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CASA OLEARIA spa - Stabilimento di Monopoli – Terminale Marittimo per Oli Vegetali Modimar srl

Progetto Definitivo – Relazione Generale 11 001 MR 005 0 AMM

MODIMAR s.r.l.

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06—32694630 fax
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www.modimar.it web

Cliente Casa Olearia Italiana

Progetto Terminale Marittimo di Monopoli

Fase Progetto Progetto Definitivo

Codice Progetto 11 001

Specifiche
documento
Codice Elaborato MR05

Titolo Disciplinare Descrittivo


Codice di
11 001 MR 005 -0 AMM
archiviazione
Autori Ing. Marco Del Bianco
f:\modimar\monopoli\cc 11 001 - definitivo\01 emessi\originali\11 001 mr 005 0 - disciplinare
Riferimento
descrittivo opere marittime.doc

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INDICE

Capitolo 1 Oggetto dell'appalto designazione, forma e principali dimensioni delle opere a mare .3
Art. 1. Oggetto dell’appalto .........................................................................................................................................3
Art. 2. Designazione sommaria delle opere ...............................................................................................................3
Art. 3. Forma e dimensioni delle opere e delimitazioni ...........................................................................................4
Capitolo 2 Norme di carattere tecnico riguardanti l’appalto qualità e provenienza dei materiali ...5
Art. 4. Materiali in genere ............................................................................................................................................5
Art. 5. Acqua, calce, leganti idraulici, pozzolane ......................................................................................................5
Art. 6. Sabbia, ghiaia, pietrisco ....................................................................................................................................7
Art. 7. Detrito di cava o tout venant di cava o di frantoio .......................................................................................9
Art. 8. Massi naturali...................................................................................................................................................10
Art. 9. Occupazione, apertura e sfruttamento delle cave .......................................................................................11
Art. 10. Materiali ferrosi e metalli vari .......................................................................................................................11
Art. 11. Legnami ............................................................................................................................................................12
Art. 12. Idrofughi - idrorepellenti - additivi ..............................................................................................................13
Art. 13. Bitumi, emulsioni bituminose, catrami, polveri asfaltiche, oli minerali...................................................13
Art. 14. Materiali diversi...............................................................................................................................................14
Art. 15. Prove sui materiali ..........................................................................................................................................14
Capitolo 3 Modo di esecuzione di ogni categoria di lavoro ........................................................... 15
Art. 16. Livello medio del mare ...................................................................................................................................15
Art. 17. Tracciamento delle opere e segnalazioni ......................................................................................................15
Art. 18. Demolizioni e salpamenti ...............................................................................................................................16
Art. 19. Opere a scogliera .............................................................................................................................................16
Art. 20. Scanno di imbasamento ..................................................................................................................................19
Art. 21. Opere in cemento armato ...............................................................................................................................19
Art. 22. Cassoni cellulari in cemento armato per opere marittime .........................................................................35
Art. 23. Strutture prefabbricate ....................................................................................................................................40
Art. 24. Opere in ferro ...................................................................................................................................................40

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Capitolo 1
OGGETTO DELL'APPALTO DESIGNAZIONE, FORMA E
PRINCIPALI DIMENSIONI DELLE OPERE A MARE

ART. 1. OGGETTO DELL’APPALTO


L'appalto ha per oggetto l’esecuzione di tutte le opere necessarie per la realizzazione di un terminale
marittimo destinato alle operazioni di import/export di biodiesel ed oli vegetali per lo stabilimento
della Casa Olearia Italiana presso Monopoli.

ART. 2. DESIGNAZIONE SOMMARIA DELLE OPERE


Le opere che formano oggetto dell'appalto sono finalizzate alla realizzazione di un terminale
marittimo con due fronti di accosto, in grado di far ormeggiare navi cisterna da 20.000 a 70.000
DWT, di un pontile di collegamento a terra sul quale sono alloggiate le tubazioni.
I due fronti di accosto del terminale marittimo prevedono la realizzazione di diverse opere a mare
per consentire l’ormeggio delle navi e per le operazione di carico/scarico che sono di seguito
descritte:

• mooring dolphins (6 per ogni fronte di accosto), per l’alloggiamento dei dispositivi di ormeggio
(ganci a scocco rapido o quick release mooring hook), costituiti da elementi di fondazione
sommersi prefabbricati, realizzati con cassoni cellulari riempiti di materiale inerte, da cui si
elevano 9 pali circolari di diametro Ø1200 mm che sostengono una sovrastruttura massiccia
in c.a. sulla quale sono inghisati i ganci a scocco rapido.

• fender dolphins (2 per ogni fronte di accosto), sui quali sono installati i fender per
l’assorbimento degli impatti della nave in fase di ormeggio, anch’essi costituiti da elementi di
fondazione sommersi prefabbricati, realizzati con cassoni cellulari riempiti di materiale
inerte, da cui si elevano 9 pali circolari di diametro Ø1200 mm che sostengono una
sovrastruttura massiccia in c.a.

• piattaforme di carico/scarico (1 per ogni fronte di accosto), sulle quali sono installati tutti i
dispositivi necessari per il collegamento dell’impianto di trasferimento alla nave e consentire
le operazione di carico/scarico dei prodotti. Sono realizzate con due elementi di fondazione
sommersi, costituiti da cassoni cellulari, da cui si elevano dei pali circolari di c.a. a sostegno
di una sovrastruttura realizzata in parte con getti di c.a. e in parte con travi prefabbricate in
c.a.p..
Il pontile di collegamento è costituito da impalcati costituiti da travi prefabbricate in c.a.p. affiancate,
di sezione a doppio T, di 20 m di luce netta. Il pontile ha una sezione trasversale di 10 m di

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larghezza, comprendente una strada carrabile di 4,50 m di larghezza, un marciapiede largo 1,05 m ed
un piano di appoggio delle tubazioni in pressione largo 3,30 m.
Possono essere individuati due tratti distinti del pontile:

• un primo tratto, più prossimo alla terra ferma, in cui gli impalcati sono fondati su dieci (10)
pulvini disposti su terne di pali di 1,00 m di diametro, a distanza in asse di 3,00 m, spinti fino
ad una profondità sufficiente ai fini della stabilità geotecnica;

• nella parte che interessa fondali superiori a 10 m gli impalcati sono appoggiati su otto (8)
pulvini disposti a loro volta su quattro pilastri circolari di 1,00 m di diametro incastrati nei
quattro spigoli di cassoni prefabbricati di c.a., denominati di tipo A, a due file di tre celle, con
fusto di dimensioni in pianta 13,30×9,00 m2, appoggiati un uno strato di pietrame di
spessore minimo pari a 0,50 m. Il solettone di base ha uno spessore di 0,50 m e comprende
un tratto di 0,80 m a sbalzo rispetto al fusto, al fine di incrementare la superficie di impronta
e migliorare le condizioni di stabilità. La sommità dei cassoni è posta a quote variabili fra –
3,50 e -5,00 m s.m.m. Il riempimento dei cassoni è costituito da materiale inerte.
È presente inoltre un tratto di pontile per il collegamento fra la piattaforma n°1 e la n°2, di
caratteristiche identiche a quello descritto in precedenza. Gli impalcati sono in numero di undici
(11), appoggiati su dieci (10) pulvini disposti su quattro (4) cassoni di tipo A e sei (6) mooring
dolphins.

ART. 3. FORMA E DIMENSIONI DELLE OPERE E DELIMITAZIONI


La forma e le principali dimensioni delle opere che formano oggetto dell'appalto risultano dalle
relazioni, dai disegni e dalle indicazioni, allegati al presente progetto riportati nell’elenco elaborati
identificato con il codice MR 000.

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Capitolo 2
NORME DI CARATTERE TECNICO RIGUARDANTI L’APPALTO
QUALITÀ E PROVENIENZA DEI MATERIALI

ART. 4. MATERIALI IN GENERE


I materiali in genere occorrenti per la costruzione delle opere proverranno da quelle località che
l'Appaltatore riterrà di sua convenienza, purché abbiano le caratteristiche stabilite dalle leggi e dai
regolamenti vigenti in materia, rispondano alla specifica normativa del presente Capitolato speciale e
delle prescrizioni degli artt. 15, 16 e 17 del Capitolato Generale approvato con il D.M.. LL.PP. 19
aprile 2000, n. 145; tutti i materiali devono essere riconosciuti, ad insindacabile giudizio della
Direzione dei lavori, della migliore qualità e devono rispondere ai requisiti appresso indicati.
Tuttavia resta sempre all'Impresa la piena responsabilità circa i materiali adoperati o forniti durante
l'esecuzione dei lavori, essendo essa tenuta a controllare che tutti i materiali corrispondano alle
caratteristiche prescritte e a quelle dei campioni esaminati, o fatti esaminare, dalla Direzione Lavori.

ART. 5. ACQUA, CALCE, LEGANTI IDRAULICI, POZZOLANE

ACQUA
L'acqua dovrà essere dolce, limpida, scevra da materie terrose od organiche e non dovrà essere
aggressiva. L'acqua necessaria per i conglomerati cementizi armati potrà contenere al massimo
0,1 g/litro di cloruri mentre per i calcestruzzi potrà contenere al massimo 1 g/litro di solfati.
In casi particolari la Direzione dei Lavori potrà autorizzare per iscritto, previo accertamento con
opportune analisi, l'impiego di acqua di mare nell'impasto di calcestruzzi cementizi non armati,
purché l'acqua sia scevra da impurità e materiali in sospensione e purché la salinità sia inferiore al
40%

CALCE
Le calci aeree ed idrauliche dovranno rispondere ai requisiti di accettazione vigenti al momento
dell'esecuzione dei lavori.
La calce grassa in zolle dovrà provenire da calcari puri, essere di recente, perfetta ed uniforme
cottura, non bruciata nè vitrea nè pigra ad idratarsi ed infine di qualità tale che, mescolata con la
sola quantità di acqua dolce necessaria all'estinzione, si trasformi completamente in una pasta soda
a grassello tenuissimo, senza lasciare residui maggiori del 5% dovuti a parti non bene decarburate,
siliciose od altrimenti inerti.

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La calce viva in zolle al momento dell'estinzione dovrà essere perfettamente anidra; sarà rifiutata
quella ridotta in polvere o sfiorita, e perciò l'approvvigionamento dovrà essere effettuato in funzione
del fabbisogno e la calce stessa dovrà essere conservata in luoghi asciutti e ben riparati dall'umidità.
Dopo l'estinzione la calce dovrà conservarsi in apposite vasche impermeabili rivestite di tavole o di
muratura, mantenendola coperta con uno strato di sabbia. La calce grassa destinata agli intonaci
dovrà essere spenta almeno sei mesi prima dell'impiego, quella destinata alle murature da almeno 15
giorni.
La calce idrata in polvere, confezionata in sacchi, dovrà essere sempre, sia all'atto della fornitura che
al momento dell'impiego, asciutta ed in perfetto stato di conservazione; nei sacchi dovranno essere
riportati il nominativo del produttore, il peso del prodotto e la indicazione se trattasi di fiore di calce
o calce idrata da costruzione.

POZZOLANE
Le pozzolane saranno ricavate da strati mondi da cappellaccio ed esenti da sostanze eterogenee o da
parti inerti: qualunque sia la provenienza dovranno rispondere a tutti i requisiti prescritti dal R.D. 16
novembre 1939, n. 2230.

LEGANTI IDRAULICI
Dovranno impiegarsi esclusivamente i leganti idraulici – cementi - previsti dalle disposizioni vigenti
in materia, dotati di certificato di conformità - rilasciato da un organismo europeo notificato - ad una
norma armonizzata della serie UNI EN 197 ovvero ad uno specifico Benestare Tecnico Europeo
(ETA), purché idonei all’impiego previsto nonché, per quanto non in contrasto, conformi alle
prescrizioni di cui alla Legge 26/05/1965 n.595 ed alle prescrizioni contenute nel presente
Capitolato speciale; l'Appaltatore sarà responsabile sia della qualità sia della buona conservazione del
cemento.
Il cemento da impiegare (marcato CE secondo UNI-EN 197-1) deve essere pozzolanico o d’altoforno
con classe di resistenza 32,5 e 42.5.
I cementi, se in sacchi, dovranno essere conservati in magazzini coperti, perfettamente asciutti
e senza correnti d'aria ed i sacchi dovranno essere conservati sopra tavolati di legno sollevati
dal suolo e ricoperti di cartonfeltri bitumati cilindrati o fogli di polietilene.
La fornitura del cemento, nonché la predisposizione della relativa documentazione tecnica di
accompagnamento, dovrà essere effettuata in conformità alle specifiche tecniche armonizzate di
riferimento, con l'osservanza, qualora non in contrasto, delle condizioni e modalità di cui all'art. 3
della Legge 26 Maggio 1965 n. 595.
Qualora il cemento venga trasportato sfuso dovranno essere impiegati appositi ed idonei mezzi di
trasporto: in questo caso il cantiere dovrà essere dotato di adeguata attrezzatura per lo scarico, di
silos per la conservazione e di bilancia per il controllo della formazione degli impasti ed i
contenitori per il trasporto ed i silos dovranno essere tali da proteggere il cemento dall'umidità e
dovrà essere evitata la miscelazione tra i tipi e le classi di cemento.

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Per i cementi forniti in sacchi dovranno essere riportati sugli stessi il nominativo del Produttore, il
peso e la qualità del prodotto, la quantità d’acqua per malte normali e la resistenza minima a
compressione ed a trazione a 28 giorni di stagionatura, mentre per quelli forniti sfusi dovranno
essere opposti cartellini piombati sia in corrispondenza dei coperchi sia degli orifizi di scarico; su
questi cartellini saranno riportate le indicazioni del citato art. 3 della legge 26 Maggio 1965 n. 595.
L'introduzione in cantiere de ogni partita di cemento sfuso dovrà risultare dal giornale dei lavori e
dal registro dei getti. Le qualità dei cementi forniti sfusi potrà essere accertata mediante prelievo di
campioni come stabilito all'art. 4 della Legge sopra ricordata.
I sacchi dovranno essere mantenuti integri fino all'impiego e verranno rifiutati che presentassero
manomissioni. Il cemento che all'atto dell'impiego risultasse alterato sarà rifiutato e dovrà essere
allontanato subito dal cantiere. Indipendentemente dalle indicazioni contenute sui sigilli, sui sacchi
oppure sui cartellini, il Direttore dei Lavori potrà far eseguire su cemento approvvigionato, ed a
spese dell'Appaltatore, le prove prescritte.

