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Quando le persone intelligenti si arrendono, lasciano il mondo nelle mani dei cretini.
[Saggio cinese]
Lo spasimo dellalluvione
Pagine 10 & 11
Pagine 2 & 3
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Bimestrale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XI - n 6 (Novembre - Dicembre) 2009
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nomi celebrati nei testi di Storia patria: Garibaldi, Cavour, Depretis, Giolitti, Crispi, in realt veri maestri di cinismo in unepoca storica che oggi viene pur rimpianta come alba di democrazia e di libert. Restava invece notte fonda per il sud che, a distanza di oltre cento anni, vede ancora irrisolta la questione meridionale: Il nord vocato, per grazia divina, allo sviluppo e al benessere, il sud destinato a rimanere colonia, grazie anche e soprattutto al consenso di cittadini parassiti e mafie intrallazziste che rappresentano ancora il vero nemico del meridione. Cos la classe politica siciliana la principale responsabile della arretratezza dellIsola. La classe politica siciliana ha consentito (ed ancora lo consente), che gli interessi siciliani venissero sacrificati a quelli delle regioni forti, che la nostra agricoltura cedesse di fronte a quella della zona padana, che il turismo venisse supportato piuttosto in Liguria o in Romagna lasciando colpevolmente insufficiente il sistema dei trasporti isolano e alimentando i problemi siciliani dellacqua e della sua distribuzione attraverso acquedotti fatiscenti. La classe politica siciliana ha volutamente ignorato lesistenza di milioni di Siciliani che vivono ed operano allestero e che sempre hanno dato allIsola senza nulla mai chiedere. Prima dellunificazione la Sicilia contava effettivamente su tutti i mercati internazionali. Non solo lagricoltura competeva direttamente ma anche le manifatture tecniche e meccaniche, i cantieri e le ferrovie. Con lunificazione si interrotto il processo di sviluppo della societ isolana. Senza una forte tradizione municipale lIsola si trovata impreparata: senza un centro e con un centro lontano. Senza pi guida leconomia siciliana si come bloccata, rimasta alla terra, paralizzata per decenni al lavoro dei campi. Con il conseguente abbandono della terra, alle classi pi sfavorite rimaneva una sola drammatica alternativa: la partenza, lemigrazione, mentre le classi pi evolute migravano verso la burocrazia dello Stato centrale. In unepoca di mondializzazione imperante, lo sviluppo oggi si muove per territori. il territorio che ingloba ed esprime le conoscenze per il suo stesso sviluppo, solo il territorio con il suo popolo e il suo capitale che pu promuovere perci benessere. Da tutto ci discende come corollario la necessit di banche ed istituti di credito locali, insiti nella realt del territorio, capaci di dirottare il credito verso il territorio, capaci di individuare le esigenze del territorio perch lo conoscono nei minimi dettagli e ne possono interpretare i bisogni. Ma in Sicilia ci non possibile, proprio perch non esiste pi una Banca siciliana, un Istituto di credito capace di finanziare progetti specifici, progetti speculari al territorio, progetti isolani. Tutto fatto nella sede centrale, lontano dal. territorio e nella completa ignoranza delle reali esigenze dello stesso. Questione siciliana quindi, composta certo in mille sfaccettature, e che pu risolversi soltanto con lautodeterminazione e lautogoverno del Popolo Siciliano, che finalmente deve riappropriarsi della propria storia e del proprio destino, anche con lelezione nellassemblea regionale di siciliani eletti allestero proprio dai siciliani residenti allestero. Questione siciliana da affrontare e risolvere con urgenza oggi che il sistema Italia sta arrivando alla deflagrazione delle contraddizioni accumulate per decenni, mentre la Sicilia costretta a sopportare ulteriori discriminazioni. Senza ribellarsi e senza dignit. LALTRA SICILIA [18/11/2004 ]
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REGIONE SICILIANA E NON REGIONE SICILIA
er L'ALTRA SICILIA questo dovrebbe essere il nome del sito istituzionale della Regione Siciliana e non www.regione.sicilia.it. La Regione nostra "Siciliana" e non "Sicilia", non solo perch formalmente questo ne il nome ma per un
