In Spagna
• Obiettivo teorico: arricchimento progressivo
attraverso la tesaurizzazione dei metalli
preziosi importati dalle colonie e di quelli
incamerati mediante l’attività di scambio
• Risultati realmente conseguiti: assai diversi da
quelli auspicati, per i gravi processi inflativi e
per le continue emorragie di metalli preziosi
In Inghilterra
• Crescente impulso all’attività mercantile
• Progressivo potenziamento della struttura
produttiva
In Francia
Ad opera di Colbert:
• emanazione di 150 regolamenti di fabbrica, per
garantire una produzione di elevata qualità;
• creazione di importanti società commerciali;
• adozione di una rigorosa politica protezionistica
In Olanda
• Piena libertà di esportazione di capitali,
funzionale all’importante ruolo di intermediazione
finanziaria ricoperto sino agli inizi del ‘700 (per
l’affidabilità della sua moneta e per l’efficienza
della Borsa di Amsterdam)
• Progressiva retrocessione della sua posizione
economica rispetto all’Inghilterra, a causa del
suo minore impegno nel potenziamento della
struttura produttiva
• Teoria dei mercantilisti: fondata sull’errata
identificazione della ricchezza con il possesso
della moneta (o di metalli preziosi), senza
cognizione delle possibili implicazioni di una
loro esagerata presenza, nel caso di mancato
adeguamento della struttura produttiva
• Infatti, circolazione monetaria in eccesso =
rialzo dei prezzi = perdita di competitività sui
mercati esteri
• Tra basso medioevo ed inizio dell’età moderna:
dominio crescente delle corporazioni dei
mercanti su quelle degli artigiani e conseguente
progressivo scadimento del ruolo del maestro
artigiano ad un ruolo subordinato, abbinato al
progressivo smantellamento del sistema
corporativo
• Nell’ambito del sistema mercantilistico, quale
prodromo del sistema capitalistico: introduzione
e diffusione del putting-out
• Putting-out (da to put it out = dare fuori): nuovo
modo di produrre i panni lana, con l’inserimento
del mercante nell’ambito del ciclo produttivo
(introdotto dai mercanti-imprenditori fiamminghi)
Divisione internazionale del lavoro nel putting-
out:
• acquisto (da parte dei mercanti-fiamminghi)
della lana grezza prevalentemente in
Inghilterra
• vendita della suddetta lana grezza alle
famiglie contadine dei Paesi Bassi, perché la
filassero e tessessero
• riacquisto, non obbligato e, quindi, alle
migliori condizioni, dei semilavorati ottenuti
dalle suddette famiglie contadine
• follatura, tintura e finitura in loco, utilizzando,
per lo più, lavoranti non inseriti nelle
corporazioni; in alternativa, vendita dei
semilavorati ai mercanti italiani che li
affidavano a maestri particolarmente esperti
per le fasi finali della lavorazione (lavorazione
di elevata qualità)
• smercio anche nelle città mussulmane del
Mediterraneo
• Domestic system (nelle campagne inglesi):
organizzazione domiciliare della produzione,
anch’essa prodromo del sistema capitalistico
industriale
• Nel domestic system: il mercante-imprenditore,
proprietario della materia prima e degli
strumenti della produzione, affidava il tutto, alle
famiglie contadine, per la produzione dei panni
lana presso il loro domicilio
• Nel domestic system: introduzione di una
remunerazione commisurata alla quantità di
prodotto consegnata al mercante (salario a
cottimo)
• Tra il ‘500 ed il ‘600, in Inghilterra, nascita del
factory system (sistema della manifattura), con
l’accentramento dei telai prima presso le
abitazioni dei capitalisti, poi in appositi edifici
• Diffusione del factory system anche in altre
nazioni europee
• Esempi di manifatture artigianali di Stato in
Francia (tappezzeria Gobelins di Parigi) ed in
