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posta dalla pluralità di istituzioni sociali e I'esigenza di costruire autono-
mamente un tempo individuale dotato di senso nell'ambito di un progetto
di vital0.
Tempo e spazio, quindi, sono stati sempre punti di osservazioni privile-
gratí per interpretare i mutamenti della società e in particolare de11a rclazra-
ne tra individuo e sottosistemi sociali. Infatti. la riflessione sociologica sul-
le dimensione spazio-temporale è nata agli albori della sociologia
all'interno della scuola francese di inizio secolo.
Nell' "Introduzione" a Les formes élémentaires de la vie religieuse,
Emile Durkheim sostiene che la possibilità di costruire un feoria sociale
de1la conoscenza dipende dall'individuazione di alcune categcrie fonda-
mentali:
"Alln hase dei noslri giudízi esiste un celto numero di no,zioni essenzíali
che dominano Íutta la nosfra vila inÍelleltuale; sono quelle che í filosofi,
da Arí,glotele in poi, chiamano le calegorie dell'intelletto- le nozíani clí
Íempo, dí spctzio, di genere, dí nuwera, di causa (...) Esse corrispondono
alie proprietà più universali delle cose, racchiudendo saldamenle il pen-
siero; questo non sew.hra polerne fare e mew) senza distrztggersi, perché
non possiamo pensnre aggefii che non siano collocali nel tewpo e nello
. ,,1l
spLtzlo...
'n Cf.., R. Bartoletti, Tempo e lavoro nelkt ,società postixcÌusniale,, Franco Angeli E-
ditore,1998.
" C&., E. Durlcheim, Le.fitrme elemenÍari deÌla vitn religiosa, trad. it., Mitano, 1971,
p.l 1.
18
presentazione a priorit:, Durkheim sostiene che le regioni in cui si sucldivi-
de lo spazio occupato dagli uomini sono esclusivamente di origine sociale.
Così l'organizzazíane sociale diviene il modello dell'otganizzazione spa-
ziale, che ne costituisce quasi la copia. Per esempio, la distribuzione circo-
lare delle tende degli indiani d'America o degli indigeni australiani delimi-
ta uno spazio che è la rappresentazione stessa della tribù; lo stesso avviene
per gli indiani Zuni, suddivisi in sette quafiieri, ognuno dei quali simbcleg-
gia I'appartefienza ad un clan.
La letteratura sociologica sul tempo e sullo spazio rlela come questa
disciplina abbia dedicato una grande attenzione alla dimensione sociale di
questi elementi, utihzzandoli spesso cr:me vaiidi indicatori per lo studio dei
mutamenti avvenuti nel passaggio da11e società tradizionali alle società in-
dustriali e postindustriali.
Stephen Kern ha dimostrato come già le invenzioni, succedufesi tra la
fine dell'800 e 7'irnzia del '900. abbiano cominciato a îasfr>tmate i concetti
di spazio e tempo:
"Nel periodo che va dsl allo scoppio della prima guerra mondiale
1880
una serie di radicali camhiamentí nella Íecnologict e nella cultura creò
nuo,-i, caraÍterislici modí di pensare e di esperire lo spazio e il tempo.
Innovazioni Íecnologiche che comprendano il telefono, la radiolelevi-
sione, í raggi X, il cinema, la bicicletÍct, l'automohile e l'cteroplano po-
sero il fondamenlo maferíctle per queslo nuovo orienlamenlo; svíluppí
cukuroli inclípendenli qzrali il romanzo del "flusso di coscienza", la psî'
coanalîsi, il cuhismo e la teoria della relalivilò plasmarono direltamen-
te la coscienza: il risulÍato fu una Írasformozione delle dimensiani della
vifa e de! pensiero."
't Cf.., I. Kanî., C'ritica della ragion pura, ttad. it., Milano, 1976.
t9
derrzana esistenze legate a periodici ritorni. È un tempo profondamente col-
iettirro, concfeto, "compatto"li.
Ai contrario, nella società industriale. al progetto di produzione agricola
fondato sull'attesa, si sostituisce la logica della macchina e il lempo índu-
sn'irúe diventa un ternpo ritmico, scandito da orari di lavoro ruzionahz,z,ati.
puntuali e monotoni. Le società industriali hanno così sottomesso le tempo-
ralità cicliche, integrandole nel proprio tempo lineare, ftammentato ria
scansioni artificialmente introdotte. I riti legati alle tradizioni \ianno, infatti.
visti come irmzione del tempo ciclico in quello lineare.
