Quindicinale - 1 aprile 2011 - Anno 21 - Numero 4
Ducato on line: ifg.uniurb.it
il Ducato
Gli abitanti dentro le mura passati da tremila a mille in 40 anni
Patto per la rinascita del centro
Distribuzione gratuita Poste Italiane Spa-Spedizione in a.p. - 70% - DCB Pesaro
L’appello del Sindaco: “Dateci le idee per fermare lo spopolamento della città”
Lo spopolamento del centro
continua e l’amministrazione
chiede ai cittadini di proporre
idee da inserire nel piano strate-
gico. Questa l’iniziativa del sin-
daco Franco Corbucci per fare
rivivere il cuore della città duca-
le.
Le amministrazioni comunali
hanno cercato di tamponare il
fenomeno con varie iniziative
quali la ristrutturazione di
Palazzo Riviera adibito a resi-
denza pubblica e incentivi per
le botteghe del centro.
Secondo il Sindaco c’è però
bisogno di idee più fresche.
L’associazione “Insieme per
Urbino” propone un confronto
tra amministrazione, università
e territorio per la creazione di
una rete di microattività che
operino tra turismo e cultura.
Ma i cittadini si muovono anche
attraverso Facebook ed è previ-
sta per il 23 aprile una manife-
stazione in piazza per “salvare la
città”. “È ora di risvegliare l’or-
goglio urbinate e uscire dall’im-
mobilismo”, spiegano gli orga-
nizzatori della protesta.
Vittorio Emiliani, giornalista ed
ex urbinate: “Non si risolve la
situazione con i centri commer-
ciali, bisogna seguire esempi
nazionali per incentivare le gio-
vani coppie ad abitare in cen-
tro”.
a pagina 5
A
ppena si comincia a sentire
odore di elezioni tornano di
moda bavagli, bavaglini e
bavaglietti. Insomma, c’è sempre
chi ha pronta la soluzione per com-
battere la faziosità che, tradotto in
parole povere, significa zittire le voci
scomode. Naturalmente i nuovi
censori professano un solo e unico
fine legittimo e meritorio: l’obiettivi-
tà, la correttezza e la completezza
dell’informazione, il pluralismo, la
verità dei fatti. Alcune settimane fa
un parlamentare Pdl (il senatore
Alessio Butti) ha proposto l’alter-
nanza dei conduttori nelle trasmis-
sioni Rai: una settimana Santoro,
l’altra Vespa; Floris contrapposto a
Paragone e via di seguito.
L’informazione come lo smog: a tar-
ghe alterne per evitare che dosi
eccessive… nuocciano alla salute.
Già la sola proposta è offensiva. Vuol
dire che Santoro, Vespa, Floris,
Paragone ecc. sono giornalisti di
parte, schierati, asserviti a un padro-
ne (pardon: all’editore di riferimen-
to)? Per carità, gli schieramenti e le
tessere di partito non c’entrano, solo
una “diversa formazione culturale”!
Sarà un modo più elegante, ma
sempre di faziosità si tratta. Tanto
che, proposta ancora più recente,
Periodico dell’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino
Inchiesta
Piano De Carlo:
tutte le opere
incompiute
Che cosa è cambiato in città
negli ultimi vent’anni? E come
è cambiato? Dalla ferrovia alla
mancanza di parcheggi, dai
Da Mohamed a Zineb, ecco gli Urbinati di domani centri commerciali alla crisi
dell’artigianato, sono molte le
questioni ancora irrisolte.
Abbiamo confrontato passato,
presente e futuro della città
ducale.
alle pagine 2 e 3
Economia
Veri ricchi
e falsi poveri
In città, il reddito medio è di
circa 22mila euro. Una cifra che
non convince la Cgil: “Qui non
si tiene conto di altri introiti che
sono facilmente occultabili,
come gli affitti in nero. I liberi
professionisti possono ricorrere
alle agevolazioni: insomma,
pagano sempre i soliti”.
a pagina 6
Università
ono circa il 20 per cento gli studenti stranieri nelle scuole dell’obbligo dei comuni di
S Urbino e Fermignano.La maggior parte si concentra nelle frazioni e nelle aree industria- Quanto costa
li. E sono proprio i bambini il fulcro dell’integrazione tra Urbinati e cittadini stranieri. Grazie
alle numerose iniziative scolastiche che aiutano l’incontro tra ragazzi di diversa provenien- studiare
za, anche gli adulti imparano a convivere con la multiculturalità. a pagina 4
alla Carlo Bo
Per laurearsi a Urbino ci voglio-
L’EDITORIALE no dai seicento ai mille euro
mensili. Aumenta il costo delle
strumentale, tendenzioso, disposto tasse universitarie e, in genera-
a barattare l’onestà con la conve-
Il trionfo della faziosità nienza. La faziosità, coltivata con
passione, raggiunge livelli impen-
sabili.
le, dei beni di prima necessità,
mentre il prezzo degli affitti
non varia. Viaggio nelle tasche
degli studenti dell’Ateneo
Vanno bene le opinioni, ma i dati,
e la voglia di bavaglio almeno quelli, non sono né di destra
né di sinistra. Un buon giornalista le
notizie non le nasconde, ma le pub-
ducale.
a pagina 12
blica. I politici vorrebbero che i gior-
nella Commissione malafede politica- nalisti fossero “camerieri dell’infor-
di vigilanza Rai, Pdl Agli eccessi mente orientata. mazione” che non abbiano dubbi di
e Lega hanno chie-
di alcuni L’ i n f o r m a z i o n e fronte al dissidio interiore fra corag- Sport
sto di equiparare i diventa spettacolo, gio e paura, tra coscienza e opportu-
programmi di chiacchiericcio nismo.
informazione alle
tribune elettorali. Il
giornalisti non senza costrutto,
ipocrisia che
Alla faziosità non si risponde con
altra faziosità. Nell’Italia delle fazio-
I nuovi talenti
che vuol dire bloc- si risponde nasconde la ni armate c’è anche chi sostiene che
del calcio locale
care Annozero, sostanza delle cose. il giornalista più affidabile è quello
Porta a Porta, con la censura Un difetto cronico, consapevolmente fazioso, perché la
consapevolezza gli detta la deonto-
Ballarò, ecc. insomma, che si è Sognano la serie A gli oltre 500
Obiezione: ma non
è dal confronto
ma con la pericolosamente
acuito nel tempo.
logia. In ogni caso la soluzione non è
chiudere la bocca a Santoro e Floris
ragazzi che si allenano nel
Montefeltro. Ma le ambizioni
delle idee che il cit-
tadino può matu-
deontologia Alla Scuola di gior-
nalismo si insegna
o riequilibrare la “faziosità” con
Ferrara o Sgarbi. Semmai affidare le
sono spesso limitate dalla man-
canza di strutture e investi-
rare i propri con- che il primo obiet- trasmissioni a giornalisti professio-
menti. Parla Marco Smacchia,
vincimenti? Certo, ma alla faziosità tivo è la “ricerca della verità”, senza nalmente bravi. E la bravura la stabi-
responsabile del Milan Junior
bisogna mettere un freno. E l’unico posizioni precostituite e pregiudizi. lisce il pubblico e il successo delle
Camp e osservatore dei settori
freno efficace, per questi signori, è il Ciò è possibile attraverso la verifica trasmissioni, non il politico. Aveva
giovanili.
bavaglio. La stampa nostrana – delle fonti e dando voce a tutte le proprio ragione Leo Longanesi a
dicono – è affetta da una pericolosa parti in causa. È invece convinzio- proposito di libertà di stampa: “Non
a pagina 14
“sindrome da tabloid”, scivola lungo ne comune che il giornalismo di è la libertà che manca, mancano gli
una deriva scandalistica e dalla oggi sia l’altra gamba della politica: uomini liberi”.
 il Ducato
Il piano regolatore del 1990 poneva molti obiettivi ambiziosi
Da vent’anni alla ricerca
della perfetta“città ideale”
Da allora diversi progetti sono rimasti solo sogni, mentre altri sono stati realizzati
PAOLA ROSA ADRAGNA
SILVIA BALDINI
NADIA FERRIGO
M
arzo 1991.
L’architetto
Giancarlo
De Carlo
parla al
Ducato del
progetto ‘Duemila’. La metro-
politana corre sui binari,
attraversa le antiche gallerie e
si ferma a un passo dal cen-
tro. Una perla immersa nel
verde, coronata da un pae-
saggio godibile dalle mura
rinascimentali. Per le vie del
centro, libere dalle auto, pas-
seggiano fianco a fianco stu-
denti e professori.
Chiacchierano, si siedono al
tavolino di un caffè, mentre
una comitiva di turisti pas-
seggia con il naso all’insù.
Una piccola Oxford, sede pre-
stigiosa di corsi universitari
specializzati. Di sera, la citta-
dinanza si ritrova insieme
agli studenti nei collegi, sulle
colline. Un teatro, un cinema,
un grande spa-
zio dove nasco-
no nuovi pro-
I piani ci
getti. Non è un
sogno, ma lo sono ma
spirito che
guida il piano è difficile
regolatore della
città di Urbino. realizzarli per
Ideato da De
Carlo e Paolo la natura
Spada nel ‘90,
venne approva- dualistica
to dalla provin-
cia di Pesaro della città
quattro anni
dopo. Anche se con alcune
varianti, è lo stesso di oggi.
Dopo un lungo viaggio in bus
da Pesaro o mentre si cerca
un parcheggio nell’affollatis-
sima piazza Mercatale, però,
sorge spontanea una doman-
da: cosa è cambiato? O
meglio, qualcosa, in questi
vent’anni, è cambiato? Erano
diversi gli elementi cardine
del piano: su tutti primeggia-
vano la salvaguardia del pae-
saggio e il potenziamento del
settore agricolo. Non biso-
gnava puntare su coltivazioni
di massa ma su una produ-
zione di qualità, adatta a un
mercato di nicchia quale
quello del territorio. “Il pro-
blema è che in vent’anni,
nonostante i buoni propositi,
non si è sviluppata una forte
struttura imprenditoriale nel
settore del biologico - dice
Paolo Spada, co-autore del
Piano regolatore - e oggi
andrebbe stimolata la cresci-
ta di politiche agricole di
filiera”.
De Carlo aveva a cuore anche
2
l’Università, fulcro della città
e della sua economia. Doveva
essere ripensata: non più un
polo di massa ma di eccellen-
za, ricco di corsi di perfezio-
namento e master, in grado di
integrarsi con la microstrut-
tura produttiva del territorio.
In vent’anni questo obiettivo
è stato raggiunto: il picco di
attivazioni si è avuto tra il
2006 e il 2007 per i master e
tra il 2007 e il 2008 per i corsi Auto.
di perfezionamento. A Mercatale resta il
L’architetto era contrario parcheggio di superficie.
anche al pendolarismo, feno- Il centro è a traffico limi-
meno diffuso negli anni ’90;
oggi sono invece solo 109 le tato, tra poco entreranno
borse Ersu assegnate a stu- in funzione le telecamere
denti pendolari, mentre
molto più alto è il numero di
quelle date a studenti fuori
sede. “Il progetto dei negozi
nei collegi per aiutare l’inte- Ferrovia.
grazione tra cittadinanza e Pista ciclabile, metropoli-
studenti, al contrario, non è tana leggera o ripristino
stato portato a compimento”,
dice Giorgio Londei, sindaco dei vecchi binari?
dell’epoca. Il ridimensiona- Le proposte sono tante,
mento del settore terziario, ma per ora nulla di fatto
altra speranza di De Carlo,
favorevole allo sviluppo arti-
gianale e all’insediamento di
piccoli nuclei dirigenziali
industriali, con- Commercio.
tinua a essere
un problema.
Nei collegi nessun nego-
“La città basa zio è mai stato aperto.
ancora la sua In costruzione il centro
economia sul commerciale del Nuovo
settore pubbli- Consorzio
co e su quello
u n i v e r s i t a r i o,
come vent’anni
fa. E’ inevitabi-
le”, dice il sinda-
co Corbucci.
A buon fine è
andato il pro-
getto del Con-
sorzio firmato dall’architetto,
che verrà terminato a breve e
consentirà una concorrenza
maggiore e l’abbassamento dei
prezzi attuali. L’ultima conqui- PARLA L’ARCHITETTO
sta di questo ventennio è stata
la chiusura del centro al traffi-
co. Mentre il parcheggio di
Porta Lavagine resta ancora un
“L’idea? Urbino come esempio
punto interrogativo, a breve
sarà completato quello di Santa
Lucia. “Ci sarà un collegamento
di moderno equilibrio edilizio”
diretto con il centro, grazie agli
ascensori. Presto partirà anche Dice la sua Paolo Spada, autore del Prg assieme a De Carlo
un servizio sperimentale di tra-
sporto pubblico. Se funzionerà
e se verrà confermato, le perso- “Un piano innovatore, che pensammo insieme a De Carlo perché Urbino
ne ripopoleranno il centro sto- potesse diventare punto di riferimento di tutta l’area circostante”. Parla così
rico, con grande beneficio delle
attività commerciali”, conclude
l’architetto Paolo Spada, co-redattore del Piano regolatore degli anni 1990-
Londei. 1994. “Volevamo farci promotori di una nuova visione dell’urbanistica, mai
Nulla di fatto, infine, per la fer- attuata prima: puntavamo tutto sul ripopolamento dei piccoli centri rurali cir-
rovia, nonostante il dibattito in
città sia aperto. Le aspettative costanti, invece che sullo sviluppo di quartieri nuovi. Non tutti i progetti sono
su Urbino sono molte, ma non stati accolti. La parte più tradizionale del piano è stata realizzata: stanno cre-
va dimenticata la sua particola- scendo adesso Fontesecca, il nuovo consorzio agrario e sono sorti quartieri
rità. Come diceva De Carlo,
questa è “una città ambiziosa verso Trasanni”.
ma dai mezzi scarsissimi, com-
misurati al numero degli abi-
tanti”.
 PRIMO PIANO

Giorgio Londei
sindaco dal 1980 al 1993
fu lui a conferire la cittadinanza
onoraria a De Carlo

“Al primo posto paesaggio e ambiente”

saggistici in Italia e nemmeno a Urbino.