Russia (cartiere, arsenali e fabbriche di armi),
qui, però, con reclutamento di manodopera non
sempre qualificata e non sempre salariata
• In questa fase di proto-industrializzazione:
utilizzo di attrezzature ancora modeste, spesso
di proprietà dello Stato e non adeguate a
favorire una produzione di massa
• Primo sviluppo delle banche nei secc. XVI e
XVII (sia come imprese individuali e familiari,
che come società): ma preminentemente
funzionale alle esigenze dell’attività
commerciale
• Nel ‘700, con i fisiocratici francesi (Quesnay
e Turgot): mutamento del concetto di
ricchezza per la sua identificazione nella
produzione agricola, ritenuta l’unica in grado
di creare un surplus (prodotto netto)
• Successiva evoluzione del pensiero
economico con l’identificazione della
ricchezza nell’attività produttiva
SISTEMA CAPITALISTICO
64
• Tra gli anni ’50 e gli anni ’70, con apposite
politiche fiscali e monetarie, restrittive o
espansive dell’investimento: maggiore stabilità
nello sviluppo dei paesi industrializzati
• Negli anni ’70: ulteriore evoluzione delle
politiche economiche per contrastare una
nuova recessione, con connotazioni diverse
dalle precedenti (problema della stagflazione)
• Stagflazione (inflazione con stagnazione):
dovuta all’aumento dei costi ed al conseguente
adeguamento automatico di salari e stipendi
alle variazioni del costo della vita
65
I CICLI ECONOMICI
66
• Nelle fluttuazioni: alternanza di fasi di crescita e
di fasi involutive
• Nel 1862, individuazione dei cicli Juglar (anche
denominati onde brevi o cicli maggiori) -
attraverso l’analisi dell’andamento dei saggi di
interesse in Francia, Inghilterra e USA - ad
opera del medico parigino Clement Juglar:
durata compresa tra i 6 e i 10 anni
• Nel 1923, individuazione dei cicli Kitchin (detti
anche ipocicli o cicli minori) - attraverso l’analisi
dell’andamento dei prezzi all’ingrosso e dei
saggi di interesse in Inghilterra e in USA - ad
opera dell’economista americano Joseph
Kitchin: durata media di circa 40 mesi
67
• Nel 1926, individuazione dei cicli Kondrat’ev o
onde lunghe o cicli di lungo periodo -
attraverso l’analisi dell’andamento dei prezzi,
poi estesa anche all’andamento della
produzione - ad opera dell’economista russo
Nikolai Kondrat’ev: durata compresa tra i 40 e i
60 anni
• Correlazione tra l’andamento dei prezzi e
quello della produzione: oggetto di indagine
per diversi economisti
• Teoria di G. Imbert sulla correlazione diretta tra
produzione e prezzi
• Triologia di Schumpeter (interrelazioni tra il
ciclo Kitchin, il ciclo Juglar ed i movimenti
Kondrat’ev)
68
• Teoria di Schumpeter sul ruolo dell’innovazione
nel processo di sviluppo economico (riferimento
ai movimenti di lungo periodo di Kondrat’ev)
• I cicli Kondrat’ev e le tappe dello sviluppo
industriale
• Nel 1930, individuazione degli ipercicli (“cicli
dell’edilizia residenziale”), ad opera di Simon
Kuznets: durata di 18-22 anni
• Mandel ed il quarto ciclo di lungo periodo
• Approccio interpretativo della crescita di
Maddison (fattori di disturbo)
69
RIVOLUZIONE URBANA
71
• Teoria di Henri Pirenne
• Teoria di Edith Ennen
• Fenomeno “urbanizzazione”
• Ragioni di repulsione dalle campagne e di
attrazione verso le città
• Differenze tra le città italiane e quelle d’oltralpe
• Formazione di organizzazioni orizzontali:
corporazioni
• Affermazione di nuovi valori culturali favorevoli
allo sviluppo mercantile, manifatturiero e
tecnologico
72
POPOLAZIONE
74
• Punte di mortalità catastrofica: a causa di
guerre, carestie ed epidemie
• Condizioni igienico-sanitarie: pessime, fatto
particolarmente grave nei centri urbani
• Pandemia di peste della metà del ‘300: cause e
modalità di trasmissione