motivo storico preciso e per un preciso rapporto istituzionale che la lega all'italia. Il nome ufficiale non modificabile nemmeno in maniera surrettizia con il suo cattivo uso. Cos come la Sardegna si chiama Regione Autonoma della Sardegna altrettanto la Sicilia deve chiamarsi soltanto Regione Siciliana quando ci si riferisce alla persona giuridica che la rappresenta mentre la Regione Sicilia un'espressione accettabile solo quando ci si riferisca al territorio su cui la medesima persona giuridica esercita la propria sovranit. La Regione "Siciliana" in assonanza con la Repubblica che "Italiana" e non "Italia" (e, se vogliamo, con l'Unione che "Europea") perch nasce come ente originariamente sovrano e legato all'Italia da un rapporto pattizio e potenzialmente paritetico. La Regione "Sicilia" sarebbe invece una regione "concessa" dal centro, un'articolazione amministrativa e burocratica dello Stato Italiano, come la vogliono i neocentralisti; la Regione Siciliana, invece, ha preferito l'aggettivo al sostantivo perch non "costituisce" per gentile concessione dello Stato una comunit politica ma " derivata" da una comunit nazionale o
Abate Vella
ilconsiglio.blogspot.com
pesso abbiamo ricordato come molti cittadini e molti politici non conoscono lo Statuto Siciliano cos come non sanno nulla di storia siciliana. Tutto quello che sanno deriva da informazioni che provengono dai media e da libri di testo falsati per necessit di stato. Quanti ricordano che lente istituzione Regione, ha una sua prerogativa nazionale molto importante e cio la parit tra stato e regione che deriva da un patto costituzionale, sempre disatteso dal governo nazionale complice la insipiente casta politica siciliana, che si manifesta con luso dellaggettivo Siciliana anzich il comune sostantivo Sicilia come avviene per tutte le altre regioni italiane, anche a statuto speciale. Ebbene, spesso, troppo spesso, i media utilizzano un termine sbagliato indicando la Regione Siciliana, cio lente istituzionale, semplicemente come Regione Sicilia, che corretto solo se ci si riferisce alla Sicilia geograficamente. Orbene, che sbaglino i cittadini e i media ci pu anche stare, ma che sbagli un deputato regionale proprio no. Se poi questo deputato addirittura Presidente di una Commissione allARS e vice sindaco di Monreale, la cosa diventa veramente seria. E il caso di Salvino Caputo che nel suo comunicato del 28 agosto 2009, ad un certo punto scrive: la Regione Sicilia, infatti ha gi erogato La Regione Sicilia non pu aver gi erogato nulla, semplicemente perch non esiste. Ci permettiamo di suggerire al Presidente dellAssemblea regionale di indire un corso di storia ed educazione civica siciliana, magari utilizzando testi non inquinati per tutti i deputati regionali anzich inviarli allestero per studiare.
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comunque storica e geo-politica che le preesiste e che trova la propria prima legittimazione nel Popolo Siciliano e nella sua storia, prima ancora che nel decreto di Umberto II o nella legge costituzionale di recepimento (la n. 2 del 1948): queste ultime tutt'al pi "riconoscono" l'Autonomia della Sicilia, la incorporano nella Costituzione Repubblicana ma non hanno valore costitutivo. La Sicilia un'Istituzione a s e una societ (prima che uno Stato o un Ente Pubblico); da questa deriva uno Stato (non dichiarato come tale ma tale nella sostanza per il dettato statutario e per le sue modalit di formazione) che, dovendo fare riferimento e "derivare" da quella societ-nazione, ha bisogno di un aggettivo (o, similmente, di un complemento di specificazione). Cos, nel mondo, ci sar una "Generalitat de Catalun ya" e non "Gener alitat Catalunya" uno "United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland" e non "United Kingdom Great Britain etc." Avevamo diffidato pertanto i curatori del sito istituzionale della Nostra Regione e, prima ancora, il Governatore (sic) Cuffaro, al quale attribuiamo la responsabilit politica in materia, ad adeguare il nome ed ad adoperarsi affinch la cittadinanza conosca il vero nome dell'ente sovrano della nostra "piccola patria" e pi in generale che i valori dell'Autonomia vengano trasmessi con una azione di vera e propria "educazione civica", senza la quale le lamentele sulla "scarsa proficuit" dell'Autonomia non dovrebbero avere diritto di cittadinanza. Ma i PUPI eletti allARS (Assemblea regionale siciliana) dai PUPARI romani continuano ad ignorare questo nostro appello manifestando cos ignoranza e disprezzo per le istituzioni e per la Sicilia stessa che non merita questo dalle persone alle quali pensava di avere loro affidato il pi delicato dei nostri tesori, l'amministrazione della cosa pubblica. Viva la Trinacria! Viva il Vespro! Viva la Sicilia!