“I
l piano regolatore di De Carlo puntava
tutto sulla tutela del paesaggio: in que-
gli anni a Urbino ci si pose per primi il
problema, a differenza che altrove.” Così parla
Giorgio Londei, sindaco di Urbino negli anni
della stesura del piano da parte dell’architetto.
Come arrivò De Carlo in città?
“Fu portato da Carlo Bo nel 1959 e rimase con-
sulente urbanistico fino al ’71. Quando nell’80
divenni sindaco la mia idea fu quella di ripor-
tarlo subito a Urbino poiché lo avevo incontra-
to nel 1984 e ne conoscevo il valore”.
Quando gli venne affidata la redazione del
nuovo piano regolatore?
“Nel 1990. In quell’anno riuscii nell’intento di
riportarlo a Urbino e dopo che gli fu assegnata
la cittadinanza onoraria lui iniziò a stendere il
nuovo piano”.
Quali erano i punti più importanti del progetto?
“Il nodo centrale era la difesa dell’ambiente.
All’epoca ancora non si parlava di vincoli pae-
Eppure qui se ne riuscì a porre uno ben preci-
so nell’area delle Cesane”.
Come venne tutelata quella zona?
“Non sarebbe stato più possibile costruirvi
nulla: venivano consentite solo le ristruttura-
zioni degli edifici esistenti. I 300 appartamenti
e l’albergo previsti vennero spostati nella zona
dell’ospedale e in quella della Tortorina”.
C’erano altre questioni aperte?
“La ristrutturazione delle mura in rovina. Era il
giugno del ’92 e successe quello che non dove-
va accadere: crollarono. Assieme a Carlo Bo,
rettore e senatore, riuscimmo a reperire 46
miliardi di finanziamenti e oggi le mura sono di
nuovo in piedi”.
Di cosa aveva bisogno all’epoca il centro storico?
“C’era la questione del traffico. Al tempo di De
Carlo le piazze della città erano invase dalle
macchine e si riuscirono a fare delle ordinanze
specifiche che lo limitassero”.

Franco Corbucci
sindaco in carica dal 2004
propone le nuove strategie
di integrazione al Prg del’90

“Il piano regolatore è ancora attuale”

“U
n buon piano regolatore dura
decenni. Non c’è da stupirsi che
molte delle cose annunciate non
siano ancora state realizzate del tutto.
Procediamo nella direzione indicata da De
Carlo”. Il sindaco di Urbino Franco Corbucci
spiega così il lavoro fatto nei vent’anni succes-
sivi all’intervista al Ducato nella quale De
Carlo illustrava “il domani di Urbino”.
Possiamo considerare il piano De Carlo ormai
superato?
“No, assolutamente, il piano è ancora attuale.
Industria. Università. Le opere che vedete in costruzione oggi erano
previste già allora”.
La città vive ancora Aumentano master e
Può farci qualche esempio?
attorno a università e corsi di perfezionamento. “Il nuovo centro commerciale é una delle spe-
pubblica amministrazio- Diminuiscono i pendolari ranze dell'economia della città. Si tratta di pic-
ne. Difficoltà per le e si punta sulle relazioni cole e medie strutture di vendita, che fungeran-
botteghe degli artigani internazionali no anche da calmiere degli affitti dei locali nel
centro storico”.
Anche il collegamento con scale mobili tra la
Fornace e Santa Chiara è rimasto sulla carta.
“No, lo abbiamo modificato per renderlo meno
oneroso. Abbiamo optato per la funicolare su
binario. I lavori ora sono bloccati a causa del
ritrovamento di alcuni reperti, ma vi assicuro
che riprenderanno presto”.
Nel piano importante è l’artigianato locale. Ci
sono state iniziative per sostenerlo?
“Nel 2008 sono stati messi a bando per com-
mercianti e artigiani i locali ristrutturati del
collegio Raffaello. Sono state aperte sei attivi-
tà, due delle quali destinate ad artigiani. Il
fatto è che la nostra economia si basa essen-
zialmente sul terziario”.
E per il futuro lei cosa immagina?
“Sicuramente l’internazionalizzazione dell'u-
niversità, il potenziamento del turismo, la con-
vegnistica e l’alta formazione”.
Ci sarà un nuovo piano regolatore?
“Ormai parliamo di piani strategici, fatti con la
partecipazione dell’intera comunità”.

3
 il Ducato
Studenti stranieri concentrati nelle sedi delle frazioni, pochissimi in centro

Il melting pot inizia a scuola

Gli istituti organizzano corsi di lingua e attività extrascolastiche, ma la vera integrazione si fa in classe

GIULIA FOSCHI
Nella foto grande, gli

Z
ineb, Ilyass,
M o h a m e d . alunni della scuola
Quando la mae- d’infanzia di Trasanni.
stra Marilisa chia- Nella foto piccola,
ma i suoi alunni,
sono questi i nomi l’appendiabiti dei
più ricorrenti: è la scuola d’in- bambini all’ingresso
fanzia di Trasanni, dove su 46 della scuola.
bambini solo 16 sono italiani.
Nelle scuole dell’obbligo di
Urbino e Fermignano uno
studente su cinque è straniero,
e per gli insegnanti l’integra-
zione è un lavoro quotidiano.
Molti provengono da
Macedonia, Albania e
Romania, ma la comunità più
estesa è quella marocchina.
Il primo ostacolo all’inseri-
mento degli extracomunitari
nelle classi è la lingua. “Stiamo
andando verso le seconde
generazioni, ma al momento
la maggior parte dei nostri stu-
denti stranieri è nata all’este-
ro”, spiega Daniela Tittarelli,
dirigente scolastico
dell’Istituto Comprensivo
Pascoli di Urbino. Non è diver-
sa la condizione degli allievi
nati in Italia: “I bambini arri- degli studenti, sia stranieri che come se avessero paura di per- scolastici sono abbastanza
vano senza sapere una parola italiani, come cineforum e dere la propria identità”. Il soddisfatti dei risultati finora ALUNNI STRANIERI
di italiano pur essendo nati conferenze. rapporto tra scuole e famiglie ottenuti: la maggior parte

qui, perché in famiglia parlano
solo la lingua d’origine”, rac-
conta Marilisa.
Durante il percorso scolastico
però, quasi tutti i ragazzi
riescono a imparare l’italiano
a un livello sufficiente per
poter seguire le lezioni, grazie
all’interazione con i compagni
A Fermignano, dove gli immi-
grati rappresentano il 18 per
cento della popolazione, al
progetto “Italiano Insieme”
l’Istituto Comprensivo
Bramante ha affiancato dei
corsi di prima e seconda alfa-
betizzazione. “Ci sono ragazzi
con potenzialità molto alte
straniere, soprattutto maroc-
chine, non è semplice: “Spesso
le madri non possono spostar-
si né prendere decisioni”, rac-
conta Antonio Serafini, diri-
gente scolastico dell’Istituto
Volponi di Urbino. “Bisogna
rivolgersi ai padri, che lavora-
23%
degli studenti stranieri riesce a
conseguire il diploma di scuo-
la secondaria di primo grado.
Il vero scoglio però rimane il
fenomeno dell’abbandono: a
causa della lingua, molti ven- FERMIGNANO
gono inseriti in classi inferiori ISTITUTO BRAMANTE
rispetto alla loro età. “La diffe-

di classe e ai supporti forniti
dagli istituti.
“Italiano Insieme” è un proget-
to finanziato dal Fondo
Sociale Europeo che permette
di ottenere un certificato
internazionale di conoscenza
linguistica (CILS). Ne fanno
bloccati da una limitata
padronanza della lingua italia-
na”, afferma Doriana Feduzzi,
referente intercultura dell’isti-
tuto. “Quest’anno è arrivato
un ragazzino russo bravissi-
mo: ha vinto i campionati di
matematica, ma se conoscesse
no e raramente sono disponi-
bili. In più, non tengono in
considerazione il personale
femminile”. È il caso di
Mohamed, ripreso più volte
dalle professoresse perché
indossava abiti poco adatti
all’ambiente scolastico. Il
padre si è presentato sponta-
15%
renza d’età rischia di demoti-
varli e di isolarli”, spiega il pre-
side Serafini. “Un ragazzo di
sedici anni che ripete la secon-
da media quasi sempre è diffi-
cile da recuperare”. URBINO
“La nostra sfida è fargli supe- ISTITUTO VOLPONI
rare un atteggiamento di non-
curanza verso la scuola, l’idea

parte quattro istituti compren-
sivi (Pascoli di Urbino,
Bramante di Fermignano,
Mercantini di Fossombrone,
Frank di Montecalvo in Foglia)
e il Liceo Classico Raffaello di
Urbino. Oltre ai corsi di lingua,
vengono proposte iniziative
per coinvolgere le famiglie
bene la lingua potrebbe fare
molto di più”.
Per le famiglie, i ragazzi diven-
tano col tempo un tramite tra
la loro cultura d’origine e la
società in cui vivono. “Molti
genitori -sostiene la professo-
ressa Feduzzi- hanno una
sorta di rifiuto verso l’italiano,
neamente da Serafini, evitan-
do le insegnanti, irritato da
una intromissione dal suo
punto di vista ingiustificata.
Solo dopo averne discusso col
preside ha accettato di parlar-
ne col figlio.
Nonostante le difficoltà lingui-
stiche e culturali, i dirigenti
24%
che le priorità siano altre”,
afferma la professoressa
Tittarelli. “La situazione sta
lentamente migliorando, le
famiglie e gli studenti stranieri URBINO
stanno gradualmente inizian- ISTITUTO PASCOLI
do a comprendere il valore
dell’istruzione come strumen-
to di integrazione”.

4
 CITTÀ
Il Sindaco apre alle proposte dei cittadini

“Ora diteci la vostra

MARIA SARA BERTUCCIOLI
puntino su turismo e cultura”.
Proposte per fare rivivere la città
e facciamo rivivere
il centro della città”
ta” sostiene Polidori. Le iniziati-
ve del comune per far rivivere il
Come si è svuotato il centro storico

U
n concorso di
idee per ripopo-
lare il centro sto-
rico. La proposta
arriva dal sinda-
co Franco
Corbucci: “È già stato fatto
tanto, c’è un piccolo incremen-
to di residenti ma non basta,
abbiamo bisogno che i cittadini
dicano la loro, che propongano
idee da inserire nel piano strate-
gico”. Se la città vuole cambiare
rotta, secondo il sindaco, il con-
tributo deve arrivare dal basso.
Solo così si può arrivare a una
soluzione nel cuore della città, il
centro che vive da anni un cre-
scente spopolamento: dai 3.000
residenti del 1971 si è passati al
migliaio del 2009.
La fuga dalle mura è iniziata
negli anni ’50 quando molti
urbinati hanno preferito lascia-
re la propria abitazione in cen-
che partono dal basso, cittadini centro storico non sono manca-
che non vogliono rassegnarsi a te: dalla ristrutturazione di
una situazione immobile da Palazzo Riviera, di proprietà del
troppo tempo. Proprio da uno comune e adibito a residenza 1971 1991
di questi è partita un'iniziativa pubblica a incentivi per aprire
2009
che chiama a raccolta coloro botteghe e affitti concordati per
che vogliono cambiare la città. residenti e studenti. “Sono casi CENTRO 2.969 1.731 1.161
“È ora che gli Urbinati tirino isolati, il Comune preferisce
fuori l'orgoglio ", spiega Giorgio investire in centri commerciali e FUORI LE MURA 4.621 5.029 4.678
Donini, ideatore del raduno questo incoraggia l'emorragia
“Salviamo Urbino” lanciato su del centro storico- sostiene TOT. CAPOLUOGO 7.590 6.760 5.839
Facebook per il 23 aprile. "Non Vittorio Emiliani, giornalista ed
possiamo solo lamentarci, c'è ex cittadino urbinate - infatti TOT. FRAZIONI 8.493 8.268 9.744
un bisogno di proposte per ren- bisogna incentivare le giovani
dere la città più accogliente e coppie a scegliere il centro, adi- TOT. ABITANTI 16.083 15.028 15.613
fare in modo che torni ad essere bire gli immobili di proprietà
un privilegio vivere in un luogo del Comune a residenza pubbli-
eccezionale”. “Vorrei che mio ca, inoltre è molto importante la
figlio avesse l'opportunità di realizzazione di locali ma fuori Fonte: Associazione “Insieme per Urbino”
scegliere se rimanere o andarse- le mura, altrimenti i pochi
ne e non avere una via obbliga- residenti se ne vanno”.
Ultimi dati del Sert di Urbino: cresce il consumo di alcolici