• Notevole aumento della mortalità catastrofica e
riduzione di natalità
• Nel lungo periodo: miglioramento del tenore di
vita medio
75
SVILUPPO TECNOLOGICO: 1000-1700
76
• Nel Basso Medioevo: diffusione di innovazioni a
ritmi progressivamente sempre più intensi, con
accentuazione sempre più marcata degli aspetti
meccanici
• Iniziale applicazione delle innovazioni
soprattutto nel settore agricolo
• Tra il VI ed IX secolo: diffusione del mulino ad
acqua, dell’aratro pesante, della rotazione
agraria triennale, del basto per cavalli,
dell’attracco a tandem degli animali…
• Crescente sostituzione del cavallo al bue
77
• Mulino ad acqua: utilizzato per la macina del
grano e per la follatura dei panni
• Mulino a vento (originario della Persia):
diffusione in Europa verso la fine dell’XI secolo,
in versione molto modificata
• Altre applicazioni dell’energia idraulica ed
eolica
• Tra l’XI ed il XII secolo: introduzione del telaio
verticale (nelle Fiandre) e adozione della
bussola nella navigazione
78
• Nei secoli XII-XIII: adozione di una serie di
innovazioni tecnologiche nella navigazione
(perfezionamento della bussola, adozione della
clessidra per la misurazione del movimento
della nave, redazione delle carte nautiche o
portolani, adozione del timone di poppa…)
• Navigazione strumentale o matematica: viaggi
più sicuri e frequenti
• Altre invenzioni del XIII secolo: occhiali, ruota
per filare, strumenti chirurgici
• Principali invenzioni del XIV secolo: orologi,
prime armi da fuoco, chiuse per canali
79
• Nel secolo XV: introduzione della nave a vela
oceanica (combinazione delle caratteristiche
migliori delle navi mediterranee e nordiche) e
successivi perfezionamenti con risultati sempre
più positivi
• Altre innovazioni del XV secolo: calcolo della
latitudine e stampa con caratteri mobili
• Molte delle innovazioni adottate in Europa:
adattamenti di idee sviluppate altrove (in
Persia, in Cina, nei paesi arabi…)
80
• Negli europei: capacità ricettiva + originalità
inventiva
• Nello sviluppo tecnologico occidentale:
attenzione crescente all’aspetto meccanico e a
quello della produttività
• Costruzione di orologi complicatissimi
(capolavori della meccanica), continuamente
regolati dai “governatori degli orologi”
• Gusto esasperato del meccanicismo: favorito
dal passaggio dall’animismo al culto dei santi
81
• Progresso tecnologico del Medioevo e del
Rinascimento: frutto di continui perfezionamenti
operati dagli artigiani
• Progressivo aumento della produttività in tutti i
comparti, in alcuni più che in altri (come nella
produzione del ferro, in quella libraria, nella
navigazione e nelle produzioni effettuate con i
mulini)
• Nei secoli XII-XV: Italiani all’avanguardia nel
progresso economico e tecnologico
• Nei secoli XVI e XVII: passaggio del primato
agli Olandesi e agli Inglesi
82
• Mezzo di prevalente successo nella diffusione
delle tecniche: mediante la migrazione di
tecnici piuttosto che attraverso informazioni
scritte o attraverso l’attività di spionaggio
• Nei secoli XVI e XVII, in Inghilterra, Svezia e
Svizzera: introduzione di tecnologie avanzate
grazie alle immigrazioni di tecnici
• Nella mobilità del lavoro: forze di repulsione e
forze di attrazione
83
• Forze di repulsione: fame, peste, pressione
fiscale, intolleranze politico religiose, guerre,
difficoltà di impiego
• Forze di attrazione: presenza di opportunità di
lavoro, pace e/o tolleranza, politiche di incentivi
scientemente perseguite dai pubblici poteri
• Mezzi utilizzati dalla Francia di Colbert, per
poter disporre di manodopera specializzata di
altre aree: dagli incentivi (per le manifatture
seriche) ai rapimenti e ai sequestri di persona
