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DI DIRITTO E DI ROVESCIO IL PROCESSO HA SEMPRE APPASSIONATO IL PUBBLICO: DALL’ANTICA ROMA ALL’ODIERNA AVETRANA
S’alza il sipario
L’INTERVISTA IL DISEGNATORE È NEL GRUPPO BONELLI PER «DAMPYR»
Fumetto, la Puglia
su delitti e castighi
è punta di matita
Parla il barese Alessio Fortunato Lo spettacolo della giustizia, oggi ma anche ieri
di BIAGIO VALERIO
I «D
l mondo dei vampiri «made in
Italy» parla sempre di più pu-
gliese. Domani mattina, in
tutte le edicole della Penisola,
i lettori dei fumetti più amati tro-
veranno il numero 130 della serie di
«Dampyr». Un personaggio ormai
entrato nel cuore degli appassiona-
ti insieme a Tex, Dylan Dog, Zagor
e Nathan Never.
Il soggetto e la sceneggiatura so-
no del «papà» dell’eroe, Mauro Bo-
selli, ma alle matite - in un fine la-
voro da «cesellatore» della china
che rende benissimo le atmosfere
brumose dell'Europa dell’est - c’è
Alessio Fortunato, 42 anni, alla sua
prima prova per il fumetto main-
stream, a diffusione di centinaia di
migliaia di co-
pie.
Fortunato,
di Sammichele
di Bari, entra
dalla porta
principale nel
mondo del fu-
metto. Dopo il
successo di
John Doe ecco-
lo alla prova
più grande ma
è in buona
compagnia:
Stano,
Dell’Edera, Di-
so, Spada, Ca-
tacchio sono i
numi tutelari
pugliesi del fu-
metto.
Ma che
cos’hanno di
speciale
questi pu-
gliesi quan-
do si china-
no su un fo-
glio bianco? ALESSIO FORTUNATO Sopra, «Dampyr» edicola, nel
Lo chiedia-
mo allo stesso Fortunato.
«Non so se l’appartenenza ad una
comunità possa essere annoverata
tra gli ingredienti segreti di questo sono molto importanti, anche quel-
lavoro. Personalmente io parlerei di
passione, di sacro fuoco, la voglia di ti» nel mercato del fumetto fran-
raccontare, per immagini, mondi,
situazioni, personaggi scaturiti dal-
la fantasia. Sin da piccolo la pas-
sione per il disegno e per il cinema
ha giocato un ruolo importante,
quella che ha contribuito alla mia
formazione personale. Più che di
pugliesi, poi, parlerei di italiani in sa».
generale che sono i più ricercati da
ogni latitudine e mercato negli Sta-
ti Uniti ed in Europa. Sarà lo stile, chiostro (penna biro per lui) un te-
elegante e personale, secoli di sto-
ria dell’arte, non lo so: credo però,
che come può esistere la scuola sa-
lernitana, possa esistere anche
quella pugliese, vista la grossa pre- la astrazione fisica che il telefono o
senza apula nell’editoria del gene-
re».
La Bonelli è il tempio del fumetto tunato vorrebbe ringraziare tutti
europeo. Come ci si sente in que-
sta famiglia?
«A dispetto di quanti pensano
che fare un albo a fumetti sia lavoro famiglia, insomma, e le radici della
da poco dico che il successo di un
albo o una serie va spartito all’in-
terno di una squadra che vede tra
le proprie fila tutta una serie di fi-
gure professionali. I passaggi per
arrivare tra le mani dei lettori sono
davvero tanti. Solitamente il lavoro
attorno ad un singolo volume è di
circa 6/12 mesi, ma in alcuni casi
può risultare superiore. Nella Ser-
gio Bonelli Editore il rapporto tra
casa editrice e disegnatore è fan-
tastico, sei completamente a tuo
agio: ti senti finalmente parte in-
tegrante di un progetto e questo ti
spinge sempre a dare il massimo».
Un nome in particolare?
«Posso ritenermi fortunato di la-
vorare con un grande sceneggiato-
re dalla cultura enciclopedica:
Mauro Boselli. Oltre che creatore di
Dampyr, sceneggiatore e curatore
di Tex e poi, Zagor, Dylan Dog le sue
sceneggiature
sono ad orolo-
geria, ricche
di particolari,
e molto molto
stimolanti».