Droghe: l’aumento c’è, ma leggero

tro per trasformarla in apparta-
menti per studenti e con questi
ripagarsi una villetta nelle fra-
zioni. Erano gli anni del boom
della Libera Università con
22.000 iscritti e la città viveva
della rendita che ruotava attor- statistico in quanto se non sono diret- di dati riferiti a persone che consuma-
DINO COLLAZZO tamente segnalati difficilmente si pre- no nuove e diverse sostanze psicotrope
no all'Ateneo. Con la diminu-

zione degli studenti e il blocco
delle assunzioni alla Carlo Bo, la
situazione ha cominciato a
cambiare. “L'idea della rendita
ormai non tiene più", spiega
Paolo Polidori, presidente del-
l’associazione Insieme per
Urbino. “È arrivato il momento
di cambiare metodo e di rilan-
ciare attività economiche spe-
cializzate. Le idee sono sempli-
ci: valorizzare la presenza degli
studenti, fare in modo che resti-
no di più attraverso la creazione
di spin-off, favorire il rapporto
tra università, territorio e
amministrazione, puntare su di
una rete di microattività che
C
resce il consumo di eroina. In
base ai dati del Sert di Urbino, in
dieci anni si è passati da 86 perso-
ne in cura presso le strutture dell’Asl
n°2 a 141. Aumenta anche il consumo
di alcool che tra nuovi utenti e soggetti
già in carico arriva a comprendere 105
alcool-dipendenti. Stabili restano inve-
ce i dati sull’assunzione di cannabinoi-
di e cocaina. In totale sono 186 i tossi-
codipendenti che seguono un percorso
riabilitativo attraverso l’aiuto di medi-
ci, psicologi e assistenti sociali. La mag-
gior parte di loro ha una età compresa
tra i 25-29 anni e gli over 40.
Molti consumatori di droghe però, in
particolare quelli che fanno uso di
sostanze sintetiche, sfuggono al dato
sentano in tali strutture. Sono gli
assuntori del weekend, che preferisco-
no sniffare o prendere delle pasticche.
“Non sono un drogato. Io non mi buco”
è spesso la frase che molti si ripetono
per marcare la differenza rispetto al
tossicodipendente.
Oggi, anche se il concetto non è del
tutto nuovo, si parla di poliassuntori
(più droghe diverse tra loro unite all’al-
cool) “Non si può pensare che il tossi-
codipendente sia solo quello che fa un
uso costante di una determinata
sostanza. Il problema è più complesso,
molti usano più sostanze in maniera
discontinua e pensano di non avere un
problema legato alla dipendenza”. Così
il sociologo Zazzeroni spiega l’assenza
che si diffondono nel mercato della
droga. I rischi per la salute e i casi di
overdose o mortalità che sono associati
alla combinazione di sostanze psicoat-
tive e alcool non dipendono solo dalle
proprietà farmacologiche e dalla quan-
tità delle sostanze consumate, ma
anche da una serie di caratteristiche
individuali, di fattori sociali e ambien-
tali. “ Ma la dipendenza che si sta dif-
fondendo maggiormente è quella lega-
ta al consumo di alcolici, basta guarda-
re il dato nazionale”. In Italia infatti
l’assunzione quotidiana di alcool è
aumentata, dal 2007 al 2010, del 18,2%,
segno che all’illegale si sceglie sempre
più il legale, non per questo però meno
dannoso.

5
 il Ducato
Solo 84 dichiarano più di 100mila euro. La Cgil chiede il “Consiglio Tributario”

Reddito medio: 21.990 euro

La città ducale penultima nelle Marche. Il pubblico impiego ha retto alla crisi, ma nessun nuovo assunto
E' evidente - aggiunge - che questi
ANTONIO RICUCCI dati non ci dicono tutto: molti
I conti di Urbino ‘arrotondano’ il loro reddito affit-

U
rbino capitale dei
‘travet’. O, alme-
no, questo è il
risultato che
appare dalle
dichiarazioni dei
redditi imponibili ai fini Irpef del
2009, recentemente diffusi dal
Ministero dell' Economia e delle
Finanze. Il reddito medio di un
urbinate è 21.990 euro, facilmen-
te collocabile nella soglia 20-25
mila euro che caratterizza il red-
dito degli impiegati statali. Su
8868 contribuenti, ben 6500
hanno un reddito compreso tra
10 mila e 40 mila euro. Qui tro-
viamo la gran parte degli assunti:
dipendenti di Ersu, ospedale,
Università, Comune. In 2000
percepiscono tra i 15 e i 20 mila
euro annui. A leggere la parte
alta della classifica si trovano 84
"Paperoni", mentre, scorrendo
verso il basso, 1180 soggetti
sopravvivono con meno di 10000
euro all' anno. L'assessore al
Bilancio e alle Politiche sociali,
Maria Clara Muci, registra che
"negli ultimi anni abbiamo assi-
stito, anche a seguito della crisi
economica del 2008, ad una
diversificazione della tipologia di
utenti che chiedono l'accesso ai
servizi sociali. Da una prevalen-
za di immigrati e qualche sogget-
to italiano, si è passati a una
composizione più eterogenea,
anche con molti connazionali.
Questo perché, molte volte non
si arriva a pagare la rata del
mutuo, o, per esempio, le spese
mediche".
E per il futuro? Muci si dice
preoccupata: “Se finora, grazie
all' elevata percentuale di occu-
Reddito in euro
fino a 10.000
da 15.000 a 20.000
da 10.000 a 15.000
da 20.000 a 26.000
da 26.000 a 33.500
fino a 70.000
da 70.000 in su
bri di società di persone. "Con
un settore pubblico così grande,
Urbino manca di spinta all'
imprenditorialità - aggiunge il
responsabile fiscale Cna,
Fabrizio Bucci - il che spiega un
appiattimento dei redditi nella
fascia centrale. I miei associati
sono sopratutto imprenditori nel
Molti ancora gli esercenti scettici che non applicano il -20%
Sconti per studenti, in pochi lo sanno
STEFANO STRANO
Numeri abitanti
1180
1911
1688
1725
1176
943
245
settore dei servizi, ed occupano
tra 1 e 5 dipendenti. Quindi, poi-
ché il calcolo di questo imponi-
bile avviene dopo aver pagato il
personale, ecco che quello che
gli imprenditori dichiarano è
nella media con il resto delle
altre categorie". Luigi Torelli,
responsabile Cgil per Urbino e l'
gioielleria, ottica e librerie.
Un’ iniziativa che si estende anche all’ul-
timo anno di superiori. “La guida ai servi-
Dati in %
13,3
21,5
19
19,5
13,3
10,6
2,8
Alto-Medio Metauro, vorrebbe
vederci più chiaro: "Vorrei poter
utilizzare al massimo lo stru-
mento dei controlli a campione,
che consentirebbe al Comune di
introitare il 33% dei proventi
qualora si accertassero, di con-
certo con l' Agenzia per le
Entrate, casi di evasione fiscale.
delle promozioni. Alcuni sono scettici.
Per la copisteria l'Asterisco "Sono iniziati-
ve che lasciano il tempo che trovano. Non
tando in nero agli studenti, e pur-
troppo questo gettito sfugge”. Ma
se, a causa dell’evasione fiscale,
una parte di entrate comunali
sfuma, tutto il peso resterà ingiu-
stamente sulle spalle dei dipen-
denti, il cui reddito è tassato alla
fonte. Continua Torelli: “Come
sindacato, abbiamo proposto al
Comune l' istituzione del
‘Consiglio Tributario’, composto
da esperti esterni all' amministra-
zione, il cui compito dovrebbe
essere quello di verificare con
attenzione se chi richiede benefici
sociali sia effettivamente una per-
sona in stato di bisogno, e non
uno dei ‘furbi’. Da sempre siamo
favorevoli alla compartecipazione
dei cittadini alle spese per i servizi
comunali, però chiediamo più
sacrifici a chi ha già di più. Ad
esempio, un aliquota più alta di
quella attuale su chi dichiara più
di 70000 euro. Il sistema tributario
italiano dà legalmente la possibili-
tà ai liberi professionisti di usu-
fruire di tantissime detrazioni, ad
esempio l’ Iva sui veicoli aziendali
e le schede carburanti, che i
dipendenti non possono avere.
Sono sempre loro a dover dichia-
rare tutto ciò che guadagnano.”

pazione nel pubblico impiego,
dove non scatta la cassa-integra-
zione, Urbino ha mantenuto
redditi stabili, negli anni succes-
sivi, in particolare con la dichia-
razione 2010 che si sta facendo
ora, potremmo registrare una
diminuzione del reddito medio
pro-capite. Inoltre, d'ora in poi
vige il blocco delle assunzioni
nel Pubblico". Oltre ai lavoratori
subordinati, rientrano in questi
dati anche i pensionati e i mem-
D
all’inizio di quest’anno accade-
mico l’Università d'Urbino ha
stabilito una serie di convenzio-
ni con R.ETE. Imprese Italia, CNA,
Confcommercio, Confesercenti e Orientamento dell’Università.
Confartigianato. Da una parte questa
scelta offre agli studenti sconti e con-
dizioni agevolate, dall'altra cerca di
aumentare la visibilità degli esercenti.
Basta mostrare la tessera ERSU per
poter usufruire di agevolazioni in
numerosi settori come abbigliamento-
calzature, ristorazione e alberghi,
zi con le convenzioni è stata data a 2.700
studenti del quinto anno nella manifesta-
zione di orientamento Università Aperta”
spiega Giuseppe Biancalana, dell’ufficio
Su 89 aderenti che espongono il contras-
segno adesivo delle promozioni, 53 prati-
cano uno sconto del 10%, solo 16 offrono
agevolazioni dal 20% in su, mentre 16
attività fissano uno sconto sotto il 5%. Nel
settore abbigliamento e calzature, dei
sette negozi partecipanti, quattro esclu-
dono lo sconto nei periodi dei saldi e
è venuto mai nessuno". Secondo la libre-
ria Il Portico c'è invece una scarsa infor-
mazione "Molti studenti non sanno del-
l'iniziativa. Continueremo, perché noi
facciamo il possibile per agevolare lo stu-
dente". Il negozio di articoli sportivi
Tuttosport è tra i più ottimisti:"Dopo i
saldi è difficile stimare se c’è stato un
aumento delle vendite, ma noi aderiamo
sempre, sosteniamo tutte le iniziative che
portano un beneficio reciproco tra com-
mercianti e clienti, ed economico per la
città nel suo complesso".