LALTRA SICILIA
(Bruxelles, 24 Agosto 2005)
Repetita iuvant
ARTICOLO 15 dello Statuto Siciliano
1. Le circoscrizioni provinciali e gli organi ed enti pubblici che ne derivano sono soppressi nell'ambito della Regione Siciliana. 2. L'ordinamento degli enti locali si basa nella Regione stessa sui Comuni e sui liberi Consorzi comunali, dotati della pi ampia autonomia amministrativa e finanziaria. 3. Nel quadro di tali principi generali spetta alla Regione la legislazione esclusiva e l'esecuzione diretta in materia di circoscrizione, ordinamento e controllo degli enti locali.
UN SOLO INTERESSE:
LA SICILIA
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LA GRANDE DOMANDA
Se eri un bambino negli anni 50, 60 e 70 come hai fatto a sopravvivere ?
1.- Da bambini andavamo in auto che non avevano cinture di
sicurezza n airbag... 2.- Viaggiare nella parte posteriore di un furgone aperto era una passeggiata speciale e ancora ne serbiamo il ricordo. 3.- Le nostre culle erano dipinte con colori vivacissimi, con vernici a base di piombo. 4.- Non avevamo chiusure di sicurezza per i bambini nelle confezioni dei medicinali, nei bagni, alle porte. 5.- Quando andavamo in bicicletta non portavamo il casco. 6.- Bevevamo l'acqua dal tubo del giardino, invece che dalla bottiglia dell'acqua minerale... 7.- Trascorrevamo ore ed ore costruendoci carretti a rotelle ed i fortunati che avevano strade in discesa si lanciavano e, a met corsa, ricordavano di non avere freni. Dopo vari scontri contro i cespugli, imparammo a risolvere il problema. Si, noi ci scontravamo con cespugli, non con auto! 8.- Uscivamo a giocare con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto. Non avevamo cellulari... cosicch nessuno poteva rintracciarci. Impensabile. 9.- La scuola durava fino alla mezza, poi andavamo a casa per il pranzo con tutta la famiglia (si, anche con il pap). 10.- Ci tagliavamo, ci rompevamo un osso, perdevamo un dente, e nessuno faceva una denuncia per questi incidenti. La colpa non era di nessuno, se non di noi stessi. 11.- Mangiavamo biscotti, pane olio e sale, pane e burro, bevevamo bibite zuccherate e non avevamo mai problemi di soprappeso, perch stavamo sempre in giro a giocare... 12.- Condividevamo una bibita in quattro... bevendo dalla stessa bottiglia e nessuno moriva per questo. 13.- Non avevamo Playstation, Nintendo 64, Xbox, Videogiochi, televisione via cavo con 99 canali, videoregistratori, dolby surround, cellulari personali, computer, chatroom su Internet... Avevamo invece tanti AMICI. 14.- Uscivamo, montavamo in bicicletta o camminavamo fino a casa dell'amico, suonavamo il campanello o semplicemente entravamo senza bussare e lui era l e uscivamo a giocare. 15.- Si! L fuori! Nel mondo crudele! Senza un guardiano! Come abbiamo fatto? Facevamo giochi con bastoni e palline da tennis, si formavano delle squadre per giocare una partita; non tutti venivano scelti per giocare e gli scartati dopo non andavano dallo psicologo per il trauma. 16.- Alcuni studenti non erano brillanti come altri e quando perdevano un anno lo ripetevano. Nessuno andava dallo psicologo, dallo psicopedagogo, nessuno soffriva di dislessia n di problemi di attenzione n di iperattivit; semplicemente prendeva qualche scapaccione e ripeteva lanno. 17.- Avevamo libert, fallimenti, successi, responsabilit... e imparavamo a gestirli. La grande domanda allora questa: Come abbiamo fatto a sopravvivere, a crescere e diventare grandi ?. Se appartieni a questa generazione, parlane ai tuoi conoscenti della tua stessa generazione ed anche a gente pi giovane perch sappiano come eravamo prima.....
MALOCCHIU
Nel nome del padre e del figlio e dello Spirito Santo. A cuss a cuss sar, si c malocchiu a mari si nni v Un sulu Diu chi regna in Trinit. Lu Signuruzzu di Roma vina , la pamma a manu dalivi puttava Supra lattari la binidicia, fora malocchiu e intra Maria. San Giusippuzzu di Roma vina pamma dalivi a mani puttava Cu la buccuzza la binidicia, fora malocchiu e intra Maria. Nel nome del padre e del figlio e dello Spirito Santo. A cuss a cuss sar, si c malocchiu a mari si nni v Nel nome del padre e del figlio e dello Spirito Santo cos sia E la Santissima Trinit , si malocchiu avr a mari mi si nni v P lEternu e pi leternit.
