introduzione
il sistema tonale
scale ed accordi
le sigle
improvvisazione orizzontale e verticale
le strutture armoniche più usate
il jazz modale
il free jazz
Introduzione
Nella parte dedicata alla illustrazione degli stili nel Jazz, è emerso come
questa musica, sviluppandosi nel tempo, ha prodotto una storia fatta
certamente di un percorso del quale possibile tracciare i passaggi
fondamentali, ma anche e soprattutto del contributo di ogni singolo
musicista che ha saputo e sa trasferire nella musica che suona il proprio
essere, la propria esperienza, i propri sentimenti.Se questo è il quadro di
riferimento, sembrerebbe estremamente difficile tracciare o ricostruire il
complesso dei lineamenti teorici e tecnici che stanno dietro al jazz. Del
resto, se il migliore maestro è l'ascolto ripetuto della musica, è anche
vero che nel complesso è comunque possibile individuare alcuni
elementi chiave che ci consentono di analizzare, comprendere e
disporre del lessico fondamentale del jazz.
Di seguito, pertanto, saranno presentate alcune schede che consentono
di seguire, brevemente e senza la pretesa di essere esaurienti
sull'argomento, i principali lineamenti della tecnica dell'improvvisazione
jazzistica.
il sistema tonale
I due sistemi maggiormente usati, nell'improvvisazione jazzistica, sono il sistema
tonale ed il sistema modale. Di quest'ultimo torneremo a parlare più avanti,
mentre cercheremo subito di illustrare i presupposti fondamentali del sistema
tonale.
L'improvvisazione basata sul sistema tonale si fonda sulla utilizzazione delle scale
musicali e sulla loro relazione con gli accordi .
Le scale fondamentali del sistema tonale sono la scala maggiore e la scala
minore, nelle sue diverse forme: minore melodica e minore armonica.
Una scala musicale è il susseguirsi di intervalli tra le note, ovvero di distanze tra
suoni misurate in toni e semitoni.
La scala maggiore è, caratterizzata da questa serie di intervalli:
Oltre alla distanza tra le note - misurata, come detto, dagli intervalli in toni e
semitoni - che ci consente di costruire le scale a partire da qualunque nota, è
importante imparare a riconoscere la "relazione" tra le note stesse.
Ad esempio, la nota SOL, nella scala di DO, corrisponde al V grado della stessa,
mentre nella scala di SOL, la nota DO corrisponde al IV grado.
Tenendo conto di questa relazione è possibile ricostruire il ciclo delle dodici scale
più usate nel sistema tonale, disponendo idealmente le singole tonalità su di un
cerchio nel quale le tonalità stesse si susseguono, in senso orario, a distanza di
una quinta da quella che precede e di una quarta, da quella che segue.
Scale
La scala è un susseguirsi di note a distanza tra loro di toni e semitoni, costruite in
modo tale che il variare degli intervalli tra una nota e la successiva determina una
diversa tipologia di scala.
La scala maggiore, ad esempio, è basata su un succedersi di note distanziate tra
loro da un tono, tranne che tra la terza e la quarta nota e tra la settima e l'ottava
nota, separate tra loro da un semitono.
Accordi
Gli accordi sono gruppi di note suonate contemporaneamente e disposte ad
intervalli di terza l'una dall'altra: si costruiscono, infatti, sommando una serie di
intervalli di terza su ogni nota (grado) di una scala:
Nel jazz moderno gli accordi sono formati da almeno quattro note sovrapposte,
mentre nel jazz più tradizionale si incontrano quasi sempre accordi formati da sole
tre note (triadi).
Gli accordi sono internazionalmente identificati mediante sigle che servono a
segnalare all'improvvisatore gli intervalli tra le note che compongono l'accordo, a
partire dalla prima nota che dà il nome all'accordo: ad esempio DOm7 segnala
che ci troviamo in presenza di un accordo di DO in cui la terza è minore, la quinta
(non enunciata) è giusta, la settima è minore.
Distanza dalla
tonica
MINORE MAGGIORE
TERZA -
(un tono e mezzo) (due toni)
GIUSTA
AUMENTATA
QUARTA (due toni e -
(tre toni)
mezzo)
MAGGIORE
MINORE
SESTA (quattro toni e -
(quattro toni)
mezzo)
DIMINUITA
MINORE MAGGIORE
SETTIMA (quattro toni e
(cinque toni) (cinque toni e mezzo)
mezzo)
scale ed accordi
Affrontato il discorso sulle scale musicali, cerchiamo di mettere in relazione
queste con gli accordi.
Al proposito, proviamo a costruire gli accordi conseguenti ad ogni grado della
scala di DO maggiore, sommando a ciascuna nota della scala (la nota che da il
nome all'accordo), note poste alla distanza di una terza l'una dall'altra, sino ad un
massimo di quattro note per ciascun accordo.
