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T*tWv >3I5$
El*
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DE CO S T U M1
D E
PRIMITIVI CRISTIANI
L I B R 1 T R E
C O M p O S T I D A
F. TOMMASO MARIA
M AM A CH I
RVMA MDCCLIIL
Preffb gli Ertdi di Gio: LORENZO BARBIELLINI
ERRICO BENEDETTO
DUG A DI YORCK,
E della. S. R. Cbiefa. Prete CARDINALS .
SSENDO Hato
fempre digran*
dijjimo pregio ,
^ a ornamento agli uomini^ che
(
ifono applicati alia letteram-
*
2 ra,
(IV)
ra 9 ilporre in front e alleope-
re , che hanno ttdbilito dipub-
b lie are , ilnome di un qualche
perfonaggio i a cui
o
illuflre
o la
per la virtu propria , per
nobilta de natali , epelgrado
e
ip 9qucmiunque difapere^
coloro , che
cTingegnd a tutti
Studio delle an-
fonoji dati allo
ticMta dellaCMeja, infer io-
re ,7 determinate d imitare il
*.
giudiziale al culto
*
della vera
4 re-
(VIII)
religione ? E il voHro Real
Qenitore non haforfe con non
minor e coraggio , efortezza di
ammo fatto a Dio della coro
na , che gli e giuftamente do-
vuta^per motiw dipieta , e di
religione un intierofagrifizio \
Ma le virtu di
quejlo Monar-
ca, cbe veggiamo inviolabil*
mente attaccato alia fanta
Cattolica Chiefa^ e fovente
proftrato avanti gli altari of*
jrire alSignore ifuoi voti con
tal raccoglimento di fpirito ,
e con tanta devozione , cbe ne*
riguardanti cagiona compun^
zione , faranno , come quelle
della Regina VoHra glorio-
Jifjimq Madre , celebrate ne\
"
(IX)
fecoli awemre , ne vifara eta
mai , in cuiji cefji dipredicar
lefue lodi Quindi e , che Voi
,
giovinezza , e talmente vi
efercitqfte e profeguite ad
,
folamente a* Romani , ma
eziandio agli etferijtete di
efempio^ e di ammirazione .
Perlaqual cofa BENEDET
TO XIV. Pontefice Maffimo,
che per lo *va$o fuo fapere , e
per la Jlngolare facolta , che
ha fempre avuta di diftingue~
re ilfenno ,
e il valore delle
tijjlmi Re ,
colla mode$ia , e
colla vita ejemplare , che dee
rHueere nel Sacerdote \ date
e evidentementeadievedere y co
me fteno Hate benfondate le
e
Voi di quelle virtu^dellequali
ho io trattato nelprimo libra, e
e do vendojipercio quefto libro
medefimo all ALTEZZA Vo-
STRAREALE EMINENTISSIMA ,
1
lafacra Porpora .
(XIII)
NOS F.ANTONINUS BREMOND
THEOLOGIZE PROFESSOR
Ac Ord. F. F.
totius Pr<td. Humiih
Magljlcr Generalis >
& Scrvus *
ftiper
Minervam die 16. Feb. an. 1755-
i
Reg. ps g. 7 .
Fr. Thomas Ignatius Maria Nttta
Mag, & Socius*
APPRO(XIV)
V A Z I O N I
commifHone
mfo Padre Reverendifii-
del
PFRmo Generale Antonino Bremond ho letta
F.
con piacere opera del Padre Maeftro Fra_j
1
F. Anglok Spannocchi
Maejlro di Sacra
Tcoiogia ,ed Efamlnatore Apojlotico del
Clcro Romano ,
Ho
(XV)
veduto per ordine del P. Rmo F. Antonino
HO Bremond Maeftro Generale del
dine de Predicatori il libro intitolato : De Co-
noflro Or
Giv Bottari.
Avcn-
(XVI.)
letto percommiffione del Rmo P.Mae-
AVendo ftro delSagro Palazzo il
primo to mo dell
>r
IMP
Si videbitur Reverendifllmo Patri Sacri Palati i
Apoftolici Magiftro .
PRE-
(XVII)
IN D ICE
DE CAPITOLI, E DE PARAGRAFI
DEL LIBRO I.
PREFAZIONE
I. fia utile il defcrivere i co-
CjVanto
^^- flumi de* Primitivi Crifliani .
pag. i.
LIB. I.
io .
riguardavano
CAP. I.
5. I.
yf^J $. II.
V.
L
//
principale argumento prefo da mi-
racoli.per confermare la verita della re.
la di
ligione cri/liana e refurrezione
Crifto . 32
[. Gli
(XIX)
VI. Gli 4p ofloli non furotio ingannati in-
torno a qutftn punto .
3 #.
VII. I difcepoli di Criflo non ingannaro-
no niuno , mentre predicarono la re-
furrezione di lul .
47,
Degli oprati da Gesil
altri prodigj
Criflo , e
fpecialmente della refufcita-
zione di Lazzaro , e del tremuoto , e
delle altre maraviglie fuccedute nella.*
morte di Criflo .
54.
VIII. Confertnazione del Criflianefimo pe
wiracoli opcrati da difcepoli del Si-
gnore .
6%.
IX. tddducevant ancora i noflri maggiori
in confer mazions della vera religions,
i
prodigj , chc da Dio fovente opera-
vanji nelle cbiefe pe fedeli . 69.
X. Veritei della religiwe comprovata col -
le teftimonianze de* Gentili .
87.
XI. vtrgumento ricavato dalla prodigiofa
propagazione del Criflianefimo^per com*
pro vare la veritd della noflra fanta re
ligion e .
in
qualcbe parte , ancorcbe parejse mi*
nima .
114.
. III.
principali do-
I. Quali fienofempre flati i
vita.
. IV.
prcfentl ,
comt dipinte rf avanti agli
e
f. V.
S. VI.
CAPO II.
. II.
. III.
Percbe i Criftiani
imponejjero a* luogbi, do*
*ve erano foliti di fepellirc i loro mor-
ti , il nomc di cemetcrj . 242*
I. IV.
(XXII)
*. IV.
-
. V.
CAP O .III.
CAPO IV. ^
I.
primitivi Crifliani , e
quali mezzi
ado-
praffero per toglierla , e fradicarla af-
fatto da* cuori degli u&mini , cb erano
dediti alia fuperftizione . 26%.
I. Quanta fofsero i primiti vi Crifliani con
2 6%.
trarj alia idolatria .
287.
XII. Won e pertanto
maraviglia , cbe non
confultafsero mai coloro ^ cbe faceano
profeffion di magi a . 285?.
XIII. Won intervenivano a
9
conviti de*
Gentili .
. II.
(XXIV)
. II.
/
fliani . 310.
VI. De// atrio dellc Chiefs . 312.
VII. Del T^artecc . 315.
VIII. Dtlla Njvc delleCbicfe. 317.
IX. Del Coro , e del bema, ovc era / 4/-
f^r<? . V 318.
X. adunanze , cbe file anfi fare nellc
f//e
ff * mile il
preilo che
tutte le focie-
. initial Cn
ta naziom
e
comune di am-
mirare la vir
tu e narran-
do 3 o fcrivendo celebrate con alte lodi 3
e tramandare alia memoria de i pofteri
ilfenno 5 i\ valore 5 e le illuftri azioni
de loro maggiorire comecche a moltiflime
fliabene 3 cio fenza dubbio alia noftra
Chiefa 3 o focieta y o repubblica 3 chci^
vogliam dire^ malfimamente conviene^ la
quale con approvati documenti y e con-
1
giacevano a infiniti
travagli , e patimen-
ti s quanto maggior forza avranno pref-
fo i fedeli di Gesu Chrifto gli efempli 5
no 3 e la ofpitalita y e le
e la pudicizia 3 p
tl
virtii morali tutte con incredibile dili-
5 e demon] , c differ at i , e
tfuferftizjofi
titi i e p/e&r/ e dirfo-
cfcimuniti , 5
Apofi uTn!
^ono 3 e
corrifpondendo a lumi 5 (^) c
xu. p. ioo. a ll e mozioni della divina grazia 3 e I una 3
e 1 altra abbracciarono^e procurarono di
Le pnnci- , .
furono
vantcttG
quanto alle calunnie appofte a no-
>
bro 5 (^) ch
compofe contra Celfo fo-
ei j^. i7 ,
i
r . . della ediz.
33 coloro, i quah non ci conolcono , ap-
33 ledetto I
Onnipotent. Creatore del
33 mondo ;
per la qual cofa fembra 5
ch ei fia fimile a
Giudei 3
33 quali al- i
a 3 di-
vj PR.EFAZIONE. ]
tenebre fi commettevano*
33 opere delle
33 che non c lecito di nominare *
Le quali cahmnie febbene erano ma-
quaitac- nifeftamente vane 3 e afTurde 3 contut-
tocio piacquero a moltiflimi di coloro ,
1
i
blica . Non
faceano eglino conto dellc
.
teftimonianze dei Prefidi delle Provin-
. /
.
c * /* i 7 i
ft.
fecolo della Chiefa avendo efaminata 1%
z! condotta dei fedeli 3 quanto foffe la fa-
Verona JIia di
quefti lacerata
.
ingiuftamente 3 co*
nobbero ) ancorche tali teftimonianze
foifero da noilri citate nelk loro Apolo*
PREFAZIONE. vij
g^
fine di toglier di mezzo il Criftianefi- $.vn. 3 .
mo ().
a. Ma
vii; PRB FAZIONB.
Ma quefti ftefll Gentili ( la qual cofa
t
uo i abbiamo accennata di fopra ) rien-
>
trando talvolta in loro medefimi ^ dopo
la una feria riflcflione 5 arrivavano final*
ani-y
mentc a comprendere^ c a confeffare an-
ma come fu. cora, ch erano i noftri lontanl da quelle
- quali erano loro attribuite 5 e
***** 3 JG
^rmnonei te a lie fl o
q propofito memorabile il fat;
- to di Plinlo Secondo 5 il
quale avendo
zioni fopra i che ripiena era di Criftiani la
nt efo D
Epit.cap. S. .
1-^.v j- t
Provmcia 3 ch ei reggeva in quanta di
>
pagina4i<>.
n f
<\
iog,c sap.i,
veramente tali 3 rendelfero conto del*
U rdigione ;,
e delle adunanze loro 5 c
pale-
PREFAZIONE. *
alefaflfero gli ufi 5 e i coftumi de Io*
o compagni Aveiidone egli pertanto
.
r
che farebbe feguita 5 fe incru-
incia 5
leliva la
perfecuzione 3 cosi fcriffe a
Trajano 3 poiche quefti allora governa-
a T Impero . 35 (a) Sono io folito 3 o W
xcvn. del
r .
t. / i r
3 Signore, nfenrvi
di 3 i^ Xt tutte le cole
3 delle qtiali dubito . Imperciocchc
3 chi di voi puo rneglio e reggere la mia
3 perpleflita 3
e iftruire la mia ignoran-
3 za ? Non intervenni io mai alle gin-
3 diziali queftioni dei Criftiani 3 ondc
, pigliato a quefto
X PREFAZIONE.
33 re coloro 5 che mi erano ftati denim-
33 ziati . Dimandai loro 5 fe erano Cri-
33 ftiani. Avendo eglino corifcffato di si,
1 interrogai per la feconda, ed ezian-
%
33
3>
Hialedicevano^le quali cofe^dic
33 non
3 non poflbno eflfere coftretti a fare colo-
wot
^ ^ u^ a
* 00 quantimquc parecchi an
Trajano - cora fien o gli Scrittori 3 che le annove
rano tra le
opere fpurie . Non era diffe
rente
ente da quello di Plinio il fentimento di
unurrierabili altri, de qualiragionando
antichifTimo Tertulliano ,3 Moltiflimi^
chiufi occhi inciampano nel-
>
dice(cz) 3 a
cap
>
1 odio di
quefta fetta 3 ficche facendo
5 buona teftimonianza qualcuno di di
,
noi aggiungonoilrimprovero delno-
, me della Religi<jne>che proftjfiamo.Egli
, e 3 dicono un uomo dabbene Cajo
5
,
Sejo 5 non ha altro 5 ch egli e Oiftia-
, ftiano . Altri parimente 5mi ma*
io
>
,
improvifo fatto Criftiano . Niuno ri-
33 fi
appre22a, tanto il bene , che in no i
fi
PREFAZION. Xv
,
fi
fcorge quantol odio 3 che cofto-
y
,
ro ci portano . Ma fe T odio riguarda
,
il nome D qual reato poffono eglino
,
trovare ne nomi ? Quale accufa__>
,
daranno a vocaboli 5 fe non fignifica-
,
no qualche cofa o Barbara 3 o infau-
,
fta o ingiuriofa 3 o difonefta ? Ma il
>
i
^- , ,
^i
qualche delitto negaflero di effer
di
profeflavano . Or farebbeegliftato ba
ftevole a noftri il negare di aver com
rneflb alcun fallo 3 e di eflere Criftiani
fe veramente fofferoftau fofpetti a Gen
tili di quelle reita, ch* erano loro appc
qualcofaS.GiuftinoMartire fcrittore i.
-
>3
caftigati
da voi , prima che fieno con-
)3 vinti In noi folamente bafta il no-
, me 3 affinche fiamo condotti al fuppli-
>
zio ^ quantunqiiedovrefte piuttofto 3
.3
quanto al nome medefimo 5 condan-
>3 nare i noftri accufaton . E qual cofa
>3
mai ci
oppongono egliuo 5 fe non
>? che noi fiamo Criftiani ? Oltr^ di che
)? non fappiam noi forfe 5 che T odiare
>j il bene e lo fteflb che offendere la
3
>j
giuitizia
?
Aggiugnefi a cio che fe >
;5
qualcuno degli accufati per paura fin-
,3
ge di non voler effere in a vvenire Cri-
; 3
pur andare libera-
ftiano 3 fi lafcia
o mente 3 non avendo
voi altro 3 per cui
,3
potiate convincerlo di qualche col-
,3 pa 53 A quei di S. Giuftmo fuccedo-
.
r i-
fciiimDifs. odio 3 cheveriodi noi aveano concept.
de Aer. era loro conceduto dal
quando
H
Apol.Athe. r j i-
tempo 3 neramente contra i redeli 3 pel
Colo nome 3 incrudelivano . Tertulliano
che in Cartagine allora tra gli altriCat-
tolici maravigliofamente fioriva 3 non
lavendo potuto foffrire una cosi manife-
fta ingiuftizia, verfo la fine del fuddet-
to fetolo compofe il fiio celebre Apo-
logetico contra i Gentili , nel fecon-
do capo del qualc in quefta guila ragio-
na 53 Non e lecito 5 fecondo voi 3 di ri-
.
^ vi fi di al
33 permetta prefentarlo giudice,
53 come fe dal riccrcarlo altro feguir do-
33 vefTc che unasifatta preientazione .
3
33 qiiali
X
fono da voi credmi peffimi .Ma -
33 ftraziato il
facrilego 3 fe egli feguita
b 33 a
xx PREFAZIONE
33 a confeffare ? Se non operate cosi con-
33 trodinoicolpevoli3 dunque fiamoda
33 voi giudicati innocentiffuni s poichp
33 come innocentiflimi 3 non volete 5 che
33 ftiamo forti a confeffare 3 la qual con-
33 fefllone voi fapete 5 che debbafi con-
33
fono cio 3 cosi parla il Crifliano 3 che
til cerchi . Perche mi tormenti ? Con-
33 feffo 3 e tu mi ftrazzi Che farefti fe
.
di giudicare 3 e
33 ftra
perverfa maniera
33 ftate attend 3 che non fia qualche oc-
35 cultaforza, che vi muova a giudica-
33 re contra la forma 3 e contra la natura
33 del giufto 3 e retto giudizio 3 e contra
33 tutte le divine 5 e umane leggi . Poi-
33 che 3 fe io non erro 3 egli e dalle
vo-
33 ftre
leggi medefimc ordinato 3 che i
33 rei vqngano in potere delia giuftizia,
PREFAZrONE.
,5 c non reftino nafcofti >
c che fe con*
33 feflano, fieno condannati , e nonaf-
33 foluti. Or tu ftimi il Criftiano reo di
tutte le
35 piu gravi fcelleratezze 5 e per
35 aflblverlo 5 ti ftudi di farlo nc gare .
55 Vuoi dunque 5 che neghi di efTer mal-
35 fattore 5 afiinche tu lo dichiari a fuo
33 difpetto innocente 3 e anche non reo
33 per lo pafTato ? Onde mai provienc
33 cotefto ftravolgimento 3 che non pen-
{iate doverfi credere
.,3 piuttofto a colui
.33
che fpontancamente confeiTa 3 chea_>
35
colui il
quale nega per forza 5 o aftret-
33
to a negare 3 non ha finceramente ne-
indotti
una g ran p arte di loro almeno coftrigne-
N vano ad ammirare , o inducevano ad
^ammirare infieme3 cd imitare la vita 3.
ciarono t>
depo-
umaiio , libera e
depofto ogni rifpetto
da ogni timore 5 abbracciaiTe la noflra
e oflfervaiTc le facrofante leg-
religione3
gi
contenute nell Evangelio fpetta . E
certainente alia prima di quefte due claf-
fi Claudio Erminiano 3 che anticamente
avea efercitato 1 ufiizio di Prefide nella
ni
fcosi talvolta chiama Tertul-
*
,, fetta
]
70*
liano la nollra fanta Fede 3 adoprando la
frafe de Gentili ) 33 e percioavendo cru-
b 4. di
xxfv PREFAZIONE.
di ogni profeffione 3 alia Chiefa fi fotto
mifero 3 dichiarandofi pronti di fpargert-
piuttofto fangue 5 di renunziare i
il che
(a) Lib.r. Crifto 3 la cui Divinita aveano conofciu-
p *
f i
ta DeIIa ual cofa chi ariflime fono le-
p <l
cpntr.iGen.
till
pag. jo.
(ON.<.p.
^
35
to fette vo i te ] e cateiie 3 e dopo di cf*
/
lere ftato
rt
r- w- tre ) avuti
gli ordini dal Redentore ,
c per-
PR.BFAZIONE.
, c perfuaficon certezza per la re fur-
5 rezzione del noftro Signore Gesii Cri-
3 fto 3 e conferrnati nella fede colla pa-
>ropagazione
del Criftianefimo .
33 Non
3 vi e cosi egli fcrive (#) nemmeno
3 un
conTrifone
3
genere di uomini 5 o fieno Barbari 5 o
33 Caftelli 3 i
Municipj , i Conciliabo-
33 li 3 e i
Campi degli eferciti, le Tri-
33 to i
templi degl Idoli . Domandc
foli
ai Giudei , in
33 egli inoltre quale altrc
33 aveflero creduto (F) tutte le genti :
33
e le diverfe nazion
33 degli Spagnuoli ,
33 de Galli 3 e i luoghi dei Britanni 3 do -
3, fto 3
I>
R E F A ZIONE.
fto ch e gia veftuto nel mondo 5)
3 .
3I1C C
.
p.87*.
e Prefidi de quali ragiona Tertulliano
nel
PREFAZfONB.
1 fuo cclcbre, c convincente libro di-
etto a Scapula 3(4) dove dice : confef-
70 *
,
fate ^ che noi fiamo innoccnti 3 poi- pa ^*
che fubito ciopo la noftra confetiione,
non ofate di condannarci.Ma fe vi sfou
zate a tirare a voi i Criftiani 3 diinque
vi ftudiate di efpugnarc la loro inno-
cenza .
Quanti Prefidi y e piii coftanti
di voi diflimularono fomiglianti can-
fe ? Come Cencio Severo 3 che trovo
,
il rimedio e la maniera , con cui do-
veflero i noftri rifpondere per efiere
rilafciati . Come
Vefpronio Candido 5
il
quale rapprelentando a fuoi Citta-
dini ) che fe avefle dato loro foddisfa-
zione 3 farebbe nato qualche tumul-
to 3 libero il Criftiano 5 ch era da
efli dimandato a morte , Come Afpro,
il
quale dopo di aver leggermente
tormentato uno de noftri 3 e tofto
fattolo calare dal patibolo 3 non lo
coftrinfe a facrificare
effendofi pro- 3
e ftrac-
Stxx PRBFAZIONE.
33 e ftracciata la carta della informazio-
gli
Se qualcuno adunque
accufati .
Fu
no nel fuo libro a Scapula (.t) 35
di Verona .
no ocua narrazione del Martirio a
Santo Apollonio ^ c compagni (b} *
\
Minu-
TIIEFAZIONE. xxxiij
3
da coloro erano quefte favole raccon-
53 tate 3 i quali ne le ricercavano 3 ne Ic
ingannavano
>
tuttavia certuni, che co-
3 si deteftavano il Criftianefimo , che
c 2 igno-
xxxvj r R E F A-Z I O N E.
e la malizia dc loro antcnati,
ignorant
che per impedire i progrefli del Criflia-
nefimo , inventarono 3 e pubblicarono ,
tante 3 e si enormi bugie 5 a fine di foU
levare popoli 3 c indurli a procurare_J
i
qu^r-
Che poi Hello fteffo fecolo quarto i|
to secoio i
Gentili cominciaflero a e-flfere ehiamati
^"
i 1 erano
/* / \
perche)
ntirati ne pagi , (c) altri per-
... , i
c) Vedi
Bohemer. c he non erano afcritti alia facra Criftia-
Diliert.
facro
de .,. .
jure ,
pag.p.
f
Bohem.
