ISBN 978-88-6185-614-1
www.ilfiloedizioni.it
Il Profeta
li F i l o
al-Mu s.afà, t .l’eletto e l’amato, lui che fu un’alba nel suo giorno, dodici anni
aveva atteso nella città di Orphalese che la sua nave tornasse per ricondurlo
nell’isola della sua nascita. E nel dodicesimo anno, nel settimo giorno di
Àylūl, il mese delle messi, salì sulla collina fuori le mura della città e guardò
il mare; e vide giungere la sua nave insieme alla nebbia.
Allora d’improvviso gli si spalancarono le porte del cuore e la sua gioia volò
lontano sulle onde. Chiuse gli occhi e pregò nei silenzi della sua anima.
Lunghi sono stati per me i giorni di pena vissuti tra le sue mura, lunghe le
notti di solitudine; ma chi può lasciare le sue pene e la sua solitudine senza
rimpianto?
Troppi frammenti del mio spirito ho disseminato in queste vie, e troppi sono i
figli del mio anelito che vagano nudi tra queste col ine, e io non posso
abbandonarli senza un peso né un dolore. Non è un abito di cui oggi mi
svesto, ma una pel e che lacero con le mie stesse mani. Non è un pensiero che
lascio dietro di me, ma un cuore dolce di fame e di sete.
Eppure, non posso trattenermi più a lungo. Il mare che chiama a sé ogni cosa
oggi pronuncia il mio nome, e io devo imbarcarmi. Restare, sebbene brucino
le ore nel a notte, vorrebbe dire farsi ghiaccio e cristal o, rimanere prigioniero
in una forma.
Non può una voce recare con sé la lingua e le labbra che le diedero ali. Da
sola dovrà cercare l’etere.
Così, quando giunse ai piedi della collina, si volse ancora verso il mare, e
vide la sua nave avvicinarsi al porto, e sulla prua scorse i marinai, gli uomini
della sua terra.
E la sua anima gridò forte ed egli disse: Figli della mia antica madre, voi
cavalieri delle maree,
Quanto spesso avete veleggiato nei miei sogni! E ora approdate al mio
risveglio, che è il mio sogno più profondo.
E cosa darò in cambio a chi ha lasciato il suo aratro a metà del solco o a chi
ha fermato la ruota del suo torchio?
Potrà il mio cuore farsi albero carico di frutti che io possa cogliere e donare?
Un cercatore di silenzi sono io, e quale tesoro ho mai scoperto nei silenzi da
poterlo dispensare agli altri con fiducia?
Se è proprio questa l’ora di sollevare la lanterna, non sarà mia la fiamma che
vi brucerà dentro. 10
Tutto questo egli disse in parole. Ma molto di non detto restò nel suo cuore.
Perché egli stesso non poteva esprimere il suo segreto più profondo. E
quando entrò nel a città, tutta la gente gli venne incontro e lo acclamò con
una voce sola. E gli anziani del a città si fecero avanti e dissero:Non lasciarci,
non ancora. Sei stato un sole alto nel nostro tramonto, e la tua giovinezza ci
ha donato sogni da sognare. Non sei straniero in mezzo a noi, né un ospite,
ma nostro figlio e il nostro beneamato. Non permettere ancora che i nostri
occhi abbiano fame del tuo viso. E i sacerdoti e le sacerdotesse gli dissero:
Non lasciare che ci separino ora le onde del mare e che gli anni trascorsi in
mezzo a noi diventino solo un ricordo. Hai camminato come uno spirito fra
noi, e la tua ombra è stata luce sui nostri volti. Molto ti abbiamo amato. Ma è
stato senza parole il nostro amore, e coperto di veli. 11
E là dal santuario uscì una donna il cui nome era al-Mi t.rā. Ed era una
veggente. Ed egli la guardò con tenerezza infinita, perché era stata lei la
prima a cercarlo e a credere in lui fin dal giorno del suo arrivo nel a loro città.
Ed el a lo salutò, dicendo:
12
Sui nostri giorni hai vegliato in solitudine, e nella veglia hai ascoltato il
pianto e il riso del nostro sonno. Ora dunque aprici a noi stessi, e rivelaci
tutto quel o che a te è stato mostrato su ciò che esiste tra il nascere e il morire.
Ed egli rispose:
Ed egli sol evò il capo e alzò gli occhi sul a fol a, e su tutti d’improvviso
scese un gran silenzio. Al ora a gran voce rispose: Quando l’amore vi chiama,
seguitelo,
Anche se le sue vie sono dure e scoscese. E quando le sue ali vi avvolgono,
abbandonatevi a lui, Anche se la lama, nascosta tra le sue piume, vi può
ferire.
13
Anche se la sua voce può mandare in frantumi i vostri sogni, come il vento
del nord devasta il giardino.
fin dove più a fondo si aggrappano alla terra. Come fasci di grano, vi
raccoglierà.
siate il pane consacrato alla sacra mensa di Dio. Tutto questo deve compiere
in voi l’amore, affinché conosciate i segreti del vostro cuore e, conoscendoli,
diventiate un frammento del cuore della Vita.
Allora sarà meglio per voi coprire le vostre nudità e lasciare l’aia dell’amore,
14
Per il mondo senza stagioni dove riderete, ma non tutto il vostro riso, e
piangerete, ma non tutto il vostro pianto. L’amore non dà nul a al ’infuori di
se stesso e non prende nul a se non da sé.
Quando amate, non dovreste dire: «Dio è nel mio cuore», ma piuttosto: «Io
sono nel cuore di Dio».
