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Povero Padre Pio!

Trovandomi in vacanza in una zona abbastanza vicina a S. Giovanni Rotondo ho deciso, come ogni
anno, di recarmi con mia moglie ed alcuni amici a S. Giovanni Rotondo per venerare Padre Pio e
a Monte S. Angelo per venerare S. Michele Arcangelo. Sapevamo che quest’anno le spoglie di
Padre Pio erano esposte alla venerazione dei fedeli previa prenotazione. Sinceramente questa
temporanea esposizione ci ha lasciati perplessi dato che non presentava le caratteristiche di santi
come ad esempio santa Bernadette il cui corpo completamente incorrotto è sempre visibile a Nevers
quale dimostrazione di un singolare intervento divino. Padre Pio, che è un gigante di santità, la cui
vita è trascorsa circondata da innumerevoli prodigi, ha dovuto essere “restaurato” nella parte del
viso e di conseguenza non aveva, a mio modesto parere, alcun senso esporlo alla venerazione dei
fedeli per un certo periodo. Qualcuno attribuisce questa volontà ad un desiderio di stimolare i
pellegrinaggi che, dopo il boom iniziale e qualche scandalo economico, si erano un po’ infiacchiti.
Molti “fedeli” probabilmente pensavano che bastava recarsi sulla tomba di Padre Pio per ottenere
“magicamente” la risposta ai loro problemi, dimenticando o ignorando che Padre Pio
evangelicamente stimolava alla preghiera, soprattutto del Santo Rosario, per ottenere le grazie. Lui
non riceveva normalmente le persone in qualche salottino come usano molti prelati moderni, ma nel
confessionale. “Pretendeva” la pulizia dell’anima prima di ottenere le grazie.

Ciò premesso avevamo deciso, non avendo effettuato la prenotazione, di recarci nella parte vecchia
del convento, che è anche santuario mariano, per pregare il santo frate. In tale chiesetta è presente il
confessionale in cui Padre Pio per ore ed ore accoglieva i fedeli ed è un luogo di forte spiritualità, in
cui si avverte la “presenza” di San Pio. Con amara sorpresa abbiamo constatato che la chiesetta era
adibita ad esclusivo passaggio per quanti aveva prenotato la visita alle spoglie di Padre Pio. Non era
quindi possibile sostare nella medesima per pregare o partecipare a qualche messa. Un assurdo in
quanto il passaggio consueto per recarsi sulla tomba del frate era posizionato in altra parte del
convento. Ci siamo quindi dovuti spostare nella chiesa grande del convento dove abbiamo assistito
ad una messa in francese. Quella in italiano era prevista alle ore 11,30 nella nuova chiesa; quella
delle polemiche in quanto, secondo un dettagliato studio dell’ing. Adessa
http://www.chiesaviva.com/381padrepiop1.htm , opera massonica.

Ciò premesso ci domandiamo:

1) Era proprio necessario escludere per mesi la devozione a Padre Pio nella chiesetta in cui il
santo frate ha svolto in maniera esemplare il suo compito (ed in cui si avverte la sua
presenza) per consentire il passaggio dei pellegrini che desiderano venerare le sue spoglie?

2) Non era possibile utilizzare un altro passaggio, ad esempio il consueto?

3) Non era possibile prevedere la celebrazione frequente delle messe in italiano nell’altra
chiesa del convento senza “costringere” i pellegrini a recarsi nella discussa chiesa nuova?

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