Anno 63°
• La città dell’amore
• Dal paese dei colori e del sorriso
• Guarda, vedi, trova!
• Il rugby nella scuola dei miracoli
• Via Cottolengo 14, la Piccola Porta
• Carità nel silenzio. Comunità La Verbena
I l p u n t o
S OMMARIO - 1948 N. 3 -
2010
N. 1
3 Il punto - 1948-2010
Dante Notaristefano
1948-2010
Periodico della Famiglia 4-5 La città dell’amore
Cottolenghina e degli Marina Corradi
ex Allievi e Amici
della Piccola Casa 6-7 Via Cottolengo 14 , la Piccola Porta
Mario C.
n. 1 gennaio 2011 8-9 Carità nel silenzio- Comunità La Verbena
Periodico quadrimestrale
Sped. in abb. postale
Salvatore A.
Sono passati ormai sessantadue anni da quando alcu- precarie condizioni di salute di Don Carlevaris – la
Comma 20 lett. C art. 2 10-11 Perché una giovane donna sceglie la Clausura? ni chierici (ricordiamo Arisio, Carlevaris, Balzaretti, rivista è rinata ancora migliore, subendo una radicale
Legge 662/96 Emanuela Cavaglià, Bonelli), apprestandosi a lasciare la Famiglia trasformazione nella stampa, nella forma e nei conte-
Reg. Trib. Torino n. 2202
dei Tommasini per le meritate vacanze, maturavano nuti e avvicinandosi sempre più ad essere il periodico
del 19/11/71 12-13 Guarda, vedi, trova!
Mario C. l’idea di un foglio di collegamento per mantenere vivo, “della famiglia cottolenghina”. È sicuramente qualcosa
Indirizzo: Via Cottolengo 14
10152 Torino - Tel. 011 52.25.111 anche attraverso qualche scritto, quel rapporto di comu- di diverso dalla iniziale “circolare interna” del 1948,
C.C. post. N. 19331107
14-15 Dal paese dei colori e del sorriso nanza di intenti e di obiettivi sostenuto dall’entusia- ma lo spirito è sempre quello e anima l’opera di un
Direzione Incontri Claudia
smo giovanile. compatto manipolo del Comitato di Redazione con gli
Cottolengo Torino
16-17 Pellegrini in Terra Santa Grazie a Dio avevamo appena superato i tempi duri e onnipresenti Salvatore Acquas e Mario Carissoni, e con
Direttore Onorario Mario C. difficili della guerra e dei bombardamenti, anche se Don Roberto Provera che ha saputo stimolare e guida-
Don Carlo Carlevaris permaneva la necessità di una lotta quotidiana caratte- re la ripresa. Lettere, telefonate, sms, e-mail ci dicono
18-19 Ritorno a Chaaria
Direttore responsabile Rosella Quiri rizzata – tra l’altro – dalla quasi totale assenza di mezzi che l’indice di gradimento è ancora cresciuto e ci invi-
Don Roberto Provera che finiva per condizionare la realizzazione di qualsiasi tano a continuare. Lo facciamo con l’entusiasmo di
20-21 Il rugby nella scuola dei miracoli iniziativa rendendone ancora più stimolante il perse-
Amministrazione sempre e procediamo anzitutto alla nomina di un
Avv. Dante Notaristefano Claudia Attene
guimento, anche indipendentemente dal concreto suc- nuovo Direttore Responsabile in quanto Don Carlo
Segreteria di redazione 22 Dimostrami la tua fede..... cesso. Carlevaris, dopo lunghi anni di impegnativo e logoran-
redazioneincontri@hotmail.it Fr. Beppe Gaido Era comunque il momento dei coraggiosi ed i chierici te lavoro sulla scia dei mitici predecessori Don Carlo
redazione
23 Piera e Carlo, nozze d’oro tommasini, i cosiddetti “illusi”, con l’aiuto determinan- Ingegneri, Don Alfredo Poggio e Don Francesco
Salvatore Acquas
Suor Nadia Pierani te di Don Carlo Ingegneri, riuscivano a dar vita a Balzaretti, ha dovuto cedere all’infermità che purtrop-
Mario Carissoni
Mauro Carosso “Incontri” mandando alle stampe (si fa per dire) i primi po avanza e, nell’assemblea del 6 giugno 2010 del-
24-25 Teresina Belardinelli
Fr. Beppe Gaido numeri della “circolare interna”, frutto di un importan- l’Associazione Ex-allievi ed amici del Cottolengo, è
Chiara Bergoglio
Progetto grafico te impegno di equipe (i testi erano necessariamente da stato acclamato sul campo “Direttore ad honorem”.
Salvatore Acquas 26 Il cieco e il pubblicitario - A mani vuote noi manoscritti su carta pelure con inchiostro di china, Da questo numero quindi il non facile compito di
Redazione impaginati e integrati con qualche disegno e portati alla Direttore Responsabile di “Incontri” viene ufficial-
Prove digitali
LEM Stampa digitale 27 Il paese degli amici litografia per la stampa di...poche copie appena suffi- mente affidato a Don Roberto Provera che ne ha
Via Bologna 220 - Torino cienti a coprire lo stretto necessario e a testimoniare
Elena Granata assunto di fatto gli impegni, contribuendo in modo
Tel. 011 247.55.46
una presenza). determinante alla rinascita del nostro periodico.
Stampa 28-29 Briciole di Carità
Tipografia Gravinese Redazione
Ne risultò un prodotto artigianale modesto, ma vissuto Ci sembra superfluo procedere – come in casi analoghi
Corso Vigevano 46 - Torino e partecipato che, con grande soddisfazione di tutti, – al panegirico del Direttore uscente e di quello entran-
Tel. 011 28.07.88 30 Tre nuovi sacerdoti cottolenghini produsse comunque un notevole indice di gradimento. te: Don Carlo Carlevaris e Don Roberto Provera non
Redazione
Vennero poi gradualmente la stampa, le fotografie, i necessitano di alcuna presentazione, ma per indirizza-
31 Gli amici che ci hanno lasciato colori e cercammo sempre di proseguire, superando con re un vivissimo ringraziamento al primo e un augura-
Sr. G. Galli / M. Cerrato determinazione le difficoltà; chi ci ha seguiti in questi le benvenuto al secondo sarà sufficiente che la famiglia
anni è buon testimone che non è stato sempre tutto cottolenghina, tutta la famiglia cottolenghina, non solo
INCONTRI è consultabile su facile. Abbiamo avuto alti e bassi, momenti lieti e tri- in Italia, ma in Europa e nei vari continenti costitui-
http://chaariahospital.blogspot.com/
sti, siamo stati portatori di notizie interessanti o di più sca idealmente una solida catena umana intorno a loro
semplici comunicazioni. Siamo stati costretti persino a e con un forte abbraccio ripeta in coro “Deo gratias!”
sospendere le pubblicazioni, ma ci siamo sempre ripre-
si ed ora – dopo l’ultima sospensione determinata dalle Dante Notaristefano
4 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 5
«Se non si comincia da questa accettazione dell’altro, comunque egli si presenti, un’esplosione di luce: quello, spiega si trovò di fronte allo scandalo della
la suora, è, secondo loro, il Pa- ingiustizia e del dolore: una donna
in lui riconoscendo un’immagine vera anche se offuscata di Cristo, radiso. Vai avanti e parli meno, e incinta e malata respinta da due
non si può dire di amare veramente». resti assorta a guardare. Certo, nelle ospedali e lasciata morire in una
La Città
mani tremanti, negli sguardi persi stalla. il Cottolengo cambiò vita. Le
(Giovanni Paolo II)
riconosci come un piegarsi della sue case nacquero una dopo l’altra,
vita sotto al giogo di un antica con- senza un progetto, rispondendo
danna. Una ferita oscura, originaria, solo al quotidiano bisogno. I soldi,
cappati anziani, età media 65 anni. I in queste donne è evidente. «Dove all’occorrenza, arrivavano. Si mo-
ricoverati sono divisi in dieci “fami- la ferita è più grande, la domanda è strava evidente, quasi in un’eco di
glie”, ciascuna con una propria più grande. Queste persone sono ciò che il Manzoni proprio in quegli
casa. Grandi stanze luminose, odo- come un grido, una più forte anni scriveva, che «la c’è, la Prov-
re di pulito. Qualche ospite passeg- domanda di Cristo», dice don videnza». Malati segregati, poveri
dell’amore
gia e risponde al saluto degli in- Carmine, intuendo ciò che ti stai da imboccare e amare, confluirono
fermieri con un gesto di familiare chiedendo. No, non ci sono creatu- nella Casa. Oggi nuovi poveri pre-
consuetudine. Le ricoverate qui, mono alle porte della cittadella.
anche le più vistosamente colpite Vecchi dementi, lasciati soli in case
da una disabilità che ne annebbia lo vuote: la nuova emergenza, i vecchi.
sguardo o rende incerto il movi- La Piccola Casa resta nel cuore del-
P
orta Palazzo, Torino sembra – quella che provi quando immagi- della Pastorale della Casa, è un pu- mento delle mani, lavorano. Il la- la Torino del Duemila, crocevia di
una casbah, un mercato me- ni di dover vedere da vicino il dolo- gliese arrivato qui da oltre vent’an- vorare con un senso, e uno scopo, mille etnie, come un segno.
diorientale ondeggiante di re. Del resto, un’aura di mistero ni. Ci porterà per i reparti, in un al Cottolengo è considerato essen- Giovanni Paolo II qui disse: «Se
chador, vociante di richiami ma- gravava un tempo su questa Piccola labirinto infinito di corridoi e stan- ziale per l’uomo. Allora al pomerig- non si comincia da questa accetta-
ghrebini. Poi giri a destra, e ti si Casa della Provvidenza. «Laggiù ze e sotterranei dove, ti fa notare, gio trovi le donne ai tavoli dei labo- zione dell’altro, comunque egli si
para davanti il Cottolengo con le stanno i mostri», si diceva a Torino. un uomo in carrozzella può andare ratori, intente ad assemblare lenta- re «metà cavallo e metà uomo» qui presenti, in lui riconoscendo un’im-
sue imponenti interminabili faccia- Lo dice ancora del resto, sull’E- ovunque senza incontrare un gradi- mente pezzi di giocattoli. O, le più al Cottolengo, come fantasticavano magine vera anche se offuscata di
te. La strada si fa silenziosa. Caritas spresso, Giorgio Bocca, che ha no: e sì che l’anno di fondazione abili, a lavorare all’uncinetto, le una volta nei paesi del Torinese. Ma Cristo, non si può dire di amare ve-
Christi urget nos, è scolpito sull’in- scritto di «un culto della vita ad della Casa precede di 150 anni le mani che con lucida precisione tra- solo uomini con un «di meno», che ramente». Tutto un altro amore.