E sanguinare di buon grado, e con gioia; Destarvi al ’alba con le ali al cuore e
rendere grazie per un altro giorno d’amore;
15
Ma che vi siano spazi nella vostra unione, E che i venti dei cieli danzino in
mezzo a voi. Amatevi l’un l’altro, ma non fate dell’amore un’angusta
prigione:
Vi sia piuttosto un mare ondoso tra le due sponde delle vostre anime.
Ognuno dia al ’altro del proprio pane, ma non mangiate dal o stesso pane.
16
Cantate e danzate insieme e siate al egri, ma che ognuno di voi sia solo,
Come sole sono le corde del liuto, anche se vibrano insieme della stessa
musica.
Ed egli rispose:
Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi, E benché vivano con voi,
ciononostante non vi appartengono.
17
Perché le loro anime abitano la casa del domani, che neppure in sogno voi
potrete visitare. Potrete cercare di essere simili a loro, ma non cercate di
renderli simili a voi,
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell’Arciere; Poiché Egli, come ama la
freccia che vola, così
Ed egli rispose:
Donate ben poco, se donate le vostre ricchezze. È quando date voi stessi che
donate veramente. Poiché cosa sono le vostre ricchezze se non 18
E domani, che cosa porterà il domani al cane troppo previdente che, senza
lasciare alcuna traccia, sotterra gli ossi nella sabbia mentre segue i pellegrini
alla città santa?
Non è forse sete inestinguibile il terrore della sete quando il vostro pozzo è
colmo?
Ci sono quelli che danno poco del molto che possiedono, e lo danno per
essere ricambiati, e quel segreto desiderio corrompe i loro doni. E ci sono
quelli che hanno poco e donano tutto.
Essi hanno fede nel a vita e nel a sua generosità e il loro scrigno non sarà mai
vuoto. Ci sono quel i che danno con gioia, e quel a gioia è la loro ricompensa.
Ci sono quel i che danno con rimpianto, e quel rimpianto è il loro battesimo.
E ci sono quel i che danno senza rimpianto né gioia, senza curarsi in alcun
modo del merito; Donano, questi, come il mirto che sparge nel ’aria, laggiù
nel a val e, il suo profumo. Attraverso le mani di quel i come loro Dio 19
parla e da dietro i loro occhi sorride al a terra. È bene dare quando ci viene
chiesto, ma è
meglio comprendere e dare senza che vi sia richiesta alcuna; E, per chi è
generoso, cercare chi riceverà il suo dono è gioia ancor più grande del dare. E
quale ricchezza mai vorreste trattenere?
Tutto quanto possedete un giorno sarà dato; Perciò date adesso, affinché la
stagione del donare sia vostra e non dei vostri eredi. Voi dite spesso: «Vorrei
dare, ma soltanto a chi merita».
Gli alberi del vostro frutteto non dicono questo, e neppure le greggi del
vostro pascolo. Essi danno per vivere, perché tenere per sé
è morire.
E chi è degno di bere all’oceano della vita, merita certo di riempire la sua
coppa al vostro piccolo ruscello.
E quale deserto sarà grande quanto il coraggio, la fiducia, anzi, la carità che
sta nel ricevere?
E chi siete voi perché gli uomini debbano mostrarvi il cuore, e togliere il velo
al proprio orgo20
glio, così che possiate vedere il loro nudo valore e la loro improfanabile
fierezza?
Siate prima voi stessi degni di essere allo stesso tempo colui che dà e
strumento del dare. Perché in verità è la vita che dà alla vita, mentre voi, che
vi credete donatori, non siete che testimoni. E voi che ricevete – perché tutti
ricevete – non lasciate che la gratitudine vi opprima, altrimenti imporrete un
giogo tra voi e chi vi ha donato. Libratevi in volo, invece, insieme al
donatore, e siano ali i suoi doni;
Perché preoccuparvi troppo del vostro debito è dubitare della sua generosità,
che ha per madre la prodiga terra e per padre Dio.
Alora un vecchio che aveva un’osteria disse: Parlaci del Mangiare e del Bere.
Ed egli rispose:
Magari voi poteste vivere del profumo della terra, e trovare nutrimento dalla
luce come una pianta che palpita nell’aria!
«Anch’io sono una vigna, e anche i miei frutti saranno colti per il torchio, E
come vino nuovo sarò io stesso custodito in vasi eterni».
E in inverno, quando spil erete il vino, intonate dentro di voi un canto per
ogni coppa; 22
E in quel canto vi sia il ricordo dei giorni d’autunno, del a vigna e del torchio.
Ed egli rispose:
Voi lavorate per tenere il passo con la terra e con l’anima della terra.
Perché oziare è diventare estranei alle stagioni e uscire dal corteo della vita,
che con maestà e con fiera sottomissione avanza verso l’infinito. Quando
lavorate, siete un flauto che attraverso il suo cuore trasforma in musica il
mormorio delle ore.
Chi di voi vorrebbe essere una canna muta e silente, mentre tutte le altre
cantano insieme all’unisono?
Ma io vi dico che, quando lavorate, voi realizzate una parte del sogno più
remoto del a terra, quel a che vi fu assegnata in sorte quando quel sogno
stesso ebbe origine,
essere tutt’uno con il suo segreto più profondo. Ma se nel vostro dolore
chiamate disgrazia il giorno in cui nasceste e condanna scritta sul a vostra
fronte il dover mantenere la vostra carne, al ora io vi rispondo che soltanto il
sudore del a vostra fronte laverà via quel a scritta. Vi è stato detto anche che
la vita è tenebra e, nella vostra stanchezza, voi ripetete le parole di quegli
uomini stanchi.