<4)
perche preffo gl Idolatri erano in ufo fo-
ibiJ.pag. 9. \ , ti n
lamente ncpagi, e nelle
campagne i Sacn
paganali 3 eflendo ftati tolti quafi affatto
dalle Citta i fuperftiziofi loro facrifizj . f
i? Adrian- Ma per tornare al noftro propofito 3
tifbi delta r , n i i
non lolamente argomentando dimoltra-
vano i noftri maggiori la innocenza 5 e
^av ^ rtl1 de loro
compagni s ma diftinta-
mente ancora 3 e fenza punto efitare,
li
P R B F A Z I O N E. xaxvij
e lo-
ipfoponevano a gentili 5 agli
ftefli /*
dc
"
*-* ro
o Filofofi per efempio 5 la qual cofa non
l
,
L r j- r c0w/>dgi
kl
>ero
if
.qiiau per la loro copia rechereb-
forfe noja , e faftidio a leggitori 3
. 1 XXXV. p. S :
^j Legal?.
xr. pa.
aremo contenti di alcune poehe j de piu ^c ^ ^ nz ,^i
.intichi, c illuftri fcrittori 3 che nel fe- Greci n. 5 3-
Teofilo (^/)
Clem. Aleff. (^) 5
5 Tertulliano E j^ d Qx
(/) 3 Minucio Felice (^) e Ongene (/?) 5
f rc*-
nt
>
quali co lavori
condizione
di viliffima ^eiia
D i
C e jf
foilouo coile parole renoe-r ragione del- n
la
xxxvlij PREFAZIONE.
la utilita 3 die provviene dalla dottrina 5
che profefliamo 5 la dimoftrano cert
tamente colle buonc operazioni s men*
tre non declamano 3 come erano foliti
di fare i Filofofi de Gentili 3 ma per loro
difefa le rette azioni efibifcono . Anzi
volendo Tertulliano vieppiii confondere
i noftri avverfarj 3 c moftrar loro 5 ciian-
to difference fofle la noftra dalla loro ma*
niera di vivere 3da loro a divedere 3 chc
il Criftiano fi conofce per la correzione
Lib. a fa \
-00 d e ii a v i ta p ^ e gli
u< rnanifeftamen-
c. II.
Scap. A -
J L
P. 9. ^5 te coitarvi
3 3 che noi operiamo*
dice
33 fecondo la difcipiina della divina pa-
33 zienza 3 mentre una cosi grande mol-
33 titudine di uomini 3 che coftituifce
33 quafi la maggior parte di ogni Citta
35 oflerva il filenzio 3 e la modeftia 5 ef-
33 fendo noi uno per uno piuttolto 3 che
33 tutti infieme conofciuti , ne altronde
w
facendoci ma^iormeiite conofcere,
dall emcndazion de coftumi .
fta
PREFAZIONB. xxxlx
xl PREFAZIONH.
blimc o libero da pregiudizj 3 quaficchc
3
I
ingegnoj e la liberta noftra irnpiegare fi
debba nell avanzar cofe falfe, perche Ion-
tane dal comun fentimento degli uomini,
fi 5 che o uguale folfe nc pri-
avvifarono
mi ancora a buoni 5 o maggiore di
fecoli
predicando, o fcrivendo
s a noftrigli
ntichi Padri, zelavano , e rimproverava-
10 loro gli abufi introdotti da mold 5 che
Teftt
i
predicati 9 e ftimaci 5 induceffero tanta
noltitudine di Genuli a convertirfi 3 e a Y.
5
ft
)erfeverare nella noftra Chiefa, che a-
/rebbero ritrovata piena di vizj , qnando
^ra loro
prima r^pprcfentato^ che diniua
dif-
xlii PREFAZIONE
O)S.Ghift. difetto poteva ella accufata (a). efTere
55
no alcuni avari libidinofi j e cattivi J
35
Bafta quefto per confermare laverita
%J, della Criftiana religione fe non fieno :
j w^
55
tutti >
e fe non fieno molti .
Egliene-/
55 ceffario quanto tu
3 che in un corpo 3
pretendevano di effere
fcguaci di Gesu
Crifto, la cui Fede per altro aveano
empiamente corrotta Che fe talvolw .
i Cat-
PREPAZIONE. xliii
r
principali cagioni
. E primieramentt
3me tutte quafi le produzioni della
atura , quanto piii fono loiitane dal-
t loro origine y tanto meno hanno di
>rza 3 e di vigore 3 cosi le umane fo-
ieta vanno mancando di vivacita 3 c
i
fpirito quanto maggiormente fi fco-
:ano da loro principj La qual fimili- .
i 3
primo fecolo in una gran
cosi nel
uiantita di pii , e fanti Criftiani 3 po-
hiifimifurono quelli 5 cbe dalla retta
agion traviavano 3 nel fecondo fecolo
:refcendo la moltitudine de buoni fe-
leli 3 crebbero ancor i cattivi, e nel
erzo 3 e ne feguenti propagandofi inL-j
e la liberta ottenuta
per la pace 5 5 la
ne ^ a Chiefa
perfec. c .i. 3
quali buoni combat
i
vano
I R E F A Z I O N E . xlvii
5
corrotta la diiciplina data a Criftia- Upfis
2 3-
ni da Dio 3 la giacente fedc 3 e quail
5
^
3 forprefa da profondo letargo 3 furif- anno i<r8 a .
?
dofi di cio 3 che i fedeli o aveano
fatto ne tempi de Santi Apoftoli 5 o
dovrebbero iempre fare 3 mofli dall*
5
ardore di una infaziabile cupidigia^
j
erano attenti ad accumulare ricchez-
3
ze Non era la Reli^ione
.
^ divota ne*
Sacerdoti 3non nci Miniftri intiera_
3 la fede 3 non fi fcorgeva la miferi-
3 cordia nelle opere 3 ne la difciplina
,3 ne coftumi . Era la barba guaftata.^
,3 con nere tinte negli uomini irtibei- >
>3
chi 3 i
capelli tinti di finto colore 3
>3
frodi per ingannare i cuori de Fe-
deli 3 e aflute
53
vogl ie 3 per le quali
D3 poflano effere circonvenuti i noftri
* R E F A ZI O N E.
.
3, fratclli Corrifpondono a fcnti
mend del Santo Vefcovo di Cartagi
vin
PRKFAZIONB.
)5
vin nume , allora finalmente il Si-
35 gnore ofcuro nella fua ira la figli-
uola di Sionne Molte altre cofe .
le
perfecuzioni confermavano i buohi
tiellapieca^ e inducevano parte de cat-
tivi a pentirfi de lor peccati 3 e
parte
in si fatta
guifa atterrivano^ che per
iappocaggine negavano di eiTere Cri-
[Hani . Mold pero di coftoro 3 cef-
fata la perfecuzione 5 tornavano inlo-
ro medefimi , e lunga penitenza delle
:adute loro facevano 3 c in avvenire o
a
poco difponevano a ravvederfi fe-
fi
il riferivano *
* *
* * *
* *
LIBRC
LIBRO PRIMO
D E COSTUMI
DF PRIMITIVI CRISTIANi;
In quanta riguardwano Dio.
la Carita ,
erano da rjoftri Mag-
giori poffedute in grado fublime,
fa d uopo che da quefte dia-
,
CAP.
C A P.
. I-
5-,
fia cognjzione ^ e per vita P an-
per cuore la
che fl riceve , il cui legno
tico parlare^
,, portandofi da voi ,
fark si , che ne ricaviate
Eufebio Cefarienfe 5 di
S,
Gregorio Nazianze-
no , di Teodoreto , -a di moltiflimi altri Padri,
per non allungarmi troppo , e non apportar
tedio a chi legge . Ma non poflb fare a meno ,
che defcrivere un chiariffimo paflb di Lattanzio
(*) lib. III. Firmiano , il quale nelle fue Iftituzioni (4).
c.M.p.z?!. ?? Quefte due cofe , dice , fon quelle , che in-
IlZt
c
anno
fieme fanno cio , che fi ricerca da noi
,
la_j :
dell r . ,
ef-
r*)Ma quella cognizione ,
e credenza delle y*}>??
V .
i, / T foftabiiifco*
, ,
io(lri Maggiori ,
e perder la vita , che negarne
a verita ,
e la infallibil certezza .
iella Fede ,
e defcrivcrne efattamente i pregi, la virtu deL
nella fua Epiilola diretta agli Ebrei (^) , ^ fede.
iiflTe
che alia
Onnipotenza fiamo dalla ragione di lui,
indotti a confeffare , che non altronde , fennon-
che da lui trae la origine fua il Criftianeilmo ,
per cui confermare tante cofe furono predette ,
2i oni , non
perfuafo , ch ella fu per opera
refli
Divina , e non per iftudio , e arte di alcun.-
mortale introdotta 5 e divulgata . Che fe mol-
ti(Time /ette favorevoli al fenfo , e che parea-
no conform! alle mafTime, che allora valevano ,
5
primitivi Cri-
e veggirxmocome , e
[liani ,
per quali motivi
folfe in loro cosi viva la virtu della fanta Fede ,
lo i>* IIUMIT*YI CRISTIANI .
$. II.
6>u&ntofojje
ne* primi Crifiiani eccellente
let virtu della fede y e per qualimo-
tivi in ejja Jl confermajfi ro .
C O S T UM I It
?agarla i conceduto , per tutto
fe era loro
1 inondo La qual cofa dovendofi da noi trat-
.
c ]
f efii- ecllz
\ j-
te ragioneremo . Pnma pero di entrare in di p ar 5 i i
Gli Apoftoli
>5
, dice , iftruiti da Gesu CriRo ,
35 annunziarono agli altri il Santo Vangelo ....
9t Fu adunque mandato Crifto da Dio , egli
Apo-
2i X>E* PRIM1TIVICIUSTIAM .
?,
ti parola di Dio colla pie-
in effa fede per la
ghi ,
e difperli per la Cappadocia , pel Ponto ,
ria paura
, e lae la morte fprezzarono ,
8 *-
Dnfefla di fc , che medefimo
dopo di aver egli P**
faminato tutte le fette del filofofi , fenza aver
lai potuto reftar contento , ritrovo finalmente
del p. c he i Profeti
?j parlarono per iftinto dello Spi
rito Santo , perocche prediffero le cofe av
>3
morti , che
farebbe flato odiato , non cono
33 fciuto ,
e crocefiflb , morto , e rifufcitato
5
33 che avrebbe falito in Cielo , ch egli faret
.,,
be flato chiamato 5 eflfendo tale in realta
figliuolo di Dio che avrebbe mandato ,,
f "\ VT
me da Gefse Padre di Davidde(c),e la venuta
inn fanciullo Signore , il cui impero farebbe
ato fulle fue fpalle colle quali parole fi ac-
(</),
v- ^
W c > IX.
il trionfo di Gesu Crifto
>nna
pel fupplizio della
. roce ; il
qual Signore avrebbe tenuto ftefe le
-accia verfo il fuo
popolo increduio, e contra-
ittore , e traviato (t) . Mentova inoltre le
(<r)
c .Lvni.
redizionidi Michea Profeta,circa Bettelemme, v. a.
i cui dovea nafcere il Duce delle Tribu d If-
raello (/) ; del Salmifta , che delle piaghe (/) t. V.
p piedi , e delle mani del futuro Meffia ra-
v. z.
11.53.
j>ag.
7<* Molto piu copiofamente parla il S.Martire del!
Profczie nel celebratiffimo Dialogo , ch
ix compofe contra
a
Trifone (i) , e nella fua cfo;
iitf.
feg. p. tazione a Greci in quefta guifa invita i Genti
*\ Criftianefimo CO Altro non vi rimant :
(c) n. jo.
5
o Idolatri , che voi rigettiate P errore d
,
.
p.foz.
]. libro ad Autolico (/) qua , e Tertulliano , il
f)
n. 14* nel
diciotteiimocapitolodelfuo Apologeticox
/^ n *<
s>1
3 ,
3, trovarlo ,
e trovandolo credere in lui , :
e fpecialmente
(a) a ^ ne di con- ^ Terml.
fegua- libr. contra , i
p^^xld^*
r
D la diftruzione , e il defolamento di Gerufa- m rfii r ^ ii.
v< 2i<
e m iftrui
parlommi , , e e difle : Daniel-
lo , fono io ora venuto per iltruirti , accioc-
ch^ tu polfa intendere Dal cominciamento .
M;
fine dellaguerra la ftabilita defolazione
.
3,
fficile arsumento .
, Radoneremo
-*
nertanto J
.am
r. Lzmi
"
^"
5*
t / / i
I i
Ap
:gli effetti che ii iono vedutj , e tuttavia li
, _ U rtiiJltUIJ
f
3)
DB* PRIMITIVI CRISTIANI . 2 5
,, avvenne , che da quel tempo cioe dacche ,
un talnome . E
, per vero dire , coloro 3 che
,
fono nati dagli uomini ^ e fono giunti a quel
,
grado di perfezione , dove puo arrivare la
,
natura mortale ajutata dalla divina grazia ,
,
devono credere di aver ottenuto molto ,
,
e avefli in odio la
flizia ,per la qual
.
, iniquita
,
fp
Tfaia di se medelimo dice : Lo Spirito
Signer* fifr* di me, pet ejfer ivftato
un*
26 DE COSTUMI
to dal Sigwore.Perche dunquedicefi untofo
tutti foltanto il Sal vator noftro con un_
33 pra
33 eccellente, e divino , efpirituale unguento
3) lefeguenti parole
del Profeta : E confermi
.,,
ra il fatto a molti una fettimana , eneli
3, mttci della fettimanafard tolto ilfagrifizio
?y ela libazione 3 efara I abbominazione de,
, le
DE* PRIMITIVI CRISTIANI. 1J
e fino alia confa-
, le jcfilazioni net Tempio ,
, mazione del tempo durera la defolazione .
, Raccontafi, chc il
tempo della predicazione,
, e dei miracoli del Salvatore duro tre anni e
, mezzo (4), il qual tempo e la meta di una
, fettimana. Nella meta dunque del etti-
no voji j
, mento ,
fu tolto il
fagrifizio ,
e la libazione ,
citau
1 unzione , ed il Santuario
a, loro, e gli abitato-
3, ri della Citta di Gerufalemme perirono ; \
5, Giudei, i
quali non vogliono
fiflfare alia con
.,,
Vdirete ,e non intenderetewi volgerete a con
,,, templar e., e non vedrete, percioccht egli di
3, venuto duroil cuore di queflo popolo , e coll
Qreccbie lorogravemente udirouo , e cbiuft
TO
DB* PRIMITIVI CRISTIANI.
Criftiana Religione.
IV. Erano adunque cosi manifefti i prodigj
perati da Gesu Crifto , ch egli talvolta foleva
ire,che non ricevevaleteflimonianze degli uo- prefo da I
nini , mentre le fue opere erano evident! fe- miracoli .
ni della verita della dottrina , che predic^va
,
opere dei fedeli , e coi prodigj, che foa
feguiti . Anziche rimaneva egli maravi-
fiatocome poteffe avvenire , che moltireftaf-
-ro oftinati nel loro errore
, efTendo cosl pa-
nti le
maraviglie , che H operavano nella^
hiefa ; ne altra cagione poteva di quefla tal
ertinacia
ritroyarc 3 che la paura di non in-
cor-
5 DE COSTUMI
corfere nella disgrazia dei Principi , che furio-
famente incrudelivano contra i feguaci di Gesu.
Crifto . Forfe dice O) , voi dubitate , che
^ , Ivi.
num.xxxix. quefto fla il Liberators delle genti , quan-
., tunque le profezie ,
e quelle cofe , che fonc
p
che vedete cogli occhi voftri , potete argc
mentare , che il Verbo Divino prefe la nc
3>
inrorno allo
^ nQ p rencj ono { nO mi, perciocchc temerebber
di abufarfi della Maefta di coloro , chefenz-
!mnp
fano S. ire- 55 dubbio conofcono fuperiori a se , e merita
neo lib. ir. no di efTere temuti . Tantoe vero , che no
c. 31. edl- f] da mai cotefta voftra Divinita , che tene
3)
ann *
te , perche fe li daffe , ne fi affetterebbe d^
It]. Ori-
Era
demonj , ne dagli Dei fi negherebbe
"
Ea l a~"
per arte
.
magica
. da Crifliani . Ma rifkttendo
*T che ^e q ue g^ fririti erano tali , quali altrov
pals a?gu-
mento prefo fpacciavano , cioe Dei , al comando di un le
4a Miraco- ro nemico non fi abbaflerebbero tanto , fino
li per con- chiamarii
demonj , che vale a dire fpiriti cai
fermare la t j v j ^ e r ib e lli al vero Dio ; rimanevane cor
* a
ancora fi convertivano alia fam e ^P e ^
j\ci ii tone ^ x^ TI r% i> i
de Cnftiani .
Crifliana, c Rehgione
IA Refurre- V. Ma tra i Miracoli che i Padri folevano ap
Mone di
portare,per confermare la verita della Crifliar
CMo .
DE PRIMITIVICRISTIANI .
C EgU
D E C O S T U M X
tutti
Eglieancora certo appreffo , aggiugne
(&) Nella
San Giangrifoftomo (4), che colui, il quah
Or. ale, iv. ama una perfona, fe ella muore , appen;
degii
Aul ricorda di lei , e fe non 1 ama vivente
n.
Apoftol. ^ mo it Q pift facilmente fidimentica della tnede
y, fima ,* quando abbia ellaterminate di vive
11
J. . aci J 3 3* * -
. .. t i ? i
3, fpetto 5 fi
efporrebbe a mille pericoli 3 e p
33
timenti . Or cio che non e accaduto in all
33
mai ,
fi yerifica in Gesu Criflo , e nei fu
33
la Fede , e per la ConfefTione della Religi
,
mente , come alcuni infedeli empiamente_^
, pretendono . E so io certamente , ch egli
,
avea dopo la refurrezione la fua carne , e
,
credo che in carne tuttora viva. E quando
,
difle a fuoi Difcepoli , che lo toccaflero , e
,
lo palpalfero , e vedelfero , ch ei non era uno
,
forzatamente come puro , e femplice uom
,,
coftretto a morire . Dite di grazia. Qu:
uomo condannato forzatamente a morte h
3
che per tar
3, potuto mai aver de difcepoli ,
ti anni cacciaffero i demon} da corpi , ch
33
volentieri hanno fopportato cosi gravi e 01
[I.
3,
rendi fupplizj ,>
? Non fono Jiverfe le ragic
*8 che ne adducono il S. Martire Cipriano n-
ni 3
Edit. Parif.
fuo x rattato delta vanitd degV Idoli, e nel L
bro a Demetriano ; Eufebio Vefcovo <
obbligati a tralafciare
^,. VI. E tanto rpiu nella fentenza loro i nod
Gli Apo* x _ , . - - .,
quanto piu, r confermavano
fiotintnfu- Maggion
fi ,
\-t)di nuovo
il
Corpo di Gesu Crifto , che ere-
ievano ancora fepolto , e quando noltrovaro- Ct XVI . Vtl \
10, s immaginarono , che fofle ftato rubatq ;
Dnde la Maddalena ne diede parte ai Difcepoli ,
;
(6) Pietro e Giovanni corfero , per afficu- XXIV i.
arfene, al
Sepolcro Tanto furono .lontani dal
5
iiiettere , ch egli foffc rifufcitato , che rifteffi
ivaneelifti atteftano , non aver celino ^n allo-
_ , M . n M s C^) jonan. i *\
Vngeli ,
ed dimandata perche
efifendo ftata .
*
/inti co fatti v XI * *
(e) .
Imperciocche rigitardavaflO
^uefti tutto cio , che dalle femine era lor rife-
:
ito, come immaginazioni (/) e chimere, e (/)
folli ItiJ.
v zo *
}ualcuno di efTi parea , che foffe tentato di ri-
:ornare all antica fua profeiTione . Onde Cleofa
?
uno de due Difcepoli , che furono dal refufci-
:ato
Signore accompagnati fino ad Enimaus, Ca-
ftello della
Paleflina, dimandato dallo ileffo Re-
dentor noftro di quali cofe parlava 3 e perche (g) Luc.c.
era cosl malinconico , rifpofe (g) : Tu folo fei Xxjt v V - J r -
C 4 in
D E COSTUMI
in Gerufalemme pellegrino e non fai le co-
>
by
fe , che fono quivi avvenute in quefti giorn
3)
a Gesu Nazzareno, che fu uomo Profeta pof
35
fente nel dire , e nelP oprare appreffo Dio , (
3J
certe donne delle noilre ct hanno fpaventa^
3>
ti , le quali avanti giorno hanno vifitato i
fepolcro ,
e nonavendo trovato il corpo d
5>
deflTo ,
>ra
ei non avrebbe mai (i) creduto . Or (> j ],.
>ffendo
qiiefti fatti evidentitfimi argument! per cap. ^. v,
iimoftrare , che gli Apoftoli , e gli altri Difce- *?