gresso, la carità di Cristo ci sprona. ogni costo che lascia perplessi i visi- leggi sulle «barriere architettoni- mano pizzi elaborati. agli occhi dei sani è insopportabile. Tutta un’altra logica, da quella di
Entri. Sotto ai tigli secolari ti sem- tatori della pia istituzione del che»; quel prete, san Giuseppe Cot- Dov’è il dolore cocente che paven- E accadeva nel passato che li la- cui scrivono i giornali.
bra d’essere in una città diversa. 112 Cottolengo, dove tengono in vita tolengo, ci aveva già pensato. Passi tavi entrando in queste stanze? Le sciassero qui con l’inganno. Li por- Marina Corradi
mila metri quadri di padiglioni, esseri mostruosi e deformi». per l’ospedale con gli ambulatori donne sembrano serene nel loro tavano per una visita e li abban-
3000 pasti al giorno, una mensa per E dunque chi entra immagina una affollati, esci di nuovo, verso la lavorare, in una dimestichezza affet- donavano, perché quella diversità
i poveri, una scuola per infermieri, immersione nel dolore. Belli i viali chiesa. Qui il via vai delle suore si fa tuosa con le assistenti. Forse che il era onta fra i sani. Oltre la masche-
una scuola elementare e media pari- alberati, ma, dietro quelle finestre? più intenso. Allo scadere dell’ora problema di queste persone, pare ra che, fuori, noi sani portiamo, qui
ficata, un monastero di clausura, il Don Carmine Arice, responsabile vanno e vengono le sorelle che si stia più negli occhi di chi li guarda dentro intravvedi cos’è davvero un
seminario, l’ospedale, e poi alternano per tutto il giorno che in loro. Ma qui, dice don uomo. «Vede – dice don Carmine –
le case per disabili e an- nella laus perennis. C’è Carmine, «il tempo è al servizio questo giardino, come è perfetta-
ziani, in tutto oltre seicento sempre qualcuno, in questa degli uomini, e non gli uomini al mente curato. Le finestre di fronte
letti. Una città, davvero. chiesa, che prega. servizio del tempo». Armadi colmi sono quelle dei malati di Alzheimer.
Ti inoltri per i viali in un E siamo arrivati ai Santi di giochi ad incastro per bambini. Ecco, questo giardino lo curiamo
viavai di suore in veste innocenti, il reparto dei Banchi incrostati di anni di pitture. così perché ognuno dei malati che
bianca – ce ne sono oltre «mostri» nella leggenda po- I quadri dei disabili sembrano lo guarda ha per noi un valore infi-
seicento qui – e di ospiti polare. 122 ricoverati, quasi opere di impressionisti, sgargianti, nito». È una concezione dell’uomo
che camminano adagio, tutti disabili gravi. Morti tracimanti di colore. Un grande molto grande, quella che regge que-
claudicanti, o in carrozzel- ormai i macrocefali dalla foglio appeso al muro è tutto nero: sto allargarsi di case e stanze nel
la. La reazione istintiva del testa enorme, gli ospiti qui le ospiti lo hanno dipinto così. per cuore di Torino.
visitatore è di inquietudine sono quasi tutti handi- raccontare la morte. Un altro è Quando un canonico quarantenne
6 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 7
tutti da accogliere, perché portatori di serenità. Tutti ormai partecipi dell’ac- ritornano al 14. Questo è il momento
ben più grandi povertà, fratelli biso- coglienza di questa Casa, che resa sacra importante della chiusura dell’incon-
gnosi di ascolto, di conforto, di pre- dalle sofferenze delle nostre creature, tro, un’occasione possibile per racco-
ghiere; altri cercano beni materiali, offre l’incontro con il Deo Gratias cot- gliere i frutti della visita. Se le nostre
Via Cottolengo14
molti il lavoro, tutti accoglienza, solida- tolenghino, che da subito diventerà buone suore, sapranno leggere negli
rietà, qualche parola finalmente amica. compagno dei loro passi. Superato il occhi del visitatore, per coglierne l’ar-
Passano a volte personaggi di già lunga momento dell’accoglienza, ormai pas- ricchimento ricevuto dai doni della
e datata conoscenza, che dopo anni di sato il compito ad altre mani, le nostre visita, far sì che emerga sincera la grati-
carcere o di comunità, ritornano e bus- suore si dedicheranno allo smistamen- tudine dell’ incontro con la Piccola
sano, perché qui a questa porta è ciò to della posta in arrivo e in partenza. Casa. La felicità d’aver ricevuto un
che di noi ricordano; poi arrivano Compiti che necessitano di attenzione pieno di grazia donato da anime che
anche personaggi turbolenti, non tanto e capacità di lettura, di organizzazione vivono la presenza del Padre Prov-
sobri e può capitare che diventino per raggiungere i destinatari; senza vidente, così che lasciandoci, portino
anche violenti; altri che quando le tem- distrarsi e mantenendosi sempre vigili, con loro il desiderio di un ritorno, nella
perature sono particolarmente rigide, per non perdere di vista altri visitatori carità e per amore. L’accoglienza non fa
dopo aver vagabondato chissà mai in arrivo o in attesa. Questi, mentre differenze, ma se a giudizio delle suore,
sotto quali cieli, si rifugiano spossati attendono, hanno possibilità di assapo- una visita è di personaggi di un certo
la Piccola Porta
nel salottino e si buttano sul termosifo- rare l’ordine, la pulizia, il decoro del- rilievo, nel salottino esiste un grosso
ne per scaldarsi o asciugare indumenti. l’ambiente di prima accoglienza e registro, dove i visitatori possono
Infine tanti visitatori, per incontri con magari anche leggere, sul piccolo qua- lasciare una traccia scritta di quanto ha
personale cottolenghino religioso o dro vicino all’ascensore, la sintetica suggerito il loro cuore. Sono pensieri
laico, quelli con la visita o l’appunta- descrizione della vita del Santo Cotto- preziosi da leggere, perché possono
mento fissato e quelli no, a vario titolo, lengo. Se sono curiosi leggeranno anche darci misura della nostra sensibi-
di vari livelli, cultura, stato economico, anche la lapide che ricorda lo scoppio lità, disponibilità e attenzione nell’ac-
provenienza. Vanno e vengono le della polveriera e da lì andranno poi compagnamento. Quel che i visitatori ci
nostre religiose da e per la provincia o con lo sguardo sul cortile, dove la sta- lasciano, detto o scritto, scaturisce dalla
le missioni e sempre portano o lasciano tua del Santo Cottolengo ricorda la sua sincerità di un momento sicuramente
commissioni di vario genere. Tutto e Beatificazione nel lontano 1917. Il pieno di emozioni, assaporate e interio-
tutti sono sempre accolti dalle nostre tutto, se mai ce ne fosse bisogno, li rizzate, sincere e cariche di carità.
L
a Piccola Casa di Torino ha molti 2010 abbiamo parlato della «Casa che dà tutto per scontato, saperne di buone suore portinaie, con il migliore richiamerà ad una presenza rispettosa e Entrati per ricevere, tutti se ne vanno
ingressi; sette in via Cottolengo, Accoglienza» di via Andreis e accen- più, dargli una cornice, coglierne il dei sorrisi, e, quando necessaria, anche consapevole del luogo. Soddisfatti infi- sempre lasciando una traccia della loro
tre in via San Pietro in Vincoli, nando a quella loro piccola porta, l’ab- valore e trasmettere che appartiene a con una pazienza di radice biblica. Se ne i motivi della loro visita, i visitatori venuta. Poi giunge la sera, finisce la
uno in via Robassomero e un altro in biamo vista e messa in parallelo con tutti, con il desiderio che tutti abbiano l’incontro nasce e si esaurisce in giornata, si controlla che tutto sia in
via Andreis. Sono presidiati dalle no- questa di via Cottolengo 14; sono due a sentire e avvertire la gioia del valicar- portineria e i desiderata hanno tro- ordine prima di chiudere. A volte,
stre suore e solo recentemente anche piccole porte, modeste, insignificanti, lo. Quando da via Cottolengo giungia- vato soluzione, soddisfazione reci- per una speciale grazia, nei salottini
da personale dipendente. Presenze eppur punti d’incontro con il grande mo alla soglia della Piccola Casa, tra le proca. Se l’incontro continua per le nostre buone suore scoprono che è
queste diventate necessarie nel tempo, cuore della Piccola Casa della Divina due porte d’accesso, sul muro troviamo passare a altre mani, indirizzare e rimasto ancora un qualche poverello,
per diversi motivi: l’apertura protratta Provvidenza. Due braccia aperte alle la bella lapide di marmo che negli anni sollecitare giusti interlocutori per noioso e magari anche di aspetto
sino a tarde ore notturne, postazioni povertà dei fratelli, depositarie del Novanta ha sostituito quella storica, un soddisfare la richiesta è sempre di sgradevole. Il momento magico della
diventate faticose per il mutare delle Caritas Christi urget nos, che qui si pro- tempo fissata sopra la porta d’ingresso; competenza delle suore. In questi giornata, la scoperta che Gesù sta
persone e dei mezzi in transito, pru- pone imperioso. In via Andreis vengo- su entrambe però immutabile l’iscrizio- casi che prevedono un’attesa, il visi- facendoti il dono più bello, è Lui lì
denza a motivo della peggiorata situa- no soddisfatti bisogni primari di imme- ne: «Caritas Christi urget nos, Piccola tatore lascia la portineria e passa presente in quel povero, per donarti
zione territoriale. Tutti gli ingressi sono diata necessità; in via Cottolengo 14 Casa della Divina Provvidenza, sotto gli nell’androne che si apre sui cortili un’ultima occasione di carità, per
importanti, portano nella Piccola Casa bussano altri e più variegati bisogni. auspici di San Vincenzo De Paoli - Cot- della Divina Provvidenza. Da qui il rimetterti l’animo in pace e poi anda-
e sono sempre veicolo di incontro con Conosciamo tutti il numero 14, non c’è tolengo». Frasi da riporre nel cuore, primo incontro con il respiro cotto- re serenamente al meritato riposo,
una qualche nostra realtà, del dare o posta in entrata o partenza che non prima di varcarne con rispetto la soglia, lenghino, l’immagine sorridente che cancellerà le sollecitazioni della
dell’avere. Tra tutti questi, ne abbiamo porti questo indirizzo, dire via Cot- perché è da quella piccola porta che si della Consolata, dove posare lo giornata appena trascorsa; rimetten-
uno che più degli altri è il biglietto da tolengo 14, per tutti è dire Piccola Ca- apre l’importante incontro con la sguardo e sentire il bisogno di una do tutto a nuovo per un’altra alba.
