociale. Le Monde, 15 novembre 2005, www.lemonde.fr/
174
necessità di riesaminare i principi che riguardano la concessione della
cittadinanza198.
dal concetto che tutti sono uguali. Questa idea di uguaglianza è solo
175
purezza e il loro essere buone musulmane. Il velo è quindi la parte
possono essere più legate alla loro identità islamica dei loro genitori.
203
Vedi C. Killian, The other side of the veil – north Africa Muslim women in France respond to
the Headscarf affair, Gender and Society, 2003, p. 567 – 590. Vedi anche M.D. Brown, Multiple
meanings of the Hijab in contemporary France, in W.J.F Keenan, Dressed to impress: looking the
part, Oxford, Berg, 2001, p. 105 – 121
176
atto di ribellione. Accanto alle ragioni positive per cui viene indossato
riproduzione.
204
Vedi J. Cesari, Etre musulman en France aujourd’hui, Paris, Hachette, 1997, p. 157 – 162
205
Vedi J. Scales – Trent, African women in France: immigration, family and work, Brooklyng
Journal of International law, 1999
177
Il dibattito sul velo islamico in Francia dura da più di quindici
anni113. Nel 1989206 tre ragazze furono escluse dal Collegio Gabriel
viene dal Marocco209. Due delle ragazze escluse erano sorelle. La terza
206
Vedi F. El Gundi, Veil: modesty, privacy and resistance, Oxford, Berg, 1999, p. 169 – 173
207
Vedi F. Gaspard e F. Khosrokhavar, Le foulard et la République, Paris, La Découverte, 1995
208
“(Il velo) è come se fosse le mie braccia o i miei piedi”, così sostiene Fatima Ezahoui, 37 anni,
madre di quattro bambini. Vedi i sito www.hrwf.net/html/france
209
Vedi C. La borde, On republican toleration, Constellation, 2002, p.167 – 183
178
politici. Tuttavia i ricorsi contro il provvedimento del Collegio furono
islamico.
179
islamico fosse incompatibile con la libertà di coscienza e il
di queste critiche Jospin richiese il parere del Conseil d’Etat che rilevò
che indossare segni religiosi per esternare la propria fede non fosse di
213
Vedi N. Mac Master e T. Lewis, Orientalism: from unveiling to hyperveilin, Journal of
European studies, 1998, p. 121 – 135
214
Vedi www.ideesfrance.fr
215
Vedi Journal Officiel, 25 ottobre 1989, p. 113 – 115
180
l’esercizio della libertà di espressione e di dimostrazione del proprio
credo216.
inconsistenti218.
216
Cinque filosofi francesi scrissero una lettera aperta al Presidente Jospin dove invitavano gli
insegnanti a disobbedire alle sue istruzioni
217
Vedi Avis n° 346.893 del 27 novembre 1989
218
Vedi J-F Monnet, A Criel, l’origine de l’affaire des foulards, Herodote, 1990, p. 14 – 49
181
appoggiava le ragazze musulmane nella loro decisione di indossare il
principio di laicità.
219
Vedi Le port du voile heurte la läicité du collège de Criel, Liberation, 4 ottobre 1989
220
Cfr. Kokkinakis v Greece, 1994, EHRR 397
221
Vedi F. Bayrou, Le texte du ministre de l’education nazionale, Le Monde, 21 settembre 1994
182
Anche in campo non scolastico venne proibito l’uso del velo.
Gli impiegati statali non hanno mai potuto indossare simboli religiosi
al lavoro.
meno.