)oli del Signore,febbenefemplici ,e ignorant!
lelle natural! fcienze ; erano nientedimeno
M evenuti si fattamente , che niuno avrebbe_-
)0tuto prenderfi giuoco di Idro , e con infinti
acconti indurgli artificiofamente a prefhr fede
.
cio , che loro fembrava follia ; aveano ben ra*
;ione i noftri Maggiori e di credere , e d in-
egnare ,
die non furono ingannati gli Apofto-
i,anzi ehe convinti, per cosi dire,a difpetto loro
lella verita dellarefurrezione con replicati , ed
, cedettero , e prefo
ncontraftabili efperimenti
nimo, ufcironoapredicare quel,che aveano non
Dlamente veduto , ma eziandio toccato con ma-
. Per vieppiu confermare quelta per altro ,
iuindi
imprefe a fpiegar loro gli Oracoli de*
}
rofeti 5 cominciandoda Mose, e venendo a
uelli che appreflb iiorfrono , talchefece lo-
,
3
comprendere , che Gesti Crifto dovea pati-
2 in quella ftefla
guifa che patl , e cosi entrare
nella
42 & E* C O S T U M I
ai in tante
, in tanti , e si va-
apparizioni
pofti,or alPimprovifo orain certi , e defli- ,
iti
luoghi avute da tante perfone, che dubita-
vano , e che ricercavano convincenti , e pal-
.bili motivi per credere , non fi farebbe di-
,
s immagini di vedere cio, che realmente non
dibile che
gli Apoftoli,
, i
quali avendo vedi i
into
Corfo , che con maggior preflezza fi po-
portar via fciolto , cbe legato ? Che fe
<]e
$
ifto ; fortifTime ancora fono
quelle , che leg-
amo appreffo Eufebio di Cefarea nel terzo Li-
o della fua
Evangtlfoa Dimoftrazione .
(Z>)
Vt dl
flette
egli pertanto , che niuno mai puo ad-
J*
f
.rre un qualche giufto motivo, per cui fi
oftri, che gli Apolbli per acquiftarcredito 3
per altro fine abbiano voluto ingannare i^
proflimi . Imperciocche fe noi conilderere-
^ le maffime che infegno e i
, , precetti ,
e loro Redentore faremo aftretti
impofe il
,
fallacia ,
e d inganno
adducono , fe non il i
rilbrgimcnto di colui, la ci i
religione per e
,
i l-r
egli flato crocefifso , cagionava fcandalo;
Giudei ed ai Geruili fenibrava una folenne ftol
te;^i.Nc credo gii io,che vi fia alcuno cosi poc
verJato nei libri del nuovo Teltamento, qhe no
fappia efser tucto cio agli Apoftoli accaduto ,
rjon fia perfuafo , chefii tiuti, { enza eccettuai
ne veruno , furono tanto colhnti nel confefsan
e predicare la refurrezione di Gesu Criilo, cl:
ri vo .1
dire,o a far o per impcgn<
foi"pettare,che
o per ambizione , o per altro motive* umano
e non per (bio aniore della verita,fi foflero unit;
ibitenerla.Che fe k
venerazione,che profeffav;
no al proprio Maeftro
, e 1 ambizione avefl
avi:to tanta forza
appreffoloro , che induceflfe
a ingannar gli altri, 1 avrebbe avuta vivcnte
Maeitro mecl-fimo, e finchc avelfero
potui
operarc per ^-.ladagnarfl la fliaw, c le ricchezz.
DH* PRIMITIY1 CIUSTIANI .
5I
;he aveffero deflderato,e non gia dopo la morte
ii lui, e quando vedeanfi condotti per la confef-
idolatria ,
le quali
cofefapevano elTere difS-
,, cili a ottenerfi ,
fenza
provare graviiTimc
35 perfecuzio.ni ,
e probabilidimamente fcnz;
5 ,
mo che dopo la morte del loro Maeftro
,
9, p.irlaill
ro a niiino in avvenire di Crifto
? ,
E allora fu
, die Pietro diiTe a Giudei do- :
55
verfl piuttofto a Dio , che agli uomini ob-
35
di vita S. Stefano , perciocche con fomm:
95
tro nuovi fedeli . Non pafso gran tempo
i
3>
ch Erode Re dei Giudei fece tagliare la tc-
35
(la a S. Giacomo il
Maggiore , e imprigio-
33
nare S. Pietro . Gli altri Difcepoli, avendc
cio veduto-, non fojamente non fi aftennerc
di profe0are il Criftianefimo , ma eziandic
9J
con maggiorefpirito di prima,perfeveraron(
a predicare a tutti le mafllmc
delVangelo , <
le maraviglie
operate da Gesii loro iitituto-
re s e Maeftro, Dopo quefti avveniment
It PRIMITIVI CRISTIANI . 5 J
,
Giacomo fnitello del Signorc il
quale pef ,
aftticartente abitavano
Gertiialemhie
in >
,
Roma , e Paolo decapitate e Giovanni
>
fteflb
difgraziatamente la mortc
,, Fin qui .
1
fc"v?
la veratiottrina ,
in lui credettero ,
e fermj
mente determinarono di feguitarlo per fern
r
~
pre (^)
. Or come potea mai avere luos
^n q 115^^ ta cafo la impodura ? Golui , che prt
^
1 1* v. i!
fe.^j.
fcdeva alia tavola , non era foguace di Crifto
c pure ne reftj maravigliato . Gli Apofto
, r
.
7 00 . .
tirato qualcuno a
pre(l?.rg!i credenza. Laonc
allorche videro illuminato il cieco nato,efTenci
rimaii attoniti per la tnaraviglia , nc avendo f*
ptito trovare la maniera di fventare un si p;
tente miracolo , nonfeppero faraltro, che d
mandarei genitori di eifo cieco, fe egli era
lor figliuolo , e come avea fatto a guarire ;
avcndo udito , che egli eradeflfo , e che avc
eta dapoter dire, chi gli avcflfe dato la villa
interrogare il mededmo cieco illuminato d<
modo ,
con cui avea otcenuto unafegnala si
ra-
PRIMITIVI eniSTiANi 57
.zionidel diavola;matoftareftavano confufi taJ-
ente, che non potendo rifpondere , alle cafe
rofe ne tornavano pieni di rabbia , e di mal-
lentocontro del Redentore .
<zV ciccbi ,
c ndlr anno le oreccbie de* fordi .
:. v. <.
,, Ma che i morti fie no ftati rifufcitati da Cri-
,>
ne* tempi di Elifeo , molti crano i
leprofi ,
,, cadevano. Imperciocchequotidianamente
:
mente , ma
falgono come il cervio aniimle
contrario a ferpenti , e a cui non poffcno i
veleni dclle vipere apportare verun nocu-
mcnto. Fin quiOrigene . ,, Matorniamo al
rodigio dellarefufcitazione di Lazzaro , c veg-
amodi qual pefo e fia ,
e come da Santi Pa-
i fu apportato per comprovare la vcrica della
cligione Criftiana .
Non vi e cola piu circofhnziata , ne piii ilncc-
L ruccomo di San Giovanni deicritto nel
del
.p. XL, il
quale non folamcntc dimoftra , che
lora quando morl Lazzaro frutello di Marta ,
di Maria Gcsd Criilo era aflente ma ezian-
, ,
a
fimo . Or chi non vede (b ) efpreflj in queft^ :
r i i -V /i j Man ire i
;^ lur j 9 $>
avca
fc B C O 5 T IT M X
>
zaro ,
e che fe Gesii aveffe voluto impornc
rion avrebbe fcelto un luogo cosi vicino all
piedi di lui ,
e diflegli ,
che s
cgli fi foffe
vato prefente , non farebbe morco il fuo
tello . Gesu che vide addolorata , e
piangen-
Vlaria , e che offervo , che coloro eziandio,
aali Paveano accompagnata , gemcvano , fi
i /* ^^
loU ricordati de che altre volte
prodigj,
i
avea con illuporc , e di tutti
maraviglia
rati difcorrendo tra loro diccano 3 e non
,
dente , ,c temerario
il
quale per ifcredicari
Criftianefimo,tacci d impoltura gli Evangeli
c ibilenga , che tali cofe furono da loro a f<
c ,
,
-
i r Conferm** *.
>pe,per
le
preghicre di ^an Pietro , che mofie y^ 33
ecchie pcrlbnc a feguitare i dettami di Gesu
lv r^^ t
mas 5
mas che ripugnava a Paolo , avvcnuto al
,
Aft
nella Ifola di Cipro O) ; il pubblico miraco
**^
-jj.
del raflbdamento delle gambe , e delle plan
de piedi dello zoppo di Liftra,che fin da bamb
no non pote mai camrninare (&) ; Ic grazie o
tenute da coloro,che afpettavano, che(f)Pon
3ny. v-
-
b ra &i Pi etro paflafle fopra quslcuno dcgli ar
malati , che efpofti erano a bella polta , e cc
ricuperafle la folute ; e da quelli quali (cf) fe i
(<1)
A6t. Religione , che profeffiamo Imperciocche n .
nuti , e comunemente , o
negati , o meffi in
bbio da quelli die effendo contemporanei
,
(6 e s T i
1
.
Mauri. raffero viaggj intraprefi da Santi Apofloli
i
a
fo^rannaturale jreprelfii la qual cofa din
ftra.
PRIMITIVI CRISTIANI .
6j
a, non aver cio fattogli Apoftoli , per una
rta potenza,e virtu umana , ma
ogni cofa ef-
re fecondo Divina providenza per fflinto fu-
la
riore avvcnuta,rendendo i miracoli alle paro-
,
e alia dottrina loro evidentifTima teftimo-
inza . Circa Jefrodi , e le illufloni per arte
igica dagli empf ,
o immediatamente dai de.
onj cagionate vedaficio, che noi abbiamo .
in *
rodotto a ragionare intornoai Criiliani , da P"
:
4
rlfo
empio Sofifta Epicureo : Siccom^ )"
di coloro erano
preiligie ,e cio che fece il c xvi. .
9
9 diverfo . E per verita , ficcome il lupo^,
^ il cane ; il
piccione , lapalomba non fon-
e
3,
zafua faccia de veri prodigj , e che perci
?)
fia necelfario il
diiiinguere le opere Divir
?>
dalle diaboliche perche non dovremo
;
n<
a>
conflderare la vita , e i coftumi di colorc
che promcttono dellc opere prodigiofc , e.
3, vedere fe apportino del danno a mortali
9 , ovvero fc conducano a correggere coftum i
4,
E non fegue egli chiaramente da* Miracoli<
,, Mose, e di Gesu Crirto, ch effi gli open
,, rono per virtu Divina ? Poicheno;i e cred
bi-
*
PRIMXTIVI CRISTIAKI .
,
bile , che colle frodi abbiano voluto i ft ire
le j e indurlc a deteftare i fimolacri
, gcnti
,
de falfi Numi , e ad abbandonare tuttc le
,
cofe create ionde viver poteano comoda-
mente e acquiftare il vero Dio da cui tut- >
, j
,
te le cofc riconofcono la loro origine .
Qitre i miracoli degli Apoftoli apportavaho
ziandio maR^iori
cj
i le maraviglie, chcfo- no ********
noflri -.* * * *
,
quanto >
XI
W P f
J
teflamento, e la che
efpettazione di quelli
33 datutte le genti attendono da Dio
vera , e la
(a) Ntim* s -\
ove ri m provera a Giudei loro
a cj la
* MS durezza
,
e oftinazione
dipoi foggiugne , c .
5, ti . E quanti
uomini ( perciocche not
onefti
)r vogliamo noi p aria re di quei del volgo ) fu-
5, rono o da demonj , o anche dalle infermit;
,5 liberati. Severe medeflmo padre di Anto
33 nino Caracalla Imperarore fu memore de
3, Criiliani ,
il
quale ricerco diligentement^
,, Procolo Crilliano che avca curato coll <
1
Monnch. S.
***
tro Cdfo (Z)cosl raeiona che ,- la forza e
X. -^ \^J
: 1
,
ziche fcorgonfl ancora appreflb Criftiani al- i
,
cuni veftigj di quello Spil ito Santo , che
, comparve in forma di colomba , cioc i
,
miracoli mentre cacciano cglino demon; ,
; i
,
i Giudei alcun Profeta , ne fi opera ve- ft 4
viii*p/jfi
,
run miracolo ; ma fi trovano bensi del
,
noflri^
i
quali fanno de* prodigj , e mag-
,
giori talvolta di quelli , che furono fat-
,
ti appreffo loro ; e noi che 1 abbiamo >
,
veduti , ne poffiamo rcndcre teftimonian-
za. ,,
.
5JP* t
empo Quadrato infigne fcn ttore 3 e difen- Ca
ik>ri
foftanze loro ,
e abbindonata la patria , ne
paefi ftranieri
fl trasferirono , e predican-
do alle barbare nazioni la payola di Dio L
fondarono moke Chiefe poiehe in quei: ten>
(b)C *xvm
6 1 ajuto divino, fegno della Gro- e vide il
cipa*
Bl* PXIMITIVI CRISTIANI. 75
ipale Citta dell Imperio. Euiebio nel primo
bro della vita di Cofhntino al capo quaruntc-
!mo nc Con quefto
riferifce la fcguentc :
e
(<0
,^ r
<gno falutare ,
e cioe colIaCroce
argu- ^^ Edit* , ch"
azario
, T Autore del libro
e di Prudenzio
ititolato, delie morti deTerfecutori . Egli nel
Liarantefimo quarto cnpitolo rion fa menzione
5
?1I
apparizione della Cfoce inCielo ma fbl* ;
T*
ire, eflfcrc ella lljta nna tal vifione mcntovata
avuta dalPImpefatore nclle vieinanzc di
>me
ic
,
,
,
le,
!> E C O S T U M I
cccxii- r -, ,. i * r i 1
la
i
quali rapprefentano
cc
PE* PRIM1TIVI C1USTIANI .
JJ
:, Tmperciocchefe naturalmente fi vcdono t
^Z>)
.
imo noi ancora veduto una antica lucerna di (b) Vedi "
me di Criilo , fi
Icggono le parole EN TOT
1 N1KA in
qneflo vinci , come fi puo vedt-re
lla che abbiamo facto inciderc in ra
tavola ,
( c)
? e imprimcre nel Terzo Tomo delle An-
pag 70
hita Criftiane (c) . Dalle cofe avvcnute T
3>
- 1 *
V
Coitantijio >
raoffi parecchi citudini Ro- ""*
ajuane.
ma
mam , abbandonarono dogl Idoli , e il culto
feguitarono Religione . Laondc
la Crifliana
prevalendofi di queilo tal argumento Anre-
lio Prudcnzio Poeta illuftre Criftiano , che_j
iiorl nella fine del quarto c ful principle de!
k k" 1 *
le invitto vendicatorCo
55 gno fuperate alpi 1
19 ^~
,, llantino fciolfc,o Roma, la tua miferabile fcr
vitu ,
allorch<^ Maflenzio ti premeva colla fu
velenofa, e infaziabile corte . Piangevi tu
come ben fai , cento de tuoi Senatori ? con
,, dannati a lunga prigionia. Lo fpoibtra le dm
catene immerib nelle tenebre , gemeva, pc
clfergli data tolta dal crudele fatellite qolei
ch eragli ilata promefla ; o fe la maritata er
collretta a falire fopra ii letto del Tiranno, ..
3, lo fdegno del marito era colla morte punito.
E poflbno effere tedimonj coloro , ghe trc
varonfi al ponte Milvio ( quando veniva i
Roma Tadoratore di Criilo Coftantino ,
videro precipitato nel Tevere il Tiranno
35 con qual maella oflfcrvarono maneggiarfl 1
HH*
^ no ( a ^ Derate Sozomeno (O , e Teodo- C^)>
(b)Lib. i,
rcto (*0 ^ prodigiofa maniera,con cui degnofii
Bift.cap.xx.
altifTimo Dio1di convertire alia verafede nc:
vag.45Edit
* .
IV.Secolo della Chiefa ePIberi, che abitava- c>>
? aunn -
no vicino al Ponto Euffino. Fra gli altri , cnt
c Ll H *
^ ^ 1
furono verfi quei tempi prefifchiavi da quel
/,
giuVd.Ea k.
a barbara nazione 5 vi fii una donna di flngola-
vocato il
popolo Ibero , racconto fedelmente
come e il fuo figliuolo ,
e la fua mogl ie , ed cgli
medcflmo erano ftati
prodigiofamente prefer-
vati in vita dal vero Dio , che la donna adora.
va, ed efortollo ad abbracciare il Criftianefimo ,
mattina fi
porto a vedere il nuovo edifuio , e
avendo offervato la colonna pendente fulla ba-
:utti d incredibile
gioja ripieni efclamarono ,
elk vera la credenza del Re , e doveril
>(Tcr
.11*
Imperatore , iquali efpofero, che volcano
fTere in a wen ire ami ci , c confederati de Ro-.
lani , e ftipplicarono , die foffe inviato un
r
efcovo co iuoi Cliierici nella Iberia, afSachc
IruifTeque popoli , e li confermaffe in quella
:de , che aveano abbracciata . Vedefi pertan-
)
manifeftamente,che pe miracoli molti fi con-
ertivano al Criftianefimo , e che di queito ta-
argumento fervianfi i noftri maggiori per in-
arre gli altri ad abbandonare la idolatria e a ^
,
^ v ..
il
guitare Vangelo (a) .
^ Orig. Hb.i*.
Qu,anto al fecondo, cioe , che i noftri sfidaffe- comraCelfo
i nemici della noftra religione a vedere i mi- n.xLvip-^i
I
coli , che da fedeli fioperavano nella Chie- P "
^
,e cosi finiflero di lacerare la fama, e il credito
:
Criiliani ; non ve ne ha dubbio veruno, e noi
abbiamo di fopra dimoftrato con un chiarifli-
o paflTo dell antichilTimo Tertulliano (6). Lat-
azio ancora nel fecondo libro delle fue lilicu-
)ni (c) dimoftra che i
giu(li fono temuti
dai demon} , perciocche fcongiurati quefti
fuggono dai corpi . . . . e non folamente con-
felTano di e(Tere
fpiriti malvagi,
ma ancora
Fa 3
04 c
y
f, paleiano , i nomi
che fono loro attribuiti ,
fono quei medefimi , che a numi de Gent:
33 appropriati fi adorano ne templi loro : il cl
fanno eziandio alia prefenza deMorodevot
non cercamente in obbrobrio della religion
33 ma defl onor loro , poiche ne a Dio,-pel non
33 del quale fono fcongiurati , ne a giufii , p
3, le voci de quali fono tormemati , ardifcoi
A*
)\T Ma non
o-ia inoltrarmi di vantages
vocrlio
Wcora il 1, .
12 i
iv. c.xxvu.
e dinondernH con recar noja a leggitori .
$ 1* Amore ftcra leggere cio , che nelprimovovolumede
del libro mie Antichita Criltiane , intorno alle vifioni
iellc motti a 9
prodigj , che ne quattro primi fecoli de
n?^
Chiefa furono operati da no(lri,e riferiti da t
dri, e dagli Storici della Chiefa, io ho fcritto
^ nj ,
fe non che quelli , cp quali fe la
int
dc
DE* Ml MITI VI CRlSTIANI .
85
dono, pjr anche poflbno cio fire ; Tanto
fc
diavx>li
( ralche fpciTe volte abbracciano ii
.,,
noi ftefTi per molti anni perfeverarono. Che
? Non e facile il dcfcrivere il nutnerc
5, piii
3, delle grazie , che laChiefa fparfa pel mondc
3, tutto giornalmente riceve da Dio in ajutc
delle nazioni , fenza ch* ella abbia mai fe-
5
df
. .. n ,, . .
1
Jt , che furono dagli EvangeliiH narrate. E
verita oltre S. Matteo Apoftolo nel fuo
<rr
he il Reden-
cum Trl r h
comparve
allora, quando nacque
num
re e parlo eziandio della veniua de
,
3
Mad a
*
r j rr r
eruraiemme . Ne devono euere afcoltati
AT> 1
que-
11 Scrittori quali contro la comu-
modern! ^ i
u6 ragionevolmente per
5
quefta fola cofa efle-
rtra Criftiani annoverato colui 5 che Cntra
dogma della vera religione non folamen- Tom. IF.
la
trafmigrazione delle anime , e la Delia
siateria ; ma foiliene anccra
F
88 D I* C S T U M 1
<US.
Tppo- altre oninioni di Platone ,
il cui Titneo iraprc-
iiro Edit.
fe ailluftrare, moltc delle quali opinioni ripu-
aarobuig. ^nano totalmente alia noftra credenza e di- ,
an,i?lo.io- ^ ^ ..
MtilPadre e i} a
? c j e u a venuta de Magi a Gerufalem-
f|-
nej a , con-- . .
troloftefloi co ^e Q^e
ftella appena videro , mentrc
quali s
immaginano che coftui ancora fIa-3
5
edobbiamo
noi prcftar fede a Kiccolo Anto-
io nomo per altro ef uditifTimo , il quale
00
immagino 5 che Avicno abbracc 6 la Criftiana , w/J" ;
! T bhoth.HnpJ
-ligione mcntrc non avea egli niun motivo et y^/j
,
.
Evangelilli , magli approvarono ancora , e ne*
libri loro come certi li
regiiirarono . N deeu
fofpettare , che Macrobio abbia copiato gli
Evangelifti , mentre di cio , ch egli racconta di
liB ligioii.
temoi ^^ ntutto 1 Impero . * t j
Chrer. .An- j ^ i t-
l
r TX/T-
i_- 1
ologi fu crocefifib ,.