6

Nelle foto alcune zone colpite dalle recenti alluvioni nel Sud delle Marche. Le immagini aeree sono state fornite dall’ Ufficio Stampa della Regione
Il Governo non interviene. I danni del maltempo si pagano con la benzina
Marche, disastro dimenticato
MADDALENA OCULI
F
rana di nuovo il ter-
reno sotto i piedi dei
marchigiani. È suc-
cesso una prima
volta quando il mal-
tempo all’inizio di
marzo imperversava sull’intera
regione provocando esonda-
zioni diffuse, allagamenti e
smottamenti del suolo. Tre
morti, 540 persone evacuate,
danni a infrastrutture, a edifici
pubblici e privati e ad attività
produttive agricole, commer-
ciali e artigianali sono state le
conseguenze immediate. E il
terreno, ormai saturo, continua
a creare problemi per le zone
più franose della regione, quel-
le interne.
Insomma, quello delle Marche
è stato un disastro vero, un’e-
mergenza reale. Ma, strana-
mente, i mass media, soprat-
tutto le televisioni nazionali, lo
hanno trascurato. E la pubbli-
cità, in un mondo dominato
dai media, non è più solo “l’a-
nima del commercio”, ma l’ani-
ma di molte altre cose, calami-
tà comprese. Forse, assieme
alle altre pastoie politiche e
burocratiche, è per questo che
le Marche dovranno fare da
sole, senza poter accedere ai
fondi nazionali della
Protezione civile. La Regione, a
questo punto, dovrà pescare
nelle sue sole risorse e mettere
in campo 462 milioni di euro,
senza contare i danni all’agri-
coltura e alla pesca, che sono
ancora in corso di valutazione.
Le Marche non incappavano in
un tale flagello dal 2005 e, sic-
come la fortuna è cieca ma la
jella ci vede benissimo, l’allu-
vione è piombata proprio due
giorni dopo l’attuazione del
decreto cosiddetto “millepro-
roghe” che prevede che le
Regioni colpite da calamità,
sebbene gli sia stato ricono-
sciuto lo stato d’emergenza,
abbiano l’obbligo di reperire i
fondi necessari per gli inter-
venti di emergenza e ricostru-
zione attraverso una serie di
ECONOMIA
abbiamo ancora 2 centesimi di
La Regione dovrà farsi carico di interventi margine al litro più i 5 che sono
previsti dalla circolare del mini-
per 462 milioni di euro. Si attende il parere stero delle finanze”. Benzina
più cara dunque per tutti i mar-
chigiani.
definitivo per i fondi della Protezione civile Anche la zona di Urbino è stata
vittima del maltempo, e negli
stessi giorni delle catastrofi nel
misure ricadenti tutte sulla aumento di Irpef e Irap. Infine l’Irap proprio in questo sud della regione diversi settori
stessa comunità regionale. si potrà elevare l’imposta regio- momento in cui le imprese già sono stati danneggiati, e il
In particolare è stata emessa nale sulla benzina fino ad un sofferenti a causa della crisi Comune ha dovuto arginare la
dal Ministero dell’Economia e massimo di cinque centesimi economica sono state dura- fase emergenziale con 210 mila
delle Finanze una circolare che per litro. mente danneggiate dagli eventi euro. “Alcune strade comunali
fa seguito al “milleproroghe” In risposta il Consiglio regiona- alluvionali. Per quanto riguarda sono tuttora chiuse al traffico”
che prevede tre step per le le ha approvato all’unanimità l’Irpef l’aliquota è già innalzata spiega l’ingegner Spadoni, fun-
Marche prima di poter attinge- una risoluzione in cui ha nega- al massimo per i redditi medio zionario responsabile protezio-
re al fondo nazionale della to la possibilità di ritoccare il alti e a detta della regione “non ne civile della città. Le strade
Protezione civile. bilancio in conseguenza dei è moralmente concepibile tas- comunali della Tomba, quella
Il primo vuole che la Regione tagli di 179 milioni di euro sui sare i redditi sotto i 15 mila di Monte del Corbo, quella di
recuperi le risorse necessarie trasferimenti da parte dello euro”. “L’unica possibilità che Colonna e quella dei Molinelli.
all’interno del proprio bilancio. Stato operati dal d.l.78/2010. resta” ha decretato il Consiglio “Anche l’area cimiteriale del
Poi, qualora il bilancio non Deleterio sarebbe inoltre per regionale “è quella di interveni- Canovaccio ha subito danni”
fosse sufficiente, è concesso un l’economia marchigiana alzare re sull’accisa della benzina continua Spadoni “c’è stato un
cedimento di due blocchi di
loculi e di una tomba privata,
AGRICOLTURA SOCIALE nonché quello della più recente
espansione muraria del cimite-
Nuovi contadini crescono ro”. Qui le cause principali dei
problemi sono derivate dalle
frane che si sono verificate in
Orto Circuito compie un anno e il bisogno di spazi aumenta seguito alle forti precipitazioni
e allo sciogliersi della neve nei
giorni successivi.
Per lo stesso motivo una fami-
Cavoli, verze, broccoli: non siamo da un si è dovuto replicare» commenta glia della località Le Conce non
fruttivendolo ma in via Pablo Neruda e Eleonora Lo Vullo di Orto Circuito. I è ancora potuta rientrare nella
chi zappa, annaffia e semina non è il volontari vanno dai trenta ai cinquanta sua abitazione che era stata
evacuata quasi un mese fa. 1
solito contadino. Orto Circuito è un anni. Tutte persone che lavorano e vivo- milione e 500 mila euro in tutto
orto sociale condiviso. A coltivarlo sono no nella città ducale, alcuni ex studen- le spese stimate dal Comune
dieci famiglie assistite da due coopera- ti. Sono amanti dell’aria aperta e cer- per beni immobili e altre infra-
strutture.
tive sociali. L'idea è nata dal progetto cavano uno spazio dove coltivare socia- Ma Urbino è solo una goccia
di consumo sostenibile Cambieresti. lizzando. nel mare di danni a cui le
Il Comune ha poi donato un piccolo Un impegno che li ha coinvolti e li ha Marche devono ora far fronte. E
non vogliono essere lasciate
terreno di 200 mq e una iniziale trovati anche d’accordo sulla stagione sole, pretendono sostegno da
somma per allaccio acqua e attrezzi. estiva. Dividendosi i turni per irrigare, parte del Governo, che ha aiu-
tato il Veneto colpito dal mal-
Ora l’orto ha compiuto un anno e si tutti hanno avuto la possibilità di goder- tempo due giorni prima il
sostiene autofinanziandosi, realizzando si le ferie e trovare a settembre l’orto decreto “milleproroghe”. “Noi
attività ed incontri. Un agronomo, ha in ottimo stato. Profondo è il legame facciamo la nostra parte” dice il
Consiglio regionale, “abbiamo
seguito e aiutato i neocontadini, inse- con i Gas, Gruppi acquisto solidale di stralciato la somma urgenza: 80
gnando come piantare, coltivare, annaf- Urbino. «Non riusciamo più a prendere milioni di euro di cui 20 per i
fiare. Inoltre sono stati organizzati corsi altre persone nel nostro campo. Però danni immediati e 60 per rimet-
tere in piedi le imprese. Ma è
legati a piante in erboristeria vogliamo riproporre l’idea ai cittadini necessaria un’azione solidale
«L’affluenza è stata talmente tanta che per crearne altri». s.c. nei nostri confronti da parte
delle istituzioni nazionali”.
7
 il Ducato
L’affresco di Raffaello Sanzio nelle Stanze Vaticane compie il mezzo millennio
500 candeline per la Scuola
La storia del giovane urbinate che giunse a Roma per mettersi al servizio del Papa e superare i suoi Maestri
DAVIDE MARIA DE LUCA
F
u Donato Bramante,
fermignanese, archi-
tetto ufficiale del Papa,
a suggerire, per primo,
a Giulio II il nome di
un giovane pittore di
Urbino, Raffaello Sanzio. L’opera
più famosa dipinta dal maestro
di Urbino nel suo periodo roma-
no cominciato in quell’inverno
del 1508, la Scuola di Atene, ulti-
mata nel 1511, compie quest’an-
no cinquecento anni.
Probabilmente però a dare una
spinta all’Urbinate, che aveva
allora appena 25 anni, non fu
solo Bramante, ma anche la
famiglia Della Rovere, per bocca
di Francesco Maria, Duca di
Urbino, e di sua madre, Giovanna
Feltria, che lo aveva già racco-
mandato a Firenze. L’arrivo del
Sanzio a Roma fu quindi una
sorta di complotto di urbinati per
spianare la strada al giovane
Raffaello.
Arrivato a Roma
nel 1508 non
aveva davanti un
Cominciata a
compito facile:
Giulio II era
soli 25 anni,
famoso per il suo
carattere burra- la Scuola è
scoso. Appena
eletto al soglio, ad diventata il
esempio, aveva
deciso di non simbolo
risiedere negli
appartamenti del dell’Opera di
suo predecesso-
re, Papa Borgia, Raffaello
suo acerrimo
rivale. Così Giulio scelse per sé
quattro stanze al secondo piano
del Palazzo Apostolico e al grup-
po che aveva cominciato i lavori
di restauro (tra gli altri: il
Perugino, Lorenzo Lotto e
Bramantino) si aggiunse poi
Raffaello Sanzio.
Le quattro stanze scelte da Giulio
II (stanze dell’Incendio, della
Segnatura e di Eliodoro che
misurano sette metri per otto e la
sala di Costantino che ne misura
dieci per quindici) erano già
affrescate e non dagli ultimi arri-
vati. C’erano gallerie di ritratti
dipinte da artisti come Piero
della Francesca e Luca Signorelli:
opere quattrocentesche di primo
livello.
È probabile che la prima opera
che Raffaello dipinse a Roma sia
stato il tondo della Teologia,
nella stanza della Segnatura.
Questa fu la figura che per
prima il Papa vide di quel ragaz-
zo che parenti, amici e consi-
glieri gli avevano raccomanda-
to.
E appena la vide Giulio, papa
soldato dai modi sbrigativi, non
ebbe dubbi. Gli altri maestri che
prima collaboravano alla pari
con Raffaello divennero i suoi
sottoposti. Eppoi via tutto:
Signorelli e Piero della
Francesca vennero strappati dai
muri, gli affreschi antichi gratta-
ti via per lasciare spazio all’ope-
ra dell’enfant prodige di Urbino.
Ma quel giovane sensibile,
lusingato da quella rovina che
gli spianava la strada, sentendo-
si forse un poco in colpa, fece
ricopiare le teste di alcuni per-
8
sonaggi ritratti negli affreschi.
Così frammenti di quegli affre-
schi sono arrivati fino a noi
che possiamo sapere cosa
sparì allora per far sorgere alla
gloria l’Urbinate.
Il lavoro sulla Scuola di Atene
impegnò Raffaello e i suoi col-
laboratori per circa due anni.
“Un’opera - racconta la profes-
soressa Giovanna Perini,
docente di Storia della Critica
dell’Arte all’università di
Urbino – che mostra anche il
talento imprenditoriale di
Raffaello. La sua capacità di
variare e di prendere il meglio
da chi lo circonda”.
Quello che uscì da quel lavoro
fu un affresco lungo quasi otto
metri e alto cinque. Il centro
dell’opera è occupato dalle
figure di Platone e Aristotele.
Intorno a loro sono disposti, a
gruppi, i grandi filosofi, geo-
metri e teologi del passato che
tengono lezione sotto un’im-
ponente volta a cassettoni. Fu
un’opera “fortunata per molte
ragioni e sin da
subito. Si tratta
–racconta la pro-
fessoressa Perini-
di un felice com-
pendio di tutti gli
ingredienti giusti
per il successo”.
Prima di tutto c’è
molto da guarda-
re: “Una varietà di
figure di età e in
pose diverse –
spiega ancora la
professoressa -
che compiono
atti differenti, indossando un
assortimento di abiti e costumi”,
poi “sia il dotto che l’ignorante
possono trovarci qualcosa di
interessante”, perché l’opera ha
diversi livelli di lettura. Il tutto è
“inserito in una composizione
architettonica moderna per l’e-
poca” che dà all’affresco una
profondità di decine di metri.
Infine, guardando la differenza
tra figure moderne e contorte
come quella dell’Eraclito in
primo piano e molte altre inve-
ce più statiche, sullo sfondo “si
può vedere la crescita rapidissi-
ma di Raffaello come artista”.
Il compenso dell’Urbinate per la
sua Scuola fu alto: mille e due-
cento scudi d’oro (e altri mille-
duecento per ogni altra parete
affrescata). Per comprendere di
che cifra si trattasse bisogna
pensare che il salario medio di
un operaio non specializzato
era di circa venti baiocchi per MICHELANGELO LEONARDO BRAMANTE
una giornata lavorativa (un
baiocco era un centesimo di
scudo).
Michelangelo è rappre- Leonardo da Vinci è L’architetto Bramante è
Ma questo denaro Raffaello non sentato come Eraclito. dipinto sotto le spoglie rappresentato come il
lo vide molto presto. Fece in L’ammirazione per l’ope- di Platone, la mano rivol- geometra Euclide.
tempo a morire Giulio II e a sali-
re al soglio Leone X. I documen- ra di Buonarroti avrebbe ta verso l’alto a indicare L’architettura che fa da
ti che parlano di questo e di spinto il Sanzio a dipin- l’Iperuranio delle Idee. sfondo alla scena è pro-
molti altri pagamenti arretrati di gere questa figura che Accanto a lui c’è babilmente opera sua,
maestro Sanzio datano il 10
maggio 1520. con le sue carni volumi- Aristotele, per il cui volto un piccolo espediente
Il pagamento arrivò quindi tardi nose e la sua postura Raffaello si ispirò a per acchetare l’impazien-
e Raffaello non se lo poté godere contorta sembra ispirarsi Bastiano Sangallo, detto te Pontefice con un’ante-
a lungo. Il 6 aprile dello stesso
anno, dopo una settimana di direttamente ai corpi Aristotile, celebre archi- prima della basilica di
febbre inutilmente curata, anzi maestosi dipinti sulla tetto, scenografo e suo San Pietro, dei cui lavori
peggiorata da ripetuti salassi, volta della Sistina. collaboratore. Bramante era incaricato.
Raffaello Sanzio calò nella
tomba, a soli 37 anni.
 CULTURA

Per conoscere Urbino c’è un luogo “segreto”

Il Museo della Città

una tappa obbligata
del turista intelligente
ANTONIO SIRAGUSA

T’
invidio, turista
che arrivi a
U r b i n o .
T’imbevi del-
l’arte di
Raffaello e dei
torricini, di Piero della Francesca
e di incantevoli scorci rinasci-
mentali. È però venuto il
momento di darti un consiglio:
prima di visitare questi luoghi,
dovresti passare dal “Museo della
Città”, che è un punto di partenza
privilegiato per conoscere
Urbino.
Ideato dall’architetto Roberto
Bua, si ispira al libro di Italo
Calvino “Le città invisibili”, asso- è nella Sala di Fedora, il luogo Al piano inferiore del museo si
ciando alla città ducale diverse del desiderio, dove si trovano i trova la suggestiva “sala della
idee (gli scambi, i segni, la memo- progetti mai realizzati di artisti e memoria”. Qui sono esposte
ria, il desiderio) che lo scrittore architetti, come Arnaldo sculture in legno di Umberto
genovese utilizzò per descrivere i Pomodoro, Renzo Piano e Mastroianni, che rappresentano
luoghi (mitici) visitati dal “suo” Giancarlo De Carlo, testimoni le sensazioni provate in guerra
Marco Polo nel viaggio in Cina. delle potenzialità di crescita dall’artista. Una struttura d’ac-
Le sale del museo, allestito all’in- della città. ciaio, sulla quale poggiano le
terno del palazzo Odasi in via Una serie di mappe approfon- sculture, ricorda i binari dei treni
Valerio, sono strutturate come il disce alcuni aspetti di Urbino: che portavano gli ebrei ai campi
libro di Calvino, che si ispirò a “la città e i nomi” spiega la di concentramento. All’uscita
Urbino per raccontare la storia denominazione di strade e dal museo, sbirciando dai buchi
di Fedora, “il dono di Federico”: piazze; “la città dell’ idealità” è di un muro bianco, si scopre
“Fedora ha adesso nel palazzo quella di De Carlo, che proget- “quella città quotidiana che si è
delle sfere il suo museo: ogni tò nuovi manufatti e recuperò depositata sotto il nostro sguar-
abitante lo visita, sceglie la città antichi edifici. C’è poi “la città do, e che non vediamo più”:
che corrisponde ai suoi deside- del Rinascimento”, quella “del sono le fotografie di una Urbino
ri”, con riferimento al dipinto ‘700” e “la città della scienza”, ormai lontana nel tempo.
anonimo “La città ideale”, uno che vide nella corte urbinate Peccato che il museo, di proprie-
dei fiori all’occhiello del palazzo uno dei centri principali del tà del Comune, sia poco cono-
Ducale e immagine simbolo del dibattito scientifico nel ‘400. sciuto dagli urbinati e attiri anco-
Rinascimento italiano. Un’altra Una sala è dedicata all’arte dell’ ra pochi turisti. Uscendo dalle
citazione di Calvino, all’ingresso incisione (calcografia, xilografia, sue sale e allontanandosi da via
della Sala degli scambi, invita il litografia), praticata a Urbino Valerio, infatti, si può guardare la
visitatore a entrare in un rappor- dagli allievi della Scuola del libro. città con occhi nuovi.
to di empatia con la città perché
In alto l’autoritratto “è l’umore di chi la guarda che UN PREMIO PER I MITI DI OGGI
di Raffaello. Al cen- dà alla città la sua forma.”
tro della pagina, Il museo è un viaggio nella storia
e nell’idealità di Urbino. Lo scor- L’associazione culturale ArteM presenta la seconda
l’affresco “La scuo- rere del tempo è simboleggiato
la di Atene”, che si da un enorme orologio a pesi edizione del premio artistico e letterario
trova in una stanza realizzato nel 1815, in origine “ArteMexTempore” che si svolgerà a Urbino. Il tema di
esposto sul campanile del quest’anno è “I miti del nostro tempo” e invita i parte-
dei Musei vaticani. Duomo, e da un platano di 311
A sinistra, alcuni anni che si trova in un cortile del cipanti a riflettere su quei valori e quelle idee che ci
particolari dell’ope- palazzo Odasi e che è riprodotto pervadono e plasmano come individui e come società.
nella Sala dei segni: qui si tra- Il concorso è costituito da quattro sezioni: arti grafiche-
ra. Nella pagina a sforma in un albero genealogico
destra, un’immagi- della città, la cui storia si intrec- pittoriche, fotografia, poesia e canzone d’autore ed è
ne della Sala di cia con quelle del mondo. aperto a tutti gli artisti dai sedici anni in su e di ogni
IL CASTIGLIONE Si scoprono, tra le stanze del nazionalità. Si sviluppa nell’arco di tre mesi (dal 14
Fedora, all’interno museo, tracce di artisti, scienzia-
del Museo della ti, architetti e intellettuali che febbraio al 30 aprile), nei quali si possono realizzare e
Scrittore e diplomatico resero grande la città: le fortifica-
città di Urbino. consegnare le opere. La premiazione sarà domenica
alla corte di Urbino, zioni militari realizzate da 29 maggio a Urbino, probabilmente in una sala di
Baldassare Castiglione Francesco di Giorgio Martini per
il duca Federico nel Montefeltro; Palazzo Ducale. I vincitori di ciascuna sezione riceve-
(con la barba e il globo i capolavori di Raffaello e di ranno un premio in denaro di 600 euro, mentre ai
in mano) è affiancato da Barocci, il rinnovamento archi-
tettonico della città ad opera di
secondi e terzi classificati saranno consegnate delle
un autoritratto di
Giancarlo De Carlo; il nuovo targhe al merito. Seguirà una mostra a cui partecipe-
Raffaello (il secondo da rinascimento culturale promos- ranno le prime dieci opere finaliste di ciascuna catego-
sinistra). Il terzo perso- so da Carlo Bo; le angosce del-
l’uomo contemporaneo nelle ria, che saranno poi pubblicate in un catalogo d’arte.
naggio è Giovanni Bazzi,
parole di Paolo Volponi, segnate Al fine di creare fruttuosi scambi culturali con l’estero,
detto il Sodoma, braccio sul fregio della corte interna: la mostra ospiterà le opere di alcuni allievi dell’Istituto
destro del Sanzio nella “Sappiate che ho paura di volare,
di essere chiuso tra questa gente di Arte Applicata del Cairo, diretto da Mostafa Kamal.
lavorazione dell’affresco.
adulta. Ho paura del vento che m.s.m.
non sceglie”. L’idealità di Urbino

