Hanno un calibro di 5-8 μm. La parete dei capillari è costituita da cellule endoteliali appiattite o
pavimentose (una sola cellula nei capillari più piccoli). Queste cellule poggiano su una lamina
basale sostenuta da un intreccio di fibre reticolari. All'estreno della parete ci sono i periciti, cellule
muscolari che emettono dei processi primari che si dispongono longitudinalmente e generaro
processi secondari. Sono cellule contrattili (isomiosina) che aiutano il flusso del sangue nelle zone
in cui la pressione è bassa. Possiamo classificare i capillari in:
– capillari continui che hanno una parete costituita da cellule endoteliali poste in continuità.
Sono tipici del tessuto muscolare, mucoso e connettivo. Hanno un calibro di 9-12 μm. I
capillari di calibro maggiore hanno una parete formata da 2-3 cellule endoteliali. Fra le
cellule endoteliali si formano delle giunzioni per unirle strettamente, dette giunzioni
interdigitate. All'interno del citoplasma ci sono vescicole associate al plasmalemma,
importanti per il passaggio transendoteliale. La superficie del lume è liscia, i margini delle
cellule adiacenti sono sovrapposti. Possono lasciare una piccola piega, la piega marginale,
visibile al microscopio elettronico. Sono inoltre presenti 2-3 zone di stretta giunzione, tipo
zonula occludens.
– capillari fenestrati che sono tipici di ghiandole endocrine, si trovano nel pancreas e anche
nel rene. In prossimità delle estremità delle cellule endoteliali il citoplasma si assottiglia e dà
luogo a pori. Sono circoscritti da una lamina basale continua. I pori sono ampi 60-70 nm e
sono chiusi da un diaframma (tranne che nel rene, dove non sono presenti diaframmi per
consentire la filtrazione)
Scambio transendoteliale: avviene attraverso vescicole di trasporto che si formano ex novo dal
plasmalemma. Tali vescicole sono trasportate attraverso il citoplasma per fondersi con il
plasmalemma della membrana basale. Il passaggio delle sostanze è influenzato dalle loro
dimensioni, dalla carica elettrica, dalla natura chimica. Altre vescicole si staccano, inglobano
materiale e si fondono con il plasmalemma della parete opposta. Oppure si ha la fusione di 2 o più
vescicole che si formano ai lati opposti: in tal modo si formano canali transitori tra il lume del
capillare e il tessuto.
– capillari discontinui in cui le cellule endoteliali non sono completamente aderenti tra loro.
La membrana basale è continua. Sono tipici del fegato (sinusoidi: capillari con lume ampio e
irregolare che si adattano alle lamine degli epatociti). Associati a questi capillari ci sono dei
macrofagi.
– capillari specializzati che si trovano a livello dell'encefalo e costituiscono la barriera emato-
encefalica: il trasporto tra interno ed esterno avviene tramite molecole carrier.
VENE
A differenza delle arterie, aumentano di calibro man mano che ci si avvicina al cuore e aumenta lo
spessore della loro parete. Le vene rispetto alle arterie hanno un lume più ampio, sono più numerose
e loro parete è più sottile (sono quindi più flessibili), ma sono meno elastiche. Si dividono in vene di
piccolo, medio e grosso calibro. Non sempre il calibro corrisponde alla struttura: la stessa vena può
cambiare la struttura lungo il suo decorso. Le vene hanno 3 lamine, ma a differenza delle arterie non
sono ben identificabili: tonaca intima, media e avventizia. È meno presente la componente elastica,
prevale il collagene e la componente muscolare.
Venule e piccole vene
Le venule si formano per confluenza di capillari (calibro di 10-15 μm). In genere le cellule
endoteliali sono circondate da periciti e fibre reticolari intorno all'endotelio che delimita il lume.
Nelle venule di calibro maggiore le fibre muscolari sono più numerose, fino a sostituirsi quasi ai
periciti. Le venule intervengono negli scambi tra sangue e tessuti (come i capillari). Alcune
presentano un endotelio cubico (linfonodi e placche del Peyer)
Tipiche delle vene degli arti inferiori sono le valvole venose che hanno una forma simile alle
valvole semilunari a nido di rondine. Sono costituite da un lembo di endotelio e lamina basale ricca
di fibre elastiche. Presentano un margine libero e un margine adeso alla parete del vaso.
La loro struttura è analoga a quella degli orifizi aortici. La loro funzione è di impedire il ritorno del
sangue verso il basso e aiutano il sangue a defluire verso il cuore e ne impediscono il ritorno. I
flusso è dovuto alla contrazione dei muscoli intorno al vaso (peristalsi); è facilitato dall'azione
propulsiva delle arterie. Al momento in cui le valvole non funzionano bene, non impediscono il
ritorno del sangue e le vene ne soffrono e si dilatano (varici). In genere le valvole sono 2, a volte 1 o
3.