Documenta-
zione fotogra-
fica e lettera-
ria sono il «nu-
trimento» dato
ai disegnatori -
continua For-
tunato - e an-
che se il rap-
porto profes-
sionale avvie-
ne a distanza,
il feeling che si
è creato è altis-
simo, «tanto
che siamo già
all’opera su
una seconda
storia che è
ambientata a
Venezia e che
dovrebbe vede-
re la luce, in
febbraio 2012».
Il disegnatore non ha avuto ne-
cessità di spostarsi dalla provincia
di Bari eppure le sue collaborazioni
le con editori e autori che sono «mi-
co-belga.
È la telematica che consente di
scoprire questi talenti nascosti
nella provincia?
«La geografia, per questo lavoro,
non esiste, ed essere in provincia o
in una grande città è la stessa co-
Insomma: le uniche cose che ser-
vono sono, la matita, dei fogli, in-
lefono e un computer in rete.
«Però, non dimentico che un in-
contro faccia a faccia tra le persone
è fondamentale per cancellare quel-
un computer ti dà».
Colpito dal successo Alessio For-
per il sogno che si avvera. Tutti e
soprattutto «la mia famiglia, con il
loro apporto morale e pratico». La
provincia pugliese emergono pre-
potenti.
di SERGIO LORUSSO
omani potrete assiste-
re allo spettacolo di
una solennissima giu-
stizia di un domenica-
no di Nola, eretico pervicace, che mer-
coledì in casa del cardinal Madruzzo fu
sentenziato come autore di alcune af-
fermazioni sacrileghe, opinioni nelle
quali restò ostinatamente». Così viene
annunciata dal banditore pubblico alla
popolazione della Capitale la condanna a
morte di Giordano Bruno (1548-1600), fi-
nito al rogo per volere del tribunale
dell’Inquisizione romano e giustiziato a
Campo de’ Fiori il 17 febbraio 1600.
La dimensione spettacolare della giu-
stizia penale, quindi, non è certo
un’esclusiva della nostra epoca, un’in-
venzione della società mediatica del XXI
La dimensione «scenica» dell’azione
penale non è un’invenzione della
società mediatica del XXI secolo
Ma da ultimo qualcosa è cambiato
secolo, anche perché è l’idea stessa del
processo penale ad evocare quella di pub-
blica rappresentazione, di performance
teatrale sulla scena della vita. L’idea del-
la contesa tra Stato e cittadino, tra ac-
cusa e difesa, risale del resto agli albori
del mondo occidentale, alla cultura giu-
ridica greca e romana. La macchina giu-
diziaria ha una componente rituale ed
implica, nel suo operare, un profilo sce-
C’era una volta sul Gargano
«Fiabe e favole di San Marco in Lamis» raccolte da Grazia Galante
di SERGIO D’AMARO
È
da almeno vent’anni che
Grazia Galante è impegna-
ta a salvaguardare la cul-
tura popolare del paese
garganico di San Marco in Lamis. La
sua opera comprende tre robusti vo-
lumi sui proverbi, sulla cucina e sulla
religiosità, oltre a varie ricerche
(canti, medicina popolare, sopranno-
mi, filastrocche e indovinelli) nate
nell’ambito della scuola in cui ha in-
segnato materie letterarie. Risale a
quattro anni fa l’edizione del Dizio-
nario del dialetto di San Marco in
Lamis, realizzato insieme al fratello
Michele dedito a studi storici. Se ne
può facilmente dedurre un profilo di
demologa militante e partecipante,
che dall’interno della sua comunità
si rende interprete di una missione di
contrappeso e tutto sommato di con-
travveleno: quella di far parlare l’an-
tico e di innestarlo sul futuro di una
piccola patria acquisita, volente o no-
lente, alla globalizzazione dei costu-
mi e della mentalità.
Ribadisce questo in prefazione Raf-
faele Nigro, quando indica in questi
preziosi custodi della memoria etni-
nico in sé ineliminabile, l’esposizione al
pubblico genera emozioni e sensazioni
non necessariamente negative o tali da
incrinare la verità processuale.
E tuttavia oggi ci interroghiamo
sull’evidente distorsione mediatica della
funzione giudiziaria, che recenti vicende
di cronaca hanno portato alla ribalta
inducendo un po’ tutti a riflettere sul
ruolo e sui limiti della rappresentazione
televisiva del crimine. Una rapida rico-
gnizione storica può forse aiutare a fare
chiarezza sul punto.