Per quanto riguarda la dimensione spaziale, espressione tipica
dell'industrializzazione è i1 processo di "addensamento" che ha modificato
il consumo dello spazio: al concetto dr spazio rurale, spazio vasto, per al-
cuni versi accessibile, lo spctzio urhano rigidamente circoscritto. edificato e
abitabile. introduce una relativa omogeneità spezzata con uiì taglio rigido
dalle fabbriche e da una trama densa e complessa di simboli. Questi ultimi
segnano i punti di rif-erimento per ì'individuo lungo f itinerario che daila
ca,rttlo conduce al posto di lavoro. La labbrica, realtà tecnica e ,spazío fun-
zionale, è un percorso parallelo a quello della casa, luogo privilegiato e
"spazio f-elice"la. sp:rzio umanizzato perché interno a1 quaclro familiare do-
ve si vivono i momenti esclusivi della solidarietà e delf intimità.
Nella società postindustriale tutti i punti di riferimenlo dell'epoca pre-
cedente si indeboliscono e vengono tendenzialmente meno; si disarrticoia la
produzione di qualsiasi bene in quanto le sue componenti (e le ricerche per
idearle e produrJe) sono frutto del1'attività di soggetti e di unità produttive
diverse" variamente distribuite nello spazio e nel tempo, e ricomposte via
via in maniera diversa.
L'irnmagine della società contemporaneà, postindustriale, e della collo-
cazione dell'individuo nel suo contesto risulta, quindi, molto più complessa
rispetto ai passato, tanto diversa da quella olferta dalla società industriale e
da quella, ancora precedente, delle epoche ruraii e mercantili.
In particolare, il tempo di lavoro rnfluenza sempre meno la vita sociale
dell'individuo ed i relativi tempi; aumenta la compenetrazione tra attività
20
produttive e riproduttive. I tempi della vita possono on reagbe sui tempi
del lavoro e possono costruire e sviluppare più liberamente i propri percorsi
manipolando i vincoli che il lavoro prima imponeva in maniera rigida.
Mentre la società industriale produceva soprattutto mezzi di produzio-
ne, beni consumabili e capitale (sfruttando soprattutto la continuità dei bi-
sogni e dei corrispcndenti processi produttivi), la società postindustriale
genera soprattutto conoscenza, gestione di sistemi, capacità di provocare e
gestire i I cambiamento.
Cohen riassume così il suo punto di vista:
" chiunque inizia Ia propritt carriertt alla Atlicrosoft non ha la henché mi-
nítna ides cli dove la concluderà. Chiunque iniziatta la propria carriera
alla Ford o alla Renault, poteva essere pralicamenle cerlo che I'avrehhe
conclztsa lì. "i5
"A prima visÍa nienle sembra essere più banale del fatto di asserire che
l'aftívílà socíqle si sviluppa nel lempo e nello spazio. Ma nessun Íem])o o
spazio sona sfatj incorporati al cenlro di una teoria socíale; piuÍlosto srs-
no dí solito consideralí cowe 'conclizíoni amhientalí' (envíronments) nelle
quali Ict condoÍlct socicile si svolge."
(Giddens, 1979)
i5
Cfr., D. Cohen, Richesse du monde, pauvretés des nationg. Paris, 1997.
2t
A tal proposito Giddens parla, in The Con,stitution of Society, de1 con-
cetto di ordine fattuale, defrnita come i1 modo in cui i tessuti sociali tesso-
no insieme spazio e tempo. Da qui 1a sua teoria sulla stnúlut'azione, defini-
ta come il costituirsi delle relazioni sociali attraverso il tempo e 1c spazio in
virtù della "dualità della struttura". Quest'ultimo concetto esprime la dialet-
tica azionelstruttura ed è rif-erito al fatto che le proprietà strutturali dei si-
stemi sociali sono contemporaneamente il mediunt e il risultato delle prati-
che che essi organizzano. La struttura ha dunque questa duplice dimensione
di limite e di risorsa per le pratiche sociali.