E io vi dico che la vita è davvero tenebra solo se non vi è slancio,
È tessere un abito con i fili del cuore, come se dovesse indossarlo, proprio
quel vestito, la persona che amate. È costruire una casa con dedizione, come
se chi amate dovesse lui andarvi ad abitare. È spargere i semi con tenerezza e
mietere il raccolto con gioia, come se chi amate dovesse lui mangiarne il
frutto.
24
È sapere che tutte le anime benedette dei defunti vi stanno accanto e vegliano
su di voi. Spesso vi ho udito dire, come parlando nel sonno:
«Chi scolpisce il marmo e ritrova nel a pietra la forma del a sua anima è più
nobile di chi ara la terra.
lucida veglia meridiana – che il vento parla con la stessa dolcezza al e querce
gigantesche come al più minuscolo dei fili d’erba.
E che è grande soltanto chi trasforma la voce del vento in un canto reso più
dolce dal suo stesso amore.
Se non riuscite a lavorare con amore ma solo con riluttanza, sarà meglio per
voi lasciare il vostro lavoro e sedere al a porta del tempio a ricevere
l’elemosina da chi invece lavora con gioia.
renza, avrete un pane amaro che sazierà solo a metà la fame del ’uomo.
E, se spremete l’uva con odio, il vostro odio distil erà veleno nel vino.
Ed egli rispose:
Quanto più a fondo scava il dolore nel vostro essere, tanta più gioia potrete
contenere. La coppa che contiene il vostro vino non è
forse la stessa coppa che è stata cotta nel forno del vasaio?
E non è forse il liuto che rasserena il vostro spirito il legno stesso scavato dai
vostri coltelli? Quando siete felici, guardate in fondo al vostro cuore e vedrete
che è solo ciò che vi ha procurato dolore a darvi ora gioia.
tro di voi e scoprirete in verità di piangere per quel o che è stato il vostro
godimento. Alcuni di voi dicono: «La gioia è più grande del dolore», altri
dicono: «No, il dolore è più grande». Ma io vi dico che sono inseparabili.
In verità, voi oscillate tra gioia e dolore come i piatti di una bilancia.
Soltanto se vuoti, siete fermi e in equilibrio. Ma quando il tesoriere vi alzerà
per pesare il suo oro e il suo argento, allora per forza la vostra gioia e il
vostro dolore dovranno sollevarsi o ricadere. Allora si fece avanti un
muratore e disse: Parlaci delle Case.
Ed egli rispose:
La vostra casa è il vostro corpo più grande. Essa cresce nel sole e dorme nella
quiete della 27
notte; e non è priva di sogni. Non sogna forse la vostra casa? E sognando non
lascia forse la città
Vorrei poter raccogliere nella mia mano le vostre case, e come un seminatore
spargerle per i prati e le foreste.
Vorrei fossero valli le vostre strade e verdi sentieri i vostri vicoli, perché
possiate cercarvi l’un l’altro tra le vigne e incontrarvi con i vestiti pregni del
profumo della terra.
Nella loro paura, i vostri antenati vi hanno riuniti troppo vicini gli uni agli
altri. E quella paura in voi durerà ancora a lungo. E ancora le mura della
vostra città separeranno dai campi i vostri focolari.
E ditemi, gente di Orphalese, che cosa avete in queste vostre case? Che cosa
custodite mai dietro le porte sbarrate?
Forse la pace? Il calmo impeto che rivela la vostra forza?
Forse i ricordi? Gli archi di pallida luce che si stendono tra le vette della
mente?
28
alte aspirazioni.
di ferro.
Vi culla per farvi addormentare, solo per restare accanto al vostro letto e
prendersi gioco della dignità della carne. Deride i vostri sensi intatti e li
depone nell’ovatta come fragili vasi. In verità, l’avidità di ricchezza uccide la
passione dell’anima, e poi ghignando ne segue il funerale. Ma voi, figli dello
spazio, inquieti nel riposo, non sarete intrappolati né domati.
29
Non abiterete in tombe costruite dai morti per i vivi.
Ed egli rispose:
I vestiti coprono gran parte della vostra bellezza, eppure non nascondono ciò
che non è bello in voi. E benché cerchiate nei vestiti un’intima libertà,
potreste trovare in essi briglie e catene. Vorrei che voi incontraste il sole e il
vento più
con la pelle e meno con le vostre vesti, Perché il soffio della vita è nella luce
del sole, e la mano della vita è nel vento.
Alcuni di voi dicono: «È il vento del nord che ha tessuto gli abiti che
indossiamo».
Non dimenticate che il pudore è uno scudo contro lo sguardo del ’impuro.
Ma quando l’impuro sparirà, cosa mai sarà il pudore se non un vincolo che
incatena la vostra mente?
E non dimenticate che la terra ama sentire i vostri piedi nudi e che al vento
piace giocare con i vostri capel i.
E un mercante disse:
Parlaci del Comprare e del Vendere.
Ed egli rispose:
Quando voi, lavoratori del mare, dei campi e delle vigne, incontrerete nella
piazza del mercato i tessitori, i vasai e gli speziali,
31
«Venite nei campi con noi o andate con i nostri fratelli a gettare le reti in
mare; Perché la terra e il mare saranno generosi con voi come lo sono con
noi».
Ed egli rispose:
32
È quando il vostro spirito va errando nel vento, Che voi, soli e indifesi,
commettete ingiustizia verso gli altri e quindi verso voi stessi. E per il torto
commesso dovrete bussare e, inascoltati, restare ad attendere al a porta dei
beati. Come l’oceano è il vostro Io divino;
E come l’etere sol eva solo gli esseri alati. Come il sole è il vostro Io divino;
Non conosce le cieche gal erie del a talpa né va in cerca dei serpenti nel e
loro tane.
