ssa Prato
Anno Accademico 2002- 2003
Farmaco: sostanza chimica che ha possibilità, ma non necessità di apportare variazioni favorevoli
(una o più) in organismo vivente, può essere medicamento o tossico.
• Medicamentoso: Sostanza chimica in grado di apportare FAVOREVOLMENTE,
BENEFICAMENTE, variazioni funzionali attraverso interazioni chimiche, fisiche, o
chimicofisiche.
Base genetica: farmacognetica idiosincrasia ai farmaci su base genetica. Fenotipo che presiede
alla sintesi enzimatica, tale fenotipo è spesso responsabile di tale anomalia di rigetto.
Esempio: Succinilcolina, farmaco appartenente alla famiglia dei curari (miorilassante, efficace solo
su muscolatura scheletrica non su quella liscia), viene metabolizzata da pseudocolinesterasi, se si ha
difetto sintetico di tali enzimi si ha APNEA da Succinilcolina; l’intolleranza si presenta alla prima
somministrazione.
Base Immunitaria: l’intolleranza si presenta non subito, deve esserci prima una seconda dinamica.
Esempio: nel neonato alcune tossicità quali quelle da Cloramfenicolo nella Sindrome Grigia del
bambino, da Sulfamidici (competizione a livello dell’Acido Glicuronico, nel neonato la bilirubina è
già alta di per sé, anch’essa è metabolizzata con l’Acido Glicuronico).
Negli anziani: deficit metabolici, depurativi.
Farmaci sintomatici: agiscono sui sintomi ------- Farmaci etiotopi: curanti la noxa, la causa.
Farmaci patogenetici: curanti la patogenesi, sequela di eventi patologici accompagnanti la malattia.
Etiotropi: antibiotici, antineoplastici.
Sintomatici: anti tosse, febbre, diarrea (il sintomo non va mai bloccato eccessivamente).
Patogenetici: es. ipertensione (causa ignota) bloccanti la via patogenetica, l’evoluzione della
patologia, limitanti le conseguenze.
Farmaci orfani: hanno un’indicazione malattie rare, orfani perché destinati a rare malattie.
Test di tossicità acuta: in Ascisse dose del farmaco (mg/ pro kg); in Ordinate mortalità in % ;
Coefficiente Terapeutico o Indice Terapeutico: ___DL 50_ Dose Letale su Dose efficace
D. Eff. 50
Es: 400/100 = 4
Dopo aver superato il Test di tossicità acuta si provvede alla realizzazione ex novo del prodotto
farmaceutico, nuovo disegno, struttura chimica.
16/10/02
Analisi genoma
Identificazione del bersaglio biologico (target)
Conoscenza patologica a livello molecolare
Profilo farmaco: studi livello molecolare (legame sostanza chimica su eventuali recettori), studi
interazione enzimatica (legame farmaco – recettore è simile al legame farmaco – enzimi).
Bisogna verificare se il farmaco si comporta da substrato o inibitore con gli enzimi.
Interazione substrati (tipo citocromo P450): è importante capire se induce o inibisce.
Studi a livello cellulare permettono di evidenziare il comportamento a livello recettoriale, cioè se
l’azione è da agonista o antagonista (azione di tipo cellulare).
Studi in vitro su organi isolati, simulazioni modello della malattia per verificare effetti collaterali.
Completati tali studi si passa al Test di Tossicità.
Tossicità subacuta: somministrazione a 2 specie animali, diverse dosi di farmaco, ma non prodie,
anche per 2 o 3 settimane, questo perché si vuole stabilire la dose minima tossica e la dose
massima tollerata.
Tossicità cronica: somministrazione di farmaco per lunghi periodi.
Test di mutagenicità permette di conoscere la genicità e di conseguenza il potenziale mutageno, per
far ciò bisogna prima capire cosa si vuol individuare (mutazioni puntiformi, cromosomiche,
genomiche).
Mutazioni puntiformi: tratti piccoli sul cromosoma (alcuni geni), si usano batteri, lieviti, insetti;
nel Test di Ames (Salmonella Tiphy Murium) si nota una “Mutazione in avanti”, per ottenere una
mutazione di ritroso, se essa avviene la sostanza in esperimento è abbastanza mutagena.