Quando invece la disgrazia si abbatteva su tutta la casa, la vecchietta veniva invitata al domicilio e da qui iniziava il rito dello
SPUMMUCU
Ucchiatura, nucitura, malifruscula e fattura, a campana sona a campana senti, odiu, invidia, scappiciatura, nesci fora da lu funnu di lu mari, da lu funnu di lu nfernu mi ti bissi p leternu. A li quattro cantuneri, cesti lanciulu Gabrieli, quattru pani, quattru pisci, sta casa mi bunnisci, intra lu beni e fora lu mali , lucchiatura supra sta casa non mi ci avi cuffari.
uncu (giunco) unespressione tipica popolare per significare che sotto ai duri colpi del destino non rimane che piegare il capo e aspettare che la tempesta passi, questa poesia stata scritta nel dopoguerra, e pi volte ripetuta dai nostri padri nei loro ricordi della grande guerra.
Caliti juncu
Caliti juncu chi passa la china E chiovi, chiovi e la fiumara ngrossa A cu non forti appressu s trascina ! Mpuzza la schina e li radici nfossa E Diu ti scansi di morti e di ruvina Caliti juncu chi passa la china!
http://www.sammaccati.it/poesia.htm
Nel parlare e nel pensare alla nostra classe politica, mi assale una potente sensazione di nausea. Tutti attaccano tutti, ma in realt tutti proteggono se stessi. E una casta. Una casta che si tutela e inganna il popolo. Una casta da cassare, da cacciare. Siamo di fronte a una democrazia decadente, malata, non vera. [ Attilio Baglio]
Con il vostro periodico ridate un passato ad un popolo che credeva di non averne uno.
[ Epifanio Guarneri, presidente MCL-Belgio ]
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L'ALTRA SICILIA
al servizio della Sicilia e dei Siciliani al di qua e al di l del Faro
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Lo spasimo dellalluvione
alluvione che nella notte del 1 ottobre ha devastato la periferia sud di Messina, dal litorale di Scaletta Zanclea salendo su tra le colline di Giampilieri, Pezzolo, Altolia, Molino, Giudomandri, Santo Stefano con il suo tragicamente reale carico di vittime e di distruzioni, suona oggi come la metafora di uno spasimo, la rappresentazione visiva della ferita mortale di una terra che ormai agonizza nellincuria dei luoghi, nellincapacit dei suoi responsabili, nello smarrimento di valori e ideali di appartenenza identitaria ma soprattutto nella mancanza di dignit dei suoi governanti. Quante volte da queste stesse pagine abbiamo cercato di sensibilizzare che ci legge della difficolt che incontra chi, come noi, partito, emigrato, chi cio dovuto partire dal luogo in cui nato per trovare nel nord lontano vuoi quelle possibilit di lavoro che la sua terra non gli sapeva offrire, vuoi quegli aneliti di libert, quella volont di fare che veniva osteggiata da chi invece pervicacemente rimaneva sullIsola. La tragedia dellalluvione ci getta nella disperazione del giorno dopo, tanto che ci sembra di essere arrivati al disastro finale, allatto conclusivo dellIsola, dopo la corsa alloro, la rincorsa alleldorado, la conquista dello spazio vitale. Ci sembra di essere arrivati oggi alla vigilia della distruzione fisica, dopo aver vissuto quella morale.
E come ogni giorno dopo ci interroghiamo sulle cause del disastro, analizziamo i dubbi che ci pervadono, ma non permettiamo a chicchessia di parlare della nostra tragedia e di addossare a noi siciliani sospetti di illegalit, di abusivismi o peggio ancora incapacit. Ricordiamo Firenze, la Valtellina, la stessa recente eslosione di Viareggio: abbiamo forse avanzato sospetti di incapacit, di illegalit... Forse avremmo potuto anche farlo, ma davanti alla tragedia non si possono fare i distinguo tra meridione e settentrione, non ci si pu chiedere di chi sia la colpa.