All'interno della prospettiva giddensiana spazio e tempo sono lo stru-
mento fondamentale attraverso cui la struttura si costituisce nell'azione, en-
tmndo atar pafie dei meccanismi di funzionamento dei sistemi sociali.
Nelle società tradizionali spazio e tempo coincidono perché la vita so-
ciale è dominata dalla presenza. La separazione dello spazio dal tempo è,
secondo Giddens, un meccanismo cruciale per 1a dinamica delia modemità.
Essa dà r'ita al processo dí disentheddíng attraverso cui le relazioni sociali
si sganciano dai contesti locali di interazione e si ristrutturano attraverso
ampiezze indefinite di spazio-tempo. L'autore studia due meccanismi fon-
damentali che producono il processo dr disemhedding:
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Nell'era della simultaneità e dei nuovi spazi virtuali è infatti riemerso il
dibattito sul rapporto spazio-tempo portato avantt nelle epoche precedenti.
Numerosi sono i contributi che la letteratura offre a riguardo. Primo fra
tutti bisogna ricordare 1'autore de L'architettura dell'intelligenza,Derrick
De Kerckhove.
In uno dei suoi ultimi 1avori16, il discepolo di Mcl-uhan, che oggi dirige
ll McLwhcn Program in Culture & Technolo,g; all'Università di Toronto, dà
1a sua opinione circa i cambiamenti inten'enuti negli ultimi anni con
1'avvento dell'era di internet.
Derrick de Kerckhove inizta da una riflessione sull'undici settembre
2001. Nel tempo intercorso fra i1 crollo deile due torri, grazie al live televi-
sivo, si è verificato un riconoscimento coliettivo di un cambiamento psico-
logico irreversibile, legato in primo luogo alla diversa percezione dello
spazio-tempo. Questo cambio di scala, questa nuova globalità, questa di-
veffia percezione del tempo, è stato indotto dagli scenari mediali. De Ker-
ckhove ripercorre la vicenda della percezione del tempo in relazione alle
diverse tecnologie dell'Occidente. Prima 1'alfabeto, con la sua prospettiva, e
ora i media eletfronici, con la loro realtà virtuale. L'alfabeto, dai greci in
poi, ha determinato la separazione dello spazio dal ternpo e ciò, attraverso
la prospettiv a, fi,glia dello stesso aifabeto,
r'
De Kerckhove, Dertick (a cura di), La conquista del tempo. Socieîà e democrazia
f
23
di colonie umane geograficamente molto lontane le une dalle altre.
L'opinione pubblica e l'azione politica di paesi molto diversi tra loro si
trovano quindi sernpre più a dover fronteggiare problemi che travalicano
ampiamente i confini nazionali.
Si potrebbe quindi parlare, come suggerito da Har\,ey, di compres,rione
lt
spazío temparale .
t1
L'acceletazione dei processi di ct:mpressione spazio-temporale ha avuto, negli u1-
timi vent'anni, un effetto disorientante e dirompenie ne1la vita sociale.
Nel campo del consumo questi processi hanno prodotto aicuni sviiuppi di particolare
irnportanza. In primo luogo la mobilitazione della moda nei mercati di massa, che ha per-
messo di accelerare il ritmo dei consumo un po' in nitti i settori. In secondo luogo si è pas-
sati dal consumo dei beni a1 eonsumo dei servizi, che hanno un ciclo di vita molto breve
(visitt ad un museo, partecipazione ad un corcerfo, visione di un film).
Una delle conseguenze di questa accelerazione è i'accentuazione della fìggevolezza e
caducità delle mode, dei prodotti, de11e tecniche di produzione, delle ideologie, dei valori,
delle pratiche. La gestione deila volatilità e delia fuggevolezza rendono difficile il mante-
nimento di ogni senso di continuità. Gli adeguamenti spaziali non sono stati meno trauma-
tici. I sistemi di comunicazione via satellite messi in opera a partire dall'lnizio degli anni
70 hanno reso il costo unitario e il tempo della comunicazione indipendenti dalla distanza.
r8
Vecli K. Ohmae, Il conîinenfe invisihile, Fazi editore, 2001 (2000). Il continente il-
visibile è una conseguenza della glabalizzazione che, eliminando gli Stati-Nazione, crea
un nuovo spazio senza confini. Questo nuovo continente è costitriita da pírzîlafrnme reali
che hanno sostituito i vecchi standard dell'era industriale (ferrovie, protocolli delle tele-
comunicazioni, ecc). La lingua inglese, le carte di credito e i sistemi Microscft/Windows
sono le piÌr irnportantipiattaforme. In questo nuovo ambiente esiste una nuova categoria di
individui, ipro-sumer, al contempo produttori e consumatori di beni e servizi.
aA
LA
Il nuovo soggetto partecipa ad una "democrazia connettiva", secondo la
definizione che Vincenzo Vita fornisce sulla scorta del concetto di intellí-
genza connetlivale elaborato da De Kerckhove2o:
"Le istituzioni conneÍfive sono tluelle che danna accesso alla memoria
colleÍtivct e all'intelligenza on line. Sono tsuelle che sanno usare la reÍe e
si rislruÍturano secondo il ternpo della reÍe. Lo Slato può diveníre comuni-
Íà, assumere la simultaneítù come carallerísÍicu salienle."
'n Itr D" Kerckhove i1 concetto di intelligenza connettiva trae ispirazione da quello di
'intelligenza collettiva'di Levy, e solo in un secondo ternpo si distingue concettualmente
caratferizzandosi nel1a pratica direila del concetto di ìnteiligenza collettiva'.
20
De Kercichove, L'intelligenza conneÍtiva. Bologna, I999.
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re localmente con una prospettiva globale e di essere globalmente efficaci
ne1le prospettive sia glcbali che lccali.
Pierre Lévy21parla, invece, di un'epoca in cui 1a principale mutazione
dello stafo de1le cose è quella dell'essere tornati nomadi. Tuttavia. 1o spazio
del nuovo nomadismo non è il territorio geogralico, né quello del1e istitu-
zioní o degli stati: è uno spazio invisibile delle conoscenze, delle potenzia-
lità del pensiero, spazio qualitativo, dinamico. vivente, dell'umanità che sta
inventando il proprio mondo. Potremmo definirlo spazio del sapere. Esso si
caratteizza per la velocità di evoluzione della conoscenza, la comparsa di
nuovi strumenti (quelli del cyberspazío') in grado di far apparire paesaggi
inediti, identità specifiche, nuove figure storico-sociali.
Lévy ci prcsenta poi il cyberspazio: urbanistica ncmade, ingegneria in-
formatica, genio civile dello spazio de1 sapere. Porta con sé modalità di
percezione, sentimento, ricordo, lavoro, gioco, socialità. E un architettura
dell'intemo, la cui pianificazione è uno dei principali traguardi estetici e
politici.
Gli architetti e gli urbanisti classici contribuiscono a creare l'ambiente
materiale, pratico e persino simbolico dei gruppi umani. Allo stesso modo,
i committenti, gli ideatori e gli ingegneri del cyberspazio contribuiscono a
creare gli ambienti di pensiero (sistemi di segni, tecnologie infellettuali), di
percezione (interfacce), dí azione (telelavoro, teleoperazioni) e di cornuni-
cazione (dfuitti di accesso, politiche taritfarie) che struttureranno in larga
misura le evoluzioni sociali e culfurali.
Una volta che è possibile coprire le distanze con la velocità dei segnali
elettronici, il tempo non è più 1a strada da lare per conseguire certe cose e
dunque non conferisce alcun valore a1lo spazio. E infatti noto come la quasi
istantaneità della nostra epoca ne inauguri una progressiva diminuzione del
valore.
È Oifficite prevedere come l'uomo reagirà a questa svahÍazione dello
,tpczio. Per una visione sul modo in cui il rappofio spazio-tempo verrà visto
t' Pierre Lévy, L'intelligettza collettiva. Per wn'antropologia del cyherspazlo, Feltri-
ne1li, Milano, 1998.
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nel futuro, ci possono aiulare le avanguardie artistiche e in particolare
I' architettura, disciplina "madre" dell' organiz zazrone dello spazio.
Alla perdita di senso 1'architettura postmodema ha reagito rivalutando
il simbolo attravemo la "semantizzazlone" degli spazi dotandoli, con nuove
forme, di un nuor,o senso, generando un'architettura della comunicazione,
un'architettura deli'immagine, per una civiltà delf immagine.
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