Spesso vi ho udito parlare di chi commette un torto come se non fosse uno di
voi, ma un estraneo e un intruso nel vostro mondo. 33
Così anche il debole e il malvagio non possono cadere più in basso di quanto
in voi vi è
di più basso.
E come una singola foglia non ingial isce senza la muta consapevolezza del
’intera pianta, Così chi commette un errore non può farlo senza il tacito
consenso di voi tutti.
E quando uno di voi cade, cade per quel i dietro di lui, avvertendoli del
’intralcio. Sì, ma cade pure per quel i davanti a lui, che, più rapidi e più sicuri
nel passo, tuttavia non rimossero l’ostacolo.
E vi dirò di più, benché la mia parola possa gravare pesante sui vostri cuori:
Perché essi sono uniti insieme al cospetto del sole, come insieme sono
intrecciati il filo bianco e il filo nero.
esaminare la tela per intero e pure il telaio. Se uno di voi volesse portare in
giudizio una moglie infedele,
Pesi sulla bilancia anche il cuore del marito, e ne misuri l’anima col metro.
E chi volesse frustare l’offensore, scruti lo spirito dell’offeso.
E in verità troverà le radici del bene e quelle del male, le feconde e le sterili,
tutte intrecciate assieme nel cuore silenzioso della terra. E voi, giudici, che
pretendete di essere giusti, Quale sentenza pronunciate contro colui che,
anche se onesto nella carne, è ladro nello spirito?
35
Che pena infliggete a chi uccide nella carne ma è lui stesso ucciso nello
spirito?
innocente, né strapparlo dal cuore del colpevole. Inatteso, esso chiamerà nella
notte, affinché
gli uomini si sveglino e scrutino dentro di sé. E voi che vorreste comprendere
la giustizia, come potreste se non esaminando tutti i fatti nella pienezza della
luce?
Solo così saprete che chi è in piedi e chi è caduto sono lo stesso uomo che sta
nel crepuscolo tra la notte del suo Io pigmeo e il giorno del suo Io divino,
E che la pietra angolare del tempio non è
certo più elevata della pietra più bassa delle sue fondamenta.
36
Ed egli rispose:
Come bambini che in riva al ’oceano giocano a costruire con cura castel i di
sabbia e poi ridendo li distruggono. Ma mentre innalzate i vostri castel i di
sabbia, l’oceano trasporta altra sabbia sul a riva, E quando li distruggete
l’oceano ride con voi. L’oceano, in verità, ride sempre con l’innocente. Ma
che dire di quel i per cui la vita non è un oceano e le leggi umane non sono
castel i di sabbia,Ma per i quali la vita è una roccia, e la legge uno scalpel o
con cui vorrebbero scolpirla a immagine di sé?
E del bue che ama il suo giogo e giudica l’alce e il cervo del a foresta esseri
smarriti e vagabondi? E dela vecchia serpe che, non potendo più
E che dire di colui che arriva per primo al banchetto di nozze e satol o e
stanco se ne va, predicando che tutti i banchetti sono trasgressioni e
trasgressori del a legge tutti i convitati?
Ma voi che camminate guardando il sole, quali immagini impresse sulla terra
vi potranno trattenere?
Voi che viaggiate con il vento, quale banderuola guiderà il vostro corso?
Quali leggi temerete mai, se danzerete senza inciampare nelle ferree catene
umane?
38
E un oratore disse:
Ed egli rispose:
Sarete liberi, infatti, non quando i vostri giorni saranno privi di affanni e le
vostre notti trascorreranno senza una pena né un dolore, Ma piuttosto quando
queste cose saranno ben strette alla vostra vita, eppure voi saprete
distaccarvene nudi e senza catene. Ma come potrete levarvi oltre i giorni e le
notti, senza spezzare prima le catene che all’alba della vostra conoscenza
avete stretto intorno all’ora del meriggio?
La legge ingiusta che vorreste abolire è la stessa che di vostro pugno vi siete
scritti sulla fronte. Non potete cancellarla bruciando i libri di diritto né
lavando la fronte ai vostri giudici, neppure se rovesciaste il mare intero su di
loro. E se è un tiranno che volete deporre, badate prima che sia stato distrutto
il suo trono eretto dentro di voi.
Perché, come può un tiranno regnare su uomini liberi e fieri, se non ci fosse
tirannia nella loro libertà e vergogna nella loro fierezza?
In verità, tutto ciò che desiderate o che temete, che vi ripugna o che vi
seduce, che rincorrete o che vorreste fuggire, si agita costantemente nel
vostro essere in un incompiuto abbraccio. 40
Si agita tutto questo dentro di voi come le luci e le ombre che sono
strettamente appaiate le une al e altre.
più grande.
Ma come potrò farlo io, se non riuscite voi stessi a conciliare, anzi ad amare,
ogni vostro elemento?
Perciò la vostra anima esalti la ragione fino al culmine della passione, perché
possa cantare; E guidi la passione con la ragione, affinché la passione possa
vivere ogni giorno la sua risurrezione, e come la fenice rinascere dalle ceneri.
Vorrei che consideraste ragione e desiderio due ospiti ugualmente graditi in
casa vostra. Di certo non avreste riguardi più per l’una che per l’altro, perché,
se riservaste tutte le vostre attenzioni a uno solo dei due, perdereste l’affetto e
la fiducia di entrambi.
Quando sedete tra le colline all’ombra fresca dei bianchi pioppi, godendo la
pace e la serenità
dei campi lontani e dei prati, fate che il vostro cuore vi dica in silenzio: «Dio
riposa nella ragione».E quando la tempesta infuria e il forte vento scuote la
foresta, quando tuoni e lampi proclamano la maestà del cielo, allora fate che
il vostro cuore dica con riverente timore: «Dio agisce nella passione».