E non vogliamo oggi che Bossi o Lombardo o Berlusconi provino a dare le colpe. Non lo consentiamo nel nome di quelle vittime innocenti, non lo consentiamo perch dovremmo chiuderci a quadrato, tutti insieme, noi siciliani, per rimboccarci le maniche, spalare quel fango maledetto, parlare della nostra terra, soli tra di noi, in privato come si fa fra parenti quando scompare qualcuno caro e si vuole vivere quel proprio dolore fra chi quel dolore lo capisce e lo pu condividere proprio perch comune. Il territorio di Messina, magnifico per
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posizione, incantevole nella magia dello Stretto, nei giochi di fatamorgana, nelle onde di Scillaecariddi, per non esiste pi. Lo diciamo da tempo. La Sicilia scompare, Messina non esiste pi, sconvolta dal cemento, dallincuria, dalla maleducazione. Messina, che si cullava sullo stretto con i peloritani sulle spalle, quasi a spingerla verso i lidi, ha smesso di crescere e di esistere negli scandali dellUniversit, nella definizione di verminaio, nel fondo della speciale classifica di vivibilit raggiunta tra le citt italiane, nel suo lastricato di pietra lavica divelto per fare posto ai binari di un improbabile tram; Messina, la capitale aragonese di Alfonso il magnanimo, Messina delle taverne del patriota Balsamo, Messina che precorreva fatti ed idee e iniziava la sua liberazione da re e tiranni prima di qualunque altra pur celebrata citt. Messina sede universitaria unica, Messina dellAccademia della Scocca, Messina cenacolo dellOspe, Messina di Pugliatti, Quasimodo, Migneco, Vannant. Messina, ultimo porto da e per le Americhe, non esiste. E se lalluvione lha solo lambita, eppure lha ferita gravemente perch Giampileri, Scaletta, (oh tempora!), sono diventati tessuto metropolitano, sono essi stessi Messina nel bene e nel male. Parliamo di un territorio stravolto dallabusivismo formalizzato come pratica corrente, parliamo di un territorio una volta costretto nella striscia del litorale che anche nei nomi anticipava il divino, Paradiso, Contemplazione, Pace; territorio che oggi si allargato verso monte erodendo come vorace animale colline e alture ombreggiate dalla macchia mediterranea che non era
gratuito corollario di verde inutile, ma utile e irrinunciabile argine allo smottamento del terreno, alla friabilit di colline troppo vicine alle spiaggie bianche. Alberi e montagne oggi scomparsi per fare posto alle case degli uomini, casermoni e condomini di cemento alti sulle colline pur in un territorio ancora sottoposto a vincolo di edificabilit antisismica. E in questa opera pantadistruttrice luomo ha cambiato il profilo delle montagne, fatto scomparire il corso dei torrenti, otturato il loro greto offrendo per ai siciliani pi furbi vaste aree da urbanizzare con costruzioni di ogni tipo e di ogni colore, unite dal sinonimo comune dal basso prezzo, bassa qualit e criminale concessione edilizia. Ventottodicembre messinese ripetuto nello spazio di una notte di pioggia, una notte gi toccata dalla scomparsa di un uomo, una notte che amplificava la tragedia di una famiglia, nei morti e nei dispersi di mille famiglie. La cronaca di quella notte si incrostata nellattualit. Unattualit matrigna con la Sicilia, con i maggiori quotidiani che, dopo soli due giorni dal suo accadimento, situavano a partire da pagina 18 (il pi generoso), le notizie della tragedia e questo mentre erano ancora in corso le ricerche di povere vittime. Unattualit che ha portato il Presidente del Consiglio a sorvolare le zone colpite, il capo della protezione civile a parlare di irresponsabilit, cosa che non ha fatto in occasione del disastro di Viareggio, case costruite a ridosso
della ferrovia, un povero sindaco superato dagli avvenimenti. Unattualit che non ha concesso ai morti di Messina lo stop delle ricreazioni, lonore del minuto di raccoglimento nel corso delle partite del campionato di calcio, unattualit che non ha visto il Presidente della Repubblica a Messina per presenziare ai funerali solenni perch... aveva la caviglia ferita. Unattualit che riferisce al Papa che accenna soltanto ai morti di Messina dopo essersi soffermato prioritamente sulla tragedia delle Filippine quasi a ricordarci che i morti siciliani danno fastidio, sono morti di seconda categoria, difficili da situare in un panorama che rifiuta la Sicilia. E in tutto questo noi siciliani siamo i soli colpevoli: abbiamo sempre delegato ad altri le nostre cose, non vogliamo svegliarci e odiamo chi tenta di farlo. Ora aspetteremo le case di paglia, tipo roulotte abruzzesi, come la dovuta elemosina di uno Stato che non ci vuole n ci rispetta. U Missinisi
forti di quella sicilianit a tal punto da stravolgere le regole del gioco, a tal punto da essere disposti a rinunciare o rinnegare i vecchi legami politici, ma soprattutto abbandonare quelle logiche del potere politico siciliano, ancora attuali, che certamente hanno contribuito e contribuiscono al mantenimento delle cose.
