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Restauri estetico-adesivi indiretti:

modello per diagnosi


di configurazione cavitaria

Guido Fichera, Istituto di Clinica Odontoiatrica e Stomatologica,


Dir. Prof. Franco Santoro,
Cesare Dinapoli, Insegnamento di Protesi Dentaria 3,
Polo Centrale, Titolare Dott. Dino Re,
Dino Re Università degli Studi di Milano

INTRODUZIONE damentale principio biologico di sidua definito “modello per dia-


massima conservazione della so- gnosi di configurazione cavitaria”.
I restauri estetico-adesivi indiret- stanza dentaria sana residua. Come tale fornisce le linee guida
ti in composito e ceramica inte- In accordo con queste premes- per la diagnosi della tipologia cavi-
grale appartengono alla grande se, trattare la fase di preparazione taria; inoltre consente di poter de-
categoria dei restauri coronali cavitaria come una fase esclusi- marcare le aree di transizione tra
parziali; come tali vengono realiz- vamente operativa dove il clinico cavità e dente e di poter optare per
zati su preparazioni cavitarie che si deve attenere ai numerosi para- la tipologia di ricoprimento cuspi-
lascino intatta, non strumentata, metri geometrici di configurazione dale più conservativo, garantendo
una parte di corona clinica più o risulta insufficiente. Infatti l’ap- una standardizzazione della pre-
meno estesa e i cui margini sono plicazione operativa dei vari para- parazione cavitaria per qualsiasi
prevalentemente ubicati in posi- metri geometrici è cronologica- situazione clinica. La comprensio-
zione sopragengivale 1. mente e gerarchicamente secon- ne del modello per diagnosi di con-
Dalla definizione di prepara- daria alla diagnosi della configu- figurazione cavitaria si rivela utile
zione coronale parziale si evince razione cavitaria ottimale per il anche nella realizzazione del build-
la necessità operativa di scegliere restauro morfo-funzionale, esteti- up, aiutando il clinico ad operare
quale porzione di corona clinica co e biomeccanicamente affidabi- nella fase di apposizione del mate-
abbia in sé, o in associazione con le dell’elemento dentale in esame. riale secondo una modalità strate-
il build-up, delle caratteristiche La fase di preparazione cavi- gica e topografica corretta.
strutturali e di resistenza bio- taria è quindi una fase diagnosti-
meccanica sufficienti a garantire co-operativa 2.
la resistenza del manufatto. L’analisi biomeccanico-struttu-
Tale decisione risulta determi- rale della sostanza dentaria sana FATTORI STRUTTURALI
nante per la prognosi del com- residua costituisce il fondamento DI RESISTENZA
plesso dente-restauro in quanto scientifico per un approccio razio-
un errore nell’analisi della sostan- nale al restauro diretto e indiretto La Letteratura, in specie quella
za dentaria sana residua e conse- del dente singolo vitale e trattato precedente all’era adesiva, è mol-
guentemente nella tipologia di endodonticamente. Sulla base di to ricca di informazioni sull’anali-
configurazione cavitaria si tradur- tale analisi e grazie all’integrazio- si biomeccanico-strutturale della
rebbe nel tempo in un fallimento ne di questa con l’evidenza e l’e- sostanza dentaria sana residua.
meccanico (frattura) del restauro sperienza clinica, gli Autori hanno È importante sottolineare come
e/o della porzione coronale resi- sviluppato un modello grafico rap- l’ormai comprovata affidabilità
dua oppure in un approccio re- presentativo dell’elemento dentale clinica delle tecniche adesive cor-
staurativo non rispettoso del fon- e della sostanza dentaria sana re- rettamente eseguite ha solo ap-

