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DE CO S T U M1
D E

PRIMITIVI CRISTIANI
L I B R 1 T R E
C O M p O S T I D A

F. TOMMASO MARIA
M AM A CH I

Dell Ordine de Predicatwi


TEOLOGO CASANATENSE.
T O M O I.

RVMA MDCCLIIL
Preffb gli Ertdi di Gio: LORENZO BARBIELLINI

Stamp atari , g Merc ant i di Libri a Taffjiiino .


CON
-5*
ALI/ALTEZZA RSALE EMINENTISSIMA
D I

ERRICO BENEDETTO
DUG A DI YORCK,
E della. S. R. Cbiefa. Prete CARDINALS .

FR. TOMMASO MARIA MAMACHI DE


Tcologo Cafarutenfc .

SSENDO Hato
fempre digran*
dijjimo pregio ,
^ a ornamento agli uomini^ che
(
ifono applicati alia letteram-
*
2 ra,
(IV)
ra 9 ilporre in front e alleope-
re , che hanno ttdbilito dipub-
b lie are , ilnome di un qualche
perfonaggio i a cui
o
illuflre
o la
per la virtu propria , per
nobilta de natali , epelgrado

fuUime , cheotcupa, eperle


cMariffimegeJle de fuoi mag-
giorijembrajfe convenevol
co-
e avendo
J(a di con/agrarle*
o y
<*s

e
ip 9qucmiunque difapere^
coloro , che
cTingegnd a tutti
Studio delle an-
fonoji dati allo
ticMta dellaCMeja, infer io-
re ,7 determinate d imitare il
*.

todevole loro efempio ; non bo


**s JL -^

lungamente penfato fotto qua-


U .aujpicj dovejje comparire
alia puWica luce ilmio pri*
(V)
mo volume de Cofhimi de,
Primitivi Criftiani, i
per le materie^ che contiene ,

all" ALTEZZA VOSTRA REALE


EMINENTISSIMA piu che ad
,

ogni altro , era certamente


doTUto . Imperciocche trat-
tandojl m effb della fede ,

dellafperanza^ della carit a,


e della religione , le quali vir-

tufurono eccellenti in moltiffi-


ml di queifedeli , chefioriro-
no ne prinufecoli delCriMia-
nefimoi
oJ s
e dimoMrando/ianco-
y

ra , come nonfolamente leper-


Jfone
di ba/Ta , e di mediocre
*J*S *

condizione graviffimi pati-


menti foffrironoper mantene-
re illefa la lorofana credenza,
* ma.
3
ma eziandio akuni de* piu ri-

nomati^ e nobiliuomini , che


degnifurono delPlmpero , a
fine di confervarc illibata la
Religione^che aveano abbrac.
data , volleropiuttoHo abban-
donare gli altiffimi pqfti , che
cccupavano nella Repubbli-
ca ; a Voi fenza dubbio lo
$effo libro apparteneva , i

cui Progenitori in quefto ge-


nere principalmente in mo-
do maravigliofo Ji fegnala-
rano . Eper vero dire , chi
Jarhmai cosi poco informato
delle cofe
,y
awenute verfb
jf
la

fine delpaffato i e fulprinci-


pio di queHofecolo , / / quale
nonfappia , ejjer ella notijji-
(VII)
ma cofa ,
e da piu celebri
Scrittori tramandata alia me-
moria de pqfterifhe il Vo/lro
gloriojiflimo Aw
appena in-
nalzato al trono della Ingbil-
terra ejjendofi ffiudiato con
,

tutta fopra , e diligenza di ri-

fiabilire nejuoijlati il Cattoli-


cifmo,e avendo tirato contro di
fe FodiO) e provata laperftdia
de malcontenti i cFerano al-
levati nella erejia , Himo ejjer
ella tiriazione gloriofa , e de-

gna dije, e della Jua re ale

profapia ilfojfrire in pace di


efferecoffrettopiuttoHo a la-
fciare ilRegno , che commet-
tere alcuna cofa *.*
,
*
che%jfofTe
A/ pre-
JL

giudiziale al culto
*
della vera
4 re-
(VIII)
religione ? E il voHro Real
Qenitore non haforfe con non
minor e coraggio , efortezza di
ammo fatto a Dio della coro
na , che gli e giuftamente do-
vuta^per motiw dipieta , e di

religione un intierofagrifizio \
Ma le virtu di
quejlo Monar-
ca, cbe veggiamo inviolabil*
mente attaccato alia fanta
Cattolica Chiefa^ e fovente
proftrato avanti gli altari of*
jrire alSignore ifuoi voti con
tal raccoglimento di fpirito ,
e con tanta devozione , cbe ne*
riguardanti cagiona compun^
zione , faranno , come quelle
della Regina VoHra glorio-
Jifjimq Madre , celebrate ne\
"
(IX)
fecoli awemre , ne vifara eta
mai , in cuiji cefji dipredicar
lefue lodi Quindi e , che Voi
,

delkpaterne , e delle materne


virtu perfetto imitatore rifiu-
tato co lie pompe , coglijpaffi ,
e co* trattenimenti , che vipa--
reano meno convenient alia
vojlra iftituzionejutto cw^cbe
di grande , e di magnifico il
f
Jecoloi)ipromette va^ abbrac*
ciafte lo rftato EcclejiaHico , e
nioftraffie piu coi fatti , che
co lie parole , ejjcr egli Stato
ilSfgnor Iddio la vqftrafidu*
cia fino dalla *uoBra prima

giovinezza , e talmente vi
efercitqfte e profeguite ad
,

efercitarvi nelh opere di pie-


ta
(X)
fa ,
e di religione ,
cbe non

folamente a* Romani , ma
eziandio agli etferijtete di
efempio^ e di ammirazione .
Perlaqual cofa BENEDET
TO XIV. Pontefice Maffimo,
che per lo *va$o fuo fapere , e
per la Jlngolare facolta , che
ha fempre avuta di diftingue~
re ilfenno ,
e il valore delle

perfone , le quali poffbno effe-


re di particolare vantaggio
alia Chiefa^Je giungano afo-

Jlenere una dellepm ragguar-


dei)oli dignita nel Cattoli-
avendo comprefo qual
)

luHro , e ornamento avrefte


voi recato alpiuAugufloSena-
to delMondO) vi dicbiard Car-
din A-
(XI)
dmale , e poi Arciprete della
rinomatijfima Bq/ilica di S.
Pietro Ne quali po$i in una
.

eta cosi giovanile accoppiando


Voi la gravita dl Principe ,
cuifcorreper k veneilfangue
in lui trasfufe di tanti poten*

tijjlmi Re ,
colla mode$ia , e
colla vita ejemplare , che dee
rHueere nel Sacerdote \ date
e evidentementeadievedere y co
me fteno Hate benfondate le

fperanze , cbe un tanto Ponte--


Jice , e i R omani di Voi aveano
concepute ; e cljefacendo Voi
afllduamente con tantapieta^e
devozione lefacrefunzioni , e
moflrando tanto zeloper la ca-
fa diDio , dobbiamo ^ comel\
am-
(XII)
ammirammo ne VoHriMag-
giori^ co
si ancora ammirare
in Voi medefimo fempre piu
vincitrice la religione ,
EfTendo
JkS
adunque /for nit o
J.

e
Voi di quelle virtu^dellequali
ho io trattato nelprimo libra, e
e do vendojipercio quefto libro
medefimo all ALTEZZA Vo-
STRAREALE EMINENTISSIMA ,
1

a Voi^ qualunque e Jia^ Fojfro^


lo dedico , e lo confacro :
epre
gandovi digradire con quella
benignita, cFeparimenteuno
de* molti pregj , c he adorna-
no ilvojlro animo , quejlo mio
reverentijjimo ojjequio , umil*
mente m inchino al bacio del9

lafacra Porpora .
(XIII)
NOS F.ANTONINUS BREMOND
THEOLOGIZE PROFESSOR
Ac Ord. F. F.
totius Pr<td. Humiih
Magljlcr Generalis >
& Scrvus *

Aritm ferie, noftrique aii$6ritate of-


.

ficij facultatem 5 quantum in no-


bis eft, impartimur tibi Ma- A. R. P.
oiftro F. Thomac Mariae Mamachio
TD

Provinciae noflrae Romanae Theologo


Cafanatenfi 3 ut poffis typis inandare__^
Tres Tom os open s 3 cui ciculus : De
ctftumi de Primitii)i Crijliani a te

compofiti 3 de mandate noftro rcvi-


fi duobus Ordinis Noftri Theologis,
a
videlicet ab Ad R. P. M. f. Thvnt dc
Luc a 3 & ab Ad. R.P.MF.Angelo Mi-
na Sptiftnoccbi 5 fervatis de jure fervan-
dis . In nomine Patris ^ & Filii & Spi-
,

ritus Sanfti Amen.In quor. fid. &c.


Datum Romae in Convenu noftro S.Mariae

ftiper
Minervam die 16. Feb. an. 1755-
i

Fr. Antoninus Bremond


Ordinis y

Reg. ps g. 7 .
Fr. Thomas Ignatius Maria Nttta
Mag, & Socius*
APPRO(XIV)
V A Z I O N I

commifHone
mfo Padre Reverendifii-
del
PFRmo Generale Antonino Bremond ho letta
F.
con piacere opera del Padre Maeftro Fra_j
1

Tommafo Maria Mamachi Teologo Cafanatenfe


intitolata De* coftumi d?* Primitivi Criftiani Li-
bri tre Troppotardo io fare! , fe volefli adeffo
.

pormi ad applaudire all opera e alia perfona ? poL


ch in rapporto alia prima , e ftata quefta molti
anni avanti prevenuta da altre vircuofe fue
ap-
plaudite compofizioni date alia luce ; in quanto
poi alia feconda , lafcio parlare i primi Uomini
non folo d ltalia ma di Europa accreditatifllmijC
virtuofi , che non ceffano di meritamcnte enco-
miare il fuo nome raro fapere . E
pel di lui
J

de^na per tanto h prefente opera d efler data._>


"

alle ftampc , mentre i coftumi de 5 veri antichi


Criitiani ci rappf efenta, onde a chi la legge puo
ciferdigrandefpirituale profitto;e per eflere an*
cora fcritra con chiarezza , e con
ptilizia di ve*
ro (Hie tofcano , puo il
Leggicore giovane pre-
valerfene per ritrarre del giovamento . Sicche
non efcndovi niente n^controla fede, ne contro
ibuoni coftumi , merita d eflfercolle
ftampc al
Mondo pubblicata .

Dato nel Convento della Minerva quefto di 20.


Febbrajo 1753.

F. Anglok Spannocchi
Maejlro di Sacra
Tcoiogia ,ed Efamlnatore Apojlotico del
Clcro Romano ,

Ho
(XV)
veduto per ordine del P. Rmo F. Antonino
HO Bremond Maeftro Generale del
dine de Predicatori il libro intitolato : De Co-
noflro Or

flunri de Trimitivi Crifliani libri tre comfofti


da F. Tommafo Maria Mamacbi dell Ord. de*
Tred. Teologo Cafanatettfe , nel qual libro non__5
folamcnte non ho io trovato alcuna cofa contra-
ria alia Santa fede cattolica , e a buoni coftumi ;
ma ho ancora offervato unafoda erudizione , e
una gran facilita di efprimere in lingua italiana i
fentimenti degli Antichi Padri della Chiefa, che
riguardano gli ufi , e coftumi de* noflri mag-
giori ; onde per le utilita, che puo apportare a
tuttiqueJli , che avranno comodo di leggerlo 5
giudico, che fla degno della pubblica luce .
Minerva Roma queffodl 21. Febbrajo 1753.

F. Tommafo De Luca di Tredicatori Macftro


facra Teohgia , c Triore del Convento
Minerva .

veduta la prcfente Opera De Coflumi de


HO Triwitivi Crifliaticotapofa molto erudita-
mente dal T. M. F. Tommafo Maria Mamacbi ,
e in efla non ho trovato cofa , che
reptigni alia
noftra S. Fede , e a buoni coilumi, ed in fedc
quefto di 20. Febb. 1753.

Giv Bottari.

Avcn-
(XVI.)
letto percommiffione del Rmo P.Mae-
AVendo ftro delSagro Palazzo il
primo to mo dell
>r

Opera intitolata :De* Coftmni de Primiti tui Cri


flia.nl del M. R. P. Maeftro Toittmafo Maria Ma-
machi Teologo Cafanatenfe , non folamentc_j
non vi ho trovato cofa alcuna ripugnante a Do-
gmi, e verita di noilra fanta Religione ; ma anzi
vi ho con piacere oflfervato una miniera abbon-
dante di aiitorita , di ragioni , e di prove cavatc
da puriflimi fonti della tfadizione Apo/lolica, ed
Ecclefiaftica de primi iecoli della Chiefa, e mol-
to addattate a vieppiu Ihbilire i
dogmi fantif-
flmi della Cattolica Fede ed a iftruire i Fedeli
^

nelle maflime della vera , e foda picta CrilHana :


Onde lo giudico degno della pubblica luce per
mezzo delie fhimpc .

Chiefa Nuova quefto di 21. Fcbraro

Carlo Majfini della Congreg. dell Oratorio di I(owa

IMP
Si videbitur Reverendifllmo Patri Sacri Palati i
Apoftolici Magiftro .

F. M. de Rubeis Tatriar. Canfttntinop. Vicefg.

Fr.Vincentius Elena Rmi PatrisMag.S.P.A.Socius.

PRE-
(XVII)

IN D ICE
DE CAPITOLI, E DE PARAGRAFI
DEL LIBRO I.

DE* COSTUMI Dl PJUMITIVI CRISTIANI .

PREFAZIONE
I. fia utile il defcrivere i co-
CjVanto
^^- flumi de* Primitivi Crifliani .
pag. i.

II. Innocenza loro conofciuta dagli flefji

gentili , che gli aveano prima calunnia.-


ti ,
e perfeguitati .
iij.

III. Le principals calunnie fttrono inven*


tate da* Giudei.
IV. jf quail acconfentirono pareccbi
Gentili .

V. / medeflmi Gentili conobbero finalmen-


te la innocenza Crifliani ; ma ripro-
d<?

varono come fuperfliziofa la noftra fan-


ta religione . vii}.

VI. Dalla diverftta di giudicare i fedell


fi dimoftra , che i Gentili erano pcrfuafi
della loro innocenza . XV.
VII. Da quefta perftf a/tone indotti woltifft-
mi Gentili.altri ammirarono la virtu de*
Crifliani , e altri non foLvnente / am-
mirarono , ma rabbrarciarono ancora. xxij.
VIII. Aon fi /tega , cbe we primi fecoli
del I a Chicfa vifrflero alcuni cattivi Cri
fliani , ma quefii
erano focbijjimi inj>

comparazione de* buovi . xxxviij.


, Si
(XVIII)
Si apportano le ragioni,per le quail
coWandar de* tempi crebbe nella Cbiefa
II numero de* cattivi . XLIJ,

LIB. I.

Dc coftumi de* primitivi Criftiani ,

io .
riguardavano

CAP. I.

Della virtu della Fede de* Trimitivi Cri


.
ftiani
"

5. I.

Come la cognizione delle divine cofe con-


duce a operar bene . Ivi .

Quale fia la virtu della fede . 7.

yf^J $. II.

I. Quanta foffc ne primi Criftiani eccellente


la virtu della fede . 10.
II. *Per quali motivi abbracciafsero i no-

ftri anticbi lafantafede , ed in efsafem-

pre fi confermafsero maggiormente n. .

Confefsavano i Criftiani , cbe per la


grazia di Dio erano chiamati alia fede . Ivi .
III. 1)no de* motivi , fu euifi fondavano i

noftri maggiori , era ripetuto dalle pro-


fezie . n :

IV. Dell argumento prefo da" miracoli .

V.
L
//
principale argumento prefo da mi-
racoli.per confermare la verita della re.
la di
ligione cri/liana e refurrezione
Crifto . 32
[. Gli
(XIX)
VI. Gli 4p ofloli non furotio ingannati in-
torno a qutftn punto .
3 #.
VII. I difcepoli di Criflo non ingannaro-
no niuno , mentre predicarono la re-
furrezione di lul .
47,
Degli oprati da Gesil
altri prodigj
Criflo , e
fpecialmente della refufcita-
zione di Lazzaro , e del tremuoto , e
delle altre maraviglie fuccedute nella.*
morte di Criflo .
54.
VIII. Confertnazione del Criflianefimo pe
wiracoli opcrati da difcepoli del Si-
gnore .
6%.
IX. tddducevant ancora i noflri maggiori
in confer mazions della vera religions,
i
prodigj , chc da Dio fovente opera-
vanji nelle cbiefe pe fedeli . 69.
X. Veritei della religiwe comprovata col -
le teftimonianze de* Gentili .
87.
XI. vtrgumento ricavato dalla prodigiofa
propagazione del Criflianefimo^per com*
pro vare la veritd della noflra fanta re
ligion e .

XII. Come confermati per quefti motivi


ncllafedc i primitivi Crifliani , volea-
no piuttofto foffrire ogni incomodo , <L^

ferdere qualunque cofa , cbe violarl<L*

in
qualcbe parte , ancorcbe parejse mi*
nima .
114.

. III.

principali do-
I. Quali fienofempre flati i

gmi propofli a credere dalla Chiefa tC


di Gesii Criflo 145-
* 6 I.Del-
(XX)
I. Delia credenza in Dio creatore delleJ
e delle itwifibili cafe . Ivi J
vifibili ,

E dell* unita delta natura , e delta

Tinita delle divine pcrfone .


148.
II. Neceffita di credere
nella Incarnazio-
ne del Verbo , e nella paffione , e_^
morte del noflro Signor Gesu Criftj .

III. We ce (fit a di credere f una vera, , e


la comunione^
fanta Cattolica Chiefa , 9
de* Sami , la remi/fione de peccati , la

refurrezione morti y e la tterntu


dc"

vita.

. IV.

I. Cowe i noflri maggtorifer tencrfi fentpre

prcfentl ,
comt dipinte rf avanti agli
e

occhi le verita della Criftiana religio-


ne , delincavano , o fiolpivano roz~
zamente varie immaginl ,
^ va- per
rie loro figure / ne*
ejprimevaw
fef)l~
cri $
e luoghi dedicati al divin culto . 177-

f. V.

Come per lagiitfla cognizione , che ayea-


no delle divine cofe, i primitivi Criftiani
regol-aflero le loro azhni , e procuraf*
firo di non commettere ale una cofa , cbe
9
difdicefje alia pleta , e alia bonta de
coflumi .

I. Come i primitive Criftiani penfando alia


prcfinza di oio 5 che giuftamente ere-
devano effer immenfo , fi afteneflero dal

peccare e nella virtu fi 201.


,
tfercitaftero .
II. Come per ifibivare / cterno fopplizio
epcr
(XXI)
c per acquiftare vera heatitudine , U
the confiiie nel godere Dio , c w fiprtL*
ogni c<>fa
amavano ,
p+ocuraffero i Cri-

fliani di vivere fecvndo il dettame retto


delta ragione , e le majjiwe del fan-
. 211.
gclo

S. VI.

Tenendo per certo i Crifltanl , cbe Iddio I


il
principle ,
e il fine delT uomo , r//i?-

rivano in lul tutte le loro operazioni. 227.

CAPO II.

Delia ferma fperanza de primitivi Cri-


ftiani in Dio .

fegni , c^e davano i


primitivi Crtftia*
ni delta loro ferma fperanza in Dio. 230.

. II.

I. De* fimboli cbe ufavano i primitivi ,

fedeli per anlmarfi a Jpe rare in Dio. 240.


II. DC nomi di tperato ,
e di Speranza . Ivi.

. III.

Percbe i Criftiani
imponejjero a* luogbi, do*
*ve erano foliti di fepellirc i loro mor-
ti , il nomc di cemetcrj . 242*

I. IV.
(XXII)

*. IV.

Del timore , cbe di Dio aveano i


primiti-
1)1 Crifliani. 244,

-
. V.

Quanta foffero lontani i noftri maggiori


dal prefumcrc di loro medejimi . 245.

CAP O .III.

Delia Car it a de primitivi Crifliani ver


fo Dio .

CAPO IV. ^

Delia virtu delta rtligionc de* Trimitivi


Crifliani . 2 66.

I.

Quanta foffero contrarj alia idolatria i

primitivi Crifliani , e
quali mezzi
ado-
praffero per toglierla , e fradicarla af-
fatto da* cuori degli u&mini , cb erano
dediti alia fuperftizione . 26%.
I. Quanta fofsero i primiti vi Crifliani con
2 6%.
trarj alia idolatria .

II. Quali mezzi adoprafsaro i primitivi


Crifliani per ifradicare ,
e togliere dal
rnondo la idolatria . 2 70.
III. / primiti vi Crifliani non folament^j>
non adoravano le immagini degli Dei ,
ma mtnchc ardivanQ difarle per eferci-
tar/t
pcxiii)
tarfi neir arte della pittura , o
. 2 74.
fcitltura
IV. Scbbenc amrnettevano , cbe dovefsero
efsere veneratigli idngioli , e i Santi,
con tutto do flavano attenti a non pre-
ftar loro II culto di latria , cbe fi dcvc-j
umcamente a Dio . 276.
-V. I(iguardavanfi eziandio i Crifliani di
ntn nominare niunfalfo Dio ne loro di-
fcorfi , e colloquj. 278.
VI. ^ongiuravano pel gcnio 9 nt per ltu>

fortuna di Cefare . 280.


VII. Non voleano cbiamare Dio col nome
di Glove . 280.
VIII. Sebbene non fi rhiravano dal con
ferfar co* gentili , con tutto do riguar-
davanfi da quelle loro cenverfazioni ,
nelle quali fi fcorgeva qnalcbe vtftigio
di fuperflizione . 281
IX. *l<[on
andavano a vedere ne anco per
curiofita i templl de* Gentili . 282.
X. T^e intervenivano a loro fagrlfizj . 284-
XI. Won ufavano le corone ,
perche erano
impofle morti da* gentili ,
a"*

287.
XII. Won e pertanto
maraviglia , cbe non
confultafsero mai coloro ^ cbe faceano
profeffion di magi a . 285?.
XIII. Won intervenivano a
9
conviti de*
Gentili .

XIV. Aon andavano al teatro ,


ne agli
altri fpettacoli .

XV. Non ufavano niuna dimoflrazione di


onore agrimperatori , cbe
nonfofse pu-
ramente Civile .
290

. II.
(XXIV)
. II.
/

Delle fregbiere , de templi ,


dc lie feftc
dellc Sacre adunanze de"
primitivi
Criftiani .
^
9
I. Delle pregbiere de primitivi Criftiani. Ivi.
II. Sc ne* primi tempi i Criftiani tbbiano
avuto le Chiefe . 29 6.
III. Delia forma ,
o ftruttura de templi
9
de primitivi Criftiani
, 308.
IV. Delia difpofizionc dellc anticbe Chic-
ff- 3 op-
9
V. DC tuefliboU templi anticbi de Cri- dc"

fliani . 310.
VI. De// atrio dellc Chiefs . 312.
VII. Del T^artecc . 315.
VIII. Dtlla Njvc delleCbicfe. 317.
IX. Del Coro , e del bema, ovc era / 4/-
f^r<? . V 318.
X. adunanze , cbe file anfi fare nellc
f//e

Cbiefe la Domenica . Ivi .

XL Delia Tafyua . 324,


D//e <z/rre Fefte ,
c/;^ celebravanfi
da* primitivi fedeli . 326*
XII. Delle adunanze de* Criftiani , e della

modeflia loro nelle Cbiefe . 327.


XIII. Delle ft azioni de primitivi Criftiani .330,
9
XIV. Delle fupplicazioni de primitivi
Criftiani. 332,
XV. Delle private pregbicre de primitivi
Criftiani . Ivi .
PREFAZIONE.
L L A e cofa. Q tt * fo

ff * mile il

preilo che
tutte le focie-
. initial Cn
ta naziom
e
comune di am-
mirare la vir
tu e narran-
do 3 o fcrivendo celebrate con alte lodi 3
e tramandare alia memoria de i pofteri
ilfenno 5 i\ valore 5 e le illuftri azioni
de loro maggiorire comecche a moltiflime
fliabene 3 cio fenza dubbio alia noftra
Chiefa 3 o focieta y o repubblica 3 chci^
vogliam dire^ malfimamente conviene^ la
quale con approvati documenti y e con-
1

fermati dagl iftefli Gentili puo a eviden-


R za
ij
i RBPAZION H.

2 a dimoftrare i noftri antichi


5 quanto
in ogni genere di virtu furono eccellen-
ti 3 e come non folamente colla veracita

della dottrina 3 ma eziandio colle fante


loro ottennero 3 che la uni-
operazioni
ca vera Religione maravigliofamente fi.
tiuto il mondo . Imper-
propagaiTe per
ciocche fe la fola opinione 5 che mol-
ti anticamente ^veano della fortezza y

della eiuflizia 3 e delle altre virtu desli


w t~>

Eroi che o non viffero mai 3 o fe pur


D

vifleroj non furono certamente tali 3 qua-


li erano riputati 5 tanta
impreflione fa-
ceanegli fpiriti de mortali 3 che non po-

chi di effi 3 a fine di alfomigliar loro 5 a


graviffimi pericoli efponevano ^ e fog-
fi

giacevano a infiniti
travagli , e patimen-
ti s quanto maggior forza avranno pref-
fo i fedeli di Gesu Chrifto gli efempli 5

non dico di alcune 5 ma di un numero in-


numerabile di perfone di ogni feffo 5 di
ogni eta 3 e di ogni condizione 3 che-*
ne primi fecoli della Chiefa 3 come tanti
gigli trale fpine 3 cosi tra gli empj 3 c
malvagi idolatri fi mantennero illibatif-
fimi 3 e da virtu in virtii avanzandofi a 3

si alto grado di perfezione falirono 3 che


non folamcnte recarono a noftri follie-
vo >
P R E F A Z I O N E .
ifj

vo 3 c giovamento 3 ma fovente ancora


ne perfecutori 3 e nemici noftri cagiona-
rono e cotifufione 3 e maraviglia 5 e im
vivo defiderio di efTere loro imitator! ?
E nel vero onde nacque mai 3 che co-
ftoro 3 dopo tante 5 e cosi atroci calim-
nie inventate contro de noftri Maggiori
per ifcreditare il nome giu- Criftiano 5

gneflero finalmente a confeflare 3 che i git


fedeli di Gesu Crifto oneftamente vivea-f ?
/w
-
c ^
l

no 3 e la ofpitalita y e le
e la pudicizia 3 p
tl
virtii morali tutte con incredibile dili-

genza offervavano ^ e fi determinaflero


ad abbracciare quella religione a che^
aveano prima in abbominio 5 e orrore
avuta 3 le non dall aver effi conofcitito
con ammirazione 3 dopo che liberati fu-
rono dalla invidia D la iiinocenza de no
ftri 5 e chiaramente
comprefo 3 che non
altro maggiormente doveano defiderare,
che imitar quelli 3 la vita de quali
d*

tanto era efemplare 3 e perfetta ? Poiche


non pu6 negarfi 3 che prima eglino 3 per
un certo aftio ifpirato loro dal nemico
dell uman genere (il quale per laprodi-
giofa propagazione del Criftianefimo ve-
devairreparabililefueperdite) appellaf-
fero Atti i fervi del vero Dio 5 ejlrego*
a 2 / 5
iv PREFAZIONE
nl 3 e impoftori , c/o/f/// 3 e fedtittori

5 e demon] , c differ at i , e
tfuferftizjofi
titi i e p/e&r/ e dirfo-
cfcimuniti , 5

dell afino, efacrilegbi li chiamaf-

fero 3 e mille alcri obbrobriofi nomi im-


loro 3 e a morte gli odiaffero *
.ponefTero
c ogni opra 3 e diligenza ufaifciu per di-
e torrc loro con fuplizj mai
fcnoprirli 3
ne veduti 5 ne uditi la vita Ma fu-
piu
.

bito 3 che fu loro coaceduto di confide-


rare 5 e di efaminare fenza pafllone i coftu-t
mi de Criftiani medefimi 5 e di offervarc
con quale grandezza di animo le dignita,

e il fafto 3 e tutto cio 3 che queflo mon-


do fallace o da
o promette 3 fpregiaf-
3

0*)S.Giuft. fero D e eon quanta e fortezza 3 e pazien-


2a fopportaffero i pm fieri tormen-
(")

$4. ti 3 che inventar poteffe la crudelta de ti-


ne lodarono la virtu 3 fenza
an. 1747.
pero approvarne la religioae 3 che fu
perftizione empiamente chiamavano , o
infieme e la religione celebra-
virtiij e la

Apofi uTn!
^ono 3 e
corrifpondendo a lumi 5 (^) c
xu. p. ioo. a ll e mozioni della divina grazia 3 e I una 3
e 1 altra abbracciarono^e procurarono di
Le pnnci- , .

^ii calun- coltivare .

furono
vantcttG
quanto alle calunnie appofte a no-
>

Gittdet. ft^i da neaiici del nome crifliano 3 nom


vi ha
PRBFAZIONB. v

vi ha dubbio 3 che alcuni Padri della


Cattolica Chiefa rimproverarono a Giu-
dei d eflferne eglino ftati gli iaventori
delle principali 3 e fpecialmente di quel-
le 3che T ateifmo , la uccifione de fan*

ciulli 3 e le impudiche cene riguardano ,

Mandafte 5 cosi parla Giuftino Martire


(#) nei Dialogo contra Trifone Giudeo,
M
PS
da Geryfalemme degli uomini fcelti a
pofta per tutto il mondo y e fignificaftcs
ch era nata I ateiftica fetta de i Criftiani 3
c fpargefte^ che da noi queile tali fcel-

leratezze fi commettevano 3 le quali da-


gl ignorant! fono facilmente credute
*

Lo fteffo rapporta Origene nel fefto li-


^
1

bro 5 (^) ch
compofe contra Celfo fo-
ei j^. i7 ,

fifta Epicureo Voile 3 dic edi , che


. i
} -
*jy TJ -

i
r . . della ediz.
33 coloro, i quah non ci conolcono , ap-

33 pena letto il fuo libro 5 ci moveffero


33 guerra 5 come chiamaffimo noi ma-
fe
1

33 ledetto I
Onnipotent. Creatore del
33 mondo ;
per la qual cofa fembra 5
ch ei fia fimile a
Giudei 3
33 quali al- i

lorche comincio a effere


33
infegnata la
33 Criftiana Religione 5 fi fludiarono ca-
33 calunniando di pcrfuadere a i morta.
33 che da noftri nelle adunanze era uc-
Ii 3

33 ci& un bambino 5 e le carni di lui fi

a 3 di-
vj PR.EFAZIONE. ]

33 divoravano 5 e fpenti lumi y qucllc i

tenebre fi commettevano*
33 opere delle
33 che non c lecito di nominare *
Le quali cahmnie febbene erano ma-
quaitac- nifeftamente vane 3 e afTurde 3 contut-
tocio piacquero a moltiflimi di coloro ,
1

ch efTendo contro di noi prevenuti 3 fa-


cilmente ne rimanevano perfuafi Onde .

fe i Giudei furono gli autori e del nomc


di Atel 3 e della calunnia della mifcre-
denza dei Criftiani 3 i Gentili , che per-
altro erano loro capitali nemicij con effi
neir accufarci ingiuftamente fi unironoj
e a quefte accufe aggiunfero innumera-
bili altre 3 e i fervi dei fedcli a graviflimi

fupplizi fottopoferojf^) e loro coftrinfe-


MS.Giuft j- -1 r ir r j-
A, IT . ro a dire il fallo.a fine di muovere contro
noi Principi altresi 3 e
xii. pagin. i i e i
loo. eel .bii-
popoli 3
j-/-i i i i* t*
. diftruggere quella religione 5 che odiava-
jib.v. deiia no com empia 3 e perniciofa alia repub-

i
blica . Non
faceano eglino conto dellc
.
teftimonianze dei Prefidi delle Provin-
. /
.
c * /* i 7 i

ii cie ( c nno da prmcipj del iecondo


"e

ft.
fecolo della Chiefa avendo efaminata 1%
z! condotta dei fedeli 3 quanto foffe la fa-
Verona JIia di
quefti lacerata
.
ingiuftamente 3 co*
nobbero ) ancorche tali teftimonianze
foifero da noilri citate nelk loro Apolo*
PREFAZIONE. vij

5 lion della coftanza de Santi Marti-


gie
ri 3 che giornalmente eran condotti al
fupplizio 3 non dclla femplicita, della
modeftia 3 e del candor de coftumi , che
in tutti quafi Criftiani fcorgevano .
i

Tutto a quei fcellerati pieni di mal ta- >

lento parea finzione ogni cofa prrnde


-
3

vano in mala parte 5 e quando altro lo-


ro non fovveniva 3 a Criftiani fi oppone-
vano 3 e riprovandone il nome 3 quafic-
che i nomi obuoni fieno per fe medefi-
mi 3 o malvagi ^ la fede loro riprovava-
no come nuova 3 e come vana 5 e per-
niciofa mortale la deteftavano
3 e
Onde avveniva 3 che alctini nel tempo
medefimo e aveflero compaflione di noi 3
perciocche vedevano , ch eravamo da-
pertutco perfeguitati 3 c martirizzati
fenza verun riguardo 3 e mifericordia
con atrociffimi tormenti ; e procuralTe-
ro di fcreditarcj come fuperftizione ab- T

bominevolej e oltremodo grande3 1^ no- g ii* Annaii


ed ca f XLiv *
ftra religione (^2) alcri per adtilare 3
,

poneffero ne pubblici luoghi delle Ifcri- ^


zioni, nelle quali lodavano gl Impprato- i. T. deiie
ic^ cri
113 per avere queiii ufato ogni sforzo , a
"

g^
fine di toglier di mezzo il Criftianefi- $.vn. 3 .

mo ().
a. Ma
vii; PRB FAZIONB.
Ma quefti ftefll Gentili ( la qual cofa
t
uo i abbiamo accennata di fopra ) rien-
>
trando talvolta in loro medefimi ^ dopo
la una feria riflcflione 5 arrivavano final*
ani-y
mentc a comprendere^ c a confeffare an-
ma come fu. cora, ch erano i noftri lontanl da quelle
- quali erano loro attribuite 5 e
***** 3 JG

*.fe buona era , e lodevole la loro con-


v* no.
ver faz j one ^ ma cfoenon aveano altro di
malejfc non fe la
religione 5 come fe cosi
fciocchi foffero ftati 3 e oftinati nella fcioc-
chczza 3 che per una fetta e barbara 3 e
fuperfliziofa^ e pregiudiziale alia repub-
blica voleflero perdere colle facolta 3 e

OOVedi coinodi loro la vita (a) Ed e certamen- .

^rmnonei te a lie fl o
q propofito memorabile il fat;
- to di Plinlo Secondo 5 il
quale avendo
zioni fopra i che ripiena era di Criftiani la
nt efo D
Epit.cap. S. .
1-^.v j- t
Provmcia 3 ch ei reggeva in quanta di
>

pagina4i<>.

deiia Ediz. o piut-


Proconfolo* moflb da falfo zelo 3
deli anno
eM. tofto dalla paura di non
r , ^
ellere
.
riprelo
lll b
^ a ^ Imperatorc 3 perciocche permette-
l "

n f
<\

vita cap. 3. va 5 che foflero i templi degli Dei abban


r
donati 5 numero de Fedeli eiornal-
e il
Ed.deJI. an. f r r .

1707. Ter~ niente crelceile 3 ordmo 3 che citati fol-


27 *
^ero in siudizio i Criftiani , e se erano
"V.f^
deJJ Apo- ,. _ f

iog,c sap.i,
veramente tali 3 rendelfero conto del*
U rdigione ;,
e delle adunanze loro 5 c
pale-
PREFAZIONE. *
alefaflfero gli ufi 5 e i coftumi de Io*
o compagni Aveiidone egli pertanto
.

itrovato una incredibile moltitudine 3


impedire la defolazione della Pro-
>er

r
che farebbe feguita 5 fe incru-
incia 5

leliva la
perfecuzione 3 cosi fcriffe a
Trajano 3 poiche quefti allora governa-
a T Impero . 35 (a) Sono io folito 3 o W
xcvn. del
r .
t. / i r
3 Signore, nfenrvi
di 3 i^ Xt tutte le cole
3 delle qtiali dubito . Imperciocchc
3 chi di voi puo rneglio e reggere la mia
3 perpleflita 3
e iftruire la mia ignoran-
3 za ? Non intervenni io mai alle gin-
3 diziali queftioni dei Criftiani 3 ondc

3 non fo qual cofa in Ioro 3 e quanto fo-


3 gliafipunire30 cercare.Ho io pure non
3 mediocremente dubitato 5 fe debbafi
3 avere qualche riguardo alia eta 3 ov-
y vero abbianfi ugualmente a punire i de-
boli , fienoefli deboli
3 quanto fi voglia >

3 e quei di forte compleffione : fe vi fla


3 luogo di ravvedimentO3O fe a cplui 3 c^
3 e ftato Crift!ano 3 non giovi di aver la-
5 fciato di effcrlo : fe punifcafi il nome
3 ancorche innoccnte 3 o le fcelleratez-
,3 ze 3 che credonfi convenient! allo
3 fteflb nome* Frattanto io mi fono ap-

, pigliato a quefto
X PREFAZIONE.
33 re coloro 5 che mi erano ftati denim-
33 ziati . Dimandai loro 5 fe erano Cri-
33 ftiani. Avendo eglino corifcffato di si,
1 interrogai per la feconda, ed ezian-
%

33

33 dio per la terza volta , minacciando


33 loro la morte, e ficcome perfeveraro-
33 no nella opinione loro , comandai ,
33 che foffero condotti al fupplizio.Poi-
33 che non dubitava gia io 3 che, qualiui-
33 que cofa era cio3 ch eglino profef-
33 favano3 doveffe tuctavolta effer puni-
33 ta la pertinacia 3 e la infleffibile loro

Citcadini Romani, giudicai 3

doveffero eflere rimandati a Roma


33 DifFondendofi pertanto il male 3 mol*
33 te
fpecie di malfattori fi ritrovarono
33 Fummi prefentato un memoriale ch<

33 contenea i nomi di mold 3 i quali ne


33 gavano di effere prefentemente 5 e d i

33 effere ftati per lo paffato Criftiani \

33 mentre feguendomi 3 invocavano gl i

33 Dei 3 e alia voftra immagincj che io or


33 dinato avea , che foffe arrecata co fi
jy molacri de numi, fupplicavano col vi ^

33 no 3 e coirincenfo 3 e inoltre a Crift< i

3>
Hialedicevano^le quali cofe^dic
33 non
3 non poflbno eflfere coftretti a fare colo-

5 ro^che fono veramente Criftiani. Gin-


, dicai io adunque 5 che doveano effcrc
3 rilafciati . Altri dalla fpia nominati y
3 confeflarono di eflere tali, e tofto poi
3
negarono 3 dicendo 3 ch erano ftati 5

3 ma che non erano piii feguaci di Gesu


3 Crifto 3 altri e
da tre 3 altri da piii 3

3 altri da venti anni incirca.Tutti cofto

3 ro venerarono le immagini degli Dei,


3 e lavoftra ancora^e malediffero aCri-
3 fto. Affermavano efll
quefta effere ftata
3 la
colpa.,0 1 inganno lorc^cio^ ch era-
3 no folia di adunarfi in im certo 3 e de-
3 terminato giorno, prima che fpuntaf-
5 fe laluce del Sole , e recitare infieme
3 a Crifto 3 come a Dio 5 degl Inni 5 c
3 obbligarfi con giuramento non a qual-
3 che fcelleraginejma bensi a non com-
3 mettere furti 3 latrocinj , e adulterj 3
3 a non mancar di parola 3 a non nega-
3 re 3 eflendone richiefti 3 di tenere ap-

3 preflb di fe in depofito T altrui roba 3


3 fe
pure Taveano, e che cio finito par-
3 tivano 3 e di nuovo convenivano a
3 prender cibo comune peraltro 5 e in-
3 nocente la qual cofa aveano trala-
>

p fciato di fare dopo i| mio editto 5 per


sit P R E F A Z I O N E .

33 cui avea io ? giufta il comando voftro,


33 proibicofimili
adunanze . Ma io crc-

35 del 3 che neceffairio foffe di ricavarc


33 il vero a forza di tormenti da due an-
33 celle 3 che miniftre erano appellate 3
33 e null altro potei rinvenire , che una

33 cattiva 3 e oltre modo


grande fuper-
33 ftizione per
, qual cofa
la ho differi-
53 to la cognizione della loro caufa 3 c
33 ho giudicato di ricorrere a voi 3 e
33 configliarmene . Poiche parvemi 5 che
fofle cofa
33 degna di confiderazione y
33 malfimamente pel numero de perico-
33 lanti 3 mentre parecchi uomini di o-
33 gni eta 3 di ogni condizione 3 e dell*
33 uno 3 e dell altro feflb corrono 3 e
33 correranno pericolo perciocche : non
33 folamente le Citta, ma ie piccole ter-

33 re ancora, e le campagne ha infettate


33 il
contagio di quefta fuperftizione 3 la
33 quale pare 3 che poffa effere repreffa ;

33 e corretta 53 Somiglianti a quefte fu-


.

rono le lettere di Tiberiano 5 Prefide del-


la Paleftina 3 fcritte 5 come da molti f

crede 3 a Trajano medefimo 3 e riferite

wot
^ ^ u^ a
* 00 quantimquc parecchi an
Trajano - cora fien o gli Scrittori 3 che le annove
rano tra le
opere fpurie . Non era diffe
rente
ente da quello di Plinio il fentimento di
unurrierabili altri, de qualiragionando
antichifTimo Tertulliano ,3 Moltiflimi^
chiufi occhi inciampano nel-
>

dice(cz) 3 a
cap
>
1 odio di
quefta fetta 3 ficche facendo
5 buona teftimonianza qualcuno di di

,
noi aggiungonoilrimprovero delno-
, me della Religi<jne>che proftjfiamo.Egli
, e 3 dicono un uomo dabbene Cajo
5

,
Sejo 5 non ha altro 5 ch egli e Oiftia-
, ftiano . Altri parimente 5mi ma*
io
>

raviglio 5 foggfagnc , che Lucio Ti-


>
zio uomo certamente favio 3 fiafi all*

,
improvifo fatto Criftiano . Niuno ri-

, flette 3 fe Cajo fia buono


e pruden- 3

, teLucio 3 perciocche fono Criftianij


, ovvcro fe abbiano abbracciato il Cri-
>
flianefimo per effere uno di efli pruden-
5 te, e 1 alcro dabbene Lodano eglmo .

3 cio 3 che fanno 3 e biafimano cio 3 che


3 non fanno3 e cio che fanno (non effen-
3
do ben informati del tutto)corrompo-
3 nosfebbene egli e piu giufto dalle cofe
3 manifefte formare giudizio delle oc-
3 culte 3 che per le occulte condannar
3 quelkjche manifeftamente fon buone.
,3 Alcuni poi vituperano quelli3 che avc-
,3 ano conofciuto per impudici^ e vili 3 c
di
PREFAZIONE.
di malvagio coftumejavanti, che foffe*
35 ro Criftiani 3 e per la cecita dell* odio ,
53 che portano 3 parlano 3 non volen-
ci

35 do3 vantaggiofamente de noftri . Che


33 donna ! Cost eglino vanno dicendo \

quanto era ella diflbluta 5 quanto la-


33 fcivamente faceta ! Che giovane !
j

33 Quanto era egli effeminato ! Quanto


33 innamorato ! Si fono fatti Criftiani !

55 In queftaguifa il nome di Criftianc


55 viene imputato a colpa daeffere puni<

55 ta . Certi altri pofpongono a un talc-

33 odio le utilita loro y contenti delhi


33 ingiuria, che fanno da loro mede-
fi

33 fimi 3 purche non abbiano cio, che


33 odiano 3 in cafa . II marico caccia
33 via la moglie conofciuta da lui pel
33 onefla 3 e percio da lui 3 per lo paffa
33 to non cuftodita con gelosia3 per ef
33 fer ella divenuta Criftiana . II
padre
33 per addietro paziente 3 difereda il fi
1

33 gliuolo per altro a lui foggetto 3 e nr


33 e la cagione il Criftianefimo
pa . Il

33 drone una volta piacevole fi leva din


53 torno quel fervo 3 che aveva efperi
53 mentato fedele . Chiunque in fomm^
33 profeffa quefto nome 3 offende Noi
. i

33 fi
appre22a, tanto il bene , che in no i

fi
PREFAZION. Xv

,
fi
fcorge quantol odio 3 che cofto-
y

,
ro ci portano . Ma fe T odio riguarda
,
il nome D qual reato poffono eglino
,
trovare ne nomi ? Quale accufa__>
,
daranno a vocaboli 5 fe non fignifica-
,
no qualche cofa o Barbara 3 o infau-
,
fta o ingiuriofa 3 o difonefta ? Ma il
>

, Criftiano 3 fe confideriamo T inter-


,

pretazione del nome ^ fi deduce dalla


,
ui^ione
Ma ficcome Taftio^e il livore di quella
ente nonaltro ordinariamente riguar-
ava, che il folo nome dei Criftiani (per- /

ocche riluceva la luce de Noftri 3 gin-


a ammaeflramento del Redentore
1 ; (a)>

avanti agli uomini , e vedevanfi le loro (^ s.Matr


ver
perazioni buone 3 che a eloria del
C - "

i
^- , ,

adre 3 en e ne Cieh 3 erano factejr \ N f


. 1l

iverfa era la maniera di giudicare i


ideli da quella 3 che per 1 ordinario
favafi nel giudicare i malfattori . La
ual diverfita era un fegno evidente del-
i innocenza 3 e bonta de Criftiani di
uei tempi Poiche non baftava 3 che i
.

^i
qualche delitto negaflero di effer
di

olpevoli s onde foggiacevano a tor-


icnti 3 acciocche confeffafTero il vero;
ia baftava, bensi , che qualcuno de
no-
PREFAZrONS*
ttoftri3 fimulatido, dicefle di non effei

Criftianoj che fabito eragli data la liber


ta, era onorato 3 ed era tal volta promoflc
alle dignita eziandio piuragguardevoli
Erano anche i rei coftretti a dire di ave:
peccato 3 laddove fegiuci di Gesu Cri
i

fto a forza di minacce 5 e di fuppliz


erano tcntati a negare la religione 3 ch<

profeflavano . Or farebbeegliftato ba
ftevole a noftri il negare di aver com
rneflb alcun fallo 3 e di eflere Criftiani
fe veramente fofferoftau fofpetti a Gen
tili di quelle reita, ch* erano loro appc

fte ? Non erano effi pertanto giudicati dc i

noftrinemici tali, quali erano al popo


lo rapprefentati dai malevoli . Per Ii

qualcofaS.GiuftinoMartire fcrittore i.
-

luftre del fecondo fecolo della Chiefa 5 r L

prendendo i Gentili , che una tal font i

di giudizio approvavano , cosi fcrif


nella fua prima Apologia (.7)
.
5, Non
35 diftingue il ben 5 e il male col prof
35 rir
qualche nome , fe le azioni p
33 nome fignificate non fon cattive Pe .

33 ciocche quanto al noftro nome 5 n


35 fiamo certamente ottimi . Non pr
35 tendiamo pero 5 efler
egli giufto 3 cl

53 pel nome folo ( fe aitronde fi


pruov
che
PREFAZIONH. xvii

55 che fiamo cattivi) dobbiamo eilere


53 ailbluti Ma fe ne pel nome 3 ne per
.

53 la ragione del noftro vivere noi pec-


,3 chiamo 3 fiete Voi 3 o Signori 3 ob~
>3
bligati a procurare 3 che non fieno
53 puniti gl innocent! y perche non ab-
>3
biate a rendere conto di avere manca-
>3
to alia giuftizia Per verita tutti quel-
>3
li 3 che vi fono denunziati non fono >

>3

caftigati
da voi , prima che fieno con-
)3 vinti In noi folamente bafta il no-
, me 3 affinche fiamo condotti al fuppli-
>
zio ^ quantunqiiedovrefte piuttofto 3

.3
quanto al nome medefimo 5 condan-
>3 nare i noftri accufaton . E qual cofa
>3
mai ci
oppongono egliuo 5 fe non
>? che noi fiamo Criftiani ? Oltr^ di che
)? non fappiam noi forfe 5 che T odiare
>j il bene e lo fteflb che offendere la
3

>j

giuitizia
?
Aggiugnefi a cio che fe >

;5
qualcuno degli accufati per paura fin-
,3
ge di non voler effere in a vvenire Cri-
; 3
pur andare libera-
ftiano 3 fi lafcia
o mente 3 non avendo
voi altro 3 per cui
,3
potiate convincerlo di qualche col-
,3 pa 53 A quei di S. Giuftmo fuccedo-
.

10 lamenti di Atcnagora Filofofo , e


i

[crictore 5 il quale pochi anni


dopo com-
b pofe
xvii; PREFAZIONB. I
Criftiani , ch*
pofe la fua Apologia pe*
(a) Perfeverava-
.
rfo e inticolata legazione
lea 7
? no nulladimeno moltiflimi Gentili nell
veqi Mo-
":

r i-
fciiimDifs. odio 3 cheveriodi noi aveano concept.
de Aer. era loro conceduto dal
quando
H
Apol.Athe. r j i-
tempo 3 neramente contra i redeli 3 pel
Colo nome 3 incrudelivano . Tertulliano
che in Cartagine allora tra gli altriCat-
tolici maravigliofamente fioriva 3 non
lavendo potuto foffrire una cosi manife-
fta ingiuftizia, verfo la fine del fuddet-
to fetolo compofe il fiio celebre Apo-
logetico contra i Gentili , nel fecon-
do capo del qualc in quefta guila ragio-
na 53 Non e lecito 5 fecondo voi 3 di ri-
.

33 cercare il Criftiano 3 ma credete 3 che

^ vi fi di al
33 permetta prefentarlo giudice,
53 come fe dal riccrcarlo altro feguir do-
33 vefTc che unasifatta preientazione .
3

33 Condannate adunque 3 fe vien prefen-


35 tato colui 3 che non dovea eflfere ricer-

35 cato auale,j a mio credere,* non


. Il
j.

35 per quefto merito la pena, perche pec-


33-coegli 3 ma perche trovafte , chi non
35 dovea eflere ricercato Ne operate gia
.

voi contro dc Criftiani


35
giufta la regola 3
33 e laforma lolita ad ufarfineigiudizj 3
^ dovci malfattorifpnoda voi tormen-
tati
PREFAZIONE.
33 tad per confeffare Imperciocche fu-
.

3, mo noi flraziati da voftn Prefidi per


ne-
33 negarc 3
quando fe noi foffimo rei ,

33 gheremmoj e voi co tormenti ci co~


. E non po-
35 ftrignerefte a confeffare
33 tete gia voi dire;> che non iftimate a
i noftri mis-
33 propoiito di farci palefare
33 fatti a forza di martorj 3 e di fupplizjs
che da noi com-
33 quaficche fiate certi,
33 mettonfij fe noi confefliamo dieffere
33 Criftiani, mentre quantunque voi fap-

33 piate che uno e omicida3 e in che


3

33 confiftaT omicidio 5 nieiuedimeno co*


33 tormenti ricavatee Iacolpa 3 e il mo-
33 dojche ha egli tenuto per ammazzare .

33 Perverfamente adunque voi prefume-


33 te di
difcuoprire le colpe noftre per
33 la confeflione del nome 5 e ci coftri*

33 gnete a non confeffare 5 acciocche ne-


33 gando il nome 3 neghiamo ancora le

33 icelleratezze, delle quali prefumete,


33 che fiamo rei per lafteffaconfefiione
33 M immagino frattanto, che non vo-
33 gliate che perifcano i Criftiani D i
3

33 qiiali
X
fono da voi credmi peffimi .Ma -

33 fiete voi forfe foliti di dire a un omi-


33 cida 5 nega, e di comandare 5 che fia

33 ftraziato il
facrilego 3 fe egli feguita
b 33 a
xx PREFAZIONE
33 a confeffare ? Se non operate cosi con-
33 trodinoicolpevoli3 dunque fiamoda
33 voi giudicati innocentiffuni s poichp
33 come innocentiflimi 3 non volete 5 che
33 ftiamo forti a confeffare 3 la qual con-
33 fefllone voi fapete 5 che debbafi con-

33 dannare per neceflita D e non per giu-


ftizia . Grida il fedele , fono Criftia-
35 po. Ei dice quel>ch egli e veramente 5 e
33 tu vuoi udire quel 3 che non fu mai .
33 Tuprefediper rinvenire il vero , e da
33 noi procuri di fentir la menzogna lo ,

33
fono cio 3 cosi parla il Crifliano 3 che
til cerchi . Perche mi tormenti ? Con-
33 feffo 3 e tu mi ftrazzi Che farefti fe
.

33 io negafli ? Certamente voi non pre-


33 ftate agli altri fede fe negano 3 eppu-
33 re fubito credece a noi 5 le neghiamo
.

33 Siavi 3 fofpetta codefta vo-


o Gentili 5

di giudicare 3 e
33 ftra
perverfa maniera
33 ftate attend 3 che non fia qualche oc-
35 cultaforza, che vi muova a giudica-
33 re contra la forma 3 e contra la natura
33 del giufto 3 e retto giudizio 3 e contra
33 tutte le divine 5 e umane leggi . Poi-
33 che 3 fe io non erro 3 egli e dalle
vo-
33 ftre
leggi medefimc ordinato 3 che i
33 rei vqngano in potere delia giuftizia,
PREFAZrONE.
,5 c non reftino nafcofti >
c che fe con*
33 feflano, fieno condannati , e nonaf-
33 foluti. Or tu ftimi il Criftiano reo di
tutte le
35 piu gravi fcelleratezze 5 e per
35 aflblverlo 5 ti ftudi di farlo nc gare .
55 Vuoi dunque 5 che neghi di efTer mal-
35 fattore 5 afiinche tu lo dichiari a fuo
33 difpetto innocente 3 e anche non reo
33 per lo pafTato ? Onde mai provienc
33 cotefto ftravolgimento 3 che non pen-
{iate doverfi credere
.,3 piuttofto a colui
.33
che fpontancamente confeiTa 3 chea_>

35
colui il
quale nega per forza 5 o aftret-
33
to a negare 3 non ha finceramente ne-

33 gato 3 ed c percio affoluto 5 ficche do-


po la fentenza favorevole da voi data ,

35 firide dcll odio voftro3divenuto un al~


35 tra volta Criftiano ?
Difponendo per-
35 tanto diverfamente di noi da quello ,
1

35 che fiete foliti di difporre de malfat-


35 tori perciocche procurate foltanto 5
3

55 che fiamo efclufi da quefto nomejpote-


33 te
pure intendere 3 non effere alcuna
33 fcelleratezza la cagione delle tempe-
35 ftefufcitate contro di noi 3 mail folo
33 nome 3 che viene 3 per una certa forza
35 dalnemico infernale perfeguitato j la
35 qual forza fa si^che gli uoniini non vo-
b 3 . \
33 gliano fapere per certo quel 5 che
33 tamente fanno di non fapere . Onde fi
33 credono di noi quelle cofe, che ncnfi
33 pruovano 3 e non fi vuole 3 che fieno
33 cercate^affinchenon vengano alia luce.
1

Face no quefte ragioni de noftri


Apologifti grandiffima impreffione negli
animi di molti Gcntili 5 e fe non tuttK
r~ f*

indotti
una g ran p arte di loro almeno coftrigne-
N vano ad ammirare , o inducevano ad
^ammirare infieme3 cd imitare la vita 3.

la virtu e i coftumi di quelli 3 che aveano


o t
?
dTniT&ro * per
JT
addietro rperfeguitati
1
c?
Parlando .

no infitme, adunquc di efli Tertulliano nel Aurimo


/ il]hv/i i 1 .

ciarono t>

33 Conofcevano , dice (jx) 5 coftoro alcu-


,
^33 ni 3 i
quali avanti di effere Criftiani
Cnp.iv. 33 erano impudici, e fi a
proftituivano
33 viliflimoprezzoj e una vita difTolu-
33 ta 3 malvagia menavano s ma ora
e

33 gli ammirano 5 perche a un tratto li


33 vedono emendati,e
pure vogliono
35 piuttofto ammirarli 3 che imitarli,,.
Qi^anto a fecondi 5 non puo negarfi D che
poteflero parimente dividerfi in due claf-
fi 3 una delle
quali per timore 5 o per
vergogna non ofafTe di pubblicamente
profcflare il Criftianefimu , e Taltra ,

depo-
umaiio , libera e
depofto ogni rifpetto
da ogni timore 5 abbracciaiTe la noflra
e oflfervaiTc le facrofante leg-
religione3

gi
contenute nell Evangelio fpetta . E
certainente alia prima di quefte due claf-
fi Claudio Erminiano 3 che anticamente
avea efercitato 1 ufiizio di Prefide nella

Cappadocia (^)Avendo coftui intelo)


. 35 n^
a quefta Scapula
t ^ er
^
^3 che la fua moglie erapaffata caj>.

ni
fcosi talvolta chiama Tertul-
*

,, fetta
]

70*
liano la nollra fanta Fede 3 adoprando la
frafe de Gentili ) 33 e percioavendo cru-

35 delmente trattati i noftri 5 fu per


ca-
afTalito . Men-
53 ftigo divino dalla pefte
55 tre adunque era da vermi (che pareva,
r
35 che nel corpo di lui bollin cro)mangia-
35 to vivo 5 nol fappia niuno, diceva 5 ac-
33 ciocch^per la iperanza, non godano i

35 feguaci del Crocefiffo .Finalmente co-


33 nofciuto fuo erroi^poiche avea co-
il

35 ftretto alcuni ad apoftacare, fc ne pen-

33 mori divenuto quafi Criftiano 53


113 e .

Eraella pero molto piu numeiofa la claffe


dei fecondi imperciocche non folamen-
:

te nel mondo Romano 3 ma cziandio nel-


le
regioni abitate dalle piu ficre 3 e bar-
bare nazioni una prodigiofa moltitudine
perfone di ogni rango 3 di ogni eta 3 e
i

b 4. di
xxfv PREFAZIONE.
di ogni profeffione 3 alia Chiefa fi fotto
mifero 3 dichiarandofi pronti di fpargert-
piuttofto fangue 5 di renunziare i
il che
(a) Lib.r. Crifto 3 la cui Divinita aveano conofciu-
p *
f i
ta DeIIa ual cofa chi ariflime fono le-
p <l

4S.e4.9.deii teftimoniaiize del Santo Martire Irencoy

de irSno 00 San Clenrente (^) Aleflandrino ,


^^

J7J4; di Origene, (c) di Arnobio 3 (^/) e di


de moltiffimi altri Padri, le parole de
Str omi" qua-
504. Ji
per brevita fi tralafciano . Poiche" ba-

^ er ^ folamente 1 offervare 3 che defcri-


vendo San Clemente Romano difcepolo
comra c eif. dcgli Apoftoli i
progrefli fatti dalla Cri*
^. ftiana Religione nel primo fecolo della
"s-p-
1

Chiefa 3 giacche egli verfo la fine del


n.(j?.p*agi^
lib.n
219.6 medefimo fecolo fcriffe la fua celebratif-
fi^a lettera a Corintj Ottenne,
eiib.iv.de
principjc.1
P- 111 -
(rf)Lib.rj. 33
^
r
Paolo Apoftolo il prcniio della
j j- i-
iua pazienza 5 e dopo di aver egli porta-
.
(f) 35

cpntr.iGen.
till
pag. jo.
(ON.<.p.
^
35
to fette vo i te ] e cateiie 3 e dopo di cf*
/
lere ftato
rt

battuto con verghe 3 e lapida-


til
to e ^ venilto predicatore^/ J/angek
33 neH Oriente 3 e nell Occidente 5 rice-
Vette
35
guiderdone della fua fede e
i! :

33 ^vendo infegnato a tutto il rnondo la


*
^ giuftizia 3 *pervcnnc ne confini -dell
-_ e

(/)N.4z. ^ Occidente Gli Apoftoli (/) (inol-


.

r- w- tre ) avuti
gli ordini dal Redentore ,
c per-
PR.BFAZIONE.
, c perfuaficon certezza per la re fur-
5 rezzione del noftro Signore Gesii Cri-
3 fto 3 e conferrnati nella fede colla pa-

, rola di Dio 3 ripieni di Spirito Santo*


3 ufcirono annunziando che venir do-
>
vefle il
regno de Cieli . Predicando
le Citta e per Ic
3 cglino pertanto per ,

3 regioni 3 e avendo provato lo fpirito


3 de primi 3 che in efle convertirono alia.
3 vera credenza 5 li coftituirono Vefcovi*
3 e Diaconi di coloro 3 che doveano in
3 avvenire profeffare il Criftianefimo 3, .
\nziche S. Giuftino Martire attefta, ch
:rafi
gia nell eta fua compito cio, ch era
tato predetto intorno alia maravigliofa

>ropagazione
del Criftianefimo .
33 Non
3 vi e cosi egli fcrive (#) nemmeno
3 un
conTrifone
3
genere di uomini 5 o fieno Barbari 5 o

3 Greci o con altro nome chiamati 5


5

3 abitanti ne carrij o privi di pa- czfe>o

3 fcenti le pecore^o contend cfr ricove*


3 rarfi nelle tende 3 in cui non (i offeri-
3 fcano preghiere 5 e azioni di grazie
>

pel nome di Ges^CrocefifTo al Padre


5 creatore di time le cofe .
3, A S-Giu-
Uno acconfente Tertulliano , il
quale
improverando a* noftri nemici la cecita
oro 3 dimoftra 3 che fcbbene eravamo
xxvi r R E F A Z I O N E.

O) Apoiog. afTai 33 recenti (#) 3 contuttocio avea-


l"lLT!ul 33 nio ripiene le Citta loro 3 le Ifole 3 :>

33 Caftelli 3 i
Municipj , i Conciliabo-
33 li 3 e i
Campi degli eferciti, le Tri-

33 bii 3 le Decurie 3 il Palazzo , il Se


33 nato 3 il Foro 5 e loro avearno lafcia-

33 to i
templi degl Idoli . Domandc
foli
ai Giudei , in
33 egli inoltre quale altrc
33 aveflero creduto (F) tutte le genti :

33 fennonche in quel Cnfto , ch era ve-


8. p.is>
^ nuto j p j c j1 ^ a l u i preftano fede i

33 Parti 3 i Medi 3 gli Elamiti 3 quei del-

33 laMefopotamia 3 gli Armeni 3 gli


abi

33 tatori della Frigiaj e dell a Cappa-


33 docia 3 e del Ponto 5 e delFAfia, e
33 dellaPanfilia, e dell Egitto 3 e dell
33 Africa 3 ch e di la dalla Cirenaica 3
33 Romani, Giudei ,e lealtre genti
e i

33 talmente che e la varieta de Goti , <

i molti confini de Mauri 5 e i termin


-

33

e le diverfe nazion
33 degli Spagnuoli ,
33 de Galli 3 e i luoghi dei Britanni 3 do -

33 ve a Romani non era ftato ancora per


33 meffo di accoftarfi 3 e de Sarmati ,
\

33 dei.Daci3 e de^ Germani , e degl;


33 Sciti 3 e.di moke provincie , e terr<

33 a noi incognite , le quali non pofTonc

33 effere numerate ^ fono fudditi a Cri .

3, fto 3
I>
R E F A ZIONE.
fto ch e gia veftuto nel mondo 5)
3 .

agnavanfi percio fortementei Gentili ,

andavano intorno efclamando 55 (d) (<0

3I1C C

vederfiper ogni dove aflediate ie Cit- ,. p . 40 .


ta . EflTervi ne Campi 3 ne Caftelli 3

nelle Ifole i Criftiani 4 Farfi tutto

giorno nuove conquifte, veggendofi


paflfare alia religion loro innumera-
bili
perfone di ogni feflb 5 di ogni eta 5
di o^ni 3 e di ogni condizione.
V dignita
O
Ma non fi accorgevano i mefchini ,
che o niuno , o pochiflimi a quella
profeflione ^ e difciplina farebbonfi
accoftati 5 in cui non fofTe nafcofto
un qualche gran bene . Non erano pe-
ro difpofti penfar meglio, e di
di

efperimentare piu da vicino 5 quali


Foflero mai i pregi del Criftianefimo .
Li rimaneva la curiofita loro 3 come
forprefa da im occulto torpo-
fe fofle

re Volevano ignorare quello 3 che


.

gli altri godevano di aver conofciu-


to 33 . E non puoniun uomo faggio^
prudente metcere in dubbio^ che dalla
toltitudine di coloro y che fi davano al-
. forza delle noftre ragioni per vinti 5 fi

)mprova(Te ancora innocenza>e la la vir-


i de
Cnftiani, che allora viveano . Onde
ne
xxviij PREFAZIONE.
ne viene chc collo fcorrere del tempi
5 >

non folamente i giudici 3 i quaii per gli


efami rigorofi 3 ch erano foliti di fare 5
alia cognizione del
potevano giugnere
vero 3 ma i
popoli altresi 3 avendo com-
prefo con qtial candore 3 e purita di
animo viveffero iCriftiani, e ceffarono
di calunniarci 3 e all Evangelo accon-
fentirono ficche pochiilimi indi rima-
,

fero nella loro oftinazione 5 i quali 5 poi-


che ncfpagi cioe ne caftelli o viveano 5
>

o aveano la permiffione di facrificare, ne


5

fecoli fuffeguenti furonp da noftri ap-


pellati Pagani .

E quanto a Giudici 5 e Giureconful-


ti 3 non e maraviglia 3 fe altri di lo
ro avendo toccato quafi
3
la con mano
virtu de noftri m^ggiori 3 non volcano
efli 3 ed altri an-
piu incrudelire contro di
che fi convertiffero alia vera Fede . Trai
quelli poflbno efsere annoverati
Serenio
Graniano Proconfolo dell Afia minore 3
che Irrperadore Adriano 3
fcrifle all ef-

fer ella cofa ingiuftiflima 5 che i Criftia-


ni 3 i
quali ncn erano rei di veruna col-
Vedi pa 3 fenza effere fentiti 5 fofTero a iftanza
Mair.
Dol i n
popoli trucidati (a) ) ed i Proconfoli 3
fa>

.
p.87*.
e Prefidi de quali ragiona Tertulliano
nel
PREFAZfONB.
1 fuo cclcbre, c convincente libro di-
etto a Scapula 3(4) dove dice : confef-
70 *
,
fate ^ che noi fiamo innoccnti 3 poi- pa ^*
che fubito ciopo la noftra confetiione,
non ofate di condannarci.Ma fe vi sfou
zate a tirare a voi i Criftiani 3 diinque
vi ftudiate di efpugnarc la loro inno-
cenza .
Quanti Prefidi y e piii coftanti
di voi diflimularono fomiglianti can-
fe ? Come Cencio Severo 3 che trovo
,
il rimedio e la maniera , con cui do-
veflero i noftri rifpondere per efiere
rilafciati . Come
Vefpronio Candido 5
il
quale rapprelentando a fuoi Citta-
dini ) che fe avefle dato loro foddisfa-
zione 3 farebbe nato qualche tumul-
to 3 libero il Criftiano 5 ch era da
efli dimandato a morte , Come Afpro,
il
quale dopo di aver leggermente
tormentato uno de noftri 3 e tofto
fattolo calare dal patibolo 3 non lo
coftrinfe a facrificare
effendofi pro- 3

teftato avanti gli Avvocati 3 e


gli
AiTeflbri 3 che molto gli doleva dief-
ferfiincontrato in una tal caufa . Pu-
, dente eziandio lafcio andare libero ua
, Criftiano5 dopo di aver letta la infor-
>
mazione de patimenti da lui fofferti ,

e ftrac-
Stxx PRBFAZIONE.
33 e ftracciata la carta della informazio-

33 ne medefimaj nego di voler fentirloj


1

33 fenza che gli fi prefentaffe d avanti i


33 accufatore . 33 Ne folamcnte iPrefidi
delle Provincie3ma gl Imperatori
conobbero 3 quanto andaflero errati
loro 3 che tanti misfatti ci attribuivano
Adriano in un fuo editto 5 o Icttera :

che vogliatn dire 3 inviata a Mmuci


Fimdano fucceffor di Serenio 3 cosi fcri
ve . ?3 HO ricevnto una lectera diretta
m i Serenio Graniano (j) uomc
^a
1.4.33 chiariflimoj al quale voi avete fuc
della litor. VT
t j t

c. p. 33 ceduto Non mi pare adunque 3 clu


33 la cofa debbafi abbandonare fenza di

33 ligente ricerca 3 acciocche non i

33 conturbinogli uomini 3 e agli fparla


33 tori non
dia materia di operar male
fi

33 Se dunque gli abitatori di coteft


33 Proviapia faranno vieppiu oftinati ne
33 volere , che fieno tratti al fupplizio
33 Criftiani 3 comparifcano gli accufa

33 tori avanti il tribunale del


giudice
33 e propongano le accufe loro 5 e alL

33 difcolpe rifpondano 3 altrimenti no


33 (I credano 3 che col chiedere folamen

33 te 3 che fieno gli accufa ti puniti 5 o


^ forza di tumulci 3 e di clamori poffa
no
PREFAZIONE.
no ottcnere cio che defiderano . Mol~
to piii ancora convicne 3 che voi fen-
tiate gli accufatori 3 e giudichiate de-

gli
Se qualcuno adunque
accufati .

ricorre contra i Cnftiani, e dimoltra>


ch eglino adoperano alcuna cofa ri-
alle noflre leggi voi li
pugnante ,

cafligherete 3 fecondo che la graviti


del delitto richiede . fe
qualche Ma
, altro per calanniare fi ferve di un tal
feriamentje fopra
,
pretefto y penfatc
cosi crudelc maniera di opera-
,
quefta
,
re 5 e prendetene giufta vendetta .
3)

>osi Adriano nella lettera a Minucio .

4on eda quefto editto diverfo quell al-


ro , che alcuni attribuifcono a Marco
Uirelio con ragione molto piu
3 altr:

Dndata ad Antonino Pio 3 e ch e rife-


ico da San Giuftino Martire , nel fi-
.e della fua prima Apologia (a) 3 e da (a)

iufebio nella Iftoria Ecclefiaftica (^) .


la per paffare fotto filenzio tanti altri

inperatori y che a Criftiani non volle-


o recare veruna (r) moleftia 5 percioc-
:he loro fen- nolho fe "

fapevano 3 quali foffero i


condo Tom
i . < n
:imenti 3 e quanto lodevoli i loro coltu- d e] e A mi
j

iii 3 baftera foltanto che io rapporti chiiaCi-iiiw


3
e L
F a51
:io ^ che di Settimio Severo Padre di
Anto-
r R EF A Z I O N E.
0*)Cap.4. Antonino Caracalla racconta Tcrtullia*
F 7K
"

Fu
no nel fuo libro a Scapula (.t) 35

55 egli, dice 3 memore de Criftiani

55 Poiche Procolo Criftiano


ricerco ,

35 ch era per foprannome chiamato To


pardon 3 e che 1 avea guarito coll
33 olio benedetto 3 c voile 3 che cor
33 effo lui 5 finche viffe 5 nel Palazzc
33 Imperiale rimaneffe 3 il qual Proco
33 lo fu anche conofciuto dal Caracalla
33 la cui Nutrice fu parimente Criftia
33 na .Anziche quantunque Severo fa
33 peffe 3 che parecchi nobili uomini
33 e molte matrone pjrofeffavano que
33 fta religione 3 tuttavolta non fola

53 mente non apporto loro verun no


33 cumentO) ma ne fece degli elogj,<

53 apertamente popolo 3 ch*er;


refifte al

53 infuriato contro di noi 3 Tra^iu >

dici 3 e Giureconfulti 3 che cono


poi
fciuta la pieta 3 e virtu, e illibatez
Neiie 2 a dei coftumi de* noftri maggiori

drFc /ip/e abbandonarono il culto degl Idoli 3


il
appreflb foggettaronft al foave giogo di Gesi
Rinnan ne- .^ .^ .
i- Jr
gH ani fm- Criito 3 mentano di eflere mentova
ccrip,4^. ti
della Ediz.
561! giudice 5 di cui parla Rufi
, , i f x^ J . -

di Verona .
no ocua narrazione del Martirio a
Santo Apollonio ^ c compagni (b} *
\

Minu-
TIIEFAZIONE. xxxiij

Minucio Felice celebre Caufidico 3 e


Scrittore del Terzo fecolo della Chiefa 3
il
impugnando i Gentili , di fe me-
qtiale
defimo nel Dialogo 3 ch egli intitolo
Ottavio cosi parla 35 Quanto ingiufto .

53 (4) fia il giudicare, come voi face >

53 o Gentili 3 delle cofe incognite , in- ^;


, , , , . T .; . tlell an. 167*
35 tendetelo una volta da noi giapenti-
tici del noftro fallo
35 Imperciocche noi
?3
pure eravamo tali 3 quali voi fiete 3
33 e nodrivamo ancora ciechi i voftri me-f

33 defimi fentimenti 3 ftimando che i

33 Criftiani adoraflero de moftri 3 divo-


35 raflfero bambini 3 e celebraflero ince-
i

33 ftuofi conviti ne mai ci fovveniva3chc


:

3
da coloro erano quefte favole raccon-
53 tate 3 i quali ne le ricercavano 3 ne Ic

^3 provavano 3 e che non fi ritrovava niu-


.,, no, il quale fcoperte cosi gravi fcelle-
53
ratezze o per meritare il perdono 5 o
55 per acquiftare la grazia de giudici 3
35
le
palelaffe , e che in fomma non pa-f
53 rea3 che male quello, di cui
fofle
nonvergognavano i Criftiani , c
fi

^ per cui nulla temevano 3 folamentc


^ difpiacendo loro di non eiTere ftati
,, per lo pafsato feguaci del Crocefif-
53 fo Di piii eravamo noi cosi invele-
c niti
xxxlv PREPAZIONK.
33 niti contro di effi y che febbene
di-j
33 fendevamo alcuni Gentilij i quali eral
33 no veramente facrileghi , e inceftuofi|
33 e parricidi 3 contuttocio credevamo 4

33 che i Criftiani neppure dovefTero effe|


33 re afcoltati . Talvolta ancora ci muo-
33 veamo a compaffione di loro 3 e pro-!

33 curavamo , che atrocemente foffero

33 tormentati 3 acciocche coftretti fof-


33 (ero a negarecio, che confeflavano>
33 e cosinon periflero 3 efercitando noi
33 una ftravolta maniera di giudicare ,
33 che non ricavaffe la verita 5 ma forzafle
33 gP innocenci a proferir la menzogna .

33 E fe qualcuno eflendo debole 3 ce-


33 deva ai tormenti 3 e negava di eflere
s, Criftianoj era egli da noi favorito,.
s, come fe 3 rinnegato il nome 3 avefle
33 il mefchino purgate le reita 3 delle
33 quali era fofpetto Conofcete ora_- .

33 voi 3 o Gentili 3 che noi abbiamo


33 fentito 3 e
operato in quella guifa_>
33 appunto 3 che voi prefentemente
33 e fentite di noi , e contro di noi me-

33 defimi operate. 3, Cos! egli eforta-


va i ciechi adoratori degl idoli di fe-

guitare il fuo efempio 3 e di formare^j


:

miglior concetto de noftri^ la vita dc


quali
P R E F A Z I O NE.
uali era totaltnente diverfa da quel-
1 3 che
Gentili penfavano .
gli ftelfi
,gli
e per altro veriflimo 3 che nel
^rzo fecolo della Chiefa 5 pochiflimi
rano coloro 5 i quali credeffero alle
ne
npofture , che da* malevoli furono
rincipj del Criftianefimo inventate 3
a
ine di fcreditarci 5 e fare si 3 che qual-
:uno fi fraftornaffe dall abbracciare la
loftra, Poiche Origene nel fefto
fede .

ibro (a) contra Celfo , attefta che


j queile calunnie 3 quantunque aflurde
,
valfero prima appreflb molti anzi . . .

ingannavano
>
tuttavia certuni, che co-
3 si deteftavano il Criftianefimo , che

3 co noftri nemnieno volevano ragio-


3 nare 33 .Da molti dunque 5 ch egli-
10 erano una volta
ne tempi diOri- ,

;ene fi riduffero a pochi i calunniato-


3 e quelli 3 che le calunie facilmen-
i
(a) Vedi
e credevano , finche nel quarto feco-
o della Chiefa
quando Coftantino il dciia
3

;rande s impadroni dell impero 3 e in-


uimerabili (^) uomini 5 e donne ven- feq.e_Hb.r.
lero alia cognizione dell
Evangelio 3 fu J^g
quelli 5 che nclla pag.a?.
L tutti 3 eziandio a
dolatria rimafero, da efli chiaramcnte ^
j j- i
Pat
r /r J t
uto a aivedere ^ qiunto lone grande la an .

c 2 igno-
xxxvj r R E F A-Z I O N E.
e la malizia dc loro antcnati,
ignorant
che per impedire i progrefli del Criflia-
nefimo , inventarono 3 e pubblicarono ,
tante 3 e si enormi bugie 5 a fine di foU
levare popoli 3 c indurli a procurare_J
i

of- { noftri danni . I .

qu^r-
Che poi Hello fteffo fecolo quarto i|
to secoio i
Gentili cominciaflero a e-flfere ehiamati
^"

Pagani (a) >


ella e cofa con fortiffime:
-
ragioni provata 5 e ftabilita da molti il-j
r
p
uoS- lufai Scrittori y febbene quefti ^ra loro
heod; Je intorno alia derivazione di
quel nome,
contraftano 5 volendo altri 3 che
(>)
glij
Pa-
infedeli cosi foffero appellati 3
.

i 1 erano
/* / \
perche)
ntirati ne pagi , (c) altri per-
... , i

c) Vedi
Bohemer. c he non erano afcritti alia facra Criftia-
Diliert.
facro
de .,. .

na milizia 5 poicne coloro 3 che non mi-


-INI i

jure ,

& Prof.cir- Jitavano erano daeli Antichi detti papa,-


ca i nfidel n
-
-r 11- /J\ i -

^^ 3 come coita da Tertulliano s altn (d)


l

pag.p.
f
Bohem.
<4)
perche preffo gl Idolatri erano in ufo fo-
ibiJ.pag. 9. \ , ti n
lamente ncpagi, e nelle
campagne i Sacn
paganali 3 eflendo ftati tolti quafi affatto
dalle Citta i fuperftiziofi loro facrifizj . f
i? Adrian- Ma per tornare al noftro propofito 3
tifbi delta r , n i i
non lolamente argomentando dimoltra-
vano i noftri maggiori la innocenza 5 e
^av ^ rtl1 de loro
compagni s ma diftinta-
mente ancora 3 e fenza punto efitare,
li
P R B F A Z I O N E. xaxvij

e lo-
ipfoponevano a gentili 5 agli
ftefli /*
dc
"

*-* ro
o Filofofi per efempio 5 la qual cofa non
l

,
L r j- r c0w/>dgi

ivrebbero mai oiato di tare 5 le non


i_
ma. ezhn-
jrano ben fondati fulla continuata cfpe-
*
^ concha
re tesiimo-
ienza, che ne aveano. Altrimenti avreb-
>ero eglino
o temuto di non eflere di fal- vano
ita 3 e di manirefta impoftura convinti 5
: di porre in qualche pericolo la maggio-
e propagazione^e i vantaggi della Santa
e
3hiefa . E
per tralafciare le moltiflimc e fo rtaz . ai

:eftimonianze 3 che ne potremmo addur- Greci num,

kl
>ero
if
.qiiau per la loro copia rechereb-
forfe noja , e faftidio a leggitori 3
. 1 XXXV. p. S :
^j Legal?.
xr. pa.
aremo contenti di alcune poehe j de piu ^c ^ ^ nz ,^i
.intichi, c illuftri fcrittori 3 che nel fe- Greci n. 5 3-

condo 5 enelterzo Tecolo difefero bra- [^LibJir.


vamcnte co libri loro la verita della no- ^ Autoi. n.
Ira fede . Atteftano adunque Giuftino i.^e
(^if.
Mart, Taziano i r. n.xx. p.
Atenagora (^) 5
(vt) ^ (c) 3

Teofilo (^/)
Clem. Aleff. (^) 5
5 Tertulliano E j^ d Qx
(/) 3 Minucio Felice (^) e Ongene (/?) 5
f rc*-

nt
>

chenonnelle parole ma ne fatti confifte


Apoiog. c?
il pregio del Criftianefimo^ e apprefib di XLI. p
... . . (?) OculV.
ritrovano degh tiomini ignorann, e <c.
9f
*,$.
1

quali co lavori
condizione
di viliffima ^eiia
D i

delle mani loro fi procacciano ilvitto, ^ 672>

c delle donne vecchie ancora 3 che le non


rr si 1
L
-it con
co
W tra
-

C e jf
foilouo coile parole renoe-r ragione del- n

la
xxxvlij PREFAZIONE.
la utilita 3 die provviene dalla dottrina 5
che profefliamo 5 la dimoftrano cert
tamente colle buonc operazioni s men*
tre non declamano 3 come erano foliti
di fare i Filofofi de Gentili 3 ma per loro
difefa le rette azioni efibifcono . Anzi
volendo Tertulliano vieppiii confondere
i noftri avverfarj 3 c moftrar loro 5 ciian-
to difference fofle la noftra dalla loro ma*
niera di vivere 3da loro a divedere 3 chc
il Criftiano fi conofce per la correzione
Lib. a fa \
-00 d e ii a v i ta p ^ e gli
u< rnanifeftamen-
c. II.
Scap. A -
J L
P. 9. ^5 te coitarvi
3 3 che noi operiamo*
dice
33 fecondo la difcipiina della divina pa-
33 zienza 3 mentre una cosi grande mol-
33 titudine di uomini 3 che coftituifce
33 quafi la maggior parte di ogni Citta
35 oflerva il filenzio 3 e la modeftia 5 ef-
33 fendo noi uno per uno piuttolto 3 che
33 tutti infieme conofciuti , ne altronde

w
facendoci ma^iormeiite conofcere,
dall emcndazion de coftumi .

fono p er ^ j o cos ^ trafportato pc*


ro nella n A i 1 *

chiefa De woftri Aiitichi 3 che mi periuada 3 non


a effervi tra
?*"
loro ftati dccli ambiziofi 3 dei
queitt era- . .

nopochijjimi maligm 3 e degr impudici 3 e di torbido


emalvagio ingegno 5 che ^grande inco-v
modo wlvoka alia Chiefa recaflero .

fta
PREFAZIONB. xxxlx

leggere T Epiftole di S. Paolo 5


:a di S.

Hemente Romano 5 di S. Ignazio Vefco-


o di Antiochia 5 e le opere degli altri Pa -
tri, che ne fecoli ftiffeguenti fiorircno,
ben comprendere 3 chc la Cattolica
>er

fempre come un aja 5 in


"hiefa e ftata cui
:olla paglia mefcolato era il frumcnto ? e
:ome un campo 3 in cui il grano lafciavafi
:refcere infino alia mefle colle zizanie .

^nziche fono io di fe-ntimento , che non


:n cutti i noftri ceti collo fteflb fervore at-
cendevano Criftiani a procurare laloro
i

sterna falute 5 e che in altri era maggio-


:e 5 in altri minore il numero de cattivi .

Ritrovo inoltre 5 che in certi tempi in


una ifteffa citta quelle Congregazioni
dei fedeli 5 che nella vircii aveano fatti

maravigliofi progreffi 3 e alle altre come


efemplari fi
proponevano 3 5 dalla invidia
o dal fenfo 3 o da un nonfo quale fpi-

rito di fazione incitate., davano poi fcan-


dalo alle altre Chiefe 5 quindi ritornava-
no in loro 3 e ftudiavanfi di rifarcire colla

penitenza e colle opere buone


3 i danni 5 che
aveano e fofferti cglino ftefli 3 e dati co
mali efempli al
proflimo . Errarono
peraltro malamente quei Protelianti 5 i

quali per comparir forie o d ingegno fu-


blime
i

xl PREFAZIONH.
blimc o libero da pregiudizj 3 quaficchc
3

I
ingegnoj e la liberta noftra irnpiegare fi
debba nell avanzar cofe falfe, perche Ion-
tane dal comun fentimento degli uomini,
fi 5 che o uguale folfe nc pri-
avvifarono
mi ancora a buoni 5 o maggiore di
fecoli

quello degli ftcfli buoni il numero dci


malvagi . Ne giova loro il dire D che gli
antichi noftri difputando contro iGentili
ftudiofamente le mancanze dei fedeli ta-
cevano 3 e mentovavano quelle azioni fo**
lamente 5 che ridondavano in loro com-
mendazione Imperciocche odiavano
.

effi 3 come altrove dimoftreremo 3 la_^.

menzogna D e fe non 1 aveffero anche avu-


ta in abbominio 5 non erano fi poco av*
veduti^ che negando 5 o tacendo la ve-
rita 3 efporre voleflero la Chiefa alle de-
rifioni dei loro nemici 3 e fe medefiini a
evidence pericolo di non efTere creduti
allora quando la fanta religione noftra ,
c le gefte di GesiiCrifto^ e degli Apo-
predicavano E fapevano effi certa-.
ftoli .

mente 3 che quahmque uomo difcuoprefr


nientitore una volta, corre manifeftif-
fimo rifchio che non
3
gli fia preftata ere-
denza^ quando anche attefti la verita .
Nonmeno e infuffifteiue^e nialigna
PREFAZIONE. xH

che fanno alcuni intorno


>

lla diverfita dell efpreflioni de Padri


nentre a Gentili , e mentre a Criftiani o
arlavano o fcrivevano . Imperciocche
,

predicando, o fcrivendo
s a noftrigli
ntichi Padri, zelavano , e rimproverava-
10 loro gli abufi introdotti da mold 5 che

erano appellati Criftianij


er la fola fede
ion ne fegue 5 che la moltitudine de cat-
ivi fofle a qtiella de buoni o fuperiore , o

tguale . Erano per lo piii i cattivi fepara-


i dalla comunion de fedeli,
perche pro-
effavano qualche eretica fetta , ondc
.on appartenevano alia Chiefa . Per la
[ual cofa fe i corrotti coftumi di alcuni
Driftiani a Cattolici erano da Gentili
improverati 3 replicavano mag- i noftri

^iori , che de Criftiani doveafi giudicare


ome de filofofi, i quali febbenc erano
olmedefimo nome chiiinati , tuttavol-
a foftenevano opinioni tra loro contra-
ie
(^) . Non
e dipoi crcdibile , che effen-
lo Criftiani diverfihla quelli , ch erano
i

Teftt
i
predicati 9 e ftimaci 5 induceffero tanta
noltitudine di Genuli a convertirfi 3 e a Y.
5
ft
)erfeverare nella noftra Chiefa, che a-
/rebbero ritrovata piena di vizj , qnando
^ra loro
prima r^pprcfentato^ che diniua
dif-
xlii PREFAZIONE
O)S.Ghift. difetto poteva ella accufata (a). efTere

VA 1 1 * I Ma non abbiamo noi meftiere di tante of-


fervazioni5 quando Tertulliano 5 della cur
fentenza i Proteftanti^contra i
quali fcri*|
viamo abufano 5 con parole decifivci
, fi

afferma 5 che riguardo a buoni pochi era-- * +.

no i viziofi;>e cattivi Criftiani . > 5 Non ne~.


V. p ,,
J J gheremo 3 dice egli,
O che tra noi vi fie-
*T}* t>

55
no alcuni avari libidinofi j e cattivi J
35
Bafta quefto per confermare laverita
%J, della Criftiana religione fe non fieno :
j w^

55
tutti >
e fe non fieno molti .
Egliene-/
55 ceffario quanto tu
3 che in un corpo 3

55 vuoi 3 intiero 5 e puro 5 comparifca ta-


55 lora qualche neo.La porzione maggio-^
55 re del bene fi ferve alle volte del pic-
ciol male per
55 pruova della fua bonta ^
Si
53
-
Ma fappiamo , dicono gli Avverfa-
apporta- \ r
no ler*$fQ~ TJ j che fino da principj del Criftiane-
m ptr le ( mo moke dilTenfioiii furono nella
Collo *.
del Chiefa . Chi lo nega ? Sappiamo noi
ereb-
be nella r ure
p J c jie jj
r -^ fe\\ Q vo l te gli autori
re
cbiefa il di tali turbolenze 3 e diffenfioni furo-
Eretici 5 a quali non conveniva
il nome di Criftiano 5 non perche
fe

pretendevano di effere
fcguaci di Gesu
Crifto, la cui Fede per altro aveano
empiamente corrotta Che fe talvolw .

i Cat-
PREPAZIONE. xliii

Cattolici ancora mancavano a loro


>veri 5 non facevano tanta impreflio-
2 le azioni loro negli fpiriti de loro

)mpagni^ che tirar nc poteffero il


mag*
ior numero al loro partito . ConfefTo
i
pertanto 5 che fino da* tempi degli
.poftoli non mancarono nella Repub-
lica Criftiana degli fcellerati Ma que-
i ch erano o impuri 3 o ambiziofi , o
editi ad altra forta f di vizj 3 pochifli-
iierano riguardo a* buoni . Della_>

ual cofa due furono 5 a mio credere 5

r
principali cagioni
. E primieramentt
3me tutte quafi le produzioni della
atura , quanto piii fono loiitane dal-
t loro origine y tanto meno hanno di
>rza 3 e di vigore 3 cosi le umane fo-
ieta vanno mancando di vivacita 3 c
i
fpirito quanto maggiormente fi fco-
:ano da loro principj La qual fimili- .

udine 3 quantunque non abbia total-


nente luogo 5 trattandofi del Criftia-
lefimo poiche le grazie fue
5 il noftro
ledentore Dio infieme 3 ed Uomo a*

nortali abbondantemente comparte >

3er6 dalle facre lettere 3 dalla tradizio-


ie della Chiefa
e dagli effetti ezian-
5

iio argomentumop che fia a


propofito
in
in qualche modo, mentre veggiamo,
che non a tutti 3 ne in tutte le circo-
ftanze , ne in tutti i tempi le diftribiii-
fee ugualmente . II che non da lui cer*
tamente 3 ma dal canto noftro prov-
viene ch eflendo fievoli 5 e volubili 5
>

e non avehdo cosi prefenti alia memo-


ria 3 come i primi noftfi Padri 5 gli efem-
di Gesii Grifto, e de fuoi Santi Difce-
pli
poli 5
non
corrifpondiamo 5 abufandoci
della liberta noftra 5 alle divine chia-
ipate per la qual cofa rendendoci difli-
^

mili abuoni, de quali fempre ha abbon-


dato la Chiefa 3 in varj mancaiuenti y
e anche talvolta in peccati graviflimi
precipitiamo .
Quindi e 3 che appena nel
primo fecolo certuni 3 e nellafine dello
ftefTo fecolo 3 e nelP incominciamento
del fecondo pochi piu 5 e nel terzo
alquanto mold furono i cattivi Criftia-
ni 3 ne quali fecoli peraltro in numer0
affai maggiore buoni nei ceti noftri
i

fiorivano 3 che coll andare de


tempi
andarono fempre fcemando . E ;dob-
biamo noi confeffare 5 che come ncile
grandi Citta, le quali abbondano di
ottimi cittadini pochi 3 in una mag^
giore 3 non tanto pochi 3 e in una_i
gran-
P R E F A Z I O N E. xlv

jratidiffima molti fono ancora i catti-.

i 3
primo fecolo in una gran
cosi nel
uiantita di pii , e fanti Criftiani 3 po-
hiifimifurono quelli 5 cbe dalla retta
agion traviavano 3 nel fecondo fecolo
:refcendo la moltitudine de buoni fe-
leli 3 crebbero ancor i cattivi, e nel
erzo 3 e ne feguenti propagandofi inL-j

no;!o maravigliofo il Criftianefimo 3

naggiormente anche aumentofli il name.


o de
malvagi Dava inoltre . alle__>

/olte motivo 5 o piutcoflo occafione di


ilafTatezza a noftri maggiori la lunga
che in certi intervalli di tempo
>ace 3

;odevano . Imperciocche veggendofi


glino liberi da ogni timore 3 eda tra-
agli 3 e dagli incomodi 3 che feco por-
avano le perfecuzioni 3 fi davano ta*
uni all ozio , certi altri converfavano
o gentili 5 e le azioni loro 3 che per
o paflato erano foliti di riprovare y
mitavano 3 e con impegni entravano
lelle corti 3 ove regnavano la diflblu-

:ezza, T ambizione 3 gl inganni 5 e le


:alimnie D e ftando infieme co viziofi 3

glmo pure far male.


fi avvezzavano a
Alcuni erano occulti
ancora^quantunque
idolatri 3 nientedirrieno
per godere dei
como-
xlvi PREFAZIO
comodi;, che loro prometteva la pieta
de fedeli 5 fingevano di eflere Griftanij
e fe udivano 3 che la perfecuzione era
vicina 3 tornavano al vomito , e rinne-

gavano Gesu Crifto . Trovavanfi final-


mente di quelli 5 i quali moffi dall am-
bizione 3 o dalla concupifcenza y o dal-
1 avarizia^ quando era loro prefentata;

e la liberta ottenuta
per la pace 5 5 la

occafione 3 fi procuravano le dignits

non folamente civili 3 ma facre ancora.


. o davanfl in preda al deteftabile vizic
della luffaria, o T illecito guadagnc
alia falvezza loro anteponevano^ e per
dendo fe fteffi 3 agli altri anche reca
vano notabile pregiudizio Poiche pro .

vocavano eglino contro di se lo sdegn<


dell Onnipotente Iddio 3 e per cagio
loro muoveanfi atrociflime
perfecuzioni
al furor delle molti di loro ce
quali
devano 3 e quali zizanie erano dall elet
to frumenco
feparati 3 col vaglio dell
.) Ten. perfecuzio,ne 5 come dice Tertuliano (a

ne ^ a Chiefa
perfec. c .i. 3
quali buoni combat
i

p- y*- tendo con incredibil fortezza 5


dopo gra
viffimi patimenti 3 al
poffcdimento del
la gloria de Cieli felicemente giugn<

vano
I R E F A Z I O N E . xlvii

Per la qual cofa fapicntemente


ii oiTervato cial Santo Martire Cipna*
Ne
10, (i) che avendo la lunga pace * (*) *

5
corrotta la diiciplina data a Criftia- Upfis
2 3-
ni da Dio 3 la giacente fedc 3 e quail
5
^
3 forprefa da profondo letargo 3 furif- anno i<r8 a .

5 vegliata, e follevata dal celefte ga-

j ftigo della perfecuzione


. Studiavan-
5
fi 3
aggiunge il Santo 3 di accrefcerc
3
il loro patrimonioj e nonricordan-

?
dofi di cio 3 che i fedeli o aveano
fatto ne tempi de Santi Apoftoli 5 o
dovrebbero iempre fare 3 mofli dall*
5
ardore di una infaziabile cupidigia^
j
erano attenti ad accumulare ricchez-
3
ze Non era la Reli^ione
.
^ divota ne*
Sacerdoti 3non nci Miniftri intiera_
3 la fede 3 non fi fcorgeva la miferi-
3 cordia nelle opere 3 ne la difciplina
,3 ne coftumi . Era la barba guaftata.^
,3 con nere tinte negli uomini irtibei- >

,3 lettata la faccia nelle donne 3 adul-


,3 terati 5 dopo che formati furono daL
)3 le mani dell altiifimo J3io 3 gli oc-

>3
chi 3 i
capelli tinti di finto colore 3
>3
frodi per ingannare i cuori de Fe-
deli 3 e aflute
53
vogl ie 3 per le quali
D3 poflano effere circonvenuti i noftri
* R E F A ZI O N E.

.
3, fratclli Corrifpondono a fcnti
mend del Santo Vefcovo di Cartagi

Ue quei di Eufcbio di Cefarea , il qua


le di defcrivere la
lugubre Ifto
prima
ria della Perfecuzione di Diocleziano
in quefta guifa imprende a ragionare
la troppa libcrta
<<0i&.vm. <j
55 Poichc per
storia
xicclet.c. I. 33 Q-iftiani diventati erano negligent!
i i r j 11*
p.57*.deiia ^ e T uno invidiava le fortune dell
Ed.di Can-
*K-i{i.i 33 v*^ 7
viccndcvolmcntc fi maltrai
D5 tavano, onde faceano tante come-
33 inteftine guerre 5 ferendofi 5 quafi cc

33 tante afte , e fpade , colle parole


Vefcovi contra i Vefcovi
i
33 quando
i contra i popoli follevandofi
35 popoli
33 cccitavano de rumori 3 e de tumu
33 ti 3 e le frodi fi avanzavano 5 e la

fimulazione era oltre modo crefcii

33 ta 3 la divina vendetta, come fuo


effendo allora lo ftato della Chi
33 (
35 fa in pace 3 e i fedeli in liberta I

33 celebrare 3 quando loro piaceva 3 1

33 facre adunanze ) adagio >


e come.
33
per gradi comincio a punircij pri
33
cipiandofi la perfecuzione da quc
33 li 3 che militavano Siccomc pert .

