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36 SABATO 3 NOVEMBRE 2007 LIBRI Giornale di Brescia

LE QUOTIDIANE ILLUMINAZIONI DELL’AUTORE DELLA CERTOSA DI PARMA

L’autobiografia del signor me stesso, Stendhal si racconta senza mettere limiti

Lo scrittore Stendhal
C’è un verso del poeta Massimo Ferret-
ti scomparso prematuramente, «Il mio
complesso è una tragedia antica:/devo
scrivere e vorrei ballare», che riassume
l’impossibile compromesso tra vita e scrit-
tura. «Se avessi vissuto tutto quanto ho
scritto, non avrei avuto il tempo di scrive-
re» disse appunto Anne Sexton.
Stendhal fu percorso per tutta la vita
da questo dilemma, tentando di concilia-
re la bibliofilia (diceva di aver posseduto
solo libri, e non mancava mai di catalogar-
li nel suo bagaglio inseparabile), il fuoco
della scrittura, la voglia di vivere, la batta-
glia da spettatore, l’amore per decine di
donne e i viaggi, soprattutto in Italia, dal
1800, come ufficiale al seguito della cam-
pagna napoleonica e poi console a Civita-
vecchia. Per qualche mese fu anche bre-
sciano, aiutante di campo del maresciallo
Michaud, ospite dei salotti mondani di
varie famiglie nobiliari in alcuni palazzi
del centro, vicino ai portici che definiva il
«Palais-Royal» della città, come sempre
protagonista di rivalità e gelosie che coin-
volsero amanti e conti locali, e furono
citate con partecipazione nei suoi diari.
In particolare fu colpito dalla signora
Calini, «che abita nei pressi della porta di
Milano, casa Calini alla Pace», e dalla
signora Martinengo. I suoi libri, fantastica-
ti da molti scrittori tra i quali soprattutto
Sciascia, divennero anche il rifugio di
annotazioni e commenti a caldo durante
la lettura, di illuminazioni e pensieri rac-
colti per la prima volta in italiano in
questo libro «abusivo» che nemmeno lo
stesso Stendhal riuscì a vagheggiare. So-
no definiti «Marginalia»: umile termine
che ricordando le «Nugae» petrarchesche,
in realtà cela, soprattutto per gli stendha-
liani, una miniera parallela di piccole
gemme incastrate tra i fogli della sua
biblioteca dispersa. Non sono tutte inte-
ressanti come l’attenta e densa introdu-
zione di Giuseppe Marcenaro, salvo riscat-
tarsi in alcuni lampi che condensano in
pochissime parole, addirittura nel lembo
fisico dove sono stati vergati, la sagacia e
intelligenza dello scrittore francese, per-
ché un genio ha le sue legittime intermit-
tenze ma dispensa saggezza anche nelle
pause.
Ad esempio «Prima regola. Essere se
stessi» si scopre solo con il libro chiuso,
non sul piatto o sul dorso, ma sul taglio,
luogo invisibile perché siamo naturalmen-
te portati ad aprire il volume, ad entrarci
subito, come sottolinea con sensibilità
Marcenaro. E così la regola scompare
«nello spessore ipermillimetrico di ogni
pagina», si rivela solo da un lato anomalo,
e per questo è una rivendicazione forte
d’identità, una sorta di mezzo che si fa
messaggio un secolo e mezzo prima del-
l’analisi di McLuhan.
Oppure «Mi leggeranno nel 19..» è una
rivincita preconizzata sul successo che
non riuscì a godersi da vivo per un preco-
ce colpo apoplettico. Tra omaggi all’Ita-
lia, c’è spazio anche per mini autoritratti
che sono insieme ironici manifesti del
Romanticismo: «Non smette mai di sogna-
re; la sua pena più grande è staccarsi da
questa fantasticheria». Sulla tomba volle
un’epigrafe che sembra un tentativo di
conciliazione postuma delle diverse pas-
sioni: «Arrigo Beyle, milanese, visse, scris-
se, amò».
Alberto Albertini
AUTOBIOGRAFIA DEL SIGNOR ME STESSO
AUTORE Stendhal
EDITORE Il Melangolo
PAGINE 237
EURO 18

Un racconto di Christopher Tolkien che prende spunto da centinaia di pagine sparse del padre I TASCABILI di Alberto Ottaviano