Nel processo inquisitorio, scritto e se-
greto, è il momento dell’esecuzione della
pena ad assumere rilevanza pubblica e a
suscitare, pertanto, umori e reazioni del-
la pubblica opinione che partecipa allo
«splendore dei supplizi» quale momento
catartico, grazie al quale non solo il con-
dannato ma l’intera comunità viene li-
berata dal male perpetrato: la tortura, la
berlina, la gogna, il patibolo, il rogo, e via
discorrendo, rappresentano altrettante
forme di una «piazza teatrale» che rap-
presenta, al contempo, un monito per la
cittadinanza e una vendetta - attuata
direttamente sul corpo del reo - da parte
del sovrano, come ci ricorda Michel Fou-
cault (1926-1984) nel suo saggio Sorve-
gliare e punire. Nascita della prigione
(1975).
Ma tutto ciò poteva provocare anche
effetti indesiderati, di origine psicolo-
gica, la cui comprensione richiederebbe
l’ausilio delle teorie freudiane e junghia-
ne: pietà, solidarietà, ammirazione per
chi veniva trattato crudelmente sul pal-
coscenico dell’umana giustizia, identi-
ficazione in chi era sottoposto al pub-
blico ludibrio.
ca la loro funzione di supplenza ri-
spetto ai ricercatori di professione.
Come la metteremmo, d’altronde, con
la cultura degli ottomila e passa co-
muni italiani? Siamo sicuri che ba-
sterebbero tutti i laureandi, i dotto-
randi, i ricercatori delle nostre uni-
versità?
Questa volta la Galante propone
una raccolta davvero cospicua di Fia-
be e favole, venendo così ad aggiun-
gere alla letteratura demologica pu-
gliese un altro notevole tassello:
nell’elenco bibliografico in fondo al
volume notiamo una buona coper-
tura di ricerche su tutta l’area re-
gionale, concretizzatasi nell’ultimo
quindicennio e quindi a rispettosa
distanza dai pionieristici lavori di Sa-
verio La Sorsa e Giovanni Tancredi e
dalle più recenti edizioni di Giovanni
B. Bronzini e di Giuseppe Cassieri.
Le fiabe di San Marco in Lamis
coprono una ventina delle trentuno
funzioni (cioè gli elementi narrativi
costanti) individuate da Propp per
questo tipo di racconti: l’allontana-
mento, il divieto, il ritorno, l’arrivo, i
doni magici, i poteri diabolici e così
via individuano, a pensarci bene, il
sale essenziale dell’esperienza. Sotto
Sabato 8 gennaio 2011
Agli antipodi si colloca il processo ac-
cusatorio, la cui dimensione agonistica e
di acceso scontro tra i contendenti fa del
pubblico giudizio il momento centrale,
denso di spettacolarità. La decisione na-
sce alla luce del sole, e non è un caso che
l’embrione di tale rito sia costituito da
ordalie e duelli, forme sceniche e ago-
nistiche che costituiscono, al contempo,
processo e pena, poi sostituite dal giu-
LARGA
È LA FOGLIA...
Varie sono
le raccolte di fiabe
popolari
della tradizione
pugliese
la pelle di personaggi così a volte
rischiosamente inverosimili o fatal-
mente stereotipati è dato riconoscere
la vita nei suoi segni portanti, nelle
sue scelte salienti.
La fiaba, e più succintamente la
favola, ammonisce divertendo, spiaz-
zando, sradicando dalle coordinate
abituali. Il principe è nascosto in un
ranocchio, la realtà è un gioco di pre-
stigio, è l’eventualità di un cambia-
mento insospettato, di un sottosopra
logico. Racconta la Galante che quan-
do recitava in classe «Mamma Nan-
norca» o «Un giorno mi partii da casa
mija», gli alunni anche più irrispet-
tosi drizzavano le orecchie. Quel
mondo incantato, quella sapienza
millenaria sapeva evidentemente in-
catenare la mente di quei pinocchi.