(per il comparto del ferro)
84
• Introduzione di nuove tecnologie: non solo fatto
tecnologico, ma, anche, socio-culturale
• Società tollerante = società ricettiva, perciò
ottimo contesto per l’accoglimento di capitale
umano di qualità
• Nel XVII secolo: successo dell’Olanda,
dell’Inghilterra, della Svezia e della Svizzera
85
REDDITI, PRODUZIONI E CONSUMI: 1000-1500
86
• Nei secoli X-XII: progressiva messa a coltura di
nuove terre, non necessariamente peggiori di
quelle già coltivate, anzi, spesso, addirittura
migliori (dati i criteri di scelta dell’Alto
Medioevo, dettati, soprattutto, da esigenze di
sicurezza)
• Nell’XI secolo, cacciata degli Arabi dalla Sicilia,
ad opera dei Normanni
• Nei secoli XI e XII: serie di crociate sferrate
contro i territori mussulmani del Medio Oriente
ed impianto di principati in punti strategici
87
• Espansione tedesca (teutonica) verso i territori
slavi dell’Europa Orientale, fondazione, in detti
territori, di importanti città (Lubecca) ed
introduzione di tecniche minerarie e
metallurgiche non note alla popolazione locale
• Settori guida dello sviluppo: commercio,
manifatture tessili, agricoltura, costruzioni edili
e navali, attività finanziarie
• Commercio internazionale: incentrato su
prodotti alimentari, prodotti tessili e spezie
88
• Italia centro-settentrionale e Paesi Bassi
meridionali: regioni europee all’avanguardia,
grazie anche alla loro posizione geografica
• Italia: ponte tra Europa, Nord Africa e Vicino
Oriente
• Paesi Bassi meridionali: all’incrocio di strade e
di rotte tra il Mare del Nord e le coste atlantiche
di Francia e Spagna
• Nei Paesi Bassi meridionali: sviluppo
dell’attività manifatturiera dei panni-lana
• Nell’Italia settentrionale: sviluppo di attività
commerciali, manifatturiere, armatoriali e
finanziarie
89
• Principali centri di sviluppo italiani: repubbliche
marinare (Pisa, Venezia, Genova), città situate
su snodi stradali importanti (Asti, Piacenza,
Verona, Siena) e Firenze
• Venezia: supremazia sulla costa dalmata e
snodo dei traffici tra le aree a nord delle Alpi e il
Vicino Oriente
• Pisa e Genova: contatti con il Nord Africa, il
Medio Oriente e la Sicilia
• Firenze: a partire dalla fine del XII secolo,
espansione commerciale a largo raggio, in tutte
le direzioni
90
• Direttrici dei maggiori traffici dei Paesi Bassi
meridionali: verso ovest e verso est, oltre che
verso l’Italia settentrionale
• Germania: importante mercato di assorbimento
dei panni-lana fiamminghi, grazie alle sue
elevate disponibilità economiche, originate dallo
sfruttamento delle miniere d’argento presenti in
alcune sue regioni
• Dopo il XII secolo: presenza sempre più
invadente degli ottimi panni-lana fiamminghi
nelle diverse piazze europee ed extraeuropee
91
• Tra la fine del XII secolo e la fine del XIII:
adozione del mulino ad acqua nella follatura dei
panni-lana ed adozione della ruota per filare
• Nel XIII secolo: progressi notevoli nell’industria
laniera in diverse aree italiane e primato
fiorentino nel settore (arte di Calimala)
• Mercanti senesi e fiorentini: accumulazioni di
grandi ricchezze per la funzione di intermediari
svolta per conto della Santa Sede nella
riscossione di oboli, o di quanto ad essa dovuto
a qualunque titolo, in ogni parte d’Europa
92
• Ricchezze dei mercanti fiorentini: utilizzate per
effettuare operazioni bancarie, soprattutto
prestiti a Principi, ottenendo, in cambio, non
soltanto la promessa di restituzione del
capitale con gli interessi, ma, anche, licenze di
esportazione della lana
• Italia: all’avanguardia anche nella produzione e
nel commercio della seta e del cotone
• Manifatture del cotone: ad imitazione delle