33 come fe fofferp ftati


privi di fenfc
33
neppure penfavano di placare il <

vin
PRKFAZIONB.
)5
vin nume , allora finalmente il Si-
35 gnore ofcuro nella fua ira la figli-
uola di Sionne Molte altre cofe .

aggiugne Eufebio e dimoftra


poi il
>

ravvedimento 5 chc ne fegui 5 e la mu*


tazione 3 che fi vide ne coftumi. dei fe-
ieli Egli e dunque certiffimo 3 che *

le
perfecuzioni confermavano i buohi
tiellapieca^ e inducevano parte de cat-
tivi a pentirfi de lor peccati 3 e
parte
in si fatta
guifa atterrivano^ che per
iappocaggine negavano di eiTere Cri-
[Hani . Mold pero di coftoro 3 cef-
fata la perfecuzione 5 tornavano inlo-
ro medefimi , e lunga penitenza delle
:adute loro facevano 3 c in avvenire o

pel timore di non incorrere piii


nellc
Ecclefiaftichc pene (il qual timore era,
loro di giovamento 5
perche a poco >

a
poco difponevano a ravvederfi fe-
fi

riamente ) o per 1 orrore


degli eterni
fupplizj 5 o per lo amore a che verfo
Dio 3 contriti 3 aveano
conceputo^ fi afle-
nevan dal male 3 e tra buoni ,
dopo di
aver dato manifefti
fegni di vero pen-
timento 3 erano numerati, ficche
que-
che una voka non mediocre
gli ftefli 3

incomodo allg Chiefa aveano recato ,


A lc
1 pRE*A2 ZONE..
le davano poi foliievo 3 e allegresza
Ma e omai tempo 3 che veniamo a.
dc fcrivcrc i co ftumi de primitivi Cri
flianij e fenza mentovare i diffetti de
dellc vlrtii di colorc
pochi 5 ragionare
che in gran numero y come abbiam
detto, ne quattro primi fecoli della
Chiefa fiorirono . E affinche io pofla
dividero qu
procedere ordinatamente >

fta mia opera in tre libri 3 nel prirr


?

de* quali parlero de coftumi de noft


Maggiori inquanto riguardavano Die
nel fecondo de coftumi 5 inquanto r
^uardavano loro ftefli 3 nel terzo fina
niente de coftumi s inquanto al proffin \

il riferivano *

* *

* * *

* *

LIBRC
LIBRO PRIMO
D E COSTUMI
DF PRIMITIVI CRISTIANi;
In quanta riguardwano Dio.

Poiche le Virtu Teologali , che


hanno Dio per loro oggetto,
cioe la Fede , la Speranza , c_>

la Carita ,
erano da rjoftri Mag-
giori poffedute in grado fublime,
fa d uopo che da quefte dia-
,

mo principio al noflro libjk , e incominciando


dalla Fede, ch fondamento delle altre , ra-
e il

gioniamo quanto ella e una certa per-


di efTa in
fuafione delle Div/ne cofe ; quindi def dogmi

principal! , ch ella propone a credere ,


e in
ultimo luogo de pregi , e degli effetti di lei , c
fpecialmente della religione , e coflanza in e(Ta
de noftri Maggiori , i quali erano pronti di fof-
frire
qualfivoglia tormento piuttofto, che di
renunziare aCriflo , e alle malfime ,
che da hu
aveano imparate .

CAP.
C A P.

Delia Virtu della Fede


de primitivi Criftiani .

. I-

J. Come la cognizjvne delle Divine


conduce a operar bene
-
]
. II. <<j)uale jia
la virtu della Fede .

Come la I. Sscndo aclunque la vera Religione rego-


T"^
^ e conflfkr;-
cagnl^lone latrice delle noftre azioni ,
ddls Divi* do ella ne! culto nella pieta e nel-
, ,

la eiuftizia verfo il fomtr.o bene , ch e Dio


ducaaope- .
_*. r>,- j /
le quaiche cola fi attribuiice a Dio medelimo
che fia o contraria , o non convene vole alla_
ilirtita e natura di lui j forza & ,* che la reli
, .
.

gione ftefia patifca non piccolo detrimento ,


per confeguenza le azioni non fieno ben regc
late pel della vera , e ftabile, e
confeguimeijlo
cterna falute , a cyi dobbiamo tutti afpirare
polche per efTa (lamo ftati creati , e meffi n
Mondo . Or flccome fenza la giufta cognizior
di Dio , T uomo fuole cadcre in errori gravi
e ragionare in modo 6 rinrgnante , o men pn
prio della perfezione , e della natura del vei
nume ; egli e necefsario di confefsare, che fen;
la giufta cognizione delle Divine cofe non fi d

vera reHgione , ne fi operi da mortali in m


niera , che per le azioni loro acquiftinq la eel
fie beatitudine . Imperciocche fe uorno att 1

buifce a Dio cio , che ripugna al fuo eflTere 5

nega.competergli qualcuno diquegli attribu


che
bfe c o s T (j M i
5
che gli convengono : fa egli certamente ingiu-
ria aliadivina Maefta , colla qual ingiufia chi
volefle aecordare la giuftizia , e la pieti verfo

Dio, parrebbe di voler aecordare cofe fra loro


. Quindi e, che
oppofte, e affatto cohtradittorie
i noftri
Maggiori per operar rettamente , ri-
chiedevano in primo luogo la cognizione . S.
Giuflino Martire nclla fua celebre letter a a__
Diogneto , anche da piu dotti critici ri*
(<*)

conofciuta per flncera , e genuiha , cosi fcri-


ve. ,4 Non si da vita fenza la cognizione . Vi p
*

5-,
fia cognjzione ^ e per vita P an-
per cuore la
che fl riceve , il cui legno
tico parlare^
,, portandofi da voi ,
fark si , che ne ricaviate

fempre del ffutto. Non meno chiafamen*


te difcorre nella Efortaziohe , che indirizzo
//^N^
egli ai Greci (^) , ove difende , che ,, la falfa p i v e d[ . .

,-,opinione della moltitudine , o pluralita de- TV.ZU.OK.Z.


,j gli Dei , qual grave malattia abbatte le ani- cont.iGrcci
me umane . Tertulliano ancora nel fuo li- ftume!0
-
2 *-
^ ^i

bro che porta il titolo della Tenitenza , in_?


,

quefta guifa ragiona conofciuto ch e Iddio ,


lo fpirito umano riguardato dal fuo Creatc-
re , fi folleva alia cognizione della verita ,
e ammeflfo alia oflervanza de Divini coman-
3, damenti , fubito , e per effi iih uito , do-
,
?
verfl creder peccato eio , ch 6 vietato da_>

5) Dio Perche effendo Iddio un grandifTimo


.

bene , ndn gli puo difpiacere altro , che (c) c. ^


il male ; non eflendo tra le cofe contraries p. Jin.
niuna forta di amicizia . (c) E nel libro C^>
c -
4-
intitolato della Tazicnza .
,, Sa ,
dice ,
P I4 *

5, chi conofce Iddio, i fuoi doveri. (*) . At?- rl


Lo iteQb (labilifce Clemente Aleffandrino nel -*

W* llbrode fuoi . Stromi (^e) Tralaicio di men- deir


tovare le teftuiofJanze di Minucio Felice , di
A Eufc-
6PRIMITIVI CRISTIANI.
Dfe*

Eufebio Cefarienfe 5 di
S,
Gregorio Nazianze-
no , di Teodoreto , -a di moltiflimi altri Padri,
per non allungarmi troppo , e non apportar
tedio a chi legge . Ma non poflb fare a meno ,
che defcrivere un chiariffimo paflb di Lattanzio
(*) lib. III. Firmiano , il quale nelle fue Iftituzioni (4).
c.M.p.z?!. ?? Quefte due cofe , dice , fon quelle , che in-
IlZt
c
anno
fieme fanno cio , che fi ricerca da noi
,
la_j :
dell r . ,

35 fcienza da a conolcere dove , e in qual mo-


1748.
5 , do
dobbiamo giugnere ; la virtu fa si , che
33 vi giugniamo. Una di quelte fenza 1 altra
non valnulla. Poiche la fcienza provviene
dalla virtti , e dalla virtu nafce il no(lro

g ran J3 ene (Jj} J5 . Avendo


pertanto i no*
i
Maggiori beniffimo comprefa quefta in-
fallibile verita , erano di fentimento , che in

primo luogo ricercar dovefTe , qual fia vera


fl la

dottrina delle divine cofe . E poiche (apevano 3


?
ch ella ne libri facri , e nelle tradizioni della
Cattolica Chiefa fl conteneva , ufavano gran*
diffima diligenza di leggere quelli , e invelligar
quefte , acciocche e(Tendone eglino ben infor-
mati , poteffero anche illruire i loro profiimi ,

Perciocche eranfi eglino per la efperienza chia-


riti , che qualunque uomo del fuo ingegnofem-

plicemente {1 foffe fidato , ne aveffe ricercato da


Dio la verita,in mille errori farebbe miferamen-
te precipitato . Per la qual cofa Atenagora nel-
(0 kg "

la fua legazione (c) parlando de Poeti , e de


:

P 33 Filofofi de Gentili, non ebbero , dice, tank


35 acutezza , e forza d ingegno , che ricercando
3>
abbiano conofeiuto il vero ; poiche trattandc
35 di Dio , flimavano di non doverlo imparar

35 da Dio medefimo , ma da loro (tefll , onde unc


33 di loro diverfamente dalPaltro ragionava del-
le divine cofe^e della material delle forme,<
del
DE* COSTTJMI 7
del mondo . Ma noi abbiamo i Profeti per
:
, teftimonj di quelle cofe , che crediamo , i
quali Profeti per iflinto dello Spirito Santo,
,, di Dio divine parlarono
,
e delle cofe
.

ef-
r*)Ma quella cognizione ,
e credenza delle y*}>??
V .
i, / T foftabiiifco*
, ,

iivme cofe , che per mezzo delle lacre Lette- no {l altr


>

e , e della Tradizione delle Chiefe , ajutati a r e fyc- j>


a" i3

iallo Spirito Santo , che le ha rivelate , acqui- dalmenteS.


lano i Criftiani , e chiamata da noi Fede , la
]iiale febbene non e chiura ,
e manifefta , co-
ne fono le fcienze naturali , e pero molto
3iii certa di
quelle , e si altamentee imprefsa
idle menti noftre, e con tanto vigore dee efle-
e foflenuta , che piuttofto dobbiamo foffrirc
nfiniti travagli , e patimenti come fecero, i

io(lri Maggiori ,
e perder la vita , che negarne
a verita ,
e la infallibil certezza .

II. Or volendo San Paolo definire la virt-u

iella Fede ,
e defcrivcrne efattamente i pregi, la virtu deL
nella fua Epiilola diretta agli Ebrei (^) , ^ fede.
iiflTe

sffer ella la che dobbiamo fpe-


bafe delle cofe ,
.
WG - xr *

rare , e una flcura pruova delle non appa-


renti Imperciocche cffendo la prfma veritk ,
.

ch e lo (leifo Dio , in quanto ella non e vedii-


ta inileme colle altre cofe , che noi credia
,

mo , ( per cagion di efla , poiche fono da lei


rivelate ,
e a lei fl riferifcono ) 1
oggetto
dellamedefima Fede ; egli e neceflario 3 che
quefla Fede fia una certiflima pniova delle cofe
non apparenti ; le guali efsendo promeffe a*
veri feguaci di Gesu Criflo , fanno si , che la
fuddetta virtu dellt Fede fi appelli, e fia il fon-
damento di cio , che fperiamo di confeguire do-
po morte E per verita qual pruova piu cer
.

ta, e piu ficura puo dariTmai della Divina ri-


vclazione ? Perciocche non potendo Iddio eflc*
A 4 re
DB PRIM1TIVI CRISTIANI
re ingannato , ne ingannarfi per efler egli in- -,

finitamente e fapiente , e verace , e buono ;


qualunque volta manifefta quel , che devono
credere , a mortali ; forza e , che convinca
lo fpirito umano ->
e lo pieghi a preftargli ogni

maggior credenza E non vi ha dubbio che . >

T Altifllino Dio non folamente abbia rivelato


alia Chiefa quelle verita che conducono alia >

falute noftra , ma molte ragioni aheora abbia


fcmminiftrato ai mortali , onde pofifano facil-
nente intendere effer elleno da lui medefi-
>

J!mo rivelate Gli oracoli de Profeti verifica-


.

ti in Gesu Criilo ; i miracoli da lui mentre


dimorava tra noi, e dopo la fua gloriofa Afeen-
flone in Cielo per mezzo de fuoi D/ifeepoli e >

feguaci operati in ogni tempo , affine di con-


fermare le malfime del Vangelo ; la Propaga-
zione prodigiofa della noftra Santa Religione ,
e molti altri motivi , che per non dilungarmi
troppo y fono coflretto a tralafciare , fono
evident! fegni della verita della dottrina pro*
pofta come rivelata dalla Chiefa , ficche fenza
una fomma temerita , e imprudenza non puo
ella eflere da niun mortale rivocata in contro-
^/erfia . In fatti effendo propria del folo vero
Dio la previfione delle cofe avvenire , e la po-
tefta di fare miracoli non eonvenendo ad altri ,

che alia
Onnipotenza fiamo dalla ragione di lui,
indotti a confeffare , che non altronde , fennon-
che da lui trae la origine fua il Criftianeilmo ,
per cui confermare tante cofe furono predette ,

e avverate, e operati tanii prodigj . Quanto alia

propagazione , non vi ha tiomo ne cosl per*


verfo , ne cosl oflinato , che conflderando 3

eflfer la fede noftra e per la fublimitii della_,


dottrina 5 fuperiore ad ogni umano intendi-
mento a
D B* C O 9 T U M 1
p
mento e per la maffime morali, contraril
>

alle inclinazioni della natura corrotta , e aver


ella a onta del diavolo , e de Filofofi , e de*

Principi gentili altresi fuperate le calunnie,che


contra i tioftri erano fparfe , e le perfeeuzio-
ni , che alia Chiefa e fpeflb , e con incredibil
furore erano moffe , e fatto , in si breve tem
po , tanti , e cosl maravigliofi progreffi , ch-e
occupo non folamente il mondo Romano ,
ma
eziandio i
paefl delle piu fiere , e barbare na->

2i oni , non
perfuafo , ch ella fu per opera
refli
Divina , e non per iftudio , e arte di alcun.-
mortale introdotta 5 e divulgata . Che fe mol-
ti(Time /ette favorevoli al fenfo , e che parea-
no conform! alle mafTime, che allora valevano ,
5

protette da piti gran Monarch! della terra , e


a forza di arm!., c di altri ajuti umani intro-
dotte ,
e diflfeminate , appena cominciarono ,
che furono tolte di mezzo , come avrebbe il
Criflianefimo fatto quei si prodigiofi avanza-
menti , e come per tanti fecoli tra tante rivo-
luzioni , avrebbe durato , ie non foffe ilato fo-
ftenutodalla Onnipotenza del veroDio? Aggiu-
?

gnefi a cio la coftanza d innumerabili Martiri , i


quali certamente ne per un capriccio , ne per
una religion e , di cui non aveffero conofciuta la
verita, non il farebbero efpolli a tanti pericoli ,
a tante pene , a tanti
travagli 5 e finalmente a
perder la vit*, fe non aveffero avuto una ben
fondata , e ilcura fperanza di acquiftarne ^ e pa-
tendo, c morendo una molto piu e durevole , e
felice ne Cieli . Ma veniamo a
3

primitivi Cri-
e veggirxmocome , e
[liani ,
per quali motivi
folfe in loro cosi viva la virtu della fanta Fede ,
lo i>* IIUMIT*YI CRISTIANI .

$. II.

6>u&ntofojje
ne* primi Crifiiani eccellente
let virtu della fede y e per qualimo-
tivi in ejja Jl confermajfi ro .

I. Ofledevano adunque i noftri Maggiori ,


T"J
5
fife ne pri- J_ c he ne primi fecoli della Chiefa fiori-
mi :nttia~
rono ^ j n g ra do cosi fublime la virtu della fede,
C 1C non ^^ amente procuravano con atti fre-
^
"avift&del

Ufede . qucnti di mantenerla , e maggiormente Impri-


merla, e aumentarla ne loro animi,ma fi fludia-
vano eziandio con incredibile zelo,come altrove
faremo vedere , di propagarla negli altri 5 e
bramavano di fpargere per efla il fangue loro,
e di perdere infieme col fangue la vita . Era*-
no per tanto le adunanze e fpefle , e fervo-
rofe ,che celebravano, tante proteftazioni del-
la loro crederiza ; poiche co piu vivi fenti.

menti dell animo recitavano quegP inni , e


5
que paffi della Scrittura , ne quali fi conten-
gono i decreti , e le maffime della fede noflra
()SG!iift
MaruAp.i. ^
^ ^ e terminavano rendendo
infinite erazie , e pel
al dator di ogni
benefizio della
n. fjXv ICQ
creaz^ione che godevano , e
e per la falute
P. SC. feqq. ,
,

per gli ajuti , che loro fomminiftrava per fo-


ft ental ^ n v ^ ta 5 e P er aver loro conceduto il
f^S G*n "fi

fUvin.xm. dono della fede , per cui alle cofe rivelatc


(Z>)

p. $i. credevano . Ma non fi puo idesr 1 uomo


quanto fofle a noilri antichi a cuore il vieppii
confermarfi in queila Teologale virtu , fe nor
fi rapprefenta la infuperabil fortezza Lore
gli
nel fonrire qualflvoglia traverfia , e tormento
purche poteOero e mantenerla intiera ? e pro
pa-
D
*

C O S T UM I It
?agarla i conceduto , per tutto
fe era loro
1 inondo La qual cofa dovendofi da noi trat-
.

are di propofito in altro luogo , puo eflere


3er ora tralafciata .

II. Frattanto erano le ragioni ,


fortiflime
ier le quali eranfi indotti a credere , che la
lottrina propofta loro dalla Chiefa fofle rive- ; no ftri An-
ata da Dio . Imperciocche febbene egli e cer- ticbiUS***
A ?*** *
iffimo , che fenza efler chiamato dal Padre \
1e lumi , niiino viene a Crifto , come noi leg-
9
^iamo ne facrofanti Vangeli (4) tuttavolta va-
} motivi abbiamo , i quali , fecondo la pru- confermaf-
denza , e la ragione ancora ci debbono muo- fero .
vere a confeflTare , che la Tola Griftiana Reli-
Tione fia la vera . Per la qual cofa Eufebio
Vefcovo di Cefarea , che vilfe ne tempi di
Coftantino Imperatore , nel eccellente libro ,

che ei compofe della EVangelica Treparazione D ; erano


(i) egli facile , dice , 1* invefHgare , e cono- chtamatial.
fcere , effendo quali innumerabili , ed eviden- J* fede*.
tifTime le ragioni che molti de noflri fcritto-
,
(^s.Gior
ri hanno addotte per confermar la veracita ne i c. VI .
della dottrina del facrofanto Vangelo .Appor- . del Vangcl.
ta egli pertanto gli argumenti , che i noltri v. 44 e ^ - <J

Maggiori deducevano da fegni,i quali ad ogni


*
uomo prudente rendono credibile la noflra C*) L<

c ]

fanta Reli^ione de quali feeni noi brevemen-


.

f efii- ecllz
\ j-
te ragioneremo . Pnma pero di entrare in di p ar 5 i i

quefle ricerche , fa d uopo di oflervare , dcll a.i^iJ


tali

che gli Antichi noftri fi proteftavano di eflere


11 r T 1 CO N. XL11
itati alia fede chiamati
per ifpirazione , e gra- ^
zia del Signore San Clemente Romano nclla
.
^
fmcera Epiflola , ch ei fc rifle a Corintj (r) i

Gli Apoftoli
>5
, dice , iftruiti da Gesu CriRo ,
35 annunziarono agli altri il Santo Vangelo ....
9t Fu adunque mandato Crifto da Dio , egli
Apo-
2i X>E* PRIM1TIVICIUSTIAM .

uni , e gli altri per


., Apoftoli da Crifto 9 e gli
volonta di Dio predicaf ono a mortali il Re-
9
Gli Apoftoli pertanto rice-
,v gno de Cieli .

,, vuti gli ordini dal loro Maeftro , e perfuafi


99 della verita della fede per la refurrezione
del noftro Signor Gesu Crifto , e eonferma-

?,
ti parola di Dio colla pie-
in effa fede per la

hezza dello Spirito Santo , e con ficurezza


,j ufcirono
nel mondo predicando &c. Avea
cio egli apprefo dal fuo Maeftro San Pietro
Apoftolo , il
quale cosl fcrilfe a fedeli ramin-

ghi ,
e difperli per la Cappadocia , pel Ponto ,

per la Galazia,per PAfla, e per la Bitinia . Voi


(lete la fchiatta eletta 9 il real facerdozio ,
la fanta gente
, il
popolo della eonquifta ,
,, per annunziare agli altri le virtu di eolui ,
5i che dalle tenebre vi ha chiamati al maravi-

^) Ep. n ,, gliofo fuo lume(X),San Giuftino Martire,che


c. il. v. 9- fiori j come altrove abbiamo notato 9 verfo la
meta del fecondo feeolo della Chiefa 9 nelb
(^) N. x. fua prima Apologia (6) fa offer vare: ,, che non
P- 4^ era in noftro potere di nafcere; ma di fegui-
tar cio , che a Dio piace , e che ferven-
doci delle facolta ( cioe della liberta ,
c

potenze noftre ) che abbiamo da lui avut<

cgli ci perfuade, e ci conduce alia fede . I

(c) N.Xfc nelP Apologia feconda (c) Credettero , di ,>

ct , a Gesu Crifto non fblamente i Filofofi


.,, e gli altri uomini di Iettere ma quelli anco 5>

ra , che co lavori delle mani loro acquiila


vano il vitto e
gP ignorant! , i qi:ali la glc
,

ria paura
, e lae la morte fprezzarono ,

5, Perciocche non operarono cio principal


9
mente in cffi gP iftromenti dell umana rj
?, gione , ma la incr:arrabile virtu del Padre
Per la qt:a! cofo. Taziano difcepolo di S*Gh
(lino
D v
COST UMI I

ino nclla fua OrazioneGreci GONxxtx.


O) contra i

8 *-
Dnfefla di fc , che medefimo
dopo di aver egli P**
faminato tutte le fette del filofofi , fenza aver
lai potuto reftar contento , ritrovo finalmente

Libri fagri , i quali per la fempiicita


dello fti-
molto gli piacquero ; e che iftruita la fua
icnte da Dio conobbe , che per quefti iareb-
,

liberare da nemici dell uman ge-


5
efi potuto

ere , e avrebbe acquiftato quei doni , che


igevuti una volta dall uomo , per colpa del-
uomo ftetfb furono perduti . Dalle quali co-
2 , che f^no ancora da piu recent! Padri Ha-
ijite , fi puo chiaramente dedurre , che fe la
razia di Dio non ammollifce gli oitinati cuori
i moti-
egl increduli , polfono loro proporfi
-i della credibilita della Religione Criftiana ,
la fenza frutto , e vantaggio loro , non cu-
andofi eglino di comparire imprudcnti , ^
tolti
, pure he diano sfbgo alle malnate lorp
afT;oni .

III. Tra que motivipero, il


primo era quello,
:he deduqefi dalle profezie . Eranfi di qiiefto , mo * fu
^(
crviti dopo Gesu,gli Apoftoli, da quali appre- A/5f*
n i i TJAYIQ I ttO"

ero i radn la maniera di ragionare intornq ^ r ; mA


agli oracoli de Profeti verificati nel Redentor^/or/ , era
noftro quale era il Meflla per tanti fecoli rife tuto
, il

da tutte le genti defiderato . Perche niuno ,


dice Gin/lino Martire (6) a bbia 1 ardimen- >

to di opporci , che Gesu CriflofoflTe un fern- num xxx -

plice uomo dagli uomini generato ; e non


gia figliuolo di Dio , dimoftrero la verita
delja noftra fede , non colle parole de te-
fhmonj , che i fatti veduti raccontano ,
ma
degli oracoli di coloro, che previdero le co-r
Te molto
3,
tempo avanti , ch ellcno foflero
5? avvenute , la qual dimoftrazione a voi pu-
I 4 DE t HIMITIVI CRISf I ANI
re o Gentili fembrera , come noi penfiamo
veriffima . E
per vero dire queflo tale ar
gumento ha per/e medefimo grandiflima for
za , mentre , come bene avverti S. Girolam<
O) Soprii
^ a ^ ^ confeflano
i
Magi,confeflfano gl Indovini
c tutta a ^c enza dell a umana letteratura
^ ^
^Lt.iil "

>!ic7S*.Jella 33 die non e propria degli uomini , ma di Di


dl pa- la prefcienza ; onde dei futuri
pruova fl

del p. c he i Profeti
?j parlarono per iftinto dello Spi
rito Santo , perocche prediffero le cofe av

,, venire . Ma profegue S. Giuflino il fu


ragionamento (6) Viflero pertanto tra Giu
3>
dei alcuni Profeti , pe* quali lo Spirito Sar
to fignifico le cofe avanti , che fuccedefle
33 ro Gli oracoli di quefli furono con dil:
.

genza confervati da Principi , che di temp


33 in tempo regnarono nella Giudea . . Or n

33 libri de Profeti noi ritroviamo , che il Me:


fia dovrebbe , come fl e verificato in Ges

Criflo , nafcere da una Vergine , che avret


33 be a curare gl infermi , e refufcitare d<

>3
morti , che
farebbe flato odiato , non cono
33 fciuto ,
e crocefiflb , morto , e rifufcitato
5
33 che avrebbe falito in Cielo , ch egli faret
.,,
be flato chiamato 5 eflfendo tale in realta
figliuolo di Dio che avrebbe mandato ,,

3, fuoi difcepoli per tutto il mondo a predicar


3,*
-*
la fua venuta
5 quali
X avrebbero fatto masO
*
i

.,, gior frutto appreflb i Gentili


, che apprefl
.,,
1 Ebrea nazione . Ma di quefti Profeti alt.

.,, fiorirono tre mila , due mila , e alt altri

3, mille annj avanti , che Gesu Criflo avefi


,,, cominciato a promulgare la nuova legge
Sicche neppure congetturando potevano ai
rivare a predire con chiarezza , e diitinzior
cofe tanto lontane da loro tempi , Scende quii
di
DB*
PRIMITIVI CRIST1ANI. I 5
il Santo Martire a riferire , e
i
fpiegare 1 ora-
)lo di Giacobbe che riguarda la durazio- (*) Gen.
(<0
3
e della tribu , e repubblica de Giudei iino XLV. 10.
ila venuta del Meffia
afpettato dalle genti ;
dimoftra , che dopo Gesu Critfo , e fu tolta
!la nazione
Giudeaogni forma di repubblica ,
i
paefi di lei furono foggiogati da i Romani .
apporta di poi le Profezie d Ifaja , che pre-
iife la nafcita del liberatore dell umano gene-
? da una Vergine (&),e Tapparizione della ftel- .

, indizio di colui , che dovea traer la fua ori-


.

f "\ VT
me da Gefse Padre di Davidde(c),e la venuta
inn fanciullo Signore , il cui impero farebbe
ato fulle fue fpalle colle quali parole fi ac-
(</),

v- ^
W c > IX.
il trionfo di Gesu Crifto
>nna
pel fupplizio della
. roce ; il
qual Signore avrebbe tenuto ftefe le
-accia verfo il fuo
popolo increduio, e contra-
ittore , e traviato (t) . Mentova inoltre le
(<r)
c .Lvni.
redizionidi Michea Profeta,circa Bettelemme, v. a.
i cui dovea nafcere il Duce delle Tribu d If-
raello (/) ; del Salmifta , che delle piaghe (/) t. V.
p piedi , e delle mani del futuro Meffia ra-
v. z.

iona , e fa fapere , che le velti di lui fareb-


sro date toccate a forte a manieoldi C \+ O )
J 5* e **3

umera molte altre teftimonianze de facri XXL


^utori e tutte dimoflra , che in Gesu Crifto
,

alvator noflro furono avverate. Finalmentc ,


egli conchiude il fuo difcorfo . Quantun-
que noi abbiamo molte altre autorita de Pro-
feti da rapportare , vogliamo contuttocio
tralafciarle , eflendoquefte ,che abbiamo ri-
ferite fufficienti a perfuadere della verita

chiunque ha orecchio per fentire , e intelli-


genza per conofcere , che non flamo noi del
numero di quei favolatori , ij quali avanza-
nole cofefenza poterlc provare . E
per ve
rita
1 S I> B* d O S Y U M I

$, rita come crederemo noi a un uomocroce


fiffo ch egli iia P Unigenito Figliuolo d
3

? , Dio, e che dcbba eflere giudice di tntto


3, umano genere , fe non aveilimo le teflimc
3, nianzeriguardanti lui fteffo avanti,che avel
3
fe prcfa la natura dell uomo , le quali dop
furono lui medeflmo adempiute
i"
,, (^
>

11.53.
j>ag.
7<* Molto piu copiofamente parla il S.Martire del!
Profczie nel celebratiffimo Dialogo , ch
ix compofe contra
a
Trifone (i) , e nella fua cfo;
iitf.
feg. p. tazione a Greci in quefta guifa invita i Genti
*\ Criftianefimo CO Altro non vi rimant :

(c) n. jo.
5
o Idolatri , che voi rigettiate P errore d
,

voftri m-aggiori , acconfentiate agli oracc


de Santi Scrittori , e apprendiate da qtie
le malTime , che vi poflbnodar la falute ,,
Ricorrono pure a Profeti Atenagora 5 di c
abbiamo fatto di fopra menzione C^) ? e Teo
n^ lo Antiocheno nel primo CO 3 e nel feconc
(

.
p.foz.
]. libro ad Autolico (/) qua , e Tertulliano , il

f)
n. 14* nel
diciotteiimocapitolodelfuo Apologeticox
/^ n *<
s>1

P ar ^1 () -Affinche piu pienamente , e


* c<

maggiore impreflione poteflimo conofce


Dio , e le difpofuioni , e la volonta fua , a
Venct. del- 3J giunfe egli ileflb PiuVomento delle flicre Lc
Tan. i74 3 tere , per chi vuole ricercarlo , e cercan >

3 ,

3, trovarlo ,
e trovandolo credere in lui , :

3, credendo fervirlo . Mando egli fin da prin j

,, pio degli uomini giudi , e innocenti , e defi

05 di conofcere , e dimoilrare chi egli fia ,

39 innondati dallo Spirito Santo , acciocche pi ?

dicafsero , ch e un folo Dio creatore di ti


3")

5? te le cofe , che ha formatoP uomo dalla tt

35 ra , che ha difpofb il mondo , e ftabilite :

5, varieta dei tempi


, che ha dato fovente
deHa Maeflu fua giiidicatrice per le ^
^ni
33 qiK
PRIMIT1VI CRISTIANI . IJ
que, e pe fuochi ,
che ha prefcritto la offer*

vanza della difciplina , che voi , o Gentili,


ignorate , o difpregiate , febbene
fono da__
lui determinati premj per chi le olferva ....
i

Noi ancora ridevamo una volta di quefti


ci
fentimenti . Fummo noi pure de voftri , poi-
che non nafcono , ma fl fanno volendo Cri- i

fliani . I Predicatori , de quali abbiamopar-


lato , fl chiamano Profeti per P offizio ,
fu loro dato di predire le cofe future .
voci loro 5 e i prodigj , che per confermare
5
la vcrita , operavano 3 rirn.angonone tefori

delle facre lettere, le quali non fon a Gen-


f
till nafcoile , fe le voglion vedere .,. (^t) Or I(5
-

la fomma antichita delle medefime fcritture


concilia loro tin autorita fingolare . E lo fa-

pete ancor voi , che religlofamente giudica-


te delle cofe fuccedute ne fecoli piu remoti ,

(^) Ma perche abbiamo detto , che quefla^j (^) Cap.


noftra religione e foflenuta dagl illromenti lx p7i
Giudaici, la quale per altro fappiamo e(Ter
nata ne tempi dell Imperatore Tiberio , vi
fara forfe, chi dubiteii dello ftato di lei ,

quali fotto I ombra di una inflgnifiima reli

gione qual e certamente la noftra , nafconda


,

qualcofa della propriaprefunzione, non oflfer-


vando niuna cofa ordinata dalla Mofaica 5 o cir
ca le aftinenze da certi cibi 3 o circa le* foh
lennitadi certi giorni .... il che parreb-
be doverfl fare da noi , fe foffimo addetti a
quel Dio , che i Giudei adorano . II volgo
Gentile ancora fl crede , che Gesu Criflo fia
ftato un Uomo tale , quale fu ftimato da*
Giudei medeilmi . Ma noi non ci
vergognia-
mo di Criflo ... del
quale fad uopo , chc_^
brevemente ragioniamo , in quanto eglie
B Dio.
D Ii C O S T U M I
Dio... I Giudei adunque efuli e vagabou
di 5 per tutto il mondo fono avuti in difpre-
33 gio 5 e d fonore . Non hanno unuomo 5 du
33 prefti loro foccorfo , non hanno Re , ne i
concede loro di rivedere come ofpiti la Ion
53 patria . Mentre
Profeti minacciavano Ion i

quefti cosi funefti avvenimenti , aggiugneva


3, no , che negli ultimi tempi da ogni gente
35 e popolo 5 e luogo dovefle Dio fcieglier
3, degli adoratori molto piu fedeli -, ne qua
j, trasferifle una piu plena grazia , per la cap?
33 cita dell autore della nuova difciplin^ . L ai
35 bitro intanto , e ij maeftro di una tal difc

3, plina , e grazia, 1 illuminatore , e il coi


3? dottiero delP uman genere annunciavafl d
33 Profeti il
figliuolo di Dio ,,
non cosi gener
1
33 to , che fi
vergogni dell appellazion di :

33 gliuolocome gli Dei de i Gentili 5 ,


, .

Iteflb argomento tratta egli , ma molto piu ar

pfamente nel librocontro i Giudei. Similii


no i fcntimenti di San Clemente Aleflfandri
<
11V,1J1L/1 \J J| \A \~ f^JL I *- vt Vxll J V >r
JLJ-^- * AV V V-/ *AVi Vx U

(W?Jl4 cor ^ ^^ 5 a Q lia ^ conformandofi Origene , c


fu difcepolo di Clemente , in quefto modoi

(O n. j. p. S ion ^ nel quarto libro de Principj (c). I Pi


t

112. T. J. 33 feti ave ano gia predetta la venuta di Crift<

delle opere la maravigliofa propagazione della religic


della Ediz. Ci-iftiana . Aveano eglino preveduto, che r
)?
Yen. dell*
^ avrebbero ceflfato i Principi dalla RepubbI
5, di Giuda, ne i Duci dallo flefTo Giuda pro 1

a, njenti , finche non foffe venuto colui , a


e ripoflo , o preparato il , e finche
i
.,.,
regno
33 fqflTe adempiuta P efpettazion delle gen
33 Or egli e dalla Iftoria manifeflo , e da c f

che tutto di noi veggiamo , che da 3 temp


Gesu Crifto non vifurono piu appreflb i C
de
DB* PRIMITIVI CRISTIANI ,
Ip
dei de Regi . Anche quellc appareflze delle

quali cotantofi gloria vano i Giudei medeii-


mi , e per le quali efultavano , riguardanti
la bellezza del Tempio,o gli ornamenti del-

Paltare , o le tiare de* Sacerdoti , o le veili


del loro Pontefice , tutte infieme furon di-
ftrutte. Allora fu adempiuta la Profezia di
Ofea , chc diffe ; per molti giorni federanno
1
figliuoli ef Ifdraello fenza [(e , fenza Prin-
cipe
:
nonfard Oflia ,
ne dltare , ne Sacerdo-
zio ,
. Di quefti oracoli
ne rifpofla Profetica,
ci ferviamo noi contra coloro , che van no
dicendo , trovarfi ne tempi noftri ancora il
Principe dellatribu di Giuda , ed efler quel
tal principe della gente loro chiamato da e/Ti
Patriarca , ne poterfl dare il cafo , che non
fi diano i fucceffori di lui provenientidalla_j>

ftirpe di Giuda fino alia venuta diquel Me-


fia , che Ci vanno ideando Ma fe quefti non .

errano , come fara vero cio , che prediflfe


il Profeta ,
per molti giorni federanno i figli-
uoli d* Ifdraello fenza Re , fenza Principe :
non vifarapiu oflia 5 nc altar e , ne facer do-
zio ?^E per verita dacche fu rovinato il Tem-
5
pio , ne fi offerirono piu olHe , ne fi trova I
altare , ne cofta il facerdozio ; onde non puo

negarfi , che non iieno anche tolti i


Principi
dallarepubblica Giudaica, come e flato fcrit*
to : we uon
Duce da Giuda proveniente , fincbb
vend colui y a ripoflo
il regno Per le
cut e .

quali cofe fa d uopo confeffare , ch e gia ve-


nuto quello , a cui era ripoito il regno, e in
cuierano collocate le fperanze di tutte le na~
zioni . II che ii vede avverato in Crifto per

la moltkudine di quelli , che di tutte le gen-


ti hannocreduto inDio 33 . Molte altre teili-
B z mo-
2o DE COSTUMI
mofiianzede* Santi Profeti apporta quivi , c
libri contra Celfo Origene , che per nondilun-

garci piu del dovere ,


fiamo obbligati a trala-
fciare .E per la ftefla cagione lafciamo a parte k
Profezie addotte da Lattanzio Firmiano illuftre
Scrittore ne principj del quarto fecolo dell jus
Chiefa, a fine di provare , ch e ftata molti feco-
< T Txr li avanti r
L.IV.
> predetta la nafcita di Gesu Crifto da_j
a)( ^_ N .
| !
.
i

una la vita , la morte , e la re-


deile Div. Vergme , (<0

niz.c.iz. furrezione di lui , e di confermare la umani*


*9y* th , e la divinita del medefimo (i) , e di far co-
c * r ^*
nofcere a mortali , ch egli e il Sacerdote fecon-

dol ordine di Melchifedecco (c) , e che ha_>


I4
307"." operatodelle maraviglie (d), e hapatitoin_j
c. i j. quella gnifa appunto , che i Santi ifpirati da Die
P- 3
r .
fignificarono (e} . Che fe molto maggiore fu h
(0 c .tS.
q ue (j o genere lo ftudio di Eufebio Cefarienfe
il quale vifse parimente nel quarto fecolo , e ol
tre molte utiliffime opere , che lafcio a porter.
( febbene egli] era partigiano degli .Ariani
Dimoftrazione Evangelica 9 per la qua
fc rifle la
le diede chiaramente a divedere , che le profe
zie fi iieno avverate in Gesu Crifto , e nella fu
Chiefa , e percio fa.^amente , e giuilamente_
tante nazjoni abbiano feguitata lanuovalegge
(/) L. r.
(/) contuttocio dovendo noi trattare di gravii
3 ilme , e utilifljme materie, e avendo gia fuffi
cientemente parlato degli oracoli de Profeti
iiamo aftretti a tralafqiarne la relazione , e
paffare all argumento dei miracoli , ch ebber
tanta forza appreflb tuttc ? non dico le barba
re , ma eziandio le piu culte^ e fenfate nazic
ni , che alia verita del Santo Eyangelo le cor
vertirono.
Ma
non poflb gia io trafandare la celebratfj
CmaProfeziadi Danidlo apportata 9 fpiegata
e con
i
5
KlMir!VI CRlSTlANl . 2 I

con varie offervazioni fondate fullaStoria ,


luilrata
incere gli increduli
da
5
noftri Maggiori ,

e fpecialmente
(a) a ^ ne di con- ^ Terml.
fegua- libr. contra , i

idelGiudaifmo ; laqual Profezia tanto chia- J ud c.viu.


Evfc
a , ed evidente apparve a parecchi fcrittori
i
MI /,
^
moniu. ti , i .
Py
er laerudizione , e dottnna loro illuitn , e
vin van * i

inomati , che dovettero confefTare 5 eflere , r . fe ,,|


p
ate in tal guifa la paffione , la morte , e il re- edit.
no perpetuo del Redentore , e le difgrazie , ann.
ll ius A
ella Repubblica
degli Ebrei in effa predette , ? j
lc * "

iefe non foffe certo , anche pel confenfo una-


X/N 11 c r v t 9^->- i i

iffie de Giudei (&) ch ella hi icntta centinaja

anni avanti, che foffero lecofe medefime av-


enute ,farebbe a qualcuno forfe paruto , che ^.
fcrittore dilei medefima avefTe viffuto do-
>

p^^xld^*
r
D la diftruzione , e il defolamento di Gerufa- m rfii r ^ ii.

mine. Imperciocche capo nono cosi egli nel vsn.c.vm."

redicendo racconta (r) Mentre io ancora n. v.

parlava , cornparvemi Gabriello , che aveva * >

v< 2i<

jo veduto dapprima, e preftamente volando, feoc? .


toccommi nel tempo del facrifizio del la fera ;

e m iftrui
parlommi , , e e difle : Daniel-
lo , fono io ora venuto per iltruirti , accioc-
ch^ tu polfa intendere Dal cominciamento .

t delle preghiere e ufcito il difcoffo ,


ttie
, ed io fono venuto per indicartelo , poiche tu
fei P uomo dei defiderj . Bada tu adunque
,
al difcorfo , e intendi la vifione . Sono ab-
, breviate lefettanta fettimane fopra il tuo
,
popolo , e fopra la tua fanta Citta 5 affinch6
,
li confumi la prevaricazione , e abbia fine
il
peccato , e ii cancelli la iniquita ,
e arre-
, chifi lafempiterna giullizia , e f] adempia k
?
>

vifione,e la profezia,e fl ungailSanto de San-


ti.Sappi tu dunque,e offer varda quel tempo,
in cui fara pubblicato il difcorfo , che fl
B 3 ri-
22 BB GOSTUMX
rifabbrichi Gerufalemme fino. aCrifto Du-
ce , fcorreranno fette , e feffanta due Jfetti-
mane , e la piazza , ele mura faranno di nuo-
vo neir anguftia de tempi edificate ; e do
fettimane fara uccifo Cri-
35 po le feflantadue 5
fto , e non fara il popolo di lui , che 1 neghe-

35 ra. Eil popolo .col Duce venture ditfiperl


e la Citta , e il Santuario , e fara il fine de
Santuario fteffo divaftamento e dopol;
H il ,

M;
fine dellaguerra la ftabilita defolazione
.
3,

3, confermera a molti il patto una fettimana


3, e alia meta della fettimana manchera P ofti
?
3, e 1 facrifizio , efara nel Tempio 1 abbomi
33 nazione del defolamento , e il defolament
33 durera fino alia confumazione , ed alia ft
3, ne 3, . I noftri antichi avendo ben confi
derato quelto cosl celebre 3 e illuflre oracolo
dimoftrarono in primo luogo , chedaquand
ufcl la voce , chefi dovea rifabbricare il Ten
pio 3 ela Citta di Gerufalemme , fino alia pa
Hone , e morte di Gesu Crifto , corfero fe
tanta iettimane di anni , cio anni cento novai
U incirca . E per verita o fettimane di giorn
o di mefi , o di anni doveano efTere quellc
mentovate da Daniello , mentre di tal forta
fettimane fi fa folamente nelle facrc lettere
menzione. Ma ficcome ne dopo 490. gior
( poiche tale ne farebbe itato il numero , fe
fettimane di giorni aveflfe Daniello parlato )
dopo 490. mefi (mentre tanti ne farebbe!
fcorfi 3 fe di fettimane di mefi aveffe ragiona
il Profeta) dacche fit
fparfa la voce,che il Ter
pio , e le mura della Citta di Gerufalemme d
veanil rifabbricare , fu mai verunoda Giud
negato,e uccifo da^li flranieri,onde poi fegu
fero le rovine della Repubblica de Giudei ,
ilgua-
RE* PHIMltlVI CRISTIAMI *
2j
guafto,e la diftruzione, e il defolamento del
empio ,
e della Citta ItelTa , egli e necefifario,
ic 1intenda delle Settinianedi an-
oracolo s

. Imperciocche verfo la meta della fettantc-

ma fettimana fu negato dal fuo popolo , e uc~


fo ilRedentore , e quindi la diftruzione di
erufalemme , e le rovine della Repubblica , e

difperfione di quella difgraziata gente fe-


iirono. Non iftaremo noi acomputare efat-
mente gli anni , che fcorfero da* tempi di
iro , o di Dario fftafpide , o dell altro , che
)urio era appellate ; dalP anno fettimo ,o dal
^ntefimo di Artaferfe Longimano (ne quali
mpi o fi difcorfe , o pubblicoffi 1 editto , che
rifabbricafle Gerullilemme ) finoalla paffio-
jdiCriito, e alia diftruzione di quella Cit-
e di quella miferabil Repubblica . Al-
iteflTa ,

iavanti dinoi (^)hanno con incredib l for-


ed erudizione trattato un cosl grave , e_-> C<<)
VI
Tf
11
*L
"

fficile arsumento .
, Radoneremo
-*
nertanto J
.am
r. Lzmi
"

^"
5*
t / / i
I i
Ap
:gli effetti che ii iono vedutj , e tuttavia li
, _ U rtiiJltUIJ
f

?ggono fecondo r oracolo appunto , che aD- G0r j.


a mo pocanzi defcritto . E cio faremo non__5
5
rvendoci delle noftre , ma delle parole de
/*/*/*
bli{
adri , i quali di un tal punto efattamente trat* "\

xono.,, Avea, dice Eufebio di Cefarea, la


divina pazienza per molti , e molti fecoli
, fofferti i
peccati de Giudei avanti la venu-
ta di Criflo commefli , come dimoftrano gli

oracolide Profeti ; maflccomefu detto ad


,
Abramo queiGentili , che anticamente_j>
di
, abitavano nella terra promeffa , che non an-
, cora erano compiti i peccati degli Amorrei ,
,
e finche non furon compiti , non furono di-
, fcacciati dallaloro patria ; e allora quando
>
furono compite Ic iniquita loro y fubitotut-
B 4 ,,ti
tiperironojle quali difgrazie avvennero lore
ne tempi di quelGesu,o Giofue,che fuccedet-
te a Mose Profeta: cosi il popolo Ebreo , fin*
JJ? che non compi la fua maliz/a , fu dalla beni-
gnita ,
e pazienza di Dio fofferto , e invitato
da Profeti a far penitenza ; ma dopo che gli
Ebrei empierono la mifura de loro Pa-
dri come difle loro il Salvator noftro , allo-
,

ra come fe fotfero ftate tutteraccolte in un_j


3) luogo le loro fcelleratezze , per tutte in un
5

35 tratto foffrirono I eftreiiia pena . E confu-


35 marono eglino certamente la prevaricazio-
33 ne t alfolo peccato impofero fine 5 o le-
,

33 garonlo piuttofb 5 e lo fegnarono , come


33 traduce Aquila , quando ardirono di mette-

3) re lemani addoffo Figliuolodi Dio. Ma al

33 ficcome egli venne e per caitigare , o rovi-


33 vinar molti , e per refufcitare aneora molti.
33 come fu predetto da Simeone il vecchio 3

33 meritamente fu dalPAngiolo detto a Daniel-


33 lo : E accioccbeficancelli ilpetcato , efitol-
la ingiuftizia ,e s* introduca la
3) ga g iuftizleu
33 fempiterna . Onde dall opradi lui fu dimo-
33 ftratala divina giuflizia , perciocche ha re-
33 fodegno tutto ilgenere umano di unaegua-
33 le vocazione . . . E ft adempia la vifione , ^

33 la Profezia . Concorda cio colle parole di


33 Criilo .,
il
quale difle : non fono io venuto
33 per ifciogliere , ma per adempiere la legge

33 e i Profeti.. .La legge e iProfeti durarono fino


33 atempi di Giovanni Battifla , e dopo manca-
33 rono coloro , che avanti moffi dallo Spirito
Santo di Dio predicevano le cofe avvenire, e
di Criflo profetizzavano. Sicche come fe per
loro la (Jivina ifpirazione fofle Itata chiufa^j i
e ftarei per dire ligiiku 3 meritamente >

3)
DB* PRIMITIVI CRISTIANI . 2 5
,, avvenne , che da quel tempo cioe dacche ,

, comparve Giovanni , non piu fi trovaiTe * chi


, appreflb loro efercitaflfe 1 offizio di Profeta...
y
, Segue di poi : Che ft unga it Santo de Santi....
, ApprefTo i Giudei >
non puo negarfi , che
, li ungeflero i Pontefici .
. Ma non avendo
.

, io mai trovato nelle , che il facre lettere


5
, Pontefice de
Giudei ii appelli il Santo
, de* Santi , certamente fono di fentimen-
, to , che quefte denominazioni al Verbo fola-
, mente , che e il figliuolo di Dio lieno ap-
,
propriate perciocche egli e degnifTimo di
5

un talnome . E
, per vero dire , coloro 3 che
,
fono nati dagli uomini ^ e fono giunti a quel
,
grado di perfezione , dove puo arrivare la
,
natura mortale ajutata dalla divina grazia ,
,
devono credere di aver ottenuto molto ,
,

qualora li ammettano a una certa partecipa-


, zione , e comunicazione della Santita di
colui 5 che diUe ; Sarete Santi perciocM io
fono Santo.E chi puo uomini no-effere tra gli
3
minato Santo de Santi fuorche 1 unico di- ,
3
letto Figliuolo di colui 5 ch e fantifllmo per
natura , il quale , come Re de Regi , e Si-
9 j
,
gnore de Signori 5 cosi e ancora Santo de
, Santi chiamato ? Adunque aluifolamente ,
,
poiche in modo piii eccellente fu untodi quel
, crifma , onde unti furono quelli, pe quali
, fu il materiale , e terreno olio di Mose ado-
,
prato , difTe lo Spirito Santo ^mafli la giu- :

e avefli in odio la
flizia ,per la qual
.

, iniquita
,

cofa fofli unto da Dio Dio tuo coll* olio della,


>

tfultazione fopra ognuno di quelli , che fono


fartecipi de tuoi beni . Ed egli ftefib appref-
.

fp
Tfaia di se medelimo dice : Lo Spirito
Signer* fifr* di me, pet ejfer ivftato
un*
26 DE COSTUMI
to dal Sigwore.Perche dunquedicefi untofo
tutti foltanto il Sal vator noftro con un_
33 pra
33 eccellente, e divino , efpirituale unguento

con ragione e chiamato Santo de Santi ,co


33 me fe fi dicefle Pontefice de Pontefici , o an
cora fantificato de fantificati Ma qucfte ta .

li cofe , compite le fcttanta fettimane, ebbe


31

33 ro il loro termine , cioe in quel tempo , in.,


33 cui il noftro Salvatore fi fece vedere tra g]
33 uomini . Di quefte cofe avendo brevemen
33 te parlato 1
Angiolo , di cui abbiamo di fo
33 pra fatto menzione , torna dinuovo a di
33 re delle fettanta fcttimane , diligentemen
33 te ripetendo , e piu chiaramente fpiegan
3>
do tutte ie parti della Profezia , e infegnan
33 do onde fia d uopo dare cominciamen
,

33 to a numerare i tempi, e quali cofe in_


quei tempi medefimi debbano avvenire
Riportata quindi la interpretazione di Giuli
Africano, illuftre Scrittore , che fiorl nel terzt
Secolo della Chiefa , il qualenel quinto libr
della ragione de tempi dimoftra , che 1
(*) Apud (<0

Eufeb. loco fettimane principiarono dall anno ventefimo c


citato pag Artaferfe Longimano , e terminarono veri
na jSS.fcq. }
anno fedkelimo di Tiberio , nel qual anno fe
con do i piu efatti cronologi (^) fu , a iftanza d(
(b} Mo-
ntl.Diir.de Giudeijcrocefiffo il Redentore ; pa (fa Eufebio
ann. Chrift. darne tin altra , la quale non e molto different
_, . da quella , che altri prima di lui ufarono (c)
ibid Quindi dopo varie offervazioni 5 molte delle qu;
li fono
ingegnofe , e ben fondate , cosi difcoi
400* re (^(fy ^ Veggiarno ora come fi fieno avverai

3) lefeguenti parole
del Profeta : E confermi
.,,
ra il fatto a molti una fettimana , eneli
3, mttci della fettimanafard tolto ilfagrifizio
?y ela libazione 3 efara I abbominazione de,

, le
DE* PRIMITIVI CRISTIANI. 1J
e fino alia confa-
, le jcfilazioni net Tempio ,
, mazione del tempo durera la defolazione .

, Raccontafi, chc il
tempo della predicazione,
, e dei miracoli del Salvatore duro tre anni e
, mezzo (4), il qual tempo e la meta di una
, fettimana. Nella meta dunque del etti-
no voji j

, mana efTendo ftato da lui confermato il Teft<u Moniglia 1.

, mento ,
fu tolto il
fagrifizio ,
e la libazione ,
citau

, e comincio abbominazione del defolamento.


1

, Che fe per qualche tempo ancora durarono


, i
fagrifizj , e le cerimonie ,
che in quel
11 celebravano , non furono piu al-
, Tempio
, lora grate a Dio ; perciocche non fi celebra-
, vano fecondo cio che richiedeva la Legge
, Fu adunque tolto il Vecchio Teftamento ;
, della qual cofa fu evidente fegno lo fquar-
, ciamento del velo del fuddetto Tempio ,
, cbe avvenne ailora , quando Gesit Criftofpi-
, ro:ma della abbominazione e del defolamento
, fa d uopo ancora fentire do , cbe racconta
, Giufeppe.T^elgiorno della Pentecofle entratl
, come foleano di notte tempo i Sacerdoti nel
,, Tempio , per efercitare il loro mlniflcro ,
dijfero di avereprimieramente udito flrepito,
,,
e di poiuna voce , cbefovente ripeteva , an-
diamo Quindi tiute le forte di disgrazic
via.

k, fopravvennero alia nazione , e alia Citta


ftefla fino alPultima
guerra moffa loro dai
Romanl e a quel terribile aflfedio , onde
,

provennero crudeli uccifioni , infoffribil fa-


3, me , peflilenze , che Peccidio ca-
orribili

gionarono di tutti coloro , che contra il no-


Uro Salvatore cofpirarono. Nel qual tempo
3, ancora videfi nel Tempio 1 abbominazione
3, del defolamento , che tuttavia dura , e ogni
a, giorno vamaggiormenteaumentandofi. Ed
* cer-
28 D E* C O S T U U I

e certamente convenevol cola , die il defo-


3, lamento duri fino alia confumazione della vi-
5, ta , giulla il termine prefiffo , e accennatc
55 dal divino Profeta :
fino alia confumazio-
j, ne del tempo la confumazione fi dara allafo-
,5 litudine : il qual oracolo dalle parole del Si-
5, gnore fu confermato,allorche diffe : Quandc
5, voi vedrete efiftente nel luogo Santo I abboml
5, nazione della defolazlone , cbe fu, predep,
a, ta dal Profeta Daniello ,
allora fappiate cb
55 egiunta la defolazione del mtdefimo luogo
3, Che fe i Giudei rifpondono di non credere j..

35 quefto r agio n am en to , fono eglino degni d


55 riprenfione, non folamente perche ripugna--
55 no alle cofe chiare , e manifefle , ma ezian-
5, dio perche iloro proprj oracoli come falfi ri-
5, gettano .
Imperciocch& fu gia loro levat; \

1 unzione , ed il Santuario
a, loro, e gli abitato-
3, ri della Citta di Gerufalemme perirono ; \

vedefi ancora 5 cio che fupera Tammiraziom


ditutti , ne di noflri nel luogo Santo Tab-
bominazione del defolamento Le_
,5 quali cofe eflTendo agli occhi noflri foggette .

35 emanifeilamente fcorgendofi, inducono ch


3, feriamente vi riflette , a rnaravigliarll de

5, Giudei, i
quali non vogliono
fiflfare alia con

3, templazione di argomenti si chiari la mente


5>
ma chiudono gli occhi , contenti di flare ne
35 le tenebre , e non vedere la verita evidente

35 febbene ella e fondata fulle Profezie , la di


35 vinita delle quali non ardifcono di negarc
3>
Onde in loro fi avvera Poracolo d Ifaia f

.,,
Vdirete ,e non intenderetewi volgerete a con
,,, templar e., e non vedrete, percioccht egli di
3, venuto duroil cuore di queflo popolo , e coll
Qreccbie lorogravemente udirouo , e cbiuft
TO
DB* PRIMITIVI CRISTIANI.

rogli occbi^pernon vedere, e le oreccbie per


non udire , e il cwore per wow intendere , e
non convertirfi , e ottenere da me lafa-
. Ma e omai tempo di paflare , come
ibbiamo prometfb , dalle Profezie a miracoli ,
: con quefti ancora provare la verita della_>

Criftiana Religione.
IV. Erano adunque cosi manifefti i prodigj
perati da Gesu Crifto , ch egli talvolta foleva
ire,che non ricevevaleteflimonianze degli uo- prefo da I
nini , mentre le fue opere erano evident! fe- miracoli .
ni della verita della dottrina , che predic^va

) . Parlando eziandio gli Evangelifti del Di- (*)Evan.


:epoli , che mandati furono a propagare IjL
mta fede , atteflano ,che predicarono per tut-
,
e il Signore confermo co miracoli la loro
>

6) dottrina . Quindi e che S. Giuftino Marti-


co c XVI
: nel fuo celebre Dialogo con Trifone(c)
V 1O
Dttamente ofiferva , che fe Iddio fignifi-
co , che dovea iflituirfi il nuovo Teftainen- (c)n.2rt.
to, e diffonderfi per tutto il Mondo , e noi
veggiamo , che pel nome di Gesu Crifto
Crocefiffo gli uomini abbandonano il culto
degli Idoli , e ogni forta di empietk , e di
vizio aborrifcono , e fi accoftano alia verit^i
del Vangelo fad uopo arrenderfi, econfef-
,

fare , che Criflo medefimo efpettazion, 1

delle genti , e la legge fua fia il nuovo Te~


,
itamento il che vieppiu fi conferma colic
:

,
opere dei fedeli , e coi prodigj, che foa
feguiti . Anziche rimaneva egli maravi-
fiatocome poteffe avvenire , che moltireftaf-
-ro oftinati nel loro errore
, efTendo cosl pa-
nti le
maraviglie , che H operavano nella^
hiefa ; ne altra cagione poteva di quefla tal
ertinacia
ritroyarc 3 che la paura di non in-
cor-
5 DE COSTUMI
corfere nella disgrazia dei Principi , che furio-
famente incrudelivano contra i feguaci di Gesu.
Crifto . Forfe dice O) , voi dubitate , che
^ , Ivi.
num.xxxix. quefto fla il Liberators delle genti , quan-
., tunque le profezie ,
e quelle cofe , che fonc

3, pofte davanti agli occhi di tutti,e


i
prodigj
fl fanno invocando il nome di lui,
3, che provi-
il Meflia
3, no, ch egli e promeffo a voftri mag
3, giori perciocche temete di non dover efTe
,

3, re perfeguitati da Principi , i quali per ifti-


3, gazione del demonio non ceffano di vefTa
3, , ammazzar i Criftiani
re e di . E per verr
dire ii comandare ai demonj, e cacciargli a for
zadai corpi degli offefli,non era egli un miracc
Ip , e manifefto fegno della divinita della dot
trina che infegnava ii Redentore ? Chefeta
,

luno opporre , come ardirono antica


ardifie di
mente aicuni , che Crifto era uno ftrcgone ,
cacciava ii diavoio, fecondo il patto fatto coi de
monj , a fine di acquiftarfi credito, dai corf
umani dei quali il erano impoflefTati , fappi
,

egli che gli flregoni , e gl incantatori


, no
hanno mai avuto una si gran potenza , ne la poi
fono avere fenza diftruggere il regno del dia
voio , in cui non altro domina , che i orrore
c h confufione . Onde Giuftino Martire nell
fua feconda Apologia (i),, Da quelle cofe,dice

p
che vedete cogli occhi voftri , potete argc
mentare , che il Verbo Divino prefe la nc
3>

yy ftranatura, e nacque da unaVergine pe-


3, falvare i
credenti, e per diilruggere il
Regn
3, dei demonj . Imperciocche molti invafa
3, dal diavolo nella voflra Gitta furono dai Cr
3> ftianijinvocandoil nome di Gesu confkcat
3, fotto Ponzio Pilato in croce ,
liberati 5 mer
tre gl incantatori 9 e gli ftregom non furor
va-
DE PRIMITIVI CRISTIANI. 31
valevoli a cio fare colle loro fattucchierie . ,,

.ggiugne forza maggiore airargomento Ter-


illiano ragionando in quefta guifa nel fuo cele-
re Apologetico (d) Si conduca qualcuno a
voitri tribunal! , o Gentili il quale manife-
ftamente fia invafato , e agitato dal diffrdo
Comandi un Criftiano , che pale- aell anno
allo fpirito
fichi egli fia. Cosl veracemente confeffera 1748.
lo fpirito allora di eflere un demonio , come
falfamente altrove fi fpaccia per Dio . Si
produca parimente uno , quaiunque voi vo-
gliate , di quelli , che flimanfi ifpirati da_>

qualche voftro Dio . . . Cotefta voflra cele-


fte Vergine che promette le piogge , cote-
,

floEfculapio dimoflratore della medicina. ..


Se non confefleranno di efTere demon} , non
ofando eglino di mentire a feguaci diGesu
Crilto 5 fcannate pure in quel medefimo luogo
queH oltinato Criitiano Qnal cofa piu ma-
.

nifefta ? qual pruova mai piu fedele potete


voi trovare ? Ella e palefe la femplicita , c
fchiettezza della verita , e la propria virtu
di lei medefima le afTifte . Non vi e lecito di
fofpettar nulla di male . Voi direte , che
avviene o per arte magica , o per qualche
altra falkcia di fimil forta ieppure gli occhi ,

voftri , e le voflre orecchie


vel permette-
ranno . Ma che fi puo egli mai opporre con-
tro cio y che con patente , e per cosl dire

ignuda fincerita fi dimoftra ? Se fono eglina


veri Dei , perche fingono di elTer demonj ?
forfe per ofTequio a noi dovuto ? E adunque

foggetta a Criftiani la voftra divinita , ne


deve riguardarfi per divinita quella, ch e ai
mortal i foggetta , e a quei mortali fpecial-
>

mente ( cio che e di gran difonore per lei )


che
D B C O S T U M I

che le fono contrarj . Dall altra parte , f<

35 fono demon} , ovvero Angioli defertori , <fl

35 malvagi, perche altrove rifpondono di efle-


35 re Dei ? Poiche ficcome quelli , che fi ten
35 gno P er tant1 Dei 5 non avrebbero mai vo
luto chiamarli demonj , fe veramente foffen j

per non perdere la Maefta loro , cosv


.,, Dei ,

pure cotefti numi , che voi dopo la con


Sono j, feffion loro conofcete , che fono demonj
fimilile ra- 3, non ardirebbero di fpacciarii altrove pei
gioni,chc^ ^ )e
5
fe v i foflero que tali Dei, de quali egli
j

inrorno allo
^ nQ p rencj ono { nO mi, perciocchc temerebber
di abufarfi della Maefta di coloro , chefenz-
!mnp
fano S. ire- 55 dubbio conofcono fuperiori a se , e merita
neo lib. ir. no di efTere temuti . Tantoe vero , che no
c. 31. edl- f] da mai cotefta voftra Divinita , che tene
3)
ann *
te , perche fe li daffe , ne fi affetterebbe d^

It]. Ori-
Era
demonj , ne dagli Dei fi negherebbe
"

cosi convincente queftaragione dedotta.


^
gene nel II-
bro contro dalla potefta, die hanno i noftri di fcongiurarc
Celfo pag. e di cacciare i demonj da
luoghi , che occups "

no e ^are * oro con ^efl are 9 c ^e non fono al


<iell

Ea l a~"

Mon .d*i S. trimenti Dei ; che i medefimi Gentili sfidati d:


Mauro. Lat- noftri Maggiori a fame la efperienza , trovar
tanzioa c al- dofi malamente imbarazzati , nonfapevano in_.
*".
rifpondere , fe non che cio faceva
a ltra guifa I

per arte
.
magica
. da Crifliani . Ma rifkttendo
*T che ^e q ue g^ fririti erano tali , quali altrov
pals a?gu-
mento prefo fpacciavano , cioe Dei , al comando di un le
4a Miraco- ro nemico non fi abbaflerebbero tanto , fino
li per con- chiamarii
demonj , che vale a dire fpiriti cai
fermare la t j v j ^ e r ib e lli al vero Dio ; rimanevane cor
* a
ancora fi convertivano alia fam e ^P e ^
j\ci ii tone ^ x^ TI r% i> i
de Cnftiani .
Crifliana, c Rehgione
IA Refurre- V. Ma tra i Miracoli che i Padri folevano ap
Mone di
portare,per confermare la verita della Crifliar
CMo .
DE PRIMITIVICRISTIANI .

eligione principale era quello della refur


, il

zione del noftro Redentore Gesu Crifto . Era-


>eglino giuftamente perfuafi , che qualunque
)mo feriamente rifletteva su queflo prodigio,
ne confiderava con attenzione le circofhnze,
)vefie neceiTariamenteconfeflfare che avendo ,

Onnipotenza divina morti refufcitato da


fondatore 5 e propagatore di una religione
pugnante alle paffioni della natura corrotta ,
voluto dimoftrarc, effer la Religione me-
>bia

^firna folamente la vera , ienza la quale i mor^


ii non
poflano confeguire una Habile , e mai
interrotta Beatitudine. Per la qual cofa_
>n

rigene Scrittore antichiffimo della Chiefa di-


oltrando contro Celfo Epicureo, quanto fofTe
ave 1 errore de Gentili , e degli Ebrei , che
;n avendo altra rifpofta per abbattere queflo
grave , e convincente argumento , che il
>si

re foltanto , effere la refurrezione una fo-


nniffima impoftura , in quella guifa nel fe-
ndo Libro (a) fcritto contra lo ftefib Celfo

giona : Avendo gli Apofloli feguitata la


dottrina , che non fenza fommo pericolo di
perder la vita era loro in quei tempi lecito di
profeflare , non vi ha dubbio 5 che abbiano
(bmminiftrato ai mortali un chiaro , ed effi-
cace argumento della verita del riforgimen-
to di Crifto.
Imperciocche fe aveflero fin-
to per ingannare il proffimo ? che Gesu era
da* morti refufcitato , non avrebbero predi-
cato con tanta e
maravigliofa coflanza
, si

queftotal ritrovato, ne avrebbero, non fola


mente indotto gli altri a difprezzare y in
confirmazione di un tal fatto , la morte ,
ma eziandio efpofto s6 fleffi a perdere 5 dopo
avere fbfferti atrociflimi tormenti, la vita.

C EgU
D E C O S T U M X

tutti
Eglieancora certo appreffo , aggiugne
(&) Nella
San Giangrifoftomo (4), che colui, il quah
Or. ale, iv. ama una perfona, fe ella muore , appen;
degii
Aul ricorda di lei , e fe non 1 ama vivente
n.
Apoftol. ^ mo it Q pift facilmente fidimentica della tnede
y, fima ,* quando abbia ellaterminate di vive
11
J. . aci J 3 3* * -
. .. t i ? i

iroovaEdiz. 3, re. Onde niun uomo , U quale abbia at

di rarigi p, bandonatp , mentre vivea 1* Amico 5 e


s>3-
v 9* Maeitro , molto fuol apprezzarlo 5 dopo cl
egli
ha finito il corfo della fua vita 3 e.
3,
maffimamente quando vede , che fe dim<

ftraffe di eflere e di profefla


alui grato ,
33

3, gli qualche forta di venerazione , e di r

3, fpetto 5 fi
efporrebbe a mille pericoli 3 e p
33
timenti . Or cio che non e accaduto in all
33
mai ,
fi yerifica in Gesu Criflo , e nei fu

33 Difcepoli , quali avendolo rinnegato , e a


i

33 bandonato da vivo , ed avendo tutti , lafci


35 tolofolo, allorche egli cadde nelle mani c
33 fuoi nemici , prefo la fuga ; dopo gP inful
33 che gli furono fatti , dopo la croce , e la
ignominiofa morte 5 ch ei dovette foffrin
33 fu da ioro in tal pregio avuto , che p

33
la Fede , e per la ConfefTione della Religi

33 ne da lui medeflmo introdotta , vollero pe


35 dere col Ioro fangue la vita. Che fe m<

33 Gesu Crifto , e nontorno poi a vivere , >

33 me mai gli Apoiloli , avendolo abbando


to da vivo , per ifchivare 1 imminente {
3, ricolo 3 avrebbero pofcia avuto coraggio
3, amarlo, e venerarlo da morto , e pereflb
3, efporre se flefli a mille incomodj , e ftrap.
33 zi ? E gli altri Apoftoli certamente avend
3, abbandonato 3 fuggirono ; ma Pietro an
^ fpergiurando rinnegollo tre volte. Qu
5, pero , che avea commelfo 3 atterrito da i
DE* PRIMITIVI CRISTIANI J 5
vile ancella , un ccceffo si grave ; dopo die
,
Crifto morl , avendo voluto far fede e col-
Japarole, e colle opere, che il Signoreme-
,
delimo era rifufcitato , e ch egli avea ve- 1

duto ; in tal guifa all 5 improvifo mutoffi ,


che nulla temendo intiero Popolo , com-
1

parve con incredibil coraggio in pubblico ,


1
e difle chiaramente a Giudei , che quel Ge-
su , che era ftato Crocefiflb, e fepolto , rifu-
fcito da. morti il terzo giorno , e fall glo-
riofamente in Cielo . Ma on-de mai avven.
ne, che Pietro avefle un tal coraggio I Non
altronde per verita , che dalP aver egli fa-
putodi certo, che il Rcdentore era tomato
a vivere . Imperciocche avendolo egli ve-
duto , e avendo con eflb lui parlato , e trat.
tato delle future cofe 3 per lui medefimo come
gia vivente efponeva se (lefib,rinvigorito da
Dio, a piu gravi pericoli , ficche arrive fino
a morire per lui a eOfendo ftato col capo all

ingiu crocefifTo . Se dunque gli Apoftoli mag-


gior amore verfo il Maeftro loro , e maggior
confidenza, e fortezza dopo la morce di lui
moftrarono , non vi ha dubbio , che non ter-
mino egli colla morte di operare 3 ma che_*
rcfufcito 3 e che dura 5 e durera fempre_>,
a vivere Uomo ,
e Dio immutabile ,

immortale . Ella epoi manifefla cofa,


dopo la Refurrezione, quafi tutto il mondo
corfe ad abbracciare la Dottrina di Crifto, ne
folamente Pietro , ma mille altri , e molti
di pin ancora dopo Pictro , i
quali non lo
avean veduto , diedero per lui le loro anime ,
patirono gravifTtmi travagli 3 e furono final-
niente decapitati , aifinche confervando il-
a e imiera la confeffion della Fede , paf-
C a ftf-
DB COSTUMI
amiglior vita . In qual modo adunque
iaffero

colui,ch era morto,e fepellito, e non ritornc


3, (come dicono i Giudei, e gli altri nemici de!
3, nomeCrilHano)avivere,potedimoftrare tan
99 ta virtu,e tantaforza in quelli 5 che feguitaro

3, no la dottrina e gli efempli de Santi Apo


,

3, floli , the lui folo adorarono , e vollen

3, piuttofto foffrire qualunque disgrazia ,


ch<

3, perdere fede loro,che aveano in lui fonda


la

3, ta ? Vedi tu certa in tutto la dimoftrazionc


j, che compruova la refurrezione di Crifto , s
3
3, pe fegni , che allora furono dati , e che i

33 fcorgono eziandio prefentemente ; come an


3, cora per la gratitudine , e benevolenza de
3, Difcepoli, e de Fedeli3 che in qucl temp
39 viveanof e ibggiaceano a infiniti pericoli
33 e travagli , a fine di mantenere illibata la Re
35 Hgione , e de , feguaci di lui
fa che ibno e
5, ranno fempre iparfl per tutto il Mondo
Erano a quefte fomigliantiffinie le ragioni
che gli altri Padri della Chiefa arrecavano pe
convincere i Gentili , e i Giudei 3 che impu
gnavano la verita dclCriftianefimo, e per cor
fermare nella fleffa Religione coloro , che 1-;
veano abbracciata . Ma come ne la brevita de
1 opera , ne il tempo , ne le altre cofe , cl
dobbiamo trattare permettomo di riferirle tuti
con quella diligenza, e forza , che da etfi prop(
lie furono , fiamo coflretti a folamente accei

narle, e nominar quegli antichi., che impugna:


do i noftri nemici , o iftruendo i fedeli , oppoj
tunamente le adoprarono . S. Giuilino Martij
L. nella fua prima Apologia(^)oltre T aver app(
P ag. 75; .Ed. tato le Profezie , le quali riguardano la r
Venet.Ann. furre zione di Criilo che
, oflervo ancora ,

Apoitoli , quando fu egli crocefiflb a lo abba.


do-
DE* PRIMITIVI CRI&TIAN1 *
57
lonarono , ma avendolo veduto da morti re-
"ufcitato , credettero , e prefo nuovo fpirito
nfufo loro da Dio , non folarnente nella cre-
lenzaloro fi confermarono , ma procurarono
^ziandio d iniegnare agli altri mortali la verita
lei Vangelo . ErafI gia prima di S. Giuftino fer*

/ito della ftetfa dimoftrazione S. Ignazio Marti-


e degno Difcepolo di S. Giovanni Apoftolo ,
(

:he gloriofamente combatte , e vinfe , e con-


i

egu) la Corona del Martirio nel principio del


econdo Secolo della Chiefa , nella.fua celebra-
ifTima Lettera agli Smirnefi 00 Patl , dice
^) NIT. II.
?>

egli , veramente Gesii Crifto , e veramente pag.jp.Ed.


,

risuicito se medefimo , e non pati apparente- Lonoin-an


,

,
mente , come alcuni infedeli empiamente_^
, pretendono . E so io certamente , ch egli
,
avea dopo la refurrezione la fua carne , e
,
credo che in carne tuttora viva. E quando
,
difle a fuoi Difcepoli , che lo toccaflero , e

,
lo palpalfero , e vedelfero , ch ei non era uno

, fpirito fenza corpo , eglino lo toccarono , e


,
credettero convinti,ch egli avendo lo fpirito,
, avea riprefa ancor la fua carne . Per la qual
, cofa diiprezzando efTi la morte , fi ritrovaro-

, no alia morte fuperiori . E dopo la refurre-


, ifone , mangio egli , e bevette con loro , a
, fine di far loro conofcere , che, era veramen-
te rifufcitato . Nel terzo Secolo del Cri-
Hanefimo S. Pionio Martire delle Smirne , di-
putando contro i Gentili, cosl , come leggia-
negli(^)Atti del fuo Martirio 3 ragionava .
"no

Rivocate alia memoria cio , che avete udi-


,,

to. Impercioccheho iointefo , che i Giudi-


.,

ci con fcelerata bocca


,,
proferifcono nefande ,
edempie parole , vantandofi ,
e fpargendo
pertutto,
., che Gesu Crifto Signer noiiro fu
C 3 ,,for-
38 D E* e o s T u M 1

,
forzatamente come puro , e femplice uom
,,
coftretto a morire . Dite di grazia. Qu:
uomo condannato forzatamente a morte h
3
che per tar
3, potuto mai aver de difcepoli ,
ti anni cacciaffero i demon} da corpi , ch

aveano occupati ? Per qual Maeftro mort


a forza tanti difcepoli , e tanti feguaci di h

33
volentieri hanno fopportato cosi gravi e 01
[I.
3,
rendi fupplizj ,>
? Non fono Jiverfe le ragic
*8 che ne adducono il S. Martire Cipriano n-
ni 3
Edit. Parif.
fuo x rattato delta vanitd degV Idoli, e nel L
bro a Demetriano ; Eufebio Vefcovo <

O)Cap.xtx. Cefarea nel quinto Libro deW Evangelica Tr<

num. 317* parazione to) , Lattanzio Firmiano nel Lib


- pr fl
/i. . s r *
* -. r i . 1

IV. delle Iftituziom () , e molti altn , che p>

non recar noja e faftidio a Leggitori 3


fian

obbligati a tralafciare
^,. VI. E tanto rpiu nella fentenza loro i nod
Gli Apo* x _ , . - - .,
quanto piu, r confermavano
fiotintnfu- Maggion
fi ,

rono ingan* ilettendo alle circoftanze della Refurrezione


nan intor- Gesu Crifto , comprendevano , eke non fol
no a, quefto mente non erano
capaci gli Apoftoli d ingann
funto .
re,fpeciahnente intorno a quefto punto,verui
ma nemmeno di eflfere o per poca cognizioj
o per trafcuratezza efli ingannati .
Leggevai
eglino nei monument! , che gli ftefTi Apoft(
aveano tramandati alia pofterita , che i Difc

poll , qualora dal divin Maeftro iiparlava l<

della Refurrezione , o non capivano , o non


faceanorifleffione. Aggiugnevaf! a cio , che
fcandalo della Croce fece
quafi fvanire ne|
animi degli Apoftoli la fperanza , chene ave
no conceputa ilcche parea , che , il foiTe
eziandio dimenticati della predizione che ,
Matth. fece j oro
(c)
v
i} Redentore , quando parti dalU G
p. x^ ea p erven j re Per
jjj
(c)aGerufalemme .
Dii PKIMITIVI CRISTIANI .

le fante Donne che vennero


Sepolcro , al

non aveano altro penfiero che d imbalfamare ,

\-t)di nuovo
il
Corpo di Gesu Crifto , che ere-
ievano ancora fepolto , e quando noltrovaro- Ct XVI . Vtl \
10, s immaginarono , che fofle ftato rubatq ;
Dnde la Maddalena ne diede parte ai Difcepoli ,
;
(6) Pietro e Giovanni corfero , per afficu- XXIV i.

arfene, al
Sepolcro Tanto furono .lontani dal
5
iiiettere , ch egli foffc rifufcitato , che rifteffi
ivaneelifti atteftano , non aver celino ^n allo-
_ , M . n M s C^) jonan. i *\

ra faputo le Scntture , e il millero della (O


cap xx v . . .

Refurrezione. Lo fleffo pofllam dire della Mad- !.fe(1 .


dalena, la quale anfiofa di fapere dove mai fof-
e collocato il fanto Corpo , avendo veduto due

Vngeli ,
ed dimandata perche
efifendo ftata .
*

)iangea , rifpofe loro (c/) , che erale ftato tolto xx


lal fepolcro il fuo Signore , e che non fapeva
. v^ 1

love mai Paveano trafportato . Concludevano


^ertanto i Padri , che coloro i quali erano cosi
jrevenuti , non poteano lafciarfi facilmente
edurre , e darfi ad intendere una cofa immagi-
laria e infufliftente . Era loro inoltre faciliflimo
i
capire dalla condotta degli altri Apoftoli 5 e di
ilcuni Difcepoli di Gesu Crifto, che non avreb-
Dero mai acconfentito a cio , che della Refur-
ezione raccontava, fe
fi noa ne rimaneano con-
(<?)Jo.ibkL

/inti co fatti v XI * *
(e) .
Imperciocche rigitardavaflO
^uefti tutto cio , che dalle femine era lor rife-
:
ito, come immaginazioni (/) e chimere, e (/)
folli ItiJ.
v zo *
}ualcuno di efTi parea , che foffe tentato di ri-
:ornare all antica fua profeiTione . Onde Cleofa
?
uno de due Difcepoli , che furono dal refufci-
:ato
Signore accompagnati fino ad Enimaus, Ca-
ftello della
Paleflina, dimandato dallo ileffo Re-
dentor noftro di quali cofe parlava 3 e perche (g) Luc.c.
era cosl malinconico , rifpofe (g) : Tu folo fei Xxjt v V - J r -

C 4 in
D E COSTUMI
in Gerufalemme pellegrino e non fai le co-
>

by
fe , che fono quivi avvenute in quefti giorn

3)
a Gesu Nazzareno, che fu uomo Profeta pof

35
fente nel dire , e nelP oprare appreffo Dio , (

tutto il Popolo ; e come fu egli da fommi Sa-


cerdoti j e da noftri Principi tradito , e con-
dannato a morir nella Croce ? Frattanto no
55 fperavamo , ch ei doveffe redimere Ifdraello
ma con tutto cio , fono oggi tre giorni * ch<

a) quefte tali cofe fon fatte . Egli e vero , ch<

3J
certe donne delle noilre ct hanno fpaventa^
3>
ti , le quali avanti giorno hanno vifitato i

fepolcro ,
e nonavendo trovato il corpo d
5>

lui, fono venute a darcene avvifo 5 aggiugnen


3,
do , che hanno veduto degli Angioli , i qtial i

atteftanoch egliila vivo;e certuni de noitr


j? fono andati al monumento , e hanno ritrova^
^ to effef e vero cio , che hanno detto le don
ne , ma non hanno veduto Gesu Crifto
Fu pertanto Clcofa, eil compagno di luiripre-
fo dal Redentore, eamendue furpno da lui me
deflmo chiamati ftolti , e ritrofi a credere agl
Oracoli de Profeti. Ma non fu queflo bade
vole per indurre tutti a credere, ch eglivi
vefle. Dopo ch ei comparve alia Maddalena.
che il lagnava di averlo perduto : dopo che 1;
0) tiic. chiamo colnomedi lei, e le comando che n<

cap. xxiv. avvifalfe (^z) gli Apofloli dopo , che i due Di


:

v i. feq, fcepoli tornati da Emmaus, diedero


parte a* lo.
compagni di cio , ch era loro accaduto dope :

che fi paleso egli a Pietro , e a molti altri , <

voile elfere toccato e


mangio con etfi ,dandc
,

loro a divedere di non e(Tere una fantaflma , v


fu chituttavfa ne dubito , e
protefto alta- jfi

mente, che fe non aveflegli toccato le mani.


c poflogli il dito nel lato, ch era ifoeo
trapaffatc
dallj
DI PRIMITIVI CRISTIANI .
4!
jalla lancia , non ch egli
aveffe conofciuto 5

deflTo ,
>ra
ei non avrebbe mai (i) creduto . Or (> j ],.

>ffendo
qiiefti fatti evidentitfimi argument! per cap. ^. v,
iimoftrare , che gli Apoftoli , e gli altri Difce- *?
)oli del Signore,febbenefemplici ,e ignorant!
lelle natural! fcienze ; erano nientedimeno
M evenuti si fattamente , che niuno avrebbe_-
)0tuto prenderfi giuoco di Idro , e con infinti
acconti indurgli artificiofamente a prefhr fede
.
cio , che loro fembrava follia ; aveano ben ra*
;ione i noftri Maggiori e di credere , e d in-
egnare ,
die non furono ingannati gli Apofto-
i,anzi ehe convinti, per cosi dire,a difpetto loro
lella verita dellarefurrezione con replicati , ed
, cedettero , e prefo
ncontraftabili efperimenti
nimo, ufcironoapredicare quel,che aveano non
Dlamente veduto , ma eziandio toccato con ma-
. Per vieppiu confermare quelta per altro ,

forte per se medeiima,e convincente


ragione ,
1 d
uopo oflfervare la maniera,con cui i Difce-
oli, che malinconici da Gerufalemme partitr,
incaminarono verfo Emmaus,in quel loro viag-
io mutarono fentimento . Erano coftoro afflitti

er la perdita del Maellro , e


quafi difperando
averlo a rivedere , per la via della disgrazia
1

i) loroavvenuta andavano difcorrendo quan- :

o comparve loro il Redentore e mutando ca p.


,
^mbiante , affinche" nol conofcelfero , fi accom- v l *

agno con efli , e dimando loro di quali cofe


ndaffero difcorrendo ; e intefoil foggetto de*
ragionamenti afpramente fgridolli , e
>ro
,

iuindi
imprefe a fpiegar loro gli Oracoli de*
}
rofeti 5 cominciandoda Mose, e venendo a
uelli che appreflb iiorfrono , talchefece lo-
,

3
comprendere , che Gesti Crifto dovea pati-
2 in quella ftefla
guifa che patl , e cosi entrare
nella
42 & E* C O S T U M I

nella fua gloria. Giunti poi al Caftello, fi pofe


cenare con e(fi,e appena benediffe e taglio il p;
ne,che dagli occhj loroprodfgfofamente difpai
ve . Attoniti i due Difcepoli per la maraviglia
tornarono a Gerufalemme,e manifeftarono a* k
colleghi ,
come nella frazione del fane conol
bero il Signore . Da quefto fatto rapportato c
San Luca nel fuo Vangelo , ognuno puo agevo
inente comprendere , quanto farebbero lonta:
dal vero coloro , i quali voleflfero dire , cl
furono i due Difcepoli ingannati da qualche in
poftore. Imperciocche come potea figurarfi i
uomo tale , che coftoro di Gesu Crifto pa
laffero , e traveftito , fenza eflfere conofciu

da loro , prenderfi la briga di entrare in difco


fo ,
e avendo pronti
gli Oracoli de Profeti ,
i
paffi tutti delle Scritture , che faceano a p.r

pofito , riferirli accuratamente 5 e adattarli


Gesu Crifto , e finalmente portarfi fino ad En
maus, e appena tagliato il pane , torfi impr
vifamente loro dagli occhj ? E non potea eflfe
coftuiuno di quei Difcepoli del Redentore, cl
fitrovavano in Geruialemme , poiche 1 avre
bero ravvifuto , particolarmente in un cc
lungo ragionamento , hientre co loro coll
ghi continuamente aveano converiato , e n(
effendo eglino mokifTimi , tra loro almeno
vifta fi conofcevano ; ne poteva effere un ii

pollore , contrario alia Religione Criftian


imperciocche qual vantaggio avrebbe egli, i

gannando i due Dilcepoli


5
, riportato? Map
niamo il cafo , ch egli foffe llato uno de i

guaci di Crifto 3 avrebbe potuto eglifpari


all improvifo , in quel momento appunt(
che ftava fpezzando il pane; fenza chepiu fo
da loro veduto ? A
me certamente, e a tui
que
BB PRIMITIVI CRISTIANI. 45
uelli ,
che feriarnente riflettono , pare impof-
bile, che P impoftura abbia potuto aver luogo
i un tale avvenimento .

L effer egli ancoracomparfo alle donne ,

opo che i due Angioli le afficurarono , che_*


ra rifufcitato ,
e che voleva , che i fuoi difce-
oli fi farebbe
trasferilfero alia Galilea ,
ove ll

.ttovedcre in quel Monte , che avea loro ac-


innato;e Paver loro finalmente palefato fe ftef-
gli vedea ancor dubbiofi,
, poiche
>
e Pavergli
con replicate apparizioni
>eflo confolati ,
e
anifefhndofi non a uno,ne a due folamente;ma
Ivolta apiu di cinquecento perfone ,
come at-

Apoitolo S.Paolo nella fuaprima Epiftola


(la 1

Corinti,(d) egli e un argumento cosl eviden-


-,
che fembru , in queilo genere nulla di piii (^) cap.
v v ^
defiderare Imperciocche come ^
* *
liaro poterfi .

ai in tante
, in tanti , e si va-
apparizioni
pofti,or alPimprovifo orain certi , e defli- ,

iti
luoghi avute da tante perfone, che dubita-
vano , e che ricercavano convincenti , e pal-
.bili motivi per credere , non fi farebbe di-

^pertala falfita , e non ne farebbe ftato alme-


5
da piu curiofi , e duri a prefhr fede , pale-
>

:o Pautore , e fcreditato non folamente


ap-
eflb i
contemporanei ^ ma eziandio appreffo
joileri ?

Aggiugono pefo a quefte offervazioni le


>fe avvenute a S. Tommafo Apoftolo . Non fi

ovd quefti infieme


compagni allora, co fuoi
lando comparve loro il Redentore . Avendo
Ttanto intefo dagli altri
Apoftoli , ch e-
ino aveano veduto rifufcitato da 9 morti ii
ntoMaeftro , non folamente non acconfentl
ro^,
ma fi
protello aneora , che 5 fe non_
vedutQ nelle mani i fegni lafciati da
chio-
44 Dl COSTUMI
chiodi , c non gli aveffe col fuo dito toccati
c non aveffe me (To la mano nel coftato di lui
cgli non avrebbe mai creduto , che fofTe rifu

fcitato . Or un uomo cosl impegnato a non pre


Ihr fede a compagni, che concordemente affer
mavano di aver veduto il loro Maeflro, fi fareb
be lafciato fedurre per impoftura, e avrebbe in
a fine di predi
traprefo difaftrofifiimi viaggi >

care il riforgimento di Gesu Crifto per tutto


Mondo ? E pure otto giorni dopo 5 trovando
tutti infiemei
Difcepoli congregati , e all im
provifo facendofi vedere in mezzo loro Gesii
e dicendo a Tommafo , che toccafTe pure i fcgr
delle piaghe , e non foflfe in avvenire increduk
ma fedele , rimafe quefti avendolo toccato, co;
convinto, che fenza piu cercar altro , rifpoft
mio Signore 3 e mio Dio. E fara poi,chi dopo tar
te, e cosi efatte efperienze, e riprove avute d*
Santi Apoftoli , fi perfuada , ch eglino s imm^
ginarono di avere veduto cio , che non vider
mai 3 o preflarono credenza a qualche impoftc
re 5 che fiprendeva giuoco di loro ? A me_
certamente pare , che un uomo di fenno ,
qualeabbia attentamente confiderato e le fuc
dette apparizioni , e le circoflanze , che le ac
compagnarono, non pofla indurfi a credere , cl
la impoftura , o la forza della
immaginazione.
avefTe fedotto,o fat,to travvedere coloro 5 che nc
folamente dubitavano , ma oltinatamente ar
cora fi proteftavano , che fenza i piu certi cor
trafegni, non avrebbero mai acconfentito a cic
che da compagni fi raccontava . Per la qu
cofa fu da noflri Maggiori riprcfo , e confuti
to Celfo Epicureo , il
quale non trovando a
tra maniera di togliere
Pimpreffione, che un t;
le argumento fuol cagionare negli animi d
mor-
DE* PRIM1TIVI CRISTIANI .
45
aortali ,
difle ,
che le donne 3 e gli Apoiloli
on videro , rna fognarono , oppure s immagi-
arono di avere veduto quel , che bramavano
livedere. Onde Origene cosl fcrive contro
lui nel fecondo Libro (*)
i Vuole Celfo, che
, fognino vegliando , e delufl per una
alcuni fi
n%
,
qualche vana opinione , ii rapprefentino nel s JJj r
?
la fantafia le cofe da loro defiderate . Ma -p. I0

quantunque fia vero , che uomo fognando I

,
s immagini di vedere cio, che realmente non

vede ; non e pero verifimile che fi pofla ,

trovare , chi provi fomigliami effetti ve-


giiando , fe non
e privo di lenno o im- ,

briaco , o dall atra bile agitato . Ma fe gli


.poftoli
tanto eranoprevenuti , che le relazio-
idelle donne rigettavano come inezie , e fol-
e ; e qualcuno di loro oilinato a negare , ri-

ifava di acconfentire a compagni , che rafTi-


iravano di aver veduto un giorno il Signore ,
.entre infieme erano adunati , fe non aveffe il
)flato di Crifto .,
e ifegni delle piaghe toccati,

percio non erano allora ne ftolti 5 n^ imbria-


li
,
ne agitati dall atra bile ; come in un mo-
ento improvvifo mutaronfi, e dalla ma-
ail

aconia forprell , e divenuti forfennati , cre-


srono di vedere quello , che in realta non
;devano ? E non e forfe egli piu verifimile ,
le coloro , i quali cosi degli Apofloli , e del-
:
donne penfarono y non fapendo in qual altra
jifa potefTero togliere ogni autorita a detti de
ifcepoli di Gesii Crifto 3 vegliando fognaro-
) di aver trovato cio , che non trovarono 3 e
ie non potean ritrovare ?

Che fe gli Apofloli ? e le donne credettc-


) vedere cio che bramavano , i
di foldati cer-
mente 3 che erano ftati deftinati a cuilodire
il
il fepolcro
, e die erano lontani dal defider;
re , che da morti fofle rifufcitato il Redentor
non fi farebbero fognati di vedei
vegliando
quel che
mai non videro. Or mentre que
il terremoto , e rim
vegliavano e fentirono
fero fpaventati ; febbene fubornati da Giud
nemici di Crifto, mentre-jie furono dimandnt
rifpofero , die effendofi addormentati , ve
nero i Difcepoli di lui , e rubarono il San
Corpo. Ma fe dormivano , come poteva
eglino rendere teftimonianza del furto ? In
qual guifa poi avrebbero potuto i Criftiar
fenza fvegliare le fentinelle 3 non folamer
accoflarvifi , ma rivolgere anche lo (lermin?
faflfo a c.h era poflo nell ingreflb del fepol< i

medefimo , e pprtar via il corpo Ed e ci


>

dibile che
gli Apoftoli,
, i
quali avendo vedi i

prefo , e legato da Giudei il loro Maeftro,

territi fcapparono , aveflero avuto poi tai j

coraggio , che non temendo la forza de Sole i

ti 5 ofafifero di accoflarvifi , e tacitamente fi s

tante , gran cofe 5 che appena molti inf


e si i

me con avrebbero potuto fare ? E r


iftrepito i

e credibile , che uomini cosi timorofi , m< i

dull amore verfo il Maeflro , ardiflero di


nire al Calvario 3 e di rivolgere il fafifo , e i

portare via il corpo , e aveflero animo


fermarvifi , e di fciogliere a comodo lore }

fafcie , e di levare il lenzuolo 5 o il fudar j

che vogliam dire y mentre potevan temei \

che i Soldati , i quali dagli avverfarj fupp


gonfi addormentati , fi rifvegliaffero , e i

fcuopriflero , e gli accufaflero al Prefide i

recaffero loro qualche gran danno . Onde e :

ragione di cantare Sedulio anticoPoeta (


Hiano :
PRIMITIVI CRISTIANI, 47
*Anne Beati
Corforls ablator, velodus effeputavit
Solvere contentum , quam deveftarc liga-
tum ,

Cum morafitfurtis contraria ?

Sthnb egliforje colui , il quale rubv il


:

into
Corfo , che con maggior preflezza fi po-
portar via fciolto , cbe legato ? Che fe
<]e

come dunque fi fermo qui per ifcioglierlo ,


>;

?ntre la dimora e contraria aifurti ? Or fe ne

Jfcepoli di Crifto , ne i cuftodi del Sepolcro


rono ingannati , fa d uopo confeffare , che o
Tero la verita 5 o maliziofamente vollero in-
nnare per acquifhrfl apprelfo gli altri del
. Per la
edito qnal cofa fe noi dimoftreremo %
e non mentirono , ne ingannarono veruno
edicando la refurrezzione di Criflo 3
bifo-
che abbiano predicate il vero .
era dire ,

VII. Ma oltre le ragioni, che abbiamo poc


zi dalle opere de noftri maggiori copiate ,
Cr nott
.
^
x i ,.
. . tneannaro-
* rf
) le quail ragioni provano efficacemente 3
n n mm
-

e gli ^pofloli non vollero


ingannare , n^ in- Centre p r e~
.nnarono giammai veruno fpecialraente quan- dicarono la,

parlavano della prodigiofa refurrezione


<

$
ifto ; fortifTime ancora fono
quelle , che leg-
amo appreffo Eufebio di Cefarea nel terzo Li-
o della fua
Evangtlfoa Dimoftrazione .
(Z>)

Vt dl
flette
egli pertanto , che niuno mai puo ad-
J*
f
.rre un qualche giufto motivo, per cui fi
oftri, che gli Apolbli per acquiftarcredito 3
per altro fine abbiano voluto ingannare i^
proflimi . Imperciocche fe noi conilderere-
^ le maffime che infegno e i
, , precetti ,
e loro Redentore faremo aftretti
impofe il
,

concedere , effer eglino ftati lontaniffimi e


dail
.
DE GOSTUMI
dall ambiziooe , e da ogni forta di fallacia ,

d inganno . Mentre egli prefcriife quel gener


di vita , che dovean condurre , ordino loro
che non poiTedefTero ne oro , ne argento , m
che fl rimetteffero alia provvidenza Che no .

amazzaflero, non rubaOfero , non fornicafiero


anzi pjFOCiirafsei o di domare la carne , e di vin
cere ,
e di fvellere fin dalle piii profonde radi
ci loro i cattivi defiderj , e le paflioni die per
donaflfero anemici loro le ingiurie , che dice:
fero fchiettamente la verita,e talmente viveff<
ro , che ognuno fi fidaffe della flncerita loro
fenza che mai coilretti foifero a giurare . C
con qual fondamento mai i feguaci e propagate
ri di
quefta dottrina poffono efTere foipetti (

fallacia ,
e d inganno
adducono , fe non il i

contrario evidentiffimi argument! , onde fl d


moftrt non aver eglino praticato i loro prc
prj infegnamenti ? Che fe i nemici del Crilti;
nefimo non hanno mai apportato alcun contr
fegno della fuppofta mala fede degli Apoibl
come hanno avuto 1 ardimento di numerarg
tra gl impoftori? So ben io, che taluni per ifci
fare la empieta , che profeffano , dalPeflfere it
to poflibile, che gli Apofloli ingannafsero
mortali, concludono 3 che in realta gPinganni
rono Ma queftoe un modo di argomentare
.

piu imprudente , e il piu perniciofo , che ir.

fi pofsa penfare. Imperciocche/e valefse, efsei


do tutti gli uomini capaci d ingannare , nc
troveremmo niuno , la cui fede non ci fofse f<

fpetta ; e poiche fiamo nella focieta , meneren


mo 5
trattando cogli altri , unainfeliciffimav
ta . Non bafta pert^nto , che uno
pofsa inga
nare , fe vuole , per toglierli ilcredito; n
bifogna avcre delle riprove , ondecoili,
ch <
PKIMITITI CRISTIANI .