In questo libro c’è in più conser-
vato quel bene culturale che è il dia-
letto: sappiamo quanta fatica è co-
Sabato 8 gennaio 2011
CULTURA&SPETTACOLI
ramento collettivo. «Pubblici siano i giu-
dizi e pubbliche le prove del reato», am-
monisce Cesare Beccaria (1738-1794) nel
suo pamphlet illuminista Dei delitti e
delle pene (1763) a tutela della libertà del
singolo contro gli arbitri del potere. Nor-
male, allora, che l’attenzione della col-
lettività si focalizzi sulla celebrazione del
processo, sul modo in cui i suoi pro-
tagonisti si muovono all’interno di una
stata alla curatrice trascrivere i testi,
ma ne è valsa la pena se in quell’idio-
ma etnico c’è lo stampo di intere ge-
nerazioni che affrontarono il mondo
in tempi più difficili. Dice Nigro in
prefazione: «La Galante è attenta a
non perdere i modi di raccontare e di
articolare le proposizioni e le strut-
ture narrative dei raccontatori orali.
Attenta alla gestualità, al modo in cui
la lingua si assoggetta ai bisogni dei
tanti anfratti narrativi. Come volesse
conservare e tramandare, con emo-
zione infinita, parole pause gesti suo-
ni e atteggiamenti dei volti di chi
narra e di chi ascolta. Un raccontare
partecipato e vivo come avveniva at-
torno ai camini o, in estate, sotto la
luna, nel tempo dei silenzi».
l «Fiabe e favole raccolte a San
Marco in Lamis» di Grazia Galante
(Levante ed., pp. 310, euro 20).
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BIOGRAFIA DI SIMON WINCHESTER
Quando la pena è pubblica e pubblica è la paura
L’uomo
Il ruolo di giornali, tv,.web e dei vari social network
Nei riti del supplizio, accurata- per essere al servizio del medesimo
mente ricostruiti da Foucault nel suo fine, per alimentare quella «società
saggio, il personaggio principale è il della paura» che contraddistingue il
popolo, la cui presenza reale e con-
testuale è necessaria per il loro com-
pimento. Nella società virtuale, vice-
versa, l’esposizione alla pubblica di-
terzo millennio. Oggi come ieri il ruo-
lo del popolo è ambiguo: convocato
come spettatore, affinché veda con i
propri occhi trionfare la macchina
che amò
sapprovazione avviene mediante i giudiziaria, coinvolto in uno show
la Cina
giornali, la tv, il web e i vari social fatto apposta «per terrorizzarlo, può
network. Lo scopo recondito appare, coagulare il suo rifiuto del potere pu-
però, sostanzialmente analogo: pro- nitivo, e talvolta la sua rivolta»,
vocare «un effetto di terrore con lo scompaginando rituali consolidati e
spettacolo del potere scatenato sul
colpevole», amplificato, oggi, dal
singolare connubio tra media e auto-
rità. Spesso in contrasto e in lotta fra
di loro, l’universo della giustizia e
mettendo in crisi il sistema giudizia-
rio. La giustizia amministrata suscita
sempre forti emozioni, e non di rado
diviene il cavallo di Troia per frantu-
mare un potere politico giunto al cre-
Vita di Joseph
quello dell’informazione finiscono puscolo. [s. lor.]
Needham
SPETTACOLO la serenità del giudizio viene garantita, «una di quelle tragedie private che as- di DOMENICO RIBATTI
Il quadro se necessario, con il divieto alle teleca- sumono dimensioni pubbliche e alimen-
A
«In corte d’Assie» mere di entrare nelle aule di giustizia - tano il bisogno nazionale di storie». Ri- Joseph Needham, autore
di F. Netti. Sopra, sono noti i disegni che spesso accom- mane netto, tuttavia, il confine tra realtà della opera monumentale
supplizio nel ‘600 pagnano i resoconti di processi eclatanti giudiziaria e rappresentazione mediati- Scienza e civiltà in Cina è
tra la folla. - che induce i media a dar vita ad un ca. dedicata una biografia
Sotto, la madre processo televisivo parallelo, regno di Quando invece questo limite viene in- scritta dal giornalista Simon Winche-
di Sarah Scazzi esperti (reali o presunti) chiamati ad franto, confondendo e sovrapponendo i ster e pubblicata da Adelphi: L’uomo
esprimere pareri, a due profili, con reciproci condiziona- che amava la Cina (pp. 232, euro 22).