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Prometto ai siciliani che una delle prime cose che faremo, tornati al governo, sar dare il via al ponte sullo stretto, lunica grande opera che rende la Sicilia pienamente Italia ed i siciliani completamente italiani [ Silvio Berlusconi ]
Fatamorgana e solleva in bolle e onde spumeggianti i vortici di Scillaecariddi, mentre luntri e feluche cercano per le ultime battute di pesca pescispada e tonnacchioli che ritardano la partenza da queste acque senza uguali. La notte poi le due coste scintillano di luci e voli di falene e pesciluna, disturbati solo dalla scia di pochi ferryboat. Ma Ieri, a proposito della reiterata attitudine dell'uomo a voler violentare la natura e mutare il corso delle cose, il presidente del consiglio ha annunciato "urbis et orbis" di voler regalare ai siciliani un manufatto per l'attraversamento di questo stretto di magie; un ponte per collegare Sicilia e continente, un Ponte per faci sentire italiani... Fino a quando dovremo sentire queste scelleratezze? Fino a quando lasceremo che altri decidano a nome nostro? Che cosa c'entra il signore di Arcore, pianura padana, con lo Stretto degli incantesimi? Ma che cosa ne sa lui della nostra isola, lui che il Paradiso se lo deve costruire e non lo ha trovato dietro la porta come abbiamo fatto noi? E che cosa ne pu sapere il suo ministro dei trasporti, uomo senza voti e che vive di listini bloccati per fondare la sua carriera di transfuga e ministro? Ma quale Italia vuole regalare alla Sicilia il signor Berlusca? Quella che rifiuta i funerali solenni ai suoi figli migliori? quella che ci regala Lombardo e Miccich?
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letteralmente sotto cemento e malaffare. Isola siamo ma continuiamo sempre a prendere in considerazione solo il trasporto gommato senza invece immagginarci il potenziamento dei tanti porti isolani, vere e proprie porte per le autostrade del mare, metodo di trasporto efficace, a costi ridotti e ad impatto ambientale nullo. Potremmo continuare con l'elencazione di altre opere pubbliche che servirebbero in maniera prioritaria alla Sicilia invece di quel manufatto per l'attraversamento dello Stretto, finora servito ad arricchire Impregilo e compartecipate rigorosamente statali per gli studi di fattibilit, sempre ricominciabili da zero. Un ponte sinonimo di futuro nella mente delle autorit (ma chi sono?) paradigma poi della tendenza di ogni governo italico che nei confronti della Sicilia ha sempre voluto apparire pi che realmente fare, accaparrandosene, a piene mani, i tesori millenari. Eugenio Preta
Presidente confederazione giornalisti e dei media siciliani nel mondo
Si rende conto che sarebbe pi consono dire che proprio l'Isola, la Sicilia, che non vuole regalarsi all'Italia? Una patria la si riconosce dal rispetto per tutti i suoi territori, dalla eguaglianza di trattamento per tutti i suoi cittadini, dalla cura nell'amministrazione della cosa pubblica. Ora, quale rispetto per la Sicilia ha mai mostrato questa patria lontana se tutti i territori sono sventrati e sconvolti? quale eguaglianza se i figli migliori dell'Isola devono trovare altrove le possibilit di lavoro e di futuro che la "Roma ladrona" di leghista memoria nega all'Isola? quale cura dell'amministrazione pubblica se in ogni confronto elettorale i partiti romani piombano sull'Isola come feroci saladini per accapparrarsene i tesori attraverso i loro paria e i loro schiavi? Oggi Berlusconi, e troppi con lui, continuano a parlare di un Ponte sullo Stretto. Ma lo sa Berlusconi che in Sicilia per andare da Agrigento a Messina bisogna impiegare almeno 4 ore di strade statali per arrivare a quella bretella autostradale, quella autostrada Palermo-Messina che il Presidente aveva tanto prosaicamente inaugurato quando era operativa solo a corsia unica? E le ferrovie, conosce Berlusconi e il signor Moretti, amministratore delegato, lo stato delle ferrovie siciliane? la frequenza delle tratte che lavorano ancora a scartamento ridotto, la vetust delle carrozze destinate al servizio dell'Isola? Prima di costruire un Ponte, signor Berlusconi, la ragione ci impone un semplice doppio paradigma: cosa trasferire da una parte all'altra e come arrivare ai piedi di questo ponte. Ora potremmo trasportare al di l del faro le nostre arance; ma perch non pensiamo a costruire industrie di trasformazione e trasportare poi al di l le essenze e le deterpenate, costruendo prima del ponte possibilit di occupazione e un indotto che prenda dall'agricoltura linfa vitale per creare benessere? Perch non mettere mano finalmente alla costruzione di una rete autostradale che serva tutta la Trinacria, i tre punti da capo Passero a capo Peloro, a capo Lilibeo senza dover affrontare veri e propri peripli per dovere, ad esempio, prendere un aereo in uno dei tre aeroporti isolani Punta Raisi, Fontanarossa e Birgi? Non sarebbe pi utile impiegare quei fondi, altrimenti destinati, alla costruzione di aeroporti settoriali per evitare le lunghe file e le lunghe veglie? Per non parlare poi dello scempio del territorio che verrebbe stravolto dai terminali di quest'opera, che non sono limitati come la costruzione di un raccordo autostradale, ma cambierebbero in toto la morfologia di luoghi che vanno dalla periferia sud di Messina, quindi Giampilieri, Tremestieri, Scaletta Zanclea, le zone tristemente alla ribalta della cronaca per l'alluvione, ai siti magici dei laghi di Ganzirri, di Mortelle e oltre Casa Bianca che scomparirebbero