9
 il Ducato
Il 7 Aprile al Sanzio la rassegna TeatrOltre
In scena i “danz’autori”
quattro quadri futuribili
(pensando alla Bausch)
MARTINA ILARI
D
anzare è mera-
viglia. E’un
modo di abita-
re il mondo o
sfuggirne,
riflettere sul
corpo, sul movimento, sugli
spazi che si aprono con la
sola immaginazione. Il 7
aprile quattro giovani “dan-
z’autori” si esibiranno sul
palcoscenico del teatro
Sanzio, proponendo i loro
progetti nella rassegna
TeatrOltre, nata per valoriz-
zare le esperienze più origi-
nali del teatro di ricerca ita-
liano. Ve li proponiamo qui,
atto per atto.
“ N E C N E C ” - M a r t a
Bevilacqua. Il titolo è una
doppia negazione: né questo
né quello. Una figura femmi-
nile analizza le sue contrad-
dizioni, per capire cosa le
appartiene veramente. Le
facce mutevoli della sua per-
sonalità, il groviglio comples-
so dell’identità hanno un’
importanza creativa e pubblico che incontro ma di
mostrano i limiti della dire-
zione univoca. Il suo deside-
car
rio è la libertà dalle consue-
te
llo
ne
10
tudini abitudinarie per rive-
larsi, autentica, rimanendo
fedele a se stessa, pur nelle
infinite versioni.
“VIOLA”- Marco D’Agostin. La
coreografia è un percorso di
esplorazione sugli effetti della
violenza nei gesti del vivere
quotidiano. In un corpo solo
convivono due anime: una
rabbiosa e insofferente; l’altra
leggera, rinunciataria. Il viola
è il colore del doppio, ha in sé
il rosso e il blu, è il simbolo
della metamorfosi e della
transizione. Ma è anche il
significato del verbo "vìola", il
rapporto con le frontiere della
vita, la scelta di oltrepassarne
la soglia, o meno.
“LEONI”- Matteo Fantoni. È il
lavoro giornaliero di “allena-
mento del coraggio”. Il corag-
gio di sfidare i propri limiti,
superare le paure, licenziarsi
dal lavoro che non appassio-
na. L’unico aiuto è la musica.
“É nato come pezzo tragico,
ma senza volerlo è venuta
fuori una vena comica, ai con-
fini con il patetico, quasi
clownesco. Dipende dai tipi di
solito le persone ridono.”
“BLOODY BODY BLAH”-
Giulio D’Anna. “Da tempo ero
Cinema
RANGO
Cinema
Ducale
Feriali:
20,00/ 22,00
Festivi: 16,00
18,00/ 20,00/
22,00
Di Gore Verbinski, con
Johnny Depp, Isla Fisher, Bill
Nighy, Abigail Breslin. Carter,
Geoffrey Rush.
Un camaleonte si ritrova in
una cittadina del West piena
di banditi e fuorilegge ed è
costretto a interpretare il
ruolo dell’eroe.
A sinistra
Marco
D’Agostin.
Al centro
Marta
Bevilacqua
Sotto:
Matteo
Fantoni e
Giulio
D’Anna.
affascinato da ‘Il lago dei
Cigni’, un’opera d’arte dram-
matica che parla d’amore.
Prendo in prestito la figura
del cigno bianco come ele-
mento drammatico, perso-
naggio destinato alla morte”.
Il ballerino ha effettuato uno
studio sul nuovo dramma e
sul far coesistere tragico e
umoristico. Non è una ricerca
sul movimento ma sulla crea-
zione di una tensione fisica
attraverso forme che il pub-
blico può riconoscere: dal
cigno alle fisionomie del bal-
letto classico, dal combatti-
mento alla deformazione,
capovolgendo in un unico
quadro la percezione della
realtà.
Quattro vissuti diversi, quat-
tro percorsi di ricerca, passio-
ni, mondi. Forse avranno in
comune il senso dello stato
emotivo. Per un danzatore
non significa solo eseguire
uno scorrere di movimenti
stabiliti e provati centinaia di
volte ma farlo con la consa-
pevolezza di quello che vorrà
comunicare al pubblico. Un
palcoscenico emozionale che
rende vivo un sentire come
viene percepito da chi lo
anima, danzando.
NON LASCIARMI LA FINE E’ IL MIO INIZIO RASSEGNA CINEMANIA
Cinema Ducale Cinema Nuova Luce
Feriali: 20,30 Cinema WE WANT SEX
/22.30 Nuova Luce
Festivi: fino al 5 apri-
16,30/ 18,30/ le
20,30/ 22,30 Feriali: 21,15
Festivi:
17,30/21,15
Mercoledì 6 e giovedì 7
Di Mark Romanek con Carey DI Jo Baier, con Bruno Ganz, aprile ore 21,15
Mulligan, Andrew Garfield, Elio Germano, Erika Pluhar, Ingresso ridotto 4 euro
Keira Knightley. Andrea Osvàrt.
Kathy H., Tommy e Ruth tra- L’appassionato giornalista Regia di Nigel Cole, con,
scorrono l’infanzia nel collegio Tiziano Terzani, alla fine della Sally Hawkins, Bob Hoskins.
inglese di Hailsham dove sco- sua vita, racconta al figlio i Rita O’Grady guidò nel 1968
prono un segreto angoscioso viaggi, gli incontri, il mondo a Ford Dagenham lo sciope-
che riguarda il loro futuro. affascinante della scrittura. ro di 187 operaie.
 SPETTACOLI

I Canebianco, dalla cantina al palco. Un sound lungo 25 anni

Alle radici del vero rock

In arrivo l’ultimo album tra folk e sonorità tribali. Nuovi progetti e concerti dal vivo

NOEMI BICCHIARELLI in piedi e ancora insieme dopo

tanti anni – racconta il musicista

TEATRO SANZIO
Risorgimento e
Resistenza saranno i temi
del 13 aprile al teatro
Sanzio con le letture trat-
te dall'ultimo libro del
giornalista del Corriere
della Sera Aldo Cazzullo,
“I
l Rock è il nostro
sole, la nostra
ricarica”. É questo
il motto dei
“ C a n e b i a n c o”
band musicale del
territorio urbinate. Un percorso
nato venticinque anni fa nella
cantina del loro amico Jack dove
si produceva Sangiovese. Lì, tra
un paio di chitarre scassate e un
bicchiere di vino, è partita l’av-
ventura dei quattro ragazzi. Oggi
la scena musicale è cambiata
tantissimo rispetto ai loro esordi
nel lontano 1986: pochi erano
allora i giovani della zona con l’o-
biettivo di realizzare un progetto
sonoro. Loro sono sempre gli
stessi, pantaloni in pelle, braccia
tatuate, baffoni anni ’70 si alter-
nano a barbe lunghe e papaline
colorate orientaleggianti, uno
stile a metà tra il rock e l’etnico. Il
loro attuale sound, che mischia
folk rock e interpretazione deriva
da precedenti esperienze musi-
cali realizzate inizialmente con il
complesso rock “Drunkers” e in
seguito con gli “Incerimonia”,
gruppo dalle sonorità tribali e
melodiche. Cinque gli album
pubblicati finora, uno in uscita
nei prossimi mesi: “Ululare”,
“Tempi duri”, “Prima o poi” sono
alcuni dei nuovi brani . “Le nostre
canzoni parlano di cose genuine
e autentiche, del territorio al
- rigenerati dal contatto con il
pubblico. Tantissimi sono stati in
questi anni i concerti dal vivo:
per noi il live è fondamentale,
solo così si riesce a creare una
forte sinergia con chi ci ascolta”.
Il gruppo fa parte dell’associazio-
ne culturale Incerimonia (dal
nome della loro precedente
band), impegnata nell’organiz-
zazione di eventi per promuove-
re e far emergere locali e gruppi
della zona. Secondo Max è “indi-
spensabile coinvolgere i giovani
dando spazio alle loro iniziative
culturali, questo mantiene acce-
sa la loro volontà di sognare e
permette la crescita del nostro
stupendo e amato territorio”.
La band collabora inoltre con
altre realtà come “Territorio
musicale”, associazione culturale
che organizza festival a livello
nazionale nella zona e con il
poeta Cheyenne Lance Henson. La band live sul palco del circolo culturale urbinate Black Jack
Due cineforum per tre spettacoli a settimana
Film d’autore, entrata libera
pasto nudo” di Cronemberg. Sempre promossi
ELIS VIETTONE dall’associazione culturale, sono i due film “Se mi

"Viva l'Italia".
Accompagnate dal piano-
forte di Sabrina Reale e
da proiezioni di filmati e
immagini d’epoca, "Viva
l'Italia" sottolinea che
"nel profondo siamo inti-
mamente legati al nostro
paese. E ci pare impossi-
bile che siano esistiti
uomini e donne per cui
l'Italia era un ideale che
valeva la vita e per cui
Viva l'Italia furono le ulti-
me parole".
quale siamo molto legati, dei
sogni e delle nostre convinzioni”
afferma Max Casoli, leader della
band. “ Il nostro punto di vista –
continua il cantante - è forte-
mente condizionato dall’amore
per la cultura dei nativi america-
ni. In questo periodo dove tutto è
precario, abbiamo bisogno di
saggezza, quell’equilibrio che da
sempre ha distinto gli indiani
d’America dalle altre civiltà. Gli
indiani ci insegnano che un
popolo che non sogna è un
popolo che ha smarrito l’anima –
prosegue Max – e noi lo facciamo
salendo su un palco, in sala
prove, scrivendo canzoni”. I
“Canebianco” invitano il pubbli-
co alla riflessione, il suono è la
loro arma, il primo veicolo per
comunicare. “A differenza di altre
band locali e non, siamo ancora
"I
l brusio del mondo" e "Gian Maria Volontè,
un attore resistente"sono i due cineforum a
entrata libera che martedì, mercoledì e
venerdì offrono un'alternativa alla movida urbina-
te.
“La classe operaia va in paradiso” di Petri e “Totò
cerca casa” di Monicelli, sono alcuni dei titoli pro-
posti dagli studenti che curano le programmazio-
ni del Teatro Cust2000 e del Centro Donna. Prima
di ogni proiezione viene introdotto il film, il perio-
do e il regista, mentre al termine viene stimolato
un dibattito. Per Donatella Marchi, docente uni-
versitaria in pensione e direttrice del Teatro
Cust2000, il cineforum “è un modo per combatte-
re il disagio giovanile che ripiega sulla cultura
dello sballo. Ai giovani offriamo un’attività ricrea-
tiva serale che stimoli un loro punto di vista critico
e che offra uno spazio al cinema d’autore, altri-
menti dimenticato dall’esigenze di mercato”. La
sede del Cust2000 può accogliere quaranta spetta-
tori e la sua programmazione durerà fino all’11
maggio, tutti i mercoledì alle ore 21.15, con film
del calibro di “Mamma Roma”, di Pasolini o “Il
lasci ti cancello” e “Memento” il 15 e il 29 aprile
nell’oratorio della chiesa Santa Maria Casinina, ad
Auditore. Dopo quattro anni di stop, riprende il
cineforum al Centro Donna, che “nasce dall'esi-
genza di creare spazi e luoghi di socializzazione
alternativi a locali, bar e discoteche: luoghi di solo
consumo” racconta Giulia Ponti, 26 anni, studen-
tessa di sociologia, membro dell'Assemblea per-
manente degli studenti e tra le organizzatrici del-
l’iniziativa, “controprova che questa sia una neces-
sità condivisa, è stata la partecipazione che il cine-
forum ha raccolto. La scelta di dedicare questo
primo ciclo a Gian Maria Volontè è per i ruoli poli-
tici e sempre critici della società che questo attore
ha interpretato”. Per ora sono previste tre proiezio-
ni (vedi cartellone) ma dopo le vacanze di Pasqua
la rassegna proseguirà con "Sbatti il mostro in
prima pagina", "Uomini contro" e altri. Un altro
cineforum, più orientato agli studenti, è quello
dell'associazione universitaria “FuoriKorso”, che
ha concluso con la sua rassegna nelle sale dei
Collegi, dedicata all’horror, e riprenderà nel 2012
con nuovi temi.

