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Filippo con la sua disarmante semplicità verbalizza ciò che è l'anelito segreto di ogni cuore. Più
volte nell'Antico Testamento ricorre il grido: "mostraci il tuo volto", spesso completato dall'espressa
certezza che in questo volgersi di Dio verso di noi è la salvezza.

Anche noi, in fondo, non riusciamo a spegnere la nostalgia di quella che è la sorgente segreta da cui
siamo sgorgati. Mostraci il Padre, facci ritrovare la strada di casa, restituiscici a quell'abbraccio da
cui più volte ci siamo maldestramente svincolati finendo con lo smarrirci in strade senza sbocco. Ed
è già grazia quando riusciamo a far nostro questo appello, perché vuol dire che abbiamo preso
coscienza del vuoto di senso in cui ci ha precipitato l'aver distolto lo sguardo da lui.

Ma ancora una volta l'Amore ci ha preceduti e si è consegnato a noi prima e al di là di ogni ri-
chiesta: "Chi vede me vede il Padre", ed io sono sempre a tua portata di mano. Mi trovi nel fratello
che ti ho posto accanto, nell'Eucaristia, quale forma di presenza più facilmente percepibile, ma, se ti
fai a-scolto, mi scoprirai più intimo a te di te stesso, nel tuo cuore in cui io e il Padre abbiamo preso
dimora.

Oggi, nel mio rientro al cuore, sosterò adorante e riconoscente accanto a questa presenza che mai mi
abbandona.

Mostrami il tuo volto, Signore, lungo lo snodarsi delle mie giornate, e sia il faro che le orienta e le
illumina, restituendo ad esse il gioioso senso di un incontro desiderato e atteso.

   
 

Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio
che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo.
Tale desiderio è così forte in me che mi considererei privilegiato qualora, in questo mio sforzo e in
que-sta mia battaglia per aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del mio paese, Gesù
volesse ac-cettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire".

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Vedere Dio è il desiderio ardente dell'uomo. Mosè chiese al Signore di poter vedere il suo volto.
Ancora prima Giacobbe, dopo una notte di lotta misteriosa, domandò il suo nome. I Salmi sono una
preghiera persistente e un desiderio incancellabile di cuori che bramano vedere e contemplare il
volto di Dio. Tutta la speranza cristiana è orientata alla contemplazione di Dio nella sua luce eterna.
Il desiderio di vedere Dio manifesta e rivela la volontà dell'uomo di trascendersi, elevarsi, andare
oltre la materialità della sua umana esistenza, superare il carcere della contingenza, elevarsi fino alla
contemplazione di Dio che ricolma il cuore di pace e dona alla mente l'acqua che la disseta e la
ristora. L'oggetto proprio della mente è solo Dio e nessun'altra realtà.
Oggi questo desiderio di vedere il Padre è scemato nei cuori e nelle menti. L'uomo si è come
materializzato nel suo cuore, nel suo spirito, nella sua anima. Oggi è l'era della materia e basta.
L'uomo vive di solo corpo, sola carne, sola materia, solo fisicità. È questa la povertà più triste,
dolorosa. È la povertà della sua stessa natura. Da persona chiamata a sottomettere la carne allo
spirito, ora è divenuta persona che ha annullato lo spirito ed è tutto corpo e per il corpo, materia e
per la materia.
Questo disastro, o catastrofe umana, è la più triste di tutti i tempi. Essa non coinvolge solamente il
mondo pagano o dei non cristiani. Essa ha investito in modo quasi universale tutto il mondo
cattolico. È proprio il cristiano che oggi manca di questo desiderio di eternità, cielo, contemplazione
di Dio, immersione nel soprannaturale.
È il cristiano che è venuto meno nella sua missione. Ma qual è esattamente la missione cristiana?
Essa è questa, solo questa: essere nel mondo la visibilità di Cristo, che è a sua volta la visibilità del
Padre. Come il Cristo ha mostrato ai suoi contemporanei il volto del Padre, che è verità,
misericordia, pietà, compassione, giustizia eterna, santità, così anche il discepolo deve mostrare il
volto di Cristo, che è amore sino alla fine, consumazione e olocausto per la redenzione dell'umanità.
È una missione che dobbiamo riprendere, la dobbiamo rimettere sulle nostre spalle, ognuno deve
fare la sua parte, deve mostrare il volto santo di Cristo, perché è lui oggi il volto santo di Gesù
attraverso il quale si vede il volto del Padre e nasce nei cuori il desiderio di conoscerlo, vederlo,
incontrarsi con Lui, sostare e abitare con Lui per sempre. Il mondo non ha alcun'altra possibilità di
conoscere il vero Dio se non attraverso il vero discepolo di Gesù.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, per Te il mondo ha conosciuto l'Autore della vita. L'ha
conosciuto per la tua fede e la tua obbedienza. Aiuta noi, smarriti, confusi, dispersi nel dedalo dei
nostri pensieri infernali, a ritrovare la via della fede e della più pura e santa obbedienza. Angeli e
Santi di Dio otteneteci il dono di una sete e di una fame insaziabili del nostro Dio e Signore.

