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Convegno

“Il corretto uso degli integratori


nello sport agonistico”

Bari, 19.09.2009

Aspetti psicologici per una corretta integrazione

Francesco Fischetti

Corso di Laurea in Scienze delle Attività Motorie e Sportive


Università degli Studi di Bari

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Aspetti psicologici per una corretta integrazione
Francesco Fischetti

La regolazione del comportamento alimentare può essere


condotta in termini di sistemi di controllo.

L’attività fisica può essere un sistema di amplificazione e di


attivazione per i meccanismi endocrini e metabolici, che
attivano la regolazione dell’assunzione del cibo e
regolazione del peso.

L’attività fisica ha un grosso effetto sul sistema ormonale, con


aumento della produzione di steroidisessuali, glucagone,
insulina,GH, prolattina e cortisolo, e attivazione
ipotalamica.

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Francesco Fischetti

È provato che l’alterazione di parti dell’ipotalamo(lesioni


laterali etc.) hanno un effetto sulla regolazione della fame
e la presenza con la regolazione del neuropeptide Y (NPY)
e delle anfetamine e dopamina.

Infatti l’attività fisica di endurance produce un abbassamento


dei livelli di catecolamine con conseguente aumento delle
endorfine e conseguente senso di benessere e sazietà.

L’attività di endurance aumenta le endorfine con conseguente


diminuzione del cortisolo e delle catecolamine e riduzione
della fame ma aumentata sete.

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Il ruolo della Motivazione e delle Emozioni

Effetti dell’attività fisica motivanti la pratica


 Fattori motivanti fisici
 Aumento dell’auto-stima
 Aumento dei rapporti sociali
 Diminuzione del peso, migliormento della fitness
 Regolazione dell’appetito

Effetti delle emozioni nella pratica sportiva:


Valutazione degli eventi (appraisal)
Strategie di fronteggiamento dell’evento (coping)
(autoefficacia – controllo)
Attivazione (arousal) ADEGUATA – INADEGUATA (vedi ansia)

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L’anoressia è legata ad emozioni di paura innescando il


circuito “prestazione” “controllo efficacia” “attivazione”
“ansia”
ESATTAMENTE COME NELLO SPORT

DIETRO L’USO DI INTEGRATORI PUO’ NASCONDERSI UN


SINTOMO DI ANSIA ECCESSIVA ED OSSESSIVITA’

Infatti esiste un motto in uso nei paesi anglossassoni:


Sport in pediatria tra benessere ed ossessione

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ANORESSIA ATLETICA
Gli atleti con un corpo meno “pesante” hanno un indubbio vantaggio sugli
avversari.

Il peso corporeo basso viene ricercato per questioni di performance sportiva


e il suo mantenimento può portare a scompensi, nella speranza di rimanere
in una categoria di peso specifica, o peggio, per contenere i danni di
“abbuffate fuori programma”.

Al pari di pazienti anoressiche, moltissimi atleti maschi e femmine,


restringono l’apporto calorico, o vanno in sovrallenamento (allenandosi oltre
le possibilità offerte dalla condizione fisica del momento) per mantenere
basso il peso corporeo e limitare gli accumuli di tessuto adiposo.

Secondo alcune ricerche della rivista “Nutrition”, molte anomalie endocrine e


quindi alcuni conseguenti disturbi del metabolismo, sarebbero il risultato di
restrizioni alimentari (leggi, digiuni da “asceta”) protratti per molti mesi
durante l’anno.

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Nelle donne questa problematica viene chiamata “la triade delle atlete”. Si
tratta di una condizione sempre più frequente nelle giovani atlete,
caratterizzata da amenorrea, disturbi alimentari di vario tipo (digiuni, abuso di
lassativi e vomito autoindotto) ed osteoporosi (rarefazione ossea dovuta a
decalcificazione e mobilizzazione dei sali di calcio).

Questa condizione si verifica più di frequente in quelli sport che enfatizzano


la magrezza e l’estetica.

Genitori, personale atletico e medici dovrebbero essere informati dei rischi,


quali ritardi nelle tappe di maturazione e statura ridotta rispetto alle proprie
coetanee, che allenamenti intensivi, soprattutto se praticati in giovane età,
possono portare alle atlete.

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La “triade dell’atleta”: amenorrea, osteoporosi e


disturbi dell’alimentazione.
La letteratura scientifica indica la pratica sportiva come uno dei fattori che
aumentano la probabilità (fattori di rischio) di sviluppare DA. Infatti, alcuni
studi indicano che la pratica sportiva si associa a tassi di incidenza maggiori
che nella popolazione generale.

Inoltre, molti studi documentano una maggiore prevalenza di comportamenti


alimentari variamente disturbati (p.e. l’adozione di diete ipocaloriche
eccessivamente rigide, le fluttuazioni cicliche di peso, etc) fra gli sportivi

I risultati di due studi (Lombardo ed altri, 2002) hanno evidenziato quali gli
aspetti della pratica sportiva possono favorire o ostacolare lo sviluppo di DA.

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La tipologia di sport praticato (sport estetici vs non estetici, intendendo


sport estetici quelle discipline nelle quali la prestazione è il risultato di
una valutazione da parte di giudici di gara) e il livello agonistico della
pratica sportiva

Già in bambini di età scolare (8-12 anni) la pratica sportiva amatoriale


di discipline cosiddette estetiche si associa a uno dei principali fattori di
rischio per lo sviluppo di disturbi del comportamento alimentare:
l’insoddisfazione corporea.

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