;lioparli, ovvcrooperi con mala fede. Pcf


a qual cofa mancando di tali prove gli avver-
arj delCriftianefimo , ibno coilr. tti a confeOTa-
, che
e non pof;ono ragionevolmente accuiare
i
impoftura i Difcepoli di Gesu Criilo anzi :

he dalla condotta di quefti , e dal modo ioro


vivere , poiTmrno noi argumentare , ch effr
i

Tedicarono al gcnere urnano (Inceramente cio,


he avcuno vcduto.E non puc negarfi,che dodi-
erano gli elctti Difccpoji del Signorc ,
i
qua- i

:furono chianiiti Apoltoii, efcttanta gli altri


i autorita , e di rango inferiore 5 per trala-
:iare il rcftante di quelli, che vivente ancora
iRedentorc medefimo , abbracciarono la no-
:ra fanta
rcligione . Or eegli credibile , che
utti coiloro infieme , dopodi avere abbando*
;atole Ioro fufbnze, le mogli ^ e i
tigliuoli ,
e
utto cio, che aveano di piu caro in
qucito mon*
, c dopo che fl diedero a una manicra di VN
erecosi auikra,cofpiraisero a dire il faifo,e in-
aprendefserodifiih oiiilimi viaggi,e ficrifllme
cr^-cuzioni /bffrifsero 5 c incarccrati, tormen-
ilraziati perdeisero finalnwnte , a fine
iti ,

fparg-rlo per tutte le nazioni , la vita_j ?


1

]himai puo cfsere cosi ftolto 3 che contro la


ropria dottrina, contra la legge, ch ei predica,
^ntro la inclinazionedella natura contro ogni >

u per una va.na idea , o per una cofa d^


itto ,

uilefso riconoiciuta per falfa , nan iblamentc


infinici graviifimi travagli , ma il conten-
>flfra

cziandio di ibggiacere a una penoflfuma mor-


:? Ma fe
egli c difficile, che fe ne trovi qualciu
3 moraloience impoiTibiic ,
lara che mold
fieme 11 unifcano a rendere una falfa teiU-
iQnian2a, parcicolaniiente (e caitoro da pri.na
vili , tiiiiidi , e rozzi furono, che
doilloroMaetfro, non ebbero coraggio di ri
manere con lui , allorche fu prefo , e legal
da Giudei, ma tutti fuggendo 1 abbandonaro
ro e qualcuno ancora , che (i era arrifchiat
,

di feguitario da lontano,dimandato da una mife


ra Donna, fe 1 avca mai conofciuto , per pans
di efserne anch egli partecipe de*martorj,nego
lo , e giuro anche di non aver cognizione di lu
c ft vedutolo poi refu citato, preiero ammo ,

rmlla piu paventando,n* efpofero a maggiori p<

ricoli , che potcfsero incontrar mai , e ad on!


del Giudaifrno , e della Gentilita , che avea k
ro intimato afpriilima guerra ( quantunqi
nvanti non fofsero ufciti dalla Palcftina) fcorfc
roPImptro,e penetrarono ne paeil dclie pi
fcarbare nazioni , perdivulgare ,
e far credei
a" mortali la vita ,
la paffione , lamorte, e

rilbrgimcnto di colui, la ci i
religione per e
,

i l-r
egli flato crocefifso , cagionava fcandalo;
Giudei ed ai Geruili fenibrava una folenne ftol
te;^i.Nc credo gii io,che vi fia alcuno cosi poc
verJato nei libri del nuovo Teltamento, qhe no
fappia efser tucto cio agli Apoftoli accaduto ,
rjon fia perfuafo , chefii tiuti, { enza eccettuai
ne veruno , furono tanto colhnti nel confefsan
e predicare la refurrezione di Gesu Criilo, cl:

rmino di loro mai a cofto di qiialunque cofli at

ri vo .1
dire,o a far o per impcgn<
foi"pettare,che
o per ambizione , o per altro motive* umano
e non per (bio aniore della verita,fi foflero unit;
ibitenerla.Che fe k
venerazione,che profeffav;
no al proprio Maeftro
, e 1 ambizione avefl
avi:to tanta forza
appreffoloro , che induceflfe
a ingannar gli altri, 1 avrebbe avuta vivcnte
Maeitro mecl-fimo, e finchc avelfero
potui
operarc per ^-.ladagnarfl la fliaw, c le ricchezz.
DH* PRIMITIY1 CIUSTIANI .
5I
;he aveffero deflderato,e non gia dopo la morte
ii lui, e quando vedeanfi condotti per la confef-

bne del Vangclo alfupplmo. Ma agli Apoftoli


ivenne tutto il contrario; poiche mentre vi*
I.TO Criilo prefo e legato da Giudei , come
ibbiamo ofTervato , con moftrarfegli ingrati ,
/ilmente 1 abbandonarono ; e dopo la morte di
ui prefo animo lo celebrarono con alte lodi , e
[tudiaronfi di propagarc da per tutto la
religio-
ae da 1 i medefimo infegnata. Le quali cofe fr-
;ero egiino con tal difinterefle , e difiitima di
ioro flelTi e con tantozelo, e fincerita di ani-
,

010 , che riconofcevano di non valer nientc


per se medefimi , ma di eflfere per grazia del
Sig. Tddio, quello che erano,e vollero piuttofb
laiciare la Ioro quicte , i Ioro parenti , h Ioro
patria , e morire , che neg^re qualcuna di
quelle verita , che aveano predicate . Sembra
noltre affatto inverifimile , che ie tbflero ftati
impoftori , e architetti, per cosi dire , di falia-
;ie , e di frodi , abbiano voluto pcrder la vita

per colui,che aveflero conofciuto non men im- ^E


poibre di loro,, . (/t) E fi pud ben trovare, chi ibid , p
ragionevolmente, e per amore della virtu, in.
>?

,, e di adempiere qualche fuo dovere , perda


onellamente , e gloriofamente la vita . Ma
un uomo di perverii coftumi , dedito tutto
ai piacere,e a dare
,, sfogo alle propriepaffio-
ni;e che bada foltanto a cio,chc querto mon-
dooda,o promette, non antepone raai alia
vita la morte , ne foffre il
fupplizio, non di-
co gloria di qualcuno ,
a che fia ftato pe fuoi
misfatti condannato, ma neppure dei piu ca-
35 ri amici parenti. (i) Perche dunque
, e w
5, gli Apoftoli con tanta intrepidezza ufcirono
>
3 a predicare legcfle y e la morte , e il r
D Z y>
C O S T U M I

* mcnto di Gesu Crifto ? Forfe s immaginava-


99 no di non dover foggiacere a tante difgra-
zie ? Ma eifi aveano gi;i determinato d in-

3, trodurre la nuova loro religione non Cola-


5 , mente nella Italia, ma eziandio ne paefi dci
Greci e de Barbari , e di rovefciare la_.
,

idolatria ,
le quali
cofefapevano elTere difS-
,, cili a ottenerfi ,
fenza
provare graviiTimc
35 perfecuzio.ni ,
e probabilidimamente fcnz;

,, terminare in un qualche patibolo i lore


giorni . In fatti nella loro Iftoria noi leggia-

5 ,
mo che dopo la morte del loro Maeftro
,

5, furoao primieramente da nemici del Cn


ftianeiimo prefl 3 e meffi in carcere ,
e dipo;
rilafciati con efprelfo ordine , che noi
,

9, p.irlaill
ro a niiino in avvenire di Crifto

8 5 Qiiindi effendo ftati (brprefi , mentre a uni


y)
jrraa moltitudiae di eente raeionavano
vJ *J
de V.V

Redentore , furono di nnovo per la dottn-


9
-
na che infegnavano fgridati , e battuti .
,

? ,
E allora fu
, die Pietro diiTe a Giudei do- :

55
verfl piuttofto a Dio , che agli uomini ob-

95 bedire Poco dopo fu lapidato , e private


.

35
di vita S. Stefano , perciocche con fomm:

35 intrepidezza avea parlato di Crifto al Popo>


55
lo onde nacquc la gran perfecuzione con.
;
L ^ I T {* \

95
tro nuovi fedeli . Non pafso gran tempo
i

3>
ch Erode Re dei Giudei fece tagliare la tc-
35
(la a S. Giacomo il
Maggiore , e imprigio-
33
nare S. Pietro . Gli altri Difcepoli, avendc
cio veduto-, non fojamente non fi aftennerc
di profe0are il Criftianefimo , ma eziandic
9J
con maggiorefpirito di prima,perfeveraron(
a predicare a tutti le mafllmc
delVangelo , <

le maraviglie
operate da Gesii loro iitituto-
re s e Maeftro, Dopo quefti avveniment
It PRIMITIVI CRISTIANI . 5 J
,
Giacomo fnitello del Signorc il
quale pef ,

la ecdellenza della fua virtu, da colorodie >

aftticartente abitavano
Gertiialemhie
in >

era chiumato il Giufto, interrogate da Pon-


tefki , e da Maeflri della nazione Giudai-
,
ca , qual foffe laiua fcntenza intorno a Cri-
,
(to, avendo rifpoflo , ch cglie il figliuolo di
Dio ,
fu da loro kpidafo , e uccifo . Fu an-
cora Pietro col capo alPingiu crocefiflb in
i C-*

,
Roma , e Paolo decapitate e Giovanni
>

, confinato nell Ifola diPatmos . Tutti


quefti avendo tali cofe T^ffcrte i non rimof-
fero niuno de loro confratelli dall intraprefo
illkuto di propagare , quanto potevano, il
Criiliancflmo . Anzichc ognuno di loro ar-
dentemcnte bramava per motive di pieti t
e pel culto divino , di avcte la medcfimi.
forte. Per la qual cofa vieppiu H animava-
no a teftificare coftantemente , e con incre-
dibile zelo a popoli Gesu Crifto , c le ma-

ravigliofe azioni di lui , Che fe furouo d ac-


cordo a fingere , dovremmo maravigliarci,
come mai un si gran numcro di perfone lino
alia morte mantennero 1 impegno di predi-
care cio , che iapevano eflfer falib di pianta,
ienza che niuno temendo,che non gli fucce-
deflc quel , ch era fucceduto ai compagni ?
i
quali prima pcrirono , fl feparafle da una
tale focieta ,* e contradiceffe apli altri N. * ,
~
c
manifdhffe impoliura , che aveano tutti
la
infieme ordita . Ami colui , ch ebbe 1 ardi-
mento di tradire il loro Maeftro , conofcen-
do di aver ptccato ? e difperato
diedc a se ,

fteflb
difgraziatamente la mortc
,, Fin qui .

ulebio , il varie altre ragioni apporta,


quale
be per non effere rnolto divcrfe da qucila
y
D 3
fia-
54 BE COSTUMI
iiamo co/lrctti a tralafciare ; a yen do noi dc
terminato di paffar oltre e breve menteefpo ,

ill i motivi , ch ebbero i noftri Meggioric


maggiormente confermarfi nellafede , defer
vere i lorocodumi .
al- VII. Oltre il srande , e convincerite miraco
* *
_i

prodigi lo dellaRefurrezionc 3 moltiflimi fonoregiitr


f *
** n ftcrofanti Vange!i,pe quali ancorai San
"

1
fc"v?

Padri dimoftrano la verita della Criftiana R(


rptcialnte*-
te dtll* re* ligione Nel capo fccondodel Vangelo defer!
.

//c/Muo- to da S. Giovanni noi leggjiamo , cli eflfend ,

nf d * LA ^ tlto cJlIamato inGaiu Gaihllo dellaGahle


<Ti

Gesu Grillo a un nuziale convitto ; e avend


r ,../ r ** *
lentico dalla fua fantimma Madre, ch er
t

mancato il vino a chi 1* avea invicato, ordino


xte che fi riempidero fei vafl di acq-aa , e fece si
* mortt c ie
prodigiofamente 1
{
acqua medefima fl cot
vertiffe in ottirno vino , talch^ colui , che al
tavola prefedeva, rimaie attonito per la manr
viglia , e difcepoli , che non erano fondati ne
i

la veratiottrina ,
in lui credettero ,
e fermj
mente determinarono di feguitarlo per fern
r
~
pre (^)
. Or come potea mai avere luos
^n q 115^^ ta cafo la impodura ? Golui , che prt
^
1 1* v. i!
fe.^j.
fcdeva alia tavola , non era foguace di Crifto
c pure ne reftj maravigliato . Gli Apofto

maggiormente fi confermarono nella loro en


denza, e S. GiovannidefcriiTe il
prodigio, mer
tre.ancorao viveano alcuni di quelli , che pre
fenti ii ritrovarono , o da loro
maggiori ave;
no intefo fe era vero , o falfo . Qujndi e ch
Tertullianonumera queflo prodigio tra ? piui.
ludri operati dul Redentbre Fu , dice eg .

Op. net libra cbe bafcritto


, dell animx (^, F ,

pag* ,, fedele la villa ,


e 1 udito degli Apoiioli n
55 moiite ; fedele il jrnfto di quel vino C ber
chA
Dl* P.1UMITIV1 C1USTIANI. 55
che fofle flat? prima acqua ) nelle nozze
della Galilea ; e fcdele il ta(lo di Tom in a-
fo , che dopo divrenne crcdente . Recita la
teftimonianza di Giovanni : Cib cbe not vc-
dernmo ; do cbe udimmo cosi , egli par-
la , do cbe le no fire mani toccarono del Fcrb*
delta <vlta, . Sarebbe tlata falfa quefta tefti-
monianza
, per natrra i fend
fe mentiflero

degliocchi , delle orecchie ,


e delle muni .
Pare inoltre incredibile , che i difcepoli
i Crilto
, potendo effere convinti di menzo-
na, fe aveffero ardito di narrare il falfo; poi-
lie vi rimanevano ancora moltifTimi di coloro,

le a truppe erano foliti di feguitare il Signo-

?; con tuttocionon folamente contarono , ma

ziandio tramandarono pcf ifcrittoalla memo-


dei polleri parecchi miracoli da lui
a come >

ancamente , e fenza panto efitare , e turburfi,


Terivano 5 alia prefenza delle turbe in pub-
ico operati . E fonotali certamente i
prodigj
iHla moltiplicazione de pani nel deferto (*O ^ (a)
fulla riva del mare della Galilea (4) , quelli vi. v. i.

ella guari^ione del paralitico calato qifi pel x N Matth._ ,

, r
.
7 00 . .

:ttoda fuoi parenti e amici, perciocche non xv , v>

ra pofTibile di farlo entrare in cafa per la por-


i
, mentre era loro d impedimento la gran C c ) ^- nc
v 2 17 *
dca del popolo, che attorniava il Redentore, Jv
x S,
r
n 11- . .
r
M.?rc. il.v.
c), e delia illununazione del cieco nato , il a .f
eqq .
ual prodigio i Farifd rnofTi da invidia procu-
irono di ofcurare (cf) e della refufcitazione C d ) J oJ? -
;
ix v - 1 - fe ll-
ullii
figliuola delPArchidnagogo , preceduta
ella
guarigione di una donna,per aver ella fo- (e) Ma -*,

im.cn te toccato la fa Id a della vefle di lui (0 ; e V. v.u.


f!
riforgimeDtd del Hgiiuolo unico della Ve- .^ ^ llct
di Nuimo
(f) , e mclti altri i quali fe non vi?. v. 4.
"va

veri , i:erj avrebbero indotto una si


D 4 gran
5 6 ai eetTUMi
gran moltitu dine (5 non folamente di
Gentili
ma eziandio di quc Giuclei , che nc tempi d
Crillo fieri vano, ed erano contrary alle maifi
me , e a* fentimenti di lui ) ad abbarutonare I
il Cri
paternc loro tradizioni , e abbracciare
ftianefimo. Imperciocchc erano fhti moltifTiiT
di loro prefenti , quando egli opero qualcuna d

quefte maraviglie , e potevano efaminarle


loro agio r econofcere fe erano impofture ,
fe veramente erano tali, quati da dffcepoli c
lui erano predicate . Anziche pare incredibilc
ch eilendoi Farifei cosi contrarj al Redentore
che procuravanodiofcurare tutto cio , ch eg
f^iceva, aveffero a lafciar correre la impo
ilura , e non celandola , permettere , clie |

gran genre si pervertilfe ,


e feguita(Te inganna
ta errore
1 . E non puo negarfi , ch eglino ado
praronoogni diligenza , e arte per difcuoprirc
fe mai egli avea a forza e d ingani
di fallacie
,

tirato qualcuno a
pre(l?.rg!i credenza. Laonc
allorche videro illuminato il cieco nato,efTenci
rimaii attoniti per la tnaraviglia , nc avendo f*
ptito trovare la maniera di fventare un si p;
tente miracolo , nonfeppero faraltro, che d
mandarei genitori di eifo cieco, fe egli era
lor figliuolo , e come avea fatto a guarire ;
avcndo udito , che egli eradeflfo , e che avc
eta dapoter dire, chi gli avcflfe dato la villa
interrogare il mededmo cieco illuminato d<

modo ,
con cui avea otcenuto unafegnala si

grazia;e uditane la rifpofta,maltrattare e Puoir


lanato e 1 aiitor del miracolo . Erano inoltrt
prodigj del Signore fovente cosi pat-nti , d
i Fariiei,e
gli Scribi vedendo , che non 11 pot(
vano rivocare in dubbio , procuravano di fpa
gerc , ch eruno prdtigie 9 ftrcgoneric y e op<

ra-
PRIMITIVI eniSTiANi 57
.zionidel diavola;matoftareftavano confufi taJ-
ente, che non potendo rifpondere , alle cafe
rofe ne tornavano pieni di rabbia , e di mal-
lentocontro del Redentore .

E per vcro dire ,come potevano efli mai o


.-gare ,
o attrib-.iire al demonio la rifufcicazio-
; di tanti morti , e ipecialmente di Lazzaro ?
oiche egli e certilfimo appreflbtutti i mortali,
ic febbcne in apparenza il diavolo poflTa fare
cune cofe , che fembrino maravigliofe , con
itto cio egli impoflibile , che richiumi qual-
mo da morte a vita . Per la qual
entili 5 nemici del Criltianefimo ,
^endo potuto negarc la c videnza deiLi credi-
lid di isna religione , ch era cOiifcrmata_j
?

quedi fegni , e argument! , ebbero ar-


>n l

mento di allerire , che non fu mai refu


itato verun morto da Gesii Criito , c che
i
Apoiloli narrarono fomiglianti favole per
gannare colle frodi i
popoli poco avvcduti .
uindi e che Origene nel iecondo libro contra CO Nn r
elso (4) cosi ragiona : ,, Perthe Cello non po- 4 ? -i S a >:l
>

teva negare i miracoii , che diconfi operati


da Gesu Criito , calunniando foventc rifpo-
ic , che quei non furono miracoii 3 ma pro-

ftigie del Redentore medefimo . Avendocl


dipoi interrogati,per qual cagion mai abbi.i-
mo crcduto , ch egli e il
figliirolo di Dio ,
da
per se medefjmo a nodro nome replico: per-
cbi rifano* cciechi, c perche , aggiu*
zopfi
,

gne egli , come voi dite rifufcM ancora de*


morti. Or che ciechi, e zoppi fieno ftati
rifanati da Gesu Criilo , che noi credia-
moil figluiol di Dio , puoiTi principalrnente
comprendere dalTeflere flato cio predetto
Profcti. ufller* fi aprirannQ gli occbi
***
58 I> E C O S T U M I

<zV ciccbi ,
c ndlr anno le oreccbie de* fordi .

:. v. <.
,, Ma che i morti fie no ftati rifufcitati da Cri-

55 fto , e che cio non fia ftato finto dagli Evan,

5> gelifti, egli e tanto chiaro , che nulla piu


Poiche fe fofle quefta una finzione degli Apo-
55
iloli , ne avrebbero eglino piuttofto numera-

ti molti di piu , e avrebbero detto , che pit


39

lungo tempo eglino rimafero , prima di efle


re richiamati a vita , ne fepolcri . Ma pe
locontrario, eflendo eglino ftati fincerift] mi

^ pochi nenumerarono, cioe la figliuola del!


5* O O , e 1 unico fia^liuolo
Archifinaeoeo O della ve-
dova , della quale ebbe egli compaffione , (

, Lazzaro il quale da qiuttro giorni avant


5> era ftato fepolto. Per la qual cofa avvifo.k
3, i
piii fchietti elHinatori delle cofe ,
e ipecial
33 mente il finto Giudeo di Celfo , che ficcoin

,>
ne* tempi di Elifeo , molti crano i
leprofi ,

3, folamente Nainano Siro fu guarito da quc


33 Profeta ; cosi molti, mentre Crifto era tr
,3 noi , rnorirono,e folo quelli furono da lui ri
,3 fufcitati , che il Verbo giudico efpedientc c
3, rifufcitare , acciocche que miracoli non..
foffero folamente fegni di certe cofe , m
ezianclio per se medefimi allettaflero mol
alia maravigliofa dottrina dell Evangelio.
io dico, che i Difcepoli di Gesu , fecondo 1

3, promeifadi lui, operarono maggiori prodii


3, di quelli di Gesu medefimo ,
che fotto fen i

,, cadevano. Imperciocchequotidianamente
:

aprono gli occhi di quelli, ch erano ciechi c


mente ; e le orecchie di coloro ; che alle vc
ci di lui , colle qtuli gli tfortava a feguitar
la virtu ,
erano fbrde , avidamente afcoltan
le cofe , che diconfi di-Dio, e deila vita Bea
?
D PRIMITIVI <2RISTIANI ,

ta , che dobbiamo godere appreffo di lui ;


molti ch erano zoppi , quanto all uomo inte-
riore , come dice la divina Scrittura , ora
non falgorro femplice-
fanati colla dottrina
5

mente , ma
falgono come il cervio aniimle
contrario a ferpenti , e a cui non poffcno i
veleni dclle vipere apportare verun nocu-
mcnto. Fin quiOrigene . ,, Matorniamo al
rodigio dellarefufcitazione di Lazzaro , c veg-
amodi qual pefo e fia ,
e come da Santi Pa-
i fu apportato per comprovare la vcrica della
cligione Criftiana .
Non vi e cola piu circofhnziata , ne piii ilncc-
L ruccomo di San Giovanni deicritto nel
del

.p. XL, il
quale non folamcntc dimoftra , che
lora quando morl Lazzaro frutello di Marta ,
di Maria Gcsd Criilo era aflente ma ezian-
, ,

che lontano era daBetania y e da Gerufa-


mmc, quando Poiche men- cgli cade mala to .

: Giordano, Maria , e Marca fr. j-Tm.


egli era di li dal
* v >^n-
gli fecero fapere , che il loro fratello era
l *
")

fcrmo ; il che avendo egli intefo diHe c v: ,


:

ella tal malatcia. farebbe iJata glorioia a Dio , VcJi (f>)

:he avrebbe glorificato il fi^liuolo di Dio m - *

a
fimo . Or chi non vede (b ) efpreflj in queft^ :
r i i -V /i j Man ire i

role del Redentore un manifefto prevedi- filr> j

enco di cio , che dovea fuccedere ? Imper-


3cche voile il Signore , dopo aver avuto h
lova della infermita di Lazzaro, rimancre due
orni ancora in queli iileflb luogo, e quindi *:
termino di ritornarc alia Giudea , e avcndo- Q r ;f^ " TJ O
1 detto fuoi Difcepoli, che pochi giorni
i
^-j. L xr , u
^nti Giudei aveano teatato di lapklario ^ c in Joh. psg.
i

e non era efpcdiente ch ei nuovamente (I ^j.T.vm. .


^^ ^-
_ j
*>

Joneffeal pericolo vita, rifpoie diperdere la


, ,
r 19] Parif.Mon.
o, che Lazzaro smic.o iuo dormiva , e ch.egli
. .

;^ lur j 9 $>

avca
fc B C O 5 T IT M X

avea ffobilito di andarc a rifvegliarlo.Alle qual

parole aveiido replicato i Difcepoli chc s egl >

dormiva, poteafi giudicare chc fofle guarito>

cgli apertamcnte dilTe loro , che Lazzaro er


gia morto , e ch cgli volea rifufcitarlo , affin
che eglino maggiormentefi confermaflfero nel
la vera fede. And6 cgli perunto in Betania ac

compagnato da fuoi Difcepoli , e trovo, ch


crano gia quattro giorni , che Lazzan
fcorfl
era morto , e fepellito . Era Betania un Ca
Hello poco diflante da Geruialemrne , c molt
Giudei cranfi dalla Gitta fanta cola trasferiti
fine di confolarc Maria ,
e Marta ,
che per!
tnortc del fratello erano addolorate . Per 1

qual cofa egli c neceflario argomcntare ch 1

>

foiTe pubblica in Gerufalemme la mortc di La2

zaro ,
e che fe Gesii aveffe voluto impornc
rion avrebbe fcelto un luogo cosi vicino all

Citta principale della Giudea , dove concor


rendo gran gente , fl farebbe fcoperta con fa
ciiita la impoliura. Onde avendo egli prefcelt

queltal luogo, c quclla tal famiglia 5 ch er


t?nto cognita a* Gerofolimitani , per operar
un prodigio si ftrepitofo , non vi puoeiTer luo
go dafofpettare , ch ei abbia voluto ingannarc
ma che per virtu divina abbia rifufcitato ami 1

eo,afine di confcrmare e gli .Apofloli, eg]


altri ancora nella vera crcdenza * Ma prole

guiamo il racconto del Santo EvangeJifta. Aver


do intefo Marta , che Gesu era giunto.in Bet;
nia, andogli incontro , e Signore , gji dilfe
fe tu eri prcfentc,mio fratello non farebbe mor
to ; ma fo io perahro , che otterrai.fcnza fall
qualunque cofadim.indi da Dio . II Redentc
reallora confolandola , non dubitare, rifpofc
che il tuo fratello fara ricliiamato a vita . No
du-
DB PRIMITIVI CRISTIANI .

iblto, reph co clla, ch ei debba rifufcitare nel-


gcneral refurrczionc , che avverri nel dl del-
udizio.Riprefe allora il Rcdentore, ch egli era
rcfurrezionCjC la vita , c chc qualunque per-
u credevain lui , ancorche ella foflfe (hta_*
)rta, avrebbe vivuto. Appena Marta confefso
credere vivamente tutco cio ch erale ihto
1

tto da Iui,c ^e corie a trovarc la fua forellaMa*

,eledirrc,ch\ragiunto in Betania iIMaeftro,c


2avcadimandnto di Ici.EiTendofi levutaMaria,
robbedire al Maeilro,iGiudei,ch*erano rima-
;on elTa in cafa per confolarla , s immaginaro-.
,
che per isfogare il dolcwe , fofle ella corfa
fepolcro del fratello a fparger dell altre lagri-
Era pertanto cosi nota la vera morte di
.

zzaro, e cosi patente il cordoglio di Maria


; non vi era ragionc di fofpettarc di qualchc
;anno. Subito che la Donna pervenne_..
dove il era fermato il Rcdentore , gettof-
*

piedi di lui ,
e diflegli ,
che s
cgli fi foffe
vato prefente , non farebbe morco il fuo
tello . Gesu che vide addolorata , e
piangen-
Vlaria , e che offervo , che coloro eziandio,
aali Paveano accompagnata , gemcvano , fi

iturbo egli , e dimando , dove Pavean fe-


to? I circoftanti per compiacerlo , gli difle-
:hcrano pronti a fargli vedere il fepolcro .
nfdforono eglino adunque , che Lazzaro crat
amente morto Frattanto alcuni di loro
.

ndo veduco , che Gesu lagrimava ed ef- .

i /* ^^
loU ricordati de che altre volte
prodigj,
i
avea con illuporc , e di tutti
maraviglia
rati difcorrendo tra loro diccano 3 e non
,

ea coflui , che ha conceduto la villa al cieco


) fare si, che Lazzaro non moriflfe ? Venne
,

Imente al luogo ddSepolcro il Redentore ,


il
62 !> E* C O S T U M I

qual Sepolcro era forrnato a modo di cavcrna


fopra cui era pofta una gran pietra Qur
giunto, ordino , che fl levaffe la pietra , c.
quantunque Martagli avcffe detto , che il c
davere , poiche erafepolto da quaftro giorn
puzzava , con tutto cio ei fece rimuovere
faffo e alia prefenza di mold , che Pattorni
>

vano, ad aita voce grido Lazzaro Icvati , :

vienifuora. Riforfe egli immantinente, ecoi


parve fuor del Sepolcro avendo le mani , >

piedt legati , e coperta la faccia col fudari


mentrc cosi erano foliti git Ebrci di fotterrar
morti . Allpra il Signore , fenza altro , ordir
che ei foffe fciolto , c lafciato andare dovunq
avcflc voluto Un cosi illuftre , ecosi itupe
.

do miracolo operate avanti una si gran mo!


tudinc di perfone , come potrk mai effere
vocato in dubbio ; fe i medefimi Farifei , a;
curati da quelli , che furono prcfcnti , r
oiarono di ofcurarlo maadunati fecero coi >

glio, e mofii dalla invidia , e dal livore >

tcrminarono di far uccidere Gesii Crifto . C


fe avcffero eglino ardito di negare un fatto
tanto pubblico , ed evidence , farebbero il

certamenteconvinti dapiuteflimonj , che ]

tver veduto Lazzaro morto , e fepolto , e


fufcitato , credettero alle parole , e feguita
no la dottrina del Redeiitorc. Nc fern bra ere
bite ,,
che fl poflfa trorare un uomo c^si imp

dente , ,c temerario
il
quale per ifcredicari
Criftianefimo,tacci d impoltura gli Evangeli
c ibilenga , che tali cofe furono da loro a f<

plicirapprefentatc,a fine di accrefcere il nui


ro de ? fcguaci del Crocefiifo . Impercioc
qual vantaggio mai potevano quindi ritrarre
i mcdeiimi , fecflfendo vivcnti, co
prc
BS PRIMITIVI CKISTIANI .
6%
obabile, ancora alcuni di quclli , chef! trova-
in Gerufalemme , e in Betania , allorche
>no

esu Crifto venne a trovare le fbrelle di Laz-


.ro , poteano convinccrli di menzogna, e at-

rrare quella religione , che i noftri prccura-


mo propagare ? E farcbbcro cglino fhti
di
ivi iffatto di
mcnte, fe per le cofe , ch cfl]
reano inventatc per ingannare i femplici ,
reflero voluto imprendere difaftroflfTimi viag-

, graviflimi travaglj , c patimenti,


foffrire

pcrdere finalmcnte fenza verun frutto la vita


>ro. Or
non sa , che per quefte , c altrc
chi

miglianti cofe da loro defcritte ne facrofanti


^ngelj ,
furono eglino e perfeguitati , cd cfi-
ti, c ancora di vita?
privati
III. furono meno flrepitofi prcdiej,ope-
Non i

c ,
,
-
i r Conferm** *.

ti dai Signore per mezzo dei Santi


Apoftoh^er
maggiore propagazione del Criflianefimo . La
larigione iihntaneadi colui,che,nato ftroppio,
,va continuanunte a chiedere la limofina avan- co ^

la porta dettzfpcchfa del Tempio , ed tra_j

rcio conofciuto dai Gerofolimitani,Ia(^)qual


1
7

arigionc ottenuta da Santi Pietro , e Gio-


nni per la invocazione del nomc Sacrofanto
Gesu Crifto, non pote ncgarfi dai nemici ,_
ila nodra Religione la prodigiofa^
nafcente ; c .vi.v.
iverfione di San Paolo, da fiero perfecutore ,
1

improvifo (b~) divenuto Dottore e Prcdica-


edel CrilHaneflmo ; il fubitoriftabilimento
^b)
falute del Paralitico (c)
diLidda,refo pubbli- c ix- y. i. .

per tutta la Citta 5 che induffe molti ad ab-


Kciare la vera fede ; il riforgimento da mor-
a vita di Tabita Vedova fucceduto in
, (<f)

>pe,per
le
preghicre di ^an Pietro , che mofie y^ 33
ecchie pcrlbnc a feguitare i dettami di Gesu
lv r^^ t

oceiiiro ; acciccamento repcntino di Eli


i

mas 5
mas che ripugnava a Paolo , avvcnuto al
,

prefenza del Proconfolo Sergio


Paolo in Pafl

Aft
nella Ifola di Cipro O) ; il pubblico miraco
**^
-jj.
del raflbdamento delle gambe , e delle plan
de piedi dello zoppo di Liftra,che fin da bamb
no non pote mai camrninare (&) ; Ic grazie o
tenute da coloro,che afpettavano, che(f)Pon
3ny. v-
-
b ra &i Pi etro paflafle fopra quslcuno dcgli ar
malati , che efpofti erano a bella polta , e cc
ricuperafle la folute ; e da quelli quali (cf) fe i

r c) Aft. bavano i fudarj , e altrc cafe ufate da Sar


.
y. v.ij. Apoftoli , furono certara cntc , e fono,c faranr
fempre fcgni evident! delta credibilita del

(<1)
A6t. Religione , che profeffiamo Imperciocche n .

. i. e verifimilc, che poteflero i primitivi Criftiai


c fpecialmcnte San Luca , defcriverefomiglja
ti cofe , c poi pubblicarle, in un tempo, in

cui fiorendo ancora moltiflimi di coloro , ch<

coetanei furono di Pietro, e di Paolo , in qui


Ic Citta , ove diconfi operate -tali maravigli
o ne avrebbero fenza fallo avuto cognizion
operate , o fe inventate fofife
fe foffero ilate
a capriccio potevano convincerli d ingiinn
,

e d impoftura . E come mai puo darfi


che un uomo prudente , o fcaltro , che pr
curi di propagare una fetta , o una Religi
ne , vada inventando dei motivi infuififtent
onde pofla effere non folamcnte riprefo,
convinto di falfita , ma cziandio coftretto a p<

dere quelli , che colle frodi avea tirati al 1


partito ? Pare inoltre impoffibil cofa , che fc
za una virtu ftraordinaria , e fenza opere f(
prendenti, e prodigiofe tante perfone 5 qu*
te not leggiamo convertite ne primitivi ten
al Criftianefimo, poteflero eflfere indotte da f

i uomini , e ignobili , e rozzi ,


a rinunzi;
allji
PRIMITIVI CJllSTlANi *

loro Religione,e abbracdare


a paterjia
quella,
e propane a credere
dogmi fuperiori all uma^
intendimento , e prefer! ve regole di morale
ntrarie alle patfioni , e alle inclinazioni del la-
tura corrotu? Molco meno poi avrebbero
eibto &de a coloro , chc
per confcrmarc la
o credenza , apportavano fatti non mai av-
,

nuti , e comunemente , o
negati , o meffi in
bbio da quelli die effendo contemporanei
,

gliApoftoli , poteano eflerne informati


^endoadunque gli uomini in s; gran numero
:rito ai Difcepoli di Gesu Criilo a e riprovate ,
me calunniofe le oppofizioni fatte da pochi
rittori nemici del Crifliunefimo devr cfine
>

Tariamente concedere , che veri furono quei


racoli. aver do cio confeffato colPacconfentire
r
V angclo, i Popol .che abitavano nelle Citta,
He quali Pietro,e Paolo,e loro campagni pre-^
i

arono la noftra fede , e opcrarono le. nura-


jlie narrate dai noftri maggiori , e defcritte
S. Luca negli Attidei Santi Apoftoli. Ma feb-
ic i
nemici, de* quali abbiamo parlato, procu-
/ano di ofcurare opere del Signore a con tut.
le
cio non ofavano. di
negare la maggior parte
loro
prodigj i rna folamente era le preftigie e .

fgonerie li numeravano, perciocche non avea.


altro modo di fcreditarci >onde a loro medefi-
,e non ai Criitiani pregiudicavano , chc cono-
vano quanto foflfero vane fomiglianti rifpo-?
.
Imperciocche come mai un uomp di fen-
5
avrebbe acconfentito a Farifei , a Celfo
icureo. , a Giuliano
, ealtrifimili, che pie-
li mai
talenta, i iniracoli di Crifto , e degli
oftoli numerarono tra le magiche impofture,
i
miracoli furono fatti per diftruggere ilcu.lto
?
demonj , i
quali fono gli autori della magia
E
u M
"

(6 e s T i

SAvrebbe egli il demonio operato contro fe ftefl


avrebbe diftrutto il fuo Regno farebbefi ritir >

to come fu piu volte da noftri coftretto d >

luoghi ,cheoccupava , e avrebbe confeflfato


effere egli uno fpirito malvagio e ribello >

veroDiot fe egli ftefto aveffe indotto Grill


c i feguaci di lui a predicare il Criftianelimo

a fare qutlle tante opere prodigiofe , e forprt


denti ? Saggiamente pertanto GuriHno Marti
antichiffimo 9 ed cruditilfimo Scrittore nella i
prima Apologia (^)difende : Poterii facilme
teperfuadere a Gentili cfieril verificato
jj8.eH.vene Gesu Criflo, e nei fuoi Apoftoli 1 Oracolo
e.a>.i74S Jfaia il
quale nel fecondo capo al terzo v*
fo del fuo libro predjcendo i futuri avvenime
ti , diiTe , cbe da Sionnc farebbe ufelt A la I^egg
e laparola di Dio da Gerufelcmnie . Impercic
chepartiti da quella Citta della Paleftina ,
rarono tutto il mondo dodici uomini ignoran
c-.non avvezzi a parlare pulhamente, ma d^
divina virtu confortati ? quali fignificarono t ;

umano genere, effere e{fi mandati da Gesu C


flo per infegnarc a tutti la parola del vero Di
E Orlgene A u tore di ^ran fama appreffo i no;
{b) TuM.V T "k A 9 D *
/^/.^

/a, che fe i mortali attentamente confi<

1
.
Mauri. raffero viaggj intraprefi da Santi Apofloli
i

y*n.etis f fine di propagare il Sacrofanto Vangeio t co


fcerebbero a evidenza , che coloro , i quali
bero un tal coraggio furono da una virtu fu |

riore moffi a operare f e cio che fecero non


tronde che da Dio provenne . Poiche fare
(eglino accolti dagli uomini , e febbene ale
fioflri nemici procuraronodi togliere lorola
tat furono tuttavoltai nemici medeflmi da i

a
fo^rannaturale jreprelfii la qual cofa din
ftra.
PRIMITIVI CRISTIANI .
6j
a, non aver cio fattogli Apoftoli , per una
rta potenza,e virtu umana , ma
ogni cofa ef-
re fecondo Divina providenza per fflinto fu-
la
riore avvcnuta,rendendo i miracoli alle paro-
,
e alia dottrina loro evidentifTima teftimo-
inza . Circa Jefrodi , e le illufloni per arte
igica dagli empf ,
o immediatamente dai de.
onj cagionate vedaficio, che noi abbiamo .

portato di fopra da San Giuftino (.t) Martire , f Y/


da Tertulliano e legganfi eziandio Ta-r
(^) .
50 .
mo (c) e Lattanzio ((f) i quali di queilo argo-
,^
?nto diligentementc trattarono . me b^illa A fopra p^in.
amente di rapportare in
queflo luogo cio , 31.
eotferva Origene Adamanzio di cui ahbiamo
( c ) Onr.
to altrove menzione ,
Egli adunque nel fuo contMGrae-
;ondo Libro cosi parla contra il Giudeo 05 n.xvm.
(<r)

in *
rodotto a ragionare intornoai Criiliani , da P"
:
4
rlfo
empio Sofifta Epicureo : Siccom^ )"

lapotefta degl Incantatori d Egitto non era Edit.


eguale alia maravigliofa virtu , e grazia , che an. 1747.
Ci Mose Legislator d^gli Ebrci ,
ravvifava in
e 1 eflto
dimoftro chiaramente leopcre j)^. i >che

di coloro erano
preiligie ,e cio che fece il c xvi. .

Profetadalla Divina virtu procedeva ; cosi 177. To.


Eri i
appuntole apparent! maraviglie operate da- opp-
? dn{ *n *
g|i quali nel far miracoli fi fpac-
Anticrifti, i

ciano cguali ai Difcepoli di Gesu Crifto , fono I?4d


appellate bugiardi miracoli 3 che hanno re) n,

forza folamente per fedurre


que miferabili,
Bdu
che perifcono ; c i prodiffi fatti da Gesu Cri- * ?t *
j r r- i r 1?4?
), e da fuoi , apportano ieco non
feguaci
?ia
inganno , ma la falvezza delle anime.
1*

^chi c mai cosi prevenuto , e privo di ien-


10 , il
quale pretenda , che per inganno av-
venga , che fi corregga la vita , c la malizia
vada icemando ? Vedea Celfo
E z a >
D* c O t V U M I

J, non so che nclle faere Lettere , che parcagli,


il fuo erro-
chccpndurpotefle a confermare
re ; laonde difle , aver Crifto avvifato i fuoi
>5
5

che un certo fatana avrebbe fatto de mira-


?,

;, coli . Ma precipitofamente egli conchiude

?, che cio fia con fe flare , che prodigj non pro. i

vengono da virtu Divina , ma fono opere


d

,, uoniini fceilerati . Impereiocche cosi egi

,, conchiude,come fc foflerp le medefime, quel


3,
le cofe , che fono di un genere totalmcnt

9
9 diverfo . E per verita , ficcome il lupo^,
^ il cane ; il
piccione , lapalomba non fon-
e

,, dello fteflb genere , febbbene il corpo e la vo


ce abbiano qualche cofa di flmile ; cosi anco
,,

? , rale cofe, che opera la Divina provvidenz;


,, fono certamente tali , che non pofibno eflfer
Potis
paragonate colle frodi degli Stregoni
.
?,

,, mo ancora dire contra le arguzie di Celfo

po(Tono forfe i Demon j fare dellc cofe


man
?>

e infolitc e non la Divin


3 , vigliofe , , potra
,, natura fare de prodigj ? Certamente fe a
3, cune preftigie fono fatte dagli Stregoni , i

,, duopo ancora , che le cofe miracolofe


.,, opcrino da Dio,.. E fe facendofi alcur

5, preftigie per arte diabolica . . .


bifogna cor
,, feffarc
, che Iddio per la virtu , e onnipoter

3,
zafua faccia de veri prodigj , e che perci
?)
fia necelfario il
diiiinguere le opere Divir
?>
dalle diaboliche perche non dovremo
;
n<

a>
conflderare la vita , e i coftumi di colorc
che promcttono dellc opere prodigiofc , e.
3, vedere fe apportino del danno a mortali
9 , ovvero fc conducano a correggere coftum i

4,
E non fegue egli chiaramente da* Miracoli<
,, Mose, e di Gesu Crirto, ch effi gli open
,, rono per virtu Divina ? Poicheno;i e cred
bi-
*
PRIMXTIVI CRISTIAKI .

,
bile , che colle frodi abbiano voluto i ft ire
le j e indurlc a deteftare i fimolacri
, gcnti
,
de falfi Numi , e ad abbandonare tuttc le

,
cofe create ionde viver poteano comoda-
mente e acquiftare il vero Dio da cui tut- >

, j

,
te le cofc riconofcono la loro origine .
Qitre i miracoli degli Apoftoli apportavaho
ziandio maR^iori
cj
i le maraviglie, chcfo- no ********
noflri -.* * * *
,

cnte operavanfl dai Griftiani ne tempi loro , c f ro/:tl S


,
,. j /i r c e oventc "

lavano a divedere a noltn avverian


>

quanto >

ia cvidentcmente credibile la Religione t che

>rofefllamo. Oflervavano cfli primieramente 3


he non fl farebbero convertiti al Criflianeilmo
anti Popoli i fe non aveflero veduto ne noilri
ualche eofa di prodigiofo , e forprenaente .
econdari amente,avcndone eglino llefli fiitta la
fperienza ,invitavano gli avverfarj loro a fame
a prova, e fe aveOero quefti fcoperta qualchc
mpoftura , riprovafiero la noflra credenza e
^1 impoitori afpraiflente puniffero . In terzo
uogo dimoftravano , che nel cero Cattolico fo-
amente , e non altrove poteanfi vedere fimili
nafaviglie ; onde fvelando le frodi 9 c gl ingan-
^i
de/ Gnoftici , e confermavano i noflri a
e gli
rteri vera fede traevano . E quanto al
alia
)rimo , San Giuftino Martire nei fuo celebre^
;

iaioo con Trirbne Giudeo (4) cosi parla


\i j- /- ^ n *
:

XI
W P f
J

Veggiamo noi j che pel nome di Gesu Cnilo


1

, Croeefiffo, gli uomini deteilata la fuperflizio-


?
,
ne de fimolacri , e ogni forta di empieta , e
, di malizia ,
fi convertono al vero Dio , e
,
non fi difcoiiano da lui$ancorchefiminacci lo-
,
ro la morte . E per verita 9 Ci per le opere ,
?
, come ancora pe miracoli e Jeeito ad ognuno
, di che quefla noflra Ha
conofcere
,
Li nuora
il nuovo
, Legge predetta da Santi Prouti ,
E 3 te-
7<9
E* C O S T U M I

teflamento, e la che
efpettazione di quelli
33 datutte le genti attendono da Dio
vera , e la

(labile beatitudine . Sono a quefte fomi-


glianti le parole che egli adopra alquanto do-
>

(a) Ntim* s -\
ove ri m provera a Giudei loro
a cj la
* MS durezza
,
e oftinazione
dipoi foggiugne , c .

3, Forfe voi temete di confefTare , che Gesu ,

(come dicono le Scritture , e comprovano i

3, rniracoli)che invocato il nome di lui fi opera-


3, no avanti gli occhj di tutti ? fla Crifto; percioc-
,j che vedete , che i Principi di quefto fecolo ,

3, iftigatidagli fpiriti malvagi perfeguitano i fe-


di lui , e procurano di toglier loro la_*
guaci
vita . Lo fteflfo conferma Tertulliano ne!
JLibro contra Scapula , ove cosi fcrive ,, que-
5, lie , e altre fomiglianti cofe poflfono fuggerirli

3, da Dio acoloro , che hanno proVato i bene-


3, fizj de Criiliani . Poiche fu da loro liberate

3, il Notajo di uno che era invafato dal Dia- ,,

3, volo , e il figliuolo , c i parenti di alcuni


-j, altri , che parimente erano dallo fteOTo agita-

5, ti . E quanti
uomini ( perciocche not
onefti
)r vogliamo noi p aria re di quei del volgo ) fu-
5, rono o da demonj , o anche dalle infermit;
,5 liberati. Severe medeflmo padre di Anto
33 nino Caracalla Imperarore fu memore de
3, Criiliani ,
il
quale ricerco diligentement^
,, Procolo Crilliano che avca curato coll <
1

(L\ n t*. ,. i a/r i r n <*


.
.

oiio , c lo tenne nno ch ei vide nel fuo ra

Par if. lazzo ,, . Origene ancora nel fuo Libro con


sdft.
>

Monnch. S.
***
tro Cdfo (Z)cosl raeiona che ,- la forza e
X. -^ \^J
: 1

Mauri. ,, potefta di operare miracoli rifiede appreflb


33 Criiliani, vcdendofene ancora le vefiig<
5) nella Chicfa in quelli, i quali vivono cri
35 ftianamcnte .
(f)Chefe taluiio defidera de
"
pi odigj , fervafi di quelli , che operarono
4<y
^ * "til
San-
DB* PRIMIT1VI CRISTIAN1 .
7*
Santi Apoltoli. Perchc non avrebbero cgli*
,
no potuto indtirre coioro $ a qu.ili fpiegava-
. no una nuova dottrina ,
e imponevano nuovi
, precctti,a lafciare la Religione,e gli ufi pater-
,
ni loro,e ad abbracciare,con evidente perico*
, lodiperdefe la vital lofo infegtMementi . An-

,
ziche fcorgonfl ancora appreflb Criftiani al- i

,
cuni veftigj di quello Spil ito Santo , che
, comparve in forma di colomba , cioc i
,
miracoli mentre cacciano cglino demon; ,
; i

, guarifcono le malattie , c prevcggonole co-


fe avvenire (a): E non fl tfova piu appfeffo /
,
a^ ^ib. ft.

,
i Giudei alcun Profeta , ne fi opera ve- ft 4
viii*p/jfi
,
run miracolo ; ma fi trovano bensi del
,
noflri^
i
quali fanno de* prodigj , e mag-
,
giori talvolta di quelli , che furono fat-
,
ti appreffo loro ; e noi che 1 abbiamo >

,
veduti , ne poffiamo rcndcre teftimonian-
za. ,,
.

fono di minor pefo * n meno chiarc le


Non A^ g ,
arole di S.Cipriano,e (6^) di Lattanzio(f). ELI-
p. 187. Edit*
:bio ancora nel terzo libro della ilia Storia EC- Biem.
lefiallica al capo trentefimo fettimo (rf) trat- (c)LiO*M
.tndo dclla primitiva Chiefa , e de primi fuc-
Di
effori de Santi Apofloli , racconta , che in quel 7"

5JP* t
empo Quadrato infigne fcn ttore 3 e difen- Ca
ik>ri

ore del Cnftianqiimo , il quale ebbe , come le


.-

gliuoie di Filippo Dlacono, il dono di profeta-


e ; eche oltre
queili , molti altri illuflrarono i
.Oilri ceti ,
i
quali occupando i
principal! pofti
1
ra fuccedbri de difcepoli di Gesu Criilo ,
lolte Chiefe fondarcno ^ fernpre piu promo*
endo
predicazione del Santo Evangelic , e
la

pargendo i falutari lemi del Regno Celefte pel


nondo. Peixiocche molti di quei primitivi CYi-
iliani avendo
adeirpiuto ii precetto del Salvator
no*
1B COS TUMI
ffoftro Gesu Crifto , diftribuirono a poveri Ie

foftanze loro ,
e abbindonata la patria , ne

paefi ftranieri
fl trasferirono , e predican-
do alle barbare nazioni la payola di Dio L
fondarono moke Chiefe poiehe in quei: ten>

la divina , potenza molti


pi ancora pfodigj
per mezzo loro operava >
talche udita la

prima loro predicrzionc * prontamente i


po-
poli alia noftra fede fl convertirono * E per re-
ro dire non foiarnente nel. primo , e fecondo ,
e terzo fecolo della Chiefa, ma eziandio nel
?

quarto , e ne feguenti avvcrinero delle mara-


viglie
,
Ie quali molto conferirono per propa-

^are maggiormente il Griftianefimo . Narra_j


Eufebio nei primo libro 5 ch ei compofe delh
(?) Cap. Vita di Coftantino il grande (#) c^lc mentw
quefto Imperatore fi preparava per muoven
stxvn. leg.

guerra a Maffenzio Tiranno , vide il fegno deli;


Croce nel Cielo, e alcune lettere altresi, che fi
gnificavano , doverf? per quel fcgno ottener 1
vittoria.Cheall Imperatore, il
quale non ancor
intender e il miracolo
potevaben mcntreripo
fava ,comparve Gesu Crifto in vifione ^ qual
portando una tal Croce , qual era quella 5 ch e
avea veduta il giorno antecedente , ecomando
gii che faceffe un foiiiigliante fegno militare ,
ie ne ferviffe come di prefidio nelhi battaglia
Che fu la mattina Coftantino ,
fpiegato agli ami
ci prodigio procure che fubito foflero ehiamaf
il

g!i arteci, e comando 5 che faceffero un labar


d oro,che la figura della Croce rapprefentafle,
I adorBaflero di
gioje , Che con qudlo tal fegn
paiTo egli IeAlpi,e venne in Italia,ecombatteco

MaiTenzio, e vinto tiranno, entfo trionfante i


il

Roma. Che un tal racconto intefe Eufebio ftetf


Colhntino 3 il
quale lo confermo ancora co
E>I PRIMITIVI CRISTlANl .

juramento , afSnche gli fi prertafie ogni mag-


ior credenza. Sono alcuni peefentementc , e
urono ancora akri ne tempi fcorf! i quali ,

immaginarono , che queilo prodigi^ fa fie av-


enuto nelle vieinanze di Roma . Ma fc noi
fcoltiamo Eufebio , ch efattamente ne de-
:rii"fe la ftoria ,
c gli altri autori , die in
uella eta fteffa fiorirono , confefTcremo cer-
amcnte che fuccedettc in Francia , prL
,

13 che Imperatore eolPefercito fi foffe_^


I

loffo contra Maflenzio Priniieramente nar- .

a Eufebfo ( a ) , che avcndo veduto Co- (a )C.xxvif


:antino 1* infelice fine , che fecero i fuoi
nteceflfori , fu favorevole alia Criiliana rcli*
tone 2. Che prima (^) d rnuoverfi , implo- .,
.

(b)C *xvm
6 1 ajuto divino, fegno della Gro- e vide il

e ncl Cielo . 5. Che non intendendo (c) la vi-


;one , comparvegli Criflo in fogno , e ordino-
li che faceffe ii labaro .
4. Che fece a fe veni-
e gli artcfici , e comando loro di formare il fe-

uomilitare, come eragli (lato prefcritto dal


ORedentore. 5. c che fi moiTe di poi coli efer-
ito contro del Tiranno . Dunque prima di dare
ordine della marcliia, avea egli veduto la_*
)roce . Avendo egli pertanto colle truppe^
5
larchiato dalle Gallic verfo Italia, fa d uo*
1

confeffare , che nelle Gallic fiagli ftata


a Dio moftrata la Croce in Cielo. II ehc
1 conferma con cio ch Eufebio fubito dopo ,

ccenna , effere data fcoria tutta T Italia daU


Imperatore , prima ch egli giugnefTe a Rd-
>

:iacol labaro. Acconfente Nazario fcrittor gen-


Colle d<?

ile nel Panegirico ,


ch ei dopo Ja fconfitta di
pancgirku
laflcnzio compofe in lode di Coftantino (e) Antichi \*i
oiche efpreflamente dice, ch era ,, celcbre ap- 2tfi.Jkdit.aa*
preflb i Galli , come Cielo furono veduti ^7^* m
de.
I> 1 COSYUMI
d .
gli eferciti
, quali dimoftravano di effert
i

ftati mandati da Dio , e febbene le cofe cele-


4 , fti non cadono fotto i fenfi , nafcondendofl
s, alia craffa *
e ottufa noftra vifta la femplice ,

e inconcreta foftanza della natura fottile de-


M gli fpiriti ,
con tutto cio quegli eferciti,
avendo voluto appafire, come venuti per
y, ajutai* Coflantino ^ tofto che tcftificafono il

3) merito di un tale Imperatore,fvanirono dagli


occhi degli fpcttatori;e che coraparvefo fcudi
3V ripieni di chiarore , e arfe una luce terribile
j, di armi
ne* cieli ,, . Cosl egli Ma in qual .

guifa farebbe data celebre nelle Francie una tal


vifione 5 indicata quivi con taftta ambiguita di
parole da Nazario fcrittor gentile , come im pe
ri to delle cofe criitiane , s ella fuccedette_j
in Roma? Non avrebbc egli forfe detto , ch*
era cofa cognita a" Romani , e celebre in Italia ,

fe avvenuta foffe nelle vicinanze di Roma ? Sa*

pientemente pertanto AurelioPrudenzio Autor


Criftiano parlando del fegno della fanta Crocc
,

tiel fuo fecondo libro contra Simmaco , cantd:

), Hoc figno invidlus tranfmiflls alpibus ul-

5, Servitium folvit miferabile Conftanti-


5i nus .

Con queflofegtio avendo faffate le alfl I invitti


Imfcrator Coftantino.fiiclfe la miferabile fcrvi-
tii de* tfomani .

Frattanto era cosl certo queilo miracolo ap


preflb tutti , che Coftantino non folamente i.

giuro , ma permife ancora che ne fofl e fcolpiti


la relazione ne marmi , e
pubbliche iicfizion
fe ne faceflero , e fi efponeflero alia vcduu d
tutte le nazioni 3 che concorrevano nclla prin* .

cipa*
Bl* PXIMITIVI CRISTIANI. 75
ipale Citta dell Imperio. Euiebio nel primo
bro della vita di Cofhntino al capo quaruntc-
!mo nc Con quefto
riferifce la fcguentc :

e
(<0
,^ r
<gno falutare ,
e cioe colIaCroce
argu- ^^ Edit* , ch"

icnto della vera vinii , bo io falvato libera.* Cantab.


al giogo della tlrrania la cittd voflra , e ho

:flitulto e confer mate , lafriflina dlgnita , e /


ntico fplendore al fenato , e at popolo Komano.
[e ripugna gist alia defcrizione di Eufcbio , e di
r

azario
, T Autore del libro
e di Prudenzio
ititolato, delie morti deTerfecutori . Egli nel
Liarantefimo quarto cnpitolo rion fa menzione
5
?1I
apparizione della Cfoce inCielo ma fbl* ;

rtto di tin avvifo avuto in


fogno da Coftanti-
?j di far fcolpire il
fegno celelie negli fcudi dei
Idati e con quefta infegna dare la battagiia
, ^> ^ t

nemico (6) . XLIV. pag*


Or fe non ragiona egli della viflone della 2^9. H,!it.
L:
rocescomc fi potra nuii dalla fua relazione rica. PP*
A.
*
^<

T*
ire, eflfcrc ella lljta nna tal vifione mcntovata
avuta dalPImpefatore nclle vieinanzc di
>me

oma? So ben io , che alcuni Scrittori di


icfto feGolo hanno pretcfo , che Coftantino, ef-
ndo non molto diitante da quefla capitale dell
iperio , ih ftato e iliuminato , e inddtto per
u tal appariz ione ,
a informarrt raeglio della,
)dra credenza, e ad iibbracciare , come la
^ c^ e
ilca verareli^ione , il Crirtianeiimo ; oercioc- ., .

ic
,
,
,

hanno letto negh Atti


i. A iio
del Santo
nt
Martire
J * BaJuzio
ncllc nottf
rtemio , rifcriti dal Surio nel Tomo quinto a i c . X LIV.

vitede Santi a di venti Ottobre (c),e ap-


lie del lib.de!-
effo molti altri ancora , che di
quefto cam-
^m rtl

one di Crifto parlarono, che riprendendo egli


5
iuliano Apoftata, difie ; che fu prefo dall

operator Coilantino il partito


di feguitare ft Edit. Fa-
"ilio
3 che aveal* iaviuto alia noftra ft - 1

le,
!> E C O S T U M I

de , quando era perentrarc in battaglia con


Maflenzio . Poiche allora fu foggiugne Arte-
,

tnio , che gli apparve ful mezzo giorno 11 fegno


della Groce piu rifplendente degii fteffi raggj
del fole , con lettere d oro pronofticandogli la
vittoria ,
ed io fteflb trovandomi in quella_>
guerra, vidi quel fegno ,
e leifi quclle lettere ,

lequali furono anche dall efercito ofTervate,


come molti de tuoi foldati , o Giuliano , no
poflbno eflerc tcflimonj . Da quefto pa (To 3 e da
(a)
Orfi quello dell Autore delle rnorti de Per fecu tori
. Eccl. altresi 5 dice un illuftre moderno Scrittore (4)
* iv.
fottiffimi Amvri concbiudono effere apparita a.
lib.x.

net Cielo la Croce, effondo nelle vici-


S?t r/inc* Coflantino
nanze di I\oma , e era gia immmente quando U
ultima ,
e pcricolofa battaglia colFcfercito di

Maffcnzio(b} . Non effendo pero a propofito .

(1)) Vedi_ come abbiamo poc anzi provato >


il
paffo dello
Scrittore del libra delle morti dc perftcutori
ann. cc-
.

cccxii- r -, ,. i * r i 1

it. v. e gli eruditi de noltn tempi 5 che gl


no $ fonoo
-
iuppofli * o da maii(
Atti di Artemio
alquanto recente alterati ^ crediamo per certc
to nelprimo jj non ofTendere il Baluzio e il Pagi , e gli al
Vol. delle .j dottiffimi Autori
n , che difcoftaronfi dal Ba
ronio (0; fe noi acconfentiamo a Eufebio ,
Chrift.pi
302. feq<.
Nazario 9 e a Prudenzio ^ le operc de* quali fo
5
no fin cere ^ e da critici concordemente ap
:
/ s
c % won provate. .
fia del Ma comunque
luogo , egli
sd .in. ^11. certii
iimo che il prodigio lia vero , e che ab
>

n-xi. fcqq. bia errato Giovanni Alberto Fabrizio Scritto


,
il Lurerano
quale (rf) non avendo riflettut
(d) Tnm. bene alle parole degli Storici Antichi, ebbeTar
Bibl. dimento di aOerire , ehe tale
apparizione noi
i
ntiracolo!k,ma naturale vedendf
cap. m.pag. RO J t ,| vo ] ta naturalmente de Pare!; nel Cielo
Cro-
figura dclla Santa
"

la
i
quali rapprefentano
cc
PE* PRIM1TIVI C1USTIANI .
JJ
:, Tmperciocchefe naturalmente fi vcdono t

poflbno etfere veduti che rapprefcn- i


pirelj
110 la Croce 3 naturalmentc per certo non
fvicn mai,nepuo avvenire , che o intorno , o
tto quel fcgno falutare fi vcggano delle lette-
?
che alludano al fegno , ai tempo, e alia
nminente battaglia , o guerra , da muoverli
efto dal Principe . Ma Coflantino* e e- 1

rcito videro le letterc ToTfft XiK\ che


gnificano con queflo vinci le quali
paro- >

alludono al iegno della Croce, che indi-


la vittoria di Gcsu Criilo Redentor
)ltro , al tempo in cui fi avca a nuovcrc
icrra ul tiranno,e alle circoftanze nelle quali
ritrovava PImperatore , che tcmeva , fc__>

efTe combattutocon MafTenzio ,di non aver a


irdcre la battaglia . Quindi c che ron folamen-
fu creduto una tai vifione miracolofa da Co-

ntino, da Eufebio, e da Prudenzio , ma da_j


tti i noftri maggiori ancora , i
quali fecero
e ella fofl e efprefla nelle lapidi
, e infino nel-
lucer.ie Delle quali cofe puo eflcre informa- x.
.

appieno chi legee gli Annali del gran Baro- ?1 !.


5 (tf) e gli altri Autori, che hanno il]u- x*v
ato gli antichi moni menti Criitiani Ab- :

^Z>)
.

imo noi ancora veduto una antica lucerna di (b) Vedi "

:ta nel mufeo delPeruditifTimo Autori 1


Monfignor g
flferi
degniffimo Vicario Generale del Vefco-
di Pefaro , dove fi vede
rtpprcfentato il la-
ro ,
e fotto il
monogram ma , che fl^niffci il

me di Criilo , fi
Icggono le parole EN TOT
1 N1KA in
qneflo vinci , come fi puo vedt-re
lla che abbiamo facto inciderc in ra
tavola ,
( c)
? e imprimcre nel Terzo Tomo delle An-
pag 70
hita Criftiane (c) . Dalle cofe avvcnute T
3>

- 1 *
V
Coitantijio >
raoffi parecchi citudini Ro- ""*

ajuane.
ma
mam , abbandonarono dogl Idoli , e il culto
feguitarono Religione . Laondc
la Crifliana
prevalendofi di queilo tal argumento Anre-
lio Prudcnzio Poeta illuftre Criftiano , che_j
iiorl nella fine del quarto c ful principle de!

quinto fecoio dclla Chiefa ,


cos! fcriffe centre

Simmaco uomo confokre dedito alle gentilefcht


fuperftizioni, il quale Simmaco avea impiegatc
apprelfo Tlmperatore Valentiniano il Giuniorc
quanto aveacticredito , e di eloquenza per im-
pedirc ultimo efterminio dclla idolatria 5 cc
1

aveagli fatto prefentare a nomc del Senato Ro


mano un decreto in forma di lamento per le in-

giurie fofferte dall antica rcligione di Roms


fotto il governo di Graziano , e di fupplica per-
(a) Pru- cheella foOfe riftabilita .
(4) Con queilo fe-

k k" 1 *
le invitto vendicatorCo
55 gno fuperate alpi 1

19 ^~
,, llantino fciolfc,o Roma, la tua miferabile fcr
vitu ,
allorch<^ Maflenzio ti premeva colla fu
velenofa, e infaziabile corte . Piangevi tu
come ben fai , cento de tuoi Senatori ? con
,, dannati a lunga prigionia. Lo fpoibtra le dm
catene immerib nelle tenebre , gemeva, pc
clfergli data tolta dal crudele fatellite qolei
ch eragli ilata promefla ; o fe la maritata er
collretta a falire fopra ii letto del Tiranno, ..
3, lo fdegno del marito era colla morte punito.
E poflbno effere tedimonj coloro , ghe trc
varonfi al ponte Milvio ( quando veniva i
Roma Tadoratore di Criilo Coftantino ,
videro precipitato nel Tevere il Tiranno
35 con qual maella oflfcrvarono maneggiarfl 1

33 armc da vincitori , e qual fegno portav


nella deura il vendicatore, e con quale ftem
ma tramandavano de raggi le afte.il nome
Criito tcifutQ in oro,e adornatadi gioje/egn^
va
RE PRIMITIVZ eiUSTIANl .

va il purpureo lab^ro . Col nome di \Jriflo


erano contrafegnati giifcudi. Ardeva la Cro.
cc nelle fommita degli el mi de Soldati.Ricor-
dafene il chiuriffimo ordine de Senator! , il
c cirico di
quale ando al vincitore incontro ,
catene ... abbracciogli i piedi, e gettoffi pian-
gendo avanti gl inclici ve(Tili . Ailora quel
Senato adoro il titolo della vendicatrice mi-
lizia ,
e refe culto al terribilc nome di Gesii

Criito, che rifplendeva nelle armi.Per la qual


cofa guardati , o egregia Citta Capitals del
Mondo , di fingere in avvenire con idoiido
:ulto vani prodig}, c larve ; e avendo efperi-
mentata la virtii di Dio, ... deponi una volta
le puerili fefte , e redicolofi
riti , indegni
i

facrarjdi un Rcgno. .. Iftruitacon fomiglian-


:i editti la Citti , fchivo gli antichi errori ,
r
co(Tc le nuvole . . deterrnino di tentare 1 e-

:ernevie, e di corrifpondere col fuo ma-


jnanimo duce alle chiamate di Crifto , e.-?
in queito la faafperanza . Ailora fu
>orre

a prima volta , che Roma per I aatichiti


Iia refa piu docile ad apprendere divini i

.mmaeftramenti , vergognolfi de* fuoi fecoli;


I arrofsl del tempo paOfato, pofe in obblio gli
inni fcorfl imbrattati con ifporche religion i ,
5
: ricordandofl, che le caverne fatte ne cir-
:onvicini campi erano Hate roffeggianti per
.0 innocence
fatigue de giufti,invidi6 la forte
oro, mentre vide per ogni intorno tante mi-
5
;liajade lor fepo!cri,e penti.ffi de fuo crude,
i
giudizj,e della ira contro di loro conceputa,
>er
avereglino difpregiato i
vergognofi riti
.ella idolatrica fupertlizione ; e defidero di
.

ompenfare coU ofTequio , c cblla penitenza


i
s
gravi ingiurie fatte a Dio . . . Avrefti vc
80 JH COSYUMI
duto efultare allora i fenatori .. .
rallcgrani
i5 portando candide toghe i Catoni , prendere ,
1
5,
I abito della pieta , e deporre le fpoglje del!
idolatrico pontificate ,,. Approvarfi 1 infe-
gnamenti de SantiApoftoli dagli Ann}, da Probi,
5

dagli Anicj, dagli Olibrj,da Caffi,da Paolini,da


Gracchi,e fottommettere eglino il colloal foavc
giogodi GesuCrifto.Raccontano final mente Ra-
l

HH*
^ no ( a ^ Derate Sozomeno (O , e Teodo- C^)>

(b)Lib. i,
rcto (*0 ^ prodigiofa maniera,con cui degnofii
Bift.cap.xx.
altifTimo Dio1di convertire alia verafede nc:
vag.45Edit
* .
IV.Secolo della Chiefa ePIberi, che abitava- c>>

? aunn -
no vicino al Ponto Euffino. Fra gli altri , cnt
c Ll H *

^ ^ 1
furono verfi quei tempi prefifchiavi da quel
/,
giuVd.Ea k.
a barbara nazione 5 vi fii una donna di flngola-

(d) Lib.i/re pieta , la q^uale oltre P eflere diligentilTirn;


p. xxiv. oflervatrice della caflita , facea rigorofi digiuni
e lungamentefitratteneva nella orazione . Av
vcnne frattanto , che il figliuolo ancora bambi
no del Re fi ammalaife gravemente,6 come por
tava I ulb del paefe , daila Regina fofle mandat<
alle altre donne, acciocche foile daqualcuna d
efleguarito. Ma non elfendofenc trovata ve
runa , che abile foffe a rendergli la falutc, f
finalmentc portato dalla nutrice alia fchiava, d
cui abbumo parlato, la quale non fapendo, qu^
j imedio corporale ritrovar fi poteile per libe
rarlo dal male 5 prefe il bambino , e lo pofe ic
9

pra il fuo flrato , ch era teffuto di crine ,


t
avendo proferite quelte
A parole *
: Cn /?o,J cbe Jfani
molti^fanera ancora queflo fanciullo , dopo un
breve orazione lo reflitui fano alia madre
Avendo la Regina efperimentata la virtu dell
donna , fece si , ch ella fofTe avuta da tutti i

rnaggiore ilima . Dopo qualche tempo aflali


ancor la Regina aicdcfima da grave infermiti
fi
:cefi portaix *iU caiii deiU ichia va , ed eifmdo
ata perfettamente rifanatu , ringrazio la fua
enefattrice;la quaienonavendo volutoperdere
occafioned illuminar quclle barb^re genti,fen-
ipiu afpettare , rifpoft , che non fe le dovea
tcribuire quella opera , la quale tutta era di
jcsu Crifto figliuolo del vero Dio creatore di
ueflo mondo . Eforto ella dipoi la Regina
,invocare in avvenire il nome del Redentore ,
di confeifare , ch egli e veramcnte Dio. Frat-
anto il Re attonito per un si
maravigliofo av-
cnimento , mando un regalo alia ichia va Ella .

ero, che contcntiflima era del iuo liato , gli


jce intetidere , che balbvale la pieta , c non
vca b. fogro di ricchezze. Che le
egli avelfe
iconofciuto GCSLI Crido pel vero Dio, eila_j>

vrebbc cio avuto per lo regalo maggiore , che


otefle giammiti ottenere . Keihrono imprcflfc
eila mente del Re le parole dell a donna vera-
lente criftiuna, quantunque non le avelTe dato
uella rifpoiia , ch eila fperava . ii di feguen-
:
,
elfendo egli andato ptr It montagjie , e per
: valli a turbo improviiamente ii
caccia , fi

;mpo, e la culigine talmentc fu folta , che


on trovando la maniera di ritirard in qualchc
logo ,
ove potcffe eflcre ficuro, invoc6 5 ma fen-
a
profitto i iuoi numi; per la qual cola eflen-
ofi ricordato di cio , ch eragli ilato detto dal-
.
fchiava , fi raccomando a Criito , e toito fti

caliginofa nuvola diffipata, ed ei trovo ii


.odo di torn.are feliqemente a cafa Qujvi .

iunto , efpofe toito alia Regina cio , ch eragli


/veniuo e fatta venire a, fe la pia fchiava ,
,

olleda lei fapere , chi foile quei Dio , ch ella


1
iorava ,
e iflruito de principal! dogmi della_
aftra religiopc , divento Predica,tore del San
r> E c o s T u M i

to Vangelo appreffo i fuoi fudditi Poiche con-


.

vocato il
popolo Ibero , racconto fedelmente
come e il fuo figliuolo ,
e la fua mogl ie , ed cgli
medcflmo erano ftati
prodigiofamente prefer-
vati in vita dal vero Dio , che la donna adora.
va, ed efortollo ad abbracciare il Criftianefimo ,

Sciolta T adunanza , non defiilette il Re dalla_j


imprcfa, onde continuamente agli uomini pro-
-curo d inculcare la dottriru di Gesu Griilo , e
3
ordino alia Regina, che ne iftruifTe , com ella
dovea, le donne . Ncllo fleffo tempo avendo
ftabilito egli di propagare il culto del vero Dio,
dimando alia fchiava fe aveano i Criiliani dc
templi , e qual era la loro forma , e ftruttura,
c fubito che n& fu informato , comando , che
fabbricata una Chiefa , in quella guifa ap-
f<jfTe

punto , pia donna avea detto . Eranc


che la

gia alzate le muraglie , e mentre, fccondo il


difcgno avuto ,doveano ergcrfl le colonne , av-
venne per difpofizione particolare della prov-
videnza divina , che una di effe rimafe immo
bile , ficche non era poffibile colle funi e mac- ,

chine d innalzarla ; poiche e le funi , e le mac-


chine fi rompeano; laonde gii artefici diffidan-
do di poter riufcire ncll* impegno determina- ,

rono di partirfcne . La fchisva ripiena di fcdc


tempo 5 fcnza che niuno avef
accoftoffi di nocte
iepotuto faper nulla , a quel luogo deftinato a
divin culto, c molte ore impiego orando , tal-
ch^ fu finalmente efaudita , e la colonna comin<
cio per virtu invifibiie a innalzarfi; e folleva-
tail , fteite fopra la bafe fofpefa , fenza appog-

giarfi , o toccare alcuna parte della bafe


mede-
fima. II Re curiofo di
fapere la cagione , pcj
i lacolonna non poteva effe re mo (fa , iicco-
avea qualehe cognizione di archittctura , b
mat-
DEpRlMlTlVI CRIST I AN I .

mattina fi
porto a vedere il nuovo edifuio , e
avendo offervato la colonna pendente fulla ba-

fe,rimafe attonitopcrla maravigHa.Mcntre tut-


to quo! popolo , ch adunato , ftava
erafi qnivi

contemplando il la colonna da per fe


prodigio,
medefima fcefe , e fi poso fulla bale . Grebbe
modo 1 ammirazione ne circoftanti , c
:>ltre

:utti d incredibile
gioja ripieni efclamarono ,
elk vera la credenza del Re , e doveril
>(Tcr

idorare quel Dio , che la fchiava avea predica-


o alia nazione Ibera .
Allegri adunque rizzaro-
10 le breve tempo fu termi-
altre colonne, e in
lato tempio. Furono quindi mandati Lcgati
il

.11*
Imperatore , iquali efpofero, che volcano
fTere in a wen ire ami ci , c confederati de Ro-.
lani , e ftipplicarono , die foffe inviato un
r
efcovo co iuoi Cliierici nella Iberia, afSachc
IruifTeque popoli , e li confermaffe in quella
:de , che aveano abbracciata . Vedefi pertan-
)
manifeftamente,che pe miracoli molti fi con-
ertivano al Criftianefimo , e che di queito ta-
argumento fervianfi i noftri maggiori per in-
arre gli altri ad abbandonare la idolatria e a ^
,
^ v ..

il
guitare Vangelo (a) .
^ Orig. Hb.i*.
Qu,anto al fecondo, cioe , che i noftri sfidaffe- comraCelfo
i nemici della noftra religione a vedere i mi- n.xLvip-^i
I
coli , che da fedeli fioperavano nella Chie- P "

^
,e cosi finiflero di lacerare la fama, e il credito
:
Criiliani ; non ve ne ha dubbio veruno, e noi
abbiamo di fopra dimoftrato con un chiarifli-
o paflTo dell antichilTimo Tertulliano (6). Lat-
azio ancora nel fecondo libro delle fue lilicu-
)ni (c) dimoftra che i
giu(li fono temuti
dai demon} , perciocche fcongiurati quefti
fuggono dai corpi . . . . e non folamente con-
felTano di e(Tere
fpiriti malvagi,
ma ancora
Fa 3
04 c
y
f, paleiano , i nomi
che fono loro attribuiti ,
fono quei medefimi , che a numi de Gent:
33 appropriati fi adorano ne templi loro : il cl
fanno eziandio alia prefenza deMorodevot
non cercamente in obbrobrio della religion
33 ma defl onor loro , poiche ne a Dio,-pel non
33 del quale fono fcongiurati , ne a giufii , p
3, le voci de quali fono tormemati , ardifcoi

A*
)\T Ma non
o-ia inoltrarmi di vantages
vocrlio
Wcora il 1, .
12 i

iv. c.xxvu.
e dinondernH con recar noja a leggitori .
$ 1* Amore ftcra leggere cio , che nelprimovovolumede
del libro mie Antichita Criltiane , intorno alle vifioni
iellc motti a 9
prodigj , che ne quattro primi fecoli de
n?^
Chiefa furono operati da no(lri,e riferiti da t
dri, e dagli Storici della Chiefa, io ho fcritto

Lib, 2 copiofainente ho difputato (^) , fe taluno dt


.vir. .J ^ er ^ di averne piu efatta cognizione . Ven
.p. 365. pertanto al terzo , e latciando a parte le te:

monianze degli che certamente altri Padri ,

no e moke , e alfai chiare , mi prevarro fc


mente di quella del Santo Vefcovo 5 e Mart
Ireneo , ii quale nel fuo fecondo libro con
^
(c) C.XXXl.
1 Erefie (c) cosl park:
r- r I
Sopra cio farai
V r
,>

coloro , che feguono Ssmone , e C


i
rI P re "

p.i64 Edit. "

Venet. an. 5 >


pocrate , e quegli altri ancora , de qua
734? 3, dice , phe operano delle maraviglie Imp .

3, ciocche fanno eglino delle forprendenti c

3, non per virtu divina, ne per la verita ,


3, per apportare qualche giovamento agli
3) mini ; ma per dare loro la njorte , e far s)

,, errino ^ forza di magiche illufioni , c


3, frodi . . . E non fono eglino certamente v
voli a dare la facolca di vedere a ciechi ,
?)
,, fentire a fordi , ne polTono cacciare i del

^ nj ,
fe non che quelli , cp quali fe la
int

dc
DE* Ml MITI VI CRlSTIANI .
85
dono, pjr anche poflbno cio fire ; Tanto
fc

poi fono lontani dal ref fcitare un morto(co-


me furorio refufcitati alcuni dal Signore,e da*
gli Apoftoli per la orazione , c come
nel ccto
dcYiortri fratelli fovente in qualche neceffita,

per le preghiere della Chiefa, ch e fparfa


per ogni luogo, pe digiuni , e per moke
Cuppliche 5 ritorno al corp o fuo lo fpirito
del morto 5 e fu F uomo donate alle orazioni
de Santi } che neppure il danno a credere *
che poifa ritofnare a viverc , chi e paflato di
qneilavita. Per la qual cofa regnando ap
pro ffo loro 1 errorc, e lafeduzione^ e la
fantalta magica * . . c appreifo la Chiefa 1*
.

fermezza , e la verfta per ajuto dei morta-


li , non folamente fcnza merccde di forta al-
cuna j ma cziandio dillribuendo noi fe noftrc
facoltii per fp.lute di quelli ,
i
quali hanna
bifogno di quelle cofe , che cond-jcono al lo-
ro riihbilimento ; meritamente fono cglino
redarguiti , come eilranei dalla benignita di
Dio , e dalla fpirituale viftu .. . Che fe ofe-
ranno di dife , che Gesu Crilh) ancora abbisi
s
fatto miracoli peTantafmi ; riducendoli a
i

Profeti , dimoftreremo loro,che tutte le cofe


furono di lui in tal guifa predette , come fu-
rono efeguite e ch egli d il figliuolo di Dio.
,

Per la qual cofa invocundo il nome di lui co-


loro , che fono veramente fuoi difcepoli , e
ricevenclo da lui medefimo la
grazia, bene-
ficano gli altri uomini ^ come ognuno di effi
ha ottenuto il dono dal Sjgnore . Poiche
altri cacciano e veramente ,
e fermamente i

diavx>li
( ralche fpciTe volte abbracciano ii

Criftianefimo quelli , che fono llati da mal-


va^J fpiriti lityerati ) altri hanno la pr eicien-
Fi v ?
r
^/-idl
D E C O $ T U M I

35 za delle future cofe, e le vifioni, e le ma-


55 nicre del parlare de Profeti , altri per ia im-
,3 po/izione dclie mani reftituifcono la falute
3 , agli ammalati . Anziche come abbiamo det-
3,
to , furono alcuni rifufcitati da morti , e con

.,,
noi ftefTi per molti anni perfeverarono. Che
? Non e facile il dcfcrivere il nutnerc
5, piii
3, delle grazie , che laChiefa fparfa pel mondc
3, tutto giornalmente riceve da Dio in ajutc
delle nazioni , fenza ch* ella abbia mai fe-
5

3, dotto alcuno o abbia ricevuto denaro da


,

3, rifanati. Imperciocche ficcome gratuitamen-

33 te ha ricevuto i doni da Dio , gratuitamentc

33 ancora diftribuifce le grazie . Ne fa ella ve-


3, runacofa a fbrza di demoniache invocazio-
3, ni , e d* incarttefimi , e di vane curioflta , mi

3, con mondezza, e purita , e manifellamentc


^ indirizzando le fue preghiere a Dio , ch
fece tutte le cofe , e invocando il nome de
3, noftro Signer Gesu Crifto,opera de miracol
non per fedi/i re alcuno , ma per eflere util<

3, a profTimi. Sedunque fine ne* tempi nodr

3, il nome del noftro Signore , e non quello d


^ Simone , o di Menandro , o diCarpocrate
?

55 o di alcundtro apporta a mortali del berie


35 e da la falute con fermezza , e con verita
3, tutti che in lui credono; egli e manife
,

3, fto , che fatto uomo , con verso colle fuc_


creature , e tutte le cofe fcce per virtu di
3, vina , fecondo il beneplacito del Padre_
35 in quella guifa , che i Profeti prediffe
35 ro ,,
. Or puo egli eifer credibile che
Padri qnali parlavano con tauta franchezz
i

de prodigj, die avvenivano nelfa Chiefa , e g


cretici riprendevano , volefforo ingannare
mortal] ^
e tirarli alia loro credenza ? farebh?
ro
PRIMITIVI CRIST1ANI .
87
o eglino fenza dubbio rimafi confufl , fe dicen-
io il falfo , aveffero ofaco di provocare a mira-

oli;poiche gli eretici , e fgefttili , avrebbcro


oluto vedcrne le pruove , e difcopertane la
ilfita avrebbero fpacciati per impoftori *
, gli
argument! , ondc noilri
la pafliamo agli altri i

laggiori provavano la evident dell* creel i*


ilha della Criftiafla Refigione.
X. eglino dunque non fola- delta
Ricorrevano
lente agli Oracoli de* Frofeti , e a prodigj g*oe
perati da Gesu Crifto Redcntor nottro , eda^
f ^
anti da Criiliani, che ne fesuenti
le *
Apoftoli,c
J nianz.e
.

df
. .. n ,, . .

LTD pi norirono ; maezundio aile teinmonian- /?.,.:/:


j T M- WWW*l ? It
e o.egli auton gentili , quail, non volcftdo , i

oftrctti nulladimeno dalla forza della verita ,


ovettero approvafe , e fcrivendo tramandare
!Ia memoria alcunc di quclle
della ?* poitcrita
^ 1

1
Jt , che furono dagli EvangeliiH narrate. E
verita oltre S. Matteo Apoftolo nel fuo
<rr

vangelio gli antichi Padri, come S. Igna-


(<z),e
j^acl H! /
10 Martire, S. Giurtino, Tertulliano , ed altri
phtC.n.xtx,
b ) ; Cakidio ancora Scrittor gentile, che vifife a Ju*
p g i<J.

el IV. fecolo , tnentovo la miracolofa (lella ftin Dialog.


,

he il Reden-
cum Trl r h
comparve
allora, quando nacque
num
re e parlo eziandio della veniua de
,
3
Mad a
*

r j rr r
eruraiemme . Ne devono euere afcoltati
AT> 1

que-
11 Scrittori quali contro la comu-
modern! ^ i

piu accrcditati Autori , fenza lib.Deido


e opjnione dc*
Jolatr.c
Icraragione , fenon perchc Calcidio fd men-
ione di tin tale awenimento * pretendono ,

cgli fia ihto Criftiano . (c) Perciocche non


li

u6 ragionevolmente per
5
quefta fola cofa efle-
rtra Criftiani annoverato colui 5 che Cntra
dogma della vera religione non folamen- Tom. IF.
la
trafmigrazione delle anime , e la Delia
siateria ; ma foiliene anccra
F
88 D I* C S T U M 1

<US.
Tppo- altre oninioni di Platone ,
il cui Titneo iraprc-
iiro Edit.
fe ailluftrare, moltc delle quali opinioni ripu-
aarobuig. ^nano totalmente alia noftra credenza e di- ,

an,i?lo.io- ^ ^ ..

ftiene con ftruggono , fe fono approvate , il Cnitianefl.


altri che fa mo . Ma torniamo a Calcidio e conflderiamo >

Oiftiano compel parli della prodigiofi apparizione della


.

MtilPadre e i} a
? c j e u a venuta de Magi a Gerufalem-
f|-

me ^ VV ^ ICC *& 1 P* r i mente una


P^
^
Dome^Ic* >

uomo cm- ? fonta , e venerabile Iftoria , chcporta , per


dirfffimofe* lonafcimento di una certa (lella , effere ilatc
guendoipiu ^ denunziate non le malattie , ne le morti , ma
dili s enti
imcl
^ la dilccfa del Venerabile Iddio alia grazi:u>
della confervazione umana , e delle mortdi
"

nej a , con-- . .

troloftefloi co ^e Q^e
ftella appena videro , mentrc

Fabric io di notte viagoiavano gli uornini dottifilmi de


Dilfert. He ^ Caldei molto efercitati neila conliderazionc
de moti dcgli aftri,che come fi dice,ricerca
ft>

rono recente nafcimento di Dio , e trova-


J ^

ta quclla puerile maeila ,


la venerarono, e
5
fecero de voti convenienti a un tantoDio,
die a te ( ofio ) fono molto piu noti , die
agli altri .

A Calcidio poflianio noi aggiugnere Macro-


lio , che fiorl verfo il fine del quarto , e ii
principio del quinto fecolo, e foilenne la di^niti
confolare, c grandiffimo credito acquidoper
la fua erudizione . Ma ficcome fono alcuni i ,

quali s
immaginano che coftui ancora fIa-3
5

ftato Criftiano , fa d uopo , che prim a di vcder,


che cofii ha egli detto circa
1 ucci/ione dei fan-

ciulh ,de qnali parla S. Matteo nel fuo Vangelo ,


brevemente moflriamo ,fe egfi approvava le_>

gentiiefche fuperiiizioni, e fe era per confe-


^uenza lontanodal Cridianeflmo . Egli adunquc
fenon fofle ftatodedito alia fu per ilizione della
Idolatria , fcrivendo 3 r.on avrebbe fc^lto per
in-
DE PRIMt TIVI CRISTI ANI .

itcrlocutori nclla iua opera Satiirna Sim- dt" i

iaco Coiifolo , uortio nemiciffimo do* Criilia-


i ,
e tantoaddetto alle vaniti degi idoli ,
che
er riilorarc l*ara dclla vktoria, cbbe dc con-
raili con S. Ambrogio Vclcovo di Milano ,
bbcnc non ottennc cio , clie defiderava ; Fla-
iano Prefetto del Prctorio uomo ribelle al
10 Principe, e feguace di Eugenio Tiranno ;

ervio Scoliafle di Virgilio ; e Aviero Poeta


oichc avrebbe egli trovato altri ^ che efiendo
otti ,
e Crifliani ,
e fedeli a I fovrano loro, fa-
:bbcro (tati di luftro maggiore al!e fue opere *

edobbiamo
noi prcftar fede a Kiccolo Anto-
io nomo per altro ef uditifTimo , il quale
00
immagino 5 che Avicno abbracc 6 la Criftiana , w/J" ;
! T bhoth.HnpJ
-ligione mcntrc non avea egli niun motivo et y^/j
,

cioaffermare , *vendo piuttodo tutti i fegnl Monealiani


per foilenerc la oppofta opinione * Ag- ibid. png
>ntrar}

nngafi a tuttoqucflo , che Mscrcbio non da 47-


lie ftie opere verun indizio, ondc ricavare fi

Dfla , effer egli ftato Criftiano. Qucl che noi


9
?ggiamo He Satumali , e ncl Sogno di Scipio*
:
, tuttoe gcntilcicb ,
e ripieno di fuperflizio-
. Or Macrobio rtc] frcondolibro d^* Satiir*
ili
(V) rapportando alcuni detti graziofi di (k) Cap iy.

uguik) cosl fcriflc : avendo egli ttdito ?T!l"


9
rAcL*^ *"

t? fanciulli quali ptr Grains di Erode Re


/
9 -J.
.
r ,
l
u Stria
,
/; , \ ,. X A. ,
L
, itisnai.j.ag.
Giudeifurono nelia dalFcjd at due annt lr ^
5/ ammazzatifu AKCOTA uccifo II flgliuolo di
-ode mcdefimo
, rf/jj/i meglio ejftreporco di : t?

rode cbe figliuolo , alludccdo cosi all ufo ,


9

iegge dei Giudei , che proibifce di man-


J
.l!a

arc le carni porcine. Egli e adunque veriifi-


) , che gli Scrittori gcntili non i^lamente fe*
ro mcnzione di alcuni fatti 5 c di aJcuni ma-
vigliofi avvenimcnti mentovati </a Santi
Evan-
r> c o T u M r

.
Evangelilli , magli approvarono ancora , e ne*
libri loro come certi li
regiiirarono . N deeu
fofpettare , che Macrobio abbia copiato gli
Evangelifti , mentre di cio , ch egli racconta di

Auguik) , nemmeno ombra fi ravvifa nel tecon-


do Capitolo del Vangelo di S. Matteo , ove fol-
tanto fi rammemora e 1
apparizione della ftella,
e la ucciiione de* fanciuHi cagionata dalla cru- ,

delta di Erode . Per la qual cofa dobbiamo noi

ragionevolmente concludere , ch*egli abbia cio


dettonelle memoriedcgliScrittori gentili , ne*
*

CO ^ or ^ e ^ ua ^ era vei fato , e Pabbia mentovato


^
^pTid
rig. Iib 4 i. come un detto graziofo , ne* Saturnali Onde .

con giudizia pofliamo noi riprcndere Celfo


Epicureo(4), Porfirio eGiuliano Apo-
&
(Z>) ,

^ atcl ^ ua ^ 5 riprovarono dubitando o


* ,

non vollero ammettere la (loria dell apparizio-


, LX ne della (lei la , poichc non la trovavano mento-
( b) Vide t T , ,
r r rr t\ ,i

Dominicnm vata a oro t^onci; come le fofle irato necei-


Coloniam &r\o che le opere di tutti gl Iftorici Latin , e
>
i

Sodet.Jef. Greci veniflero alle mani loro, acciocche av-ef-


fraft. De feronotizia di quel tanto,che era avvenuto ne
f

liB ligioii.
temoi ^^ ntutto 1 Impero . * t j
Chrer. .An- j ^ i t-
l

r TX/T-
i_- 1

torisee Prima di Macrobio , e di Calcidio due altr


pai-
Jes Tajens inflgni Scrittori gentili de prodigj avvenuti al-
pa. 19^. lorche mori Gesu Crifto , trattando di alt re co-
5. Edit. fe ? e non penfando , che cio ridondar poteife
an. 1718.
in vantaggio della noftra fanta
religione , par-
larono , uno de quali fu Flegonte Liberto di
Adriano Tmperatore , e Paltro Tallo . Di Fie-
Colon,
gonte librico del fecondo fecolo cosl fcrivc_>
& S P arziano nellavitadi Adriano Auguito . F
ibid*
48.
^fi** cos i dejiderofo delta, celebrita delU
fuafama cbe diede a fnoi liberti / quail ft
, ,

craw acqui lati del credit! per Lt loro Isttsra*


tura ,
flibrl y cb*Ggli &vca com^ofli delta fc&
vita .
BE PRIMITIVI CRISTIANI.
Imferciocchc dicefi , cbe i libri di
efisno flail cowpilati da que IF Imp oratory .
)gnuno pcrtanto puo quindi racdrre , di
uanto pefo , e di quale autorita (lend iibri di i

legonte . Poiche fe farono con tanta cfiittezza


ompofli 5 che comuftemente erano creduti di
idriano , fa d uopo confeffare , che eftratti fu-
ono da* pubblici document! , Tautorita de*
uali deed riputare , fecondo gli avverfarj ,

laggiore di ogni eccezzione . Ma tra le operc


i
Flcgonte fcritte in Greco la pifr iniigne e-
i
Olimpiadi . Or in quefta Ifloria
ftoria delle

Icgge un bellifTimo patTo , che riguarda la ce-


:-bre ofcufazioflC del Sole , che avvenne 1 an-

30. nel qual anno fecondo i piuefatti cro-


,

ologi fu crocefifib ,.
SantifUmo nollro Re- (a)Vcdi
il il

entore (4) . Cosi quel Gentile non peniando


1 render teftimonianza della ven ta del Van-
elo, appreflb Eufcbio : (i) Vanno quar-
fcriflfe

o , altri fcrivono / anno fecondo 3 della dngen-


(ima. feconda Olimpiade avvenne una clcttra-
r 7 (b )
tone , o rnancanza del Sole tra le altre tutte , E u fe
i 11 t>

)e avanti fono flate offcryate , e


grande , ed Chron.
-cellente . Ilglorno Fora fetid ft convert I in co- an

tcncbrofa notte , chcfividero le flelle in Cie-


,
e ilterremoto molte fabbricbe di
diftruffe
/;>
citta della Bitinia . Laonde Origcnc_>
^nfutando Celfo Epicureo nel libra jecondo
:) in quefta guifa ragiona . Ardifce Celfo d in- () n.xxxfu

.Trogarci qual cofa injtgne a.bbia operate Ge-


:

b Cbriflo
, per
cni dcbba ejfcre riconofduto per
rfo . Ma noi
potiarpo rifpondere a chi propo-
e ilmili
queflioni , che gli EvangelifH raccon-
.no eflere ilata fcofla la terra pe* tremuoti ,
,

le pietre , allorchc mori Gesu Crifto ,


>ezzate

i i
fepolcri , fpaccato daJla f)mmira infino
al
22 & te Cost U MI
.al fondo il velo del tern piodi Gerufalemine ,
ttenebrata nel mezzo di la fuperficie della ter
ra , e ofcurato miracolofamente il Sole. Che
fe Celfo acconfente alle facre lettere , quando
I immagina , che dieno occafione di accufare i
Crirtiani ,
loro ogni autorita , fe_j
e toglie
ftabiiifcono che Gesu Criilo e Dio , noi po-
,

tremo sforzarlo a negar tutto , o a tralafciare


di citare le fcritture contro de noftri.Se credeni
a tutto quello , che contengono ammiri il Di-
vin Verbo , che voile incarnarfi per giovare
al genere umcino , e fare si , che invocato il

fuo fanto nome fienofanati quei , che Iddio


vuol , che acquiilino , o ricuperino la falute *
Delia ofcurazione del Sole che avvznnefotto ,

Tiberio Cefare , fotto II CHI impero cofla ,


cbe

Criflo fti confitto in Croce ^


e de* motl pe ,
cjua-
Ufa allora fcojja la terra, far la Flegonte nel
trcdicefimo , o nel qit att o r diceJim o libra de fuol
LXt Cronici . Cos!
cgli . Alqnanto dopo ancora_
(a) ft*

mentovando lo ftelfo fcrittore foggiugne (^). ,

Crede ancor Celfi , cbe (in un rctccontv {into per


inganno il tremHoto , c rofcuramento del Sole.
Ma noi abbiamo riff oft o difipra co IF autorita di
flegonte, dove albiarno detto ,
cbe quell* Ijlorico
difcorre di tali awenimenti in quei luzgbi , 01) e

de tempi di Tiberio Cefare ,


ne^ quail mori il

(!?) Vfecli ^ignore , ragiona . Che fe Flegonte nan accen-


ig
Com- no efTer ella flat a
quefta ofcuruxione del Sole_?
rnent.
^fe- iiraordinaria,poiche avvenuta quando
era la lu-
em in^ na
i! i
*
piena , con tutto cio non lo nego (6) egli ,

y*
c quando anche avefie detto 5 che un ordi- i"u

E- fl aria ecHfle
, avrebbe en*;ito in queflo , ma_>
in.Opp*.
dir Parif. non in cio , che riguarch le tenebre ^ che fol-
1
Monach^ S. tifnrje fnrono , e il tremuoto , che in quell
Ma mi. O ra raedeflma fcoiTe eziandio le Gitta. lontr^e
da
ITlVl CHISTIAN1 .

a Geruia lemme Tallo puce Autor . Geotiic


el fuo terzo librodelle Itbrie mentova la me- (a) VeK
efima mancanza , o piuttoilo ofcurazione del Eufeb. nei
Cronico ai
olc (4) Viffe Tallo ncl primo Secolo della
Aiefa, e fcriflc le ftorie deiSfri. Or di lui
* i- A /v i i ^ ^->
e " uOttmi
os) parla Giuho Afrncano celeoratimnio Cro- mo r
-

s ,

ografo Criftiano, che vifle nel terzo flcolo tro Dam ei !

ncl luogo poco fa citato del Vezio De.


ppreflb Eufcbio
monftr. E-
co
>oni :
^^f
tenebrcfono appellate dt Tal-
van
,
H*/ ///>ro /-fr^o delle Iflorie 3 ec//^ , ma
^ we fcmbra , affitrdamenft .
o?/?dr Perciocche CoIontaGe*
*
on puo mai eilendo la lima piena , naturalmen- fu ta oc c ,- i .