Cineforum Mostre Spettacoli ANTICORPI EXPLO’ Incontri

CUST, ass. culturale
Piazza della Repubblica,
Palazzo Albani
mercoledì 6 e 13 aprile
ore 21:15 ingresso libero
Totò cerca casa, di M.
Monicelli (1949)
Mamma Roma, di P. P. Pasolini
(1962)
CENTRO DONNA
Via L. Valerio, 8
venerdì 1, 5, 8 aprile
ore 22:00 ingresso libero
La classe operaia va in para-
diso, di E.Petri (1972)
Ogro, di G.Pontecorvo (1979)
Le quattro giornate di Napoli,
di G.Puccini (1968)
NOT GDD
Accademia di
Belle Arti di
Urbino
fino al 12 apri-
le
Ingresso libero
Mostra di critica d’arte che
analizza il lascito intellettuale
di Gino De Dominicis, uno dei
più emblematici e controversi
artisti del panorama italiano
del secondo dopoguerra. La
mostra è un invito alla rifles-
sione artistica a pochi anni
dalla sua scomparsa.
per info: 0722- 320287
ASCANIO CELESTINI:
RADIO CLANDESTINA
Palazzo Ducale
Piazzale Duca Federico, 13
Domenica 10 aprile
ore 17:30
Radio Clandestina è uno spet-
tacolo teatrale per ricordare
le vittime della Shoah.
Ascanio Celestini racconta la
tragedia delle fosse Ardeatine
del 1944, la città, i quartieri.
Un piccolo viaggio nella storia
di Roma e d’Italia fatta di
incontri attraverso il teatro
della memoria.
per info: 0722- 2760
NUOVA DANZA ITALIANA
Giovedì 7 Aprile
Teatro Sanzio
ore 21
Quattro diverse performance
nate da un lavoro di ricerca
sul corpo. Per il settimo anno
consecutivo, Urbino ospita la
rassegna promossa dalla fon-
dazione Teatro della Fortuna
di Fano, dai comuni di Pesaro
e Urbino e dall’Amat.
Un palcoscenico che ospita le
più importanti e originali
esperienze della scena con-
temporanea.
ALDO CAZZULLO
Viva l’Italia
Teatro Sanzio
Mercoledì 13 aprile
ore 21
Letture tratte dall’ultimo libro
storico-politico: “Viva l’Italia”
del giornalista del “Corriere
della Sera” Aldo Cazzullo.
Durante la serata verranno
proiettati filmati e immagini
che hanno fatto la storia del
nostro paese, a 150 anni
dall’Unitàd’Italia.
L’accompagnamento musica-
le al pianoforte è di Sabrina
Reale.

11
 il Ducato
Stabile il prezzo degli affitti e della mensa, sullo studente pesa il carovita
Se avesse mille euro al mese
Si può risparmiare con un po’ di attenzione, ma immatricolarsi costa il 7% in più rispetto a quattro anni fa
VALENTINA BICCHIARELLI
MASSIMILIANO COCCHI
N
iente aumenti per
vitto e alloggio,
sono le tasse uni-
versitarie e il
costo della vita ad
alleggerire sem-
pre di più le tasche degli studen-
ti. Un giovane attento (e con
poche pretese) può sperare di
farcela con 600 euro: altrimenti
passa nel girone infernale di
quelli che devono chiedere a
mamma e papà, oppure far finta
che la quarta settimana non esi-
sta.
Dal 2007 a oggi immatricolarsi a
un corso di laurea triennale
all’università “Carlo Bo” costa in
media il 7,3% in più. Lo stesso
aumento si registra per l’iscri-
zione agli anni successivi. Anche
la seconda rata ha subito un
ritocco all’insù in tutte le facoltà:
dal 3,3% al 4,7% in base alle
fasce di reddito. Ad esempio per
immatricolarsi a economici: un pacco di pasta si
Giurisprudenza nel 2007 ci vole-
vano 684 euro, oggi ne occorro-
no 735. L’iscrizione al nuovo
anno accademico passa da 678 a
729 euro. Quattro anni fa la
fascia più debole spendeva 946
euro annui, mentre quella più
ricca 1242. Oggi si va dai 1006 ai
1319 euro.
Quello che a Urbino non è di
certo schizzato verso l’alto è il
prezzo degli affitti, “invariato se
non in ribasso” rispetto al 2007
secondo le agenzie immobiliari.
Se ci si accontenta di una siste-
mazione in camera doppia si
continua a pagare tra i 180 e i
240 euro mensili, mentre per le
singole il prezzo non supera i
300. Crisi economica e diminu-
zione della richiesta di camere
hanno bloccato i prezzi. Sono
pochi quelli che si possono per-
mettere il “lusso” di un monolo-
cale o di un appartamento in
residence, come Alice
Michaliou, 23enne greca, che
per studiare Farmacia ha scelto
Urbino: “Vivere sola mi costa
400 euro al mese”, calcola. Le
tariffe più basse si pagano ai col-
legi: fra i 162 e i 190 euro al mese
12
che diventano 220 al Colle
compresa la colazione.
Il vitto è un’altra voce consi-
stente delle spese. In mensa un
pasto completo costa 4 euro
(come nel 2006), 2,10 se si sce-
glie il Cibus. Per una settimana,
dunque, si sborsano al massi-
mo 56 euro e chi sceglie di fare
la spesa al supermercato non
spende di meno. I costi medi
oscillano fra i 50 e 120 euro set-
timanali, ma ci si può arrangia-
re con un po’ di fantasia.
Curiosa è l’esperienza di
Sebastiano Mottes e Tommaso
Suttora, 22enni friulani al
secondo anno di Scienze
Motorie, che nonostante l’aria
ingenua si fanno già bene i
conti in tasca: “Siamo cinque
coinquilini e facciamo la spesa
tutti insieme all’Eurospin di
Fermignano. In questo modo
riusciamo a cavarcela con 25
euro a testa”. Gli aumenti fra gli
scaffali dei supermercati si pos-
sono compensare anche facen-
do attenzione ai prodotti più
può pagare 59 centesimi, solo 5
in più del 2006. Un litro di latte
costa fino a 35 centesimi in più,
ma con un occhio all’offerta si
risparmia quasi un euro.
Si può fare economia anche
con i libri: c’è chi li compra in
comunità con i colleghi, e chi li
acquista usati per poi rivender-
li come Elisa Bizzarri, aspirante
psicologa.
A incidere sui costi sono anche
i trasporti, soprattutto per i fuo-
risede e pendolari. Feliciano
Moliterno, al quarto anno di
Giurisprudenza, spende alme-
no 160 euro per tornare in auto
fino a Lecce. “Mi manca il sole
della mia città - confida - ma
sono costretto a scendere solo
per le festività, altrimenti i costi
diventano proibitivi”. Forse
conviene utilizzare i mezzi
pubblici. Nonostante il bigliet-
to di una corsa urbana sia
aumentato da 1 a 1,05 euro,
con gli abbonamenti si rispar-
mia. Grazie ad una convenzio-
ne Adriabus-Ersu, con 30 euro
al mese, invece di 35, gli stu-
denti si possono spostare in
tutta la provincia.
Così dal 2007 al 2011
SPESE QUANTO COSTAVA QUANTO COSTA VARIAZIONE %
Immatricolazioni
Giurisprudenza 684
Affitti da 180 a 400
Collegi da 160 a 190
4 4
Mensa
Biglietto bus 1 1,05
Pasta 0,54 (500 gr)
Latte 0,89 (1 l)
Benzina verde 1,236
Uno sportello per i problemi dei collegi
L’Ersu si mette il Cascu
ROSSELLA NOCCA
“C
os’è, un’assicurazione sarda?” “Sarà un
servizio per i disabili.” “Non l’ho mai sen-
tito.” “Ho visto i volantini, ma non ho letto
di cosa si tratta.” Fra gli abitanti dei collegi molti
ignorano ancora cosa sia il Cascu (Centro ascolto
studenti collegi universitari), il nuovo servizio
dell’Ersu, attivo dal 1 marzo. Sin dalla denomina-
zione, lo sportello nasce come “strumento di prote-
zione dello studente universitario”, finalizzato a
rendere più agevole la sua permanenza nei collegi,
come ci spiega Alessandro Aldini, docente della
facoltà di Informatica nonché tutor del centro. Se
una studentessa ha problemi di convivenza con
una coinquilina troppo rumorosa, i tutor possono
intercedere per un cambio di stanza o di blocco, per
esempio. Ci si può rivolgere al Cascu per lamentele,
ma anche per informazioni di servizio o suggeri-
menti. Al front-office ci sono quattro studenti tutor:
Elisa Melissaccio e Ganimet Elmazi per i collegi
Tridente e Serpentine e Salvatore Sammartino e
Sara Menchetti per Vela e Aquilone. E’ proprio que-
sto il vero elemento di forza del Cascu. “La presen-
za di uno sportello direttamente ai collegi e gestito
735 7,4
da 180 a 400 0
da 160 a 190 0
0
5
0,79 (500 gr) 46,2
1,25 (1 l) 40,4
1,561 26,3
da colleghi studenti rende tutto molto più informa-
le, semplice e stimolante”, dice Aldini. E’ più proba-
bile, infatti, che i ragazzi si rivolgano a loro coetanei
piuttosto che agli uffici competenti, specie per alcu-
ni problemi. Il servizio offre agli universitari due
possibilità: presentarsi nell’aula 2 esterna del
Tridente il martedì (16.30-18.30) e il giovedì (15.00-
17.00) per parlare con i tutor e compilare una sche-
da di segnalazione oppure connettersi a Internet e
pubblicare il loro messaggio sul forum
(http://cascu.forumfree.it/). Sinora le segnalazioni
più comuni sono state la richiesta di posticipare gli
orari di apertura della mensa (12.00-14.00 e 19.00-
21.00) e quella di potenziare i trasporti verso il centro
storico. Altri ragazzi si sono rivolti al Cascu per infor-
mazioni di servizio (orari ambulatorio medico, psico-
logo, richiesta di una camera) o lamentele sulle puli-
zie alla Vela e all’Aquilone. “Il nostro compito non è
solo quello di ascoltare gli studenti”, precisa Sara, “ma
anche di far capire la prospettiva dell’Ersu, avere un
ruolo di mediazione fra il punto di vista dell’Ente e
quello dell’utente”. Il Cascu, insomma, vuole sì “pro-
teggere” gli abitanti dei collegi, ma anche sensibiliz-
zarli e invitarli alla collaborazione e al rispetto reci-
proci per migliorare il loro vivere quotidiano.
 UNIVERSITÀ
Dal 2005 l’e-learning è in aumento

Nell’aula virtuale
si studia sul serio
GLORIA BAGNARIOL

I
l professore fa la sua lezio-
ne, gli studenti seguono,
fanno domande e ogni
tanto interrompono con
brusii di sottofondo. Solo
che stavolta ognuno è a
casa propria. È l’e-learning, la
didattica a distanza, e a Urbino
è realtà da più di dieci anni.
Attraverso una piattaforma
creata con la collaborazione
Parte un tavolo di concertazione con il Comune della facoltà di Informatica
applicata, i docenti caricano il
materiale didattico e danno
zi d’Ateneo per l’e-learning).
Passaparola che ogni anno rag-
giunge sempre più studenti, dai
110 del 2005 fino ai circa 400 di
quest’anno. Attualmente sono
attivi tre corsi di laurea trienna-
le (Sociologia e servizio sociale,
Scienze della comunicazione
ed Informatica applicata) ed
uno di laurea magistrale
(Gestione delle politiche, dei
servizi sociali e della mediazio-
ne interculturale) e si spera di
poter allargare sempre più l’of-

Gli studenti all’attacco:

appuntamento in un’aula vir-
tuale dove si incontrano con
alunni e tutor. Oltre alla lezione
c’è la possibilità di aprire un
forum per ulteriori approfondi-
menti, ma anche spensierate
chiacchiere tra colleghi. Questi
ferta formativa, nonostante le
resistenze di quei docenti che
ancora guardano il computer
come un mostro. L’altro ostaco-
lo è rappresentato da chi teme
che la didattica a distanza porti
via studenti e quindi risorse.