VII SIMPOSIO INTERNAZIONALE 23


Figura 1 Figura 2

parentemente esautorato l’impor- ridurre lo stress dell’interfaccia re- FATTORI STRUTTURALI


tanza dei fattori strutturali di re- stauro-cavitaria nel tempo. CENTRALI
sistenza dell’elemento dentario. Dall’analisi della Letteratura è
Infatti la ricerca e l’evidenza cli- possibile dedurre come i fattori I fattori strutturali centrali sono
nica hanno dimostrato come il le- strutturali discriminanti nella costituiti dalla dentina interassia-
game adesivo dentina-composito valutazione della struttura den- le e dal tetto della camera pulpare.
sia soggetto nel tempo ad una dimi- taria sana residua siano 4: La dentina interassiale costi-
nuzione della sua forza 3-4, tanto tuisce il core centrale dell’ele-
più quanto tale legame è sottoposto ● dentina interassiale; mento dentale; può essere vista
a stress meccano-termico; è, con come la continuazione cervico-
molta probabilità, l’indebolimento ● tetto della camera pulpare; occlusale del tetto della camera
del legame adesivo nel tempo il re- pulpare e quindi occupa lo spazio
sponsabile del fallimento meccani- ● cresta marginale; della proiezione della camera pul-
co di quei restauri estetico-adesivi pare alla superficie occlusale 5.
diretti e indiretti in cui, ad esempio, ● residuo cuspidale. Da un punto di vista struttu-
l’interfaccia restauro-cavitaria è rale, la dentina interassiale svol-
posta in prossimità del vertice cu- È importante notare, per le im- ge una funzione di unione delle
spidale oppure lo spessore della plicazioni diagnostico-operative pareti assiali, in particolare delle
parete dentale residua è troppo esi- che ne conseguono, come i fattori pareti vestibolare e linguale; ge-
guo. Tali fallimenti sono difficil- strutturali dell’elemento dentale rarchicamente rappresenta il fat-
mente giustificabili se non con l’i- possano schematicamente esse- tore strutturale più importante
potesi di un fallimento nel tempo re classificati in base alla loro in quanto, senza un suo deficit,
del legame adesivo di interfacce ubicazione topografica in: problemi strutturali a carico de-
sottoposte ad alto stress meccani- gli altri fattori non sono in grado
co; in tal senso acquista importan- ● fattori strutturali centrali di minare significativamente la
za la comprensione dei limiti, a li- resistenza alla frattura della so-
vello prognostico, nel tempo dell’a- ● fattori strutturali periferici. stanza dentaria sana residua 6-9.
zione di rinforzo delle tecniche ade- In tal senso sono esplicativi gli
sive e la scelta clinica si dovrebbe Il rapporto spaziale tra i vari fatto- studi di Mondelli et al 6 e di
affidare ad una bilanciata integra- ri strutturali può essere meglio Larson et al 7 che hanno rilevato
zione dell’analisi dei fattori struttu- evidenziato mediante una rappre- come la perdita della cresta mar-
rali, delle possibilità “realistiche” sentazione grafica dell’elemento ginale (fattore strutturale perife-
delle tecniche adesive e di quei fat- dentale, da noi definita “modello rico) non associata ad una pre-
tori di disegno cavitario in grado di strutturale” (FIGURE 1 E 2). parazione dell’istmo occlusale