183
possono esercitare obiezione di coscienza nei confronti dell’aborto224. I
224
Vedi Conseil d’Etat, Avis del 3 maggio 2000, Melle Marteaux, p. 217 – 317
225
Vedi Conseil d’Etat, 27 luglio 2001, Fonds de défense des musulmans en justice, n° 216903
226
Vedi art. L. 2212 – 8 della Legge sul sistema sanitario pubblico. I medici sono tenuti ad
informare le loro pazienti riguardo la propria obiezione di coscienza 131 Vedi la decisione della
HRC in Foin v France, UN Doc CCPR/C/67/D/666/1995, 9 novembre 1999
227
Vedi J. Robert, Religious liberty and French secularism, Brigham young university law review,
2003, p. 437 – 460
228
Vedi D. Decherf, French views of religious freedom. US – France analysis series, luglio 2001,
www.brookings.edu/fp/cusf/analysis/relfreedom.htm
184
come luogo di insegnamento dei valori della patria quali il
integrazione.
religiosa”229.
229
Vedi Circolare Bayrou, Le texte du Ministre de l’education nazionale, Le Monde, 21 settembre
1994
185
nel concetto francese di identità nazionale. Per questo la scuola
230
www.elysee.fr
231
Vedi X. Tenisien, La France des mosquées, Parigi, Albin Michel, 2002, p. 246 – 249. Vedi
anche S. Ferrari, Individual religious freedom and national security in Europe after September 11,
Brigham young University law rewiew, 2004, p. 357 – 384
232
Vedi La laϊcité aujourd’hui, rapport d’étape, Commission Nazionale Consultative des Droits de
l’Homme, ottobre – dicembre 2003. Vedi anche La laϊcité à l’école: un principe républicain à
réaffirmer, Assemblée Nazionale, Mission d’information 1275, 4 dicembre 2003 (Rapporto
Debré), www.assemblee-nationale.fr/debrereport 142 www.elysee.fr
233
lesrapports.ladocumentationfrancaise.fr/BRP/034000725/0000.pdf
186
professori e studenti. Il rapporto della Commissione Stasi indicava la
di vivere insieme.
ebrei poteva essere pericoloso girare per strada con i mezzi pubblici
con la kippa.
maschi.
187
La Commissione mise anche in evidenza che la maggioranza
nazionale.
storico.
188
- Le disposizioni nazionali sulle restrizioni riguardanti
L’art. 1 della Legge del 2004 prevede che nelle scuole, nei
et lycées publics235.
della punizione.
pratico.
234
Vedi legge n° 2004 – 228 del 15 marzo 2004, Journal Officiel n° 65, 17 marzo 2004, 5190
235
Vedi R. Lichaber, A la croisée des interpretations: le voile et la loi, Revue trimestrelle de droit
civil, gennaio – marzo 2004, n°1, p. 161 – 167
189
Le autorità scolastiche ebbero difficoltà a distinguere i simboli
Francia237.
236
Vedi S. Benchienkh, Mufti from Marseille, about the life prospect of Islam in France,
www.islamlib.com
237
Vedi K. Richburgh, Veiled opposition comes out in France, Washington Post, 29 dicembre
2003
190
una revisione urgente della legge. Tre delle più grandi organizzazioni
non governative238 per la difesa dei diritti umani nel mondo sostennero
popolo francese era d’accordo con la legge così come una ridotta
basata però sul rispetto dei dogmi musulmani ma sul fatto che
238
Human Rights Watch, Minority Rights Group, International Helsinki Federation for Human
Rights
239
Vedi C. Marquis, Bush not in support ban on symbols, New York Times, 19 dicembre 2003
240
www.qantara.de/webcom/show_article.php/_c-549/_nr-10/_p-1/i.html
191
Nel suo Rapporto, Hanifa Chérifi241 sosteneva di aver
2 il crocifisso.
241
Ispettore Generale e Mediatore per il Velo Islamico
242
Strasburgo, Lille, Créteil, Montpellier, Versailles, Lione
243
Commissario Speciale per le Libertà di Religione della Commissione per i Diritti Umani delle
Nazioni Unite
192
Secondo la Jahangir aver proibito i simboli religiosi dalla scuole
farlo.