2 avvcnire EclifTe . Quindi e che Tcrtulliauo pag.47.fe


1
i.

el fuo eccellentc libro intitolato Apologeti-


o(^),, nell iiteflb momcnto , dice in cui Cri- (b) Can.
(
Ito Redentor noiiro fpiro, fi fccc notte , xxi.p?g.7v.
febbcne il folc fcenava
vJ
il mezzo ^iorno v_*
. Append. H-
1 T 7

,
Coloro i qua!i non fapevano tiler qio av- ,

,
venuto per la morte di Criito rnedefiino, fti-
,
marono , che foffe una Ecliffe , e ncgaroro,
,
forfe che queito tale ofcurainento folie per
,
prodigio accaduto. pure avete voi , o "E (c) In nor,
5
ncl ilb * n *
,
Gentui , ne vollri Archivi rif^rito un si no- .

,
tabile cafo del Mondo . Colle quali parole relfumT.t*
imollra egli come offer vano
, lo Spencero (c) >

opp. EditI
1
Avercampio (d} , quanto abbiano errato parif. Mo-
legonte ,
e Tallo , i
quali fondati fulle me- nachor, S.

lorie pubbliche, mentovarono


Mauri
letencbre, che
utta la fupcrficie delia terra , allorche mori
Irifto come fbffero elleno L*
occuparono , <e
pro- C<i)

enute da un ecliflamento naturale del fole


\
per verita che nei monument! pubblici dell*

mpcro foflfero Ikti


regiilrati qucfti forprcn-
enti, e maravigliofi avvenimenti , non iola-
icnte da Tertulliano , ma da Luciano Martirc
ncorafu a Gentilt moitrato. Ne avrebbero
egli-
5? 4 DE COSTTJMJ
eglino ofato di cio fare , non ne
fe foffero flat

afllcurati ; poiche fapevano , che fe i nemic


della noftra fanta religione avetTero potuto pro.
var loro il contrario , farebbero flati i noflr
accufatidi faifita
, e d impoftura , e avrebb?rc
eolla imprudenzaloro arrecato non piccolo de-
trimento al CrilHaneflmo. Avendo pertanto
CrifHani fenza punto efitare oppoilo agli avver-
5

far} della noftra fede gli Annali de Gentili


forza e , che ne fieno lUti prima beniflimo in-
formati Luciano adunque , come fi legge ap-
.

P re fi~ Rufino (#) ,, . Confultate , diffe , i vo


(a)JLib.ix.
Cap.vi.Hi- ftri annali , e troverete che ne tempi di ,

floi. Pilatomentre pativa Criilo, di rnezzo diof.


3>

curoifi il Sole , e s interruppe il giorno .


Confeffa inoltre Flegonte Liberto di Adria-
no , di cui abbiarno parlato di fbpra , che Gesu
fu Profeta , e moke cofe predifle, le quali colic
fcorrere dei tempi fl avverarono. Laonde Ori-
(b) n.xiv. gene nel fecondo libro contra Celfo (&) ,, Fie-
5, gonte 3 dice , nel crcdicefimo , o nel quat.
tordicefimo libro de Cronici attribuifce <

Crifto prefcienza delle cofe avvenire


la .

febbene egli erra nel nome , chiamando Tie-


39 tro ii noilro Redentore , c attefta, efferc
avvenuto cio , ch egli avea predctto ; ondt
3> prova non volendo quello,che tram and aronc
,,,
anoi
gli an tori della noltr a dottrina , ch
e:

,, fofledotato di virtu divina. ,, E per vero


^c * c*
dire trovjamo noi nelle facre lettere , (c) che
Gesu Crifto trovandofi vicino a Gerufalemme ,

guardo Citta,e pianfe fopra di efla, e diiTe; fc


la

conofcefTi tu pure anchc in quefl giorao,in cui >

la pace , che verranno de ne


godi giorni ,
quali farai circondata da tuoi nemici , e daper-
tutto rillretta , e ridotta in fomma anguftia ,
e at-
PRI Mf TIVI CRISTIANI .
575
atterrata , ficchc jnon vi fara in te

Dpra pietra , pcrche non hai conofciuto il


tern-
o della tiu vifita . Or queifo predizione fatta
al Redentore fn adempita in ul maniera , che
liScrittori gontili ancora , non fapendo forfe
uelchc fcrivevano , nelle Iftoric loro la con-
>rmarono , dimonVandone 1 efito talc appunto,
uale cgli 1 avea molto tempo avanti flgnifica- ,^ T.,
). Bafta Icggcre Tacito (a) Flegonte e Hiitor.
(/>)

iufeppe (c) , e gli altri , che d-^lla diilruzio- (b)


: di Gerufalciinne parlarono per rimanerne
eniflimamente perfaafi .
rvri
{

Effli e ancora notabile quel che fcriffe Tacito


ii n rr T -u j n
-
r T/I loJwUeico,
:\\o qumto Libro della lua litoria ,
fteuo
9
i era comunc perfuaflone, che in que tempi
circa ne quali fiori Gesu Criilo
,
5 / conte- ,

Va nelle antlcbc lettere de* Sacerdotl , c/;e_>

irebbe acquiftato ftrza / Orients , e farebbe-


ufciti dalla Giudea
alcuni , i quail fi ferebbe-
di tutto il mando . In fatti non e
impadroniti
li certo ,
morte del Redentore
che dopo la

cirono dalla Giudea


gli Apoiloli , e avendo
netrato anche nelle piu remote regioni , tut-
il mondo alia loro religione riduifero ? Ne
do io inqtial altro modo poflfa eflere inter-
etato queiroracolo mentovato quivi da quel
periliziofo lilorico , e nemico capitale del
iftianelimo.Madovendo alfin paflare a defcri-
re i coftumi de primitivi Crifliani , fono ob -

gato a tralaiciare rnolte altre tertimonianzc


i

, le quali per altro molto


Gentili Scrittori
10
opportune adilluilrare un cosi grave,e in-
W
!

i
efTantc argumento . Per la qual cofa lafciate Vdi il

"
:arte quelle, che il prodigio della
i
pioggia
enuta da Marco Aurelio Imperatore e (?) Antic
J^
Crift.
I
miracolofa victoria ottenuta da Teodoflo il ^.504.
Gran-
$6 BE
C O S T U M I
(a) DeTer- Grande , e mentovata da Claudiano (<0
rife.
tioConfuia-
r jfcono ^ defcrivero brevemente cio ,
che no
IU
conta Ammiano Marcellino della riftauraziont
del Tcmpio di Gerufitlemme tentata da Giulia
no ApolUta .

Defiderando Giuliano , dice Marcellino , (&

^ Pr P a S are con gt andiofe fabbriche la memo-

VaJcf
r*a ^ ^ll ?irn P ero n ^va di rirtabilire cor
>

P<-*

eccedenti fpcfe ii
magnifico Tcmpio di Geru-
ialemme ,
il
qiiale dopo moke, e fangiiinofi
fconfitte del Giudei , finalmcnte lotto Vefpa
, che
fiiino , e di poi fotto Tito aflediato Pavea
no itrettamcntc , iebbene con difficulta , clovet
te con tutto cio effere efpngnato . Ke diedc.
la commiliionc ad Aiipio. Men
Cgli pertanto
tre coihii , ajutato dal Rettore della Frovincia
con diligenza procurava di adeoipierc gli ordi
ni dell Imperatore , gli fpaventod globi c
fiamme , che ibvente da luoghi a* fbndameni
vicini ufcivano bruciati alcune volte gli ope
,

rai , , niuno piu oi afle di accoilar


fecero
che si

vifi a lavorare . Per la qual cofa farono tutt

coftrctti a tralafciare T imprefa . Cos! Ammia


no Or fe un Ai;tor gentile , a cui non impor
.

tava nulla, che folTe , o non foile fabbricato


Tcmpio , arrivo a confeOTare la verita di un t;
miracolo , che conferma le predizioni de* Prc
feci , e del nottro Redentore ,
il
quale avc

preveduto , che iarebbe Hata defolata la citta


?
e tempio ditfrutto; convien dire che tal prod
l

gio fia veramente accaduto Altrimenti qu; .

premura avrebbe egli avuto,(fe (I fatto non foi:


ihito patcnte , e incontraitabile ) d inferir.
nelia lira liloria , compofta con tanta liberta
che nuila piu, e con tanta efattezza, che qua
niente riporta di cio , di cui non lia egli Ihi
tc-
PRIMITIVI CRIST1AN1.
ilimonio , e in cui non ubbia avuto
.irte? E per vero dire non avrebbe Giuliano
..hfciata una tal imprefa incominciata con__
nt-j impegno , a fine di confondere i Criitia-

fe non fofife (lato da evident! prodigj atter-


;

to, e collretto (per la mancanza degli operaj,


le non (I arrifchiavano di accodarfi alia fab-

ca per non elfere incendfati ) o ad abbando-


;

.rla ovvero a intermetterla per qualche^?


,

mpo mentre egli promette inunafuaEpi-


:

Ja (a) a Giudci, di far rifarcire loro la (n^ Vedj


ita citta di Gerudikmme quando fofle ritor- ,
la
ito vittoriofodalla guerra , che avea intima-
a Periiani Ma eflendo ttftimonio dell abban-
.
. , ~. .

namento dell opera AmmunoMarcellinoScrit- T onit f.


: Gentile ,come abbiamo di fopra ofiervato,
e
mi pofifo io perfuadere che trovar fi pofia-
n ,

uomini cosi imprudenti, e oitinati, che ardi-


no di porre in dubbio la fede de Santi Padri,
legli Storici delh Chiefa , che o in quello
lib tempo fiorirono , o inteiero cio da per-
ie,che effendo iljte cont-emporanee di Giulia-
^meritavanoog ii maggior credenza (^). E fa Vedi (1>)

ZOir c.
uopo conflJerare attentamente le parole del ^
l

>;

111 * v 1 1
ito Vcfcovo Greq;orio Nazianzeno , che me- 1 ^*.
r r 15 if / 1) C.XX^.Crian. i

o forfe d ogni altro iapeva 1 indole , i co-


Qrsf.Oi.u
mi,e di Giuliano. ,,Mo(Te,dice egli, adv.
1
empieta Jud]
1
Apoflata contro di noi la nazione Ebrea, gia Homil. rv.
da se (teda , per I odio inveterato , che ci in Matth. &
Hom.XLuin
portava pronta fempre a farci del male
. .

i j- n > -,T Acla. citatt


ele permiie di tornare alia patria , e nltau- ^ al B aron ;

rare il tempio , e rinnovare le pacerne ufan- Ad an.


$53.
ze , a-ferendo che fccondo i libri facri, fa- n.Y.
rebbe ftato un tale riilauramento fatale a
Crilliani .
Dopo , qhe perfuafe la impo/tura
a
Gindei, poiche facilmeute credefi quel,
G 3) che
DY Ii
^^
C O
f^ &
> T U
*B^ n^
"!
^r
1

che piace ; fi accinfero eglino alia imprefa


e allcgramente comirvciarono a fabbricare
3, Ruccontanop \loro , che ammirano il giudr
33 ifrno,che le matrone Ebree.fi fpogiiaron
3) deMoro ornamenti 5 e ii venderono ? e
35 prezzo numerarorio a fopraftanti dell edifi

i, zio , perdonando ne alie preziofe ve


e non
a, iH , che portavano , nealla tenera loro con
33 pleftione , fi prefentarono a trafportare
3, terra; repurando qualunque altra cofa a.
9, quefta loro fatica infcriore di frima , e
prezzo . Ma fubito , che per un fiero tin
a, bine ,
e per uno fpaventoib tremuoto irr
a, paurite corferocogli opera] a rifugiarfiin i
33 T.empn vicino, . . . febbene le porte erai
,, fpalancate , in un en to , come alcu mom
.,, hanno riferito , Ii ferrarono loro co chi
villclli in faccia , affinche i buoni rimane
3, fero fani , .e
gli empj.fi atterriflfero . Tut
3, pero unanimemente affermano , che avem
5 , prccurato kturba di entrare in quella caf;
a, o Tt-mpio , che abbiamo di fopra mento\
3, to, dalle fiamme , che quindi improvifanu
3, te ufcirono , ne fu impedita , c parte

3, effa fu incenerita , parte Ii vide priva de.


vi
3, principal! parti delcorpo , ficche parve
3, colonna dello fdegno divino.... E che oppc
3, ranno mai contro di cio i fapienti di quel
3, fecolo , i quali con parole gonfie, e grandi
fe efaltano le cole loro e portano la bar! ,

3, lunga , e bello il pallio ? f Quefti ,


ed all .

3 prodigj , che allora avvennero ,


riemj
3 ,
rono di tal maraviglia gli fpettatori c ,

quaii tutti , come con un fegno , o con


u
33

33 voce chiamati, ricorfero al Oio de Crifti


e cc
3. ni,e itudivironfi di placarlo colic lodi ,
1
DE PR1MITIVI ClUSTJANI
^ !e preglikre. Molti ancora ienza punto fer-
marvifl ,
in quel momento medeflmo , m
3,
cni fucccrfiero tali cofe , fj affrettarono a_>

ti-ovjre i , e fuppHcarono
noftri Sacerdoti
ammefli alia Chiefa , e furono col
di effere

,,
fan to Batteflmo illuminati ,e purificati (i),,.
Da quefto paiTo di San Gregorio ognuno puo
a^evolmente comprendere , quanto fofie pub-
3lico , e da tutti , anche da nemici della Cri-
liana Religione , approvato quefcj prodi-
^iofo avvenimento mentre fe non foflfe flato
:

:ale , ne 1 avrebbe egli raccontato con tanta

ranchezza ( poiche farebt;^ itato dcrifo , e ri-


dagli avverfarj ) ne avrebbe indotto tm
>rcfo

;}
gran numero di perfone , chc deftinate erano
,1 lavoro , e odiavano il nome di Gesu Croce-
iiTo , ab abbracciare il Criitianefimo .
XL Ma
pafiiamo
dalle
alia
^ftimonianze degli
Autori A
miracolofa propagazione r i CAV ._
M
cl nome Criftiano ,
e veggiamo , come e ilata daUap- f od>-

ilevata.da noftri Maggiori, e come abbiano efll


uindi dedotto un de piu forti argumenti per
omprovare la veriti della no (Ira fanta Reli-
ione . Or avendo efH voluto dimoftrare , chc
on ifpecial difpoflzione della divina provviden- V erha
i fa introdotto nel mondo e maravigliofa-
,

icnte propagate il Criitianefimo, oflfervarono


i
priaio luogo , che mentre era imminente ,
condo lo ihbilimento di Dio , la nafcita del
ledentore , molti Regni , ch erano foggetti
var/ Principi , i quali tra loro erano difcordi,
ennero fotto ii comando di un folo Imperato-
s.
, clie aperte le (trade , e tolti tutti gli oda^
oli , i
quali iaipedivano il poter liberamente ,
fenza pericolo -viaggiare , refe facile a* difce-
oli di (jesu Criftp il poter entrare in tuttc
G 2 re-
E COSTUMI
regioni , e fpargere quelh dottrina, che avea-
no apprela dal loro Maeftro . Imperciocche noi
fcmbra cofa naturale , che laddove prima tutto
era diviHone , e difcordia , in quel tempo ap-
punto dovefife il mondo acquiftar una tran-
quillilfima pace, e dare a noftri il comodo di

predicare la loro Religione, e di diffonderla,ap


pena nata , per tutto il mondo. Laondefcrivc
K>

* On Ed. Origene
t^
J f \**t \
nel Libro fecondo contra Gelfo (a\,
J* *T ^* X *

rari.Mona- Avendo Iddio voluto , che le genti il prepa-


clj.S.Maun. ^ raifero a ricevere la dottrina di GesuCrifto,

diijiofe, che obbediffero al folo Imperatore


3>
de Roman! , affinche tolta la moltiplicita de

Regi , e la diiTenlione delle nazioni , facil-

35 merite gli Apoftoli efeguiffero cio , che fu


3? loro comandato : andate ad ammaeftrare tut-
te le genti . E cofta certamente , che Gesi
nacque lotto
PImpero Augufto , il qualcdi
in un Regno avea adunato la maggior molti-

35 tudine degli uomini , che fono difperfi pe


35 mondo. Poiche avrebbe oftato la moltitudiflfi
35 de Regni, che fi diffeminafTe per tutto 1;

35 dottrina del Redentore . La qual cola li pm


3? dimoftrare non folamente da cio , che abbia-
35 mo di fopra oiTervato, ma eziandio dalle

neceflita di gucrreggiare per la difefa delfc


patria , come avvenne poco avanti che (
35 nelP Tmpero Augufto, e prima ....
ftabilifTe

33 E in qual guifa avrebbe potuto allora pren-


53 der pofleflfo delle menti de mortal! quell;
35 paeifica dottrina , che non permette il ven
35 dicarll delle ingiurie y fe la venuta di Gesu

35
non avefle placati gli animi, e levate le dif-

G.rv. p. ,, fenfioni?
, ,
3
Sono a quefte fomigliantilTimc
.

io.Kdit.an. ie che adduce Eufebio nel prime Li-


ragioni ,
i6zS. Fu
bro della iua Evangelica Preparazione . ,,

tut-
CfclSTIAKI I I of
tutto quefto , dice egli , operato dalla divi-
na ,
e arcana potenza, che fubito propofta
la dottrina del Verbo , 1 umano genere fi li-

berafTe dal principato di molti; effendo fhti


molti /Timi Regi per lo pafiato ; e avendo
acquiflato il dominio fopra le citta , e aleune
provincie varjregolf, dalle tirrannie de qua-
li nafcevano moke guerre. Ma tofio, che
Crifto comparve mondo , di cui aveano
<nel

detto i Profeti , che ne giorni di lui farebbe


nata la giuftizia ,
e 1 abbondanza della pace i
r eflto la verita degli oracbli . Poi-
dfmoftro
che fubito fu tolta la moltiplieita de princi*
pati de Romani , avendo ottenuto 1 impero
il folo Cefare
Augufto . S. Ambrogio an-
ra nel fuo Commentario fopra il Salmo qua-
ntefimo quinto (4) . Tutto cio j dice,
(a).r,M;
fece Iddio
acciocche facilmente poteiTero
, T.I. Op.Ed.
eflfere mandati gli Apolloli a propagarc ii

Vangelo per tutto il mondo . vero , che P


non fu loro difficilifllmo
poter penetrare il

ne Regni racchiuii tra barbaric! monti , co


me nelP India a Tommafo 5 e a Matteo nella
Perfia . Ma perche poteflero fcorrere molti
fpazj della terra , nel principio della Chie-
fa diffufe
egli quafi per tutto la potefla del
Romano Impero , e dando la pace compofe
le iiti
, fedo
gli ar.imi, e tolfe le difunioni ;
e cosi gli uomini viventi fotto un impero
impararono a confeffare fedelmente il fu.
premo dominio di un folo Dio onnipoteii-
te
(i) 55 , (b) S.
Offervavano inoltre che Lib.
i noflri Ma?9[iori *
,
f /
a cosi celere non (I dare de
propagazione potea
(

iza unofpeciale a;uto di ** LV1


quel Dio, che creo ,
governa il tutto collafua ammirabi-
^ 3
J> COSTUMI
le provvidenza . A veano
gia cominciato i noftri
5
fino da tempi de Santi Apofloli a fervirfi di ar
tale argumento , per confermare nella verita
della fana crcdenza i loro compagni. Quindi e,
(a) Cap. x. c ]ie $ an p aofua Epiftola a Romani (a]
] 11P ll a

adatto agli Apolloli il verfo del Salmifla , chi


in tutta la terra ufcl ilfitono loro,e ne* confinl de>

(b) V. 20,
gi [, della terra le loro parole : e S. Marcc
nell ultimo capo del fuo Vangelo (0 attefh
che i
difcepoli 5 dopo PAfcenfione del Redento;
noftro in Cizloypredicarono dapertutto , coope-
rando il Signore , c confer Mandate parole Ion
p rodigj. Sono a queile fomigliantiifime
co* ef- 1

prefTioni adoprate da S. Clemente Romano Di


de SS. Apolloli Pietro e Paolo nell;
(c) Nwm.j. fcepolo ?
& 4-.feq. fua celebrarifTima lettera a Corintj (c). S. Giu
Hino Martire volendo perfuadere ai gentili
che le profezie fl ileno verificate in Gesit Cri-
flo , e nella Chiefa 3 e che pero la noilra Reli-

gione fia la vera , fa loro offervare , che dodi


ci ignoranti uomini , ma illuminati dallo Spi
rito Santo , girarono il mondo tutto , e un nu
mero grande di perfone induifero ad abbando
..
N s nare la fupertlizione . E nel dialogo con Trifon<
Uni/ i*-VJ..
Giudeo C^):Cio ch
>
era ilato ordinatonelTantic;
3, legge, dice ^//,che alia vefle talare del fom
J5 mo Sacerdote dodici campanelli fl appendef
33 fero,fignificava i dodici Apofloli dipendent
,,,
dalla virtu dcll eterno Sacerdote Crido ; 1;

5, voce de qu all Apofloli riempi della gloria


3, e della graziadi Dio , e di Crilfo medeflmc

3, tutta la terra . Per la qual cofa dice Davidde


.,, in tutta la terra ufcl il loro faono^e ne? confini

35 deirrmiverfo le loro parole . E Ifaia come


35 rapprefenrando le perfone degli Apoiloli :

che differo a Criilo , darii fede alia pre n<?n


l CRISTIANI . l

dicazione loro , ma alia forza di lui , che gli


cosl parla cbi credl
avca mandati ,
:
Signore,
e il braccio del Si-
allanoflraprcdicazione ,
%nore a cbi
mat fa rfoelato ? *. Quel , che
la Scrittura in
poi aggiugne perfbna di molti:
annunciammo nella prefenza di lui corner
bambino , fignifica cio , che avvenne ; che
gli uomini malvagi fottomeffi a lui , c fitti
docili, e obbcdienti , offervarono i cOman-
damenti di lui fteflb, e tutti quail un. fanciul-
lo divennero . . Quelli adunqne , che 6)N. rip
.
(4")

nome 12 1
offerifcono fagrifizj , che p^*
-

pel di lui i
-

prefcritti furono da Gesu Crifto , ciod* quelli


che devotamente la Eucariflia del pane , e
del calice offerifcono per tutto il Mondo ,

afl^rma Iddio , che furongli fempre grati;..


E per verita le pre^hierc,ed i ringfrazlamen-
ti , che gli (I flinno da* degni debbono ef- ,-

, fere riconofciuti veri iagnfizj nccetti al


pe"

,
Signore . E quefte fole cofe hanno imparato
a fare i Cridiani anche nella rimembranza
dcll alimento lorofecco, eliquido, cioe dell&
Eucariflia , il quale cibo prenderdo cglino,
,
il ricordano delta
pafllone , che Gesu Criilo
,
foffri per la loro falvezza .,. E non vi e cer-

,
tamente veruna nazione o Grc-ca , o Bar-
,
bara , o diqualunque altro nrme , o degli
?
AmaObbJ% che abitavano ne carri , ode
1

Nomadi , che non hanno cafe o Sceniti, , de"

che pafcendo le pecore , fi ricoverano fotto


le tende , non vi e, difTi, niuna di
quedena^
zioni , in cui non fi off^rifcano preghiere ,
?
e azioni di grazie alPadre Creatore dell
univerfo pel nome Hi Gesu Criflo .
Dopo
. Giuilino , il quale altrove ancora colla ftefiTa
ed eloquepza della propagazione della
G 4 re-
104 I)E> COSTUMl
il Santo Di
religionc Criftlana diTcoree (a)
ft.
>

fce po| di S. Policarpo Vefcovo delle Smirne


voglio io dire Ireneo illuftre Vefcovo di Lfone
che jfiorl nel fecondo fecolo del Criftianeiirno

provando la verita della nouru fede ne fuoi li

^>
k
lL/11 contra ? Ere\sjr
r] ^V IIfieIf I ^)y , } : La Chiefa, dice , cli
Ir *
\^
*r
>>

gg.Bdition. "
diflfeminata per tutto il Mondo , apprefe
Venet. an. dagli .Apoftoli , e da difcepoli
loro quell
*734 T* i.
3, fecfe che propone a credere in un Dio Padn
,

33 onnipotente , che creo il cielo , la terra


,,,
il mnre , e cio che in quefti fi vede ; e ii
,

3, Gesu Crifto figliuolo di Dio incarnato per 1;


35 noflra falute ... Quefta tal fede, e predica-
3, zione , come abbiamo di fopra oflervato
J3 dalla Chiefa, fcbbene diffufa per tutto i
5) globo della terra , con tutto cio quail chell;
d, rifcdefletutta in una cafa , e confervata..
^ Poiche quantunque fleno diflTomiglianti tr;
d, loro le lingue , che parlanfi in varj pacfl da
3, Criiliani ,
tutta volta ella euna, e fola 1;

33 forza della tradizione , ficche non credonc


35 altrimenti quelle Chiefe, che fono in Ger-
j, mania da cio ^ che credono quelle delle Spa-
33 gne 5 delle Gallic, o delPOriente , o dell
.,, Egitto ,
o dell Africa , o delle mediterra-
nee regioni del Mondo
.,,
Verfo la fine, de .

fecondo , c nel terzo fecolo altresi fiori Ter-


tuliiano
,
il
quale nel fuo celebre Apologe-
(c)C. xx!. j a p j fa fopra citato con lode , in querta
t j co
5

guifa contro de Gentili ragiona (c)


: Noi
3, certamente
ne ci vergogniamo di CriHo.
5, perciocche molto ci giova di eflere accufati .

35 e condannati per lui , ne prefumiamo altri-

9,
menti di Dio . Egli e neceffario pertanto di
a? aggiugnere alcune cofe appartenenti aCri-
*, ilo come Dio. Era adunque cosi grandei)
t)E* PRIMITIVE CK1STIANI .

favore dell onnipotente Iddio verfo i Giu-


del , per la gitiftizia , e la fcde de loro mag-

giori , onde e la nobilta ,


e il
rcgno ancora
acquiftaronOje tanta la felicita,loroche colic
vocf di Dio medefimo erano avvifati a non
offenderlo , ma bensi aprocurare di acqui-
flarfelo . Ma fe eglino nol confefTaffero ,
proverebbe nulladimeno quanto abbiano
eglino, confidando nella piefa degli antenati
loro , mancato , e come dicadendo dalla di-
fciplina moflrata loro , precipitarono nella
profana fuperftizione. Difperati , raminghi,
ed efuli dal cielo , c dalla terra loro , van-
no pel mondo vagabond] , fenza uomo , fen-
za Dio Re , e fenza che fi conceda loro , al-
meno come foreftieri, rivedere , e falu-
tare da lontano laloro patria. Mentre_*
erano loro minacciatc qucfte cante , e si
gravi difgrazie , e difavventure, erano anco-
ra avvifati , che negli ultimi tempi da ogni

gente , e popolo , e luogo avrebbe fcelto


PAltifTimo Dio molto piu fedeli adorato-
ri 3 ne quali
per la capacita dell atore deiU
nuova legge , avrebbe trasferita una grazi*
molto piu copiofa , e piena ,, . E alquanto
30 avendo dimolbato, quanto era grandc

tempi fuoi il numero di coloro , che ap-


Dvati gl infegnamenti degli Apoftoli , abbrao-
rono la nuova legge , diede a divedere 1 am*-
:zza del Criftiane^mo , e la moltitudine di
^i
piu fedeli adoratori preveduti da Santi
rfeti . Siamo recenti.

amo npieno .,
il
* e ab-
Co) diceva e?li,
n
voilro
impero
-

,
i
le citta
i

, le
x
(0
.
-*
C3p . xxxvllj
,

ifole , i
caftelli, imuncipj, i
conciliaboli,
icampi degli eferciti 5
le tribu , le decurie,
il
palaz^o , U ftcatQ ?
il foro , *. abbiamp
15 E C O T U M I

,, folamente tempi! degl


lafciato a voi altri i

Ca) C.vt. ,, Idoli.,, Propofe egli con forza maggiorel ar-


5.i8. gumento nel libro contro de* Giudei
fe<j.
do (<O

ve in quefla guifa ragiona Ne deefi di .

33 piu ricercare circa Crifto , avendo iatto


33 rnenzione di lui molto tempo avanti , ch ei
33 nafcefle, tutti i Profeti ; ed Jfaia cost parla :

33 Dice Signore Iddio a Criflo mio Signore ,


il

33 di cut bo tenuto la deflra accioche lo aftol- ,

31 tinole nazioni. J(omperQ le fortezze de /(?-


33 & 3
&tt & prejenza di lui le forte
<y?wo
e le >

cittanon glifaranno chiitfi II che noi veg- .


,,

,,*
y o[iamo
*j adempito . A chi mai ha tenuto la
5, dertra il Padre di lui , fe non che a Criflo fuo
9 j quale e ilato dalle nazioni efaudi-
figliuolo,il
3, to,ayendogli clleno creduto, e cui predica- i

.,, tori, voglio dire g!i Apoftoli , fono io

53 rnentovati ne Salmi ,
ne quali leggiamo,
yi che in tuttala terra fit fentito il fuono loro ,
3

3, e nc conjini deWuniverfo le loro parole ,? Ed


.. a chi hanno creduto tutte le nazioni, fe non
v ..

a H 116 ^ Cfifio, ch e gia venuto C^). Origene


refto rap- "

di ancofa nel fuo primo libro contra Cello Epicu-


ponato
fopra pag. reo (c) Ma quanto a Crifliani , dice, dal :

xxvi. nella Senato Romano e in tempi diverfi dagl Im-


^ ,
rret; s

persdori da Soldati , da popoli, dagt ifleffi ,

parenti loro furono perfeguitati ; talche la

(c)N-5.T.
X*^V -
1 ".
*
reliffione
\^J
loro affediata iper o^ni verib dalle <^J
^

infidie di tanti nemici , farebbe fenza d ^boio


jVlonnch. S -
c n- it r r n
33 rimafaopprefla , e abbattuta ,
fe ioirentat;

33 dalla virtu divina, non folamente non fbfTc


33 fbta liberata, ma ancora diffufa per uni- J

avea congiurato ..
33 verfo, die contro di lei

Ma(cf)CeIfo parlando delPjftitutore dclla


noflra Icgge , racconta , ch cgli in pochi an-
ni introduce la fua dottrina , e fu ilimato,
da
P &IMITTVl CRISTIANI . 1(
da Criftiani figliuolo diDio. A ciopero,
ch ei dice di Gesu, il quale nacque non mol-
ti anni avanti , cosl rifpondo : volendo egli

propagare la fua dottrina , avrebbe forfe in


uno fpazio cosl breve di anni potuto operar
tanto, che in molte parti di quefto noftro,
Mondo parecchi Greci , e Barbari , parec-
chi fapienti , e ignoranti uomini allettaffe ad
abbracciare i fuoi dogmi , e si fattamente ne*
loro anitni gl im prime fie , che fino alia mor-
te , il che di niuna altra religione fi e mai
udito , combatteffero per fouenere il Cri-
ftianefimo ? . . (d) Conferifcono molto allo .
f
fplendore ,
c alia gloria la nobilia della fa-

miglia , la dignit-i , e la eccellenza , le am-

pie facolta de genitori, la fplcndida , e il-

luflre patria ; ma fe
qualcuno , il
quale pri-
vo ila di queili ornament! puo dalla miferia
,

falire a ungrado fublime ,


e
acquiftarfi cele-
brita fingolare appreflb tutti , e mtiovere

gli animi de mortali , ed empiere colla fama


del fuonome 1 univerfo , chi non amrnirera
laindole generofa , e ampiezza dell animo
1

di lui atta ad intraprendere , e a perfeziona-


recofc grand! ? Ma fe qualcuno vuole folle-
var/i alquanto piu alto , e ricercare in qnal
maniera colui , ch e flato poveramente edu-
cato , . . . abbia avuto il coraggio d infegnar
nuovi dogmi , eintrodurre nel Mondo una
dottrina, che diftrugge , fenza toglicre i
Profeti , Is giudaiche confuetudini , e le gen-
tilefche fuperftizioni , . . . non rimarra per
avventura forprtfo , Veggendo , che non fo-
lamente gl ignoranti , ma non pochi ancora
5
de letterati e traffe alia fua
religione , fa-
cendo loro ternere e il giudizio , e le pene
5? del?
D X C O 3 T U M I

j>,
deil inferno, e fpenire , fe vorranno oprar
j, bene , i
premj del paradifo . . . . Or il noftro
3, Gesu, a cui viene da Celfo rimproverato ,
,,,
effer egli nato in un piccolo caftello della Ga-

3, lilea, da una povera madre . . . pote muo-


3, vere tutto il Mondo non folamente piudi
r-\
VVi J
IST *
i\ A Arffc
yy>t J J
Temiftocle uomo Ateniefe , ma eziandio piu
di Platone , e di Pitagora * e di qualunquc
altro Filofofo ^ o Re , o Imperatore (^).
,,,
Chi dtmque , conflderando la natura dellc
cofe , non ammirera , ch egli colle opere 5
5J che poteano apportare fecondo la opinions
5, de mortali j infamia , e difonore ^ fiafi ac-
35 quiflato un si gran nome, che ha fuperato
5>
i piu celebri , e rinomati perfonaggj ? . .. .

5, E tra gli uomini certamente altri per la fa- >

pienza , altri per lo valore 5 altri per


le
3,
-,,
virtu loro fl refefo famofi pel mordo . Ma .

3, Gesu oltreTefler nato povero . . . fu ancora


5, crocefiiTo, talche fe aveffe ingannato quaku-

3, no 3 fartbbe (lato riprefo , e lacerato come


5, un folennifilmo impoftore . Sembra inoltre
s, maravigliofiflima cofa, che i difcepoli di
y)
>
Gesu Crifto , fe non aveflero riveduto refu-
fcitato il loro Maeliro, e non foffero fiati per-
9y
, a, fuafi, che egli aveffe qual cofa di forprenden-
3, te , e divino 3 abbiano potuto avere tantc

3, coraggio , che fenza temere di aver a_


33 foffrire atroc ifTime pene , abbandonando h
fl offeriffero a
foggiacere a qua
patria loro,
03 lunque fupplizio per confermare col fan-

gue loro la verita di quella feligione :

che aveano apprefa da quel medefimo ;

che perde in un patibolo cotanto infamt


<b)
Lib. $. la vita,,. Ma in altri luoghi ancora Origene
. 8.
provando h verita del Criftianefimo dice
>j>
*
MITIVI CRISTI ANI . J

,
I Criiiiani per aver offer vato qrella 001 N
,

, gna, e maijfueta legge, ch era loro pre-


, fcritta, hanno ottenuto, che Iddio corobat-
,
tefle per effi ,
e raffrenafie i loro perfecuto-
, ri Ed affinche fi confer maflero nella fede,
,
di tempo in tempo voile Dio , che vcdeflero
,
i Martin ,
i
quali efponevano se fkffi a pifr
atroci ,
e difpietati fiipplizj per non eflere co-
Itretti ad abbandonare la religione , a cui fi
erano confacrati. Ma non permife gia egli^chc
fi
eftingueffe mai la gente loro ; anzi voile 3
che fi confervaflc , e riempiiTe la terra di
quella celefle ,
e falutevole dottrina . Di
piii acciocche
deboli refpiraflero alquan-
i

to , di/Iipo egli tutte le infidie , che loro


erano flate tefe da nemici, e fece si, che
ne i Regi , ne i principi di varj luoghi 3 n^ i
popoli contro di loro fi armaffero . Sono
nigliantifTime a quefle le parole di Cle-^
^nte Aleffandrino , dal
quale pote apprende-
molte cognizioni Origene. Egli ne fuoi Stro-
i oflTerva , che la Religione Criftiana era
ben radicata negli animi de fedeli , che noa
lamente co fofiii ni de ? Filofofi , ma neppure
lie macchine de
piu potenti Monarchi pote
ere efpugnata . Or fe ella non foiTe ilata fo-
nuta con ifpeciale provvidenza da Dio , co-
i avrebbe potuto reggere alle follevazioni
popoli , che mille calunnie aveano inven-
:e contro di noi per ifcreditarci, e alle oppo/i-
?
>ni de filolb , e alle jEere tempefte moffele
ntro
dagl Imperatori, e da Regi delle barr
^nazioni ,
i
quali aveano
adoprato tutte le
i, le frodi forze loro per
i le
raggiri , 3
aiantarla fin dalle piu profonde radici , e to-
?
erla affatto da loro flati ? Avcndo elia
pcr-
tan-
410 *> i* C05TUM1
-t-anto , unzi eflendofl vieppiu propagata,
retto
allorch perfecutori maggiormente contro de
i

noflri incrudelivano , forza e , ch ella lla data


e introdotta nel mondo , e foilenuta , e dilatata
per virtu divina , con cui non poiTono gli uomi-
ni contra (lare Laonde S.Giuftino Martire nel-
.

(a) p. 498. la Epifbla a Diogneto (<i)afferma: che crefce ii

an. numero de Criftiani, mcntre fono


egljno (Ira-
ziati ,,
e uccifi per amore della religion, che
profeflfanq. E Santo Ireneo nel libro quarto con-
tro rErefie (&) olferva , che la Santa Chiefair
Paris. Mon. ogni luogo per la dilezione , e pieta verfo Dio
5
. Mauri invia in ogni tempo molti Martiri all eternc
..

5
Padre ,
e con purczza ,
e fantita foltiene I ob
brobrio di quelli , che foffrono la perfecuzio-
ne , e fopportano ogni pen a per la gitiftizia , <

per la carita , che gl infiamma ,e li trafport;


verfo il fommo bene . Che fe yedefi fpeflfo de-
biiitata per la mone de fnoi , vede anche fo
vente crefcere le fue membra, e diventandc
intera , maggiormente fi (labilifce ,
e fl aumen
ta . Per la qual cofa Tertulliano nel cinquantc
r J^
^ mo ca P ^ ^uo ^P!g
et i co ( c ) rimprovcr

Haverc* a Gentili crudelta loro, e dimoftra


la ,
c

ella non ferve ad altro , fe non ad aliettare i


po
poli al CrifHanefimo . Quindi foggiugne ere :

ice il noilro numero , qualora fiamo da voi de


cimati : Egli e una ffscic di fimenza il fangi*.
de* Crifliani . E Ongene nel quarto libro d(

(d)C.i.T.I. Princlfj (^)


cosl ragiona : E (Ten do ftati ap
Op.Ed.Mo- ,, preflb Greci,
i e i Barbari di molti legisla
nach. Sanfti e innumerabili maeilri e Filofofi,
^ tori , ,
Maun
ni.^ q ua li proraetccvano di moilrare la verita
.

3,
loro feguaci ; non troviamo pero mai, ch
3, alcuno di efH abbia potuto muovere le n*-
3, zioni llranicre ad abbracciare le fue leggi, e
di-
MITIVI CKISTIANI I II
difenderle con impegno ha dub-
. E non vi

bio, chc i
legislator! abbiano dcfiJerato ,

che gli ftabilimenti loro , fe era poiTibile ,


da tutti ii appro vaflero, e che Filofofi ab i

biano procurato , die foOe ricondfciuta^j


eziaridio dagli efkri la dotfrina loro per ve-
ra . Ma avendo -eglino comprcfo , che non
aveano tanta virtu , per cui potefkro tirare
al partito lorok genti firanicre crcdettc- ,

ro , che megiio il non accingcrfl a una


fofic

imprcfa , che potca loro riufc r male . Ma


in tutto T Univcrfo , cioe in ti.tta la Grecia,
e in tiitte le eitere nazioni ibno innumcrabili
eoloro 5 i
quali lafciate le patrie Leggi , e
quelli,che avcano creduti per Dei, feguitano
Crillo , e fcbbenc con pericolo della vita,
tutta vo ta come loro Signore e Dio T ado- ,

rano .Ed e ccrtamcnte cofa degra da oder-


varfi , come
breve tempo co martor;*,
in si
e colic morti de* fuoi fiafi aumenta-
popoli ,
ta la Cridiana
Repubblica Ne fono gia mol- .

ti i
Octtori, che vanno predicando la nollra
fanta Religione: e
pure vien eila predicata
in tutto il mondo , talchei Greci e Bar- ,
i

ban , i
fapienti e volentieri
, gl ignoranti
1 abbracciano. Dalla qua! cofa concluded
eyidentemente, che cio avviene per forza,e
virtu alia timana
fuperiore ; come per virtu
divina Gesii Criilo tali cofe
previde molti
unni avanti , che fuccedeflero ; avendo
egli
detto , che fuoi difcepoli farebbcro ftati
i

condotti avanti i R e ed i Prefidi per ren


,
der loro , e alle
genti teitirnonianza; e che
il
Vangelo farebbe fhto predicato a tuttc le
nazioni e che molti detto nel
gli avrebbero
;

di del giudizio , for-


Signore, non abbiamo
fe
I !2 Da* COSTUM/
9, fe noi mangiato, e bevuto e cacciato de
A>
diavoli invocando il voftro nome ; e ch egli
a, avrebbe loro rifpofto , partite da me fcelle-
3, ran , non vi riconofco per miei Difcepoli .

Arnobio ancora nel fecondo Libro contro de


ra) P Gentili (d) dimoftra , che i prodigj , i quali fono
f
patenti , e le cofe mai piu udite , le quali o da
Criilo pubblicamente faceanfi , o cclebravanfi
5
da banditori del Criftianeflmo per tutto uni 1

verfo, accefero vive fiamme ne cuori de morta.


li, e fecerosi, che tutti concorreffero a una
fola eredcnza i popoli , e le nazioni di varj , e
tra loro different! coilumi. Che poflbno nu
meral agevolmente i fatti avvenuti in Italia,
apprcffo i
Sir} ,
i Perfiani , e i M^di, neli Ara
bia 3 neli Egitto ,
nell Afla , nella Siria, e_j
apprefib i Galati ,
i Parti ,
i
Frigj ; e neli Aca-
}a , nella Macedonia , nell Epiro, in tutte le

Ifole, e Provincie , che fono dali oriente , e


occidente fole illuminate , e finalmente nella
ftefla dominatrice del Mondo Roma , nella qua-
le , febbene fono ftati i cittadini per le arti d
Numa occupati nelle antiche fuperftizioni , cor
tutto cio non differirono di abbandonare le pa-
terne confuetudini , c di aqconfentire alia veri-
ta del Vangelo Ne sono da
quefte differenti 1
.

n^r u
C;C,. ll.P.
racioni apportate da Lucio Cecilio Scritton
!

m j* 1M
I It -11 r t

t
del celebratimmo libro dclle morti de Terje
cutori (^) 3 da Lattanzio Firmiano (c) , e d;
I
1
molti altri, le autorita de quali abb amo ri
(c)L.vr,Div, ortate ^ o accennate nel noflro
p
c xl * 1
primo Volume
/k dellc Antichita Criiliane (tZ) . Ma non potiam-
(d)pag.34i. ., .
^r r .
-cr r v

^u
i i

nor. >.
J101 tralafciare cio , che Eulebio Veicovo d
(e) Cap.nf. Cefarea y nel I. libro della Evangelica Prepa
j ag.7.dit. razione CO? contro i noflri nemici , rapporta
i e fuperfluo , dice , il ricercare le

ro-
DB PRIMITIVI CRISTIANI. i
role , dove fono per loro mcdeflme chia-
re le cofe daila celefte , e divina virtu del
,
noflro Salvatore ( il
quale ci dimoftra la via
,
per giugnere al pofledimento della vera bea-
, titudine ) apertamcnte ne tempi noflri an*
cora , ed evidentemente manifeftate Imper-
,
.

, ciocch ha egli non folamente predetto ,


che la dottrina da lui rivelata dovea eflere
predicata per tutto , ma ancora per la divina
previfione,ch egli hadelle future cofe,figni-
ficatOjche la fua Chief* non farebbe raai ftata
abbattuta per qualunque forza che aveffero
con.tro di lei ufata le potefta terrene, e infer-
nali , ancorche i fuoi feguaci foflero ftati c

perfeg ntati, e maltrattati , e uccifi; anzi che


farebbe ftata ferma per fempre , e fhbile co
me un immobile, e b.n radicato fcoglio
Or chi non vede che, quefle tali previfioni
e qtiefti oracoli furono avverati , mentre i
fatti le provano a evidenza , e manineila-
mente dimoftrano , non doverfi cio attribui-
re alia umana natura ,
ma alia virtu del divi-
no Nnme che quefti avvenimenti in quella
,

guifa appunto previde , come fono collo fcor-


rere de fecoli accadut: . Poiche per tutto ii
globodella terra illuflrato da raggi del folc
e gia arrivata la fa ma del Vangelo ; ha ella

gia vifitato tutti


i
popoli,e le intere nazioni,e
lapredicazione del fanto nome di Gesu Crifto
giornalmentc fi avanza.Vedefi inoltrc fondata
fu profonde radici la Chiefa da lui prevedu-
ta , e innalzata per le preghiere , e pe meriti
de fuoi Santi fino alle sfere celefti,e
accrefciu-
ta ogni giorno , e illuftrata in guifa tale ,
che tramandando per ogni dove lucentiflimi
raggi , non folamente non cede a fuoi ncmi-
H ci
j 1
4 DB COSTUMI
a, ci ,
ma neppure dalle porte dell* inferno 5 c

morte pud effere fuperata


?>
del la .

Com **>*
XII. EflTendo adunque tanti , e si gravi , one-
termati per n u .
r i
*

e mo ^ n ** trl motl7l
i
che P er DfCVlU iU-
"u

& 1
quett] mo-
>

r/ / **//j mo coftretti atralafciare ; non e maraviglia 5 ft


/ .v i
prl-\ noftri maggiori avcndo fempre penfato a
iw/V/w cv//- medefimi
,
e avcndo procurato , che fofiferc
tiani -vole--
e approvati dagli altri
ancora j nte fi y , vieppiii
fede confermavano corrifpondendo e
tottg
r^"nclla
];>yri- ...
lumi
fi

e alia
n j n j-- n
virtu della divina grazia , nelis
,

,
per-*
- ftefla credenza maravigliofl progreffi faccano.

be Gentili pe loro fcntimenci la veile


loibfi de* ,

pare/? mi- qual cofa leggiamo noi negli antich:


Per la

monument! cle criiliani , che fino da* primi


(a) Lib.vu. tempi dalla chiefa i noftri crano ripieni di fede
n. ji.
T._i. ^) ^ e ottencvano per effa da Dio fingolariffimi
cpp. Edit. -

^
jj en e fj z : /-
c certamenteRitraevano gliApo-
Ivlonach. 5i ,, ,. . ., ,. ^ r
e van-
Mauri ^" lntorilu ^ cio grandiuimo frutto ,

tacrgio
- per la criftiana repubblica , allorch!
t
D} /iCt C . .
i \ r
vi. v. j. & gU ando per le citta e per Ic
, province , eioi
*>.
-fcqq.c.xi
tavano quelli 5 che eon vert iti avcano alia no
v. 24- ftra religione ,
di perfiilere nella fede (cf) fen-
(c) Aft. j. za punto temere le tribolazioni , le quali in-
9
cap. in v. veccd impedirne viaggio alia patria de bea-
,
il

i5.&c.v,v, ce lo rcndono t|
^ piu agevole. Impercioccht
cgli e certiifimo , che tutti i noftri facevano cio
J)Achxiy, c h era loro ordinato, talmenteche era la fcdc
ioro cclebrata per tutto il mondo Qujndi e
.

(O C.i. v,
c |, e fcrivendo San Paolo a Romani oflervo. ,
*
die la ft de lorofi annMngiavt in ogni luogo (e)
(0 C.x.v c f
nelJ ajEpi|| i a fecO nda diretta a Corintj , fec^
loro intendere ,
che fempre piu farebbefl au
mentata la loro fede (/). Lodo egli parim-entc
DE *RIMITIVI CRISTIAKI . I I

i Efesj , e nc
ringrazio il Signore , poiche
/ea udito che quefta virtu teologale era in
,
a) * v
Ti eccellente . Cost ancora fcrtfife a fedeli
(<O
<

le abitavano in Filippi citta delia Macedonia

0, ed a Coloffensi (0, ed a quei diTeffa- W C V?


nica . Erano fomiglianti a quefte di Pao-
(<0

efpretfioni , che ufarono gli altri Apo-


I

^li , allorchc fcrivevano a coloro , che o dal


^ *
-. . .

ft
udaifmo , o dalla gcntilita fi crano convert!-
al criilianefiiiK) . S. Giacomo il Minors , die

dirizzd la fua letrera cattolica a crirtiani 8. & Epift.


lie dodici tribii, ch erano nella difperflo- ne. i. v2
:, animo tutti a ftare allegri nel Signore,
:antunque folfero afpramcnte perfeguitati ;
rciocche fapeva , che le tribolazioni erano
mdate , affinche foffe provata la loro fedc -,
v*
), dalla qual fede nafceva pazienxa . Non U ^
"

:rimenti San Pietro , efortando alia co-


nza i giudei convertiti , i quali abitavano
5
1 Ponto, nell Afia , c nella Bitinia , dilfe lo-
che ibffrififero pure , mentre la riprova
,

lla loro fede molto piu


preziofa deli ofo,
rebbe loro recato onore 3 e gloria nel gior-
della rivelazione , cioe della feconda
di Gesu Crifto 5 che quantunquc non

,
era tuttavolta amato da efll , e fermamen-
creduto vero figliuolo di Dio , e iibsratorc
IP uman genere dalla fchiavitu del demonio .
ide mantenendofi forci , attendeflfero la falu-
anime , la qual falute era il termine
delle
lla medeiima loro fede(f). Qu.indie, che
Clemente Romano , il quaic fu difcepolo de- ,.
Apoftoli , dopo di avere lodato (a fede , aj Corinth.
la coilanza de" Santi Pietro e Paolo , mento- n. v. feqq.
>

una gran moltitudine di


*"^
altri uoraini . che p^g- i^
i
*

rono loro perfetti imitatori (^) , Scriile egli


H 2 an-
ii 6 DE COSTTJMI
ancora, che fin a quel tempo tutticoloro,
quail aveano avuto la forte di fermarfi in Co.
rinto , ammirarono la fermiflima fede, pi.en;
s
d ogni virtu 5 che fcorgevafi ne criiliani d
*

a
Chiefa 00 Non era punto fcemata lj
<Jtiella

fermezza di quefta virtu ne fedeli , che_


nel fecondo fecolo di Criflo fiorirono . Pl-mif
Giuniore Scrittor Gentile , la teftimonianzj
pag- u del quale noi abbiamo defcritta nella Prefazion
di queflo volume , fcrivendo a Trajano , ch<

regfio
o nell Impero Romano dall anno novan
*

totto infino all anno centodic alfette di Criflo


afferma, che i crifliani de tempi fuoi , i qua]
fiorivano nella Bitinia , erano foliti di adunar:
in certi giorni , e cantando dimoftrare quell
fede , che profefTavano , non temendo nulla I

minacce dei gentili , e i pericoli , che loro


per una tale confeflione fopraftavano . Non_
dobbiamo pertanto maravigliarci , S. Ign^ k
zio Martire ( il quale fu prefo verfo Tanno cer
to fette di Criflo , ovvero poco dopo , e legat
fu condotto a Roma per efTere dalle fiere sbra
nato , c divorato ) nclle fue lettere fine i

agli Smirned fermezza la virtu , e


, lodi la
zelo di que criiliani , dicendo di aver fapi :

to , ch eglino erano perfetti nella fede , ct


non puo effere Icofla , come anche erano qua
oonfitti nella croce del noflro Signore Gesu ,
ftabiliti, nella carita
fangue di Criflo n(
nel
.J. ftro (c) Salvatore Celebra parimente la.
.

Cd) Epift. ad religione degli Efesj , (d) e de Magnefiani Ce


Ephef n. r. e de Filadelfienfi (/) ch fw
egli efortando di
Ad. Ma- gire gli Scifmi , e le dottrine degli eretici ,
(e;-

gncs n. i. cli
feguitare il proprio loro paflore 5 appella.
(0 Ad Phi- figliuoli della luce , tra quali non poflbno av-
luogo i corruttori della vera fede . Non alti

men-
DE PXIMITIVI CRISTIANI . 117
rienti fcrive egli a Romani mentre ful prin-
,

ipfo della lettera , falutandoli ,


cosl dice.
4lla Cbiefa diletta , e illmninata nella VQlontei
i colui 5 cbe vuole tutto
quello , elf c fecondo
a dilezhne di Gesu Criflo noflro qual Dio , l.i

Ijiefa preficde nel luogo de degna di


Rgmani ,

gni convenicnza , degna di beathudine , degna


li lode ,
degnamcnte cafla , e prcfidente ntlla
^aritd , avente la legge di Crifto , // name del
Padre , la quale iofalute in name di Gesit Cri~
9
o figliuolo del Tadre ; a
l
Romani , fecondo l<?->

arne 5 e lo fpirtto prontia offervare qualfivo-


lia contandamento di Dio , pieni della grazia
i lui . Dopo ancora 5 die S. Tgnazio ottennc
a corona del martirio , S. Policarpo vefcovo

elle Smirne ,
e clie fu 5 come altrovc ofler-
ammo, difcepolo di S.Giovanni Evangelifta ,
ndirizzo unafua lettera a criftiani di Filippi
ella Macedonia , per cui molto congratnlojfi
9W loro , percioccbc avea amntirato V af-
?tto cbe aveano eglino dtmoflrato agli uomini
,

Mi y cbe fi trovavano incatenati per Criflo ,


avea conofciuto 9 cbe era /labile , e ferma la
ede loro , e producevafrutti in Gesu Criflo O).

Iqualefoffri pc* noftri peccati fino alia morte Tom.if. c S*


r

ra<uiffimi patimenti . Qu^indi e , che defcri- PP.


endo Eufebio Cefarienfe nella Storia Ecclefla- P- g-
Hca le piu celebri cofe , che circa quefli tempi
vvennero, racconta, che fu tanta la efficacia
q
an ^ "

iella divina
grazia , che fubito , che i popoli
diyano
da predicatori del fan to Vangelo I a
erita 3 1 abbracciavano
prontamente , e con-
^rmavanfi maravigliofamente in eflTa pe mira-
oli , che vedevano farfi da crifliani . Kon._a

Otevano pcrtanto i Gentili di qnei tempi ne-


;arc la fermezza dc ^oftri ,
e la coflanza lora
H in
* I 8 !> I* COSTUMI
in quefta virtu
, che
e il fondamento dellc al
trc onde non avcndo da opporre altro , and;
;

vano empiamente fpargendo , che noi eravam


ftati ingannati da Gesu Criflo , avcndoci eg
pcrfuafo di vivere in focieta , come fe foffim
tanti fratelli e di fpregiare , di abbandotiare I

idolatria , e tii preftare culto a colui , ch era.


,*cian.
ft ato con fi tto j n crocc fa) . Ritrovavanfi czian
deMortr* ,. . .
, . -. . ... ,.

Tere ini
dio parecchi de nodn ncmici , i
quail avend
f 3J7-T.II1 a male , che le divinita loro foffero da noi ap
opp. Edit, pell ate falfe, c avute talmente a vile, e in.
a*. 1743* abbominio , che piuttofto volevamo patire.
qualnnque travaglio , e fupplizio , che prefta
loro la minima venerazione; ardivano di chfa

marci Atei , e fupcrftiziotf, e mille calunni


inventavano contro il nomc CriHiano , a fin
s di follevare i popoli , e fare si , che lo tc
VI mondo (6) Ne
^"
1^ ? Iiefrero
^ ent1 ^
affatto dal
ma Giudei
. folamcnti
l ancora non potendo fof
* i
ixvn i. pacl
aoy. Ed.an.
fr^ rc c ^ c ^ noftra fede gettafTe fl profonde T
>

i6 o<r.&Ta- radici negli animi de mortali , e la legge ar


cltum Jib. tica da loro con mille
fuper/Hzioni corrotta an
xv. Annal. j a ^e
gjornalmente dicadendo , fpedirono a_

pofta delle perfonc da loro fcelte , le quali gi


rando.il mondo fpargeffero , che noi invece c

- una re ^ S onc
proctiravamo propagare di
ru * >

o
lc Juit.IVlqr. r^ Ateifmo (c).
quantunque tutti aveffer Ma
n n i- i i

-jy rem pia-


cofpirato a noltri danni , nullaaimeno la ver
tog. Try credenza vieppiu andava crefcendo ne cuoi
xvi i. dei fedeli e
l>h.
n^ , s
impoffeffava eziandio degli ani
&: Ong.lib m
che prima crano -ftati nollri capi
j (ji alcuni ,
cc ra
]rli>
tali neniici E per verita ne* tempi di Adriano .
Celf. num. A . .. , .

e dl Antohmo Fio , e di Marco Aureho Impe


.

ratori , che dopo Trajano regnarono , trovia


mo noi, che non meno erano noftri coftanti i

C forti in quefh teologale virtu , di quel , ch


fof-
PRIM1TIVI CRISTIANI . I I

Tero ftati coloro ,


che fiorirono fcl principio
Ho flefifo fecondo fecolo della Chief* . Imper-
3cchc non folamente erano pronti a fopporta-
per mantencrla ne loro animi intera , c in-
rrotta , qualunque fupplizio , come apprcflb
it.
.rlando della pazienza loro dimoiireremo (<0, (a)JLib.
a aveano ancora di )US F e~
il
coraggio comparire_j .

i
anti a Monarchi ,
e prefentar loro delle Apo-
gie compofte in difefa della Criftiana religio-
?, a fine di far loro conofcere , che tanto
ano lontani di vcrgognarfi , o di tcmere della
na credenza, che anzi pubblicamente la io-
mevano Quindi e che Qu^adrato ne prefcnto
.

la all Imperatore Adriano (b} , in cui aperta-


f ^^
0>)

ente confeifava di eTfere Criftiano , e di efier- ^ ",

^
con ragione talchc fembra verifimile ch ^
p ao I15
; , . . f

^li
abbia mo
fib quel Principe a fcriverela ce- laur.

bre lettera a Minucio Fundano Proconfolo in


ael tempo , per
cui gli ordinava , che
dell Afia
5
procedefle
;->n contro de crilliani ,
fe non era-
D convinti di aver eglino trafgredite le leggi
ivili della Repubblica (c). Dopo qualchc_^
mpo Antonino Pio nella fua epiflola diretta
!a comunitii delPAfia, riprefe que popoii, Tilv>

erciocche ofavano di perfeguitare i criftiani , Ecel.


rimprovero loro , che i noftri aveano mag- ijz.
ior confidenza di loro inDio, onde ii riguar-
Taunn,
aifero in avvenire di accufarci , e di maltrat-
irci,
fe non era provato aver noi operato al-
una cofa contro T impero (^) . Che fe Marco (d)ruft.
mrelio nella fua vita riprende iCriftiani,poiche n. i

amc odjnati nella loro fentenza,non temevano lbicj -

c* xn
i conto veruno la niorte (e), dimoilra .egli
Cc L^-^--
ertamcnte, non volendo, la coftanza loro nella ^
ede . In fatti S. Giuftino Martire nclla fua pri-
la Apologia s ch ei
compofe verfo Tannoccn-
H 4 to
1 2 O ft E C O S f U M I
to cinquanta di Crifto , parlando generalment
della fermezza de Criftiani nella religion^.
**
dimoftra primieramente (V) , ch eglino eran
pronti a palefare le fentenze loro a tutti , ?,fHn
che non avefiero a rendere conto al Signor
per aver taciuto il vero , e lafciate le gem
nelle tenebre della ignoranza . Quindi viene
confeiTare , che fe per atei erano intefi quelli
che ricufavano di venerar gli Tdoli , egli no
avea difficulta di chiamare in quefto fenfb Ate
i criftiani, che per non rendere ctilto alle fta
tue de falfi numi , avrebbero fofferto qualfivo
glia tribolazione ; ma
fe atei erano chi.unat

coloro, che non riconofcono veruna divinita


cgli negava doverfi attribuire a noftri un nom
cotanto obbrobriofo , mentre tutti e con ra
gione , e veracemente credcvano in quel Dio
ch e il creatore del Cielo 5 c della terra,
che a tutte le cofe prowede , e ch e il padr
della temperanza3 della giuftizia, e di tutt
le altre virtu e nel figliuolo di lui Gesu Cri
;

(to , il quale venne a infcgnarci cio , che dee:

credere, e operar da mortali per acquiftare


eterna falute ; e nello Spirito Santo , che parlt
pe Profeti , e prediffe le cofe , le quali coll<

N. vi. fcorrere dei tempi firebbero avvenute (&) all


N. vii. chiefa. Aggiugne dipoi (c) 9 che fe taluno d

quelli , i
quali erano appellati Criftiani , chia
mato in giudizio , fu convinto di qualche feel
leratezza, doveano fapere igentili, ch ei noi
era realmente criiliano , poichc ficcome tn
gentili vane erano le fentenze de fapienti ,
febbene tutti erano chiamati filofoff , cosi an-
cora tra quelli , che fi vantano di effere cri
ftiani , alcuni fi trovano , i
quali foftengono
opinioni contrarie alia dottrina di Crifto , z_j
fo-
DE PRIMITIVI eniSTIANI . 121
10 indegni di eflfere appellati con quefto no-
?. Onde una tal forta di uomini non eflfere
noi criftiani . Dalle quali
riconofciuti per
role potiamo concluderc , che cosi erano co-
nti i noftri nella fana credenza,che colle
opere
*o la dimoftravano , ficch tra loro non vi era,
9
i colle parole , e co fatti non palefaflfe di
?dere , e di avere fempre nella mente_^
efenti le maflime proposed nel Vangelo ,

quali e la religione , che dobbiamo tc-


re , e la morale , che dobbiamo feguita-
e , riguardano . E che ? Non potiamo (4) ^.
( a)
fe ,
dice egll , negare di effere Criftiani ,
ando iiamo interrogati da Gentili ? Potiamo
rtroppo , ma non vogliamo mentire ; im-
rciocche defiderofi della eterna puriflima vi-
, afpirando alia patria de beati , dove fa-
no perpetuamente uniti con Dio , corriamo
onrcflarc , credendo noi fermamente , che
cfti gran beni fono preparati a coloro
, che

le epere moftreranno di aver creduto , e di


?re bramato quellafelicita , in cui non pud
:r luogo vizio . Ne veneriamo colle vitti-
il

?
, coronc
e colle di fiori i falfi numi , effen-

quefti fenza anima ,


e fenza vita , fatti dagli
dtori ,
e dagli artefici iftigati a formarli dal
che impofTeffatofi de luoghi, ne 9 qua-
volo
,

bnoadorati 3 inganna i mortali, e fecoli trac


precipizio . Molte altre cofe appcrtaegli,
de fi puo agevolmente comprendere , quan-
fofle grande la fermezza de noftri nella fede,
quali per brevita fi tralafciano . Baflera foL
to mentovare cio , che fcrive nel paragrafo
r?odella fuddetta
Apologia y ove cosi parla:
:diamo noi , e adoriamo , il creatore del
ndo y e con preghiere s e atti replicati di
gra-
Til DB* C0STXJMI
gratitudine lo ringraziamo di cuore , e pel be-
nefizio della creazioiie , per la fanita , die go
diamo , per le varieta delle fhgioni , e per 1,

fede , per cui crediamo in lui , orando che c


dia la incorruzione , Non fono different! d
qnefte I
efpreflioiii , ch egH ufa nell altra fu

Apologia , nellaefortazione fcritta a gentili


Diogneto . E certamente nell
e nella lettera a
feconda Apologia , che ei compoic non molt
tempo avanti il fuo martirio , da chiarament
adivedere, che colPandare degli anni la fed
uon meno di prima regnava negli animi de cri
ftiani Sappiate
. dice , che noi , fenza punt
,

temere , confeffiamo di cflfcre veri feguaci d<

Crocefiffo , perche crediamo , ch ella fia u


(a) Apol. empieta il negare il vero OO.La noftra dottrin
il. n. 4. e molto piu fublime di qualunque umana fcier
za . Noi ci pregiamo feguitare il Verbo , che
voile incarnare perla noftra falvezza.Sotto Ma:
co Aurclio Imperatore fiorirono Melitone Sai
diano, e S. Ireneo, le opere de* quali fono cclc
brate da Fsufebio,e dagli altri Scrittori della lie
ria della chiefa. AvendoMelitone avuto compa
Hone de fedeli, che nell Afla, c nelle akre prc
vincie dell impero per la fana credcnza , eran
fieramcnte da nemici del criftianefimo perfc
guitati, e fpogliati delle loro fuftanze , fcrilfe

fuacelebre Apologia , ecommendo la dottrir


roftra,e la coiianza de credenti nel mantcner
In religione , e
intrepidamente chiefe rial
Imperatore , che
degnaflfc di mcttere qua! Jfl

che riparo a mali che i fuperftiziofi agl innocer


ti ficevano , ed
impedire , che non fi comme
(b) Enfeb. teflero contro noi tante crudelta, quante quot
Lib. iv. c.
dianamente,per gli editti dall Imperatore med<

pag. g mo pubblicati, fi commettevano (^). E chi nc


l62 "

? am-
PRIMITIVI CRIST1AN1 . J

imirera la virtu , e lafermezza de criitiani ,

e in quc tempi colle gefte loro illuftrarono


fanta chiefa , fe leggera il libro quinto dclla
oria diEufebio Cefarienfe (d) ? Impercioo
eatteftaegli, che innumerabili furono que*^
^
mpioni di i.Crifto i quali fotto Impero di r op
,
.
1
"VJ
le Ti-
T
..

irco Aurelio Imperarore tcntati con carcz- Ed. Taurin,


,
con prornefle, con minacce , e co pih
oci fupplizj ad abbandohare la fede , che
eano abbracciata con tal fortezza combattc-,

no per foftenerla , c promoverla altresi che ,

perarono i loro perfecutori , e trionfarono


ll inferno. Ma che ficcome non era poflibile il
erire gli atti de* combattimcnti , e delle vit-
rieditutti, egli e ihto aftretto a riportarnc
amente quei de Martiri di Lione , e di Vien-
nelle Gallic , che tra gli aim maravigliofa-
:nte fl
fegnalarono . Or queiH campioni di
jsu Crifto nella loro celcbre lettera alle
iele dell Afia , e della Frigia , defcrivendo
perfecuzioni , che allora foflfrivano , e le di-
azie che giornalmente loro avvenivano ,
,

che erano coflanti neila vera religione , egli


lalagevole, dicono , il riferire le difavven-
e , che fopportiamo ^ e il comprendere lo
5
gno , c la rabbia de gentili contro de fervi
Gesu Criflo . II nemico del rum an ogenere
itiitte le fue forze ,
e con tutto Timpeto ha
xurato di abbattere il noftro ceto ,
e adde-
ando i fuoiminiftri contro di noi ,
va tutto
fomminiftrando loro nuovi modi di tor-
>rno

:ntarci . Siamo flati cacciati dalle cafe , da


3;ni , dal foro , e da ogni luogo . Ma la gra-
di Dio ha combattuto , e combatte per noi ,
:

vendo falvato gl infermi 3 ha oppofto a ne-


ci i forti . Quefli come ^aate fe.rrae, e ftabili
co-
124 DE COSTUMI
colonne, hanno foftenuto 1
impeto loro con fof-

frire ogni obbrobrio ,


e ogni difgrazia , ch<

puo apparir grave agli occhi de" mortal! , di-

moftrandocoli efempio , che non p^Tino eflferc

paragonate le paffioni di quefto mondo colla fu


ture gloria , che il Signore Iddio fi deg era d
rivelare in noi . Soffrirono eglino percoffe , pia-
ghe , ftrafcinamenti , faffate , privazion! di fu
Hanze , career! ,
e qualunque infalto, che 1 em
pieta fuggeriva a miniftri d?l diavolo. Con-
dotti nel forodj.l tribuno de foldati , e inter-
rogati da* Magiftrati, confeflarono cofhntifllnoa
mente di effere feguaci del Cmcefiflb . Ma de

fupplizj che quefti fort! foldati di Gesu Cri


fto foffrirono , parlero io opportunamcnte ne
fecondo libro di quefta opera , dove della pa
?
zienza de primitivi criftiani dovro ragionarc
Per la qua! cofa , lafciando a parte un tal rac
1

conto , vengo a S. Irenco, che martir a"

di quellc citta fopravvifle , ed efattamente de


fcriflfe in qual modo i criltiani in vece di per

derfi di anirno per tante , e cosi frequent!,


gravi perfecuzioni , vieppiu fi confermafler
nella fede , e a fopportare maggiori anguftie
e travagli fi preparafiero . Irenco adunquechia
mato per la fua fede da confeflTori di Lione ,
e di Vienna emuUtore del teftamento di Crifto
non folamente celebro la religione,e la carita c
quell! , che fiorirono non molto tempo avanti
ch egli avefle controgli Eretici fcritto fuoiec i

cellenti libri ( tra quali annovera S. Giulto

Trn lib
Martire , che accefo dall amore delia religione
(a)
iv.c. vi.n" diffCjCflcr ella ferma la fua credenza (4) ) ; m
2. pag. 254. eziandio i criftiani dell eta fua fparfi per tutt
Mona- il mondo , affermando , cli ella era cuilodit
S. Ma-
con diligenza da loro quella fede, che avean
ap-
I>E PRIMITIVI CKISTIANI . 12 5
srefa da" ianti Apoftoli , e profeffata con tan*
unione , che fembrava 3 che tutti aveflero
folo cuore , e una bocca . Priina , che_^
Ireneo confumafle il fuo gloriofo martirio ,
Clement e AlefTandrino compofe ftioi ftro- i

, da quali ognuno puo agevolmente conclu.


re che non erano meno forti de trapafliiti
,

llareligione , i fedeli , che vilfero vtrib la


e del fecondo 3 e ful principle del terzo feco-
della Imperciocche oltre 1 aver egli
chiefa .

noflrato, che tanto era negli animi loro ra-


:ata la fede , che neppurc colle maggiori for-

de Principi piu potenti pote ella cflere cf-


gnata ; ofiervo ancora , che Criftiani , i i

ali aveano ottenuto da Dio la libera potefta di

gliere ,cio , cheavrebbero voluto , aveano


:onfentito immobilmente alia fanta religio-
, dimoftrando pronto lo fpirito a credere
alunque dogma foflfe liato loro propoflo dal
rbo,ch e la verita ftefla (^),la quale non puo
Sl om P a - -
fannare , ne puo eflere ineannata . Circa
/ n s~^1
i !

ei tempi medeiimi 5 ne quali S. Cleinente


npofe fuoi Strom , Tertulliano An tore in-
i i

ne , di cui abbiamo altrove parlato, pubbli-


il fuo Apologetico (4) , e ragionando de
Icli , che allora viveano , cosi fcrifTe Non j\um :

nono Criiliani della loro canfa.Sanno Woshemius


i
eglino
e
eflere pellegrini fopra la terra , e di avere in S
**"

lo la gente , la fede,la fperanza , la grazia,la


jnita, loro (c). Si trovano parecchi uomini,
odiano a morte . Ma da quefti ancora
uali gli . .

(cono de criiliani . Poiche arrivano una vol- *?


t
a conofcere la veritu , che ignoravano per lo
Tato , e incominciano a odiare cio, che fu
10 , e a profeflare quella religione , che pri-
.aveano in abbominio e orrore avuta , e fo- .,

no
D C O s f U M 1

MO efll tantiprefentemente , quanti dicono d fi

eflcre . Gridano noilri nemici , efler gia da


i

noftri affediate le citta , ritrovarfl ne campi


ne cdlelli ,
nclle ifole i Criftiani , ed efler ab
bracciata la fede loro dalle perfone di ogni feOTo
e di ogni eta , e di ogni condizione ; ma non ii
1

yergognano della loro credenza i


feguaci d

Gesti Crifto y ne pentono di aver acconfentit<


ii

alle maflime del Vangelo . Altro loro non di


fpiace , che non effere ftati una volta Criftiani
Per la qual cofa glorianii eglino , fe fono notat
da loro emuli , ,fe accufati , non fi difendo
no ,
fe interrogati confefsano , fe con dan
nati ringraziano. Avendo egli dipoi ripro
vate le dcita de Gentili ,
e numerati dili

gentemente i
principal! dogmi della nvoftrafe

Cap.
^e
i
W foggi ug ne : avviene
Criftiani a facriflcare a falfi
,

numi
chc provocat
, ricufano
4.
e nulla curandofi di efsere ripreil da Genti!
come oftinati , trionfano del demonio (^)
(b) Cap.
xxvu. Lafcianfi amazzare per la dottrina , che infe

gnano(c), e flendendo le mani verfo il cie


lo invocando quel Dio , che folamente ado
5
e
(c)Cap.xxx.
rano , per efser egli Poimipotente , il ibm
mo bene , il principle , e il fine delPuoino, no.
fl turbano punto , fe fono colle
ungule lace
rati , fofpefi nelle croci , arroftiti col fuoco
fcannati co pugnali, dalle fiere sbranati, e dive
rati , purche piacciano al Signore . Sono tut

e difciplina , e ha la medefima fperanza i

Dio. Adunanfi ne giorni dalla Chiefa defti

un luogo dedicato al divin culto


nati in , accioc
che unitamente , quafi formando uno (luolo c

valorofi campioni facciano, per cosi dire,


>
for

za per ottenere le celefti benedizioni ; la


for
PHIMITIVI CRISTIANI .
127
-za moltoe grata al celelle Imperadore .
no a quefte firniliflime refpreifioni , che ufa (a) lib.
eflo medefimo autorene fuoi libri alle Na- Cap.i.pag.
>ni
(<0 , e in quello ancora ,
che fcrifse a
ipula(^), che allorafoiteneva la
dignita di
efidente nell Africa , onde per non recare (b)Cap. f.

|a a* legsitori volentieri le tralafciamo .


,- 1!
, , \ eneu an . .

m era minore larortezza neiia rede ne en-


.ni,che alquanto dopo fiorirono.Origene,che
travvifse a Tertulliano , ne fuoi libri contra
Ifo evidentemente dimoftra con qual fervore

xurafsero eg lino di coltivare una,virtu , che


*fc confidence come la bafe , e il fondamen- (c) Lib. v.
ditutte le altre .
Imperciocchc ragionando
n- ^
1 de* fedeli dell eta ilia , attefta , che al crea-
e folamente rendevano il divin culto (c) , (d) Lib. r.
:

piuttofto farebbero morti , che attrtbuire


^ n<a

)io 1 uppellazione di Giove (d) , e che prima

are , o dire qualunquc cofa , che potefse () Ub.ru


r

he leggermente pregiudicare alia loro ere- * ^


iza ,
avrebbero fofferto qualflvoglia fuppli-
(i). Qual fofse eziandio la fermezza nella (0 Lib. v i.
c XXllK&: *
2 di quei criiliani , che ne tempi di Marti-
10 3
e di Decio ancora furono prefentati a
iunali , comprendeil facilmente dalla Iftoria
Eufebio Cefarienie (/) e dall Epiilole di
Hipriano fcritte a quelli , che nelle carceri (g)
10 perlaCrillianareligione rinchiuil *aEpift.
3(^)6 Lv
. Dionifio Alefsandrino .
Quefli fcrivendoa V
io Vefcovo di ,Antiochia
e dandogli parte
io ,
ch era avvenuto nella fua Chiefa Alef- .

Iriria contro de noftri prima che fofse ro pub.


V J j rx r rfx
\
BO"* ilb
,
,
^
gli editti da Decio , prefero , dice (b\ i VI .Hift.Ec-
itili in
primo luogo il vecchio Metra , e C I. c. XLI.
avendo egli voluto dire certe profane 3 ed E Jit. Tau-
lln p
)ie
parole., che gli aveanocomandato di pro-
fe>
DB-COSTUMI
ferire ,
lo percofsero co bafloni ,
e con acut
canne gli pungolarono laficcia , e gli oC:hi ,

itrafcinatolo fuori della citta crudelmente, 1<

lapidarono.Afsalirono dipoi una donna criftian


per nome Quinta,econdottala al tempio degl I

doli,le ordinarono , che adorafse quelle falfe d


vinita. Ma non avendo ella voluto cio fare , le

garonle firettamente i piedi , e flrafcinandol


per le felciate , la batterono co flagelli , e fi

nalmente le tolfero con lapid aria la vita . Ter


minata quefta lugubre tragedia , corfero tutt
unitamente a faccheggiare le cafe de fedeli
e ognuno che fapea di averne de vicini , fubit
correva a fpogliarli , e togliendo per fe qu^
lunque cofa di prezzo , che aveffe trovata
bruciava le altre , e faceva si , che la citta ,

chiunque fi ritrovato prefente , paref


foflfe

aflalita, e prefa aforza da nemici. I poveri cr


fliani per non efpcrfi temerariamente agl inful
del popolaccio , fuggirono , e foffrirono pt
amorediGesu Crifto Redentor noftro , corr
5

quelli appunto de quali parla 1 Apodolo ,


v<

lentieri , e con allegrezza i faccheggiament


e le difgrazie . Non vi fa , fe non che unc
fbrfc di loro , che moftroffi debole , e cade m
feramente nel errore del gentilefimo Fra .

tanto avendo acquiilato la palma del martiric


fanti Serapione ed Apollonia , che forteme
,

te combatterono per la confelfione della noil


religione,e infiniti acerbiffimi tormenti foffrir
no,non fu lecito per lungo tempo a feguaci d
vero Dio di caminare di giorno , o di not
per le pubbliche vie , mentre gl idolatri and
vano per tutto gridando , che fe qualcuno n
avefTe voluto proferire quelle empie parol
farebbc ftato fubito prefo , e dato alle fiammt
Or
DE* PRIMITIV! OltSTIANI
>rfe non foflero ftati ben fondati nella
i fcdeli
?ra credenza , come avrebbero mai , non fo-
mente fofferto con pazienza , maeziandio con
icgrezza tanti travagli , per mantenerla inte-
ne loro animi ? Ed e certamente mar*vi-
iofiulma cofa , che in un numero quafi innu-
erabile di peribne , che in Alexandria allora,
ofeflavano il Crifti anefimo , uno folamente fi
rovafle che vinto dal timore , e forie ancora
Il atrocita de
fupplizj , miferamente ncll er-
re precipitaffe , e gli altri tutti rimaneflero
ftanti nel loro propbnimento, ancorche fi
:deflero aflfediati , opprefli , abbattuti , ftra-
iti
dagl Idolatri, che a morte gli odiavano.Ma
viva fede non fiUfcia vincere,ne temepunto
disgrazie , e ie piu gravi calamity, anzi man-
nfi ella, mentre fi vede perfeguitata , c ne*

fi
ivagli perfeziona maggiormente , e fi au^
mta ne cuori dei mortali Che fe , come ao
5
.

la S. Cipriano , nelPAfrica , c in altre par-


del mondo ancora parecchi deboli fi ritrova-
ao , quali ccdettero al furore della perfecu-r
i

e vinti dal timore, agli idoli cmpiamen-r


>ne
,

facrificarono , con tutto cio molto maggiore


il numero di coloro ,
che per la fede le car-
ri , o 1 efilio , o perdita della roba , o i
la

^plizj , con incredibil coraggio foftcnnero ; e


)lti ancora de caduti fi ritrovarono , che
ntitifi del loro fallo , o a giudici fi prefenta-

ao confeflando di eflfere Criftiani , e rifarci-


10 il danno , che a loro itefii aveano fatto

, 6 a gravifTime penitenze volen-


r lo
paflfato
ri fi
fottomifero,a fine di riacquiftare cio, che
r debolezza , e colpa loro aveano perduto
ilungo farebbe il
rapportare tutti i pafli di
inucio Felice , di San Cipriano 3 e di altri ,
I onde
I D & C O S T U M I
JO
fofle ecccllente
bnde puodirnoftrare, quanto
fi
5
la fcde ne Criftiani, che
viffero nel tcrzo fecolo
moltiffi-
della Chiefa.Frattanto egli e certo,che
mantenere illefa
mi de quell eta, per
noftri in

virtu, in modo particolare fi fegnalarono.


quefta
Furono parecchi coloro , che nella citta , c ne*
da nemici del Criflianelimo^cannati^
fcaftelli

acquiftarono la corona.
E non e potfibile a noi il
rinvenire il numero di quegli altri , i quali na-
fcofi ne monti, e nclle folitudini dalla fame ,
? e

dalla fete , o dal freddo , e dalle infermitk op-

- Prcffi o da ladri,
o dalle ficrc aflaliti , mo-
,

Alex. ap4 rirono () . Non furono


meno illuftn gli elem?
Eufeb. lib.
pij di fede ,
e di forct-zza dati da noftri maggio-
vi.eap.xLU~ ri ne tcmpi di Valeriano , e de fegaenti Imps-
>

^f If ratori Circa T anno dugencinquatotto di


.

Crifto , Valeriano fcriife dalla Perfia , dove


fi
Tanrin.
al Senate , per
ritrovava, graviflime lettere J
,

q-uali ordino
che i Vefcovi , i Freti , e Du-
,

Sena
coni foffero(i) crudelmente uccifi; che
i

uomini e i Cavalieri Romani.


torij egji egre gj 5
che4>roFeflavaiioilCriftianeftmofotrero fpogii
ti delle dignita e delle fuftanze loro , e fe per
,

feveravano nella religione , fofle loro recifo


i

le facolta , ch
capo; che le matrone perdcflcro
mandate in efilip; che foi
pofcdcvano, e foflero a
fero ancora confifcati beni de Cefariani,i i q"

li aveano confeffato , o confeffavano


la fede ,
<

di Ctriare
legati fi mandaffero alle pofleffioni
5
Comando ancora a Prcfidi delle Province!
contro noftri incrudeliflfcro , e fi guardaflfen
i

bene , di non permettere 5 che negli ftati ,


il dil^tas
quali crano alia loro cura commefli,o
fe ,
o fi confervaffe la Criftiana religione
Grandiffimo fu il co-aggio , ch ebbero allo
ra i veri fedeli . Subito che ne furono
vi-
DE* PKIMITIVI CRISTIANI.
*ati ,
in vccx- di pen fare a* fupplizj , che loro
^reparavano , volfero il penfjero alia immor-
iu promefla loro da! Re de cicii , e della
ra , e dimoftrarono di godere piuttoflo , die
tenu-re i doveano ncl
martorj , che foffrir
ufeflfare nome di GesuCriilo. Moltiffimi
il

ora , oltre S. Cipriano , e S. Sifto Papa ao


iltarono la corona del martirio Sono celcbri .

furono gettati neilafofL


Africanijcke inlltica
lella calcc viva,e pel aumero grande diedero
loinc di Mafla Candida al Inogo, dovt furono
rtirizzati (^) Innumerabili altri neU Afri-
.

nclla nellc Gallic, nella Italia dcnr. Hy


, Spagna , ,

la Palcilina , e nell Egitto ainfiniti pericoh.


3atimenti fi
elJDofero , per non mettere in
icolo la loro fede . Tralafcio gli atti de San-
nartiri di quefta eta^rapportati dal Ruinartje

Bollapdiftijper non dilungarmi.c per non rc-


noja a leg^itori. Baftera iblo, per compren-
e
quanto foflc grande ne* Crifti-ini ^ii qucl
ipo la fedc t rifcrirc i fentimenti di S-Dionifio
(covo di Alexandria, i quali fono da Eufebio
i
diligenza defcritti nel fettimo libro della
riaEccleildflica?;^) Venni,dice cgli,accom-
;nato da Maflimo Prete, da Fauilo , da Eu-
io , e da Chcremone diaconi a trovare Emi- -,
-a.: j- o E^ Taur
0,e con noi ancora entro an Cnltuno di Ko-
s>

. Non mi difse fubito fcopertamence il giu-


? , che io non celcbrafli le adunanze 3
i

per-
; :che quefla era uitima cofa , ch egli avca
I

erminato di comandarmi , qualunque voita


avert! fecondato le intenzioni del Principe.

>poiemi egli pertanto di deteilare le noilre


emonie ,
e di abbandonare totalmente il
t
iftianeilmo , dandofi a credere , che ie avefli
i
lafciata la vra religione 9 gli altri ancora
I 2 avreb-
i
32
fc C * T U M I

avrebbcro facilmente imitato il mio efempio


Non mi fu di meilieri ricercare da lontano 1<

rifpofte 5 dovea dargli . DilTi adunque


che io
ch era necefsario obbedire a Dio piuttoilo , clu
agli uomini, c apertatnente mi protsftai , ch<

non avrei mai adorato altro, fuorche queilo , :

Quale e 1 unico vero Dio , ne avrei procurato


che alcuno de* noftri fi difcoftaffe dalla fin
credenza. Per la qual cofa ordino egli , ch
foffimo tutti condotti a un luogo vicino alle fo

litudini qual luogo e appellato Cefro M


, il .

cccovi le parole , che furono allora dal giudi


ce , e da me adopratc in quella guifa appunto
con cui fono riferite negli atti . Introdot
Dionifio Faiido , Maffimo , Marcello , c
? , Cheremone ,
Emiliano Prefetto difse : no
5, folamente in ifcritto , ma eziandio a vocc
vi avvifai della clemenza , che i noftri Prii
3, cipi ufano verfo di voi. Eglino vihannocoi
j, ceduto di vivere , purchc flicendo cio , cl

3, la iiatura richiede , voi adoriate gli Dei c

5>
ftodi del loro impero , e vi fcordiate
5, quellecofc, le quali alia natura ripugnan
3, Che rifpondete ? Spero , chenon furete i.

gratiallaumanita , e clemenza, che vi c


moftnmo , iludiandofi eglino di trarvi a i
5, guitare migliori cofe . Rifpofc Dionifio 5 n
j, tutti gli Dei fono adorati da tutte le nazion

,, ma quelli folamente ognuno ferve , c onoi


che crede efsere degni disi
gran nome
P .

3) la qual cofa noi rendiamo culto a un fob D


il
quale e creatore del tutto , e ha dato 1 ii

pero agli Augufti Valeriano , e Gallien


35 Quefto Dio noi preghiamo per lo (labllime
35 to, e laconfervazione della loro potcnza. 1

fpofe Emiliano e chi mai vi proibifce ,


: c

voi
BE* PR1MITIV1 CRISTIANI .
IJg
voi non adoriate e quefto , ie pitr anch egli
e Dio , e gli altri , che fono veraccmente
chiamati Dei ? Imperciocche vi ii comanda ,
che rendiate culto a qucgli Dei , che da
ttitti fono riconolciuti per tali . Rcplico Dio-

nifio noi non adoriamo altri , che quefto .


:

Oraconofco , ripiglid fubito Emiliano ^ che


voi fiete ingrati infieme e fcimuniti , onde
,

non apprezzate la clemenza de noflri Impe-


ratori.Laonde non rimarrete in quefta citta,
ma farete mandati in quel luo^o delta Libia,
che Cefroc apprlfato . Qucflo luogo ho 10
fcelto per ordine de Sovrani . Non vi fafa

pertanto lecito in avvenire di fare le voftre


adunanze , ne di vifitare i cemeterj Che .

fe taluno avra 1 ardimento di coritrovenire a

quefto mio comandamento , fara egli giufta-


mente punito ,, . Ma Dioniflo febbene era
ito trafportato a Cefro , tutta volta , come
fo(Tc flaco prefentc , governava la Chiefa
.lefsandrina. Fr at tan to molti cittadini di quel-
mttropoli volentieri con eflb lui in qucl luo-
^ fi ritirarono , e
parecchi altri de circonvi-
ni paefi , molu dalla dottrlna , e dalia pieti,
dalla fama del fanto,cola (i portavano atrup-
^
per vifitarlo , e dimorare con efso Ini t .

entili incitati dalla invidia , e dall odio , che


Drtavano a Criffiani , appcna giunti Dioniflo,

compagni , cominciarono a perfeguitarli , c


furia di faisate tal volta procurarono di togli e-
: loro la vita . Ma
Signore la via at
apri il

nto Vefcovo di propagare per mezzo delta


redicazionc la fede . Imperciocch^ molti gen
ii
difpregiati i fimolacri loro , a Dio fi conver-
rono , mentre prima di quel tempo a niuno
ui era riufcito di annunziarea quella mifera
I 3 gen-
e a T IT M i

gente Vangclo ; Heche


il creduto , die fu per
del Signore fofsero (hti
lingolare provvidenzi
confinati in quel luogo i miniftri della vera re-

ligione Ma perchc potefsero dire maggiori


.

fcgni della coftanza loro nella fede , permife


raltiffimo Dio ,
che per ordine del Prefettc
Emiliano mandati fofsero in un paefc afsai peg,
e foflero
giore , cioe nella Mareotica ,
afse-

gnate lore varie terre , dove in tal guif;


fofsero diftribuiti, che qualunquc volta avefst
cgli voluto 3 potefse averli nelle mani . Erai
portato Dionifio a
Cefro allegramente , ^quan
tunque appena avcffe prima avuto notizia d
quel luogo; ma fubito,che intefe,effere
ftato co

mandato da Emiliano , die trafportato foffe

Collutione, fi dolfe alquanto , perciocche qud

h regione era di ladri e di uomini fcelleral


,

ripiena. Qnando pero fenti egli da Criitiani


die non era molto diftante il
luogo dulla citta

rimafe un p^ confolato , poidie avrebbe pott


to trattare conperfone dabbene, c avrebbe ag
volmente con cfle celebrato Ic facre adunanz
1

Ma egli e incredible il defcrivere


la moltitud

ne della gente , che allora nell Egitto , e nell


le fof
regioni circonvicine dimoftro , quanto
acuore il Vangelo , e quanto foflfe coftante ,

ferma nella vera credenza Bafta .


mcntoya:
folamente , dice Dionifio , che uomini ,

donne e vecchi donzelle e a


3, , giovani , , ,

3, tempate foldati, e villani , in una parol;


,

_,, qualunquc forta di perfone di ogni eta,


35 ogni genere , di ogni condizione altre c >

.,, flagellj , altre col ferro ,


altre col fuocc
3, vinto il nemico , acquiftarono la corona,
Cos! egli . Trovaronfi ancora in quei mede
mi tempi nella Paleflina de Criitiani , i qu.
aven-
DE PRIMITIVI CRISTIANI *
135
vcndo udito , che nella
gentili contrp citti i

e noftri fieramentc incrudelivano ,


e pcirecchi
omini , e donne per la vera fede combat-
endo vincevano 5 sccufarono loro medefl-
ii di codardla , onde prefo fpirito , e corag-
io , dalle ville , nelle quali abitavano , fce-

ero in Cefarea , e prefentatiii al giudice con-


effarono di effere Criftiani , e da lui
furono^
ondannati a eflere sbranati , e divorati dalle
:ere Tanta era la fede , e tanta la fortez-
(^ .

;a dc Criftiani del terzo fccolo in foftenerla .


g
)nde non e maraviglia , che talvolta il Signore
n della virtu Ioro,gl ifpirafle a efporfi a
premio
bmiglianti pericoli , affinche prello giugneflero
.
goderlo nel regno de Cieli
. Poiche tens a uno
lui , non farebbe (tato lecito ,
peciale iftinto di
)Hmadi eflere prefi da gentili, fidarfi temera-
iamente dclle proprie forze , e prefentarfl
pontaneamente al nemico , e metterfl in peri-
:olo di abbandonare quella religione , per la

[uale fimoftravano pronti di perdere col


fan-
jue la vita Non fu minore
. la virtu de noftri

naggiori , cheallora, quando prefo Valeriano


la Perfiani , e Gallieno foloregnava , fioriro-
10 . Dionifio AlefTandrino , di cui abbiamo
)ocanzi fatto menzione defcrivendo appref-
,

b Eufebio (6) la pefte,che in quei tempi avea, ( a )LJb.


?er cosl dire ; defolato 1
Egitto ,
in quefta gui- c. xxn.
fa nelle fuc lettere indirizzate a fedeli ragio-
u. Soffrimmo noi molte difavventure , pri-
ma che ci fopravvenifle quefla si
grave, e fu-v

, nelta disgrazia. Tutta voltacelebrammo al-


lora i noftri giorni feftivi , talche ogni
luogo ,
in cui ci ritrovavamo , ofofle il cam*
po , o la fblitudine , o la nave , o la Italia ,
o la carcerc 3 ci ferviva per tempio .
EgH
14 e dif-
t 3 & ** CO9TUMI
difficile ancora il
comprendere brevementc
cio , chc ne feguenti anni fino a Dio-
i fedeli
cleziano Augufto operarono e contro la fuper-
(lizione de Gentili , e contro gli Eretici altresl,

per confervare illefa la fanta fede . Eufebio


Cefarienfe diligentiflimo fcrittore degliavve-
(a) Lib.vil. nimenti , che alia Chiefa ne primi tre Secoii
cap.xx.Ym.fucce dettero 00 , chiaramente dimoftni, quan-
*c^
to fotto Aureliano , e ne fufieguenti tempi fino
a Diocleziano in quefto genere (1 fegnalaronoi
noftri antichi . Che fe per la lunga pace , die

godette la Chiefa alcuni li raffi eddarono , c non


procurarono di vivcre in quella guifa , che
Gesu Criflo prefcriffe negli. Evangelj a fuoi fe-
guaci , Iddio fommo reggitore del mondo , di
tempo in tempo permetteva , che fi movefile-
ro le perfecuzioni , o pure le minacciava , co
me avvenne quando imperava Aureliano,
b quale
appena fottofcritti gli editti contro di noi
finl di vivere ; affinche i noftri firifcuoteflero
ibid. c.XXX. _ _, . _ .. .,, . .

emendaflero (fr) , e fi ftudiaflero di mantene-


"

31^.
re fempre viva la fede ne loro animi . E giao
che abbiamo fatto menzione delie perlecuzion
mofle per emendazione de Criiliani , fa d uop(
rivocare a memoria , cio che abbiamo di fopr;
Trefar.
(c) riportato , defcrivendo un paiTo di Euf^bi
niedeflmo, il qual paffo riguarda la carnificin;
de noftri cagionata dalla fierezza , e crudelta d
Diocleziano,di Maffimiano Erculeo,edi Galeri*
MafTimiano. In fatti erano ftate moke le differ
iionitra Vefcovi,eil primiero fervorede nofti
era molto diminuito , quando ofcuro il Signor
nella fua ira la figliuola di Sionne , e tolfe al
BofcK fatto la gloria d lsdraello , ne fi ricordo dell
lib. viii.
fgabello de fuoi piedi (d ) . Sommerfe Iddi
nazione , e di
ftruA
OUSTIAN? ,
IJ7
ruflele tiitte le fiepi . Si adempirono allora
uefH tali oracoli (d) nella Chiefa Furono di-
.
( a ) Cap. ft.
rutti i facri cempli da ncmici, bruciati i libri, pag. 381.
he contenevano i divini ammaeftramenti , per-
?guitati , e ftraziati i
paflori del Criflianeflmo.
i
disgiunfero i malvagj da buoni , poiche cc-
endo alia crudelta de Tiranni rinnegarono la
mta fede , e i veri Criftiani come il grano pel
aglio dalla inutile paglia , cosi da falfi fratelli
el furore della perfecuzione fl fepararono .
r
edeanfi per ogni dove foggiacere allegramen-
e a gravitflmi tormenti i Vefcovi Preti , c i
: i

)iaconi efpofli agl infulti de Satelliti, eflere


ondotti come pubblici malfattori al fupplizio :

il reilo de* fedeli condotti o negli anfiteatri ,


er elfere sbranati da leoni , o ne luoghi dove
rano afpettati per efferc bruciati ,o trucidati,
,

crocefifTi , o con altro genere di tormenti pri-


ati di vita da manigoldi . Tutto cio volentic-
i fopportavano que forti campioni di Gesu
per confervare ne loro animi illibata
>ifto
,

i religione . In tutti i luoghi della Grecia , (&)


B
lell Egitto Fenicia , della Paleftina ,
, della K?
;elF Arabia , deH Afia , della Frigia, deila Cap-
%
adocia, del Ponto, della Italia,delle Spagne, di
utto il Romano Impero ( cccettuatane forfe la
Pallia , ove comandava Coilanzo Padre di Co-
bntino ) i
palazzi le cafe ,
le Chiefe , le vie ,

e piazze ,
i fiumi ,
il mare medefimo vedeafi
into di
fangue criftiano Ella c malagevol .

