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Capitolo 1

IL POTERE SOCIALE: è quel potere o quella capacità che ha un soggetto o alcuni


gruppi di individui di poter influenzare le azioni degli altri individui o di un individuo.

Infatti è del tutto frequente che in un determinato gruppo di individui vi siano alcuni di
esse che riescano a far prevalere o ad imporre la loro preferenza o volontà sugli altri
individui, anche se questi hanno preferenze diverse alle loro. Con ciò si dice che questi
individui esercitano un potere sociale sugli altri individui.

In base al tipo di mezzo o risorsa impiegata per esercitare tale azione di influenza
distinguono tre tipi diversi di potere sociale :

 POTERE ECONOMICO: è quel potere esercitato da coloro che possiedono delle ricchezze
o mezzi di produzione, dove attraverso questi elementi possono costringere a quelli che
non li possiedono a tenere un certo comportamento.
Esempio: Il proprietario di un bene produttivo (es. una fabbrica), può esercitare il potere
economico sui suoi operai la quale devono lavorare per lui alle sue condizioni.
• POTERE IDEOLOGICO: è il potere esercitato da coloro che possiedono certe forme di
sapere e conoscenza e spingono con le loro formulazioni i membri di un gruppo a
determinati comportamenti (es. intellettuali, scienziati e - oggi - gli operatori dei mass
media)
• POTERE POLITICO: è quel potere esercitato da colui che impone la propria volontà
ricorrendo alla forza legittima .

Con l’affermazione della società moderna tale prerogativa è stata riservata allo Stato:
infatti lo Stato esercita il potere politico su un dato territorio e su una determinata
popolazione. Solo con l’uso della forza legittima da parte dello Stato, si può garantire la
convivenza pacifica tra i diversi gruppi sociali.
La forza legittima può essere esercitata solo dallo Stato perché ad esso si riconosce una
legittimazione morale nell’esercizio della forza..infatti si dice che egli ha il monopolio
della forza; questo per evitare che gli individui si facciano giustizia da sé e per evitare che
soggetti più forti prevaricano sui quelli più deboli.

LO STATO
Se osserviamo una carta politica del mondo, possiamo notare che tutta la superficie
terrestre è divisa in Stati, dove i loro territori sono bene definiti e in ogni territorio vi è un
ente sovrano che esercita il potere politico al suo interno.
Esistono vari tipi di Stati per esempio: stati unitari, stati federali, monarchie… però per
tutti usiamo la stessa parola di stato perché tutti gli stati possiedono degli elementi che
hanno in comune e questi sono: un territorio, un popolo, un apparato.
Questo tipo di organizzazione politica è sorta in tempi recenti, prima in Europa in un
periodo che va dall’400 all’600, per poi diffondersi gradatamente nel resto del mondo.
Per distinguere lo Stato attuale da quello diciamo del passato usiamo il termine di “Stato
moderno”.

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Con la nascita dello stato moderno diciamo che viene superato quel periodo caratterizzato
dal rapporto vassallo-signore, tipico del sistema feudale dove, il signore concedeva al
vassallo un feudo dove con egli si instaurava un rapporto di diritti e di obblighi reciproci.
L’obbligo del vassallo era quello di aiutare il signore sia in termini finanziari che militari.
Uno stesso individuo inoltre poteva essere vassallo di più signori.
Così come è stato superato l’idea che la società non è formata da individui ma da
comunità minori come famiglie-clan corporazioni cioè coloro che esercitano un certo
mestiere, comunità religiose e politiche.
Per ciascuna di queste comunità, non esisteva un unico diritto generale per tutti ma vi era
una molteplicità di sistemi giuridici, uno per ciascuna comunità, quindi un solo soggetto
poteva appartenere a diverse comunità contemporaneamente ed essere sottoposto di
conseguenza a più sistemi giuridici con i vari problemi di confusione, conflitto e
sovrapposizione.
In seguito poi alle guerre civili e religiose che dal 1378 al 1413 sconvolsero l’Europa, si
avvertì il bisogno di portare un ordine sociale. Questo forte bisogno portò alla nascita dello
Stato moderno do ve attraverso l’uso della forza legittima riuscì a portare l’ordine.

Se prendiamo in considerazione il pensiero di Hobbes diciamo che Hobbes ci dice


riguardo lo stato che lo stato di natura degli uomini per lui è uno stato dove gli uomini
vivevano senza un potere che gli regolava determinando continue guerre. L’uomo era
contro ogni altro uomo. Per portare fine a questa situazione di pericolosa incertezza, gli
uomini affidarono la loro sicurezza ad un potere comune al fine di difenderli
dall’aggressione di stranieri e dai torti reciproci. Ecco quindi che la loro forza ed il loro
potere viene trasferito ad un solo uomo ovvero lo Stato.

Riguardo la definizione di stato possiamo dire dunque che:


Lo stato è un’apparato centralizzato e stabile che esercita il monopolio della
forza legittimata, in un dato territorio, su una data popolazione e attraverso un
apparato amministrativo.