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Nel brano precedente, Gesù parlava della sua partenza, del suo ritorno al Padre dove avrebbe
preparato un posto anche per i discepoli. Tommaso chiede come si può conoscere la strada per
seguirlo e Gesù risponde: "Io sono la via, la verità e la vita".
Egli è la strada che bisogna percorrere per arrivare alla metà: conoscere il Padre. Gesù identifica la
strada con la sua persona, visibile e invisibile; Egli Figlio di Dio, incarnato, ha camminato su questa
terra fra gli uomini, aivendo tutte le loro vicende umane, ma con il volto sempre rivolto verso il
Padre, pronto a fare la sua volontà. Filippo gli dice: "Signore, mostraci il Padre". E qui Gesù rivela
il suo segreto profondo e nascosto: che Egli è µnel Padre' e il Padre è µin Lui'.
Bisogna quindi entrare nell'intimo delle parole e delle opere di Gesù per comprendere che si è già
per la strada che conduce all'interno del mistero del Dio vivente: "Chi ha visto me, ha visto il
Padre". Se rimaniamo in comunione con Gesù, se entriamo in Gesù nella Parola e nell'Eucaristia,
siamo di fatto nel Padre. E Gesù aggiunge che chi crede in Lui compierà cose ancora più grande, il
che vuol dire, secondo S.Agostino, che il seme gettato da Gesù e accolto nel cuore dal credente, si
ingrandisce e si espande su tutta la terra.

Nella mia pausa contemplativa, oggi, prego il Signore di aiutarmi a conoscerlo più intimamente
attraverso la Parola e l'Eucaristia, per percorrere sicuramente la strada che è Gesù.

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Questo è il vertice della somiglianza con Dio: uscir da se stessi e andar cercando; passar oltre alla
propria persona per giungere ad un'altra persona; mostrarci forti e grandi, proprio mentre noi stessi
scompariamo.



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Il Vangelo di oggi ci ripete l'affermazione forte già ascoltata altrove nei sinottici: "Chiedete e vi
sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto" Mt 7,7 e Lc ,9. Qui però risulta
importante l'ulteriore specificazione:     Ora, dunque, non chiedere e basta:
ma chiedere attraverso la persona, la realtà misteriosa e concreta di Gesù crocifisso e risorto.
Veniamo resi coscienti, così, che tutte quelle gamme della preghiera che vanno dalla invocazione
alla supplica, dal lamento all'intercessione, tutte cioè quelle sfumature di richiesta che sgorgano dal
cuore umano per innalzarsi a Dio, devono passare attraverso la persona di Gesù e ad essa farsi
consonanti. Nella misura in cui il chiedere dell'uomo di preghiera sarà calato e intriso del nome di
Gesù, modellato sulla sua persona, non vi sarà domanda che resterà disattesa. Anzi, come ci
promette Gesù stesso saremo resi capaci, per grazia di Dio, di compiere addirittura opere più grandi
di quelle del Maestro v.2

Oggi nella mia pausa contemplativa, rifletterò su come le opere di Gesù siano tutte in ordine alle
esigenze del Vangelo e alla realizzazione del Regno di Dio. Chiederò che tutti i miei desideri siano
anch'essi purificati e trasfigurati dalla passione per "le cose di lassù" Col ,-2, cosicché possa
anch'io, come gli apostoli Giacomo e Filippo, farmi testimone credibile del Vangelo di Gesù, in
parole e opere efficaci.

    
Quando gli uomini santi spiccano il volo verso la contemplazione delle realtà dell'alto, essi rivelano
ai fratelli i beni celesti che hanno potuto contemplare. E parlandone, con le loro parole feriscono e
accendono il cuore di chi ascolta.
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