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8 SECOLO D’ITALIA SECOLO D’ITALIA 9

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DOMENICA 14 NOVEMBRE 2010 DOMENICA 14 NOVEMBRE 2010
DALLA PARTE DALLA PARTE
DELLA PERSONA DELLA PERSONA

Un mostra a Roma racconta la gioventù ribelle che fece il Risorgimento:


speranze, sogni e pazzie di ragazzi che dicevano patria e pensavano libertà

evocativi. Lo spirito ribelle di oggi si ritrova


nella capacità di condividere. Da questo punto
di vista il web, come Omero universale, come
spazio di co-creazione dinamica, è l’iconogra-
fia perfetta del nuovo eroismo. La piccola ve-
detta lombarda, portatore di notizie, è in un
certo senso il web di allora, il link di quel tem-
po, unica immagine in cui un ragazzo di oggi
È stato realizzato
possa riconoscersi senza ambiguità. un videogioco per cui
Sono sempre i giovani L’Italia, insomma, viene ri-raccontata e non il giocatore interpreta
a cambiare la realtà, può, infatti, essere solo un luogo inerte in cui
il ruolo della piccola
a tramutare i sogni passare la vita. La patria non è uno spazio fi-
vedetta lombarda,
sico di passaggio, altrimenti, così concepita, si
in situazioni concrete, trasformerebbe in quello che l’antropologo un eroe non violento
ad allargare l’idea francese Marc Augé ha chiamato con un neo-
di comunità nazionale logismo nonluogo. Il nonluogo è, come un
ipermercato, una stazione o un aeroporto, uno
spazio fisico privo di memoria storica e so-
prattutto incapace di creare identità. La pa-
tria, come terra delle origini, è invece per de-
finizione un luogo antropologico, cioè capace
di incidere profondamente sulla percezione
che gli individui hanno di se stessi. L’Italia
privata di passione e di desiderio diventa il po-
sto da cui fuggire non in grado di stimolare
idee di futuro. Eppure i luoghi del Risorgi-

ITALIA LIBERTARIA,
mento sono non solo paesi, città, strade di vi-
ta quotidiana, ma contengono in sé un forte
valore evocativo. Per recuperarlo, per risco-
Il cappello di Nino Bixio Goffredo Mameli digitale prirlo e trasformarlo in un elemento di valo-
re attuale è stata ideata un’iniziativa model-

ECCO COME SIAMO NATI


lo inter-rail che, svolgendosi tutta nei confini
agio per strada, nelle piazze, magari avrebbe passionante e collettiva, un ruolo centrale: del paese, potrebbe chiamarsi, allora, Italy-
fatto il Sessantotto oppure, nel 2010, si trove- trasformarsi nelle corde vocali dell’Italia che rail: un percorso attraverso i luoghi della me-
rebbe in bicicletta alla Critical Mass. «La li- ritrova lo spirito avanguardista. «È necessa-

DA UNA SPECIE DI ’68


bertà non ammette restrizioni di sorta alcu- rio risalire al nostro Risorgimento – sostiene
na», sostenne invece Carlo Pisacane, teoriz- – per trovare prove tangibili del ribellismo gio- La comunità è un fatto fisico
zatore della propaganda del fatto. Per Pisaca- vanile. Di quei giovani si conservarono am-
ne non esiste politica se non quella caratte- polle di sangue, frammenti di ossa, capelli e e di pratica, di vita concreta,
rizzata dall’esperienza concreta; l’azione peli di barba. Furono autentici ribelli, capaci per questo non solo ne vanno
avanguardista è alla base di ogni atto di ri- di suscitare emozioni così profonde da essere mostrati i resti, per quanto
bellione e di insurrezione, sintetizzabile nel- trasformati dai loro contemporanei in laiche
la frase «L’unica cospirazione è l’azione». reliquie, assolutamente identiche a quelle dei
sacralizzati, ma deve
Mameli, invece, biascicato negli inni prima santi martiri della Chiesa». E qui sta il punto esserne riproposta la vitalità
delle partite di calcio e ricordato grazie a Ri- chiave e l’elemento centrale della mostra che
no Gaetano perché incontra Novaro «e insie- dedica ampio spazio all’esposizione di quelle
◆ Federica Colonna bracciare i fucili contro il passatismo. L’altro si non proprio di elogio come: «Che palle!». me scrivono un pezzo tutt’ora in voga», fu stesse reliquie: una comunità per essere dav- moria risorgimentale, per riviverli, trasfor-
racconto in grado di incidere negativamente In entrambi i casi si dimentica la storia, ci si l’eroe per antonomasia. Preferì farsi tagliare vero tale, e cioè, secondo etimologia, ecclesia, marli da indicazione geografica di fatti di-
sull’idea della nazione e di italiani come co- scorda delle origini e, allo stesso tempo, si ne- la gamba incancrenita piuttosto che smettere ha bisogno non solo di miti astratti, ma di og- stanti in posti di vita vera.