ART. 6. SABBIA, GHIAIA, PIETRISCO


Sono idonei alla produzione di calcestruzzo per uso strutturale gli aggregati ottenuti dalla lavorazione
di materiali naturali, artificiali, ovvero provenienti da processi di riciclo conformi alla norma europea
armonizzata UNI EN 12620 e, per gli aggregati leggeri, alla norma europea armonizzata UNI EN
13055-1.

SABBIA
La sabbia da impiegare nelle malte e nei calcestruzzi potrà essere naturale od artificiale ma dovrà
essere, in ordine di preferenza, silicea, quarzosa, granitica o calcarea ed in ogni caso dovrà essere
ricavata da rocce con alta resistenza alla compressione; dovrà essere scevra da materie terrose,
argillose, limacciose e polverulente e comunque la prova di decantazione in acqua non deve dare
una perdita di peso superiore al 2%.
La sabbia dovrà essere costituita da grani di dimensioni tali da passare attraverso uno staccio con
maglie circolari del diametro di mm 2 per murature in genere e del diametro di mm 1 per gli intonaci
e le murature di paramento od in pietra da taglio.
L'accettabilità della sabbia da impiegare nei conglomerati cementizi verrà definita con i criteri indicati
nella norma europea armonizzata UNI EN 12620, e la distribuzione granulometrica dovrà essere
assortita e comunque adeguata alle condizioni di posa in opera.

GHIAIA - PIETRISCO
Le ghiaie dovranno essere costituite da elementi omogenei, inalterabili all'aria, all'acqua ed al gelo,
pulitissimi ed esenti da materie terrose, argillose e limacciose e dovranno provenire da rocce
compatte, non gessose e marnose ad alta resistenza a compressione.
I pietrischi dovranno provenire dalla frantumazione di rocce silicee, quarzose, granitiche o calcaree e
dovranno essere a spigoli vivi, esenti da materie terrose, argillose e limacciose.

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Le ghiaie ed i pietrischi da impiegare nei conglomerati cementizi dovranno avere i requisiti prescritti
indicati nella norma europea armonizzata UNI EN 12620.
La ghiaia ed il pietrisco dovranno avere dimensioni massime commisurate alle caratteristiche
geometriche della carpenteria del getto ed all'ingombro dell'armatura precisando che la dimensione
massima degli elementi stessi dovrà essere tale da non superare il 60% - 70% dell'interferro ed il
25% della dimensione minima della struttura.
La curva granulometrica degli aggregati per i conglomerati, contenuta all'interno del fuso indicato
dalla Direzione Lavori, sarà proposto dall'Impresa in base alla destinazione, al dosaggio ed alle
condizioni della messa in opera dei calcestruzzi.
L'Impresa dovrà garantire per ogni lavoro la costanza delle caratteristiche granulometriche.
Le ghiaie da impiegarsi per formazione di massicciate stradali dovranno essere costituite da elementi
omogenei derivati da rocce durissime di tipo costante, e di natura consimile fra loro, escludendosi
quelle contenenti elementi di scarsa resistenza meccanica o sfaldabili facilmente, o gelide o rivestite
di incrostazioni.
Il pietrisco, il pietrischetto e la graniglia, secondo il tipo di massicciata da eseguire, dovranno
provenire dalla spezzatura di rocce durissime, preferibilmente silicee, a struttura microcristallina, o
calcari puri durissimi e di alta resistenza alla compressione, all'urto, alla abrasione, al gelo ed avranno
spigolo vivo: e dovranno essere scevri di materie terrose, sabbia o comunque materie eterogenee.
Sono comunque escluse le rocce marnose.
Qualora la roccia provenga da cave nuove o non accreditate da esperienze specifiche di Enti pubblici
e che per natura e formazione non diano affidamento sulle sue caratteristiche, è necessario effettuare
su campioni prelevati di cava, che siano significativi ai fini della coltivazione della cava, prove di
compressione e di gelività.
Quando non sia possibile ottenere il pietrisco da cave di roccia, potrà essere consentita per la
formazione di esso la utilizzazione di massi sparsi in campagna o ricavabili da scavi, nonché di
ciottoli o massi ricavabili da fiumi o torrenti semprechè siano provenienti da rocce di qualità idonea.
I materiali suindicati, le sabbie e gli additivi dovranno corrispondere alle norme di accettazione del
fascicolo n. 4 ultima edizione, del Consiglio Nazionale delle ricerche. Rispetto ai crivelli U.N.I.
2334, i pietrischi saranno quelli passanti dal crivello 71 U.N.I. e trattenuti dal crivello 25 U.N.I. i
pietrischetti quelli passanti dal crivello 25 U.N.I. e trattenuti dal crivello 10 U.N.I. le graniglie quelle
passanti dal crivello 10 U.N.I. e trattenute dallo staccio 2 U.N.I. 2332.
Di norma si useranno le seguenti pezzature:
1) pietrisco da 40 a 71 mm ovvero da 40 a 60 mm se ordinato, per la costruzione di massicciate
cilindrate;
2) pietrisco da 25 a 40 mm (eccezionalmente da 15 a 30 mm granulometria non unificata) per la
esecuzione di ricarichi di massicciate e per materiali di costipamento di massicciate (mezzanello);
3) pietrischetto da 15 a 25 mm per esecuzione di ricarichi di massicciate per conglomerati
bituminosi e per trattamenti con bitumi fluidi;

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4) pietrischetto da 10 a 15 mm per trattamenti superficiali, penetrazioni, semipenetrazioni, e


pietrischetti bitumati;
5) graniglia normale da 5 a 10 mm per trattamenti superficiali, tappeti bitumati, strato superiore di
conglomerati bituminosi;
6) graniglia minuta da 2 a 5 mm di impiego eccezionale e previo specifico consenso della Direzione
dei lavori per trattamenti superficiali; tale pezzatura di graniglia, ove richiesta sarà invece usata per
conglomerati bituminosi.
Nella fornitura di aggregato grosso per ogni pezzatura sarà ammessa una percentuale in peso non
superiore al 5% di elementi aventi dimensioni maggiori o minori di quelle corrispondenti ai limiti
della prescelta pezzatura, purché, per altro, le dimensioni di tali elementi non superino il limite
massimo o non siano oltre il 10% inferiori al limite minimo della pezzatura fissata.
Gli aggregati grossi non dovranno essere di forma allungata o appiattita (lamellare).

ART. 7. DETRITO DI CAVA O TOUT VENANT DI CAVA O DI FRANTOIO


Quando per gli strati di fondazione della sovrastruttura stradale sia disposto di impiegare detriti di
cava, il materiale deve essere in ogni caso non suscettibile all'azione dell'acqua (non solubile, non
plasticizzabile) ed avere un potere portante C.B.R. (rapporto portante californiano) di almeno 40
allo stato saturo. Dal punto di vista granulometrico non sono necessarie prescrizioni specifiche per i
materiali teneri (tufi, arenarie) in quanto la loro granulometria si modifica e si adegua durante la
cilindratura; per materiali duri la granulometria dovrà essere assortita in modo da realizzare una
minima percentuale dei vuoti: di norma la dimensione massima degli aggregati non deve superare i
10 centimetri.
Per gli strati superiori si farà uso di materiali lapidei più duri tali da assicurare un C.B.R. saturo di
almeno 80; la granulometria dovrà essere tale da dare la minima percentuale di vuoti; il potere
legante del materiale non dovrà essere inferiore a 30; la dimensione massima degli aggregati non
dovrà superare i 6 centimetri.
Per nuclei di scogliere, argini a terra e a mare, rilevati, riempimenti e simili il misto di cava deve
essere di dimensioni comprese tra 0.02 e 50 cm, non solubile, privo di frazioni limose o argillose e di
sostanze organiche. La percentuale in peso di materiale di diametro inferiore a 2 cm deve essere al
massimo pari al 10%.
Il misto di cava deve essere in ogni caso non suscettibile all'azione dell'acqua (non solubile, non
plasticizzabile).
Il valore del C.B.R. (rapporto portante californiano) del tout venant deve essere maggiore di 40 allo
stato saturo, per gli strati superiori fuori acqua il C.B.R. deve essere superiore a 80.
Per quanto riguarda la forma dei singoli elementi costituenti il misto di cava o tout-venant il
rapporto tra dimensione minore e la dimensione maggiore del singolo elemento non deve essere
inferiore a 0.2 (zero virgola due).

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ART. 8. MASSI NATURALI


I massi naturali per scogliere devono rispondere ai requisiti essenziali di compattezza, omogeneità e
durabilità, devono risultare inalterabili all'acqua di mare ed al gelo, devono essere esenti da
cappellaccio, da piani di sfaldatura, giunti, fratture e incrinature e di pezzatura secondo progetto. Il
loro peso specifico non dovrà essere inferiore a 2500 kg/m3. Saranno assolutamente escluse le
pietre marnose, quelle gessose e quelle alterabili all'azione degli agenti atmosferici e dell'acqua
corrente.
Le prove di resistenza del materiale alla compressione, all'abrasione, alla salsedine marina e alla
gelività, che la Stazione Appaltante riterrà opportuno dovranno essere eseguite a carico dell’Impresa
secondo le norme in vigore per l'accettazione delle pietre naturali da costruzione di cui al R.D.
n°2232 del 16/11/1939.
In particolare devono essere rispettati i seguenti limiti:

• peso specifico, non dovrà essere inferiore a 2500 kg/m3;


• resistenza a compressione dei massi, non dovrà essere inferiore a 500 kg/cm²;
• coefficiente di usura ≤ 2.0 mm;

• perdita di peso alla prova Los Angeles (ASTM C 131 - AASHO T 96) ≤ 30%

• coefficiente di imbibizione: ≤ 5%;

• resistenza chimica (ASTM-88 - 5 cicli solfato di sodio): ≤ 10%.

• Gelività (R.D. 16.11.1939 art.8) ≤ 5%


Il giudizio di idoneità della cava da parte della Stazione Appaltante dovrà tenere conto dell’insieme
dei risultati delle prove di qualifica potendo accettare che i risultati di una singola prova non
rientrino nei limiti di accettabilità.
I massi naturali verranno classificati nelle seguenti categorie:
- pietrame scapolo da 5 a 50 kg
- I categoria da 50 a 1000 kg
- II categoria da 1000 a 3000 kg
- III categoria da 3000 a 7000 kg
- III categoria da 7000 a 10000 kg
Nei prezzi corrispondenti sono comprese, oltre alle spese di estrazione, anche quelle di trasporto,
pesatura, versamenti nei siti designati a seconda delle sagome stabilite ed ogni altra spesa e magistero
occorrente per il compimento dell'opera.
La forma dei massi naturali non deve risultare eccessivamente allungata. Il rapporto tra la
dimensione minima e quella massima del singolo elemento non deve essere minore di 0.4 (zero
virgola quattro).

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ART. 9. OCCUPAZIONE, APERTURA E SFRUTTAMENTO DELLE CAVE


Fermo restando quanto prescritto negli altri articoli circa la provenienza dei materiali resta stabilito
che tutte le pratiche e gli oneri inerenti la ricerca, occupazione, apertura e gestione delle cave sono a
carico esclusivo dell'Impresa, rimanendo l'Amministrazione sollevata dalle conseguenze di qualsiasi
difficoltà che l'Impresa potesse incontrare a tale riguardo. Al momento della consegna dei lavori,
l’Impresa dovrà indicare le cave di cui intende servirsi e garantire che queste siano adeguate e capaci
di fornire in tempo utile e con continuità tutto il materiale necessario ai lavori con le prescritte
caratteristiche.
L'Impresa resta responsabile di fornire il quantitativo e di garantire la qualità dei massi e degli scapoli
occorrenti al normale avanzamento dei lavori anche se, per far fronte a tal impegno, l'Impresa
medesima dovesse abbandonare la cava o località di provenienza, già ritenuta idonea, per attivarne
altre ugualmente idonee: tutto ciò senza che l'Impresa possa accampare pretese di speciali compensi
o indennità.
Anche tutti gli oneri e prestazioni inerenti al lavoro di cava - come pesatura del materiale, trasporto
al sito di imbarco, costruzione di scali di imbarco, lavori inerenti alle opere morte, pulizia della cava
con trasporto a rifiuto della terra vegetale e del cappellaccio, costruzione di strade di servizio e di
baracche per ricovero degli operai o del personale di sorveglianza dell'Amministrazione e quanto
altro occorrente - sono ad esclusivo carico dell'Impresa.
L'Impresa ha la facoltà di adottare, per la coltivazione delle cave, quei sistemi che ritiene migliori nel
proprio interesse, purché si uniformi alle norme vigenti ed alle ulteriori prescrizioni che
eventualmente fossero impartite dalle Amministrazioni statali e dalle Autorità militari, con
particolare riguardo a quelle mineraria e di pubblica sicurezza, nonché dalle Amministrazioni
regionali, provinciali e comunali.
L'Impresa resta in ogni caso l'unica responsabile di qualunque danno od avaria possa verificarsi in
dipendenza dei lavori di cava o accessori.

ART. 10. MATERIALI FERROSI E METALLI VARI


I materiali ferrosi da impiegare nei lavori dovranno essere esenti da scorie, soffiature, brecciature,
paglie o da qualsiasi altro difetto apparente o latente di fusione, laminazione, trafilatura, fucinatura e
simili. Essi dovranno essere conformi a tutte le condizioni previste dal D.M 29 febbraio 1908,
modificato dal D.P. 15 luglio 1925 e dalle vigenti norme UNI; dovranno, altresì, presentare, a
seconda della loro qualità, i seguenti requisiti:

ACCIAIO PER COSTRUZIONI


Dovrà essere di prima qualità, privi di difetti, di screpolature, di bruciature e di altre soluzioni
di continuità, perfettamente lavorabili a freddo e a caldo senza che ne derivino screpolature o
alterazioni, dovranno, altresì, essere saldabili e non suscettibili di perdere la tempera.
I profilati, le barre, i piatti, i larghi piatti e le lamiere dovranno rispondere alle vigenti norme tecniche
emanate dal ministero dei LL. PP. ai sensi dell'art.21 della legge 5 novembre 1971, n°1086:

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Gli elementi di acciaio profilati a freddo dovranno rispondere alle vigenti norme CNR 10022-85.