SantifUmo nollro Re- (a)Vcdi
il il
b Cbriflo
, per
cni dcbba ejfcre riconofduto per
rfo . Ma noi
potiarpo rifpondere a chi propo-
e ilmili
queflioni , che gli EvangelifH raccon-
.no eflere ilata fcofla la terra pe* tremuoti ,
,
i i
fepolcri , fpaccato daJla f)mmira infino
al
22 & te Cost U MI
.al fondo il velo del tern piodi Gerufalemine ,
ttenebrata nel mezzo di la fuperficie della ter
ra , e ofcurato miracolofamente il Sole. Che
fe Celfo acconfente alle facre lettere , quando
I immagina , che dieno occafione di accufare i
Crirtiani ,
loro ogni autorita , fe_j
e toglie
ftabiiifcono che Gesu Criilo e Dio , noi po-
,
y*
c quando anche avefie detto 5 che un ordi- i"u
E- fl aria ecHfle
, avrebbe en*;ito in queflo , ma_>
in.Opp*.
dir Parif. non in cio , che riguarch le tenebre ^ che fol-
1
Monach^ S. tifnrje fnrono , e il tremuoto , che in quell
Ma mi. O ra raedeflma fcoiTe eziandio le Gitta. lontr^e
da
ITlVl CHISTIAN1 .
s ,
,
Coloro i qua!i non fapevano tiler qio av- ,
,
venuto per la morte di Criito rnedefiino, fti-
,
marono , che foffe una Ecliffe , e ncgaroro,
,
forfe che queito tale ofcurainento folie per
,
prodigio accaduto. pure avete voi , o "E (c) In nor,
5
ncl ilb * n *
,
Gentui , ne vollri Archivi rif^rito un si no- .
,
tabile cafo del Mondo . Colle quali parole relfumT.t*
imollra egli come offer vano
, lo Spencero (c) >
opp. EditI
1
Avercampio (d} , quanto abbiano errato parif. Mo-
legonte ,
e Tallo , i
quali fondati fulle me- nachor, S.
i
efTantc argumento . Per la qual cofa lafciate Vdi il
"
:arte quelle, che il prodigio della
i
pioggia
enuta da Marco Aurelio Imperatore e (?) Antic
J^
Crift.
I
miracolofa victoria ottenuta da Teodoflo il ^.504.
Gran-
$6 BE
C O S T U M I
(a) DeTer- Grande , e mentovata da Claudiano (<0
rife.
tioConfuia-
r jfcono ^ defcrivero brevemente cio ,
che no
IU
conta Ammiano Marcellino della riftauraziont
del Tcmpio di Gerufitlemme tentata da Giulia
no ApolUta .
VaJcf
r*a ^ ^ll ?irn P ero n ^va di rirtabilire cor
>
P<-*
eccedenti fpcfe ii
magnifico Tcmpio di Geru-
ialemme ,
il
qiiale dopo moke, e fangiiinofi
fconfitte del Giudei , finalmcnte lotto Vefpa
, che
fiiino , e di poi fotto Tito aflediato Pavea
no itrettamcntc , iebbene con difficulta , clovet
te con tutto cio effere efpngnato . Ke diedc.
la commiliionc ad Aiipio. Men
Cgli pertanto
tre coihii , ajutato dal Rettore della Frovincia
con diligenza procurava di adeoipierc gli ordi
ni dell Imperatore , gli fpaventod globi c
fiamme , che ibvente da luoghi a* fbndameni
vicini ufcivano bruciati alcune volte gli ope
,
ZOir c.
uopo conflJerare attentamente le parole del ^
l
>;
111 * v 1 1
ito Vcfcovo Greq;orio Nazianzeno , che me- 1 ^*.
r r 15 if / 1) C.XX^.Crian. i
ti-ovjre i , e fuppHcarono
noftri Sacerdoti
ammefli alia Chiefa , e furono col
di effere
,,
fan to Batteflmo illuminati ,e purificati (i),,.
Da quefto paiTo di San Gregorio ognuno puo
a^evolmente comprendere , quanto fofie pub-
3lico , e da tutti , anche da nemici della Cri-
liana Religione , approvato quefcj prodi-
^iofo avvenimento mentre fe non foflfe flato
:
;}
gran numero di perfone , chc deftinate erano
,1 lavoro , e odiavano il nome di Gesu Croce-
iiTo , ab abbracciare il Criitianefimo .
XL Ma
pafiiamo
dalle
alia
^ftimonianze degli
Autori A
miracolofa propagazione r i CAV ._
M
cl nome Criftiano ,
e veggiamo , come e ilata daUap- f od>-
* On Ed. Origene
t^
J f \**t \
nel Libro fecondo contra Gelfo (a\,
J* *T ^* X *
35
non avefle placati gli animi, e levate le dif-
G.rv. p. ,, fenfioni?
, ,
3
Sono a quefte fomigliantilTimc
.
tut-
CfclSTIAKI I I of
tutto quefto , dice egli , operato dalla divi-
na ,
e arcana potenza, che fubito propofta
la dottrina del Verbo , 1 umano genere fi li-
(b) V. 20,
gi [, della terra le loro parole : e S. Marcc
nell ultimo capo del fuo Vangelo (0 attefh
che i
difcepoli 5 dopo PAfcenfione del Redento;
noftro in Cizloypredicarono dapertutto , coope-
rando il Signore , c confer Mandate parole Ion
p rodigj. Sono a queile fomigliantiifime
co* ef- 1
nome 12 1
offerifcono fagrifizj , che p^*
-
pel di lui i
-
,
Signore . E quefte fole cofe hanno imparato
a fare i Cridiani anche nella rimembranza
dcll alimento lorofecco, eliquido, cioe dell&
Eucariflia , il quale cibo prenderdo cglino,
,
il ricordano delta
pafllone , che Gesu Criilo
,
foffri per la loro falvezza .,. E non vi e cer-
,
tamente veruna nazione o Grc-ca , o Bar-
,
bara , o diqualunque altro nrme , o degli
?
AmaObbJ% che abitavano ne carri , ode
1
^>
k
lL/11 contra ? Ere\sjr
r] ^V IIfieIf I ^)y , } : La Chiefa, dice , cli
Ir *
\^
*r
>>
gg.Bdition. "
diflfeminata per tutto il Mondo , apprefe
Venet. an. dagli .Apoftoli , e da difcepoli
loro quell
*734 T* i.
3, fecfe che propone a credere in un Dio Padn
,
9,
menti di Dio . Egli e neceffario pertanto di
a? aggiugnere alcune cofe appartenenti aCri-
*, ilo come Dio. Era adunque cosi grandei)
t)E* PRIMITIVE CK1STIANI .
amo npieno .,
il
* e ab-
Co) diceva e?li,
n
voilro
impero
-
,
i
le citta
i
, le
x
(0
.
-*
C3p . xxxvllj
,
ifole , i
caftelli, imuncipj, i
conciliaboli,
icampi degli eferciti 5
le tribu , le decurie,
il
palaz^o , U ftcatQ ?
il foro , *. abbiamp
15 E C O T U M I
,,*
y o[iamo
*j adempito . A chi mai ha tenuto la
5, dertra il Padre di lui , fe non che a Criflo fuo
9 j quale e ilato dalle nazioni efaudi-
figliuolo,il
3, to,ayendogli clleno creduto, e cui predica- i
53 rnentovati ne Salmi ,
ne quali leggiamo,
yi che in tuttala terra fit fentito il fuono loro ,
3
(c)N-5.T.
X*^V -
1 ".
*
reliffione
\^J
loro affediata iper o^ni verib dalle <^J
^
avea congiurato ..
33 verfo, die contro di lei
luflre patria ; ma fe
qualcuno , il
quale pri-
vo ila di queili ornament! puo dalla miferia
,
j>,
deil inferno, e fpenire , fe vorranno oprar
j, bene , i
premj del paradifo . . . . Or il noftro
3, Gesu, a cui viene da Celfo rimproverato ,
,,,
effer egli nato in un piccolo caftello della Ga-
,
I Criiiiani per aver offer vato qrella 001 N
,
5
Padre ,
e con purczza ,
e fantita foltiene I ob
brobrio di quelli , che foffrono la perfecuzio-
ne , e fopportano ogni pen a per la gitiftizia , <
3,
loro feguaci ; non troviamo pero mai, ch
3, alcuno di efH abbia potuto muovere le n*-
3, zioni llranicre ad abbracciare le fue leggi, e
di-
MITIVI CKISTIANI I II
difenderle con impegno ha dub-
. E non vi
bio, chc i
legislator! abbiano dcfiJerato ,
ti i
Octtori, che vanno predicando la nollra
fanta Religione: e
pure vien eila predicata
in tutto il mondo , talchei Greci e Bar- ,
i
ban , i
fapienti e volentieri
, gl ignoranti
1 abbracciano. Dalla qua! cofa concluded
eyidentemente, che cio avviene per forza,e
virtu alia timana
fuperiore ; come per virtu
divina Gesii Criilo tali cofe
previde molti
unni avanti , che fuccedeflero ; avendo
egli
detto , che fuoi difcepoli farebbcro ftati
i
n^r u
C;C,. ll.P.
racioni apportate da Lucio Cecilio Scritton
!
m j* 1M
I It -11 r t
t
del celebratimmo libro dclle morti de Terje
cutori (^) 3 da Lattanzio Firmiano (c) , e d;
I
1
molti altri, le autorita de quali abb amo ri
(c)L.vr,Div, ortate ^ o accennate nel noflro
p
c xl * 1
primo Volume
/k dellc Antichita Criiliane (tZ) . Ma non potiam-
(d)pag.34i. ., .
^r r .
-cr r v
^u
i i
nor. >.
J101 tralafciare cio , che Eulebio Veicovo d
(e) Cap.nf. Cefarea y nel I. libro della Evangelica Prepa
j ag.7.dit. razione CO? contro i noflri nemici , rapporta
i e fuperfluo , dice , il ricercare le
ro-
DB PRIMITIVI CRISTIANI. i
role , dove fono per loro mcdeflme chia-
re le cofe daila celefte , e divina virtu del
,
noflro Salvatore ( il
quale ci dimoftra la via
,
per giugnere al pofledimento della vera bea-
, titudine ) apertamcnte ne tempi noflri an*
cora , ed evidentemente manifeftate Imper-
,
.
Com **>*
XII. EflTendo adunque tanti , e si gravi , one-
termati per n u .
r i
*
e mo ^ n ** trl motl7l
i
che P er DfCVlU iU-
"u
& 1
quett] mo-
>
e alia
n j n j-- n
virtu della divina grazia , nelis
,
,
per-*
- ftefla credenza maravigliofl progreffi faccano.
^
jj en e fj z : /-
c certamenteRitraevano gliApo-
Ivlonach. 5i ,, ,. . ., ,. ^ r
e van-
Mauri ^" lntorilu ^ cio grandiuimo frutto ,
tacrgio
- per la criftiana repubblica , allorch!
t
D} /iCt C . .
i \ r
vi. v. j. & gU ando per le citta e per Ic
, province , eioi
*>.
-fcqq.c.xi
tavano quelli 5 che eon vert iti avcano alia no
v. 24- ftra religione ,
di perfiilere nella fede (cf) fen-
(c) Aft. j. za punto temere le tribolazioni , le quali in-
9
cap. in v. veccd impedirne viaggio alia patria de bea-
,
il
i5.&c.v,v, ce lo rcndono t|
^ piu agevole. Impercioccht
cgli e certiifimo , che tutti i noftri facevano cio
J)Achxiy, c h era loro ordinato, talmenteche era la fcdc
ioro cclebrata per tutto il mondo Qujndi e
.
(O C.i. v,
c |, e fcrivendo San Paolo a Romani oflervo. ,
*
die la ft de lorofi annMngiavt in ogni luogo (e)
(0 C.x.v c f
nelJ ajEpi|| i a fecO nda diretta a Corintj , fec^
loro intendere ,
che fempre piu farebbefl au
mentata la loro fede (/). Lodo egli parim-entc
DE *RIMITIVI CRISTIAKI . I I
i Efesj , e nc
ringrazio il Signore , poiche
/ea udito che quefta virtu teologale era in
,
a) * v
Ti eccellente . Cost ancora fcrtfife a fedeli
(<O
<
ft
udaifmo , o dalla gcntilita fi crano convert!-
al criilianefiiiK) . S. Giacomo il Minors , die
,
era tuttavolta amato da efll , e fermamen-
creduto vero figliuolo di Dio , e iibsratorc
IP uman genere dalla fchiavitu del demonio .
ide mantenendofi forci , attendeflfero la falu-
anime , la qual falute era il termine
delle
lla medeiima loro fede(f). Qu.indie, che
Clemente Romano , il quaic fu difcepolo de- ,.
Apoftoli , dopo di avere lodato (a fede , aj Corinth.
la coilanza de" Santi Pietro e Paolo , mento- n. v. feqq.
>
a
Chiefa 00 Non era punto fcemata lj
<Jtiella
regfio
o nell Impero Romano dall anno novan
*
gncs n. i. cli
feguitare il proprio loro paflore 5 appella.
(0 Ad Phi- figliuoli della luce , tra quali non poflbno av-
luogo i corruttori della vera fede . Non alti
men-
DE PXIMITIVI CRISTIANI . 117
rienti fcrive egli a Romani mentre ful prin-
,
elle Smirne ,
e clie fu 5 come altrovc ofler-
ammo, difcepolo di S.Giovanni Evangelifta ,
ndirizzo unafua lettera a criftiani di Filippi
ella Macedonia , per cui molto congratnlojfi
9W loro , percioccbc avea amntirato V af-
?tto cbe aveano eglino dtmoflrato agli uomini
,
iella divina
grazia , che fubito , che i popoli
diyano
da predicatori del fan to Vangelo I a
erita 3 1 abbracciavano
prontamente , e con-
^rmavanfi maravigliofamente in eflTa pe mira-
oli , che vedevano farfi da crifliani . Kon._a
Tere ini
dio parecchi de nodn ncmici , i
quail avend
f 3J7-T.II1 a male , che le divinita loro foffero da noi ap
opp. Edit, pell ate falfe, c avute talmente a vile, e in.
a*. 1743* abbominio , che piuttofto volevamo patire.
qualnnque travaglio , e fupplizio , che prefta
loro la minima venerazione; ardivano di chfa
- una re ^ S onc
proctiravamo propagare di
ru * >
o
lc Juit.IVlqr. r^ Ateifmo (c).
quantunque tutti aveffer Ma
n n i- i i
i
anti a Monarchi ,
e prefentar loro delle Apo-
gie compofte in difefa della Criftiana religio-
?, a fine di far loro conofcere , che tanto
ano lontani di vcrgognarfi , o di tcmere della
na credenza, che anzi pubblicamente la io-
mevano Quindi e che Qu^adrato ne prefcnto
.
^
con ragione talchc fembra verifimile ch ^
p ao I15
; , . . f
^li
abbia mo
fib quel Principe a fcriverela ce- laur.
c* xn
i conto veruno la niorte (e), dimoilra .egli
Cc L^-^--
ertamcnte, non volendo, la coftanza loro nella ^
ede . In fatti S. Giuftino Martire nclla fua pri-
la Apologia s ch ei
compofe verfo Tannoccn-
H 4 to
1 2 O ft E C O S f U M I
to cinquanta di Crifto , parlando generalment
della fermezza de Criftiani nella religion^.
**
dimoftra primieramente (V) , ch eglino eran
pronti a palefare le fentenze loro a tutti , ?,fHn
che non avefiero a rendere conto al Signor
per aver taciuto il vero , e lafciate le gem
nelle tenebre della ignoranza . Quindi viene
confeiTare , che fe per atei erano intefi quelli
che ricufavano di venerar gli Tdoli , egli no
avea difficulta di chiamare in quefto fenfb Ate
i criftiani, che per non rendere ctilto alle fta
tue de falfi numi , avrebbero fofferto qualfivo
glia tribolazione ; ma
fe atei erano chi.unat
quelli , i
quali erano appellati Criftiani , chia
mato in giudizio , fu convinto di qualche feel
leratezza, doveano fapere igentili, ch ei noi
era realmente criiliano , poichc ficcome tn
gentili vane erano le fentenze de fapienti ,
febbene tutti erano chiamati filofoff , cosi an-
cora tra quelli , che fi vantano di effere cri
ftiani , alcuni fi trovano , i
quali foftengono
opinioni contrarie alia dottrina di Crifto , z_j
fo-
DE PRIMITIVI eniSTIANI . 121
10 indegni di eflfere appellati con quefto no-
?. Onde una tal forta di uomini non eflfere
noi criftiani . Dalle quali
riconofciuti per
role potiamo concluderc , che cosi erano co-
nti i noftri nella fana credenza,che colle
opere
*o la dimoftravano , ficch tra loro non vi era,
9
i colle parole , e co fatti non palefaflfe di
?dere , e di avere fempre nella mente_^
efenti le maflime proposed nel Vangelo ,
?
, coronc
e colle di fiori i falfi numi , effen-
? am-
PRIMITIVI CRIST1AN1 . J
Trn lib
Martire , che accefo dall amore delia religione
(a)
iv.c. vi.n" diffCjCflcr ella ferma la fua credenza (4) ) ; m
2. pag. 254. eziandio i criftiani dell eta fua fparfi per tutt
Mona- il mondo , affermando , cli ella era cuilodit
S. Ma-
con diligenza da loro quella fede, che avean
ap-
I>E PRIMITIVI CKISTIANI . 12 5
srefa da" ianti Apoftoli , e profeffata con tan*
unione , che fembrava 3 che tutti aveflero
folo cuore , e una bocca . Priina , che_^
Ireneo confumafle il fuo gloriofo martirio ,
Clement e AlefTandrino compofe ftioi ftro- i
no
D C O s f U M 1
gentemente i
principal! dogmi della nvoftrafe
Cap.
^e
i
W foggi ug ne : avviene
Criftiani a facriflcare a falfi
,
numi
chc provocat
, ricufano
4.
e nulla curandofi di efsere ripreil da Genti!
come oftinati , trionfano del demonio (^)
(b) Cap.
xxvu. Lafcianfi amazzare per la dottrina , che infe
fi
ivagli perfeziona maggiormente , e fi au^
mta ne cuori dei mortali Che fe , come ao
5
.
acquiftarono la corona.
E non e potfibile a noi il
rinvenire il numero di quegli altri , i quali na-
fcofi ne monti, e nclle folitudini dalla fame ,
? e
- Prcffi o da ladri,
o dalle ficrc aflaliti , mo-
,
q-uali ordino
che i Vefcovi , i Freti , e Du-
,
Sena
coni foffero(i) crudelmente uccifi; che
i
le facolta , ch
capo; che le matrone perdcflcro
mandate in efilip; che foi
pofcdcvano, e foflero a
fero ancora confifcati beni de Cefariani,i i q"
di Ctriare
legati fi mandaffero alle pofleffioni
5
Comando ancora a Prcfidi delle Province!
contro noftri incrudeliflfcro , e fi guardaflfen
i
per-
; :che quefla era uitima cofa , ch egli avca
I
5>
ftodi del loro impero , e vi fcordiate
5, quellecofc, le quali alia natura ripugnan
3, Che rifpondete ? Spero , chenon furete i.
voi
BE* PR1MITIV1 CRISTIANI .
IJg
voi non adoriate e quefto , ie pitr anch egli
e Dio , e gli altri , che fono veraccmente
chiamati Dei ? Imperciocche vi ii comanda ,
che rendiate culto a qucgli Dei , che da
ttitti fono riconolciuti per tali . Rcplico Dio-
31^.
re fempre viva la fede ne loro animi . E giao
che abbiamo fatto menzione delie perlecuzion
mofle per emendazione de Criiliani , fa d uop(
rivocare a memoria , cio che abbiamo di fopr;
Trefar.
(c) riportato , defcrivendo un paiTo di Euf^bi
niedeflmo, il qual paffo riguarda la carnificin;
de noftri cagionata dalla fierezza , e crudelta d
Diocleziano,di Maffimiano Erculeo,edi Galeri*
MafTimiano. In fatti erano ftate moke le differ
iionitra Vefcovi,eil primiero fervorede nofti
era molto diminuito , quando ofcuro il Signor
nella fua ira la figliuola di Sionne , e tolfe al
BofcK fatto la gloria d lsdraello , ne fi ricordo dell
lib. viii.
fgabello de fuoi piedi (d ) . Sommerfe Iddi
nazione , e di
ftruA
OUSTIAN? ,
IJ7
ruflele tiitte le fiepi . Si adempirono allora
uefH tali oracoli (d) nella Chiefa Furono di-
.