E poiché siete un alito nella sfera di Dio e una foglia nella Sua foresta, nella
ragione anche voi riposerete e nella passione anche voi agirete. 42
Ed egli rispose:
Come il nocciolo del frutto deve rompersi perché il suo cuore possa esporsi al
sole, così voi dovete conoscere il dolore.
Poteste voi ogni giorno aprire il cuore alla meraviglia dei miracoli della
vostra vita, il dolore non vi stupirebbe meno della gioia;
Gran parte del vostro dolore l’avete scelto voi.È la pozione amara con cui il
medico che è in voi guarisce il vostro Io malato.
E un uomo disse:
Ed egli rispose:
La sorgente sotterranea della vostra anima dovrà venire alla luce un giorno e
correre mormorando verso il mare; E il tesoro della vostra infinita profondità
dovrà rivelarsi ai vostri occhi. Ma non ci siano bilance a pesare il vostro
ignoto tesoro;
Non dite: «Ho trovato la strada dell’anima». Dite piuttosto: «Ho incontrato
l’anima sulla mia strada».
44
Perché l’anima percorre tutte le strade. L’anima non cammina in linea retta,
né cresce dritta come una canna.
Ed egli rispose:
invece fino al a soglia del a vostra mente. L’astronomo può parlarvi del e sue
nozioni dello spazio, ma non può donarvi le sue conoscenze. Il musicista vi
può cantare la melodia che vibra nel ’universo, ma non può darvi l’orecchio
che coglie il ritmo, né la voce che gli fa eco. E chi è esperto nel a scienza dei
numeri può
descrivervi le regioni dei pesi e del e misure, ma non potrà certo condurvi
laggiù.
za che Dio ha di lui, così ognuno dovrà restare solo nel a sua conoscenza di
Dio e nel suo modo di intendere il mondo.
E un giovane disse:
Ed egli rispose:
I vostri amici sono i vostri bisogni esauditi. Sono il vostro campo che
seminate con amore e che mietete con gratitudine.
Quando un amico vi confida il suo pensiero, non abbiate dentro di voi timore
di dirgli “no”, e non trattenete il vostro “sì”.
46
Perché l’amore che non cerca se non di rivelare il proprio mistero, non è
amore, ma una rete lanciata a caso che pesca solo cose inutili. E offrite
all’amico la parte migliore di voi stessi.
Se egli deve conoscere la vostra bassa marea, che conosca anche l’alta marea
di voi.
Perché è nella rugiada delle piccole cose che il cuore ritrova il suo mattino e
si rigenera. E allora un erudito disse:
Ed egli rispose:
Voi discorrete quando non siete più in pace con i vostri pensieri;
E quando non potete più abitare nella solitudine del vostro cuore, vivete
allora sulle labbra, e le parole sono uno svago e un passatempo. 47
Vi sono tra voi quelli che cercano le persone loquaci per paura di restare soli.
Il silenzio della solitudine rivela le nude identità del loro essere da cui
rifuggono. E vi sono quelli che senza alcuna consapevolezza o cognizione
parlano di verità che neanche comprendono.
Quando per la strada o nella piazza del mercato incontrate un amico, lasciate
che sia lo spirito a muovervi le labbra e a guidarvi la lingua. Lasciate che la
voce della vostra voce parli all’orecchio del suo orecchio; Perché la sua
anima custodirà la verità del vostro cuore come un vino di cui si ricorda il
sapore, Anche quando si è dimenticato il suo colore, e la coppa è ormai
perduta.
48
E un astronomo chiese:
Ed egli rispose:
Del tempo vorreste fare un ruscello sulle cui rive sedere e guardarlo scorrere.
Ma ciò che è eterno in voi sa che la vita è senza tempo, E sa che ieri non è
che il ricordo di oggi, e di oggi è sogno il domani.
E ciò che è canto e contemplazione in voi ancora dimora in quel primo istante
in cui le stelle furono scagliate nello spazio.
Chi tra voi non sente che la sua forza di amare non ha limiti?
Eppure, chi non sente che questo stesso amore, sebbene illimitato, è
racchiuso nel centro del suo essere, e non si muove da un pensiero d’amore a
un altro, né da un atto d’amore a un altro?
surare il tempo in stagioni, fate allora che ciascuna stagione comprenda tutte
le altre, E che il presente abbracci il passato con il ricordo e il futuro con
l’attesa. E uno degli anziani della città disse:
Ed egli rispose:
In verità, quando il bene è affamato cerca il cibo anche nelle caverne oscure,
e quando è assetato beve anche acque putride. Voi siete buoni quando siete in
armonia con voi stessi.
Ma anche quando non siete in armonia con voi stessi, non siete per questo
cattivi. Perché una casa divisa non è un covo di ladri, è soltanto una casa
divisa.
E una nave senza timone può vagare senza meta tra isole perigliose senza
naufragare. Siete buoni quando vi sforzate di dare qualcosa di voi stessi. Ma
non siete cattivi quando cercate un guadagno per voi. 50
Perché, quando vi adoperate per un guadagno, non siete che una radice che si
aggrappa alla terra e succhia al suo seno.
Certo, il frutto non può dire alla radice: «Sii come me, matura e piena e
sempre generosa nella tua ricchezza».
come è una necessità per la radice ricevere. Voi siete buoni quando avete
coscienza piena di ciò che dite.
Ma non siete cattivi quando nel sonno la vostra lingua parla a sproposito. E
anche un discorso confuso può dare forza a una debole lingua.