VII grado SI m7b5 accordo terza minore, settima minore, quinta diminuita
VII grado SI dim. accordo terza minore, settima diminuita, quinta diminuita
Gli accordi sono definiti da sigle che mettono in risalto le loro caratteristiche,
ovvero gli intervalli dalla nota principale che da il nome all'accordo.
Così, ad esempio, l'accordo DO m7 è un accordo in cui, sulla base degli intervalli,
la terza è minore (m), la quinta è giusta (perché non è enunciata nella sigla), la
settima è minore (7)
le sigle
Compreso il meccanismo sulla base del quale, nel sistema tonale, si costruiscono
le scale e gli accordi, esaminiamo come gli accordi vengono indicati, con le lettere
al posto del nome delle note nel jazz internazionale:
C DO
D RE
E MI
F FA
G SOL
A LA
B SI
senti l'esempio
susseguono sono costruiti sul II grado, sul V grado della scala relativa all'accordo di
tonica, costruito, come sappiamo, sul I grado della stessa scala.
La progressione II V I è valida sia per la tonalità maggiore che per quella minore:
II V
I GRADO
GRADO GRADO
G
Am7 D7
(tonalità maggiore)
Gm
Am7b5 D7
(tonalità minore)
Un'altra struttura molto utilizzata nelle composizioni jazzistiche, è una struttura nella
quale sono presenti accordi di settima che ricalcano il ciclo delle quinte: in questo
caso, un accordo di settima dominante, invece di risolvere sulla corrispondente tonica,
Abbiamo, poi, una struttura di 32 misure, sempre divise in sezioni di 8 misure ciscuna,
con forma cosiddetta ABAC: in questo caso, la sezione A si ripete per due volte nel
tema, alternata a due sezioni diverse.
il jazz modale
L'improvvisazione basata sul sistema modale consiste nella utilizzazione di
strutture (temi) non basate su progressioni armoniche come nel sistema tonale,
bensì su "modulazioni lente", ovvero strutture formate da pochissimi accordi,
tenuti per più misure sui quali l'improvvisatore privilegia l'utilizzazione di scale
"diverse" dalle scale maggiore e minore.
Queste scale "diverse" sono scale in cui cambia l'intervallo tra i diversi gradi, così
da conferire alle stesse scale una sonorità particolare che ne caratterizza, poi,
anche il nome.
Il meccanismo per costruire tali scale è analogo a quello per la costruzione della
scale maggiore e minore: vediamo, allora, quali sono i modi principali e quali gli
intervalli che li caratterizzano:
IONIO I (1) II (1) III (1/2) IV (1) V (1) VI (1) VII (1/2) VIII
Quelli indicati sono i modi più utilizzati e sono ricavati costruendo le diverse scale
a partire da ogni grado della scala maggiore.
Ovviamente la stessa cosa è possibile farla utilizzando, come scala base, le scale
minori armonica e melodica ascendente.
L'improvvisazione modale si è andata, nel tempo, perfezionando attraverso la
sperimentazione sui modi fatta dai musicisti jazz.
Così dalla stretta aderenza alle note del "modo" scelto, si è passati alla
utilizzazione di note di abbellimento e di passaggio estranee al "modo",
verticalizzando così anche il sistema modale.
Un esempio fortunato di improvvisazione modale è quella basata sulle scale
"pentatoniche", che sono scale formate da sole cinque note costruite sui modi
eliminando gli intervalli di semitono.
Altro sistema molto utilizzato nella improvvisazione modale, quello di introdurre, a
sorpresa, durante l'improvvisazione stessa, modi costruiti esattamente un tono
sopra o un tono sotto la tonalità del modo principale.
Tutte queste forme di sperimentazione sui modi hanno portato l'improvvisazione
jazz verso forme lessicali ed espressive più libere, sino ad essere completamente
svincolate da qualsiasi struttura e forma, con il free jazz.
L'improvvisazione modale, inoltre, ha avuto una profonda influenza sul sistema
free jazz
Intendersi esattamente sul significato di free jazz non è certamente cosa semplice.
Lo stile free nasce dall'esigenza dei musicisti di sviluppare la propria creatività
improvvisando al di fuori di ogni schema concettuale ed è, per questo, più un
movimento "filosofico" e di "idee" che uno stile musicale vero e proprio.
Così i modi espressivi legati al free jazz sono i più diversi, partendo, però tutti dal
presupposto di costruire melodie improvvisate allontanandosi, più o meno, dai
sistemi modale e tonale.
Possiamo, in tal senso, avere improvvisazioni libere su di un tema che il resto del
gruppo suona in modo "tradizionale"; improvvisazioni libere basate su una serie di
intervalli melodico/armonici predeterminati; improvvisazioni basate sulla scelta
predeterminata di scale sulle quali costruire linee melodiche estremamente
verticalizzate, al di fuori di qualsiasi contesto strutturale.