antiche manifatture islamiche
• Dal XVI secolo: ruolo preponderante della seta
93
• Importante ruolo di Amburgo e Lubecca nei
traffici tra il Baltico ed il Mare del Nord
• Nel XIII secolo: costruzione del “ponte del
diavolo” sulla gola dell’Altopiano del Gottardo
(creazione di una via di transito, destinata a
divenire tra le più battute d’Europa, attraverso
un’opera, per quei tempi, spettacolare)
• Nei secoli XI-XIV: notevole miglioramento nei
livelli di vita
94
• Dalla metà del XIII secolo: progressiva riduzione
della produttività della terra per la crescente
messa a coltura di terre marginali, rialzo delle
rendite e ribasso dei salari reali
• Alla fine del XIII secolo: inaugurazione, da parte
degli italiani, di regolari linee di trasporto
marittimo tra il Mediterraneo ed il Mare del Nord
(conseguente declino delle fiere di Champagne)
• Firenze, agli inizi del ‘300: piazza mercantile e
finanziaria più rilevante d’Europa
• Fiorino, agli inizi del ‘300: mezzo di pagamento
più apprezzato ed usato a livello internazionale
95
• Declino di Firenze dopo il 1330: dovuto
all’indebitamento causato dalle spese sostenute
per le diverse guerre affrontate
• Rovina del sistema finanziario fiorentino: per il
combinarsi del crollo dei titoli del debito
pubblico, della bancarotta inglese e dei prelievi
napoletani
• Conseguenze della bancarotta delle compagnie
fiorentine: distruzione di ricchezza anche per i
risparmiatori, drastica contrazione del credito e
danni alle attività mercantili e manifatturiere
96
• Ripercussioni della crisi di Firenze su altre
piazze europee: molto modeste, per la scarsa
integrazione del sistema economico europeo
• Nei secoli XIV e XV: declino anche dei Paesi
Bassi, per antagonismi commerciali su più
fronti (per lo smercio dei panni-lana e per le
forniture di lana grezza)
• Nello stesso periodo: guerre e collassi
finanziari in Catalogna e Castiglia
• Tra il 1337 ed il 1453: forte declino anche della
Francia, per le ripercussioni della “Guerra dei
Cent’anni” combattuta nel suo territorio
97
• Tra il 1348 ed il 1500: ricorrenti epidemie di
peste e conseguente contrazione demografica,
con importanti effetti positivi sul piano
economico (aumento della produttività del
lavoro agricolo e dei salari)
• Nella seconda metà del ‘400: ripresa della
Francia, dei Regni di Castiglia e di Aragona
• Nel 1492: scoperta dell’America
• Nel 1497-1498: arrivo di Vasco de Gama nelle
Indie Orientali, per via mare, doppiando il Capo
di Buona Speranza
98
• Sviluppo eccezionale della Germania, nel XV
secolo: grazie ai suoi ricchi giacimenti di
argento e rame
• In Germania: affermazione di famiglie di grandi
banchieri e mercanti
• Sistemi di contabilità delle grosse compagnie
bancarie tedesche: arretrati rispetto a quelli
delle compagnie italiane
99
RIBALTAMENTO DELL’EQUILIBRIO MONDIALE
(1500-1700)
100
• Esplorazioni geografiche e successiva
espansione economica, militare e politica
• Massima espressione della superiorità
tecnologica europea: galeone armato
• Grazie al galeone armato: fine degli attacchi
delle popolazioni asiatiche, turche ed arabe
• Inizi ‘500: situazione ribaltata con l’Europa
occidentale divenuta l’area più sviluppata del
mondo
101
• Espansione transoceanica dell’Europa atlantica
• Espansione trans-steppiana della Russia europea
• Sfruttamento crescente di giacimenti di argento e
dei giacimenti di mercurio nelle colonie americane
• Dagli inizi del Cinquecento per oltre un secolo:
trasferimenti ingenti di metalli preziosi (soprattutto
argento) dall’America meridionale alla Spagna
• Conseguente sconvolgimento dell’equilibrio dei
sistemi monetari
102
• Metalli preziosi incamerati dai sovrani spagnoli,