Siete buoni quando andate dritti alla meta, sicuri e con passo deciso. Ma non
siete cattivi se ci andate zoppicando. Anche chi zoppica va avanti.
Ma voi, che siete forti e veloci, badate di non zoppicare davanti allo zoppo
credendo di usargli cortesia.
Voi siete buoni in mille modi diversi, ma non siete cattivi quando non siete
buoni,
Siete soltanto pigri e indolenti.
51
Nel desiderio di essere il gigante che è in voi risiede la vostra bontà: e questo
desiderio è di tutti.Ma in alcuni esso è un torrente che scende a precipizio
verso il mare, trascinando con sé i segreti dei pendii e i canti della foresta. In
altri è una placida corrente che si perde in anse e curve, e indugia a lungo
prima di raggiungere la costa. Ma chi nutre tanti desideri non dica a chi ne ha
pochi: «Perché sei così lento e incerto?». Chi è davvero buono, infatti, non
chiede a chi è nudo: «Dov’è il tuo vestito?», né a chi è senza tetto: «Cos’è
accaduto alla tua casa?». Allora una sacerdotessa disse:
Ed egli rispose:
vi invita alla preghiera, sappiate che pregando, perfino tra le lacrime, potreste
arrivare a sorridere.Quando pregate, vi innalzate a incontrare nell’aria coloro
che pregano nel medesimo istante, e che mai, se non nella preghiera, potreste
incontrare. Perciò la vostra visita a quel tempio invisibile non abbia altro
scopo se non estasi e dolce comunione. Perché se entrate nel tempio solo per
chiedere, allora non riceverete; E se vi entrate per umiliarvi, non sarete
innalzati; E perfino se vi entrerete per implorare il bene degli altri, non sarete
ascoltati.
E sufficiente che voi entriate nel tempio invisibile. Io non posso insegnarvi
come pregare con le parole.
Dio non ascolta le vostre parole, se non le pronuncia Egli stesso attraverso le
vostre labbra. E non posso insegnarvi la preghiera dei mari, delle foreste e
delle montagne.
Ma voi, che siete figli delle montagne, delle foreste e dei mari, potrete
scoprire la loro preghiera nel vostro cuore. 53
«Dio nostro, che sei il nostro Io alato, è la Tua volontà dentro di noi che
vuole.
È il Tuo desiderio in noi che desidera. È il Tuo potere che è dentro di noi a
trasformare le nostre notti, che sono le Tue notti, nei nostri giorni, che sono i
Tuoi giorni.
Non c’è nulla che dobbiamo chiedere a Te, perché conosci i nostri bisogni
prima ancora che nascano in noi:
Il nostro bisogno sei Tu; e nel farci dono ogni giorno di più di Te stesso, ci
dai tutto». Allora un eremita, che visitava la città una volta l’anno, si fece
avanti e disse:
Ed egli rispose:
Ma non è la libertà.
Sì, invero il piacere è un canto di libertà. E vorrei che lo intonaste con tutto il
cuore, 54
Alcuni dei vostri giovani ricercano il piacere come se fosse tutto, e per questo
sono giudicati e biasimati.
Sette sono i fratelli del piacere e il minore di essi è più bello di lui.
E alcuni dei vostri anziani ricordano con rimorso i piaceri come errori
commessi nell’ebbrezza. Ma il rimorso è la nebbia della mente e non il suo
castigo.
Essi dovrebbero invece ricordarsi dei loro piaceri con riconoscenza, come il
raccolto di un’estate.
E, nel a loro paura di cercare e ricordare, si negano ogni piacere per timore di
non curare o di offendere lo spirito.
Pensate forse che lo spirito sia come uno stagno immobile, che potete agitare
con un bastone?
Spesso, negandovi al piacere, non fate che accumulare il desiderio nei recessi
del vostro essere. E chi può dire che domani non ci sia ad attendervi ciò che
oggi credevate di avere accantonato?
Anche il vostro corpo conosce i suoi diritti e i suoi giusti bisogni, e non si
lascerà ingannare. Il vostro corpo è l’arpa del ’anima,
56
Andate nei campi e nei vostri giardini, e imparerete che il piacere del ’ape è
ricavare il miele dal fiore,
Perché per l’ape il fiore è fonte di vita, E per il fiore l’ape è un messaggero
d’amore, E per entrambi, per l’ape e per il fiore, dare e ricevere piacere è
insieme estasi e bisogno. Gente di Orphalese, siate nei vostri piaceri come i
fiori e le api.
E un poeta disse:
Ed egli rispose:
Dove cercherete la bel ezza e come riuscirete a trovarla, se non sarà essa
stessa per voi sentiero e guida?
E come potrete mai parlarne, se non sarà lei stessa la tessitrice del vostro
discorso?
benevola e gentile.
Come una giovane madre cammina in mezzo a noi quasi abbagliata dal suo
stesso splendore». 57
Gli stanchi e gli annoiati dicono: «La bellezza è un debole sussurro che parla
dentro il nostro spirito.
La sua voce cede il posto ai nostri silenzi, come una fioca luce che trema
intimorita dall’ombra». Ma chi è inquieto invece dice: «L’abbiamo sentita
urlare tra le montagne,
Di notte le guardie della città dicono: «La bellezza sorgerà con l’alba da
oriente». E dicono, nel meriggio, i lavoranti e i viandanti: «L’abbiamo vista
affacciarsi sulla terra dalle finestre del tramonto».
Ed egli rispose:
Chi mai può separare la sua fede dal e sue azioni, o il suo credo dal e sue
occupazioni?