:ofa, dice Eufebio (c),numerare la gran molti- ()


udine di uomini , e di donne , che la fermez- P a 6
;a loro nella vera credenza e colle parole , e_*
:olle
opere in quella eta dimoftrarono . Altri
;rano colle fpade uccifi , ad altri erano fpezza-
:c le ofla dcllc
gambe a e delle ginocchia , ad
I> E C O S T U M I

altri fofpefi col capo air.mgiu poneva fotto il fi

fuoco , acciocche col fumo foffero ; foffo<.\:t


:

ad altri erano tagliate le orecchie , il nafo , e


le mani Era un orrendo fpettacolo il volgere
.

gli occhi per ogni


verfo , e rimirare molti (ul-
Ic gratkole arroftin , molti an\:otatf , moid
valli , ne pozzi, nv!l,j fo -aci
precipitati nolle
ripienc di viva calce. Vedevanfiparecchi p,r-
fone diogni eta,di ogni condizione,e dviruno,e
dell altro fefTb quail igni di, c sdrajat? in terra,

per eflfere o col piombofquag!iato, e arc r bol-


Icntefcottati ,
o tormcntati con acute canne .

che loro trapaflafifero


t
le Ibmm Va dalle dita , c *

per tutto il
corpo con inefplic.ibiii manierc cru-

ciati giudici , febbenedefld^rofl di vieppii


. I

incrudelire control fervi del Crocefiiio , tutti


volta o per eflere llracchi , o per non trovar<
nuove forte di martor; , mutavano conflglio
ecolle carezze ,procuravano di fedurre quelli
che non aveano potuto vincere co fuppiizj
Ma ne le frodi , n? le granpromefle , ne veru
na cofa, o trida o piacevole , ch ella folfe
pote mai dimovere i Criitiani dal loro fant
proponimento . A Eufebio aceonfenton3 gl
altri Scrittori , che viflero in quel tempo ,

le difgrazie allora fofferte dai fedeli,defcri(Ter

i
Ca) . Dopo ancora , che furono tolti dal mor
Caecilhis
do
perfecutori , e fu la pace a Criftianirc
,
i

Tract. da Coftantino , il quale ifpirato da D


Dz~>
ftituita
morr. Per- abbraccio , e ftudioffi di propagare la fantafi
5
fecutor. c. ^ e furono coilanti moltifTitni de noflri n
^
Xl
P ro ^el^are ^ dovuto culto al Creatore de!
eiq
r
q *T
^ ?
t
A univerfo , e al Verbo , che per la infinita cl-
il.opp.-,acr. i. ^ .

Edit. Tans, menza lua verlo i mprtali incarnatoti , arre<

. anni all umano genere la verace , e ftabile beatiti


.
dine E chiariflimi certamente furono gli efer
.
PKIMITIVI CRISTIANI .

, che
i ne diedcro i fcdeli , i quali in quei-
eti ab tavano nella Perfla (a) , e in quella
/jA$ ozottie ;
irtedel Romano Tmpcro , che era da Licinio m s iib. n. ,

govern ata . Videfi eziandio allora maravi- Hi


")

iofamente dilatato per tatto il mondo il Cri- p.


anefi-Tio, talch? i German!, i Cdti , che
?rfo 1 Oceano abitavano , i Goti , ipopoli al (b)
anubio vicini , gli Ebrei ,
i Perfuni ,
e altre Hb*it.c.vnu
.rbare nazioni P n S- 43 J*
Evangeliche Icggi fi fotto-
all

e imprefero a offervarle con efattezza


>fero
,

). Fabbricavanfi delle Chiefe nelle citta , e


ozotrlt
:lle

tto frequenti ,
all Impero ; eranoper
campagne foggette
devote leadunanze; e in ^
e
^ ^
AS[
^
fi cantavano le lodi del ncftro Re-
;ni luogo
.-ntore GesuCriflo.Che fe Arianifmo grandif- 1

no danno apporto alia Chiefa.e le Iid 5 e le difi


nfloni tra* Vefcovi ca^ionavano
11 T T s^. rr Jtufeb. rrz-
i i
fovente dello W
f >J*\

,
\ i J*
J
.

andalo negii amrru degli


^ Ortodofli , con tutto -p
si n * l i
*

o la maggior parte di quefti tanto erano per-


ge io lib. r.
afi della verita della loro credenza , che qua- cap. iv. v

nque calamita,e disgrazia avrebbero piuttoilo p-


q
g
fferta,che diffimulando , e negando pregiu- % l

carle in qualche parte (^) . Non puo negarfl


no r /acj
che fe moki di quelli
1

jcora , , quali o per nac h os


i

lulare Coitanzo Imperatore , opernon per- zom.Hb.


^re le di^nita , e le fuftanze loro , o per efle- fe( l- Socrat,
1 *U -T
J

: fhti ingannati dagli Eretici, prevaricarono,o


diedero a una vita diffoluta, e mondana,pero
tto Pfrnpero di Giuliano , il quaie moOe guer- Ce) Vkle_>

CrilHaneflmo , fi ravvedeflero , e tornai- Soc


at - *
: al
.,iir. ,
> cap- iv.
ro"a vivere piaraente , e talvoka fopportaf- fe ^ OZCM
ro , confeflando la fede , con pazienza , e con m en . lib. v.
credibile fortezza,di animo i piu gravi ,
e di-
ietati fupplizj (e). E non vi e uomo
, che

dicendo , o fcrivendo efprimere quanto


j -I i 11
T j ,
. icli.cnp. il
loro videro
cordogiio, allorche
ria-

\
D* COSfUMI
i templi , rinnovarfii fu*
mpririida* Gentili
perftiziofi riti, beftemmiarfi per le citta il nome
del maeftro , e liberatore dell uman genere ,
e toglierfi a Sacerdoti di Gesu Crifto i privile-

-t & t-
J
?D
J fit
gj . che loro erano ftati conceduti dairimpera-
YT;A
Xii.ii v i t tore Coftantino (a)
c
. Ma quanto srandc era - 1

in. il loro dolore mentre tali cofe vedevano , al-


l>ag.

trettanto era fingolare la gioja , che interna-


mente provavano, quando erano condotti al

fupplizio , e crudelmente tormentati per la_*


fanta fede Godevano di patire e di aflbmi-
. ,

gliarfi in qualche modo a Redentore quells I

9
(b)Tlieodo. Yergirii , que Sacerdoti di Afcalone, (^)i e
ict. ibid. c.
quali feppero , cloverfi fegare loro il ventre ,
e
vn. p. 115.
r ipi e ni di orzo , effere gettati per cibo a maja-
li. Gioiva Cirillo Diacono di Eliopoli , allorcW

ben intefe , che in breve farebbe ilato prefoe


uccifo da coloro , i templi de quali ave;
diftrutto (c) come in fatti avvenne
(c) lbid
;

e volentieri Marco Vefcovo di Aretufia-.

quale per lo paffato avea feguitato PAria-


( il

jf
i\ ^^ ,
ma per efiere ftato da S. Gregorio Na
nifmo i <+*j

r
^* zianzeno ,
eda Teodoreto (e) e da altri an-
(<Q

cor celebrato con alte lodi , fa duopo credere


5
che (1 foffc all
ultimoravveduto)volentieri dill
K F
m "

Marco efpofe agl infulti de nemicidel Cri


fi

ftianeflmo, quando leppe , che per cagion fual


fue pecorc erano da loroperfeguitate.Ma quan
do fi vide fpogliato delle fue vefti 3 e afpramen
te battuto , e flagellato , e dipoi gettato nel!
cloaca, e quindi levato , e dato a giovanetti
acciocche cogli ftilt loro lo trafiggeffero, e final
mente invoke in una rete , e unto di mele,
fofpefo in alto efpofto alia sfe rza del caldo ,
ai

iinche foffe punto dalle api e dalle vcfpe >


,
a

lora okre modo allesro. , non folaaiente no


f
di-
DE PRIMITIVI CRISTIANI
imoftrava niun fegno di dolorc , e di lamento,
la dv-ridtva eziandio i fuoi carnefici . Vide
uel fortiffimi Vefcovi per la religionc
tempo e
filiati e moltifiimi nobili privati delle ca-
(a) ,

che onorevoli , che fbftcnevano , nelle cit~ J* tus |j*


:(&) eferciti (c) , e foldati fpogliati ca JX Jn-"
e negii .
p.
t[
cingolo niilitare (^) , e condotti al Tripoli- Han. Epift.
o coloro , che aveano fotto i trapaflati Prin
n
nus
piottenutole piu illudrl di^nita nell Impero S?
\ -n i *^\ r zianz.Orat.
1 utta era in
.
quel tempo la Chiela in con- v
IIITIQeiI
. , .

r TkT 3 V i- C i

ifione Non era lecito a rrelati o di rernur-


.
ft.T.A.Orfi
^/) nelle loro diocefl , o di procurare, d"i- L. vi. pag.
mire i popoli.edf celebrare con libertaleloro j
l- fcc
ii*
UJ "

T)
*

iunanze Affiggevanfi (^) in ogni citta editti


.
l

>ntrarj non iblamente alia religione 5


ma ezian-
io alle facolta d infegnare , che per lo paflfato (b) Qrcgor.
\reano ottenuta.Era loro proibito di fpicgare la Nazianz.
Orat f11
lofofia C/0 5 e d informare la gioventu delle leg-
i
f
e della eloquenza. Furono allora efclufi dalle (c)Theodo-

giovanetti, feguaci dell Evangelio, e rer. ibid.


uole i c.

:acciati dallamiliziacoloro che profeifavano il xvt.


& cap.
Kvllu & J
riitianefimo . Ma tutto fi fopportava da loro
r *\ \ IV- C. 2.
\

on lolo con pazienza , ma con ilarita ancora ^ e


Ddimento. Egliecelebre tra gli altri il fatto (d) Id. Jib.

iTeodoro Confeffore Antiocheno. Avea co- 1I1 c.xvu.


landato Giuliano , che i principal! tra Cri-
iani , i quali aveano trafportato le reliquie de*
^xvm. IU
c.
LJI,.

nti Martin ( ^ cantando il verfetto


del falmo ,
rnfondanfi gli adoratori dcgF/doli , e qudli ,
lifigloriano ne* loro fimolacri ) nella citta di
.ntiochia, foffero prefi , e cailigati . Salluftio (g)THeodo.
era rct lblti c *
* *
refetto del Pretorio , fcbbene egli pure
lolatra , prcgo tuttavolta 1 Imperatore di
mtar con fig! io , non perche egli foffe favorevo- (h)
:a Crifriani , ma perche non voleva , ch egli-
o fi
gloriaffero di avere per opera de Gentili
ac-
142 DE* COSTUMI
-accrefciuto il numero de loro Martiri . Ma
5
ilcccme e vide ,
clie Gitiliano ripieno di fde-
nella fua opinione ordino che
grio perfifteva > ,

fuOfc fubito prefo da Satdliti un giovane per


norne Teodoro , che accefo di zelo ,
libera-
mente caminava pel foro . Subito
che gli riu- ,

fci di averlo nelle mani , comando , che dal


la mattina fino alia fera gli fl dalle i! tormen-
to dell eculeo , e Bflc battuto , e flagellato,
o colle ungule fcarnificaco ne lombi . Efegui-
rono rnanigoldi lafentenza delPempio prefet
i

to, ma ficcome non riulci loro di p^rvertirlo ,


1;

fera lo caricarono di catenc , e lo rinferrarom


nella prigione . Giuliano vinto dalla coilanza d:
Teodoro, comando che nonfoflero tormentati ,
Criiliani , e diede ordine , che fofle ancora i

giovane liberate . Dimandato queili, fe ave


5

provato ne maggiori patiment: alcun dolore


rifpoie , che ful principle foffri qualche pena

ma che alquantodopo gli cornparve un uomo


ilqualccon morbido fciugatojo levavagli il fu
dore dal voito ,e confolandolo 1 animava a lop
portare i
travagli conpazienza. Che perci
non (blamente non il
rallcgro nulla^quando i cai

nefici cefsarono di form en Carlo , ma provo an


cora grandiflimo difpiacere , mentre quel t;
pcrfonaggio , ch eragli comparito, immant:
ncnte difparve ,
Tolto dal mondo per fingolare provvidcr
za di Dio PApoflata Giuliano , refpirarono a
quanto i CrifHani , e fu all impero efaltato Gi<

viano , il quale fotto 1 Apoflata per la fanta f(


de avea depollo il cingolo miiitare . Do[
alcuni mefi morto Gioviano 5 regno Valent
niano , che avea per amore della religione v<

lentieri Ibffcrto Peillio , e tanto fu forte ne!


fe-
DE* PHI MITI VI CRISTIANI .
145
.ie , che prucuro , ch tlla fi mantenefle , e fi
:>pagafle per
tutto il mondo. Ma nell Orien-
r empio Valeijte avcndo abbracciato 1 A-
nifmo fieramcnte perfeguito i Cattolici ,
,

Mali diedero cvidentiffimi fegni della loro


mczza nella fecie Potremmo noi addurre
.

)ltilTiaii efempli
per confcrmare quefta (a)
(<z)

riflima propr)flzione ; ma perche la mole del TheoJoret.


ro ne impedifce , ci contcntercmo di un folo Hift. ">^.

CtXlv>
Pa
3portato nella ftoria Eccleflaftica daTeodore-
0flTervando,che non parrebbe forfe coiii tanto gjj^ -^
.raviglioia , che i minitfri del Vangelo ve- nn. Socra-
ndofi altriefiliati (6) , altri coftretti a entra- tcm Jib. JV .
una barca per eflerc con efla inceneriti (f), ca P ^i.fcq.
in
Sozom> Jib -
ri ptTche iapevano , che moltiffime Chiefc 1 c v 1 r i

ttoliche erano prive de Ioro padori , indot- fe


)er carita a deporre la (d) Eccle/iaftica ve/lc ,
.
prendere divcrfo abito . per vifitarle libe- /, x T ,
,

c 11 j 11 r j Cb)Theodo-
nente e , conkrmarlc nella verita della rede,
ret.ibid.cap.
ieflero ne -travagli,mentre attendendo conti- xin.
amente al fervizio del Signore , maggior vi-
re acquiitavano per fottoporfi a .qualunquc ( c) Socrat.
ulto ,
e patimento. Ma fembrera certamen- ibid. c. xvi.

ad ognuno cofa ilngolare e forprendente , ,

e le donne ancora andaflTero incontro a piu


pietati fupplizj,affinche poteffero rendere col ret

igue loro teilimonianza della verita del Van-


io,a cui, fenza punto efitare 3 credevano.Rac- (e) IbiJ. c.

nta adunque Teodoreto(e) 3 cheavendo Va-xvi. xvn.


ite cacciato dalla Chiefadi Edeflli il Vefcovo

rfe e avendo udito


, che fedeli non vole- , i

ao comunicare coll eretico,che avea loro af-


^nato per capo , e paitore, venne in peribna
quella citta , per atcerrire colla fua prefenza
eboli,e fare si,che almeno queiti abbracciaffe-
I Arianifmo . Ma non avendo egli ottenuto
cio
1 44 B ** C o s ? u M i

cio , die fperava , ordino a Modefto prefett<


del Pretorio, che chiamati afe tutti i latelliti
e i foldati, che potea trovarc , fcompigliaOe 1
5
^dunanze de noilri , e colle verghe , e co ba
itoni facefle battere coloro , i quaii non avefler<

prontamente obbedito . II dl feguente di buo


mattino il Prcfetto efeguendo gli ordini del
5

Imperatore 5 accompagnato da Soldati , mer


trepafifava per la piazza, vid-e una donna, ch

portava in braccio un bambino , e moilrava c


aver frctta di giugnere a qualche luogo ; po
che avea oltrapafsata la fquadra , fenza punt
temere le impertinenze , e gl infulti di quel
gente male avvezzata nella milizia. Immagin;
tofl Modeflo della cagione per cui elia tant

correva, afe lafece condurre, e interrogol


dove andava , e qual cofa meditava di fare co
di buon ora di quel bambino . La donna fen;
rnoftrare alcun turbamento, rifpofe, ch el
avea faputo quali infidie erano tefe da nemi
del Cattolicifmo a fervidel vero Dio 3 om
fi affrettava verfo il
luogo dell adunanza , p
non perdere la occafione di patire per Crilto.

di acquifhre la corona del martirio infieme c


fuo figliuolino Avendo ciointefo , il prefctt
.

c avendo quindi argumentato con quale all


grezza , e godimento gli altri avrebbero ibffe
to piuttoilo qualunque fupplizio , che lafcia
di adorare come vero Dio il Verbo divino , tc
no al palazzo , e ne informo i
lmperatore ,

gli fececapire, ch era meglio perdonare 2

moltitudine, che cafligandola effere vinti 3

riportare invece di gloria , vergogna, e


,

fpiacimento . Tanto erano cridiani quali .,


i

primi fecoli dclla Chiefa fiorirono, fermi , e


ihnti nelLi fede 5 che aveano abbracciata .
S. Ill
I)fi i>JUMITlVl CRISTUNI J 45
. Ill,

i
Quail fleno fcmpre ftati principal? degwi
propofli a credere
dalla Cbiefa (C
feguaci di Gesu Criflo .

MA avendo noi finora trattato della fer-


mezza nelfa fede,che veramente fu fin
oiare ne* primitivi CriiHani, vuole certamcnte un
pella ere*

r* dtU *
i raeione . e Pordine ,
che ci fiamo prefiffi a At
. . , , j- rr IT J VI ft hilt
^guitare che de pnncipali dogmidi efia fede
, vii
on brevity , e diitinzione ragioniamo , affinche /

otiamo farci flrada a dimoflrare 5 quanto la


eligioneconduceffe a ben opcrare coforo , che
erano vivamente perfuafi e con tanto fervo- tf

? , e fortezza di animo la foftenevano . Egli


3
adunque uno de principal! punti della Criitia-
a credenza il riconofcere, e il confeflar ferraa-

icnte la efiftenza di tin (<i)folo Dio , ottimo, fQj ame

picntifTtmo , infinito , fommo immenfo ,


, ne j| e 1C1
.

Q
^r ragione , e per necefTita. di natura ornato lettere ft

i
perni perfezione . creatore delle viiibili e contengono ,

*
li J

che coila lua ammirabiJe prov- ^


ll
viiibili 5cofe S* .
i i-r * nn efprei-*
r 1
idenza regge,e dilpone tutto cio, che, veggia-
^.

o avvenire nel mondo . Per la quaicofa deb- ancora a m ,


DOO effere fchivati , edeteihti g-Ii error! de piamentc_,
?ntili, quali la pluraiita degli dei amnaetto- fono difeft
i

3,de Manichei, che beilemmiando dicevano daS.Gmf-.


Dverfi concedere due principj eterni , Q nt-
j
uno de J?
"fifariamente

igione del
,
bene
efifl-enti

y e
,,
I
>

altro
illquali e
del male ;
ila
i-
la
n^*"*
leitulhano
i
di al- da Minucio
i, quali alia materia attribuirono
i una eterna, Felice,da_-
necefTaria efiilenza, o credettero, che il mon- Origene,
da Arnobfo,
dagli fpiritiribelli , e mal-
3 vifibile jfia Ilato
c
agi creatp , e percio maivage fieno ancora le
co-
D E C O S T U M I

cofe , die in effo contengonfi . Furono ezian


dio ragionevolmente , e fono da Cattolici r
provati -coloro , i quali s immaginarono , ch
Iddio (la come 1 anima del mondo , e che le an
me noftre iieno come tante particelle di D
ffiedefimo ,
e che i
corpi ,
e tutto cio , ch ef
fie, non fia dalla natura di qtiel
fupremo eflfei
diftinto onde non edamaravigliarfi , fe if:
;

V] , e dotti Crilliani , avendo letto in qualcur


di que libri , che da pochi anni in qua for
ilati dati alia luce che atto libero di Dio ,
: 1

quale e la ragiqn formale del


Djo medefimo,^
efldenza delle creature e la prima ragion fo :

male dell eilikre delle creature e la efiiten


loro : e che la eflftenza delle creature non il d
itingue dalla efTenza delle medefime , 11 arm
ronp di fanto zelo , e
deplorando la jgnoran?
e la infjlice maniera delj autore diefprimerii
eHblibro, impugnarono ne difcorfl loro fair

liari un errore si moflruofo da cui fl


, potre
be agevolmente concludere la betlemmia, c

la eflettza di Dio non fia diftinta dalla effen


delle creature t Ede certamente deplorabil c
fa , che in un tempo , in cui parecchi malv;
uomini , per dare sfogo alle paffioni loro
.

togliere i rimorfl della cofcienza , o procura


di cancellariidalla mente la cognizione di

Dio, o talmente lo defcrivono, che rappi


fentandoio come eftcfo , e compolto , diilri
gono la giufla nozione di lui , ch e dal lu
della ragione dettata ;
ella e , difll , deplo
bil coili , che in un tal tempo fl trov.
delle perfone , le quali per dimoilrare flngc
rita di fpirito , e ditalento, fenza badar

quel che dicono, e alia proprieta de voc^bc


parlino , e fcrivano allo fpropofito , c tali p
po
Dl PHI MIT I VI CRISTiANI .
lofizioni ammettano , che prefe fecondo jj Io_

giuilo fignificato^fono premefle di orrendiffi-


ic confeguenze . No vogliono gia taluni di co-
:oro eflere corretn , o riprefi dagli altri ; an-
1 come fe a loro gravifUma ingiuria fi faceffe ,
imcntanfi di effere ftati calunniati ,
e mfile ma-
iereritrovano per ifpiegare ci6 , che avreb-
ero voluto fcrivere, e nongia quello che _,

;ri(Tero , quando il naturale fignificato delle


arole , ch* eglino da princfpio adoprarono,
ar che conduca , airerrore , e alia bellem-
lia Ma fe hanno eglino voluto fignificare
.

ofe affatto diverfe da quelle , che fcriifero ,


erche prima di metterfi al lavoro, non pefa-
jno le parole , come doveano fare trattando
i nuterie cosi gelofe ? perch vanno lagnan-
ofi , fefono riprefi della loro poca attenzione,
diligenza ? Non nominoio veruno Scufo la .

itenzione , ma riprovo , e detedo 1 erro-


^
,
ed efbrto i Lettori qualora s 5 imbattono
libri, di leggerli con caute-
i
fomiglianti
.. Oltre la unitd , e bonta infinita di Dio ,
ropone la religione Crilliana a fuoi di credere
dogma contenuto efpreflamente nelle facre
:ttere: che lo fteffo Iddioonnipotente, infijiito,

ttimo, e fapientifftmo e il creatore delTuomo ,


quello che ifpiro i fanti Profeti a prevederc
cofe avvenire , e gli autori facri a- krivere i

Diumi del vecchio ,


e del nuovo Teftamento .

er la qual cofa fono itati fempre condannati i

:guaci di Simon Mago , di Marcione, e di


lanete 3
i
quali empiamente a un cattivo prin-
pio vecchio Teftamento artribuirono , e rL
il

ettarono le idorie , che contiene , e le profe-


ie le
quali , non folamente le altre cofe 5 ma
ziandio la venuta del Mefsia riguardano On- .

K 2 dc
r>E*COSTUMl
de parecchi libri contro quefti eretici furono
compofti , e pubblic-ati da noftri rnaggiori a ,

quali mojto premeva di mantenere nella vera


credenzai popoli , e d impedire che nonfof .,

fero fedotti da coloro, ch efternamente veniva-


no colJe veftidipecora, ed erano internamen-
te rapaciffimi lupi . Deefi pure fermamentc
credere da Criftiani,che la Naturadivina fuffi-
ftc in tre perfune di eguale fapienza , potenza
e perfezione , la prima delle quali fi
appella i

Padre , la feconda il
Figliuolo , la terza lo Spi
rito Santo Tmperciocche dovendo noi aflfolu
,

tamente credere tutto cio , che ci viene pro>

pododaDio ne facri libri , e leggendo ne Ii

s
bri particolarmente delnuovo Teftamento 5 ch
un Dio folo , e che il Padre e Dio , il Figliuo
}o e Dio , e lo Spirito Santo e Dip , forza e , ch
onninamente debba confeflare ogni Criftiano
che fia un folo Dio , il quale fuffifta in tre per
|

fone. Altrimenti fe (come empiamente g


Ariani , e gli Eunomiani beftemmiando afler
vano ) il Figliuolo e lo Spirito Santo fi clii?
mafle ijnpropriamente Dio, quail che fofle ere;
tara , non farebbe si il Figliuolo , come I

Spirito Santo nelle ficre lettere appellate ver


Dio , ne loro (I attribuirebbero quelie perfc
zioni , che alPQrmipotente folamente convei
gono . E che ii Verbo , cioe il Figliuolo f

vero Dio, efprefTamente Tatteftano, pertrah


fciare le altre teftjmonianze Apoftoli
degii ,

(a)Cap.ix.
Dottor delle genti S. Paolo nella Epiftola
v. $, Romani (^) dove dice Ifrogcnitorl de Giud :

da? quail froviene Crlflo fecondo la carne ,


n
qualc efiftefopra tutte le cofe Dio benedetto
fecoli . E S. Giovanni nelle fue Epiitolc_j
Ie quali fono ftate fcritte contro coloro , cl
ne-
EE PRIMITIVI CRISTI ANI .

la diviniti del Signore e nel Vange-


igavano ,

ahfesi ,churamente dimoftra qual debbaef-


re la crcdenza del veroCriftiano intorno a
jcfto fublime miftero. A/el principio, dice egli
*a II Vcr\)Q , c II Per bo era apprejjo Dio , e

dio era il Verbo do , era nel principle appref-


Dio 00 . E altrove . E cbi e il mentitore ,

ce , fe non colui , cbe fofliene ,


che Gesii non c. i. v.
fe(
C/;i ro^i bcflemmia e Pawticrijlo, i-
Criflo ? ,

?tfre ?Zf^ Figliuolo . Cbiun-


// P^aVe , e it

ha il Tadre
\t
nega il Figliuolo ^ne nieno (b) (Z>)...

l
cbe Gesu e il figlinolo dl cap. -

bittnque confefierd ,
fo ,
/rf<//a
,
ei ej/i / Z?/o
ablta in lui Chiun- . .

te crede , cbe Gesti Criflo e nato da Dio , cj>

iiinque ama il Genltore , am A ancora ilgcne-


ito\ percioccbe trefono , quelli , c/;e teftificano

Cielo, il Tadre , // JSerbo, e to Spirit o Santo,


tre fono uno . * . Cbi crede nel Figliuolo
quejii
Dio ba in fe la teflimonianza di Dio . . . Cbi
i il
Flglintlo , , ba la vita cbi non ba il Fi-
iuclo di Dio, non ba la vita .
Cfe/0fle("0
m rimane nella dottrina di Criflo non ba Dio .

bi rimane nella dottrina, di Criftojja ilTadrc,


il
Figliuolo cbinnque viene da voi, e non ap-
.

quefla dottrina , non fta da voi ricevutz


>rta

cafa , enonfia nerneno falutato. Or vedail


.. an to foffe dagli Apoiloli raccomandata a fe-
*li la credenza nella divinita del Figliuolo fo-
snuta ncl Vangelo ,
c nelle Epiftale da S. Gio-
anni . Erano eglino di fepticuenfo , corned
anifedo da queflo ultimo pafTo , che abbiamo
^fcritto , effer ella cofa neceffariilima,
per ac-
Jiitare la eterna falvezza , men tre tanto la rac-
>maudavano ordinavano-, che
a fedeli ,
e
impugnatori di lei non folamente foffero cac-
ati dalle facre adunanze
, ma eziandio dete-
3
15 3) E* *> S T U M I

fhti ,
da noi,
e riputati indegni di eflere falutati
quando loroc imbattefTimo per la via.
a cafo in
E per vero dire fe una e la virtu del Padre , del
Figliuolo , e dello Spirito Santo , egli e ne
cefTario , che una fia ancor la natura e con- :

feffando noi che il battcfimo e necefTario per

(a) MattK falvarfi , fara anche neceflario il credere la for-


eap. xxvin, ma prefcritta da Gesu Crido (#), Ma la forma,
v i> come tutti fappiamo , confide nclle parole
colle quali il minidrodice dibattezzare nel no-
me del Padre , del Figliuolo , e dcllo Spirit:
Santo ,
efd nome fl efprime
,
la virtu delle trc

perfone ,
la qual virtu eflendo una , per ef

fere ella in numero flngolare indicata ,


di-

moftra, che una parimente fia di tuttc tre 1;

natura . Qn^indi c , che ne fimboli della fede


5

( che crano le formolc propofte a Criftia


ni , ufSnche fapeflfero quali foflero i
principa
articoli della loro credenza ,
e non fi la

fciaflero fedurre dagPimpoflori ,


che allora co
minciavano a fpargerc dottrine cpntrarie a_
quella, ch era data dal divin Maedro a fu<

difcepoli infegnata, anche per confeffione d<

nemici del Cattolicifmo) fi contencva efpreffo


midero della Trinita , dicendo PEpifcopio er<

tico Arminiano che nell antichifTimo fimbo


,

ufato ne tempi de fanti Apodoli qiiede fo


parole erano ufurpate :^ Credo in Dio Tadre ,
(_b)Lib.iv
Fjgi; tlo i ^ c spirito Santo^.Mz non eflendo
cr
%

ftft. Theo-
dibilc , che quefto folo midero da primiti
e. fc deli fi efprimefle nel flmbolo , quando tra
Jog. 1.1 v. (

xxxiv. p. altri , che da noi debbono eflfere confeflati IK ,

34 fofle il principale come dunque quedoerei


:

co, che cosi par/a, haavuto ardimento di 1

ferire , che nella primitiva Chiefa non eraii


mato neceflTario per acquiihre la cterna falu
il
DE PKIMITIVI CRISTIANI .
151
credere efpreflamente nel miftero , di cui ra*
ioniamo ? Forfe il dire credo in Dio Padre ,
non efprime la efiften-
i%liuoh,e Sflrito Santo
Tdi un Dio in tre peribne , e che quantunque
a il Tadre, Dio.il Figliuolo,e Dio lo Sflrito
Dio
antOj con tuttocio non fono tre Dei,rna un Dio
? E\i e dunque certiffimo , fccondo
>lo
I
av- 1
vJ3 9

erfiirio, che la confcfliore efpreffa di un )io


itre perfone e ftata creduta neceflaria al Cri-
iano , perche fi falvi . Ma erra fcnza dubbio
eretico , allorche , fenza niun fondamento ,
retende 3 che nelfimbolo folito di ufarfi ne
^mpi de Santi Apoiloli , non altro fi conte-
efle , che 1 articolo riguardante qitefto si fu-

lime miflero . Poiche efprimevano i fedeli in


Ob fino da primi tempi altri articoli de .quali
oi alquanto dopo faremo diftinta mcnzione .
^eniamo ora a Padri che apprefero dagli Apo-
:oli la religione , e la difciplina ,
e veggiamo
i
qual fentimento fieno eglino flati riguardo
lla necefTita della crcdenza in un Dio foio fuf-
itente in tre perfone tra loro per potenza ,
p
irtu , fapienza , e perfezione uguali . Non vi
ia dubbio , che i SS. Clemente Romano, e
gnazio furono difcepoli degli ApoHoii.!! primo
J
ella fua Epiltola a Corin>i (^) dimoftra , che

ifpramente gl:

ua, e averordinato a fedeli di evitarli, come


e foffero tante befh e; poiche quail cani rabbio-

i occultamente procuravano di avvelenare_^


:olleperverfe loro dottrine i veri feguaci di , r
vllt
3esu Criflo(i) fcggiugne: uno e il medico car-
nale ,
efpirituale, cioc dotato di carne , e di
pirico , gtnlto , e ingenito, come a dire, creato,
K 4 c in-
& E C S T U M I

c increato, <fo
Maria, e da Dio. Ma fe it

Verbo e increato inquanto precede da Dio Pa


dre , egli e neceffario confeffare ,
che fia vero
Dio , e non altrimenti una creatura , come
empiamente beftemmiavano gli Ariani , e que-
gli ancora che dopo erefla lore abbracciarono, 1

Mentova pure Ignazio lo Spirito Santo , men-


tre a ^ lianto dopo ragionando de novatori dc
tib N i
a .
p J.
fuoi tempi (a) Ho dictfaputo , cbe fono pei
:
l>

coftd paljati alcuni , che feguitano la perverfi


dottrina, cC quail non avete giuflamenteper-
mejfo , che feminaffero trawoi le lorofacrileghi
,turando a? detti loro le voflre orecchie
iriaffime
non aftoltarli , e dimoftrandovi come
tanU
per
fcrmiffime pietre , da fervire pel tempio de
Tadre tfollevatiper Gesu Criflo ,
e tirati dall

Spirito Santo .
Imperciocchc la yoftra guida
ftata la voftrafede . Avendo adunque defcritt
la
quefto paflb S. Ignazio , e
Trinita in fubit<

foggiunto, che una tal fede era la guida de


veri feguaci di Gesu Criito , fa d uopo ammet
terc , che uno de9 principali articoli della cri
iliana crcdenza era eziandio in quel tempo
mifterodi cui ragioniamo; laonde quelli che 1

negavano doveano eflere come rabbiofe fier

fchivati. Che fe qucdo articolo non era tale

quale noi peniiamo 3 con qua! ardimento S.Ign;


210 avrebbe ordinato, che come beiiie fofli
ro riguardati coloro , che andavano fpargenc
dottrine contrarie a un tal miliero ? Verio
meta dello ftefib fecolo fecondo , in cut fio
S. Ignazio , Giuftino martire fcritTe la fua pr;
ma Apologia , flicendo la profeffione de
dove
OON.xiu. la fede , che la Chiefa cattolica
proponeva,
i

pag^ 5. quefta guifadifcorre . E


qual uomo (Z>)
difenn
il
coraggio di appellarci Atei 9 fe noi adc
ria-
DE PRIMITIVI CRISTIANI . I
55
amo Creatore di queilo
il mondo , e a lui of-
iamo rendimenti di grazie ,
e lodi per averci
*!i creati , e confervati fani , e per aver
r\i difpofte colla fua ineffabile provvidenza le
igioni , e le varieta de tempi ? Quefti fenti-
enti abbiamo noi apprefl dal noftro maeflro
esu Crifto (d) figliuolo, e Verbo di Dio , Dio (a) N. **.
ito da Dio (&) , e primogenito (c) e virtu di pa, 57.
io , propriamente , e folo genito dal Padre ,

per volonta di lui fatto uomo,afine di render (b) N. to.


noi Teterna falvezza . Or qiieiio Verbo e la pag. j

conda perfona , e la terza e lo Spin to Santo

{) , che parimente con ragione adoriamo . (c) N. 2^


)gnuno pertanto da quefti fentimenti diSan pag-J3
liuflino ( il quale certamentc confefifava , che
lorafida noi il Padre , il Figliuolo , e lo Spi- N. 15, (<0

a 1
to Santo , e fapeva , che non ad altri fl deve P S S *
idorazione divina , che al vero Dio ) puo
^evolmente comprendere , che il Padre , il
igliuolo 5 e lo Spirito Santo fono tre perfone
rila flefladivina natura. AJtrimcnti Giuftina
/rebbe ammeflb tre Dei , la qual cofa egli in
iu /uoghi nega manifeftamentc , mentre am-

ictte un Dio folo , e fuor di quefto difende ,


3ii poterfi dar altri,
qualicompeta un s!
a"

ran nome . E non vi ha dubbio, che la Chiefa


la quale non muta mai credenza,perche eflen-
o fondata fulla ferma pietra , fempre ftabile_*
mantiene) ha in ogni tempo propofto un tale
rticolo , come principale , e neceflario a*
rdeli
Malungofarebbeteflere
. in queflo Juo-
un efatto catalogo de Santi Padri , i quali
endono di quefta verita certiilima teftimonian-
a. Or dovendo noi defcrivere colla niaggior
fattezza che potiamo , i coftumi de primiti-
,

1
Criftiani, ed eflendo pcrcio coftretti afpe-
dir-
154 n c o s T u M i

dircida q^iefto paragrafo con brevita , bafleri


accennare folamente i fentimenti di alcuni de :

noftri antichi , da quali fara lecito argunnenta-


re , quale iia ftata intorno a quefto punto la dot-
trina degli altri . Adunque Tertulliano nel li.
bro ch ei fcrifle contra Praflea Erefiarc:
p!ji!i.Ediu
(<0
>4

a. cacciato daila Chicfa, perche non ammetteva I;


17*45.
diftinzione delle tre perfone nella medefimaDi
vinanatura, cos! fagfona : Tu hai una reli
gione alia giudaica fomigliante , percioche cos
credi in un Dio
die non vuoi numeran
folo ,

col Padre il Figliuolo ^ e lo Spirito Santo M .

noi creclendo al Santo Vangelo , crediamo ne


Padre , nel Figliuolo 3 e nello Spirito Santo
i
quali eflendo tre , rapprefentano un Diofolc
c lot: Ton o tre perfone in unanatura. Cosi nc
conofciamo un Dio folone fuoi nomi ,e ncll
fiieperfone . Non altrimenti S.JDionifio Rom,
no nel terzo fecolo della Chiefa parlo della iu
cefUta di credere in queflo si fublime miftero
chiamando egli il dogma riguardante la Sai
All
(b) Apud ti/Tima Trinita Ti) ausfiiftitfima , e religioflffirr
as.u
^^

p r edicazione della Chiefa di Dio , e taccianc


ie 1

%
union. T.r.
di bcftemmiatori coloro , che ofano di neearl
_ , . .

None, dice, una volgare ma ului graviH


} ,

3
p.27f. fc^.
ma beflemmia il pretendere che il noltro S ,

gnor Gesu Crifb femplice creatu.ra 5 impe fia

ciocche fe e femplice creatura , non fareb


flato fempre . Or egli e flato fempre Sono .

queflo fomigliantiffimi i
pafTi de Padri ,
c

dopo fiorirono , quali pafli effendo ftati


i di

gentemente raccolti da moltiflimi altri , da n


per brevita fi tralafciano . Una fola cofa di p

potremo noi ofTervare , ed e ,


che fempre fo

itati feparati dalla unionede* fedeli , e dich


rati eretici , e beflemmiatori coloro ^ che o
Tri-
DE PRIMITIVI CRISTIANI .

rinita delle perfonein unanatura,o la Unitk


Dio negarono Qujndi e che i PraiTeani
.
? (a) Terr. (<0

Montanifti , che feguitavano Efchine(/O , cd conmPrax.


Jabelliani furono nel fecondo , e nel ter- c. n. pag.
(c")

.
fecolo condannati , pcrciocche foftenendo la
nita di Dio tolfero la Trinita delle perfone ;

quegli altri , i quali diiTero , che il Vcrbo ef-


A ^ c ,? r p *
ndo Dio era tuttavolta create furono pa. ad
,"

11 j n /-L- r
i T encijc.
mente privati della comnnion della Chieia , p je fcn-pt.
giuftamente maleJetti La qual cofa non fa- ca p. L i.pag.
.

:bbe accaduta fe la Chiefa non avefle rico- ^- r -


, 213.
^fcinto per uno de fuoi dos;mi la credenzanel Pp
an -
iftero della Unita della natnra delle tre Per-
ne in Dio.Per la qual cofa 1 antichilfimo autor
libro intitolato ^c )
mtilc quale
,
il fcrifse 1
empio eravl
.lopatride contra rapprefentando i i,
i Criftiani
T. Il.^he. ,
n. / j 5 /L i r
mcipali miiterj , che infegnavanii da noitri 00tCf VI0 \

iche nella primitiva Chiefa a coloro , che do- p ^ 2 fe q. . .

eano abbracciare la noftra vera religione , Edit. Paris.


an
nge la perfona di (d) uno , che dicendo di vo-
r efsere battezzato interrogM Triefonte Cri-
ano in quefla guifa Quali cofe dovro io giu-
irti ? Alia quale interrogazionerifponde Trie- Opp- *
T? Tn I t

Giuradi credere in un Dio immortale ,


l

mte :

-ande , celefle e regnante nell alto Padre , Fi-


juolo del Padre , e Spirito Santo procedente
il Padre da uno tre , e da tre uno . Or chi
DO vede , che Tarticolo riguardante la Unita,
Trinita di Dio,febbene derifo dagli empj gen
ii , era con tuttocio nella primitiva Chiefa ,
3me uno de* principaliflimi propofto a credere
chiunque avefse voluto profefsare il Criftia-
efimo ?

III. Aggiugnefi a dogmi di fopra defer itti


i necefTita di credere la incarnazione del Ver- credere *tl*
ncar
o 5 e la vita 3 la paffione , h morte ,
la re- l * L ? >~

na ~ l ne ***
fur-
I> B* C O S T U M I
e
furrezione , Pafcenfione al Cielo di Gesu Cri-
,
^ o jg nor no ft ro f{ niiale ha un reeno,che non
s pamon* >

c x r j .
11 j /i j n j
mal ne e * e e alla de ra del Padre, on-
i

e mortevrc. avra
" " "
>

noflro de verra per giudicare


<*rf
nell ultimo giorno i
Signor Gefu giufli , e i dannati . E che fempre la Chiefa
abbia propoilo a credere , che il Verbo , ciot
il Figliuolo di ,
Dio ugualmente immenfo c
perfetto che il Padre , perciocche ha la fteffa
nattira , abbia afiunto la umana carne , e flaf
fatto uomo , c fia natoda Maria Vergine , eg!
e tanto certo , che non il puo mettere anchi
da piii perverfi e depravati ingegni in contrO
,

veriia .
Imperciocche oltre 1 eflTere ftato infe
rito negli antichiffimi fimboli della fede un dog
ma cotanto fublime, e inculcate a catecumeni
cioe a quelli , che preparavanfi a ricevere i

S. Battefimo e agli altri , che feguitavano


,
1,

legge, e le maflime del Vangelo:per efib ancor


fi
proteitavano i Martiri di fpargere il fangu
loro,e fenza di effo i Dottori del Cri(lianeflm(

aflfermavano, che niuno poteva acquiflarel


?
eterna beatitudine . JE quanto a fimboli , chi
rnai cosi poco verfato nell e antichita Crifliane
il
quale non fappia eflere flato compoilo nel :

fecolo quello , che noi chiamiamo Apoilolico


e fappiamo , ch e (lato fempre adoprato dal
Romana Chiefa capo , e Maeftra di tutte Taltn
Poiche errarono certamcnte coloro , qu? i

s immaginarono 3 che alcuni articoli in ef


contenganfi , che non potevano efTere dag
.Apoftoli , o dagli uamini Apoftolici nello fief
iimbolo inferite;mentre da cio,che abbiamo de
to di fopra , e che appreftb diremo , evide:
temente ognuno potru comprendere , che IK
vi e in eflb articolo , che non fla ftato e
preflamente dagli Apoiioli nelle facre lette:

in-
BE PRIMITIVI CRISTIANI . I
<J
7
fegnato(d). E per verita , che il dogma di
i ora
ragioniamo fi contenga negli EvangelJ , (a) CI5 an-
gli attide SS. Apoftoli
e nelle Epiftole di che i ftato
,

Paolo, di S. Pietro, di S.Gucomo, c di pwvato daL


TJ I 3

Giovanni , egliesi manifeflo , clie chmnque


rr uu i -i r i
Orabe nelif
potrebbe ancora negare che il lole Annotazio-
negaffe ,

uce di mezzo giorno Abbiamo inS. Matteo nf a l Tm-


.

S. Marco , e in S. Luca tante volte , che tato di Ge-


:sh e vero Figliuolo di Dio , abbiamo nel orgbBolio
*
ngelo di S. Giovanni ful bcl principio 3 che ;

^erboeDio, ch e il Figliuolo di Dio, ch e q^oj


to fempre , e che fi e incarnato . Abbia- n us flt
) nelle Epiftole di S. Paolo, come fi e di fo- ms Deus . ,

a offervato , che Crilto eDio benedettone Fg<3rcq.


Edlt anj1
:oli . Abbiamo negli Atti Apoitolici , che ^
J

ora quando Filippo Diacouo riduile alia fede


unuco della Regina Candace , prima di dar-
bartefimOj gli diffe , che 1 avrebbe confo-
il

o , fe di tutto ciiore credeva , ed egli rifpo-


(/>) , credo ,
cbc Gesu Criflo e Fi?liuolo di (b)Ai-r.viu.
il

, c quindi fu riconofciuto degno di ottene- v. 37.


lagrazia di eOere battezzato. Onde dicea
1 Paolo , ch ei , come gli aim Apoiloli
^dicava Gesu (c) Crocefiffo , la qual cofa era /-x
r Co ^
fcandalo a Giiuiei , e a Gentili fembrava rinth. "c. r.
?zia , ma con tutto cio anntmziava e a Gin- v. 23
i
5 e a Gentili Gesu virtu ,
e iapienza di
o . Ne folamente nelle facre lettere del nuo-
Teftamento 3 ma ne Padri ancora , i quali
ma deiranno 325. ^ in cui fu celebrate il
ncilio Niceno , e dopo che in eflb Concilio
ono condannati gli Ariani , fiorirono , un
e articolo e propofto come uno de principa-
e fondamentali della noftra fanta reli?ione
o .

poi leggiamo nella Epiilola a Corintj di


si

Clemente, nelle Epiftole di S. Ignazio, nel


le
158 C O
!> S T XT M I

le Apolcgie fcritte da difenfori della noftr


credenza nel fecondo , e terzo fecolo dell
Chiefa . Ma ficcome il rifcrire tutti pafll lor i

riufcirebbe cofa aflai lunga >


e nojofa, cosl nc

rapporteremo due foil , che ci fomminiftran


S. Ireneo
, Turtulliano , poiche quefti ri
e

Cap. x. guardano piuda vicino il fimbolo . S.Irene


45. dunque nel fuo primo libro contro TErefie (a
la Chiefa, dice, diffufa pertntto il Mond
ha ricevuto dagli Apoftoli , e da loro Diicepo
quella fede , ch e in un Dio Padre Onnipoten
te , che fece il cielo , e la terra, e il mare ,

tutte le cole , che in efll fono e in un Ges :

Criflo figjiuolodi Dio incarnato per la nolh


falnte , e nello Spirito Santo , che predico p>

Profeti le difpofizioni di Dio , e la venuta ,


quella nafcita , o generazione , ch e dalla Ve
gine , e la pailione , e il riforgimento da mort
e 1 afcenfione in Cielo di CriftoSignor nollrc
e feconda venuta di lui nella gloria del Padi
la

dal Cielo per rinnovare , o ricapitolare tut


le cofe , e per rilV.fcitare i morti , e condann
re alPetcrno fuoco i
maivagj , e dare la vit,

c la kmpiterna gloria a giuiti ,


che oflervar
noi comandamenti,e nella dilezione di luipe
feverarono da principio , o da quel tcmp(
che delle loro trafgreffioni fecero penitc
za. Le itefle cofe ripete egli piu ampl
mentein qualche luogo, e inqualche altrop
brevemente come nel terzo libro della m
,

defima opera (If) dove dice che la tradiz


,
:

(lr)Cr?p.iii f ne ricevutada Santi Apoftoli, epredicatap


|:.ig. i;(>.
tutte ] e Chiefe confide principalmente nel ci
dere in un Dio onnipotente, facitore, cioc cr<

tore del cielo, e della terra, formatore dell i

mo , che cagiono il diluvio , che chiamo Ab


mo.
PRIMITIVI CRISTIANI . J

3, che libero dalla fchiavitu degli Egiz/ la


zione Ebrea , che parlo a Mose , che difpole
legge , che mando i Profeti , che prcparo
diavolo, e agli angioli cattivi il fuoco ; e nel
nere fermamente, e profeflfare, che quefti e il
.dre del noftro Signer Gesu Crillo . Non al-

menti Tertulliano nel fuo celcbratiflimo li-


odelle Prefcrizioni contra gli Erctici(^)Ac-
/-^^ I

)ccheprofefriamo,dics, quel che difendiamo ,


regola della fede confifte nel credere , che
un folo Dio , e che quefli non fia diverfo
1 Creatore del mondo , che ha prodotto il
:todal nulla pel fuoVerbo.Che queftoVerbo e

igliuolo di lui, concepito per virtfc dello Spi-


o Santo,e Incarnato nel ventrc di Maria Ver-
le nato da lei, e appellate Ges^Crifto,
,

. Che Gesu operomiracoli mentre prcdi-


/a la nuova legge , che fu dipoi crocefiflfo ,
2 riforfe da morti il terzo
giorno dopo la_^
)cefiffione, fall in Cielo , che fede alia
che
lira che mando lo Spirito Santo ,
del Padre ,

2 verra
per la feconda volta gloriofo per giu-
;are i vivi 5 e i morti , e rifufcitati tutti ,
^e a quelli per le opere buone , che hanno

te, la eterna gloria , e a quefti per le fcelle-


ezze da loro comrnefle la eterna dannazione,
none Q^efta regola, aggiugne Tertulliano ,
.

tuita, come noi proveremo, da GesuCrifto,


n ammette tra noi veruna queilione , o di-
ita , che vogliamo dire ,
fennonche quelle,
2
gli eretici muovono , e che ibgiigno fare
;tico 1 uomo .

3
Dimoftrata la verita dell articolo riguar-
nte la Incarnazioiie del Verbo non folamen-
colle teftimonianze de Santi Apoitoli, ma
ntichifTimi fimboli della Cattolica Chie-
fa,
160 DE COSTUMI
fa , c co paiTi de Santi Padri , i quali
feirono iilruiti da medefimi difcepoli di Ge
Crifto ,
o nel fecondo , e terzo fecolo della
Chiefa , feguendo dottrine de lor maggior
le

varj volumi contro gli empj corruttori de


Evangelici con incomparable forza,e u
libri,
lita grandifilma de fedeli compofero; refta , c
brevemente trattiamo deH argumento,che fpi
ta alia confeffione de Santi Martiri , eal difcs

ciamentodegli eretici dalla Chiefa , il qual ;

girmento evidentemente compruova la ver


del cattoiico dogma , e la neceffita 5 ch e fc
pre data per acquiftare !a etcrna falute ,

crederlo come uno de principalifTimi artic


della Crifliana religione. E quanto a* Martii
:

baitera leggere gli Atti flnceri della loro pafl


ne apprefib il Ruinart , e i Gcfuiti raccoglit<
delle vite de Santi, i quali da Giovanni B
lando della Compagnia di Gesu UOJTJO erudii
fimo 5 che diede principio a quella valla ope
fono appellati Bollandiiti , per eflerne perfi
fo . Avendo confeflato efpreflamente un t
articolo S. Giacomo primo Vefcovo di (
rufalemme , come racconta Egefippo fu prc ,

pitato dalla fommita del tempio ^a) : foffri


(a>Rigiinart.
eredibili tormenti Simone Vefcovo della ft
pg^.feq^. Citta (6) : fu dalle fiere sbranato ,
e divor
edit- V& fotto T
t
Ignazio Vefcovo Antiocheno (r) I

peratore Trajano furono S.Siraforofa , e


: i fc

v
figliuoli di lei con varie forte di fupplizj
JF-<

pri
ti di vita , mentre regnava Adriano(^), c

ciata S. Felicita co fette fuoi iigliuoli ne te) i

di Antonino (e) , bruciato S. Policarpo Ve)


vo delle Smirne, (/) Tolomeo ,
e Lucio
. GiulHno fotto Marco Aurelio uccifi(^),
e d( >

graviilimi tormenti o sbranati dalle fiere


col
PRIMITIVI CIUSTIANI . l6l
>1
ferro ammazzati Martiri di Lione (^), e
i (.1) Rmn:wt
finiti altri fortiffimi iiomini lacerati fotto

fcguenti Imperatori con ntroci martorj ,


c

pplizj
mai piu ne veduti , ne immagina-
. Ella e illuftre la confeffione di San Epi-
)dio quale pati fotto Marco Aurclio,
, il

abbiamo difopra fattomenzione Men-


cui .

e battuto ne-le guance il Santo avea denti i

itti infanguinati
, per maggiormente confon-
TC i ncmici del Criftianelimo e dimoftrai- ,

ro , che per niuna cofa mai avrebbero potu-


rimovere vcri fedeli dal loro proponimcn^-
i

, proruppc in qtieire parole (&) : lo credo, (b) Ib.

ic Crifto col Padre ,


e collo Spirito Santo fu
io , ed e cofa giufta , che io fparga il mio fan-
le , e dia per lui la vita anima mia , cT- ,
e 1

ndo egli mio Creatore Redentore Cos! , e .

mi far-i tolta la vita ,


>n
ma cotnmutata in una
igliore .Non m importa niente il vedere la- (c)
rato il mio corpo , purche Panima fciolta , fi*
afportata in Cielo per unirfi col fuo autore .

Ma che negarono la divinita


degli Eretici
,

.Ifigliuolo o che Gesu Criito come un uomo & notation

t -,jn.
,

mplice rapprefentarono , e percio furono di-


-iiiT-1
acciati da noun ceti , e pnvati della Eccle-
lcl

Mon.icnor.
. .
*" -

^
Mauri. s>

.iftica comunione non e necelfario , che io


,

>piofamente ragioni effendo certiffimo, che (d),


lbl(i -
:r elTere ibti infetti di un tal errore
gli Ebio-
iti , (c) i CerintianJ
, (^) Teodoziani , (^) e
cuni altri , furono talmente avuti in abbomi- Anftor.ap-
i
^
io da noftri Antichi
, che ne pure erano da pend. ad
Ti
ialutati, quando loro fi
prefentavano . E di **&?
C*
queiia guifa parla S. Ireneo nel p.| z
"crinto in
L]
rimoLibro contro Erefie . Solliene Cerin- Trt. 1
Edit!
)
5 che Gesu non f*a nato da una Vergine , an 1748.
L per-
i 6z D E COSTUMI
c che fi
perciocche fembragli cio impofTibile ,
figliuolo di Maria, c di Giufeppe , come g
alcri iioorni nafcono da loro genitori , e ch
non fia ftato fup.eriore agli altri , fe non che pe
lagiuftizia, per
la prudenza , e per la fapien
za,virtu,chein lui certamente erano excellent
e che dopq il battefimo difcefe in lui da quell
principality ,
che fopra tutte , Grid le cofe
in figura colomba , e in tal maniera ilium
di
1

nato, e fortificato annunzio a mortali il P;

dre, e operq delle maraviglie ; e che fina

rncnte Crifto (I feparo da Gesu , e rivolo i

Cielo , patie Gesu ,


e f i rifuicitato da morti
e CrJfto rimafe impaflfibile eflfendo egli un pi
(?)Tren.ib. ro fpirito (^) . Or Cerinto autore di tan
105. fa j(j ta fu non folamente cacciato dalle aduna:
ze de Cattolici , ma eziandio riputato indegr
di ilare infieme co noilri fotto il medefimo te

(b) Cap. in* to . S. Ireneo nel terzo Libro (6) infieme c<

P^ 1 ?? alcuni altri, ch egli rapporca circa il com


gno deVeri feguaci di GesuCriib nelconve
fare, o trattare coi corruttori della fana dotti
na, ne racconta un bell efempio ,che io
ho cr
duto di dover riferire in quefto luogo . Vivo
ancora, dice egli, alcuni , quali fentirono
di i

da Policarpo , che San Giovanni difcepolo <

Signore efifendo
and.Uo a lavarfi , e avendo \
duto dentro bagno Cerinto , ufci preihmi
il

te dicendo di tcmere , che non cadeffe


fi Iav3
bagno medefiaio , perciocche quivi
Cerinto nemico della verita del Vangelo .

Non fu minore la fermezza de nollri Magg


ri nel credere che Gesu in quanto e uom
,

nacque da una Vergine patl per la npftra


i
,

vezza ,
mori confitto in Croce , rifufcito ,
al Cielo, fede alia deitra del Padre, ond
5
i ul-
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
ultimo di del mondo fcend- a giudicare .-r-i i

iior-i , cd
malvagi Qiielti dogmi eflendo ef-
i .

amcnte contennti ne Sacrofanti Vangeli


furono anche negli antichiffimi fimboli in- (a)
<*)

* verf
rid, e da Paclri fempre e co libri, e colla viva
-
*>

Luc- caP-
oce predicati . Qumdi e che qltre quelli de
uali abbiarno parlato di fopra, S.Ciriilo Gero-

)limitano fpiegando ilflmbolq a nuovi Criitia-


(b) (
i:
Credete, dice (4), che 1 umVenito Fi^iuolo*^
. IV P.? ** 2O
Dio pe noilri peccati fcefe in terra , aven- E,ht. farif!
"

D afl"unta P umanita fimilc alia nodra , e na a n . 1640.

]ue vero uomo per virtu dello Spirito Santo


i Maria Vergine E non pafso gia egli per la .

edefima Vergine , come per un canale , ma


-efe da eflTa vera carne , onde c margio egli

poi veracemente , e veracemente bevette ,


i

quella guifa che noi e mangiamo, e bevia-


10 . Parla di poi della paiHone , morte , c
:furrezione afcenllone, e della feconda ve
,

na del noilro Redentore. Gl iltcfTiflimi


ntimenti troviamo noi didintamente , e_j
m vigore contro gli eretici folknuti da
Ignazio Martire (c) difcepolo di S.Giovanni
vangelifta , quala lodando la fede degli
il.

nirncfi, fqrive loro: di render egli grazie al


gnore per averintefo, ch erano perfect! neJ-
immobile fede , quafi inchiodati nella Crocc
Gesu Crirto , e confcrmati nella carita , c_>

ficurati nel noltro Signore Gesu , il


quale fe-
)ndo la qarne , veramente traffe la fua ori-
ne da Davidde ,
e nacque veramente dalla
ergine, e fu battezzato da Giovanni, vcra-
ente crocefiflb per noi fotto Ponzio Pilato,
1 Erode Tetrarca avendoci egli per la fua
,

iflione arrecata la refurrezione , e la vita , e


endo adunata e ridotta in un corpo da Giu-
;

JL 2 dei 3
y
I
4 !> E C O S T U M I

dei ,
e da* Gentili la fua Chiefa , compofta d
fuoi fedeli, e fa-nti. _
E pati egli veramentc
e vcramente ancora refufcito fe ftefTo d
morti , e non come alcuni infedeli vanno d

cendo ch egli ha patito in apparenza .


,

efbrto pertanto di mantenere fenna la ven


credenza , c di riguardarvi dagli eretici , c
empiamente riprovano la verita della Divii
fcde ,
e di fchivarli in si fatta gujfa , che nc

parliate con efli loro , ne fe e pofiibile


g? incontriate per levie. S. Cleroente R
mano , che come altrove dicemmo, fu difcep
10 de Santi Apofloli Pietro , e Paolo , e prin
di S. Ignazio confegul la palma del martirk
nella fua Epillola a Corintj (4), per togliere
diflenfioni , ch erano nate in quella Chief* ,
animar quei fedeli alia unione , e infiamma
di amore verfb Dio , e il proflimo , fece lo:
pflervarc che noftro Signer Gesu Grille
,
-il

fecondo la volonta di Dio fparfe il fuo fangu


emodfulla crocepernoi. Ma troppo mid
fondcrei defcrivere tutte le tef
,
fe voleffi io
Padri , i quali e meritov
nionianze de ? Santi
rono efprefTamente gli accennati articoli ,
11
comprovarono con prodigiofa gravita , e fc
za contro de Giudci , e degli Eretici de tem
?

loro. Imperciocch^ tutti i noftri dottori in os


fecolo avendo conofciuto la necefTita ,
<

lo lieflbobbligo , che corre ad ogni Criftiano


credere ferrnamente quefte incontrailabili v
r
rita , prcdicando, e fcrivendo le ri\ ocava^-
fovente alia mcmoria de fedeli , affinche niu
pretendcflc di dover effere fcufato,fe
le ignoi

va . Qmndi e , che le apologie di (iuadrato ,


Ariil de,di Milziade, di Rodone , di Melito
;

Sardenfe , ,.e le operc d.i Apolli^are Vefcovo


DE PRI MITI vi CRISTI AMI .

crapoli , e di nmlti altri , che nel fecondo


cnlo della Chiefa fiorirono quefte medffime
,

.rita ri<niardav<ino
+^y ,
j
come da Eufebio fl rac-
iplie quale ce ne diede nella fna Iftoria
,
il

:clefa(lica qualclie fjggio 5 e fiend ofi elk-no


andurc de tempi perdu te . Ma che dico io
?
)11

libri , cbc pin non fi trovano ? Ballera fcor-

TC arcor leggcrmenrc le apologie , e i vo-


mi , chefono alia ctb nollra pervcnuti di San
iuiiino ,di Atenagorn, di Teo-
di S. Ireneo ,

Clementc Aleffandrino ,
Antiocheno, di
Tertulliano di Minucio Felice, di Orige-
,

:
, di S. Cipriano di Arnobio , di Lattan- ,

3 ,
e di tutti gli altri Scrittori Ecclefiaftici ,

?r rimanerne convinto . Frattanto per non


care moleftia , e noja a leggitori , faro io
>ntento di un folo paflb di S. Giuftino , onde
;nuno potra comprendere quanto ,
e , foffe
il credere
1 necelTiirio a ogni Criftiano que*
li
dogmi .
Egli adunque dopo di avere pro-
)llo 1 articolo circa la SS. Trinita , aveti-
voluto dimoftrare a gentili , i quali ci ca-
>

nniavano , chiamandoci Atei , che non era-


da riprovarfi gli altri capi della nollra
>

edenza , che la nativha , la vita , la paffio-


.
, morte
la dfurrezionc , 1 afceniione
la ,

cielo feconda venutadi Gesii Criila


,
e la

guardano: crediamo dice, ch ei nacque da


u Vergine (d), che rifano alcuni de parali*
ci ,
degli itroppiati , de ciechi (Z?) che rifu- Apol.t. ^
n<XJtl1
ltd da morti(0 , che fall al Cielo, eche
flede alia deftra del Padre , e che verra a__* (b)M.xxiii
ndicare i vivi, e i morti . Prova cgli dipoi
.icfti
dogtTii cogli oracoli de Profeti, e ap- ( c ) N.XLV,
)rtando varj efempli ricavati dalle favole de
sntili y fa loro conofcere 5 che niuno meno

L 3 di
166 J>B CO$TUMI
tli loro poteva rimproverarci , che vana fia Is
noflra credenza , mentre eili aveano ammeffe
delle affurd inline opinioni intorno alia divinita.
onde doveano vergognarfene piutrofto , clu
CO N.xxli.
deridere i feguaci di Gesu Criito . Oltre (<0

i Dottori , e Padri della Chiefa, Martiri an- i

cora fi proteibvano
perdere di
per la la vita

fede in Gesu Criito


che nacqne da Maria Ver-
,

gine , che foffri una penofiiTuna irsorte per ren


der c a IP uman genere la vera falute , che rifu-
fcito i! terzo giorno , che fall in Cielo , ch<

fede alia deftra del Padre , e che tornera glo


riofo a giudicare buoni , e i malvai^j . S. Giu
i

ilino mededmo coftretto a comparire in giudi-

perciocche profelfava il Criilianenmo , e_


zio,
interrogate dal Prefetto della fua religione .

Art. rifpofe (&)


0>)
II retto
dogma , che noi altri Cri
:

Mart. Rui* ftiani con.pieta , e devozione olferviamo , fi e


nart.p. 49, ij credere in un Dio facitore . e creatore dell*
EJir xrfrnti * /*!
viiibiii mvmbili cofe , e in Gesu CnHo
,
e Si

gnore figliuolo di Dio predetto da Profeti ,


i

quale fara giudice dell uman genere, e fu ban


ditore della falute, e Maeflro di quelli , che fe
guono la verace dottrina. S.Epipodio ancora
che mori Martire circa 1 anno 178. di Criito
mentre dal crudelifiimo giudice era ef.)rtatoci
riprovare la fanta fede , coir incredibile cothn
za , e fortezza di animo , difl^e (c) che non :

6f credelfero mai i Gentili di averlo arimovere


colla finta pieta , e clemenza , o co torment
dal a flina credenza. Che fe per eflcre ftato Crc
!

ccfifTo Gesu , penfavano eglino , che falfa fofl


la religione da lui difiioftrata a Criflfani ,
dc
veano fapere ch egli eifendo Dio , ed uom
,

rifufcito da morti, e infegno a*fuoi fervi 1

via della immortalita 9 e la manicra di giugnc


re
PRIMITIVI CRISTIANI. I

al pofiTedimento del regno de Cieli . S. Rc-


icio , die gloriofamente combatte , e trion-
del tiranno acquillando la palma del Marti-
verfo T anno 2 50. di Crlfto , al giudice ,
>

e lo ammoniva di avere compaflione di fe


:Jefimo cora^giofamente rifpofe
>
noi non :

ffiamo avere di noi flcffi piu giutta miferi-


rdia , che quando confefTiamo il nome del
)ilro Signer Gcsu Crifto vero giudice, che
?rra adifcutere le azioni di tutti gli uomini . ., . .

;)
>
.

195:. al
San MafTimiliano, che pati verfo Pan-
Proconfbld
che prociirava ditrar-
,
^ Ig

alia fua fentenza difle Non ricevo il :

>lo di quefto fallace mondo . lo fono Criftia-


avendo ricevtito il fegno falutare del
>

j
e

Signer Gesu Crifto figliuolo di Dio vivo ,


io

quale ha patito per la noilra eterna falvezza,


)n pofifo ricevcre il fegno del fecolo (b} . Fu-
/i r -f /v / A r r
J g
zf >^

)noaqiielte lomigliantimme le rifpolre date ^ ]b jj B


Crudeli giudici da S. Tcodoto Martire (c). da
^. 550.
Vincenzio Levita (rf) da SS. Saturnine , Da- (!) ibiJ.

vo j e Compagni (e) , da S. Teodora (/) , P a S- 5 1<f

i
j
SS. Taraco , Probo , e Andronico CO 5 e
a infiniti altri , che per brevin fono coflretto
s
^
fe
tralafciare. Oltrc i Dogmi della Criftiana
eligione riguardanti , come abbiamo dimoftra-
D, la vita , la pafTione , la morte , la refur- Cg) r. 3?7-
ezione gloricfa afcenfione in Cielo , e
, la la
:^conda venuta di Ge?u Crifto , alctini di piu
ra principal} fono (!3ti fempre dalla Chiefa_
ropofli a fedeli, acciocche foffero da loro e
onfeffati , e foftenuti efpre.Tamente .

III. E chi puo negare , che fla (la to fempre


reduto necefTario, che i Crifriani Catto^lici & creder *
u a "

immettano una vera , e fanta , c Cattolica .

T -, . lantx
<
, e
L 4 Clue-
I> E C O S T U M I

1
Chiefu remifllonc de pcccati
di Crifto . la ,

ta
rc fu fc jtazione de morti , e la eterna vita? I
Cotnunione i, - v r
de tanti, ^ lianto a a unita , vcnta , iantita , e uni
<

"

la remiffio- verfalita della Chiefa fparfa per tutto il mond<


tie dt fee- dopo la predicazione de Santi Apoiioli , egli
tare- certifTimo
catt 9 , che
i noilri
Maggiori n on ib lament
jurre&one 1 annunziarono per tutte le parti della terra; in;
dc mortice
ja confeflarono ancora foffrendo iper fo(lenerla_
la eterna .
r . . ,. . .

innniti travagii, e patimenti troviamo noi nc

Vangelo di S. Matteo (d) , che Gesu Grille


fondo una Chiefa fola fopra la feriiia pietra ;

le
ggiamonegli Atti de Santi Apoftoli , che
Vefcovi fono ftati iilituiti per reggerc la Chie
^^-OlO ch egli acquifto eoi fuo fangue (i)
.,
C xx ,

v. 28
e nc ^ c Epiilole di S. Paolo veggiamo , che ]

Chiefc coftituite in varj luoghi,oncle fi forma i

cor P della univerfale Chiefa, appellanfi Chief


CO I Cor.
de Santi (c) , e che Criflo e il capo della Chie
cap. xiv.
v 35. fa
medefima((f) .
Orchequefh iileila Chief
iia e fparfa per tutto il mondo
univerfale ,

Ad ft^to predetto dal Redentore , il quale a quell


(d) Eph.
c. v. v. 25. fine ordino a* fuoi
Difcepoli , che ufcifTero
dopo la fua afcenfione al cielo dalla Paleili
na , e tutti i regni , e le terre, dclle piu rozz
ancora , e barbare nazioni fcorreficro , e pre
dicafleroil
Vangelo (e) Quindi eche S. Paol .

(e)Matth. vo lendo di.noflrare che la relieioneCriftian .

cap.xxv r. A r tc j-
v.i*. cap.
irata fuihcienteinente
predicata per tutto
xxvm.v.ip.
nc ^ a Hpiilola a Romanieosi ragiona (/) ; com
Marci cap. potranno gii iiomini invocare quel Did , in d
xvi. v. 10. non crederoiioPE come crederanno-in colui, ch
non U(J rono ? E come udiranno , fenza che
I -
Cf) Cap x
v. 13^ feqcj*. ^ a ? chi loro predichi ? E come predicherann

quelli , che non fono a queflo fine mnndati


come troviamo fcritto : quanta fono belli i
fit

di di quelli , cbe annvnzjanolapace y e


DEPRIMITIVI CRISTIANI .

ano It buone cofe Ma non tutti obbedifcono


.

Vangclo ,
Poiche Ifaia dice : Signore , cbi
5 creduto al noflro udito . Dunquelafede fl
i dall udito , e 1 udito , dalla parola di Dio .
a dko , forfe non hanno udito ? Anzi per
terra e ufcito il fuono loro
tta la ( cioe degli
poftoli ) e fiiio a confini dell univerfo le loro
.role . Egli e pertanto ^iuftamente inferito

:gli antichiffimi fimtrolide Criftiani 1 articolo

guardante una , ver a , fanta , e univerfiile,


I

cattolica Chiefa. Onde negli Atti de fanti


lartiri , anche de pin antichi troviamo noi

entovato efpreifamente quello tal dogma*


cr la qual cola il Clero delle Smirne nella ce-
bre lettera indirizzata a varj ceti de Criftiani
rll
Afia, parlando di S. Policarpo Vefeovo ,
ic poco tempo avanti avea dato per Crifto col
ngue vita, racconta che avcndo quel gran
la

iartire terminata la fua preghiera, in cui avea


tto menzione di tutti coloro , co quali avea
jalche volta trattato , o fotfero egliho ftati
iccioli , o grandi , o chiari pe loro natali , o
i vile condizione , e della cattolica , eioe di
utta la unherfale Chiefa fu prefo da Soldati,
,

condotto in citta per eflere martirizzato Co) .


*
"V. 1 A^
3

omiglianti cofe leggiamo negli Atti del Santo


Iartire Pionio, che fparfe per Criflo il fungue
el terzo fecolo del Critfianeilmo . Fu
cgli da-
li
empj fatelliti eondotto a viva forza avanti
ara degl idoli , e interrogate con feveva , e
utorevole voceda giudici , perehe non facri-
cava , rifpofe , ch egli era Crilliano, e per-
16 non avrebbe mai commefTo un
empietk,
[ualera quella di facrificare a demon}. Diman-
lato di poi qual Dio eg!i adorava , replico,
h e\preftava culto folamente al creatorc dc!
.

cie-
1
76 5>E* COSTUMI
cielo che orno qnello di fteile , e quefta di al.
,

beri , e di fieri , che difpofe i fiumi , e affegnc


i limiti al mare . Quindi avendolo di nut5vo ri-
chiefio il
giudice , s cgli paflava di Gesu , ctu

fu confitto fotto Ponzio Piiato in croce ; fog-


ch egli era Criii ano . Arrivato dope
giunfe ,
alcuni giorni il Pfoconfolo dell Afia alle Smir-
ne , fece condurre a fe 1 invitto Martire , e_
avendo ricercato da lui qual era il fiio nome ,

e avendo udito chV fi chiatiuva Pionio Te , ,

eforto a facrificare Ma avendo quefti ricufat( .


5
di obbedirlo interrogollo di qual fctta e fofle
^

ed egli rifpofe , ch era pfete della Cattolic;


Chiefa . Non altrimenti S. Giuftino Marti
(<z)

re nel fuo Dialogo contra Trifone dimodra


che tra gli articoli , che doveanil credere da
Criftiani ,
uno de* principal? era il confefifarc 1

fanta , e univerfal Chiefa Imperoiocche dope .

di avergli prudentemente provato cogli oraco


li de Profeti ,
doverfi adorare Tddio ,
e Grille

foggiunfe , potef da medefimi oracoli facil fi

mente comprendere , che coloro, i quali harm


creduto a Gesu , effendo tra loro concordi fot
fflajio 7ina congregazsone ,
o chiefa , che vc
(l>)
Dialog, giiamdire, laquale e appellata come figliuol
r r yp h
nelle facre lettefe (4).Agg ugne nella I. Apol(
gia (0 quando lo Spirico Santo predicendo
: 1

future cofe^ parla pe Santi Profeti , cosi dice


c]n.xxxix ufcirk da sionnela legge e la parola di Di
,

da Gerufalemme , e giudichera tra le genti,

redarguira molto popolo , e muteranno


fpade loro in aratri , e in filci le loro lancie ,
non alzera una nazione contro altra la fcim 1

-. . tarra , non impareranno piu a


e fir guerra (d
**E checosi avvenuto fia , come Ifiia pivvide
egli e facile di perfuadervelo .
Impercioccl
ufei-
DE PRIMITIVI CRISTIANI. 171
nronoda Gertifalemme dodici uomini, i

i,e nulla efercitati nell arte


del bel parlare ,
e
sndo fcorfe le region! del mondo,per virtu dL
la arrivarono a faf conofcere alle genti, ch e-
no erano ftati inviati da Gesu Criflo,a fine d i-

uire,e far loro conofcere la vera dottrina;fic-


e laddove prima eravamo dediti alia crudel-

ora,avendo feguitato loro am mae dram end,


i

5
n folamente non combattiamo co nemici ,
. cziandio non -manchiamo, re ingarniamo
; c interroga, e volentieri, confeflando Crifto,
>riamo .
Ognuno vede dcfcnVerfi in que-
luogo ancora dal Santo Martire la univcrfali-
della Chiefa , e la propagazione di lei per
tto il Mondo
.
Corriipondono a quefle ef- 1

^flioni di S.Ireneo difcepolo , come abbiamo


tto ) di S. Policarpo , e Vefcovo di Lione .
li nel primo fuo libro contro Pcrefie (^) af-
nr s^\ r r
i is -

ma effer la Chiefa lemmata per tutto rum-


i
^ .^ t ft
rfo flno a confini dclla terra ,
e foftenerfi da
,
con fommo fludio,c diligenza quafi che tut-
abitaffe in una cafa , e aveife un cuore , e un

ima,e predicarfi medeilmi dogmi,e con pro-


i

;,iofo confenfo infegnarjfi , e tramandarfi alia


fterita quefti- fentimenti . Perocche febbene
^erfe fono le lingue , clla e con tutto cio una
forza della tradizione . In fomma quella__>
liefa 5 ch e diffufa per tutto , mantiene la
credenza .
(Hi

Quanto all articolo della remi/Iione de^pec-


ti da ottenerfi pel batteflmo , o fe
dopo il
ttefimo fono ftati commeffi , per la penitenza,
r

endo percio fparfo il fuo fantiffimo fangue


noflro Salvator Gesu Crifio , egli e ccrtilfi*
o, che non folamente quelto tal articolo il

ntiene nelle profeflioni di fede ^ che faceano


ino-
IJ2 D E* C O S T U M I

i r.ollri antichi , come coda dal fimbolo Apa


flolico ,
e da S.Ireneo, la cui autorita abbia-
mo di fopra riferita ,
ma eziandfo nelle fa ere

lettere. S. Pietro nel fuo prime difcorfo , che


fece a Giudei dopo la venuta dello Spirito San.
to ,
difle loro : fate pur penitenza, e battez
zifi ognuno di voi , in norae di Gesu Criib
,
Aft perottenere la remiffionede peccati(d). Re
ii. v. "*8. plico la ftefla cofa la prima volta , che do.
vette predicarCrjfto a Gentili ^f queflo, cos .
1

a i Trofeti rendo-
parlo egli , queflo Gesil tutti
noteflimonianza , cbe tutti coloro, iqualicrt
dono in lui , purche fi pentano de* loro frlli
Aft. x. nome di la remifflone de
(b) ric6$ctafino(b~) nel effb
Y<
4>

peccati Paolo ancora appreflb S. Lnca ncgl


: S.

Atti Apoftolici , fiwinoto , dice , o fratelii


cbcfcr Gesu annunzia la remi/fione di fee
<vifi

cati , e di tutte le cofe,fer le qualinonpotefl

ejjere nella Mofaica legge giuftificati , fold)


cbinnque crede in Crijlofi giuftifica .
Ne dee fembrarci ilrano, che gli Apollo.
abbiano predicate a Giudei , ed a gcntiii u
tale articolo ,
ie il Redentore medeflmo ave
Aftc a fu i
difcepoli , dopo Ja fua gloriol^i refurre
(c)
predicare nel dwer nom
x^iv.v.47/ zione,ordinato (Y) di
di lui apprejjo tutte le nazioni la penitenza ,
la remifflone de^ peccati . Che fe con tanta prc
mura fu la predicazione di quefto tal dogma it

culcata dal Redentore, e con tanta dili2 en5


fu ne principj del CrilHanefimo efeguita la.
volonta di luida Santi Apoiloli , ogni ragic
5
richiedeva , che i fucceflbri loro ne fu%guei
ti fecoli
procuraflTero che fi fapeffe da fede ,

1 articolo che riguarda la remilfione de peccs


ti. Qu^indi e che San Clements Romano neL
fua celebratifllma letcera a Corintj (<Q ,
c Sar
to
MITT vi CRISTIANI .
173
Ignazio Martire difcepolo di S. Giovanni
>

c gli altri Padri ancora , fenza


vangelifta (<O

:cettuarne veruno, di queita verita piu volte Philaci. n.u


cero menzione nelle loro opere tra quali ,

Cipriano riprendendo Novaziano erefiarca ,

fcguaci di lui, cost fcrive ( b )


i che fe :

5 (b)Ep.r,xix
aalcuno avra I ardimento di opporci , C!K_* Edit.Oxon.
o^aziano tiene la ftcfla legge , che tiene la
Chlefa , e battezza adoprando il me-
attolica.
^fimo fimbolo nel hattemo, che noi ado-
iamo ; fappia egli , che non abbiamo una
gge cogli fcifmaticj , ne un fimbolo , ne la
:ifa maniera d interrogare coloro, che deb-
mo accoihrfi a ricevere il fan to batteflmo .
Mche quando d cono Novaziani Credl tit i :

remiffione de peccati , la vita, eterna pet


Santu, Chi efa , ofano certamente di mcntirc ,
>navendo egiino Chicfa Cosi cgli. Non fu .

unque quefto articolo aggiunto al fimbolo


lla tede dopo , che Novato comincio a fpar-

re i fuoi errori
, ignorando la
, come alcuni
s
immaginarono ,
>ria
,
akrimcnti quelPere-
irca non I avrebbe mai adotcato . Per la qual
x

fa b?fognen i confeflfare , che negli antichiifi-


i fimboii queflo tal articolo era efprelfo , e

percio fu ammeflb ancora da Novaziani.


e

per vero dire in quella fbrmola di fede , che


Ireneo , come abbiamo pocanzi veduto , pro?
me nel fuo primo lib.ro contro P erefie , of-
rviarno faril di queflo dogma efprefliffima-_>
enzione .

Lo flcffo dobbiamo dire della refurrczione

morti. Ella fu prcdicata da ? Santi Apoilo-


, come coda dal diciafifettedmo capitolo de-
i Atti , (0 ove leggiamo , che trovandod
Paolo neli Arcopago 5 predico a Senatori
de-
174 J)
>

c o s TP u M i

degli Ateniefi la refurrezione


. Anziche il me-
defimo Dottor deile genti,avendo voluto di mo-
ftrare nella fua Epiilola diretta a* Teflalonicen-
fi fia neceffario il credere il
dogma
, quanto
della refurrezione , cosl fcriflTe : Non voglia-
mo che voi ignoriate , o fratelli ,
,
cio , che
4ovra avvenire a quelli , cheripofano, cioe
a morti ; perche non vi rattrifliate come gli
altri , che non haimo fperanza . Poic.he fe ere-
diamo , che Gesij mori , e rifufcito, credia-
mo ancora, che Iddio condurra con Lui tutti
coloro, che per Gesu llefib dorm.irono. Or
fe gli Apoftoli dimoftrarono la neceffita di

credere, per falvarfi, la refurrezione ,


no e da
maravigliarfl , che tanto fleno ftati diligen-
ti in tutti nelP efporre
i fecoli i Criftiani
ne fimboli della fede, e neMibri, che com-
e nel procurare,
ponevano quefto dogma ,

che foffe (Inceramente da mortal crediito . Ba-


i

ftaleggere la Epiilola di S. Clemente ,


le lettc-

re di S. Tgnazio Apologie di S. Giuftino di


, le ,

Atenagora , di Teofilo Antiocheno , di Ter-


tulliano ,
di iMinucio Felice , e di Arnobio ,
<

Je opere di S. Ireneo , di S. Clemente Alelfan

drino , di San Cipriano , di Lattanzio , e de


SS. Atanafio , GregorioNazianzeno , Gregorii
Nilfeno , Bafilio , Cirillo Gerofolimitano ,
1

gli Atti de Santi Martiri , e I Iftoria dell


Chicf^, per conofcere , che inogni tempo
fi

articoloda noftri e foftenuto, e


quefto fjredi
cato come uno de principal! della CriiUan
credenza .

La vita eterna , effendo il termine del noilr

pellegrinaggio ,
e in ultimo luogo propofta nc
iimbolo Apoliolico , come uno de principa
articoli della fede . E per verita infiniti fon
i luo-
PRIMITIVE CRISTIANI . 175
,ii tilae-nicntova-
uoghi dcliu Scrrtura.i
diltintamente . Negli Evangel} di S.Matteo,
S. Marco di S. L ica , di S. Giovanni , ne-
,

. Atti de SS. Apoftdi, jieilc Epiitoie di San


.olo ,
c nolle cart Jie letters dc SS. Pie-
-l

), e Giuda ,
iovcnte la vtggiamo noinina-
, o con varj fimboli , e parabole defcritta
) , Nc folamcnte gli Scrittori facn,ma ezian-
) i Padri di quell) dogma , come di uno de
ragionarono nclle loro opcre . Non
incipali 2p. & XKV.

aroqui copiarele autorita de SS. Clemen-


a

,Ir[!,azio, edeslialtri, che horiferite, o


r .
rr- ,. ^ . C X. V 20
:ate di fopra , mentre non e neceilano difron-
cx v
rfi in una cola si chjara , e manifcda . Ba-

:ra foltanto ripetere cio , chv S. Ireneo nel

primo libro contro T Erefle dimoilra ; Rap-


efentando e?li a fuoi leao;itori la formula
A T A^
credere di tutte le Chieie fparfe per Tuni-
1 !

U
r 1-1 t^ j i r^ /! R -
om> c
:rio , cosi conchiude Credono Cninani : i , v 7 . . r . p e tr.
e profeflano il cattolicifmo , che gli Angioli m. v . 12.
isgreflbri , che fi ribellarono all onnipoten- V.v.io.Ju-
Iddio Creatore del cielo , e della terra, e daev - 21 *

iuomini , i quali empiamente viffcro , o com-


(

ifero peccati gravi laranno condannati al fuo-


eterno; e per lo contrario i giu(li,e gli oflfer-
.tori della pieta verfo Dio.j, e de comanda-
enti di lui ,
che avranno perfeverato nel be-
:

,
non eiTendo caduri in verun graven
litto
dopo ricevuto il batteflmo, , o fe cadu-
, avendone fatto la penitenza ,
otterranno
vita . e la incorruttibilita , e la fempiterna
7/x /- r
oria (6) . 1 medefnm ientimenti fono conte-

Jti nc fimboli, che appreflb 1 autore delle


oitituzioni Apoitoliche , e appreflb S. Ciril-
Gerofolimitano nelle Catechefi fi trovano .
he fe nelle Profeffioni di fede . che gli Ereti-
ci
Dfc GOSTUMI
ci del quarto , e de feguenti fecoli alcuni cr
rori contro i dogoii della Trinita , e della In
carnazione leggevanfi, con tutto cio quel dc
gma ehe riguarda la vita eterna , non fu m
da loro non folamente negato , o me (To in cor
trover/la , ma ne anche taciuto . E quetto fj
detto de principali dogmi che ferapre fon
>

ilatipropofti a credere dallaChiefa a f^del

Sappiamo ben noi , die molrifiime altre veri:

circa la Divinita , e Gesu Crifto, e la Chiefa, e

Sacramenti, e le tradizioni &c. fono ftate rive

late da Dio , le quali non pofTono eiTere da nil


no riprovate , o rivocate in dubbio , fenza ii
correre nella erefia ; ma ficcome di quelle f(

Jamente abbiamo ftabilito di ragionare , che

jiegliantichiffimi fimboli efpretfamente fi co


tenevano , cosl procurando di eflfere brev
flamo ftati coHretti a tralafciarle .

. IV
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
577
. IV.

ome I noflrl wagglori per tenerfi fempre prc-


(enti ,
e come dipinte d avanti agll occhi le
veritd della Criftiana religione ,
delineA-
vano fcolpivano rozzamente varie
,
o

immagini , e per varie loro figure rep*


y

frimevano ne fepolcri e ne luogbi


dedicjti al divin
culto .

>
/TA affinche s imprimeffero nella memoria ,
* no-
WJL tenefTero prefenti nella mente le ve-
e fi
2
:a , che o udivano da loro maeftri in divini-
n r 1 r J ^taj ero
, o leggevanq nelle facre fcritture ; procu- rotto
^ano maggiori e di fcriverle , e di figureje
i noilri

pprefentarfele con varie figure , o firaboli , ritadell


l ne ,
e vogliam dire , che
fcolpivano, ovvero tig
tenerJ* 1
lineavano ne fepolcri , e neMuoshi con fa- ?
j -
T T r
i r i
Pr el enti i
,

iti al divin culto . Ulavano ancora 01 far in- -

mtmort a
lere ne loro anelli fomiglianti immagini , le

coratemplando 5 e fi confermavano nella


ali

e infiammavanfi maggiormente all


igione
5

iOr-e delle divine cofc E che di tali figure fi .

viifero eglino per fignificare i


mifterj della__>

lira fede , agevolmente fi


puo raccogliere
Clemente AlefTandrino , il
quaie nel fuo.ter-
libro intitolato cosl fcri- (a)
il
Pedagogo (A) ,
Cap.xr.
Se nell anello e fcolpita la
irnmagine del pe- p.24?.Edit
:

tore , deefl ricordare il Criftiano di an


quelli ,
2 fono
per 1
acqua regenerati . Ma come ab-
.010 accennato , o efpreflamente nelle ifcri-
ni
dograi della unita, e della trinita di Dio,
i

li
Criftojche fede alia deftra del Padre,e della
1

:e e unione colla Cliiefa e della in.j


;

, requie
M Dio,
378 DE COSTUMI
io,e della cterna vita 3 o con varie figure,c flm-
boli , o arsche con lettere efprimevano . Mol-
tiflinie di quetfe tali ifcrizioni Icggiamo noi

appreilb il Muratori , il
Marangoni , il Grute-
ro , il Boldetti ,
il Fabretti , il Bofio ,
e i Arin-

go . Ella e belliflima quella, che riferifcc il

e che fu rrovata nelle catacombe di


CODeCem. BoldettiO")
J. n. c. x. Roma. Riguarda elia la nnita di Dio , e.j

pag. 45^. C onfiile in queite poche parole ^f r^itdio cbt


:

cinquantotto anrJ ,
vifje
e mefi undid , e giown

died, e credette in un folo Die. In un altra,


che dopo mold raccoglitori di antichita , ha
riferito il Signor Marchefe Maffei nel fuo Mu-
e
T. 17?. feo Veronefe (0, e riguarda la grandezza,
Jaeternitadi Dio, leggiamo :

*Al Dk grande , ed cterno ,


Stazh Dh-
doro .

Tsr effere flato efaudito &c.


Parecchie altre fomiglianti a quefte ifcrizio-
vi abbiamo nni defcritte nel terzo Tomo clelk
Antichita Criftiane , che volentieri tralafciamc
Abbis
per non apportar tedl) a leggitori (c^l
.
P. ip.
moeziandio rapportate nello Ik Ho luogo alcu
e
ne, che la divinita di Gesu Crilto ,
dell<

Spirito Santo riguardano , come quella


^ s

(d) 1?. *r s Dh Santo , e uno Crlflo {d) , e T altra T^M :

Spirito: A
Marcianeta &c. QiJanto alia pac
ufod
colla Chiefa , egli e certifTimo che quell
in pace , non altr-
poire fempre nelle Lipidi:
ch era
iignificava, fennonche colui, trapaffa
fantaChic
to, avendo goduto la pace della
fa , fi fperava, che godeffe-dopo morte
la pac

nel Regno 4e cieli Ma circa P articolo


. , pe

cui noi confefllamo, che Gesu ialito in


ciel;
la ifcri
fiede alia deftra del Padre , c celebre
zio-
DE* PJUMITIVI CIUSTIANI. I

lone grcca riferita dal Muratori (<z)


che tra- CO T. IV.
otta in pian volgare flgnifica; ; 5****:
Iddh cbe Ji di Infcription.
,
* * 5
"

^f//tf </6>/?rd
<te/
2Wre,
y
Scrivi net luogo de Santi
Tuoi r anima di A ettario .

inalmente , che i Crifliani ,


i
qualipiamcn-
viflero ,
e perfeverarono nel bene , dopo
lorte acquiflino la verufelicita , la vita etcr-
a , la gloria , e la immortalita 5 non folumentc
ofta dalle facre letterc , come abbiamo di fb-
i
ra oflcrvato ,
ma e ilato eziandio efpreffo nel-
\
lapidi lepolcrali da nollri maggiori , men-
e in alcurse di e(Te leggiamo: vive in Dio ,

i*ye n?
Santi , fla in luogo di face , nel refri-
trio vive in eterno
, Tralle altre che riferi- .

:onfl dal Muratori nel quarto Tomo del Tefo-


-)
,
fi ritrova una ifcrizione Greca di una don-

a per nome Maritima , che tradotta in Italia-


o ha queflo fignifzcato (/). (b) T, 411.
Maritima venerabilc bai eflinto il tno
dolce lume .
^vtvi teco tutti i
fegni della immor
talita &c.
un altra latina , che trafportata alia noilra
ngua ha il fenfo fegueme Io credo , cbe il :

i/o Redentor fui-ve ,


e nelT ultimo giorno mi
ptfcitera dal la terra , e nella mi a carnc yedro
mio Slgnore &c. Ma paffiamo a fimboli , o
gure , che ufavano i uoftri antichi per tener
refente alia memoria cio, che credevano . Ab-
iamo ofleryato di fopra effere flati defcritti :
er ifpirazione divina i libri dell antico e del
,

uovo tellamento 3 e che in quello , oltre i


ogmi e i fatti chi^ramente defcritti , per
,

arie figure erano Hate


predette le cofe , che
2 do- M
i So c o s T u M i
n i*

doveano avvenire nel nuovo.Or quefte medefi-


me figure ne marmi fepolcrali,e nelle pareti de*
facri edifizj i noftri maggiori in baffi rilievi ,
o
in pitture riippr-efentavano , affinche veggen-
fi ricordaflero del loro fignificato , e
gendole ,
confermandofi nella vera credenza , fi animaf-
lero ancora a ben operare , E primiei-amente
acciocche firammentaffero della loro origine ,
c penfaffero , die noftri corpi efiendo di terra
i

compo(H,dovranno converrirfl ,
e rifolverfi di
ViJc- nuovo in
(a) terra, incidevano nelle gemtne (4),
e ^ipig n ^ vano ne ^ e muraglie la creazione del
^Ck^ ft*
we 27 primo parente dell uman genere , e la forma-
zione di Eva dalla colh di Adamo . Un altra fi.

(to C a g
n i^ caz one
"
^ di quefta figura apporta Tertullia-
pap. w. no nel libro intitolato dell anima.(/OSe Adamo,
dice egli,erafiguradi Cri(to,il fonno di Adamo
rapprefentava la morte di Crifto medefimo ,
il
quale dovea per la morte dorm ire , acciocche
ancora pel lato di lui fi figurafle la Chiefa ve
ra madre {ki viventi .
Veggendo inoltre una

(c) Clem, tal figura (c) fovveniva loro, che avendp Id-
,

Kom.Epifc. dio creato 1 uomo , dee quefti procurare di ten-


ad Corinth. j ere co jj e buone opere a Dio , le cui open
11 *v tutte fono perfette . Rifvegliava ancora urn
tal immagine nelle menti de fedeli la memoria
non fob dejla creazione , ma eziandio della
forgente delle difavventure deiruman genere
che fu il peccato del nodro primo parente Ada
, mo 5 e della redenzione , e della falute appor-
tata da Ges{l Cria ch * a PP ellato da ? Paol(
Corinthiot!
c.xv. v.^j! Apoftolo il fecondo Adamo (cQ.Rapprefentava
no eziandio i noilri Antichi nelle (culture ,
e di Eva ,
pitture loro Je figure di Adamo,
<

o dell albero della vita,e del ferpente,che ingann(


P"C . . .
x i* fi*
i fuddetti noitri primi parent! (0 e a mpiie <

tra-
CRISTlANt. I 8I
rafgredire il
precetto del Signor Iddio^e
;iare il
pomo ; affinc-he poteffrro avere d avan-
i
principj della difgrazia , e della
agli occhi
i

chiavitii delPuomo , e rieordarfi poi della cle-


neiiza ,
e virtu di Crifto , per cui abbiamo
vuto la liberta , ela fperanza di giugnere al
dimento del regno de Cieli (a). Ne tra-,^*
>oflft

.. !/ *** ?* i % i- OU neopn.
afciarono gia efll di fcolpirene maimi , e di- Anoch.
)ignere nellc pareti de cerneterj , e d e lubghi lib. n. AJ
iedicati al divin culto Ic imm.igini di Adamo , AutoJ. n.

1 di Eva(fcacciati dal paradifo terfcftre, e pen-


:

iti del loro falio ), e delPalbero altresi , affin-


f J"^^
he veggendole, fovente rammentalfero, che cum fryph.
fl

>er
alberodellaCroee,incui Gesu Crifto vol- n.i.xxxvnr.
l

5 morire per fal var uomo , i pcccatofi con- p i9tf &


1

e facendo penltenza delle loro col- CXX1V


* y}
-ertendofl ,
re t- r^ 2.19
\

poflono ncuperare la grazu di Dio , e


>e,

erfeverando nel bene giugnere a quella beati-


udine, per cui fono ftati creati (o\ . Oltre le
r r -i i i .
itture , e fciuture eipnmenti la ftoria di
^ nt ; oc h ib.
idamo troviamo noi moltiflime negli antichi
,
p.jpjj vide
emeterj de Criftiani che rapprefentano Abe- T. 111. An-
,

2 uccifo dal proprio fratello Caino


(c) ; Noc "1

a
ell Arca, e la colomba , che apporta il ramo P

i ulivo in fcgno della pace ; Abramo in atto di


icrificarc il fuo figliuolo Ifacco ; Giufeppe il vO T . 1 f.

J
atriarca venduto da* proprj
r fratelli ; Mose J
.
,. ,,
Tofeta in atto o di cavar Pacqua dalla pietra , f
di ricevere da Dio la
legge ; Faradne fom-
nerfo nelle acque del mare ; PArca del Vec-
hio teftamento
; il Candelabro Sanfone , ;

jiobbe , Davidde , Eiia , Tobia , i tre gio-


-ani Sidrac , Miftc e Addenago nella fornace
,

llefi , Daniello 5 e Giona 5 ed Ezechiello Im- .

)erciocche per la prima figura erano cglino


-mmoniti a fuggire la invidia , che fu cagionc
M 3 del
282 & E* C O S T U M I
del fratricidio ,
e a imkare la pazienza , I;

(a) Clem, fortezza di animo , e la innocenzi di Abele (4),


Rom.Epifc. il quale effendo ilato fi^ura di Gesu Criflo Si-
ad Corinth.
g nor no ftro ^
e della Chiefa , potea muovere
! &
J. lieor)^
*"?
fii I.
riguardanti a perifare, per qual fagrifizio, e pei
.

t /-
*
i

u ^ ft n g ue aboiano gh uommi ricuperata I;


f <

? .

Antioch. 1. $
ii. n.xxtx- liberta e la falvezza , e quali efempli debba-
,

p. 3P4- no imitare per conferva re lafede, e la inno


cenza propria di chi vive rid grembo del Cat.
(b)rniJent* tolicifmo (b^ Laitnmaginedi No ,
6 e dell Ar-
.

In Praef. A- ca, e della colomba , che porto il ramo di uli


marthigen* VO)Cj avanC a noilri maggiori motivo di confide
)

rare * c le ^ ^izh figurata nelPArca , febbe


^
%rralllait
Adv. jiid ne ^^^ at a dalle perfecuzioni ^ e da* travagli
c.v.p. 187. de quali erano figure le acque del diluvio, ar
rivera finalmente a godere la celefte pace ch ,

nori avr ^ ma ^ ne (0 QiL anto a ^ fagrifizio d


(c) T. Hi.
^

Anriqmt. Abramo , non vi ha dubbio , che fu figura dc


Chrift.p.$i, fagrifizio , che di fe medefimo offer! il Signon
fefia-
fullacroce all eterno(^) fuo Padre . Dipigne
(d) S. Pan- vano adunque i noftri antichi Abramo in att<

Jinns Epift. di proprio fuo figliuolo Ifac


voler facrificare il

ad Sever. co che
per fignificare , per noi , e per la noftr,
^lvezzailF.igliuolodi Dioofferl fe fteffo full;
fff
Ne folamente Ifacco , m;
"

r*
.veron.
(l
Croce in fagrifizio
.
.. .
c . .