3.7 ITALIA
193
regole e di pratiche cultuali bagaglio di chi arriva e patrimonio
stop and go che poco giova alle politiche di inclusione, sta evolvendo,
194
accoglienza ed integrazione e a richiami a praticare la solidarietà,
come valore che appartiene nel profondo sia alla cultura cristiana che
a quella laica.
Italia.
lassismi di ieri.
247
A. Ronchey, La pressione dell’Africa, in Corriere della Sera, 18 Maggio 2009, 1.
248
M. Massari, Islamofobia. La paura e l’Islam, Roma-Bari, 2006.
195
L’art. 19 della Costituzione Italiana, tutela la libera attività di
196
materia confessionale che, in accordo con le formulazioni giuridiche
europee poste anche a tutela del diritto di libertà religiosa, sembra aver
individuale”252.
può senza meno concludere che si è arrivati, non avendo fatto molto
Incertezza che ora non è solo data dalla frammentazione delle fonti
252
S. Ferrari, Lo statuto giuridico dell’Islam in Europa occidentale, in S. Ferrari (a cura di), Islam
ed Europa. I simboli religiosi nei diritti del Vecchio continente, Roma, 2006, 22.
253
S. Cassese, I Tribunali di Babele. I giudici alla ricerca di un nuovo ordine mondiale, Roma,
2009, 93 ss.
197
Esempi paradigmatici di questo stato di cose sono infatti i
uffici in generale e, per quello che più interessa a noi, sulla possibilità
pubblici spazi.
circolano a capo coperto. Ma c’è da dire che in questa materia pur con
254
M. Bardesono, “Via la bigliettaia con il velo”. E a Venaria lo indossano tutti, in Il Corriere della
Sera, 31 Maggio 2009, 24.
198
procedimento in essere a carico dell’imputato per terrorismo
all’udienza con il capo coperto) che si era recata in Aula, per assistere
al processo che vedeva imputato suo marito, con una velatura quasi
totale che le lasciava scoperti solo gli occhi, motivando con il fatto
5 della legge 152 del 1975 che vieta l’uso di caschi protettivi o di
255
G. Gatta, Islam, abbigliamento religioso, diritto e processo penale: brevi note a margine di due
casi giurisprudenziali, in www.statoechiese.it, giugno 2009, 3-13
199
alimentare polemiche. Il parere, fatto proprio dal governo, ricorda
infatti che l'uso del niqab e del burqa non ha un'origine coranica.
che prevede non solo il divieto dell’uso del velo integrale ma anche
sanzioni da 300 a 600 € per chi lo usa. Inoltre tale disegno di legge
256
On. Souad Sbai, deputata del Pdl, Ecco perché vietare il burqua non offende la religione
mussulmana, in L’Occidente, Orientamento quotidiano, 9 Ottobre 2009.
257
Documento del Comitato per l’Islam italiano, istituito presso il Viminale, in Corriere Adriatico
del 06 ottobre 2010: Il Governo: vietare il burqua ma senza fare riferimento all’Islam.
200
donna e di pari dignità sanciti dalla nostra Costituzione e condivisi da
258
I. Bertolini, Burqua, disegno di legge per vietarlo, in Corriere della Sera del 6 Ottobre 2010.
201
CONCLUSIONI
e sostegno.
ottenuto nel campo della tutela delle donne: ha fissato la priorità per le
202
promuovere l’uguaglianza tra uomini e donne, ma tuttavia non è
nazionali.
opprimono; molte di esse non sanno cosa sia la CEDAW, quali diritti
203
Il tema dei diritti delle donne nell’Islam è al centro di accesi
delle donne islamiche dal momento che la maggior parte di esse sono
percentuale di donne presenti nel mondo del lavoro. Oggi tante sono le
immigrate.
204
Ed è proprio per l’affermazione dei diritti universali di queste
vietato.
la modifica dell’art. 5 della legge 152 del 1975, legge che vieta l’uso
205
difficoltoso il riconoscimento della persona in un luogo pubblico,
alimentare polemiche.
206