( a ) Cap. ft.
rutti i facri cempli da ncmici, bruciati i libri, pag. 381.
he contenevano i divini ammaeftramenti , per-
?guitati , e ftraziati i
paflori del Criflianeflmo.
i
disgiunfero i malvagj da buoni , poiche cc-
endo alia crudelta de Tiranni rinnegarono la
mta fede , e i veri Criftiani come il grano pel
aglio dalla inutile paglia , cosi da falfi fratelli
el furore della perfecuzione fl fepararono .
r
edeanfi per ogni dove foggiacere allegramen-
e a gravitflmi tormenti i Vefcovi Preti , c i
: i
e piazze ,
i fiumi ,
il mare medefimo vedeafi
into di
fangue criftiano Ella c malagevol .
per tutto il
corpo con inefplic.ibiii manierc cru-
i
Ca) . Dopo ancora , che furono tolti dal mor
Caecilhis
do
perfecutori , e fu la pace a Criftianirc
,
i
, che
i ne diedcro i fcdeli , i quali in quei-
eti ab tavano nella Perfla (a) , e in quella
/jA$ ozottie ;
irtedel Romano Tmpcro , che era da Licinio m s iib. n. ,
tto frequenti ,
all Impero ; eranoper
campagne foggette
devote leadunanze; e in ^
e
^ ^
AS[
^
fi cantavano le lodi del ncftro Re-
;ni luogo
.-ntore GesuCriflo.Che fe Arianifmo grandif- 1
,
\ i J*
J
.
\
D* COSfUMI
i templi , rinnovarfii fu*
mpririida* Gentili
perftiziofi riti, beftemmiarfi per le citta il nome
del maeftro , e liberatore dell uman genere ,
e toglierfi a Sacerdoti di Gesu Crifto i privile-
-t & t-
J
?D
J fit
gj . che loro erano ftati conceduti dairimpera-
YT;A
Xii.ii v i t tore Coftantino (a)
c
. Ma quanto srandc era - 1
9
(b)Tlieodo. Yergirii , que Sacerdoti di Afcalone, (^)i e
ict. ibid. c.
quali feppero , cloverfi fegare loro il ventre ,
e
vn. p. 115.
r ipi e ni di orzo , effere gettati per cibo a maja-
li. Gioiva Cirillo Diacono di Eliopoli , allorcW
jf
i\ ^^ ,
ma per efiere ftato da S. Gregorio Na
nifmo i <+*j
r
^* zianzeno ,
eda Teodoreto (e) e da altri an-
(<Q
r TkT 3 V i- C i
T)
*
)ltilTiaii efempli
per confcrmare quefta (a)
(<z)
CtXlv>
Pa
3portato nella ftoria Eccleflaftica daTeodore-
0flTervando,che non parrebbe forfe coiii tanto gjj^ -^
.raviglioia , che i minitfri del Vangelo ve- nn. Socra-
ndofi altriefiliati (6) , altri coftretti a entra- tcm Jib. JV .
una barca per eflerc con efla inceneriti (f), ca P ^i.fcq.
in
Sozom> Jib -
ri ptTche iapevano , che moltiffime Chiefc 1 c v 1 r i
c 11 j 11 r j Cb)Theodo-
nente e , conkrmarlc nella verita della rede,
ret.ibid.cap.
ieflero ne -travagli,mentre attendendo conti- xin.
amente al fervizio del Signore , maggior vi-
re acquiitavano per fottoporfi a .qualunquc ( c) Socrat.
ulto ,
e patimento. Ma fembrera certamen- ibid. c. xvi.
i
Quail fleno fcmpre ftati principal? degwi
propofli a credere
dalla Cbiefa (C
feguaci di Gesu Criflo .
r* dtU *
i raeione . e Pordine ,
che ci fiamo prefiffi a At
. . , , j- rr IT J VI ft hilt
^guitare che de pnncipali dogmidi efia fede
, vii
on brevity , e diitinzione ragioniamo , affinche /
Q
^r ragione , e per necefTita. di natura ornato lettere ft
i
perni perfezione . creatore delle viiibili e contengono ,
*
li J
igione del
,
bene
efifl-enti
y e
,,
I
>
altro
illquali e
del male ;
ila
i-
la
n^*"*
leitulhano
i
di al- da Minucio
i, quali alia materia attribuirono
i una eterna, Felice,da_-
necefTaria efiilenza, o credettero, che il mon- Origene,
da Arnobfo,
dagli fpiritiribelli , e mal-
3 vifibile jfia Ilato
c
agi creatp , e percio maivage fieno ancora le
co-
D E C O S T U M I
K 2 dc
r>E*COSTUMl
de parecchi libri contro quefti eretici furono
compofti , e pubblic-ati da noftri rnaggiori a ,
Padre , la feconda il
Figliuolo , la terza lo Spi
rito Santo Tmperciocche dovendo noi aflfolu
,
s
bri particolarmente delnuovo Teftamento 5 ch
un Dio folo , e che il Padre e Dio , il Figliuo
}o e Dio , e lo Spirito Santo e Dip , forza e , ch
onninamente debba confeflare ogni Criftiano
che fia un folo Dio , il quale fuffifta in tre per
|
(a)Cap.ix.
Dottor delle genti S. Paolo nella Epiftola
v. $, Romani (^) dove dice Ifrogcnitorl de Giud :
ha il Tadre
\t
nega il Figliuolo ^ne nieno (b) (Z>)...
l
cbe Gesu e il figlinolo dl cap. -
bittnque confefierd ,
fo ,
/rf<//a
,
ei ej/i / Z?/o
ablta in lui Chiun- . .
fhti ,
da noi,
e riputati indegni di eflere falutati
quando loroc imbattefTimo per la via.
a cafo in
E per vero dire fe una e la virtu del Padre , del
Figliuolo , e dello Spirito Santo , egli e ne
cefTario , che una fia ancor la natura e con- :
perfone ,
la qual virtu eflendo una , per ef
ftft. Theo-
dibilc , che quefto folo midero da primiti
e. fc deli fi efprimefle nel flmbolo , quando tra
Jog. 1.1 v. (
ifpramente gl:
c increato, <fo
Maria, e da Dio. Ma fe it
Spirito Santo .
Imperciocchc la yoftra guida
ftata la voftrafede . Avendo adunque defcritt
la
quefto paflb S. Ignazio , e
Trinita in fubit<
a 1
to Santo , e fapeva , che non ad altri fl deve P S S *
idorazione divina , che al vero Dio ) puo
^evolmente comprendere , che il Padre , il
igliuolo 5 e lo Spirito Santo fono tre perfone
rila flefladivina natura. AJtrimcnti Giuftina
/rebbe ammeflb tre Dei , la qual cofa egli in
iu /uoghi nega manifeftamentc , mentre am-
1
Criftiani, ed eflendo pcrcio coftretti afpe-
dir-
154 n c o s T u M i
%
union. T.r.
di bcftemmiatori coloro , che ofano di neearl
_ , . .
3
p.27f. fc^.
ma beflemmia il pretendere che il noltro S ,
queflo fomigliantiffimi i
pafTi de Padri ,
c
.
fecolo condannati , pcrciocche foftenendo la
nita di Dio tolfero la Trinita delle perfone ;
11 j n /-L- r
i T encijc.
mente privati della comnnion della Chieia , p je fcn-pt.
giuftamente maleJetti La qual cofa non fa- ca p. L i.pag.
.
mte :
na ~ l ne ***
fur-
I> B* C O S T U M I
e
furrezione , Pafcenfione al Cielo di Gesu Cri-
,
^ o jg nor no ft ro f{ niiale ha un reeno,che non
s pamon* >
c x r j .
11 j /i j n j
mal ne e * e e alla de ra del Padre, on-
i
e mortevrc. avra
" " "
>
veriia .
Imperciocche oltre 1 eflTere ftato infe
rito negli antichiffimi fimboli della fede un dog
ma cotanto fublime, e inculcate a catecumeni
cioe a quelli , che preparavanfi a ricevere i
in-
BE PRIMITIVI CRISTIANI . I
<J
7
fegnato(d). E per verita , che il dogma di
i ora
ragioniamo fi contenga negli EvangelJ , (a) CI5 an-
gli attide SS. Apoftoli
e nelle Epiftole di che i ftato
,
2 verra
per la feconda volta gloriofo per giu-
;are i vivi 5 e i morti , e rifufcitati tutti ,
^e a quelli per le opere buone , che hanno
3
Dimoftrata la verita dell articolo riguar-
nte la Incarnazioiie del Verbo non folamen-
colle teftimonianze de Santi Apoitoli, ma
ntichifTimi fimboli della Cattolica Chie-
fa,
160 DE COSTUMI
fa , c co paiTi de Santi Padri , i quali
feirono iilruiti da medefimi difcepoli di Ge
Crifto ,
o nel fecondo , e terzo fecolo della
Chiefa , feguendo dottrine de lor maggior
le
v
figliuoli di lei con varie forte di fupplizj
JF-<
pri
ti di vita , mentre regnava Adriano(^), c
pplizj
mai piu ne veduti , ne immagina-
. Ella e illuftre la confeffione di San Epi-
)dio quale pati fotto Marco Aurclio,
, il
itti infanguinati
, per maggiormente confon-
TC i ncmici del Criftianelimo e dimoftrai- ,
t -,jn.
,
Mon.icnor.
. .
*" -
^
Mauri. s>
(b) Cap. in* to . S. Ireneo nel terzo Libro (6) infieme c<
Signore efifendo
and.Uo a lavarfi , e avendo \
duto dentro bagno Cerinto , ufci preihmi
il
vezza ,
mori confitto in Croce , rifufcito ,
al Cielo, fede alia deitra del Padre, ond
5
i ul-
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
ultimo di del mondo fcend- a giudicare .-r-i i
iior-i , cd
malvagi Qiielti dogmi eflendo ef-
i .
* verf
rid, e da Paclri fempre e co libri, e colla viva
-
*>
Luc- caP-
oce predicati . Qumdi e che qltre quelli de
uali abbiarno parlato di fopra, S.Ciriilo Gero-
JL 2 dei 3
y
I
4 !> E C O S T U M I
dei ,
e da* Gentili la fua Chiefa , compofta d
fuoi fedeli, e fa-nti. _
E pati egli veramentc
e vcramente ancora refufcito fe ftefTo d
morti , e non come alcuni infedeli vanno d
.rita ri<niardav<ino
+^y ,
j
come da Eufebio fl rac-
iplie quale ce ne diede nella fna Iftoria
,
il
Clementc Aleffandrino ,
Antiocheno, di
Tertulliano di Minucio Felice, di Orige-
,
:
, di S. Cipriano di Arnobio , di Lattan- ,
3 ,
e di tutti gli altri Scrittori Ecclefiaftici ,
L 3 di
166 J>B CO$TUMI
tli loro poteva rimproverarci , che vana fia Is
noflra credenza , mentre eili aveano ammeffe
delle affurd inline opinioni intorno alia divinita.
onde doveano vergognarfene piutrofto , clu
CO N.xxli.
deridere i feguaci di Gesu Criito . Oltre (<0
cora fi proteibvano
perdere di
per la la vita
;)
>
.
195:. al
San MafTimiliano, che pati verfo Pan-
Proconfbld
che prociirava ditrar-
,
^ Ig
j
e
i
j
SS. Taraco , Probo , e Andronico CO 5 e
a infiniti altri , che per brevin fono coflretto
s
^
fe
tralafciare. Oltrc i Dogmi della Criftiana
eligione riguardanti , come abbiamo dimoftra-
D, la vita , la pafTione , la morte , la refur- Cg) r. 3?7-
ezione gloricfa afcenfione in Cielo , e
, la la
:^conda venuta di Ge?u Crifto , alctini di piu
ra principal} fono (!3ti fempre dalla Chiefa_
ropofli a fedeli, acciocche foffero da loro e
onfeffati , e foftenuti efpre.Tamente .
T -, . lantx
<
, e
L 4 Clue-
I> E C O S T U M I
1
Chiefu remifllonc de pcccati
di Crifto . la ,
ta
rc fu fc jtazione de morti , e la eterna vita? I
Cotnunione i, - v r
de tanti, ^ lianto a a unita , vcnta , iantita , e uni
<
"
le
ggiamonegli Atti de Santi Apoftoli , che
Vefcovi fono ftati iilituiti per reggerc la Chie
^^-OlO ch egli acquifto eoi fuo fangue (i)
.,
C xx ,
v. 28
e nc ^ c Epiilole di S. Paolo veggiamo , che ]
cap.xxv r. A r tc j-
v.i*. cap.
irata fuihcienteinente
predicata per tutto
xxvm.v.ip.
nc ^ a Hpiilola a Romanieosi ragiona (/) ; com
Marci cap. potranno gii iiomini invocare quel Did , in d
xvi. v. 10. non crederoiioPE come crederanno-in colui, ch
non U(J rono ? E come udiranno , fenza che
I -
Cf) Cap x
v. 13^ feqcj*. ^ a ? chi loro predichi ? E come predicherann
Vangclo ,
Poiche Ifaia dice : Signore , cbi
5 creduto al noflro udito . Dunquelafede fl
i dall udito , e 1 udito , dalla parola di Dio .
a dko , forfe non hanno udito ? Anzi per
terra e ufcito il fuono loro
tta la ( cioe degli
poftoli ) e fiiio a confini dell univerfo le loro
.role . Egli e pertanto ^iuftamente inferito
cie-
1
76 5>E* COSTUMI
cielo che orno qnello di fteile , e quefta di al.
,
5
n folamente non combattiamo co nemici ,
. cziandio non -manchiamo, re ingarniamo
; c interroga, e volentieri, confeflando Crifto,
>riamo .
Ognuno vede dcfcnVerfi in que-
luogo ancora dal Santo Martire la univcrfali-
della Chiefa , e la propagazione di lei per
tto il Mondo
.
Corriipondono a quefle ef- 1
a i Trofeti rendo-
parlo egli , queflo Gesil tutti
noteflimonianza , cbe tutti coloro, iqualicrt
dono in lui , purche fi pentano de* loro frlli
Aft. x. nome di la remifflone de
(b) ric6$ctafino(b~) nel effb
Y<
4>
5 (b)Ep.r,xix
aalcuno avra I ardimento di opporci , C!K_* Edit.Oxon.
o^aziano tiene la ftcfla legge , che tiene la
Chlefa , e battezza adoprando il me-
attolica.
^fimo fimbolo nel hattemo, che noi ado-
iamo ; fappia egli , che non abbiamo una
gge cogli fcifmaticj , ne un fimbolo , ne la
:ifa maniera d interrogare coloro, che deb-
mo accoihrfi a ricevere il fan to batteflmo .
Mche quando d cono Novaziani Credl tit i :
re i fuoi errori
, ignorando la
, come alcuni
s
immaginarono ,
>ria
,
akrimcnti quelPere-
irca non I avrebbe mai adotcato . Per la qual
x
c o s TP u M i
pellegrinaggio ,
e in ultimo luogo propofta nc
iimbolo Apoliolico , come uno de principa
articoli della fede . E per verita infiniti fon
i luo-
PRIMITIVE CRISTIANI . 175
,ii tilae-nicntova-
uoghi dcliu Scrrtura.i
diltintamente . Negli Evangel} di S.Matteo,
S. Marco di S. L ica , di S. Giovanni , ne-
,
), e Giuda ,
iovcnte la vtggiamo noinina-
, o con varj fimboli , e parabole defcritta
) , Nc folamcnte gli Scrittori facn,ma ezian-
) i Padri di quell) dogma , come di uno de
ragionarono nclle loro opcre . Non
incipali 2p. & XKV.
U
r 1-1 t^ j i r^ /! R -
om> c
:rio , cosi conchiude Credono Cninani : i , v 7 . . r . p e tr.
e profeflano il cattolicifmo , che gli Angioli m. v . 12.
isgreflbri , che fi ribellarono all onnipoten- V.v.io.Ju-
Iddio Creatore del cielo , e della terra, e daev - 21 *
,
non eiTendo caduri in verun graven
litto
dopo ricevuto il batteflmo, , o fe cadu-
, avendone fatto la penitenza ,
otterranno
vita . e la incorruttibilita , e la fempiterna
7/x /- r
oria (6) . 1 medefnm ientimenti fono conte-
. IV
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
577
. IV.
>
/TA affinche s imprimeffero nella memoria ,
* no-
WJL tenefTero prefenti nella mente le ve-
e fi
2
:a , che o udivano da loro maeftri in divini-
n r 1 r J ^taj ero
, o leggevanq nelle facre fcritture ; procu- rotto
^ano maggiori e di fcriverle , e di figureje
i noilri
mtmort a
lere ne loro anelli fomiglianti immagini , le
li
Criftojche fede alia deftra del Padre,e della
1
, requie
M Dio,
378 DE COSTUMI
io,e della cterna vita 3 o con varie figure,c flm-
boli , o arsche con lettere efprimevano . Mol-
tiflinie di quetfe tali ifcrizioni Icggiamo noi
appreilb il Muratori , il
Marangoni , il Grute-
ro , il Boldetti ,
il Fabretti , il Bofio ,
e i Arin-
cinquantotto anrJ ,
vifje
e mefi undid , e giown
Spirito: A
Marcianeta &c. QiJanto alia pac
ufod
colla Chiefa , egli e certifTimo che quell
in pace , non altr-
poire fempre nelle Lipidi:
ch era
iignificava, fennonche colui, trapaffa
fantaChic
to, avendo goduto la pace della
fa , fi fperava, che godeffe-dopo morte
la pac
^f//tf </6>/?rd
<te/
2Wre,
y
Scrivi net luogo de Santi
Tuoi r anima di A ettario .
i*ye n?
Santi , fla in luogo di face , nel refri-
trio vive in eterno
, Tralle altre che riferi- .
compo(H,dovranno converrirfl ,
e rifolverfi di
ViJc- nuovo in
(a) terra, incidevano nelle gemtne (4),
e ^ipig n ^ vano ne ^ e muraglie la creazione del
^Ck^ ft*
we 27 primo parente dell uman genere , e la forma-
zione di Eva dalla colh di Adamo . Un altra fi.
(to C a g
n i^ caz one
"
^ di quefta figura apporta Tertullia-
pap. w. no nel libro intitolato dell anima.(/OSe Adamo,
dice egli,erafiguradi Cri(to,il fonno di Adamo
rapprefentava la morte di Crifto medefimo ,
il
quale dovea per la morte dorm ire , acciocche
ancora pel lato di lui fi figurafle la Chiefa ve
ra madre {ki viventi .
Veggendo inoltre una
(c) Clem, tal figura (c) fovveniva loro, che avendp Id-
,
tra-
CRISTlANt. I 8I
rafgredire il
precetto del Signor Iddio^e
;iare il
pomo ; affinc-he poteffrro avere d avan-
i
principj della difgrazia , e della
agli occhi
i
.. !/ *** ?* i % i- OU neopn.
afciarono gia efll di fcolpirene maimi , e di- Anoch.
)ignere nellc pareti de cerneterj , e d e lubghi lib. n. AJ
iedicati al divin culto Ic imm.igini di Adamo , AutoJ. n.
>er
alberodellaCroee,incui Gesu Crifto vol- n.i.xxxvnr.
l
a
ell Arca, e la colomba , che apporta il ramo P
J
atriarca venduto da* proprj
r fratelli ; Mose J
.
,. ,,
Tofeta in atto o di cavar Pacqua dalla pietra , f
di ricevere da Dio la
legge ; Faradne fom-
nerfo nelle acque del mare ; PArca del Vec-
hio teftamento
; il Candelabro Sanfone , ;
t /-
*
i
? .
Antioch. 1. $
ii. n.xxtx- liberta e la falvezza , e quali efempli debba-
,
ad Sever. co che
per fignificare , per noi , e per la noftr,
^lvezzailF.igliuolodi Dioofferl fe fteffo full;
fff
Ne folamente Ifacco , m;
"
r*
.veron.
(l
Croce in fagrifizio
.
.. .
c . .
A.
olcrali veggiamo , Mose vicino al ro veto, 34-
er dinotare ,
che ii Verbo divino com par ve a
refer i affai prima , che affumefle la umana na-
ira(6) ; e ficcome quel gran legislature ,
ef-
(^ j u a; n .
ndo ftato chiamato da Dio ,
fl fciolfe i
calzari, Apolog. r.
sr cui le
genti , ch erano nell aridita , e nelle Tryph. n.
nebre della ignoranza, acquidarono la
cogni- LXXXVI. p.
one del vero Dio (e) , o la Croce . S. Giufti- m:m ^ - -
M 4 fan-
1
84 I> * C O 6 t U M 1
[
^ono ^ ate ^ a me rife rite nei terzo Volume dell
. mie Antichita Criiriane (6) . Vedefl puredi
pintal Arca del Vecchio teflamento nclle cap
P. de cemeterj , poiche ella rapprefenta
38, pelle
vala dottrina di Crilto fkurata
^j
nella manna
che in efla fl confervava , dalla qual dottrin
non ilpuo niuno difcoftare^ fenza commetter
6t
un enorme delitto (c) . Trovafi eziandio nell
A/ex T>
ftrom .
lucerne , ne fepolcri , c nelle gemme incifo
pag!
5-78. Scpag. o icolpito , o delineato il candelabro, percioc
che dinptavano per eflb i Criftiani il Redentc
re , che collo fplendorc della fua celefte dottr:
CJem. na illumina fedeli(rf) . Erano parimentei foli
Alex. ibid, i
primitiyi Crifliani di rapprefentare ne fepo.