L’
Italia è un desiderio di ribellione. Ne-
gare oggi la forza avanguardista e lo munità alla quale voler appartenere, è invece ga una possibilità di futuro comune, di desti- di cantare. Insomma, furono questi giovani, getti tangibili, elementi intorno ai quali ritro- Ecco, chi oggi racconta l’Italia con velleità
spirito ribelle originario in nome del- alimentato da un atteggiamento rinunciatario no collettivo. Se si uccide l’Italia muoiono con armati di volontà e di passione, a fare l’Italia, varsi. Il corpo di quei giovani rappresenta al- di conservazione o chi la disprezza come enti-
le piccole patrie o, peggio ancora, di un anti- diffuso in un certo popolo che si definisce di si- essa tutti gli italiani, ed il genocidio è, almeno solo dopo venne la politica. lora la forza concreta, non solo ideale, che sep- tà incapace di esistere se non per raccogliere
nazionalismo mascherato da viscerale estero- nistra. Il modello narrativo è quello dell’este- nella giurisprudenza, una colpa grave. L’as- La mostra Gioventù ribelle, allora, non solo pero suscitare. Quelle reliquie sono il segno di in sé, come un catalizzatore maligno, difetti e
filia, significa essere conservatori. Nella vol- rofilia, per cui tutto ciò che è possibile imma- sassinio narrativo non è da meno, perché pri- coglie nel segno perché racconta l’atto di ri- una ribellione vera, sulla forza fisica della malefatte, compie un grave errore. L’Italia na-
gata comune, nella cultura pret-a-porter l’idea ginare o fare di buono avviene altrove, in uno va le generazioni più giovani della speranza di bellione prima di tutto culturale che è alla ba- quale è nata l’Italia. La comunità, allora, è un sce come un atto di ribellione, ha in sé l’amo-
di Italia è stata trasformata in un concetto spazio geografico, e quindi culturale, distante. cui dovrebbero invece nutrirsi. È bene, allora, se dello spirito italiano. Un altro elemento fatto fisico e di pratica, di vita concreta, per re per i giovani, è anti-passatista per defini-
asfittico tanto che con la celebrazione dei 150 Accade così che le speranze di futuro, i desi- ricordarsi come nasce l’Italia e quale spirito la chiave consiste nella capacità di trasformare questo non solo ne vanno mostrati i resti, per zione, futurista per vocazione. Negare il meri-
anni dell’Unità si rischia di mettere in piedi deri di domani si spostino in un’altra area, in anima per tentare di riacciuffarlo, per rico- fatti lontani e impantanati dentro ai saggi in quanto sacralizzati, ma deve esserne ripropo- to, ancorarsi alla gerontocrazia, attaccarsi al-
una festa commemorativa vuota di partecipa- un luogo di fuga mitizzato e intangibile. La co- struire una storia di passioni, desideri, sogni. esperienze da vivere oggi. Intanto le vicende sta la vitalità, l’esperienza. Per farlo Gioventù la pura esaltazione del ricordo, considerare se-
zione e di entusiasmo. Per troppo tempo, in- munità nazionale, allora, diventa l’antagoni- Il Risorgimento, allora, come terra d’origine sono multimediali, prendono forma 3D, non ribelle ha scelto di adottare il linguaggio dei condarie la ricerca, lo sviluppo tecnologico, il
fatti, la narrazione sulla patria è stata di due sta, la maggioranza degli italiani è definita co- ideale, non andrebbe solo studiato e relegato restano invischiate nella carta e nel ricordo. ragazzi di oggi che non può essere, per ovvie web è scordare se stessi. L’Italia, insomma, o
tipi, incapaci entrambi di creare un desiderio me peggiore sia rispetto ad altre popolazioni ai libri. Andrebbe, invece, ri-vissuto. Per que- Gli interpreti sono giovani noti ad un pubblico ragioni anagrafiche, collegato alla sterile me- fa futuro oppure, semplicemente, non è.
d’Italia che trasformasse davvero i cittadini in sto motivo la mostra itinerante Gioventù ri- ampio. «Ho dato la mia faccia a questo proget- moria. È stato, quin-
una comunità accogliente e vitale. belle, inaugurata il 3 Novembre al Vittoriano, to – è la testimonianza di Vinicio Marchioni, di, realizzato un vi-
Da un lato ha preso forza il racconto della di- L’Italia nasce come un atto va nella direzione giusta. Intanto coglie un protagonista della serie tv Romanzo Crimina- deogioco first-person,
saggregazione, della frantumazione di una ca- aspetto essenziale: l’Italia nasce grazie alle le – perché credo che un popolo senza memo- in prima persona, per
sa comune. La Lega Nord, infatti, ha costruito,