24 ISESSIONE
(ovvero fattore strutturale cen- FATTORI STRUTTURALI strutturale e funzionale del resi-
trale dentina interassiale) non PERIFERICI duo cuspale dalla cresta margina-
comportasse un significativo in- le adiacente e nel confermare il
debolimento strutturale; vicever- I fattori strutturali periferici sono comportamento biomeccanico in-
sa, ad una preparazione esclusi- costituiti dalla cresta marginale e dipendente tra le cuspidi, come
va della dentina interassiale, si dalla struttura amelo-dentinale suggerito dallo studio di Saka-
associa un importante deficit di ogni residuo cuspale. Ov- guchi et al 15 e clinicamente avalla-
strutturale. La cresta marginale viamente la cresta marginale è il to da più Autori 5-12. Ne consegue
è in grado di far valere il suo peso fattore strutturale periferico del- una direttiva clinico-operativa per
strutturale se la sua presenza od la parete prossimale, mentre la la quale la perdita di una cresta
assenza si associa ad una stru- struttura amelo-dentinale della marginale in un molare trattato
mentazione della dentina inte- cuspide è il fattore strutturale endodonticamente, associata alla
rassiale 8, 9; a sua volta, il tetto periferico della parete assiale ve- presenza dell’altra cresta margi-
della camera pulpare, risulta, stibolare o palato-linguale. nale (fattore strutturale primario)
differentemente da un’opinione La cresta marginale e la strut- e cuspidi adiacenti ben sostenute,
comune, meno importante della tura amelo-dentinale ad essa si può tradurre in un restauro a
cresta marginale. sottesa costituiscono, insieme al- ricoprimento cuspidale parziale,
Infatti, come dimostrato da la dentina interassiale, l’unione ovvero con ricoprimento esclusivo
Reeh et al 10, la sua perdita, se della parete vestibolare con la delle cuspidi adiacenti alla cresta
associata al mantenimento di en- parete palato-linguale; lo spesso- marginale persa e mantenimento
trambe le creste marginali (cioè re amelo-dentinale alla base di delle cuspidi adiacenti alla cresta
dente trattato endodonticamente ogni cuspide non svolge questo marginale presente.
con esclusiva strumentazione ruolo strutturale, ma rappresen- La struttura amelo-dentinale
della dentina interassiale e ab- ta l’ultimo baluardo al sostenta- del residuo cuspidale rappresenta
battimento del tetto della camera mento della cuspide stessa. il fattore strutturale con l’implica-
pulpare per consentire l’accesso La cresta marginale ha bisogno zione clinica più importante: la
alla strumentazione dell’endo- di alcuni attributi per una corretta scelta operativa del mantenimen-
donto), comporta un deficit valutazione; perdita della cresta to della cuspide o della necessità
strutturale inferiore rispetto al marginale significa clinicamente di ricoprimento cuspidale è infatti
suo mantenimento e l’assenza di presenza di un box prossimale. determinante ai fini della progno-
una o due creste marginali (cioè Il box prossimale deve essere si del complesso dente-restauro.
dente vitale con cavità di II classe valutato nel suo rapporto di adia- Come dimostrato nell’importan-
OM, OD e MOD). cenza con gli altri 2 fattori struttu- te studio di Hood 16, la struttura
Queste considerazioni sono rali primari (data per scontata una amelo-dentinale del residuo cuspi-
importanti per poter stilare una strumentazione della dentina in- dale adiacente ad un box prossi-
gerarchia dei fattori strutturali terassiale con presenza di un ist- male si comporta meccanicamente
dell’elemento dentale affinché le mo occlusale): tetto della camera come una trave a sbalzo; dalle leggi
scelte cliniche conseguenti la va- pulpare (presenza, assenza), che sottendono questo equivalente
lutazione della sostanza dentaria struttura amelo-dentinale del re- meccanico, si evince come i fattori
sana residua abbiano il più pos- siduo cuspale adiacente in termini spessore (s) e profondità (p) della
sibile un’evidenza scientifica e di spessore (< o > 1,5-2 mm nel base del residuo cuspidale siano i
non siano il frutto esclusivo di dente vitale 11 e < o > 2,5-3 mm nel parametri di primaria importanza
empirismo e preconcetti. dente trattato endodonticamente 5) in quanto ne variano al cubo la
L’ordine gerarchico dei fattori e profondità della base 12; a secon- deformazione e in ultima analisi la
strutturali prevede quindi: da o meno di una contiguità strut- responsabilità dell’eventuale resi-
turale negativa o positiva sarà ne- stenza o frattura cuspidale. Ecco
1) dentina interassiale; cessario oppure non necessario il perché a parità di spessore e in as-
ricoprimento delle cuspidi adia- senza della cresta marginale, i resi-
2) cresta marginale; centi. In tal senso i lavori di Linn dui cuspidali dei denti trattati en-
et al 13 e Panitvisai et al 14 sui rap- dodonticamente flettono di più ri-
3) tetto della camera pulpare porti tra cresta marginale, dente spetto ai denti vitali. In tal senso
trattato endodonticamente e resi- sono da leggere i consigli clinici di
4) struttura amelo-dentinale del dui cuspali sono esemplificativi vari Autori per cui lo spessore mini-
residuo cuspale. nel mostrare una dipendenza mo per garantire il mantenimento