LINGUA SICILIANA
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Bimestrale di cultura, politica, informazione della diaspora siciliana - Anno XI - n 6 (Novembre - Dicembre) 2009
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LA POSTA
G.le Direzione, ondivido la vostra analisi sul ponte ed in linea di massima la carta costituzionale della Sicilia. Mi sono recato per lavoro in Sicilia e tutti quelli con cui sono venuto a contatto esprimevano una opinione positiva sul ponte, ho cercato di esporre le tesi che coincidono con le vostre forse con argomenti pi coloriti, anche nel mio sbiadito siciliano, Calatino-Catanese, restavano perplessi a volte attoniti, specialmente quando ponevo la problematica delle infrastrutture interne e che il ponte serviva pi all'Italia che alla Sicilia, colonia importatrice di tutto e solo esportatrice di agrumi, perch non si fa un'opera di divulgazione pi capillare i siciliani non sono stupidi gente buona e intelligente, ma se si incazza......... Viva il Vespro! Papale Tommaso, @ Un siciliano figlio di emigranti siciliani ed educato da siciliano in terra straniera, in Italia, dove gli italiani chiamavano me ed i miei famigliari ("sporchi siciliani"), mio nonno fugg dalla Sicilia per non sottomettersi alle cosche che taglieggiavano la sua azienda manufatturiera, gli affondarono le barche, le carrette al fine misero a repentaglio la sua vita e quella dei suoi famigliari, gli uccissero il pi fidato dei suoi collaboratori, poich tent di impedire l'incedio dei magazzini, era suo cugino carnale.
WOLUBILIS
prsente
le 25 novembre 09 20h30
Etta Scollo
en concert
(World Music - Italie)
l mio l'appello di un siciliano stanco di essere preso in giro dai Partiti tradizionali e soprattutto da tutti quei Movimenti che si rifanno all'Autonomia Siciliana. Sono stanco di chi approfitta del sentimento che ci lega alla nostra Terra per scendere a compromessi con i Partiti che storicamente hanno abusato della Sicilia. Dei tanti Movimenti autonomisti isolani, nessuno ha realmente a cuore la defiscalizzazione, la regionalizzazione, il Referendum sulla Devolution e tutto quello per cui ci si dovrebbe battere!! Cercano voti, a volte li prendono ma in 35 anni mai nulla cambiato realmente, siamo schiavi, dalla Liberazione d'Italia ad oggi siamo subendo un'altra dominazione. Le cose sono due: o noi siciliani siamo talmente abituati ad essere dominati da non accorgercene oppure davvero ora il momento di lanciare il nostro grido, a tutta l'Italia ed a tutto il Mondo. Ho voglia di mettermi in discussione, con tutti quei fratelli siciliani, in Sicilia e nel Mondo, per aprire un vero Forum sulla Sicilianit e su quello che veramente siamo tutti disposti a fare per la Sicilia. Occorre lavorare ad un Movimento forte, senza secondi fini (io sono un Agente di Viaggio e tale voglio restare). Voglio che la Sicilia sia rispettata e riconosciuta come vero ed unico Ponte tra l'Europa e tutti i Paesi del Mediterraneo. Voglio che dovunque, nell'Isola, sventoli la bandiera siciliana, sogno che chiunque venga in Sicilia resti affascinato, oltre che da ci che la Natura e la Storia ci hanno lasciato, dallo spirito e dalla fierezza che anima il Suo Popolo. La bandiera siciliana la nostra bandiera e per essa dobbiamo muoverci sino allo sfinimento! Insieme possiamo e dobbiamo riuscirci!! (...) Siamo gente forte, onesta e possiamo farcela, uniamoci seguendo, come unico programma, lo Statuto della nostra Autonomia, sino troppo infangato. Lancio a tutti i veri Siciliani questa sfida: Lottiamo per attuare i 20 punti che l'Altra Sicilia ha individuato. Grazie. Promosicily, @
a chanteuse et compositrice sicilienne Etta Scollo donne un concert exceptionnel Wolubilis. Digne porte-parole dune terre riche en traditions et joyaux culturels, elle raconte les mythes et lgendes de sa terre natale et leur insuffle une dimension musicale contemporaine. Etta Scollo, cest une voix fascinante et charismatique quelle module selon ltat dme exprimer ou par limpact des histoires authentiquement siciliennes quelle aime raconter. Chanteuse et compositrice sicilienne, Etta Scollo, est aujourd'hui l'une des artistes italiennes les plus populaires en Allemagne o elle a reu le RUTH 2007 pour son programme Canta Ro, consacr Rosa Balistreri. Ce mme projet lui vaut le prix Pino Veneziano en 2005 et le prix Rosa Balestreri- Alberti Favara en 2008. Au mme moment, Etta Scollo part en tourne avec Les Siciliens, un spectacle michemin entre rve et ralit, histoire et mythes de son le. Un album sera enregistr en public. Avec Franco Scaldati, Enrico Stassi et d'autres artistes siciliens, elle participe en outre au spectacle La mia vita vorrei scriverla cantando omaggio a Ignazio Buttitta et lhommage Rosa Balistreri sous la direction de Carmen Consoli, avec Ornella Vanoni, Giorgia e Nada Catane en mai 2008. En 2009, elle se consacre sa tourne de concerts dans toute lEurope et aux USA, o son album est produit par Allegro .