pari ad un quarto della quantità legalmente
introdotta nella nazione: spesi nelle crociate
• Grazie all’aumentata disponibilità di capitali:
offerta di credito a buon mercato ed
espansione degli scambi
• Grazie ai poderosi galeoni: distruzione della
navigazione di altri popoli (soprattutto degli
arabi) e subentro anche nelle loro rotte
marittime, con conseguente realizzo di notevoli
profitti
103
• Negli scambi con l’Oriente: importazione di
merci diverse, ma esportazione di solo argento
• A partire, però, dalla fine del secolo XVIII:
esportazioni crescenti degli Europei (soprattutto
inglesi) di oppio indiano in Cina
• Progressivo rovinoso deterioramento della
bilancia commerciale cinese ed avvelenamento
delle relazioni Europa-Cina
• Arricchimento di conoscenze su nuovi prodotti
agricoli e su piante ed erbe medicinali
• Principali nuovi prodotti importati dall’America:
tabacco, cacao, pomodoro, mais e patata
104
• Con l’introduzione, in Europa, delle colture del
mais e della patata: soluzione definitiva del
problema alimentare (fine delle carestie)
• Prodotti importati dall’Oriente: oltre alle spezie
alla seta e alle porcellane, anche quantitativi
crescenti di tabacco, tè, caffè, cacao (prodotto
costoso sempre più richiesto dall’aristocrazia,
dalla borghesia e dagli intellettuali)
• A partire dal XVII secolo: sviluppo delle
piantagioni di canna da zucchero nel Brasile
(mediante utilizzo di schiavi)
• Commercio transoceanico: grande scuola
pratica di imprenditoria
105
RIVOLUZIONE SCIENTIFICA
107
• Diffusione crescente dell’alfabetizzazione tra
gli artigiani nei Paesi della Riforma protestante,
ma anche in quelli della Controriforma cattolica
(seppure in proporzione di gran lunga inferiore)
• Formazione di un gruppo sempre più folto di
fabbricanti di strumenti di precisione, capaci di
sperimentare in modo razionale
• Avvicinamento tra scienza e tecnica
108
CRISI DEL LEGNO
109
RIBALTAMENTO DEGLI EQUILIBRI ECONOMICI
ALL’INTERNO DELL’EUROPA (1500-1700)
110
DECLINO DELLA SPAGNA
111
• Aumento dell’offerta molto al di sotto
dell’aumento frenetico della domanda (a causa
delle strozzature dell’apparato produttivo)
• Adozione di politiche economiche contrastanti,
oscillanti dal liberismo al protezionismo
• Nella fase del protezionismo: rialzo vertiginoso
dei prezzi interni (inflazione) e ricorso al
contrabbando
• Poi, intorno agli anni ’70-’80 del XVI secolo,
largo ricorso alle importazioni: fatto considerato
positivamente dalla nobiltà spagnola (quale
espressione della potenza della Spagna)
112
• Sovrani e governi spagnoli: impantanati in
continue guerre ed in balia di banchieri, prima
tedeschi, poi, genovesi, ed infine ebrei
portoghesi
• Nel corso del Seicento: drastica riduzione
dell’afflusso di metalli preziosi, per la
crescente autonomia produttiva delle colonie e
per i dirottamenti operati dai contrabbandieri
olandesi, francesi ed inglesi
• Nella Spagna del XVII secolo: carenza di
imprenditori, artigiani e contadini, ma
sovrabbondanza di burocrati, intellettuali, preti
e poeti
113
DECLINO DELL’ITALIA
115
• Dilazione del suo declino, fino ai primi del XVII
secolo, grazie alla favorevole congiuntura
internazionale
• Nell’Italia centro-settentrionale, nel 1630-31:
diffusione della peste, drastica riduzione della
popolazione e conseguente rialzo dei salari
• Tra il 1618 ed il 1638: crollo combinato del
mercato spagnolo (per le grosse difficoltà
finanziarie), di quello tedesco (a causa della
“guerra dei trent’anni”), di quello turco (a causa
della guerra turco-persiana) e conseguente
contrazione nella liquidità internazionale
116
• Prezzi elevati della produzione manifatturiera:
risultato dei maggiori costi dovuti soprattutto