Giuieppe ancora figliuolo di Ciiacobbe ru ngur


di Gesu Crifto . Poiche flccome Giufeppe pe
aflio , e invidia de fuoi frateili fu venduto
c foffri molte difgrazie , e finalmente fu innal
zato a un grado fub!ime di dignita , e di gloria
ficche gfovo a quei medefimi , ch erano itati 1
cagione delle fue difavventure ^ cosi per laiai
magine di lai erario eccitati i fedeli a confidera
re , che Gesu Criilo fu venduto da un fuo di

fcepolo Giudeij e per cagion no/Ira fof


a
fri infiaiti
travagli, e patimenti, e dipoi averu
tri-
DE* PRIMITIVI CRISTIANI .

ionfatodel pcccato , morte , reilitul e della


falute , e la gloria a quci medefimi , che of-
aveano co loro peccati
fo 1
Rapprefen ,*
.vano ancora. nclle picture , e nellc fci<lture ,
in molti cemeterj , e in molte urne fe Chrirt. pag.
>me
(<0

A.
olcrali veggiamo , Mose vicino al ro veto, 34-
er dinotare ,
che ii Verbo divino com par ve a
refer i affai prima , che affumefle la umana na-
ira(6) ; e ficcome quel gran legislature ,
ef-
(^ j u a; n .
ndo ftato chiamato da Dio ,
fl fciolfe i
calzari, Apolog. r.

erciocche era ftato avvifato , che il luogo in n. ixm. p.


*
uiftava , era fanto , cosi in un tale atteggia- ?5
lento talvolta fu egli da noftri maggiori deli-
eatb , affinchc s intendeffe da riguardanti ,
Dii
qual rifpetto , e venerazione doveffero fla
1
- ne luoghi dedicati al divin culto (r) . Efpri-
evano pure il fanto Profeta in atto di riceve-
1 n T i i (V) i i T. III.
? le tavole della Leeee da una mano, che com- \
in if- /- T Antiquir. i

anva dall alto,per fignincare , che come dopo chrift. pag.


)tte le prime tavole della
legge date dal SI-
lore a Mose , furono fatte altre due : cosl da-
.
la nuova legge, dovefle ceflare 1 antica : e
io , effendo inviflbile , e naturalmente da-
i uomini conofciuto per le opere create dalla (J ) T;
ia
onnipotente virtu indicata per la mano ,
ie o dipignere , o fcolpire in alto da
fpleaii
rlmitivi Crifliani (rf) * Per la verga , con cui
lose percofle la pietra e fece fcaturir acqna I .
,
,^ T ift
i
abbondanza
dinotavano o la virtu di Crifto, Dlalee.cuni
,

sr cui le
genti , ch erano nell aridita , e nelle Tryph. n.
nebre della ignoranza, acquidarono la
cogni- LXXXVI. p.
one del vero Dio (e) , o la Croce . S. Giufti- m:m ^ - -

3 Martire nel fuo celebre c *** pn 1 *

Dialogo contra Tri


??7
>ne Giudeo , parlando dell albero della vi-
., e della
verga data al Profeta Mcse dal Si- CO Nm.
iore , L ^ xx ^^
dice, (/): che fu egli wandato il p-

M 4 fan-
1
84 I> * C O 6 t U M 1

fanto legislatore a liberare con efla il


popol
9
d Ifdraello,e per eflfadivife , efece fc; il mare
turir Pacqua dalla dura pietra, acciocche <quin(

s intendeffe la feconda venuta di Gesu Grift


Redentor noflro. Oflfervanfi ancora ne Sarcofi
gi degl! Antichi Criftiani alcune figure , &i
rapprefentano Faraone colla fua annata Tom
merfa prodigiofameme ncl mar roffo , colie.
quali figure i noflri maggiori erano ammonit
di non temere le perfecuzioni , e le calunnie
e le infidie , ch erano loro tefe dal nemico ,

di fperare , che fuperati gli sforzi delle pote


ila infernali/arebbero giunti alia patria dc bea
ti,per eflfere perpettiamente felici (^). Trafafci
varie altre fignificazioni di quefta figura , pe
i"
non diffondermi di vantaggio , le quali per altr<

[
^ono ^ ate ^ a me rife rite nei terzo Volume dell
. mie Antichita Criiriane (6) . Vedefl puredi
pintal Arca del Vecchio teflamento nclle cap
P. de cemeterj , poiche ella rapprefenta
38, pelle
vala dottrina di Crilto fkurata
^j
nella manna
che in efla fl confervava , dalla qual dottrin
non ilpuo niuno difcoftare^ fenza commetter
6t
un enorme delitto (c) . Trovafi eziandio nell
A/ex T>

ftrom .
lucerne , ne fepolcri , c nelle gemme incifo
pag!
5-78. Scpag. o icolpito , o delineato il candelabro, percioc
che dinptavano per eflb i Criftiani il Redentc
re , che collo fplendorc della fua celefte dottr:
CJem. na illumina fedeli(rf) . Erano parimentei foli

Alex. ibid, i
primitiyi Crifliani di rapprefentare ne fepo.
P a S- J^3- cri , e nelle Lucerne , e nelle picture Sanfone i

atto di levar di pefo le porte di Gaza Citu d<

Filiitei , per ilgnificare Cri do ,


che ruppe col

(e) T. 111. fua morte


clauflridell inferno C^) , e apri
i
:

Anr.Chrift. mortal! la Itrada del paradifo ; Giobbe nell


t a S 4i flerquilinio per animarfi a foffrire i travaglicc
1)1* PHIMItlVl CRlStlANl . 185
.zienza ,
e fortezza di animo (a) . Elia nel M TertuH
cchio di fuoco per dinotare la gloria , che
:everemo in Cielo dopo le difavventure , e
^
pa
~
"
de
c

14Y.
x

incomodi in quefta vita foffcrti (&) con raf-


gnazione e pazienza ; Davidde col la fionda
,

"mano in atto di ferire Goliat Filifteo e libe-


^
>

"

re dalla popolo d lf-


imminente fervitu il

raello,per flgnifkar Criilo Salvator noftro, che


nfe 1 inferno , e rendette la liberta a mortali W l l

) ; Tobiaj perciocche in virtu del pefce ricu-

TO la villa ,
e vide libera la moglie del fuo
^liuolo dal demonio ,
e fu inquefla guifa fi-
iradi Gesu Crifto , il
quale illumina ogni uo-
o, che viene in quefto mondo , e ha raffre-
to 1 antico ferpente , cioe il demonio, che
iucea 1univerlb (d) 5 I tre giovani nella for
ce ,
i
quali ne ufcirono illefi , per dinotare ,
c fenza verun danno avrebbero i Criftiani

perate tutte le calamita , che loro avveniva-


,
e farebbero ftati innalzati al regno celefte Ce )

); Daniello nel lago fenza eflfere aflTalito da


3ni, per muovere coU efetnpio di lui i noftri

foffrire qualunque avverfita ; poiche Iddio


-ebbed ricordato di loro , e gli avrebbe pre- _,

iati [f] ; Giona nel ventre del pefce , il qual


JJI^Q j
:fce era rapprefentato per un dragone , accioc- ] i. c .

e i fedeli penfaflero a! Redentore , che dopo pag.jtf.


iua morte , ftette fotterrato tre giorni , e_-?
nfe il draeone cioe il demonio , e diede la .

n rr ^
>??

!- 1U s \ i. r 1
:ra liberta alruomo () e lo Iteuo Giona fot- ;

1 ombra
dell ellera 5 o della zucca , per dino-
f \ TL t */-f

re, che dopo itravagli , faremmo pervenuti


luogo della pace, edel ripofo (/;); Ezechiello,
;r aver
quel Profeta chiaramente parlato della 0) Juftfn.
furrezione de* morti , ch eiTer dicemmo uno Marr.ApoI.
J LII
credenza
n<
t
principal! articoli della noitra (/>

Che
DE COSTUMI
Che fe maggiori nelle picture , e fcnltr
i noflri
re loro efprimevano le figure ritratte dal Vec
chio teftamento,molto pift doveano ferviYfi de
leirnmagmi, che ranprefentafTero g!i avveni
menti ,
e i
dogmi defcritti nel nuovo, Qmru
& che in varie maniere dipignevano ,
o in ma-

mi fcolpite rapprefentavano le Immagini del R


dentore . Or lo efprimevano eglino, o
me fe ftufle fopra un monte , dal quul men
fcaturiiTero i
quattro fin mi del paradifo , p

(a) T. 11J. qualifono figurati qtiattro Evangelj, (a), 01


i

p-?g. comefe teneffe unbaflone in mano, per dinot;


la potenza di lui nelPoperare i miracoli ; 01

come mano Una Croce, trofeo


fe aveffe in de!

falvezza dell uman genere, la qual Croce in a

cuni rnonumenti e rapprefentata come tcmp<

flata di gioje , per dimoftrarne il prezzo , e


valore di lei,e talvoltae iemplice;ora l^)tco la
gura del buon paftorejavendoegli detto di efiei
tale ; ora fotto la immagine di un agnello pc ,

dinotare la manfuetudine, e la innocenzadi In


ch era fenza veruna macchia . Aveano par
mente in grancliffima venerazione il fuo fan
nome.Laonde con due lettere greche ( cioi? c
X. ecol P-(6) che corrifpondono alle due pi
C
i 6.
me della VOCC Crift Vale a dirC al C C al R<

Pefprimevano ,
le quali lettere unite iniieme
ficche il X. colle fue afte decuffafle il P , e foi

matte una figura fimile alia Croce, indicavat


anche la vittoria da lui riportata con quel fall
tiferofeg no fopra I implacabil nemicodelPumz
genere . Veggiamo noi pertanto nelle lapidi
e nel e urnefepolcrali , ne vetri, nelle gemm
nelle lucerne, nelle pitture degli antichi Cr
fliani quello tal geroglifico monogramma fo

raato or in mezzo a una corona y or attornia


da
I)B* PRIMITIVI CRISTIAN1 187
una fpecie di diadema ,
or femplicemente
iza ornamento veruno (d) , Ne deefi credere, ( a) T. llh
? il primo , che fi ferviflfe del Monogramma, Antiquit.
-h
le Coftantino (mperadore iiientre il Bofio, :
ft -
Pa
|.
*
vringo, e gli altri,che illuflrarono le Antichi-
CrifHane,atteftano, eflfere ftato fcolpito nelle
)idi fepolcrali di S. Mario foldato , che morl
irtire lotto Adriano//?) di S. AlelTandro,che (b) Tom. I,

Iii
f ^^ A "^
* *

)riofamente combatte per la religions , e ot- ^nt*


r A Chilli. P3(J
a corona del tnartirio fotto Antonmo
) ,di S. Primizio martire , e di S. Ermete
rimente martire , quali certamente prima (c)
i
M.
Coftantino trionfarono de nemici del Cri- pag-433-
mefimo Perlaqual cofa Peruditifiimo Si-
or Senator Buonarroti nella Prefazione del
3 celebratiffimo libro de^etri Cemeteriali^d*) (d) P, xiiu
erva ,
effer molto probabile , che i Criftian^
minciaflero aufare il
monogramma fino nella
imitiva Chiefa, e quando forfe ella ancora
:ita non era dall Oriente , mentre eflendo
mpoflo di parole greche , averlo fempre^^ 1

Dperatocosi anco la Chiefa latina, una tal


gine molto antica , e prima , che fi veniife
adiwfione, o diftinzione della Chiefa Gre-
e Latina dimoftra E non farebbe .
,
gran fat.
, aggiugne egli , che avefle avuto la fuaori-
ie circa il
tempo fteflb , quando i fedeli fi co-
nciarono a chiamare Criftiani , come per
a cifra , per adoprarlo nelle letters Ecclefia-
:he particolarmente ; una delle quali pare ,
efi rapprefenci in
quel volume fvoltato , in
e fcrittos dominus
i

pacem dat : col mono-


imma, che nel
mofaico antichiffimo di S. Co-
nza creduto de
tempi di Colhntino , il Sal-
tore confegna ad un
Apoftolo, e fembra ,
e 1 artefice abbia voluto
imitare la forma del
le
i88 i) i c o s T tr M i
le lettere dette pacifiche Alle volte ancc .

ufhvano nodri maggiori


i di unire qualche fig
ra rapprefentante un Profeta infiemecolrr
nogramma ,
volendo forfe indicare , che Cri
Meflla,e Legislatore,e apportatore fall della
fu da Santi del Vecchio teflamento predett
OfTervafi appreflb il Liceto,lo Scacchio , il (
falio,e altriuna lucerna di metallo, in cni vi
rapprefentato Giona giacente fotto ombra 1

una pianta di zucca , la qual pianta facendo i

fuoi frutti, come una corona, comprende il IT

(a)tom.lll. nogramma(d). Egli pure antichlfllmo Pi


Antiquit. di porre ne monument! le due lettere A.
Chriftp.7i una dclle quali e il primo e 1 altra Pultii >

elemento deli Alfabeto Greco, avendo de


Gesu Criilo apprefib S. Giovanni nell Aj
caliOTe (6) io fonoP Alfa, e
:
Omega ,il pr 1
(b) OP. i.
v. 8. cipio , e 1 fine . Per la qual cofa Prudenzi
E appellato , dice ,
Alfa ,
e Omega il
Signo
egli e origine e il fine di tuttt
perciocche 1
.,

cofe che fono


,
3 che furono ,
e che far;
(c) Hymn. , \
Cathem. p.
!
^C
E non loumente le lettere A ft. e XR,
eziandio unicamente la Xprima de , ch e la

parola Crifto, ufavano per flgnificare lo fit


,

noftro Salvatore . S^rvianfi anche talvolta d


lavoce greca IXrS , le cui lettere , fe fc
prefe unitamente , fignificano il pefce ,
qual fimbolo noi parleremo alquanto dopo
c
,

divifivamente formano
-
le iniziali delle
, pan %
f^ j~^

greche Itxroi/f X^/CTTO^ &toi> Tor 2&T .

Crifto, Figliuolo di Salvatore . La qual c Dio>

foleano eglino adoprare , forfe per accenn


let
quei vcrfi detti Sibillini , le prime
red quali meffe infleme formano la paro!
j avendo intefo chi compofe i v<

me-
DIPRIMITIVI CRISTI ANI .

iefimidi il
figniticare figliuoio d Oi ; f\e-<

tornoftro (d) Tanto erano perfuafi delle o) torn. I


.

ita Jell-a religione , che profcflfavano , e Am.Chrift]


:o erano grati alia memoria dA Maeitro , e P* 54

I
fator loro , che non lafciavano niuna cofa ,
uale conferifle a mantener viva la rimem-
?
i
nza di Gesu Crilto ne loro animi ,
e a in*
i

imare ognuno alTamore , e defiderio di lui.


? fe talora
rapprefentavano Crifto (otto la
ra di Orfeo ne marmi , nelle gemme ,
elle tavole, e nelle muraglie , ciononpro-
iva , perche credeffero eglino alle fa vole,
lefjperftizioni de cieehi Gentili ; ma per-*
ficcome di Orfeo falfamentefi raccontava a
col foave fuono della fua lira avea fatto di-
tare rnanfuete le fiere; cosi i noflri mag-
ri volendo fignificare , che Gesu colla fua
trina ,
e colla foavita del giogo della fua di-
i
legge avea veramente tolta la fierezza alle
barbare , e crudeli nazioni ,e aveale indot-
.d abbracciare col Crillianefimo la unione ,
.pace, fervironfl di quefto flmbolo , come
folamente nel Terzo Volume delle noftre
*
afi
tichita Criftiane (Z>),iTia
ancora nella lettera
uale della dedicatoria di queflo libro fi
puo
iere, la qual letterarapprefenta una gemma
(liana , che fi conferva nel Mufeo del Signor
nmendatore Francefco Vettori uomo non
10 per la fua modeftia , che per la vaila fua
dizione illufire.Quindi e , ch Eufebio Cefa- / c Ct
^
nfe nel fuo primo libro della
Evangelica Pre- p a g. tu
azione (c) egli e, dice , un evidence fegno
:

lapotefta di Crifto Salvator noftro Peffetto


la
predicazione della dottrina da lui mede-
o infegnata .
Imperciocche appena comincid
.a eflfere che i
divulgata 5 popoli piu feroci,
c bar-
D E* C O S T U M I
e barbari fi avvezzarono a eflere
manfueti. No;
ardirono piu i Perfiani di cejebrare, come avan
ti erano foliti di fare colle madri , o colle fo
3

relle loro le nozze ; non fi fi clbarono


piu del!
came umana gli Sciti ; non vidtro piu nell jfi

a-ltre nazioni
quelle brutture , che la modefti
vietadi nominare , delle quali per lo paffato
gloriavano ; ne immolarono piu i Maflageti
3
Joro vecchi agli Dei . I Tibariti , e gl Ircani
e i Cafpf deteftando le paffate loro crudelta
non efpofero piu a cani i loro parenti , i qua!
o foffero moribondi , o foffero rnorti di frefco
ne fbtterrarono vivi coloro , che erano lor
per amicizia , o per parentela congiunti ,

che per la eta decrepita non poteano lun


gamente campare . Ma per un altra ragionear
coragli Antichi noilri fervianii della figura i

Orfeo . Erano /late pubblicate fotto il nome c

quefto celebre poeta, che fecondo a cuni Scri


tori non fu mai nel mondo , alcune opere, ne]
le quali jf] facea efprefla menzione di un vet

(a) Enfeb, Dio,e del iuo Verbo.Qu,efte effendo tfate citat


jib. xiii. da alcunide noflri Co) Scrittori, moflfero pi
pracp.Evang a vventura i Cridiani a fervirfi di quefto tal fii
c. xn. 9
pag, b ]
^ cofrie fl fervirono de limboli tratti d
4% e(i *
Vecchio teftamento , perciocche in e(To del

venuta del figliuolo di Dio i Profeti parlaronc


Mala maggior parte de critici Autori non an

mettono quelle tali


opere , che vanno fotto
nome di Orfeo, nel numcro delle fincere ?
e a

provate .
Oltre le immagini veggonfl ne;
di Crifto ,
9

lapidi 5 e nelle pitture de cemeterj , ne


v
tri , e nelle lucerne degli Antichi Cridiani
1

figure de Santi Apoftoli Pietro , e Paolo } c


?
a Roinani 5 e ad altri popoli annunziarono la far
fe-
DE* PRIMITIVI CRISTI ANI . I 9I
e 00 di Criib, diS. Dama, di S. Loren- (O torn. III.
An (
di S
Agnefe, di S. Simone, di S. Floro,
^- o \T- T^- , F- 83. ieqq.
San Cipnano, di S. Vincenzio Xicono ,
J

S. Srbuilipno, di S. Sifto , de SS. Mile,


done , e Sent , e dimolti altri Martiri , che
fangne loro confefTiirono Crifto e iDuftra- ,

la Chiefa , e acquiftarono la corona ne


1

li..

Jfavano finalmente i nollri maggiori di fcol-


e ,
o dipignere varie figure di animali , edi
e cofe, per dinotare gli affctti loro verfo

), p un qualche midero della fanta fede .


(b) tom.IIi.
ciTvio (^>) fignificavanO la tioiiditajche do- Ant.
ino fchivare ,
sVrano pre/i da nemici del
ilianeflmo, o la celerita nel fuggire i pcrico-
per non cadere temerariamente nelle mani
perfecutori (c) ,
o il defiderio ,
e la fete ,

aveano di pervenire alia patria dc* beati ,


de Coron,
nirfi eternamente con Dio alludendo al Miht. c. i,
,

"odclfalmo: cerviodefidera come


fonti il i

!e
acque , cosi I animaraia defidera voi, o
) Pel cavallo indicavano la velocita ,
(<0. ^a) TC. 41.

cui correr doveano ad abbracciare la verita

Vangclo (O Pe leoni dinotavano o la for-


.

za con cui doveano fopportare qualunque p


,
ag 90 . .

imcnto per Crifto , o lavigilanza, che fa


opo u fare per non (/) cadere nel peccato , o
loftro Redentore chiamato nelle facre lette
Leone della trlbu di Giuda g) . Per lo lepre (g) Apocal.
? c v*
lificavano forfe I ne quali conti-
pericoli ,

imente ritrovavano per amore di Gesu .


fi

che TertullianoneJ libro intitolato Scorpia-


V;) pernoialtri , dice, come pe leprot- (h) Cap.
: r,

e deftinata la caccia, e fiamo da lontarso af- pag.4S8.

iati, e nentlci^ fecondo il coftume loro, con-


i

di noi mcdefiaii incrudelifcono . Per le vol.

Pi
C O S T U M I

ad intendere,che non dobbiam


pi volcano dare
(a) Lib. 111. noi effere fomiglianti per la fuperbia e p<

Ant.Chrift. I ^ftuzia a quefto animale (4) . Per le coloml

indicavano la femplicita predicataci da Ge


Crifto allorche ditfe , fiate femplici come ea
(6) ; per lo pavone , e per h fenice
(b) Tom.I. lombe
ft.
re furrez one (c) ; pel gallo la vigilanza (d]
j

per I pefc e o Gesu Crifto figliuolo d? Dio,pei


ciocche le lettere della voce greca iX0T5 , d
(e) Clem,
^nificaprefe divifaraente indicano
pefce 5
Kom- bpiit. TO. % r ,
Sa vatore niedefi.mo ; e preie unitamente
ad Corinth.
rinati nell acqua del fan
u;ij. P.Z.I, fcdeli , i quali fono
Edit. Cou- batteflmo , dicendo Tertulliano nel libro, c!
tant. & nos CO
mpofe per difendere qucftofacramento al c
P Pr ^ mo n0 pefcetti fecondo il pefce noil
: ^

GQ .
Cri to nafciamo nell acqua , ne altr ime.
!
ti , che rimanendo nell acqua, potiamo falvar
Sebbene non folamente Crifliani foven i

Terviano diun tal fimbolo ,


ma talvolta ai

92- cora Gentili nelle loro lapidi fepolcrali , fo


i

fe per accennare , qual era 1 arte di colui , c


"

(^ i

Tom. I.
111 ( ue ^
l luogo era fepolto . Confervafi nel
Ant.Chrift. Smirne apprcflb riliuftrilTuno Signore Car
. de Peyfonell Confole della corona di Franc
uomo eruditiflimo , e mio particular padroi
una lapida circa un piede alta , in cui fi vc
un pefcatore , che tiene colla deftra una caun
dalla eflremita della quale pende legato a un
lo lungo 1 amo ; e tira un pefce , ed ha la fir
flra mano in un vafo , colla ifcrizionedi fopr;
AdAXU CTNTPO^il MNHM!
ad *Afiaco fuo collet ane o f
wemoria,come vedefi nella tavola , che noi 2
biamo fatta incidere in rame , e porre in que
luogo 5 per non effere flata mai pubblicat;
Oraiiefla ifcrizione non avendo niun fegnq
Cri-
^ A TA
e H
POC ACIAX LO
MNH
M HC XAP N
I
DE PRIMITIVI CRISTIANI .

riftianefimo ,
e da me tenuta per gentiidea ,

t altro fignifica , a mio credere, fe non che


fiaco (ia itato pefcatore
. Per lo ferpente ac- r ,
nnavano i rroftri maggiori la prudenza, aven-
^ v
)ci efortati il Redentore ad effere
prudenti co-
e le ferpi O); per leformfche la provvidenza,
n1 r 10
3icne a queiro amniale fi nmanda da Salomo-
: il
pigro , acciocche impari la maniera di vi-
- re C^)
17 r
Veggonli ancora degli alben efpre tfi nolle T
J ! IL \r ^ 11 W
r T

. ^j.
v~j
^ Ic ^^->

Ant-
itture e fctilture cemeteriali (c)
, ,
i
quali al-
eri dinotano
gli , conofcono uomini che fi

die opere loro , come le fi conofcono


piante
t loro frutti ((/) Ma fono gli alberi medefl- .
(J) Matth.
i,che ofTervanfi nellecatacombe, di fpecie tra 9- YU - v ^3
rodifferenti , laqualdifferenza non altronde,
io m immagino , provenne , che dalP
>me

-er volutoinoftri maggiori iignificare per


con varj fimboii varie cofe appartenenti a*
"a

ifterj della religione , e alia condizione dell


)ino , e alle circodanze, nelle quali fi ritrova- W T. ] II.

mo. Per adunque indicavano la*


lo cipreflb
3
orte quale dobbiamo foggiacere (^) ,
, alia
lo ftcflTo fignificato avea eziandio il ..
pino ; per ! *
palma la vittoria , che oflervando la legge di [^ fe
J

io , e foffrendo con
pazienza , e fortezza di
i
>.imo
travagli , riporteremo (/) ; perl ulivo r ..

frutto delle buone opere , o lo fplendore


jlle virtu s o la pace , o il candor de coftu-
^
i ovvero la miiericordia (^) ; per la vite
,
JL
che come ben offer va il P. Mabillon (^7) era
Ignot. pag
10 de flmboli ufati da primitivi Crifliani ) la 619,
u one de fedeli con Crifto a cui eglino fono,
,

)me i tralci alia vite


congiunti , o il miftero [i] Antiq.
Jla Eucariftia Chrift.T.Iii.
(Q .

Per 1* cafe , die frceano dipingere , o fcol- P a -^.


N pire
^ E
lj?4 C O $ T u M 1

(Yj Pfalm.
pjrene loro monument! , efprimevano o i f<

XLVJH. v.
] cne
cr jne falmi fono appellati caf<

p ^ (<O

o il corpo noflro , che da S. Paolo e chiamai


abitazione (6) , o
cafe delta noftraterreftre
[b] n ?
ad
ja Alette detta da Gesu Crifto cafa del f,
C or caD v v *
eterno Padre (r) . Ma cne veramente per la c
1 i

fa intendeflero ili
corpo dell u
noftri antichi

mo , fl puo conghietturare da una lapida fepc


crale , che dopo il Bofio Aringo , e Mo ,
1

flpnor Bottari , ho io riferito nel mio terzo V


lame delle Antichita Criftiane ((f). Vedefi r
mezzo di effa lapida efprefla una cafa la quj ,

fignijica
il
crrpo; , che p
alia finiftra il
pefce
aver ingojato Giona il Profeta , denota talvo
la morte irrminente all uomo ; alia deftra
candelabro , che indica doverfi avere da ogn
no le lucerne ardenti nelle mani, e vegliar
di fopra la bilancia , che rapprefenta la giui
zia deireterno giudice Gesu Criflo , e da u
che
parte finalmente il fcpolcrodi Lazzaro ,
gnificala reftirrezione , poiche quefti fu rii
(citato dal Redentore , dopo che rimafe quatt
giorni fepolto Per la
. nave , la quale fover
ritroviamo elprefla nelle lapidi , nelle pare
nelle lucerne , e nelle gemme degli anti-
CritHani , moftravano la Chiefa , fuori ci<

quale chiunque rimane , fara


fommerfo nel r
Ant!chrift! re borrafcofo di quefto mondo , e perira fe:

dubbio eternamente (e) Vedefi nella galle .

de gran Duchi di Tofcana una lucerna di met


lo poppa fede S. Pietro , e
nella cui ti<

colla finiftra mano il timone , e colla deftra


i

fo fe un baftone , o un volume e nella pr ,

ftaS. Paolo Dottore dellc genti in atto di P


dicare , e chiamare la gente , che nuota n>

acque, onde fa d uopo credere , che


la
DE PRIMITIVI CRISTIANI . 1

la Chiefr 3
fi:i il cui noccbiVro , e capo dopo il

Rcdcntore e 1
.Apoftolo Pictro ; e in cui
Yato coftituito predicatore, e dottor delle__*
*enti San Paolo (d) . Lo fteffo fignifica la_j
lavicclla , che vedcfi incifa in una gemma
a
miilare da dottifllmi fcrittori ? S
rapportata
Aringo , Foggini , e da parecchi altri , e che
apprefenta S. Pietro , che camina fulle acquc ,
. che per aver temuto ,
e dubitato comincia
i
fommergerfi , ma efolknuto
dal Redentore ,
?
quella , che ofTervafi nelPavorio riferito dal
Bonarroti ,
e dal Foggini, in cui Ci vedono
ilcune perfone , che crcdonfi gli ^\po(loli in de
ne con Crifto ^ che tirano una r-^te picna di
lefci , avendodetto il Rcdentore , che a que-

la e fomipliante il reeno de cieli 5* e ave-ndo


^j ^
gli con queile parole voluto iignificare !a_*
3hiefa. Quefte due figure poflbno eflfereda leg-

;itori vedute nel fregio della Prefazfone di

[uefto volume , avendole noi fatte incidere in


ame , per foddjsfarc alia pieta, alia lodevole
:urio{ita , e devozione loro.
Veniamoall ancora.Vedefi quefta rapprefen-
ata in tutte le raemorie degli antichi Crifliani
iclle muraglie , ne iepolcri , negli anclli , nelle
jemme , e nelle lucerne ; poichenon folamen-
e voleano.
, ch ella flgnificaffe la fperanza ,
lella qual virtu noi parleremo nel fuffeguente
"apitolo, ma eziardio la intrepidezza, la colhn--
(b)
:a ,
e la fortezza ^) .
j>ag.
102.
Oltre I ancora , trovanfi eziandia nelle pit-
ure de nollri muggiori le figure dclle botti ,
;he ftcondoalcuni,
fignificavanola concordia,
^er formarfielleno con varj
pezzi di legno com-
nefli infieme in tal maniera , che uno acco- i

hndofi all altro vicendevolmente ibilengon-


C CO Ms Ve-
I> * e O S T U M I

Vedefi pure in qualche monumento degli


antichi dipinta o fcolpita la lira , perdinota-
,

re , die nbn favolofamente come dicefl , aver


Orfeo con un tale illromento tolta la fie-
rezza alle beftie ma con verita Gesii Crifto
,

Redentor roflro refe manfuete tutte le barbarc


nazioni , e fece si , che il collo al foave giogc
^ e a ^ua e
^ e f ttomette fl~ero (*)
*
(V) Ibid.
105. Veggonfi finalmente le quattro ftagioni
?
dell*

anno rapprefentate nelle memorie dc primitiv


Criftiani ilqualfimbolo quantunque fu anche
,

adoprato da Gentili , con tutto cio non avea


?

apprelTo loro quella fignificazlone , ch erag!


ida noftri attribuita. Imperciocche i .Gentil
crcdendo alle favole de poeti , ed effendo di
fuperftizione ripieni , con fomiglianti figure
ritorno
rapprefentavano il faturnio regno e il
,

o rinnovamento de fecoli trapafTati ; ma i Cri-


fti
per ini lo inverno fignificavano
prefente la

Minpc. vita, per la primaveca il riftabilimerito , e la re-


?
FellxOaav . fufcitazione (i) de corpi , per la eftate 1 amore
Edit.
p. 130. ver f Dio , e per lo autunno il martirio . II
an. 1672.. & brevemente detto de ? fimboli tifati da
c {5"f| a

per fignificare gli affetti Ion


jT Arniq! npftri maggiori
CKrift. pag! verfo Dio , le virtu ,
e varj capi della vera ere
H-4. dcnza

. V,
DK PRI MITI vi en IST i AN i .

*. V.

Liglnfla cvgnizione, cbe aveano


ivine cofc , i
primitivi Crifliani rcgolaffero
le loro azioni ,
e
procttraffero dinon com-
nn tterc alcuna cofa , cbe difdiceffe alia

pieta ,
e alia bonta de* coftttmi .

~1 Sfendo adunque la giufta cosnizionc delle $?***?


r uu- rr 1 Conduce]!*
J
_j divine cole , came abbiamo .
oflervato nej
** cognixjo
-

.
i fi
imo paragrafo,regolatrie delle uinane operp- 9 dA .
rt<

)ni e avendo pracurato noilri maggiori con tinuamcdi


,
i

:rcdibilediligenza e di acqniftarla, e di man-


tawne del
nerla illibata nelle loro menti , non eda ma- ftr^w^/
* eif
vigliarfi, fe moffi e ajutati dalla divina gra-
,
-^ g
i
,
fi
riguardaflcro di non commettere alcun ff ; an ; ^ _,
incamento , per cui fi offendeffe quel Dio , ra/ere *e
e conofcevano , e adoravano ; e ficfercitaf- ne .

*o nella virtu ,
e condueefTero fihalmcnte
a innoeentiflima vita. E per vero dire chi
rfuafo della religione va continuamcnte me-
:ando : efier egli onnipotente
quel Dio , che
oriamo, e Taper egli tutto cio, che nel mondo
vicne , e provvedere ad
ogni cofa , e aver
eparato la eterna gloria a clii vtve dn buon
iftiano, e la pena , che non ha mai termine ,
:hi
opera malamente; chiunque, d-iffi,medita
ie(le verita , ed e fbftemito dal divino ajutn
nfi lafcia trafportare dalla
paflione a tra-
redire i divini coraandamenti , anzi corri-
ondendo agl interni movimenti della grazia v
idiafi di
fchivare qiiakinque male , e di offer-
re prontaraente i
pfecetti del Signore , e,- fa-
ado da una virtu all altra, di renderfi
degno
a
promefla da chi non puo
11 feci-lita
in-gati^-
K na-
D 1* COSTUMI
nare,a eiufti .e che I antichiffimo auto
Qmndi
re del libro intitolato Paftore fcritto , come (^
(*) Lib. II.
manol. i.
p. io mi perfuado,ncl primo fecolo della Chiefs .

Tom.
feguerdo gl itifegnamfenti de SS. Apofloli
i<si. I.
,

B
*?
*
propone in primo luogo la credenza in un Die
onnipotente,e immenfb, che ne fi puo compren*
dere,ne fi puo concepire dalle menti dei morta.
li, e che
crco dal nulla Puriiverfo,e lo perfezio-
no ancora, onde merita di cffere temuto, Efort;
il timo-
dipoi fuoi lettori di temerlo , effendo
i

re come una eonfeguenza di quella fede ,


o cre
denza, che vogliamo dire, e di offer vare
comandamenti lui , la qnal cofa facendo
di
conchiude , che
Criiliaro acquiflera la etern;
il

(b) Nnm. i.
y j ta B on ^
altrimenti S. Clemente Romano nel-
la fua celcbratiflima lettera a Corintj (t
lodando la fobrieta, la pieta ,
la ofpitaliu ,
ii

quali aveano
una parola le le efli ac
virtu,per
quiftato gran creditonella
Chiefa , primachi
tra loro nafceffero le divifioni , fopra tuttc

celebra la fede loro , perciocche da efla eram


regolate le fante loro operazioni
E alquantx .

confermando infallibile ve
dopo vieppiu quefta
rita , cosi icrive : Eravate voi content! dell
dottrina di Dio , e attendevate diligentement
alle parole di lui , ed ettivate nelle fae vifcen
dilatati avendo d avanti agli occhi la paffioi
,

del medefimo , godevate una fublime e beat ,

pace , eravate trafportati da un vivo deflderr


di giovare agli altri, e ripieni di fpirito fanto ,

di buona volonta , prontamente , e con pia cor


fidenza alzavate le mani a Dio onnipotente
fapplicandolo, che vl foflfe propizio, fe
mai av<

fie contro voglia peccato. Di giorno , e di nott


eravate folleciti pertutti voftri fratelli,accio( i

che compito il numero degli eletti di Di


ac-
CRISTIANI .

]ui{h(Te T cterna
falvczza Converfavatc .

fincerita
i
e fenza far male a veruno ,
,

iimenticandovi con facilita dellc ingiurie,


borrivate le divifioni , e gli fcifmi, pia-
evate ,
come proprj , i mancamehti altriii ,
e
n vi pencivate mai di aver fatto del bene
voflro proffimo Pronti , e allegri correva-
.

alle opere buone i) tutto operavate col ,

ior di Dio
e
,
avendo fcolpiti ne
comandamenti di
voftri cuori
lui Ma
^
n.
j{,u. n ,

:onfigli , i
(4) .
pag; a-
come allora i Corintj erano divifi in
fazioni^ %q.
eranfi difcodati alquanto dalle regole del
n die fono
oprare , prefcritte nelle facre
tere il flmto Pontefice ,
cosl a fine di ri-
,

e fare si , chc tornaflero alia vera


egliarli ,
ada dclla vita , rammento loro le mafllme_j
Ha fede, per le quali fe regolati fi foflero ,
rebbero mutaco coHumi . Eglie, dice, fe-
le nelle fue promede, e giufbne fuoi giu-
f] il noilro Dio , die ie a hoi comandadi non
entire , molto meno mentira egli , elfcndo
5
ipofTibile , ch egli o inganhi ^ o iia inganna-
. Si rifvegli adunque in voi la fede di lui ,
3enfate , cli efifendo egli imriienfo , tutte le
fe che fono , die furono , e che faranno,
,

i fono prefenti: Pel verbo della fua magni-


:enza ha egli coftituito il tutto , e per eflb

puo anche ridurre a nulla . Quando egli


)lle, e come voile , creo 1 univerfo ^
e t tit

cofe fono d avanti a lui , e niuna e na-


le

oih al fuo configlio . Vedendo egli perfanto,


comprendendo tutto cio , che avviene , bifo-
ia che da noi fia temuto e obbedito , fe vo-
,

iamo e(Tere liberati nel dl del giudizio per la


la mifericordia dalle pene ,
che meritiamo .
uperciocche come potremo noi fchivare i col-
N 4 pi
I CO S T U M I

pi della fuapotente , e vehdicatrice mano , fe


non procuriamo di far penitenza delle noftre
colpe ^ e di vivere fecondo i dettami di lui ?
Accoftiamoci adunque a lui con purita di ani-
mo , ed clevando le muni a lui medelitno .

amiamo il noih o mifericordiofifiimo Padre , il


ei ha fatto partecipi della fua elezio-

p*
In niedeflmi fentimenti potiamo noi ra-
^

gionevolmente concludere dagli atti di S.Igna-


Apud zio Vefcovo Antiocheno (^) ; di S. Sinforo
n.i. fa
( c) c h e mor \ fotto Adriano Imperatore
mg .14- c r ca P anno 120. di Crifto ; di S. Felicita , c
i

fette liuoli di Iei che %f


tto Antonino

Imperatore circa P anno 1 50. di Crifto patirfr

( Ibid* no(rf) il e dalle Apologie di S. Giu-


martirio ;

t>a
ii. ftino , di Taziano, di Atenagora , di Tertul-
liano , di S Clemente Aleflandrino , di Orige-
nc , di Minucio Felice 3 di S. Cipriano ; d
S. Dionifio ) di Arnobio ,
e di Lattanzio ; mi
flccome flamo aftretti a parlare delia vita ,
ch<

allora faceano i Criftiani ,


e non di cio ,
ch<

dovean fare volentieri pafTiamo fotto


,
filenzic

le loro teftimonianze .

o
1.
Pi PRIMITIVI CRIST I AN I 2OI

Come prtmitivi Crlfliani penfando alia,


i

prefenza di Dio , cbe giiiftamentc


ere-
devano effer immenfo , ft afteneffero
dal peccare ,
e nclla virtu
.
fi ejercitaffero

Cendiamo adunque al noftro propofito , e


S veggiamo,come per la confiderazione del-
i
prefenza di un Dio immenfo,e giufto, flafte-
eflero dal male i primitivi Criftiani , e con~>
mimo ftudioprocuraflTero di attenerfl al bene.
gli
e certiflimo , che i Dottori , e Vefcovi
ella Cattolica Chiefa , iOjuendo i popoli ,
ifcgnavano loro , die 1 ir ^enfo Dio eflendo
er tutto , vede cio , che per tutto avviene,
che pcrcio gli uomini debbono effere attentif-
mi a operar iecondo le lante leggi di lui . So-
D elleno queili infegnamenti le
ripiene di
oere loro , che fono pervenute a noftri tem-
i
, e perche lungo farebbe il citar tutti , fara,
iflevole il riferire il folo paflb di S. Clemen-
?
Romano, il
quale nella prima Epillola a W Bpift

lorintj ragiona (a^) Riguardatevi o


cosi :

iletti miei fratelli , che non cedano in voflro

anno mold benefizj , ch ci comparte . Im-


i e"

erciocche avvifaci egli relle facre lettere ,


he il fuo Spirito c lucerna , che fa
apparire i
-greti del cuore . Confideriamo pcrtanto ,
i i

i
egli c vicino , e che vede non folamente
i
noftre operazioni , ma eziandio i noftri pen-
eri . . . Vedendo egli adunque , e udcndo tut-
>

>
lafciamo i cattivi defiderj delle malvagie
perazioni (i) . Per la qu*il eofaperfuaH i Cri-
ilia-
s
2e2 J> 1 C O S T U M I
fliani della verita di quefti , ed altri flmili am-
maeftramenti , abborrivano il vizio , e ft idia-
vanfi di vivere fecondo le maffime del
Vange-
lo . Laonde S. Giuftiro Martire , che come ab-
biamo offer vato di fopra
, fcrifle verfo anno 1

5
150. la fua
prima Apologia all Tmperatore ,
avendo fentito , che noftri erano accufati di i

empieta , e delle
gravi fcelleratezze, che piii

poffano effere commeffe dagli uomini,e avendo


ftabilitodi moftrare lainnocenzaloro,noto pri-
mieramente ,
che i noflri non erano rei di niu-

Iy . na colpa(<z),e
che fe
qualcuno fi ritrovava, che
46. fbffe appellate Criftiano , e fi difcuopriffe mal-
(b) N.VIK fattore , quefti non era del certo noftro , ma_j
B

qualche combriccoladegli eretici ,


di quali i

vin *
ingiuftamcnte
w ujVpavaoo un tal nome (&) e ,
a
P g 48- t Vif 151 , ^ ^
che tra noi non erano de bi/giardi (c) , ne .

alcuni di quelli, ctiepoteffero effere convinti d


delitto procurandotutti di efeguire i coman-
,

damenti di Crifto . Quindi efponendo egl


la cagione , che moveaci a operare con tanta~

gi 11 ^^ 2 ^ 5 ecl efattezza , cosi difcorre ((f):


Ha
(d)N.xif.
tr,b noi ,olmperatori , il voftro ajuto ,affinch
pag. 50.
godiate pace , mentre infegniamo , che no)
la

puo eflef in conto alcuno un malefico , o un_


avaro , o un infidiatore , o per lo contrari
un amante della virtu ^ che non fia manifeft
a Dio , e che ognuno avra fecondo le fue
buonc , o perverfe azioni eterna vita , o 1

interminabil fupplizio . Se quefti dogmi fofler


noti a tutti gli uomini , niuno per si breve.
tempo pofporrebbe la virtu al vizio, fapendo
che farebbe condannato all eterno fuoco , rr
H conterrebbe , e fi ornerebbe di virtu , e.
per conquiftare il
regno celefte ,
e per ifchivai
5
le pene dell inferno : Laddove tra voi cole
PRIMITIVI CRISTIANI .
2OJ
D ,
che peccano , credono , che bafti il noii__>

fsere difcopcrti da voftri miniftri , e cosi


iiggire le pene che avete ftabilite pe mal-
,

ittori Ma fe coftoro aveflfero imparato , e_*


.

ben perfuafi , non poter mai avvenire,


>ffero

le non folamente le opere , ma i penfieri an-


:>ra fieno nafcofti a Dio ,
almeno per gl im-
linenti fupplizj farebbero onefti , e vir-
iofi. La qual cofa voi agevolmente concede-
?te ,
fe avrete la bonta di conllderarla con__5
ttenzione . Cosi (^) noi dopo di avere ere- (a)N.xiv.
uto al Verbo , ci fiamo difcoftati dal culto de- P a J*

P Idoli , e feguitiamo T ingenito Dio pel fuo

jgliuolo, e quando prima eravamo involti


elle fozzure del peccato, e ci dilettavamo del-
; arti
magiche , ed eravamo avari , e crudeli,
dalP odio trafportati ; ora oderviamo la ca-
ita , iiamo
confagrati al vero Dio , abbiamo
i com une ficche ne godono
le noftre fuftanze
,

icora i
poveri conviviamo
, colle genti ftra-
iere , e preghiamo pe noftri nemici , ed efor-
amo tutti a vivere fecondo grinfcgnamenti di
riilo e ad avere bona fperanza di
,
5
confegui-
: il dominatore dell univerfo per loro pre-

Sono fomigliantifllme T efprefiioni


a qnefte
fate dal Marrire Delia fua feconda Apolo-
S.
a Imperciocche avendo egli dimoftrato a
.

omani , per qual motivonon erano attenti a


3rar bene i
gentili , cosi de Criftiani ragiona :

la dirammi
qualcuno: uccidetevi da voi mede-
-ni
:

e andate a ritrovar Dio , e non ci ftate a


,

ifaftidire Diro qual fia la cagione, per cui non


.

ogliamo cio fare , e per cui interrogati , con


trepidezza confefliamo di effer Criftiani . Non
ftato creato in vano dal
Signore il mondo >

xna
*

204 D B c o T u -M i

ma per gli uomini


. Or
piacciono aDiocoloro,
che lhidian.fi d imitarlo, e gli difpiacciono

quegli altri , i quali o co fatti , o colle parole


ardifcono di appigliarf! al male. Se noi incru-
deliamo in noi medefimi, chi potra infegnare
agli altri la maniera di fervire al vero Dio?
Non neghiamo pertanto , fe di effer Criftiani
ne flamo interrogati , si perche non vogliamo
mentire , si ancora perche non ci rimorde la_j
cofcienza di aver commeffo alcun male , e si fi^
nalmente perche crediarno , che fia un empie-
ta il non dire il vero in tutte le cofe , fapendo
noi che la noftra condotta e gratiffima al Si-
N.
>

(a)
IT.

Acconfente a S. GiufHno Atenagora filofofc

Criiliano, ilquale avendo faputo che i no- ,

ftri erano da gentili perfcguitati a morte .

nulla temendo pericoli, purche poteffe e(Te


i

?
re a fuoi fratelli di giovamento, prefento a
Marco Aurelio Imperatore una grHviffima-
Apologia , per cui con ragioni fortiffime rek
a tutto il mondo palefe la loro innocenza . Que
fTi fra le alt re cofe efpoile nell Apologia me-
defima , che da molti e appellata legaziojie.
comprefe ancor la feguente . ,, Sapendo r,oi
3, die Dio e prefente a cio , che noi e parlia-
3, mo e penflamo , cd efsendo perfuafi , ch
,

3, egli
e tutto lume i e ehe vede quanto abbia
mo nafcofto ne nodri cuori , e ch egli do
33 vra accoglierci nella celeite patria ,
aliorch
C i \
*

liberati da quefta vita voleremo al paradii

per condurre un altra affai piu eccellente


e che fe abbandonata la virtu , avremo ar 1

dimento di feguitare il vizio , e ci punir;


col fuoeo , ehe non fl eflinguera mai fa ;

pendo 3 diffi, noi queile tali cofe ,


come pu<

efie-
RE PKIMITIVI CRISTIANI . 2
eflfere verifimile
, che volentieri pecchia-
mo ?
(<0
. Non ci muovono a operar be- (a)
. .

ne le fole umane leggi , mentre gli uomini , n?xxxi.pa


ehe govcrnano non poffono faper tutto 9
, \*
quello , che operiamo. La Legge di Dio ,
che tutto vede , e la mifura delle noli:re_j
operazioni .
Lo fleffo afferma Tertulliano parlando de
riftiani , che vcrfo la fine del fecondo , e il

incipio del fecolo terzo fiorivano . Impercioc-


,e dimoilrando a ncmici della noftra ianta
i
pregi del Criftianefimo e lodando
ligione 5
,

condotta de ncilri , ia maggior parte de


lali confefTa egli , clrerano d iilibatiflimi co-

imi , qucfra ragione


, atfegna ,
tra le altre
lla diligenza , ch ufavanoper piacere a cffi

io colle fante operazioni. Noi che fiamo dal ve^

Dio fpeculatore delle azioni di tutti gli uo-


!ni perpetuamente oflervati , e temiamo Pe-
rno fupplizio , chV minaccia
ci ,
merita-
:nte abbracciamo la fola innocenza , e per la/

?nezza della cognizione , e per la difnculta

nafcondigli , e per Patrocita de torment] ,


n di lunga durata , ma fempiterni , abbianio
ura di colui,che dee eflertemuto dal terreno
udice,cioe non temiamo il Proconfolo,ma Dio
), SopraviflTe a Tertulliano Minucio Felice ,
e avendo pri- c- X V
quale eflendo Giurifconfulto , J; ;.
.cd
ii /^i i /-! 2 tf
5
a mcrudehto co tormenti contro de Crilha-
J
perfarloro negare la religione , che profef- ^ je
/ano , credendofidi falvarli , ailorche appor- poenit. c.HJo
va. loro la morte , poi conofciuta la verita ,

tefto egli pure il


gentijefimo, e divenne di-
nfore di quella fede , che erafi ftudiato di
battere con tanto impegno . Qu_e(li ancora
1 fuo Dialogo intitolato Ottavio, avendo vo-
lu-
2O Dfc COSTUMI
luto accennare la cagione , onde avveniva
che i noftri erano lontanifTimi dall operar male
tra le altre afiegna la perfuaflone loro ,
di ave
Iddio fcmpre a tutte le cofe prefente , e di do
ver render conto a chi vede non folamente 1

. azioni , maeziandio grintimi penfieri delle rs


Edition, an. E non puo negarfi , cli
gionevoli creature (a)
.

162.5. nel quarto fecolo altresi quefto foUe uno d<

motivi , pe quali la virtu foflfe abbracciata dal.


5

maggior parte de Criftiani , e abborrito il v


(b) Hymn, zio Laonde Prudenzio , (6) che fiori verfo
.

Matut. pag. principle del quinto fecolo , avendo ftabilito<


certe 01
5i.Edit.an. com p orre degPinni da rccitarfi in
del giorno ,
in quello del mattutino voile efpr
mere il
dogma , che riguarda la prefenza di D
e
per tutto,e cosi renderecauti Criftiani dell i

fna a non fare alcuna cola, che difdicevole fol


alia loro profeflione.Airifte 3 difle egli,di fopra

fpeculatore ,
che ci guarda tutti i
giorni ,
e

fempre olferva le noftre azioni , Queili e il t

ftimonio quefti e 1 arbitro , e il giudicc


5

e fi pe
quefti guarda tutto cio , che fi opera,
fa , queili non puo eflfere ingannato .
Avendo adunque i noftri maggiori riflettu
c fpedb , e con particolar diligenza alia prefe
za di Dio in tutti i luoghi , e in tutti i temp
non e maraviglia , che tali folTero , quaH
furono dagli antichi Padri rapprefentati. Qui
di e , cheS.Giuftino Martire attefta , che n
di male faceano (c) , e che non nelle
Apolog, la
<c)
\

i. loc.cit,
role, ma nelle buone opere confifteva la
le

profefTione (rf) , E A ten agora fcrivendo


in

(J) CoW- fefa loro ali Imperatore Marco Aurelio , e HI


tut. adGrx- ramente foftenendo la buona caufa , di(Te : r

cos n.xxxv. Criitiani alcun male , anzi


facenc} j giuftam-
.
32. Edit.
-
come apprcfib vedrete 5 deiritnpero vofl
ecii
Dl PRIMITIVI CRISTIANI. 207
di Dio penfando , Ibno con tutto cio da voftri
enza che voi impediate 1
ingiuftlzia , perfegui- (a) tegat.
ati (a) . Troveme tra noi delle perfone roz- cap.i.p.a^.
f? f i
* *
i

e delle vecchiarelle d* J

e ,
e vili , le le , quali
on poflbno fpiegare , e foiknere colle parole
idottrina , che profeflfano , e Putiliti , che
[uindi ritraggono , tuttavolta la dimoitrano
olle opere. Nel terzo Secolo della Chicfa_>

)rigene difcepolo di San Cletnente Alefsan-


rino , ftguitando le veftigie del Maeftro , il
[iiale
ne fuoi ftromi avea fcritto della bonta
7
ie cofttimi de Criftiani , che ne fuoi tempi

;)rivano() , Orig-^ne, difli , nel primo libro ^\


Contra Celfo in quefta guifa ragiona fe noi
Snom.n.xx- :
^
icerchiamo dalla moltitudine di coloro , pag. 373. *] ch<?

redono, e fi fono liberati dalle fozzure de pec- $19- i-dir.


ati, nelle quali fi rivoltolavano prima di
eflTere Oatoa-

>iftiani,s e ftato loro


v^antaggiofo Tavere pre
sto fede a Gesu Crifto , e cosl credendo e ;

vendo corretto i coftumi loro , attendere il

da Dio
>remio buone operazioni ,
delle c_>

vere fchivato il fapremocertamen-


fupplizio ,

e, che tra gli arguiuenti pe quali emunife-


,

io, che la dottrina Criftiana e provenuta da


)io ,
e la mutazione de coftumi .
Impercioc-
he fe dalle perfone piefi crede , che un medi-
oper fingolar difpoflzione della provvidenza
ia ftato mandate
, qualora egli giunto in qual-
he citta trova degli ammalati , e rende loro
o medicamenti la falute , quanto piu bifogne-
a cio confeffare di colui
, che convert! le ani-
~:ie di moltibene , e che infegno a mortali
al

li rimetterfi alia volonta di Dio e di lafciarli ,

^iudicare da lui , e di abborrire qualunque o


atto , o detto , o pcnfiere , che lo poffa offen- c
c )Lib.i. n.
lere (c). Iddio , che mando Gesu,
avendox.pag.jp5.
dif.
20$ I) E* C o S T U M I

difllpate le infidie dc demonj , fece si , che dap-


pertutto avelfe virtu flngolare il Vangelo di
convertire , e di correggere gli uomini i e vi
foftero delle Chiefe in tutti i
Regni , le quali ii
regolaffero con altre leggi diverfe da quelle ,
che regolano le citta , e le adunanze degl
ingiuili gentili . Poiche fono coftoro in-
temperanti , e dediti ad ogni forta di vizio ,

Ma le Chiefe di Dio ammaeflrate da Gesu Cri-


flo, fe Ib no par agon ate a popoli idolatri, co
quali abitano , rifplendono come tantilumi,
Imperciocche non puo negarfi , che quei Cri-
ftiani , i quali in comparazione de migliori po-
trebbero effere chiamati cattivi , fono migliori
di molti di quei , che vivono nel gentilefimo,
Che vogliamo fervirci di efempli , non vi h;
fe
dubbio , che la Chiefa di Atene e illuibe perl:
fua manfuetudine e per la fuacoftanza, e ,

per lo iludio , ch ella ufa di effere grata, e ac


cetta al fommo Dio . Per lo contrario il Popo
Ateniefe dedito al culto , e alia fuperllizion<
lo
dclla idolatria , e torbido , e indegno di eflfen
colla Chiefa paragonato . Lo fteffo potiamo no
dire della Ghiefa di Corinto , e di quella d
f a )L.131. Aleffandria. Cosi
1
Origene (tf) . A cuiaccon
fente Minucio Felice nel fuo celebration
n. xxx. pag. . . ...
Z5 ^ Dialogo , intitolato come pocanzi dicemm
Ottavio (^>)
. Ne diverfamente parlode Cr
ilianide fuoi tempi Lattanzio , che iiori veri
^ ^
^ pnncipiodel quarto fecolo della Chiefa, a
lorche Diocleziano 3 e Maffimiano contro c

no fieramente tncrudelivano
^ .
QueiH nel quii
to libro delle fue lilituzioni (c) ,
dimoftrandc
Tads, anne che tutti i CrifHani fl
riguardavano di fare qu;
. T f
I.
Junque cofa , che pote(Te offendere il Signore
che tuttp vedc oflerva, che non folament.
PRJMITIVJ CRIST I AN I * 2
li uomini c fapienti e forti ma eziancno , , le
onne ei bambini altresi per tutto , dove fi
,

itrovavano profeflbri del fanto Vangelo, piut-


volevano perdere a forza di torment!
)ik>

i , che operare contro la ragionc , e


vita la
5
iuftizia . E fu certamente anche ne tempi di
iiuliano Apoftata , che dopo la meta del fecolo

uartoregnava , il numero maggiore de Cri-


ianicoftante nella oflervanza deJladivina leg-
e ,
la qual cola parte dalle lettere dello
:eflblmperatore , parte da Sozomeno illullre
(lorico fi
puo agevolmente raccogliere Poi- .
( a ) Lib. V,
he, come queili racconta (4) , avendo deter- cap. xvi.pt
*Srf. Edij.
linatoGiuliano di riftabilire la fuperflizione
Tlaur *
ella idolatria , mal volentieri foffriva , ch ella
3 fiemolto inferiore per ogni verfo al Criftia.
efimo . Sebbene erano aperti i templi de
;cntili , e le fefte loro con tutta la pompa fi
elebravano , e fi offerivano i fagrifizj , e le
ntiche ceremonie della cieca gentilita in ogni
aefe erano rinnovate,gli difpiacea pero il prc-
-edere , che in breve tempo farebbero ftatc
olte di nuovo , fe avcfTe egliccflato di fofte-
,erle . dolore di lui oltre modo ,
Crefceva il

Jlorche penfava, che le mogli , e i figliuoli


li molti Flamini , o Sacerdoti , che vogliam
lire, della fuperflizione fofteneffero la verita
leiVangelo Avendo pertanto confiderato
.

Ico medefimo qual manieradovcffe tenereper


iufcire nelPimpegno , e avendo comprefo ,
he ilCriftianefimo per la fantita della vita , e
le* coilumi andava giornalmente crcfcendo ,
:rede di poter ripa,rare i danni fofFerti dalla
dolatria , con ordinare
i
gentili imitaf-5 che
ero e e
gli ufi, il
contegno , il
grave , e cpftu-
natiflimo vivere de Criifiani . ScriiTe cgli
O adun-
210 D E
adunque ad Arfacio Sacerdote gentile della Ga
lazia in quefti termini. ,, La religions de Grec

35 non fi avanza,come
io defidero , per colpa d
I riti , e gli appa-
, che la profotTano
.
33 queili
33 rati , che riferifconfi al cultodegli Dei , fom
e maggiori di quello ch(
3>
pure grandiofl , ,

3, io m
immaginava Ma cio non bafta . .

3, d uopo che noi veggiamo,per qual cofa


,
fiai

3, tanto propagato ii Crliliancfiaio . L eifer*

3, i Criituni caritatevoli verfo i pellegrini


33 diligent!,
epii
nel feoellire morti , e fef i

3, fere in appatvnza fcjj buona vita , ha molt


. Procuriam.
giovato al accrefcimerito loro
!

95 pertanto d imiriirii . N: crediate gia ^ ch


fiabaitevole , che voi fob fiate loro imitate
55

5j re richiedendofi , che fieno ancora tali tut


,

tii Flamini deila Galazia . Fin qul Giulia


35
no quale per 1 aftio , che
, il avea contro fci i

videl vero Dio, non avendo potuto negare


che flero di e di coitu
eglino ripieni pietk ,
m.itezza , icriflfe che tutto il contemn- ,
loro^
e finzione I eftefU
foffe apparenz-i, quaficche ,

non c fponde(fe aU interna difpofizione


d<
;
>rr

loro animo Ma oltre che Iddio fob e quello


.

che vede cuori degli uomini , e difcuopre


i

loro interni fentimenti , gli effetti ezkndio me


fjda la pieta dc Criftiani
ftrarono,quanto folfe
chefotto
mcnti
quell Imperatorefiorivano,
mcltiffirai fparfero , per non abbandonarc
loro ,
verita, e la giuftizia, il fangue ^moltiffifl
le lorofuftanze , e parecchi
akn
perdettero
nalmjnte piuttoftp vollero dcporre il cingo
militare , e foggiacere a qualunque travagfl
ed eilere eiiliati che laiciarfi fedurre anche,

chi tenea le redini dell impero . Conferm.


al numero
quel che diremo
\
tutto cio 5 con
guen-
DE PRIMITIVI CRISTIANI . 211
juente, dove dimoftrcrtmo che per ifchivarc ,

eterno fuppljzio c per acquiftarc la celelte


,

gloria ,
e godere per fempre ii vero bene , cioe
)io , che fopra ogni cofa amavano , procura-
ano i fedeli di condurre una vita efatta , e
etta 3 e conforme alie maflime del
Vangelo^.

I I,

Corns per ifcbhare V eterno fitpplizto,


eper acqiifiare la vera beatitudine ,
che conpfte ncl godcre Dio cbe fo- ,

fra ogni cofa amavano ,


procu-
rajfcro i Criftiani di vivere fe-
condo il dettame rettz delta
ragione , e le maffime del

[jTL defiderio,
che i
primitivi Criftiani avea-
[IL
no di effere fciolti
daMegami del corpo ,
fchivando le pene , che fbno ftate preparatc
I
diavolp , e a trafgreflbri delk divine leg^i , 1

dquiftare la gloria del paradifo , che confide


el godimcnto del vcro bene
,
ch e Dio , che
)pra ogni cofaamavano , moveagli a fuggire
jalunque male , e a vivere fecondo i dettami
?lla ragione , e della fede Imperciocche .

1
veano eglino apprefo da Santi .Apoitoli gl in-
gnamenti del Redentore circa le perpetue
?ne de malvagj , e circa la beatitudine , cla
era 3 e interminabile felicita di
quelli, che
?l bene aveffero onde
perfeveratb; quanto piu
/eano in orrore le prime , tanto piu fi fludia-
ano di fare
acquilto della feconda .
Leggiamo
^rtanto negli Attt del Santo Martire Ignazio ,
fu iilruito dal diletto difcepolodel Signo-
O2 re,
212 X> E* COSTUMI
re che
3
le cofe gli avvenero come egli dcfi
,

dcrava , di partirfene da! mondo e di arrivar ,

(a) A&.n. a quel fommo b^ne , die avea amato Rac (<*)
.

yi.pag. ic. contafi eziandio di S. Sinforofa , che morl vei


Edit. KuK f l? anno del P Imperador
^ Signore 120, fotto
liarr
^ eron r .Adriano ,
come volendo ella dimoftmre al giu
dice , quali erano i motivi , che avevano indoi
to il flio marito ,
e indticevano fe ancora , e
fnoi figliuoli a patire perCrido , cosi impre;
(b) Acl. a
parlare(^)? II mio marito Getuliocql fu
:yn:pLor. frate j] o Amanzio,efsendo tribuni, foffrirono p
"

noire del Sisnore diverfi fupplizj


f per non.
P3g. il. r e : P, ,. r .
, , ,

facrmcare agi idoli , ecome buoni foldati vu


,

furo, rnorendo 3 i demon} . Poiche vollero effei

decollati per acquifhre tra gli Angiolila gh


3

ji*ia ,
che non ha fine. Per la qual co fa (lane
eglino tra quegli Spiriti beati , e portando
trofeidelk loro paflione 5 godono la vita ete
pa in cielo col Re delk vera beatitudine . Q
fbrfe t
immagi^i , che 1 animo mio poflfa effe
atterritoda tiioi tqrmenti ; ma dtvl fapere 5 cl

jo defiderava di ripofare col mio marito , cl


tu ainmazzafli 5 perche credeva nel nome c
fuo , e mio Signor Gesu Criilo Non altrime .

ti Santa Felicita , che mori verfo 1 anno ij

di Cri fto efortando i


figliuoli a combattere p
acquillare la falute dell ? anima , yoltate ,
(

cca , gli occhi verfo il cielo , e vedete . Q


vi flete yoi afpettatj . Combuttete per le vof]
anime , e moitratevi fedeii nejl amore di C
(<?) IHd. flo (t) . Silyano ancora uno de 5 figliuoli
x
|: quella gran martire 5 interrogato dal giud
rifpoie avefllrno noi paura della mortc
: ie

che paffu/aremmo fen^a dubbio condannati


eterno fupplizio,ma perche fappiamo^quali t
no i prem; preparati a giuili , e quale fia
pen;
DB* PRIMITI VI CRIST I AN I . 2
icna fhbiiita a peccatori , percio con ficurez-
?a diiprezziamo gli umani editti per offer vare i

Divini comandamenti Poich coloro , che ri-


.

)rovano gl idoli , c fervono il vero Dio ,


ro veranno la vita eterna , e qiielli , che ado-
ano demon;, furanno con quefti condannati al-
i

i morte , e all incendio, che non fara mai

pento . Nella maniera medefima la Chiefa di


Imirne facendo menzione de fuoi martiri nel-
a celebre fua lettera, per eui diede parte agli
.Itri ceti de Crifliani della morte di S. Poli-

:arpo., cosl fcriffe : I patimenti apportano i!

Celefte regno , quali dopo di ave-


a Martiri i

re difprezzate le ricchezze , rifiutati gli onor i,

bbandonati parent! , acquittano la corona .


i

I
qual oifequio piu degno fl puo mai ren-
lere a! pio noflro Signore , fe e manifelto ,
:h
egli foffrl fnolto piu crudeli tormenti pe
joi fcrvi , di quelli , che abbiano i offerti I
nedefimi fuoi fervi perlui? Ma fa d uopo ^
he noi defcriviamo gFincomodi , ch eglina
Dpportarono per amore della verita ,
e della;
iuftizia . Erano adunque loro care le battiturc
?
icntrcda manigoldi erano Ilraziati co flagellf;
gioivano vedendofi arroditi fulle graticole,di-
:

gli eculei^gettati nel!e fiamm e,e con-


efl fopra

annati a effere decapitati . Godevano fe colle


bade erano loro aperti i lati , e il fangue fcor-
ea per ogni verfo , ed erano loro cavati gPin-
eftini , talclie muovehdofi a compaffione
circodanti , effi intrepid! , non folamente
on dimoftravano alcun fegno di dolore , c di*
3iacimento,raa eziandio fi rallegravano.Imper-
iocche il Signore, per ctii pativano , avea ifpi-
ato loroun prudentifTimo amore verfo di lui ,
un vivo deflderio di
acquiftare la vita ye avea
O fern-
214 fc* C O S T U M I

temperato violenza del dolore , affinchc


la I<

fpirito non cedeffe alia crudelta del tiranno ,

Farlava loro quel Sovrano , che gli attendev;


in Cielo , e provava per allora la coftanza, e h
virtu de Ioro animi,e fe foflero ftati fedeli fine

alia morte, prometteva loro Hmpero celefte ,

Quindi nafceva il loro coraggio la pazienza ,

c i! difpregio de torment! , e de giudici al-


tresi , che cor.tro fervi del vero Dio fiera-
i

ihente incrudelivano . Foiche bramavano i va-


:

loroficampion! di Gesu Criflo di fcioglerfi da


legami del corpo per paffare a quei chiari , ed
eterni tabernacoli , che fono flat! promefli
nelle (iicre lettere a* vincitori , e anteponendo
alle falfe le cofe vere , le celeili alle terrene,

.o c le fempiterne a quelle . che in breve tempc


Act. S.
"

(a; ,. , /- i i-

I olyc.n. ii dicadono,preparavanu al godimento di unaita-


bile , e verabeatitudine (rf) . Era tantomani-
p. 27. ibid!
fefta la cagione , che li muovea a cosi operare.
che non poteva eflere negata ne anche da Gen
till , che a morte gli odiavano . Per la qua
cofa Luciano antichiflimo antorc , e nemico ca-
T. ill.
pitaledel Criftianefimo nel fuo empio Dialogc
(b)

i nt i to a to il
i
Tellcgrino ; (i) parlando dellafor
tezza de noftri, ch egli ftimavaingannati ere- :

dono ,
dice , que mifcrabili di dovcr eflen

immortal! , e di vivere felici per fempre , laon-


?

de ridonfi della morte , e talvolta ancora d a.


9
vanti a giudici d! loro fpontanea volonta com-
parifcono,e confeflando la religione di Crilto,f
lafcianocrudelmente uccidere. II credere adun-
que ,
e il
pen fare a novifllmi 9 e particolar-
mente da_j
alia gloria , ch era loro preparata
Dio in cielo , induce va i noftr! maggior! a fof-

frire piuttolto la morte , che a commettere al-

cun fallo y
onde veniflero e pri vati di quella fe
lici-
DR* PJUMITIVI CRISTIANI. 21 <

icita, c condarmati all eterno fupplizio Per . la

]ualcofa S. Giuftino martire,che coinpofe la fua


?rima .Apologia verfo 1 anno 170. di Crifto ,
:osi mcdefima all Imperatore Anto-
ijriOe nella
iino Pofliamo noi ncgare , quardo fLimo
Pio .

nterrogati , ma non vogliamo mentire . Im-


>erciocche deflderofi della pura, e perpetua
ita , ci affrettiamo a trovare Dio , c rimane-
e con cternamente in ciclo
eflfo lui E flamo .

ioi pcrfuafi fcrmamente crediamo ,


diedover
onfeguire quefti gran beni ,
fc co* fatti dimo-
treremo di avere fcguitato gli ammacdramenti
.el Signore , e di avere defiderato quella feli-
ita ,
dalla quale e bandita cgni forta di vizio .
<0
Sappiate inoltre 5 effere elleno le virtu ,

eilc quali dobbiamo efercitarci , tcmperan- (a)N.VJll,


la
n
a ,
la giuftizia , la bonta ,
e umanita verfo gli F S-43.
li
altri, e tutte in fomma , che poflbno renderc
uomo grato voi fentendo dire,
a Dio. Ma
he noi fperiamo di conquiftare un regno ? ir-
agionevolmente v immaginate, cbe quefto fia
?rreno. Perciocche fe ci promettefTimo un re-
no in terra, non confelTereiDmo , mentre fianno
avoi interrogati ^ di efTere Criiliani , fapen-
o noi per certo , che confeflanao , fi.imocon-
annati al fupplizio . Negheremmo pertanto,
er evitare il gaftigo , e ci nafconderemmo fin-
ic non veniffe il tempo di comparire , e di
jntare la noftra fortuna Ma non avendo noi .

cuna fperanza nelle cofe labili di quefto inon-


o non temiamo ^ noltri carnefici , ed eifen-
,

ficuri di aver a morire una volta , procu-


amo di morire in tal maniera , che piacendo
1
Signore arriviamo finalmcnte a poffedere
,

uell infinito bene , che folo


puo dare aii anima
L vera beadtudine . E non e pofTibile che ,

O 4 giun-
Bt O S T TJ M I

giunga al poffedimento di queftafelicita il male-


5
fica , 1
avaro, Pinfldiatore de beni , o dclla vi
ta altrui ,
onde
ancora fofife cognita
fe a voftri

qucfla niuno
infallibile verita
, di voi ne a ncc
per breve tempo fi darebbe al vizio , credendo
di dovere eflere condannato alle perpetue
penedeli inferno, ma fi conterrebbe , e II flu-
diefebbe di ornare 1 anima fja colle virtu ofe
Operazioni,per renderfi meritevole de due be*
ni , che a giufti foiamente fon preparati . Che
fe voi , o Prineipi , come gli altri gentili , avre-
te Tardimetito di anteporre la confuetudine al
ia verita 3 non ci potrete rimuovere da* noftri
fentimenti . Fate pure cio , che vi aggrada.
Perfeguitate , maltrattate , flraziate , uccidcte
i Criftiani. Sono
predette da Gesu Criilo
ilate

quefte avverfit^ alia Chiefa . Laotjde ci confer-


tniamo in tutte quelle cofe , ch egli ha infegna-
te , e lo ringraziamo pe benefizj , che da lui
c ricevemmo per lo pafTato , e giornalmente
riceviamo , e ofTerviamo la caflita , e fuggia-
mo Pavarizia , e ci ftudiamo non foiamente di
giovare agli altri , ma di far bene a coloro >

c ^ e c ^ oc ^ ano 1
C^ ^ a Become gli efempli fan-
fej. no della impreflione nelle menti degli uomini,

qualora fi tratta de^ eoftumi , fembrami oppor*


tuno il
luogo , per apportarne uno , che
S. Giuftino medefimo riferifce nella fua fecon-
(b) N. II. da Apologia (6), giacche de fentimenti di
quel martire abbiamo finora parlato . Vivea, di
ce egli , ne* tempi di Marco Aurelio Impera*
tore in Roma Una malvagia donna, la qualc
prefa per moglie da un uomo non meno fcelle-*
ratodi lei,feguito a peccare in si fatta guifa>che

non fi
potea giudicare , fe folTe peggiore
il

marito di fa del
lei,o clla piu impudica 3 e pervef
mari-
PKIMITIVI CRISTlANI ,
217
narito.Avvenne finalmente, ch ella imbattef- .s

e a cafb in un Criftiano per nome chiamaro


folommeo QuefH avendola modeifomente ri-
.

)refa per la vita, ch clla menava , conobbe che


avea, alquanto commoffa , e fe 1 avefTe ben
ftruita ? avrebbe ridotta non folamente a pro-
1

cflare il Criftianefimo , ma eziandio a vivere


antamente . Tanto avea in lei efficacemente
>perato
la divina grazia . Si prefe adunque il

arico d infegnarle i
dogmi principali della no-
tra fanta religione , e avendole in breve tem-
>o
fpiegato ci6 , che dovea e credere , e ope-
are ,
fe volea fchivare eterne pene 3 e acqui-
1

are la gloria del paradifo, si gran frutto ne ri-


)orto egli, che
la donna determine di mutare

otalmente codumi , e di chiedere il fanto bat-


efimo . Convertitafi ellapertanto 3 e fatta par-
?cipe de facramenti , credette , che rldove-
da lei richiedefle , ch ella s ingegnaffe di ti-
^

ire alia fede , e di ridurre a una vita conti-


?nte , e virtuofa il fuo conforte . Per la qual
chiamatolo in difparte , comineio a rap-
>fa
,

refentargli lo flato infelice,in cui egH fl ritro-


ava, e ad efortarlo , che flccome 1 avea
per lo
aflato avuta nel male, cos! procurafle di averla
i avvenire compagna nel ben oprare . Che fe
i, aggiunfe ella 5 vorrai perfiilere oftinata-
cnte nella empieta , e vivere impudicamen-
, come hai fatto fin ora , fappi, che una Cri-
ana , qual io ibno per grazia di quel Dio ,
ic mi ha chiamatoal
maravigliofo fuo lume ,
in durera a flare con un
facrflego idolatra ri-
eno medeilma abitazione . Penfa
di vizf nella
1
6 , che tu
Sovvengati , che a peccatori e
fai.

eparato neirinferno un fuoco ineilinguibile


ache fieno eternamente eruciati. Ma
2 1 8 I) E* C O S T U M- I

mrterai coftumi ,
c feguiterai Ja dottrina di
Criito, fbrai meco in pace , finche avrai vita,
c clopo mortc gdderai perpetuamente ne cieli

la vera perfetta beatitudine . Non fccero


,
c

impreiTione nell animo del marito le purole del-


lapia donna, anzi che moftroia egli fdegnato ,
c commofTo dalla rabbla ricorfe cil gindice, e ac-
cu folia, co Tie s elU aveTe violata la religione,
divenendo Criftiana Ella memore delle . veri-

ta, che aveale infe^nate Tolommeo circa !e


pe-
nede dannati , e la
gloria de* veri fcrvi di Dio,
e infiammatadi amore verfo il creatore , e li-
beratore delPdman genere , nulla temendole
difavventure , che le fovraftavano , chiefe tem
po dalPImperatore di difporre delle Aie cofe
prima ch ella fo(Te coilretta a comparire ingiu-
dizio Fu ella forte d poi rel con fe flare e
. ,

foflenere la religione ne fi lafc 6 come ci


, ,
5

giova di credere , fuperare dal terrore , e dall


atrocitkde lupplizj , e delle carnifkine, che
i
gentili faceano degPinnocenti , e fedeli , o
codanti fervi di Gesu Crifto . Penfavano anco-
ra alia fijtura gloria
, che era loro preparata, i

martin dalle Gallic, che verfo 1 anno 177. mori-


rono , e infummati dal divino amore 5 con un
tal penfiero vieppiu a foffrire i tormenti fi ajni-
mavano . EHa e ten eri (lima la dcfcrizione , che
ne fanno le Chiefe di Vienna ,
e di Lione net-

la celebre lettera , che a Criftiani della Frigia


indirizzarono , e ch e riR-r -ta da Eufcbio di
Cap. r.
(a) Cefarea nel quintolibro della fforia Eccleiiadi-
177.E- ca (d). Coloro, dicono , che liberamente con-
P?f>.

dit.Taunn. feffavano di efferc Cridiani fenza verun altn


,
7

cagione , erano meffi ne ceppi, e come fe fof-


fero ftati piu fcellerati degli. omicidi erano ,

condannati a piu gravi, e difpietati fupplizj.Ma

gio-
DB* PRIMITIVI CRISTIANI . 2I
loivano valorofi campion! del Signore nclle
i

vverfiti, vedendofi pro film i al martirio, e ani.


nati dalla fperanza delia vicina beatitudine , e
alia CuHti di cui ardevano,moltiandavano allc
am me ,
e alle fiere incoftc*o,d(moftranclo alle-
rezza nel volto , talcbe ognuno facilmente po-
c -adiitinguerli da debol! , chevinti, erano i

uTeramente precipitati nella idolatria Furo- .

eglino pertanto diftribuiti in varie clalU ,

ffinche tormentata con partico*


ogni claflfe foffe

.ri penc .
Mature, e Santo, e Plaiidina , e
ttalo furono infieme condannati a eflerc
>ranati , e divorati dalle fiere nell aniitcatro .

(aturo Santo,come fe prima non foffero fta-


,
e
acerbamente cruciati , moltiflimi torment!
ffrirono in quel giorno , che fervirono di
5
ettacolo a furibondi gcntili , poiche furono
flagellati , ed efpofli a! le fiere , e (Iraziati in
ntc guife , quante il popolo ordinava Fe- .

ro finalniente portare in mezzo all anfiteatro


la fedia di ferro , e avendola fatta arroventa-

, comandarono a* fanti confelTori , che vi fl

ettefferoa feder fopra . ^\ppena quefli fede-


5 che le membra loro bruciate , riempie-
>no

>no
luo^o , talche a* loro medeii-
di fetore il
\jy .7

1
quell ingrato odore recava moleflia Ma .

m ce/Iaroxso con tutto cio nemici d ircrude* i

e contro de fervi di Dio . Vedendo efii ,


e in niun modo
poteano vincere la codanza
1
-
,
martiri
i
quali coraggiofamente tra le pe-
-
, e
tormenti confeflavano di effcreCriitia-
i

, dopo di aver fatto di effi crudeliflimoflra-


3, gridarono , che foffero alia fine fcanna-
. Frattanto Blandina legata a un palo , in tal
aniera , che fembrava, ch ellafofle crocefifia,
andilfimo conforto recava a land 5 che allora
com-
22O Dl COSTUMI
combattevano per la fede ; impereiocche nella
perfona di lei parealoro di vedere il Signore ,

che per la falute noflra era ftato confltto in cro


ce,a fine di trarr e alia vera religione inortali,c i

perfuader loro , che clliunque patifle per lui


acquiftcrebbe un eterno regno ne cieli

Somiglianticofe leggiamo noi riegli atti de SS


Martiri Epipodio , e Aleflandro , che verfc
Panho 178. morirono , in quei di S. Sinforiano
che pat! verfo 1 anno 180. , c de SS. Martir
Scillitani , che circa 1 anno 200. furono decol-
lati. Ma per tornare alle teflimonianze de Pa-
dri , -egli e certiflimo che Tertulliano
,
il
,

quale verfo la
lcri(Te fine del fecondo fecolc
della Chiefa il fuo Apologetico , ragionandc
dc coftumi de Gridiani dell eta fua , dimoftra,
che riguardavanfi da ogni peccafo , e dedit
erano alia pieta , ed in ogni genere di virtu cor
incredibile attenzione,e diligenza (i efercitava-

no, poiche temevano il


giudizio , e le penc
che a malvagj preparate da Dio
erano (late :

e bramavano di giugnere una volta alia patril


ft) C.XLV
tie beati . Noi, dice (4) fiamo foil innocenti. i

Apolog.pag*.
i$9.*nApp. E qual maravii^Ha , s eragionevole , che cosi
Edit, anno
avvenga Imperciocche eiTendo noi iftruiti
? d<

j)j ^ perfettamente conofciamo la innocenza


come apprefa da un perfetto maeflro , e fedel
mente la cuftodiamo, come ordinata da un giu-
dice , che tutto vede , e che non Jee efTen
difpregiato * A voi altri gentili e ftata infe-

gnata dagli uominila innocenza, e comandati


da una potefta parimente umana , onde non in
avcte una giufla cognizione , e non la ofifervat!
con efattezza. Poiche facil mente fi trafgredi
fee umana legge , quando non eredendo H
1

Dio ^ fi ftima di poterla fohivare col nafconder


DE PRIMITIVI CRISTI4NI .
?2I
, p una pena e breve , e logger a.
coj foffrire
la noi , che crediamo in un Dio , che vede
ruoftre azioni,e che temiamo di avere ad el fe-
*
da lui punitj coll eteno fupplizio,meritanien-
: abbracciamo lafola innocenza. Non altrj-
icnti parla egli de noftri nel libro , ch ei fcrif-
f contro di Scapula Prefidentc allora dell Afri-
i , mentre attefta : che i Criftiani non teme-
ano ne fpaventavanodelle carniiicine , che
ft
,

i loro faceano gl ignoranti gentili . u4bbiamo,


ice egli , abbracciata h criftiana religione
}n patto di fpargere il
fangue , e di perder la
itaper lei , perfuafi , che cosl facendo,noi ot-
rrremo premio promefToci dal Signore, e
il

;liiveremo la pena , che vien minacciata a_>>

liunque avra Tardimentodi oprar male. Per


qual cofa combattiamo continuamente colla
}flra fierezza, e
maggiormente godiamo quan-
)flamo^ruciati , che quando flamo aflbluti
i voi (a)
v -
. Ma (0
lun^o farebbe il riportare tutti ^n .
.
<-*..
i: .1 .
p
di celebre autore che il no-
paffi quedo ,

ropunto riguardano . Laonde dovendo noi


iflar oltre y e dimoilrare , che npn erano di-
5

.Tfldaquefti fentimenti de Criftiani , che


i

^fufieguenti tempi fiorirono , fiamo coftretti


tralafciare cio , ch ei fcrive ne libri alle Na-
3ni , e in quelli , che o indirizzo a martiri ,

compofe contro la idolatria Venendo per- .

nto agli Autprj, che fcriflfero gli attidelle R ^ a ; r Dp


nte Perpetua,e Felicita, e compagni, che ver-
^
1 anno 202. (^) e di Leonida Padre di Orige- Veron.
?
3 e de martin che fotto Severe ycrfo 1 anno
patirono,o(Iervo, che aflerirono le me-
10. (c) (c
^
fime cofe circa la virtu e la coftanza de pri-
,

itivi Criftiani per ifchivare le e per


pene ,

quiftare la
gloria .
Origene ancora , ilqualc
222 1) E C O 5 T U M I

viflfe nel terzo fecolo della Chiefa


e potevi ,

ben fapere, qualierano i fentimenti, e i coftu-


mi de Criiliani , che fbito Sevcro , fotto Ca
racalla , fotto Macrino , fotto Elagabalo ,
<

fotto AlefiTandro viveano , Origene difli , ne


O) L. vni. ftiqi libri contro Celfo cosl difcorre (4) : pre
B>
4? tende Epicureo , die i Sacerdoti de* gentil
1

ragioninodelle pene , e de fupplizj de danna


ti, come ragionano i CrilHani , e cerca fe ap
prePib di loro ilia, la verita ,
ovvero appreffo d
noi . Ma io credo , che la verita (la follenuta d,

qnelli , i
quali fannosi , c ie i loro afcoltatori
temendo fupplizj , e fperando il premio
i ,
vi

vano fecondo la pieta , e la vera giuftizia .

vedendofi quefti tali eif^tti ne Criitiani , dioiO


ih Celfo , fe p:u- gli da animo , che H veg
i 1

gano eziandio n coloro , che fono iflrniti da


Sacerdoti del gentilefimo . E in un altro luog(
(b) L. i. n,
(^);Dimandiaino, dice, alia moltitudme di quei
1Xi
ch c credono inGesu Crifto,e che fi fono liberal
dalle fozzure, nelle quali prim a di credere fi ri-

volgevano,se e ftato loropiu utile Paver credu-


to, che
fupplizio e preparato a peccatori,e
il
I:

gloria a giufti, e di avere , pcrfuali di queft


1

verita , corretti i loro codumi, o fe difpreggia-


ta la femplicitk , e la fede , non aver penlat(
di ravvederfi prima di avere inveftigati , e_
vera_
quafl toccati con mano i principj della
dottrina ? Ella e certamente manifeda cofi

ch eccettuati pochifTimi,tutti gli altri non avreb


bero confeguito quel , che confeguirono fern i

plici con preflare prontamente


fede agl infe
del Redentore e farebbero rimai
gnamenti ,

nella corruzione , nella quale p^r lo pa]


fato fi ritrovavano , Non differifcono punto d:
fentimenti di Origene le teitimonianze degl
J>E* PIUMITIVI CRISTIANI . 22
lUtoridegli acti Jc SS. Marciri Saturnino Ve-
covo di Toiofa , die morl P anno 2 50. (a) , di (a)

ionio
, che nello ft e fib anno confumd il fuo Rmnarr.
lartirio nelle Smirne (&) di Ac-icio (c) , di ,

an Maflimo (d) , de SS. Pietro , Andrea ,

aolo , e Dionifio , Trifone , c Refpi-


(<r)

J
C/) ^ Luciano , e Marciano (^) ma la bre* 127. n ,xx. ;

ita di-11
opera ci coflrigne a tralaiciarle Non (0 IbiJ. .

a
oiTiamo per altro paffere fotto filenziocio, che P &- 12 ^- ^.

:rive S. Cipriano nel fuocelebre libro a De-


, , ,. x (J ibid.
ictnano , perciocche quindi ognuno puo age- a n . ^.
p gi 2
olmente comprendere , quale foffe ne tem- n. j,.
idi Decio , e anche de ieguenti Imperatori (e) Ihfd.
5 a
i
coilumatezza de fl-guaci di Gesu Crifto P in ;
r
j>.

Onde proviene , dice il Santo, che voi ***


1 "
x
!
...
r . . ,, .
Qt; :
bid.
sun geiltili perleq-uitiate gl innocenti , Dao c.j>
* ,, ft
9
* & 3
r J- -

lervi di Cn- i v.
V>

jmpugnando 5 e opprimenao i
fe^.
ito facciate ingiiiria al vero Dio ? Scmbravi (g) Ibid,
n vl *P*
forfe poco ,
che la voftra vita fli macchiata 1
4>

con tanta varieta di vizj ,


e fcclleratezze ,

e percio vi muovete ancora contro quei ,


che fono confagrati al culto divino , e li tra-
vagliate con ingiufle perfecuzioni ? . . . Pri
vate pertanto delle- cafe loro , fpogliate de
loro patrimonj , caricate di catene , impri-

gionate , punite col ferro , colle beitie , col


fuoco gl innocenti , i giulti , i cari del Si-
gnor Iddio ,
e non fiete content! fe le noflre
pene fjno di breve durata . Adoprate or-
ribili ,
e lunghi tormenti per isbranare i

corpi de Criftiadi , moltiplicate i fLipplizj per


dilacerare le loro vifcere , ne la imimanita ,
e fierezza voftra
puo eflere contenta del-
le pene , che fono in ufo contro i mdfatto-
ri , ma eziandio con
ingegnofa crudelta an-
date giornalmente inventandone delle nuo-
ve
224 ** E* COSTUMI
pag.ija. ?5 ve ^4) Ma niuno
m ^ B di noi ripugna alloi
Edit. Opp.
c |^ ^ p re fo da voftri . ne fi vendica della ir
Amlt. ann. i rr
t giulra violenza quantunque , enendo cc
:

3, piofo il noftro popolo , non fembri talvolt


difficile
il
poterfene vendicare .Ci fa paziet
5,
tilaficurezza delle cofe future . Cedono
malvagi gl inocenti , e i non colpevroli del
9

3, pene , e de fupplizj fono content! , pieni


1 34, 55
confidenza che non rimarra la crudelta in
,

3 , punita(^) . Offriamo per altro a voi il fal


3, tevol configlio , poiche flamo efortati a n<

vendicarci , di pentirvi je vollri falli ,


e
f

s,
foddisfare a Dio (c) . Park egli ancora
nello iteflTo libro delle pene eterne , e della pe

perpetua beatitudine , e da chiaramente ac


vedere , che febbene 1 amore verfo Dio era
principal cagione , che movea i Crirtiani a
fc

frire tanti travagli , e a dare la vita per la re

gione,con tuttocioil timore del fupplizio anc


ra ,deiiderio della felicita de Santi indup
e il

vagliad aflenerfi dal male e appigliarfi al bin


Ma ficcome noi della carita de primitivi fed
abbiamo liabilitq di ragionare nel terzo capil
Ip di quedo libro , cosi infiftendo al nojlro pi

pofito veggiamo
3 ,
fe i fentimenti de C
fliani del quarto fecolo fomiglianti foffer<

quelli, che nel terzo fiorirono. perch6 f( Ma


fe troppo ci diffonderemmo , fe voleffimo ri
rire diitintamente tuttocio, che ^la Eufebio n
le celebratilfime opere della Dimoflrazione
della Preparazione Evangeljca , e della flc

altresi , e da Prudenzio contra Simmaco e ,

parecchi altri fu fcrittp ,


e alia memoria de
pofleri tramandato , mi conterro foltanto i

quello , che oflerva Lattanzio nelle fue Dili


fflitttziiwi. Egliadunque 3 che fiori fotto
Im
Dl PRIMITIVI C1U5TIANI
22 J
mperatori Diocleziano , e Maffimiano , e fe-
;uito a fcrivere fino a* tempi di Coftantino ,
osi dice . Crefcendo , il nodro numero , c
venendo continuamente alla.fedemoltiflinii
dicoloro , che profeffavano il gentilefimo ,
,
ne diminuendofi maila moltitudinede fede.
, li,ancorche infierifcano leperfecuzioni ... *

, chi cosl privo di ragione , e cosl cieco ,

chc non veda , apprefib chi fi trovi la vera


fapienza ? Ma i noftri nemici fono dal furore,
e dalla malizia acciecati , e ftimano , che fia-
mo ftolti , poiche potendo noi fchivare il

,
fuppliziOjvogliamo piuttofto eflfere tormen-
> mentati e, morire ;
, ienza qhe fl accorgano
imefchini, non effer ella floltezza quella,
alia quale tante miglia;a diperfone per tutta
1 univerfb acconfentono . Imperciocche fe
non fl
maravigliano delle donne , per efler
elleno deboli ( mentre da gentili e chiamato
il Criilianefimo fuperftizione delle vecchia-

relle ,
e delle donnicciuole)facciano almeno
impreHIone nelle loro menti gli uomini . Se
ifanciulli, e fe giovanetti Ibno da loro fpre^
i

giati , come fe per la eta non fieno capaci di


diftinguerela verita dallecofefalfe, confef-.
iino almeno , che i vecchi , e
gli uomini
ma-
turi debbano effere coniiderati . Se una Cit-
ta e pcnfa , e fa male , le altre tutte , che
fono innumerabili,non po0bno eflere riputate
floltc; fe iina provincia, e una nazione e pri-
va di prudenza , le altre tutte bifogna , che
fappiano difcernere le cofe rette dalle catti-
ve . Efifendo dunque ftata propagata laDi*
vina le^ge dall oriente all occidente ,
c
fervendo al Signore ogni feflb , ogni eta y
ogni gente , ogni regione con un animo , ^
22^ T>
Er C O S T U M I

7>
una medefima volonta , ed effendo per tutto
3, appreffo de noftri la medefima volonta , e la
3, medefima pazienza, e lo Iteflb difprezzo della
3, morte , debbono intendere gentili , che in i

3, una cosi uniforme, e cosi coftante maniera di


3, vivcrenon puo non aver luogo laragione,
3, perciocche non fenza ragione fi combatte
a, fino alia morte dall uomo , e bifogna certa-
3, mente 5 che vi fia un gran fondamento di
3, creder vero il Criftiantfimo , non ifcio-
3, gliendofi una tal religione colla perfecuzio-
3, ne , e colle ingiurie , ma accrefcendofi
>, fempre , e rimanendo piu ferma . E in que-
3, fto ancora fi convince la malizia de gentili,

3, i
quali ftimano d avere abbattuto il culto di
3, Gesu Crifto , fe riefce loro d imbrattare
3, con vurj fagrifizj qualcuno de noftri ; mentrc
33 e lecito di far penitenza , e di foddisfare a
3, Dio , e non fi trova un Criftiano cosi mal-
3, vagio j il quale avendo la facolta di placare
3, Dio medefimo, non ritorni a lui , e non glifi

39 unilca con maggior devozione . Impercioc-


35 che la cofcienza del peccato , e 1 timer del-
35 la penafa di venire 1 uomo piu religiofo ,
ed

35 e piu ferma la fede , ch e ravvivata dalla pe-


(a)Lib. V. nitenza (4)
V, .
Leggafi cio,che Lattanzio ag-
c.xiu, pag. fi vedra
giugne ne fudeguenti capitoli {b^ , e
3yg. T. I. c hiaramente foffero i cotfumi de fede-
, quali

lj del tempo di quell illuftreScnttore, e per


(b^Cxix
fe(J . qual motive foflcro tali 3 quali
fono da lui rap-
.
prefentati

S.VI.
DE PRIMITIVI C1USTIANI .
327

$ VI.

fvcndo fapute i Criftiani , che Iddio e il


prin-
cifio , e il fine delT nemo , riferivano
a lui tuttc le loro operazhni ,

1 Ssendo ancor perfuafi i Criftiani, che Id-


Ji dio fu il
principio
r , e il termine deli uo- .

, /- ,-r /i n i

o , e che nmno mai fi


\.

difcoitera daila retta_, noa i

gione , proponga Iddio per regola, re If of ere ,


quando fi

normadelftio vivcre , quindiavveniva , che e ftnfitri


mafTimaparte di loro tutte ie azioni , e tutti
b ro *
enfieri indirizzava aDip medeflmo,talche niu-
cofa ardivano di commettere , che rembraf-
o cattiva , o difdicevole , o difonefta , poi-
c fapevano , efiere tali cofeda lui deteitate, c
etate per le fue leggi Aveano eglino apprefo .

efte talimaffime da S. Paolo coflituito Dot-


: delle
genti da Gesu Criflo Redentor no-
o , avendo quel Santo Apoftolo efortato
^orintj a fare il tut to a gloria di Dio , o be- f -
flfero
eglino, o mangiaifero (4) . Qujndi t,
j j^ v;-j a
e mangiando primitivi Criftiani , c beven-
i

ringraziavano il Signore , e non mangiando


cora lo ringraziavano Atenagora Filo- (/>0,e

b Criftiano ( di cui abbiamo altrove parlato.


n lode ,
e dicemmo , che fiorl nel fecondo
:olo della Chiefa , e fcrifle fotto Marco Au-
lio
Imperatorc ) nella fua celebre legazicne
9
^ionando de fedeli della eta fua , cosl parlo
!i
Augufti. 35 EfTendo voi dotati difingolarc
intelligenza , dovete pure conofcere , che
j tutti coloro , i
quali indirizzano a Dio ,
.
come a norma te operazioni loro,affinche He-
no appreflp lui irreprenfibili , non ammettc-
Pa ran-
228 B COSTUMI
7, ranno mai negli animi loro ne anco un ombr?
cofaalcuwa,che apporti feco
di penfiere di i

xxx*
2
,, peccato(d),, .Origene ancora,che fiori ne
"

pag 5 terzo fecolo , impugnando CelfoEpicureo, ne


-^
dit. a ni737 IM r vi u
promettiamo U bea
i

terzo hbrofcnve Noi :

3, titudine francamente , e apertamente a_


33 quelli , che vivono fecondo leleggi di Dio
3, e che tutto a lui riferifcono , e che operam
fempre ,
come fe abbiano prefente , e fpet
Lib. 111.
(fc)
^ tatore , e teftimonio ilSignoreDio (6),, ,

contra Cejf.
^ u f^ lo fi na l me nte nella fua Evangelica prepa
S.LVII* i.i. .
_, i i

razione(c): IIe la principal parte d


capo ,
Qpp.
(O Lib. j. quefte cofe e la pieta , dice , e non gii
rap. i. p. 2. J5 quella pieta che falfameme ufurpando
un_
itiit. anno ma
ta j nome e ripiena d infiniti error! , d
^
quella ,che veracemente e con tal voce
i
chia
?

3, mata . Queftae quella, che follevando all


8, uno ,
efolo vero Dio i noftri animi ,
mode
3, ra fecondo la volonta di lui le noftre opera
?,
zioni ,
e
noftri penfieri.
i
quefto genen Da
3, di vita nafce Pamicizia di Dio colP uomo , 1;

3, quale fa si , che P uomo regga fe ileflfo


la

3, fecondo quelP eterno efernplare ,, . Molte_


cofe potremmo noi aggiugnerc , che prove
nendo dalla cognizione della Fede , refero il
ora
luftri i
primitivi Criftiani ; come P alTidua
zione , come la venerazione , e la riverenza.
verfo Dio 5 come P attenzione di frequentan
le Chiefe , e di non far cofa veruna , che pc
teflc pregiudicare alia loro credenza . Ma fie
come a quella virtu appartengo
tutte quefte
no, che fpecialmente e appellata religione ,

qual virtu allora e coltivata a dovere , quand


il Criftiano e dalla fede, dalla
e dall
fperanza
,

carita animato , adorando noi Dio con


Virtu , come ben olferva S.
i

no,
P1UMITIVI CRISTIANI .
*22?
o dovendo procedere ordinatamcn-
cosi noi
tratteremo di efla , dopo che avremo di-
quantofoffe ferma la fperanza de no-
ri raaggiori , e quanto a-rdente lacariti loro
erfo Dio .
7 JO & E* COSTUME
CAPO II.
9
Delia ferma fperanza de frimitivi
Criflitini in Dio.