di ribellione, è anti-passatista aspirazioni di futuro di una generazione in ria e cultura storica sia un popolo povero e cui il giocatore inter-
per definizione, futurista Attilio Bandiera:
in maniera sapiente e capace di incidere sul- grado di battersi per un sogno collettivo. Co- ignorante, perché sono orgoglioso di essere un preta il ruolo della
«Certo che anche
l’immaginario delle persone, un racconto del- per vocazione. L’Italia, me insegna la storia sono sempre i giovani a attore italiano, perché i miei nonni hanno piccola vedetta lom-
l’esilio è sventura,
la patria sostanzialmente spregiativo. Facen- cambiare la realtà, a tramutare i sogni in si- combattuto affinché io oggi possa dire: italia- barda, un eroe non
insomma, o fa futuro oppure, tuazioni concrete, ad allargare l’idea di comu- no». «Ho scelto di prendere parte a questa ini- violento fondamenta-
ma sempre però
do leva su questioni di natura fiscale ed eco- preferibile all’altra
nomica ha dato energia a stereotipi abusati, semplicemente, non è nità di cui essere parte. I protagonisti della ziativa – sostiene invece Cristiana Capotondi – le portatore di infor-
di cadere in potere
adatti ad animare la trama di Benvenuti al passione risorgimentale sono ragazzi per i affinché i giovani di oggi si rendano conto di mazioni e quindi cen-
d’implacabili nemici»
Sud. L’Italia nel romanzo della Lega è la terra quali la morte è il giusto prezzo da pagare per che spirito avevano i loro coetanei negli anni trale per l’esito posi-
del nemico, lo spazio fisico e ideale della con- sia riguardo a quella minoranza eletta di cui realizzare una speranza, per costruire una ca- in cui nasceva il nostro paese e che questa for- tivo delle battaglie. Il
trapposizione, il luogo della conservazione di si ritiene di far parte privando se stessi della sa comune. Quelle vite spezzate sono però di- za sia loro di stimolo per capire che il nostro soldato non violento
caste, apparati e vecchi privilegi. L’Italia col qualificazione di italiano. Un esempio tipico di ventate nomi in grassetto sui libri di storia, op- paese nasce tutti i giorni dalle nostre azioni e può, in fondo, rappre-
fazzolettone verde, insomma, è la patria della questo atteggiamento riguarda, ad esempio, il pure indicazioni toponomastiche: piazza Ippo- dalla idee che le ispirano». Orgoglio libertario, sentare l’ideale del
conservazione feudale verso la quale ribellar- neologismo italiota, concepito come crasi tra lito Nievo, viale Mazzini, via Dandolo. quindi, e quotidianità sono gli elementi chia- combattente di oggi.
si. Se si potessero tracciare due insiemi con- italiano e, appunto, idiota. Anche alla luce di Eppure le idee di quei giovani erano lampi ve per una narrazione rinnovata dell’Italia, in La generazione di
cettuali volumetrici, dentro al contenitore na- questo modello narrativo il contenitore Italia di luce, sprazzi di fuoco, saette in grado di grado di recuperare una vitalità che rischia di questi attuali anni
zione finirebbero per starci parole polverose, viene riempito di vocaboli negativi. Se la co- squarciare il presente, di trasformarlo. «Ab- fare la parte della grande assente se le cele- dieci, infatti, non può
come se l’Italia fosse un concetto sclerotizza- munità nazionale è un soggetto da cui allonta- biamo una vita burrascosa quanto può esse- brazioni dei 150 anni si limitano a questioni di ritrovarsi in una mi-
to, incapace di suscitare passioni. Nel conte- narsi allora la patria si trasforma in un mostro re», disse ad esempio uno dei più noti prota- parata e agli atti di estrema autoreferenzialità tologia di sangue e
nitore Padania, invece, finirebbero parole ar- da cui prendere le distanze. L’Italia perde va- gonisti dell’epoca, Luciano Manara. E se do- di cui, spesso e purtroppo, la politica si rende lotta, perché la guer-
dite, inneggianti alla dinamica, tutte sintetiz- lore e vita, resta appesa ad un passato distan- vessimo rappresentarcelo oggi non sarebbe protagonista. Gianluca Nicoletti, poi, è il nar- ra è ormai a tutti gli
zate in una potenza erotica, «avercelo duro», te di cui andare fieri, come nel caso della dife- dentro quelle stanze in cui potrebbe essere ap- ratore di Gioventù Ribelle ed ha, nel senso del effetti icona distrutti-
che indica una febbrile rivoluzione, un im- sa della Costituzione, oppure a cui riferire fra- peso il suo svilito ritratto. Sarebbe più a suo portavoce di una storia italiana finalmente ap- va, anche in termini

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