Wolubilis
251, Avenue Paul Hymans 1200 Woluwe-Saint-Lambert Tarifs : 21 adulte ; 19 senior ; 17,50 habitant WSL-PMR ; 12 tudiant et demandeur emploi.
Caro Amico, dopo che mi hai letto, non mi buttare... Dimostra il tuo alto senso di civismo... Regalami a qualche amico o parente. Aiuterai cos la mia diffusione. Grazie
LItalia ha firmato tale Carta il 27 giugno 2000 ma non lha ancora ratificata.
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DRAGHI E POLLI
ario Draghi dice che dobbiamo andare in pensione dopo. La medicina ci fa vivere pi a lungo, mentre la tecnologia fa in modo che il nostro corpo si usuri di meno. I bambini nati oggi vivranno almeno fino a cento anni. Stando cos le cose, potremmo finalmente avere la possibilit di smettere di lavorare quando ancora siamo in ottima forma e abbiamo ancora trenta o quarantanni di perfetta salute. Potremmo finalmente goderci la vita. Invece Draghi dice che, siccome la vita si allunga, allora bisogna lavorare di pi. A questo punto evidente che il fine di ci che comunemente viene chiamato progresso non il benessere. Diecimila anni fa la vita durava cinque volte di meno, ma si vedevano un numero di tramonti infinitamente superiore: perfino uno al giorno, volendo. Lacqua dei fiumi si poteva bere e il cielo era
una tela azzurra senza scie bianche. Si potevano raccogliere i funghi senza tesserino, si poteva girare il mondo senza respingimenti alle frontiere - Maroni non era ancora nato e cera sempre qualcosa di utile da fare e da poter offrire in cambio di cibo, cure e protezione. Non serviva niente di pi e niente di meno. Cosabbiamo ottenuto diecimila anni dopo? I nostri figli vivranno cento anni ma lavoreranno fino a novantanove. La fatica stessa sar scissa dalle finalit di produzione cui applicata, cosicch un uomo sar il corrispondente di un cavallo vapore nel cilindro di un motore a scoppio. I fiumi attraverseranno le nostre citt come vene varicose dalle pareti incrostate di colesterolo, come tubi di scarico mefitici e velenosi, come intestini che veicolano liquami e composti chimici. Il cielo somiglier sempre di pi al filtro di unaspirapolvere dopo lutilizzo di una domestica eccessivamente zelante. Latmosfera diverr calda, maleodorante e irrespirabile come laria intrappolata sotto alle coperte quando la pancia vi riversa il suo fiato nauseabondo. Le case diverranno sempre pi piccole, le camere pi claustrofobiche, gli schermi che proiettano una vita immaginaria sempre pi larghi, la fantasia sempre pi fervida per soddisfare il richiamo ancestrale verso un mondo primordiale fatto di atavici istinti di cui si sono persi ricordo e significato. Non stiamo aumentando la durata della vita, ma quella della morte. Come le galline in una batteria di polli, che devono solo essere spremute fino allultimo uovo. Come i bovini in un allevamento di carni da macello, che devono solo crescere fino a quando il cervello non verr loro aspirato. Come le pecore, che devono solo essere tosate fino allultima ciocca di vello. Cos noi che per Draghi dobbiamo solo lavorare, fino allultima rata del mutuo. (Fonte: www.byoblu.com)
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