ACCIAI PER CEMENTO ARMATO NORMALE E PRECOMPRESSO


Gli acciai per cemento armato (tra questi si intendono anche gli acciai inossidabili del tipo AISI-304
e AISI-316), sia in barre tonde liscie, che ad aderenza migliorata, che in reti elettrosaldate dovranno
essere conformi alle prescrizioni di cui al punto 11.3.2 del D.M. 14.01.08 (che sostituisce ed
aggiorna, come da L.1086/71, i precedenti Decreti Ministeriali).
Gli acciai per cemento armato precompresso, sia in fili che in trefoli o in trecce dovranno essere
conformi alle prescrizioni di cui al punto 11.3.3 del D.M. 14.01.08 (che sostituisce ed aggiorna,
come da L.1086/71, i precedenti Decreti Ministeriali)..

GHISA
La ghisa dovrà essere di prima qualità e di seconda fusione, dolce, tenace, leggermente malleabile,
facilmente lavorabile con la lima e con lo scalpello; di frattura grigia finemente granosa e
perfettamente omogenea, esente da screpolature, vene, bolle, sbavature, asperità ed altri difetti
capaci di menomarne la resistenza. Dovrà essere, inoltre, perfettamente modellata. È assolutamente
escluso l'impiego di ghisa fosforosa.

METALLI VARI
L'acciaio inox, l'acciaio corten, il piombo, lo zinco, lo stagno, il rame, l'alluminio e tutti gli altri
metalli o leghe metalliche da impiegare nelle costruzioni devono essere conformi alle vigenti norme
UNI, delle migliori qualità, ben fusi o laminati a seconda della specie di lavori cui sono destinati e
scevri da ogni impurità o difetto che ne vizi la forma o ne alteri la resistenza e la durata.

ART. 11. LEGNAMI


I legnami da impiegare in opere stabili o provvisorie, di qualunque essenza essi siano, dovranno
essere sempre ben stagionati ed asciutti, a fibra dritta, sana, senza fenditure, tarli o altri difetti, e
comunque conformi a tutte le prescrizioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 ed alle norme UNI vigenti
sulle prove di accettazione (UNI 3252/3266 e UNI 4143/4147); saranno provveduti fra le più scelte
qualità della categoria prescritta e non presenteranno difetti incompatibili con l'uso a cui sono
destinati.
Il tavolame dovrà essere ricavato dalle travi più dritte, affinché le fibre non riescano mozze dalla sega
e si ritirino nelle connessure.
I legnami rotondi o pali dovranno provenire dal tronco dell'albero e non dai rami, dovranno essere
sufficientemente diritti, in modo che la congiungente i centri delle due basi non debba uscire in
alcun punto dal palo, dovranno essere scortecciati per tutta la loro lunghezza e conguagliati alla
superficie; la differenza tra i diametri medi delle estremità non dovrà oltrepassare i 15 millesimi della
lunghezza né il quarto del maggiore dei 2 diametri.

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Nei legnami grossolanamente squadrati ed a spigolo smussato, tutte le facce dovranno essere
spianate e senza scarniture, tollerandosene l'alburno o lo smusso in misura non maggiore di un sesto
del lato della sezione trasversale.

ART. 12. IDROFUGHI - IDROREPELLENTI - ADDITIVI


Gli idrofughi, gli idrorepellenti e gli additivi dovranno essere conformi alle norme UNI vigenti e,
dovranno avere, altresì, i requisiti qui di seguito riportati:

IDROFUGHI
Gli idrofughi dovranno conferire efficace e duratura idrorepellenza alle malte senza alterarne
negativamente le qualità fisico-meccaniche, mantenendo inalterati i colori delle stesse e non
alterando la potabilità delle acque nel caso di intonaci a contatto di acqua potabile; dovranno essere
approvvigionati in confezioni sigillate con l'indicazione della Ditta produttrice, del tipo e del modo
d'impiego.

IDROREPELLENTI
Gli idrorepellenti dovranno conferire efficace e duratura idrorepellenza ai materiali sui quali
verranno applicati senza alterarne le proprietà, l'aspetto ed il colore e dovranno essere
perfettamente trasparenti ed inalterabili agli agenti atmosferici ed agli sbalzi di temperatura;
dovranno essere approvvigionati in confezioni sigillate con l'indicazione della Ditta produttrice, del
tipo e del modo d'impiego.

ADDITIVI
Gli additivi per malte e calcestruzzi sono classificati in fluidificanti, aereanti, acceleranti, ritardanti,
antigelo, ecc., dovranno migliorare a seconda del tipo le caratteristiche di lavorabilità, resistenza,
impermeabilità, adesione, durabilità, ecc. e dovranno essere conformi anche alle prescrizioni di cui
al punto 5 dell'Allegato 1 del D.M 27 Luglio 1985; dovranno essere approvvigionati in confezioni
sigillate con l'indicazione della Ditta produttrice, del tipo e del modo d'impiego.

ART. 13. BITUMI, EMULSIONI BITUMINOSE, CATRAMI, POLVERI


ASFALTICHE, OLI MINERALI
I bitumi devono essere conformi alle "Norme per l'accettazione dei bitumi per usi stradali" di cui
al fascicolo n.2 del C.N.R., ultima edizione. Per trattamenti superficiali e semipenetrazione si usano i
tipi B 180/200, B 130/150; per i trattamenti a penetrazione, pietrischetti bitumati, tappeti si
adoperano i tipi B 80/100, B 60/80; per conglomerati chiusi i tipi B 60/80, B 50/60, B 40/50, B
30/40, per asfalto colato il tipi B 20/30.
I bitumi liquidi devono essere conformi alle "Norme per l'accettazione dei bitumi liquidi per casi
stradali" di cui al fascicolo n.7 del C.N.R., ultima edizione. Per trattamenti a caldo si usano i tipi BL
150/130 e BL 350/700 a seconda della stagione e del clima.

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Le emulsioni bituminose devono essere conformi alle "Norme per l'accettazione delle emulsioni
bituminose per usi stradali" di cui al fascicolo n.3 del C.N.R., ultima edizione.
I catrami devono essere conformi alle "Norme per l'accettazione dei catrami per usi stradali" di cui
al fascicolo n.1 del C.N.R., ultima edizione. Per i trattamenti si usano i tre tipi: C 10/40, C
40/125, C 125/500.
La polvere asfaltica deve essere conforme alle "Norme per l'accettazione delle polveri di rocce
asfaltiche per pavimentazioni stradali" di cui al fascicolo n.6 del C.N.R., ultima edizione.
Gli olii minerali da impiegarsi nei trattamenti in polvere di roccia asfaltica a freddo, sia di prima che
di seconda mano, potranno provenire:
- da rocce asfaltiche o scisto-bituminose;
- da catrame;
- da grezzi di petrolio;
- da opportune miscele dei prodotti suindicati.

ART. 14. MATERIALI DIVERSI


Ogni materiale occorrente, che non fosse tra quelli indicati nei precedenti articoli, dovrà essere
sempre della migliore qualità e non essere adoperato se non sia stato riconosciuto idoneo dalla
Direzione dei Lavori.

ART. 15. PROVE SUI MATERIALI


In relazione a quanto prescritto circa la qualità e le caratteristiche dei materiali per la loro
accettazione, l'impresa resta obbligata ad effettuare a sue spese in ogni tempo le prove dei materiali
impiegati o da impiegarsi, nonché quelle di campioni da prelevarsi in opera, sostenendo inoltre tutte
le spese di prelevamento e di invio ad Istituto Sperimentale debitamente riconosciuto (ufficiale o
autorizzato ai sensi dell'art. 20 della Legge n. 1086/1971 ed ai successivi decreti attuativi - Decreto
Ministeriale 14 Gennaio 2008).

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Capitolo 3
MODO DI ESECUZIONE DI OGNI CATEGORIA DI LAVORO

ART. 16. LIVELLO MEDIO DEL MARE


Le quote indicate nel presente documento si intendono riferite al livello medio mare.
L’Imprenditore riporterà e fisserà la quota riferita al livello medio mare sopra capisaldi stabiliti in
contiguità dell’opera ed è tenuto altresì al controllo frequente dei capisaldi stessi.
L’Imprenditore è anche tenuto ad eseguire immediatamente dopo la commessa dei lavori una
campagna di misure al fine di stabilire il dislivello fra il livello medio marino effettivo e quello
convenzionale.
Le misure verranno eseguite con opportuno apparecchio registratore in continuo.
I risultati di tali misure verranno tempestivamente comunicate al Direttore dei Lavori.

ART. 17. TRACCIAMENTO DELLE OPERE E SEGNALAZIONI


Prima dell'inizio dei lavori l'Appaltatore ha l'obbligo di eseguire il tracciamento di tutte le opere. Per
le verifiche del tracciamento, come per ogni altro rilievo o scandaglio che la Stazione Appaltante
giudicasse utile per l'interesse del lavoro, l'Appaltatore sarà tenuto a somministrare ad ogni richiesta
ed a tutte sue spese, il materiale necessario per l'esecuzione, come gli strumenti geodetici, misure
metriche, sagole, scandagli, segnali fissi e galleggianti notturni e diurni, a fornire le imbarcazioni ed il
personale di ogni categoria idoneo per l'esecuzione di simili operazioni.
L'Appaltatore dovrà inoltre attenersi a quelle precise prescrizioni che, riguardo alla forma,
dimensioni, numero e qualità dei segnali, saranno indicate dalla Stazione Appaltante.
Nelle operazioni di tracciamento per quello che riguarda la parte altimetrica si assumerà quale livello
zero il livello medio del mare come definito negli articoli del presente capitolato .
L'Appaltatore ha inoltre l'obbligo di provvedere, durante tutta la durata dei lavori e fino al collaudo,
alle segnalazioni per la sicurezza della navigazione secondo quanto verrà prescritto dalle competenti
Autorità Marittime e dalla Stazione Appaltante.
Tutte le volte che per mareggiate o per altra causa i segnali messi in sito venissero rimossi,
l'Appaltatore ha l'obbligo di ripristinarli immediatamente a proprie cure e spese.
L'Appaltatore è l'unico responsabile della conservazione e manutenzione dei segnali nella loro giusta
posizione e delle conseguenze che possono derivare da ogni loro spostamento che avvenga per
qualsiasi causa, anche di forza maggiore.

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In particolare l'Appaltatore sarà completamente responsabile del versamento dei materiali di


riempimento e di ogni opera che fosse eseguita al di fuori degli allineamenti senza poter invocare a
suo discarico la circostanza di un eventuale spostamento dei segnali, od altra causa.
Il materiale che risultasse fuori degli allineamenti non sarà contabilizzato ma, se richiesto dalla
Stazione Appaltante, dovrà essere rimosso o salpato a totale carico dell'Appaltatore.

ART. 18. DEMOLIZIONI E SALPAMENTI


Nelle demolizioni, scomposizioni, rimozioni e salpamenti, entro e fuori acqua, l'Impresa deve curare
che i materiali utilizzabili vengano danneggiati il meno possibile, adottando ogni cautela e restando a
suo carico ogni eventuale danno alle cose ed a terzi e provvedere alle eventuali necessarie
puntellature.
I materiali di cui è previsto il reimpiego in progetto vanno accatastati, ripuliti e trasportati nei luoghi
di impiego, mentre quelli di risulta non impiegabili devono essere trasportati alle discariche indicate
dalla Direzione dei lavori.
Le demolizioni delle strutture in acqua possono essere fatte con quei mezzi che l'Impresa ritiene più
idonei. Nelle demolizioni fuori acqua è vietato gettare dall'alto i materiali che invece debbono essere
trasportati o guidati in basso; è vietato, inoltre, sollevare polvere per cui sia le murature che i
materiali di risulta devono essere opportunamente bagnati.

ART. 19. OPERE A SCOGLIERA


Le varie parti delle opere a gettata devono corrispondere sia per categoria che per quantità e sagoma
alle indicazioni progettuali esplicitate negli elaborati di progetto.
La costruzione delle opere a gettata dovrà essere eseguita a tutta sagoma procedendo per tratte
successive di idonea lunghezza che dovranno essere rapidamente completate secondo la sagoma di
progetto, ponendo ogni cura per realizzare una perfetta continuità tra le varie tratte.
Si ammette che la sagoma esecutiva dell'opera a scogliera, rispetto a quella di progetto, possa
discostarsi al massimo, per la scarpata interna ed esterna, di 30 cm in più o in meno.
In caso di forza maggiore verranno riconosciuti e compensati soltanto i danni subiti dalla scogliera
eseguita in tutti i suoi strati e rilevata dalla direzione Lavori.
I danni eventualmente subiti dalla sagoma incompleta rimangono a carico dell'Impresa.

Mantellate in massi naturali


Le mantellate di massi naturali possono essere eseguite sia via terra che via mare avendo cura di
realizzare lo spessore e la sagoma di progetto, nonché le pendenze delle relative scarpate.
Nella formazione delle mantellate di protezione esterne l'Appaltatore dove posizionare con cura i
massi in modo da garantire un idoneo gradi di incastro tra i massi stessi ed un'adeguata porosità della
scogliera (non inferiore a 30%).

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Numerazione e taratura dei mezzi di trasporto


I cassoni, carrelli, vagoni, autocarri ed ogni altro genere di veicolo per il trasporto dei massi via terra,
saranno distinti da un numero di ordine al quale corrisponderà la tara a vuoto accertata da regolare
pesatura che dovrà essere riportata in apposito verbale.
Analogamente, i pontoni e gli altri mezzi adibiti al trasporto dei massi via mare devono essere
contrassegnati con una matricola d’identificazione e stazzati col seguente sistema: per la taratura del
mezzo, in bacino perfettamente calmo si segna a poppa, a prua e nelle fiancate, la linea di
immersione a vuoto; si esegue poi un primo carico parziale e si segna la nuova linea di immersione;
quindi si esegue un secondo carico dello stesso peso del primo e si segna la nuova linea di
immersione, e così di seguito, fino a carico completo, avendo cura di distribuire regolarmente il
materiale nello scafo allo scopo di evitare sbandamenti longitudinali o trasversali.
A bordo dei galleggianti non devono trovarsi, durante le operazioni di stazzatura, altri oggetto ed
attrezzi oltre a quelli di dotazione fissa, che devono essere elencati nel verbale di stazzatura; così
pure, durante il rilevamento della immersione dei galleggianti, sia all’atto della stazzatura, sia all’atto
dei controlli del carico, il mezzo non deve essere gravato di carichi accidentali.
La Direzione dei Lavori potrà sempre richiedere controlli della taratura e stazzatura iniziale, ed in
ogni caso detti controlli dovranno farsi ad intervalli fissi di mesi sei ed inoltre ogni volta che i veicoli
venissero comunque riparati o trasformati. Sia la taratura iniziale che le successive di controllo
verranno fatte a spese del Appaltatore ed in contraddittorio con la Direzione dei Lavori redigendosi,
per ogni operazione, regolare verbale.