visita della Piccola Casa, l’ingresso di sa. Ne parliamo qui per cancellare l’im- Divina Provvidenza. Qui bussano i preghiera; per aprire il cuore, libe- Mario C.
via Cottolengo 14. Nel primo numero magine meccanica acquisita nel tempo, poveri, quelli veri e quelli non, però rarlo dei tanti pensieri e posarvi
8 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 9
Comunità
Potremmo ancora continuare per-
gioco. Arco tirato per lancia- supporto e strumenti per andare ricupero «La Verbena». Dopo due ché ne abbiamo molte altre; i giova-
avanti, per trovare una ragione per la anni me lo restituisce come nuovo, ni quando sono ascoltati hanno
re nel futuro, ripetizione di quale combattere ancora. un uomo vero, un figlio vero! tanto da dire, tocca però a noi ascol-
N ella quiete dell’amena località lenghine e con il contributo di di alcune volontarie, di grande pro- molto pesante, ogni incontro, percepisce, alto, il grido del-
periferica di Pinerolo, sono Fratel Ernesto – si è molto svilup- fessionalità e esperienza, che per era una miscela di emozioni, l’umanità bisognosa di aiuto.
trascorsi ormai più 25 lunghi pata, e alla prima iniziale Comunità dare corpo e sviluppare un cammi- commozioni, nodi in gola e Questo grido alcuni, tra gli
anni da che ebbe inizio l’avventura di Torre Pellice, si sono affiancate no di coinvolgimento e crescita sgomento nell’ascoltare gli uomini, lo sentono più potente;
della comunità “La Verbena”. Una quelle di Pinerolo, Vinovo e il cen- delle famiglie, nel 1993 hanno dato altri […] Un bel giorno, ho diventa insopportabile e, ad
Famiglia Cottolenghina, quasi sco- tro di ascolto di Torino; le Co- vita all’Associazione Famiglia «Cre- abbracciato mio figlio, anzi ci esso, essi devono dare una
nosciuta ai più, che nel silenzio, munità sono collegate tra di loro, scere Insieme». Finalità dell’Asso- siamo abbracciati e lui, quasi risposta».
senza clamore ma con tanto amore, ognuna con un proprio compito ciazione è la solidarietà tra famiglie stupito ha detto: «cavolo, è la La comunità è come un’orma
dona carità e speranza alle molte specifico. Ai religiosi si sono poi che vivono analoghe situazioni di prima volta». È stata anche che nell’Universo lascia una
anime percorse da turbamenti ed gradualmente affiancati collabora- disagio sociale e la necessità di per me la prima volta che gli traccia sul sentiero dell’uma-
esperienze negative, originate da tori laici, preparati e partico- affiancare la Comunità nel ricupero ho detto «ti voglio bene». dobbiamo ammettere che all’inizio nità; in essa chi vi pone il suo piede,
problemi di tossicodipendenza. larmente sensibili nella gestione dei e accompagnamento del famigliare DUE GIOVANI – Abbiamo sempre anche le motivazioni erano molto può vivere pienamente il suo essere
Dobbiamo un forte Deo Gratias a problemi dell’accompagnamento. affidato. associato la parola comunità a qual- fragili. Ora invece sappiamo che per uomo, donna, scoprendo che le ric-
questa comunità e lo dobbiamo al Molto importante è poi la presenza Ci sia ora concesso di proporvi al- cosa di negativo, che limitava la rinforzarle è stato necessario rivede- chezze e i doni personali possono
Cardinale di Torino cune figure a testimonian- nostra libertà, che ci imponeva di re la nostra storia, la sofferenza aumentare, se sono condivisi; che le
Anastasio Ballestrero, za della gioia conquistata cambiare vita e soprattutto di usare nostra con quella causata agli altri, pesanti fragilità non schiacciano, se
che ne è stato l’ispirato- con fatica e preghiere: sostanze. Da ospiti ci siamo resi riuscendo ad assumerci le nostre sono conosciute, accolte e integrate
re, a Padre Gemello e a Leggiamolo in questi conto che la comunità non era quel- responsabilità, grazie all’aiuto degli nel vissuto quotidiano: che le ferite,
Madre Giovanna For- spezzoni di alcune delle lo che pensavamo. Lo stravolgimen- operatori e dei compagni. se curate, non lasciano “sfigurati”
menti che ne hanno rac- loro lettere. to del modo di vivere, dal caos della UN PADRE E MARITO – Ho quaranta
ma diventano feritoie dove passa la
colto le sollecitazioni, DUE GENITORI – Quando ci vita del tossico senza riferimenti anni e sono stato uno dei ragazzi della nuova luce che “trasfigura”.
dando il via a questa siamo accorti di cosa stava positivi ad una vita regolata con a comunità «La Verbena». […] ho Sapremo ora anche noi filtrare que-
opera di grande valore accadendo alla nostra fami- fianco persone che non potevano avuto il piacere di rivedere alcune sta luce, e incrociare con spirito
sociale e carità. glia ed abbiamo finalmente altro che aiutarci, ci ha fatto cambia- delle persone più importanti della mia nuovo le tante creature che passano
Crescendo, la Comunità aperto gli occhi verso la re opinione. vita, gli artefici del cambiamento radi- e a volte magari anche vivono ac-
– attualmente retta da verità, abbiamo provato UN PADRE – Per lavoro, sovente mi cale della mia persona […]. Se oggi canto a noi?
don Angelo Bovo, af- una sensazione indescrivi- capitava di passare sotto il corridoio sono, e spero proprio di essere, un Salvatore A.
fiancato da suore cotto- bile: da un lato la vergo- ponte del Cottolengo e leggere la buon marito e padre lo devo solo a voi.
10 S p i r i t u a l i t à I n c o n t r i 11
Clausura?
coloro che (ancora) non credono. pomposa, come
Mi addormento serena pensando si addice alle co-
che oltre quelle grate, dietro a se che davvero
tutte le grate di ogni monastero, appartengono al-
c’è una “madre” che si occupa l’opera di Dio,
anche di me, che a mani giunte dove la presenza
cura le mie e le tue ferite chieden- del sacro non in-
do al Padre il nostro bene. cute timore ma,
Questo mi commuove, mi fa pen- al contrario, ispi-
N ella vita di ognuno di noi ci
sono giornate, momenti, si-
tuazioni che vorremmo poter vi-
nel sistemare e organizzare ogni
piccola cosa, segno di un evento
tanto atteso, vissuto con semplici-
mondo per (ri)portarlo al Cielo. È
strano, ma la prima cosa che mi è
venuta in mente, sentendo quel sì,
sare a quanto amore Dio ha messo
nel cuore di queste donne che
ra confidenza, dove l’agire di Dio
non chiede sacrificio ma offre
quando rivivo quel momento:
manca la presenza di tutti coloro
vere di nuovo per gustarne ancora è stato proprio il Paradiso, e per diventano mamme non di uno, l’opportunità di ricevere un dono che non comprendono il senso
tà e amore.
il sapore, l’emozione, la gioia. qualche secondo mi è parso di due, tre figli ma della risposta alla chia-
Rivedo la Madre Superiora che,
Nella mia vita uno di questi mo- vedere il sorriso orgoglioso di Dio di milioni di figli. mata di Dio, di coloro
con una dolcezza infinita appunta
menti è stato la prima Professione rivolto verso Valentina. Mi fa riflettere che non sanno quanta e
il velo di Valentina, e la sua
Religiosa di Suor Maria Valentina Perché sono certa che quella sull’amore infini- quale grazia ci sia in
mamma che la guarda sorridendo
del Santo Volto Saracco, celebrata risposta non riguardava e non to che il Padre quella risposta, che non
mentre si allontana per andare
a Pralormo il 1° luglio, nel Mona- appartiene solo a Suor Valentina, riserva ad ognu- hanno mai sperimenta-
verso le grate che, aperte, la accol-
stero delle Suore Adoratrici del ma alla Chiesa intera, a ognuno di no di noi, sui to la forza e il senso
gono… e oltre le grate riesco ad
Preziosissimo Sangue di Gesù. noi. La risposta di Valentina ci doni che inconsa- vero della preghiera… e
immaginare l’emozione delle sue
Ripenso spesso ai sorrisi luminosi appartiene perché le sue preghie- pevolmente rice- se potessi li porterei con
Sorelle.
impressi negli sguardi che ho re arriveranno dove le nostre, per viamo ogni volta me, indietro nel tempo,
Ma, soprattutto, sento ancora il sì
incrociato quel giorno, all’aria leg- pigrizia o per egoismo, non sa- che quel sì viene a quel pomeriggio dove
pronunciato da Valentina, quel sì
gera della festa, all’accoglienza pranno arrivare; perché quello pronunciato. i raggi del Paradiso
rivolto alla vita che ha già il sapo-
gioiosa delle Sorelle, che ha fatto che noi non sapremo chiedere, Perché la clausu- hanno illuminato per
re dell’eternità.
sentire ospite atteso ognuno di per paura o sconforto, lei saprà ra è una vita na- qualche ora la Terra.