Chi può disporre dinanzi a sé le ore, dicendo:
«Questa per Dio e questa per me; questa per l’anima e questa per il corpo»?
Ogni ora è un battito d’ali nel o spazio dal ’uno al ’altro Io di voi stessi.
Chi indossa la propria moralità come se fosse il suo abito migliore, farebbe
meglio a restare nudo. Il vento e il sole non scalfiranno la sua pel e. E quel i
che condizionano la propria condotta con l’etica, imprigionano in gabbia
insieme agli uccel i anche il loro canto. Il canto più libero non passa tra reti e
sbarre. E colui per il quale l’adorazione è come una finestra da aprire e
chiudere a piacimento, non ha ancora visitato la casa del a sua anima, le cui
finestre sono spalancate dal ’alba al ’alba. La vostra vita di ogni giorno è il
vostro tempio e la vostra religione.
Ogni volta che vi entrate, portate con voi tutto il vostro essere.
60
Portate l’aratro e la fucina, il martel o e il liuto, Le cose che avete forgiato per
bisogno oppure per diletto. Perché anche nell’immaginazione non potete
elevarvi sopra i vostri successi, né cadere più in basso dei vostri fallimenti.
E portate con voi anche tutti gli uomini: Perché nell’adorazione non potete
volare più
in alto delle loro speranze, né precipitare più in basso della loro disperazione.
E se volete conoscere Dio, non siate per questo dei solutori di enigmi.
Guardatevi intorno, piuttosto, e Lo vedrete giocare con i vostri bambini.
Lo vedrete sorridere tra i fiori, poi levarsi e salutarvi con la mano tra le
fronde degli alberi. Allora al-Mi rā parlò, dicendo:
t.
Ora vorremmo chiederti della Morte.
Ed egli rispose:
61
Il gufo, i cui occhi notturni sono ciechi al giorno, non può svelare il mistero
della luce. Se davvero volete contemplare lo spirito della morte, aprite il
vostro cuore al corpo della vita. Perché la vita e la morte sono una cosa sola,
come una cosa sola sono il fiume e il mare. Nel profondo delle vostre
speranze e dei vostri desideri vive la muta conoscenza dell’aldilà; E, come
fanno i semi sotto la neve, così il vostro cuore sogna la primavera. Credete ai
sogni, perché in loro si nasconde la porta dell’eternità.
La vostra paura di morire non è che il tremito del pastore al cospetto del re,
prima che questi gli posi la mano sul capo in segno d’onore. Nella sua
trepidazione, non è forse felice il pastore perché recherà per sempre su di sé
quell’impronta regale?
Perché cos’è morire, se non restare nudi nel vento e disciogliersi nel sole?
E che cos’è smettere di respirare, se non liberare il respiro dalle sue insonni
maree perché
62
Solo quando berrete al fiume del silenzio, voi potrete cantare per davvero.
E quando avrete raggiunto la vetta del monte, solo allora comincerete a salire.
E quando la terra pretenderà le vostre spoglie, allora soltanto danzerete
veramente.
E al-Mi rā, la v
t.
eggente, disse:
Sia benedetto questo giorno e questo luogo e il tuo spirito che ha parlato.
Ed egli rispose:
Poi discese i gradini del Tempio e tutta la gente lo seguì. E raggiunse la sua
nave e restò in piedi sul ponte.
Per noi viandanti, sempre in cerca della via più solitaria, nessun giorno inizia
mai dove un altro si è concluso; e nessun’alba ci ritrova dove il tramonto ci
ha lasciato.
63
Noi siamo i semi della pianta tenace che, giunti alla maturità e alla pienezza
del cuore, sono consegnati al vento e dispersi.
Se qualcosa di ciò che ho detto è verità, questa verità dovrà rivelarsi in una
voce più chiara, e in parole più affini ai vostri pensieri.
E, se questo giorno non è stato compimento delle vostre attese né del mio
amore, che sia almeno la promessa per un altro giorno. I bisogni dell’uomo
mutano, ma non l’amore, e neppure il desiderio che il suo amore possa sod64
disfare quei bisogni. Sappiate dunque questo, che dal più grande silenzio io
farò ritorno. La nebbia che all’alba si dilegua, lasciando sui campi solo la
rugiada, si leverà per condensarsi in nube e per ricadere in pioggia.
Nella quiete della notte ho camminato per le vostre strade, e il mio spirito è
entrato nelle vostre case, E i battiti dei vostri cuori erano nel mio cuore, e il
vostro fiato era sul mio viso, e vi ho conosciuto tutti. Sì, ho conosciuto la
vostra gioia e la vostra pena, e nel vostro sonno i vostri sogni erano i miei
sogni.
E al mio silenzio giungevano come ruscelli le risa dei vostri bambini, e come
fiumi i desideri ardenti dei vostri ragazzi.
Colui nel cui canto tutte le vostre voci non sono che un muto singhiozzo.
A quali distanze può infatti giungere l’amore, che non siano contenute in
questa sfera immensa?
Quali visioni, quali attese e quali congetture potranno levarsi più in alto di
quel volo?
Come una quercia gigantesca coperta di fiori di melo è l’uomo immenso che
è in voi.
La sua forza vi lega al a terra, il suo profumo vi sol eva nel o spazio, e nel a
sua longevità voi siete immortali.
Vi è stato detto che, simili a una catena, voi siete deboli come il vostro anel o
più debole. Ma questo è vero solo a metà. Voi siete anche forti come il vostro
anel o più forte.
E anche se le navi gravate dei loro carichi attendono sul e vostre rive la
marea, proprio come l’oceano, neppure voi potete affrettare le vostre maree.