Fedc fuccede la Speranza , la quale


ALla una ferma afpettazione della celefte.
e
beatitudine , che confifle nella vifione
c godimento fempiterno di Dio fommo bene
la qual afpettazione e fondata fulle promefli
da Dio medefimo fatte a coloro , i quali perfe^
verano fino alia fine della vita nel beru

. L
*

fegni , cbe ifrimitivi Criftiani davano


della loro ferma Jptranza in Dio .

egli e difficile 1 efprimere o colle paro


OR le, o collo feritto , quanto fofle unatal
virtu eccellente ne primittivi Criftiani. Im-
pcrciocche eflendo eglino certamente perfua
fi , che colle forze della natura non era lor<

poflibile pervenire al poffedimento di quel


di
la feliciti , e di
quel la interminubile beati
tudine , che fola puo faziare la vaiHta de
defiderj dell anime noflre , riponeano tutt
la confidenza loro nella fomma bonta , e_

clemenza di quel Signore , die aveagli af


ficcurati della eterrta vita
, purche durafifero
fervirlo fino aliamorte . Per la qual cofa.
(a)N*xr. s. ClementeMartire nella fua Epiitola (^) a
Corintj fcritta verfo la fine del primo fecol<

della Chiefa: Ha egli , dice , manifeltato Id


PB PRIMITIVI CRISTIANI .
231
io , che non abbandona coloro , quali fpera- i

o in lui , e che caftiga con etcrno fupplizio


uegli altri , che prendono
una ilrada contra-
ia. E per vero dire , dagli Atti de Santi
jartiri facilmente potiamo comprendere quan-

fperaffero eglino di giugnere


alia gloria e
,

uanto godeffero veggendofi tratti al patibolo ,


erciocche conofcevano efier vicino 1 adempi-
icnto delle divine promeffe (d) . Prendevano
io in mala parte i nemici del Criftianefimo per n r ^T^ i

i ,. Emeu. Lib. v
odio , che contro di noi aveano conceputo , Hift. c *

come fe foffimo fomiglianti u que temerarj , pag. io>.

invafati gladiatori , che ardivano di combat- Edir Can-


-re colle fiere , difperati , e befliarj
, e para- tab ^u i nart -

olarj ci chiamavano (t) . JLaonde Lattanzio


A ^" MM "

urmiano nel quinto libro delle fue Divine Till- ^**Z"


^]
uzioni al capo nono attefta , che fitibondi i
(b)Tertull.
entili del fangue de i Crilliani , fe vedono -Apologc.t.
Ter eglino cofhnti nel confelfare la verita del- ^inuc. FI.
av
fede , con tutte le forze loro gli ftraziano , ^L9^ ^"

_..- ,.1- ii
appellano , perciocche non per-
-it S.Euit.anno
Differ ati gii 16 * ^Ha-
Dnano a loro corpi , quaficche non fia piu da verc f n A-
ifperato il tormentare colui , che tu fai c fife re polog.Terc.
inocente E non pote certamente diflimulare
. nu
uella cosl ferma fperanza de noftri
maggiori
uciano fcrittor profano,e capital nemico della
oflra fanta religione .
Egli ,
che vilTe nel fe-
Dndo fecolo della Chiefa , nel fuo Dialogo in-
tolato il
Pellegrino (c) : Sono perfuafi , dice ,
uei miferabili dover eflerc immortali , e
, di (0 T.I1I.

1dover vivere eternamente ; per la qual cofa


ifpregiano la morte , e fi prefentano , per ef-
;re privati di vita, a
giudici . Ne era lecito a
oflri fenza effere con-
avverfarj di negare ,
inti di patente calunnia che la fperanza della
,

loria immortals rinvigoriffe i nbftri, per vive-


re
BE* COSTUMI
re fantamentc , e per foffrire qualunque fup
plizio , confeffando di effere Criftiani , mentr
non folamentc dalle Apologie de Padri , e d;
de martiri poteano conofcere il vero
coftituti
ma era loro eziandio facile di vcderlo fcolpit
nc marmi . Ella e celebre la Ifcrizione di Ale
fandro Martire trovata nelle catacombe , e.
pubblicata dal Boilo, dall Aringo , da! Bolde
(a) Inner, ti , e dal Mabillone . In queita
*
noi leg^i;
JO
(<O ^
i

p.n. mo i^p n e morto sfleffandro , ma vivefopra


.

anno
/, yfc//, 5 e {\ C0rp // r ipfa in quefto fifo.
di
cro . Fml la fua vita mortals fotto ^fntunir,

Imferadore 5 il quale avendo preveduto , d


farebbe ftatoprevenuto da gran benefizio , rej
r odio per lo ringrazlamento Imperciocch .

+dlej]andro piegate le glnoccbia per facrificai


al vero Dlo y fu condotto al fupplizh. tern

fi infelici n? quail tra voti ,


c le cofi facre
non ci e lecitQ di falvarci ne anco nelle cavei
nc . <j)ual cofa piu mlfcrabile di quefla tal v>

ta ? Ma qual cofa piu mlfcrabile della mortt


non potendo i noflri effere fepolti dagli amid
e parenti loro ? Finalmente rifplcnde ncl ciclo
&c. So ben io , che quefta Ifcrizione e data r
provata certi eretici e da alcuni de nodri , ,

quali per dimoftrarfi uomini di fpirito , no


hanno difficulta di negare i monumenti piucet
ti , e
piu ben provati dagli Antiquarj , e dag
Scrittori , che in quefto gencre per la efattez
za, per la dottrina , e per la virtu loro gran
di(IJ mo credito acquiftarono . Ma non per que
flo ha ella perduto quell autorita , che giufta
mente Pe Ihta finora attribuita . La qual co
fa per effere data efficacemente da noi nel terz
Tomo (6) delle no (Ire Antichita Criftiane , pn
vata , non ha meftiere di eflfere trattata nuova
nientc
DE* PRIMITIVI CRISTIANI. ;

tr ^
icnte in queflo luogo. Sotto lo fleflb Impera-
ore Antonino fcriffe la fua prima Apologia ,
ome piii volte abbiamo offervato , San Giu-
tino Martire . In quefta egli parlando de Cri-
:iani dell eta fua: Dtfidcroji ,
dice , deltas
-terna epura vita , ci affrettiamo ad abitare
,

on Dio Tadre , e Cr eat ore dell* univerfo co- ,

ne ci eflato promejjo da lui medefimo . Corria-


no pert ant o a confeffare ,
percioccbe fiamo per-
hafi , e crediamo , cbe quefli beni da coloro fi
cquiflino , i
qualibanno tcftificato colle cpere
oro a Dio feguito , di wcrlo e di averc^
imato quella beata abitazione (a*) . Verfo la etiam Dia-
ine del fecondo fecolo fcrifle S. Clcmente ^g cum_*
ileflandrino nel fuo IV. libro de Stromi (6) . Tr 7P h -
s n-

, Se tu vuoi efler martire , e vuoi rendere te- 44 ? t]

, ftimonianza per la rimunerazione de beni,


>

udirai, che c oil a fperanza ci fiamo falvati.


, Ma lafpcranza, cbefivede non e fperanza.
,
Impercioccbe come pud unofperare cil,cbe ve-
,
de ? Cbe fe fperiamo cil , cbe non vediamo ,
, not rafpettiamo con
pazienza (c) . Ma fe
,
patiarao , dice Pietro (^) , patiamo o bea- ,
^ AdRom.
v
Vl11 *
, ti 9 per lagiuftizia. E non abbiate pauradc*
, loro terrori conturbiate , mafantifica-
, ne<vi

,
te Gesil Signer noflro ne* voftri cuori , pre*
C " lu *
,
paratifempre a dare foddisfazione a ognuno ,
ricerca da la ragione di <uoi
quella fpe~
ctfe in con modeflia <voi
,
pert , <LJ

a vendo buona
,
cofcienza , accioccbe
,
i vottridetrattori ,
c calunniatori delta voftra,
buona converfazhne in Crifto,
rimangano con-
,

,
fufi Poiche egli e meglio foffrire fe Dio
.
,

, vuole, operandobcne , che operando male.


. fe
qualcunodice , come puo avvenire , che
, la debole carne refifta alle poteila 5 e agii fpi-
riti
2J4 DE> COSTUMI
5, riti delle dominazioi^i ? fappia tgli , che con-
(a)Ifaiac. 33 fidando nelPonnipotente Signore , noi refi
LVIIU ,, ftiamo alle potefta delle tenebre , e alia Tior
te . Mentre tu parli , dice il Profeta (a)
,5 dira, io ti
fono prefente . Vedi Pinvitto few
n 3 venitore, che vi fembr ti difende? Non
_
/L\<
(b; i. retr . . . .

Ct ,, 55 ntiova , e importuna , dice rietro (6 la n )

35 prova , che fi fa di voi pel fuoco a fine d


33 efperimentarvi ; ma etfendo partecipi dt
35 patirnenti dj Crifto , godete , affipche g dia
35 teancora nella rivelazione della gloria di lu
33 efultando, fe nel nome di lui medefimo fiet<

33 difpregiati , beati perche in voi ripofa lo fpi

33 ritodi e della gloria , come e icritto


Dio ,

s*
per te ftamo tutto glorno mortificati , e ripu
^J * tati ammazzate
.,, comepecoreda effcre (f).M;
33 in tutte queile cofe non periamo per colui,ch<

33 ci amo.Cosi Clemente,il qualedice molteal-


tre cofe, che febbene fpettano al noftro propo-
fito , con tutto cio fono da noi tralafciate pe
non diffonderci vantaggio, e per non riufcin
di
noiofi a leggitori , invece di recar loro dell
utile . S. Cipriano ancora , che fiorl verfo 1;

meta del terzo fecolo della Chiefa, avendo fa

puto, che alcuni criitiani fi erano avviliti pe


timor della pefle , che nata nell Arabia , fi dif
fufe per PEgitto , e quindiPanno 252. occup<

PAfrica Proconfolare , e fece finalmente gran


diflime flragi per tutto PImpero Romano^
fine d incoraggirli ,e fiire si, che fi rimettefler
nella volonta del Sfgnore , fcrifle il fuo cele
_^
^~*
LxiwAAL/A. V/ &\J Ls I d v ** / t L/r l< * v i4> . VI \J V V- V*^" * *
**Q

v /,. febbene
naOQ: rooltiffimi di voi altri , mic
Amltel.ann* . .
,. r .

3
fratelh , fono di foda mente , e di ferma cr
1700.
5, denza e ripieni di
,
devozione , ficche no
3 o commovere
fi lafciano o vincere dal ti

3,
mo-
DE* PRIMITIVI CRISTIANI .

more dclla mortalita ; ma come pietre e for

ti, e flabili piuttofto, e iiiperano,


rompono
invece di cffere fuperati da torbidi flutti di
quefto mondo;tutta volta perchcdelle volte
vedo alcuni , che o per debolczza di animo
o per aver poca fede , o per la dolcczza del-
lamondana vita 5 o per la mollezza del feffo,
,
o per qualche errore , non iflanno forti ,
e non dimoftrano un petto infiammato dall*
amor divino , non debbo io diffimulare , ne
tacere . Erano adunque moltifTimi de no-
ri allora forti , e coftanti nella fede , talchc
Dn ii atterrivano per le
maggiori calamita , e
favventure , che alle volte nel mondo fucce-
DHO ,
ma intrepid! foffrivano tutti gl inco-
iodi , e rimettendoii alia volonta del Signore,

preparavano a maggiori travagli, e fi ren-


?vano fempre piu degni di quel fclice , e fem-
terno ripofo , che fperavano di ottenere do-
) i
patimenti . E che quefto fofle uno de mo-
\r\ , che gli animava a foffrire , lo accenna
Ho fleffo libro S. Cipriano dicendo (^r) .

Tema di morire colui , che non & rinato dall


acqua , e dallo fpirito, ed e percio deilinato
alle fiamme dell inferno ; tema di morire chi
non milita fottolo ftendardo della paffione ,
e della croce . . . Quefta mortalita e
pefte pe
Giudei , epe Gentili, e pe nemicidi Cri-
fto , ma pe fervi di Dio e un falutarepaf-
faggio . . . Sono chiamati i
giurti al refrige-
.
gerio Somiglianticofenoi leggiamo ap-
eifo il fanto medefimo si nello fteffo libro ,
>me anche in quello , ch ei fcrifle a Demetria-
) del qual libro noi abbiamo pocanzi fat to
,

enzione
, e in quelPaltro , che mdirizzo a
Drtunato per la efortasione al raartirio , e ncl-
le
le fue Epiftole , per effen
, le quali volentieri
brevi , tralafciamafurono ttieno coftan . Non
f ti nello fperare nella mifericordia di Dio Crl i

ft fan i , che nel quarto fecolo della Chiefa fiori


lef l*
p. }fP- -n A >

l -1 , *\ 1-t.
Edit. Paii- i"n . naitera leggere
quinto (a ) libro dell il

anno 1748* divine Iftituzioni di Lattanzio Firmiano,e il pri


T.i. mo della Preparazione Evangelica di Eufebii
Vefcovodi Cefarea, per eomprendere, quanti
fofle ne fedeli di quella eta quefh teologal
virtu eccellente E per verita dopo di ave .

la Criftiana religione
quelli dimoftrato, che i

era propagata per tutto il mondo 5 e che le pii


Here , e barbare nazioni aveano abbandonat<
il vizio ^ e fl erano appigliate alia virtu , e un

vita e fern pi are , volendo in $ e fanta menavano


dicare unadelle cagioni , che aveano apporta
ta una si prodigiofa mutazione di coflumi 1 :

lina di effe cagioni , dice, la perfuafione dell


immortalita delle anime , e la promefla di quel
la vita , che dovranno godere gli amici del Si

gnore con lui in Cielo , dopo che faranno di


fciolti da legami di quefti corpi mortali . De
fiderofl adunque di quefla vita non folament
gli adulti , ma ancora le fanciulle , e itener
bambini 5
e gli uornini barbari altresi $
e colo
ro , che vili , flimano , confidand
e abietti ii

nella virtu ,
e nell ajuto del Salvator noftr
GesuCriflo j fe non colic parole ancora, ai
meno co fatti la comprovarono . . Tut .

gli uomini dovunqueil trovino ricevono la


cc

gnizione del vero Dio fecondo la difciplina


(

Crifto , e intendendo quelle verita , che iiitor


noaldivin gindizio fono predicate per tutto
ii rendono cauti , e fchivano il vizio , e proct

rano di ben regolare i coitumi 3 e le azioi


loro *

Egli
DS PRIMITIVI CRISTIANJ
in queflo tempo an-
Egli e pure manifeflo,che
>ra
pienaconfidenza,che aveano i
fbffe la
iani diaver a confeguire per la divina
)rdia inCielo il premio delle loro mortificazio.

,ede loro patimenti,onde i Gentili medefimi,


litando efempio di Luciano , e di altri ne-
1

ici del Criftianefimo, non ardivanio di met-


rla in dubbio
, fcbbene acciecati empiamente
riprovavano Delle quali cose Lattanzio
.

Irmiano nel fettimo libro delle fue divine I f-


ruzioui rende chiariflima teftimonianza (4) . () C. V.

nperciocche cosl egli parla contro i noilri ca-


nniatori Egli e neccflario ,
. feeondo codoro,
putare ftoltoi uorao di ftnno , perciocchc
de-
ierando i die non fi veggono , fi lafcia
beni ,

appar dalle mani quclli , che cadono fotto gli


:chi,e mentre procura di sfuggire ii male Ion-
no, cade nel preiente fupplizioril che dicono,
e avvenga a noi altriCriftiani,che non ricufia-
o ne i patimenti,!^- lamorte per amor della

!:gione, che profefnamo . Ma poiche abbiamo


3
tomenzione de Gentili , i quali della fpe-
nza de primitivi Criftiani , come Luciano,
.rlarono , fembra opportuna cofa , che de-
riviamo in qudio luogo i loro fentimenti .
rigene aduaque nel terzo libro (^) difcor- (b^n.Lxx^.
ndo Celfo Epictireo , che nel feeondo fe-
di p^g-
2 ^. E-
5

procure di fcrcditare co iuoi volumi il


<lo
& Venet.

riftianefimo , in queila guifa ragiona .


Qu,e-
fta noftra dottrina circa le pene ,
tanto e uti-
le , quanto c con forme alia verita , e s in-

fegna con gran vantaggio degli uomini ....


II che avendo veduto Celfo ebbe Pardimen-.
to di riprovare i noflri dogmi riguardanti la
beata vita , e la noftra futura converfazione
con Dio^c difle, che i Crilliani fipafcolano di
99
238 i> E COSTUMI
una vana fberanza .
Impugna quindi Ori-
gine rempieta di Celfo coll autorita de Filofofi,
e molto piu colle divine fcritture , e colla iftef-
fa cofa, ch e ragionevole per fe medefima
mentre ogni ragion vuolc , che avendo 1 uomc
amato di tutto cuore , e fervito il vero Dio,
quefti gli dia il
premio , che ha promeffo a

/ % ri
Ochv. giufti Ne folamente Celfo
. ma Cecilio ancon ,
(n)
l
L- .* -T^T- X ^
p. 70. Eclir.
apDrefio Mmucio Felice GO, nmproverand
an. 1^72. a noftri la ioro fperanza ,
ella e ,
dice , prodi
giofa lavoftraftoltezza , e incredilrile faucla-
da .
Difpregiate i
fopplizj frcfenti , mentre tc-
mete grinccrti , cfuturi . Cosl quefti miferabi
li , e ciechi , e fuperfliziofi idolatri deridcva

nolaverita, che colpevolmente ignoravano


Onde negli atti de SS. Martiri Montano ,
<

compagni, chel anno 259. morirono , leggia-


mo 3 che i difcepoli di Flaviano , quali eran<

tenebre del eentilefimo ,* avean*


involti nelle *.*

a male 3 ch egli per la fede moriffe 5 e procu


f
ravano di perfuadergli , che potea facrificare t

(M A P vd
^a ^
num ^ e P^ credere cio, che volea , dicer
Riunarr. p. do(/>) , che depone (Te la prefunzione ,
e offc
240. Edit, rifife il fagrifizio ,
e dopo tenefle la religionc
an. i<*S$. c he piu gli fofle piaciuta , e non temefife pi
della prefente , la feconda , e incerta morte
Detefhvano i Criftiani quefta maniera di par
larc , che i
gentili ufavano ,
e deplorandon
veri
la cecita , palefar Ioro la
lludiavanfl di
ta , e trarli dalle tenebre , e dall errore . Veg
(c) L.i. ad e g
g an g Tertulliano (c) -
, Atenagora (<f)
,
xix.
Nat^c. Apologiili, che con tanta forza
a | tr | noftr p<

roraronO la noilraeaufa apprcffo gl Imperator


il Senato Romano , e le Nazioni dedite alia
ft
(J)L.deRe- a zione . . .

rri Mort. pcriti


i c
Moffi adunqtie da queila viva fperanza "

ftri ,
I>E* PRIMITIVI CKISTIANI . 2

; i
maggiori , non ceflfavano di
pregare Iddio ,
: inche degnafle di dar loro quella gloria,che
fi

<

i tanto defiderio afpettavano . Ne fi contcn-


i ano di pregare da per fe fteffi , ma fi racco-
i .ndavano ancora alle orazioni de loro fratel-
per efTere refi meritevoli di roorire nella
1
;e del Signore . Onde negli Atti de SS. Mar-
i i Lione appreffo Eufebio Vefcovo di Ce-
di
c ^ ^ L<v

j
ea(d) fi legge che colle lagrime agli occhi Hift. p.m.
:

"gavano loro compagni , che faceffero per Edit. Cant.


i

I o continue fuppliche a Dio, acciocche me-


i iffero di acquifhre un perfetto fine. Era pu-
5
]
quefto un de motivi, pe quali i noftri mag-
I
ri fi efercitavano nelle vigilie , enelle fati-
<
: e tante prigionie, tanti incomodi , tanti
,

i iplizj , e la morte ileflfa , come altrove ve-


c mo , volentieri foffrivano . Ed era si alta-
i nte impreffane loro aniaii ,
e si ben radica-
t
juefta Teologale virtu , che voleano , ch el-
t
ofle palefe a tutto il mondo. S. Teofilo An-
t :hcno, che vifTe fotto Commodo Imperatorc
r fuo primo libro ad Autolico (^) Confef-^-jN. 11. p.
,
b , dice , volentieri di efler criftiano, e 5. Edit. an.
jodo di efler chiamato con quefto nome , 74
1
i.

,
:h e grato , e accetto a Dio , fperando di
, iover anche io piacere a Dio medefimo . . .
i (c) tu intendi, o uomo, quefta verita , e
>e

/ivi caltamente , piamente, e giuftamente,


^ n . xll .
.

p. 33.
,. vedere il Signore Iddio ,, . E San Giu-
"(Otrai

(1 o nella fua prima Apologia (d) : ficcome, [d] n .x.


, lice , Tddio ci creo dal nuila , cosi crediamo,

,
:he coloro ,,
chei
quali avranno fcelto cio
.
lui piace convive-
, faranno immortali ,
e
, anno con Dio . I martiri Scillitani anco-
f :he patirono verfo anno 200. di Crifto (e), AP u<i

R (*1
marr p *
1
*
non potra mutare
c i
parlarono al giudice : ^ ia
7
Dt COSTUMT
la noftraprofeffione lo fpazjo di trenta gior
ni . Recita pur la fentenza . , Oggi farem<
martiri ne cieli,,.

. II.

&? fimboli che ufavano if rimitivi fedeli


,

per animarfi afpcrare in . >io

E de* nomi di Sperato y e di


Speranza .

[i animafTero a vieppiu cor


T\/T
jLVJL fidare nella mifericordia del Signore
I e palefaffero a tutti la loro ferma fperanza i

Dio , varj fimboli , o figure , che vogliam di


am re ^ u favano ^
]e
q ua lj o dipinte nelle pared ,
Tc
m IF J_-* f V fcolpite ne marmi fi vedono nelle catacombs
Tra quefte la principale era 1 ancora, avend
. detto TApoilolo S. Paolo nella fua Epiftola ag
f
,
Ebrei abbiatno una fortiffima confol
<0
:

3 , zione , ricorrendo noi a ottenere la fperai

3, za propoftaci, la quale abbiamo come i

ancora ferma , e ficura dell anima ,, . Di i

tal fimbolo parla Clemente Alcflandrino n


terzo libro della fua opera intitolata ilTedag

(b)c.xr.p. go (6) dove dice: fieno i noflri fegni impre


fe^. negli anelli la colomba 3 o il pefce , o la nave
ch e trafportata con celere corfo da venti, o
mufica lira, di cui fi fervl Policrate 5 o 1 a.

cora della nave , che adoprava Seleuco, e


rapprefenta un qualche pefcatore , ramme
fi

il Crifliano dell
tifi
ApoitoIo,, e de fanciull
rato a fan- che dall acqua fi eftraggono .
ciullt 9 e allt II. Ne altra fu , a mio credere la cagiom

. per cui a fanciulli talvolta i noflri maggic


imponevano il nome di Sperato 3 e alle fanciu
le
DE PRIMITI vi CRISTI AMI 241 .

di Speranza ie non fe per dinocare laconfi-


,

nza che aveano corceputa , e ripofta nella.


,

nta, , e clemenza del noiiro inifericordiofifli-


>
Troviamo pcrtanto noi nelle ifcrizio-
Dio .

|
fepolcrali il nome di Speranza , come in quel-
,
che riferifce il Boldetti nel libro primo (d) (a)
Cemeterj : <A
Speranza fua for ell a dot- p- 54
lima Tiftefece quefla lapida . Quanto al no-
5
di Spe rato vegganfi gli Atti de SS. Martin
:

appreflb il Ruinart (i) . Ma non e nc- (b) p/


illitani
n 7?<

che mi diffonda troppo fopra un argu- iv.Edir.Ve


flario ,

;nto cosi ovvio , e manifefto . Rifletto per- ron-


:ro , che intanto forfe i
primitivi crittiani
minciarono a tifare fomiglianti nomi , per-
3cche non poteano foffrire , che noflri ufaf- i

ro quei , che impofti erano a


gentili , e che
eano fuperfliziofa la origine. Quindi e, ch Eu-
3
3io Cefarienfe nel fuo libro dc Martin Pale-
ii
(O parlando di cinque valorofl campioni (c) C. xr.
Gesu Crifto , attefta che fi mutarono nomi p. 4*--.E*jit i

pofii loro da genitori 5 poiche provenivano Canta t


lie
vaneappeJlazionidegl Idoli. Erano foliti
cora i noitri antichi di
efprimere co caratte-
nelle lapidi la loro coftante , e t-erma f peran^
.
i
in Dio.Ne
rapporta due nel fuo fecondo libro
ora cemeterj il Boidetti
i
la prima (^) dellc
lali comincia cosi :
r>
;

^C
P^4lS.
* Vir

Speranza in Dio .

Paltra (e ) ^ Severo
fpcranza di , e di doles
bld<cif *
rittfratern* Orfofratdlo .

a. s. in.
e o s r u
. IIL

9
TercbZ i Crifliani imponeflero a luogbi
dove crano foliti difepellire i loro
morti , II rwme di cemeterj .
*

v* ^ P* chl non ^PP * che


Per aual "VT^
^^ .... ,. ...
1
>
i
luoghi,
_ * . .

motion i L\ i

ove primitive
i cnitiani erano folitid
i dove loro raorti ,
kpoll re i
appdlaflero , come_j
(I

- noftri anc^ra
tempi appellano , cemeterj
fi

^ er ^ qua C0i ^ 1 n ^ ^e
^S aino appreflfo Eufebic
Crfarienfe nel fettitno libro delU Scoria Ecclc-
fiall-ca , dove parla di S. Dionifio Veicovo d
Alexandria cbe nel terzo fecolo ancora
,
eran<

Cap. que luoghi chiamaticon un tal nome (<0


. Oi
f
cio , che cemeterio fi appella da Greci , e dett(
:^,
dormltorio dag! Italian! . Ne folamente luogh
"

deile fep )lture,ma eziandio il feretro era talor;


chiainato dormitorio da noitri antichi . Laond
troviamo negli Atti di S. Maffimiliano Martin
(b) Pag. apprefibil Ruinart C^),che Pompejana Matron
nc
porto via il corpo di lui , e queilo ripofe
n. 5.

fuo Dormltorio , e lo fortb a Cartagiae . M


della voce czmeterio avendo diffufamente trat

Eel Par*
tato l Arin S C c ) i Spondano (if) , ed altri 1

4. 4.i
n ^n e neceflario , che io ampiamente ragioni
in pia
CJ,Dec^m. Riportero folamente tradotca dal greco
a
P S-.*77 volgare la Ifcrizione , che legged apreflb
Aringo nel I. libro della fua Roma fotterra

(e)Cap.i. nea(O, ch e la fcguente . Qxeflo


Cemeten
P 3 S^ fcce Lcwdics a Ottavillia foa Moglie . S
priano ancora nella ottantefima Epillola icnv
d;
(f )P.3J ? . a SucceflTo (/*), che S. Si,b Papa era ftato
gp infedeli uccifo nel cemeterio . Che
Edit. ann. fe qua
*7 *
cuno dimanderi della cagione , per cui furon-
cosi
DE* PRIMITIVI CRISTlANI. 243
:osl appellati queMuoghi; fappia egli , che i

:riftiani fperando di dovcr acquiftarc per mi-


r
ericordia del Signore la gloria del paradifo , c
Ji aver a vedere rcfufcitati nella fine del mon-

lo , c ricongiunti alle animc , e trafportati in


:iclo i bro corpi per effere eglino con quetli
incora perpetuamente felici , riputavano la >

norte come un addormentamento. Onde__>


fertulliano nel fuolibro dtlPjCnima Quan- :

, do , dice , fl rifveglia il corpo , e ritorna__j


, alle fue funzione ti conferraa la refurr. zionc
, de morti ,, . E Prudenzio dice
(4") Che_*
:ofa mai fignificano i fafll incavati, e i vaghi
:
^^ a

nonumenti , fe non che Tuoino non ila morto ,


Tia addormentato ? Cosl con provida pieta

:redono i criftiani , che in un momento refu-


citeranno con tuctc le membra loro , che_>

)ra fono opprefle da un freddo


fopore (&) .
e che talvoka noi leggiamo nelle an-
iche ifcrizioni criftiane , che 11 trovano nelle -

un<
pag -
:atacombe , che P uomo , il cui cadavere fu y 7 .Edit.an.
juivi fepolto , o dorme , o non e morto . Cosi 162,1-

n quella di Aleflandro martire , chc abbiamo


iferita di fopra che incomincia ^flefj andro
,
:

ton e morto ; cosi in quelle ancora,che riferifce


5
J Boldetti nel libro fecondo de Cemeterj ovc
a *
I
legge (c) : I/ittoria dorme , c Saturnia dor- ?? f
,
ne in pace , , ed Em I liana ,
ed Emiliano e Se-
jerina loro figliuoU cbe dorme in pace &c. e
,

Pompeja dorms in pace , che viffe anni quattro,


;osi jfinalmente in nioltiflime altre , che fi pof-

bno vedere appreflo i


raccoglitori de monu-
nenti delle Antichita Cridiane (t/) , e che noj
^er brcvita fiamo
^ vide_>

obbligati a tralafciarc . T. ill. Ant.


CrilH.tn. p
,
l^. feq.

. IV*
44 D l C O S T

i. IV.

Del timor ,
cbe dl Dlo aveauo I
frimitivi
Criftiani .

^ febbene corrifpondendo agli ajuti dell*


*\/f
fofferotimo.
IV 1 grazia , e operando fantamente , avea-
M Dio no collocata la loro fperanza nella Comma bon-
ta,e nella infinita mifericordia del Signorc : co-
nofcendo tutta volta i primitivi CriiHani la de-
bolezza dclla umana natura , temeano di loro
medefimi , e percio riguardavanfi dalle occa*
floni ,
che potcano apportar loro del pregiudi-
zio , e fi raccomandavano di cuorea Dio e da ,

ogni cofa , che foflfe men lecita volenticri (I


aftenevano , efercitandofl in quelle virtu ,
che
5

diilinguono il crifliano dali infeclele , Per la_*

qualcofa piu col cuore , che colla bocca di-

1
(a) Mart.
ceano ^ .
c f}ff ^
accioccbe quel Signore , cbzj
dell* innocenza
t j more debbe effere il cuftodc

ud ^Eiifeb"
,

Lib-v.Hift. colU infufione delta indulgenza celefte ba


?"//-

p. 1]. pig. minate le noflre wenti, rimanga


colic of ere netf
roi. Edit, anima
, cbe fi dilett a in Im , affincbe laficurcz*
gantab. ^a ar 0r mn p
a ^elU jfi
e il nemico
negligenza
,

non torni a impadronirfi di not E ii timore .


.

fecondo cio , che fcrive San Tommafo nella_j


(b) ,i. q. fomma Teologtca(^) , di tre forte , cioe wo-
w. art. a, &ano , fertile ^ e filial? . II mondano e quello.
che per paura di qualche male rimuove 1 uomo
dalla pieta , e dalla offer vanza de comanda*
damenti di Dio fervile per P apprenfione
. II ,

c la paura della fola pena fa si , che T uomo


(

dal male
penta di aver peccato , e fi aftenga
orrorc del e la-
Jl jfjliale 1
apporU , peccato
reve-?
PRIMITIVI CRISTIANI. 245
DE*
reverenza vcrfo Dfo a cui uomo fi unifce
, I

col la volonta c coll amore* Or


,
timore , il

che noltri maggiori aveano conceputo non*


i

era mondano rie fervile 5 ma filiate La qual , .

cofu fara chiaramente provata nel fuffeguente


c^pitolo , dove parleremo della carita de pri-
mitivi criftiani verfo il fommo bene ch ^ >

Dio .

* V.

QtiAnto foflero lontant i noftri mag*


giori dal prefumcre dl loro
wedefimi :

e contrario alia virt^i della Speranzi il


EGli
vizio della prefunzione .
Imper-.iocche co-
l* ntam
ui , che, operando male, temerariamente fpe-
r rr i r r T-I preJU
-a , luol efTere chiamato prefuntuolo . Per la .

i oro

qual cofa dice Tertulliano (4): dobbiamo cami- ^w/.


lare cosi funtamente^che ficuri della noftra co- (a) Lib. II.

"cienza
, defideriamo di perfeverare , ma non De cultu

>rcfumiamo . Poiche colui ,


mmar. c.
cheprefume di fe
nedeflmo , meno ancora teme , e clii meno
erne , meno e riguardato , e chi men fl rigu ar
ia, pericola . II timore c il fondam.erito della fa-
J
ute; la prefunzione e 1 impedirnento del ti-
nore . Egli e pertanto piu utile fe temiamo di
;on mancare
, che fe prefumiamo di iion poter
nancare Sperando noi temeremo , temendo
.

:i
riguarderemo dal peccato , e riguardandoci
aremo falvi Chi fi crede ficuro , jrion e folle-
.

:ito,e non polHede una tuta, c ferma ficurezza.


via chi e follecito e veramenre iicuro *
, quefti

Diffidando adunque i noilri and chi diloro me-


dtfimi
f>
COSTUMI
idefimi , ricorrevanno colle preghiere a Dio ]
e il fanto ajuto di lui imploravano , affin-
che fi degnaife di confermarli nella ofTervan-
za delle fue leggi , e di fare si, che perfeve-
raffero nella virtu , c nelle buone opere , nel-
le quali con diligenza it efercitavano . Laonde
S. Giuftino Marrire nel Dialogo , ch ei com-

poffe contra Tfifone Giudeo (#) : cgli e mani-


r j\ i. t i .

^e a tuttl * lcc c e I101 l ( ua crediamo " "


"
l >

an/1737. in Dio ,
chiediamo da Jui , che ci cuftodifca

dagli fpiriti fallaci ,preghiamo Iddio medcfi-


e
nio per Gesu Crifto , che avendoci fatto la

grazia di convertirci a se , ci mantenga incon-


taminati . Onde lo chiamiamo fovvenitore , e
Redentore . E nella prima Apologia (i) : Pre-
ghiamo ,
dice 9
e per noi medefimi , e per

quello , ch e battezzato , e per gli altri , ac-


ciocche avendo acquiflato la vera cognizione ,
iiamo refi degni ancora di quefb grazia , che-?
facendo unu vita retta per le buone opere , of-
ferviamo Dio , e confeguia*
i comandamenti di
mo I
5
era pertanto appro-
eterna falute . Non
5
vata da noftri maggiori la condotta di alcuni,
i
quali prefumendo , nella ernpieta mifera-
mente precipitarono , ondc ftudiavanf! di

tenere umili i crifliani ,


e fare si
, chg ii

raccomandaffero a Dio , e confidando in_j


lui f l di loro medefimi diffidaffero (c) .

AmS.Pb* ^ 9

folamente predicavano le mafTime , ma


^u ^Rin- ^e rervavano eziandio con diligenza ,
fi e_>

tuttocio , che di bene faceano , attribuivano


art.pag.78.
Edit.Veron. al Signore , e non colle proprie forze , ma
colP ajuto di lui fperavano di perfeverare_j
nella vitu e di giugnere finalmente al poffedi-
,

mento del regno celefte . Laonde negli atti di


DI PRIMITIVI CRISTIANI .
247
>. Giuftino Martire leggiamo
(<*)
die prefen- ( a ) Tb
,

^ato cgli al giudice , difle E J vero, che iofo* pag.^. n


: .

no fervo di Ccfare 5 ma fono arcora Criflfano ,


iberato da Crifto , e per benefizio , e grazia
]i lui fono partecipe della fperanza raedeilma,
:he hanno quefti teftimonj della verita , chc_-?
per la confeffione , il trovano qul in giudizio .
E in quei di S. Epipodio , che interrogate il
Vlartire dal tiranno rifpofe :
(i) Non mi ha_
:csl debolmente armato 1 affetto della cattolica

religione , che mi vcglia io lafciare muovere_^


dalla finta tua mifericordia .
Somiglianti a que-
fli furono i fentimenti de Santi JViartiri Scil- . , .

"

itani (c) , di Santa Potamicna (rf) di San_>


pa g.. /
MalTimo (f) , di Santa Dionifia Vergir.e (/) ,
(d) ibid
ie Santi Trifone
, 9
de Santi psg.
e Refpicio (^)
Luciano , e Marciano (/?) 3 di San Fruttuofo
-/), di San Bonifazio ,
de Santi Vittorc , (O
AleflTandro , e Compagni (/) , de Santi Teo-
pag
loto , e Compagni(^), e degli altri Martiri
(g)
incora, che per amore di Gesu Criilo vol-
ero perdere , fpargendo il fangue loro , !a vi-
a Sapevano eglino quanto fono deboli le for-
.
jxj
uomo , per Ja qual cofa temendo di lo-
"

:e dell
pag, ipil
o medefimi , e riguardandofi da pericoli ,
(k)
ontani dalla remerita , e dall arroganza , tut- a ^ ;.
a la
fperanza riponevano nel Signore , e a lui (!)
j raccomandavano . Quindi che uno Pa -

e, Sperato
ie Martiri Scillicani
rifpofe al Giudicc , ch
:gli non temeva
il mondano Imperatore, e
:he a Dio ferviva colla fede , colla fperanza , ,
; coll amore
Qi)
. E Tertulliano parlando de i
fl
crifliani dell eta fua , e delle adunanze,che
cekbravano 5 attcflo, ch erano foliti di unir-
fi
9
c di afcokare le lezioni deJle divines
fcrit-
fcritturc, e di pafcere colle fante voci
fede , e di ergerc la fperanza , e di fiffarc
la confidenza in Dio , e di confermarfi eel-
la offcrvauza de divini comandamenti *

CAPO
DE* PRIMITIVI CRISTIAN1

CAPO III.

Leila Carita de Primitivi


verfo Dio .

fe erano fermi nella fede ,


e coflanti
n ella fperanza i
primitivi crifHani , nor.*

meno ardevano di carita , e di amore_> gton ffi


tr *
9** *** 1
il fommo bene
;rfo Imperciocche avendo i*/** .
*
?tto noftro Signer Gesu Crifto ne facrofanti
il
r
, , verfo Jji* . . .
, . . >

angeli , che non ha niuno maggior carita di


}lin , che fi lafcia ucciderc pe fuoi amici ,
7\i e neceffario di confeffare
,
che grandifllma
5
a la carita de noftri maggiori , i
quali vo-
ntieri foggiacevano , per piacere al Signore ,
infinititravagli 5 epatimenti , epernonrin-
^gare la fanta fede, perdevano infleme colle
ro fuilanze la vita . E chi non fa , eflcr ella la
rfetta carita , come San Clemente Romano
fua Epiflola a Corinti (4), feguendo
lla i

ntimenti del Dottor delle genti S. Paolo (&) , XL/X.


virtu, che congiugne 1 uomo a Dio , e ^om.
?
la 5 I.
:
lft 01
ic tutto foffre volentieri , e non ammette niu-
rende
^ r :^
. cofa cattiva
. _. opere delPuomo ac- o
, e
Coutanr. r
le
tte al Signore ? Lapcrfetta carita , dice , an-
(b)i.aJCor.
Tertull ano , cacciavia iltimore , ciotil c.xii i.vr.fq,
>ra
;

ondano , e fertile , percbe il tlmore apporta.*


na , e cbi teme non e perfetto nelU dilezionc .
qit/tl
non fe qucllo , cbe fa ne-
tlmore , fe
.re la , vcrita
fede , e qual dilezione fie U
nama perfttta,fc non fe quella , cbe toglie
tlmore , e aniwa la confeffione della religie-
?? . . cbe fe infegna, di morir pe fratelli ,
.
( c) Scorp;
uanto piu detterd ella di mcrire
pel Signo* cap.n.psg.
altrove : LA dile&one , dice, e il
I) E* C O S T V M I

teforo delV uomo crijliano, raccomandatocl coi


tutta, la forza dallo
Sflrito Santo , neirsfpofio>
x s
L jb.j e
I* EH* fi per la ptzienza e com-
riconofce <

Patient. c. nellaperfccuzione (4) . Or qucfta Cariti


*tt c
xii. p. 147. di cui parlano , non difcoftandofi pinto dagl
infegnamenti dclPApoflolo ttitti i noftri Dot
tori , chi puo negare , che arderstiitima foffc.
9
tie cuori de primitivi Cridianf ?
Dimoftravauf
cglino ccrtamente , fc fim^ivano ( per norL.
efporfi temerariamente agl infulti de nemici),*
nelle folitudini , e nelle caverne , dove (1 riti
ravano ; nelle prigioni , dov erano ftrafcinati
trallc catene , e era ccppi, e tra moltifTim
altri incomodi , e patimenti , ne luoghi final
mentc ove trovavano per lor*
del fupplizio
,

medeflmi preparate o le mannaje , o le ruote


o il fuoco, o le fiere , o altre forte di tormcn
ti , e di martorj
, che la crudelta inventava_
contro dell* innocenza , dimollravano , difli

qual virtu gli animava , e faceali flare content!


9
e allegri tra tante pene . L amore , che in
fiammava i loro animi da^a loro incredibil cc

raggio e conflderandofi vicini a unirii a quel


,

infinito bene , che fopra ogni cofa bramavano

riputavano , leggeriflime le avverfiti , i tra

vagli , e gli ftrazj ch erano coftrctti a fop ,

(b) N. t. P r tare . Quindi e , che San Clemente Roma


.
54.
no nella fudetta Epiilola (6) afferma , che pe
la carita confumarono il loro martirio i fon

(c) N.v. canipioni di


Gesij Crifto , che avanti di iui pi
.iz. tirono. Edefcrivendo altrove (0 loro inco
.i

modi : Pietro , dice , foftcnne moke fatiche


c finalmente fatto martire pafso al dovut
luogo del la gloria . Paolo avendo fette volt
portate catene ,
le ed efiendo ftato battuto co
le verghc e lapidato
, , e avendo predicate
reJi-
DE PRIMITITI CRISTIANI. 25*
rligione dall oriente , all occidcnte , fjffrl il
tartirio , e fatto efemplare cli pazienza , ando
la patriade Santi Aqueftidue, che mena-
:

mo una vita divina, fi aggiunfe una gran_-?


loltitudine di eletti , i quali averdo foppor-
ito con pazienza molte contumelie , e molti

>rmenti , ci furono di un belliffimo efempio .


ra gli altri Danaide ,*e Dirce, quantunque dc-

forze, dopo fofferti gravi , c difpietati


>li di

jpplizj , conftimarono il corfo loro , e rice-


.Tono il nobil premio , ch era loro preparato
ciclo . Percio non vi ha dubbio , che la ca-
ta confortaffe
, e aggiugneffe fpirito a com-
attere per la fede a
que valorofi , cd invitti
impioni di Gesu Criflo , poichc parlando di
e degli altri San Paolo nella
,
EpiHola a
omani , (a) in queila guifa ragiona: Giu- (a)Ca P .r.
dificati dalla fede abbi^mo la in Dio
pace verf, 5.
per
Gesu Crifto Signer noftro ,
per cui abbiamo
avuto colla fede 1 acceffo in quefta
grazia nel
la quale fliamo , e ci
gloriamo nella fperanza
della gloria di Dio. N6 cio folamente , ma
cigloriamo ancora nelle tribulazioni , fapen-
do , che la tribulazione opera la
pazienza , e
la pazienza lo
efperimento , e lo efperimen-
to la fperanza , e la
fperanza non confonde ,
perciocche la carita e diffufa ne noflri cuori,
per lo Spirito Santo , che ci etfato dato .

poco dopo () chi ci feparera dalla carita di


:
(t>) C.vrr T .
^riffo ? la tribolazione
, o Pangufh a , o la v ^ fec
l

perfecuzione , o la fame, o la nudita , oil


pericolo , o la fpada ? come c fcritto
per te :

fiamo tutto giorno mortifkati e


, riputati
quali pecoredella ucciflone. Ma in tutte
queite awcrilta nbi fuperiamo per colui ,
cbe ci ama . Imperciocche fono io
perfuafo
che
che n la morte , ne la vita , ne gli A
,, ne i principati , ne le potefta , ne le immi
a, nenti , ne le future cofe , ne altczza , n 1

,5 la profondita , nc alcun altracreatura potr,

,5 fepararci dalla carita di Dio , ch e in Gcs


3, Criiio Signor noflro . E faccndo la defcri
(3}vj. gq. zione della carita nel capo tredicefimo dell
,

Epiilola prima a Corinti (<0


: Quando i

35 parlaffi , lingue dcgli uomir


dice , colle
3,
e alia manieradegli Angeli , e non avefli !

35 carita divenutocome un rame , ch


5 farei

3, fuona , e come un cembalo rifuonante .

3, quando ioavefli il dono della profezia, e p(


3, netraffi tutti i mifterj y e aveffi una perfet!

3, fcienza di tutte le cofe ; e quando io ave/


33 tutta fedepoflibile 5 talchc trafportafli
la 1

- 35
*"
le montagne dal loro a tin altro fito , e nc
C->

3, avefli la carita ,
io non farei nulla. E quand
a, ioavcffi diftribuito tutti i miei beni perm
33 drire i
poveri , e offrifTi ilmio corpo p
,5 effer bruciato, e fofli privo della carita
3, tutto cio non mi fervirebbe a nulla. La car
3, ta e paziente, e benigna , non e invidioi
non e
puntotemeraria 5 e precipitofa , nc
3,

3 , fi gonfia , non opera impropriamente , nc

cerca i proprj intereffi , e non s irrita , nc


3, penfa il male , non gode della ingiuliizia 5

33 gode della verita . Tutto ella tollera , a tut


crede , opera tutto, e tutto fopporta ,.

E lodando la carita de Filippenfi , e de Cofe


C. r. fen fi e d e Teflalonicenfi (^) . Frceo die ,
~nt."l
A an.
ijp.ad J3 ^g a car | t a voftra
fempre piu
j abbondi .
(<

3, Voglio , che voi fappiate , quanto io cor

5, batta per voi , e per quelli , che fono


CO <-oj f.
^ Laodicea, e per tutti glialtri ancora^cherjf

mi hanno mai veduto , acciocchc ilenocor


fo-
PRIMITlVI CRISTIANI 2
folatiiloro cuori . . (a) OOTKefsaf
uniti nella carita .
c ** v 6
Eflerdo venuto di frefco a noi Timoteo , ci
ha fatto ftpere la fede , e la carita voitra .
(6) Doviamo fempre ringraziare Iddio per
voi ,
o miei fmtelli , cosl, come e giufto ,
poiche iiaccrefce la voftra fede ,
e abbonda
la c.iritadi
ognuno vicendevolmente, di voi
e doviamo gloriarci ancora di voi nelle Chie-
fe di Dio per la voitra pazienza , e per la vo

ftra fede in tutte le perfecuzioni , e tribola-


zioni , che fopportate , laqualcofae un in-
dizio certo del giufto giudizio di Dio , e dell
eflfer voi ftimati degni del regno di Dio me-

defimo , per cui voi pacite . NeTolamente


primi tempi, mane fuccedenti ancora fa V
golare 5 e ardentiflima la carita de Criltiani
:rfo il fommo bene
Imperciocche troviamo .

>i

maggior fegno nel principle del


celebrato a
:ondo fecolo della Chiefa da S. Ignazio Ve-
)vo Antiocheno , e Martire , amore de fe- 1

li verlbSignore il
Glorifico dice fcriven-
. ,

a Smirnefl,^/or/^co Gesii Criflo Dio,cbe vi ha


tti
fapienti ;
poicbe bo io intefo , efler voi
rfetti ,
e immobili nella fede , come conficca-
c<f chiodi nella croce del J\edentore fermi nel- , *

carita , nel fatigue di Gesu Criflo CO E J-


-.y.Edit
ndo gli Efesj : idccetto , dice ,
nel Signore il Lond. anno
lettiffimo voflro nome ,
cbe poffedefle giufta- 1-74^.
to. 11

?nte fecondo la fede , Criflo e la carita in GSSH W\


flro Salvatore , percbe eflendo voi imitatori
Dio , e riaccoflandovi nclfangus di GesiiCri-
>

5
avete compitamente perfezionata la ope- (J) n f

(<0
. E a Magnefiani :
Conofcendo io la otti~

a voftra iftituzione nella carita ,


C/; <L_?

Dio , cfultando bo prefcelto di parlare (e ) .

i VQi nella fede di Gesu Criflo (O Non altri- n9 .

men-
Fondo
254 DE COS TUMI
j
(a) n. Lpsg. menu difcorre egli de Filadefienfi (a) , e de
J 37* Romani (&). Loda eziandio la carita de Fi-
1 invitto Martire S. Policarpo , che
<-b)ji.r.pag.lippenfi
come Ignazio, fu difcepolo di S. Giovanni
Evangelifta , mentre fcrive (c) , Mi con*
gratulo con voi magnificamente nel no-
3, ftro Signor Gesu Crifto , accettando le imita-
3,
bili parole di dilezione, che dimourafte a

3, quegli uomini , che fono ftati prima


fanti

3, inviati a Dio . .
. E perche la fermezza della
voitra fede da principio infino ad ora rima-
3,
ne , e fruttifica nel nolfro Signor Gesu Cri-
ilo , che ha patitope noftrj peccati fino alia

3, morte . Verfo la meta del fecondo fecolo


S. Giuftino Martire nella fua prirna Apologia

fcrittaagl Imperatori a fivor de Criftiani , di-


nioftra , ch eglino amavano ardentemente il
ibmmo bene , e per ottenerlo fi altenevano da
qualunque male , e atrocilTimi tor men ti foffri-
n vi
2 ^ vano (rf) . E nel Dialogo contro di Trifone Giu-
Apoloe! !!
^ eo mo ^ ranc^ a ciiveriita che pafla tra*
^
,

Criftiani , equelii chediceano in quelPeta di


n.xm.p.ioi.
attenerfl alia mofaica legge (ff) : ,, Egregiamen-
te ? dice , il nodro Signpre , e Salvator Gesi
(e) n.xciii.
ioi. Crifto infegno , che con quefti due coman-
|>.

3, damenti fi adempie ogni pieta , e giuitizia


:

3, ^fmerai il Signor e Dio con tutto il tuo cuor(


e con tutte le tueforze, c come te flcjfo

3, tUQ proflimo. Perciocch^ chi con tutto


3, cuore e con tutte, le forze ama Iddio , eflen
59 do pieno.deila pia fentenza non adorera ve<

run altrp . . E chi ama il proffimo , com*


.

3>
fe fleflb , defiderera a lui , come afe mede

3, fimo , ogni bene ... Si diftribuira dunqu.


3, tutta la giuftizia in due parti , una delle qua-
li
riguarda Iddio , e 1 altra il prolfimo . On
PKIMXTIVI CRISTIANI .
255
de abbiamo dal-la Scrittura , ciic qualunquc
uomo ama fddio di tutto cuore , e 11
protfi-
mo come fe itefTb , veramente giufto .
egli e
Ma voi altri Giudei non dimodralte mai il
voitro amore ne verfo Dio , nc verfo Pro- i

feti , ne verfo voi medeflmi , ma


fempre ,
come e manifefta cofa , vi flete palefati per
adoratori de fimolacri , c ammazzafte i giu,
.Dicendo adunque cosi de Giudei , fa
identementeconofcere, chc i criftiani altri-
*nti viveano , e che amavano Dio, e il prof-
ao , ch ei nello fteflb Dialo-
in quella guifa ,

, Apologie dimoflra . Verfo que*


e nelle

npi mcdeiirai , ne quali S. GiuiHno compole


fuddctta prima Apologia , fu chiamata in
udizio S. Felicita co fuoi fette figliuoli , il fe-
ndo de quali fi chiamava Felice . Effendo
efti efortato dal giudice a iacrificare agridoli,
raggiofamente rilpofe Iddh , che not ado- :

imo e un folo , e a luifolamente offriamo Ufa-


ifizio di pia devozione . T^on crcderegia, cbc
y
o alcuno dimici frdtclli voglia reccdere dall*
lore del noflro
Signor Gesu Criflo .
Ordinapu-
, cbefiamo battuti , e privati di vita. La
lira fede ne far a Vinta , ne fara mat muta-

(a). S. Ireneo ancora , il


quale, come ab- (a)n iif.
a ucl
imo altrove accennato , e ilaco difcepolo di ?* P
A
n i- i TL r Kuinart.A- i 1

rolicarpo , nel quarto libro contro 1 erefie al


pitolo trentadue , afferma che la Chiefa
(Z>)

ogni luogo, per quella dilezione, che ha ver-


Dioinvia in ogni tempo al Padre unamolti-
dine di martin ... La fola Chiefa foffre Fob- Edit,
obrio , e le pene di quelli , che foffrono la
rfccuzione per la giuih zia , e fono mortifica-
per quell amore , che portano a Dio , e per
confeffion del figliuolo di lui . La qua! Chie.
fa
D E C O S T IT M I
fafpdfo debilitata , tofto ricupero le fue mem-
mbra , e divenne intiera . N6 folamente S. fre-
neo ,
ma ancora che verfo quei
gli altri autori
tempi ,
ne , quali egli fcrivea
o poco prima
fiorirono , celebrarono Pardentitfima carita di
que fortiflimiuommi , che per lafede patiro.
no . La Chiefa delle Smirne nella celcbre lette-
ra 5 che indirizzo a fedeli delle altre citta , h

qua! lettera riguarda il martirio di S. Policar-


(O Apud po , cos\ fcrive (4) . Fa di meftiere, che no
g^ iflruiti meglio , narriamo con timore tuttc
le cofe ,
e di egnuno di que valorofi folda-
33 tidel Signorc inparticolare ragioniamo , ei

33 efponiamo i trofei , che riportarono , accioc


3, che tutti veggano qual fofife la carita Ion
verfo Dio . Le parole greche tradotte ii

italiano portano quelFaltro fignificato (&)


P- 5** 5J Chi non ammirera la fortezza loro , e la pa

5, zienza , e la carita verfo il


Signore ? Furon
,, maniera laceratico flagelli , che
efli in tal

99 vedeano Pintime vene , e la flruttur


fino
* Di Vezio
v delle loro arterie Epagato Mai
tire cos! fcrivono le Chiefe di Vienna, ec
Lioae appreflb Eufcbio Vefco^o di Cefarea n<

libro (c) , della iloria Eccleflaftica


eluberante una quali immenfa c;
in lui
verfo Dio , e verfo il proffimo C! .

mente Aleflandrino nel fecondo libro de ftn


mi , trattando ancor della credenza , e dell .

5
morde quali nella fine d
fedeli verfo Dio, i

fecondo fecolo, e nel principio del terzo vive


no,fcrive : che crediamo che furono >
le co

paflate ,
e che faranno ancor le future .

miamo altresl
perfuafi per fede , la

pag. ,5 furono cofe paflate , e afpettando cc


le

,, h fperanza le future (rf) . . , Cosi ancora


DE PHIMITIVI emsTiANi* 2^7
* r
timore e il principio della carita , poiche au-
mentandofl apporta hafede , e la dilezione .
Ma non temo io il mio padre , che venero ,
e amo, come temo una fiera E nel libro .

*
quarto (<O,Ia fomma di tutta la virtu, dicc,e il
Signore , che infegna di fpregiare lamorte /
per la carita verfo Dio . Beari coloro, che
foffrono la perlecuzione per la giuftizia per ,

ch^ faranno appellati figliuoli di Dio ,, .


.vanti avea egli dimoftrato ,quanti erano queL

,
che prima , e nelPeta fua foffrirono ta(i
;rfecuzioni per la carita, e per la giuilizia,, . (6)
Sono continuamente , cost e* fcriVe , appref-
fo noi ridondanti i fonti de Martiri , che

veggiamo cogli occhi noftri , che fono arro-


ftiti ,
o ilraziati , o uccifi col ferro . Puo
icoraognuno comprendere dall Apologetico
Tertullijino,quanto foffe grande nel fine dello
j
: fso fecolo amore de ? Grilliani verfb il fom-
1

o bene , e fpecialmente dal capo trentottefi-


o al cinquantefimo , dove dimollra ,
a chi
flfero indirizzate le loro congregazioni , e co-
e foffero eglinoefat^ti nell operare,e come ne^
ii atti difbdc
,
di fperanza , e di fiducia ver-
Dio (i efercitaffero , e in qual guifa procu-
.(Tero reridertl grati a Dio medefimo colle
di
ortificazioni , e col foffrire pazientemente lc
:riecuzioni , i
travaglj , e la morte . Non al-
imenti ragiona Minucio Felice , che, come io
edo , fopravviffe a Tertulliano , e fiorl nel
colo terzo un po avanzato (r). Si puo inoltre
durre dal libro della unita della Chiefa com- .
It. -
2^O> J

da S.CiprdanoVefcovo di Cartagine 9
)fto \ i

.lla falutifera Incarnazione


251. quanto foflc
ande la carita di que fanti campioni di
Criito^ p.si.E-
ie in quella eta per la fede patirono (d), men- dit. a

R ere
D * COSTUMI
tre paria in tal maniera , che di noftra effere
lontani gttfcifrnatici, ancorche fienouccifi dagl
Idolatri,da qnell amore,che era proprio di quei
che patirono il martirio nel grembo della Santa
Chiefa.Che fe la coftanza, laintrepidezza c la ,

fortezza, con cuii martin c gli aitri


, fedeli fof-
frono i piu gravi incomodi , e i piu difpietati ,

e atroci martorj , indicano Pamore verfo Dio ,

che arde ne loro aninw, come in fatti per Ic


teftimonianze de Padri di fopra addotte le inch -
cano , cgli e certiffimo , che nel quarto fecolo
ancora ,
in cui Lattanzio pubblico le fue divi
ne Iflitu zioni , cd Eufebio fcriQe la fua (loria
Eccledaflica , flngolare fjffe la carita de Cri-
fliani . Imperci^cchc dimoflra Lattanzio nel li-
bro quinto, che innumerabili erano le citta,
nclle quaii fi c:)nfe(Tava con incredibilc corag-
gio la ftrde da vecchi,da* giovani, dalle donnc,c
9
da fanciulii ancora , talchc Pefempio , che da-
Vano di virtu , e d intrepidezza , facea si , che
i
gentili in numero grande fi convertiffero alia

y eracrec^ enza 5 e fi accrefcefle continuaraentc


il CrilHanefimo (4) . Oefcrive cgli ancora colla

folita fua pulizia , ed eloquenza la crudelta de


tiranni , e nuovi, e crudeli fupplizj , che
i

andavano coftoro inventando contro gli adort-


tori del vero Dio , e cosl fcriVendo fa riialtare
\4 virth , un numero innumerabi-
e la carita di
h diCriftiani, che per tutto il mondo fi lafcia-
vano piutrolro fpogliare de loro beni , lacera-
re , uccidcre , che oflfl-ndere o dubitando o ,

negando la verkl della religione , il loro Signo-


Cap, h. re ^6). Eufebio pure neli ottavo libro della
.
p. 381. fua [doria , c in quell altro libro , ch egii in-
N titolo de Martin Paleftini ; faevidentemen-
te i fuoi lettori comprenderc quanto foffe gran-
de
DE PKIMITIVI CRISTIANI. a

e la moltitudine de fedeli che pativa pcf


,

)riflo volentieri la perfecuzione , e la mort-e,


quanti fe?ni di pietae di amore verfo il ibm- ^ , .,
* ,
Cs 1 rLib. vit i
obcne patendomoftraflcro .
a. Edit,
P 3 3

llora, dice esli,


J
moltilTimi V
Vcfcovi foffrirono Taur.
animo allegro gravitfini fapplizj
>.n
, (<0
e__>

oltiflimipofliamo noi mentovare che pel ,

ero culto del fupremo nume dimoftrarono una


arav/gliofa gioja e contentezza,non folamen-
quando fu rnofl!a la perfecuzione ma avanti ,

icon allorchc godeafi daila Chiefa la pace


,
.
(b)Cap.iv.
iolti il)ldati
deponeano cingolo militare il , pag 33>

:r non dicadere dalla grazia del Signore (^) , rc^ ll^ij.


olti familiar^ dell Imperatore furono uccifi
:1
palazzo di Nicomedia (c) , moltiflimi uo-
ini , edonne furono o bruciati , o melfi a_*
1
>rza nelle barche , e gettati nel rnare da car-
?fici , o con altri crudeliflimi manor) lacera-
, Piene erano le carceri di fedeli ,
e per ogni
:rfo vedeanH altri colle fcure ammazzati ,
al-
i
fofpefi , altri arroititi fullc graticole , o af-
gati ne fiumJ Ma
farebbe troppo lungo , c
.

aiagevole
;
il numerar tutci , che dicd.ero tali
rove della loro fortezza , elTendo eglino ihti-
numerabili (ff) SJngoUri eziandio furono delib.
.

rfo Dio eli effetti dcU atnore de Crilliani del- Man.


*
Pa-
j\ *1_* 1
le lt
Perfia , e delle Provincie foggette al Ro-
^*
ano Impero ne tempi di Coib;:tino , allor- pa S **
ico da gentili, o dagli eretici fieramente_-v
^rfeguitati , non fi atterrivano punto ne per
minacce, che loro faceanfi , ne pe fuppli-
1

, ch erano loro preparati , ma intrepida-


ente confeOando la vcrita della noftra fanta re-
, e dimoilrando la lorograndiilima pieta

Dio, volcano piuttolto morire 3 che of-


ndere colui , che ardentemente arnavano .
R a Ma
Ma parleremo noi di quefti nel fecondo libro ia
que capitoli , in cui tratteremo della fortezza ,
e della pazienzaloro , nelle quali virtu in raodo

inaravigiiofo
1
fegnalarono. Ghe fe collo fcor-
fi

re.re tempi moiti fi raffreddarono , o s intie-


de"

pidir&no in tal guifa, die non attendevano,corne


prima, a fervir iiSignore , con tutccio moltilli.
mi furono ancora ne? tempi di Gofhnzo , e di
.Giuliano i fervorofi Gridiani
, che per la. can-
ta , eke ard.eva loro nel petto , pofponevano 2
Dio qualuaque cofa terrcna , e la vita iieiTa ,
e fi dichiaravano di voler perdere le fuflanze
loro , i parenti , le mogli , figliuoli mede-i

fum , ed el&re gettati nelle fianime ? bra-


c ati , einceneriti, che commettere un raan-
curaento, per cui rinaaneiTe offeib il foramo
nurae , in cui aveano ripoftq le loro fperanze,
Rendono di cio chiariflima teftiraonianza Sail-:

Gregorio Nazianzeno , Socrate , Sozomeno


e Teodoreto fcrittori illuilridel quarto,e quin-
to fecqlo della Ghiefa , a quali noi ? per e (Tec
}

tglino fla.ti vicini a quei tempi , e lontani dall


9
acconfentire a fayolatori , preflar dobbiamo
ogni maggior credenza . E per vero dire , San
,Gregorio nella terza orazione , ch eicotTipofe
contro Giuliano Apollata, da evidentemente ;

divede.re , quali erano le rpaffirae de fedeli


quale la cautela in. non fare aicuna cofa , ancor
,ehe minima , che potette difpiacer al Signore ;

quale il coraggio nel patir atrocillimi to rmen-


ti , e nel dimoilrare a nemici , che niuna cof

amavano,o tyramavano fuorche Dio , e niun


defideravano , che credeffero men convencvo
le, e men grata a Dio medeflmo . Riferiremc
per altro noi le a LI tori ta di quefto S. Dottore
e de mentQvad litorici opportuijaiiiente in al
tri
CRISTIAN1 .

riluoghi , e fpecialmente in queMo ,


Ligioncretno della pazienza de primitivi Cri-
iani . Frattanto perche isclle moral! cofe ,

orre ah rove noi oilervammo , gran forza han-


ogli efercpli per rnuovere gl"i
anirfti , e in-
ammarli di ainore per la virtu re apportc- ,

*mp uno cftrattodsg 1 Atti fluceri del martirio


S. Tgnazio Veftovo Antiocheno , ii qu.ale_^
peromolti, e aninno mai de Santi , che da:
uel eta noilra patirono il martirio ,
tempo all

i in quefto genere creduto inferiore Egli .-

lunque averdo antcpoflo alia fua felicita il


antaggio de fedeli , a qtiali era ihto concedu-
per iftruttore , c Prelate dallo Spirit o San*
>

) , ed erafl rignardato ne tempi di Domizia-


?
o dalla fierezza , e crudelta de nemici del
Tiftianefimo , e fopportava con incredibile
azienza il non aver anch
egli avuto la forte ,-

h ebbero fotto queHo ftefib Imperat ore fantr


Itri Santi di rendere teflinnonianza della vcrit^

ella religicne , e di fpargere il fangue per 1*


Dnfefllon della fede ,
e di volare in cielo fi-
almente per unirfi eterriamente col fuo Si-
nore , e pofare per fempre come nel fuo cen-
o in quel fommo bene , che avea ardente-
ente amato, e deflderato in tiuto il corfa
;!la fua vita; dopo che vide refh tuifa fotto

erva , e poi fotto Trajano la pace alia Chieiay


?fe
grazie al
Signore ,e ftudiofTi non folamen-
di confermare con mag gior comodo, e liber-
i debolinella vera credenza
, ma eziandio di
:crefc<re il numero de di Gesa ri(lo f
feguaci
fruendo i gentil^i a ncora , e inducendo parec-
;

ii
efempio ad abbandonare la ido-
di efTi coll
tr ia ed pgni forta di fupe.rftizione y e ad afar-
,
-

acciare il culto dal vero Dio . Ma qual6ra__>


R rivoU
& E COs T ijr M 1
rivolgeva gliocchi della fua mente a fe mede*
fimo , e coniiderava, ch egli era rimafo in

quefh valle di miferie laddove moltiflimi


5

erano paflati , dopo di aver dato grandiflime


riprove del valore , e della maraviglioia loro
coftanza , al regno , e aveano ottenutto la coro
ina nc cieli, corne che rfpieno era di umilta,
attribuiva a fua codardia , e miferia il noruj
avcr ottenuto la ftefla graz a, e il confondeva
riputandofi privo di quell* abbondante carita ,
di cui debbono ardere i difcepoli del Signorc.
Ma quantopiu egli fi umiliava , tanto piu ere-
iceva in quella virtu , e bramava , chc gli fl
daffe Toccafione di patire , e di efTere trasferito

( avcndo confermato , quantopotea dal canto


?

fuo, verita della fede) alia patria de Beati , e


la

vedere qnelDio in cui credeva , in cui confida-


va,e chc fempre avea amato . Cosi egli faccndc
fperavadi dover una volta effereconfolato.Av.
venne circa annonono dell Irnperodi Traj ano,
1

che come avea egli preveduto, avendo iaputo ;

perfecutori de Crifliani,dove il Santo fi ritrova


va,gli tendefsero iniidie,e prefo,e condottolo a
loro Sovrano, otteneffero, ch ei fofife condanna-
to a morte, e trafportato a Roma^foiTe sbranatc
dalle ficre nell Anfiteatro,e fervifledi fpettacolc
a gentili , che di fbmigliaoti crudelifTimi giuo
chi fidilettavano . Per la
qual cofa confegnatoii
cuitodia adieci foldati, e coflfetto a imbarcar
ii ,
giunfe dopo alcuni giorni alle Smirne , do^
ve trovo S. Policarpo Vefcovo difcepolo pun
del Santo Evangeliita Giovanni , ch egli preg(
di eflfergli colle fue orazioni di ajuto, e di fa
re si , che niuno mai impedifle ilfuo martirio
Imperciocche , temo fortemente 3 dicevaegli
the
PEPRIMITIVI CRISTIANI .

ic P amor dt criftiini verfb di me , non mi


a di pregicdizio . Non bramo io altro mag-
ormentc che
di fciogliermi da
, legnmi di
uefto corpo , e di congiugnermi piu ftretta-
ente con Crifto . Scriffe egli dipoi una lunga
ttera a fedeli di Roma ripiena di quefti eroici
ntimenti . Avendo ottenutto per la Divina
io
ifericcrdia di venire a vifitarvi , fupplicd
5
bonta , e I amore , chc mi pomte , di nort
fere la cagione , che quefto mioviaggio, il
.iale io nT immagino , che debba efferent
lutevole , mi apporti noj^ 5 e detrimento .

nperciocchc fe voi vi
opporrete , e proctirc-
te , che io non fia efpodo alle fiere nell An-

reatro , fappiate , che il voftro impegno fara


inutile alia Chiefa , e a me forfe di grave dan-
D . E voi, che non avete mai
danneggiato ve-
mo, avrete animo d impedire il mio viaggio
cielo? Che fe avete pieta di un infferabH
jmo legato , e tormentato per Gesu Crifto ,
npiegate^non 1 autorita che avete di rhardare
mio corfo , ma le preghiere , affinche io ,
;quiili
c forze maggiori , e fpirito per com-
ittere ,
e per .vincere il nemico Allora fiir6^
,

vero difcepolo di Gesu CriHo , quando avro


fortuna di effcre divorato dalle beftie . Non
mo il fuoco ; non pavento le croei ; le
-re ,
Io itrazio
5 non mi attcrri-
le carnificine
ono , purehe io pofla veder,e il mio Dio, e.
nirmi eternamente con lui So quel , che va .

sntando il demonio. Egli fe non puofubito


npedire il bene dell uomo , prende tempo,
, adopra tutte le maniere , fin-
e non gli riefca di fe-durlo , etirarlo feco ne!

ezipizio .
Kiguardatevi pertanto dj non?
PTerifce
R 4
D c o s T u M i

eflergli in quefto
di ajuto $ e di giovamento
Afcoltate piuttofto me, che iftantemente v
fupplico di lafeiar liberi i
gentiliad efeguirls
fentenza . ,
Voi ben fapete
che il mio amore <

ftato crocefiflb * Non


trova in me alcun defi-fi

derio delle terrene cofe , che preftamente fva


nifcono. L amore verfo di Dio m infiamma
c mi attrae . Quefto tal amore quafi parlando
,

mi eforta ,
che io vada al padre , e al dato
d ogni bene. Afpetto anfiofamentequel gior
fio, in cui dovro effere trafpomto in cielo
dove avfo la forte di eternamente amare. Per
mettete vi prego , che io muoja. Otterrodo
po morte una vita molto migliore di quefta
Vi fcrivo mofifo dallo fpirito del S ignore Sap .

piate finalmente , che qualunque cofa avvenga


quefta fara a voi attribuiu . Laonde fe io far
sbranato,e divorato da leoni,e dalle tigri,que(t
fark un indizio della voflra benevolenza verf
di me fe poi faro coflretto a vivere ,
, ftimer
di eflere ftato liberato per 1 odio , ehe mi por
tate Sono io certamentc indegno di eflere nu
.

merato tra* martin* , ma fpero di ottenerlo pe


grazia fingolare del mio Dio Avendo adunqu .

egli in quefta guifa preparati gli animi de Re


mani , affinche non fi opponeflTero alle fue bra
me ,pervenne finalmente a Roma, dove aver
do , uditOj ehe alcuni diceano di volerproa
rare, che uomo innocente , e giurto , qualef
1

cgli,non efpofto alle fiere nell anfiteatro,


foflfe

fe li fece venire, e iftantemente li


fupplico, ch
non gli ritardafTero il fuo viaggio al cielo ,
pregafiero per lui , e per la Cliiefa , affinche
fofife refa la pace . Fu egli dopo condotto al
anfiteatro , e sbranato ? e divorato dalle fiere
come appunto avea defiderato, e pafso a gode
quel
DS HllMmvX CRISTIANI
[uclbcnc , per lo amore del qualc tanto avea,

nentre e viffe, e con tanto fervore operate. E


;i6 (la detto della carita verfo Dio , di cui ar-

ievano i noftri antichi .

CA*
i66 P E c o s T u M i

CAPO IV.

Delia virtu delta J^Tigione de*


i Criftiani.

a TT^\ Alia certa cognizione, che abbiamo per


delta i la fedc in un Dio fommo , infinite, fa-
*~* pientiffimo, chc tutto fa, e tuttocio,
che nafce,e avviene nel mondo,comprende,per-
fettifTitno , ottimo, purifTimofpirito , premia-
tore de buoni , e pimitor de malvagj ; dalls
fperanza che abbiamo in lui di avere perl ,

ineffabile fua mifcricordia a ottenere la grazi:


,

di ben fervirloin quefto mondo , di perfevera


re nellc buone opere iino alia mortc , e di gin
gnere finalmente al porto della vera beatitu
dine , e di goderlo quivi eternamente fclici ;

dalla carita , che c iAfiamma , c verfo lui c


itiuove 3 e ci trafporta , nafce in noi nna fir go
lar venerazione vtrfo lu^Tnedeflmo, ficchepro
curiamo di onorarlo , e adorarlo in qnella ma
niera appunto , ch egli comanda ; e di non at
tribuire a verun altro il cult , che a lui folo
come a noftro creatore , noftro confervatore
, e come
noflro provifore, e liberatore autor c
ogni bene , in fomma come unico vtroDi
perviene . Quetio tal culto , che principalmer
te coirinternodeH animo gli rendiamo , era[

prefentiamo co fegni efleriori , affinche g


altri ancora , i quali ron pcnetrano i penfie
della mente , e gli atti dclla volonta nolira
..
a y I(j e
Terr. 1. de facciano unione con noi , e cffrano a lui
vo i

Idolol. c.xt. loro ,


e i
fagrifiz; , in quella guifa ch egli ,
J-

Edit, anno ordinato alia fua Chiefa , e cantino le lodi


niedefimo {#) 3 e gli dieno quegli onor
che
feE* PftlMlTlVl CRISTIANI . 2 6j
he gli fono dovuti , chiamiamo noi virtu,
ella religione . Confiftendo pertanto princi-
>almente una tal virtu nelnon dare il culto,che

Dio folo convienCj a verun sltracofa, flaclla

[Uanto fi
vtDglia perfetta , e nel darlo unica-
nente a lui con quclla puritk difpirito, con

jucl rifpetto , con quella pieta , ch egli flefTo


, dimoftrercmo , per procederc
a noi richiede
rdinatamente , in querfo capitolo , prim a
uanto i noflri maggiori abbiano attentamen-
e fchivato ogni mancamento In quefto ge-
ere e di poi con qual diligenza abbiano pro-
,

urato di eferciurfl nella virtu fleffa


.
sligione
t> B e o s v u -M- ft

$!.

u ant ofoffer o contrary at I a Idol atria ifrimiim


Crifliani , equali mezzi adopraflero , per
toglierla , e sradicarla affatto da?
ciiori degli altri uomini ^
cbe erano dediti alia,

fuperftizione ,

I. T^ RA ne 5
primi fecoli del Crifliancfimo 3
ferotprtmi-
Crl
f^ ^ a e pj^ pericolofo
]
, e piij grave la Ido-
. latria
Impereiocehe
. efiendo i mortal] per lo
cMtrarj *,., .

peccato ond e provcnuta la corruzione della


iria<
natura , ripieni di pafTioni , le quali debbonli
reprimere 3 e tenere a freno, e trovandofi eglino
continuamente tra mille pericoli,e lacei tcfi loro
dal demonio per ogni verfo , ficch fe non fonc
ben riguardati , venga^o fuperati da effe e ,

cadano miferamente nel precipizio ; quindi e


che i noftri maggiori rittovandoli nel mezzo di
quellenazioni , eh erano dedite alia idolatria,
ufavzno ogni cautela,ogni sforzo,e ogni diligen-
za, per non rinianefne forprefi, eeommetterc
alcima cofa , che aveffe omb ra di fuperflizione
Per tutco , Ovunque eglino ii rivolgevano
erano corfretti a vedere fiatue di dei ? tempi
dedicati agPidoIi , e fagrifizj , giuochi , fefte

conviti r che da gentili in oJiore di Giove , od


Marte, di Eacco , o di qualche altro loro nunn
ii celebravano . Non era pertanto difficile , che
o per ragion di amicizia , o per altro motive
che al Criftiano poteafi prefentare ,fe non iffa
va ben catto, riftiane/Te egliforprefo, eoffen
defle il vero Dio , rendendo in qualehe manic
ra cuho al falib , per compkcere agl idolafri
Bl PRJMXT1 VI CRIST I AN I ,

ggiugnevafi perfiJia degl idolatri medefi-


la

i
, i
quali vedendo , die da nollri non erano
prezzati i ioro riti ,
e le loro falfe delta era-
a forza di
>

dileggiate graviffme perfecu-


,

)ni,di minacce, di privazioni de beni, di fup-


izj , efe per quefH loro non riufciva, colic
eghiere , ecolle luilnghe procuravanq di fe-
rre i fervi di Gesu Crifto , e di coftrignerli
?
facrificare a demonj Per . la qual cofa ac-
)cche Pamicizia, le lufinghe,le minacce , il ti-
^re di efferede proprj beni rpogliati,gli(trazf,
a morte ? e in una parola quabnque paflionc
:

tlvagia non rimaneffe vincitrice , ftudiavand


>ifliani di premunire e fe medefuni, e i com-
gni loro , e fare si , che , quando fi foffero
i )vati nelle occafioni >
potefTero valorofamen*
refillere alia empieta , e mancenere illcfa nc
; o animi la vera religione .
(^) Noi ado- .
,
riamo Dio Signor noltro , dice Origcm , vill . contra
, e non ferviamo , che a lui folo , fcguendo Cels.p.
j
in cio Tefempio del noftro Salvator Gesu
Criflo , che tentato dal diavolo di
i proftrarfi
. d avanti a lui, ediadorarlo
rerai il tuo
rifpofe ; ado- ^ Mattc.
} ?
.

Signor Iddio (^) e non fsrvirai ^


che a lui folo
3 .
Somiglianti teftimonianze
j
\
eggono nelle opere de Padri Giuftinq, Ta-
ino, Atenagora, Teofilo Clemente Alef- ,

;di:ino , Tertulliino ,
Origene , Minucio Fe-
i

1-
Cipriano Gregorio Taumaturgo , Ac
, ,

3Jo
1

Lattanzio Eufebio Cefarienfe , Gre-


,

!
:io Nazianzeno ,
e altri , le qualj teftimo-
nze per non
, eflfere troppo diffufi , fiamo
<

h-etti a tralafciare. Sebbene dpbbiamo da eflfe


i
cogliere , che in tutti i
tempi moftraronfi i
(

iftiani e valorofi nell eflere contrarj


cpftanti,
*
idolatria , e nell
impugnarla , e procurarc
i

di
270 I>
Y COST U M 1
di toglierla affotto Quindie, che dal mondo .

non (blamente fDffrirono volentieri la morte


9
per non acconfentire a Gentili , ch^ gli perfua-
deano di facrificare ; ma eziandio ad alta voce
gridavano nc tribunal} , (ove i noftri nemici
faceano profeflione d incrudelire contro i di-
fpregiatori degl idolatrici riti ) , che g!i adora-
tori delta ftatue de falfi numi erano acciecati ,
e avrebbcro pagato il fio della empieta loro
nell inferno , e che i Criftiani foltanto erano i

feguaci del vero Dio ; e prefentavano delle


Apologie agrimperadori perfecutori del cri-
ftianefimo , confeflando di effere difcepoli del
CrocefifTo ,
e atteftando di non temere loro i

carnefici , i loro tormenti , e le carnificine,


che de Criftiani faceano. Laonde cosl fcrive
^* Giuftino Martire nella prima fua Apolo-
(a)n. xxlv*
fecj. gia(^) ,, . Noi foli iiamo avuti in odio da Gen-
3 ,
tili pel nome di Gesu Crifto , e quantunque

3j
non facciamo nulla di male, con tutto cio
3,
fiamo uccifi , come fc foflimo tanti malfat-
f,
tori. Glialtri poi , che adorano gli alberi ,

5, ifiumi, itopi, i
gatti icocodrilli, e va.
,

3,
rie forte di bruti 5 quantunque non conven-
3 , ganp tra loro , e pretendano, che chiunque
,,,
non feguita loro fentimenti circa la divini-
i

empio; tuttavolta godono, colla voilra


ta 3 fia

permiflione , la pace Perche dunque ci ac- .

3, cufate , poiche non veneriamogU fteffi Dei,


3, che flete foliti voi di adorare ,
e non voglia-
mo arrecare le oblazioni a morti ,
e le co-
rone ajle immagini ,
e le vittime a voftri
numi ?
II. MaacciocW i noftri lontaniffimifofTero &
queftodeteftabile peccato , varj mezzi adopra-
.1 ado<*

vano . In primo luogo perfuadevano a loro me


DI PRIMIT1VI CRISTIANI .27!
defimi, e con fort (lime ragloni confer n:uvan-r i

fincJlacredenza , che eli fpiriti malvasj fieno


fl 1 1 */T ! ?f*C tO?llf*
*
quelli , che ilti^arono i mortah npieni d/ re dai mo
ftati -

viz}, e d ignoranza a introdurrc nn culto s\ dolaidola*


empio , e si ingiuriofo al vero , c folo, e uni- tria.
camente adorabile Dio e procuravano , che :

altri uomini ancora conofceflfero quefta in-


gli
fallibile yerita , e abbandonaffero la fupcrfti-

zione, e a colui tornaffero, il quale cfifendo fbm- V ^ ^*^ k *

no , infinite (d), e colmo d og-.ii perfezione , c ^(


Co<

lu
ivendoli mifericordiofiflTimamente creati . e Ji- i /~-
. vJltiuino>
i 11 /- i \ i

)erati dalla iclnavitu del comune loro nemi- xertulliano,


;o , avendo moflrato loro la
e ftracia , c fom- Origene *
niniftrato gli ajuti c mezzi, pe quali poffa-
,
a altn
10 acquiftare il regno celede , c goderc una
^erpetua , e {labile , e perfetta b^atitudine ,

nerita iblo di eflere co divini onori adorato .

3(Tervavano ancora, che non fono fcufabiii co-


oro , i quali fapendo dagli fcrittori de gentili,
he primi Re (^) di alcune nazioni,e talvolta
i
(t)
.ncora quegli uomini , che o per la enormita , na &-
mim - xxvli -
moltitudine de vjzj , de quali erano ripieni,o
er la robuftczza del corpo , o per la ecqcllenza

tiqualchc arte furono afcritti da fuperftiziofi


nel numero degli Dei , per la qual cofa
>opoli

loveano etfere riputati indcgni di qualunque


ifpetto, tutta volta gli adoravano. Faceano fi-
almente conofcere a mortali 5 efler ella una
randiflima floltezza il credere , che al fole ,
laluna, alle ftelle , al cielo (c) , alia terra,
lc (latue , e ad altre cofe prive di animii , e * a
i fenfo , o alle beflie 5 fofle lecito di facrifica-
: come a tanti numi ,
e di rendere qualche
Ito , il qual culto efiendo manifefiamente_>

pugnante alia ragionc , dimpftrava la infulTi-


-nza , e la vana luperilizione e T empieta
,

del-
273 *>* COSfUMJ
della idolatria . Avendo per tanto confermati
nella cognizione , e fermacredenza della veri,
tk fe medeflmi 9 e gli altri ancora , che colla
5

ragione , e coll efempio traevano al cuko dclla


fanta noftra religione , ftabilivano effi piuttoftc
di foflfrire qualunque pena , e anco la morte 3

chc facrificando a numi degP idolatri , o rcn-


dendo loro venerazione ? fare a Dio una s:

grave ingiuria . La qual cofa febbene e manife,


ita a chiunque ha una bench minima cognizio

ne della ftoria Ecclefhltica , x:on tutto cio far^


da noi in quefto luogo brevemente provata cor
pochi pafli de Padri. Dice adunque San G.iu-
flino Martire nella fua prima Apolagia (*) che >

f\ f ff j Criftiani ne colic vittime


,
j nc eolle coronc
-

p. 4* e<^

^ fa ^ or onoravano quelli , che finti dagli uo-


mini ? e collocati ne templi , fono flat
appeilati Dei .Irnperciocche egli e manifeilo
che gl idoli fono privi di anima , e di fen
fo , e nonhanonulla didivino , ma rappre^

3, fentano le figure de cattivi fpiriti,che necef-


talvolta apparvero a mortali . E non e gii

3, fario , che noi ve lo fpieghiamo , fapendo vo


3, beniflfimo eflere gl idoli dagli fUtuarj ? e da
,

35
fonditori obattendo il marmo collo fcalpello
#>
o fondendo il bronzo , formati .... La qua
3, cofa non folamente e contraria alia ragione
.3, ( non potendo eflere Dio ne il faflb , ne il
me
5, tallo) ma e ancora contumeliofa al vero Dio
?,
il
quale eflendo di effenza 3
e di gloria inel
plicabile , non deve efTere co^i difpregiato
iicche il fuo fanto nome venga impofto all

(fc) IMJ.
5) corruttibili cofe .... (^) Or perche noi dif
a. xvi.pag.
^ fendiamo quefti fentimenti . ... fiamo avut
in odio pel nome di GesuCrifto, e quan<

tunqne non facciamo nulla di male ,


tutta

vol-;
DE PRIMITIVI CKISTIANI 273
volta fiamo uccifi come fe foffimo tanti
,

malfatton.
fcellerati,e Ma noi non temen-
do la morte , che da voi ci viene minaccia-
35 ta , abbiamo difprezzato i voilri Dei , e ci

35 fiamo confacrati all ingenito Dio , che non


35 puo eflfere foggetto a veruna forta di paflio-
35 ne . Molte altre cofe fomiglianti a que-
fte avanza egli e in quefta , e nella feguente

Apologia , che per brevitafi tralalciano Non .

e pertanto da maravigliarfl , fe Taziano , il

quale fu difcepolo di quel gran martire , e fcrif-


fe , eflendo ancora cattolico , la fua orazione
contra i Greci , nel numero diciannovefimo
della fteflfa orazione, , atteftando , che il
(<^) (a)Pag.i7tf :

morte Inr er
difprezzo della c proprio de criiliani , Opp.
ft Mnrt -
cosi fcrive: Crcfcente Cinico si fortementc_j? :

temea la morte , che a Giuftino , e a me ar-


^f^ Ed
diva di minacciarla , come un gran male, per- an f 1747,
che predicando Giuftino la verita , rimprove-
rava a Fiiofofi de gentili le frodi loro , e la
ingordigia altresl,e la fcellerata maniera del lo
ro vivere . Nello fteffo modo Atenagora, dopo
?
di avere dimoftrato all Imperatore Marco Au-

relioquanto foffe grave errore del volgo,e de*


1

lofofi de gentili,e quantocolpevole la ignoran-


za loro intorno alle divine co(e (^) : Viverem- (b) N. iv.

ino,in queflaguifaragiona,noi forfe cosl puri, e


fc lT P a gi-
innocenti , le non credelTimo , che vi fu un..j 5
E ^*
Dio provifbre , e preiidente dell* uman gene-
jn ft n jaJM.
re ? Nocertamente Ma perche fiamo per- Venet. a
.

fuafi , che dobbiamo rendere ragione della no- 1747*


(Ira vita al vero Dio , che creo ii mondo ,
po-
veramente , e modeftamente viviamo , cre-
dendo di non patire alcun male , ancorche qual-
uno s ingegni di farci morire . Non ibno puu^
to different! da
queilo illuftrc fcrittore Teofilo
S An-
274 DE COSTUMI
Amioctieno , Tertulliano , Cletnente Alef-
ftndrino , Origene , Minucio Felice , San__5

Cipriano , Arnobio, e Lattanzio ,


Ie teftimo-
j
nianze de quali , per non eflfere troppo diffufi,
volentieriometthmo , Per qual cofa Celfo
la

Epicureo ripieno di ailio ,


e di mal talento con-
tro de Criitiani , fcriffe , che per lo precetto
del decalogo , per cui e loro prefcritto di ado-
rare Signer Iddio , c di fervire imicamente
il

a lui , e per molti altri flmili comandamenti ,


non folamente abborrifcono templi , le are , i

cd i fimolacri , ma fono ancora pronti di mori-


re, quando fe ne prefenti loro opportuna la
occafione , per confervare illefa , e incontami-
nata ne loro animi la cognizione del fommo
Dio , Cosi egli appreflb Origene nel numero
iefto del
libroquinto.
HI- Ne folamente in generale fi prnponeano
tftai no il modo di
sfuggire il peccatodella Idolatria ,

folamete no ma eziandio varj particolari mezzi trovavano ,


adoravano
affincW pO cefTero fchivare lo ftcffo pcricolo di
Is tmagtni . .. . .

Set r(m ^nerne contaminati . Qujndi avyennc , che


degli
mane ache per togliere qualfivoglia cofa, la quale dar
fofpettare , che non foffero to-
ardivao di potea motivo di
farle per cu talmente lontani dal fare una si grave contn-
no/ttaoper
t \erci.etrfi
^
sigrjore *. n6 a doravano le flattie, nc
,

.p" .
,
.

ntll arte
ardlv ^n roniiarle, ancorche non aveHe.ro in-
"i

delta piitu* teiizionc , nc fi fentiffero mofll a dare loro una


ra, o dell? qualche forta di venerazione . Imperciocche
eflendo fhto allora il mondo ripieno d idola-
tri; facendo e/H la figura di Giove, o di Marte,

JO di qualcun altro di quei falfl numi , o potea


fervire ,
fe fjffe venuta in potere degli empj ,

<alla
fuperflizione , e far ridondare nell artefice
-ileflb la colpa o potea, pel cattivo efempio,
;

che gli empj.gentili continuamente davano,


indur-
DE PRIMITIYI CRISTI ANI. 275
indurre qualcunu dcgP ignorant! , e dtboli a
prevaricare . Per la qual cofa egregiamente
5
oiTervo il Senator Buonarroti (*) , che eflere
I

trl cemete -
le figure de vctri cemeteriali cosi tnal fatte , e

quafi le peggiori di tutte le altre e una certa


riprova della gran pieta degli antichi crilliani ,
eonciofiacche furono efTi cosi gelofi , e cauti di
non macchiare con qualfivoglia benche piccolo
neo la purita della religione che ftettero fem-
,

pre lontani da quelle arti , colle quaii avefTero


potuto correr pericolo di contaminarfi colla
idolatria, e da cio avvenne , che pochi, o
r.iuno di efil fi ditde alia pittura , e alia fcultu-
ra , le quali aveano per oggetto principale di
rapprefentare le deita , e le favole de gentili ;
ficche volendo i fedeli adornare con fimboli
devoti i loro vafi , erano forzati per lo piu a
valerfi di artefici incfperti , e che profeflava-
no altri meftieri i
, quali non pratici del buon
diffegno, conduceano quefte figure , come det-*
tava loro il naturale talento , e un oflervazione
grodblana della natura .
E la ragione 3 che gl induce va a non im para-
re quelle arti , che per altro di lor
ragione fo*
no innocent! , e ancora lodevoli , viene accen-
nata da Tertultiano nel fuo celebre opufcolo in-
titolato : della idolatria (&) , dove cosi parla:
* *
Se non avefle proibito la legge , chefifac-
pt8 ^
3, ciano gl fdoli da criftiani , ie la voce dello
39 Spirito Santo non nninacciafTe non meno a
33 fabbricatori degl idoli , che agli adoratori
loro una grandifTima pena ; lo fteflb facra-
3, mento noftro dimofirerebbe , effer elleno
3 , quelle profane arti , che occupanfl tutte in-
3, torno alia formazionc delle ilatue , e delict
3
33 figure dc numi , contrarie alia fanta fede , .

82 Im*
15 E C O S T U M I
Imperciocche come abbiamo noi rinunziato
ai diavolo e agli ol; di 1m fe abbiamo an<n
*
, *"^ **^ ,
1

_ I ardire di fare le loro


iaimagini ? Come ab-
biamo ripudiato coioro , pe
quali riceviamo
.,,

la mercede della noftn fatica


,, , per averli noi
?, prmatif Qual difcordia moftreremo noi di
?J>
#vere cogl idolatri a quali fiarno confede- ,

rati colla eiibizione delii noftra ? Puoi


opera
tu colla
3,
lingua negare que! , che ofi di con-
fcfiar cotia inano ? e di
.
diftru22;ere colla pa-
a, rola cio , che col fatto moltri di lavorare ?
y> Predichi un Dio ,
e tutta volta ne formi
a) tanti ?. Sono folito
. . di dira talu-
fargli ,

99 n
p , ma non gli adoro .
Quad , che non ar
difca di adorarli
>,

per altra cagione diverfa da


quella, per cui far non fi debbono . Poich^ e
,, chi forma ,
e chi adora le itatue de falfi nu-
99 mi, oflfcnde Iddio Anzi tu gli adori pcrchc .
.,

^ f^i , affinche E
?>
poffano cflfere adorati .

1 , N ^r ! i
nel capo ottavo (4) : Efortando noi , dice ,
qualcuno di darfia queftearci , lo avvnfiarn?
,,
ancora di flare cauto di non fare ne idoli ,
.,,

?,
ne cofe , che agli idoli appartengano , Che fe
talvolta (i commettono a lui de iavori comu-
,, ni agli uomini , e agli dei , dee riguardarlldi
non permettere , ch elTendo fatti, pervenga- ?

? , no alle mani degP idolatri , e fleno adoprati

^ er
" ^
u ^ P ro ^an ^ ^ e? ^cerdoti degl idoli .
5

non nega~ E^endo inokre manifefta cofa , che air


^"

vano 3 che cuni eretici adoravano gli Angeli , come tanti


dove/Jero dei , e loro oiferivano de fagrifizj , e mokial^
vene- tr | r jt|
effer
ripieni di fuperftizione adopravano ;
~
noilri maggiori febbene onoravano gli fteffi ,

fanti An g ioli erano P ero cauti P er loro mede:


fiMi} e procuravano , che gli altri ancora
riguardaflcro di non rendcre loro qucl cultQ,
che
1)1* PRIMITIVI CRISTIANI . i

che di I atria e dalla Chiefa Cattolica appellate,


l V lto
e il efiendo una proteftazione della fer- \
quale , f* .

LI i-
> i i T
11 n. Ixtria , the i

vitu, delle obbligazioni , e del rifpetto noitro //fij ftlfMn


*_ t if ; * {. c^ {, { i i

verfoun c fibre necefiariamente efiftente , indc- C amente a


pendente , principio , e fine di tutte le cofe , j}fo .
non ad altri e dovuto , ehe al folo Dio , che_
creo 1 univerfo dal mil la , e colla fua ineffabi-
leprovvidenza lo regge , e lo governa QuiiH .

di e, che San Giuftino Martire , p arlando


degli Angioli , attefta , che febbene erano
venerati da Criftiani, con tutto cio rendeafi
loro quella forta di venefazione folatnente v
eh epropria de minittri, e feguaci , e r rait a tori
del Verbo , e non gia adorazione , che a Dio 1

folo compete ,
^ Onoriamo dice cgli ,
i biio-

)9 ni
Angioli , i quali hanno feguitato
il Verbo,-

,, e gli fi fono afibmigliati (4) ,, . Origene an- (^ Apoi.r.

cora fcriffe nell ottavo Hbro contra Celfo y n. p-47- (/>)


*>-

che quantunque gli Angioli ci fon dati in cufto- (b)**ii*


dia dal Signore, e fono da noi lodati, e celebrati
come bcati 5 tutta volta nono fono adorati con
quel culto , ch ^ dovuto a Dio; impercioc-
ehc lo vieta Dio , e gli Angioli (k fli nolvo-* j

gliono . Anziche il ofendono qualora fi of-


5
ferifcono loro cle fagrifizj . Noii altrimenti
ragiona egli nel Hbro della efortazione al Mar-
tirio , dove dice (c) . ^onfi debbono adora*
re in conto alcuno , cio con divino culto , le^>
^ h . vil f.

creature, ejfcndv per tutto prcfente , e fufficien-


fregbiere di tutti il Creators . Laonde
te alle

meritamente furono riprefi come calunniatori


dalla Chiefa di Smirne nemici del CriiiianeiT- i

nio , i quali andavano fpargendo , che fe foffe


s
ftato conceduto a fedeli il
corpo di S. Policar- p Ctni irn j
*.

po , queltr avrebbero riprovato Crifto , e ado- XrlT p. ?7 .


.

rato il martire come Dio . ?5 (^) Fu fuggerito , 3 p*A Ruin-


S ? cosi
378 D E* C O S T U M I

^,
costEllafcrive , Niceta Padre di Erode di
a

parlare al Proconfolo che non permetteffe, >

5, che fofTe confegnato a noftri il


corpo, per ef-
3,
fere fepellito , affinchc icriftiani non comin-

5,
ciaflero a rendere a Policarpo i divini onori ,

3, lafciato il Crocefiffo . E quefte cofe diceanfi

a, periftigazione de Giudei , non fapendo egli-


3, no , che noi non potfiamo lafciare Criilo , il
s, quale ha patito per la falute di tutti , ne ado.
rar veruno Imperciocchc adoriamo
altro .