Un sì che ha fermato il tempo e
noi. cancellato lo spazio, spalancando domandarlo al nostro posto; per- scosta che in Emanuela
Penso alla cura riposta dalle suore le porte del Monastero verso il ché i suoi piccoli gesti di amore silenzio grida for-
12 E s p e r i e n z e E s p e r i e n z e 13
traffico del tutto indifferente cipessa, vado a passeggio per
Guarda, vedi...
al richiamo della vicinanza di portare anche te, vieni qui ad
una Casa del Signore. aiutarmi, adesso partiamo e
Amareggiato, sento il dovere continuiamo la mia passeggia-
trova!
di una preghiera per i fratelli tina di tutti i giorni, devi scen-
e li affido al loro angelo dere?... ma che peccato, però
custode. Mentre sono in pre- io ti aspetto anche domani,
ghiera, nella penombra scor- ciao, ti saluto ancora dal fine-
go una figura umana, non strino, ciao, ciao» e il bus
molto giovane, dimessa, in riparte, lasciandoci con una
abito scuro, che recita il manciata di genuina simpatica
Rosario: un padre dei allegria! Nel frattempo era
Gesuiti titolari della chiesa. salita una coppia di giovani
Sarà la mia inquietudine stranieri, diretti alla Venaria
necessità di una buona con- Reale. Hanno occupato il
fessione? Chiedo al sacerdote se è donne. Sostano in corrispondenza posto proprio di fronte a me e, una
disponibile e mi consegno al testi- della cabina, vicine all’autista; que- volta sistemati, subito due manine
Mi sono svegliato un po’ giù di mone della misericordia del Padre. sti attrae e sollecita la curiosità della si sono cercate per unirsi, così
Il santo e buon sacerdote mi solleci- bimba che comincia a fare doman- mano nella mano, poche parole sus-
corda, inquieto e con nessuna voglia di ta a non più preoccuparmi e ad de; s’intreccia così, tra la bimba e il surrate sommessamente in inglese,
programmi particolari per la giornata. avere fiducia, perché Dio è buono e giovane conduttore, una simpatica, innamorati e felici.
Così, come da mesi non facevo, ho ci ama, me lo ripete non ricordo più impertinente ma intelligente scher- C’era poca gente sul bus, così ho
deciso di fare una passeggiata in cen- quante volte, con la gioia e la cer- maglia di domande e risposte, così avuto spazio per ripercorrere i pic-
tezza di quanto affermava. fitte che il giovane apre lo sportello coli insignificanti fatterelli che mi
tro, senza un particolare motivo o la
Resto ancora un poco e ringrazio il della cabina per comunicare più da hanno visto testimone, la gioia
ricerca di un qualcosa, ma solo per Signore d’avermi inviato questo vicino, rispondere e soddisfare le infantile delle due piccole bimbe, la
distrarmi un poco. sacerdote, poi con l’animo in pace molte curiosità della piccola: «Cosa generosa adesione dell’autista, gli
mi avvio verso il bus per tornarme- fai lì davanti a tutti, perché ci sei occhi della giovane in difficoltà e
ne a casa. Giunto alla fermata, seduto solo tu, se ti piace guidare, quelli dei due innamorati. Momenti
trovo una giovane donna accovac- perché vai a passeggio con una di vita, passati per offrirmi episodi
ciata per terra, in lacrime, visibil- macchina così grossa, perché non ci di fratelli dall’animo semplice, vero,
C ammino pigramente per via subito ricollocato nella posizione cerca l’aiuto della mamma perché
mente in preda a forti dolori, tra il sono i tuoi bambini, cosa fai do- che si son fatti portare dal cuore
Garibaldi, con nessun interes- iniziale. Alcuni passanti si fermano, vuole rivolgere domande a quella
disinteresse totale dei passanti e di po…», insomma un incalzare di che il Padre ha loro donato. Così
se per le accattivanti vetrine o per piccoli risolini, sarcastici commenti strana creatura, finché si fà corag-
quanti sono in attesa; mi avvicino, domande alle quali il buon giovane senza che se ne rendessero conto,
altre sollecitazioni, quando incrocio e poi via. La nostra bimbetta invece gio e cerca di farne, ottenendo
le parlo e le offro aiuto, lo rifiuta, rispondeva allegramente: «Sì prin- hanno donato attorno a loro man-
una giovane mamma, a passeggio no, ferma sorpresa e incantata, però, come risposta, solo i movi-
insieme con la sua bimbetta menti meccanici, da robot, dif- l’aiuto tuttavia a rialzarsi e lei ciate di serenità e di voglia
spensierata, vivace e alquanto ficilmente comprensibili per mi guarda riconoscente ma d’amore.
chiacchierina. D’un tratto la una bimba della sua età, che non vuole altro; mi promette Serenità da leggere, attenta-
piccola si ferma, attratta e tuttavia si riempie di allegria però che andrà all’ospedale, mente, per cogliere la bel-
incuriosita dalla inconsueta per l’insolito incontro e sgam- da sola, non vuole essere lezza della vita nelle piccole
figura di una donna, in piedi betta via felice. Segnale picco- accompagnata. Desisto, ma cose, in tutte le cose. Una
immobile su uno sgabellino, lo, piccolo di qualcosa di bello mi resta il rimorso di non comunione di passi, donati
vestita con una tuta bianca, e insolito. avere insistito con forza. e da donare, da vivere e
quasi argentea, spaziale, il Proseguo e mi trovo davanti Prendo il bus e dopo un paio condividere con i tanti che
volto coperto da una masche- alla chiesa dei Santi Martiri, di fermate sale una giovane accompagnano i tuoi, che
ra bianca; stava ferma e entro per una preghiera. Una mamma con una bella bimba, devi vedere e far vedere, per
immobile, fatti salvi alcuni bella chiesa, con una bella sto- allegra e di una loquacità inso- vivere, insieme!
movimenti appena sfumati di ria, desolatamente deserta, lita, tale da rendere giustizia a
una qualche parte del corpo, mentre fuori sulla via scorre un quanto si è solito dire delle Mario C.
14 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 15
sulle spalle… ricurve sotto quel pe- Meticolosamente affaccendate quasi comprendere piacevolmente perchè
dal paese
Piccole lavoratrici, educate sin da pianto… dare la pesantezza... ma questo clima
giovani ai «compiti della donna», le Considerate dai mariti al pari della e lo scorrere del tempo…
Mentre sono qui vedi portare sciabole taglienti più terra: sfruttate per dare frutti e abban- il sole sta lasciando spazio alla notte, e
e la vita africana pesanti di loro, o trascinare con fatica donate se non fertili e produttive… dopo la prima amarezza dell’animo
mi scorre sotto gli occhi, un carretto carico d’erba… e ancora, Belle come nessun’altra razza al data dal buio che a poco a poco sottrae
e del
richiamano quelli ancor più espressi- volume non sarebbero rumore ma la sua bellezza venga distratta dalla
per fissare le emozioni vi e significativi delle madri. Donne suoni melodici di un inespresso inte- comparsa di una miriade di stelle
che si inseguono che portano i segni di quest’Africa, riore che altro non è che la vera terra ancor più affascinanti di lei…
velocemente, costruita su tante gocce di sudore che Africa… Attorno silenzio, che silenzio non è
hanno il sapore umano di madri, Madre e femmina per eccellenza di per l’animo che folle affoga tra una
una dopo l’altra,
sorriso
figlie, lavoratrici e comunque sempre ciò che per mantenere la sua essenza miriade di emozioni…
sono così intense donne… non può modificarsi nell’origine.
da non poter trovare Sono loro il volto di questo continen-
te… sono i loro sorrisi mai mancanti
una giusta descrizione che mascherano uno sguardo che
a parole… tutto porta con sé…
Le ho osservate… per le strade…
camminare appesantite da carichi di
dovere… nei campi… chine su quel-
H
o viaggiato per ore su strade re.. e credo che se ciò avverrà allora da questo incessante cammino, la cul-
infinite, percorse a piedi da anche l’immensa bellezza di questa tura Africana… il loro modo di vive- la terra, femmina e produttrice
migliaia di persone, vestite Madre comincerà a regredire… re e credere.. ma è troppo difficile… anch’essa di frutti… quasi loro allea-
di colore e di storie così diversificate Sarà che è appena finita la stagione e così vieni assalito dai «perché» e dai ta e nemica al tempo stesso…
che nemmeno l’immaginazione po- delle piogge, sarà che questa è Africa, «forse» mentre vedi donne stanche ...in ospedale, aiutandosi nei modi
trebbe dar loro posto… ho visto la ma la Natura ha assunto vesti così occuparsi dei lavori piu pesanti.. più semplici, umili ed umani.. tenen- FRUTTI
NOI
natura sovrastare come una regina rigogliose che alla vista nutrono lo bambini camminare con sacchi sulle dosi per mano, alimentandosi a
sopra questa popolazione… e solo spirito e la mente e ti saziano a tal spalle e uomini che cercano di ingan- vicenda... abbracciando il figlio mala- …Il rilassamento dopo una giornata
Noi frutto di una condizione appa-
allora ho capito perché qui combatte- punto da non riuscire a pensare ad nare il tempo in qualche modo... to cosi intensamente da voler quasi di lavoro è il camminare su questa
rentemente così lontana in realtà
re malaria, tifo, AIDS è così difficile, altro che a questo... Hai l’impressione di sentirti una goccia fare proprio quel dolore per amore terra rossa... attorno alberi da frutto anime cresciute da tradizioni terrene
quasi impossibile… perché questa è Distese d’erba verdissima vengono in mezzo al mare… e mentre guardi materno… prive di vergogna scoprire tropicali che fanno a gara a chi ne cosi simili a questa… Il lavoro della
Natura… perché è una natura così interrotte qua e là da qualche strada quel cielo che è lo stesso in qualunque il seno e allattare il proprio neonato e, produce di più... caschi di banane terra, l’allevamento degli animali... la
forte nei suoi lati sia positivi che nega- di terra rossa e qualche abitazione parte del mondo pensi che in realtà per assurdo, coprirsi di pudore se mature che aspettano di essere rac- ricchezza della prole…
tivi che nemmeno l’uomo con la sua costruita alla meglio… e tu spettatore quel cielo prima non era così… prima i svestite di fronte ad un uomo… colte… manghi che aspettano di Odori, sapori, colori che gustano di
intelligenza puo’ arrivare a sconfigge- esterno ed estraneo ti chiedi come tuoi occhi non lo scrutavano con la Sono bellezze pure e rare… raccolte rubare gli ultimi raggi di sole per tra- familiare perché insiti in un genetico
possa essere possibile stessa intensità in cerca della stella più nelle loro vesti variopinte che eviden- sformare la loro buccia scura in sfu- così primordiale e innegabile all’esse-
risolvere i grandi problemi piccola e non più luminosa… ziano quei volti di incommensurabile mature verdi e gialle, papaie che re…
della fame, della povertà e bellezza… esternamente non danno agli occhi Noi che ci scopriamo nell’essere e
delle malattie senza rovi- ma che racchiudono una polpa giallo non essere.. Noi spinti dal bisogno di
nare questa meraviglia in DONNE vivo e tanti semini neri… tutto dà agli toccare questa rossa terra da cui tutto
cui l’uomo è solo parteci- occhi nutrimento di gusti e colori… sembra aver origine…
pe ma non invasore... Non le vedi ma le noti… l’osservazio- Qua e là qualche farfalla gioca a Noi così piacevolmente ci scopriamo
Vedi la gente ai bordi delle ne del loro incessante quotidiano è nascondersi tra i colori di questa vuoti e quindi immensamente pronti
strade sorridere al passag- nutrimento per la mente che senza natura… La terra si modella sotto ai ad accogliere… a inserire ad arricchi-
gio di un bianco o rimane- tregua ripropone una dopo l’altra le piedi ad ogni passo, i calzari sembra- re un vuoto che altro non è che fame
re ancora un po’ stupita… loro immagini… le vedi uscire dalla no essere l’unico ostacolo tra te e di spiritualità...