VII SIMPOSIO INTERNAZIONALE 25


Figura 3 Figura 4

cuspidale in un dente vitale è 1,5-2 ● tra cresta marginale e cuspide; (ovvero dalla presenza di un box
mm 12 mentre nel dente trattato en- prossimale).
dodonticamente è 2,5-3 mm 5. ● tra cuspide e cuspide; Queste 8 configurazioni rias-
sumono tutte le possibilità clini-
● tra dentina interassiale e il che di disegno cavitario di ricopri-
complesso periferico creste mento cuspidale nel suo rapporto
AREE DI TRANSIZIONE marginali-cuspidi. con la cresta marginale e, in parti-
RESTAURO-CAVITARIA colare, descrivono metà delle pos-
E POSSIBILI Dall’anatomia degli elementi sibilità di un bicuspidato (8 confi-
CONFIGURAZIONI dentali posteriori è ovvio che ad gurazioni associate alla cresta
CAVITARIE ogni cresta marginale si associa- marginale opposta e 8 configura-
no 2 aree di transizione restauro- zioni associate alla sua assenza).
Dall’analisi dei fattori strutturali cavitaria: È molto interessante notare co-
periferici cresta marginale, residuo me in un policuspidato, dall’asso-
cuspidale e fattore strutturale cen- ● un’area di transizione vestibo- ciazione speculare delle 8 configu-
trale dentina interassiale è possibi- lare perché associata con l’ini- razioni possibili per una cresta
le topograficamente delimitare del- zio della cuspide vestibolare marginale e cuspidi adiacenti è
le aree di separazione; queste aree adiacente possibile ricavare tutti i tipi di pre-
assumono valore clinico nella dia- parazione cavitaria parziale, dall’in-
gnosi di configurazione cavitaria in ● un’area di transizione linguale lay all’onlay e all’overlay in qualsia-
quanto consentono di demarcare perché associata con l’inizio del- si combinazione (FIGURA 5); da un
nel disegno della preparazione co- la cuspide linguale adiacente. semplice calcolo combinatorio si
ronale parziale una linea di transi- evince come siano possibili 64 tipi
zione restauro-cavitaria intracoro- Dalle possibili combinazioni as- di preparazione cavitaria parziale
nale ed extracoronale e rappresen- senza-presenza della cresta mar- in un policuspidato con 4 cuspidi.
tano aree di riferimento spaziale di ginale e mantenimento o abbatti- Grazie al concetto di aree prin-
grande aiuto per la realizzazione di mento delle 2 cuspidi ad essa cipali di transizione restauro-ca-
un build-up rapido e stereoscopi- adiacenti (vestibolare e linguale) vitaria risulta semplicissima la
camente corretto. possono verificarsi diverse situa- standardizzazione del disegno ca-
Prendendo come esempio un I zioni cliniche di disegno cavitario vitario; è infatti sufficiente, previa
molare superiore è possibile deli- (FIGURA 4): le configurazioni da 1 a 4 la presenza o l’assenza della cre-
mitare topograficamente 3 aree sono caratterizzate dalla presenza sta marginale, fare diagnosi di
di transizione restauro-cavitaria della cresta marginale, le configu- mantenimento o abbattimento
(FIGURA 3): razioni da 5 a 8 dalla sua assenza della cuspide adiacente ed è pos-