E siete simili anche al e stagioni;
I vostri pensieri e le mie parole sono onde che provengono da una stessa
memoria sigil ata, che in sé conserva i nostri giorni passati,
E le notti in cui essa era in preda al caos. Uomini saggi sono venuti per
donarvi la loro saggezza, io sono venuto per riceverla da voi. Ma vedo che ho
trovato qualcosa che è più grande del a saggezza. 67
Mentre voi, ignari del suo espandersi, piangete lo sfiorire dei vostri giorni. È
la vita che cerca la vita, in corpi che temono la tomba. Non ci sono tombe
qui.
Queste montagne e queste pianure sono solo una cul a e una pietra per
attraversare un guado.Quando passate per il campo dove avete sepolto i vostri
antenati, guardatevi bene intorno e vedrete voi stessi e i vostri figli danzare
mano nel a mano.
In verità, spesso voi fate festa senza saperlo. Altri sono venuti a farvi auree
promesse e voi, confidando in loro, avete donato in cambio ricchezze,
potenza e gloria.
Io vi ho dato meno di una promessa, eppure siete stati più generosi con me.
Mi avete donato la mia più profonda sete di vita.Di certo non c’è dono più
grande per un uomo del vedere tutti i suoi propositi mutarsi in labbra ardenti
e tutta la vita in una fonte. E in questo sta il mio onore e la mia ricompensa:
68
Ogni volta che vengo a bere al a fontana, trovo l’acqua anch’essa viva e
assetata; E, mentre io la bevo, anch’essa mi beve, Alcuni di voi mi hanno
ritenuto fiero e troppo schivo per accettare doni.
Di certo sono troppo fiero per accettare compensi, ma non doni. E benché
abbia mangiato bacche sulle colline mentre voi avreste voluto che io sedessi
alla vostra mensa, E benché abbia dormito nel portico del tempio quando voi
mi avreste con gioia offerto riparo, Non è stata forse la vostra amorevole
premura per i miei giorni e le mie notti a rendere il cibo dolce alla mia bocca
e a popolare il mio sonno di sogni dorati?
Voi date molto e non sapete che date tutto. Invero, la carità che si ammira
allo specchio si trasforma in pietra,
E avete detto: «Parla con gli alberi della foresta, ma non con gli uomini. 69
Siede appartato sulle cime delle colline e guarda la nostra città dall’alto». È
vero che ho scalato le colline e ho camminato per luoghi remoti. Ma come
avrei potuto vedervi, se non da una grande altezza o da una grande distanza?
Quali tempeste vorresti catturare con la tua rete?E quali chimere insegui in
cielo?
Scendi e sazia la tua fame con il nostro pane e placa la tua sete con il nostro
vino».
70
Ma il cacciatore è stato anche la preda; Perché molte delle frecce scoccate dal
mio stesso arco hanno raggiunto il mio petto. Per volare bisogna prima
strisciare;
Così, quando le mie ali erano spiegate al sole, la loro ombra sulla terra era
una tartaruga. E io, il credente, sono stato anche il dubbioso; Perché spesso
ho messo il dito nella mia stessa piaga, così da poter nutrire in voi la mia fede
più grande e avere di voi la più profonda conoscenza. Ed è con questa fede e
con questa conoscenza che vi dico: Voi non siete limitati al vostro corpo, né
confinati nelle case o nei campi. Il vostro essere abita oltre le vette dei monti
e vaga con il vento.
Non è qualcosa che striscia al sole per scaldarsi o che scava al buio una tana
per cercarvi rifugio,
Se queste parole sono vaghe per voi, non cercate di chiarirle. Vago e
nebuloso è il principio di tutte le cose, ma non la loro fine,
La vita e tutto ciò che vive sono concepiti nella nebbia e non nel cristallo. E
chi può dire che il cristallo non sia nebbia che si disfa?
invece la parte più forte e più determinata. Non è stato forse il respiro che ha
eretto e rinsaldato la struttura delle vostre ossa?
E non è stato forse il sogno che nessuno di voi ricorda di aver sognato a
costruire la vostra città e a forgiare tutto quanto essa contiene?
Se solo voi poteste vedere le maree di quel respiro, allora non vedreste più
nient’altro, E, se solo poteste udire il mormorio di quel sogno, allora non
vorreste udire nessun altro suono. Ma voi non vedete né sentite, e questo è un
bene.
72
Il velo che copre i vostri occhi sarà sollevato dalle mani che lo hanno tessuto,
E udirete.
Detto questo, si guardò intorno e vide il pilota della sua nave in piedi accanto
al timone che scrutava ora le vele gonfie, ora l’orizzonte. E disse:
Paziente, fin troppo paziente è stato il capitano della mia nave. Il vento soffia
e senza posa si agitano le vele; Anche il timone reclama la sua rotta;
E questi miei marinai, già avvezzi al coro del mare più grande, mi hanno
anch’essi ascoltato con pazienza.
Sono pronto.
73
Il fiume è giunto al mare, e una volta ancora la grande madre stringe suo
figlio al petto. Addio, gente di Orphalese.
Voi avete cantato per me nel a mia solitudine, e io, con i vostri desideri, ho
costruito una torre nel cielo.
E un grido sorse dalla folla, come da un unico cuore, si alzò nel crepuscolo e
andò a perdersi lontano sul mare, come un potente suono di trombe.
Soltanto al-Mi rā
fisso la nave finché non scomparve nella nebbia. E, quando tutta la gente si
disperse, lei restò
75
I GIGANTI
Volumi già pubblicati
Le notti bianche
Fëdor Dostoevskij
Italo Svevo
La metamorfosi
Franz Kafka
li F i l o
Stampato presso