cerchi di estrapolare, solo foresta con qualche carico di legna questa meraviglia… Claudia
16 S p i r i t u a l i t à I n c o n t r i 17
Pellegrini
hanno sconvolto e cambiato per ne per un piccolo breve riposo, su
sempre il nostro mondo. La- una panchina o su una pietra tutto
sciamo Gerusalemme per una andava bene, era sollievo. Così
puntata sul Mar Morto e agli facendo mi ritrovavo però quasi
scavi di Qumram, dove sono sempre solo e a volte staccato dal
visibili alcune delle grotte che, resto del gruppo che procedeva
dopo il ritrovamento casuale di speditamente. Una piccola grazia,
antichi rotoli, hanno reso famosa minuscoli spazi di rapita solitudine,
questa località. colti per aprire il cuore a Gesù e
Una bella cornice questi luoghi, cercare lì, in quel momento, un sof-
ni di tendersi la mano. Certo abbia- dove è possibile vedere e confron- fio di grazia da calare nell’anima,
mo incontrato alcuni uomini di tare due verità: «Il crollo delle sicu- per rimanervi scolpita per sempre.
buona volontà, a Wahat as Salam, rezze terrene da una parte e l’im- Ecco allora come il pellegrinaggio si
Nevé Shalom, dove 58 famiglie di mortalità della Parola di Dio dal- è trasformato in una meravigliosa,
inTerra Santa
ebrei e palestinesi, cristiani di citta- l’altra». Per certi versi si ripropon- irripetibile occasione di sentire, gu-
dinanza israeliana, vivono una real- gono anche in Gerusalemme, dove stare, vivere i luoghi visitati. Fi-
tà cooperativa di perfetta comunio- ampio spazio è stato dedicato nalmente ritrovarli suggestivi, belli
ne, proponendo esempi di possibile all’escursione nella città ebraica, e carichi della storia di questa tur-
convivenza, ma è così poco, troppo con visite alla cittadella di Davide bata, straordinaria terra, senti di
poco e il muro resta sempre lì a sta- presso la porta di Jaffa, al museo essere avvolto dal refrigerio di
bilire proprietà temporali pregne di della storia di Gerusalemme, agli un’ombra, che passo dopo passo, ti
Ritorno a Chaaria
quanti occhi hanno comunicato notte, non posso salire verso la mia andrà a raggiungere, l’abbraccio e
con i miei; occhi profondi di soffe- camera e andare oltre l’ospedale confondo le mie lacrime con le sue.
renza, occhi tristi, occhi ridenti, senza entrare di nuovo al reparto Passa un po’ di tempo così… Esco
occhi pieni di interrogativi e di stu- donne. Vi accedo in punta di piedi, piangendo… guardo il cielo stellato
pore. Penso quando ogni mattina, la luce è accesa e controllo le e prego: «Signore, manda un angelo
dopo la Santa Messa e la colazione, ammalate attraverso la zanzariera, ad accompagnare Carol nella nostra
mi avviavo verso la camera dei molte sono sveglie, scambio un salu- casa, non lasciarla sola ad aprire la
bimbi per lavarli, vestirli, preparar- to, un sorriso, qualche parola sus- porta del Tuo regno, e tu Vergine
Prima pagina del diario di una volontaria a Chaaria... li per un nuovo giorno, dare a loro surrata di buona notte. Maria coprila con il tuo manto, Tu
la prima pappa e assaporare i loro È l’ultima sera… sono al termine che sei la mamma amorosa di tutti i
uando scendo dalla jeep, subito E poi, i bimbi: quattro bellissime mi sentirò sempre l’ultima ruota di
Q respiro l’aria con quei partico-
lari profumi, poi guardo il
creature che rispecchiano l’infinita
fantasia di Dio, una tenerezza che
questo carro che proverò anch’io a
tirare un po’, che trasporta l’amore
sorrisi. Prima però, volutamente,
passavo nell’abitato dei disabili, i
buoni figli, e lì come sempre, sedu-
del tempo trascorso a Chaaria e
mentre mi avvio verso l’ospedale
penso: “come farò a dire a Carol
viventi». (Due giorni dopo Carol
non era più con noi, ma nella luce
del Padre. Un’amica volontaria alla
cielo e scorgo la croce del sud e mi commuove. di coloro che, malgrado le imperfe- to sulla panchina, c’è Piter con il (26 anni), che domani parto”?... Mi quale l’avevo raccomandata è stata
mille, mille stelle. E poi, l’ospedale: povera umanità zioni umane che ognuno di noi suo bavaglio azzurro, accanto a lei).
Come sempre l’accoglienza di sofferente! Senza risposta i miei porta nel proprio bagaglio, sono «i mi aspetta, mi sorri- Ed ora penso a tutti i
Fratel Beppe e di tutto lo staff è perché?… grandi della Terra»; di tutti quei de con la sua bocca bimbi, all’amore che ho
calorosa ad affettuosa, mi pare di Nel periodo in cui starò a Chaaria missionari che, come Fratel Beppe, deformata, metto la per loro. Sento martella-
essere tornata a casa. offrono il loro sapere, la loro cultu- mia mano nella sua re nelle mie orecchie le
Arriva anche la malinconia, pen- ra, le loro molte capacità, la loro mano storpiata e parole di Suor Oliva:
sando a quando con il mio sposo, vita agli ultimi, ai più poveri dei mentre lo accarezzo «Ma tu, che cosa vai a
che ora è in Paradiso, sono ap- poveri, come insegna il Vangelo e contraccambio il suo fare in Italia? Resta qui
prodata in questo angolo sperdu- l’esempio di San Giuseppe Cot- sorriso che è il più con noi».
to della Terra che irradia amore. tolengo. bello del mondo e… Già... ...con quel «mal
Al mattino la prima visita è stata Mentre raduno i miei pensieri, buona giornata Piter, d’Africa» che mi porto
dai buoni figli, li ho salutati tutti rivolgo ancora lo sguardo al cielo così è anche per dentro… cosa vado a
uno ad uno, mi hanno ricono- e, tra le stelle, ne cerco una in Morris che gli siede fare in Italia?
sciuta, teso la mano (chi può) e particolare poi… entro in came- accanto.
salutata affettuosamente. ra, apro la bianca zanzariera e Dopo i bimbi inizio Rosella Quiri
Loro: i semplici, i veri. Una ma- riposo nuovamente nel mio la mia giornata in
gnifica «collana di perle». «letto da regina». ospedale, nel reparto
20 N o t i z i e I n c o n t r i 21
Torino e il Cottolengo - In frontiera. Nel cuore di Porta Palazzo, un’idea originale per integrazione e disabilità munità per studenti universitari ai tina di visite medico-sportive; o lo stu-
quali viene offerto gratuitamente vitto dio legale di fama che ha messo a
I
n una scena di Invictus, ve, chiedo di dare sempre il seguito da Roma, dove ho studiato». tà, non a caso, la scuola ha stretto una caricata di valutare i redditi fami-
film che racconta il ten- massimo, ognuno secondo pos- Per tenere in piedi questo laboratorio collaborazione anche con l’Arma dei liari dispone riduzioni o cancella-
tativo di riappacificare, sibilità», assicura don Andrea. sociale servono ogni anno tra i 700 e Carabinieri: «L’anno scorso sono at- zioni.
anche attraverso il rugby, il A volte, la bocciatura arriva an- gli 800 mila euro, molti dei quali – terrati con l’elicottero in cortile por-
Sudafrica dopo la fine del- che su richiesta dei genitori, tolti i 200mila euro che giungono tando dei regali per i ragazzi – rac- 259
l’apartheid, un collaborato- «soprattutto quando, dopo la come contributo regionale alla scuola conta ancora il vulcanico don Andrea Gli iscritti
re spiega al neopresidente terza media, non ci sono pro- primaria – provengono da una miria- – e durante l’anno vengono qui per Circa il 30% proviene da una fa-
Nelson Mandela quali siano spettive». Oltre alle ore di lezio- de di sponsor, grandi e piccoli, sparsi spiegare il loro lavoro e cercare di miglia di origine straniera, mentre
le chance della nazionale ne previste dal programma sco- per il quartiere o per la città, ma che aiutare i ragazzi (che magari li hanno la quota degli allievi con disabilità
agli imminenti campionati lastico, in via Cottolengo è un arrivano anche da altre parti d’Italia. visti arrivare a casa per arrestare un – quest’anno una ventina – è la
mondiali: «Secondo gli e- fiorire di laboratori – dallo sport «Fino a qualche anno fa il rapporto genitore) ad avere un atteggiamento più alta del Piemonte.
sperti, arriveremo ai quarti al teatro fino al giornalino scola- con la città praticamente non esisteva meno diffidente verso le forze dell’or-
di finale e non oltre». «Secondo gli Trattandosi di una scuola privata – la stico – che sono aperti anche ai ragaz- – racconta don Andrea –. Poi, pian dine». Perché qui – citando una poe- 800 mila euro
esperti – replica Mandela – tu e io quota massima prevista per la retta zi della stessa fascia d’età che non fre- piano la voce ha iniziato a girare, sia cara a Mandela negli anni della Il bilancio
dovremmo essere ancora in cella». sarebbe di 200 euro al mese, ma a quentano la scuola. «Spesso sono soprattutto grazie alla partecipazione prigionia – «non importa quanto an-
A parte i 200 mila euro che arriva-
Anche la scuola San Giuseppe Cot- versarla per intero è appena il 26% amici dei nostri allievi o ragazzi del delle nostre squadre, che includono gusta sia la porta, quanto impietosa la no dalla Regione come contribu-
tolengo, quartiere Porta Palazzo – degli iscritti – ci si potrebbe chiedere quartiere che chiedono di partecipare sempre i disabili, ai campionati spor- sentenza»: alla scuola di Porta Pa- to per la scuola paritaria, il resto è
dove il film è stato una delle “attrazio- come possa riscuotere tanto successo – spiega Adriano Moro, insegnante di tivi “ordinari”». Così sono iniziate ad lazzo nessun esito è scontato. quasi integralmente coperto da
ni” della festa di inizio anno di qual- in un quartiere difficile come Porta educazione fisica –. Il costo dei labo- arrivare molte donazioni a nome di sponsor piccoli e grandi.