Pesatura dei massi e registrazione


Di norma ogni mezzo di trasporto dovrà contenere, per ciascun viaggio, massi di un unica categoria.
L’operazione di pesatura verrà effettuata in contraddittorio tra i rappresentanti della Direzione
Lavori e dell’Appaltatore; le parti firmeranno le bollette madre ed un numero di figlie secondo
quanto disposto dalla Direzione Lavori.
Per le operazioni di pesatura l’Appaltatore disporrà di uno o più bilici secondo le disposizioni della
Direzione Lavori rimanendo a tutto suo carico ogni spesa ed onere relativo alle operazioni di
pesatura ivi compreso l'impianto dei bilici ed il relativo controllo iniziale, quelli periodici da parte del
competente Ufficio metrico di pesi e misure, le eventuali riparazioni dei bilici e la realizzazione di un
idoneo ricovero per il personale della D. L. preposto alle operazioni di pesatura.
L’Appaltatore dovrà fornire i bollettari. Ciascuna bolletta sarà datata ed oltre al peso netto dovrà
portare il peso lordo, il numero d’ordine e la targa del veicolo, nonché la categoria del materiale
portato.
Ad ogni veicolo o cassone carico corrisponderà quindi una serie di bollette di cui la madre resterà al
personale dell'Amministrazione che effettua la pesatura e le figlie in genere verranno consegnate al
rappresentante del Appaltatore, al conducente del mezzo ed al personale dell’Amministrazione che
sorveglierà il versamento del materiale in opera.

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Quando i materiali verranno imbarcati sui pontoni o su altri galleggianti, ciascuno di tali mezzi deve
essere accompagnato da una distinta di carico nella quale deve figurare il numero d'ordine del
galleggiante, la stazza a carico completo, l'elenco delle bollette figlie riguardanti ciascuno degli
elementi imbarcati, e la somma dei pesi lordi che in esse figurano. Detta somma dovrà coincidere
con la lettura della stazza a carico completo.
Il materiale comunque perduto lungo il trasporto non potrà essere contabilizzato.
La Direzione Lavori si riserva la facoltà di rimandare al bilico uno o più massi od addirittura tutto il
carico per sottoporlo a nuove verifiche di peso ogni volta che sorga il dubbio che il peso dichiarato
nelle bollette d’accompagnamento sia errato o che nel carico vi siano massi aventi un peso minore di
quello prescritto od infine quando risulti o si possa presumere una qualunque altra irregolarità.
L’Appaltatore non dovrà chiedere alcuno speciale compenso od indennità per il tempo necessario
alle operazioni di taratura, pesatura dei materiali o per controlli su dette operazioni.

Prove e controlli incorso d’opera


La rispondenza dei materiali di cava ai requisiti specificati verrà verificata con controlli periodici da
effettuarsi in cava od a piè d'opera. La frequenza e le modalità dei controlli verranno stabilite dalla
Direzione Lavori in base al tipo di materiale ed ai quantitativi da approvvigionare nelle varie fasi di
costruzione.
Il controllo verrà effettuato su un campione di materiali che possa essere considerato
rappresentativo delle caratteristiche della categoria in esame ed avente quindi peso complessivo
proporzionato al peso degli elementi di dimensioni maggiori presenti nella categoria stessa.
I controlli dovranno accertare che tutte le categorie previste soddisfino a giudizio insindacabile della
Direzione Lavori i seguenti requisiti generali:
- l'assenza di elementi aventi peso singolo inferiore ai limiti minimi fissati
- il buon assortimento delle diverse pezzature nell'ambito di ogni categoria
- la presenza di quantitativi adeguati di elementi aventi peso singolo prossimo al limite
superiore di ciascuna categoria.
In particolare si dovrà controllare per le categorie di massi che almeno il 50% in peso del campione
sia costituito da elementi aventi peso singolo uguale o superiore al peso medio della categoria.
In qualsiasi momento potranno essere effettuati i rilievi delle scogliere eseguite per constatare e
riparare ogni eventuale deficienza o degradazione senza che per l’esecuzione di tali rilievi o
riparazioni l’Appaltatore possa pretendere compensi di sorta; potrà altresì, senza dar diritto a speciali
compensi, essere ordinata l'ispezione da parte di un sommozzatore di fiducia dell’Amministrazione,
essendo in tal caso obbligato l’Appaltatore a fornire tutto ciò che possa occorrere per effettuare
detta ispezione subacquea.
I massi il cui versamento o collocamento fosse male eseguito contrariamente alle disposizioni della
Direzione, o che fossero caduti fuori dalla zona dei lavori, non verranno contabilizzati, fermo
restando l'obbligo all’Appaltatore di rimuoverli a sue spese trasportandoli in luogo ove non possano

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produrre ingombri od inconvenienti, ovvero a salparli, se caduti in mare, e collocarli dove verrò
indicato dalla Direzione dei Lavori.

ART. 20. SCANNO DI IMBASAMENTO


L'imbasamento dei cassoni di fondazione deve avere la forma e le dimensioni indicate nei disegni di
progetto.
Il nucleo dello scanno di imbasamento deve essere costituito da massi naturali di peso compreso tra
0.05 e 1.0 t. La parte immediatamente sottostante i cassoni deve essere sempre costituita da elementi
di pietrame di peso compreso tra 5 e 50 kg.
La sommità dello scanno (parte orizzontale) va spianato mediante mezzi idonei; successivamente
verrà controllata la regolare corrispondenza tra la quota raggiunta e quella prevista nei disegni di
progetto e/o nei calcoli di verifica, che dovranno tenere conto degli assestamenti propri
dell'imbasamento e di quelli dei terreno di fondazione.
Tale spianamento va effettuato prima di iniziare la posa dei cassoni, ma dopo un congruo periodo di
assestamento della scogliera, e va compiuto con idonei mezzi marittimi e completato da successiva
rettifica finale mediante palombaro o sommozzatore. Se la superficie di livellamento è di modesta
estensione, potrà operarsi direttamente con palombaro o sommozzatore, affiancato da un pontone
con benna, il quale traccerà sul fondo il piano teorico di posa mediante profilati metallici adeguati
(rotaie, tubi) e successivamente comanderà il versamento di materiale di idonea pezzatura fino a
raggiungere la quota fissata. A lavoro ultimato il piano di appoggio dovrà risultare orizzontale e di
uniforme capacità portante.

ART. 21. OPERE IN CEMENTO ARMATO

INTEGRAZIONE CON ELABORATI GRAFICI E RELAZIONI TECNICHE


Le norme del presente capitolato sono integrate con quanto riportato negli elaborati grafici e
precisato nelle relazioni tecniche.

NORMATIVA DI RIFERIMENTO
L'Impresa è tenuta a verificare la progettazione esecutiva eseguita attenendosi alle norme di seguito
indicate. Come appresso meglio specificato con tale verifica si assume la responsabilità della
progettazione.
L'esame e verifica da parte della Direzione dei lavori dei calcoli di stabilità e degli esecutivi presentati
non esonera in alcun modo l'Impresa dalle responsabilità a lei derivanti per legge e per precisa
pattuizione contrattuale, restando contrattualmente stabilito che, malgrado i controlli di ogni genere
eseguiti dalla Direzione dei lavori, l'Impresa stessa rimane l'unica e completa responsabile delle opere
eseguite, sia per quanto ha rapporto con la loro progettazione e calcolo, che per la qualità dei
materiali e la loro esecuzione e pertanto egli dovrà rispondere degli inconvenienti che avessero a
verificarsi di qualunque natura, entità ed importanza essi potessero risultare e qualunque
conseguenza o danno dovessero arrecare.

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Tutte le opere in conglomerato cementizio armato normale o precompresso facenti parte dell'opera
appaltata dovranno essere sottoposte a collaudo statico ed il collaudo stesso dovrà essere eseguito
da un Ingegnere o da un Architetto, iscritto all'Albo da almeno 10 anni, che non sia interessato in
alcun modo nella progettazione, direzione od esecuzione delle opere, nominato
dall'Amministrazione appaltante.
L'Appaltatore è tenuto, altresì, a curare a proprie spese, la presentazione al Genio Civile della
documentazione atta al rilascio della licenza dell'uso e/o del certificato di conformità delle strutture.
L’Impresa è tenuta all’osservanza delle Norme Tecniche (D.M. del 09/01/1996 e successivi
aggiornamenti), emanate in applicazione dell’art. 21 della Legge 5/11/1971 n. 1086, nonché delle
Leggi e Norme UNI vigenti, in quanto applicabili.
Per la confezione dei calcestruzzi e la durabilità delle opere in ambiente marino si fa riferimento in
particolare a:
- D.M. 09/01/1996 contenente le Norme Tecniche per il calcolo, l’esecuzione e il collaudo delle
opere in cemento armato, normale e precompresso e per le strutture metalliche (S.O. alla G.U. n° 29
del 05/02/1996).
- UNI EN 206-1/2001: Calcestruzzo: Specificazione, prestazione, produzione e conformità
- UNI 8981/1999, Parti da 1 a 8,
Oltre alla osservanza delle predette disposizioni e di ogni altra che in proposito dovesse essere
emanata a modifica e/o integrazione di quanto indicato nel citato D.M., l'Impresa dovrà attenersi
alle specifiche normative richiamate nel presente capitolato relativamente all'accettazione degli inerti,
del cemento e degli acciai, al prelievo dei campioni, alla esecuzione delle prove sugli stessi, ecc.
Si intende che tutti gli oneri relativi alla applicazione delle leggi, decreti, regolamenti e circolari in
vigore al momento dell'offerta per l'accollo dei lavori sono compresi e compensati col prezzo di
appalto.
Di eventuali disposizioni di Legge che dovessero intervenire in fase successiva si terrà conto
formulando nuovi prezzi a termini di regolamento ove l'adempimento delle disposizioni stesse
comporti per l'Impresa oneri diversi da quelli corrispondenti alle disposizioni vigenti al momento
dell'offerta.

PRE-QUALIFICA
L’Impresa, sulla scorta delle prescrizioni contenute nel presente capitolato e nei progetti esecutivi
delle opere in conglomerato cementizio semplice o armato, relativamente a caratteristiche e
prestazioni dei conglomerati cementizi stessi, dovrà a suo carico e onere qualificare i materiali e gli
impasti in tempo utile prima dell’inizio dei lavori, secondo le seguenti modalità.
Con congruo anticipo sulla data di inizio dei getti, l’Impresa dovrà eseguire, a proprie spese, una pre-
qualifica delle miscele di calcestruzzo da utilizzare. La pre-qualifica dovrà essere eseguita presso un
laboratorio autorizzato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti (già Ministero dei Lavori
Pubblici) e dotato di certificazione di qualità ISO 9001:2000.

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Le materie prime necessarie per la pre-qualifica dovranno essere campionate presso l’impianto
destinato alla produzione del conglomerato alla presenza di un incaricato dalla Direzione Lavori che
redigerà un verbale di prelievo nel quale saranno indicate tipo e quantità delle materie prime
campionate. Copia del verbale di prelievo dovrà essere allegata al dossier di pre-qualifica del
laboratorio.
La pre-qualifica delle miscele in laboratorio dovrà essere preceduta dalla caratterizzazione delle
materie prime. In particolare, il laboratorio dovrà procedere, nonostante la richiesta presenza di una
marcatura CE degli aggregati, alla determinazione della distribuzione granulometrica, della massa
volumica e dell’assorbimento d’acqua delle singole frazioni campionate; si dovrà procedere, inoltre,
alla definizione della curva granulometrica ottimale dell’inerte combinato.
Sulle miscele di conglomerato messe a punto, il laboratorio dovrà procedere alla determinazione
delle seguenti caratteristiche:
- lavorabilità mediante abbassamento al cono di Abrams (UNI EN 12350-2) per calcestruzzi con
classe di consistenza fino alla S5. La misura dovrà essere eseguita al termine del mescolamento e
ripetuta dopo un lasso di tempo equivalente al tempo necessario per trasportare il calcestruzzo dalla
centrale di betonaggio al cantiere aumentato del tempo necessario per scaricare l’intera betoniera.
Trascorso questo periodo di tempo la consistenza dovrà essere conforme al valore di capitolato;
- massa volumica allo stato fresco e contenuto d’aria (UNI EN 12350/6, 7);
- resistenza meccanica a compressione (UNI EN 12390/3) definita come media di tre cubetti alle
scadenze di 1, 3, 7 e 28 giorni. La resistenza meccanica a compressione media misurata a 28 giorni
dovrà essere conforme al valore caratteristico prescritto in capitolato sulla base di un controllo di
accettazione di tipo A;
- determinazione del modulo elastico secante (UNI 6556) a 1, 7, 14 e 28 giorni;
- determinazione della resistenza meccanica a trazione indiretta (UNI EN 12390-5) a 1, 7, 14 e 28
giorni.
I risultati delle pre-qualifiche in laboratorio faranno parte di un dossier redatto dal laboratorio che ha
eseguito le prove e consegnato dall’Impresa alla Direzione Lavori per l’accettazione. Il dossier dovrà
contenere:
- la documentazione relativa alla certificazione delle materie prime: aggregati, acqua, cemento,
eventuali aggiunte e additivi;
- la composizione del conglomerato con pesate riferite alla condizione s.s.a. (saturo a superficie
asciutta) per gli aggregati definita come nella UNI EN 1097-6;
- i risultati di tutte le prove sopra elencate.
I dossier di pre-qualifica in laboratorio delle varie miscele dovranno essere trasmessi alla Direzione
Lavori almeno trenta giorni prima dell’inizio dei getti.