all’eccessiva pressione fiscale ed all’ alto costo
del lavoro
• Tendenze di sviluppo di un’economia
sommersa nei centri minori e nelle campagne:
contrastate dalle corporazioni (sostenute dalle
autorità politiche e governative dei centri
cittadini)
• Nella prima metà del ‘600: perdita anche del
mercato interno
• Drastico crollo della produzione e massicci
fenomeni di disinvestimento
117
• Sclerosi ed irrigidimento anche nella cultura e
nella mentalità prevalente
• Nel 1630: fine del ruolo finanziario dei
genovesi, dopo quasi un secolo (“secolo dei
genovesi”) di grande successo
• Motivazioni dell’immediato fallimento della
“Compagnia Genovese delle Indie Orientali”
• Pesante declino del Regno di Napoli, per
eccesso di indebitamento della finanza
pubblica e per eccesso di pressione fiscale
• Attività di scambio alla fine del Seicento:
incentrata sulle importazioni di manufatti e
sulle esportazioni di olio, grano, vino, seta
grezza o semilavorata
118
• Affermazione del predominio economico della
nobiltà su quello della borghesia
• Accentuazione delle discriminazioni sociali
• Perdita di prestigio delle più importanti scuole di
medicina
• Italia: paese sottosviluppato d’Europa
119
MIRACOLO OLANDESE
• Paesi Bassi meridionali II polo di sviluppo
europeo (dopo quello italiano), nei secoli XI-XV
• Paesi Bassi settentrionali nei secoli XI-XV:
caratterizzati da uno sviluppo più lento e meno
brillante, ma pur sempre consistente
(agricoltura, allevamento, pesca e commercio)
• Commercio tra il Mare del Nord e il Mar Baltico:
praticato, fino alla fine del 1200 circa, utilizzando
gli scali di Amburgo e Lubecca (con trasporti,
per un tratto, per via terra); poi, a partire dal XIV
secolo, effettuato interamente per via mare,
circumnavigando la penisola dello Jutland
120
• Nel secolo XVI: Anversa (Paesi Bassi
meridionali), centro internazionale della finanza
e del commercio di merci pregiate, mentre
Amsterdam (Paesi Bassi settentrionali), centro
principale per il commercio internazionale di
granaglie e legnami
• Presenza di potenzialità notevoli in Olanda sin
dalla seconda metà del XVI secolo (dimostrata
dalla capacità di contrastare l’imperialismo
spagnolo)
• Dopo la pace del 1609: indipendenza politica e
religiosa delle Province Unite settentrionali
121
• Economia olandese, dopo 40 anni di guerra
sostenuti contro il colosso spagnolo: la più
dinamica, la più sviluppata e la più competitiva
d’Europa (trionfo politico, militare ed economico)
• Ragione principale del rafforzamento
dell’Olanda: immigrazione dei “valloni” (artigiani,
mercanti, finanzieri, professionisti e marinai)
• Indebolimento dei Paesi Bassi meridionali: oltre
che per i danni della guerra, anche per il salasso
di capitale umano, tecnico e finanziario
• Inizio di un’Epoca d’oro per gli olandesi: per le
nuove mille opportunità offerte dai traffici
transoceanici
122
• Amsterdam, nel XVII secolo: principale mercato
per numerosi prodotti
• In Olanda: nascita della Borsa, affinamento e
sviluppo delle tecniche commerciali ereditate
dagli italiani
• Presenza incisiva degli olandesi in ogni parte del
mondo
• Primato olandese nella navigazione, nel
commercio, nell’artigianato, nella pittura, nella
speculazione filosofica, nell’osservazione
scientifica
• Leida: principale centro per lo studio della
medicina
123
• Commercio olandese: preminente quello nel
Mare del Nord e nel Mar Baltico, ma importante
anche quello con le Indie orientali ed occidentali
• Agricoltura tra le più avanzate d’Europa: grazie
a progredite tecniche di canalizzazione,
irrigazione e rotazione
• Importazione di materie prime ed esportazione
di manufatti