che giorno fa – è, con le dovute pro- Palazzo, per di più in tempi di crisi ratori è di 50 euro all’anno, ma anche famiglie o privati, talvolta insieme a Da: Il Sole 24 Ore NordOvest, n. 34/2010
porzioni, un luogo che ribalta statisti- economica. «Abbiamo una commis- qui applichiamo la stessa logica utiliz- promesse rimaste tali. Foto di Marcello Pinna
che e aspettative. Una scuola paritaria sione esterna incaricata di valutare i zata per la retta». E così, la festa di «Una cosa che ricordo sempre a
dove privato non fa rima con privile- redditi delle famiglie che fanno inizio anno è anche il momento in cui chi lavora qui – aggiunge il diret-
giato: tra i suoi 259 iscritti, il 30% è richiesta di iscrizione – spiega don i ragazzi, aggirandosi tra gli stand di tore – è che i loro stipendi sono
straniero, circa la metà vive qualche Andrea – e tariamo la retta in base presentazione, possono scegliere l’at- spesso il frutto della rinuncia
tipo di difficoltà e il numero di alunni alle possibilità di ognuno: in alcuni tività preferita, rugby incluso. fatta da qualcuno che magari ha
disabili, una ventina quest’anno, è il casi dilazioniamo il pagamento in più «Il nostro obiettivo è tenerli il più saltato un pasto per aiutarci».
più alto di tutta la regione. anni, oppure c’è chi paga magari solo possibile a scuola, anche oltre l’orario Alla beneficenza, si aggiunge
Il parallelo con Invictus, poi, non è 10 euro al mese. Il concetto che del tempo pieno – prosegue Moro – l’ingegno e così, dopo le 16,
del tutto casuale. Perché qui, oltre vogliamo far passare è che noi acco- per aiutare le famiglie ed evitare che i quando le lezioni sono finite, le
all’incontro di razze, anche il rugby gliamo tutti, ma non esiste nulla che ragazzi siano troppo esposti a situa- aule della scuola possono essere
ha il suo ruolo. Rugbista infatti è il non vada conquistato con almeno un zioni rischiose». prese in affitto da associazioni
suo direttore, don Andrea Bonsi- minimo sforzo». Lo scopo – non troppo segreto – di che hanno bisogno di spazi per le
gnori, 36 anni, originario di Settimo, Il problema, spesso, «è che chi ha più don Andrea è che quei laboratori loro attività: «La condizione –
educatore (quasi) per caso – diploma bisogno fa molta fatica a chiedere – diventino la chiave per creare qual- spiega il direttore rugbista – è
magistrale e laurea in pedagogia, ma ragiona il direttore – così abbiamo che opportunità, combattendo il che se organizzano, per esempio,
con l’idea che «mai avrei lavorato con stabilito di mantenere ogni anno una “vuoto” alla fine del percorso scola- un corso di musica alcuni posti
i ragazzi» – e pilone del Moncalieri quota di posti liberi in ciascuna clas- stico: «Un disabile non può fare il siano destinati gratuitamente ai
Rugby. Da quattro anni, insieme a 43 se, destinati a chi ha più difficoltà, correttore di bozze o il tecnico nostri studenti». Oltre ai piccoli
insegnanti e una ventina di volontari, secondo il principio-guida del Cot- video?», punzecchia. gesti, poi, c’è magari il medico
ha reso la scuola un punto di riferi- tolengo, e aspettare le richieste del- Ad arrivare alla meta contribuiscono che lavora a due passi dal
mento per il quartiere più multietnico l’ultimo minuto, respingendo even- poi i volontari, come i “Tipi Loschi” Cottolengo e dopo aver notato i
di Torino, tanto da raddoppiare il tualmente chi invece potrebbe paga- (solo casualmente lo stesso nome del ragazzi che uscivano da scuola, si Una ricetta innovativa. Il rugby (nella foto in pagina a fianco) è una delle proposte cardine tra le attività colla-
numero di iscritti, che al suo arrivo re». Le situazioni difficili, però, non gruppo creato negli anni Venti dal è incuriosito e ha deciso di con- terali allo studio che offre la scuola interna al Cottolengo di Torino, diretta da don Andrea Bonsignori (a sini-
erano 120. sono mai un alibi: «A tutti, inclusi i beato Frassati, NdR), una piccola co- tribuire “regalando” una settan- stra). Tra le altre proposte, laboratori (a destra), corsi di musica e teatro fino al pomeriggio inoltrato
22 S p i r i t u a l i t à I n c o n t r i 23
I
Bibbia che mi sta aiutando renza: non che io abbia trovato numero di peccati». l 29 aprile 2010, Piera Bava e l’Ufficio protesi: lei ha accettato, vogliono, per tutto quello che
moltissimo in questi ultimi tutte le risposte, ma mi pare che la Non mi sento di fare lunghi discor- Carlo Degrandi hanno voluto, per cui è iniziato un rapporto di fanno per noi, per l’impegno e la
mesi. Spesso mi trovo confuso. Non risposta sia un po’ nella linea di San si su Dio, né ho la forza di difender- tra i vari festeggiamenti orga- lavoro. Chi non conosce «la signora dedizione con cui si spendono…
mi è più chiaro come forse lo era in Giacomo. So che altri possono mi quando vengo osteggiato: oggi nizzati per il loro 50° di matrimo- Piera dell’Ufficio protesi»? Carlo, scherzando, ogni tanto mi
passato in che modo io possa essere seguire vie diverse, anche diame- come oggi preferisco il silenzio. nio, fare un momento di festa alla Piera e Carlo hanno voluto festeggia- dice: «All’inizio, quando Piera è
testimone di Cristo oggi: sento una tralmente opposte alla mia, ma per Preferisco far vedere la mia fede ed Piccola Casa, che da molti anni è re il 50° del loro matrimonio anche arrivata, era “la moglie di Carlo”.
certa repulsione per una religiosità me oggi la mia strada maestra per il mio amore al Signore attraverso le anche un po’ la loro casa. con i colleghi del Servizio sociale. È Adesso, man mano che il tempo
fatta solo di fedeltà formale, che andare a Dio è la dedizione a chi ha opere. stato un bel momento, è bello far passa, sono io che sono diventato
spesso rischia di essere di facciata. bisogno, la scelta preferenziale per i Dio saprà parlare al cuore degli festa tra le persone che ci vogliono “il marito di Piera!”».
Continuo a chiedermi quale sia il poveri, che hanno il diritto di chie- altri attraverso una carità che non bene e sanno gioire con noi. Siamo infatti molto contenti di
vero fulcro della mia fedeltà a Dio, dermi un servizio fino al sacrificio conosce orari. Dio saprà anche Festeggiare 50 anni di matrimonio è avere Piera nel nostro staff del Ser-
quel centro inossidabile che non della salute e della vita. difendermi quando sarà necessario. occasione per ringraziare il Signore vizio sociale, e sappiamo che anche
può venire distrutto neppure quan- Il dono della vita attraverso la cari- Ancora nella Bibbia Gesù ci chiede per il dono della fedeltà, per gli anni Carlo è fiero e riconoscente di avere
do pare che attorno ci siano un po’ tà diventa anche purificazione dalle di non preoccuparci di cosa dire vissuti insieme e per tutto ciò che si una moglie come Piera!
di deserto e di incomprensione. Mi incoerenze, perché la Bibbia ci assi- quando saremo portati davanti ai è condiviso, per tutto ciò che ancora Carlo e Piera hanno un figlio e una
ritornano alla mente le parole tribunali, perché lo Spirito ci il Signore vorrà donare. Soprattutto nuora, Pippo e Cristiana (anch’essi
che Paolo VI diceva ormai suggerirà le parole al momen- è stato bello fare questa festa alla frequentano la Piccola Casa) e due
trent’anni fa: «il mondo oggi to opportuno. È Lui il nostro Piccola Casa, che sappiamo luogo simpaticissimi nipoti: Sara e Da-
non ha bisogno di predicatori Avvocato… a noi spetta solo Tutti conosciamo Carlo Degrandi importante per Piera e Carlo. vide. Ogni tanto vengono a trovar-
ma di testimoni». di fidarci. (ma è sufficiente dire “Carlo”) vo- Anche noi dobbiamo loro un gran- ci, e ci fa molto piacere perché ci
Certo l’incoerenza fa parte Dedizione totale, finché le lontario sempre attivo e disponibile, de «Deo gratias» per il bene che ci portano una ventata di giovinezza!
della nostra natura umana, così forze me lo concedono; silen- che ha iniziato la sua attività alla Tutti insieme vogliamo
debole e corrotta dal peccato; zio ed abbandono al Signo- Piccola Casa ai tempi di Padre Ge- ringraziare il Signore
ma credo che ognuno di noi re… queste mi sembrano le mello, negli anni Ottanta, e ora con- insieme alla loro bella
possa arrivare a un’opzione stelle polari che guidano i tinua, dando il suo tempo e la sua famiglia per questo
fondamentale per il bene, e che miei giorni oggi. Sento che competenza all’Ufficio del volonta- giubileo, e soprattutto
questa possa diventare la forza Gesù mi accetta così come riato e a chi, per motivi diversi, ha ringraziamo la Divina
trainante e la stella polare da sono, perché Lui non guarda bisogno di una mano, di sbrigare una Provvidenza per aver-
seguire, per costruire giorno all’apparenza ma al cuore, e pratica, di recarsi in un ufficio ecc. celi fatti incontrare!
per giorno la fedeltà alla nostra conosce l’impegno quotidiano Piera Bava ha iniziato come volon-
che ho nel profondo. Deo Gratias!