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CONTROLLI IN CORSO D’OPERA


a. Resistenza meccanica a compressione
I prelievi di provini per la verifica della classe di resistenza dei conglomerati cementizi dovranno
essere eseguiti con le frequenze e le modalità stabilite nel D.M. del 09/01/1996 (ed eventuali
successivi aggiornamenti).
Per ciascuna determinazione in corso d’opera delle resistenze caratteristiche a compressione dei
conglomerati cementizi dovranno essere eseguite due serie di prelievi. I prelievi, eseguiti in
contraddittorio con l’Impresa, verranno effettuati separatamente, per ogni tipo di ricetta qualificata,
secondo la cadenza prevista dalle normative vigenti e, comunque, per ogni giorno di getto
I provini, contraddistinti col numero progressivo del relativo verbale di prelievo, verranno custoditi
a cura e spese dell’Impresa a 20°C e UR > 90% per 28 giorni, previa apposizione di sigilli e firma del
Direttore Lavori e dell’Impresa e nei modi più adatti a garantire la autenticità e la corretta
stagionatura (UNI 6127).
Con i provini della prima serie di prelievi verranno effettuate presso i laboratori della Direzione
Lavori o da essa indicati, alla presenza dell’impresa, le prove atte a determinare la resistenza
meccanica a compressione alle varie stagionature previste in capitolato.
I risultati delle prove di rottura, effettuate sui provini della prima serie di prelievi secondo la Norma
UNI 6132, saranno presi a base per la contabilizzazione provvisoria dei lavori, a condizione che il
valore della resistenza caratteristica - Rck - accertato per ciascun tipo e classe di conglomerato
cementizio, non risulti inferiore a quello della classe indicata nei calcoli statici e nei disegni di
progetto.
I provini della seconda serie di prelievi dovranno essere sottoposti a prove presso Laboratori
Ufficiali indicati dalla Direzione Lavori.
Se dalle prove eseguite presso Laboratori Ufficiali sui provini della seconda serie di prelievi risultasse
un valore della resistenza caratteristica non inferiore a quella della classe indicata nei calcoli statici e
nei disegni di progetto, tale risultanza verrà presa a base della contabilizzazione definitiva dei lavori.
Nel caso che la resistenza caratteristica Rck ricavata per ciascun tipo e classe di conglomerato
cementizio dalle prove della prima serie di prelievi risulti essere inferiore a quella della classe indicata
nei calcoli statici e nei disegni di progetto, la Direzione Lavori, nell’attesa dei risultati Ufficiali, potrà
a suo insindacabile giudizio ordinare la sospensione dei getti dell’opera d’arte interessata senza che
l’Impresa possa accampare per questo alcun diritto o compenso.
Qualora dalle prove eseguite presso Laboratori ufficiali risultasse un valore Rck inferiore di non più
del 10% rispetto a quello della classe indicata nei calcoli statici e nei disegni di progetto, la Direzione
Lavori, d’intesa con il Progettista, effettuerà una determinazione sperimentale della resistenza
meccanica del conglomerato cementizio in opera e successivamente una verifica della sicurezza e
della durabilità. Nel caso che tale verifica dia esito positivo, il conglomerato cementizio potrà essere
accettato, a insindacabile giudizio della Direzione Lavori.
Qualora la resistenza caratteristica riscontrata risulti minore di quella richiesta di più del 10%,
l’Impresa sarà tenuta, a sua totale cura e spese, alla demolizione e rifacimento dell’opera oppure

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all’adozione di provvedimenti di ripristino della sicurezza e della durabilità da essa stessa proposti ma
che, per diventare operativi, dovranno essere formalmente approvati dalla Direzione Lavori.
Nessun indennizzo o compenso sarà dovuto all’Impresa se la Rck risulterà maggiore a quella indicata
nei calcoli statici e nei disegni di progetto.
In fase di indurimento la Direzione Lavori potrà prescrivere il controllo della resistenza meccanica a
compressione o di qualsiasi altro parametro fisico-meccanico (resistenza a trazione, modulo elastico,
permeabilità all’acqua) a diverse epoche di maturazione, su campioni appositamente confezionati.
Di tutti i prelievi e le operazioni, eseguite a cura e spese dell’Impresa, e sotto il controllo della
Direzione Lavori, verranno redatti appositi verbali numerati progressivamente e controfirmati dalle
parti.
Saranno a carico dell’Impresa tutti gli oneri relativi alle prove di laboratorio, sia effettuate presso i
Laboratori della Direzione Lavori, sia presso i Laboratori Ufficiali, comprese le spese per il rilascio
dei certificati.

b. Altri controlli in corso d’opera sui conglomerati


In aggiunta a quanto sopra, sui conglomerati cementizi dovranno essere condotti i seguenti controlli
in corso d’opera:
- Verifica, con frequenza giornaliera e in ogni caso di dubbio, della classe di consistenza al getto
mediante prova dello slump (abbassamento al cono di ABRAMS, come disposto dalla Norma UNI
EN 12350-2) almeno una volta al giorno e ogni volta che verrà ritenuto opportuno dalla Direzione
Lavori. Le forniture che non rispettano le prestazioni relative alla classe di consistenza richiesta
verranno rifiutate e il relativo conglomerato gettato in apposite aree indicate dalla Direzione Lavori.
- Prova di omogeneità, con frequenza mensile e in ogni caso di dubbio, da effettuarsi vagliando ad
umido due campioni di conglomerato, prelevati a 1/5 e 4/5 dello scarico della betoniera o del
“batch” di getto, attraverso il vaglio a maglia quadra da 4 mm. La percentuale in peso di materiale
grosso nei due campioni non dovrà differire più del 10%. Inoltre la lavorabilità dei due campioni
prima della vagliatura, misurata con le modalità sopra descritte, non dovrà differire più di 3 cm.
- Misura del rapporto acqua/cemento e dell’acqua essudata (bleeding) del conglomerato cementizio
fresco, da effettuarsi solo in casi di dubbio su richiesta della Direzione Lavori; la misura dovrà essere
eseguita secondo la Norma UNI 6393/88, considerando che tale prova consente la stima dell’acqua
totale, compresa quella di assorbimento degli aggregati, la quale, pertanto, dovrà essere eliminata nel
computo del rapporto a/c. Si fa notare che i risultati forniti dalla prova in questione risultano
particolarmente dipendenti dalle modalità di esecuzione della prova stessa e che un adeguato
controllo del rapporto acqua/cemento può essere ottenuto più semplicemente confrontando i
risultati in termini di resistenza meccanica con quelli ottenuti in fase di pre-qualifica.
Fermo restando quanto stabilito nel presente capitolato, la Direzione Lavori si riserva la facoltà di
prelevare, in ogni momento e quando lo ritenga opportuno, ulteriori campioni di materiali o di
conglomerato cementizio da sottoporre ad esami o prove di laboratorio.

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c. Controlli ispettivi
La Direzione Lavori è tenuta all’esecuzione di controlli ispettivi con periodicità non superiore a 6
mesi e con preavviso di 7 giorni presso l’impianto di betonaggio. Nel corso del sopralluogo verranno
eseguite verifiche della documentazione inerente i controlli di gestione e di qualità e potrà essere
disposto il prelievo di campioni di materie prime e di conglomerato cementizio sui quali eseguire gli
accertamenti del caso.

MODIFICA IN CORSO D’OPERA DI UNA MISCELA PER CAUSE DI FORZA MAGGIORE


Non sono ammesse modifiche in corso d’opera alla composizione dei conglomerati pre-qualificati in
laboratorio e testati nelle le prove di campo.
Eccezionalmente, sarà possibile ricorrere alla modifica di una miscela qualora:
- sia accertata la definitiva indisponibilità di una delle materie prime utilizzate nelle ricette qualificate;
- nel corso di un controllo periodico sulle materie prime si verifichi che una o alcune di queste non
rispettano più le prescrizioni contenute nel presente capitolato;
Prima dell’utilizzo del calcestruzzo con composizione modificata, occorrerà pervenire ad una nuova
qualifica in laboratorio della miscela che potrà essere condotta con procedura semplificata ed
accelerata a discrezione della Direzione Lavori

IMPIANTO DI BETONAGGIO
L’impianto o gli impianti di betonaggio dovranno trovarsi ad una distanza dal luogo di getto tale da
garantire un costante e controllato ritmo di approvvigionamento di conglomerato durante i getti,
indispensabile per il raggiungimento di una sufficiente costanza di qualità nei getti ed evitare la
formazione di “giunti freddi”.
L’impianto o gli impianti utilizzati dovranno possedere specifici requisiti atti a garantire, in maniera il
più possibile automatizzata, una composizione costante e stabile del conglomerato prodotto.
L’impianto di betonaggio da realizzare in cantiere avrà le seguenti caratteristiche minime:
- possibilità di gestire 3 o più pezzature diverse di aggregato con dosaggio ponderale di ciascuna
singola pezzatura;
- lettura in continuo del contenuto di umidità di tutti gli aggregati dosati con sonde di umidità,
possibilmente di tipo capacitivo o a microonde;
- presenza di un sistema di controllo automatico che, in funzione delle variazioni di umidità degli
aggregati dosati, modifichi le pesate degli stessi e il quantitativo d’acqua da aggiungere per ottenere
che il rapporto acqua/cemento e la lavorabilità del conglomerato risultino costanti;
- presenza di un silo per lo stoccaggio di ognuno dei tipi di aggiunta minerale, oltre a quelli per il
cemento;
- possibilità di stoccaggio e dosaggio volumetrico di almeno due (2) additivi liquidi;

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- presenza di un sistema computerizzato di gestione sigillato che stampi e memorizzi tutte le


operazioni eseguite presso l’impianto. In particolare, per ciascuna batch prodotta, dovranno essere
memorizzate e richiamabili in qualsiasi momento almeno le seguenti grandezze: umidità degli
aggregati, correzione delle pesate degli aggregati in funzione dell’umidità, correzione del dosaggio di
acqua in funzione dell’umidità degli aggregati; pesate effettive e differenza rispetto alle pesate
teoriche corrette di tutte le materie prime; composizione effettiva finale e rapporto a/c effettivo;
tempo di inizio e fine carico betoniera.
È fortemente consigliato l’utilizzo di un impianto dotato di premescolatore a regime forzato (di
capacità idonea a garantire tempi adeguati di riempimento delle autobetoniere).
Nel caso di ricorso al preconfezionamento, l’impianto dovrà possedere una certificazione di qualità
ISO 9001:2000 aggiornata e dovrà essere sottoposto, comunque, a pre-qualifica da parte della
Direzione Lavori.
La pre-qualifica dell’impianto consisterà in una visita preliminare da parte della Direzione Lavori o di
un Suo incaricato nel corso della quale dovrà essere verificata la sussistenza delle condizioni sopra
indicate ed esaminata tutta la documentazione relativa alla certificazione di qualità (manuale,
procedure tecniche, gestionali e istruzioni).
L’impianto si intenderà definitivamente qualificato dopo l’esecuzione con successo delle prove di
campo di cui ai paragrafi precedenti.

CONFEZIONAMENTO E TRASPORTO
La confezione dei conglomerati cementizi potrà quindi incominciare solo dopo la pre-qualifica
positiva da parte della Direzione Lavori e l’esito positivo delle prove di campo.
La dosatura effettiva degli aggregati dovrà essere realizzata con precisione del 3%; quella del
cemento con precisione del 2%. Le bilance dovranno essere revisionate almeno una volta ogni due
mesi e tarate all’inizio del lavoro e successivamente almeno una volta all’anno.
Per l’acqua e gli additivi è ammessa anche la dosatura a volume. La dosatura effettiva dell’acqua
dovrà essere realizzata con precisione del 2% ed i relativi dispositivi dovranno essere tarati almeno
una volta ogni due mesi o comunque quando richiesto dalla Direzione Lavori.
I dispositivi di misura del cemento, dell’acqua e degli additivi dovranno essere del tipo individuale.
Le bilance per la pesatura degli aggregati possono essere di tipo cumulativo (peso delle varie
pezzature con successione addizionale).
I silos del cemento debbono garantire la perfetta tenuta nei riguardi dell’umidità atmosferica.
L’impasto dovrà risultare di consistenza uniforme ed omogenea, uniformemente coesivo (tale cioè
da essere trasportato e manipolato senza che si verifichi la separazione dei singoli elementi);
lavorabile (in maniera che non rimangano vuoti nella massa o sulla superficie dei manufatti dopo
eseguita la vibrazione in opera).
Se, al momento della posa in opera, la consistenza del conglomerato cementizio non fosse quella
prescritta, lo stesso non dovrà essere impiegato per l’opera ma scaricato in aree indicate dalla
Direzione Lavori. Si da comunque facoltà alla Direzione Lavori, se la consistenza fosse minore di

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quella prescritta (minore slump) e il conglomerato cementizio fosse ancora nell’autobetoniera, di


dare indicazioni perché la consistenza sia portata fino al valore prescritto mediante aggiunta di
additivi fluidificanti (tale aggiunta verrà registrata sulla bolla di consegna). L’uso di tali additivi è
compreso e compensato con i prezzi di elenco dei conglomerati cementizi.
Il trasporto dei conglomerati cementizi dall’impianto di betonaggio al luogo di impiego dovrà essere
effettuato con mezzi idonei al fine di evitare la possibilità di segregazione dei singoli componenti e
comunque tali da evitare ogni possibilità di deterioramento del conglomerato cementizio medesimo.
Saranno accettate in funzione della durata e della distanza di trasporto, le autobetoniere e le benne a
scarico di fondo ed, eccezionalmente, i nastri trasportatori. L’uso delle pompe sarà consentito a
condizione che non venga autorizzata alcuna aggiunta d’acqua per favorire o consentire il
pompaggio del conglomerato.
Non saranno ammessi gli autocarri a cassone o gli scivoli.
In ogni caso il tempo intercorrente tra il confezionamento all’impianto ed il getto non dovrà essere
superiore ai 120 minuti.
È facoltà e obbligo per la Direzione Lavori di rifiutare carichi di conglomerato cementizio non
rispondenti ai requisiti prescritti.

CASSEFORMI, ARMATURE DI SOSTEGNO, CENTINATURE ED ATTREZZATURE DI COSTRUZIONE


Per tali opere provvisorie l’Impresa porterà alla preventiva conoscenza della Direzione Lavori il
sistema e le modalità esecutive che intende adottare, ferma restando la esclusiva responsabilità
dell’impresa stessa per quanto riguarda la progettazione e l’esecuzione di tali opere provvisionali e la
loro rispondenza a tutte le norme di legge ed ai criteri di sicurezza che comunque possono
riguardarle. Il sistema prescelto dovrà comunque essere adatto a consentire la realizzazione della
struttura in conformità alle disposizioni contenute nel progetto esecutivo.
Nella progettazione e nella esecuzione delle armature di sostegno, delle centinature e delle
attrezzature di costruzione, l’Impresa è tenuta a rispettare le norme, le prescrizioni ed i vincoli che
eventualmente venissero imposti da Enti, Uffici e persone responsabili riguardo alla zona interessata.
Tutte le attrezzature dovranno essere dotate degli opportuni accorgimenti affinché in ogni punto
della struttura la rimozione dei sostegni sia regolare ed uniforme.
In ogni caso le casseforme dovranno avere dimensioni e spessori sufficienti ad essere
opportunamente irrigidite o controventate per assicurare l’ottima riuscita delle superfici dei getti e
delle strutture e la loro perfetta rispondenza ai disegni di progetto.
Quando previsto in progetto o quando formalmente ordinato dalla Direzione Lavori, per i getti di
superficie in vista dovranno essere impiegate casseforme speciali atte a garantire rifiniture
perfettamente piane, lisce e prive di qualsiasi irregolarità.
In ogni caso l’Impresa avrà cura di trattare le casseforme, prima del getto, con idonei prodotti
disarmanti ed il relativo onere si intende compreso e compensato nel prezzo di elenco delle
casseforme o del conglomerato cementizio.