26 ISESSIONE
Figura 5 Figura 6

sibile delimitare con certezza la della cuspide sui 3 piani: trasver- a meno che il residuo cuspale non
geometria della configurazione sale, frontale e sagittale. abbia uno spessore notevole
cavitaria. Per tale motivo le rap- Il parametro basilare che detta (>2,5-3 mm).
presentazioni grafiche da 1 a 8 co- la necessità del ricoprimento cuspi- Per definizione lo spessore del-
stituiscono il “modello per diagno- dale è lo spessore amelo-dentinale la parete cuspidale è un attributo
si di configurazione cavitaria”. della cuspide; si è detto che il valore spaziale di una sezione della cu-
limite di tale spessore, nel dente vi- spide sui piani trasversale e fron-
tale, è nell’ordine di 1,5-2 mm in tale; per una valutazione globale,
quanto al di sotto di esso la parete lo spessore amelo-dentinale deve
TIPOLOGIA DI in quel punto sarebbe esclusiva- essere considerato a vari livelli
RICOPRIMENTO CUSPIDALE mente sostenuta da smalto e non occluso-cervicali e mesio-distali.
sarebbe prognosticamente affida- Una sezione trasversale ad un
Come sottolineato in una prece- bile il rinforzo del build-up. determinato livello occluso-cervi-
dente pubblicazione 2, il ricopri- Fa eccezione alla regola dello cale è in grado di informarci sullo
mento cuspidale nei restauri spessore amelo-dentinale minimo spessore amelo-dentinale nel
estetico-adesivi indiretti può es- la situazione clinica del dente suo percorso mesio-distale; una
sere di 2 tipi: trattato endodonticamente in cui sezione frontale ad un determi-
le cuspidi in oggetto abbiano su- nato livello mesio-distale ci infor-
● ricoprimento cuspidale a ta- bito la perdita della cresta margi- ma sullo spessore amelo-denti-
glio netto; nale adiacente. Infatti, in tal caso, nale nel suo percorso occluso-
le cuspidi, benché sostenute da cervicale. Dall’unione delle infor-
● ricoprimento cuspidale a cer- uno spessore >1,5-2 mm, avreb- mazioni sullo spessore amelo-
chiaggio. bero perso tutti i fattori struttura- dentinale condotte ai vari livelli
li di collegamento alla parete op- occluso-cervicali e mesio-distali
I parametri decisionali che porta- posta (dentina interassiale, tetto è possibile fare diagnosi della ne-
no alla scelta della necessità o della camera pulpare e cresta cessità o non necessità di rico-
non necessità di un ricoprimento marginale) e si comporterebbero primento cuspidale, e, se indica-
cuspidale e, qualora questo fosse da un punto di vista biomeccani- to, della tipologia.
indicato, della tipologia più op- co come una trave a sbalzo in cui A tal scopo, integra in modo effi-
portuna, possono essere rappre- il fattore altezza della cuspide sa- cace l’esame trasversale e frontale
sentati grazie ad un modello defi- rebbe massimo (per la perdita del una rappresentazione schematica
nito “modello per diagnosi di tipo- tetto della camera pulpare); il ri- (modello per diagnosi di tipologia di
logia di ricoprimento cuspidale”. coprimento cuspidale risulta ricoprimento cuspidale) della cuspi-
Il modello prevede l’analisi quindi altamente raccomandato, de nella sua vista laterale (piano sa-

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Figura 7 Figura 8

gittale) con l’inizio della cresta mar- seconda della situazione clinica. necessità di evitare strumentazio-
ginale e cuspide adiacenti (FIGURA 6). Ora, grazie a questo modello, ni “non senso” che vadano a mina-
È possibile tracciare sulla cu- è possibile dimostrare come, re i fattori strutturali cresta margi-
spide una griglia con linee orizzon- muovendosi entro di esso, è pos- nale e residuo cuspale in punti
tali e verticali che rappresentano sibile ottenere tutte le informa- strategici a livello operativo e pro-
rispettivamente i livelli occluso- zioni riguardo alle problematiche gnostico, come l’area di contatto
cervicali (distanziati di circa 2 mm) diagnostiche e tecnico-operative prossimale e il vertice cuspidale.
e mesio-distali (dove le linee coin- del ricoprimento cuspidale. Per semplificare l’analisi del
cidono con gli estremi mesiale e Prima di analizzare il modello, è modello è opportuno considerare
distale delle aree di transizione re- importante osservare come nelle dapprima i deficit strutturali del-
stauro-cavitaria tra cuspide-cre- aree di transizione restauro-cavi- lo spessore amelo-dentinale dei 2
sta marginale e cuspide-cuspide). taria si può distinguere un estre- mm occlusali della cuspide.
L’incrocio di tali linee dà origine a mo mesiale e distale. Un’area di Tale deficit strutturale rappre-
delle aree più o meno rettangolari. transizione tra cuspide e cresta senta l’indicazione elettiva per un
Ognuna di queste aree può essere marginale o cuspide e cuspide può ricoprimento cuspidale a taglio net-
considerata un’unita strutturale avere, ad esempio, durante la fase to (FIGURA 7); rientrano in questa ne-
dello spessore amelo-dentinale di preparazione, un taglio che può cessità anche quelle situazioni cli-
della cuspide clinicamente valuta- scorrere dall’estremo mesiale all’e- niche in cui il perimetro cavitario
bile; come ausilio diagnostico ci si stremo distale, range all’incirca di intracoronale risulti in prossimità
può avvalere di uno spessimetro 1,5-2 mm. Concettualmente, ovun- od in coincidenza del vertice cuspi-
di Iwansson per metalli. que si consideri in questa area di dale, ovvero in tutte quelle situazio-
Da un esame della griglia, è 1,5-2 mm il taglio cavitario, non ni ove si configuri un ampio istmo
possibile notare come le unità cambia il disegno della morfologia occlusale e, giustamente, si reputi
strutturali (9 in tutto) si possono cavitaria generale (cioè di tipo da 1 non conservativo optare per un ri-
distinguere in centrali (3) e late- a 8), mentre fa la differenza ubica- coprimento cuspidale convenzio-
rali o periferiche (3 per lato cioè 6 re la linea di transizione restauro- nale a cerchiaggio. La visione late-
per cuspide); in particolare le cavitaria nell’estremo mesiale o di- rale mostra il ricoprimento cuspi-
unità strutturali laterali coinci- stale di quest’area per quanto ri- dale nel suo andamento mesio-di-
dono con le metà mesiale o dista- guarda la realizzazione della tipo- stale mentre una sezione frontale
le di un’area di transizione re- logia di ricoprimento cuspidale. ben evidenzia il carattere conserva-
stauro-cavitaria e, quindi, come L’importanza clinica di identifi- tivo e la facilità di esecuzione di
tali saranno sede di mantenimen- care delle aree di transizione con i questa tipologia di ricoprimento
to o abbattimento ovvero di pas- relativi estremi a limitare il percor- cuspidale.
saggio del perimetro cavitario a so della preparazione nasce dalla A seconda della combinazione

28 ISESSIONE
Figura 9 Figura 10

degli estremi mesiale e distale delle con l’unica differenza clinica che estremi mesiale e distale di un’area
aree di transizione restauro-cavita- il ricoprimento cuspidale a cer- di transizione consente clinica-
rie, abbiamo 4 possibili configura- chiaggio ha un margine cervicale mente di prendere in considerazio-
zioni del ricoprimento cuspidale a più vicino al margine gengivale e ne tipologie di ricoprimento cuspi-
taglio netto: dal più conservativo, conseguentemente una parete dale come quelle a cerchiaggio par-
che non interessa cresta e cuspide assiale più lunga (FIGURA 9). ziale e a taglio netto di estensione
adiacenti, al più esteso che interes- Dall’analisi delle combinazioni minima e media, in grado di inte-
sa entrambi. Possiamo quindi di disegno cavitario (64), si evince grare i benefici biomeccanici di un
schematicamente distinguere tra come le combinazioni che offrono il ricoprimento cuspidale e i vantaggi
un ricoprimento cuspidale a taglio maggior spazio per un ricoprimen- della massima conservazione di
netto di estensione minima (esclu- to cuspidale sono quelle in cui, al sostanza dentaria grazie al non
sivamente per deficit dell’unità cen- residuo cuspale con deficit strut- coinvolgimento di una o entrambe
trale), media (per deficit di un’unità turale, si associano l’assenza della le aree di transizione adiacenti al
centrale e una laterale) e massima cresta marginale e l’abbattimento residuo cuspale minato.
(per deficit dell’unità centrale e di della cuspide adiacenti (ad es. 2-6, Per semplificare la spiegazione
entrambe le unità laterali). 2-8, 3-7, 3-8 ecc.). Queste sono in- del modello e affinché si potessero
Qualora il deficit strutturale fatti le situazioni dove per l’assen- comprendere le differenze tra i vari
dello spessore amelo-dentinale za di aree di transizione adiacenti tipi di ricoprimento cuspidale, si è
interessasse, oltre al deficit della alla cuspide è possibile usufruire scelto fin’ora una serie di combina-
fascia occlusale, anche il 1/3 me- del massimo spazio operativo. zioni di deficit strutturali esempli-
dio, si profila la necessità di un Ciononostante, è possibile ri- ficativi a carico dello spessore
ricoprimento cuspidale a cer- correre ad un ricoprimento cu- amelo-dentinale del residuo cu-
chiaggio (FIGURA 8). spidale di estensione massima in spale; ovviamente la clinica mostra
Analogamente al ricoprimento presenza della cresta marginale e le combinazioni più disparate, ma
cuspidale a taglio netto, si presen- cuspide adiacenti; infatti, sfrut- seguendo alcune regole è possibile
tano 4 combinazioni, di cui una dà tando per intero le aree di transi- optare per la scelta che comporti il
origine al classico ricoprimento cu- zione contigue al residuo cuspale miglior compromesso tra massima
spidale a cerchiaggio totale, mentre grazie ad un perimetro cavitario conservazione della struttura den-
le altre 3 danno origine al ricopri- passante per gli estremi mesiale e taria e biomeccanica ottimale del
mento cuspidale a cerchiaggio par- distale più distanti, si ricava lo complesso dente-restauro 17.
ziale di estensione minima e media. spazio operativo minimo per la Inoltre, grazie alla griglia del
Un deficit strutturale nel 1/3 realizzazione del ricoprimento cu- modello e alla sua suddivisione
cervicale comporta le stesse pro- spidale di estensione massima. in unità strutturali centrali e pe-
blematiche del caso precedente, Non solo, la comprensione degli riferiche, è possibile valutare le