Poliploidia, monosemia, trisomia, per questi fenomeni si applicano gli stessi test citati in
precedenza.
Teratogenicità: azione di tipo malformante.
Test di tollerabilità locale: test speciali su neonati di ratto se la terapia è indirizzata in pediatria.
A test effettuato, dosaggio stabilito, la ditta farmaceutica chiede la sperimentazione: 4 FASI.
FASE 1: farmaco provato su volontari sani, denotata orientativamente la dose massima tollerata e la
dose minima efficace (curva dose - effetto), si approfondisce la farmacocinetica e si osserva anche
la via somministrativa.
FASE 2: farmaco su pazienti, scelte le dosi efficaci (da 200 a 300 pazienti), durata 2, 3 anni ad una
dose corrisponde una certa efficacia.
FASE 3: Ricerche allargate in molti centri al fine di confermare efficacia e tollerabilità e stabilire il
profilo terapeutico: posologia, indicazioni, controindicazioni, fenomeni secondari, precauzioni. Da
1000 a 3000 pazienti per una durata di 2, 4 anni. Se il risultato è positivo la ditta chiede
l’autorizzazione all’ammissione in commercio (AIC) da parte delle autorità regolanti il
procedimento.
FASE 4: Approfondimento delle interazioni, farmaco vigilanza, determinazione valore terapeutico
rispetto ad altri farmaci.
Vi sono criteri di inclusione: età, sesso, stile di vita, si cercherà di rendere i gruppi omogenei, si
utilizzerà sempre il consenso informato (sottolineando benefici e rischi).
Studio sperimentale “In open”: si somministra il farmaco a pazienti senza aver gruppo di controllo
(persone sane) con placebo.
Gruppo controllo: pazienti ai quali somministro un placebo (sostanza deficiente del principio attivo,
struttura uguale, ma senza esso); la vera somministrazione avviene fra il gruppo trattato ed il gruppo
controllo.
Vi sono 2 metodi:
Cieco semplice Cieco doppio
Il medico sa cosa somministra, il paziente no Nessuno conosce nulla, né medico, né paziente
Tutto è diretto dal ricercatore, il paziente deve essere informato (consenso informato) che potrebbe
ricevere placebo, spesso per non ricorrere a molti gruppi si ricorre a che il gruppo diventi
controllore di sé stesso.
La metodica del “Cross over” consiste nello sperimentare assumendo come termine di paragone un
altro prodotto efficace.
18/10/02
Vari criteri:
Criterio della randomizzazione (scelta assolutamente casuale);
Cross Over: la sperimentazione avviene in relazione ad un altro farmaco già testato;
Wash Out: prima della somministrazione il paziente non deve avere assunto nessun altro farmaco;
Wash Out relativo: relativo cioè alla condizione del paziente;
Wash out assoluto: quando si è totalmente “puliti” da qualunque farmaco.
Bisogna sempre analizzare patologie e farmaci (periodo di attività del farmaco).
Drop Out: registrazione di soggetti che durante la fase della sperimentazione hanno presentato
effetti tossici; se i soggetti superano il 20% la sperimentazione viene invalidata;
Serendipità: (casualità) dopo alcuni anni di utilizzo del farmaco, si verifica casualmente un effetto
non previsto.
2^ settimana: se il danno è elevato avremo aborto (possiamo assistere a danni riparati, ma l’aborto è
la condizione più frequente);
3^ settimana - fine 3° mese (embriotossicità): malformazioni di tipo strutturale, difetti congeniti
deficit di tipo metabolico – funzionale, questi 2 tipi possono essere notati alla fine del processo
embrionale oppure non prima della nascita.
Generalmente il danno metabolico si sviluppa in contesto embrionale, quello funzionale lo si
avverte solo post nascita.
Fine gestazione: patisce il SNC, taledomite, vi sono effetti che si verificano nel bambino, ma non
nella madre (teratogenesi).