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ACCIAIO D'ARMATURA PER C.A. NORMALE


a. Approvvigionamento dell'acciaio in barre
Saranno ammessi alla fornitura di acciaio per costruzioni soltanto fornitori prequalificati
dall’Impresa. Prima dell’inizio della fornitura si dovrà trasmettere una lettera di notifica alla
Direzione Lavori con il nominativo del Fornitore, i tipi d’acciaio e le caratteristiche della gamma
richiesta e copia del dossier di qualificazione.
L'Impresa dovrà documentare la provenienza, il tipo e la classe di ogni partita di acciaio in barre che
entra in cantiere, nonché il peso complessivo della partita e quello dei tondini di uno stesso
diametro.
Per partita si intende il quantitativo di materiale che, pervenendo da un unico stabilimento nel
periodo massimo di una settimana, potrà essere considerato come unica fornitura omogenea sia per
titolo che per caratteristiche fisico-meccaniche.

b. Controllo del peso e della sezione


Per il controllo del peso effettivo da ogni partita dovranno essere prelevati dei campioni di barra.
Qualora risultassero sezioni effettive inferiori a quelle ammesse dalle tolleranze previste nel D.M.
attuativo della Legge n° 1086 il materiale verrà rifiutato e subito allontanato dal cantiere.
Qualora il peso effettivo risultasse inferiore al 98% di quello teorico e fosse accettabile in base alle
tolleranze previste nel D.M. attuativo della Legge n° 1086, dovranno essere aggiunte (modificando i
disegni di progetto e informando il Direttore dei Lavori) barre in quantità sufficiente a realizzare una
sezione di acciaio non inferiore a quella prevista dal progetto esecutivo originariamente approvato.
C. Controllo di qualità
Per l'acciaio controllato in stabilimento, l'Impresa dovrà produrre la documentazione prescritta dalle
norme in vigore (D.M. 9/1/96, par. 2.2.8.2. e 2.2.8.3.) che certifichi gli avvenuti controlli (esistenza
del Marchio depositato presso il Servizio Tecnico Centrale del Ministero dei Lavori Pubblici) e
consentire al Direttore dei Lavori di accertare la presenza dei contrassegni di riconoscimento.
Tutte le forniture di acciaio dovranno essere accompagnate da un certificato di un Laboratorio
Ufficiale, riferito al tipo di armatura di cui trattasi, e marchiate secondo quanto previsto al punto
2.2.9. del D.M. 9/1/96.
Durante i lavori dovranno essere prelevati, per essere inviati a Laboratori Ufficiali o autorizzati, non
meno di tre campioni per ciascun diametro utilizzato, ogni 1000 barre o partita se di minore entità,
della lunghezza rispettivamente di:
- 1,20 m per diametro delle barre inferiore o uguale a 10mm;
- 1,50 m per diametro delle barre compreso tra 12 e 18 mm;
- 1,80 m per diametro delle barre superiore o uguale a 20 mm.

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In caso di risultato sfavorevole delle prove di resistenza e duttilità, previste per legge, il complesso
delle barre al quale si riferisce il campione dovrà essere accantonato e identificato in attesa dei
risultati delle ulteriori verifiche.
Rimane comunque salva la facoltà del Direttore dei Lavori di disporre eventuali ulteriori controlli
per giustificati motivi a carico dell'Impresa.

d. Realizzazione delle gabbie e posizionamento delle armature per c.a.


Le gabbie di armatura dovranno essere, per quanto possibile, composte fuori opera; in ogni caso in
corrispondenza di tutti i nodi dovranno essere eseguite legature doppie incrociate in filo di ferro
ricotto di diametro non inferiore a 0,6 mm in modo da garantire l'invariabilità della geometria della
gabbia durante il getto.
Nel caso di gabbie assemblate con parziale saldatura l’acciaio dovrà essere del tipo saldabile.
La posizione delle armature metalliche entro i casseri dovrà essere garantita utilizzando
esclusivamente opportuni distanziatori in materiale plastico non deformabile oppure di malta o pasta
cementizia, in modo da rispettare il copriferro prescritto.
L'Appaltatore dovrà adottare tutti gli accorgimenti necessari affinché le gabbie mantengano la
posizione di progetto all'interno delle casseforme durante il getto.

e. Tolleranze nel posizionamento delle armature:


Le tolleranze nel posizionamento delle armature normali (barre) sono riportate di seguito;
chiamando “S” lo scarto tra la posizione teorica di progetto e quella effettiva in opera, sono ammessi
questi valori:
• copriferro armature strutturali:
S = - 0.0 cm
S = + 1.5 cm (S = 1.0 cm per solette)
• armature di ripartizione o di diffusione (nel senso ortogonale al copriferro):
S = ± 2.0 cm (purchè siano rispettati i valori di copriferro ed interferro).
• interasse delle staffe:
S = ± 2.0 cm (purché le differenze positive e negative si compensino nello spazio di 1 m).

d. Giunzioni di barre di armatura


Per ogni tipo di acciaio le giunzioni delle barre di armatura devono essere eseguite dove indicato
negli elaborati di progetto (esecutivo e costruttivo); eventuali giunzioni non previste in progetto
dovranno essere autorizzate dalla Direzione Lavori.

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La giunzione delle barre di diametro fino a 30mm compreso, di norma, deve essere eseguita per
sovrapposizione.
La giunzione tramite saldatura di barre di armatura, secondo le indicazioni previste negli elaborati di
progetto o quando richiesta in opera, previa approvazione della Direzione Lavori, dovrà essere
effettuata secondo quanto prescritto dalla normativa prEN ISO 17660:2002 (Welding of reinforcing
steel) con particolare riferimento ai processi e alla loro qualifica, ai materiali e al paragrafo ‘Welded
joints’.
Valgono comunque le seguenti prescrizioni.
La saldatura deve essere del tipo elettrico-manuale con elettrodo.
Le barre da giuntare devono essere accostate di testa, senza alcuna puntatura, con interspazio
compreso fra 5 e 10mm. Due spezzoni di barra dello stesso tipo e diametro delle barre da giuntare
(ad eccezione delle barre da 30mm per le quali il diametro degli spezzoni deve essere da 24mm)
aventi lunghezza minima, ciascuno, di dieci volte il diametro stesso, devono essere accostati,
simmetricamente all’intersezione delle barre. La saldatura tra le barre e gli spezzoni deve essere
realizzata, per tutta la lunghezza dei tratti sovrapposti, su entrambi i lati, ottenendo così otto cordoni
di saldatura.
Prima di procedere all’esecuzione delle giunzioni, l’Impresa deve effettuare un ampio studio nonché
le prove di qualificazione per definire in dettaglio le caratteristiche dei materiali da impiegare e i
procedimenti di esecuzione. L’Impresa deve consegnare alla Direzione Lavori, con congruo anticipo
rispetto all’inizio delle giunzioni, un relazione tecnica indicante per ogni tipo e diametro delle barre
di armatura, nonché per ogni posizione di giunzione (orizzontale, verticale e inclinata), i materiali ed
i procedimenti di giunzione che intende impiegare. Nella suddetta relazione devono in particolare
essere evidenziate, descritte e motivate le seguenti questioni:
• il procedimento di saldatura che l’Impresa intende seguire in relazione alle caratteristiche
dell’acciaio;
• il tipo di elettrodi che l’Impresa intende impiegare;
Dopo l’esame, con esito positivo, da parte della Direzione Lavori, della suddetta relazione tecnica,
l’Impresa deve eseguire le prove di qualificazione secondo i seguenti criteri:
• i giunti da sottoporre a prova distruttiva di trazione saranno giunti ‘gemelli’, cioè eseguiti su
spezzoni di barre dello stesso diametro, in posizione e condizione ambientale analoga a quella del
corrispondente giunto in opera. L’Impresa deve sottoporre alle prove di trazione di cui ai punti
seguenti, per ogni lotto di 150 giunti eseguiti dallo stesso operatore, nella stessa posizione (verticale,
orizzontale, inclinata) e con lo stesso diametro e tipi di barra il seguente numero di campioni scelti
dalla Direzione lavori: a) per il primo lotto, un giunto tra i primi dieci eseguiti, un giunto tra i
successivi quaranta e un giunto tra i successivi cento, b) per ognuno dei lotti successivi: un giunto;
• dovranno essere effettuati due giunti di prova per ogni tipo e per il massimo diametro
previsto dalle barre di armatura, nonché per ogni posizione del giunto (orizzontale, verticale,
inclinata);

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• tutti i giunti di prova dovranno essere sottoposti all’esame visivo; esso consiste nel verificare
dopo l’esecuzione del giunto, quando questo si è raffreddato a temperatura ambiente, che il giunto
stesso non presenti difetti quali cricche, incisioni, scarsità di materiale, ecc.
• tutti i giunti di prova dovranno essere sottoposti a prova distruttiva di trazione: a) in sede di
qualificazione , la resistenza a trazione deve essere uguale o superiore al 125% del carico minimo di
snervamento della barra di armatura, nonché deve essere maggiore o uguale al carico di rottura
prescritto per la barra; b) in corso d’opera, la resistenza a trazione di tutti i giunti provati deve essere
uguale o superiore al carico di rottura prescritto per le barre di armatura.
La giunzione meccanica di barre d’armatura secondo le indicazioni previste negli elaborati di
progetto dovrà essere effettuata con manicotti tipo Lenton e secondo quanto prescritto nella
certificazione e nei manuali d’uso del produttore.
I manicotti dovranno essere del tipo indicato negli elaborati di progetto (di riduzione o di posizione),
o approvati dalla Direzione Lavori, e dotati di una resistenza allo snervamento nominale non
inferiore a 550 MPa e una resistenza a trazione non inferiore a 775 MPa.
I manicotti dovranno essere serrati con apposita chiave di serraggio fornita dal produttore e la
filettatura delle barre rispondente ai requisiti della casa produttrice dei manicotti.

COPRIFERRO
Copriferro ed interferro saranno conformi alle disposizioni delle norme di esecuzione per c.a. e
c.a.p., contenute nelle “Norme Tecniche per la progettazione, l’esecuzione ed il collaudo delle opere
in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche” (D.M. 09/01/1996 e
successivi aggiornamenti), emanate in applicazione dell’art. 21 della Legge 5/11/1971 n. 1086, alle
prescrizioni del presente progetto.
Lo spessore di copriferro previsto per i diversi manufatti è dettagliato negli elaborati grafici di
progetto e nelle relazioni tecniche.
Si ammette una tolleranza di -0, +15mm rispetto ai valori sopra indicati.

PREDISPOSIZIONE DI FORI, TRACCE, CAVITÀ, INGHISAGGI, ECC.


L’Impresa avrà a suo carico il preciso obbligo di predisporre in corso di esecuzione quanto è
previsto nei disegni costruttivi, o sarà successivamente prescritto di volta in volta in tempo utile dalla
Direzione Lavori, circa fori, tracce, cavità, incassature, inghisaggi, supporti, pozzetti, camicie per
passaggio tubi, conduit o altro, ecc. nelle solette, setti, nervature, pilastri, murature, ecc., per la posa
in opera di apparecchi e accessori quali parti di impianti, tubi, passerelle, cavi, supporterie, appoggi,
passi d’uomo, passerelle e scale di ispezione, giunti, smorzatori, parapetti, mensole, segnalazioni,
pad-eye, ecc.
L’onere relativo è compreso e ad esclusivo carico dell’Impresa.
L’Impresa è tenuta a fornire assistenza per la posa in opera di apparecchi, tubazioni, passerelle
forniti e posti in opera da altre Ditte, relativamente a tutte le installazioni previste negli elaborati di
progetto.

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Tutte le conseguenze per la mancata esecuzione delle predisposizioni così prescritte dalla Direzione
Lavori, saranno a totale carico dell’Impresa, sia per quanto riguarda le rotture, i rifacimenti, le
demolizioni di opere di spettanza dell’Impresa stessa, sia per quanto riguarda le eventuali opere di
adattamento di strutture o impianti, i ritardi, le fornitura aggiuntive di materiali e l’assistenza muraria.

INSERTI
Gli inserti sono costituiti da carpenteria metallica che deve essere resa solidale alle strutture in
conglomerato cementizio previo posizionamento e fissaggio prima della posa in opera del
conglomerato stesso. Eventuali particolari istruzioni di posizionamento saranno precisate negli
elaborati di progetto o in appositi articoli di capitolato. L’Impresa deve provvedere a porre in opera
tutti gli inserti previsti nelle diverse strutture e a fornire e porre in opera tutti i materiali occorrenti
per il loro posizionamento, sostegno e fissaggio, comprese le eventuali dime di posizionamento.

a. Bulloni di ancoraggio (tirafondi dei parabordi, ecc.)


La posa in opera di bulloni di ancoraggio deve in genere essere eseguita con l’ausilio di opportune
maschere fornite dall’Impresa, secondo le seguenti fasi di lavoro:
• riporto delle quote di riferimento;
• tracciamento degli assi di riferimento;
• realizzazione di opportuni sostegni per la maschera, di sufficiente robustezza e solidamente
ancorati all’armatura metallica delle strutture in conglomerato cementizio o altri punti fissi;
• posizionamento e fissaggio della maschera;
• posizionamento dei bulloni ed eventuali loro collegamenti all’armatura metallica;
• protezione con mezzi adeguati della filettatura dei bulloni.
Dopo l’ultimazione del getto l’Impresa deve eseguire lo smontaggio e la rimozione delle maschere e
dei relativi accessori, nonché la pulizia, l’ingrassaggio e la protezione dei bulloni per garantirne la
perfetta conservazione. Le tolleranze relative al posizionamento dei bulloni sono, di norma, indicate
nei disegni; esse comunque non sono più restrittive delle seguenti:
• per la misura in quota: 2mm in più, niente in meno;
• per le misure planimetriche rispetto agli assi di riferimento: 2mm in più o in meno;
• per le distanze mutue fra i bulloni di una stessa maschera: 0.5mm in più o in meno.

b. Inserti vari
La posa in opera di inserti vari (profilati normali o del tipo Halfen, piastre, manicotti, telai, zanche,
mensole, conduits, elementi di polifore, ecc.) deve essere eseguita con operazioni analoghe a quelle
indicate al paragrafo precedente ma, di norma, senza l’ausilio di maschere.
Gli inserti, comunque, devono essere rigidamente fissati nella posizione prescritta ed eventualmente
collegati all’armatura metallica.