vocazione. taria nel 1992, dando il suo tempo al
Da anni mi chiedo in che Servizio sociale. Poi, negli anni suc-
Fr. Beppe Gaido Sr. Nadia Pierani
modo si possa concretizzare cessivi, le è stato chiesto di seguire
24 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 25
FIGURE COTTOLENGHINE dicevo: se loro riescono a vivere riversa anche in una
una simile situazione in questo splendida poesia, inti-
modo un motivo ci deve essere. tolata «Grazie di esi-
Teresina
Ho scoperto, pian piano, che loro stere»: Non sono qui
riuscivano ad accettare e a dare un per caso - o per una
senso a questa sofferenza, offren- fatale coincidenza. -
dola. Altrimenti la sofferenza è Sono qui - perché fac-
T
eresina è entrata nel salone la malattia, Teresina la rifiuta, le degenza a tempo indeterminato.
mentre stavo guardando da impedisce di vivere come le coeta- «Ho vissuto nell’angoscia e nella delle suore, tutte giovani. La gra- rifiorire ogni anno. -
un’altra parte. Quando mi nee, di andare a ballare, e di usci- rabbia per tanti anni, sia per l’in- tuità, che nel mondo esterno sem- Non importa - se nella
sono voltata, l’ho vista di spalle, re... sperimenta la solitudine: l’a- ganno di mio papà, sia per la real- brava assente, qui era effettiva. gioia o nel dolore: - grazie per il tamente il contrario! Attraverso la
sulla sua carrozzella elettrica che micizia disinteressata sembra non tà che non riuscivo ad accettare – Teresina pensa: «Se queste suore mirabile - dono della vita - che mi sofferenza si scopre un mondo
sul retro ha una targa, come quel- esistere, e le amiche accettavano racconta – Compresi che da que- avevano fatto una scelta così radi- hai donato. - Grazie per farmi sen- nuovo, anche di gioia e d’allegria,
la delle automobili, ma decorata di accompagnarla solo in cambio sto posto non sarei mai uscita». La cale per la vita, per un servizio tire - destinataria - di un amore che perché qui non c’è tristezza né
con fiori e uccellini e una scritta a di qualcosa, un gelato, il biglietto sconvolge anche la realtà di soffe- d’amore, esiste allora la possibilità dice: - «Voglio che tu ci sia». rabbia, ma un clima di famiglia».
grossi caratteri: «TI AMOOOO». del cinema. «Venire con me vole- renza che incontra: «Non ero pre- di dare un senso anche alla mia Aprendosi agli altri e alla vita, Ovviamente, i problemi rimango-
Incuriosita ho desiderato cono- va dire avere molta pazienza: parata a vedere così tante persone, vita e alle mie sofferenze. Ho intra- Teresina scopre che si apre attor- no, dati anche dalla vita in comu-
scere chi fosse la persona che si all’inizio le mie arniche l’avevano tutte con sofferenze abbastanza preso questo cammino e ho trova- no un mondo di relazioni, che la ne: nessuna delle ospiti è lì per
portava in giro un messaggio così capito, ma poi era pesante. Non gravi, e in un colpo solo. Un am- to equilibrio interiore, serenità; ho arricchisce continuamente. La ri- propria scelta, ognuna vi proviene
solare e affettuoso. Soddisfare c’era la mentalità per cui si sta biente pieno di persone con disa- voluto essere testimone di questo trovata serenità le dà anche forza da realtà e mondi diversi, ci si può
questo mio desiderio è stato sem- accanto ad una persona vedendo- bilità... una tragedia. Non volevo mio nuovo sentire ed agire, nei di fronte alla malattia, il cui pro- anche scontrare. «Ma, alla radice,
plice, perché Teresina con un ne le necessità e i bisogni». rimanere, pensavo che non sarei confronti di me stessa e di chi mi gredire le pone sempre nuovi c’è il principio di voler creare un
grande sorriso è venuta lei stessa Sempre a 18 anni, un altro im- riuscita a vivere, che sarei morta». vive accanto. Mi ha dato la consa- limiti. «A volte si pensa che qui, in clima di solidarietà e di famiglia».
ad offrirmi la sua amicizia e a con- menso dolore si abbatte sulla vita Le pesava anche moltissimo il non pevolezza che non ero più sola». questo luogo di sofferenza e di Teresina è una persona piena di
dividere con me la sua storia. di Teresina: nell’arco di tre mesi, potersi più relazionare con il Sentimenti, questi, che Teresina malattia, non ci sia gioia. Esat- serenità e positività, che ha tanto
D’origine marchigiana, Teresina è la mamma è stroncata da una mondo esterno. Sono anni durissi- desiderio di trasmettere agli altri.
ospite della Piccola Casa da ben grave malattia; suo ultimo pensie- mi, di lotta e sofferenza, tuttavia Mi ripete la sua convinzione: «Se
45 anni. Aveva solo 18 anni quan- ro fu per la figlia di cui non osava Teresina percepisce attorno a sé e possiamo gettare qualche seme di
do è entrata al Cottolengo; all’età immaginare il futuro, e, in effetti, nelle sue compagne, una certa speranza abbiamo il dovere di
di 4 anni le era stata diagnosticata si preparava per Teresina un’espe- serenità che la colpisce. esserne testimoni».
la distrofia muscolare: «Per me è rienza durissima. Figlia unica, un Dapprincipio non vi fa caso, per- Prima di salutarmi, mi regala anco-
stato un vero trauma, rievoca giorno il padre, insieme con una ché è troppo arrabbiata, indignata ra una sua breve ma intensissima
Teresina, a quell’età si sognano zia, la porta a Torino dicendole e ribelle; ma poi si fa strada il desi- preghiera: «Ti offro, Signore, la mia
grandi cose e invece la malattia, che erano diretti ad un centro di derio di comprendere. Si avvicina sete di vivere e l’inerzia di questo
nel giro di poco tempo, ha comin- riabilitazione. Non era infrequen- ad alcune compagne in modo par- giorno. Ti offro la mia povertà, che
ciato a crearmi difficoltà, nel cam- te che Teresina fosse portata a ticolare: «Ero rimasta esterefatta si riconosce nel momento del dono.
minare e nel gestire la mia vita. Bologna per sedute di fisioterapia, dalla loro serenità, dal loro sorri- Ti affido il bene che gli altri sanno
Anche se non capivo chiaramente la notizia quindi non la colpì più so, e ho cominciato a chiedermi
darmi, le pene e le gioie dei loro
cos’era la distrofia, ho però perce- di tanto. Arrivata a Torino, si rese cosa le rendesse così serene».
cuori. Ti offro il desiderio d’essere
pito che prima o poi mi avrebbe invece immediatamente conto che Inizia così, anche con l’aiuto del
migliore».
portato alla carrozzina». non si trattava di una breve per- cappellano, un percorso di rifles-
Nei primi anni di convivenza con manenza mirata, bensì di una sione, di presa di coscienza: «Mi Chiara Bergoglio
26 N o t i z i e RACCONTI RACCONTI I n c o n t r i 27
C’
lì vicino si fermò e notò che il Il pubblicitario rispose: «Niente me talvolta non è facile, ma è sem- era una volta un ridente «figli di», in un clima di affettuosa maestria e con amore. E dopo di
cieco aveva solo pochi centesimi che non fosse vero: ho solo riscrit- pre importante per prendere decisio- paese dove regnava l’amici- parentela. Scambi di doni, ricom- lui un medico capace e preparato,
nel suo cappello. Si chinò e vi to il tuo messaggio, ma in maniera ni migliori. L’altro non va visto zia. Gli amici erano la fonte pense, piccoli favori allietavano le un figlio che aveva cercato in auto-
versò altre monete, poi, senza un po’ diversa». come ostacolo, ma come opportu- d’ogni felicità, a cui ricorrere nelle giornate del piccolo paese, finché nomia la propria strada, un giorna-
chiedere il permesso dell’uomo, Sorrise e andò via. Il non vedente nità per crescere e realizzare una circostanze avverse. Per trovare un un giorno... lista indipendente da ogni potere,
prese il cartello, lo girò e scrisse non seppe mai che sul suo cartel- situazione superiore. Soli si muore! appartamento ad un prezzo conve- un imprenditore che sapeva vedere
un’altra frase. Quello stesso lo c’era scritto: «Oggi è primave- niente non era necessario impe- Fermiamoci un momento, avrete nella concorrenza una sfida al pro-
pomeriggio il pubblicitario tornò ra... e io non la posso vedere». Redazione gnarsi in lunghe e faticose ricerche, certamente riconosciuto questa sto- prio mestiere, un architetto non
bastava rivolgersi all’amico più ria. Ormai da lungo tempo quasi compiacente, un politico onesto e
esperto e in breve si poteva godere quotidianamente ce la raccontano i disinteressato all’utile personale.
di una casa con vista panoramica e giornali, mettendo a nudo amicizie E il paese ricordò che quella del-
Elena Granata
loqui, bastava rivolgersi agli amici fatta di amici de-
degli amici e il lavoro sarebbe pre- gli amici, di ap-
A i tempi di Erode, la notte in cui nacque Gesù gli
angeli portarono la buona notizia ai pastori.
C’era un pastore poverissimo, tanto povero che non
e gli fece cenno di venire più vicino. Lui si fece
avanti imbarazzato.