“Vogliamo più spazio

luoghi permettono di eliminare
l’asetticità tipica della didattica
a distanza e creano un gruppo
classe a volte più affiatato di
quello che si forma tra i banchi
di legno. Lo testimoniano anche
le dichiarazioni di alcuni stud-
sul canale Youtube del corso:
“Non è vero - sostiene
Giovanni Torrisi, vicedirettore
del Crisel – sono soprattutto gli
adulti che non risiedono ad
Urbino ad approfittare di que-
sta opportunità. Questo tipo di
percorso raggiunge persone
che altrimenti non si sarebbero

la città è anche nostra” Ciro crede che “la cosa più bella
di questo passaggio all’online è
stata la possibilità di conoscere
tantissime persone”. Gli fa eco
Leonardo convinto che i corsi
e-learning offrano maggiori
opportunità proprio perché
mai iscritte”.
Il termine e-learning non
descrive un unico metodo di
insegnamento: variano gli stru-
menti, ma soprattutto le moda-
lità. “L’università di Urbino ha
scelto una didattica di tipo
ALBERTO SOFIA torale delle ‘Formiche’ – coalizio- “Tecnicamente – conclude poi il “l’interazione attraverso inter- blended learning, nella quale i
ne di sinistra vincente alle ultime sindaco – per istituire il consiglie- net consente di entrare profon- momenti virtuali vengono inte-

U
na commissione
congiunta per
aprire un canale
di comunicazione
tra studenti,
Università, Ersu e
consiglio comunale: è questa la
proposta dell’amministrazione di
Urbino per aumentare la parteci-
pazione degli studenti alla vita
politica, sociale e culturale della
città ducale.
Il tavolo di concertazione, che
entrerà in funzione entro il mese
di aprile, proverà a creare un
ponte tra il corpo studentesco e i
principali enti che forniscono i
servizi nel territorio. Da tempo
studenti ed associazioni universi-
tarie chiedevano al Comune la
possibilità di incidere sulle scelte
adottate dal Municipio. Per que-
sta ragione nel programma elet-
COMMISSIONE STATUTO
elezioni universitarie – era stata
inserita la richiesta del consiglie-
re aggiunto degli studenti: “Molti
comuni come Roma e Perugia –
afferma Simone Lancianese, rap-
presentante studentesco all’Ersu
- hanno istituito la figura del con-
sigliere per gli immigrati. A
Urbino pensavamo ad un
modello simile per gli studenti,
per dare voce e rappresentanza
alle nostre richieste”. La propo-
sta, condivisa dal Rettore Stefano
Pivato, non è stata accolta dal-
l’amministrazione comunale,
che ha preferito adottare soluzio-
ni diverse: “Non avevamo previ-
sto questa figura tra i nostri
obiettivi elettorali” ha sottolinea-
to Corbucci. Secondo la Giunta,
infatti, un tavolo congiunto
sarebbe più funzionale al rag-
giungimento degli obiettivi.
re aggiunto sarebbero state
necessarie lunghe procedure per
la modifica dello Statuto”.
Alla commissione congiunta
parteciperanno due o tre rappre-
sentanti degli universitari, che
saranno eletti dal Consiglio degli
studenti. “Alla città mancava un
tavolo di confronto come questo.
Speriamo sia solo il primo passo
verso una piena cittadinanza”, ha
commentato Stefano Paternò,
presidente del Consiglio studen-
tesco. La richiesta di partecipare
alle sedute consiliari comunali
non è infatti abbandonata: “La
commissione deve essere un
punto di partenza. La cittadinan-
za studentesca deve essere rag-
giunta attraverso la rappresen-
tanza diretta, la trasparenza delle
amministrazioni, l’aumento dei
servizi e il pieno accesso alla cul-
tura” ricorda Lancianese. Gli uni-
versitari sono spesso considerati
semplici fruitori di servizi, estra-
damente in contatto con gli
altri”.
Esistono da tempo pratiche di
e-learning disseminate per
tutto il territorio nazionale, a
Urbino è iniziato tutto nel 1998
con un master internazionale
sui cambiamenti urbani che ha
coinvolto 200 dottorandi di 25
paesi diversi. Nel 2004 è stato
inaugurato il primo corso di
laurea in sociologia d’Italia. Un
esempio d’eccellenza di cui
però non si parla abbastanza:
difficile reperire informazioni
dalla home page dell’ateneo,
praticamente nulla la pubblicità
durante l’open day. “Ci muovia-
mo essenzialmente attraverso il
passaparola” afferma Yuri
Kazepov, delegato del rettore
all’e-learning e direttore del
Crisel (Centro di ricerca e servi-
OFFERTA FORMATIVA
grati con le lezioni classiche,
frontali” spiega il professor
Kazepov che tiene a precisare
che “gli esami sono sempre in
presenza, non esistono valuta-
zioni a distanza. Niente a che
vedere con le Università tele-
matiche che utilizzano un
sistema completamente diver-
so”.
L’università finora, a parte i
costi iniziali del progetto, non
ha disposto alcun fondo. Il
Crisel si autofinanzia grazie al
contributo aggiuntivo, 500
euro, che gli studenti ogni
anno pagano per aver accesso
ai servizi in rete. Quasi tutta
l’organizzazione sembra muo-
versi in maniera volontaristica,
cosa che rende difficile il suo
mantenimento nel lungo
periodo.

I ricercatori protestano nei alla comunità ducale: “I pre-

giudizi sono sempre i soliti.
Studente è sinonimo di movida e
vandalismo. Siamo contrari a
In una lettera aperta al Rettore, 54 ricercatori queste etichette e riteniamo di
dell’Università di Urbino hanno contestato le modalità poter offrire un grande contribu-
to in termini di partecipazione e
di nomina della Commissione che modificherà lo cultura”, precisa il rappresentan-
Statuto d’Ateneo. “La Legge Gelmini – si legge nella te all’Ersu. L’obiettivo è ricucire
nota - concentra il potere nelle mani di pochi, rafforzan- lo strappo tra residenti e studen-
ti: “Il consigliere aggiunto ci per-
do le gerarchie interne”. Il Senato non ha accolto la metterebbe di comprendere
proposta dei ricercatori, i quali avrebbero voluto elegge- meglio le esigenze e i problemi
re autonomamente i propri rappresentanti, senza dele- della città, anche se con un ruolo
consultivo” conclude Simone
gare la scelta al Rettore sulla base di una rosa di Lancianese.
nomi. “Una scelta in aperto contrasto con il cambio di L’amministrazione sembra però
passo promesso da Pivato durante la sua campagna convinta della propria scelta: “Al
termine del mandato attuale il
elettorale”. I ricercatori hanno così richiesto maggiore mio successore potrà verificare
collegialità e partecipazione nelle decisioni adottate l’effettiva utilità della commis-
dall’Ateneo. sione o scegliere opzioni diffe-
renti”. La questione, dunque,
potrebbe non essersi conclusa.
Moda, no alla deroga
Nessuna deroga ministeriale per Moda. Il Rettore
Stefano Pivato, accusato dai docenti del corso di non
essersi attivato per mantenerlo in vita, si è difeso
durante un incontro con una delegazione di studenti:
“Non ci divertiamo a tagliare, è stata inviata una richie-
sta verbale, ma il Ministero si è rifiutato”. Moda, che
non possiede i numeri minimi di docenza, non verrà
così riattivata, nonostante le richieste di Cna,
FederModa e di diverse scuole secondarie. Critico
Galliano Crinella, presidente del corso: “Da anni rispet-
tiamo le richieste ministeriali, essendo legati con il ter-
ritorio e le imprese, e attiriamo studenti dall’estero,
anche dalla Cina. Così si blocca il progetto di interna-
zionalizzazione dell’Ateneo”.

13
 il Ducato
E’ sempre il calcio lo sport che attira i più giovani, ma campioni si nasce
Vivai: uno su 35.000 ce la fa
500 ragazzi si allenano tra Urbania, Fermignano e Urbino. Ivan Scalbi, oggi all’Empoli, il più promettente
GABRIELE MICELI
I
van Scalbi, terzino
destro nei giovanissimi
nazionali dell'Empoli,
classe 1996, "è un esem-
pio per tutti i ragazzi
che vengono qui ad
allenarsi: un ottimo giocatore
e soprattutto un ottimo stu-
dente", dice Antonio Coletta,
presidente del Prb Young
Soccer di Fermignano. Il pic-
colo talento, cresciuto nel
vivaio della società, è partito
per la cittadina toscana alla
ricerca di fortuna come pro-
fessionista. Una scelta non
facile per chi, a soli quattordi-
ci anni, deve salutare tutti per
iniziare una nuova avventura.
"Oggi sono contento per aver
accettato il trasferimento",
dice Scalzi. "Per me era una
grande occasione che non
potevo rifiutare. Il mio futuro?
Magari diventare un giocatore
di serie A". Ovviamente.
L'ambizione di giocare nella
massima categoria accomuna
un po' tutti gli aspiranti cal-
ciatori. Di certezze nel calcio
però ce ne sono poche. Ed è
proprio quello che viene inse-
gnato ai 500 ragazzi presenti
nei settori giovanili di Urbino,
Fermignano e Urbania. Loro,
che rincorrono un pallone
dall'età di sei anni, sanno
bene che la strada che porta al
professionismo è lunga e tor-
tuosa. Ci vuole sacrificio, bra-
vura, umiltà e tanta fortuna.
Qualcuno è già approdato
nel grande calcio come
Alessandro Marchi (oggi tito-
lare nel Piacenza), qualcun'al-
tro potrebbe presto indossare
la maglia di società prestigio-
se. Ma chi sono le giovani pro-
messe dei vivai locali?
Michele Orazi e Matteo Rossi,
entrambi nati nel 1996, gioca-
tori dell'Urbania Calcio,
"hanno le potenzialità per
diventare dei bravi giocatori",
dice Walter Antognucci,
responsabile del settore gio-
vanile. Il primo, attaccante
che ammira Del Piero, insie-
me al secondo, difensore col
14
mito di Maldini, saranno gli
unici due giocatori della pro-
vincia di Pesaro-Urbino a far
parte della prossima rappre-
sentativa regionale.
Il valore di un giocatore,
spesso dipende dal non sen-
tirsi il nuovo campione del
secolo già in tenera età.
L'Urbino Calcio, che que-
st'anno sta vivendo la sua
peggiore annata, non smette
di credere nei suoi ragazzi e
nella filosofia che "se son
bravi è giusto lasciarli anda-
re", dice Luigi Amaranti,
responsabile del settore gio-
vanile: "Qui insegniamo il
gioco del calcio e i valori di
rispetto e lealtà nei confronti
dei compagni". Ed è per que-
sto che l'unione fra tecnica e
comportamento rendono
Luca Matteucci, classe 1997,
centrocampista centrale, il
giocatore-modello che potrà
farsi strada in categorie
superiori.
Oggi le Marche non sono rap-
presentate in serie A. Il solo
Ascoli, difende l'orgoglio del
territorio nel campionato
In alto: Marco
Smacchia (responsa-
bile nazionale Milan
Junior Camp).
A sinistra e in basso
le giovani promesse:
Ivan Scalbi, Michele
Orazi, Matteo Rossi,
Luca Matteucci
cadetto. La rinascita del cal-
cio marchigiano potrebbe
arrivare proprio dai vivai.
"Ultimamente ci sono società
che stanno facendo buone
cose per i ragazzi, come Fano,
Fossombrone, Urbania e
Fermignano", dichiara Marco
Smacchia, responsabile
nazionale Milan Junior
Camp. La serie A resta un tra-
guardo arduo, come confida
Smacchia: "Dei 35mila calcia-
tori selezionati dal Milan sol-
tanto uno arriva in serie A".
Perciò ragazzi, studiate.
L’intervista
“L’ allenatore
è metà tecnico
e metà padre”
M
a r c o
Smacchia,
o s s e r v a t o re
dell'A.C.
Milan nei set-
tori giovanili,
ex calciatore non professioni-
sta, è un marchigiano doc.
Classe 1967, con i suoi oltre
300 gol è stato uno dei giocato-
ri più prolifici della regione.
Insieme a Fausto Pagliaccia e
Stefano Falghera, è responsa-
bile nazionale Milan Junior
Camp.
I settori giovanili hanno spes-
so un ruolo secondario rispet-
to alla prima squadra. Di chi è
la colpa?
"Non c'è un solo responsabile.
Mancano i soldi, soprattutto in
questo periodo di crisi. I setto-
ri giovanili fanno quel che pos-
sono con quel poco che hanno.
Spesso però manca la volontà
di investire. Bisognerebbe sen-
sibilizzare i Comuni, anche
perché sono pochi quelli che
hanno strutture adeguate".
Lavorare coi giovani non è
facile. Quanto è determinante
avere dei buoni allenatori?
"È fondamentale. I nostri alle-
natori fanno corsi di pedago-
gia, si aggiornano continua-
mente. Una cosa è avere un
tecnico preparato in grado di
far emergere le qualità e segui-
re passo dopo passo un ragaz-
zo (dalla coordinazione alla
tattica), tutt'altro è pensare
che basti un corso per diventa-
re un bravo allenatore".
Se il futuro del calcio marchi-
giano passa dai giovani, in che
modo invertire la tendenza
negativa degli ultimi anni?
"Forse è un sogno, ma tutti i set-
tori giovanili dovrebbero colla-
borare insieme, aprirsi per il
bene di tutti". (g.m.)
 SPORT

A sinistra:
Davide
Fanelli
durante
una gara.
A destra:
il pilota in
una confe-
renza
stampa

Alto, magro, vent’anni: il pilota urbinate rivela i progetti per il futuro

Le due ruote veloci di Fanelli

Figlio d’arte, infanzia sulle minimoto, adrenalina e un sogno: “Un giorno vorrei fare il Casey Stoner”
paura. Faccio il check di tutta passare alla velocità? Quest'anno avresti dovuto LA MOTO 2
STEFANIA BERNARDINI la settimana e se ci sono stati "Avevo 12 anni, in una gara fare la coppa del mondo 1000
problemi inizio a fare un sono arrivato male in un salto Stock, ti è dispiaciuto il cam-

