Anda di halaman 1dari 1

SECOLO D’ITALIA 5

[ ]
DOMENICA 20 FEBBRAIO 2011
KUANDO FINISCE
UN’EPOKEN

I bunker sono stati utili solo per prolungare cupe agonie. In ogni caso hanno segnato “fisicamente” la fine di un’epoca

DAL FORTINO DI ARCORE,


PARTE LA CACCIA ALL’UOMO.
TARGET: GIANFRANCO FINI
◆ Federica Colonna sionata vicinanza delle persone che sembrano man- di uno Stato, decisionale in quello di un leader. Il pa-
care al premier, un uomo solo, abbarbicato in una ragone con Berlusconi è presto fatto: porre la fiducia
difesa suicida della propria leadership. A legare in- a oltranza, mostrare i muscoli di una maggioranza

F
inire nel bunker della difesa a oltranza è tipi-
co dei leader che hanno più a cuore la propria sieme il leader e la piazza ci sono solo pallidi son- claudicante per prendere una qualunque decisione,
parabola piuttosto che le sorti del proprio pae- daggi, percentuali utili, quando va bene, a rassicu- è una conseguenza della psicologia da bunker.
se. I bunker, però, non sono mai serviti davvero al- rare il capo più che a stimolarlo. Berlusconi è chiu- Persino certi usi del premier ne dimostrano l’at-
lo scopo protettivo: spesso, invece, si sono trasfor- so in un fortino ideale nel quale s’è rifugiato volon- tuale fragilità, la mentalità da hikikomori. Un se-
mati in una tomba. In certi casi sono diventati una tariamente, come gli hikikomori giapponesi: i reclu- gnale evidente è dato dall’incapacità di discernere
trappola per topi: Pol Pot non fu ucciso dai nemici, si volontari, che decidono di rinchiudersi nelle pro- tra le persone di fiducia e quelle che non lo sono,
ma dalla malaria contratta nella grotta scelta come prie stanze con l’intento di fuggire della realtà. Il una competenza di cui un leader non può fare a me-
impenetrabile tana, Hitler si suicidò nel salottino “presidente operaio”, insomma, è finito per diventa- no perché determinante nella composizione della
costruito a 12 metri di profondità. Altre volte, inve- re il “presidente hikikomori”. propria squadra. Berlusconi non distingue più tra
ce, i bunker sono stati utili solo per prolungare cu- A determinare la psicologia del bunker sono due gli amici, quelli che per davvero e in modo sincero
pe agonie. In ogni caso hanno segnato “fisicamente” motivi psicologici che impediscono di abbandonare il hanno a cuore le sue sorti, e hanno, per la stessa in-
la fine di un’epoca. percorso verso l’isolamento: un senso di superiorità tima ragione, persino il coraggio di criticarlo, e i ne-
Il meccanismo si ripete col tramonto del berlusco- e uno di paura insieme. Il primo atteggiamento è ti- mici, che lo blandiscono. Tra i primi si può anno-
nismo: il premier si è tappato nel bunker narrativo pico della personalità di Berlusconi, ci sono prove verare Giuliano Ferrara che ha deciso di offrire
della vittoria personale, costi quel costi, anche il fu- evidenti nel linguaggio che ha sempre adottato. Il soccorso intellettuale al premier proprio nel mo-
turo prossimo del paese. Al di fuori, tutti nemici. Con Rialzati Italia!, con l’implicito «perché io ti prendo mento più delicato delle sue vicende personali e
il nemico numero uno Gianfranco Fini reo di aver per mano e ti tiro su», il miracolo italiano, il ghe pen- pubbliche. Il direttore de Il Foglio ha provato a ri-
avuto il coraggio di ribellarsi. È per questo che dalle si mi, il coretto «meno male che Silvio c’è»: sono tut-
sue postazioni di guerra, l’uomo di Arcore ordina ai te spie lessicali del grande io dell’uomo, un supereroe
suoi fedelissimi la caccia all’uomo nei confronti del senza macchia e senza paura che non può entrare in Porre la fiducia a oltranza,
presidente della Camera. La metafora del bunker è crisi. Nemmeno quando la macchia è evidente.
calzante per descrivere l’agonia politica non solo di Il secondo sintomo della psicologia del bunker è mostrare i muscoli
Silvio Berlusconi ma della cultura che ha incarnato, la paura. Nel caso di Berlusconi non si tratta tanto di una maggioranza claudicante
dell’idea di Italia di cui è stato portavoce e fautore. Il del timore delle battaglie legali che dovrebbe in- trovare un nemico a tutti i costi:
berlusconismo è, infatti, l’abbraccio caldo con la fol- gaggiare una volta divenuto cittadino comune. A
spaventarlo è proprio la dicitura cittadino comune,
è l’ultima conseguenza
la, la prossimità strapaesana, la comprensione fur-
besca. Oggi sono proprio quel calore e quell’appas- un epitaffio sulla tomba della sua vanità politica. della psicologia da bunker
Berlusconi teme di perdere Berlusconi: non accet-
ta di non essere più l’uomo brillante, dal sorriso
compiaciuto, dall’ottimismo inossidabile. Un Silvio focalizzare l’agenda berlusconiana sui temi del-
Berlusconi sconfitto sul piano personale è l’antite- l’economia, sui fatti del paese. L’elefantino ha fir-
si del berlusconismo, rappresenta la disfatta del mato un’operazione di riposizionamento politico
leader che siamo abituati a conoscere, amato, pri- per dare di nuovo lustro all’uomo nudo, spogliato
mo tra i primi. Peggio della sconfitta politica per il dell’autorevolezza istituzionale. Il tentativo avreb-
premier c’è quella personale. be dovuto essere l’incipit di un nuovo percorso,
Bernard-Henri Levy ha analizzato le conseguenze complicato ma possibile da intraprendere. Invece
della psicologia da bunker che sono sempre le stesse è stata un’iniziativa sporadica: sui consigli del-
per chiunque le adotti, sia esso un individuo singolo l’amico hanno prevalso quelli dei vari Cicchitto e
oppure un soggetto collettivo, come uno Stato. Levy Santanchè che, appena possibile, riportano l’agen-
ne parla, per esempio, a proposito di Israele. Il filo- da sul piano della difesa personale del capo. Tra-
sofo scrive che lo stato d’animo della leadership di scinano costantemente Berlusconi nel girone della
Israele secondo cui «il mondo non ci capisce» e «ci volgarità. Berlusconi si fida dei vari “cicchettismi”
condanna se facciamo qualcosa e ci condanna se non e cosi resta vittima di un abbaglio penalizzante.
la facciamo, quindi faremo semplicemente ciò che Ecco la trappola per topi dell’attuale racconto
vogliamo» ha raggiunto il livello di quello che lui berlusconiano: negare la propria debolezza accu-
chiama autismo politico. Si concretizza, in fondo, sando altri, come la magistratura, i truffaldini di
nell’assenza del dialogo e nell’esaltazione della pro- palazzo, delle proprie manchevolezze. Eppure la
pria potenza muscolare, fisica. Amos Oz, inoltre, in massima dei supereroi, in cui Berlusconi dovreb-
un articolo sul New York Timesattribuisce le cause be riconoscersi, è un’altra: «A grandi poteri corri-
dell’autismo politico proprio all’incapacità di rico- spondono grandi responsabilità». Anche quella di
noscere i limiti della propria forza. Militare, nel caso uscire dal bunker e fare un passo indietro.

Anda mungkin juga menyukai