P a S- J^3- cri , e nelle Lucerne , e nelle picture Sanfone i
14Y.
x
"
TO la villa ,
e vide libera la moglie del fuo
^liuolo dal demonio ,
e fu inquefla guifa fi-
iradi Gesu Crifto , il
quale illumina ogni uo-
o, che viene in quefto mondo , e ha raffre-
to 1 antico ferpente , cioe il demonio, che
iucea 1univerlb (d) 5 I tre giovani nella for
ce ,
i
quali ne ufcirono illefi , per dinotare ,
c fenza verun danno avrebbero i Criftiani
n rr ^
>??
!- 1U s \ i. r 1
:ra liberta alruomo () e lo Iteuo Giona fot- ;
1 ombra
dell ellera 5 o della zucca , per dino-
f \ TL t */-f
Che
DE COSTUMI
Che fe maggiori nelle picture , e fcnltr
i noflri
re loro efprimevano le figure ritratte dal Vec
chio teftamento,molto pift doveano ferviYfi de
leirnmagmi, che ranprefentafTero g!i avveni
menti ,
e i
dogmi defcritti nel nuovo, Qmru
& che in varie maniere dipignevano ,
o in ma-
Pefprimevano ,
le quali lettere unite iniieme
ficche il X. colle fue afte decuffafle il P , e foi
Iii
f ^^ A "^
* *
divifivamente formano
-
le iniziali delle
, pan %
f^ j~^
me-
DIPRIMITIVI CRISTI ANI .
iefimidi il
figniticare figliuoio d Oi ; f\e-<
I
fator loro , che non lafciavano niuna cofa ,
uale conferifle a mantener viva la rimem-
?
i
nza di Gesu Crilto ne loro animi ,
e a in*
i
a-ltre nazioni
quelle brutture , che la modefti
vietadi nominare , delle quali per lo paffato
gloriavano ; ne immolarono piu i Maflageti
3
Joro vecchi agli Dei . I Tibariti , e gl Ircani
e i Cafpf deteftando le paffate loro crudelta
non efpofero piu a cani i loro parenti , i qua!
o foffero moribondi , o foffero rnorti di frefco
ne fbtterrarono vivi coloro , che erano lor
per amicizia , o per parentela congiunti ,
provate .
Oltre le immagini veggonfl ne;
di Crifto ,
9
li..
!e
acque , cosi I animaraia defidera voi, o
) Pel cavallo indicavano la velocita ,
(<0. ^a) TC. 41.
Pi
C O S T U M I
GQ .
Cri to nafciamo nell acqua , ne altr ime.
!
ti , che rimanendo nell acqua, potiamo falvar
Sebbene non folamente Crifliani foven i
(^ i
Tom. I.
111 ( ue ^
l luogo era fepolto . Confervafi nel
Ant.Chrift. Smirne apprcflb riliuftrilTuno Signore Car
. de Peyfonell Confole della corona di Franc
uomo eruditiflimo , e mio particular padroi
una lapida circa un piede alta , in cui fi vc
un pefcatore , che tiene colla deftra una caun
dalla eflremita della quale pende legato a un
lo lungo 1 amo ; e tira un pefce , ed ha la fir
flra mano in un vafo , colla ifcrizionedi fopr;
AdAXU CTNTPO^il MNHM!
ad *Afiaco fuo collet ane o f
wemoria,come vedefi nella tavola , che noi 2
biamo fatta incidere in rame , e porre in que
luogo 5 per non effere flata mai pubblicat;
Oraiiefla ifcrizione non avendo niun fegnq
Cri-
^ A TA
e H
POC ACIAX LO
MNH
M HC XAP N
I
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
riftianefimo ,
e da me tenuta per gentiidea ,
. ^j.
v~j
^ Ic ^^->
Ant-
itture e fctilture cemeteriali (c)
, ,
i
quali al-
eri dinotano
gli , conofcono uomini che fi
io , e foffrendo con
pazienza , e fortezza di
i
>.imo
travagli , riporteremo (/) ; perl ulivo r ..
(Yj Pfalm.
pjrene loro monument! , efprimevano o i f<
XLVJH. v.
] cne
cr jne falmi fono appellati caf<
p ^ (<O
fa intendeflero ili
corpo dell u
noftri antichi
fignijica
il
crrpo; , che p
alia finiftra il
pefce
aver ingojato Giona il Profeta , denota talvo
la morte irrminente all uomo ; alia deftra
candelabro , che indica doverfi avere da ogn
no le lucerne ardenti nelle mani, e vegliar
di fopra la bilancia , che rapprefenta la giui
zia deireterno giudice Gesu Criflo , e da u
che
parte finalmente il fcpolcrodi Lazzaro ,
gnificala reftirrezione , poiche quefti fu rii
(citato dal Redentore , dopo che rimafe quatt
giorni fepolto Per la
. nave , la quale fover
ritroviamo elprefla nelle lapidi , nelle pare
nelle lucerne , e nelle gemme degli anti-
CritHani , moftravano la Chiefa , fuori ci<
la Chiefr 3
fi:i il cui noccbiVro , e capo dopo il
Rcdcntore e 1
.Apoftolo Pictro ; e in cui
Yato coftituito predicatore, e dottor delle__*
*enti San Paolo (d) . Lo fteffo fignifica la_j
lavicclla , che vedcfi incifa in una gemma
a
miilare da dottifllmi fcrittori ? S
rapportata
Aringo , Foggini , e da parecchi altri , e che
apprefenta S. Pietro , che camina fulle acquc ,
. che per aver temuto ,
e dubitato comincia
i
fommergerfi , ma efolknuto
dal Redentore ,
?
quella , che ofTervafi nelPavorio riferito dal
Bonarroti ,
e dal Foggini, in cui Ci vedono
ilcune perfone , che crcdonfi gli ^\po(loli in de
ne con Crifto ^ che tirano una r-^te picna di
lefci , avendodetto il Rcdentore , che a que-
. V,
DK PRI MITI vi en IST i AN i .
*. V.
pieta ,
e alia bonta de* coftttmi .
.
i fi
imo paragrafo,regolatrie delle uinane operp- 9 dA .
rt<
*o nella virtu ,
e condueefTero fihalmcnte
a innoeentiflima vita. E per vero dire chi
rfuafo della religione va continuamcnte me-
:ando : efier egli onnipotente
quel Dio , che
oriamo, e Taper egli tutto cio, che nel mondo
vicne , e provvedere ad
ogni cofa , e aver
eparato la eterna gloria a clii vtve dn buon
iftiano, e la pena , che non ha mai termine ,
:hi
opera malamente; chiunque, d-iffi,medita
ie(le verita , ed e fbftemito dal divino ajutn
nfi lafcia trafportare dalla
paflione a tra-
redire i divini coraandamenti , anzi corri-
ondendo agl interni movimenti della grazia v
idiafi di
fchivare qiiakinque male , e di offer-
re prontaraente i
pfecetti del Signore , e,- fa-
ado da una virtu all altra, di renderfi
degno
a
promefla da chi non puo
11 feci-lita
in-gati^-
K na-
D 1* COSTUMI
nare,a eiufti .e che I antichiffimo auto
Qmndi
re del libro intitolato Paftore fcritto , come (^
(*) Lib. II.
manol. i.
p. io mi perfuado,ncl primo fecolo della Chiefs .
Tom.
feguerdo gl itifegnamfenti de SS. Apofloli
i<si. I.
,
B
*?
*
propone in primo luogo la credenza in un Die
onnipotente,e immenfb, che ne fi puo compren*
dere,ne fi puo concepire dalle menti dei morta.
li, e che
crco dal nulla Puriiverfo,e lo perfezio-
no ancora, onde merita di cffere temuto, Efort;
il timo-
dipoi fuoi lettori di temerlo , effendo
i
(b) Nnm. i.
y j ta B on ^
altrimenti S. Clemente Romano nel-
la fua celcbratiflima lettera a Corintj (t
lodando la fobrieta, la pieta ,
la ofpitaliu ,
ii
quali aveano
una parola le le efli ac
virtu,per
quiftato gran creditonella
Chiefa , primachi
tra loro nafceffero le divifioni , fopra tuttc
confermando infallibile ve
dopo vieppiu quefta
rita , cosi icrive : Eravate voi content! dell
dottrina di Dio , e attendevate diligentement
alle parole di lui , ed ettivate nelle fae vifcen
dilatati avendo d avanti agli occhi la paffioi
,
]ui{h(Te T cterna
falvczza Converfavatc .
fincerita
i
e fenza far male a veruno ,
,
ior di Dio
e
,
avendo fcolpiti ne
comandamenti di
voftri cuori
lui Ma
^
n.
j{,u. n ,
:onfigli , i
(4) .
pag; a-
come allora i Corintj erano divifi in
fazioni^ %q.
eranfi difcodati alquanto dalle regole del
n die fono
oprare , prefcritte nelle facre
tere il flmto Pontefice ,
cosl a fine di ri-
,
p*
In niedeflmi fentimenti potiamo noi ra-
^
t>a
ii. ftino , di Taziano, di Atenagora , di Tertul-
liano , di S Clemente Aleflandrino , di Orige-
nc , di Minucio Felice 3 di S. Cipriano ; d
S. Dionifio ) di Arnobio ,
e di Lattanzio ; mi
flccome flamo aftretti a parlare delia vita ,
ch<
le loro teftimonianze .
o
1.
Pi PRIMITIVI CRIST I AN I 2OI
i
egli c vicino , e che vede non folamente
i
noftre operazioni , ma eziandio i noftri pen-
eri . . . Vedendo egli adunque , e udcndo tut-
>
>
lafciamo i cattivi defiderj delle malvagie
perazioni (i) . Per la qu*il eofaperfuaH i Cri-
ilia-
s
2e2 J> 1 C O S T U M I
fliani della verita di quefti , ed altri flmili am-
maeftramenti , abborrivano il vizio , e ft idia-
vanfi di vivere fecondo le maffime del
Vange-
lo . Laonde S. Giuftiro Martire , che come ab-
biamo offer vato di fopra
, fcrifle verfo anno 1
5
150. la fua
prima Apologia all Tmperatore ,
avendo fentito , che noftri erano accufati di i
empieta , e delle
gravi fcelleratezze, che piii
Iy . na colpa(<z),e
che fe
qualcuno fi ritrovava, che
46. fbffe appellate Criftiano , e fi difcuopriffe mal-
(b) N.VIK fattore , quefti non era del certo noftro , ma_j
B
vin *
ingiuftamcnte
w ujVpavaoo un tal nome (&) e ,
a
P g 48- t Vif 151 , ^ ^
che tra noi non erano de bi/giardi (c) , ne .
icora i
poveri conviviamo
, colle genti ftra-
iere , e preghiamo pe noftri nemici , ed efor-
amo tutti a vivere fecondo grinfcgnamenti di
riilo e ad avere bona fperanza di
,
5
confegui-
: il dominatore dell univerfo per loro pre-
la dirammi
qualcuno: uccidetevi da voi mede-
-ni
:
xna
*
204 D B c o T u -M i
(a)
IT.
?
re a fuoi fratelli di giovamento, prefento a
Marco Aurelio Imperatore una grHviffima-
Apologia , per cui con ragioni fortiffime rek
a tutto il mondo palefe la loro innocenza . Que
fTi fra le alt re cofe efpoile nell Apologia me-
defima , che da molti e appellata legaziojie.
comprefe ancor la feguente . ,, Sapendo r,oi
3, die Dio e prefente a cio , che noi e parlia-
3, mo e penflamo , cd efsendo perfuafi , ch
,
3, egli
e tutto lume i e ehe vede quanto abbia
mo nafcofto ne nodri cuori , e ch egli do
33 vra accoglierci nella celeite patria ,
aliorch
C i \
*
efie-
RE PKIMITIVI CRISTIANI . 2
eflfere verifimile
, che volentieri pecchia-
mo ?
(<0
. Non ci muovono a operar be- (a)
. .
fpeculatore ,
che ci guarda tutti i
giorni ,
e
e fi pe
quefti guarda tutto cio , che fi opera,
fa , queili non puo eflfere ingannato .
Avendo adunque i noftri maggiori riflettu
c fpedb , e con particolar diligenza alia prefe
za di Dio in tutti i luoghi , e in tutti i temp
non e maraviglia , che tali folTero , quaH
furono dagli antichi Padri rapprefentati. Qui
di e , cheS.Giuftino Martire attefta , che n
di male faceano (c) , e che non nelle
Apolog, la
<c)
\
i. loc.cit,
role, ma nelle buone opere confifteva la
le
e delle vecchiarelle d* J
e ,
e vili , le le , quali
on poflbno fpiegare , e foiknere colle parole
idottrina , che profeflfano , e Putiliti , che
[uindi ritraggono , tuttavolta la dimoitrano
olle opere. Nel terzo Secolo della Chicfa_>
da Dio
>remio buone operazioni ,
delle c_>
no fieramente tncrudelivano
^ .
QueiH nel quii
to libro delle fue lilituzioni (c) ,
dimoftrandc
Tads, anne che tutti i CrifHani fl
riguardavano di fare qu;
. T f
I.
Junque cofa , che pote(Te offendere il Signore
che tuttp vedc oflerva, che non folament.
PRJMITIVJ CRIST I AN I * 2
li uomini c fapienti e forti ma eziancno , , le
onne ei bambini altresi per tutto , dove fi
,
35 non fi avanza,come
io defidero , per colpa d
I riti , e gli appa-
, che la profotTano
.
33 queili
33 rati , che riferifconfi al cultodegli Dei , fom
e maggiori di quello ch(
3>
pure grandiofl , ,
3, io m
immaginava Ma cio non bafta . .
gloria ,
e godere per fempre ii vero bene , cioe
)io , che fopra ogni cofa amavano , procura-
ano i fedeli di condurre una vita efatta , e
etta 3 e conforme alie maflime del
Vangelo^.
I I,
[jTL defiderio,
che i
primitivi Criftiani avea-
[IL
no di effere fciolti
daMegami del corpo ,
fchivando le pene , che fbno ftate preparatc
I
diavolp , e a trafgreflbri delk divine leg^i , 1
1
veano eglino apprefo da Santi .Apoitoli gl in-
gnamenti del Redentore circa le perpetue
?ne de malvagj , e circa la beatitudine , cla
era 3 e interminabile felicita di
quelli, che
?l bene aveffero onde
perfeveratb; quanto piu
/eano in orrore le prime , tanto piu fi fludia-
ano di fare
acquilto della feconda .
Leggiamo
^rtanto negli Attt del Santo Martire Ignazio ,
fu iilruito dal diletto difcepolodel Signo-
O2 re,
212 X> E* COSTUMI
re che
3
le cofe gli avvenero come egli dcfi
,
(a) A&.n. a quel fommo b^ne , die avea amato Rac (<*)
.
ji*ia ,
che non ha fine. Per la qual co fa (lane
eglino tra quegli Spiriti beati , e portando
trofeidelk loro paflione 5 godono la vita ete
pa in cielo col Re delk vera beatitudine . Q
fbrfe t
immagi^i , che 1 animo mio poflfa effe
atterritoda tiioi tqrmenti ; ma dtvl fapere 5 cl
I
qual oifequio piu degno fl puo mai ren-
lere a! pio noflro Signore , fe e manifelto ,
:h
egli foffrl fnolto piu crudeli tormenti pe
joi fcrvi , di quelli , che abbiano i offerti I
nedefimi fuoi fervi perlui? Ma fa d uopo ^
he noi defcriviamo gFincomodi , ch eglina
Dpportarono per amore della verita ,
e della;
iuftizia . Erano adunque loro care le battiturc
?
icntrcda manigoldi erano Ilraziati co flagellf;
gioivano vedendofi arroditi fulle graticole,di-
:
(a; ,. , /- i i-
i nt i to a to il
i
Tellcgrino ; (i) parlando dellafor
tezza de noftri, ch egli ftimavaingannati ere- :
dono ,
dice , que mifcrabili di dovcr eflen
cun fallo y
onde veniflero e pri vati di quella fe
lici-
DR* PJUMITIVI CRISTIANI. 21 <
O 4 giun-
Bt O S T TJ M I
qucfla niuno
infallibile verita
, di voi ne a ncc
per breve tempo fi darebbe al vizio , credendo
di dovere eflere condannato alle perpetue
penedeli inferno, ma fi conterrebbe , e II flu-
diefebbe di ornare 1 anima fja colle virtu ofe
Operazioni,per renderfi meritevole de due be*
ni , che a giufti foiamente fon preparati . Che
fe voi , o Prineipi , come gli altri gentili , avre-
te Tardimetito di anteporre la confuetudine al
ia verita 3 non ci potrete rimuovere da* noftri
fentimenti . Fate pure cio , che vi aggrada.
Perfeguitate , maltrattate , flraziate , uccidcte
i Criftiani. Sono
predette da Gesu Criilo
ilate
c ^ e c ^ oc ^ ano 1
C^ ^ a Become gli efempli fan-
fej. no della impreflione nelle menti degli uomini,
non fi
potea giudicare , fe folTe peggiore
il
marito di fa del
lei,o clla piu impudica 3 e pervef
mari-
PKIMITIVI CRISTlANI ,
217
narito.Avvenne finalmente, ch ella imbattef- .s
arico d infegnarle i
dogmi principali della no-
tra fanta religione , e avendole in breve tem-
>o
fpiegato ci6 , che dovea e credere , e ope-
are ,
fe volea fchivare eterne pene 3 e acqui-
1
mrterai coftumi ,
c feguiterai Ja dottrina di
Criito, fbrai meco in pace , finche avrai vita,
c clopo mortc gdderai perpetuamente ne cieli
gio-
DB* PRIMITIVI CRISTIANI . 2I
loivano valorofi campion! del Signore nclle
i
.ri penc .
Mature, e Santo, e Plaiidina , e
ttalo furono infieme condannati a eflerc
>ranati , e divorati dalle fiere nell aniitcatro .
>no
luo^o , talche a* loro medeii-
di fetore il
\jy .7
1
quell ingrato odore recava moleflia Ma .
quale verfo la
lcri(Te fine del fecondo fecolc
della Chiefa il fuo Apologetico , ragionandc
dc coftumi de Gridiani dell eta fua , dimoftra,
che riguardavanfi da ogni peccafo , e dedit
erano alia pieta , ed in ogni genere di virtu cor
incredibile attenzione,e diligenza (i efercitava-
Apolog.pag*.
i$9.*nApp. E qual maravii^Ha , s eragionevole , che cosi
Edit, anno
avvenga Imperciocche eiTendo noi iftruiti
? d<
quiftare la
gloria .
Origene ancora , ilqualc
222 1) E C O 5 T U M I
qnelli , i
quali fannosi , c ie i loro afcoltatori
temendo fupplizj , e fperando il premio
i ,
vi
ionio
, che nello ft e fib anno confumd il fuo Rmnarr.
lartirio nelle Smirne (&) di Ac-icio (c) , di ,
J
C/) ^ Luciano , e Marciano (^) ma la bre* 127. n ,xx. ;
ita di-11
opera ci coflrigne a tralaiciarle Non (0 IbiJ. .
a
oiTiamo per altro paffere fotto filenziocio, che P &- 12 ^- ^.
lervi di Cn- i v.
V>
jmpugnando 5 e opprimenao i
fe^.
ito facciate ingiiiria al vero Dio ? Scmbravi (g) Ibid,
n vl *P*
forfe poco ,
che la voftra vita fli macchiata 1
4>
s,
foddisfare a Dio (c) . Park egli ancora
nello iteflTo libro delle pene eterne , e della pe
pofito veggiamo
3 ,
fe i fentimenti de C
fliani del quarto fecolo fomiglianti foffer<
,
fuppliziOjvogliamo piuttofto eflfere tormen-
> mentati e, morire ;
, ienza qhe fl accorgano
imefchini, non effer ella floltezza quella,
alia quale tante miglia;a diperfone per tutta
1 univerfb acconfentono . Imperciocche fe
non fl
maravigliano delle donne , per efler
elleno deboli ( mentre da gentili e chiamato
il Criilianefimo fuperftizione delle vecchia-
relle ,
e delle donnicciuole)facciano almeno
impreHIone nelle loro menti gli uomini . Se
ifanciulli, e fe giovanetti Ibno da loro fpre^
i
7>
una medefima volonta , ed effendo per tutto
3, appreffo de noftri la medefima volonta , e la
3, medefima pazienza, e lo Iteflb difprezzo della
3, morte , debbono intendere gentili , che in i
3, i
quali ftimano d avere abbattuto il culto di
3, Gesu Crifto , fe riefce loro d imbrattare
3, con vurj fagrifizj qualcuno de noftri ; mentrc
33 e lecito di far penitenza , e di foddisfare a
3, Dio , e non fi trova un Criftiano cosi mal-
3, vagio j il quale avendo la facolta di placare
3, Dio medefimo, non ritorni a lui , e non glifi
S.VI.
DE PRIMITIVI C1USTIANI .
327
$ VI.
, /- ,-r /i n i
xxx*
2
,, peccato(d),, .Origene ancora,che fiori ne
"
contra Cejf.
^ u f^ lo fi na l me nte nella fua Evangelica prepa
S.LVII* i.i. .
_, i i
no,
P1UMITIVI CRISTIANI .
*22?
o dovendo procedere ordinatamcn-
cosi noi
tratteremo di efla , dopo che avremo di-
quantofoffe ferma la fperanza de no-
ri raaggiori , e quanto a-rdente lacariti loro
erfo Dio .
7 JO & E* COSTUME
CAPO II.
9
Delia ferma fperanza de frimitivi
Criflitini in Dio.
