(231>)
Caritone di Afrodisia
Libro I
«Come ti chiami?».
«Leona».
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LIBRO II
Libro III
essa sia pure con noi, ο che neppur io sia più qui senza di
lei. Chè se non posso riprendere la mia donna, desidero
piuttosto anch'io di essere schiavo con lei».
Libro IV
A CALLIROE CHEREA
e a Mitridate: (334>)
LIBRO V.
. . . . . accolti
intorno a Giove, si sedean gli dei
a consulta.
«A me la diede il padre».
«E io la trat-(354>)-tengo».
«Adultero».
«Assassino».
. . . . . . . . . . S'anco
Laggiù nell'Orco oblivion scendesse
Della vita primiera, anco nell'Orco
Mi seguirà della diletta amica
La rimembranza.
(360>)
LIBRO VI.
. . . . . . . . . . ed ora
Giacea sui fianchi, or prono, ora supino,
. . . . . . . . . . Al ciel salìa
Volubile col fumo, il pingue odore.
LIBRO VII.
. . . . . . . . . . Periremo
ma gloriosi, e alle future genti
qualche bel fatto porterà il mio nome. (385>)
a dritta a manca
Fora, taglia, ed uccide e degli uccisi
Il gemito la muta aria feria;
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come posso far festa senza di te, che sei forse in mezzo a
tali affanni?».
LIBRO VIII
far dei doni alla madre e per presentare offerte agli dèi
patri. Io ne ho lasciati altri più in Babilonia. Gli dèi ti diano
felice navigazione e salvezza e di non essere più
disgiunta da Cherea. Ogni cosa verso di me facesti
secondo giustizia; e dimostrasti onesto costume e degno
della bellezza. Il re mi diede <proprio> un bel deposito».
. . . . . . . . . piangean
Statira in vista e il proprio danno in core: