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PERIODICO DI INFORMAZIONE, ATTUALITÀ E CULTURA MUSICALE

FESTIVALI IL DRAMMA SOL7 SOL SOLE di Romina Ciuffa


NUMERO 16 > Inverno 2011
di Rossella Gaudenzi
DEL TONNO
di Flavio Fabbri

Periodico di informazione, attualità e cultura musicale a cura del Saint Louis College of Music
al nome s’intuisce

D che la natura degli


Atome Primitif è sin-
cretica all’origine. Si ispi-
rano ad un monaco fran-
cese, in inglese cantano i
testi, a Roma hanno ini-
ziato a muovere i primi passi in musica ma
jazz ce l’ha nelle corde da sempre. Susanna vogliono l’Europa. Azzurra Giorgi (voce), ro sul mio aereo ieri, sorvolavo la montagna.

Il Stivali, cantante, songwriter, compositrice,


ha deciso di perfezionarsi presso il Berklee
College of Music di Boston per respirare l’aria
Giacomo Ferrera (basso), Claudio Cicchetti
(batteria) e Clelia Patrono (chitarra) hanno pub-
blicato il loro primo album ufficiale per l’eti-
E La nevicata del 17 dicembre, volevo vedere
se è vero che i fiocchi hanno ali d’aliante e
che ci sono delle città, dopo la neve, che si
di puro jazz ed entrare in contatto con le perso- chetta indipendente Urban49, Three years, three costruiscono sulle nuvole. C’è turbolenza, cor-
nalità complesse, articolate che per questa musi- days. Il titolo è un duplice riferimento alla fase renti ascensionali che mi sbattono su, giù, una
ca e con questa musica hanno deciso di vivere. della gestazione e ai tempi record di registrazio- danza con questa montagna di stucco che mi
Tanto. Oltre a prender parte ai maggiori festival ne in studio: tre anni trovano sintesi in tre gior- cuce addosso una samba. E mi prende, mi affer-
del settore, nazionali e non, e ad imprimere la ni. Il dramma di un tonno è il primo estratto, con ra con garbo, ha nelle mani i miei fianchi, nei
propria personalità ai progetti che portano il suo un video che merita l’oceano. Mentre una grata rami le ali. Mi avvolge questo Monte Formaggio
nome, A secret Place e Piani diversi, imprezio- arrugginita lo divide dal mare. Gli Atome che ora sorvolo, e mi fa ballare. Un dono, la
siti dalla collaborazione di artisti quali Lee Primitif hanno pinne per un’acqua europea, e samba, farmi credere che c’è amore mentre è solo
Konitz e Ramberto Ciammarughi. (...) non per una zuppa di tonno nostrana. (...) turbolenza, e più c’è samba più menzogna. (...)

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photocredit
Ignazio Raso
BED
TIME
SPECIALE
FEED
back DANILO REA CLASSICA
MENTE ELEONORA PATERNITI

Direttore
ROMINA CIUFFA

Direttore Responsabile
SALVATORE MASTRUZZI

Caporedattore
Rossella GAUDENZI
Redazione
Flavio FABBRI classica@musicin.eu
Rossella GAUDENZI jazzblues@musicin.eu
Valentina GIOSA alt@musicin.eu
Roberta MASTRUZZI soundtrack@musicin.eu
Contributi
Adriano Mazzoletti, Rita Barbaresi, Lorenzo Bertini
Nicola Cirillo, Lorenzo Fiorillo, Alessia Panunzi
Eugenio Vicedomini, Livia Zanichelli

ROCKOFF ALTNATIVE
Music In Video
Videointerviste
Reportages REM ER ZOLA JESUS
Romina CIUFFA
www.youtube.com/musicinchannel

SPUTANDO IL ROSPO
www.myspace.com/musicinmagazine

Redazione
Via Urbana, 49/a
00184 Roma
Tel. 06.4544.3086 bbiamo con un risultato tra il goffo e il grottesco che, il popolo, digerita la lezione sul fascino della
Fax 06.4544.3184
redazione@musicin.eu
A assistito
impotenti
all’applauso
quindi, in Parlamento merita l’applauso. Ma,
in un contesto culturale come appunto quello
parlamentare, è d’obbligo spellarsi le mani, un
mediocrità purché di chiara fama, elegge ex
veline, ex calciatori, ex pornostar. Chissà che
la maledizione non venga da lontano, dagli
dirompente e po’ perché lo fanno tutti, un po’ perché è poli- insegnamenti di nonni e genitori. Ci hanno
Progetto grafico certamente ticamente corretto, molto perché «tanto non ci sempre raccontato favole, dove la giovane fan-
e fotografia inconsapevole che capisco nulla». ciulla di umili possibilità contingenti sognava
Romina CIUFFA deputati e senatori Con tutti gli artisti che il mondo ci invidia, il principe azzurro. Perché no, sognare va
hanno riservato all’esibi- Camera e Senato dovevano invitare, in una sala bene. Ma perché un principe danaroso e non un
zione di Andrea Bocelli, che ci dovrebbe rappresentare tutti, proprio quei operaio nero di pece o un metalmeccanico con
gesto che, purtroppo, a pieno titolo personaggi che al resto del mondo cederemmo le unghie sporche di grasso? Perché non
rappresenta la capacità discernitiva volentieri? L’anno scorso la scelta di un piani- sognare un minatore che tossisce respirando
Stampa musicale dell’italiano. Una voce, quella sta con i capelli dritti e la faccia disadattata ci polvere o un operatore ecologico che si spacca
Ferpenta Editore srl di Bocelli, che in un contesto operistico costò diverse sedute di analisi; per le prossime per ripulire le strade?
Roma possiede lo spessore e la possenza di un otta- edizioni sono in corso trattative riservate con i E poi un principe che non sa cantare. Si sogni
vino, senza microfoni facilmente sovrastato Righeira. Senza facilmente citare musicisti di il rospo, piuttosto. Ma la maledizione è un
Anno IV n. 16 da un tutti di flauti e clarinetti. grido sulla bocca di tutti, perché non pensare ai boomerang. Il principe è destinato a svegliar-
Inverno 2011 Nel magico mondo della musica popolare, pianisti Pietro De Maria, Roberto Carnevale, si rospo il giorno in cui la musica sarà cam-
dove conta il contenitore più del contenuto Gianluca Cascioli, Roberto Prasseda? biata. Sarà armonica. Sarà rispettata. E non si
Reg. Tribunale di Roma
(allitterazione ricercata), la voce bocelliana è Perché quello stesso deputato che si commuo- potrà più bluffare con hit-parade, show televi-
n. 349 del 20/7/2007
un capolavoro del fuori contesto, ricordando ve per il fraseggio di un pianista di terzo anno sivi o fenomeni da circo, un giorno tutti
un dilettante che mostra gratuitamente i non li conosce affatto. Nessuno in aula ne sapranno nuovamente distinguere il concime
muscoli in una competizione canora della peri- apprezzerebbe le qualità e non sarebbero nomi naturale dalla cioccolata. Perché ci vuole
STEFANO feria di Monopoli. Gratuitamente, perché non spendibili nel telegiornale delle 20. Sputare il orecchio.
MASTRUZZI c’è alcun motivo sano per cantare con un rospo, ecco cosa serve. Da trent’anni, caval-
EDITORE approccio pseudo-lirico Tu scendi dalle stelle, cando l'esempio (dis)onorevole di chi governa, Stefano Mastruzzi
JAZZ
& blues SUSANNA STIVALI Da donne a donna Emily Dickinson, Alda Merini, Patrizia Cavalli, Joni Mitchell, Billie
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

GOSPEL È la lieta
Holiday, Gabriella Ferri, Frida Kahlo e molte altre, in giro per Zagarolo, Palestrina, Frascati, Monterotondo, novella, quella che
a cura di ROSSELLA GAUDENZI
Castelnuovo di Porto, Ariccia, Genazzano, fino a Roma. Le porta tutte con sé il canto di Susanna Stivali. rassicura su tutto.

¢ CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA > FESTIVALI a cura di ROSSELLA GAUDENZI

NOVELL A
FESTIVALI oco tempo fa, forse solo qualche giorno fa, ero una ragazza che camminava in un mondo
G
GOSPEL
rande classico: l’appuntamento
di Alessia Panunzi

prio viaggio, appassionato e

«P
di colori, di forme chiare e tangibili. Tutto era misterioso e qualcosa si nascondeva; imma- con l’Auditorium Parco della festoso, ma pur sempre profon-
ginare la sua natura era per me un gioco. Se tu sapessi com'è terribile raggiungere tutta la Musica, che accoglie le calde e damente legato alla spiritualità
avvolgenti note del gospel con il della loro terra e tradizione. Più
conoscenza all'improvviso – come se un lampo illuminasse la terra!» (Frida Kahlo) festival più atteso dagli appas- contaminate e innestate da
sionati di questa particolare arrangiamenti contemporanei le
forma di blues, il Roma Festival altre formazioni proposte que-
Emily Dickinson, la scelta di quattordici artiste non è Gospel. Giunta alla XV edizione, st’anno dal festival, come il South
stata semplice. Alcune figure erano ben delineate, due la rassegna propone undici Carolina Gospel Choir, Brent
intellettuali scomparse da poco ad esempio: Fernanda appuntamenti, dal 19 al 30 Jones & T.P. Mobb e Bridgette
Pivano, una figura che ha fatto da «filtro» nel contatto dicembre 2010, con i migliori Campbell Gospel Singers, i quali,
con altre culture, apportatrice di pace e di speranz, e interpreti mondiali di Gospel & seppure con repertorio più vicino
Alda Merini. Sul versante musicale, la scelta è caduta su Spiritual provenienti dagli Stati alle nuove generazioni, si propon-
Videoreportage rappresentanti di mondi distanti tra loro, personaggi che Uniti e dal continente africano. gono di portare avanti la tradizio-
hanno influenzato il modo di fare musica: Billie Holiday Si apre quest’anno con la travol- ne afro-americana delle antiche
www.youtube.com/musicinchannel e Joni Mitchell in primis, inoltre due figure da rivaluta- gente energia sprigionata dalla folk churches, sette religiose che
re, legate alla tradizione della musica popolare italiana, musica e dai colori dell’ensem- fecero proprie le note forme
Gabriella Ferri e Giovanna Marini. ble più acclamata dal momento: musicali del call-and-response,
usanna Stivali, cantante jazz, compositri- Di estrema importanza è per noi il filone ecologista- il Soweto Gospel Choir. del clapping e del ring shout,

(...) S ce e socia dell’associazione culturale


«Muovileidee», così racconta la genesi e
la realizzazione di un ambizioso progetto. Un nome non
pacifista, quindi omaggi dovuti a donne come Vandana
Shiva e Wangari Maathai. Citerei anche Patrizia
Cavalli, poetessa molto amata, ironica, che alleggerisce
Dall’inglese arcaico, gospel
significa «buona novella» e le
performance di questa forma-
arricchite ora dalle pregevolissi-
me voci a cappella che ben si fon-
dono con le cadenze blues, il
casuale né superficiale, muovere le idee: contiene il con- un po’ il tono degli incontri. Infine, esemplari della cul- zione non potrebbero tradurre ritmo del ragtime e le improvvisa-
cetto dello spostamento, della fatica e non ancora il risulta- tura internazionale e rivoluzionarie nel sociale, come musicalmente in modo più zioni jazz attualmente parte inte-
to, quindi l’incompiutezza. La Stivali e un festival, meglio, Anna Politkovskaja e Frida Kahlo. Tutto ciò per rende- appropriato gli inni di gioia e di granti della musica gospel.
una rassegna: Da donne a donna, alla sua prima edizione, re omaggio alle donne non viste unicamente con uno fede che scaturiscono dai canti Il gospel, un tempo relegato ai
ha spostato i monti: da Roma a Frascati, da Zagarolo a sguardo al femminile; volevamo raccontare qualcosa popolari e meticci di un coro la margini della musica ecclesiasti-
Castelnuovo di Porto, a Palestrina, a Monterotondo, ad delle donne dal valore artistico universale. La musica ha cui storia s’interseca inevitabil- ca, oggi è divenuto forza profon-
Ariccia per terminare a Genazzano: otto location, altrettan- un ruolo preponderante. mente con quella travagliata e da della cultura popolare ameri-
ti pregevoli palazzi storici, per quattordici incontri «in bili- Quali musiciste hai deciso di portare con te? sofferta del Sud Africa. Esso cana. Secondo la rivista statuni-
co» tra musica, poesia, letteratura, giornalismo, fotografia. In alcuni casi si può parlare di concerti veri e proprio e infatti, sin dal 2002, anno della tense Gospel Today, negli ultimi
Mia è la formula iniziale, sono da sempre un’appassio- la musica è l’indiscussa protagonista: talvolta si valorizza fondazione sotto la direzione di dieci anni sette major hanno
nata di poesia e letteratura; la mia socia, Maria Luisa l’improvvisazione, talvolta l’interazione tra parola, poesia David Mulovhedzi (recentemen- creato al loro interno delle divi-
Celani, si dedica a cinema e audiovisivo. Avevamo in e note. Ho voluto innanzitutto la presenza di artiste che te scomparso) e Beverly Bryer, sioni di gospel music; le etichet-
cantiere un progetto che fosse un mix di passioni e toc- volessero mettersi in gioco: musica sì protagonista ma che ha preso costantemente parte te indipendenti sono aumentate
casse più campi dell’arte. Il soggetto è venuto quasi da deve mettersi in relazione con altre forme artistiche. In a molteplici iniziative a sfondo del 50 per cento e il reddito
sé. Viviamo un momento socialmente opaco per l’inqua- secondo luogo era necessario trovare voci adatte alle pro- benefico e sociale, il cui eco non totale della gospel music, relati-
dramento della donna. Cercavamo di dar voce a chi non tagoniste da omaggiare. La domanda può risultare singo- ha fatto altro che incrementare vo allo scorso decennio, è quasi
si rispecchia in ciò che accade e ciò che vede. Inoltre, ho lare: perché hai scelto Billie Holiday? Perché non raccon- il successo ottenuto presso il triplicato. Per alcuni la gospel
la fortuna di conoscere artiste che hanno molto da dire e ta soltanto uno stile, ma come molti musicisti della sua grande pubblico. music è la musica nera. Per altri
la voglia di omaggiare l’arte, in senso ampio. epoca ha vissuto nel jazz un’esperienza di vita, legato alla L’ensemble vanta infatti nume- è semplicemente un termine
Chi sono queste donne? razza e al sociale, e ancor più, ciò che hanno dovuto paga- rosi riconoscimenti a livello inter- che comprende vari tipi di musi-
Inizialmente io e Maria Luisa. A seguire Angelica re la le donne della sua razza. Eccelso il messaggio artisti- nazionale, quali due Grammy e ca religiosa-traditional, contem-
Caronia ed altre che hanno, per l’appunto contribuito con co e fortissimo il messaggio di esperienza di vita. illustri collaborazioni con musici- porary christian, urban contem-
le proprie idee. In un paio di anni, il progetto ha preso A chi va il tuo personale omaggio? sti compositori come Peter porary southern, hip-hop, soul,
forma. Da donne a donna è un progetto svolto con la col- Quale amante della poesia, ad Emily Dickinson e Gabriel e Thomas Neumann in R&B o rap; tuttavia, al di là delle
laborazione della Provincia di Roma; l’idea iniziale coin- Patrizia Cavalli. La poesia fa lavorare sull’improvvisa- occasione della colonna sonora facili categorizzazioni, è un gene-
volgeva le Biblioteche di Roma, per aprire all’arte spazi zione, quindi su un modo moderno di intendere il jazz. della pellicola animata Wall-E re che va ascoltato, vissuto e
tradizionalmente votati ad altro. Abbiamo poi vinto un Ritieni che ci sia un legame tra l’arte e il dolore? (Pixar, 2008). Il Soweto Gospel sentito, corporalmente e spiri-
bando della Provincia, che ha finanziato per intero il Più che tra arte e dolore, scorgo un forte legame tra Choir si esibisce in 8 lingue suda- tualmente perché, citando un
nostro progetto e ciò è estremamente importante, perché arte e coraggio. Coraggio e apertura che molte volte, fricane, portando in scena i pensiero della stella del gospel,
significa poter offrire eventi a ingresso gratuito. poi, possono mettere in contatto con il dolore. migliori talenti vocali formatisi Inez Andrew: «Se non hai mai
Così l’arte e la cultura nella loro interezza, in maniera Come ha risposto il pubblico, sino ad oggi, alla nelle molte chiese di Soweto, sentito la necessità di leggere la
tale da coinvolgere musica, letteratura, poesia e fotogra- prima edizione della rassegna? grande sobborgo sudafricano di Bibbia, forse una canzone ti aiu-
fia, si sono spostate di luogo e sono state inserite in luoghi Risposta ottima, così come la critica. Molto buona la Johannesburg, in un vero e pro- terà a farlo». ■
d’arte della provincia di Roma da riscoprire, una serie di considerazione da parte del presidente della Provincia
palazzi storici, per il Progetto ABC Arte Bellezza Cultura. Nicola Zingaretti e sorprendente la risposta del pubblico:
Tra queste strutture spiccano Palazzo Rospigliosi a abbiamo avuto il timore che il messaggio fosse troppo
Zagarolo, il Teatro Comunale Gian Lorenzo Bernini di alto. Così non è. La gente è curiosa, ha sete, vuole sape-
Ariccia, le Scuderie Aldobrandini di Frascati, il Castello re e fa domande su artisti a cui si avvicina per la prima
Colonna di Genazzano, Palazzo Valentini a Roma ed altri.
Si può parlare di una riscoperta di luoghi meno fre-
quentemente battuti dal turismo?
Indubbiamente. Il contatto con il territorio ha messo
volta. Noi abbiamo portato le donne tra le donne.

MUSE. Emily Dickinson, Billie Holiday,



DA DICEMBRE 2010
www.musicajazz.it
sotto i nostri occhi una quantità di risorse maggiori Giovanna Marini, Gabriella Ferri, Fernanda
rispetto a quanto comunemente si creda. Quindi, fatta Pivano, Goliarda Sapienza, Oriana Fallaci, Alice
eccezione per gli spazi specifici, il progetto è interamente Walker, Fatema Mernissi, Nawal Al Sa’Dawi,
nostro, rimanendo in linea con l’idea di accogliere l’arte Simone De Beauvoir, Alda Merini, Anna
in luoghi che di solito l’arte non l’accolgono. Stesso for-
mat ma spazi continuamente differenti, suggestioni del
Politkovskaja, Patrizia Cavalli, Vandana Shiva,
Wangari Maathai, Joni Mitchell, Tina Modotti e
il portale del jazz in Italia
tutto diverse di volta in volta. È molto peculiare assistere Frida Kahlo.
alla reazione che suscita la lettura di un’attrice nella sala IN SCENA. Sandra Ceccarelli, Monica Cervini,
di un palazzo storico anziché in un teatro.
A quali donne vi rivolgete?
Rendiamo omaggio a quattordici artiste dalla persona-
Susanna Stivali, Elisabetta Antonini, Orsetta De
Rossi, Angelica Ponti, Raffaella Misiti, Stefania
Tallini, Gabriella Aiello, Sabrina Ramacci.
Interviste, articoli, recensioni,
lità spiccata. Si tratta di un festival incentrato sulla
comunicazione, innanzitutto, quindi commistione di
generi. Muse ispiratrici del presente, eccezion fatta per
MOSTRA FOTOGRAFICA. Maria Luisa Celani e
Loredana Vanini. video, live e contenuti esclusivi.
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

MY FAVORITE THINGS È stato il sax soprano di John Coltrane a inchiodare questo UMBRIA JAZZ WINTER Avete presente
JAZZ
& blues
pezzo del 1961 all’immortalità: ripreso, stravolto e impreziosito per divenire pietra milia- quell’odore di caminetto e griglia, vino rosso e ODIO L’ESTATE Qualcuno
re del jazz, abbandonando le vie dell’hard bop e imbollando la strada del free jazz. jazz? finalmente ci spiega perché

LE MIE ARMATA JAZZ


COSE
FAVORITE di Rossella Gaudenzi

minuti di jazz puro, la prima registrazione di John Coltrane con la Atlantic Records,

14 reinterpretazione modale di un pezzo di Richard Rodgers e lunghi assoli sulla ripe-


tizione di due accordi, mi maggiore e mi minore. E un grande classico, il film Tutti
insieme appassionatamente, per ricordare cosa vuol dire famiglia e storia del jazz. di Rossella Gaudenzi

C
oncentriamoci per un attimo cercando di ricor-
dare la rassicurante voce spiegata di Julie
Andrews nella commedia musicale The sound of
per prendere la strada del free jazz. Formazione d’eccel-
lenza che diverrà poi uno storico quartetto: John
Coltrane al sax soprano e tenore, McCoy Tyner al piano,
O rvieto, una rupe di tufo assediata dal jazz, i Podestà, i Capitani
del Popolo, i Signori Sette, l’opulenza dell’improvvisazione.
music, diretta da Robert Wise, in Italia nota come Tutti Steve Davis al contrabbasso ed Elvin Jones alla batteria

XVIII
insieme appassionatamente. Film datato - correva l’an- a dar vita a ipnotici e memorabili lunghi assoli di pia- edizione, dal 29 de alla torre civica, nota come torre del
no 1965 - che evoca famiglia, calore, buoni sentimenti, noforte e sax, in linea con quella visione «policentrista» dicembre 2010 al Moro. Sarà il meeting-point ufficiale e
ma anche etichetta e bon ton. Film datato che resta a di Coltrane che offre ampia libertà espressiva ai suoi 2 gennaio 2011. A sede dei concerti di Renato Sellani e
conti fatti uno dei film più visti di tutti i tempi. Merito «compagni di viaggio». partire dal 1993 Umbria Jazz raddop- Nick the Nightfly.
della colonna sonora, musica di Richard Rodgers e testi My favorite things continua ad incantare nei decenni pia, fa spazio alla versione invernale e Quarta tappa: la Sala del Carmine, ex
di Oscar Hammerstein II: i motivetti cantati dalla fami- e continua ad essere interpretata: dalla celeberrima ver- nasce Umbria Jazz Winter. La città chiesa del 1300 comprendente un con-
gliola dai tanti fratelli, orfani di madre, sono rimasti sione cantata di Al Jarreau a John Zorne a Sarah della verde Umbria eletta ad accogliere vento, accoglie il concerto multimedia-
impressi ad almeno tre generazioni di pubblico, e pro- Vaughan; da Barbra Streisand a Dave Brubeck, Wes cinque giorni di concerti - quelli più le One hand Jack, una musica da Dio.
prio tra questi ci ritroviamo a fischiettare My favorite Montgomery, Diana Ross, fino al piano solo di Brad sacri ma anche quelli più festaioli - è La tappa numero cinque si fa a Palazzo
things - con buona probabilità ricordiamo la versione in Mehldau, in ordine sparso, per citarne solo alcuni. l’elegante e fascinosa Orvieto, con la Soliano, costituito da due grandi saloni
italiano cantata da Tina Centi, Le cose che piacciono a Anche il mondo della cultura più sofisticato non si è sua ricchezza storica e artistica. sovrapposti; la sala inferiore è sede del
me, ancor meglio di quella della brava Julie Andrews - lasciato sfuggire questo unicum musicale: la redazione A far da cornice ai concerti le struttu- Museo Emilio Greco, che ospita una
forse ancora inconsapevoli del fatto che stiamo fischiet- di Fahrenheit, trasmissione di Radio Rai3 ormai più che re più belle e preziose della città. Prima collezione di sculture e creazioni grafi-
tando uno dei brani più famosi della storia del jazz. decennale ideata da Marino Sinibaldi, ne ha fatto il pro- tappa, il Teatro Mancinelli. Edificio che e riceve la cantante americana Dee
Dal movie al Natale, poiché questo è stato il passag- prio biglietto da visita. My favorite things ne è la sigla e neoclassico, tra i migliori esempi archi- Alexander.
gio successivo, rendere il brano una popolare canzone l’anima, proposta in centinaia di differenti versioni e tettonici di teatri ottocenteschi italiani, La Messa della Pace del pomeriggio
natalizia; e poi, ancora, dal Natale al jazz. È stato il sax arrangiamenti. riaperto al pubblico nel ‘93, ospiterà il di Capodanno riempirà l’edificio più
soprano di John Coltrane a inchiodare My favorite Il palinsesto natalizio non ci priva del film Tutti insie- concerto di apertura nonché uno dei famoso e rappresentativo della località
things all’immortalità. Coltrane ha ripreso, stravolto e me appassionatamente neppure quest’anno, in guardia pezzi forti del festival, Chick Corea & umbra, il Duomo, ideato da Arnolfo di
impreziosito, in un album omonimo del 1961, il brano perché alle prime note di My favorite things si vada Stefano Bollani duet; Roberto Gatto Cambio in stile romanico, ma innovato
in una versione in 6/8 della durata di quasi quattordici istintivamente a cercare il disco di John Coltrane. Quintet, Ray Anderson’s Pocket e reso dal Maitani un esemplare di arte
minuti, innegabilmente una pietra miliare del jazz, disco Poiché, alle nostre orecchie, My favorite things fa ormai Brass Band, Brass Bang!. gotica, realizzato fra ‘300 e ‘500.
peraltro che sembra abbandonare le vie dell’hard bop rima con jazz. ■ Seconda tappa, nell’opulento e linea- Numerosi gli appuntamenti distribui-
re Palazzo del Capitano del Popolo, ti tra il Palazzo del Gusto (orario aperi-
che si erge nell’omonima piazza, risa- tivo) e il ristorante Al San Francesco
lente alla seconda metà del XIII sec. (per il cenone del 31 dicembre e gli

Q
uando Paola De Simone si è messa a scrivere un libro dedicato a «Odio l’e- Qui risiedettero i vari Capitani del eventi del Jazz Lunch & Dinner).
state», il celebre brano italiano degli anni 60, non esisteva neanche un testo Popolo, i Podestà e la magistratura dei Ecco tornati al punto di partenza:
su Bruno Martino, che ne fu autore e interprete. Eppure il crooner italiano Signori Sette, da qui, in tempo di guer- Umbria Jazz Winter 2010 chiude con il
nella sua carriera ha collezionato tanti successi: non è un caso che proprio questo ra, uscivano gli armati in difesa della Top Jazz 2010 nel Teatro Mancinelli.
sia diventato il più famoso standard jazz italiano. Non c’è jazzista al mondo che non città. Oggi escono, dalla Sala dei 400 e Che non si dimentichi l’atmosfera di
l’abbia suonato: da Joao Gilberto a Chet Baker, da Michel Petrucciani a Mina. Paola dalla Sala Expo, Danilo Rea, Joe festa invernale: l’andremo a cercare nei
De Simone ha ricostruito la storia del brano attraverso un racconto corale. La vita Locke con Dado Moroni e Rosario vicoli orvietani più nascosti e magari
e la carriera di Bruno Martino rivivono tra le parole della moglie Fiorelisa, di Jimmi Giuliani, Quintorigo con Maria Pia innevati. Per incappare, forse, in una
Fontana, Renato Sellani, Sergio Cammariere e Fabrizio Bosso, ma soprattutto di
Bruno Brighetti, autore del testo (rintracciato nel cuore dell’Africa nel pieno dei suoi ODIO De Vito. Armati.
Tappa numero tre, Palazzo dei Sette,
delle parate che rallegreranno le vie. In
Umbria senza musica non c’è vera
85 anni) e Vinicio Capossela, autore della prefazione. È l’Italia di quegli anni, i night
alla moda e le strade polverose di tournée di provincia, un tassello di storia. È l’en- L’ESTATE sede di un centro culturale, eretto alla
fine del Duecento e sede dei Sette, i
festa. > nella foto, i Guappecarto in un
ristorante umbro nel corso di
tusiasmo di una amante del bello e lo stile sobrio di una cronista d’altri tempi. ■ rappresentanti delle Arti, da cui si acce- UmbriaJazz Estate 2010. ■
di Nicola Cirillo

Stefano Mastruzzi

CHITARRA,
INFORMAZIONE
E FORUM SU
www.axemagazine.it
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

WAYWARDBREED L’intervista Sdoppiamento DAVID BOWIE «Il mio cantante ROCK’N ROLL OF FAME Unica condi-
della personalità, racconti di metamorfosi, dispera- preferito è di gran lunga Lucio zione: devono aver effettuato la loro prima
a cura di FLAVIO FABBRI Battisti». Però.
ti afflati dell’anima, ossessioni per gli animali. incisione 25 anni prima della candidatura

MA
DI VALENTINA GIOSA

LA PECORA NERA GIA


NE
DI ROSSELLA GAUDENZI RA
S
ono veramente sorpreso che le persone ballino sui miei dischi. Ma
siamo onesti: il mio rhythm’n’blues è totalmente di plastica. Young
Americans, l’album che comprende Fame, è un disco di soul di plasti-
ca. Sono i resti schiacciati della musica etnica come sopravvive nel-
l’età del rock da sottofondo, scritta e cantata da un inglese bianco

I
ngannevoli suggestioni. Accade esatta- Station to Station come disco magico. Così
ei miti antichi gli dei erano soliti trasformare gli uomini in cani, cavalli o anche mente questo: basta una ristampa in dop- definito dalla critica e dallo stesso Bowie: più di

N alberi e costellazioni. Probabilmente Waywardbreed è la mia parte animale,


quella che non ha paura. A differenza di Justin, che invece ne ha spesso.
pia versione, speciale e deluxe, di un
influente album di 34 anni fa e il carisma di un
artista che risponde al nome di David Bowie, a
riaccendere la speranza -speranza cieca, speran-
ogni altra sua opera contiene rimandi alla magia
nera, cabala e cabala ebraica (citate le due sephi-
rot Kether e Malkuth). Station to Station come
disco cult. Alcuni brani del disco, oltre a
za disperata, speranza ultima a morire- di sentir Helden, versione tedesca del celebre Heroes,

U
n chiaro esempio di sdoppiamento Ho cominciato a suonare abbastanza tardi. parlare di un nuovo tour mondiale. sono nella colonna sonora del film culto Noi, i
della personalità in un artista, ma in Sono stato per oltre 7 anni un artista diviso tra 21 settembre 2010: per la EMI esce la ristam- ragazzi dello zoo di Berlino (1981), nel quale
questo caso piacevolmente conturban- fotografia e installazioni. Ho anche scritto dei pa del successo del 1976 del Duca Bianco Bowie appare nell’interpretazione di se stesso.
te, arricchita da racconti di metamorfo- racconti. Poi un giorno, alcuni amici che ave- Station to Station. Sei le tracce che compongo- Veniamo infine alle due versioni di questa
si, disperati afflati dell’anima, passioni vano una band, i The Dumb Earth, mi hanno no l’inconfutabile capolavoro del cantante bri- ristampa. L’operazione è astuta e non poco, da
non corrisposte e singolari ossessioni per gli proposto di suonare il basso. Loro erano sulla tannico (Station to Station, Golden Years, Word perdercisi. La Collector’s Edition comprende
animali. Originario di Melbourne, Australia, scena già da 10 anni e sono stati fondamentali of a Wing, TVC15, Stay, Wild is the Wind), regi- triplo cd: album originale dal master analogico e
Justin Avery aka Waywardbreed ha da poco per la mia formazione di musicista. Il leader strate negli studi Cherokee di Los Angeles gra- concerto del ‘76 dal Coliseum di Nassau
pubblicato il disco Rising Vicious, album di della band, David Creese, credo sia uno dei zie all’apporto dei chitarristi Carlos Alomar ed (Bahamas), più booklet con note a cura di
debutto del suo primo progetto solista dopo migliori cantautori australiani in circolazione. Earl Slick, del tastierista Roy Bittan, del batte- Cameron Crowe e 3 cartoline dell’artista.
anni di esperienze come bassista nelle band Ho poi suonato con The Mime Set e infine The rista Dennis Davis, del bassista George Murray La Deluxe Edition si compone di ben 5 cd e
australiane The Dumb Earth, The Mime Set e Spoils, con i quali ancora lavoro e che saranno e del vocalist Warren Peace. Nonostante l’al- dvd, tre LP in vinile, più poster, spillette, ripro-
The Spoils. La sua musica potrebbe essere di nuovo in tour in Europa nel 2011. bum sia stato composto in un momento di crisi duzioni di biglietti, stampe fotografiche, foto e
definita uno sweet-gothic-folk proveniente da Definirei la tua musica uno sweet-gothic- esistenziale per l’artista, il risultato è un’opera molto altro, troppo altro forse, proprio da per-
una stanza oscura e simile ad un irresistibile folk, cosa ne pensi? di successo in cui è forte l’influenza dalle band dercisi. Ogni volta che esce un disco del Duca
richiamo di un volatile nero dalle sinistre inten- Direi che suona bene. In Europa si usa spes- elettroniche tedesche dell’epoca e dall’R&B. Bianco è davvero un evento e ora i suoi fan non
zioni. I suoi testi sono perle letterarie e tra gli so nei miei confronti l’espressione singer- Successo indiscutibile sia negli States che nel devono fare altro che sperare in un suo ritorno
autori a cui si ispira ci mette anche Italo songwriter, ma non mi piace molto devo dire. È Regno Unito, nonché lavoro che ha fatto da anche dal vivo. «Il mio cantante preferito è di
Calvino e Primo Levi. Nel tour europeo, che lo un termine generico, un vestito troppo largo. anticamera allo storico «periodo berlinese». gran lunga Lucio Battisti»: però. ■
ha portato ad esibirsi in Germania, Francia, Sweet-gothic-folk mi piace invece, almeno è
Norvegia, Repubblica Ceca, Spagna e fantasioso. Penso comunque che la mia musica
Svizzera, Waywardbreed non poteva saltare sia in continua evoluzione e le etichette lascia-
l’Italia di cui ama il caffè e il vino rosso. no sempre il tempo che trovano.
Quando è nato «Waywardbreed»? I testi qui giocano un ruolo molto impor-
È nato un paio di anni fa, conseguenza di un tante. Come riesci a combinare liriche e
periodo molto difficile. Mi sentivo incompleto, musica, come nascono le tue canzoni?
ciò che facevo con le altre band non riusciva a Sì, i testi sono sicuramente la cosa più impor-
soddisfarmi, sia a livello musicale che persona- tante. Sono uno che scrive molto, anche se non

ROCK’N HALL OF FAME


le. Perciò, un bel giorno, ho deciso di dare vita c’è una regola fissa. Diciamo che parole e
a Waywardbreed. Una voce interiore inascolta- musica escono fuori in momenti e in luoghi dif-
ta per anni, ‘un altro me’ che non aveva alcun ferenti. Raramente mi è successo di comporre
timore di esprimere finalmente desideri, paure, tutto insieme. Musicalmente mi ispiro Leonard
rabbia, odio e tutti i sentimenti più nascosti. Cohen, David Bowie, Will Oldham, Tom Waits,
Perché hai scelto questo nome? Townes van Zandt, Patti Smith. Ma ci sono
È un’espressione che mi capitò di leggere in anche film e romanzi. C’è un libro in particola-

N
un racconto di cowboys circa 10 anni fa. Mi re, «Fugitive Pieces» dell’autrice canadese
colpì immediatamente. Quando la gente mi Anne Michaels, a cui penso sempre quando ho on c’è più il vero rock nella
chiede cosa significa Waywardbreed non so mai bisogno di trovare le parole giuste. Mi piaccio-
che rispondere. È solo un nome di fantasia. no molto anche Raymond Carver, Primo Levi, Hall of Fame, ma a noi piace-
Scrivere canzoni autobiografiche è poco inte- Italo Calvino e W.G. Sebald. In quanto ai film, rebbe trovarci metallo, batte-
ressante. Va a finire che tutti i personaggi la lista sarebbe troppo lunga. ria, ritmi inascoltabili la matti-
hanno sempre a che fare con Justin e non si rie- Col tuo tour hai attraversato mezza na per poter dire che sì, è lei,
sce mai a mantenere la giusta distanza. Europa, che cosa pensi dell’Italia? Apprezzi la piramide della ribellione.
Waywardbreed invece sta ad indicare molte qualche musicista italiano in particolare?
cose. Potrebbe significare, ad esempio, la peco- Ci sono stato per pochi giorni soltanto e ogni
ra nera della famiglia. D’altronde a me piac- volta non so proprio che aspettarmi. È un Paese
ciono molto le associazioni con gli animali. Nei che spiazza. Di sicuro si incontra gente diversa, DI ROBERTA MASTRUZZI
miti antichi gli dei erano soliti trasformare gli si beve dell’ottimo caffè e del buon vino rosso.

G
uomini in cani, cavalli o anche alberi e costel- Un amico mi ha presentato Tiziano Sgarbi,
lazioni. Probabilmente Waywardbreed è la mia conosciuto come Bob Corn, non più di un anno li ultimi ad entrare nella Rock’n’roll gruppi storici come i Deep purple e i Kiss, gran-
parte animale, quella che non ha paura. A dif- fa. Adoro le sue canzoni, degli autentici gioielli. Hall of Fame sono stati i Genesis, gli The di assenti ingiustificati. Forse si tratta solo di
ferenza di Justin, che invece ha ne ha spesso. Ho avuto modo di suonare con lui in un concer- Stooges, Jimmy Cliff e The Hollies. aspettare altro tempo, ma è più probabilmente
Quali sono state le tue esperienze musicali to a Berlino. È un uomo straordinario, con un Quest’anno potrebbe essere la volta di Tom un difetto del sistema di selezione. Anno per
prima di Waywardbreed? grande cuore e un sorriso ineguagliabile. ■ Waits e Bon Jovi, ma la rosa è ampia e ci sono anno viene presentata dai direttori del museo,
altri 15 artisti in lizza, tra cui Dr John, i Beastie tra cui Jann Wenner, fondatore della rivista
Boys, Donovan e Neil Diamond. Stiamo parlan- Rolling Stones, una rosa di stelle del rock,
do della Sala della Gloria e Museo del Rock viventi e non, che hanno lasciato un segno evi-
and Roll di Cleveland, tempio americano della dente nella storia della musica. Unica condizio-
musica rock. Un luogo sacro troppo spesso pro- ne: devono aver effettuato la loro prima incisio-
fanato, verrebbe da pensare, visto alcune nomi- ne almeno 25 anni prima della candidatura. Per
nation che con la musica ribelle poco c’entrano. il resto, la scelta dei nomi viene a dipendere da
Ad un esame più attento notiamo, infatti, che una giuria di 1.000 critici ed esperti del settore
tra i nomi di quanti hanno apposto la propria che sceglie ogni volta i 5 prescelti.
firma sul muro della hall, figurano personaggi I nuovi ammessi alla Rock And Roll Hall Of
più inclini al pop e alla musica commerciale, Fame per il 2011 saranno annunciati durante la
che non al rock duro e puro. Inserire, com’è cerimonia ufficiale in programma al Waldorf
successo lo scorso anno con gli ABBA, gruppi Astoria di New York, il prossimo 14 marzo. Tra
o cantanti universalmente riconosciuti come le nomination di quest’anno ci sono, oltre i
popular è da molti considerata una mossa orien- nomi sopra elencati: Alice Cooper, LL Cool J,
tata a favorire un maggiore afflusso di visitato- Donna Summer, Laura Nyro, Chuck Willis e
ri nella Hall of Fame. Tutti vorrebbero vedere il molti altri.
proprio artista preferito entrare di diritto nell’e- Noi abbiamo già scelto per chi votare. Ci pare
dificio di culto per rockettari, ma è il mercato che Bon Jovi e Tom Waits siano due voci che
ad avere sempre l’ultima parola. mancano nella hall. Si può non essere d’accor-
Viene infatti da chiedersi cosa c’entri do e possono non piacere, ma certo nessuno può
Madonna con il rock e che fine abbiano fatto dire che non siano abbastanza rock. ■
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

THE WHO Tornai da mia madre, dissi: «Mamma R.E.M. Il bagno di mezzanotte, ricordo quella notte mentre arrivava settembre | mi sto struggendo per
sono pazzo aiutami!». Lei disse: «So come ci si sente la luna | e cosa succedeva se ce n’erano due | fianco a fianco in orbita | attorno al più onesto sole | quel-
figliolo, è nella nostra famiglia.» (The Real Me) la luminosità, che si diffonde nella notte | non può descrivere il bagno di mezzanotte. (Nightswimming)

THEWHOCHI?
Quelli del 1965, quelli dei 100 milioni di dischi venduti, quelli di un nuovo album
DI FLAVIO FABBRI
arlare di un gruppo
P come The Who significa
fare un tuffo nella storia
della musica rock britan-
nica e mondiale. Il loro
primo album è infatti del 1965
e porta il nome immortale di
My Generation. Un’ode alla
a c c e l e ra t e e y e m o v e m e n t DI FLAVIO FABBRI
gioventù londinese, al movi-
mento Mod, al rock&roll, che
la rivista americana Rolling
Stone decise nel 2004 si inseri-
C ollassa nell’Adesso. C’è qualcosa che dal sogno, la fase R.E.M., ti riporterà al
più profondo te stesso, ora, accelerato, dolorante, e senza più punteggiatura.
re all’11esimo posto delle 500
canzoni più importanti della
storia della musica. Un ricono-
scimento tra i tanti ricevuti da Pete Townshend
(chitarrista e autore della maggior parte delle
canzoni), Roger Daltrey (voce), John Entwistle
in questo momento sta scrivendo nuovi pezzi.
Nessuno può dire quando avrà finito, ma sono
sicuro che prima del tour avremo un nuovo
D opo trent’anni di attività i REM non
hanno minimamente voglia di appen-
dere gli strumenti al chiodo e il nuovo
album Collapse into Now è previsto in uscita ad
aprile del 2011. Si tratta del loro 15esimo disco
vissimi anche con altri progetti. Michael Stipe,
ad esempio, da sempre sensibile alle tematiche
sociali e civili, in casa e fuori, ha supportato in
prima persona l’organizzazione «Free The
Slaves», per combattere la condizione di schia-
(basso elettrico) e Keith Moon (batteria), duran- album da pubblicare». in studio, senza contare i live e le raccolte, regi- vitù in cui decine di milioni di persone versano
te una lunga carriera da vere stelle del rock Un 2011 che si preannuncia quindi davvero strato negli studi di New Orleans, Nashville e in tutto il pianeta.
internazionale. ricco di sorprese, per gli amanti del rock&roll Berlino. Proprio la città tedesca, una delle più Dopo aver occupato i primi posti nelle classi-
Ora, superati i 100 milioni di dischi venduti d’autore, con i Rolling Stones che hanno già cool d’Europa, sembra aver dato nuova verve fiche Usa e del Regno Unito con Accellerate, i
ed entrati di diritto nella Rock&Roll Hall of annunciato un poderoso tour mondiale per alla banda di Athens (Georgia). REM tentano ora di bissare il successo con que-
Fame, The Who sono tornati in studio sembra festeggiare i loro primi 50 anni di attività. The Altra importante novità, pubblicata diretta- sto nuovo disco che, da indiscrezioni del produt-
per un nuovo eccitante album, il secondo negli Who, inoltre, hanno ufficializzato per il prossi- mente nel sito ufficiale di Michael Stipe, Peter tore Jacknife Lee (The Hives, U2, Snow Patrol,
ultimi 23 anni. Nel 2006 era infatti uscito mo anno anche la ristampa del celebre Live at Buck e Mike Mills, è il cambio del nome, dal Weezer, Kasabian), sembra essere orientato su
Endless Wire (disco d’oro in Gran Bretagna e Leeds del 1970, considerato da certa stampa tradizionale R.E.M, al più fluido e colloquiale sonorità decisamente rock e su atmosfere tipiche
negli Usa), con le new entry di Zak Starkey e come l’esibizione dal vivo più entusiasmante REM. Praticamente sono stati eliminati i punti- della mitteleuropa. Quel crogiolo multiculturale
Pino Palladino a dar manforte agli unici super- della storia del rock, che per l’occasione si chia- ni, che da sempre stavano a ricordare il celebre e multietnico che, dopo il crollo del muro di
stiti della line up originaria: Townshend e merà Live at Leeds: 40th anniversary super- acronimo che li contraddistingue fin dall’inizio Berlino, ha ritrovato forza e capacità di attrarre
Daltrey. Un nuovo viaggio, quindi, di cui anco- deluxe collector’s edition. delle loro carriera: Rapid Eye Movement. artisti da tutto il mondo.
ra si sa poco e che nasce da un post pubblicato Al suo interno, oltre al cd dei brani della leg- Una carriera di alti e bassi, coronata però da Un set di tracce molto meno sperimentali
sul sito ufficiale del gruppo a firma di Daltrey. gendaria serata inglese e alcune bonus track, tra costanti successi di vendite e di pubblico ai loro quindi e caratterizzate da un ritorno agli anni 90
Nella nota si leggeva: «Non posso dire niente di cui il singolo inedito Summertime blues’/Heaven tanti concerti che li hanno portati in giro per il del secolo scorso, quelli di Out of Time,
più specifico, ma sappiate che ci sarà un tour in & Hell, anche un secondo cd che porta il nome mondo. Uno di questi, ad Austin nel 2008, è da Automatic for the People e Monster, tempi in
cui abbiamo programmato molto materiale del di Live at Hull, ovvero l’esibizione della serata poco diventato un dvd, Live From Austin, costo- cui c’era ancora Bill Berry (che poi ha lasciato
passato». Poi ha aggiunto: «Pete (Townshend) successiva a Leeds. ■ la multimediale del tuor mondiale di Accellerate l’attività nel 1995) e in cui i REM, in pochi
(2008). Un momento intenso per il trio america- anni, vendettero oltre 40 milioni di dischi in
no che, oltre al nuovo lavoro in studio, sono atti- tutto il mondo. ■
ALNATIVE
TER Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

PORCELAIN RAFT Mario Remiddi Una tazza ZOLA JESUS Potenti melodie romantic-dark, DIVINE COMEDY Il
di porcellana perché non galleggia nell’acqua, ma colonne portanti di un paesaggio sonoro algido e terzo cerchio dantesco, l’a-
a cura di VALENTINA GIOSA
in qualsiasi altro luogo si pensi gotico ornato di synths glaciali e batterie riverberate vidità della finanza inglese

PORCELAIN

O
RAFT & a cura di Valentina Giosa

riginario di Roma, Mauro Remiddi si trasferisce a Londra 10 anni


fa. Dopo l’esperienza con la indie band Sunny Day Sets Fire,
decide di dedicarsi a tempo pieno al suo progetto solista che
aveva tenuto nascosto nel cassetto sin da bambino. Nasce così Porcelain
Raft, una giostra colorata dove musica, parole ed immagini sembrano par-
lare la stessa lingua della purezza e del sogno. Music In ha incontrto
Mauro durante il recente tour con i Blonde Red Head.
BANG GOES
DIVINECOMEDY
C apaci di riprodurre un raffinato
pop degno di artisti del calibro di
Elvis Costello e costruirci un caro-
sello di ritratti in stile vittoriano dalle
atmosfere demodé con rimandi al gene-
re musical, i Divine Comedy tornano sulla
scena con Bang Goes the Knighthood. Il
progetto nasceva nel 1989 per volontà
di un introverso sognatore innamorato
dell’Italia e del film Camera con vista, Neil
Hannon, che aveva scelto il nome della
Come sta andando il tour con i Blonde Red Head? band quasi per caso, pizzicando nella
Devo dire che mi sembra un pò un viaggio sulla luna. È tutto così inten- libreria dei genitori il titolo dell’epico
so che è impossibile fotografarlo. Tantissime emozioni, colori, momenti poema di Dante La Divina Commedia.
bellissimi, ma anche assurdi, inaspettati, come alcune chiacchierate fatte
con persone sconosciute sul treno. Sto inoltre imparando molto dai BRH,
che sono delle persone stupende con una grande purezza di fondo. E ho
visto come loro vivono davvero quello che stanno facendo. È come entra- hai fatto venire in mente una foto di quando ero ragazzino, l’unica cosa
re in un vortice dove tu diventi quello che fai e questa cosa ti stanca molto che ho portato via dall’Italia. L’immagine ritrae me proprio su una gio-
ma più sei stanco e più sei te stesso, perché non hai neanche la forza di stra tutta colorata e attorno un paesaggio desolato di una zona periferi-
pensare o creare delle barriere. Credo ci vorranno un paio di mesi prima ca con palazzi grigi in costruzione. Ricordo che quando ho ritrovato la
di digerire tutte le cose che sto vedendo e imparando in queste settimane. foto ho pensato che mi rappresentasse perfettamente. Per cui è assurdo
In fondo, mi sembrano un anno. che ora tu dica questo.
Come è nata l’idea del tour? È per questo, quindi, che anche i video svolgono un ruolo molto
È stata una coincidenza perché alcuni dell’etichetta 4AD erano venuti importante nella tua musica. È come se ci fosse un filo conduttore,
a sentirmi suonare in un concerto a Londra (il mio sesto concerto; in come se video e musica fossero un linguaggio unico dove l’uno non
realtà ho cominciato a suonare live con questo progetto da neanche tre esiste senza l’altro.
mesi) e io non lo ignoravo. Quindi ho ricevuto una loro chiamata nella Certo, alcune canzoni non potrei immaginarle senza video, è come se
quale mi comunicavano che i BRH avevano scelto me fra una rosa di arti- creassero una sorta di mappa e la canzone diventasse un luogo ben pre-
sti proposti dalla 4AD come opening act per il nuovo tour. ciso; il video ti dà la foto dell’intero labirinto e ti fa capire il percorso,
Quando è iniziato il progetto Porcelain Raft? come si è arrivati fin a quel punto e da dove si è partiti. NEIL HANNON
Quando avevo 10 anni. I miei un giorno portarono un pianoforte a casa Sei tu stesso che li realizzi?
e così cominciai a suonarlo. Avevo un piccolo registratore a cassette dove Sì, tranne quelli per Dragon Fly e Talk to Me. Non ho una grande tec- Con Bang Goes the Knighthood l’irlan-
incdevo dei piccoli show. Per esempio vedevo un cartone animato e ten- ninca, quindi prendo delle immagini che mi piacciono, per esempio su dese ha voluto osservare con acuto cini-
tavo di rifarne la musica recitandoci su. Con il tempo non ho più smesso. YouTube, e non sapendo come importarle le riprendo con la telecamera smo lo scandalo finanziario e la decaden-
A1 6 anni ho cominciato a suonare nelle prime band, ma quando torna- sullo schermo e le edito successivamente. za sociale che ha travolto l’Inghilterra in
vo a casa continuavo a fare le mie cose come fossero due universi sepa- Nascono prima le canzoni o i video? questi ultimi anni; i ricchi borghesi e i falsi
rati, da una parte la mia stanza e dall’altra il mondo reale, quello nel Le canzoni. Anche se ultimamente sto cercando di realizzare video e potenti descritti nel brano The Complete
quale dovevo confrontarti con le persone. Fino a quando un giorno non canzone nello stesso giorno come fosse un corpo unico. Banker ne sono un esempio lampante. Il
mi sono arreso e mi sono detto: «E se facessi ascoltare quello che faccio Che tipo di strumentazione usi? disco non è forse il miglior lavoro se pen-
invece di creare un alter ego? Perché non uscire nel mondo?». Con il mio Drum machines, keyboards, chitarra, effetti. Uso il computer solo come siamo ai precedenti Absent Friends e
Porcelain Raft faccio esattamente quello che facevo a 10 anni, ma con più macchina per registrare e non a livello compositivo. Tutto il resto sono Casanova, ma la bravura e l’unicità del-
strumenti, più esperienza. Ho solo deciso di farlo ascoltare. È la prima cose esterne. È tutto suonato. Vorrei portare dal vivo esattamente quello l’artista non sono in discussione.
volta che espongo quello che faccio nella mia stanza. che faccio in quella stanza e non il computer perché non è uno strumen-
Perché hai scelto il nome «Porcelain Raft»? to musicale. Quando porti il laptop sul palco è tutto troppo perfetto,
È semplicemente un’associazione di parole. Mi piaceva «porcelain» suona come un cd, sei sicuro che tutto andrà bene ma questo è proprio DI EUGENIO VICEDOMINI
(porcellana) e «raft» (zattera). Ho cominciato ad unirle come facevano i quello che non voglio. Ciò che cerco è invece una sorta di pericolo nel
Surrealisti che componevano frasi a caso. E questa combinazione era l’u- suono. Qualcosa che suoni troppo alto o troppo basso per esempio.
nica che mi suonava bene. Mi hanno fatto notare che una zattera di por- Ci sono degli artisti a cui ti senti vicino?
cellana non potrebbe galleggiare sull’acqua ed ho pensato: «È il nome Sicuramente, come attitudine, artisti come Atlas Sound o Beach House.
perfetto». Perché significa che non sta galleggiando sull’acqua, ma altro- È come se avvertissi un’emotività comune, la stessa energia silenziosa
ve. che non ti viene sbattuta in faccia.
Oltre PR quali, sono state le altre esperienze musicali? Cosa influenza la tua musica?
Ho inziato a Roma a scrivere dei brani strumentali per cortometraggi. Principalmente i film. Prima del tour ho riguardato molte cose di
Poi ho cominciato ad avere delle band dove cantavo. Quando mi sono Tarkowski fra cui Lo Specchio e Stalker, non tanto per la poetica delle
trasferito a Londra ho voluto espolorare la mia parte più divertente, iro- immagini ma per il modo in cui il regista racconta la storia, ciò che è esat-
nica, cosa che non stavo facendo in Italia, dove era tutto un pò più tamente quello che vorrei realizzare nei miei live. Nei suoi film c’è una
«dark». Quindi ho creato con la mia amica Onyee i Sunny Day Sets Fire, netta diversità tra la realtàà e le memorie. E questo accade tutti i giorni.
dove suonavo anche la chitarra. Mi sono reso conto dopo allora che quel- Noi stiamo facendo questa intervista ad esempio, ma tu vedi passare una
lo che stavo facendo in quella stanza stava diventando sempre più impor- persona con una giacca verde che ti ricorda magari una persona. Perciò
tante. Ho deciso così di abbandonare la band e seguire a tempo pieno tu mi ascolti ma la tua testa può allo stesso tempo viaggiare in una frazio-
questo progetto. ne di secondo nelle tue memorie. La storyline non è mai dettata dalla
Trovo ci sia una componente molto visiva nella tua musica, come se realtà, è come fosse un labirinto di cose che avvengono nello stesso tempo.
il suono disegnasse paesaggi sognanti animati di giostre e carrilion... Nei film di Tarkowski c’è una connessione fortissima fra il sogno e quello
Sì, decisamente sono una persona visuale. Anche quello che facevo da che accade veramente, e le due cose spesso non sono connesse. Vorrei
bambino con i cartoni era già strettamente legato alle immagini. Devo arrivare ad avere questo nel mio set live. È ancora un work in progress.
dire comunque che questo riferimento che fai alla giostra è pazzesco: mi Sto tentando di capire come fare. ■

SIRENA JESUS di Valentina Giosa

R
egina gotica, solitaria sirena dal look chic- tori grazie a potenti melodie romantic-dark, colonne
dark, conturbante incantatrice notturna e portanti di un paesaggio sonoro algido e gotico ornato
invocatrice di affascinanti e pericolose melo- di synths glaciali e batterie riverberate.
die apocalittiche, Zola Jesus non può certo lasciare Le liriche cupe di I can’t stand (uno dei migliori
indifferenti. La giovanissima cantautrice americana, brani di Stridulum, vera e propria «gemma nera» del-
cresciuta nel selvaggio Wisconsin, è certamente un’ar- l’intero lavoro di Zola Jesus), che recita sulle note
tista sui generis in bilico fra musica avantgarde, indu- cavernose del synth «It’s not easy to fall in love / But
strial, new wave, musica classica. A colpire al primo if you’re lucky / you just might find someone / So don’t
ascolto è innanzitutto la sua voce, intensa, glaciale e let it get you down / Cause in the end, you’re only one»
sensuale, antidoto perfetto per sedare tutte le anime o di Lightsick («Do you wonder / what will we become
inquiete allo scoccare della mezzanotte. Nika Roza / when our eyes close / on the starry ends / when we
Danilova (il suo nome all’anagrafe) ha ultimato da finish our rows / and the folds are dead /when the
poco il tour europeo facendo tappa in Italia per una lights go out on us») rappresentano perfettamente
sola data a Milano in occasione dell’uscita del suo l’approccio provocatorio e anticonformista di un arti-
ultimo EP Stridulum pubblicato per la newyorkese sta che non ha nessuna paura di gridare al mondo la
Sacred Bones, disco sicuramente più «pulito» rispetto verità. «Per me è importante fare musica che in qual-
ai precedenti The Spoils e New Amsterdam. che modo inquieti», dice in un’intervista. «Molti deci-
Qualificata come cantante di opera e ispirata dalla dono di mettere su un band solo perché adorano i
scena musicale sperimentale e underground (Diamanda party, la vita mondana e diventare famosi. Io non sono
Galas, Siouxsie Sioux, Cocteau Twins) e i filosofi esi- per niente interessata a questo. Non prendo droghe,
stenzialisti (è laureata in Francese e in Filosofia) si è non bevo. Tutto ciò che voglio è portare qualcosa di
fatta avanti velocemente arrivando a conquistare i riflet- nuovo ed emozionante al mondo». ■
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

CORRI AMORE CORRI (chiave di DIALOGHI INCIVILI Perché UNA GOCCIA PURA...
FEED
BOOK
basso) e il dolore, lì, vicino al cuore, si dis- la società si interroghi: chi è L’immersione di Jeff Buckley
a cura di ROMINA CIUFFA
solve come (chiave di violino, 6/8, sol alto) Cristicchi?, e non: Cristicchi chi? nel Mississipi. La nostra in lui ILLUSTRAZIONE:
QUINT BUCHOLZ

UNA GOCCIA PURA IN UN OCEANO DI RUMORE


CORRI AMORE CORRI - RACCONTI CON MUSICA
ROCKO F F Nella notte del 29 mag-
gio 1997, Jeff Buckley si
FEED
BOOK
Sono racconti (di Maria Inversi) musicati su partitura (di Massimo De
Lorenzi). «Non è ampio il fazzoletto di cielo... non può più di tanto e impie-
immerge nel Mississippi.
Non è mai stato chiaro se
«La vita di Jeff Buckely (...)»
di Jeff Apter
trita (ah! sospiro)» è tra le pause. Poi riprende Vivaldi. Chiave di violino. il suo intento fosse quello Arcana Edizioni
Voce. «Corre e non sente il vento (pausa) corre il cuore batte forte (sono crome) Elena di bagnarsi per l’ultima euro 18,50
è il suo cuore (pausa) corre deve salvarla (terzine) il grido di Elena risuona ancora ah! volta o se quanto gli
ancora (terzina)». Ah! Ancora ah! (ossia croma, terzina, croma, tutti accadde fu solo uno sfor-
sol). In alto vola un elicottero. I filari di iris tremano, ondeggiano, si pla- tunato evento. Era vesti-
cano. Troppa rugiada fa male ai fiori. to, non era drogato, ne commerciale. Nella biografia, il giornalista
Chiave di basso, è Brahms a musicare Non voglio più ricordare. Primo ubriaco. Un’onda anoma- chiama al banco dei testimoni i collaboratori
ritornello solo violoncello pizzicato: «Mammina cara, è passato tanto la lo fece affogare e il suo di Buckley, i musicisti che condivisero con l’ar-
tempo lo so... Non voglio più ricordare mamma, non voglio più». Poi corpo venne ritrovato in tista quegli anni energici e creativi, fatti di
Ravel, moderato, violoncello con arco: semibrevi di la, do, si, sol, la, do, un canale 5 giorni dopo. Quella notte morì un studi di registrazione e concerti live. E lo fa
si, introducono questo: «...scandiva il tempo, in ore precise del giorno giovane artista appena trentenne e vide la allo scopo di evidenziare il Buckley musicista.
(chiude la musica sfumando)... una piccola chiave lei l’aveva vista in un luce l’inizio di un mito. Confrontando il lato umano dell’arte, con tutti
cassetto del comò», e pizzicato, crome di mi-la (quatta) ripete (il cuore Gli venne cucita addosso la scomoda figura di i suoi conflitti, ed il lato tecnico della medesi-
furioso) ripete. Domani forse, violoncello, 4/4, chiave di basso. Lì «bello e dannato», come fu fatto con il padre, ma, fatto di note, spartiti e rime. Di tempi da
accartocciato, le membra inarticolate... cosa gli è accaduto? (la musi- Tim, che il cupo Jeff quasi non conobbe, ma al rispettare e brani da comporre.
ca rimane sotto il monologo, pianissimo sul ponticello). E le nostre can- quale assomigliava terribilmente. Ma forse Jeff Poi indaga. Non mancano interviste a chi lo
zoni... dimmi una parola, regalami un suono. (crome sol-re, semiminima era comunque destinato ad essere icona. Lo ha conosciuto negli anni dell’esordio. Quando
si). Ti bacio qui e qui... Ti racconto la favola della fiammella. Sì, ti piace- era fin da vivo. E lo si poteva intuire già assapo- lavorava come lavapiatti nel Sin-é club di New
va. Ecco. (semicrome sol-re, semiminima si). Un uomo è un lento da rando il suo album Grace: alla pubblicazione, fan York e si esibiva, nello stesso locale, subito
Monument de Saint-Jean. «Ma nessuno si accorse di nulla» (stop musica). ed esperti del settore gridarono al miracolo. dopo aver finito il turno. Nel libro non si eclis-
La violinista. Veronica, adottata. «Voglio un violino». «No». Per anni. Voglio un violino, un Era nata una stella, un’artista vero, completo. sa neanche sui vizi dell’artista, che era incline
violino, un violino! «La madre abbandonò le cipolle e il coltello che, con rumore sordo, s’a- Con questo libro il giornalista musicale Jeff a rifugiarsi nell’alcol. O sulle fobie e sui tor-
dagiò nella zuppiera. Le bambine piccole non suonano il violino». «Io sì». Corpo e volto Apter, redattore di Rolling Stone, dipinge un menti che una vita fatta di concerti ebbe su
contro il vetro e lo sguardo dentro il giardino, oltre il giardino. Lontano, lontano da quel- ritratto del mito, che non si limita ad essere Jeff Buckley. Si descrive un uomo, un ragaz-
la casa. «Ma ecco che tra un ramo e l’altro del pioppo intravide e poi vide il violino che, esaltazione e glorificazione, ma che descrive zo. Uno zingaro. Una persona normale dalla
per liberarsi dai rami, scivolava danzando al ritmo di lunghe note affinché nessuna corda l’uomo in modo genuino e rispettoso e non personalità eccezionale. Un talento tormen-
si rompesse né graffio si ferisse. Volteggiò alto e lesto nell’aria e poi giù piano piano a solo il figlio d’arte. Non si limita a dissertazio- tato e quieto nello stesso tempo.
posarsi contro il vetro, contro il suo corpo. Allargò le braccia balzò sulla sedia aprì la ni sull’animo inquieto del giovane e sul suo
finestra. Fu sulla spalla, l’archetto tra le dita si dischiuse, l’orecchio sulla mentoniera. charme cupo, più il frutto di un’operazione Lorenzo Fiorillo
Suonò. Non abitava più lì».
Chiave di basso, una sola pagina di par-
titura. Tutte minime, semiminime, «Corri amore corri»
semibrevi: non c’è fretta per delle di Maria Inversi DIALOGHI INCIVILI
crome. «Sempre a quella finestra, non Iacobelli Editore
sognare, fa’ qualcosa». Violoncello con 12,00 euro poco comprensibile e la difficoltà di entrare
arco. Chiude sfumando. «Dialoghi incivili» nella lettura tra corsivi e nessuna indicizzazio-
di Simone Cristicchi ne (ma lo si dice dal principio: persino l’indice
Elèuthera Edizioni è provvisorio).
È troppo presto per questo ex tombarolo (non
ROMINA CIUFFA 16,00 euro scrittore): far scrivere di sé viene dopo, scrive-
re di sé ancora più tardi. Prima eventualmen-
te scrivere degli altri, una classica strategia -
LUCIO BATTISTI: LA VERA STORIA... PO PCK
pop&rock
È progresso se un cannibale
usa la forchetta? Se lo chiede-
attraverso gli altri parlare di se stessi -. Ma un
cantautore canta, si impegna nel sociale,
va il poeta polacco Stanislaw sogna. Troppo pochi per lui i successi e molta
Latina, appunto. «Lui capì subito che io non ero Jerzy Lec. Quale valore e senso ha esprimere la capacità mediatica che lo rende dimentico.
«Lucio Battisti: La vera un fan né un aspirante cortigiano. (...) Lucio pensieri non omologati, critici, a volte scomodi, Dalla sua ha la facilità della
storia dell’intervista esclusiva» sembrava quasi fare a gara, anche se incon- non funzionali alle logiche della società (in)civi- polemica, che lo conduce
di Renato Marengo sapevolmente, a scavalcarmi... a sinistra», le? Questa la premessa. alla fama. Non basta.
Coniglo Editore - 14,50 euro scrive. L’intervista uscì su Ciao 2001; quel Simone Cristicchi e l’amico Massimo Bocchia Non ha ancora incuriosito
numero vendette più di 400.000 copie. («psicopompo», ossia accompagnatore di quella società incivile che
«Nessuno poteva avvicinari a Lucio», specifica anime morte nell’oltretomba) partono da qui critica perché lei spontanea-
Alberto Radius. E andò così: a Battisti, con la in questo volume che, oltre al cd Monologhi mente si interroghi: «ma
PO PCK
pop&rock
«Un musicista, se la propria
musica comunica ed emozio-
forchettata di bucatini a mezz’aria tra il piatto e
la bocca, Mogol chiese: «Ti farebbe piacere se
incivili (racconti di matti e minatori, soldati e
migranti), contiene la storia del poliedrico can-
Cristicchi, chi è Cristicchi?».
E non «Cristicchi chi?», che
na realmente, non ha nulla da Renato scrivesse un articolo su di te, sul nuovo tautore. Alla fine, un libro di Cristicchi su è tutt’altra cosa.
spiegare e null’altro da aggiungere a quello lp?». «E di che cosa scriveresti?», si rivolse a Cristicchi, cui si aggiunge - come non bastas-
che si ascolta nei suoi lp», diceva Lucio Battisti, Marengo. «Di musica, naturalmente!». «Se se - l’alter ego Rufus; a dire il vero uno stile Romina Ciuffa
motivando la propria ritrosia nei confronti scrivi veramente solo di musica... perché no?
delle interviste e dei giornalisti. Non aveva Sento di potermi fidare di te». Mogol non si
alcun torto. Sebbene, va ammesso, lui non
fosse un paroliere: e così, raccontava le storie
trattenne e urlò: «Bene! Bravo Lucio! Renato è
riuscito a farti uscire dal-
BRIGANTE SE MORE
degli altri. Con fare (e malessere) universale. l’isolamento. Bisogna
Resta ragionevole, tuttavia, la sua idea. Il musi-
cista fa musica, e non è tenuto a spiegare
subito brindare».
E questa è la storia vera
PO PCK
pop&rock
«Erano gli anni in cui ci toccava
dare una mano per sottrarre «Brigante se more»
nulla, né della propria vita né, tantomeno, di di quell’intervista, non solo all’anonimato quei perdenti che di Eugenio Bennato
cosa i suoi pezzi vogliano dire oltre ciò che non la storia di Lucio Battisti, avevano perso due volte, una prima volta per la Coniglio Editore
arrivi a ciascuno, secondo interpretazioni ma anche quella di un ragione delle armi e una seconda per le ragioni 14 euro
assolutamente soggettive. grande peone della musi- della politica, anzi, ancor di più, della Storia; e
Ciononostante uno ruppe l’embargo forzato ca, come si è sempre defi- questa seconda sconfitta era l’antefatto dell’u-
con la stampa ed entrò nella sua anima latina, nito Renato Marengo. miliante Questione meridionale e riguardava
è il caso di dire, trascorrendo 5 giorni al direttamente tutti noi ragazzi del Sud.» La ballata Brigante se more nasce nel marzo
Mulino, dove Battisti stava registrando Anima Romina Ciuffa Il brigante parla un linguaggio incomprensibile del 1979: è uno dei canti più popolari degli ulti-
e suscita rifiuto e diffidenza; è relegato al silen- mi decenni della musica italiana. Il libro Brigante
zio, mancano le voci dei combattenti meridio- se more esce nell’autunno 2010 e ci racconta
DELITTI ROCK nali sulla guerra del Risorgimento, la sua è la l’intera vicenda di un canto talmente efficace da
voce del perdente: «Dall’altra parte della barri- scatenare nella memoria collettiva la convinzio-
cata i briganti tacciono: dal fronte dei perden- ne di essere stato composto più di un secolo
ROCKO F F «I hope I die before I get old»,
cantavano gli Who nel 1965, «Delitti Rock»
ti non ci giungono voci».
Il brigante sta all’uomo come la strega sta alla
prima da un autore anonimo. Narra di come
nella realtà la ballata sia stata commissionata
a nome della loro generazio- di Ezio Guaitamacchi donna, aleggia intorno ad ambedue luce di leg- nel 1978 da Anton Giulio Majano per lo sce-
ne. Il rock ha sempre bruciato le stelle più lumi- Arcana Editore genda e di maledizione. La ribellione della popo- neggiato L’eredità della Priora e di come gli
nose del proprio firmamento, coltivando una lazione meridionale all’invasione pie- autori siano riusciti a restituire un
insana predilezione per il numero 27 (l’età) e la 16,65 euro montese del 1860 è vicenda storica «canto di guerra»; narra di due versi
lettera J. Il famigerato club j27 (la trinità Jimi rimasta pressoché sconosciuta fino maldestramente contraffatti con
Hendrix, Janis Joplin e Jim Morrison) è una al sopraggiungere della ballata grave danno all’essenza del brano e
delle tante mitologie, forse la più duratura, a serie: disfacimenti da popstar (Elvis, Jackson), Brigante se more di Eugenio della profonda ricerca svolta sulla
ispirare Delitti Rock, una lunga carrellata suddi- sciagure aeree (Buddy Holly, Lynryd Skynyrd), Bennato e Carlo D’Angiò. Il sodalizio canzone popolare e sul brigantaggio
visa in sequenza cronologica sulle morti più o annegamenti (Brian Jones), una lunga lista di artistico tra i due ha origini lontane. meridionale; narra di come la scelta
meno celebri e più o meno overdose, colpi d’arma da fuoco (John Lennon, Lontani sono i primi anni Settanta, della canzone popolare contenga in
controverse del rock. Curt Cobain), oscure trame paragovernative tempo dei successi dell’anticonven- sé anche connotazioni ideologiche di
Membro fondatore del per eliminare le menti migliori di una generazio- zionale e felice Nuova Compagnia di costume e cultura.
club fu Robert Johnson: ne incendiaria. Il tutto raccontato col piglio Canto Popolare e lontano il giorno in Rilevante, nell’opera di Bennato,
se il rock è la musica del asciutto di un’autopsia a freddo. cui, scioltosi il gruppo, nasceva l’attenzione rivolta alle foto e alle
diavolo, è giusto partire da Con un avviso ai naviganti: se il diavolo dà in Musicanova, nel 1976. vite di briganti quali Ninco Nanco e
quel suo patto inaugurale cambio fama e denaro, «la miglior mossa di Si ritrovano insieme in entrambe le formazioni Michelina De Cesare: uomini contro, come
con Satana siglato al cro- marketing per una rockstar», come recita il ed esperienze, Eugenio e Carlo, e restano forti egli stesso li definisce, fatti fuori dal potere, al
cicchio tra le Highway 61 paradosso in quarta, «è morire giovani». sostenitori della tradizione folk, alla ricerca pari di Pancho Villa, Emiliano Zapata, Ernesto
e 49. La sua oscura vicen- delle forme e dei suoni significativi della musi- Che Guevara.
da fu la prima di una lunga Lorenzo Bertini ca del Sud Italia. Rossella Gaudenzi
BEYOND
&further
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

ATOME PRIMITIF Three years, three days Galileo Galilei aveva puntato il cannoc- EX CENTRALE TERMOE-
a cura di ROMINA CIUFFA chiale verso i cieli immensi e aveva spiegato limportanza di guardare ciò che è piccolo, LETTRICA MONTEMAR-
costruendo l’occhialino. Questo gruppo, al microscopio, è più grande di quanto sembri. TINI Delirio onirico?

¢ CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA > IL DRAMMA DEL TONNO a cura di FLAVIO FABBRI

IL DRAMMA
Per un monaco francese, Georges Lemaître, l’universo
DEL TONNO
Il dramma di un tonno: una grata arrugginita lo divide
ha avuto inizio da un atomo primitivo: lo spazio-tempo dal mare. Così gli Atome Primitif, che meritano l’acqua
inizierebbe ad esistere solo dopo la sua disintegrazione. europea, non di essere mischiati tra gli spaghetti italiani.

siamo consapevoli del fatto che il genere che proponiamo non


trova un gran terreno fertile in Italia. Contiamo di riuscire ad
organizzare un tour all’estero nel più breve tempo possibile.
Clelia. Certo, i riscontri della critica e del pubblico ci sono
necessari. Personalmente però, credo che la conferma più bella
è sempre nel renderci conto che stiamo crescendo professional-
Videoreportage mente. I compromessi non ci piacciono e la produzione Urban49
ci ha lascito molto spazio sin dall’inizio. Di solito è il contrario,
la prima cosa che ti chiedono è di sacrificare spinta emotiva e
w w w. y o u t u b e . c o m / m u s i c i n c h a n n e l spontaneità, per far posto al prodotto. Con il Saint Louise e
Urban49, invece, è stato diverso. Abbiamo la possibilità di espri-

(...) H
merci liberamente e questo è straordinario.
anno certamente sofferto la gavetta dei live club Qual’è la natura degli Atome Primitif?
della Capitale, dove nessuno paga e poco è anche Giacomo. Musicalmente parlando, molte persone ci associano
il rispetto per chi suona, e conosciuto l’anticame- ad una scena nordeuropea, per sonorità tipicamente islandesi o
ra dei grandi circuiti internazionali, partecipando a Operazione tedesche. Il disco in realtà suona molto più rock, con chitarroni e
Soundwave, il talent-show di MTV dedicato agli artisti e alle Come nascono gli Atome Primitif? bassi distorti. C’è anche l’elettronica però e la psichedelica. In
band emergenti. Il direttore del Saint Louis, Stefano Mastruzzi, Clelia. L’intesa sui generi e il modo di suonare ha convinto me noi passa la musica degli ultimi venti anni, ma non è semplice tro-
e il produttore artistico Josè Fiorilli (tastierista per Ligabue, e Claudio a scrivere e fare musica assieme. La prima cosa che ci vare una collocazione precisa. Diciamo che sono più le contami-
Irene Grandi e Velvet) ne hanno voluto premiare la dedizione, è venuta in mente è stata di creare un gruppo, e questo è stato nazioni a cifrare i nostri lavori che una categoria in particolare.
dando alle stampe il cd del debutto. La presentazione ufficiale, possibile con l’arrivo di Azzurra e Giacomo. Abbiamo iniziato Da dove nasce il nome della band?
quindi l’invito del MEI 2010 ad esibirsi. con le cover, orientandoci tra Massive Attack e Portishead, poi Giacomo. Con Clelia cercavamo un nome per il gruppo.
I pezzi sono ora più rock (e la voce si sporca più volentieri con si è deciso di fare musica per conto nostro. Io iniziavo a realiz- Eravamo indecisi e alla fine, dopo aver letto un articolo su una
gli strumenti, come nell’iniziale Indu e in Machine) ora più zare programmazioni, Giacomo passava a casa mia e ci metteva rivista scientifica, sono stato attratto dalle teorie di un monaco
impalpabili (Jan 7th, Concert in my head), poi una consapevo- sopra delle linee di basso, la voce di Azzurra si plasmava benis- francese relative alla nascita dell’universo, Georges Lemaître. Il
lezza musicale più alta (Silver House). Ma il primo chiaro indi- simo sul tutto e il resto è venuto da solo. fisico sosteneva che l’evoluzione dell’universo avesse avuto ini-
zio di quanto può essere luminosa una stella generata dall’ato- Quando avete cominciato a scrivere musica? zio da un atomo primitivo, Atome Primitif, da cui poi, attraverso
mo primitivo è Tuna drama, singolo dell’album, tragicomica Clelia. All’inizio siamo stati obbligati a suonare come cover quello che successivamente venne definito big bang, è iniziato un
storia di un tonno che finisce condimento per spaghetti. Piccoli band. A Roma, più in generale in Italia, è difficile fare altro se processo di espansione tutt’ora in atto dello spazio.
atomi crescono, eppure l’album d’esordio è già grande oggi, vuoi tentare la strada del musicista. La nostra musica, quella Cosa pensate del vostro primo disco?
contiene sonorità mature che riportano ad autori (uno fra tutti, i scritta da noi, c’è sempre stata fin dall’inizio, ma per sopravvi- Clelia. Una grande emozione. Una parte rilevante della mia
Portishead) senza nulla copiare, e non si tratta di autodecanta- vere e guadagnare qualcosa abbiamo dovuto riproporre i classi- vita è racchiusa in questo album. Spero solo che gli ascoltato-
zione dell’editore per il suo stesso prodotto: la forza sta nel ci per un po’ di tempo. Almeno fino a quando la qualità delle ri ne percepiscano energia e forza emotiva. A loro spetta l’ulti-
poter decantare senza «auto», per la sicurezza di aver, con que- cose che componevamo in studio non ha cominciato ad emerge- ma parola. Penso che dobbiamo molto a Josè, sia musicalmen-
sto gruppo, oggettivamente superato lo standard. Gli Atome re con forza e allora si è deciso, assieme, di passare ad altro e di te, sia umanamente. Ma molto di più a Stefano Mastruzzi, che
Primitif sono una realtà a parte, che merita l’Europa. Il vero e investire il tempo esclusivamente nel suonare pezzi nostri. è stato il mio maestro di chitarra per sei anni. È stato lui che ci
proprio dramma di un tonno che non riesce a raggiungere il Quanto paga l’originalità nel mondo della musica? ha dato questa incredibile possibilità e che ha fatto in modo
mare, causa una grata arrugginita. E il video di Tuna Drama è, Giacomo. Speriamo che la qualità della nostra musica porti che Fiorilli ci aiutasse a crescere come persone e come musici-
indiscutibilmente, poesia di impatto emotivo praticamente intol- dei risultati anche economic e ci auguriamo che il disco vada sti. Senza di loro, in definitiva, non avremmo mai raggiunto
lerabile, come una forchetta a tre denti. bene, ma puntiamo molto all’estero perché cantiamo in inglese e Three years, three days. ■

POTHOS
E LA
CALDAIA
di Livia Zanichelli

A
chille sostiene Pentesilea morente davanti ad un motore diesel; il dio Pothos si erge in tutta la sua grazia di fronte alla
parete di una caldaia; un alternatore fa da sfondo agli sguardi fieri di Eracle e Diomede. Delirio onirico? Assolutamente
no. È Sala Macchine della Centrale Montemartini, perfetta fusione tra archeologia classica e archeologia industriale.

L’
ex Centrale Termoelettrica Giovanni Montemartini di Roma della Centrale Montemartini: la rassegna Unplugged ha come protagoni-
riapre le porte alla musica: le due rassegne Musica e Cinema e sti importanti artisti indipendenti in acustico. Prima la voce graffiante e il
Unplugged ne animeranno, fino all’8 gennaio 2011, la Sala pianoforte di Paul Millns, cantautore inglese che ha preso parte alle più
Macchine, recentemente allestita per ospitare spettacoli dal vivo. Il piace- importanti band blues statunitensi; al suo fianco il canadese Butch
re della buona musica si unisce così alle suggestioni dell’insolito intrec- Coulter, straordinario specialista dell’armonica blues. Ci sono l’america-
cio tra antico e moderno. Achille sostiene Pentesilea morente davanti ad na Elisabeth Cutler, di formazione rock, che si cimenta anche nella
un motore diesel; il dio Pothos si erge in tutta la sua grazia di fronte alla musica fusion e nel blues «bianco» accompagnata dal polistrumentista
parete di una caldaia; un alternatore fa da sfondo agli sguardi fieri di Filippo De Laura; Little Princess, voce solista in numerose colonne
Eracle e Diomede. sonore prodotte da Mike Moran. Il gruppo italiano Silenzio Assenzio ha
Delirio onirico? Assolutamente no. Si tratta dello scenario offerto dalla proposto ricercate sonorità in cui si intrecciano chill out, acid jazz, new
Sala Macchine della Centrale Montemartini, perfetta fusione tra archeo- soul, black-music, con impronte jazz-funk.
logia classica e archeologia industriale, che fa da sfondo agli eventi musi- Il gran finale è tutto di Tony Esposito e La banda del Sole, cantau-
cali in programma fino all’8 gennaio 2011 nella suggestiva location, tore e percussionista partenopeo alle prese con polistrumentisti interna-
situata in zona Ostiense. Prima tappa di questo pittoresco percorso trime- zionali e su strumenti inconsueti come tamburi d’acqua, hang, osi drum
strale l’evento Musica e Cinema, un viaggio tra le indimenticabili melo- e kalimba, per una selezione dei brani che lo hanno reso famoso in tutto
die del cinema italiano. Dopo le note del Tema d’amore composto da il mondo, e le sue composizioni più recenti, caratterizzate da una minu-
Morricone per il film Nuovo cinema Paradiso, eseguite da Paolo Zampini ziosa e fine ricerca in ambito percussionistico. Sui ritmi e sulle note di
e Primo Oliva, dopo l’omaggio a Nino Rota, dopo il cinema del premio Tony Esposito si chiude questa breve stagione musicale: un percorso dai
Oscar Nicola Piovani interpretato dal Quintetto Cirano, l’horror di toni e dai tratti magici e onirici, che accoglie e avvolge il pubblico in
Claudio Simonetti, autore delle oscure e conturbanti colonne sonore dei una candida nuvola di irrealtà, allietandone i sensi attraverso il poetico
film di Dario Argento. contrasto tra antico e moderno, l’alternanza tra melodie a noi care e
A dicembre al via la seconda parte del suggestivo itinerario musicale sonorità sconosciute. ■
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

KIDDYCAR Can I have your desert, please? Ma certo, pren- 3CHEVEDONOILRE Essere qui / nella baracca di latta / c’è
BEYOND
&further
dilo tutto, e portamelo via di qui. Distruggi le strutture che ho, un aereo in pista per me / e decollando il tempo che passa / se
rendimi del tutto libera di guidare una macchinina da ragazzina mi vuoi insegnare a atterrare voglio scappare da te

KIDDYCAR I3CHEVEDONOILRE
CHI HA PAURA DEL GATTO NERO?

a cura di
Romina
Ciuffa

la malinconia di Nick Drake, la sensualità di Serge Gainsbourg


«s
a cura di
Eugenio e le ipnosi elettroniche figlie della migliore tradizione teuto- e fino ad ora ho perso tempo / e avre zione emotiva (di ispirazione informale) e la
Vicedomini nica degli anni Settanta. E un deserto altrui da desiderare. fatto meglio a fare presto / se ho visto razionalità che ne costruiva i contorni.
gente crescermi addosso / c’è solo un Le canzoni si costruivano sulla base di un’esi-
modo per saperlo: essere qui adesso». Oggi ci genza immediata, poi si lavoravano fino a ren-

K
sono. Il loro unico obiettivo è quello di scrivere derle soddisfacenti. La musica era in parte elet-
iddycar, Arezzo. Ossia una band muovono in base a due schemi: importano un 500 canzoni. Zappis, Carlo Fadini Hyper, tronica e non era mai soddisfacentemente finita.
indie-rock con una proposta musicale certo modello internazionale, confezionandolo MrFalda e Andrea Martellasno, «nati dalle cene- Abbiamo passato mesi su svariati divani a parla-
colta e sognante ricca di atmosfere in italiano, e si ostinano nel tentativo di espor- ri di un radioso passato metamorfico alla fine del re di cosa stessimo facendo, a stilare un nostro
sospese tra la malinconia di Nick Drake, la sen- tare un discorso cantautorale prettamente ita- 2003», sono 3chevedonoilrE, romani vintage statuto. Abbiamo scritto moltissimi libretti ognu-
sualità di Serge Gainsbourg e le ipnosi elettro- liano, senza la minima preoccupazione di utiliz- rock-punk che trasformano la musica popolare di no per l’altro per far conoscere il nostro pensie-
niche figlie della migliore tradizione teutonica zare un linguaggio universalmente comprensibi- protesta e i Beatles in un concetto fermo, l’estro ro personale e farlo passare più velocemente che
degli anni Settanta. Due dischi all’attivo le. Entrambe queste vie non portano lontano e si comunicativo. Non c’è nulla da dire: i loro testi con il passaggio orale. Ci regalavamo libri e
(Forget About del 2007 e Sunlit Silente del risolvono, nel primo caso, in una copia sbiadita parlano da sé. dischi da ascoltare per poter arrivare ad una
2009). Tantissimi riconoscimenti di stima, in dell’originale, nel secondo, in un prodotto di Potrebbero, ciascuno di essi, costituire un rac- consapevolezza maggiore reciproca.
Italia come all’estero, tanto che i KiddyCar nicchia. Dovremmo smettere di lamentarci delle conto, qualcuno che in una tavolata attira l’atten- Poi abbiamo capito che, se concettualmente la
sono stati presentati dalla BBC inglese come difficoltà ed incentivarci. Ed ogni volta che si zione su di sé facendo con la forchetta vibrare il musica partiva da un gesto primitivo prima di
una delle band più interessanti di quest’ultimo scrive un brano occorre giudicarlo in modo bicchiere, e inizia: «Preso contatti con Heidi e arrivare a forme contemporanee, di cui non ave-
periodo. Music In ha avuto il piacere di incon- distaccato ed autocritico per capire se può reg- Ramon, mi ospiteranno a Bonn, già un po’ mi vamo ancora pienamente controllo (come la
trare Valentina Cidda, voce del gruppo. gere un confronto a livello internazionale. sento uno di lì, piazza museo e brasserie». O a casa musica elettronica), era necessario tornare a fare
Come e quando sono nati i Kiddycar? Quante opportunità per gli artisti e gruppi rompe il silenzio così: «Quel film è stato bello, sì ciò che veniva fatto negli anni 60 e 70, cioè scri-
Dichiariamo il 2005, anche se il seme del alternativi vedi derivare dalla rete? ma troppo lento. E tu che mi evitavi e ci morivo vere canzoni (già lo facevamo) e suonarle con ciò
progetto risale agli anni 90 da un trio compo- La Xtal, etichetta che ha prodotto e stampato dentro. I boxer che mi hai regalato hanno l’elasti- che di più «primitivo» avevamo in mano e sape-
sto da Stefano Santoni, Paolo Ferri e Roberto il nostro primo album in Giappone, ci ha sco- co lento. Potremo rifondare ogni tuo atteggiamen- vamo domare: batteria, basso, chitarra e voce.
Bianchi, all’epoca Kriminal Bit. Il progetto fu perto e contattato proprio grazie a MySpace. to, potremo dare vita a un protomovimento». Le Ma c’era ancora qualcosa che mancava.
poi abbandonato fino a quando, durante una Realtà come questa possono essere veicoli di parole parlano da sole, dovrebbe essere normale Qualcosa che all’inizio avevamo individuato
tranquilla serata tra amici, mi fecero ascoltare straordinaria crescita e diffusione di progetti e ma non lo è. E qui di questi 3chevedonoilrE (che nella ballabilità. I Beatles, i Beach Boys, le eccel-
alcuni brani, come Human Logic e The Dawn di idee all’interno della rete. Ma alla fine è poi son quattro), il Re sono loro. lenze di quel periodo ci hanno dimostrato che
and the Fly. Me ne innamorai immediatamente. sempre la qualità che paga, che fa «accadere», I musicisti hanno un modo di pensarsi artisti l’unico modo per arrivare alle persone che
Scrissi testi e melodie e dissi: proviamo. e non sono i «50.000 friends». Per noi Internet simile a quello dei fotografi dell’era digitale. Ci avrebbero ascoltato i nostri pezzi era il coinvol-
Qual è il tuo background musicale? è stato, ed è, un mezzo miracoloso. piace quando ci chiamano «artisti»: fa venire gimento, concetto semplice e vincente. Bisognava
Vengo dal mondo della musica classica, ho Quali voci femminili ti emozionano? voglia di metterti a fare il minatore. Solo che poi solo dire cose maledettamente serie, profonda-
studiato pianoforte al conservatorio fino all’ot- In primis, la sacerdotessa delle tenebre, i piedi nudi te li sporchi di fuliggine e sembrano mente tatuate nelle nostre menti, e farle passare
tavo anno e canto lirico. Che dire? Tutte le profonda e inquietante, con le sue atmosfere scarpe di gomma. 3chevedonoilrE nasce anche come canzonette divertenti. Prima o poi qualcu-
strutture che gli anni di studio avevano radica- sepolcrali sospese nel tempo: parlo di Nico. Poi da questo distacco: si tenta di dissociare a favo- no si sarebbe soffermato su cosa dicevamo.
to in me mi sono state utilissime per imparare a Janis Joplin, Siouxsie, alcune voci del post- re della sorpresa, piuttosto che associarsi ai sor- Qualcosa come ciò che Calvino vedeva in
lottare contro le strutture stesse. Ci ho messo punk come le Raincoats. Anche Beth Gibbons. risi (vuoti) dei musicisti professionisti. Queneau, quel concetto di POP che Andy Warhol
molto a distruggerle ed essere libera. Il rischio Quale artista contemporaneo ascolti? Comunicare in musica ci piaceva di più: can- aveva sviluppato in un altro mondo. L’intento è
di ogni percorso accademico è che esso inchio- Sufjan Stevens è stato per me una vera e pro- tare ti fa credere di passare delle informazioni. questo: ridare al POP il suo vero valore aggiun-
di in qualche misura il cuore, lo spirito, il cer- pria folgorazione Ha creato il sound del 2000. Non «pezzi» di informazione, ma l’integrità di to, non arroccandolo su quelle montagne di
vello, in direzioni obbligate incompatibili con Ho adorato DM Stith, il primo disco di Joanna notizie: emotive, ideali, giornalistiche o sussidia- incomprensibili concetti arginati da idee vetuste
l’arte. La creatività non si insegna ed ogni tec- Newsom e mi è piaciuto molto Heartland di rie. Quando componi in questo modo, lo fai con e consumismo. L’amore per la forma canzone ha
nica è utile solamente se sei tu a dominarla Owen Pallett, disco assolutamente folle. un calcolo che è una cifra poetica, ma in fondo è sempre caratterizzato tutto il nostro bisogno di
non, invece, se è lei a dominare te. Il consiglio per quelli come te? solo leggera devozione alla parola e al suono. trasmissibilità: i concetti più difficili possono
Sono passati tre anni dal vostro primo Nervi saldi, cuore aperto, consapevolezza, 3chevedonoilrE nasce da quattro storie e passare in menti che ne sembrano immuni.
disco Forget About. Cos’è cambiato? grande autocritica, umiltà, umiltà, umiltà e non da quelle di un leader, di un dittatore, di L’album d’esordio, Nella Baracca Di Latta,
Siamo cresciuti, professionalmente ed uma- allenamento a sopportare la fame per periodi un deus ex machina, di un Re. è il frutto di tutti questi anni di lavoro e
namente. Di cose ne sono accadute tante: anche piuttosto lunghi. Quattro storie separate e differenti, eroi musi- meditazione. Terminato nel 2010, si compone
siamo più seri, organizzati ed uniti, e questo è Hai già delle idee per il nuovo disco? cali e letterari separati e differenti, modi di inten- di 12 canzoni più una cover di Giorgio
anche dovuto al fatto che siamo seguiti e guida- Ovviamente, essendo il prossimo il terzo dere la vita e la socialità separati e differenti. Gaber, L’Illogica Allegria.
ti da un grande manager, Alessandro Favilli. disco ufficiale (se escludiamo lo split con Rimaniamo legati l’un l’altro da un filo robusto, Abbiamo scelto di attingere indistintamente
Siamo soddisfatti del nostro lavoro ma mai Christian Rainer) sentiamo un forte desiderio che ci permette di sorridere di tutto ciò che è dalla scena vintage rock-punk, dalla musica
abbastanza: la regola d’oro è non assuefarsi di innovazione e di rottura con quanto abbiamo serio e guardare oltre il profilo delle convenzio- popolare di protesta, dalle atmosfere beatlesia-
mai a se stessi. fatto fino ad oggi. Ascoltiamo, fagocitiamo ni, sghignazzare sulle classiche sonorità rock a ne. Ci siamo interessati più alla dissacrazione
La vostra musica ha un fortissima legame decine di dischi a settimana, vecchi e nuovissi- favore della sorpresa e proporre una non consue- di certi cliché sonori della scena underground e
con l’indie-rock d’oltremanica unito a sugge- mi, e le contaminazioni sono molte. Il difficile, ta struttura di un brano apparentemente leggero. pop, rinunciando ad apparire falsi eroi musica-
stioni retrò della Parigi Anni 60. Non a caso è riuscire a trovare un orientamento forte, il più Musicalmente il progetto avrebbe dovuto li. Scoprire e meravigliarci è quello che voglia-
i testi sono principalmente in inglese. È una possibile personale e nello stesso tempo coe- essere differente. Nasceva un gruppo alla fine mo fare di tutto ciò che gira attorno a noi,
scelta dura da fare in Italia? rente con ciò che i Kiddycar sono stati fino ad del 2003 che si prefissava di combinare insie- cogliere la realtà da un punto di vista diverso
Il problema è che spesso i musicisti italiani si ora. Ce la faremo? ■ me il gesto estemporaneo primitivo della crea- da quello che ci raccontano. ■

www.lifegateradio.it
CLASSICA
MENTE
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

MENTE ELEONORA PATERNITI Skeggia Davanti a sé due percorsi apparentemente ossimorici: le


percussioni e la lirica. I libretti operistici sono state le sue favole, la batteria il ritmo. Oggi è una
AMUSIA Per Che Guevara
un tango e una samba erano
aa cura
cura di
di ROMINA CIUFFA
FLAVIO FABBRI
delle più giovani registe operistiche in Europa, è autrice di «Mettiamoci all’Opera» e non la fermi. esattamente la stessa cosa.
di ADRI

ELEONORA PATERNITI AKA SKEGGIA


ata il giorno della nascita di Mozart, il 27 gennaio,
DI ROMINA CIUFFA

N Eleonora Paterniti soffre di un grave sdoppiamento


di personalità. Davanti a sé due percorsi apparente-
mente ossimorici: le percussioni e la lirica. I libretti
operistici sono state le sue favole, la batteria il ritmo.
Nasco a Palermo al pianoforte, mi immaginavano avvocato. Videoreportage
Sin dall’inizio con un grandissimo sdoppiamento della persona-
lità artistica, metà legata alle percussioni e alla fusion, l’altra
metà all’Opera lirica. Eravamo a Milano; i miei genitori aveva- w w w. y o u t u b e . c o m / m u s i c i n c h a n n e l
no la preoccupazione che io non socializzassi e scelsero il pia-
noforte, ma crescevo percussionista. La prima ravvisaglia la ebbi
verso i 4 anni, a casa di una zia, lirica al Massimo di Palermo: il teatro. Mi portai a casa un tesoro: superai la barriera, impa-
mise un disco al grammofono, nella sua villa al mare a Mondello, rai moltissimo, strinsi ottimi rapporti con Lina Polito, che mi
e si allontanò. Mi trovò riversa su me stessa, ed ebbi difficoltà a fece chiamare per lavorare a una commedia insieme in qualità di
quell’età a spiegare che non riuscivo a contenere l’emozione di attrice. Di fatto non ebbe mai una messa in scena, ma ebbi la
sentire la compagine strumentale, soprattutto i timpani. possibilità di lavorare con una regista operistica, quindi mi spin-
Quando sua madre la porta a vedere la Butterfly, lei indica si a fare la stagista pur di lavorare a Roma con il maestro
il palco e dice: «Vedi mamma, la mia vita sarà quella». Per Gianluigi Gelmetti per il suo Barbiere di Siviglia e con lui è nata
me i libretti operistici erano favole e ricordo la visione che di una fortissima collaborazione artistica: ho lavorato, tra l’altro,
essi avevo da bambina, non del tutto smaliziata ma con la giusta al suo Tristano e Isotta messo in atto al Teatro Carlo Felice di
dose di cattiveria e di bontà: oggi, come regista, le ripropongo Genova; abbiamo riaperto, dopo l’incendio, il Teatro dei
esattamente con quella visione, che ho perfettamente presente. Rinnovati di Siena con la Traviata; mi occupo del coordinamen-
Dopo 8 anni dice no alla lezione di piano ed esclama: io to artistico dei corsi di Direzione d’Orchestra da lui diretti nel-
sono una percussionista. Volevo gli strumenti a casa, mi ero l’ambito dell’Accademia Chigiana di Siena.
documentata su tutto e iniziai un’opera di persuasione da terro- Progetti e TV. Intanto scrivo per il teatro musicale.
rista. Non nego che i miei studi pianistici mi hanno aiutato: oggi Ultimamente ho firmato la regia per Anna Bolena al National
gli allievi pianisti sono meri esecutori, e se ne demolisce l’istin- Theatre di Tirana, quella del Barbiere di Siviglia a Coliseu du
tività, la passione, in favore della dipendenza alla lettura e photocredit Porto, in Portogallo. Sono autrice del programma in prima sera-
Ignazio Raso
all’insegnante. Nessuno sa suonare se non ha uno spartito. ta Rai1 «Mettiamoci all’Opera», il primo talent show per giova-
Il metal. Avevo 10 anni quando, a Caserta, mi recai di testa ni promesse della lirica della televisione italiana. Sono consu-
mia da un metallaro, l’unico che conoscevo che in quel momen- mi ha portato a legarmi di più alla scrittura e alla lettura. lente della direzione del Tg2 e ho realizzato, nell’ambito dell’e-
to poteva mettermi a disposizione una batteria. Cominciammo Il ritorno. Ero terrorizzata dal rientrare in Conservatorio o in dizione Tg2punto.it, lo spazio settimanale dedicato al mondo
con Led Zeppelin e Green Day, e quando mi mise davanti la gra- un teatro; mi sono ritrovata un giorno a suonare di nuovo la bat- della lirica, curando la scelta dei brani e la selezione dei musi-
fia per la batteria, io che arrivavo da una lettura pianistica teria senza rendermene conto, davanti a Gennaro Barba e a suo cisti e dei cantanti che si esibiscono in diretta. Così ho conosciu-
cominciai immediatamente a suonare da esperta. Più avanti mi figlio Mariano, presso i quali ho vissuto per più di un anno. to il paroliere Pasquale Panella e la lirica Daniela Dessì, la
accorsi di molti limiti in quel percorso, anche gli ascolti più ele- Intanto, in una tournée di Jovanotti, «L’albero», ne conobbi i per- stessa che mi fece innamorare dell’Opera da bambina. Per il
vati che facevo, le electric band, John Patitucci, Dave Weckl, cussionisti e strinsi amicizia con Pier Foschi ed il genio poliedri- teatro produrrò verso marzo lo spettacolo «Tommy» al Belli di
Vinnie Colaiuta: non ero una metallara. co Daniele Di Gregorio, che mi diede la forza di proseguire nella Roma e al Libero di Milano. Sto lavorando e collaborando con
Il Conservatorio. Facevo il liceo scientifico intanto, e decisi musica. Il mio maestro di Conservatorio, Vittorio Buonomo, mi Ivana Noto dell’I.P.C., Iniziative promozioni cinematografiche
per il Conservatorio. Era l’anno del diploma ed ero al limite del- chiese di assisterlo in alcune lezioni in Accademia per bambini di Roma, alla diffusione di un paio di progetti che riguardano
l’età per accedere; entrai alla svelta, un solo posto disponibile dai 3 ai 7 anni, poi mi lasciò la gestione del corso. Li ho seguiti Anna Bolena e il Barbiere di Siviglia, che si presentano assolu-
ed unica donna percussionista, al San Pietro a Majella di Napoli per moltissimi anni, oggi son tutti percussionisti della prima tamente innovativi e rivoluzionari; prossimamente sarò anche
durante la direzione di Alberto di Simone, quindi quella di Orchestra giovanile del Teatro dell’Opera di Roma e stanno ulti- impegnata in Francia nell’ambito del Festival «Liricamente
Vincenzo De Gregorio. Ho condotto un percorso meraviglioso mando il Conservatorio. Con loro ho imparato il mestiere. vôtre» con la Traviata.
con i miei compagni: eravamo i Percussion Time, gruppo stori- L’Opera. La mia tesi fu, non a caso, sul Don Giovanni nella Perché la Paterniti. Odio la sciatteria, ma so che le opportu-
co nato prima da grandi percussionisti della tradizione italiana, storia. Poi varie coincidenze. Intanto andai a vedere una nità non vengono date facilmente, so di non essere unica. Credo
che poi è passato a noi giovani. Butterfly e capii di non poterne fare a meno. Poi vidi un manife- invece di esser stata fortunata, ma anche di aver ragionato e com-
L’immobilità. Ebbi un grave problema al ginocchio e dovetti sto a Caserta, dove ero andata a trovare i miei, su un congresso piuto i miei passi sempre sentendoli dentro, avvicinandomi a per-
interrompere per anni il mio lavoro da percussionista, così perfe- di Lanza Tommasi, allora sovraintendente del Teatro San Carlo. sone da cui ho imparato tutto. Ora che faccio regia operistica uso
zionando solo ciò che mi era permesso di fare: lavorando con le Quando lo vidi gli misi in mano una busta con poche notizie su tutto il bagaglio che ho: non riesco a fare una regia se non in par-
mani, avvicinandomi alle percussioni afro-cubane e allo studio di me, avevo solo 20 anni. Lui mi disse subito: «Non posso farla titura, e non amo dare segni innovativi. Riverso nei miei prodotti
dell’Opera e della Lirica, salendo sul palcoscenico di prosa. Ho entrare nel coro». Lo tranquillizzai, non era mio interesse. Ma la visione di quella stessa bambina che per la prima volta legge-
chiesto di poter entrare nei teatri e guardare, imparando i mestie- Alexis Bulgari, allora suo braccio destro, mi chiamò a un’audi- va i libretti come favole. E continuo a riversarmi su me stessa
ri del tecnico, del macchinista, della figurante e qualunque cosa zione per figurante per l’Opera e passai come riserva, utilissimo quando sono «all’opera», e a vivere la musica con quello stesso
che mi avrebbe avvicinato al teatro lirico un domani. All’interno per me perché avrei potuto guardare tutti gli spettacoli dalla pla- sdoppiamento della personalità che mi ha fatto divenire una
del Conservatorio studiavo Drammaturgia lirica. L’immobilità tea senza esser protagonista sulla scena. Così rifeci amicizia con «Skeggia». Che è il soprannome che mi hanno dato. ■

R
e Afonso XIII di Spagna era incapa- di un ictus che gli tolse quasi del tutto la centro di Wernicke, specializzato nella
ce di riconoscere una canzone da capacità di parlare e di capire il linguaggio. parola, decodifica il segnale musicale in
un’altra: per lui una marcia funebre Nonostante ciò, continuò a comporre alme- entrambi gli emisferi e lo trasmette senza
equivaleva a qualunque altro pezzo. no 11 opere maggiori tra sonate, quartetti e mediazione al corpo (danza) e al sistema
A dire il vero accade anche a me, che arie, e a insegnare ai propri allievi, ascol- neurovegetativo (ritmo cardiaco, condut-
non riesco a distinguere uno degli ultimi tandoli e correggendone le composizioni; e tanza cutanea, pressione arteriosa, richiamo
motivi pop da un pianto. Ma non sono affet- Maurice Ravel, via via che la sua malattia sessuale) ed endocrino (ACTH, ossitocina,
ta, come lui, da amusia. Non so se conside- al cervello avanzava, si diceva in grado di vasopressina).
rarlo un fortunato: probabilmente oggi lo comporre la musica nella testa ma incapace Per verificare il livello di amusia, si può
sarebbe più di ieri. Uno dei primi casi di fissarla sulla carta. fare il test elaborato da Isabelle Peretz,
descritti, nel 1878, fu quello di un uomo che Per il neuroscienziato Steven Pinker la dell’Università di Montreal, qui:
parlava del suono di un pianoforte come di musica, per il cervello, è «poca cosa», è un www.delosis.com/listening. Esso presenta
«una nota musicale, più un tonfo sordo e «auditory cheesecake», solo una ghiottone- 30 coppie di motivi musicali, esattamente
rumore di fili metallici». Descriverei in que- ria: i soggetti perfettamente stonati vivono uguali, diverse o leggermente diverse. Otto
sto modo molti dei pezzi che ascolto. una vita normale. Mentre le scimmie non minuti per capire se le lezioni di canto sono
L’amusia è l’incapacità biologica, in hanno avversione per gli accordi dissonan- soldi buttati. A meno di non voler emulare
assenza di alterazioni della percezione udi- ti o per suoni sgradevoli - le unghie su una Lorence Foster Jenkins, la soprano di
tiva elementare o di turbe intellettive e lin- lavagna o il metallo sopra un vetro - e pre- Philadelphia che, amusica, divenne celebre
guistiche, di comprendere, eseguire ed feriscono i ritmi lenti, di più il silenzio. in un modo anticonvenzionale: nonostante
apprezzare la musica, patologia neurobiolo- Ghiottoneria, fronzolo, dolcetto per l’o- la sua palese mancanza di abilità, era fer-
gica acquisibile (per danni cerebrali ad recchio, ma da Darwin a John Blacking mamente convinta della propria grandezza

CHEESECAKE
esempio, tanto che i primi studi furono con- (1973, Com’è musicale l’uomo?, per cui la e distribuiva personalmente gli ambiti
dotti sui cerebrolesi nel 1962) ovvero con- musica è «qualcosa che risiede nel corpo e biglietti; accontentò il folto pubblico (che
genita per l’irregolarità nel funzionamento attende di essere espresso e sviluppato») deridendola l’ammirava) solo quando
dell’emisfero destro del cervello, prima c’è questo: sono rare (o nessuna) le cose del accettò di esibirsi alla Carnegie Hall il 25
invece imputata solo al nervo acustico e nostro cervello che appaiono superflue o di ottobre 1944 (sold out con settimane di
di Romina Ciuffa alla corteccia uditiva sita nei lobi temporali mero divertimento, incluso il divertimento anticipo) per morire un mese dopo. Era a
sopra le orecchie. Le cause non sono psico- stesso. Il cervello risponde alla musica sin malapena in grado di sostenere una nota, e
Re Alfonso XIII di Spagna, Che Guevara, Maurice logiche, ma anatomiche. dal feto (riposa al ritmo materno), i bambi- i suoi accompagnatori facevano continui
Ravel: tutti affetti da amusia. E troppo spesso li invidio. Un amusico non è uno stonato né riesce ni nascono in qualche modo musicisti aggiustamenti per compensare le sue varia-
ad avvertire le stonature proprie o altrui. (sanno riconoscere note, accordi, scale zioni di tempo e i suoi errori ritmici; lei non
Nei casi più gravi è del tutto incapace di diverse suonate a distanza di giorni), ed è lo ammise mai e trascorse la vita ad accusa-
sentire la musica, o la avverte come un orri- indiscutibile che un tamburo, la tromba di re la critica e le colleghe di invidia.
bile frastuono. Ne è affetto circa il 4 per guerra, il corno o danze tribali abbiano un «La gente può anche dire che non so
cento della popolazione. Tra i quali Che ruolo comunicativo antico, pre-verbale. cantare, ma nessuno potrà mai dire che
Guevara, che non sapeva distinguere alcun Lo stesso messaggio di richiamo, sfida o non ho cantato». Questa la metterei in
genere musicale tanto che, in un’occasione corteggiamento di molte specie animali bocca al 70 per cento dei cantanti. E il test
RIONE MONTI - Via Madonna dei Monti, 28 speciale, ballò un tango appassionato men- (quello luminoso delle lucciole o sonoro del della Peretz dovrebbero fare: gradiremmo
06 6990968 - info@fafiuche.it tre tutti danzavano a ritmo di samba. Il cervo e del lupo) è costruito sul ritmo, sul ricevere da ciascuno di essi, in redazione,
compositore Vissarion Shebalin fu vittima timbro e sulle note. Negli essere umani il il punteggio ottenuto, oltre ai loro cd. ■
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

CREATTIVA Intervista a Chiara UN AMERICANO A PARIGI «Ho sempre avuto una specie di sensibilità istintiva per le combi-
BALLET
Sergio Il tarantismo ai tempi della nazioni di suoni, e diversi accordi che suonano così moderni furono buttati giù senza che rivolges-
a cura di ROSSELLA GAUDENZI
spersonalizzazione delle tradizioni si un’attenzione particolare alle giustificazioni teoriche della loro struttura», George Gershwin

A CURA DI ROSSELLA GAUDENZI

PIZZICA A MEMORIA D’UOMO


LA pizzica e la taranta sono cosa seria. Il
tarantismo è un fenomeno che coinvolge
discipline di differenti ambiti: dall’antro-
poi darci appuntamento dopo la fine dei miei studi. Il
seguito è una triste storia, poiché il fondatore ci ha
lasciati in giovane età; la direzione artistica dell’asso-
pologia all’etnomusicologia, dalla psi- ciazione è oggi in mano alla compagna di vita e d’arte
chiatria alla religione e alle tradizioni Imma Giannuzzi.
popolari fortemente pagane. È il caso di dire, però, che Dopo la tesi di laurea in Beni Culturali dal titolo
pizzica e taranta vadano di moda, da un po’ di tempo a «Rapporti fra arte e danza nel 900», Chiara Sergio sog-
questa parte, ben inserendosi in quella trasmissione di giorna a Bologna dove inizia il vero percorso di cono-
conoscenza mordi e fuggi che tanto rispecchia il nostro scenza della danza e di consapevolezza che la danza
Paese. Se ne fa un gran parlare, un eccessivo parlare. possa curare. Si avvicina alla danzaterapia, sperimenta,
In ogniddove sorgono scuolette, insegnanti, corsi, va a ballare con gli anziani, approfondisce grazie
prontuari e ci si può sentire ballerini di pizzica dopo all’apporto di un’amica antropologa, scrive e legge
due giorni, per l’aver memorizzato due passi. Finché molto. Fino a che non trova una raccolta di articoli sulla
dura. Poi la collettività si volgerà altrove, qualcuno ci danzaterapia della danzaterapeuta, coreografa e coun-
avrà guadagnato sopra ben bene e per le strade rimar- selling Nicoletta S., che le accende il desiderio di cono-
ranno cartacce e spazzatura sollevate dal vento. scerla. Nicoletta insegna a Bologna, ironia della sorte
C’è in giro davvero tanta spazzatura, situazione dietro casa di Chiara, ed ironia della sorte si scopre
avvilente per gli esperti di questa danza. Si è scritto e essere lei stessa una cara amica di Giorgio di Lecce.
detto tanto, c’è un pullulare di siti e blog, ma è attra- «Giorgio ti ha mandata qui». Due anni di studio e cre-
verso la storicità che occorre passare per poter parla- scita, dopodiché il ritorno in Puglia.
re con coscienza di pizzica e taranta, attraverso antro- ingono questi esser stati morsi da alcuni ani- Non mi è piaciuto né mi piace quel che vedo qui,
pologi ed etnomusicologi. La conoscenza deve esser tale.
Chiara Sergio, ideatrice e direttrice artistica della brindisina
Creattiva-Officina di danza, vive di danza. O meglio, di danze.
Parte da una formazione classica ma una buona base tecnica non
«F mali che nascono nel territorio di Taranto (da
cui son nominati) ed esser caduti in quell
infirmit‡, che li rende come pazzi. Vibrano e sbatto-
nella mia terra. Assistiamo ad un fenomeno folk inteso come
commercializzazione della cultura, che riassumo nel concetto di
«pizzica da supermercato». Ciò a cui aspiro sarebbe, invece, il
riscatto della danza nella sua essenza. La pizzica è una danza
basta a soddisfarla, è quindi ben presto solleticata dalle danze no la testa,tremano con le ginocchia, spesso al dalla storia lunga e articolata, ha schemi aperti in cui è possibi-
etniche. Durante gli anni degli studi liceali la sete di conoscenza suono cantano e ballano, agitano le labbra, stridono le indirizzare la persona che vuole apprendere, ma è altrettanto
si alimenta ogni qualvolta legga di danza o assista a una coreo- co denti e fanno azioni da matti. Niente chiedono, importante trovare in essa una forte propensione, che è intrinse-
grafia. Le suggestioni si alimentano. Il giro di boa avviene duran- ma il compagno guidone notificando per tutto ch ca nel nostro sangue pugliese. Se si elimina questo, si attua un
te gli anni universitari, lo studio del flamenco, di danze afro, meccanismo inutile, non si arriva alla conoscenza né all essenza
danza del ventre, teatro-danza classico indiano, che rafforza la egli Ë attarantato, chiede e raccoglie elemosina per di quest’arte, la pizzica, che è gioia, dolore, catarsi.
consapevolezza, la arricchisce, e rimane nel background. loro: oh ingegno, oh arte inaudita per li passati seco- Quale attenzione è stata rivolta alle danze popolari da
L’incontro fortunato risale al 1998. Ho avuto la fortuna di li!» R. Frianoro, Il Vagabondo, Viterbo, 1621 parte di altri Paesi?
conoscere Giorgio Di Lecce, fondatore dell’associazione Arakne È stupefacente in parte e in parte avvilente rendersi conto del
Mediterranea, incontrato per caso. rispetto e dell’attenzione che altre nazioni dimostrano per pizzica
La compagnia ha sede a Martignano, in provincia di Lecce, ed In Italia e sulle coste del e colori. Intorno al 600, que- e taranta. L’esperienza illuminante in tal senso è stata per me la
opera da oltre 15 anni sul territorio del Salento, in collaborazio- Mediterraneo già intorno al X ste danze e musiche, origina- partecipazione al progetto «La vita è Belga - Associazione di
ne con l’Università leccese. Si compone di artisti, studiosi e secolo era conosciuta la rie della regione di Taranto, pugliesi in Belgio-Bruxelles», seminario teorico-pratico intensivo
ricercatori che si propongono di diffondere, far conoscere e tarantola, ragno in grado di presero il nome di «tarantel- sui temi del tarantismo e della danza popolare pugliese. Ebbene,
sopravvivere le tradizioni, le danze, gli usi e i costumi delle creare disturbi all’uomo. le» e si manifestarono sotto vengo puntualmente richiamata e mi reco a Bruxelles per questi
espressioni popolari salentine e della Puglia. Propone nei suoi Dopo alcuni episodi di cura forma di feste popolari, in cui seminari accolti con grande interesse e considerazione.
spettacoli dal vivo, conferenze e stage, i canti, le danze e i ritmi del morso velenoso con la musicisti e partecipanti pro- Come si articola il tuo lavoro?
direttamente attinti alla tradizione orale, da nonne tamburelliste, musica e la danza, la pratica venivano da differenti villaggi Su un doppio binario. Innanzitutto la didattica: le attività
cantanti, danzatrici e danzatori popolari che ci hanno trasmesso si diffuse in tutto il Meridione e di cui erano principali prota- laboratoriali tra cui i laboratori didattici di Danza popolare,
la loro passione per la pizzica e il canto popolare, autentica d’Italia, come attesta il docu- goniste le donne. La Chiesa Creativo-espressivi («Arte in Gioco» e «Il cerchio delle
espressione di una cultura altra. mento del 1362 «Sertum nei secoli condannò e proibì le Donne»), di Espressione corporea e Teatrabilità della danza;
Mi ero recata presso la sede della compagnia per un incontro Papale de venenis». Dal 300 manifestazioni con danze seminari a tema, seminari intensivi, workshop. L’altro aspetto è
sul Tarantismo e mi ha vista danzare, ha colto la mia predispo- in poi questa danza fu consi- sfrenate, ma questi riti, rappresentato dagli spettacoli, dalle performance ideate da me:
sizione e mi ha voluta con sé. O meglio, avrebbe voluto portar- derata curativa, capace di profondamente radicati nella «Tamburo Tao» pone il tamburo al centro di un lavoro che lo
mi con sé. All’ epoca dovevo ancora discutere la tesi e la prospet- curare dal veleno, ipotetico o popolazione, continuarono ad intende come cuore pulsante di tutti gli uomini, è dunque uno
tiva di una tournée che arrivasse a toccare il Giappone era al di reale, della tarantola: i taran- essere praticati fino a diveni- spettacolo di contaminazione tra danza, musica popolare e musi-
fuori della mia portata. La mia tournée con gli Arakne tati erano sollecitati da parti- re delle danze popolari duran- che etniche, provenienti da Africa, Balcani, India. «Di Me» è un
Mediterranea è così consistita in una sola tappa, a Genova, per colari ritmi di tamburo, suoni te le feste locali. progetto sulla donna. ■

nini ripete
L’arte paga, la musica paga,
la danza paga. Prendi gli
anni Venti, Parigi, un ameri-
cano e sfumature impressio-
Paga aggiunge una sorta di chiave di lettura, il
dato biografico rappresentato da elementi
della vita stessa di Gershwin.
Proprio nel 1928 l’autore, appena trenten-
niste con echi esistenzialisti. ne, si era infatti stabilito a Parigi attratto
dalla cultura europea, dalla tradizione clas-
Poi prendi George Gershwin sica e della musica di Maurice Ravel. Nella
e Raffaele Paganini. E balla. capitale francese, Gershwin si era dedicato
principalmente agli studi di composizione
di Valentina Giosa nonostante numerosi maestri, tra i quali lo
stesso Ravel, si fossero rifiutati di offrir lui
delle lezioni, temendo che il rigore della
a magia musicale di George Gershwin classicità potesse reprimere le sue sfumatu-
L e il tocco cinematografico di Vincente
Minnelli si fondono nella prima ver-
sione per balletto in Italia di quella che può
re jazz.
Un americano a Parigi diventa così una
vera e propria indagine, sul lungo e affasci-
esser certamente definita una delle opere nante processo creativo del compositore sta-
musicali più famose al mondo. Dal 25 gen- tunitense dove convivono armoniosamente
naio al 6 febbraio al Teatro Italia di Roma, musiche di estrazione popolare e quelle di
Raffaele Paganini sarà in scena con Un tradizione più nobile. In questa superba ver-
Americano a Parigi, rielaborazione dell’ope- sione per balletto, Gershwin sarà pertanto sia
ra scritta da Gershwin nel 1928 (divenuta poi autore che protagonista, e da qui la scelta di
uno standard nonostante lo scarso successo utilizzare brani non strettamente connessi
iniziale della Carnegie Hall) e ripresa nel all’opera stessa: Want’ Em You Can’t
1951 sul grande schermo dal regista Vincente Get’Em, Rialto Ripples, Rhapsody in Blue,
Minnelli, aggiudicandosi ben 6 premi Oscar The Man I Love e Summertime sono alcuni
fra cui quello per il miglior film al Festival di dei titoli a fare da colonna sonora all’inter-
Cannes dello stesso anno. pretazione di Paganini.
L’elaborazione drammaturgica per balletto, Notevole anche il lavoro scenografico,
curata da Riccardo Reim, con la coreografia denso di citazioni pittoriche che perfettamen-
di Luigi Martelletta e l’interpretazione di te ricreano l’atmosfera unica della Parigi di
Raffaele Paganini, non solo attinge in parte fine anni Venti, una città romantica e vibran-
all’opera originale, in parte alla sua più cele- te in bilico fra sfumature impressioniste ed
bre rielaborazione cinematografica, ma echi esistenzialisti. ■
SOUND
tracking
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

NOWHERE BOY John Lennon prima di John Lennon Non MUSICINVIDEO(CLIP) > Fonderia feat. Barbara Eramo
a cura di ROBERTA MASTRUZZI ci vuole Freud per capire che chi aspira alla pace universale è E basta ch’io sorrida, quale vigorosa luce Sulla Valle avvampa -
probabilmente qualcuno che è passato attraverso una guerra È come se un volto di Vulcano - Avesse liberato la sua gioia

NOWHERE BOY Videoclip

D
di Roberta Mastruzzi
ietro John
Lennon la
severa zia, LOADED GUN
«I
magine all the people living life in una madre gio-
peace». Non ci vuole Freud per capire viale, un paio di
che chi aspira alla pace universale è amici e la sorella
molto probabilmente qualcuno che è passato che ne scrive l’in-
attraverso una guerra. E non necessariamente tima biografia.
militare: esistono guerre altrettanto terribili, che Immaginatelo
si introducono nel nostro spirito e rimangono lì così, senza pace.
incastrate per anni, a volte una vita intera. Chi
ha cantato queste parole immaginando un
mondo senza guerre, religioni, divisioni, pro-
prietà era qualcuno che per tutta la vita ha dovu- degli anni 50 e che sfoga la rabbia giovanile cer- la severa disciplina della zia e la giovialità della
to combattere contro una grande lacerazione cando conforto nella musica, fino al giorno in madre dalla quale scappa di nascosto tutti i
interna. Capire l’opera di un artista è anche cui insieme a due amici, un tale Paul McCartney pomeriggi per ascoltare rock’n roll e imparare a DI ROMINA CIUFFA
comprendere il suo lato più vulnerabile e le e un certo George Harrison, parte per Amburgo suonare il banjo.
motivazioni profonde che l’hanno spinto al suc- in cerca di fortuna. Come spesso accade, sarà la musica l’unica a mia vita era stata un fucile cari-
cesso. Dietro l’urgenza di dare voce al proprio
inconscio e di metterlo sotto i riflettori del
mondo c’è spesso la necessità di recuperare
La sceneggiatura scritta da Matt Greenhalg
(l’autore di Control, film dedicato al leader dei
Joy Division, Ian Curtis), basata sulla biografia
via d’uscita. Il ritmo di Elvis Presley, Jerry Lee
Lewis e Eddie Cochran, la voce di Wanda
Jackson (Hard Headed woman), le spettacolari
L co negli angoli, finché un giorno il
proprietario passò, mi identificò e
mi portò via. E ora vaghiamo in boschi
qualcosa che si è rotto. della sorella di Lennon (Immagine this. Io e mio esibizioni di Screamin’ Jay Hawkins (I put a regali, e ora cacciamo la cerva. È tutto.
Nowhere boy è il film di Sam Taylor-Wood, fratello John), preferisce infatti scavare nel par- spell on you), la carica esplosiva di Big Mama C’è «scappare» in questo video, c’è
artista contemporanea alla sua prima opera cine- ticolare rapporto tra il futuro artista e le donne Thornton in Hound Dog, sono il tappeto musica- «possedere» nel testo, i versi di Emily
matografica, che racconta John Lennon prima che hanno segnato la sua adolescenza: la zia le su cui Lennon muove i primi passi. L’incontro Dickinson rubati dalla voce cervina di
che diventasse un’icona della musica. Un biopic Mimi (Kristin Scott Thomas), austera donna che con un ragazzino che suona la chitarra al contra- Barbara Eramo per parafrasare l’elet-
sui generis, nel quale non troverete il racconto lo ha cresciuto dall’età di 5 anni e la vera madre rio (il mancino Paul) e la formazione del primo tronico romanzo post-rock della
cronologico dell’ascesa e del successo mondiale Julia (Anne-Marie Duff), che vive a pochi metri gruppo musicale, The Quarrymen, con il quale Fonderia. La registrazione del cd d’ori-
del quartetto di Liverpool - a dire la verità i di distanza e che John conoscerà solo a quindici comincia ad esibirsi nelle feste locali, saranno gine (My Grandmother’s Space Suite)
Beatles non vengono nominati neanche una anni. Una sorta di triangolo amoroso in cui il poi la decisiva spinta verso quella che si rivelerà nei Real World Studios inglesi di Peter
volta - ma conoscerete la storia di un ragazzo giovane John, interpretato da un intenso Aaron un’inarrestabile corsa al successo. Il seguito Gabriel; il video di Loaded Gun girato in
ribelle, che cresce ascoltando il blues e il rock Johnson, è in un certo senso vittima, stretto tra della storia la conosciamo bene. ■ Valtellina (So). Con cui meritatamente il
regista Antonello Schioppa vince vari
premi, fotografia compresa.

LIFEINADAY
Legata a un filo rosso la salvezza di un
animale già morto. Si vedono bambini e
cappucci, ma le fate predominano: fate
non dette, fate non riprese, fate l’amo-
re. L’evocazione è più forte della presen-

D
za. C’è un Occhio giallo, c’è un Pollice.
ove eravate sabato 24 luglio lo in un film dal filo logico e coerente della L’ambientazione mi riporta a giardini
2010? Perché al Sundance Film durata di circa 2 ore. segreti con personaggi chiave di storie
Festival, la manifestazione cine- La colonna sonora invece: affidata a un che non leggo più, e a un prodromo, il
matografica che premia le pellicole d’autore grande sperimentatore, Matthew Herbert, Wuthering Heights di Kate Bush, che
e le produzioni indipendenti, sta per essere abituato a campionare suoni reali (nel suo non regalava questo viaggio nel tempo
mostrato Life in a day, documentario pro- The Pig ha registrato i rumori dell’intera vita né il profondo dolersi di possesso.
dotto da Ridley Scott in cui ogni fotogram- di un maiale, ricomponendoli in musica; la La rottura di un filo, alla fine, è pur sem-
ma è catturato dal materiale che su Youtube sua prima vera performance nel 1995 lo pre l’uscita di scena. Essere posseduti
anonimi utenti di tutto il mondo hanno vedeva alle prese con un pacchetto di patati- garantisce l’unica immortalità. «Niente
inviato, risponendo all’appello lanciato dal ne; una denuncia della globalizzazione ha si muove per la seconda volta - su cui io
regista de Il gladiatore e caricando sul sito preso vita a partire dai suoni registrati con abbia posato un Occhio giallo - o un
il filmato della loro giornata. prodotti MacDonald e GAP). energico Pollice, sebbene di Lui - possa
Negli spezzoni, rigorosamente girati nelle Per questa soundtrack Herbert ha chiesto vivere più a lungo - Egli più a lungo deve
24 ore indicate, i partecipanti hanno dovuto di inviare ogni tipo di suono, seguendo le - di me perché io ho solo il potere di ucci-
rispondere alle domande «che cosa ami?», indicazioni contenute in un demo reperibile dere, Senza - il potere di morire».
«di cosa hai paura», «che cosa ti fa ridere?» su Youtube. In esso si trova anche spiegato
e «che cosa hai in tasca?». A Kevin l’applauso. Fatto divieto di inviare file con-
Macdonald, il regista scozzese di State of tenenti musica. Diverranno musica sola-
play e L’ultimo Re di Scozia, il compito di mente i comunissimi suoni della vita di tutti
prendere le 5.000 ore di girato e trasformar- i giorni. Sic. ■
DI R OMINA C IUFFA +R OBERTA M ASTRUZZI

TRON: LEGACY
di Flavio Fabbri
WWW.YOUTUBE.COM/MUSICINCHANNEL

A
quasi trent’anni dall’uscita di Tron sono notevoli. Tanta azione quindi, ma anche del sintetizzatore Moog nella composizione di
(1982), la Walt Disney ha deciso di pro- tanta buona musica. A curare le 24 tracce di cui musica elettronica, ma anche per il suo cambio
durre un ambizioso sequel, Tron: è composta la colonna sonora del film (tranne di sesso avvenuto nel 1972 (nome all’anagrafe
Legacy. Del primo episodio rimangono nel un brano dei Journey e la celebre Sweet Walter Carlos).
cast Jeff Bridges e Bruce Boxleitner, che la Dreams degli Eurythmics) sono stati i Daft Mentre per Tron la Disney chiese una scrit-
magia del digitale rende quasi senza tempo. Lo Punk (al secolo Guy-Manuel de Homem- tura per orchestra, coro e organo, nel sequel i
stesso regista si ripropone, in questa nuova Christo e Thomas Bangalter), i folletti francesi Daft Punk hanno praticamente immerso il film
avventura, ma in veste di co-produttore, dell’elettronica. Con la loro estetica cyborg, in un dance floor senza soluzione di conti-
lasciando la macchina da presa nelle mani del l’utilizzo di laser e di atmosfere tipiche del nuità, per tutta la durata del lungometraggio.
debuttante Joseph Kosinski. ciber-spazio, sono sicuramente i più adatti ad Alcuni temi musicali hanno comunque avuto il
Tron: Legacy, la cui prima breve première di un film come questo, in cui peraltro sembra supporto di un’orchestra di oltre 100 elementi
23 minuti si è avuta alla quinta edizione del facciano una piccolissima apparizione. e sono stati registrati agli AIR Lyndhurst
Festival Internazionale del Film di Roma, è un Nel 1982, a curare le musiche del primo Tron Studios di Londra. Il primo estratto della
film in cui a dominare è l’animazione in digita- fu chiamata Wendy Carlos, artista ricordata soundtrack è stato Derezzed, composto e suo-
le e soprattutto in 3D, con un ottimo montaggio oggi sia per le leggendarie colonne sonore di nato come gli altri dai Daft Punk, mentre il cd
e uno script che non lascia, come al solito, Arancia Meccanica e Shining del maestro della colonna sonora è in vendita dal 7 dicem-
campo libero ai soli effetti speciali, che pure Stanley Kubrick, sia per la prima utilizzazione bre 2010. ■
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011 SOUND
tracking
ROMANZO CRIMINALE Credevo fosse finita, ho creduto ad un’altra vita ma il destino
sbatte forte le porte. Dover tornare indietro, un ultimo inchino, non c’è più tempo né più desti- DAVID LINCH Minimalista, elettro-
no. Il passo ad un tratto si fece leggero. Quanto è lontana da Roma la felicità? nico. Ma lui lo sa che è solo un regista.

G
C
OODDAY L I N C H
hi è David Lynch lo sappiamo
bene, che cosa sia è più difficile da
CORSO PROFESSIONALE
DI
stabilire. Regista (per cinema, tv,

MONTAGGIO VIDEO
pubblicità e videoclip musicali), pittore,
compositore, performer, produttore, sce-
neggiatore, musicista, il 64enne america-

DIGITALE
no del Montana ama cimentarsi con tutto
ciò che abbia a che fare con l’espressione

sangue e la comunicazione di idee, attraverso


parole, note e immagini. E il 30 novembre
2010 è uscito per la Sunday Best primo turno

DI ROBERTA MASTRUZZI
Freddo Recordings un inedito brano di musica
elettronica suonato e composto da Lynch,
Good Day Today, il cui b-side è I Know.
da novembre a febbraio
DAVID LINCH
secondo turno
a ora è una lunga storia di rabbia che sanguina potere senza limiti, il mondo tra
M le tue mani e poi non resta più niente, fuori muore la speranza che tu tornerai da marzo a giugno
iciamoci la verità: per qualche miste- no una venatura ancora più dark, la storia di due incontri settimanali
D riosa ragione la Strega di Biancaneve
ci è stata sempre più simpatica di
quella sdolcinata principessa destinata a diven-
Romanzo Criminale e dei suoi anti-eroi è ora
raccontata in un cd. Costruito come un concept
album - non si tratta di una semplice compila-
di 3/4 ore ciascuno
per un totale di 80 ore
tare la più bella del reame. Il fascino dei cattivi tion di brani, ma di ritratti musicali che comple-
è duro a morire, anche quando questi sono veri tano e aiutano a capire la psicologia dei perso-
e propri criminali che hanno compiuto efferati naggi - la colonna sonora della seconda serie
omicidi e seminato terrore, decidendo del desti- ospita diversi artisti italiani, da The Niro (Nero www.slmc.it
no del nostro Paese per almeno un decennio. il sole) ai Rezophonic (Vita da Dandi) a Marta
Non si spiega altrimenti il successo di sui Tubi (Il commissario). Un pezzo dallo start minimalista, inge-
Romanzo criminale, la storia della sanguinaria Ognuno di loro ha dedicato un brano ad uno nuo se confrontato con le evoluzioni più
Banda della Magliana che continua ad affasci- dei personaggi. È Francesco Sarcina (nella recenti della galassia electronica, non per
narci con una storia di violenza, sangue, lotta foto), leader de Le Vibrazioni, a rompere il questo meno interessante. Piace il ritmo
per il potere e tradimenti, che si tratti del libro silenzio con Libanese, il Re, brano che scava brillante, il beat dell’elettro-pop e la voce
di Giancarlo De Cataldo, del film di Michele nell’intimo dell’indiscusso capo della banda, filtrata che canta «Send me an Angel/
Placido del 2005 o della recente serie Tv diret- spietato e maniacale nel perseguire il proprio Save me/I’m so tired». Eppure il regista si
ta da Stefano Sollima, uno dei migliori prodot- sogno di conquistare tutta Roma con il suo folle guarda bene dal definirsi musicista.
ti televisivi italiani degli ultimi anni. Forte del piano criminale. Il testimone poi passa a Per lui, nelle colonne sonore dei suoi
successo della prima serie trasmessa da Sky lo Pierluigi Ferrantini dei Velvet (Il sangue è film, due sono i compositori necessari:
scorso inverno, il Freddo, Dandi e compagni Freddo), Aimeé Portioli (Call me Patrizia) e Alan R. Splet per il visionario e sublime
tornano a raccontare la loro storia nei 12 episo- Roberto Angelini (Spara, Bufalo!). Eraserhead, e Angelo Badalamenti per
di della seconda serie. L’ambientazione passa Sono i Calibro 35 a chiudere con un brano tutta o quasi la filmografia lynchiana. Ed
dagli anni Settanta agli anni Ottanta, il gruppo strumentale, Come un romanzo..., un’elettriz- entro i primi mesi del 2011, assicura la
di ragazzi di periferia si è trasformato in una zante colonna sonora che riesce a riunire in un label inglese Sunday Best, sarà dato alle
banda criminale perfettamente organizzata: unico sound gli anni 80 con i più interessanti stampe un album di remix tutto dedicato
conquistato il controllo della Capitale, ora sem- musicisti emergenti degli ultimi anni, la violen- alla musica elettronica firmata Lynch.
bra iniziare una parabola discendente. za con l’introspezione psicologica, dando voce e
Trascinata dalle musiche di Pasquale musica ai pensieri e alla rabbia dei protagonisti
Catalano, che in questa seconda parte acquista- della serie più criminale vista in Tv. ■ DI FLAVIO FABBRI

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Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011

SOL7 SOL DIM SOLE Once I’ll get you up there I’ll be hol- LO SPECCHIO ANIMATO PANNOLINO VIOLINO La
a cura di ROMINA CIUFFA
ding you so near, mi sussurra in un jazz perfetto come un tonneau Penso al soffio rivelatore di un studentessa di violino. Possibile
che non si chiude, l’improvvisazione più sacra. Più mortale. sassofonista. E mi piace il sax. che io non ricordi altro?

¢ CONTINUA DALLA PRIMA PAGINA > SOL7 SOL SOLE di ROMINA CIUFFA

SOL SETTIMA, SOL DIMINUITO, SOLE


photocredit
5.000 giri il motore, assetto di salita ripida e una ROMINA CIUFFA Col sole, un sol diminuito, sfondo le nuvole. La velocità è in arco

(...) velocità di 70 nodi per raggiungere la mia città,


dove albergo sola. Il Gran Sasso che mi fissa,
non ci sono città, e sottointende: per quelle come
bianco, un prestallo a 70 km/h (it’s perfect for a flying honey-
moon, they say) per trovarmi quassù. Fra un momento solo, altri
500 piedi più su, non sarò più in grado di vedere terra, le nubi
te, se continui a guardare in basso. L’ho fatto nel- sono un prato di ovatta e, dopo averle bucate, si chiuderanno sotto
l’ultimo anno, guardare sotto anziché mirare alto. Ed ora che c’è di me lasciando le ossessioni 10.000 piedi sotto i piedi.
neve me ne accorgo: i miei pensieri hanno lasciato le impronte. L’ultimo sguardo giù, c’è la punta del Gran Sasso (la chiave, la
Posso vedere sino al fondo delle mie ossessioni, che hanno sca- chiave della tua città. Lascia le nevi ai gatti, tu hai ali) e sbuca tra
vato abili e lasciato un solco visibile da quassù. Mentre continuo due strati fitti di nubi. Poi cielo sotto, oceano sopra, inversione
a guardare verso il basso. La schiena è attirata dalla gravità in della percezione. 50 km/h, uno stallo per livellare l’aereo, l’ac-
questo assetto a 70 gradi ed io ancora ho a terra l’occhio per qua troppo fredda, siamo io e il mio sax.
adocchiare i pozzi delle mie paure. I’ll get you up there, I’ll be holding you so near mi diceva.
E poi la vedo. La mia ombra. È a terra anche lei. È da questa pro- Salivamo fino a che il mondo non fosse a tal punto lontano da
spettiva che me ne accorgo: il mio aereo è a forma di sax. Un doverlo ricordare; da lì ne parlavamo per capire dove avevamo
aerofono, appunto. Sarà la miopia, o lo scherzo del sole. Sarà che sbagliato. Dappertutto. Come adesso che l’aria calda è tutta inse-
un volo è come jazz, si improvvisa: una piantata motore o un rita ma la temperatura segna meno 10 gradi. Livello l’aereo. Ho
luogo da inseguire, un arcobaleno da attraversare, una virata vento in coda, nel bocchino del mio sax vibrante, e faccio in cielo
sfuocata, il cielo che si chiude. Puro, standard jazz. In questo 200 km orari, a terra almeno 270.
assetto riesco anche a vedere i piattelli del mio sassofono, e un Mi diceva: Just say the words and we’ll beat the birds, poi inse-
bocchino - lo stabilatore - dentro cui soffia vento da est, dal mare. guivamo le curve degli arcobaleni. Era una scusa per darsi un
Ascolto. Le note di Come fly with me, un Do9 che spinge il mio obiettivo improbabile e non sentirci frustrati nel non conseguir-
aereo con maggiore trazione soffiando nell’imboccatura. (Non lo, ma folli nel perseguirlo e belli nel colorarci. Chiudo uno dei
troverai mai la tua città se continui a guardare in basso). due rubinetti carburante, è quasi vuoto mentre sono in condizio-
Let’s take off in the blue. La neve qui è più densa e segna il pas- ni rischiose di volo.
saggio da un’ossessione a un dolore profondo perché, per l’esser da questa prospettiva che me ne accorgo: il mio Ma Si bemolle 9 e sono nella bambagia. You may hear angels
soffice, non mantiene un’impronta ma la sprofonda. Allora si
vede solo un’interruzione nel bianco, sacrilega.
Let’s float down to Peru, in Llama land there’s a one man band,
Do dim, Re min, mentre anche in cuffia, ora, non arrivano più le
È aereo è a forma di sax. Un aerofono, appunto.
Sarà la miopia, o lo scherzo del sole. Sarà che un
volo è come jazz, si improvvisa: una piantata motore
cheer, e c’è un pianoforte quassù. Accompagna questo sax che
ho in bocca, cloche che ho nelle mani. Once I’ll get you up there
I’ll be holding you so near, mi sussurra in un jazz perfetto come
un tonneau che non si chiude, l’improvvisazione più sacra. Più
voci dei paracadutisti. L’altezza, forse - già 8.000 piedi - non o un luogo da inseguire, un arcobaleno da attraversa- mortale. Let’s fly, let’s fly away. Il secondo serbatoio carburante
consente alla radio di ricevere, ed io mi sto isolando. Ma più re, una virata sfuocata, il cielo che si chiude. Puro, è a metà: o rientro subito, o jazz.
salgo (4.600 i giri, 50 nodi, mi segnala un livello troppo freddo standard jazz. In questo assetto riesco anche a vedere C’era qualcuno che mi aspettava laggiù, non ricordo neanche che
dell’acqua e non posso intervenire, eppure il mio distacco deve i piattelli del mio sassofono, e un bocchino - lo stabi- faccia avesse. Ma no, non c’era più, era solo samba con un gran
avere luogo) più lo sento, up there where the air is rarified we’ll sasso e la ballavo sola. Sorride ‘cause we’re together, weather-
just glide, starry-eyed. latore - dentro cui soffia vento da est, dal mare. wise, it’s such a lovely day. Sol7, sol, sola. Sole. ■

di Flavio Fabbri LO SPECCHIO ANIMATO PANNOLINO VIOLINO


Forse l’amore è una grande assenza. Qui però si tratta solo di un uomo di fronte alla
di Rita Barbaresi

Forse suonavo il pianoforte o forse pulivo le scale. Devo chiamarmi Roberto della
propria emozione disturbata. Una rapsodia d’autunno che provoca brividi illeciti. 251, fare la pipì nel letto, non va bene e sono ricco. Certezze. Pannolino. Violino.

E R
ccoci qui. Davanti ad uno specchio. Da Neanche fosse amore. Si dice che per innamo- oberto della 251. Deve essere questo il le rubavo l’ultimo sguardo mentre posava il suo
soli. Dovrei parlare, dirti quello che ho rarsi bastino pochi minuti, pochi secondi. mio nome. Tutte le mattine entrano nella violino sul sedile posteriore. Tutti i martedì pro-
pensato in questi anni. Ti avevo promesso Anche la musica si misura nell’istante in cui mia stanza due signore vestite di bianco; vavo la medesima gioia nel vederla e nasceva in
che avrei raccontato qualcosa di me che arriva alle nostre orecchie. Quando poi rimania- toccano le coperte del mio letto, si guar- me la voglia di parlarle, di chiederle perché
non sapevi. Però non è semplice. Come si mo soli, possiamo risentire le note di un brano dano e mi gridano in viso: «Anche sta- suonasse il violino, cosa provasse nel momento
fa? Le parole non sono come le note. Do, re, mi, anche senza strumenti. notte ti sei tolto il PAN-NO-LI-NO. Non si fa, in cui l’archetto iniziava a pizzicare le corde, e
fa, sol, la, si. Il difficile sta solo nel metterle in Succede la stessa cosa con l’immagine di una capito? Franca, chiama l’inserviente e digli le di domandarle: «Posso accompagnarti io a casa,
fila nel modo giusto. donna, che ci torna agli occhi anche in sua solite lenzuola per Roberto della 251». martedì prossimo?»
Penso al soffio rivelatore di un sassofonista. assenza. Forse l’amore è una grande assenza. Ho delle certezze. Non l’ho mai fatto. Ho avuto il terrore di un
Il suono del sax mi piace. È caldo, gentile, sen- Qui però si tratta solo di un uomo di fronte alla Ci sono parole che vanno gridate e sillabate, «no». Quanto sono felice ora di non averla mai
suale e ed elegante. Se ti sbagli al massimo pro- propria emozione disturbata. Una rapsodia d’au- sono vecchio e sono Roberto della 251. Sono fatta quella domanda. Se Veronica avesse rispo-
vochi rumore. A qualcuno piace anche quello. tunno che provoca brividi illeciti. Un po’ come ricco. Lo dicono sempre le due signore vestite sto «no», ora sarei davvero un nullatenente.
Ma parlare è diverso. Le parole, come le metti la sensazione che sto provando davanti a questo di bianco. Pensavo di essere molto povero per- Quanto è stata lunga questa mia vita non lo so
le metti, generano sempre emozioni dubbie, specchio che lentamente si appanna del mio ché quando non hai altro che il tuo nome vicino più, ma certamente più breve del mio amore per
sollevano sentimenti che bruciano presto e, respiro. Una superficie insicura che non sa trat- a un numero devi per forza essere nullatenente. Veronica, la studentessa di violino.
soprattutto, non bastano mai. Non bastano ad tenere l’immagine di me che rido mentre è chia- Stavolta penso di aver ragionato bene, anche Come trascorrono gli anni? Possibile che io
evitare che nascano equivoci e delusioni. Sono ro che ho paura. I piedi nudi sul pavimento non se sto dicendo una bugia. Qual’è la bugia? non ricordi altro? Mi impegno a mettere a fuoco
sempre poche le certezze che regalano. fanno altro che gelare un insano istinto di ordi- Non è vero che non ho più nulla che mi la mia vita quando le signore vestite di bianco
Quando posi le tue labbra sul bocchino di un ne e di fame. appartenga. In questa stanza non ci sono cose mi portano nel parco di questa villa a fare una
sax e ci soffi dentro l’intera tua anima, invece, Non c’è razionalità che tenga al desiderio. Il della mia vita; la bella famigliola che una volta passeggiata.
è tutto più semplice. Sarà la musica a lavorare momento in cui Rollins gonfiava le sue guance, alla settimana mi viene a trovare, mi porta una Forse suonavo il pianoforte o forse pulivo le
per te. Chi ti ascolta è vittima di una felice quell’atto drammatico che è la creazione di scatola di gelatine alla frutta e mi bacia sulle scale. Devo chiamarmi Roberto della 251, fare
intuizione o di una più serena menzogna. Si rac- musica, non è altro che un ironico e umiliante guance non la ricordo. Dentro di me, però, c’è la pipì nel letto, non va bene e sono ricco.
contano le verità dell’anima, dentro il discorso gesto di disordine gioioso. È il sistematico sre- l’immagine della vita ed è sempre viva. Certezze.
di uno strumento santificato da salive mistiche. golamento dei sensi che ci anima, di tanto in Per cinque anni, tutti i martedì, andavo alla Il volto d’incanto di Veronica, il suo sorriso,
Quelle che lo specchio mi ferma sempre come tanto. È il tentativo di comunicare una sensazio- scuola di musica del mio quartiere e aspettavo. la sua musica.
un dispetto. Quelle che Gato Barbieri sputa in ne che ora, qui, non riesco a provarti. Forse suonavo il pianoforte o forse pulivo le La mia vita.
una meravigliosa pioggia di luce che poi si spe- Servirebbe un assolo. Servirebbe il coraggio scale. Ma fu là che la conobbi. Capelli biondi, Domani mattina, tutto sporco di pipì, dirò
gne negli occhi di lei. Quelle che Charlie Parker di salire su un palco e far incazzare o godere due occhi marroni e un volto d’incanto appog- alle due signore cos’è l’amore: userò le parole
sollevava in aria e invitava a volteggiare per qualche decina o centinaia di persone. giati alla curva del suo violino. Non so se fosse più belle per spiegare loro cosa possono signi-
eccitare la poesia di Jack Kerouac e Allen Servirebbe questo per tenerti inchiodata a me. brava. Cinque anni. Alle 19 finiva la lezione. ficare, per me, due occhi marroni, un sorriso e
Ginsberg. Oh amore, quale animato suono di donna sei? Alle 19 ero in strada, davanti al portone della un violino.
Noi siamo sensibili alla musica come lo è la Pensandoci bene, non ho mai imparato a suo- scuola. Lei si fermava sull’ultimo gradino, Sono sicuro che non capiranno e come ogni
fotografia alla luce. Ne siamo pervasi, svuotati, nare nessuno strumento. Io non sono pronto. allungava il collo per cercare la macchina della mattino si guarderanno e chiameranno l’inser-
plasmati, deformati, ammalati, curati, eccitati, Non è colpa mia se abbiamo scelto uno spec- mamma, salutava i suoi amici, mi passava viente che porterà le lenzuola pulite per
sedati, riempiti, svuotati, affamati, saziati. chio per dirci ti amo. ■ davanti e scompariva dentro la macchina, dove Roberto della 251. ■
Music In ¢ NUMERO 16 > Inverno 2011 FEED
AA.VV. Burlesque
Temptations. Music
ELISA Evy È pur sempre bellissima
un’emozione con le cadute e tutto il
male, come una musica, come un dolore
MARLENE KUNTZ Ricoveri virtuali e sexy solitudini
Chi tutto crede di sapere di quel grande nulla poi s’intristisce,
back a cura di ROMINA CIUFFA
for Streaptease Nude. pieno di dubbi poi si incupisce vedendosi di spalle e partire

AA.VV. - BURLESQUE TEMPTATIONS DANILO REA - A TRIBUTE TO FABRIZIO DE ANDRÉ


PO PCK Ci sono versi di il confine incerto, nella stagione
BEYOND Sei qui a guardarle ballare perché, in tutta la tua vita, la soddisfazione
&further che hai cercato nell’amare non è mai stata pari al dolore che ti ha dato
pop&rock Fabrizio
André pubblica-
De che illumina il viso».
Così Bocca di Rosa, grande
il capire. Capire che conoscere fino in fondo una persona non fa che ti in manuali di letteratura; esercizio di fraseggio e respiro
peggiorare lo stato in cui ti trovi (quella bionda si struscia su un palo di metallo) e ti diventano citazioni colte, titoli di per ogni cantante, rivive nei tasti
accompagna sempre più in fondo, un pozzo privo di femmine in cui si sta meglio, ma dav- libri, nomi di band; imperversa- di Rea come un vociare distinto
vero meglio. Miss Dirty Martini guarda Trixie che si agita. (Slaccia il reggiseno, prima no su facebook. E le melodie? e corale: la maldicenza che insi-
spallina, seconda spallina). Un burlesque, quello che serviva stanotte per disconoscere Be’, anche quelle sono patrimo- ste, batte al lingua sulle corde
la femminilità mentre la tocchi. (Ti guarda negli occhi come fossero i nio universale. Eppure finora del pianoforte (anziché sul tam-
suoi). Non ti devi illudere che lo spettacolo sia fatto per te, queste non avevamo mai scisso la buro, come in Un giudice), ma
signorine non sono tue, sono solo di un palco, per giunta femminista. musica dalle parole. l’effetto è quello.
Allontanarle fischiando al loro ancheggiare te le avvicina. Tutte. (Mi Il lavoro di Danilo Rea, A tribute Le interpretazioni di Rea trasfor-
hai rubato gli occhi, ti dice con gli occhi). Tu ti fissi sul seno destro, to Fabrizio De André, dunque, presenta un mano semplici ballate in piccoli moderni lie-
che è più grosso del sinistro. La tua mano arranca, vorrebbe essere primo elemento di novità: le storie di De der, vivacizzati da improvvisazioni jazz (come
lì ma non si può. Puoi fischiare, urlare, questo sì, e volteggiano i fian- André perdono voce e parole, ma non signifi- in Girotondo). Le canzoni provengono princi-
chi, le rotondità a volte esagerate delle donne in questa sala. Trixie cato. Il misto di emozioni che vive Maria, palmente dai primi lavori di De André. Forse
Malicious si sdraia. L’orchestra raccolta dal direttore artistico del nell’Ave Maria, ad esempio, è un inseguimen- presentimento di un sequel.
Micca Club, Alessandro Casella, suona per le «follie dei poveri», que- to tra ottave contrapposte che si avvicinano e
sto il burlesque, tutta una parodia vittoriana di te che non ami, la con- si riallontanano, perché «gioia e dolore hanno Nicola Cirillo
fusione eccentrica tra sesso, amore e avanspettacolo. Trixie.
La danza del ventre la viene a fare addosso a te, improvvisamente sei nell’occhio di bue,
sei l’occhio di un bue, sei il bue. (Occhiolino). Trixie è seminuda e sceglie le tue mani per MARLENE KUNTZ - RICOVERI VIRTUALI E SEXY SOLITUDINI
aiutarla a slacciare gli slips. Chi l’avrebbe detto, un burlesque a Roma. Fischi, schia-
mazzi, la tua mano in panne, in panni: cerchi di sbottonare la giarrettiera, come lei ti
chiede di fare, su, non fare la solita figuraccia con le tue dita di pastafrolla, sei al cen-
ALTER
NATIVE
Oltre vent’anni di carriera, sette
album pubblicati e un livello di
fatta per creare un collegamento temporale
con i primi lavori della band. Si abbandonano
tro dello show, Trixie deve essere spogliata ora, stanno aspettando. sperimentazione che pochi quindi gli stili cantautorali del precedente
È il punk che arriva ad aiutarti, la rivoluzione che nasce dal basso, improvvisamente gruppi del panorama musicale italiano posso- album Uno, uscito nel 2007. Il nuovo CD è
accomodi questo New Burlesque tra le gambe e te lo ricordi, ricordi il motivo per cui sei no vantare di avere. Questi sono i Marlene composto da 11 brani, tra i quali è compreso
qui: non volevi sapere nulla di lei, non vuoi più saper nulla di femmine, e queste qui ci rido- Kuntz, il gruppo, che ha fatto dell’alternatività il singolo Paolo
no sopra, un cabaret non ipocrita in cui tutti vogliono solo una cosa. Esser leggeri. e della ricerca sonora il manifesto del proprio Anima Salva,
Così gli slips vanno via, e in mano non ti resta che lei. Che prende, si volta, e danzando successo. Da sempre catalogati come forma- precedentemen-
si allontana. Più leggera di così. Osservi. C’è la parete della tua stanza davanti a te. La zione experimental rock, i Marlene Kuntz fon- te uscito e che
solitudine. Questo cd. I vinili originali dell’epoca tutti in play. La ferita di lei. Il cabaret che dano le radici della loro arte nella ricerca della ha fatto da apri-
ha fatto mentre se ne andava. La burla più grande. deframmentazione dell’armonia. Utilizzando il pista all’opera
rumore delle distorsioni come un’attitudine completa fin dai
stilistica, come un canale di interpretazione primi giorni di
ROMINA CIUFFA fra pensiero e musica. novembre.
La band capitanata da Cristiano Godano ha L’album si pone
pubblicato il nuovo album Ricoveri virtuali e e si impone in
sexy solitudini. Un’opera che dimostra l’attitu- un ambito quali-
dine della band alla scrittura di testi che deb- tativo superiore
bano, in maniera necessaria, raccontare la alla produzione rock nazionale più diffusa oggi.
realtà, la quotidianità. Una poetica, quella di Anche se la scelta di tornare alle sonorità di
Godano, che esige di parlare del mondo che un tempo getta su questa nuova opera un
circonda tutti noi. L’ottavo album dei Marlene velo di nostalgia ed uno scomodo, ma inevita-
Kuntz è un lavoro di concetto, che ha la pecu- bile, paragone con le prime e migliori opere

atome
atom
me primitif liarità di essere raro nel mondo della musica
italiana. Le sonorità sono rock, del genere più
grezzo e crudo, scelta questa che è stata
della band.

Lorenzo Fiorillo

threeyearsthreedays
h re e y ea rsth re e days SWANS - MY FATHER WILL GUIDE ME UP A ROPE TO THE SKY
DA
D A NOVEMBRE
N VEMBR E
NO ALT ER Uscito il 23 settem- altri album, My Father Will Guide
NEII MIGLIORI
MIGLIIORI NEGOZ
NEGOZII D
DII D
DISCHI
ISCHI NATIVE bre 2010, My Father Me Up a Rope to the Sky, che
Will Guide Me Up a vanta inoltre la collaborazione di
W W W. U R BA N 4 9 . C O M Rope to the Sky è l’ultimo lavoro in Devandra Banhart (voce su You
w w w . mys
my s p
pac
ac e . c o m / a
ato
to m e p r i m I t i f studio degli Swans a seguito di Fucking People Make Me Sick),
una pausa durata ben 14 anni. Grasshopper (Mercury Rev), Bill
Dopo anni di militanza nel proget- Rieflin ( Ministry, Lard, The
to «Angel of Light» e l’esperienza Revolting Cocks, Pigface, Nine
come produttore per la propria Inch Nails, Chris Connelly), non
etichetta Young God Label, Mr manca certo di quel turbine di
Gira aveva annunciato ai media di volersi dedi- emozioni tipicamente oscure che ha fatto
care nuovamente al progetto Swans. degli Swans una band ormai di culto.
Non tanto per pura nostalgia. «Questa non è Cupo, elettrico, nichilista, epico, il nuovo album
una reunion», aveva detto il leader della post si apre con il suono di campane e il turbine di
punk-no wave band newyorkese, «stavo solo chitarre di No Words/No Thoughts, incipit
cercando un modo per andare avanti e muo- perfetto per un disco che porta dritto negli
vermi in una nuova direzione, perciò rivisitare angoli più nascosti, lasciando dimenticare il
il concetto degli Swans mi è sembrata l’unica resto, che è ciò che poi ci circonda.
maniera possibile per riuscirci».
Anche se diverso e innovativo rispetto a tutti gli Valentina Giosa
ELISA - IVY
NERI PER CASO - DONNE
POPCK Elisa Toffoli, in
pop&rock arte solo Elisa,
L’opera è interamente riarran-
giata su un tappeto musicale
la si riconosce
subito. Minuta, dal volto aggra-
completamente nuovo, che ha
la particolarità di sintonizzare
PO PCK
pop&rock
Le ragazze che «decidono il
destino dei loro amori» e «vol-
nel Minuetto di Califano: la voce di Mia Martini
si sovrappone alle loro armonizzazioni, mentre
ziato, con un timbro vocale anche i pezzi cover, sulla lun- teggiano sulle ali degli aquiloni» i cori sanno farsi da parte al momento giusto
unico nel panorama musicale ghezza d’onda della cantante sono diventate Donne. I Neri per caso pubblica- per dare spazio alla voce della cantante scom-
italiano. Una delle migliori can- di Monfalcone. Dandole la pos- no il loro dodicesimo lavoro disco- parsa, inimitabile nella sua capa-
tanti che il Bel Paese, e non sibilità, non solo di reinterpre- grafico e lo dedicano all’altra cità di strappare un brivido quan-
solo, abbia ascoltato. Un’artista tarli, ma anche di renderli un metà del cielo. Dieci brani famo- do canta la sua disperazione
completa. Non solo una inter- po’ suoi. sissimi completamente riarran- («avrei dovuto perderti e invece
prete, ma soprattutto un’autri- Gli inediti del cd sono Fresh Air giati e portati nell’inconfondibile ti ho cercato»).
ce dal talento innato. Originale negli arrangia- e Sometimes Ago, mentre tra i suoi vecchi stile a cappella che i «neri» hanno I fratelli Ciro e Diego Caravano
menti ed innovativa nelle scelte stilistiche, successi rivisitati troviamo brani come avuto il merito di far conoscere al che hanno curato gli arrangia-
unica nel suo genere per la particolarità di Rainbow, It is what it is, Lullaby, ed i più recen- grande pubblico. menti si divertono a stravolgere i
voler comporre la maggior parte dei suoi testi ti Forgiveness e Ti vorrei sollevare. Nell’album Come al solito, bando agli stru- brani, prendendo la canzone di
in lingua inglese. non mancano le collaborazioni con altri artisti. menti: solo voci e mani per Flashdance e facendola diventare
Maturata negli anni e cresciuta insieme alle È presente un duetto d’eccezione: Anche tu, accompagnare una voce femmi- uno swing o creando un’atmosfe-
sue opere, Elisa giunge quest’anno al concepi- anche se (non trovi le parole), con il rapper nile diversa a canzone. Donne ra reggae per E La luna bussò.
mento del suo settimo lavoro, dopo il succes- Fabri Fibra. E insieme a Giorgia si può ascolta- riunisce infatti in un unico CD le voci di Ornella Ma le vere protagoniste sono le donne che
so di Heart, pubblicato lo scorso anno e arriva- re Pour Que L’Amour Me Quitte di Camille. Vanoni (Io che amo solo te), Loredana Berté (E hanno ispirato il disco. Il loro canto è dolce-
to insieme ad una figlia e ad un amore, Andrea Ivy è decisamente un progetto commerciale, la luna bussò), Wendy Lewis (Ain’t no Mountain mente accolto dalle voci dei «neri» che prepa-
Rigonat, con il quale condivide la carriera arti- ma ben realizzato, dove sono perfettamente high enough) e Mietta (Baciami adesso) accan- rano per loro un tappeto rosso di suoni e
stica. Il nuovo album, uscito il 30 novembre, è amalgamate ballate e canzoni dall’anima to a quelle emergenti di Alessandra Amoroso armonie e cori per valorizzarle al meglio. Una
battezzato Ivy e non è un inedito, bensì di un rock, con orchestrazioni non banali e mai (Maniac), Noemi (Come si cambia), Karima dichiarazione d’amore universale per tutte le
concept album in cui sono racchiusi 17 pezzi scontate su cui la voce di Elisa si stende ed (Street Life) e Giusy Ferreri (Aria di vita), fino donne. Anche se, come ribadisce il duetto con
tra vecchi successi, nuove canzoni e diverse estende alla perfezione. all’indimenticabile voce di Mia Martini. Dolcenera, il cuore è uno zingaro e va.
cover dal timbro rock, che l’artista dichiara di Sì, avete capito bene. I Neri per caso non si
«aver scelto con il cuore». Lorenzo Fiorillo fanno mancare proprio niente e si cimentano Roberta Mastruzzi

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