Sulla base di questa definizione possiamo dire che lo stato è un ente sovrano.
La sovranità si manifesta in due forme:
• interna: cioè lo Stato ha il supremo potere di comando in un determinato territorio
• esterna: cioè lo Stato è indipendente rispetto a ogni altro Stato ed ha il diritto di
impedire qualsiasi intervento di un altro stato sul suo territorio. Riguardo i loro rapporti
con gli altri stati, gli stati si pongono su un piano di uguaglianza giuridica e hanno gli stessi
diritti. Le loro relazioni sono regolate dalle norme del diritto internazionale.
La storia politica riguardo la sovranità si è posta una domanda:
Chi è il reale detentore del potere sovrano?ovvero chi esercita effettivamente
all’interno di un territorio il potere sovrano?
Per rispondere a tale domanda si sono affermate 3 teorie:
1. TEORIA DELLA SOVRANITA’ DELLA PERSONA GIURIDICA-STATO
Secondo questa teoria non è sovrano né il re e né il popolo ma bensì lo stato. Si tratta di
un concetto espresso tra la fine dell’800 e i primi decenni dell’900 dai giuristi tedeschi e
italiani, dove configurano lo stato appunto come persona giuridica e vero soggetto di
diritto, titolare della sovranità.
2. TEORIA DELLA SOVRANITA’ DELLA NAZIONE
Secondo questa teoria la sovranità appartiene alla nazione da cui emanano tutti i poteri.

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Questa teoria è una delle invenzioni più importanti del Costituzionalismo francese dopo la
rivoluzione del 1789.
3. TEORIA DELLA SOVRANITA’ POPOLARE
Questa teoria è stata elaborata da Rousseau dove secondo lui la sovranità coincide con la
“volontà generale”, cioè con la volontà del popolo (insieme dei cittadini).

Nel corso del XX secolo, e in particolare dopo i due conflitti mondiali, abbiamo l’affermarsi
delle nuove tendenze che hanno portato alla limitazione della sovranità e dell’indipendenza
degli Stati queste tendenze sono:
L’affermazione della sovranità popolare dove lo stato è stato posto sotto il controllo
dei cittadini, in alcuni paesi infatti il popolo può con il referendum decidere direttamente
sulle leggi dello stato, cosi come i cittadini possono rivolgersi ai giudici quando lo stato non
rispetta le norme previste..

La nascita delle organizzazioni internazionali


Dove hanno come finalità principale il mantenimento della pace e della sicurezza
internazionale ed è fondato sul principio della sovrana uguaglianza di tutti i suoi membri, e
vieta l’ingerenza nelle questioni interne di ciascuno stato.
Un momento decisivo in questo senso è rappresentato dal Trattato di S.Francisco,
istitutivo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (26 giugno 1945).
Nel continente europeo, si sono concretizzate però limitazioni più estese della sovranità
degli Stati e questa è la nascita delle organizzazioni sovranazionali e, in particolare lo
sviluppo del processo d’integrazione comunitaria.
LE PRINCIPALI TAPPE DELL’INTEGRAZIONE EUROPEA sono:
1951: Trattato istitutivo della Comunità del CARBONE e dell’ACCIAIO
1957: Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea
Trattato istitutivo della Comunità Economica dell’Energia Atomica (Euratom)
1986: Atto Unico Europeo: espansione delle competenze attribuite alla Comunità.
1992: Trattato istitutivo dell’Unione Europea.
L’UE è composta da tre pilastri: (Comunità Europea, Pesc, Giustizia e affari interni)
1996: Trattato di Amsterdam
2000: Trattato di Nizza
2003: Convenzione europea sul futuro dell’Europa

IL TERRITORIO
Lo stato esercita la sua sovranità in un determinato territorio.
Il territorio dello stato è perfettamente delimitato perché è importante stabilire con
precisione e con certezza dove i poteri di uno stato possono essere esercitati e fin dove, e
da dove iniziano i poteri di un altro stato al fine di garantire l’indipendenza reciproca degli
stati.
Il territorio dello stato comprende:
o Terraferma: cioè quella porzione di territorio delimitata dai confini che possono essere
naturali come ad esempio i fiumi, catene di montagne …oppure artificiali. In genere essi
vengono stabiliti attraverso accordi bilaterali tra gli stati confinanti; se tale accordo viene

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però a mancare perché per esempio uno stato rivendica un territorio che un altro
considera proprio, si apre un conflitto territoriale. Questo conflitto può essere risolto o in
modo pacifico attraverso la trattativa o attraverso il ricorso ad un giudice internazionale
oppure, con la guerra; in quest’ultimo caso al termine del conflitto militare, i confini
verranno ridisegnati secondo i rapporti di forza stabiliti tra lo stato vincitore e lo stato
sconfitto.
o Sottosuolo: ovvero fino alla profondità raggiungibile dell’uomo.
o Spazio atmosferico: che si trova al di sopra della terraferma. Lo stato a riguardo può
impedire a qualsiasi aereo di sorvolare sul proprio territorio senza il suo consenso.
o Acque territoriali o mare territoriale: comprendono un tratto di mare lungo le coste,
12miglia marine dalla costa, oltre a questo limite inizia poi il mare aperto dove gli stati non
possono esercitare la loro sovranità ed in esso valgono le norme del diritto internazionale.
o Piattaforma continentale: è quella parte del fondo marino di profondità costante che
circonda le terre emerse prima che la costa sprofondi negli abissi marini. Gli stati possono
utilizzare tutte le risorse naturali estraibili dalla piattaforma continentale purchè sia
assicurata la libertà delle acque.
o Navi e aerei: che sono soggetti alla sovranità dello stato di cui battono bandiera, anche
quando si trovano al di fuori dei suoi confini.

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