• Sviluppo delle produzioni di zucchero, cannoni
e vini
124
• Eliminazione del vincolo energetico: grazie allo
sfruttamento della torba e del vento
• Sfruttamento ottimale dell’energia eolica,
grazie alla razionalizzazione delle vele e
all’impiego massiccio dei mulini a vento
• Conquista di buona parte del mercato
internazionale con la produzione a più bassi
prezzi di panni-lana di qualità inferiore, ma dai
colori vivaci
• Riduzione dei costi dei trasporti marittimi
• Olanda, nel XVII secolo: principale punto di
riferimento per tutta l’Europa
125
SVILUPPO DELL’INGHILTERRA
126
• Nel XVI secolo, nel mercato di Anversa:
spostamento, della domanda tedesca di panni-
lana, dalla produzione italiana a quella inglese
• Inizio di un’epoca d’oro per le esportazioni
inglesi, favorite anche dal deprezzamento della
sterlina
• Sviluppo del commercio lungo l’asse Londra-
Anversa, ma preclusione, agli inglesi, di ogni
possibile espansione nel Mar Baltico (sotto il
controllo dei mercanti olandesi)
127
• A metà del XVI secolo: 80% delle esportazioni
rappresentato dai panni-lana, cui si
aggiungeva un altro 5% di esportazioni
rappresentato dalla lana grezza
• Intorno alla metà del XVI secolo: difficoltà per
le esportazioni inglesi dei panni-lana, a seguito
della rivalutazione della sterlina, ma,
soprattutto, a seguito della rovina di Anversa
(causata dalla guerra)
• Intorno alla metà del XVI secolo, grazie
all’apporto degli immigrati valloni): avvio di un
nuovo tipo di produzione laniera e sviluppi
notevoli in diverse altre attività artigianali
128
• Fattori dell’eccezionale sviluppo inglese della
seconda metà del XVI secolo: 1) commercio
oceanico e pirateria, 2) politica economica del
governo, 3) apporto degli immigrati
• Commercio oceanico (a partire dalla metà del
XVI secolo): straordinario sviluppo in volume e
in valore
• Pirateria: divenuta notevolmente incisiva dopo
il 1570
• Importanza determinante dei capitali cumulati
con la pirateria nella creazione della
Compagnia delle Indie Orientali e nella
fondazione delle prime colonie in America
129
• Politica protezionistica
• Politica favorevole all’immigrazione di forze
lavoro
• Instaurazione di privilegi, nei traffici marittimi, a
tutto vantaggio degli inglesi
• Con gli Atti di Navigazione (Navigation Acts del
1651, del 1660 e del 1662): creazione di
situazioni di monopolio nei traffici con le colonie e
nei traffici costieri e di situazioni di privilegio negli
altri traffici
• Graduatoria delle attività economiche alla fine del
‘600: I) agricoltura; II) fabbricazione dei panni-
lana; III) attività edilizia; IV) industria delle
costruzioni navali
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• Negli inglesi: oltre ad una straordinaria capacità
ricettiva (con riferimento all’apporto degli
immigrati), capacità altrettanto straordinaria di
reagire alle difficoltà, traendo spunti per ulteriori
sviluppi e vantaggi
• Di fronte alla difficoltà di potere continuare ad
importare cannoni dal continente (a causa del
dissesto delle finanze reali): avvio della
produzione di un nuovo tipo di cannoni, in ferro
anziché in bronzo (data la mancanza di rame)
• Cannoni di ferro: meno costosi e più adatti
all’armamento dei vascelli mercantili, perché più
leggeri
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• Di fronte al problema della carenza del
legname: ricorso al carbone, presente in
abbondanza nel territorio nazionale
• Creazione di importanti premesse per la
rivoluzione industriale: tramite l’utilizzo del ferro
e del carbone, la creazione di proto-fabbriche e
l’espansione del commercio (soprattutto di
quello internazionale)
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