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Le tolleranze sono quelle indicate sugli elaborati di progetto.

c. Tasselli
Allo scopo di prevenire l’interferenza con i ferri o errori di posizionamento, laddove sia previsto in
progetto l’impiego di tasselli (sia chimici che meccanici), l’Impresa provvederà a predisporre dei
tubetti in PVC o plastica da lasciare nel getto come indicatore di posizione e come invito alla
perforazione. Il diametro esterno di tali predisposizioni non dovrà essere superiore al 60% del
diametro del tassello stesso. E’ ammesso l’impiego di predisposizioni equivalenti, previa
approvazione della Direzione Lavori

POSA IN OPERA DEI CONGLOMERATI CEMENTIZI


I getti dovranno essere iniziati solo dopo la verifica dei piani di posa, delle casseforme e delle
armature metalliche da parte della Direzione Lavori.
La posa in opera sarà eseguita con ogni cura ed a regola d’arte, dopo aver preparato accuratamente e
rettificati i piani di posa, le casseforme, i cavi da riempire e dopo aver posizionato le armature
metalliche.
Nel caso di getti contro terra, si deve controllare che la pulizia e la preparazione del sottofondo, il
posizionamento di eventuali drenaggi, la stesura di materiale isolante o di collegamento, siano
eseguibili in conformità alle disposizioni di progetto e di capitolato.
I getti dovranno risultare perfettamente conformi ai particolari costruttivi di progetto ed alle
prescrizioni del presente capitolato e della Direzione Lavori. Si avrà cura che in nessun caso si
verifichino cedimenti dei piani di appoggio e delle pareti di contenimento.
Le casseforme dovranno essere atte a garantire superfici di getto regolari ed a perfetta regola d’arte.
Dovranno essere impiegati prodotti disarmanti aventi i requisiti di cui alle specifiche della Norma
UNI 8866; le modalità di applicazione dovranno essere quelle indicate dal produttore evitando
accuratamente aggiunte eccessive e ristagni di prodotto sul fondo delle casseforme. La Direzione
Lavori eseguirà un controllo della quantità di disarmante impiegato in relazione allo sviluppo della
superficie di casseforme trattate.
Dovrà essere controllato, inoltre, che il disarmante impiegato non macchi o danneggi la superficie
del conglomerato. A tale scopo saranno usati prodotti efficaci per la loro azione specifica escludendo
i lubrificanti di varia natura.
Dal giornale lavori del cantiere dovrà risultare la data di inizio e di fine dei getti e del disarmo. Se il
getto dovesse essere effettuato durante la stagione invernale, l’Impresa dovrà tenere registrati
giornalmente i minimi di temperatura desunti da un apposito termometro esposto nello stesso
cantiere di lavoro.
Nella posa in opera del conglomerato l’Impresa dovrà compattare a rifiuto i getti utilizzando idonei
sistemi preferibilmente con vibratori a immersione.

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La compattazione del conglomerato dovrà avvenire in modo da assicurare che la massa volumica del
calcestruzzo in opera non risulti inferiore al 97% di quella misurata sui cubetti prelevati per i
controlli di accettazione. Controlli in questo senso potranno essere eseguiti dalla direzione lavori
sulla base della curva di correlazione, ottenuta per il tipo di calcestruzzo analizzato, con i risultati
delle prove ultrasoniche.
La finitura superficiale delle solette dovrà essere eseguita con staggia, preferibilmente di tipo non
vibrante, in modo da ottenere una deviazione dalla planarità superficiale non superiore a 5 mm/m.
Dovranno, inoltre, essere garantiti in ogni punto i livelli di ricoprimento delle armature previsti in
progetto.
Eventuali irregolarità o sbavature dovranno essere asportate mediante bocciardatura e i punti
incidentalmente difettosi dovranno essere ripresi accuratamente con malta cementizia a ritiro
compensato immediatamente dopo il disarmo; ciò qualora tali difetti o irregolarità siano contenuti
nei limiti che la Direzione Lavori, a suo insindacabile giudizio, riterrà tollerabili, fermo restando in
ogni caso che le suddette operazioni ricadranno esclusivamente e totalmente a carico dell’Impresa.
Quando le singole irregolarità siano mediamente superiori a mm 10, la Direzione Lavori ne imporrà
le regolarizzazione a totale cura e spese dell’Impresa mediante uno strato di materiali idonei che, a
seconda dei casi e ad insindacabile giudizio della Direzione Lavori potrà essere costituito da:
- malte o betoncini reoplastici a base cementizia a ritiro compensato;
- malte o betoncini epossidici.
Lo scarico del conglomerato dal mezzo di trasporto dovrà avvenire con tutti gli accorgimenti atti ad
evitare la segregazione. A questo scopo il conglomerato dovrà cadere verticalmente al centro della
cassaforma e sarà steso in strati orizzontali di spessore limitato e comunque non superiore a 50 cm
misurati dopo la vibrazione.
È vietato scaricare il conglomerato in un unico cumulo e distenderlo con l’impiego del vibratore; è
altresì vietato lasciar cadere dall’alto il conglomerato cementizio per un’altezza superiore ad un
metro; se necessario si farà uso di tubi getto e si getterà mediante pompaggio. Gli apparecchi, i tempi
e le modalità per la vibrazione saranno quelli preventivamente approvati dalla Direzione Lavori.
È fatto divieto di eseguire getti di strutture orizzontali (platee, solette, pavimenti) in giornate in cui è
prevista la possibilità di intense precipitazioni. Nel caso in cui, nonostante le precauzioni adottate, si
verifichi un fenomeno piovoso di particolare intensità durante il getto di una struttura orizzontale,
dovranno essere approntati tutti i provvedimenti possibili tesi a minimizzare eventuali effetti negativi
sulle prestazioni meccaniche e sulla impermeabilità del conglomerato gettato (ad esempio, copertura
con teli del fronte del getto). In ogni caso sarà facoltà della Direzione Lavori, eventualmente a
seguito di controlli non distruttivi, decidere eventuali riparazioni e/o demolizioni delle strutture o
parti di struttura interessate dal fenomeno piovoso.

RIPRESE DI GETTO VERTICALI E ORIZZONTALI

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Per i getti di maggiori dimensioni, previa approvazione della Direzione Lavori, saranno consentite
riprese con giacitura orizzontale (getto per strati successivi), e con giacitura verticale (getto per conci
attigui). I singoli strati orizzontali di getto dovranno avere spessore non superiore a 1 m. Le riprese
di getto verticali dovranno essere sfalsate in modo da ottenere nel complesso un sistema più
monolitico ed evitare la formazione di sezioni più favorevoli all’innesco di lesioni.
In corrispondenza delle riprese di getto a giacitura orizzontale si dovrà provvedere alle seguenti
operazioni prima dell’esecuzione dei getti di ripresa:
- Pulizia della superficie del getto di livello inferiore con acqua in pressione;
- Eliminazione mediante aria compressa o aspirazione dell'acqua in eccesso;
- Applicazione a spruzzo di boiacca cementizia additivata con lattice immediatamente prima del
getto di ripresa.
In ogni strato di getto separato dal precedente e dal successivo da una ripresa di getto a giacitura
orizzontale, dovranno essere individuati conci appartenenti a getti di prima fase e getti di seconda
fase. I vari conci saranno separati da riprese di getto a giacitura verticale.
Riprese di getto a giacitura verticale dovranno essere realizzate solo in direzione trasversale alla
direzione dell'armatura principale. In corrispondenza di tali riprese di getto, si dovrà provvedere al
contenimento dei getti di prima fase mediante casseratura “forata” costituita da una rete metallica a
perdere tipo “Pernervometal”. Le armature metalliche longitudinali dovranno attraversare la ripresa
di getto. Eventuali riprese di armature per sovrapposizione dovranno essere eseguite, possibilmente,
ad almeno 2 m dal baricentro della ripresa di getto.
I getti di prima fase di ciascuno strato di getto verranno eseguiti con ordine alternato (uno sì e uno
no) avendo cura, comunque, di realizzare sempre in prima fase sia il primo che l’ultimo concio di
ciascuno strato. In questo modo si realizzerà un adeguato contrasto per i getti di seconda fase.
L’Impresa dovrà elaborare un piano dei getti che dovrà essere sottoposto per approvazione con
congruo anticipo rispetto all’inizio dei getti.

STAGIONATURA E DISARMO
La durata della stagionatura, intesa come giorni complessivi di permanenza nei casseri e di
protezione dopo la rimozione degli stessi, va in generale determinata in base alle indicazioni del
punto 10.6.3, prospetti XII e XIII, della Norma UNI 9858.
A getto ultimato dovrà essere curata la stagionatura dei conglomerati cementizi in modo da evitare
un rapido prosciugamento delle superfici esposte all’aria dei medesimi e la conseguente formazione
di fessure da ritiro plastico, usando tutte le cautele ed impiegando i mezzi più idonei allo scopo,
fermo restando che il sistema proposto dall’Impresa dovrà essere approvato dalla Direzione Lavori.
Le superfici del conglomerato cementizio non protette dalle casseforme dovranno essere mantenute
umide il più a lungo possibile e comunque per almeno 7 giorni, sia per mezzo di prodotti
antievaporanti (agenti di curing), da applicare a spruzzo subito dopo il getto, sia mediante continua
bagnatura, sia con altri sistemi idonei.

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I prodotti antievaporanti ed il loro dosaggio dovranno essere approvati dalla Direzione Lavori. Le
loro caratteristiche dovranno essere conformi a quanto indicato nella Norma UNI 8656: tipi 1 e 2.
La costanza della composizione dei prodotti antievaporanti dovrà essere verificata, a cura della
Direzione Lavori ed a spese dell’Impresa, al momento del loro approvvigionamento.
Non è ammesso l’utilizzo di prodotti antievaporanti su superfici destinate ad essere sede di ripresa di
getto.
Per le solette, che sono soggette all’essiccamento prematuro ed alla fessurazione da ritiro plastico
che ne deriva, è fatto obbligo di applicare sistematicamente i prodotti antievaporanti di cui sopra o di
proteggere le superfici con teli di juta bagnati o con bagnatura costante, per mezzo di sistemi a
pioggia o a nebulizzazione. Nel caso che sulle solette si rilevino manifestazioni di ritiro plastico con
formazione di fessure di apertura superiore a 0,3 mm, l’Impresa dovrà provvedere a sua cura e spese
al ripristino della superficie integra con mezzi e sistemi idonei e approvati, di volta in volta, dalla
Direzione Lavori.
Durante il periodo della stagionatura i getti dovranno essere riparati da possibilità di urti, vibrazioni e
sollecitazioni di ogni genere.
La rimozione delle armature di sostegno dei getti dovrà in ogni caso essere effettuata quando siano
state sicuramente raggiunte le prescritte resistenze. In assenza di specifici accertamenti, l’Impresa
dovrà attenersi a quanto stabilito nelle Norme Tecniche emanate in applicazione dell’art. 21 della
Legge 5/11/1971 n. 1086 (D.M. 09/01/1996 e successivi aggiornamenti).

ART. 22. CASSONI CELLULARI IN CEMENTO ARMATO PER OPERE


MARITTIME

GEOMETRIA DEI CASSONI DI BANCHINA


I cassoni cellulari monolitici in cemento armato formanti parti dell'infrastruttura dell'opera
progettata, devono avere forma, dimensioni ed armature idonee per resistere agli sforzi cui le dette
strutture potranno essere assoggettate nelle diverse condizioni e posizioni in cui verranno a trovarsi.
I disegni dei cassoni costituenti gli allegati di progetto rappresentano in sintesi gli elementi strutturali
previsti dall'Ente appaltante. In caso di introduzioni di modifiche proposte rispetto a quanto
previsto negli elaborati progettuali l'Impresa, prima di procedere con la prefabbricazione dei cassoni,
dovrà sottoporre all'approvazione della D.L. i disegni costruttivi ed i dettagli dei vari cassoni, con i
calcoli giustificativi delle dimensioni e delle armature che ritiene necessarie, le quali dovranno essere
proporzionate tenendo conto anche delle particolari azioni corrispondenti alle varie fasi esecutive.
La Direzione dei Lavori comunicherà il proprio benestare, ovvero le proprie osservazioni, entro due
settimane dalla detta presentazione.
I calcoli devono comprendere la verifica di resistenza delle varie membrature nelle condizioni più
gravose, nonché la verifica di stabilità al galleggiamento.
Il progetto esecutivo sarà completato con le verifiche geotecniche in fondazione e il calcolo dei
decorso dei cedimenti nel tempo.

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L'approvazione dei disegni costruttivi e dei calcoli di cui sopra non esonera peraltro in alcun modo
l'impresa dalla sua integrale responsabilità per la buona e regolare riuscita dell'opera.
Nella redazione dei progetto strutturale dei cassoni vanno rispettate le prescrizioni contenute nelle
normative vigenti; è da raccomandare particolarmente l'osservanza delle norme che riguardano la
sicurezza allo stato limite di fessurazione e di quelle che fissano l'armatura minima da disporre negli
elementi strutturali inflessi, nonché lo studio della miscela del calcestruzzo (mix design) eseguito
secondo le indicazioni contenute nelle “Linee guida per il calcestruzzo strutturale” emanate dal
Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con esplicito riferimento agli
ambienti XS2 e XS3 ed a quanto riportato nel presente Capitolato.
Le pareti dovranno essere armate anche nelle zone in cui teoricamente non occorrerebbero armature
metalliche, per far fronte ad eventuali sforzi anomali sia durante le operazioni di trasporto e posa in
opera sia per effetto dell'azione dinamica dei mare.