schierarsi e a formu- menti, è l’attuazione stessa della giusti- Nato a Londra nel 1900, Needham
lare previsioni zia ad essere messa in crisi. era un brillante biochimico di Cam-
sull’esito del processo Dal plastico di Cogne al crime reality bridge quando nel 1937 incontrò una
celebrato nelle Corti. show di Avetrana, la lentezza esasperan- collega cinese di Nanchino, Li Gui-
La logica intrinse- te della nostra macchina giudiziaria, pe- zhem, che aveva trentatré anni e che
ca del rito accusato- ricolosamente ripiegata sulla fase inve- era arrivata a Cambridge per specia-
rio, del resto, è quella stigativa, ha favorito lo svilupparsi di lizzarsi. Needham si innamorò di Li, e
della contrapposizio- format televisivi che pretendono di for- nonostante fosse già sposato con una
ne «vittoria-sconfit- nire la verità sui casi giudiziari più ecla- biologa, Dorothy Mayle, stabilì con lei
ta» e tale scontro i me- tanti, naturalmente sulla base di un som- una relazione che la moglie non avreb-
dia finiscono per ri- mario processo televisivo e con l’inop- be mai ostacolato e che sarebbe durata
produrre. Due diven- portuna partecipazione degli stessi at- fino alla morte di Li.
tano i processi in cor- tori della vicenda giudiziaria: difensori, Questa circostanza fece nascere in
so, «uno è quello che
procede quietamente
indagati, imputati, consulenti di parte.
L’effetto è deformante e allarmante, a
Needham l’interesse per la Cina che
non lo avrebbe mai più abbandonato.
in aula sotto la dire-
zione del giudice…,
tutto scapito della faticosa ricostruzione
della verità processuale. I protagonisti si
Quando il governo britannico decise di
aprire una missione a Chongqing a so-
con la lenta sfilata
quotidiana dei testi-
muovono con disinvoltura dagli studi te-
levisivi e dalle piazze mediatiche ai luo-
stegno del mondo accademico cinese,
ne affidò la direzione a Needham che
moni davanti ai dodi-
ci giurati, in un’aula
ghi delle indagini e dell’attività giudi-
ziaria, rimescolando le carte nella mal-
vi si trasferì nel 1943.
Egli restò in Cina per tre anni nel
semideserta dove si celata speranza di lucrare vantaggi nella corso dei quali viaggiò senza sosta rac-
scena scandita da regole ben precise per notano solo i parenti addolorati, i gior- battaglia processuale o, magari, di ac- cogliendo una mole impressionante di
acquisire le prove che il giudice (o la nalisti e un po’ di pubblico», «l’altro si quistare un’insperata notorietà, così materiale e di informazioni che gli sa-
giuria) dovrà valutare. svolge nei corridoi e nello spiazzo an- preziosa nella società mediatica. rebbero serviti per realizzare il proget-
In entrambi i casi, tuttavia, la pres- tistante il tribunale, dove gli ‘esperti’ si Un mondo nuovo, mestamente rappre- to di redigere una storia del sapere
sione dell’opinione pubblica si colloca al affannano davanti alle telecamere» ban- sentato dalla ricorrente domanda della scientifico in Cina, che fu pubblicata in
di fuori del processo, ad una giusta di- dite dall’aula, come sottolinea Sharon Sabrina Misseri non ancora indagata ventiquattro tomi nel corso della sua
stanza dall’azione degli organi giudizia- Waxman sulle colonne del «New York agli inviati dei network televisivi: vita e che è stata parzialmente tradotta
ri, persino quando la vicenda criminale Times» nel commentare un famoso pro- «Quanto fai di share?». Quasi che un in italiano dalla casa editrice Einaudi.
assume un forte peso mediatico: è quanto cesso del 2004: per l’editorialista statu- agghiacciante delitto possa essere una Si tratta di un opera indispensabile
accade negli Stati Uniti, dove comunque nitense il processo penale rappresenta comoda strada per la celebrità. per chi abbia un interesse specifico per
la Cina e che oggi ha un particolare
valore e significato, alla luce della forte
Tutankhamon, la tomba del faraone
espansione della Cina in ambito eco-
Vetrina nomico e scientifico. La scienza e le
sue scoperte vi vengono sempre messe
MOSTRA A SAN MARZANO
Minoranze linguistiche sarà chiusa: i turisti la danneggiano in correlazione con la cultura e le con-
dizioni politico-sociali che le hanno ge-
nerate.