Uomini ed Elfi prima dell’alleanza Dentro i segreti del cibo

E da Terry Brooks il seguito di «Shannara»
Marco Bertoldi
Giorni felici per gli amanti di
narrativa fantastica per la pre-
senza contemporanea in libreria
di due romanzi di illustri mae-
stri del genere: «I figli di Hurin»,
di J. R. R. Tolkien (Bompiani), e
«Gli elfi di Cintra» (Mondadori),
entrambi prologhi delle saghe
che li hanno resi famosi.
Con una precisazione: l’ingle-
se Tolkien, morto nel 1973 a 81
anni, è il celebrato autore de «Il
Signore degli Anelli» e creatore
della Terra di Mezzo, affresco
cupo e sanguinoso in cui la lotta
del Bene contro il Male è sacrifi-
cio e sofferenza (visione ispirata
dal trauma della guerra in trin-
cea che aveva combattuto) e
dove gli eroi sono esseri comuni
che ignorano e inizialmente non
accettano il loro destino di gran-
dezza.
L’americano Terry Brooks,
tuttora in attività, è il suo più
letto e apprezzato «discepolo»
(a livello di temi) rivelatosi trion-
falmente con «La spada di Shan-
nara», primo tomo di una trilo-
gia caratterizzata dalla compre-
senza della magia cui ne sareb-
bero seguite molte altre.
«I figli di Hurin» è un inedito
Lo storico Franco Cardini rilegge il capolavoro del Boccaccio dando una interpretazione nuova delle novelle
che il figlio Christopher, nomina-
to dal genitore suo esecutore
letterario, ha scritto prendendo
spunto dalle centinaia di pagine
sparse di appunti stilati dal geni-
tore per un progetto poi abban-
donato. Con la differenza, però,
rispetto a quanto fatto per «Sill-
marillion», che non si è limitato
a sistemare ciò che J. R. R. non
aveva potuto rifinire, ma, come
per i racconti, ha riempito di suo
gli spazi vuoti, cercando di non
tradire il padre anche nello stile.
Il risultato è una storia collo-
cata 6.500 anni prima dell’allean-
za tra gli Uomini e gli Elfi e a
quanto descritto nel capolavo-
ro, un’epopea tenebrosa, in qual-
che tratto persino oltremisura,
popolata di personaggi (non si
può riassumere in breve) in cui
oltre ai tradimenti, agli intrighi e
alle battaglie fanno capolino an-
che incesto, suicidi e omicidi
involontari di benefattori. E lo
Shakespeare più «nero»...
«Gli elfi di Cintra», seguito de
«I figli di Armageddon», è il
secondo tomo della trilogia «Ge-
nesi di Shannara» in cui Brooks
intende collegare tre romanzi
che apparivano a se stanti, in
quanto ambientati in un futuro
prossimo, con quelli del ciclo
collocato in futuro molto remo-
to e medievaleggiante dimenti-
co della scienza del passato.
Questo perché, si legge ora, gli
uomini stanno combattendo
una disperata e inutile battaglia
contro i malefici Demoni ed i
loro eserciti di zombie, mentre i
Divoratori si cibano avidamente
di dolore ed emozioni negative.
Male contro cui si oppongono
i pochi Cavalieri del Verbo, dota-
ti di poteri straordinari, ma non
sempre sufficienti, ragazzi sban-
dati e due giovani elfi che posso-
no essere la chiave di volta di un
futuro felice se solo ritroveranno
la magia che la loro razza ha