B
raccia tatuate, un
metro e ottanta di
magrezza, ven-
t’anni. L'asfalto
della città ducale
si piega al passag-
gio di questo potenziale
Valentino Rossi. Si chiama
Davide Fanelli e con la sua
fedele compagna, una Bimota
HB4, il giovane campione
gareggerà per il campionato
italiano di Moto 2 dopo esser-
si distinto, nel 2010, conqui-
stando il quarto posto al cam-
pionato italiano di velocità
600 Stock e il quinto all'euro-
peo.
Quando è nato il tuo interes-
se per la due ruote?
"Già a due anni avevo la mini-
moto con le rotelle. Mio padre
è un ex-crossista, andavo a
vedere le gare. La passione era
innata, quel mondo mi ha
subito affascinato".
Quando sono iniziate le
prime gare?
viaggio mentale per cercare
di capire cosa evitare. Poi
quando parto non penso più
a nulla. Alla fine mi rendo
conto di quello che ho fatto,
se sono andato bene o se c'è
stata qualche cavolata. La
soddisfazione arriva sul
podio, guardo i tecnici che
esultano, gli amici che
applaudono e penso che ho
fatto una gran bella gara".
Perché dopo l'incidente, con
il minicross, hai deciso di
Una competizione “dolce” e aperta a tutti: per solidarietà
Vivicittà, un week end tutto di corsa
VALENTINA GERACE
e ho battuto forte la schiena. bio di programma del team? Nuova categoria intro-
Il mio morale era a terra e ho "All'inizio ci sono rimasto dotta nel 2010 con
deciso di cambiare anche male perché il mondiale è un
perché nella velocità il fattore bel traguardo, però se andia- alcune limitazioni:
fisico conta meno". mo bene in Moto 2, il prossi- motore 600cc a quat-
Quando stai per cadere, non mo anno ci potrebbe essere il tro tempi fornito dalla
ti assale il terrore? passaggio al livello interna-
"Se sai che stai forzando al zionale". Honda e derivato dalla
massimo, in un certo senso la Un campione che apprezzi? CBR600RR e pneuma-
caduta te la sei cercata. Il "Casey Stoner. La sua guida tici Dunlop. Sorella più
brutto è quando non te l'a- istintiva e aggressiva mi fa
spetti. Se scivoli all'improvvi- impazzire. Mi rivedo molto in economica della clas-
so non riesci a spiegarti il lui. Siamo anche nati lo stes- se regina MotoGp.
motivo e vai nel panico". so giorno dello stesso mese".
di questo bene essenziale. L’ambiente tenendo conto della conformazione del
resta protagonista: per il presidente del territorio. I giri di orologio effettuati dagli
comitato provinciale della Uisp iscritti della ripida Urbino verranno per
Alessandro Ariemma “il discorso del- esempio "compensati" riducendoli di un

"A sei anni ho cominciato con
il minicross. A livello regiona-
le ero sempre primo o secon-
do, anche nel campionato ita-
liano riuscivo a piazzarmi
bene. Poi ho corso con le
minimoto e nel 2006 sono
passato alle ruote alte con il
trofeo Honda 125 GP: secondo
classificato e miglior esor-
diente".
Numero di gara 27 e numero
fortunato 17: cosa significano
per te?
"Il 27 l'ho avuto nella prima
gara e ho sempre cercato di
tenermelo, il giorno 17 invece
sono arrivate tutte le vittorie
più belle, più significative."
Per esempio, quale vittoria?
"Quella dello scorso anno a
Misano. Era un brutto perio-
do, dovevamo fare un bel
punteggio per riscattarci.
Quella è stata finora la più
bella vittoria".
Raccontaci una giornata di
gara, quali sono le tue emo-
zioni?
"Adrenalina. Alla partenza
adrenalina, tensione, anche
M
ettiamoci nei panni di un giova-
ne universitario urbinate. Week
end significa ritorno a casa.
Oppure far tardi la sera, divertirsi. Ma ci
sarebbe anche una terza via, lo sport.
Domenica 3 aprile la Uisp (Unione italia-
na sport per tutti) porta a
Urbino la Vivicittà. Si tratta
di una competizione di
podismo, disputata alla
stessa ora in 43 città italia-
ne e 17 istituti penitenziari
e minorili. Una gara che
all'aspetto ludico unisce un
impegno sociale, civile e
ambientale. Con uno
sguardo anche alle regioni
più disagiate del pianeta.
Giunta alla sua tredicesima
edizione, la gara toccherà i
campi profughi del Libano,
Gerusalemme Est, Kinshasa,
Sarajevo, e molti altri luoghi.
I diritti umani e la solida-
rietà saranno il filo rosso che legherà
tutte le competizioni. Come accade in
ogni edizione, un tema di attualità sarà al
centro del volantino e della festa.
Quest'anno è la volta dell'acqua: gli orga-
nizzatori vogliono sensibilizzare parteci-
panti e curiosi a un uso più consapevole
l’ambiente è fondamentale, l’impatto
delle gare è stato studiato e useremo il
più possibile materiale biodegradabile
durante il percorso”.
Saranno 11, tra maschili e femminili, le
categorie in cui verranno divisi, in base
all'età, gli iscritti. Unica la classifica a
livello nazionale, che terrà conto dei
tempi di ogni città. Per i primi tre a salire
sul podio sono previsti dei piccoli premi.
I più veloci saranno selezionati non solo
in base ai tempi impiegati ma anche
minuto. Da Borgo Mercatale a Piazza
della Repubblica, da Via Veneto al
Duomo, da Porta Santa Lucia a Via
Raffaello, i corridori urbinati si cimente-
ranno in 12 chilometri di corsa in salita.
Una gara competitiva ma
anche "contemplativa"
visto il percorso, che si
snoderà tra i luoghi più
antichi e apprezzati della
città ducale.
Anche le scuole potranno
partecipare; ci saranno
ben tre categorie dedicate
ai più piccoli. Gli esordien-
ti, tra i sei e gli 11 anni, i
giovani, tra i 12 e i 13 anni
e i cadetti tra i 14 e i 15
anni. Per loro è previsto un
percorso ridotto, di 600
metri per le categorie
minori e di un chilometro
per i cadetti. Le classifiche
locali verranno stilate dopo la gara men-
tre per quelle nazionali bisognerà atten-
dere domenica 10 aprile.
Pronti via dunque, sperando che il tempo
sia clemente e che la partecipazione
urbinate aumenti, perchè “gli iscritti non
competitivi sono sempre troppo pochi”.

15
 il Ducato MASS MEDIA
Come è nata la più grande storia di spionaggio internazionale del secolo

“Pronto? Sono Assange...”

Il racconto dei giornalisti che hanno lavorato sui cablogrammi di WikiLeaks, svelando tutti i retroscena

“Usare i documenti segreti

come tessere per costruire
il puzzle di una inchiesta”
MARIA SARA FARCI lo staff di WikiLeaks a cercarci.
Circa due anni fa Assange in per-

O
cchi di ghiaccio
che si perdono in
uno sguardo sfug-
gente. Capelli briz-
zolati con un taglio
alla Richard Gere.
Sempre in fuga da una parte al-
l’altra del pianeta. Con sé porta
solo una borsa con il suo compu-
ter e i cellulari criptati. Non è il
personaggio di un romanzo di Le
Carrè, ma il ritratto di chi ha avu-
to modo di conoscere il “pirata”
della rete che da qualche tempo
sta facendo tremare i potenti di
tutto il mondo: Julian Assange.
Diventato famoso su internet,
ancora prima del Cablogate, per
aver creato un sito che permette-
va ai lettori di consultare i dispac-
ci originali delle ambasciate ame-
ricane. Un nuovo modo di fare
giornalismo, che il fondatore di
WikiLeaks stesso ha definito
“scientifico” perché sembrava
non avere bisogno della media-
zione dei giornali. Ma alla fine an-
che il pirata della rete ha dovuto
cedere al potere dei media tradi-
zionali per poter diffondere e ren-
dere accessibili a tutti i suoi 250
mila documenti segreti. E lo ha
fatto coinvolgendo, in un modo
degno dei migliori romanzi spio-
nistici, quattro quotidiani (El
Pais, Le Monde, The Guardian e
The New York Times) e un setti-
manale tedesco, Der Spiegel, che
hanno pubblicato una prima se-
rie di cablogrammi il 28 novem-
bre 2010. “A fine ottobre abbiamo
saputo che dovevamo tornare in
Spagna per un lavoro, ma non ci
hanno detto quale. La cosa era ab-
bastanza segreta. Siamo arrivati a
Madrid in otto, dieci corrispon-
denti. Dopo una riunione con il
direttore – ci ha raccontato Mi-
guel Mora, corrispondente in Ita-
lia di El Pais - abbiamo diviso il
materiale e cominciato a lavorare
per i cablogrammi. Ci hanno
chiuso in un bunker in cui pote-
vano entrare solo quelli che erano
stati convocati. Una prima squa-
dra ha filtrato i cablogrammi e ha
stabilito i temi su cui lavorare al-
l’inizio. Poi si è deciso il calenda-
rio che era già stato concordato
con gli altri giornali e abbiamo co-
minciato a pubblicarli”.
Dopo lunghe trattative, anche il
settimanale L’Espresso ha avuto
accesso ai files segreti delle am-
basciate. Gianluca Di Feo, che ha
firmato le prime rivelazioni diWi-
kiLeaks, ci ha confidato: “È stato
sona contattò una nostra colla-
boratrice, Stefania Maurizi, che
si occupa soprattutto di temati-
che internazionali relative a traf-
fico d’armi e questioni nucleari.
Successivamente contattarono
anche me per verificare alcuni
documenti che riguardavano l’I-
talia. A causa dei vincoli imposti
da WikiLeaks, ce ne siamo occu-
pati soltanto io e Stefania. Dopo-
diché su alcuni lavori specifici ci
siamo rivolti a colleghi di una cer-
ta esperienza”.
Un metodo di lavoro diverso,
quello compiuto dalle due testa-
te, ma che alla fine ha prodotto lo
stesso risultato al quale Assange
aspirava: diffondere le informa-
zioni contenute nei cablogram-
mi. “C’era innanzitutto una ne-
cessità di ordinare il materiale
per individuare le notizie – ha
continuato Mora - perché non
tutti i cablogrammi erano uguali
o contenevano lo stesso grado di
notiziabilità. Questo lavoro di se-
lezione lo potevano fare solo i
giornali”.
Poi c’era anche un problema di
sicurezza. “I primi documenti
pubblicati senza controllo sul si-
to Wikileaks, riguardanti la guer-
ra in Iraq, hanno messo in peri-
colo la vita di persone che com-
parivano nei files. Così come nei
documenti sull’Afghanistan ci
sono i nomi di tutti gli informato-
ri e degli agenti che forniscono al-
le truppe italiane e occidentali
notizie sui Talebani. È chiaro che
pubblicare quei nomi li espor-
rebbe a morte certa. Questo è ciò
che WikiLeaks vuole evitare”, ha LA STORIA
affermato Di Feo.
Ma l’esistenza diWikiLeaks va ol-
tre la pubblicazione di materiali
Berlusconi e Putin, i sorvegliati
segreti. La vera rivoluzione che
Assange ha portato nel mondo Il sito che ha fatto tremare i potenti del mondo
del giornalismo sta nel fatto che
esista gente disposta a conse-
gnare carte segretate a un inter- WikiLeaks inizia a pubblicare documenti segreti delle ambasciate nel 2007. I files dif-
mediario che poi le dà ai giorna- fusi vanno dalla cattiva gestione del campo di prigionia di Guantanamo ai rapporti tra
listi. E come ha ribadito Di Feo:
“Nel caso in cui il sito di Assange la Cina e la Corea del Nord; fino alla pubblicazione di un video che mostra la morte di
dovesse sparire, ci sarà una fonte dodici civili iracheni. Anche Silvio Berlusconi è entrato nel mirino di WikiLeaks ed è
in meno.Wikileaks ha aperto uno stato definito dall'ambasciata americana un leader “inefficace che spende le sue ener-
scrigno che rappresenta il sogno
di ogni giornalista. Io ho lavorato gie in feste notturne, che non gli permetterebbero di riposarsi abbastanza”. Anche il
cinque anni sull’Afghanistan per rapporto "privilegiato" tra Berlusconi e Putin è stato oggetto di un'attenta osservazio-
ottenere una serie di dati per le
mie inchieste e all’improvviso mi
ne da parte dei diplomatici statunitensi.
vengono messi sul tavolo 120 000 Al di là della vicenda di WikiLeaks, è bene tenere presente che non tutto quello che
documenti con tutte quelle in- viene diffuso in internet può essere preso per oro colato: alla fine ci devono essere dei
formazioni che per me erano ir-
raggiungibili. Era come se mi professionisti che filtrano le informazioni e le rendono comprensibili per la maggior
avessero portato nell’Eden”. parte delle persone.

ASSOCIAZIONE PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO, fondata da Carlo Bo. Presidente: STEFANO PIVATO, Rettore dell'Università di Urbino "Carlo Bo". Vice:
GIANNETTO SABBATINI ROSSETTI, Presidente dell'Ordine dei Giornalisti delle Marche. Consiglieri: per l'Università: BRUNO BRUSCIOTTI, LELLA MAZZOLI, GIU-
SEPPE PAIONI; per l'Ordine: STEFANO FABRIZI, DARIO GATTAFONI, CLAUDIO SARGENTI; per la Regione Marche: SIMONE SOCIONOVO, ALFREDO SPARAVENTI; per
la Fnsi: GIOVANNI GIACOMINI, GIANCARLO TARTAGLIA. ISTITUTO PER LA FORMAZIONE AL GIORNALISMO: Direttore: LELLA MAZZOLI, Direttore emerito: ENRICO
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