e l’Unità d’Italia Insieme ad altre della Valle dei Re. Ci saranno riproduzioni L’opera è di un certo interesse anche
per tutti coloro che coltivano un ricer-
n «Il contributo delle minoranze ca di ambito etnologico, volta a cono-
linguistiche nell’Unità d’Ita- l Solo pochi turisti fortunati potranno ancora vedere la «vera» tomba scere come la scienza si sia sviluppata
lia» è il tema di una mostra do- di Tutankhamon, nella Valle dei Templi di Luxor. Chi non l’ha fatto in una cultura così diversa dalla no-
cumentaria che si inaugurerà finora non potrà più avere l’occasione, perché - ha annunciato il se- stra, per stabilire punti di divergenza o
il 15 gennaio a San Marzano di gretario generale del consiglio supremo delle antichità egiziane Zahi di contatto. Needham ritrova alcuni
San Giuseppe (Ta), nella ricor- Hawass - presto il sepolcro sarà chiuso ai visitatori per evitarne la elementi del metodo scientifico occi-
renza dei 150 anni dell’Unità distruzione. La misura di protezione drastica sarà applicata anche ad dentale. Pur tuttavia, egli vede la scien-
d’Italia, (Palazzo della Cultu- altre due celebri tombe faraoniche di Luxor, quelle di Seti I e di Nefertari, za cinese più vicina alla scienza na-
ra). La mostra, curata da Pier- padre e moglie di Ramses II, che regnò dal 1314 turale del Rinascimento, ovvero più vi-
franco Bruni, prende in consi- al 1304 a. C. cina a Leonardo che a Galileo, rinve-
derazioni personalità storiche In un’intervista rilascsiata all’agenzia spa- nendone tra le possibili motivazioni
e letterarie del mondo italo-al- gnola Efe, ripresa da «El Mundo» online, Ha- quella secondo la quale «solo una cul-
banese che hanno contribuito wass ha spiegato che altrimenti «queste tombe tura mercantile fu in grado di fare ciò
all’identità nazionale: come sarebbero totalmente distrutte nel giro di 200 che a una civiltà agrario-burocratica
Francesco Crispi (di origine anni». Infatti, secondo l’egittologo Basaam el non era riuscito di fare: portare a un
arbereshe della Sicilia, Shamaa, «l’umidità causata dalla respirazione punto di fusione la matematica e le
1818-1901, statista di grande fa- e dal sudore dei turisti danneggiano irrpara- scienze naturali».
ma e per due volte presidente bilmente le tombe»: in agosto le temperature Fra le scienze cinesi, quella che ha
del Consiglio dei ministri), Gu- superano a Luxor i 50 gradi. avuto in Occidente il maggiore riscon-
glielmo Tocci (1827-1916), Pa- Il progetto dei conservatori egiziani prevede tro è stata la astronomia di osserva-
squale Scura (calabrese di Vac- dunque la realizzazione a breve di una «valle zione, strettamente legata all’astrolo-
carizzo Albanese, 1791-1868, delle riproduzioni». Esperti sono già al lavoro gia, in quanto i cinesi attribuivano una
ministro di Grazia e Giustizia con i laser per preparare immagini e copie esat- estrema importanza allo studio e alla
con Garibaldi a Napoli) sino a te di interni, decorazioni e dipinti, delle tre osservazione di tutto quanto accadeva
due costituzionalisti Costanti- tombe, che saranno ricostituite nei dintorni per nel cielo.
no Mortati (1892-1985, uno dei i turisti. Le tombe originali potranno essere Nonostante la mole e la ricchezza di
padri dell’attuale Costituzio- ancora visitate da pochissimi privilegiati, specialisti di egittologia, che citazioni, l’autore si sentì in dovere di
ne) e Gennaro Cassiani però, avverte Hawass, pagheranno «biglietti d’ingresso carissimi». avvertire il lettore che «chi conosce be-
(1903-1978, più volte ministro). Scoperta nel 1922 dall’archeologo britannico Howard Carter, la tomba ne la storia abbozzata a grandi linee in
L’attenzione è rivolta anche al- di Tutankhamon è ritenuta quella meglio conservata. È una delle prin- questo volume avvertirà l’inadeguatez-
la presenza di italo-albanesi cipali attrazioni turistiche del Paese. Ma, spiega Hawass, ora «è più za del nostro lavoro piuttosto che la
nelle schiere garibaldine. importante proteggere la storia più che il turismo». sua dovizia».