CALCESTRUZZO E ARMATURE METALLICHE


I cassoni cellulari di banchina verranno realizzati in calcestruzzo armato della classe di resistenza a
28 giorni non inferiore a 45 N/mm², classi di esposizione XS2 e XS3, con impiego di cemento
pozzolanico o d’altoforno, vibrato meccanicamente e con coefficiente di permeabilità K< 1x10-11
m/s, (DIN 1048, ENV 206, UNI 9858). Tutti i materiali impiegati per il confezionamento dei
cassoni cellulari in cemento armato saranno scelti secondo quanto specificato nei relativi articoli nel
presente Capitolato.
Tutti i getti dovranno essere vibrati a regola d'arte, con vibratori meccanici adatti al tipo, forma e
dimensioni delle singole strutture. La durata della vibratura va commisurata alla granulometria e alla
lavorabilità dell'impasto, che deve contenere l'acqua strettamente necessaria, e al tipo di vibratore
usato, da sottoporre preventivamente alla approvazione della Direzione dei Lavori, in modo da
ottenere la massima compattezza dei calcestruzzi, evitando peraltro la separazione e la stratificazione
dei suoi elementi.
La confezione dei calcestruzzi va di regola eseguita in apposita centrale di betonaggio, oppure con
impasto mediante betoniere, installate nei cantieri per la confezione dei cassoni. Gli inerti devono
essere approvvigionati per classi granulometriche (non meno di tre classi) e depositati in luogo
adatto, in silos o in cumuli distinti. La misurazione degli inerti avverrà mediante cubatura dei
recipienti di carica della betoniera, essendo stabilito che il termine di riferimento dei dosaggio di
cemento nei calcestruzzi è il metro cubo di miscuglio secco degli inerti. Il cemento va misurato a
peso, riferendosi a sacchi interi ovvero a spezzature da misurare su bascula.
A richiesta dell'Appaltatore, la Direzione dei Lavori può autorizzare la confezione dei calcestruzzi in
centrale di betonaggio situata a distanza ammissibile dai luoghi di getto e con trasporto mediante
autobetoniere, sempre nel rispetto delle norme vigenti e a condizione di eseguire più frequenti
prelievi e controlli sulla qualità del calcestruzzo. Ove l'Appaltatore intenda installare una centrale di
betonaggio con dosaggio degli inerti "a peso", d'accordo con la Direzione dei Lavori deve stabilire -
prima dell'inizio dei getti - la tabella dei dosaggi di cemento riferiti al peso di inerti. L'Appaltatore si

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atterrà scrupolosamente a tale tabella e alle modifiche successive che la Direzione dei Lavori
ritenesse dover introdurre.
La Direzione dei Lavori ha la facoltà di richiedere preventivamente tutti gli studi di granulometria,
resistenza e permeabilità dei calcestruzzi che crederà opportuni; l'Appaltatore farà eseguire questi
studi a sue spese presso un Laboratorio ufficiale o laboratorio autorizzato ai sensi dell'art. 20 della
Legge n. 1086/1971, oppure presso il laboratorio appositamente attrezzato presso il cantiere. Per i
cassoni va tenuto dall'Appaltatore un apposito registro nel quale vengono tempestivamente annotate
le numerazioni, te date di confezione, sformatura, stagionatura, varo, trasporto, affondamento in
opera, di ciascuno di essi; questo registro deve essere a disposizione della Direzione dei Lavori.
Per soddisfare le esigenze di lavorabilità è ammesso l'impiego di prodotti fluidificanti nella
confezione dei calcestruzzi, previa approvazione da parte dei Direttore dei Lavori.
Per consentire alla Direzione dei Lavori di effettuare i necessari controlli sui calcestruzzi per
accertare la rispondenza alle Norme tecniche vigenti e a quelle specifiche di progetto e di contratto -
e sempre che la qualità, il tipo e la destinazione dei calcestruzzi lo richiedano - devono essere sempre
disponibili in cantiere:
a) serie completa di stacci ALTMP-UNI per la analisi granulometrica;
b) bascula;
c) bilancia;
d) serie di casseforme metalliche per provini regolamentari;
e) recipienti tarati per dosaggio di acqua;
f) cono di Abrams per prova di consistenza;
g) accessori d'uso.
Durante la stagione invernale l'Appaltatore deve annotare in apposito registro i valori minimi della
temperatura risultanti da apposito termometro esposto nei cantieri di lavoro. La Direzione dei
Lavori ha la facoltà di sospendere i getti in condizioni meteorologiche sfavorevoli. Nel caso di
freddo intenso l'Appaltatore deve provvedere a proteggere a sue spese e con mezzi idonei i getti in
corso di esecuzione.
Nella confezione dei cassoni l'Appaltatore deve provvedere al collocamento di opportuni ganci o
anelli per il trasporto in sito in relazione alle proprie attrezzature.
Le armature metalliche dei cassoni prefabbricati saranno di norma costituite da barre ad aderenza
migliorata in acciaio B450C e dovranno essere disposte esattamente secondo quanto riportato negli
elaborati di progetto.

IMPIANTI DI CANTIERE PER LA REALIZZAZIONE DEI CASSONI

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Oltre a quanto indicato negli articoli del presente Capitolato, l'Impresa deve provvedere ad ottenere
presso le Autorità competenti la concessione per l'occupazione dei tratti di banchina o di costa e di
specchi acquei per l'installazione dei cantieri per la costruzione dei cassoni, qualora vengano costruiti
in ambito portuale.
L'Appaltatore, nel rispetto delle condizioni fissate dalle Autorità competenti per la concessione di
tratti di banchina o di costa, può scegliere a propria convenienza il procedimento per la costruzione
dei cassoni.
Il progetto per la formazione dei cantieri per la costruzione dei cassoni deve essere elaborato
dall'Appaltatore rispettando i ritmi di produzione necessari al completamento dell'opera nei tempi
indicati nel programma dei lavori; tale progetto, prima della realizzazione dell'opera, deve essere
sottoposto all'approvazione della Direzione dei Lavori.

VARO, TRASPORTO E AFFONDAMENTO DEI CASSONI


A costruzione avvenuta, dopo la necessaria stagionatura, il cassone - varato ed opportunamente
appesantito con zavorra (solida o liquida) per il galleggiamento e la navigazione - va preso a
rimorchio e trasportato in sito. Ove non previsto diversamente in progetto è lasciata la facoltà
all'Appaltatore, sotto la sua responsabilità, di adottare le modalità idonee ad impedire l'ingresso di
acqua marina nelle celle durante la fase di trasporto.
L'impresa deve presentare, per il visto della Direzione dei Lavori, i calcoli statici e di navigabilità dei
cassoni ed i relativi disegni costruttivi di dettaglio.
L'Appaltatore deve provvedere a sua cura e spese al dragaggio eventualmente necessario per rendere
navigabile il percorso previsto dal cantiere al luogo di collocamento dei cassoni.
In sito, ogni cassone va affondato mediante graduale zavorramento delle celle con acqua di mare,
fino a farlo adagiare nella posizione fissata in progetto e confermata dal Direttore dei Lavori.
È sempre consigliabile eseguire l'affondamento dei cassone in condizioni di mare calmo. Qualunque
difficoltà o inconveniente che si presentasse durante le fasi di cui sopra, ricadrà negli oneri a carico
dell'Appaltatore: in caso di errato posizionamento il cassone verrà riportato in condizioni di
galleggiamento per ripetere in altro momento la manovra di posa.
Lo zavorramento per l'affondamento va effettuato in modo tale da assicurare la stabilità dei cassone
in tutte le fasi dell'affondamento stesso, evitando inclinazioni e fuori piombo.
Successivamente si provvederà al riempimento delle celle con il materiale previsto in progetto.
Il trasporto e la posa in opera dei cassoni devono essere effettuati dall'Appaltatore con l'impiego dei
mezzi, macchinari ed accorgimenti idonei perché il lavoro risulti tecnicamente bene eseguito; durante
tali operazioni l'Appaltatore, in quanto unico responsabile, deve curare la perfetta efficienza della
segnaletica fissa e mobile, affinché il lavoro risulti attuato secondo le prescrizioni.
La Direzione dei Lavori, durante la fase di posa in opera dei cassoni, può richiedere che i palombari
(o i sommozzatori) impiegati siano di propria fiducia e può pure fare controllare con sommozzatore,
o proprio palombaro, tutte le operazioni subacquee senza che all'Appaltatore spetti alcun maggiore
compenso per l'assistenza fornita.

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Malgrado tutti i controlli effettuati dalla Direzione dei Lavori, unico responsabile dell'esecuzione dei
lavori rimane sempre l'Appaltatore.

RIEMPIMENTO E SIGILLATURA DEI CASSONI


Il riempimento delle celle dei cassoni fino alle quote previste negli elaborati di progetto, avverrà
subito dopo l’affondamento degli stessi e sarà effettuato con il materiale inerte.
Il riempimento delle celle deve generalmente avvenire per strati non più alti di 2 m - salvo diverse
previsioni dei progetto o diverse disposizioni della Direzione dei Lavori - in scomparti
alternativamente simmetrici rispetto agli assi baricentrici, così da non provocare squilibri nel cassone
rispetto al suo posizionamento originario.

SOVRASTRUTTURA DEI CASSONI


Per le norme di esecuzione dei conglomerati cementizi per la sovrastruttura dei cassoni vale quanto
descritto negli articoli del presente Capitolato. In particolare il calcestruzzo dovrà rispondere alle
specifiche riportate nel presente Capitolato ed alle seguenti prescrizioni:
- Classe di resistenza Rck: 45 N/mm2 (C35/45);
- Classe di consistenza: S2;
- Massima dimensione dell'aggregato: 35 mm;
- Rapporto acqua/cemento: 0.45;
- Contenuto minimo di cemento pozzolanico di classe 42.5 R: 350 kg/m³
- Classe di esposizione: XS3;
Le armature metalliche della sovrastruttura di tutti i cassoni e dei getti di completamento saranno
costituite da barre ad aderenza migliorata in acciaio B450C zincate a caldo e dovranno essere
disposte esattamente secondo quanto riportato negli elaborati di progetto.
La sovrastruttura deve essere costruita in opera ed eseguita in una fase o in più fasi a seconda che sia
previsto o meno un precarico, curando la predisposizione di giunti nel calcestruzzo della
sovrastruttura in corrispondenza di sezioni opportune.
Prima dell'inizio dei getto la Direzione dei Lavori controlla la regolare preparazione ed autorizza il
getto, senza che ciò sollevi l'Appaltatore dalla responsabilità dell'esecuzione dell'opera a regola d'arte.
Il getto del conglomerato deve avvenire per strati uniformi non superiori ai 30 cm impiegando
vibratore adeguato al tipo di lavoro ed accettato dal Direttore dei Lavori.
Nel tratto di sovrastruttura corrispondente ad ogni singolo cassone il getto va ultimato nello stesso
giorno; solo in caso di forza maggiore il Direttore dei Lavori può autorizzare l'interruzione dei getto,
prescrivendo però la posizione ed il profilo per la ripresa; la superficie superiore, ove non indicato
diversamente dai disegni di progetto, va rifinita con strato di usura antisdrucciolevole..

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A getto avvenuto l'Appaltatore deve provvedere alla protezione delle superfici esposte e con
l'innaffiamento abbondante giornaliero per tutta la durata della stagionatura, oppure con irrorazione
di idonei prodotti antievaporanti preventivamente accettati dalla Direzione dei Lavori.
Lo smontaggio delle carpenterie dovrà avvenire solo dopo il periodo che fisserà il Direttore dei
Lavori e, comunque, non prima di sette giorni dal getto.
L'Appaltatore deve tenere a disposizione della Direzione dei Lavori, in cantiere, apposito registro
firmato dal responsabile dei cantiere, dal quale risulti la data di inizio e fine dei getti, il loro dosaggio
di cemento e la data dei disarmo.

ART. 23. STRUTTURE PREFABBRICATE


Nell'esecuzione di strutture prefabbricate l'appaltatore dovrà attenersi strettamente a tutte le norme
contenute nella legge 5 novembre 1971, n. 1086 e nel D.M. 14.01.08 concernente “Norme
Tecniche per le Costruzioni” ed alle norme di cui al precedente art. " OPERE IN CEMENTO
ARMATO " del presente Capitolato Speciale; per le opere da realizzare nelle zone dichiarate
sismiche dovrà, altresì, attenersi alla legge 2 febbraio 1974, n. 64 concernente "Provvedimenti per le
costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche" ed alle pertinenti parti del D.M.
14.01.08.
La costruzione ed il controllo di qualità dei manufatti prefabbricati dovranno essere conformi alle
prescrizioni del D.M. 9/1/1996 “Norme Tecniche emanate in applicazione dell'art. 21 della legge
05/11/1971 n. 1086” e del D.M.n° 39 del 3/12/1987 “Norme Tecniche per la progettazione,
esecuzione e collaudo delle costruzioni prefabbricate” e successivi aggiornamenti.
La produzione, la posa in opera e il corretto inserimento dei manufatti prefabbricati in un insieme
strutturale e le relative procedure di controllo devono essere conformi, oltre che a tutte le norme che
disciplinano le opere in conglomerato cementizio armato in generale, anche alle seguenti norme
specifiche:
- D.M. del 03.12.87
- C.M. n° 31104 del 16.03.89
Ove già non previsti sui disegni di progetto, l'impiego di elementi totalmente o parzialmente
prefabbricati è subordinato alla preventiva autorizzazione della Direzione Lavori che potrà
prescrivere prove sperimentali atte a prevedere il comportamento della struttura realizzata con tali
elementi, con particolare riguardo alla durata nel tempo ed alla efficienza dei collegamenti, tenendo
conto dei fenomeni di ritiro e di viscosità e degli effetti dei carichi alternativi o ripetuti.

ART. 24. OPERE IN FERRO


Nei lavori in ferro, questo deve essere lavorato diligentemente con maestria, regolarità di forme e
precisione di dimensioni, secondo i disegni che fornirà la Direzione dei lavori, con particolare
attenzione nelle saldature e bolliture.

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I fori saranno tutti eseguiti col trapano; le chiodature, ribaditure, ecc. dovranno essere perfette,
senza sbavature; i tagli essere rifiniti a lima.
Saranno rigorosamente rifiutati tutti quei pezzi che presentino imperfezione od indizio
d'imperfezione.
Ogni pezzo od opera completa in ferro dovrà essere fornita a piè d'opera colorita a minio.
Per ogni opera in ferro, a richiesta della Direzione dei lavori, l'Appaltatore dovrà presentare il
relativo modello, per la preventiva approvazione.
L'Appaltatore sarà in ogni caso obbligato a controllare gli ordinativi ed a rilevare sul posto le
misure esatte delle diverse opere in ferro, essendo egli responsabile degli inconvenienti che potessero
verificarsi per l'omissione di tale controllo.

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