. L
*
i ,. Emeu. Lib. v
odio , che contro di noi aveano conceputo , Hift. c *
_..- ,.1- ii
appellano , perciocche non per-
-it S.Euit.anno
Differ ati gii 16 * ^Ha-
Dnano a loro corpi , quaficche non fia piu da verc f n A-
ifperato il tormentare colui , che tu fai c fife re polog.Terc.
inocente E non pote certamente diflimulare
. nu
uella cosl ferma fperanza de noftri
maggiori
uciano fcrittor profano,e capital nemico della
oflra fanta religione .
Egli ,
che vilTe nel fe-
Dndo fecolo della Chiefa , nel fuo Dialogo in-
tolato il
Pellegrino (c) : Sono perfuafi , dice ,
uei miferabili dover eflerc immortali , e
, di (0 T.I1I.
anno
/, yfc//, 5 e {\ C0rp // r ipfa in quefto fifo.
di
cro . Fml la fua vita mortals fotto ^fntunir,
tr ^
icnte in queflo luogo. Sotto lo fleflb Impera-
ore Antonino fcriffe la fua prima Apologia ,
ome piii volte abbiamo offervato , San Giu-
tino Martire . In quefta egli parlando de Cri-
:iani dell eta fua: Dtfidcroji ,
dice , deltas
-terna epura vita , ci affrettiamo ad abitare
,
,
te Gesil Signer noflro ne* voftri cuori , pre*
C " lu *
,
paratifempre a dare foddisfazione a ognuno ,
ricerca da la ragione di <uoi
quella fpe~
ctfe in con modeflia <voi
,
pert , <LJ
a vendo buona
,
cofcienza , accioccbe
,
i vottridetrattori ,
c calunniatori delta voftra,
buona converfazhne in Crifto,
rimangano con-
,
,
fufi Poiche egli e meglio foffrire fe Dio
.
,
s*
per te ftamo tutto glorno mortificati , e ripu
^J * tati ammazzate
.,, comepecoreda effcre (f).M;
33 in tutte queile cofe non periamo per colui,ch<
v /,. febbene
naOQ: rooltiffimi di voi altri , mic
Amltel.ann* . .
,. r .
3
fratelh , fono di foda mente , e di ferma cr
1700.
5, denza e ripieni di
,
devozione , ficche no
3 o commovere
fi lafciano o vincere dal ti
3,
mo-
DE* PRIMITIVI CRISTIANI .
enzione
, e in quelPaltro , che mdirizzo a
Drtunato per la efortasione al raartirio , e ncl-
le
le fue Epiftole , per effen
, le quali volentieri
brevi , tralafciamafurono ttieno coftan . Non
f ti nello fperare nella mifericordia di Dio Crl i
l -1 , *\ 1-t.
Edit. Paii- i"n . naitera leggere
quinto (a ) libro dell il
la Criftiana religione
quelli dimoftrato, che i
nella virtu ,
e nell ajuto del Salvator noftr
GesuCriflo j fe non colic parole ancora, ai
meno co fatti la comprovarono . . Tut .
Egli
DS PRIMITIVI CRISTIANJ
in queflo tempo an-
Egli e pure manifeflo,che
>ra
pienaconfidenza,che aveano i
fbffe la
iani diaver a confeguire per la divina
)rdia inCielo il premio delle loro mortificazio.
/ % ri
Ochv. giufti Ne folamente Celfo
. ma Cecilio ancon ,
(n)
l
L- .* -T^T- X ^
p. 70. Eclir.
apDrefio Mmucio Felice GO, nmproverand
an. 1^72. a noftri la ioro fperanza ,
ella e ,
dice , prodi
giofa lavoftraftoltezza , e incredilrile faucla-
da .
Difpregiate i
fopplizj frcfenti , mentre tc-
mete grinccrti , cfuturi . Cosl quefti miferabi
li , e ciechi , e fuperfliziofi idolatri deridcva
(M A P vd
^a ^
num ^ e P^ credere cio, che volea , dicer
Riunarr. p. do(/>) , che depone (Te la prefunzione ,
e offc
240. Edit, rifife il fagrifizio ,
e dopo tenefle la religionc
an. i<*S$. c he piu gli fofle piaciuta , e non temefife pi
della prefente , la feconda , e incerta morte
Detefhvano i Criftiani quefta maniera di par
larc , che i
gentili ufavano ,
e deplorandon
veri
la cecita , palefar Ioro la
lludiavanfl di
ta , e trarli dalle tenebre , e dall errore . Veg
(c) L.i. ad e g
g an g Tertulliano (c) -
, Atenagora (<f)
,
xix.
Nat^c. Apologiili, che con tanta forza
a | tr | noftr p<
ftri ,
I>E* PRIMITIVI CKISTIANI . 2
; i
maggiori , non ceflfavano di
pregare Iddio ,
: inche degnafle di dar loro quella gloria,che
fi
<
j
ea(d) fi legge che colle lagrime agli occhi Hift. p.m.
:
,
:h e grato , e accetto a Dio , fperando di
, iover anche io piacere a Dio medefimo . . .
i (c) tu intendi, o uomo, quefta verita , e
>e
p. 33.
,. vedere il Signore Iddio ,, . E San Giu-
"(Otrai
,
:he coloro ,,
chei
quali avranno fcelto cio
.
lui piace convive-
, faranno immortali ,
e
, anno con Dio . I martiri Scillitani anco-
f :he patirono verfo anno 200. di Crifto (e), AP u<i
R (*1
marr p *
1
*
non potra mutare
c i
parlarono al giudice : ^ ia
7
Dt COSTUMT
la noftraprofeffione lo fpazjo di trenta gior
ni . Recita pur la fentenza . , Oggi farem<
martiri ne cieli,,.
. II.
il Crifliano dell
tifi
ApoitoIo,, e de fanciull
rato a fan- che dall acqua fi eftraggono .
ciullt 9 e allt II. Ne altra fu , a mio credere la cagiom
|
fepolcrali il nome di Speranza , come in quel-
,
che riferifce il Boldetti nel libro primo (d) (a)
Cemeterj : <A
Speranza fua for ell a dot- p- 54
lima Tiftefece quefla lapida . Quanto al no-
5
di Spe rato vegganfi gli Atti de SS. Martin
:
^C
P^4lS.
* Vir
Speranza in Dio .
Paltra (e ) ^ Severo
fpcranza di , e di doles
bld<cif *
rittfratern* Orfofratdlo .
a. s. in.
e o s r u
. IIL
9
TercbZ i Crifliani imponeflero a luogbi
dove crano foliti difepellire i loro
morti , II rwme di cemeterj .
*
motion i L\ i
ove primitive
i cnitiani erano folitid
i dove loro raorti ,
kpoll re i
appdlaflero , come_j
(I
- noftri anc^ra
tempi appellano , cemeterj
fi
^ er ^ qua C0i ^ 1 n ^ ^e
^S aino appreflfo Eufebic
Crfarienfe nel fettitno libro delU Scoria Ecclc-
fiall-ca , dove parla di S. Dionifio Veicovo d
Alexandria cbe nel terzo fecolo ancora
,
eran<
Eel Par*
tato l Arin S C c ) i Spondano (if) , ed altri 1
4. 4.i
n ^n e neceflario , che io ampiamente ragioni
in pia
CJ,Dec^m. Riportero folamente tradotca dal greco
a
P S-.*77 volgare la Ifcrizione , che legged apreflb
Aringo nel I. libro della fua Roma fotterra
un<
pag -
:atacombe , che P uomo , il cui cadavere fu y 7 .Edit.an.
juivi fepolto , o dorme , o non e morto . Cosi 162,1-
. IV*
44 D l C O S T
i. IV.
Del timor ,
cbe dl Dlo aveauo I
frimitivi
Criftiani .
1
(a) Mart.
ceano ^ .
c f}ff ^
accioccbe quel Signore , cbzj
dell* innocenza
t j more debbe effere il cuftodc
ud ^Eiifeb"
,
dal male
penta di aver peccato , e fi aftenga
orrorc del e la-
Jl jfjliale 1
apporU , peccato
reve-?
PRIMITIVI CRISTIANI. 245
DE*
reverenza vcrfo Dfo a cui uomo fi unifce
, I
Dio .
* V.
i oro
"cienza
, defideriamo di perfeverare , ma non De cultu
:i
riguarderemo dal peccato , e riguardandoci
aremo falvi Chi fi crede ficuro , jrion e folle-
.
an/1737. in Dio ,
chiediamo da Jui , che ci cuftodifca
AmS.Pb* ^ 9
"
:e dell
pag, ipil
o medefimi , e riguardandofi da pericoli ,
(k)
ontani dalla remerita , e dall arroganza , tut- a ^ ;.
a la
fperanza riponevano nel Signore , e a lui (!)
j raccomandavano . Quindi che uno Pa -
e, Sperato
ie Martiri Scillicani
rifpofe al Giudicc , ch
:gli non temeva
il mondano Imperatore, e
:he a Dio ferviva colla fede , colla fperanza , ,
; coll amore
Qi)
. E Tertulliano parlando de i
fl
crifliani dell eta fua , e delle adunanze,che
cekbravano 5 attcflo, ch erano foliti di unir-
fi
9
c di afcokare le lezioni deJle divines
fcrit-
fcritturc, e di pafcere colle fante voci
fede , e di ergerc la fperanza , e di fiffarc
la confidenza in Dio , e di confermarfi eel-
la offcrvauza de divini comandamenti *
CAPO
DE* PRIMITIVI CRISTIAN1
CAPO III.
- 35
*"
le montagne dal loro a tin altro fito , e nc
C->
3, avefli la carita ,
io non farei nulla. E quand
a, ioavcffi diftribuito tutti i miei beni perm
33 drire i
poveri , e offrifTi ilmio corpo p
,5 effer bruciato, e fofli privo della carita
3, tutto cio non mi fervirebbe a nulla. La car
3, ta e paziente, e benigna , non e invidioi
non e
puntotemeraria 5 e precipitofa , nc
3,
>i
li verlbSignore il
Glorifico dice fcriven-
. ,
5
avete compitamente perfezionata la ope- (J) n f
(<0
. E a Magnefiani :
Conofcendo io la otti~
men-
Fondo
254 DE COS TUMI
j
(a) n. Lpsg. menu difcorre egli de Filadefienfi (a) , e de
J 37* Romani (&). Loda eziandio la carita de Fi-
1 invitto Martire S. Policarpo , che
<-b)ji.r.pag.lippenfi
come Ignazio, fu difcepolo di S. Giovanni
Evangelifta , mentre fcrive (c) , Mi con*
gratulo con voi magnificamente nel no-
3, ftro Signor Gesu Crifto , accettando le imita-
3,
bili parole di dilezione, che dimourafte a
3, inviati a Dio . .
. E perche la fermezza della
voitra fede da principio infino ad ora rima-
3,
ne , e fruttifica nel nolfro Signor Gesu Cri-
ilo , che ha patitope noftrj peccati fino alia
3>
fe fleflb , defiderera a lui , come afe mede
5
morde quali nella fine d
fedeli verfo Dio, i
paflate ,
e che faranno ancor le future .
miamo altresl
perfuafi per fede , la
*
quarto (<O,Ia fomma di tutta la virtu, dicc,e il
Signore , che infegna di fpregiare lamorte /
per la carita verfo Dio . Beari coloro, che
foffrono la perlecuzione per la giuftizia per ,
,
che prima , e nelPeta fua foffrirono ta(i
;rfecuzioni per la carita, e per la giuilizia,, . (6)
Sono continuamente , cost e* fcriVe , appref-
fo noi ridondanti i fonti de Martiri , che
da S.CiprdanoVefcovo di Cartagine 9
)fto \ i
R ere
D * COSTUMI
tre paria in tal maniera , che di noftra effere
lontani gttfcifrnatici, ancorche fienouccifi dagl
Idolatri,da qnell amore,che era proprio di quei
che patirono il martirio nel grembo della Santa
Chiefa.Che fe la coftanza, laintrepidezza c la ,
aiagevole
;
il numerar tutci , che dicd.ero tali
rove della loro fortezza , elTendo eglino ihti-
numerabili (ff) SJngoUri eziandio furono delib.
.
inaravigiiofo
1
fegnalarono. Ghe fe collo fcor-
fi
ii
efempio ad abbandonare la ido-
di efTi coll
tr ia ed pgni forta di fupe.rftizione y e ad afar-
,
-
nperciocchc fe voi vi
opporrete , e proctirc-
te , che io non fia efpodo alle fiere nell An-
ezipizio .
Kiguardatevi pertanto dj non?
PTerifce
R 4
D c o s T u M i
eflergli in quefto
di ajuto $ e di giovamento
Afcoltate piuttofto me, che iftantemente v
fupplico di lafeiar liberi i
gentiliad efeguirls
fentenza . ,
Voi ben fapete
che il mio amore <
mi eforta ,
che io vada al padre , e al dato
d ogni bene. Afpetto anfiofamentequel gior
fio, in cui dovro effere trafpomto in cielo
dove avfo la forte di eternamente amare. Per
mettete vi prego , che io muoja. Otterrodo
po morte una vita molto migliore di quefta
Vi fcrivo mofifo dallo fpirito del S ignore Sap .
CA*
i66 P E c o s T u M i
CAPO IV.
[Uanto fi
vtDglia perfetta , e nel darlo unica-
nente a lui con quclla puritk difpirito, con
$!.
fuperftizione ,
I. T^ RA ne 5
primi fecoli del Crifliancfimo 3
ferotprtmi-
Crl
f^ ^ a e pj^ pericolofo
]
, e piij grave la Ido-
. latria
Impereiocehe
. efiendo i mortal] per lo
cMtrarj *,., .
i
, i
quali vedendo , die da nollri non erano
prezzati i ioro riti ,
e le loro falfe delta era-
a forza di
>
;di:ino , Tertulliino ,
Origene , Minucio Fe-
i
1-
Cipriano Gregorio Taumaturgo , Ac
, ,
3Jo
1
!
:io Nazianzeno ,
e altri , le qualj teftimo-
nze per non
, eflfere troppo diffufi , fiamo
<
di
270 I>
Y COST U M 1
di toglierla affotto Quindie, che dal mondo .
3j
non facciamo nulla di male, con tutto cio
3,
fiamo uccifi , come fc foflimo tanti malfat-
f,
tori. Glialtri poi , che adorano gli alberi ,
5, ifiumi, itopi, i
gatti icocodrilli, e va.
,
3,
rie forte di bruti 5 quantunque non conven-
3 , ganp tra loro , e pretendano, che chiunque
,,,
non feguita loro fentimenti circa la divini-
i
lu
ivendoli mifericordiofiflTimamente creati . e Ji- i /~-
. vJltiuino>
i 11 /- i \ i
del-
273 *>* COSfUMJ
della idolatria . Avendo per tanto confermati
nella cognizione , e fermacredenza della veri,
tk fe medeflmi 9 e gli altri ancora , che colla
5
p. 4* e<^
35
fonditori obattendo il marmo collo fcalpello
#>
o fondendo il bronzo , formati .... La qua
3, cofa non folamente e contraria alia ragione
.3, ( non potendo eflere Dio ne il faflb , ne il
me
5, tallo) ma e ancora contumeliofa al vero Dio
?,
il
quale eflendo di effenza 3
e di gloria inel
plicabile , non deve efTere co^i difpregiato
iicche il fuo fanto nome venga impofto all
(fc) IMJ.
5) corruttibili cofe .... (^) Or perche noi dif
a. xvi.pag.
^ fendiamo quefti fentimenti . ... fiamo avut
in odio pel nome di GesuCrifto, e quan<
vol-;
DE PRIMITIVI CKISTIANI 273
volta fiamo uccifi come fe foffimo tanti
,
malfatton.
fcellerati,e Ma noi non temen-
do la morte , che da voi ci viene minaccia-
35 ta , abbiamo difprezzato i voilri Dei , e ci
morte Inr er
difprezzo della c proprio de criiliani , Opp.
ft Mnrt -
cosi fcrive: Crcfcente Cinico si fortementc_j? :
.p" .
,
.
ntll arte
ardlv ^n roniiarle, ancorche non aveHe.ro in-
"i
<alla
fuperflizione , e far ridondare nell artefice
-ileflb la colpa o potea, pel cattivo efempio,
;
trl cemete -
le figure de vctri cemeteriali cosi tnal fatte , e
82 Im*
15 E C O S T U M I
Imperciocche come abbiamo noi rinunziato
ai diavolo e agli ol; di 1m fe abbiamo an<n
*
, *"^ **^ ,
1
99 n
p , ma non gli adoro .
Quad , che non ar
difca di adorarli
>,
^ f^i , affinche E
?>
poffano cflfere adorati .
1 , N ^r ! i
nel capo ottavo (4) : Efortando noi , dice ,
qualcuno di darfia queftearci , lo avvnfiarn?
,,
ancora di flare cauto di non fare ne idoli ,
.,,
?,
ne cofe , che agli idoli appartengano , Che fe
talvolta (i commettono a lui de iavori comu-
,, ni agli uomini , e agli dei , dee riguardarlldi
non permettere , ch elTendo fatti, pervenga- ?
^ er
" ^
u ^ P ro ^an ^ ^ e? ^cerdoti degl idoli .
5
LI i-
> i i T
11 n. Ixtria , the i
folo compete ,
^ Onoriamo dice cgli ,
i biio-
)9 ni
Angioli , i quali hanno feguitato
il Verbo,-
^,
costEllafcrive , Niceta Padre di Erode di
a
5,
ciaflero a rendere a Policarpo i divini onori ,
lorod//corjt
e
^
^io ne loro diicorfi , e familiari colloquj.
Onde fcriile Tcrtulliano nel fuo celebre libro
sglh<iuj .
intito-
DB PRIMITIVI CRISTIANl.
intitolato della Idolatria al capitolo ventunefi-
mo: ,, un vizio il dire per confuetudi-
Egli e
ne Mebcrcule , e me Dins Fiditts Sono al- .
55
biamo rinunziato ,
fe non fe una prevarica*
zione della fede per la Idolatria ? Poich chi
non onora quelli, pe quali giura (4) ?
VI. Che fe tanto erano cauti in quefto ^ene-
re;egli era neceflfariflimo, che molto piu foffero ravano pd
attend a non giurare pel genio , e per le fortu- genio , ne
ne degl Imperatori . Legged nella fbpracitata per li for-
*
Epiftola della Chiefa dclfe Smirne , laqual epi-
<*<>
^ a1
(tola rig uard a il martirio di S. Policarpo , che
comandato C&) e ^ di giurare pel genio di Cefa
re , nego di voler cio fare , foggiungendo ,, :
J ) \,^\
Sono ottantafei anni intieri , che io fervo a ,
xv /Hift]
."
volea*
ancora , che fia una cofa impropria , che ii
no chl*ma~ adoprino fomiglianti frafi da un criiliano .
reiddlonel VII. Che fe da Gentili era quel Dio , che
nomediGit, Giove chiamavano , detto e Re
e *
onnipotente,
de numi, con tutto cjo eflendo un talIconic
pro-
CRISTIANI.
mo-
profano , volcano noftri antichi piuttofto
i
tlllt
di ftare con efii nelle medefime citta , nel foro, con tutto
?
ne macelli, ne bagni 5 ne mercati , nelle cam- e ib
i* j jr -c j 11 r /i j ? *jont>ntuc
^ I9ne *
gentiii ne luoghi , ne tempi , e nelle conver*
fazioni indifferenti, coda da Tertulliano ncll
?
35 niun frutto delle opere di lui E vero , che .
ilri
dagli altri , fuggivano pero loro fuperfti- i
Cultu fcrm -
,
terapli degl idoli , nc cercate gli fpettacoli ,
ar.
ne conofcete quali fieno le fefte degl idolatri.
,
Per quefti concorfi , e per lo fcambievole
vedere , ed efTer veduto fonoftate inventate
,
,
affinche la luffuria abbia il fuo pa-
le pompe
vana gloria divenga piu infolente .
fcolo o 5
la
?r daTacerdoti.Quindi e chederiden-
intereflfe
>
284 1>R C S T U M I
9
accoftarfl ne Iuoghi eonfacrati a falfl numi.Che
fe alcuni fi ritrovarono , i quail effendr> in cari-
ca , c dovendo
accoifipagnare lmperatore, 1
porte afpergendo ,
tutti eoloro ch entravano ,
atteftano .
Neancoper v DPcf
X*
i
la
n e rra
" "
>
LL
ca g lon e tanto erano abborn-
curio/itdin. 9
,
qualcuno de criftiani aduki aveflfc , dopo ri- & a.
,
che i Flamini , i quali , dopo ricevuto il fa-
cramento medefitno 7 hanno fatto il donati-
,
vo , perche fi fono aflenuti di facrilicare ,
ricevano nell ellremo del loro vivere la cor
munione,,.E nel Canone LIX. riprendeiido la
H iofita di qualcuno di
quei fcdeli,,, ordin.i:do r
, o vedere .
crificare Che fe alcuno vedri ,
doverfi dare a coftui la ftefia pena , che fi
fuol dare a chi facrifica . Talvolta pero
r
veniva , che acafo qualchc criftiano fi ritro-r
1
del-
2$6 I> E* C O S T U M I
difficile a provare .
