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Corso di Semiotica delle culture

Prof. Emilio Renzi

Emilio Lonardo 754581

In copertina:
Guillaume Guillon Lethiere-The Death of Cato of Utica, 1795

3a Esercitazione

La liberta' e' come l'aria: si vive nell'aria; se l'aria e' viziata, si soffre; se l'aria e' insufficiente, si soffoca; se l'aria manca si muore. Luigi Sturzo

Per rispondere allinterrogativo ricorrente sull universalita' dei diritti umani, Jeanne Hersch prende come spunto un esperienza compiuta su scala mondiale in cui ha chiesto a tutti i Paesi membri, approfittando della rete di cui dispone lUnesco, di inviarle dei testi di qualsiasi epoca (ma anteriori al 1948, data della Dichiarazione universale), di qualunque forma espressiva, in cui a loro avviso si manifestasse, in qualsiasi modo, un senso per i diritti degli esseri umani. Sorprendentemente e' emerso, in seguito a questa ricerca una visione di universalita' dei diritti non tradizionale: non esiste universalita' nel concetto dei diritti umani, esiste per un esigenza fondamentale che viene percepita ovunque. Questa esigenza coincide con il bisogno dell uomo di essere riconosciuto come tale, come se qualcosa gli fosse dovuto per il solo fatto di essere umano, di essere un anima e un corpo, di trovarsi in una terra di mezzo tra i regni della realta' (quindi della natura, dominata dalla legge del piu forte) e della liberta'. Ed e' proprio la liberta' che per Hersch assume il ruolo di diritto fondamentale e fondamento di tutti i diritti, coincidente con quell esigenza fondamentale di esistere, di essere libero, quindi vivo e di essere riconosciuto come tale, preferendo anche la morte in caso contrario. E proprio su questo punto la filosofa ginevrina ci offre un ulteriore spunto di riflessione: il diritto di liberta' risulta essere superiore al diritto alla vita che, pur essendo la condizione preliminare di tutto, risulta essere meno importante

di una liberta' ch'e' si cara, come sa chi per lei vita rifiuta, come recitano i versi del I Canto del Purgatorio dantesco. a testimonianza del fatto che questo concetto era presente e radicato gi da molti secoli. Lidea di liberta' concepita da Hersch presenta pero' un problema: per essere liberi bisogna agire, esercitare una presa sulla realta' e quindi anche la peggiore delle azioni sarebbe svincolata dalla moralita'. Per evitare allora che la liberta' diventi la base di assolutismi e integralisti, e' necessario che il proprio agire non si identifichi con un valore assoluto, come ad esempio il valore bene, e che questo agire sia riconosciuto dagli altri come affermazione della propria capacita' di liberta', come salvaguardia di cio' che ci rende umani. Il riconoscimento da parte dellaltro come condizione fondamentale per la liberta' e per l esistenza dell uomo,e' un caposaldo del pensiero herschiano, e assume un valore ancora maggiore se consideriamo il fatto che costituisce una variante di quanto affermato da Kant che ritiene i diritti umani fondati su un dovere, quello di agire nel rispetto degli altri esseri umani, e non su un esigenza (quella di essere riconosciuto dagli altri come essere libero). Questa digressione filosofica e' la premessa ad unattenta analisi della Dichiarazione universale, a partire dal primo articolo, che risulta essere ottimamente concepito, in quanto afferma che tutti gli esseri umani nascono

liberi e uguali in dignita' e diritti e non universalmente liberi e uguali. Per Hersch, infatti, alla nascita non siamo assolutamente uguali dal punto di vista fisico ed ereditario: abbiamo alle spalle un contesto storico e culturale (da cui trarre nutrimento per la propria liberta' virtuale), e affermare il contrario significa negare le peculiarita' razziali; e non siamo di fatto liberi, tanto che tra i piccoli di mammifero, alla nascita, gli esseri umani sono tra i piu' dipendenti e incapaci di sopravvivere. Il secondo articolo,invece, afferma l unita' e l interdipendenza di tutti i diritti e di tutte le liberta' proclamati dalla Dichiarazione elencando e rifiutando eventuali eccezioni, immaginando gia' che ogni occasione sarebbe stata buona per giustificare la violazione dei diritti, che risultano essere di tre tipi: in primo luogo ci sono i diritti elementari, civili e politici, ci sono poi i diritti economici e sociali, e infine i diritti culturali che riguardano in definitiva lesercizio effettivo della liberta' responsabile. In conclusione, il significato dei diritti umani risiede nell affermazione e nella rivendicazione della capacita' di essere liberi, salvaguardando le occasioni di attualizzazione e di sviluppo di questa capacita' evitando, con l ausilio di strumenti giuridici ispirati dalla Dichiarazione universale, che l assoluto degeneri in assolutismo o integralismo calpestando di fatto la liberta e la vita degli altri.

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