dimenticato.
Una ricerca ancora in fase
centrifuga pure qui popolata di
lutti, tradimenti, dolore che ha il
pregio di far desiderare di legger-
ne quanto prima la conclusione.
I FIGLI DI HURIN
AUTORE J. R. R. e Christopher Tolkien
EDITORE Bompiani
PAGINE 325
EURO 20
GLI ELFI DI CINTRA
AUTORE
EDITORE
Terry Brooks
Mondadori
PAGINE 351
EURO 20
Idetto
l primo testo sull'alimentazio-
ne è verosimilmente il cosid-
papiro di Ebers, redatto
nell'antico Egitto attorno al 1500
a.C. Oggi, libri, riviste, trasmis-
sioni Tv, rubriche radiofoniche
ci bombardano di informazioni
in materia di cibo e diete. Tra
proteine e carboidrati, zuccheri
e vitamine, grassi saturi e polin-
saturi, colesterolo buono e catti-
vo, omega 3 e sali minerali, il
consumatore che cerchi una die-
ta corretta rischia di perdere un
poco la testa, tanto più che a
volte i messaggi informativi paio-
no contrastanti. Prova a fare
ordine nella materia un bel li-
bretto appena pubblicato nella
collana «Farsi un'idea» dell'editri-
ce il Mulino: L'alimentazione
(8,80 euro). Lo hanno scritto
due docenti dell'Università di
Verona, Ottavio Bosello e Vin-
cenzo Di Francesco.
Gli autori affrontano il tema
in modo organico e approfondi-
to, a partire dai meccanismi che
inducono l'uomo (animale onni-
voro) ad assumere il cibo (com-
presi i fattori psicologici e cultu-
rali). Descrivono le caratteristi-
che dei vari cibi di origine anima-
le e di origine vegetale, parlano
dei macronutrienti (carboidrati,
proteine e grassi) e dei micronu-
FANTALIBRI
Un’immagine del film «Il Signore degli Anelli 3», con l’attore Ian McKellen
Joe Hill, Martin, Cussler
È un horror incubico e coinvol-
gente La scatola a forma di
cuore di Joe Hill (Sperling &
trienti (vitamine e minerali), rac-
contano come avviene la dige-
stione e l'assorbimento, si soffer-
mano sui danni della cattiva
alimentazione (sovrappeso, dia-
bete, ipertensione, arteriosclero-
si...), consigliano una corretta
suddivisione dei pasti nelle varie
ore del giorno.
Dal volumetto non escono ov-
viamente clamorose novità ri-
spetto a linee di comportamen-
to da adottare che ormai paiono
assodate: meglio limitare il con-
sumo di carne (le carni bianche
sembrano migliori delle rosse),
va aumentato il consumo di pe-
sce, verdura e frutta devono es-
sere centrali nella dieta (ma la
sola dieta vegetariana può esse-
re carente), l'olio di oliva è il
condimento migliore (ma non si
deve esagerare), un paio di bic-
chieri di vino al giorno (ma non
oltre) possono fare bene, l'attivi-
tà fisica è essenziale come com-
plemento di un corretto compor-
tamento alimentare.
I due autori riferiscono delle
loro conclusioni sempre con mol-
te cautele: sono tanti i condizio-
nali usati, non ci sono afferma-
zioni apodittiche valide per tut-
ti, non ci sono cibi sempre proibi-
ti. Insomma, è il buon senso che
ci deve guidare.
di Marco Bertoldi
Mondadori divide in due (in que-
sto caso in tre) i corposi libri
originali, tomo della straordina-

Il Decameron, ovvero il sogno Kupfer, pagine 366, euro 18) con

protagonista una rockstar in de-
clino amante del macabro che,
per incrementare la sua folle
ria saga delle «Cronache del
Ghiaccio de del Fuoco) dedica-
ta ai conflitti sanguinosi nei Set-
te Regni e che spicca per la

di un ritorno della cavalleria collezione, acquista su Internet

Botticelli e Di Bartolomeo: Il banchetto in pineta (da una novella del Decameron)
Giovanni Vigo
Franco Cardini è uno storico
dagli orizzonti illimitati. Si muove
a suo agio nella Firenze medievale
e nella civiltà islamica, nel mondo
leggendario dei Re Magi e nell’Au-
stria di Francesco Giuseppe. Ma
non disdegna neppure di cimentar-
si con i grandi della letteratura,
non certo per amore di una nuova
esegesi critica, ma per mostrare
come la storia - intesa nel senso
più pieno del termine - sia indi-
spensabile per una compiuta inter-
pretazione delle loro opere.
È il caso di Boccaccio, un amore
nato tra i banchi di scuola e coltiva-
to nel corso dei decenni in semina-
ri per gli studenti del Vermont e
con un nutrito nucleo di letture
condensate (o, meglio, distillate)
in un breve libro che fornisce una
suggestiva chiave di lettura del
Decameron.
Cardini traccia innanzitutto un
quadro molto avvincente della Pe-
ste nera, la prima epidemia globale
della storia che nel giro di pochi
anni colpì l’Europa, l’Asia e non
lasciò immune nemmeno l’Africa.
Le società occidentali, ricche e
popolose, ne uscirono completa-
mente trasformate. Almeno un ter-
zo degli abitanti (e, in qualche
caso, più della metà) vennero in-
ghiottiti dall’epidemia, le campa-
gne si spopolarono, l’incertezza e
la paura del futuro si impadroniro-
no della gente che per oltre tre
secoli aveva sperimentato
un’espansione economica senza
precedenti.
I tre giovani e le sette fanciulle
che, nel racconto di Boccaccio,
abbandonarono Firenze per sot-
trarsi alla peste erano in realtà gli
interpreti del desiderio di restaura-
re l’ordine distrutto dalla Morte
nera, dalla crisi economica, dai
fallimenti bancari e dall’incertezza
politica che pesava sulla società. Il
Decameron non va perciò pilucca-
to qua e là, come un po’ tutti
abbiamo fatto, bensì letto come
un percorso unitario che, partendo
dalla crisi generale di metà Trecen-
to, propone, per usare le parole di
Cardini, il disegno di una «rifonda-
zione cavalleresca del mondo». Si
tratta di una interpretazione mol-
to diversa da quella che ci veniva
offerta tra i banchi di scuola e che
arricchisce di nuova vita le pagine
di Boccaccio.
«Alla luce di una lettura del
genere - conclude Cardini - si deli-
nea altresì un messaggio civile,
culturale e spirituale che non è per
nulla l’epopea e l’apologia della
società borghese fiorentina e dei
Pagina a cura di:
MAURIZIO BERNARDELLI CURUZ e ENRICO MIRANI
suoi valori, bensì la condanna e il
superamento di quella e di questi
alla luce d’un pieno recupero del
messaggio cortese-cavalleresco:
l’amore come dedizione totale e
disinteressata, il disprezzo del da-
naro e delle ricchezze materiali, la
valutazione dell’amicizia e della
solidarietà come principi fondanti
di vita». Chiuso il bel libro di Cardi-
ni, mi sono rituffato, dopo tanto
tempo e con un nuovo spirito,
nelle pagine del Decameron.
LE CENTO NOVELLE CONTRO
LA MORTE. BOCCACCIO E
LA RIFONDAZIONE CAVALLERESCA
DEL MONDO
AUTORE Franco Cardini
EDITORE Salerno
PAGINE 153
EURO 11
un abito con fantasma» per poi
trovarsi alle prese con uno spiri-
to malefico che lo porta ad ucci-
dere chi lo circonda e vuole farlo
suicidare per vendicare turpi col-
pe del passato. Un’opera prima
di un autore che pare sconosciu-
to, ma che tale non è dacché
sotto Joe Hill si cela Joseph
Hillstrom King, uno dei figli del
re assoluto della paura Stephen.
Un giovane che ha voluto affer-
marsi senza scomodare l’illustre
genitore e che come lui ha colle-
zionato rifiuti di editori finché
non è stato notato con un’anto-
logia di storie di fantasmi che ha
fatto saltare pure il mistero del-
la sua identità. Joe Hill che dal
padre Stephen pare aver eredita-
to parte del talento e fantasia
macabra (e la voglia di svelare
terribili segreti di famiglia; non i
suoi, afferma categoricamente).
Un debutto che fa ben sperare.
Passando al fantasy, è in libre-
ria L’ombra della profezia, di
Martin, nono per l’Italia, dove
qualità della scrittura e la cura
delle psicologie dei vari, e tanti,
personaggi, romanzi minuziosi
nella descrizione senza mai esse
tediosi (pagine 474, euro 18,60).
Qui l’attenzione è soprattutto
puntata sulla crudele regina Cer-
sei che deve difendere il Trono
di spade da un avversario peg-
giore di lei mentre pace e salvez-
za sono forse legati alla ricerca
che stanno conducendo la guer-
riera Brienne e la giovane Arya
Stark. Minaccioso.
Maestro di avventure a sfon-
do fantastico-futuribile spesso a
sfondo marino, Clive Cussler as-
sieme a Paul Kemprecos ha
scritto una nuova avventura del
ciclo di Kurt Austin, una sorta
di nuovo Dirk Pitt: La città per-
duta (Longanesi, pagine 456, eu-
ro 19,60). Austin alle prese con
mostri marini, un aviatore dei
primi ’900 trovato congelato,
una devastante alga mutante,
una cavità sul fondo dell’ocea-
no: elementi che portano a sco-
prire il terribile complotto di
una multinazionale. Gustoso.

PAOLO ANGELO NAPOLI

Con «Dieci» Andrej Longo ci guida con lucida drammaticità nei meandri di una città che sembra cambiare ogni istante
Tavoledella «non legge»scolpite nel ventrediNapoli
Rosario Rampulla
Leggere Andrej Longo regala alcu-
ne incrollabili certezze. Una di que-
ste è che Napoli non può essere
raccontata prescindendo dal dialet-
to. È con la consueta forza accecan-
te di un linguaggio già sperimentato
nei suoi tre libri precedenti che
Andrej Longo ha concepito «Dieci»,
una raccolta di racconti scandita
nei titoli dai dieci comandamenti.
Un riferimento biblico utilizzato per
caratterizzare brevi, crude istanta-
nee di una Napoli viva e tentacolare,
in cui Longo non vende finte speran-
ze o angoli di vita patinati. Sono
folgoranti microstorie, dove grida di
disperazione sembrano sul punto di
esplodere ad ogni pagina, ad ogni
riga. Ma la voce resta sempre stroz-
zata in gola.
Longo analizza diversi strati di
disagio, mostrandoli sotto una luce
sinistra. Una brutale rapida serie di
sequenze senza redenzione. Ci si
scontra col potere strisciante di una
malavita che tutto vede. Quel «siste-
ma» che, prima o poi, riesce in
qualche modo a tirati dentro le sue
trame. Come capita a Papilù, che
gira con il coltello in tasca ma non
vuole finire a lavorare per Giggino
Mezzanotte. Fino a che non cono-
sce il rischio, il pericolo. Lo sgarro
da riparare per un apprezzamento
di troppo fatto alla sua ragazza sulla
pista da ballo. Una storia semplice,
se non fosse avvenuta nel napoleta-
no. Longo così ci mostra forse il lato
più subdolo del «sistema», di questo
mostro a mille teste di cui Roberto
Saviano ha svelato i segreti nel suo
«Gomorra». Ma nella Napoli di Lon-
go c’è di più, un surplus di dolore e
dannazione. C’è Saverio, il cantante
celebre bruciato dall’ingordigia. Dal
suo volere di più, sempre di più.
Voltando le spalle a quegli amici che
lo trasformano da corriere della dro-
ga ad assaggiatore. L’ultimo gradi-
no di una discesa agli inferi che non
può finire se non con la morte. In
alternativa, si parla di un guappo
che prova a fare il grande salto, non
contento dei soldi «sporchi» che
consegna alla madre («che li disprez-
za ma poi se li piglia») ma che vede
rompersi qualcosa nella sua corazza
UN’ANIMA PREMATURA
dopo aver accoltellato un uomo. E
non sono la polizia, o le pallottole di
un rivale a farlo cambiare. È la
fierezza della persona che ha ferito,
una forza diversa dalla brutalità cui
lui è abituato.
La vera forza di «Dieci», resta il
linguaggio di Andrej Longo, capace
di una scrittura asciutta, resa aspra
ma affascinante dal dialetto. Anche
a fronte delle, inevitabili, difficoltà
di interpretazione e delle asperità di
pronunce gutturali, smozzicate. Per-
ché gli incubi di Rosa (schiacciata
dal peso di una violenza domesti- Presentazione del libro Venerdì 9 novembre 2007, alle ore 18
ca), i sogni di Riccardo tornato presso Teatro San Carlino - Corso Matteotti, 6/A - Brescia
dall’Afghanistan pieno di dubbi e
poi finito male per colpa di un topo A cura di: MPV Movimento per la Vita - Associazione Tomaso Moro
d’auto hanno bisogno di questa for-
za espressiva. Le dieci tavole della Introduce: Salvatore Macca, Presidente Emerito della Corte d’appello
«non legge» Longo le scolpisce nel Modera: Saulo Maffezzoni, Presidente dell’Eulo
ventre di Napoli, mondo senza re-
denzione, dove conta solo riuscire L’autore risponderà alle sollecitazioni dei presenti
ad arrivare al domani, in attesa di
Ermione è un embrione irritualmente concepito in provetta che resta orfano dei genito-
una tenue, invisibile speranza. ri prima dell’impianto in utero. Prova angustia non trovando risposta alla domanda:
"Quale corpo mi ospiterà, dove e quando mi sarà infusa l’anima?" Riesce a fuggire dal
DIECI congelatore e vaga alla ricerca di una risposta. Incontra un’umanità variegata di santi e
AUTORE Andrej Longo di demoni, di politici corrotti e di altri invece disillusi, di trafficanti d’armi, di estremisti
EDITORE Adelphi islamici, di amareggiati idealisti che operano per la concordia. Pieno di dubbi, seppur tre-
PAGINE 144 mante, ritorna nel congelatore in attesa del corpo e dell’anima che Dio vorrà donargli.
EURO 15 Uno scorcio del centro di Napoli