Il danno a livello embrionale non è esercitato direttamente, bensì sulla placenta (ad
esempio)tossicità indiretta (ipoglicemia, ipovitanemia); l’effetto diretto è dato dall’alterazione
dell’equilibrio omeostatico.
Agenti teratogeni: citotossico, embriotossico, interferenti nell’unità materno – fetale.
Citotossici: Agenti alchilanti, antineoplastici, antifolici, immunosoppressori agiscono a livello
DNA.
Embriotossici: l’utilizzo sporadico non da grossi rischi, ma a lungo farmaci come le penicilline o
sulfamidici provocano palatoschisi; la Tetraciclina somministrata dopo il 4° mese provoca
ingiallimento del dente deciduo, negli ultimi mesi causa ingiallimento anche nel dente definitivo.
Sono tossici anche gli anti TBC, Rifampicina, Streptomicina (deformazione agli arti, sordità
congenita).
Ormoni sessuali: Testosterone, Estrogeni, stimolano androgeni mascolinizzazione;
Progestativi di sintesi Ditilsilvestrolo durante la gravidanza alla figlia trapassa in età
adolescenziale adenosi vaginale, o cisti testicolare (nel maschio).
Agenti antitiroidei, corticosteroidi, Insulina, ipoglicemizzanti, anticoagulanti (es. Warfarin
antagonista Vit. K) portano a displasia SNC, ipoplasia nasale, nei mesi a rischio si da Eparina, in
quelli sicuri si torna al Warfarin, alla fine di nuovo all’Eparina.
Alcol Teratogenesi Sindrome alcolica fetale, malformazione cranica, faccia, palpebre,
ipoplasie mascellari, strabismo, anomalie alle orecchie, deficit della crescita (non per tutti i casi) ed
intellettivo.
Antiepilettici Difenildidantoina, un farmaco più leggero è la Benzodiazepina (Diazepam).
Antistaminici: l’Istamina è prodotta tanto dalle strutture embrionali, se blocchiamo tale processo
nell’embrione provocheremo teratogenesi.
Interferenti struttura materno – fetale: Aspirina, Indometacina, cortisonici, purganti, disinfettanti
intestinali.
Sistemico: la sostanza non agisce direttamente sul sito, ma previa introduzione, assorbimento ed
azione sul sito bersaglio (nefrotossicità, cardiotossicità, neurotossicità); presume sempre una
interazione con una struttura recettoriale
Strutture enzimatiche: Arsenico, Mercurio (metallo tossico), interazione inibendo gruppi tiolici,
sulfidrilici (SH) a livello renale; Digitale inibisce ATPasi Na+ - K+ a livello cardiaco (inibizione
enzimatica); insetticidi ortofosforici inibizione Acetilcolinesterasi.
Strutture proteiche non enzimatiche: Ossido di Carbonio si lega competendo con Hb;
Paracetamolo (Tachipirina) dà luogo a metabolita molto attivo (radicale libero) che intacca la
struttura del DNA delle cellule renali ed epatiche; presenti difetti di alterazione ed accumulo, difetti
del sistema enzimatico.
21/10/02
Tipi di brevetto: brevetto di sintesi concesso a chi scopre la molecola;
brevetto d’uso concesso a chi scopre l’attività biologica, farmacologica.
Ad ogni molecola può essere ricondotto più d un brevetto d’uso; il primo nome di registrazione è di
proprietà assoluta di chi lo commercia per primo; dopo gli anni stabiliti (15 - 20), un’altra ditta può
commercializzare quella data molecola, però con nome diverso.
Farmaci generici: prove di bioequivalenza, devono ottenere gli stessi risultati sotto il profilo
biologico (concetto di BIOEQUIVALENZA).
TERAPIA GENICA: applicazione terapeutica su patologie attraverso i geni; nasce negli anni ’70
come presupposto biologico di intervento in patologie ereditarie
SHID assenza genetica di un particolare enzima, il deficit di Adenosina Deaminasi causa
tossicità della popolazione leucocitaria, nella Fibrosi cistica o nelle vie respiratorie si denotano
anomalie di una proteina regolatrice la conduttanza di Ioni Cloro, così come addensamento delle
mucose, collabbimento delle sierose.