Maria, per avere libere le mani e ricevere i doni dei
sto arrivato. Così per fare accedere
i propri figli nelle migliori scuole,
poggi, di regali, di
relazioni, di figli e
per ottenere borse di studio, per di case. Ma un
aveva nulla. pastori, depose dolcemente il bambino tra le brac-
vincere il concorso tanto sognato, paese così, che nel
Quando i suoi amici decisero di andare alla grotta cia del pastore che era a mani vuote...
per ottenere un posto in televisio- piccolo come nel
portando qualche dono, invitarono anche lui.
ne. Nulla era più affidato al caso, grande fonda i
Ma lui diceva: «Io non posso venire, sono a mani Certamente è importante che le nostre mani siano
sempre ingiusto e arbitrario stru- propri comporta-
vuote, che posso fare?» Ma gli altri tanto dissero e piene di bene.
mento di selezione sociale. Ai figli menti su scambi
fecero, che lo convinsero. Però il bene non si fa solo con le cose che riempiono
degli amici veniva poi riservato un di favori, non è un
Così arrivarono dov’era il bambino, con sua Madre e le mani, ma anche e soprattutto col cuore, o anche
onore e un’accoglienza tutti parti- paese civile, ma
Giuseppe. Maria aveva tra le braccia il bambino e sor- semplicemente con un sorriso.
colari e così, alla lunga, banche, un luogo insicuro
rideva, vedendo la generosità di chi offriva cacio, lana
ministeri, ospedali, università, ave- e inaffidabile per
o qualche frutto. Scorse il pastore che non aveva nulla Redazione
vano cominciato ad affollarsi di tutti, dove la co-
28 T e s t i m o n i a n z e I n c o n t r i 29
semplicemente visitato case di vano “abbandonate”, e invece la
BRICIOLE DI CARITÀ
accoglienza o parlato con volonta- realtà è ben diversa: ognuno ha i
ri, ci siamo confrontati con perso- suoi compiti, ognuno deve pren-
ne, che ci hanno parlato con senti- dersi cura delle proprie cose e
mento e passione, ma anche deci- delle cose comuni. Di grandissima UNA SORPRESA
sione. Al Cottolengo, per esempio, ammirazione è l’entusiasmo con il DOPO L’ALTRA…
sono gli stessi ospiti che ci hanno quale gli operatori, volontari e Qualcuno di noi si aspettava di tro-
accolto e parlato delle loro espe- non, lavorano; abbiamo trovato vare una realtà di desolazione e di
rienze; ed è stato bellissimo come tante “famiglie” dove ognuno ha tristezza, mentre qualcun altro non
siano riusciti a trasmetterci la voglia un compito ben preciso. L’espe-
di vivere di cui davvero erano pieni. sapeva bene che cosa aspettarsi. Per
rienza più bella che ho vissuto è quanto potessimo aver già sentito
Il Cottolengo non è infatti solo un stata l’incontro con una signora
luogo di cura, ma è soprattutto una parlare di questi argomenti, per
sorda, muta e cieca. Detto così, a quanto ne potessimo già sapere, non
sede di speranza, dove i malati ven-
molti potrà sembrare una persona potevamo immaginare quello che
gono assistiti non solo per la malat-
vestiti perfetti e apparecchi tecnolo- le circonda, la gioia di vivere. Vedere del tutto “tagliata fuori” dal avremmo trovato. Grande è stata la
tia, ma anche e soprattutto per por-
gici all’avanguardia. Bisogna, per- queste persone che, nonostante i tarli ad esprimere le loro capacità mondo, e invece questa signora, sorpresa nel respirare, in tutti i posti
ciò, avere il coraggio e la voglia di loro problemi, si sono rialzate e nascoste, ricordando che la dignità con la sua grandissima forza d’ani- che abbiamo visitato, un’aria di
guardare oltre, oltre quel muro che adesso camminano a testa alta, orgo- è per tutti. mo, è una persona stupenda. Solo serenità, ma ancora più grande è
AL COTTOLENGO HO abbiamo eretto per distinguerci dal- gliose del “poco” che la vita ha dato toccandomi la mano è riuscita a stato lo stupore nel vedere come
Lucrezia L. capire che sono una ragazza e queste persone vivano normalmen-
FATTO DEGLI INCONTRI le persone apparentemente diverse loro perché spronate dall’amore di
MOLTO SPECIALI… da noi: solo così riusciremo a capire chi sta loro vicino, mi ha fatto pensa- quello che mi ha lasciata completa- te, senza piangersi addosso per le
che sono proprio loro che ci inse- re e mi ha fatto capire quante cose la mente di stucco è stato quando, loro sfortune, ma anzi riuscendo a
Cinque giorni, a contatto diretto gneranno a vivere, ad avere una vita vita mi abbia dato e quanto poco io toccandomi la testa, ha messo un gioire ancora di più delle piccole
con delle realtà che mille miglia felice senza cadere nella trappola sia riuscita a valorizzarle finora. Per secondo le mani sui miei occhiali e, cose che noi, magari, non siamo in
distanti da noi sembrano poche; in del menefreghismo e della superfi- questo consiglio a tutti di fare ancora adesso non riesco a capire grado di apprezzare come loro.
realtà sono stati densi di sensazioni, FINCHÉ NON TOCCHI
cialità. L’esperienza a Torino mi ha un’esperienza simile, almeno una CON MANO… come, ha capito che erano occhiali Incredibile è stato ascoltare il rac-
emozioni e nuove scoperte. Vi- fatto prendere coscienza di molte volta nella vita, perché mi ha fatto conto di una donna in sedia a rotel-
NON PUOI CAPIRE! da sole. Lei che ha come unico
sitando la “Piccola Casa della Di- problematiche e mi ha dato la possi- capire quanto importanti siano le le che, dopo essere stata portata al
mezzo per conoscere il mondo la
vina Provvidenza”, meglio nota bilità di venirne a diretto contatto. persone e mi ha fatto vedere la vita, Ho deciso di andare a Torino cin- Cottolengo con l’inganno a 18 anni
mano di qualcuno vicino che le
come “Il Cottolengo”, ho fatto degli Sono fermamente convinta che tutto e gli altri, sotto una luce diversa. que giorni prima della partenza. a causa di una malattia, riesce a
incontri molto speciali. Le persone descriva tutto quello che accade,
ciò ha stimolato in me la voglia di Luisa A. Non ero troppo cosciente di che sa meravigliarsi molto più di noi, superare un lungo periodo di scon-
diversamente abili, con cui abbiamo aiutare gli altri e partecipare attiva- cosa avrei visto, di che cosa avrei forto e disperazione e a ritrovare la
condiviso storie ed esperienze, mi noi che non riuscivamo a capire
mente nella lotta contro l’ingiustizia potuto imparare, ma ho deciso lo come fa a intendere tanti concetti felicità grazie alle compagne, che
hanno fatto percepire un aspetto e l’indifferenza. stesso di intraprendere questa l’hanno fatta sentire a casa e le han-
che più di ogni altro mi ha colpito: astratti, come il bello, il brutto,
Carolina S. esperienza. Inizialmente ero un come i colori. È stata un’espe- no fatto capire il valore della vita.
la forza e la serenità con cui hanno Inutile provare a descrivere il nostro
po’ spaventata, pensavo che queste rienza veramente molto interessan-
affrontato ed affrontano la vita. La stupore nel vedere una persona
realtà, così distanti dalla mia, te, che ci ha presentato delle situa-
forza di rimanere su una sedia a cieca tessere un tappeto al telaio, dei
rotelle, la forza di comunicare solo PICCOLA CASA, avrebbero potuto in qualche modo zioni che magari non avremmo
UN LUOGO DI SPERANZA sconvolgermi, ma finché non “toc- cerebrolesi lavorare la lana cotta e
con una mano, di raccontare la pro- neanche immaginato. Penso che,
chi con mano”, non puoi capire. dipingere “un capolavoro” (come
pria vita a degli estranei, la forza di Il viaggio a Torino è stato un’espe- in ogni modo, anche se tanti ricor-
Mi ha colpito moltissimo il uno di loro l’aveva definito). Ma la
ritrovare una dignità perduta e rienza forte; ho scoperto quanto in di potranno svanire, alla fine reste-
AL PRIMO POSTO “clima” che abbiamo trovato in cosa che più ci ha sorpresi è stata la
rimettersi in discussione. Ciò che ogni realtà, anche quelle di città rà qualcosa di importante dentro curiosità e la voglia di vivere di una
LA PERSONA! questi posti, le persone, seppur
noi giovani dovremmo imparare da moderne e ricche come Torino (e ognuno di noi che abbiamo avuto donna cieca, muta e sorda dalla na-
queste “fonti d’energia vitale” è Al Cottolengo la cosa che mi ha più penso Trieste e tante altre città ita- malate o comunque con grossi la fortuna di confrontarci con que-
problemi alle spalle, sono felici. scita, capace di capire la tua statura
come apprezzare le cose semplici, colpita è il modo con il quale i volon- liane), ci siano problemi ormai ste diverse realtà. Spero che altri e il tuo sesso stringendoti la mano,
quelle naturali, la bellezza di un sor- tari, le suore e i “fratelli” si rapporta- radicati, di cui la maggior parte Queste comunità, dove possono ragazzi e ragazze come me possano di sentire i colori con i polpastrelli,
riso, la spontaneità di una risata, la no con gli ospiti della Casa: mettono della gente non si occupa. È valsa la vivere assieme, confrontarsi con vivere le stesse esperienze, perché di percepire il calore di un sorriso
profondità di uno sguardo. Il mon- sempre al primo posto la persona che pena di avvicinarci a tali problemi, altri che hanno gli stessi problemi, se non “tocchi con mano” non attraverso le pieghe del volto.
do che ci circonda, così frenetico e si trovano davanti e non i suoi proble- conosciuti, ma mai incontrati in li aiutano a sentirsi bene, sentirsi puoi nemmeno pensare che esista-
caotico, ci distoglie dai problemi di maniera così evidente, e poi insie- accettati, dove i pregiudizi del Elisa G.
mi. La Piccola Casa è un posto dove no certe realtà che sono lontane
altre persone (che potrebbero essere le persone, che a noi possono sem- me, conoscere le tante persone che mondo esterno non esistono. Io mi anni luce dal nostro vissuto quoti-
anche nostri), offrendoci una visio- brare le più sfortunate, sono in real- volontariamente cercano di risol- aspettavo di trovare una specie di diano di adolescenti “normali” e
ne limpida e felice per una vita per- tà le più felici, perché hanno risco- verli. Durante la settimana trascor- ospedale, tanti letti uno vicino “fortunati”.
fetta, composta di persone perfette, perto, nell’amore e nell’affetto di chi sa in Torino, infatti, non abbiamo all’altro, dove queste persone veni- Barbara B.
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GRANDE GIOIA PER LA PICCOLA CASA: Gli amici che ci hanno lasciato
TRE NUOVI SACERDOTI COTTOLENGHINI!
Mons. Callist Soosa Pakiam,
Arcivescovo di Trivandrum
(Kerala, India), CELESTINA PROVERA Mamma Celestina
giovedì 2 settembre 2010, ved. PROVERA
nella chiesa della parrocchia di n. 25.11.1919 - m. 30.08.2010
Sant’Andrea a Karumkulam (Kerala) La redazione di “Incontri”
Vieni,
ha ordinato sacerdoti
BENNY FRANCIS,
anima benedetta e santa, partecipa al dolore
JOBIN ANTONY KOIMMAKKADU entra di don Roberto.
e XAVIER VARGHESE. nella gioia del tuo Signore
DEO GRATIAS