Imperciocche mentre
5
55 5
gentili ftanno immolando le vittime a lor
9
falfi numi , fe afTiite qualcuno de noftri , ch
55 fi
fegni fronte colla figura della croce, i f:
la
5) grifizj
non hanno 1 cffetto , e il renditor de
gli
non trova la via (
oracoli interrogate,
5>
degli ftefli demonj , fi lamentarono ,
che g
55 uomini profani ofaffero d^intervenire a i
c
, xvn. p. Cefarea di Filippo , la qual citta e da genti
j?
4z. Edit. chiam-ata Paneade e avendo ch
5 , , faputo
Cantab. 9) 9^
PE PRIMITIVI CRISTIANI .
287
un lorogiorno feiiivo
gli acciecati idolatri in
g^ttavano nel fonte,onde nafce il fiumeGior-
dano una vittima, che per arte diabolica
,
|
?
ano
r
fagrifizj , cosi abborrivano le felie de 12,s.
i
alle cofe, le
quali poteano fembrare indifferen- potfe a mor.
3 purche aveffero qualche ombra di gentilcfl- w -
mo,
288 DE* COSTUMI
, aftenevano . Erano foliti i
volentieri il
apudMmuc. ^. . , .
C<IC
non vogliamo coronarci il
capo. Sentiamc
colle narici 1 odore di un buon fiore , e nor
.,,
la corona , mentre ne il beato ha bifogno
,,,
ne il miferabilegode de fiori.Noi adorniam(
le noftre eifequie colla ftefla d
3 , tranquiliita
3, animo , colla quale viviamo , ne ceffiamc
una corona , che fl difecca , ma ne ricevia
fc) Ibid. p.
^ mo una ^ c jie non ft g ua ij a mai, da Dio (c) .
XII.
9
PRIMITIVI CJUSTIANI 2
XII. Non
e per tanto da rnaravigliarfi , fe_j
crano ancora lontani i noflri ma^giori dal ricor- t
r /i r u Utlta
l
Criilfane(^). ^
inter*
9
XIII. Chequalcuno dimandera , fe i no- ueniaano a
fe
cowK/r/
ftri
maggiori intervenivano ne conviti de gen- dt*.
Gentlit
tili, fappia egli pure, che tali conviti erano
avuti in abbomjnio da fervi di Gesu Crifto, e
fuggiti come contrarj alia profeffione del cri-
(tiano . 5>
Noi , dice a Minuclo Felice , faccia-i
mo de conviti non folamente cafti , naa an-
cora fobrj .Imperciocche non ci faziamo^nec"
, imbriachiamo , ma temperiamo colla gravita
allegrezza (^), 5 . Somiglianti cofe fcrive
1 (b>
c. Fel
9 ,
fotto qual titolo vi fia T idolatria , quando
,3 ella proviene da quegli
qualirinun- fpiriti, a
di onore Agl
wtn .^
...attentiifimi a non far loro niuna
~,
,. , r
climoflrazinne di onore,che non fo/Te puramente
Imperattri,
cbe non fife civil-. Per la qual cofa erano accufati da genti*
puramtnte li 9 come rei di lefa Maefta , c nemici della re-
ido-
pubblica Imperciocche effcndo pcrfuafl gl
.
iatri,
DR PR IMITIVI CRISTI ANI,
latri al Principe fi d jveffe un rcligiofo
, che
rifpetto ( a quefto termine gli avea ridotti la
,
peano ,
-
.
l n i
Ci , e calunniaton che giulhmente da noiera- :
J^atiq.Ghri-
no i fovrani appellati principi , e flgnori , ftian. p. i<si.
, . .. ~,v -.. .
XT ,. Apoloc.
ni ne tempi di Claudio , di Nerone , di Ve-
fpafiano, e de feguenti Imperatori flno a Co^
itantino , ma nell eta ancora di Giuliano , nel-
la
quale non puo neg irfi , che foffe alquanto di-
;aduta P antica virtu , e coilumatezza nel
:riltianefimo . La qual cofa febbene puo eflfe-
*e da molti efempli confermata , tuttavia per
ion recar failidio a leggitori , faremo content!
li uno folo . Avendo per la lunga efperienza_j
y
lelle fentenze , e de coflumi de criiliani com.
Giuliano Imperatore , efTer ellamalage-
>refo
5
facrificare a falfi numi . Altri non ibfpettan-
do alcun male pofero fopra ii fuoco 1* inecn-
,
fo il donativo . Quefti
e ricevettero
, alquan-
to dopo trovandofi al convito , mentre volendo
falutare gli amici, aveano invccato, fecondo il
fclito eoftume de crifliani di
quella eta , Gesu
Crifio , furono toflo riprefl da ncn fo qual pie-
tofo fedele , perche ardivano d invocare qucl
Dio y che pocanzi empiamente aveano rinncga-
to PcrcofTi tutti come da un improvifo ful -ni
.
vola- 5 e correiido in
qua 3 c in la ncr le vie ,
T 2 gri-
ed atteflavano di cflere^
gridavano ad alta vcce,
ftati ingannati. Siamo CrifHani , dicevano , e
vcgliamo morirc nella offervanza, e ncl culto
di quefta religione Prima perdercrao Ic noftre
.
il tuo danara
palazzo efclamarono Ecco :
v Ucci-
di , uccidi pure i trafgreffori della divina leg-
Ivazianzen.
Greg- ce loro fe no
,
* c jle ^v ^ llt \ 9 \{
^
ft levaffero 0*)
j
Orat. 111.
i anta er* delicatezza , e iattenzionece pn-
p. 1^
73. 84. &
mitivi criftiani nel mantenere puro il culto di
Soz.iib. v. Dio , e la fortezza nel follenerlo , quandoavef-
cap.xvn.p. fero anche inavvedutamentc mancato in qual-
f.If.
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
. II.
p^in. 7 Z2.
dit. an. ove mai foflero foliti di adunarfl i criftiani \
3641. e porgcre le loro preghiere a Dip ; rifpofe , che
dovunque parea meglio ad ogni uno,e dove fli-
mavano piu opportune , quivi erano foliti di
congregarfi .Poiche Pinneffabile Dio de criftia-
Jiinon e circcfcritto , ne riftretto in tin luogo,
ma effendo invifibile riempie il cielo , e la terra,
(b) A&a_, e
dapertuttoe adorato da fcdeli (&) . Ma quan-
S.Juft. apud
jKumarr. p.
tQ f fsero afndui , e fervorofi nella orazione i
n .
.,
no rl niaggiori pnncipalmente da tempi dc
"
-\ ....i
4p. Hdiu
fond Apoftoli fino al quarto fecolo della Chie-
fa , allora potra intenderfi chiaramente , quan.
do avremo noi dimoftrato quanto e foven-
te , e devotamente celebraflero negli orato-
rj , e nelle Ghiefe le facre adunanze , e quan-
to nelle private loro cafe alle pregbiere atten*
deilero . Ma per procedere
con qualche ordine ,
fa d uopo che noi prima trattiamo degli
,
rima-
Dl PRIMITIVI CRISTIANI
rimafero Pictro ,
e Jacopo , e Giovanni ,
pagnia Maria
di Santiflima , e di mold altri, che
vi concorfero , concordemente perfeveravano
nella orazione .
Or
quefto luogo fuperiore bifcgna , che_->
i. n n n tola. Jib.r.
molte di quelte Ihnze , o pmttoflo cappelle , O ifer.
fopra
che
vpgliam dire 5 II vedono ne noftri ceme-i Cemet. di
terj di Roma (c) , o che aveflero de Sacelli , Roma , &
ovvero delle cajfette vicino a
fepolcri mede/I- Aring.
lib.
Roni s - -
mi, le quali, per le adunanze de fedeli ,
fi^*
JOS 1> K* COSTUMI
appellatTero orator/ , e conventicoli , foven*
te ancora chiefe . Da tutto ci6 fara lecito
ancor di raccogliere , che que luoghi , ne
quali , fecondo la teftimonianza diS. Giuftino
Martire nella fua prima Apologia, fl congre-
gavano ogni Domenica ifedeli, e afliftevano
al divin
fagrifizio , non altri foflTero che cafe ,
opiuttofto oratorj affegnati alia facre adunan-
(a) n. 67.?. ze ^ j ^ ^ jj gj orno dice 3 che da voi , o gen-
^
criltiani , *; in
**"
Hi f
omprefa
oloro
la falfita
che riferirono
della interpretazione di ^
,
il
palfo a matematici,
er non
darla vinta a noftri ,che itimano
quivi menzione degli oratorj de criitia-
rfi
i
, credettero di poterlo affatto o togliere ,
fnervare , dicendo 5 che Tautore del Dialogs
aria ironicamente , e quandodice i foffitti or-
ati di oro 3 intende i
palchi fordidi , e mal fat-
Veramente e quefla una interpretazione
^ e &* ironicamenteintefo
ancora bifogna
necelTario
xvi. p. 57! , egli e ,
?
Sebbene non vedo perche ne tempi ,
ne*
fl. non era cos) ben ornata, con tutto cio era de-
itinata a quefto fineacciocche quivi fi
congre-
gaffero ? Avearo sdunque i Criftiani in
que
tempi ancora i loro oratorj , ele Chiefe , dove
congregati celtbravano le facre loro funzioni .
Ne pro cgli dire, che quefta fofife mi tngurio di
qualche privato,poiche dal modo di parlare, che
u fa ilDialogifta,comprendefi evidentemente,che
qiiefti ragioni di una cafa deftinata alPufo comu-
ne dc fedeli , ove liberamentefi poteffero con-
gregare , e attendere alia orazione . Ma quan-
to piu io confidero le teftimonianze degli Scrit-
tori , che non gran tempo dopo Giuftino mar-
tire e 1 autore del Dialogo,di cui abbiamoparla^
to, fiorirono, maggiormente mi confermo
5
nella
comune fentenza , che i fedeli de primitivi
:empi aveano a pofta le cafe deftinate per le__>
r
unzioni facre , ove H adunafTero , quando non
?ra loro impedito dalle grandi perfecuzioni :
nentre non mi pare mai verifimile , che in si
3oco tempo potefle m ut arfi il coftume , talch6
ion ufandofi prima, in un tratto fleno ftate it-
:e le Chiefe in quella eta, in cui non meno era.
il
quale al folito fuo torce ancora in altro fenfo
certi altri paiTi di Tertulliano, ma fenza profitto
( poiche di quefti non ha voluto
da noi citati
far meczionc ) Non nega pero egli , che ncl
.
,.,
te di ferramenti in poche ore uguagliarono
,e
e
e
e
o
Ik
i-
>
fa
>-
(0
>>
o
c
a
9
\l
IbiJ.
34.
Delia
le parti dd
le anttcbe
J)E PRIMITIVI CRIST! ANI .
J O?
con tutto cio quando poteano godere tin po di
pace , in varie parti , fecondo i gradi delle
perfbnc , erano foliti di diftribuire i templi e ,*
,
li nelia ieguente
tavola rappreientante il piano di una di quelle
chiefe ( vedi le lett. Z. Z.) Or quefto portico,
. eh 6 appellato da Euftbio r^oVt/A^ ovve- (<?.),
e lun-
I)E PRIMITIVX CRISTIANI .
cj
ianto era larga la chiefa ,
e aflai ftretto , in
quefti fi
appellava efteriore Nartece 1 Erano .
i
quattro Narteci da lui accennati quattro por-
tici, due dalla parte occidentale , dove era la a
facciata di quella chiefa , uno de quali era fu-
nome ,
che 1 efleriore
, primo vei! bolo e il
:
5
a quali non era lecito di entrare nel nartec^j
interiore , poiche altrimenci non farebbero fta
tifuori delle porte del tempio contro cio , che
vien ordinato nel canone aggiunto alia lettcra
canonicadi S. Gregorio Tauniaturgo doverfi :
5
rfmente quattro i portici dell atrio de SS. Ser
gio , e Bacco in Coftantinopolr ,
e dell a Ma
donna in Gerufalemme , e di Paolino in Tiro .
,,,
ftibolo , ha egli lafciato tm grande interval-
C l_
attorniata . Ne portici dell atrio fb.va la pri-
a
(TT7
,
-J
ma clafTe , o il
primo ordine de penitent! C<0
*
coloro, i
quah erano caduti in si fatti delicti,
erano non folamente impediti di entrare in-J
chiefa, ma anche codretti a non iilare fotto qua-
lunque tetto , che alia medefima chiefa appar-
(c)Cap.iv. ten efle (c). Il qual
pa (To ho io voluto addurre,
perche ancora (I vegga , fe per la parola chiefa
abb a intefo fempre le adunanze Tertulliano , e
:
3
fatto rifleffione alle teftimonianze de noftri
maggiori , credettero ,
che le chiefe antichc
foflfero fomigliantj a certe moderne de Greci ,
Lvl1
itc vedere . Stavano gli uomini dalla parte fini-
Ira , il che fl puo facilmente provare con una
fcrizicne antica trovatanel ceineteroVaticano,
n cui leggiamo 5 che la finiflra parte del! a__>
;
reflfo della nave,come abbiamo detto, ftavano i
(ti p 2*1.
com Pfe contro i Valentiniani C^
XI. Or fino dal primo fecolo della Chiefa
Delle adu-
grandiflimo fempre fu il concorfo de fedeli in
?-?"***/ quefti
^.
oratorj , o templi , o martirj
/.
, in quei
fc leanff fare . .
, .,
nelle Chiefs g^
orni particolarmente , ne quali fi cele-
la Domeni~ brava la memoria della refurrezione del noftro
c^ .
Signer Gesu Crilio , voglio io dire , il giorno
delladomenica , che ne libri del nuovo teila-
mento e chiamata prima del fabato, cioe pri
mo
PRIMITIVI CRISTIANI . J
I
; J1 1ert
fi
permettevadi celebrare (&) ancora il fabito .
li-
J2O DE CO STUM
nella fua ApocalifTe parlando del dl , in cui
lifla
to giorno i
primitivi criftiani
fpet- . E quanto
ta all eta de finti Apoftoli , San Luca ce ne da
in poche parole tin efatto, e diftinto raggua-
,,,
beva di quel vino . Poiche chi 1 mangia , c
chi ibeve indegnamente ,
fi
mangia, e fi
beve il
giudizio , che vuol dire fara afpra-
mente punito ,, Percio fono tra voi molci
.
,,.
to il lettore la fua funzione , chi prefedeva ,
33
con efficaci parole efortava il popolo d imita-
5
33 re le chiariflime gefte de Santi , e di
j, efeguire
i
precetti , e i configli , che in quei
facri volumi fi contenevano . Finito quefto
5>
3>
*
*> comunemente --
,
*
ma come cibo facrolanto
/T*
,
DE* PRIMITIVI CRISTIANI .
323
^~
efiendoci fhto rivdato , elfere quel talc a!f-
mento la carne , e il fans;ue di Gesu Cr;ilo .
33
Poiche gli Apoltoli ne loro commentarj ,
chc fono chiamati Evangelj, hanno fcritto,
3J
chc cosi fu loro comandato da! Redentore ,
3)
allorche prefo il pane , dopo il rendimento
33
di grazie , differ
fate do inmi a commtmorcL-
3J zione, queflo oil mio corpo ; e prefo il calice,
3, e rcfe le grazie , foggiunfe : 3 il
queflo
3, mio fitngue . Adunavanfi poi
il
giorno di
3, domenica , perche un
si tal giorno fu il
33 primo della creazione del mondo , si perche
?
3, in effo refifcito da morti il figliuolo di Dio ,
35 iimo .
Preghiamo ancora per gl Impe-
?
3>
aduniamo per afcoltare la lezione delle
35 divine fcritture . Pafcoliarno la fede colle
fante voci , folleviamo la fperanza in Dio ,
5,
e in lui fifliamo la noftra confidenza . Mol-
te altre cofe aggiugne quivi , e altrove Tertul-
liano ,
le quali riguardano e le
preci , che i
fedeli indirizzavano in quefteloro congregazio-
ni al Signore , e la modeftia, oolla quale aflifte-
vano alle facre funzioni, e fpecialmente allor-
che fi offer! v a il divin fligrifizio Acconfentono .
jejun.c.xiv.
no ancora i noftri maggion il
giorno anniverla-
y. $$2. O- rio della refurrezione del Signore,che,comenoi,
Tig.L.vi ii.
appellavano Pafqua . La qual cofa non folamen-
ContraCeJ- te coila da pafTi degli antichi Icrittori (^) eccle-
fumn x 1
i, fiaftici , ma eziandio dalla celebre controverfia,
j
Vl E~ fe
^
p
^ ch erano fparfe per
<ie
ianno 325.
/"
gran Concilio di
dal Nicea . (<0 JMMI .
il
quindicefimo della luna di marzo cadeffe in
domenica >
e quel di foffe a* Giudei pafquale ,
allora la pafqua da criftiani fi trasferiflfe , co
me da noi ancora fi
pratica , alia domenica fuf-
feguente .
Preparavanfl a quella folenniti col digiuno .
i
, per
rinnovare le adunanze , come riferifce Pruden-
210 nell inno dodicefimo delle corone , ove
ron. Mil. c .
no congregavano avanti 5 che fpuntafle la
luce del giorno (&) ^ e nel libro intitolato : del-
lil.Orig. j.u
contra Gel- lafugo, nella Tcrfecuzione , fcrive :
fc di gior*
fumn.i.&2. m
non fuoi fare le adunanze , bai la notte lu*
C^)c. rv. winofaper la tuce di Crifto . Per la qual cofa
cravamo da gentili chiamati uomini di deflora*
ta ,
e illecita y e
differ at a fazzione , poiche
ci confederavamo colle congregazioni notturne ,
e co* folenni digiuni , e cogl iniimani cibi , ed
eravamo odiati ,
come gentc contrarla alU luce;
(c) Mintic-
e iMAnte dinafcondigli,muta in fubblico (c),
Felix in O- e
loqttace negli angoli Rimproveravanei anco-
.
fs , ma 5
ritti porgevanole loro pre-
e modefti
a Dio II motivo ? per cui erano modi a
ghiere .
5, la domenica il
tempo pafquale non
>
e tutto
le dinotare il noftro
35 pieghiamo , per riforgL
mento . Onde da tempi Apoftolici ha avuto
,, principio quefta confuetudine , come dice
5, S. Ireneo Martire , e Vefcovo di Lionc nel
, . \ .
prtmittvi
"iam
, troviamo rammemorate da noltri mag-
Criffiatni. giori ancora le ftazioni . L antichiflimo Scrit-
TiT tore del Tbro intitolato Taflore ne fa efprefTijfTi-
rcji-ib.iu. ,
r A
ma nienzione (c)^ , ma combnae
.
11 -i i
colle lhzioni n
Snnii. v.p.
x^u T. I. digiuno , fcrivendo cofa e laftazione ? e rifpon-
Pr. Apoft. de, e il digiuno . Egli e vero pero , che il folo
Edit. Lon-
digiuno non fu , almeno da poileriori Padri ,
dm *
chiamato flazione ; poiche Tertulliano diftin-
gue la flazione dal digiuno nel libro,che fcrif-
(d) C.xi. fe Era adnnque la fla-
f p ra d e
5
.
digiuni (rf)
xni.&xiv.
zione j Q ^^^
che fi fa . che i
adunanza>
L X
00 Abbiamo noi mandate que
B^T* ^SS^ ?
11
"
tf
5 , affrettava a partire ,
il
quale e (lato da noi
3) fpedito dalla flazione , acciocche non am-
3) mettendo niunadilazione , poteile voiren-
55 dere grazie al Signore ,come fefode prefen-
35 tea queflo clero , e a quefh adunanza del
35 popolo . E S. Cipriano ragionando di quel-
li
PKIMITIVI CRISTIAN1 .
i I
.,
1
,
5
chLimate quefte adunanze de fedeli col nome
di ftazioni , per una certa fomiglianza prefii da
foidati , i
quali mentre ii fermavano in
qualche
luogo, ed ivi collocavano ilprefidio, fi dicea,
che
*
32
i> i* c o s T u M i
ce^Colon.
Rende dj tutto
xy< ft3 chiariffima tefti-
an. Kjoy. ~ ,2 ,., .
an, 1606. ~
-
,
i,, . . % n .. . r-
delr anno
poiche penfavano ,
alle divine cole ,
Dells pri- e attendevano alle preghiere , e alia medita-
vate pfe- z O ne de facri dogmi (/;). Anziche riputa-
j
r to;,
Lriwant .
rl colui ., che conofcendo la frasilita pro-
. - i
*
(h)C.xxii. P
na nulla di meno lafcia pauare la giorna-
Ci)
ta ^enza raccomandarfl a
Terr
Dio colla orazio-
<3e
Oration!
ne 0")
^a ^ e ^ e particolari orazioni de pri-
mitivi ragioneremo nel fecond o
Criiliiini li
cap. *
bro
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
333
bro quel capitolo, dove fi moftrera , quali
in
foiTcro loro quotidian i efercizj . Del fervore ,
i
ER-
E R R OR I CORREZIONI .
221 lin.
^
eteno eterno
232 lin. 25.
certi eretici da certi eretici
273 lin. 26.
Viveremmo , in que- In quefla guifa ragio-
ila guifa ragiona ,
na : viveremmo noi
noi &c. forfe &c.
311. lin. 26.
Giuftiniano
mjr
4