Nella Talassemia si preferisce, invece di curare a valle, intervenire a monte: si procede cioè
all’eliminazione del gene anomalo, con un gene sano.
Il gene è un tratto di DNA, ogni tipo di cellula esprime un determinato settore del patrimonio
genico (concetto di ESPRESSIVITA’).
Vi sono però anche le patologie (non ereditarie) acquisite tumori, AIDS, patologie degenerative
e SNC (Alzheimer, Parkinson, Sclerosi laterale amiotrofica).
Ex Vivo: coltivazione in vitro di linfociti, trattare l’elemento con un vettore che trasferisce il gene
corretto nei linfociti sforniti di geni sani; si estrae poi il gene malato, si cura l’anomalia, si
reintroduce il gene corretto tramite vettore; si fornisce l’informazione nuova, ma appena muoiono i
linfociti dovremo reinserire nuovi linfociti corretti; bisognerebbe agire sulle cellule staminali.
In Vivo: introdurre direttamente nel soggetto il vettore con l’informazione genica corretta che vada
a colpire selettivamente il tessuto, l’organo bisognoso della correzione.
In Situ: inoculazione diretta sulla struttura malata, del nostro vettore contenente l’informazione
genica corretta.
Terapia genica sostitutiva, additiva: la prima non si effettua quasi mai, si procede invece con quella
aggiuntiva, anche questa però comporta dei rischi: il gene viene inserito secondo casualità (“cade
dove capita”), può quindi attivare oncogeni o commutare oncosoppressori, è però un’eventualità
accaduta raramente.
23/10/02
Relativamente alle vie di assorbimento, assume importanza rilevante il dosaggio, si possono
evidenziare infatti variabilità di tipo farmacocinetico (interindividuale).
Coefficiente di ripartizione olio – acqua si può stabilire idrofilia e lipofilia vediamo come il
farmaco si scioglie in acqua ed in olio, viene fuori un coefficiente + alto è il numero + è lipofila
la sostanza e l’inverso accade per l’idrofilia.
Capacità di dissociazione (ionizzazione) legata al ph dell’ambiente e al pKa (costante di
dissociazione del farmaco); è la molecola indissociata ad essere liposolubile: + è indissociata +
attraversa le membrane.
Diffusione passiva: diffusione facile se il coefficiente di ripartizione è adeguato; il passaggio
avviene secondo gradiente di concentrazione, maggiore è la differenza di concentrazione dall’una
all’altra parte, non c’è dispendio d’energia (cinetica di ordine primo non sono sistemi subenti
saturazione).
Il flusso è proporzionale all’estensione della membrana, il passaggio avviene più facilmente tanto
più sottile è la membrana.
Passaggio attraverso endocitosi, esocitosi, transcitosi; il farmaco si ingloba in una vescicola per poi
riversarsi (transcitosi).
Endocitosi mediata da recettore: complesso ligando – proteina – recettore invaginazione
mantellamento clatrina (proteina?), più vescicole possono fondersi insieme Endosoma.
Recupero del recettore, il ligando resta sulla cellula, ma può anche essere degradato dal sistema
(es.LDL), il recettore si ricicla.
Può anche avvenire (Transferrina) che recettore e ligando vengano entrambi recuperati.
La Transferrina avendo un’affinità forte solo quando lega il Fe, quando non lo ha, lo va a cercare.
Un altro caso, in cui recettore e ligando vengono degradati, è quello dell’EGF.
- Alto grado di selettività, specificità, dispendio energetico: ciò avviene in caso di idrofilia.
- Trasporto attivo contro gradiente elettrochimico, proteine carriers è un trasporto attivo:
richiede cioè energia, il flusso dipende dalle proteine trasportate.
- Diffusione facilitata simile alla passiva, l’unica differenza consiste nell’aiuto di sistemi di
trasporto, ma non dispendio di energia, va sempre contro gradiente elettrochimico.
- Attraverso pori intercellulari, canali di membrana.