VII SIMPOSIO INTERNAZIONALE 29


possibilità realistiche del build- strutturali di resistenza, distinti ficienza o deficit strutturale delle
up in termini di rinforzo struttu- in centrali e periferici, rappre- unità centrali e laterali, si posso-
rale dello spessore amelo-denti- sentabile mediante una simula- no delineare le indicazioni al
nale residuo. zione grafica tridimensionale de- mantenimento del residuo cuspa-
finita “modello strutturale”. le o alle varie tipologie di ricopri-
Il modello dei fattori struttu- mento cuspidale.
rali di resistenza rappresenta il È opportuno notare come con
CONCLUSIONI punto di partenza per ogni spe- questo approccio hanno origine in-
culazione. teressanti configurazioni cavitarie
L’organizzazione delle numerose Grazie ad un esame della so- e tipologie di ricoprimento cuspi-
informazioni tratte dagli studi di stanza dentaria sana residua in dale in grado di soddisfare contem-
biomeccanica mediante la realizza- termini di efficienza o deficit strut- poraneamente requisiti di resi-
zione di un modello grafico dell’ele- turale dei fattori di resistenza, è stenza strutturale e massima con-
mento dentale e della sostanza den- possibile individuare tutte le com- servazione di sostanza dentaria.
taria sana residua ha reso possibi- binazioni di configurazioni cavita- Modello strutturale, modello
le, a nostro parere, una standardiz- rie biomeccanicamente valide. per diagnosi di configurazione
zazione della diagnosi di configura- Con lo stesso metodo è stata cavitaria e modello per diagnosi
zione cavitaria e dell’applicazione studiata la struttura amelo-denti- di tipologia di ricoprimento cu-
delle direttive clinico-operative. nale del residuo cuspale; si è rea- spidale costituiscono una guida
In particolare, le conclusioni lizzato un modello grafico del resi- obiettiva per l’esame della so-
tratte da una revisione bibliogra- duo cuspale dove i fattori struttu- stanza dentaria sana residua ga-
fica sull’argomento ci hanno con- rali di resistenza sono costituiti rantendo la standardizzazione
dotto ad interpretare l’elemento dalle unità strutturali centrali e della diagnosi di configurazione
dentale come un complesso ar- laterali. Quindi analizzando le di- cavitaria e della scelta della tec-
chitettonico costituito da 4 fattori verse possibili combinazioni di ef- nica restaurativa (FIGURA 10). ■

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30 ISESSIONE

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