3, Crifto come figliuolo di Dio , e meritamen-


te amiamo i Martiri come imitatori , e di-
3, fcepoli del Signone , per la fingolare loro
carita , e benevolenza verfo il loro Re , c
3, Maeflro . Avendo adunque noi ottenuto Ic
3, reliquie di Policarpo , procurammodi fepcl-
3, decentemente , quali giojc piu prezioftj
lirle

5, dell oro . Ma della venerazione degli


-Angioli , c de Santi, la quale termina,<i_>

ridonda in Dio autor d ogni bene , diffufamen-


te parlano i noftri Teologi feguendo le dottrine
de Santi Padri , e impugnando gli eretici , i
o per ignoranza__*
quali eretici o per maliza
,

fingendo di non intendere , o for-


crafiiflima ,

fe non intendendo i fentimenti dagli antichi


Dottori , fi abufano empiamente delle autorita
loro , e accufano d idolatria la cattoiica Chie-
fa , la quale per altro ne ha mai mancato , ne

puo mai , fecondo le promeflfe del Redentor


noilro Gesu Crifto , mancar nella fanta fede.
Riguarda-
V. Oltre 1 attenzione da loro ufata di non?
rendere a Santi , e agli Angeli quel genere di
iCriftlanldl
non nomi-*
cu ] to ch e a Dio folamente dovuto ; procu-
nsire niun i* i* i

ravano eziandio di non nominare mai alcun.-*


fair D

lorod//corjt
e
^
^io ne loro diicorfi , e familiari colloquj.
Onde fcriile Tcrtulliano nel fuo celebre libro
sglh<iuj .

intito-
DB PRIMITIVI CRISTIANl.
intitolato della Idolatria al capitolo ventunefi-
mo: ,, un vizio il dire per confuetudi-
Egli e
ne Mebcrcule , e me Dins Fiditts Sono al- .

55 cuni cosi ignoranti , che non fanno , eflere


quefto un giurare per Ercole .... Or che__?
55
cofi fara giurare per quelli , a quali ab-
il

55
biamo rinunziato ,
fe non fe una prevarica*
zione della fede per la Idolatria ? Poich chi
non onora quelli, pe quali giura (4) ?
VI. Che fe tanto erano cauti in quefto ^ene-
re;egli era neceflfariflimo, che molto piu foffero ravano pd
attend a non giurare pel genio , e per le fortu- genio , ne
ne degl Imperatori . Legged nella fbpracitata per li for-
*
Epiftola della Chiefa dclfe Smirne , laqual epi-
<*<>

^ a1
(tola rig uard a il martirio di S. Policarpo , che
comandato C&) e ^ di giurare pel genio di Cefa
re , nego di voler cio fare , foggiungendo ,, :
J ) \,^\
Sono ottantafei anni intieri , che io fervo a ,
xv /Hift]
."

Gesu Crifto,ne mai horicevuto da lui alcun Eccl.p.i^y.


torto , onde come vuoi tu , o Proconfolo , Edit.Canta.
che io parli contro il mioRe , e contro 1 au-
tore delia mia falute? Ma inilando ancora il

55 Proconfolo, e dicendo , giura pel genio di


15
Cefare , rifpofe :
giacchc con tanto impe-
55 gno ti ftudj di corrompere I anima nnia con
)5 giurare per quel , che tu chiami Cento di
3,
Cefare , fenti Io fono Criftiano
: . E^re*
giamcnte per tanto fu offervato da Tertulliano-
iiell
Apologetico ,, cbe i Crifliani {Iccome non
:

3 , giuravano pe genj dc Cefari, cosl giura-


3,
vano per la loro falute , che e piu augiifta di
tutti i genj. Voi non fapete , o Geritili,

9 , che i demonj fono appellati genj (c) Non . (c-)G.xrxn,


altrimenti Minucio Felice nel fuo eccellente P* 2?<

Dialogo intitolato ((f)O^^/o:vilmente ancora,


dice, Q gentili a adulatc i Cefari, nientre giurate 00 p-W*
S 4 pc-
5
) D COS TUMI
pe loro genj,eflendo quefti genj veramente de-
(a) n. ixv. nionj.Finalmente Origere nelPottavo Hbro con,,
tfa
CeIfX<Oriprovando,e deteihrdo la empieta
de Gentili , che per la fortuna de Cefari, la
quale era da loro confiderata qual Dea , giura-
vano, fcriffe : Non giuriamo
per la fortuna
35 dell Imperatore , ne per niun altro deVoflri
3j dei,ancorche la fortuna,come ad alcuni piace,
5, fla una femplicc parola , che non ha veruna
3, cofa } che le corrifponda .
Imperciocche noi
3, non giuriamo per cio , che non efifte, come
3, per Dio,e come per una cofa,che veramente
3, efifte Che fe la fortuna fignifka il demonio
.

3, di Cefare , gitifla il fentimento di alcuni,


vogliamo noi piuttofto morire , che giurare
3, per uno fpirito malvagio 5 eperduto,, Ri- .

flettano a quefti paffi degli antichi Padri della


Chiefa i criflianide tempi nollri , che come fe
allevati foffero nel gentilefimo ne loro fami- ,

liari difcorfi, in ogni momento , dicono: eper


Dio Bacco , eper Diana, e per Glove ; e con-
deve effere approvato il loroparlarej
fiderinOjfe
per non creder eglino , che quefli fimo giura-
menti Anche Crifliani de primi tempi non
. i

credevano quefte tali divinita , ma con tutto


cio ftimavano di far male , fe tali parole adopra-
vano Egli.
vero, che prefentemente edi-
e
ilrutto nelle noftre regioni il gentilefimo , e che
non fi trova piu , chi fi fcandalizzi di fomiglianti
parole, efTendo tutti noi perfuafi 5 che fi dicono
fcnza penfar di far male , ma non puo negarii

volea*
ancora , che fia una cofa impropria , che ii
no chl*ma~ adoprino fomiglianti frafi da un criiliano .
reiddlonel VII. Che fe da Gentili era quel Dio , che
nomediGit, Giove chiamavano , detto e Re
e *
onnipotente,
de numi, con tutto cjo eflendo un talIconic
pro-
CRISTIANI.
mo-
profano , volcano noftri antichi piuttofto
i

rire , che attribtiirlo al vero Dio ,


veramer.te
onnipotente , e creatorc dell univerfo Quindi .

e che Origene impugnando le calunnie di Celfo

Epicureo (4) . Con quefte ragioni , , dice di- ~


J^j
3, fendfamo ancora crifliani
i
,
i
quali combat-
tendo per la religione loro , vogliono piut-
tofto morire , che appellare col nome di
Glove il vero Dio ,, .
VIII. Aftenevanfi ancora i noftri maggiori Sebbenc
dalle converfazioni de gentili,nelle quali vede* non fi r*V-
vano eflere qualche ombra d idolatria Onde .
**>***.
\ r- j-r^ i
* converlar
avveniva , che nccome non aveano difnculta co
<

tlllt
di ftare con efii nelle medefime citta , nel foro, con tutto
?
ne macelli, ne bagni 5 ne mercati , nelle cam- e ib

pagne , nella milizia , purche non foflero


3 ueile lor9
ftretti a imbrattare J animo loro colle gentilef-
G9 nv rJ a ~
che fuperftizioni 5 cosi eranolontani da tern- ? .

i* j jr -c j 11 r /i j ? *jont>ntuc

fli , da fagnfizj , dalle fefte ,


da teatn , e da
tutto cio , che feco apportava un qualche rito , geva
D ceremonia di religione contraria alia criftian?. che

5 che i noftri non ricufaffero di ritrovarfi co d (


5

^ I9ne *
gentiii ne luoghi , ne tempi , e nelle conver*
fazioni indifferenti, coda da Tertulliano ncll

Apologetico . Poiche cosl egli fcrive contra


que maledici idolatri , che come inutile , e di
liun frutto riprovavano il Criflianeflmo .
,,Sia*
mo noi chiamati infruttuofi nei negozj . E
come ardite di chiamare voi, o Gentiii , con
, queflo tal nome gli uomini , che abitano con
voi, che ufanolo fteflb vitto , io (leflfb abi-
to , la ikfla maniera di trattare , e di
5 gio-
vare alia repubblica , che voi ufate ? E non
{iamo gia noi Bracmani , e Gfnnofofifti , ehc
abitiamo nelle felve quad che efuli fofllmb
,

dal convivere cogli altri . Sappiamo di effere


?>
noi
282 C O S T U M I
noiobbligati a Dio creatore , e di doverlo
35 perpetuamcnte ringraziare Non rigettiatno .

?
35 niun frutto delle opere di lui E vero , che .

flamo folki di prevalcrcene parcamente , per


35
non eccedere , e per HOD fervircene mala-
35 mente , e fuor di mifura Per la qual cofa .

,, non ci fiamo ritirati dal foro , non dal ma-

5 , cello, nonda bagni, e non fenza botteghe,

M italic , mercati , e commercj coabkiamo in


3, quefto mondo . Navighiamo con voi ancora,
5, e militiamo , e villeggiamo , e compriamo
da voi, e vi vendiamo le noftre merci , c
fono a voftro ufo efpofli i noftri lavori . Co-
,, me dunque voi dite , che flamo infruttuo-
(a) Apol. fi-(rf) 95
>

Avea cio fcritto prima di Tertulliano


c. XLII.
s ^ Giuftinomartire nella Epiftola aDiogneto. I
Criftiani,cos\ egli dice, wow hanno reglonl diver*
ftda,
quell e de* Gcntili,ne banno unaparticolare
maniera di par tare , nc leggi civili e moraii ,

divcrfe da quelle , che banno gli altri uomini .

Che fe in quefle cofe non erano differenti no- i

ilri
dagli altri , fuggivano pero loro fuperfti- i

ziofi concorfi , e abborrivano qualunque cofa


aveflfe qualche ombra 5 o veftigio di gentile-
flmo.
IX. Per la qual cofa ne anco per
r curiofki
Non anda~ r ,. , ,, T ,
r
^
uano i pri~ P crtav ino a vedere i tern pli dcgl Jdoli , poi-
mitim Cr/- c he fapendo eglino , che coll udito, ecollavi-
flianl a ue- fta , e colla confuetudine fi avvezzano gli uo-
dere,nema mini a ufar quellccofe , che altre volte abomi-
ncopercu-* navano ? particolarmente , fe all ufo fi aggiun-

2* ^ ^ tjrnore 5 e ^ forza , procuravano di

itarfene lontani , e di mortificarii , fe mai


fentivanfi mofli di vederli . Laonde quanto
piu fi aumentava il nuinero de Cn fliani , tan-
5
to fi diminuiva il concorfo ne terapli degl ido-
la-
&H ?RIMITIVI CRISTI ANI . 283
atri Qujndi e che dimandando Tertulliano
.

.lie donne ( ch egli efortava di veilire mode-

iamente , e non ornarfi tanto , quanto foleano


e gentili ) per qual cagione mai avrebbero
vuto la vanita di comparire cosi abbigliate in
ubblico C^),,. Voi ,
dice , non andate ne C*) 1

Cultu fcrm -
,
terapli degl idoli , nc cercate gli fpettacoli ,
ar.
ne conofcete quali fieno le fefte degl idolatri.
,
Per quefti concorfi , e per lo fcambievole
vedere , ed efTer veduto fonoftate inventate
,
,
affinche la luffuria abbia il fuo pa-
le pompe
vana gloria divenga piu infolente .
fcolo o 5
la

ufpiacea cio oltre modo a noftri nemici(6). (b) Vi<Ic

)nde avveniv^a , che queftiripieni di aftio , e


E P lft
i odio contro de noitri, gli accufaflcro , per-
ic erano da loro difpregiate le cafe degli Dei

) Ne folamente difpiaceva a gentili, che non

frequentaflero i templi da noftri maggiori , n 1

a ancora , che non fi daffero a facerdoti degl


oli quelle contribuzioni , che prinia erano diuanac?*

fpeflfe,e non poco confiderabili.Laonde cio che


m fi facea di male a criiliani da ioro -contrar} ,
?r amor era folito di farfi
della fuperftizione
,

?r daTacerdoti.Quindi e chederiden-
intereflfe
>

graziofamcute Tertulliano nel fuo Apolo-


tico la cupidigia de Flamini , fcrive ((/) 01) :

Non abbiamo forze 3 ne modo di foe- P


correre tanti mendicant! , quanti fono gli
uomini , e voftri Dei . Siamo ancora di
fentimento , che la limofina fi faccia a chi la
ohiede . Or gli Dei non avendo fenfo , nc
intelligenza, nefacolta di parlare, non poflb-
no chiederedi e(Tere fovvcnuti. Non meno
quelli , chenel primo , nel fecondo , e nel
rzo frcolo della Chiefa fiorirono, furono cauti
:riftuni 3 che vilfero nel quarto , di non
ac-
5

284 1>R C S T U M I
9
accoftarfl ne Iuoghi eonfacrati a falfl numi.Che
fe alcuni fi ritrovarono , i quail effendr> in cari-

ca , c dovendo
accoifipagnare lmperatore, 1

erano afiretti a portarfi feco lui alcune volte


ne tern pi , guardavanfi cgliro di non fare al-
i

cun atto di riverenza agl idoli , ne d irrbrattarfi


con vcrun rito , o ceremonia fnperftiziofa dc|
gentilefimo . Valentiniano, quegli, che fu dopo
Impcratore , effendo fotto Giuliano capitan de
foldafi , dovette un giorno accompagnarc quel

Principe, che aveaflabilito di vifltare il tempio


del genio tutelare.Avviatofi adunque I Impera.
tore al deflirato luogo , e giuntovi pafso dentro
col fuo corteggio,mentre i facerdoti ftavano alle

porte afpergendo ,
tutti eoloro ch entravano ,

colTacqua ludrale.Avvenne allora,ehe unagoc-


cia di quell acqua cadette a cafo fulla elamide
di Valentiniano ; della qual cofa avvedutofi
egli, fi adiro molto, e ripieno di zelo riprefe il

facerdote delPidolo , c calHgollo liberamente.


(a)Lib.iir. lenza temere lacrudelta del fovrano j e qtiindi
Hift.c. xv r. recife
, gridando , ch era ftata lordata dall ac
**
^ ua F ro ^ana Stella parte della elamide , e get-
Cawab
tolla via lontano , come Teodoreto (a) ,
e altri

atteftano .

Neancoper v DPcf
X*
i
la
n e rra
" "
>

LL
ca g lon e tanto erano abborn-
curio/itdin. 9

tetventva- da noHri maggiori i fagrifizi della gentilita.


ti

noa fagri- che ne anco per appagare la curiofita , fe mai


fat de Gen- foffe loro venuta,ofavano di trovarviflprefenti,
* lil
allorche craro offerti agl idoli . Illuftri fono in-
torno a cio le teftimor.ianze di S. Giuftino ncll<

Apologie, di Atenagora nella Legazione, d.


Tert Lillian^ , e degli altri antiehi noflri fcritto-
ri, le quali elfendo note a tutti, non fono necef
farie per queffo lucgo , mentre niuno fi trova
che non ne fia pienamente perfuufo , onde pel
bre-
DE PRIMIT1VI CRISTIANI
.285
brevita fi tralafciano .Che fetalunoavea urdi- 1

nento , come lo ebbero certuni nel principle*


I

lei [V. fecolo delia Chiefa , di aceoftarvifl ,


bggiacevaegli graviflime pene , ch erano
alle
lateprdcrkte ne concilj de Vefcovi e_* :

e non voieva fottexnetterfi a quelle pene ,


ra perpetuamente feparato dalla comunione
[el noitro ceto.e recifo, come putrido membro,
lal
corpo del cattolicifmo . Onde nel Concilio
iliberitano , che fu celebrato verfo il principle
el fuddetto fecolo fu (kbilito ,, che fe (a) Can.
(<*)

,
qualcuno de criftiani aduki aveflfc , dopo ri- & a.

, cevuto il fanto batteflmo, avuto 1 ardimcn-


to di accoftarfi al
tempiodegPidoli ,
e avefle
, facrificato ,
non doveflfe ricevere la comu-
,
nionc anche fe fode nel punto di rn orte E .

,
che i Flamini , i quali , dopo ricevuto il fa-
cramento medefitno 7 hanno fatto il donati-
,
vo , perche fi fono aflenuti di facrilicare ,
ricevano nell ellremo del loro vivere la cor
munione,,.E nel Canone LIX. riprendeiido la
H iofita di qualcuno di
quei fcdeli,,, ordin.i:do r

verfi proibire a ciafcun criftiano di accoliarfl

campidoglio, come fanno i gentili, per far


al

, o vedere .
crificare Che fe alcuno vedri ,
doverfi dare a coftui la ftefia pena , che fi
fuol dare a chi facrifica . Talvolta pero
r
veniva , che acafo qualchc criftiano fi ritro-r
1

life in luoghi , ove gl idolatri offerivano


que"

oro fuperftiziofifegrifizj , onde allora per non


oflrar di acconfentire , o di preilar culto , e
jnerazione a quclle filfe divinita, fi premuni-
i col fcgao clella fanta croce , e facea si ,
e il fagrifizio non avelfe
quell ef^tto , che i
echi adoratori de fimolacri fperavano . Poi-
5 come attella Lattanzio nel quarto libro
.e

del-
2$6 I> E* C O S T U M I

delle fue divine Iflituzioni al capo ventfettcfi


in quella , che Gcsi guifa appunto
(a)p. ?4f. mo(<0,,
T. i. Edit. Criflo, mcntre converfava cogli uomini, cac
an.r748. j? ciava i diavoli colla fua divina parola ,
e ren
deva ilfen no alle perfone , che da quelli era

5, no Hate invafate , e levate di mente , co;


- i
ft-guaci di
lui nel nome del loro maeftro

55 e col fegno della patfione cacciano viada coi


55 pi degli
uomini quegli fpiriti ribelli ,
contaminati dal male La qual cofa non .

difficile a provare .
Imperciocche mentre
5

55 5
gentili ftanno immolando le vittime a lor
9
falfi numi , fe afTiite qualcuno de noftri , ch

55 fi
fegni fronte colla figura della croce, i f:
la

5) grifizj
non hanno 1 cffetto , e il renditor de
gli
non trova la via (
oracoli interrogate,

rifpondere quefta certamente . E


e ftaca fc
vente la cagione , per la quale i cattivi prir
cipi hanno perfcguitato la giuftizia . Poid
certi fervi cri(liani,efTendoli alle volte trov;
ti ne luoghi.ove i loro padroni facrificavanc

55 ed avendo fegnata la fronte , fugarono i d(

55 monj , affinche non dipigneffero nelle intt

55 riora dell animale le cofe future . Il cl

5) avendo conofciuto gli arufpici , a iftigazion

5>
degli ftefli demonj , fi lamentarono ,
che g
55 uomini profani ofaffero d^intervenire a i

,,, grifizj , e fecero si , che infuriatifi i


princ;

pi diftruggeflero il tempio del Signore


,

,, ch era in Nicomedia , e con vero facrilegi


rimaneffero contaminati .. Eufebio ancoi
parlando nella fua floria Ecclefiaftica di -AfHn
crifliano , che fiorl nel terzo fecolo delli Chi<

Cb)I. vrr. fa, racconta (&) che trovandoii Affirio i

c
, xvn. p. Cefarea di Filippo , la qual citta e da genti
j?
4z. Edit. chiam-ata Paneade e avendo ch
5 , , faputo
Cantab. 9) 9^
PE PRIMITIVI CRISTIANI .
287
un lorogiorno feiiivo
gli acciecati idolatri in
g^ttavano nel fonte,onde nafce il fiumeGior-
dano una vittima, che per arte diabolica
,

3, occultata , mai piu non compariva, la qual


5
cofa era da que miferabili ftimata miracolo-
fa cbbe compaffione della cecita loro ,
,

3, portatofl alluogo , alzo gliocchi al cielo , c


3, prego GJSU Criilo Signor noftro di reprime-
3, re il nemico delPuman genere , e di non^y
3, permettere , che il popolo rimaneife nella
3, ignoranza , c nelPinganno . Fatta quefta
orazionc 5 fubito comparve la vittima , che
,, nuotando foprale acque , fece fvanirc Pap-
,, parente mir^colo , talche mai piufurono qui-
vi fatte fomiglianti fnperflizioni ,, Non ne-
go pero , che a viva forza foflero alcuni ilrafci-
3
latine tempi?, affinche foffero coitretti a inter-
venire a facrifizj , ed eziandio a facrificare .
Ma cio non era a no/lri nemici di giovamento.
? voleano
piuttoflo i noftri eflere uccifi,
:he potendo non andare , Lfciarfi condurre
,1
tempio delPidolo , e non potendo fare a me-
10 che andare ( per eflere tratti a viva forza)
,
VltJeT
flfrire o incenfo o altra cofa a falfi numi (4).
.
^ (f/ /\ t^ t

igli ancora certifllmo , che ficcome deteila- :n


rill* w PL"
V_/ Jl <T

|
?
ano
r
fagrifizj , cosi abborrivano le felie de 12,s.
i

;.-ntili , che con riti fuperfHziofi II celebrava-

o . Per la qual cofa non ofavano mai d inter*


enirvi , come dal luogo del fecondo libro de
li ornamenti delle
femine compoilo da Tertul-
ano 3 e pocanzi da noi riferito, evidcntemente Non uf* va -
h coro ~
pparifce .

In fomma tanto erano i noftri lontani eran0


alia fuperftizione della idolatria , che anche GentHi i

alle cofe, le
quali poteano fembrare indifferen- potfe a mor.
3 purche aveffero qualche ombra di gentilcfl- w -

mo,
288 DE* COSTUMI
, aftenevano . Erano foliti i
volentieri il

gentili di coronare , fccondo che dettava lo


ro la fuperftizione degl idoli , loro morti . I i

criftiani , che ben fapeano, onde fofife nata quel-


la tal confuettidine, non fblamente non volcano

imporre a morti , e a fepolcri , e alle imma-


corone , ma eziandio le riprovavano to-
gini le
talmente , e non poteano eflere indotti a ufar-
le in altre occafioni .
Rimproveravano pertan-
to loro i si grande
gentili quefto
contegno,quafi
che percio fi commettefle da noi un grave delft-
1 *
to Rifpondeano
(<O
T pero noftri, come da \pafli
r i

apudMmuc. ^. . , .

Felic. inO di S. Giuftmo , che aobiamo poco prima citat;


clav. p.io. da Tertulliano ,
e da altri e manifefto , cli
(/>)

era indegno di un criftiano , cio , che avei


(b) 1. De qualche indizio , ovvero ombra d idolatria,,
,j Perdonatcci , dice a Minucio
Coron.Mil. Felice fe no ,

C<IC
non vogliamo coronarci il
capo. Sentiamc
colle narici 1 odore di un buon fiore , e nor

gia colla tefta , ovvero coi capelli


. Nonco>

5, roniamo i noftri morti , e vero . Ma io m


3, maraviglio , di voi
gentili o , come maidia
te la fiaccola e a chi fente , e a chi non fent<

.,,
la corona , mentre ne il beato ha bifogno
,,,
ne il miferabilegode de fiori.Noi adorniam(
le noftre eifequie colla ftefla d
3 , tranquiliita
3, animo , colla quale viviamo , ne ceffiamc
una corona , che fl difecca , ma ne ricevia
fc) Ibid. p.
^ mo una ^ c jie non ft g ua ij a mai, da Dio (c) .

^- Toltopcro, che fu il pericolo, e lo fcandal<

della idololatrica fuperftizione , cominciaro


no i Criftiani a fpargerc i fiori fopra i le
(d) Anr.polcri de loro morti , per dimoftrare Tamo
Chnft ? T*1-re 3 che loro
portavano , e il cordoglio
che feguitavano a provare per la lor per

XII.
9
PRIMITIVI CJUSTIANI 2
XII. Non
e per tanto da rnaravigliarfi , fe_j
crano ancora lontani i noflri ma^giori dal ricor- t

r /i r u Utlta
l

rerc agii flregoni, per lapere le cole, che o non


trovavano per opera di chi eranoavvenute , o taftero
volcano fapere , fe doveano, ed in qual guifa coloro

doveano avvenirc MoitifTimi efempli OQtrcm.

mi* noi addurre per dimoilrare quefta incon-


traihibilc verita ma ficcome non vi ha , chi
;

fapendo , quanto erano i primitivi cn ftiani


cfatti nell oprar bene , e nel riguardarfi da_

qualunque qofa , che potefle pregiudicare alia


jfede , e alia pieta loro , non refti perfuafo , che
non folamente lontani fofTero dal confultare gli
ilregoni , e gli arioli , ma ancora gli odiafle-
ro , e procuraflero di fcreditare la loro arte ,

dimoilrando , ch* eila proveniva dal diavolo;


cosi yolentieri li tralafciamo. Di queilo argu-
mento pero abbbiarno noi diffufamente ragio-
nato nel terzo volume delle noftrc Antichiti ^Non \
?*

Criilfane(^). ^
inter*
9
XIII. Chequalcuno dimandera , fe i no- ueniaano a
fe
cowK/r/
ftri
maggiori intervenivano ne conviti de gen- dt*.

Gentlit
tili, fappia egli pure, che tali conviti erano
avuti in abbomjnio da fervi di Gesu Crifto, e
fuggiti come contrarj alia profeffione del cri-
(tiano . 5>
Noi , dice a Minuclo Felice , faccia-i
mo de conviti non folamente cafti , naa an-
cora fobrj .Imperciocche non ci faziamo^nec"
, imbriachiamo , ma temperiamo colla gravita
allegrezza (^), 5 . Somiglianti cofe fcrive
1 (b>

Tertulliano nel capo trentanoveflmo del fuo P


Apologetico . Nel terzo fecolo de.lla Chiefa ,
ivendo avuto P ardimento Marziale Vefcovo
lella Spagna a un non fo qual con- (c )S.Cypr.
di accoftarfi
dto de gentili ,gravemente accufato d ido- Ep. LXVIJ-.
fu
.atria , e depofto meritamente dal Vefcova-
:o(c). T XIV.
Dfi .COSTUMX
.
Non ofavano ancora gli antichi cri-
ritrovarfi ncg!i fpettacoli . Fuzffivano
_ . .
^
,

Teatro, e PAmfiteatro, si per le altre cagiom,


co i; . che noi altrove defcriveremo,come anche per lo
pericolo dclla idolatria. Q^andoera lororim-
proverato da nemici della noilra fanta religionc,
.. che non andando al teatro , ff aftenevano dagli
one ^ divertimenti (rf) , rifpondevano franca-
1

c. Fel

lic. ibil p. niente : Qual cofa s intende principalmen-


io<?.
te per la renunzia , che fi fa nel battcfimo

3 , al diavolo , c alle pompe di lui , fe non che

,, la idolatria ? Se iara dimoitrato , ch^>


3,
tutto apparato degli fpettacoli provicne
1

dalli idolatria, feguira manif^damerite , che

il criltiano, avendo rinunziato al diavolo,


f Tert. abbia ancora renunziato agli fpettacoli (&) .
j}
De fpeft.
c.
^ (^| aftenghiamo pertanto dagli fpettacoli ,
VcTMimit P e f ch6 ^PP iamo Ia loro ^ongine (c) . Ne
ibid. p. 345! principj erano due forte di fpettacoli, fieri ,
3,
e funerali . I primi erano confagrati agli dei
delle nazioni , i fecondi a morti . A not
3, poco importa il
fapere fotto qual nome , e_->

9 ,
fotto qual titolo vi fia T idolatria , quando
,3 ella proviene da quegli
qualirinun- fpiriti, a

Cd) Terr, ziammo,benche ella fi ufia morti ^),,. Cosl


ibid. cert^mente rifpondevano Tertulliano , e Mi-
nucio Felice, e alcuni altri Padri , mentre-*
dimoftravano , che i Criftiani n6 andavano , ni
doveano andare a veder gli fpettacoli .
ufattn- XV. Finalmente febbene grandifTimo era il
i.
r ffpetto , che portavano agl Imperatori , con
e

di onore Agl
wtn .^
...attentiifimi a non far loro niuna
~,
,. , r
climoflrazinne di onore,che non fo/Te puramente
Imperattri,
cbe non fife civil-. Per la qual cofa erano accufati da genti*
puramtnte li 9 come rei di lefa Maefta , c nemici della re-
ido-
pubblica Imperciocche effcndo pcrfuafl gl
.

iatri,
DR PR IMITIVI CRISTI ANI,
latri al Principe fi d jveffe un rcligiofo
, che
rifpetto ( a quefto termine gli avea ridotti la
,

ignoranza , e Padulazione ) non poteano ibffri-


re , che i noflri foffero loro contrarj , e ripro-
vaffcro una si Itravolta, ed e mpia maniera e
dioperare, e di
penfare;onde ripieni di fdegno,
andavano efclamando contro de criihani, e dif-
famando h loro fanta religione, come pcrnicio-
fa al pubblico b.-ne (d) Ma i noftri,che ben fa- (a)
cr meriraOero gl m-
qual venerazione fi
"

peano ,
-

Jiberamente a loro nemi- ^x


peratori
r rifpondevano
pol02.& T-t
,

.
l n i
Ci , e calunniaton che giulhmente da noiera- :
J^atiq.Ghri-
no i fovrani appellati principi , e flgnori , ftian. p. i<si.

avendo efTi ottenuto la grazia da Dio di efTere..^


tali ; ma che quantunque erano principi per
dono , e benefizio del fommo reeohtore
O dell
univerfojcon tutto cio non doveano efferc rico.
nofciuti per tanti numi.J^aondedoycano eflere
5
riipettati come fovrani gl Imoerntori, ma non
adorati com^ Dei (jo) Ne folamente cosl .
X
.erano folici e di rifpondere ,
c di fare i criiKu-
P"-

, . .. ~,v -.. .
XT ,. Apoloc.
ni ne tempi di Claudio , di Nerone , di Ve-
fpafiano, e de feguenti Imperatori flno a Co^
itantino , ma nell eta ancora di Giuliano , nel-
la
quale non puo neg irfi , che foffe alquanto di-
;aduta P antica virtu , e coilumatezza nel
:riltianefimo . La qual cofa febbene puo eflfe-
*e da molti efempli confermata , tuttavia per
ion recar failidio a leggitori , faremo content!
li uno folo . Avendo per la lunga efperienza_j
y
lelle fentenze , e de coflumi de criiliani com.
Giuliano Imperatore , efTer ellamalage-
>refo

/ole laimprefadi colui , che avefle voluto in-


lurre a facrificare agli Dei , non dico i piii

norigerati de noftri , ma i foldati , che il piu


s volte non attendono
troppo alia perfe-
T .2 zione
2p2 1> E* C O S T U M I

zione ; e avendo altronde faputo , che niuno di


loro avf ebbe ricufato di onorare le fue imperia-
li
imm-.gini con quel rifpetto civile, che deefi al
fovrano , determinodi far idol.itrare i redeli ,
fenza che fe ne poteffero facilmente accorge-
re . Fecefl adunque dipignere in talguifa , co
me fe foffe da Giove, o da qitalcun altro de folfi
numi coronato, e fece efporre in pubblico que-
$ fue immagini ,
affinche veneodo i CriftLmi,
o non facendone offervazione ( poiche flirebbe
a molti paruto, chedalla vittorin,come foleanfi

dipignere gl mperatori , e non gia da Giove , o


da Marte fi
rapprefentaffe coronato PAp oil^ta),
Je riipettafierOjO accorg^ndofene, foffero tutta-
volra coftretti ad adorarle , altrimenti avea egli
determinate di f^rli uccidere , credendofi , die
non farcbb^ro ftati annoverati da noilri nel nu-
^nero de Santi Martiri poiche foffero ilati con- ,

dai-nati alfupplizio, pel folo motive, che noiu_f


aveano voluto onorare h immagine dell Im-
peratore . M .dti adunque , come avea egli pen-
iato , accoftandofi ,
e non facendo rifleflione a!
nuovo genere d inganno , ma fupponendo^,
9
die quello foflfe uno de foliti fcherzi de pittori,
fecero alle immagini riverenza . Ma coloro ,

che fapeano , quanto foffe aftuto , e maliziofo


il tirunno , toil.) , che videro quella nuova for-
ta di figure , fofpettarono , che foflfero a poila
arrecate , per circonvenirli , onde fi proteila-
rono, che farebbonfi fatti piuttofto
i
ammazza- * .

re, che congiugnere col rifpetto dovuto ail

Imperatore ii cujto non dovuto alle divinita fal*

fe del Qu,efti per effere Ihti


co-
gjiuileflmo .

ftanti la qual pena


furonogravemente puniti
,

,fuloro certamente di gloria , e all einpio Ce-


fare di clanno , e difonore . Per la quaj cofa~*
ve-
DE PRIMITIVI CRISTIANI .

veggendofi egli vinto , per so quale altrn modo


terer doveflfr , per rimaner lira volta fuperiore
a crifliam. Era cnih me antico appreffo i Ro-
liiari , che i foldati dovendo rieevere il donati
ve , immolaffero agli dei . Ma dopo , che Co-
tfantino, e i
figlilioli di Jui prefero le redini dell*
Impero, fu tolta affatto una s) cattiva confi:eru-
dine , quantunque non foflfe da gentili abbando-
nata . Pen so egli adunque di nuovamente in-*
trodurla ne fuoi efcrciti , fenza che i criftiari ne
foffero confapevoli .Ordino pertanto,ebe fi pop*
tafle del fuoco, e dclPincenfo in qner Itioghf, do
ve fi facea la funzione Comardo poi , che a_ .

tutti coloro, che fi accoilavano, foiledetto, che

gettaOero nn poco di quell incenfo ful fuoco,


e quindi porgcfrcro la mano a ricevere il dona-
livo Tfovarotofi alcuni
. che avvcdutifi deir ,

irganno rictsfarono di volcr do fare con tanto

dilcapito dtlle loro cofcienze . Non efftr quefta


ilmodo confueto di ricevere il dono dal Prin
cipe ; ne poteifl niuno di loro coffrignere a__>

5
facrificare a falfi numi . Altri non ibfpettan-
do alcun male pofero fopra ii fuoco 1* inecn-
,

fo il donativo . Quefti
e ricevettero
, alquan-
to dopo trovandofi al convito , mentre volendo
falutare gli amici, aveano invccato, fecondo il
fclito eoftume de crifliani di
quella eta , Gesu
Crifio , furono toflo riprefl da ncn fo qual pie-
tofo fedele , perche ardivano d invocare qucl
Dio y che pocanzi empiamente aveano rinncga-
to PcrcofTi tutti come da un improvifo ful -ni
.

ne da quefte voci , entrarono in loro medefl-


mi ed efaminando la loro cofcienza , febbenc
,

fenza riflefTione aveano fatto al Redentor loro


una si
grave ingiuria , levarono fubito di ta-.
il

vola- 5 e correiido in
qua 3 c in la ncr le vie ,
T 2 gri-
ed atteflavano di cflere^
gridavano ad alta vcce,
ftati ingannati. Siamo CrifHani , dicevano , e
vcgliamo morirc nella offervanza, e ncl culto
di quefta religione Prima perdercrao Ic noftre
.

fufhrze , qualunque altracofa terrena . .Ab-


e
biamo facrificato colh mano si, ma non gia
coll animo Non ci fiamo avveduti della fro-
.

de , neabbiamo mai fofpettato , che in quclla


ceremonia foffe nafcofto un tanto male . Corfe-
ro quindi a trovare i
Imperadore Giunti al .

il tuo danara
palazzo efclamarono Ecco :
v Ucci-
di , uccidi pure i trafgreffori della divina leg-

ge , che hanno fatto al loro Signore una si atro-


ce ingiuria i Non abbiamo creduto di errare ,
e vero ^ ma ancorch^ inavvedutamente abbiam
peccato vogliamo dare foddisfa^ione a Criilo.
,

Siamo coftanti nel noftro proponimento . Non


muteremo fentenza . II peccato , che abbiamo
commeflb colle mani , dee cfiere efpiato col
iupplizio di tucto il corpo . Giuliano febbene^
pieno di collera , con tutto cio voile difllmula-,
re j
e perdonar loro apparenza , affinchc i
in
criftiani gloriaflero di nuovi martiri.Frat*
non fi

tanto privo que foldati dell onore militare,e fe-


<a)

Ivazianzen.
Greg- ce loro fe no
,
* c jle ^v ^ llt \ 9 \{
^
ft levaffero 0*)
j
Orat. 111.
i anta er* delicatezza , e iattenzionece pn-
p. 1^
73. 84. &
mitivi criftiani nel mantenere puro il culto di
Soz.iib. v. Dio , e la fortezza nel follenerlo , quandoavef-
cap.xvn.p. fero anche inavvedutamentc mancato in qual-

f.If.
DE PRIMITIVI CRISTIANI .

. II.

belle frcglnerc , de temfli , delle fefle , e dellc


9

facre adunanze de frimitivi Criftiani.

I. TTRano perfuafi ancora i noftri maggiori , j) e ii e


fj ( come
lo fiamo noi pure,per eflere cos] ghtere de
iftruiti da fcrittori focri , e dalla Chiefa ) che

per preghiera c continua , c fervorofa


la uo- 1

mo vieppiu fi congiugne con Dio , mantienc la


fede , e fi conferva puro , e retto, laddove__>
chi non fi applica contemplazione dclle di
alia
vine cofe, e non fi raccomanda
colla orazione
al Signore , fi trova in gran pcricolo , che vin.

to dalle tentazioni , cada ncl peccato , e mife-


ramente perifca ; per la qual cofa procuravano
di orare e fpeflb , e con fervore , talchedi not-
te , e di giorno nelle ore deflinate molto tem

po foleano confumare nella meditazione de mi-


llerj rivelatici nelle facre lettere , e nel reci-
tar falmi , e ne rendimenti di grazie . Che fe
faceano tutto quefto , quando non fi vedevano
ne pericoli , molco piu dovcano farlo, mentrc
fapeano , effer loro imminente la morte , e do-
verfi percio preparare a combattere col nemi-
co , e riportare coll ajuto divino la vittoria .
E la preghiera , diceano i noflri antichi una_j
converfazione , e un colloquio con Dio , per la
qual cofa , anccrche non diciamo nulla colla
lingua, ecollelabbra , contuttocio difcorren-
do coH animo, e colla mente ,fiamo intefida
chi tutto conofce , e tutto vede . Ma alziamo
il capo ad ogni modo , e ftendismo le braccia ,
c dal Divino Verbo innalzati dalla terra,elevia-
ino la mente , e ci congii gniamo colla volon-
14 ti
DE COSTUMI
(a) Clem, ta ai
Signore O) Qiiindi e , che parlando Satt
ib -
Giuflino Martire col Prefetto di Roma
vin.cmom. _ it-
avea * chiamato in giudizio , e interrogate ,
che_>

p^in. 7 Z2.
dit. an. ove mai foflero foliti di adunarfl i criftiani \
3641. e porgcre le loro preghiere a Dip ; rifpofe , che
dovunque parea meglio ad ogni uno,e dove fli-
mavano piu opportune , quivi erano foliti di
congregarfi .Poiche Pinneffabile Dio de criftia-
Jiinon e circcfcritto , ne riftretto in tin luogo,
ma effendo invifibile riempie il cielo , e la terra,
(b) A&a_, e
dapertuttoe adorato da fcdeli (&) . Ma quan-
S.Juft. apud
jKumarr. p.
tQ f fsero afndui , e fervorofi nella orazione i
n .
.,
no rl niaggiori pnncipalmente da tempi dc
"
-\ ....i
4p. Hdiu
fond Apoftoli fino al quarto fecolo della Chie-
fa , allora potra intenderfi chiaramente , quan.
do avremo noi dimoftrato quanto e foven-
te , e devotamente celebraflero negli orato-
rj , e nelle Ghiefe le facre adunanze , e quan-
to nelle private loro cafe alle pregbiere atten*
deilero . Ma per procedere
con qualche ordine ,
fa d uopo che noi prima trattiamo degli
,

oratorj 3 e delle Chiefe de primitivi criftiani


quindi delle feile , e delle adunanze , dipoi del
le flazioni ,
e delle fupplicazioni loro , e iinaU
mente del loro perpetuoorare .
i L Sebbene egli e difficile il provare , che
7" g^ Apoftoli KZ? primi tempi aveflero del*
ab- rt.-r ui JT
uuto
^ Chiefe , come dopo 15
1 ebbero i
i
loro diice-
le
Chiefe , pollcon tutto cio non puo negarfi , che avef-
,

fero certi oratorj , o luoghi deftinati apofla al


culto divino , dove poteflfero adunarfl , e fare
le facre funzioni . Kegli Atti defcritti daS.Lu-

(e) v. 43. ca al capoprimo ( c) leggiamo , che tornati


jdnl monte Oliveto a Gerufalemme faliroro all*
In-
VGrsftfw , cioe al luogo fuperiore , chedall
terprete Volgato e chiamato cenacoio >
.e

rima-
Dl PRIMITIVI CRISTIANI
rimafero Pictro ,
e Jacopo , e Giovanni ,

Andrea , e Filippo, e Tommafo , e Bartolom-


meo , e Matteo , e Jacopo di Alfeo , e Simone
Zelote ,Giuda di Jacopo, i quali tutti in com-
c

pagnia Maria
di Santiflima , e di mold altri, che
vi concorfero , concordemente perfeveravano
nella orazione .

Or
quefto luogo fuperiore bifcgna , che_->

fofle al divin culto, affinche ognu-


deftinato
no liberamente 5 qualora gli fofle piaciuto ,
potefle quivi portarfi a orare . Altrimenti non
farebbe ftato chiamato da San Luca con un_*
nome cosi generale 3 fenza accennarc di chi
era Ja cafa , dove era quefto tal $vt*or . E in-
oltre ragionevol cofa 9 che fofle una cafa , o un

luogo a queito fine medefimo apparecchiato .


Altrimenti fe ora in una cafa , era in un altra fi
adunavano, non poteano tutti fapere dove fi
celebrafle adunanza, a fine di potervi inter-
1

venire 5 e unitamente cogli altri fupplicare il


Signore , e renderfelo propizio , Confermali
il mio fentimento coll autoritu di San Luca me
defimo , il quale dopo di averparlato nel ca
po I. di quella ftanza iuperiore , e aver detto ,
che quivi erano gli Apoftoli adunati , e nel
la orazione perfeveravano , ed elefsero S.Mat-
tia per loro collega , foggiiinfe nel principio ,

del fecondo capo : che mentrc fi compivano


^
(<z)

i giorni delta Tentecofte , erano tutti


faritnente
nello ftejjo luogo , e che allorafcefe fbpra di lo
ro lo Spirito Santo ,
e uditane la nuova , con-
corfc a fentirli ufare varie lingue una gran_j
mokitudine di Giudei venuti per la fefta a Ge-
rufalemme Se dunque erano adunati nello
.

ileflbluogo , bifogna , che un tal lucgo foffe de-


ftinato al culto divine^ e allc adunauzc delia na
E* COSTUM1
fcente Chiefa . Narrafi nello fteflb crpitolo fe-
v. 4$. condo O) degli Atti da S. Luca medefimo , che
unitamentc Santi Apoftoli ftavano a orarc nel
i

tempio, e di poi andavano alia cafa , e quivi ta-


gliavano il
pane,cioe confacravano la S. Eucari-
ftfa . Or quefla cafa qual era mai, fe non quclla
abitazione nota a tutti^e deftinata a quefto fine ,
dove eglino potearo liberamente , fenza dare
fadidio a particolari , inter venire alia cele-
brazione del facrainento ? Che fe or in tina,
or in un* altra cafa li adunavar.o , ron avrebbe
mai ufato S Luca in numcro (Irgolare Ja p-ro-
la f/xpy cafa, ma avrebbe dctto **T* fanvt

f?r Ic cafe . Inoltre riprend endo S Pado nella


fua prima Ep ftola a Corintj sbufb , che fi era I

in quella Chiefa introdotto , che ogntiro por-


taOe il fuo pane alle adunanze , e fenza fare co-
mune la cena, manciava quel , che avea por-
tato: cosi dice :
lV(o avete voi forfe dtlle cafe
fer mangLire , e bsre , o difprcgiatc la Cbitfa
di Dio ? Non erano adunqiiele particolari cafe,
dove celebravano le adunanze , ma una co-
fl

mune dove la Chiefa fi congregava , e quefla_f


certamente era defiinata a quefto unico fine ,
altrimenti non 1 avrebbe diilinta dalle cafe
particolari 1 Apoftolo . Anziche lo fteffo San
Paolo fcrivendo a Fi.lemone dimoftra , chu
nella cafa di lui il adunavano i fedeli , per
celebrare loro facre funzioni, onde Ci ri-
le
cava , ch ella ferviva per ufo pubblico della
(b)v. 2. Chiefa (^). Per la qual ccfa
quel luogo an-
cora, in cui fi aduravano i Criftiani , e di cui fa
menzione Plinio nella celcbre Epiitola aTraja-
no Tmperatore da noi rift-rita ntlla Prefazione
di quedo volume bif jgna che , fla fhto una cafa
nota a noflri .,
e deitiaata per le loro congrega*
zioni
Dl* PRIMITIVI CRISTIANI
zioni . Ne fembra credibile ,
che le adunanze ,

delle quali parlano S. Ignazio Martire nelle fue


finccre Epillole, e S. Giuitino parimente Mar-
tire nella fua prima Apologia , fi faceffero in_*
lucghi incogniti a Criftiani . Ma
s* erano loro

cogniti,era neceflario,che foflero deftinati a que-


1
flo fine .
pero , che ne tempi
Egli e veriflimo
delle gran perfecuzioni non era poffibile a no-
ftri di avere delle Chiefe fabbricate a pofta ,

perciocche era facile a nemici del criftianefimo


il
difcuoprirle , e diftruggerle , come qualche
volta avvenne(d) , onde allora ii congregava- _

no or in un luogo 5 or in un altro , e principal- jib. v. cap.


mente neile caverne,e nelle arenarie^ove facea- xi. & Am.
no certe come cappelle , nelle quali celebra- ]il>
AV - P-
vano i divini uffizj , e recicavano quegl inni c IJ1 *

falmi , che fuggeriva loro la pieta , e devo-


zione , cheaveano verfo Dio . La qual cofa e

fendo dagli eretici conceduta , non ha di me-


flieri di eflTere diifufamente
provata . Tmper-
ciocche Georgio Valchio nelle fue Antichita
Eccleflailiche (jh) attefla : che quando erano ri- [b) Lib.r*
cercati Criftiani da* loro nemici , non aveano
i c. i.
p. 4.
pubblici templi ; onde celebravano tra le pri
vate mura delle loro cafe le adunanze , e fe tal-
volta erano fcoperti , erano bruciati e ince-
,

neriti infleme colla cafa medefima, in cui fi era-


no congregati. Aveano pertanto deile caver-
ne ,
e delle fpelonchee de luoghi nafcoili ,
,

dove poteflero rifugiarfi , e pregare il Signore.


Frequentavano pero piu d ogni altro luogo i
fepolcri de martiri, ed ivi faceano le loro fla-
zioni, e riceveano i facramenti , affinch^ an-
coradalla condizione del luogo
apprendeflero ^
con qual fede , e con qual coftanza dovetfero
rendere teftimonianza a Dio , Ma che
quando
la
00 I> E COSTTJTMI
la chiefa godevu la pace ,
i criftiani aveflera
delle cafe delHnate al divin culto , quali c
le

martirj , e oratorj, e chiefe , e conventicoli


foifero appellate , canto e
certo , che non li
pro negare , voler fenza
ripugnare manife-
ftamente alia verita ccnofciuta . Eufcbio Cefa-
rienfe parlando pel terzo libro della fua Titoria
de fucceffori de Santi Apoftoli , e del frutto ,
ch eglino riportarono colla fanta loro predica-
a^" 3 1
?*nj zione 00 , cosl ragio a : Oltre Quadrato , fio-
1

ni* ori0 arco ra moltiflimi altri in qnel tempo , i


Taurin.
quali , come difcepoli di si eccellenti maeitri,
fondarono le chiefe ( i primi fcmi delle quali in
varj luoghi avearo gia fparfi gli Apoftoli ) e_j
aggiunfero degli edifiz} . Or quefH edifizj , che
altro poteano efler mai , che gli oratorj , o le
Chiefe , che vogliam dire ? E que trofei de*
Santi .Apoiloli Pietro , e Paolo , che vedeanfi
nel Vaticano , e nella via Oilienfe , come rac-
conta Gajo Prete antichiflirno fcrittore criftiano
(b)Lib.ll. appreflb Eufebio medefimo(^) erano forfe Ha-
t a ii fcoperto , fenza , che i Criftiani aveflero
j

iina cafa quivi fabbricata , ove adunandofi cele-


braffero la mcmoria de Santi fondatori deJa__>

Chiefa di Roma? Chi ron sa , che ne primi


tempi erano foliti i feguaci di Gesu Criflo di
concorrere a fepolcri de Martin ? E rcn c
forfe egli certo , che fedeli di Antiochia ne i

tempi di Trajano 5 allorche fcrifiero alle altre


Chiefe circa il martiriodi S.Ignazio;e quei delle
?
Smirne quando diedero parte a Criftiani fparfi

per TAfla del trionfo di S.Policarpo , invitarono


tutti alle adunanze, che per memoria di quegl
invitticampioni del Signore ne loro fepolcri fi
celebravano ? Cosi parlano gli Antiochei)i,,i
53 Vi abbiamo manifeftato il tempo del martirio
d Jgna-
DE* PRTMItlVI CRISTlANl .
J6I
3>
d Tgnazio affinche congregati nel giorno an-
niverfario del fuo trionfo , glorificliiate nella
33 fanta memoria di lid il nottro Signor Gesu
5, Crifto(tf).,,Non altrimenti gli Smirnefi:,,Po-
3, temmo noi al oraraccoeliere le offa diPoli-
, ,. . - ., .
r .
,,
M
Mart.S.Ien.
carpo ,
le quali ci rurono
preziole delle p 3 op.mim. pm .

3, gioje , e le fepellimmo in luogo decente . v m.T.r.

35 Nel qual luogo radunati , come potre- PP. Apoft.


Edit; Lond.
35 mo, ceiebreremo per mifericordia, e concef-

35 fion del Signore il giorno natalizio del fuo

gloriof) martirio (^),,. Or fe ne luoghi,ove (b) Aft.S.


erano fepolti fanti martiri , fi faceano le adu- r hc. num.
i

nanze de Criftiani fino da tempi di Trajano , e


^l^
di Marco Aurelio Antonino 5 fbtto il primo
de quali mori S. Ignazio , e fotto il fecondo
S. Policarpo , chi puo effere co^i poco verfato
nelle antichita del la Chiefa , e cos! acciecato
dalla pafTione contro il cattolicifmo , che non
conFeffi , eflfcrvi llato
qualche ediiizio a pofta,
o qualche grotta cola vicino , ove congregati i
fedeli con qualche ficurezza e fenza eflere fra ,

itornati da gentili , potefTero celebrare la me


moria de Sand, e le facre loro funzioni ? Di-
ranno forfe i che allo fcoper-
noftri avverfarj ,

to , in mezzo auna piazza, o a una campagna


fi faceffero
qucfle tali dimoftrazioni da noilri
antichi in memoria degl invitti fervi del Signo
re ? O bifogna dunque concedere che nelle ,

caverne aveffero i criftiani ne tempi delle


perfecuzioni qualche ftanza incavata nel tufo ,
o nella pietra , e deftinataal divin culto, come ...
>,

i. n n n tola. Jib.r.
molte di quelte Ihnze , o pmttoflo cappelle , O ifer.
fopra
che
vpgliam dire 5 II vedono ne noftri ceme-i Cemet. di
terj di Roma (c) , o che aveflero de Sacelli , Roma , &
ovvero delle cajfette vicino a
fepolcri mede/I- Aring.
lib.

Roni s - -
mi, le quali, per le adunanze de fedeli ,
fi^*
JOS 1> K* COSTUMI
appellatTero orator/ , e conventicoli , foven*
te ancora chiefe . Da tutto ci6 fara lecito
ancor di raccogliere , che que luoghi , ne
quali , fecondo la teftimonianza diS. Giuftino
Martire nella fua prima Apologia, fl congre-
gavano ogni Domenica ifedeli, e afliftevano
al divin
fagrifizio , non altri foflTero che cafe ,
opiuttofto oratorj affegnati alia facre adunan-
(a) n. 67.?. ze ^ j ^ ^ jj gj orno dice 3 che da voi , o gen-
^

5, tili, echiamato del fole , tuctiquei cridia-


3, ni, che abitano nella citti , o nelle ville, fi
3, adunano nell itleffo luogo , ove (I leggono i
5
commentarj de fanti Apoiloli Che ie nc-. .

gli martirio di S. Giuilino leggiamo ,


atti del
che interrogate egli dal Prefetto , dove i cri-
fliani fl adunavano , rifpofe , che adunavanii ,

dovunquea ognuno di loro piaceva, percioc-


che Iddio de criiiiani non e riftretto in ua
qualche luogo , ma per tutto , effendo immen-
(b)Mart. f ^ f] venera ; cio fenza dubbio non oita a quel,
n
-^*
chV fcnfTe nell Apologia
(6). Imperciocche
.^O HP"
veritfimo, che Iddio e per tutto, che
eS ^ ^
Edit. Ve- tutto puo efTere adorato , e che , quando
Pei"

ner. anno ie perfecuzioni,e gli evidenti pericoii non per-


J 747 mettevano che faceQero le facre adunanze,
,

ognuno poteva ritirarfi, dove piu gli parea op-


portuno , e quivi adorare il fuo Signore; ond e,
che S. Giuftino non ha detto il falfo , tacendo
il
luogo , in cui ordinariamente i fedeli , ch e^
rano nella citta , e nelle ville, nel giornofefti-
vo di domenica fi congregavano Sappiamo .

inoltre efler egli antichiflimo quel Dialogo inti-

tohtoFilopatride , che trovafi tralle opere


di

Luciano Samofateno . In quefto tal Dialogo Ci


parladegli Oratorj de criiiiani, comefefolTe-
ro itati fabbricati con qualche magniikertza , e
or-
DE* PJIIMIT1VI CRISTUNI.
ornati ancoraconricchczza , e leggiadria . Poi-

che cosl parla in effo Crizfa , che fingefi uno


dcgi interlocutori :
paffammo le porce di fer-
3 , ro ,
e le foglie di bronzo , e per molte fcile
, girando intorno, falimmo a la cafa , della
quale indorati erano i foflfitti , inquellagui-
appunto , in cui era indorata la cafa di
fa

,, Menelao , fecond j !a defcrizione di Omero *

Vidi io alfora non Elena , ma certi uomini


pallid! , che ftivano inginocchioni .
Egli
-

vero , che alcuni s ioimaginarono (d) par-


arfi quivi dal Dulosifta non de
ll<

criltiani , *; in
**"

Hi f

:ma degli aftrologi, ufando egli delle parole,


^\
:he fono proprie di quella vana profelfio-
line . Ma non videro
gii coftoro , che
tutto ii
Dialogo ii
aggira intorno alle cofe de cri-
liani , e che in
quefto medefimo paflTo fi ra-
iona di cofe appartenenti al divin culto , le
juali cofe non convengono alia idolatria ?
]he Tautore confute infleme gli aftrologi ,
fe

, non e da maravigliarfl, effendo


criitiani
i

, che i noftri erano da gentili


Jertiffimo
hiamati e malefici come dimo-
, flregoni ,

Irammo nel primo volume delle noftre An-


ichita ^6) . Avendo pertanto alcuni altri

omprefa
oloro
la falfita
che riferirono
della interpretazione di ^
,
il
palfo a matematici,
er non
darla vinta a noftri ,che itimano
quivi menzione degli oratorj de criitia-
rfi

i
, credettero di poterlo affatto o togliere ,
fnervare , dicendo 5 che Tautore del Dialogs
aria ironicamente , e quandodice i foffitti or-
ati di oro 3 intende i
palchi fordidi , e mal fat-
Veramente e quefla una interpretazione

ellegrina , che non ad altri potea faltare in ca-


,
die al Boemero 3
a cui tanta venerazionc
prc-
304 D E* C e S T U M I
fa] Dlfiert. preilar fogliono i Luterani (a). Impcrciocch
A"! fe 1 autore del Diuhgo parla fempre ironica-

Coetib V cmcnte e P^^cio quefto luogo


*

^ e &* ironicamenteintefo
ancora bifogna
necelTario
xvi. p. 57! , egli e ,

Edit, anno che pure detto ironicamente cio , che^


fia

foggiugne degli uomini pallidi , e macilen-


ti; quali faranno ftati fecondo lui e graffi,
i

c roffi , e candidi 9 e non faranno ilati i^/-


noccbioni , ma ritti, e cosi andiamo difcorrejido.
Che fe avea il Boemero della difficalti intorno
a foffitti dorati ,
e alle faglie di bronzo , e aile
porte di ferro 5 dclle quali fi fa n el Di a logo
menzionc, cffendo fomiglianti cofe troppo ma-
1

gnifiche , e pareodo , che non convengano all


eta di Trajano ; dovea piuttofto dire , che il
Dialogo era di eta pih recente , come difle-
ro moltiffimi altri fcrittori , e non ricorre-
re alia ridicolofa interpretazione della ironia .

?
Sebbene non vedo perche ne tempi ,
ne*

quali fotto Nerva e fotto Trajano per qualche

fpazio godcrono i Criftianila pace, non potef-


fero quelli , che tanto erano limofinieri s epii,
far anche un edifizio ornato di dentro a onor ,
e

gloria del Signore, che adoravano.Che fe fotto


Diocleziano Imperator Gentile in luogo emi-
nente aveamo in Nicomedia una e bella , e ma-
gnifica Chiefa, come alquanto dopo noi vedre-
mo, noncomprendo,perche un oratorio diden-
tro folamente indorato , e ornato non fi poteiTe
aver da Criftiani Ma poniamo il cafo , che iro.
.

nicamente abbia parlato il Dialogifta , e che fie-


no a propofito tutti que paflj di Cicerone ,
che
per darci la origine , e la nozione di quefta fi-
gura rettorica, amafla quivi alia moda della fua
fetta il Boemero : che prova egli contra la
flra fentenza ? Non dimoftra ella la ironia ,
fe
PRIMITIVI CRISTIANI.
DE*
305
fe lacafa,dove i Criftiani erano foliti di adunar-

fl. non era cos) ben ornata, con tutto cio era de-
itinata a quefto fineacciocche quivi fi
congre-
gaffero ? Avearo sdunque i Criftiani in
que
tempi ancora i loro oratorj , ele Chiefe , dove
congregati celtbravano le facre loro funzioni .
Ne pro cgli dire, che quefta fofife mi tngurio di
qualche privato,poiche dal modo di parlare, che
u fa ilDialogifta,comprendefi evidentemente,che
qiiefti ragioni di una cafa deftinata alPufo comu-
ne dc fedeli , ove liberamentefi poteffero con-
gregare , e attendere alia orazione . Ma quan-
to piu io confidero le teftimonianze degli Scrit-
tori , che non gran tempo dopo Giuftino mar-
tire e 1 autore del Dialogo,di cui abbiamoparla^
to, fiorirono, maggiormente mi confermo
5
nella
comune fentenza , che i fedeli de primitivi
:empi aveano a pofta le cafe deftinate per le__>

r
unzioni facre , ove H adunafTero , quando non
?ra loro impedito dalle grandi perfecuzioni :
nentre non mi pare mai verifimile , che in si
3oco tempo potefle m ut arfi il coftume , talch6
ion ufandofi prima, in un tratto fleno ftate it-
:e le Chiefe in quella eta, in cui non meno era.

10 fiere le perfecuzioni, di quello che furono ful


orincinio del Criftianefimo. Or fe , tralafciate
e teftimonianze degli Smirnefi , e degli Antio-
:heni arrecate di fopra, riflettiamo a detti deli
intichiflimo Tertulliano,che fcriffe verfo la fine
lei fecondo fecolo della Chiefa , noi certamente

:omprenderemo che in quei tempi i Criftia-


,

11 o nelle Catacombe , ovvero ne cemeterj lo-

o , che aree ancora erano appellati , aveano


legli oratorj, dove H adunavaro. Dell arec
:os\ parlaTertulliano nel libro Contra Scapula .
3, Sotto Jlariano Prcfide avendo il popolo gri--
V
dato
I> E COSTUMI
^, datocontro are? delle noftrc fcpolture ^
le
dicendo non vi fieno piu le arce , fece si, che
3, non foflero ne anco ftate le arce , o aje , che
vngliamo dire , de gentili , perche Iddio
perrnife , che non faceffero quelTanno le lo-
(a) C.lll,
sj ro mefli (4) )? . Or qual preoiura avrebbero
P* 7 avuto popoli , che non vi foflfero piu Je tree
i

de CrifHani , le ivi non fi faceano le adunin^?


E chj credera , che le adunanze fi facetfero allo
fcoperto ? Se dunque fi faceano in qualche ca-
fa , o cavenu vicina alle aree , bifogna , che
quefta tal cifa ,
o caverna foifedeilinata fpecial-
mente al divin culto , Ma quantoe piii chiaro
p. 8j, il pafTo che leggiarno nel ventefino quinto
,

Capo del libro degli fpettacoli ? (&) Parlando


egli del Teatro , e diiioftranio quanto fareb-
bemale, chiardiiTe, ufcito dalla Ghiefa , andare
teatro m^defi:n:> ;
Qu_a! cofa e mai , dice ,
dalla Chiefa di Dio andare alia Chiefa del
diavolo ? e fatigare battendo, per fare ap-

plaufo all, iilrione


,
che avevi quelle mani
31 alzato alSignore, e con quella bocca, con

3) cui hai proferito il fanto amen , lodare il


a, gladiatore ,, ? E per verita chi non vede ,
che qui fi ragiona da Tertulliano del luogo, do
ve ficongregavano fedcli,e dove preganJoal- i

zavanole mani al Cielo , e dicevano amen, c


T[ fecoli de fecoli ? Or quefio luogo e da lui
appellato chiefa,e fi oppone al luogo del teatro,
il
qual luogo del teatro e dallo flcffo qhiarnaro
chiefa del diavolo . Era pertanto }a chieia men,
tovataquivz da Tertulliano deflinata alle adu-
nanze , come il teatro era deftinato aj concorfo
del popolo,per vedere lo fpettacolo della com-
(c) C. Ill* media, e della tragedia . Nel libro ancora inti.
tolato della corona del foldato (c) dopo di aver
men-
PRIMITI VI CRISTIANI .
JO/
mentovato quclli , che per la imprudenzadi
uno , che non avea voluto venir coronato ,
temevano , che non fi togliefle alia chiefa la
lunga pace, ch ella avea goduto, cosi difcorre:,,
Per incominciar dal battefimo , nell atto di
entrare ncli acqua , e alquanto prima iii__5
a, chiefa fotto h mano del Prelato ci protettia-
modi rinunziare al diavolo, e alle pompe ,
5,
e agli angeji di lui . Vorrei ora fapere , che
cofa intenda qul egliper la parola Mefa ? Non
accenna egliforfe manifeftamcnte luogo dell
il

adunanza? Tralafcio le altre teftimonianze di


f
Tertulliano , che trovanfl ne libri delta Peni
tcnza ,
e delta orazione , i quali non fono me-
no e chiari, e a propofito , perciocche dovro
5
riferirliin altro luogo . Bafta , che da due ci-
tati fia evidente , che i criitiani netempi di
quefto illuftre fcrittore ,
e in confeguenza_o
nell eta di Clemente Alelfandrino avelfero
chiefe contro cio ,chcpretende il Boemero,
,

il
quale al folito fuo torce ancora in altro fenfo
certi altri paiTi di Tertulliano, ma fenza profitto
( poiche di quefti non ha voluto
da noi citati
far meczionc ) Non nega pero egli , che ncl
.

terzo fecolodella chiefa gia avanzato criftla- i

ni cominciaffero ad avere delle cafe deftinate


al divin culto , perciocche trova appreflfo Elio

Lampridio fcrittor gentile , che ne tempi di


Aleflandro Severe aveauo noilri occupato un i

fito in traftevere , e avendo fatto ricorfo con


tro diloro i tavernaj,chc
pretendevano e(Ter lo-
ro quel luogo, 1 Imperatore rtfcrifTe in favor de*
criftiani, ch era meglio,che fladoralTe Iddio,chc
fi dafle il
luogo a venditori del vino.Confeflan-
do adunque i noftri avverfarj , che dopo Alef-
fandro Severo i criftiani ebbero gli oratorj , c
V a ic
3V^ *>
costuMi
le chieie, non enectffario, che noi apportiamo
diffufamente i pxfli di Eufebio , e di Lattanzio >

e di Arnobio , e di altri molti Scrittori del ter-


o , e quarto fecolo, che delle ftefle Ch efe :

efprcflamente parlarono . Baftcra folo defcri-


vere brevemente cio , che della chiefa di Ni-
comedia accenno Lucio Cecilio icrittore con-
tern poraneo di Collantino nel qelebre lib -o in-
y
c. xii titolato Delle morti de Terficutori (d) ,, . Il
fettimo giorno deile calendedi marzo , di-*
ce egli , effendo confoli per la ottava volta

11 Diocleziano,e per la fettima Mafllmiano Au-


35 gufti , venne prefetto co capitani , e co
il

,, tribuni afifai di buon ora alia chiefa , e rotte

99 le porte , cerco il flmulacro del Dio de cri-

3, fliani. Brucianfi le fcrittqre . Si diftribuifce a


tutti lapreda. Atterrifconfi fedeli . Gl im^ i

3, peratori (lando nelle fineltre (poich^ effendo


la chiefa in luogo eminente , era dal palazzo

3, veduta ) contendevano tra loro , fe dovea


39 ella effere incendiata , o diflrutta . Vinfe
5, Diocleziano , temendo , che non fe ne ca*
era*
,., gionaffe un grande incendio , perciocche
39 no molte caie e picciole , e grandi vicine al-
,,, la chiefa, e ottenne , ch ella foflTe diftrut-

3, ta .Accofhronfi adunque ipretoriani, ^>

poftifl in ordine colle fcure , e conaltre


for-s
9J

,.,
te di ferramenti in poche ore uguagliarono

99 al fuolo quell altifllmo edifizio ,,


.

HI- Sebbene i primitivi criiiiani non aveano


Delia for*
ta,ofirut- ima certa determinata forma , e ftruttura delle
de* Chiefe allora
turA quando contro dieffi incrudeliva*
tew pit dc* no ] e perfecuzioni onde procuravano di for-t
^ ,

marie come putevano , talche ne veggiamo al-


cune nelle catacombe incavate rozzamente nei
e poi forfe da po fieri ornate alia megl JQ I
con
ii

,e

e
e
e
o
Ik

i-

>

fa

>-

(0
>>

o
c
a
9

\l

IbiJ.

34.

Delia

le parti dd
le anttcbe
J)E PRIMITIVI CRIST! ANI .
J O?
con tutto cio quando poteano godere tin po di
pace , in varie parti , fecondo i gradi delle
perfbnc , erano foliti di diftribuire i templi e ,*

itnporrc ad ognuno di efll


quel nome , che
loro fcmbrava piu convenevole . E quanto alle
cappellc , che veggonfi nelle catacombe , ho
io voluto riferire la figura di una, efpreffa nella

fegucnte tavola nel numero fecondo, laqua-


lecappella appartiene al cemetero di Calliilo ,
ed e rapprefentata dal Boldetti in fimile tavola
nel libroi. al Capitolo nono (d).In effa fi vedo- (a)pag. $?.
no le croci fcolpitenegli ftipiti del fuo ingrefifo,
come fi
fcorge alia lettera P. e Paltare fe^nato
altresi colla croce L altra figura , che fi vedc
.

rtl nuniero primo rappreitnta una cancellatu


,

di marmo , che fn trovata quafi intiera alcuni


anni fbno dal Boldetti nello iteffo cemetero di

Callitto,,. Sta quefta fituata, dice ratttorc_j


3 , citato ( />)
avanti una cappelietta , innanzi la t ...
i V *! i r i- n CD) lbla
3, pcro vie un largo Ipazio di cappe-la
qi .ale ^ ^
3) maggiore con una via , che a quefto luogo
3, conduce, due volte piu ampia del iblito ,
33 della lunghezza di un gran fepolcro coperto
33 cofi una lapida intiera di marmo , fopra il
3* quale rellaparete un altro fepolcro fi vede i
che da chi anticamente vi penetro , non fo-
33 lamente fu aperto , ma private ancora dclla
33 lapida , che lo chindeva . * nelP arco fupc* .

ricre dclla cancc Data fuddetta di marmo fono


fcolpiti tre fegni del nionogramma di Cri*

IV. Quanto poi


alia forma 3 e difpofizione
delle parti de templi fabbricati dopa , che fu
le
data la pace a Criftiani , e fu loro libero di for-
f
inarli a quel modo, e con quella fimmetria , che
piii conveniya a loro ufi , egli e certo , che
V n.on
DE COSTUMI
non fu la medeflma in tutti . Imperciocchi
quantunque la maggtor parte erano piu lunghi,
che larghi , efprimetiti quafi la forma di una.^
nave perche forfe appreffb gli antichi Criftia-
,

ni unatal figura era mifteriofa (il che ahbiamo


di fopra dimoftrato ) e teinpfi di una tale_j i

flruttura erano da greci chiamati fgtptKcl per


efTere a modo de corf! , o de luoghi da paffeg-

giare formati;tutta volta non pu6 ncgarfl , che


molti ancora fl ritrovaflero di ftruttura diverfa,
altri de quali erano rotondi altri ottangolari, ,

altri rapprefentanti figura della croce , e al


la

tri di forme affatto different! da quefte . ilc- Ma


come vane erano figure dc templi,cosi erano
le

ancora different! le loro grandezze , mentre al-


cuni erano fhti edificati da uomini ricchi, c fa-
coltoficon tutte quelle difpoflzioni , e divifioni
di parti, che richiedeva
Pufo del tempo ; e altri
erano anguili , ond e, ch erano eziandio man-
canti di quelle particolari parti,che fembravano
neceiTarie alle funzioni , che in quell eta fi fa-
cevano qual cofa dovendofi dare una tal
. Per la

quale cognizione della flruttura delle antiche


chiefe , fa d uopo prenderne non dalle afigufte ,
ma dalle piu ample, e piu magnifiche il model*
lo.
De Vefttbo~ y. Aveano adunque le piu i loro ve*
grand!
^^V.^ftiboli fomifflianti bene fpeflfo a portici delle
anttcbt da A /*! r j n r
no ^ re Baliliche come vede
r>

,
li nelia ieguente
tavola rappreientante il piano di una di quelle
chiefe ( vedi le lett. Z. Z.) Or quefto portico,
. eh 6 appellato da Euftbio r^oVt/A^ ovve- (<?.),

Hift. c. iv. ro eYcrodV primo ingrefjo , e da Pro-


<*fu,rti

(V> Lb copio tofo&vhctlor veftibolo (&) , ern da ncflri


c. vi. "maggiori chiuinato il primo 9*$*% nartece ,
cioela prim* ferula , perche Hccome la ferula

e lun-
I)E PRIMITIVX CRISTIANI .

elunga, c flretta veftibolo era Jungo


, cosl il

cj
ianto era larga la chiefa ,
e aflai ftretto , in

quella forma , che fl vede nella fopradefcritta

fignra * InAnonimo, la opera del quale e


fatti I

fhta prima pubblicata dal Lambeccio , e di poi


dal P. Com be fi do i e finalmente dal P. Bandu-
ri ,dopo d aver afferito 5 che nel tentpio di
Santa Sofia fl vedevano quattro nartcci affatto
diverfi dalP Area , ovvero dal Chioftro del
tempio medefimo fcggiungne clie uno di
, ,

quefti fi
appellava efteriore Nartece 1 Erano .

i
quattro Narteci da lui accennati quattro por-
tici, due dalla parte occidentale , dove era la a
facciata di quella chiefa , uno de quali era fu-

periore , e I altro inferiore , come ne afUcura


ilGillio, il terzo dalla parte fettentrionale ; c
il quarto dalla meridionale , poich6 dalla orien-

talenon ve n era alcuno , come lo fa chiara-


mente vedcre il Dticange Ma niuno di qucfti .

Narteci era quelJo, che dalP Anonimo fu ap-


flato
pellato 1 efleriore , poiche fe per e fibre
fuor della nave della chiefa dovea efiere chia-
mato con qiiedo nome ne farebbe feguito , >

che farrebbero flati efleriori , mentre per


tutti
ron efl cre Itati nella nave fuddetta 5 furoco da
Giuftino Imperatore paragonati a quattro fiu-
mi 5 che ufcivano daf paradifo terreftre . Non
cfTendo adunque niuno di quefti appellate* eft e*
riore nartece , fa d uopo , che tal nartece^?
efteriore fofie dagli accennatix quattro diverfo .
Or io non trovo altro competa quefto.
, a cui

nome ,
che 1 efleriore
, primo vei! bolo e il
:

della chiefa , onde da Greci moderni fomiglianti


veftiboli fono detti parted difuora, ifaifQn*** ^ ^ cap iv
In queflo efteriore nartece fatto in forma di por- jfift. p4ip
tico foitenuto da due , o da piu coloiine , fl O)
4 fees* V
>-
E COSTXJM31
fecero le fepolturc pc fedeli dcfunti, dopo die
fu permeflb , che
rnorti fofiero fepell ti nelle i
;

cjtt} (4), come cofla dal Concilio Nannetenie.


an* - M r /v
Atteiu ancora il fopracitato
r Anonimo , efferc
can,vi . . .

ihto ordmato da Giinhniano Imperatore , che


nell efteriore nartece ftcflcro tutti coloro , che
5
pe loro misfatti erano ftati fepirati. dallu Eccle-
liaftica comunionc . Forfe ar.che nel veilibolo
delle angufte chiefe , che non aveano T atrio ,

ilclauitrOjilavano penitent! di prima cla(fe t


i

5
a quali non era lecito di entrare nel nartec^j
interiore , poiche altrimenci non farebbero fta
tifuori delle porte del tempio contro cio , che
vien ordinato nel canone aggiunto alia lettcra
canonicadi S. Gregorio Tauniaturgo doverfi :

trattenere lugenti fuori delict porta dcir Orato


i

rio , poiche gli audienti debbono fcare dcntro


la porta uel Nartece .

2)el?atno VI. Dal veftibolo fi entravanell atrio, chia-


dellechieje .
mato da Eufebio , e da Procopio tufym , e da
altri rtt/A, per le, porte x v.x. Paolo Siienziario
fcnvendo il tempio di S. Sofia dice , che dalla
parte occidentale del medefimo fi vedea ua-f
atrio circondato da quattro portici Erano pa- .

5
rfmente quattro i portici dell atrio de SS. Ser
gio , e Bacco in Coftantinopolr ,
e dell a Ma
donna in Gerufalemme , e di Paolino in Tiro .

Di quefto ultimo Eufebio nel decimo li-


fcrilfe
(i>)
C. iv. bro dellafua Ifloria (^). 3 , Entrato, che flate per
- la porta , non vuole Paolino , che paflTiate
3,
il ve.
3, fubito nel fantuario,ma tra il tempio, e

,,,
ftibolo , ha egli lafciato tm grande interval-

3, lo quadrato con quattro portici intorno


.

Egli vero pero, che non tutti gli atrj aveano


1quattro portici , mentre in alcuni quel por
tico, che dovea eflere contiguo alia facciau
delta
DB PRIMITI vi CRISTIANI. 313
della chiela, ferviva forfe per nartece intcrio-
re , e cosi fara fhto il ternpio del Santo Sepol-
cro in Gerufalemme defcrittoci da Eufebio nel
terzo libra della vita di Ceflantino - Nella no-
ftra tavola le lettere RRRR
indicano P area , o
ilclauftro, e le lettere i
portici . Gli Q^Q^
5

fpazj ch erano tra I una colonna , e 1 altra


,

de portici, crano chiufi co cancelli , quali V


ognuno potcva con facilita appoggiarii , per-
chc non erano troppo alti 5 e vaggheghiare le
acque , che dalla fontana pofta nel mezzo del
chioflro fgorgavano . Onde
Eufebio(d): chiufe, (a)Eu
dice, il Vefcovo Paolino co cancelli di legno in- Jib. x. c.
crociati a modo di rete,i quali fono di giufta al- P

tezza,i portici .E S.Paolino Nolano(&):/Tg/ze /e-


cito ad ognuno difafjcggiarcnifortlci , e
yuan- x
d& fia flracco , di appoggiarfi ne cancelli , cbe pag. 647.
fono fraffofli allc colonne , e vedere i giuocbi
delle acque E giacche della fontana abbia-
<&c.

mo /atto menzione , fern bra opportuna cofa ,


che noi ricerchiamo come fofle ella fatta , ed
a qtial ufo fervilTe . Era adunque P atrio, di
cui abbiamo parlato , affatto fcopcrto , e illu-
flrato da raggi del fole , come dice Eufebio (Y), fe ) JIB. x*
acciocche liberofofTe a tutti, che quivi fi fof- HHK Eccl.
fero fermati , di alzare gliocchi al cielo, e di c. iv. p.4rp.
Ecilt Ia:jr -
contcmplarne la bellezza . Nel mezzo dell
atrio erano i fegni delle facre e^iazioni , cioe
3a fontana , dove fi lavavano le mani , e la fac-
ciai cridiani , prima , che nel tempio entrafTe-
ro , le quali fontane in alcuni atrj erano cirson-
date da cancelli di legno , o di metallo , e W] S.PaaL
(<0

di fopra ancora coperte Tutto Pedifizio , con 1


.
1 s* *

cui era cinto


, e coperto il fonte , era da noftri
maggiori chiamato fiala . Intorno a ccrte ur-
ne.
314 c o s T u M i
I>E

ne delle medefime fonune era fcolpito in lettc-


re greche quefto verfo .

Lava ipeccati , e nonfolo la faccia .

Tmperciocche i fedeli prims di entrare nel


tempio fl lavavano le mani , e il vifb con que-
fte acque benedette dal facerdotc Benedicea- .

fi il fonte il della e alle volte


giorno vigilia ,
ancora la fcfta medefima della Epifania, e ne-
gU Eucologj de Greci (i legge la formula di
quefh tal benedizione . Ma coll andare de
1

tempi fu tolto ufo delle fontane; e fon fuc-


1

cedute in lucgo loro le urnette dell acqua be-


nedetta , che trovanfl communemente negl in-
grefli de noftri templi. Nella noflra tavola i
....... fegnano la fontana nel mezzo delP
e le lettere TTT i cancelli , co quali era
?
area ,
5

C l_
attorniata . Ne portici dell atrio fb.va la pri-
a
(TT7
,
-J
ma clafTe , o il
primo ordine de penitent! C<0
*

Ma erano rei di quelle graviifime col-


fe quefti

pe , che capitali erano appellate , erano difcao


ciati anche da portici , e coftretti a flare alio
(I>)S.Greg.
fcoperto nell atrio (i). Qjirdi e , che Tertul-
jj ano ne j ]j bro de rpudidtia ,
attefta, che tutti
XL* i i>
i \ i~ i ]

coloro, i
quah erano caduti in si fatti delicti,
erano non folamente impediti di entrare in-J
chiefa, ma anche codretti a non iilare fotto qua-
lunque tetto , che alia medefima chiefa appar-
(c)Cap.iv. ten efle (c). Il qual
pa (To ho io voluto addurre,
perche ancora (I vegga , fe per la parola chiefa
abb a intefo fempre le adunanze Tertulliano , e
:

non Tedifizio 9 come ha pretefo il JBoemero.i


Poi-
DE PRIMITIVI CRISTI ANI. JI
Poiche non credo , che voglia coilui attribuire
il tefto adotto alPadunanza .

ViL Dopo 1* atrio fi


pafsava all interiore_*
.
*b(<irtece
Era quefto Nartece, o ferula che
voglfam dire , nelle piu gran chiefe un porti
co interiore divifo dalla nave del tempio "per
un muro ( come H vede nella riferita Tavola_
alle lettere M.M ) , e non per un tavolato , co
me alcuni
immaginarono Imperciocche, fe
s .

nave della Chiefa 3 e fola-


foffe ftato nella flefla
mente diflinto per un tavolato dal luogo , dove
fi fermavano i battezzati , che della comunione

delle cofe fante godevano , come avrebbe detto


Teoriano nella fua Icgazione t che il l^artece e
fuor della Chiefa ? Onde feattentamente riflet-
tiamo a cio , che fcriffe Paolo Silcnziario nel
la fuarelazione della chiefa di S. Sofia , noi tro-
veremo , che il nartece non era differente dal
portico interiore di quel tempio . Dopo que-
3, fli vefliboli del Clatiftro ,
dice cgll , e uno
3, fpazio lungo, quantoelarga Chiefa , do- la
ve per certe larghiflime porte entrano i con-
3, correnti. Quello luogo e da Greci chiama-
,, to Nartece . Di qul fentonfi le lodi del no-
dro benefattore Gesu Crifto . Qin ndi per
,, fctte porte poffono entrare dentro la
^chiefa,
3, dove fono invitati i popoli . Una di
quefte
3, porte corrifponde alia front e dell angufto
3, nartece verfo 1 auftro, 1 altra verfo fet-
3, tentrione , e le cinque reftand fono occiden-
tali nella ultima
3, muraglia del tempio,, . Poi
che non altro Cgnificano quefte parole , fe non
che dall atrio fl paffava per certe ample por
te ( come fi vede nella tavola P. O.P. ) a uno
fpazio lungo, quanto era largo il
tempio,
qua- il

le fpazio fi chiamava nartece


, ondepoi fl en-
trava
tf ft E
5
C O STUM I
trava per fette porte iiella nave della chiefa
due de quali porte erano lateral! al nartec
le

( vedi la Tavola lettere N.N. ) e le altfe ne


itturo occidentale della n?.ve della chiefa ( ved
la tavola lett. L L K L L ) Era adunque il nar .

tece divifo dalla nave della chiefa per un mu


ro , e non gia per un tavelato. E per vero dire-
dove maiEufebio dove Procopio , edove al-
,

tri antichi fcrittori hanno fatto menzione di ui


fimile tavolato ? Errarono pertantoquegli fcrit. .\

tori , per altro dottifTimi , quali non averdc i

3
fatto rifleffione alle teftimonianze de noftri

maggiori , credettero ,
che le chiefe antichc
foflfero fomigliantj a certe moderne de Greci ,

la corsia delle quali e divifa in due parti per un


-tavolato,ficche la inferior parte alia porta vici-

na e piu flretta affai della fuperiore, ed e appel-


lata nartece.Dopo che fu introdotta la diftinzio
?
ne de penitenti , e de catecumeni in varieclaffi,
furono aflegnati loro i proprj luoghi ne templi .

-Era il nartece deftinato pe catecumeni , per gli

energumeni, e per queLche faceano ptnitenza,


i
quali crano chiumati auditnti , perciocche era
Joro permeffo di tfcoltar quivi gl inni , e fal-
mi , che fi cantavano in chiefa , e le iilruzio-
ni altresi , che davano a concorrenti miniftri i

della divina parola Qt-indi e, che autore . 1

antico delle Apoftoliche Coftituzioni prcfcrive,


che ordinato dopo la ordinazione parli al po-
1

polo, che avra di ragionare,d!ca il dia-


e finito,
cono da un luogo eminentej cfcano gli audientij
e gl infcdeli . Racconta eziandio autore dell 1

ultimo csnone aggiunto alia Jetura caro.^ca di


S. Gregorio Taumaturgo , che T ardizione-^
fi faccva dentro la
porta del veilibolo nel nar
tece, doye chi avea peccato. potea JLre fin-*
che
PRIMIT1VI CRISTIANI .

die non erano licenziati catecumeni , e udire


i

ladivina parola , e poi ufcire . Apparteneva-


no gli audientl al fl-condo ordine di coloro , che
faceano penitenza , poiche quelli della terza_
clufli\(che/#/2rtf/7 erano appellati,perche avea*
no finito tre anni ntl piantp , e tre altri nell
p.fcoltare ,
e fei anni ancora dovcano afpettarc
per cflere amm; ffi alia comunione ) non nel
j

narttce , ma dentro le porte della chiefa nella


nave fl adunavano Permettevafi talvolta an
,

cora a gentili , e agli ebrei , e agli eretici , e


ag!i fciimatici
di entrare nel nartece , e di udi-
;re la predica , o la iftruzione , che davafi da

rniniflri del fanto Vai^g^Io ,


affinche fl
poteffero
convertire ,
fe Dio fl foflfc
degnato di toccar lo-
iro il cuore.
Dal Nartece entravafi nella nave, co
IX.
;1 chiamata perchecra piu lunga affai , cbe lar- delta Chiefa
ga Erano in effa varie divifioni, perche gli uo-
.

nini ilaflero feparati dalle donnc le quail


( a ) Clem, (<z\

ilvidoni erano forfe fatte con tavolati, che im- Conftir. A-


oft Ll1 c
pedivano , che rion fl poteffero fcambievolmcn- P
- -

Lvl1
itc vedere . Stavano gli uomini dalla parte fini-
Ira , il che fl puo facilmente provare con una
fcrizicne antica trovatanel ceineteroVaticano,
n cui leggiamo 5 che la finiflra parte del! a__>

Dhiefa era deflinataper gli uomini ( b). Onde /Myit,. jj.


^ella di fopra riferita la parte H. fl Rom.fubre r ,
tavola
)uo dire ,
ch era deftinata per gli uomini , la c.x.n.xxm.
rimane 2 4
jual parte finiftra riguardo a chi entra in P-
:hiefa , e la parte G. per le donne . NelPin-

;
reflfo della nave,come abbiamo detto, ftavano i

enicenti SufiratiJ.l.afiinchk ufcendo ilVefcovo,


it metteffero inginocchioni , e riceveffero la
mpoflzione delle mani . Vicino al luogo de
ufirati era. Yambone , o il pttlfito,^ Tav.
lett.
Jl8 D C O S T U JK f
letc. Y. )onde fi leggevano le facre Scritturc
Del coro c ^ popolo , e onde fi predicava .
jel bemx , X. Dopo la nave feguiva il coro, chiama-
ov era V al. to da Greci S/-e* , il quale era feparato dalla
tare. nave medefitna per una , o piii balauftrate .
( Vedi i fegni nella Tav. ) era quefti il luogo
de minHIri del fucro altare . Dal coro era fepa-
rato il bema , ( Tav. Lett. C. C.) ovvero il
Santuarh con un tavolato, nel qual tavolato
erano tre porte ( Tav. Lett. F. B. F. ) La poiv
.

ta di mezzo era maggiore ( Tav. Lett. B. ) del-


le altre due , ed era chiamata fanta . Dentro
il Semacrz Paltare,
( Vedi la tavola di jlbpra
riferita alia lettera A. ) dove (1 offeriva il divin

tegrifizio ed era quefto luogo , ( perciocche


,

non eralecito di entrarvi, fuorche a cbierici )

chiamatoinacceflfo,e facro.Erano inoltre tem-


i

pli ornati con alcune immagini rapprefentan-


del vecchio,e del nuovo tellamento,
ti le iftorie

e varj fanti , che per la fede aveano patito il


martirio. Ufavanfi eziandio in quel tempo i
cerei , e varj ornamenti delle chiefe , e de
miniftri de facri altari , delle quali cofe noi
trattiamo diffufamente nelle noftre Antichita
Criftiane . Ma era fingolare
ne primi tempi la
femplicita de templi , come ce ne af-
nollri
ficura Tertulliano nel capo terzo del libro 3 chV

(ti p 2*1.
com Pfe contro i Valentiniani C^
XI. Or fino dal primo fecolo della Chiefa
Delle adu-
grandiflimo fempre fu il concorfo de fedeli in
?-?"***/ quefti
^.
oratorj , o templi , o martirj
/.
, in quei
fc leanff fare . .
, .,

nelle Chiefs g^
orni particolarmente , ne quali fi cele-
la Domeni~ brava la memoria della refurrezione del noftro
c^ .
Signer Gesu Crilio , voglio io dire , il giorno
delladomenica , che ne libri del nuovo teila-
mento e chiamata prima del fabato, cioe pri
mo
PRIMITIVI CRISTIANI . J
I

mo giorno dopo il fabato (4) . Onde la dome- (*) * Cor.


in cui (come at-
* XVI - V *
nica era que! giorno ftabilito ,
teih Plinio neila fia letters a Trajano la qua-
3e e flita da noi riferita nella Prefazione di que-
ilo volume ) fi
congregavano i Criftiani, e can-
tavano degl inni a Gesu Crillo come Dio , e_*

prendevano 1 Eucariftico cibo Imperciocch^ .

erro malamentcil Boemero il


quale pretefe , ,

che quefto tal giorno foffe il fabato , fbndatofl


fopra delle ragioni fievoli, e ibfuf&denti , la piu
forte delle qualie,perche nell Afla fi trovavano
de Criiliani convertiti dall Ebraifino, a quali /t V p^ (>

; J1 1ert
fi
permettevadi celebrare (&) ancora il fabito .

Ma dalla lettera di Plinio fi fcorge , che i Cri- chrift die


ftiani , de quali egli parla, erano convertiti dal p. <j. fc q.

gentilefimo , mentre fe foflero ftati giudei ,


non farebbero ftati coflretti o a facrificare agl f-
doli , o a morire Di piu dalle lettere di S.Igna-
.

z\o Martire ( ch era flato difcepolo di S. Gio


vanni, regolatore delle Chiefe dell Afia , e che
pati fotto Trajano intorno a que tempi , ne
quali Plinio governava la Bitinia ) evidente-
mente raccogliefi , che i crifliani di quella_>
Provincia celcbravano la domenica . Poi-
35 che nella Epiftola a Magnefiani ,, : fe fono ,
3? dice , venuti alia novita della fperanza i fe-

35 deli , non piii folennizzino il fabato , ma vi-


33 vendo fecondo la domenica , nella quale c
33 nata la nofira vita per Crilio , e per la morte
3, di lui , fcftengano fieno ricono-
, affinche
.,, fciuti come quel divino Mae*
difcepoli di
llro (c) ,, . S. Giuftino ancora, che viiTe non \
^c fj>
JX
gran tempo dopo S. Ignazio, nella fuaprimaApo- f ^ t

logia attefta, che i criftiani fi adunavano il


giorno di domenica , che da gentili era dedi-
/a) n . L xv!i.
cato al fole ((/) . Anziche S. Giovanni Evange- p .

li-
J2O DE CO STUM
nella fua ApocalifTe parlando del dl , in cui
lifla

(a) Apocal. fu rapito in eftafi , lo chiama giorno di dome-


e.i. v.io- nica (<0
Ma
veggiamo, quali erano g!i efercizj
di pieta ,
ne quali
quefto fan- s impiegavano in

to giorno i
primitivi criftiani
fpet- . E quanto
ta all eta de finti Apoftoli , San Luca ce ne da
in poche parole tin efatto, e diftinto raggua-

glio . Perfeveravano , dice, tutti nella dottrina,


e nelia comunicazione , e frazione del pane, e
43.ie<jq. nellaorazione (&) . . .
erompendoin cafa, cioe
ntli oratorio , pane , prendevano il
allegri , c
con femplicita Palimento , lodando , e renden-
do grazie &c. Non altrimenti parla delle adu-
5
nanze de fuoi tempi S. Paolo nella prim a lette-
ra a Corintj , dove febbene accenna , che i
criftiani, i quali inter venivano alle ficre fun-
zioni, foleano comunicarfi , con tutto cio dimo-
flra, con qual puritk di cofcienzadoveano ac-
codarfi alia facra men fa , affinche non fi tiraflfero
contro lo fdegno del Signore ,, . Ho io ricevu-
39 to dal Signore , dice egli , cio
che vi ho in-
35 fegnato che : il nodro Sigrior Gesu Crifto in

3) quella notte , in cui fu tradito,prefe il


pane ,

,, e avendo rendute grazie , lo ruppe , e difle,


3, prendete , e mangiate , queflo e il mio cor-
3, po , che fi fpezzuper voi , ci6 voi fate a mia
3 , commemorazione. Prefedmilmente il cali-
59
ce , e avendo ringraziato difle , quafto cali-
.,, ce e il nuovo teflamento nel mio fangue : cio

*, fate ? qualunque volta voi berrete 3 in mia


, commemorazione .
Imperciocche ogni qual
,,
volta voi mangerete queilo pane , e berrete
33 queilocalice, annunzierete la morte del Si-
3> gnore, finche egli non ila venuto . Adunque
3, chi mangera qucflo pane, o berra queflo
,
5 calice indegnamente 9 fara reo del corpo , e.
del
nt* pRiMmvi CRISTIANI *

del fangue del Signore. Pruovi adunque uo- 1

mo fe fbffo , e cosi mangi di quel pane , e

,,,
beva di quel vino . Poiche chi 1 mangia , c
chi ibeve indegnamente ,
fi
mangia, e fi

beve il
giudizio , che vuol dire fara afpra-
mente punito ,, Percio fono tra voi molci
.

,, infermi,e molti deboli, e dormono molti .

Veggano pertanto coloro,che abituati nel male,


c dediti a divertimenti di queflo mondo,ardi-
fcono di accofturfi fpeflb al facramento, e di ri-
cevere il corpo, e il fangue del Signore, fe han-
no quclle difpofizioni , che da loro richiede_^
PApoffolo . A me certamente pare , che cosl
facendo , invece di unirfi maggiormente con
Dio , fi mangino , e fi bevano la loro rovina .
Perc 6 deploriamo noi non piu molti , ma mol-
tifllmi , che fono infermi , e deboli , c addor-
mentati . E chi sa , fe udirannomai le parole:
forgi tu , che dormi, e t illuminera Crifto ?
Matorniamo al noftro propofito , e cfferviamo
quali fo0ero , e quanto fervorofe nel fecondo,
e terzo , e quarto fecolo della Chiefa le con*
gregazioni de* fedeli ne facri templi. S. Giu-
IHno Martire nel luogo pocanzi accennato
racconta : che nel dl del fole tutti quelli ,
3) che abitavanonella citta ,onelle ville, con-
3, venivano in un luogo , e primieramente i
3
.53 commentarj de fanti Apoftoli , o i libri de*
J3 Profetileggevano. Qu^inli avendo termina-

,,.
to il lettore la fua funzione , chi prefedeva ,
33
con efficaci parole efortava il popolo d imita-
5
33 re le chiariflime gefte de Santi , e di
j, efeguire
i
precetti , e i configli , che in quei
facri volumi fi contenevano . Finito quefto
5>

3, ragionamento , alzavanfi tutti infieme , c


?>
fecondo 1 ufo pregavano c per loro medefi-
X 9i mi >
322 DE COSTUMI
,,
mi ,
e per chi era ftato allor battezzato , e

3> per tutti gli altri ,dovunque mai coft.jro (I

ritrovaflfero , affinche avendo acqutftato la

3, cognizione della verita , ottenelfero eziandio


la grazia di fare una vita retta per le buone
3>

3, opere , e di oTervare comandamenti del


i

Signore , e giugnere finalrnente all.i gloria,


3, che non ha fine. Salutavanii di poi col bacio ,
3, ch era il fegno della fratcrna dilezione . Of-
35 ferivafl di poi a chi prefedevadoi pane, c
9y del vino coll acqua , le quali cofe avendo
35 cgliprefe, dava gloria, e lode al Padres
35 pel Figliuolo, e per lo Spirito Santo , e per
35 qnefli doni da lui ricevuti lungamente fi
3, tratterevanel rendirnento di grazie. Ter-
35 minate le preci, il popolo , cheailiiteva , era
35 foiito di rifpondere ^fmen , la qaal parola
35 tbraica vale lofteHb , che ilvocabolo Italia-
33 no,fifaccia . Dopo le preghiere , e le accla-
93 mazioni de fedcli , che afliftevano , pren-
35 devano idiaconi il pane , e il vino , e 1 ac-
qua,fbpra le quali cofe erano ftate rendute
35 le

3>

grazie al Signore , e le diftribuivano a pre-


39 icnti , riferbandone parte a coloro , che non
39 aveano potuto intervenire alia funzione .
Or era eziandio in
3>

quefto divino alimcnto


di cui non
5>

quei tempi chiamato eucariftia ,


33 altri certamente poteano eflere partecipi ,
fe

35 non fe quelli , q^uali i credevano


,
ve- effer

5, riflimi i dogmi della noitra religione ed


,

erano battezzati, e in maniera ch era


a, quella ,

,5 fhta dal Redentore prefcritta, viveano . Im-


perciocche erano tutti perfuafi , come
lo iia,
3,

5, mo pur noi, che quel cibo non il debba pren-


vino
dere, come fi man^iail pane,e fl beve il /* r*

*
*> comunemente --
,
*
ma come cibo facrolanto
/T*
,
DE* PRIMITIVI CRISTIANI .
323
^~
efiendoci fhto rivdato , elfere quel talc a!f-
mento la carne , e il fans;ue di Gesu Cr;ilo .
33
Poiche gli Apoltoli ne loro commentarj ,
chc fono chiamati Evangelj, hanno fcritto,
3J
chc cosi fu loro comandato da! Redentore ,
3)
allorche prefo il pane , dopo il rendimento
33
di grazie , differ
fate do inmi a commtmorcL-
3J zione, queflo oil mio corpo ; e prefo il calice,
3, e rcfe le grazie , foggiunfe : 3 il
queflo
3, mio fitngue . Adunavanfi poi
il
giorno di
3, domenica , perche un
si tal giorno fu il
33 primo della creazione del mondo , si perche
?
3, in effo refifcito da morti il figliuolo di Dio ,

,, e noflro Salvator Gesu Crifto Ca} ^ ,, . Con- S X A

ferma le medefime veriti il fanto Martire nel (


j A P^
.fuo celebratiffimo Diajogo avuto
conTrifoneg
Giudeo . La oblazione , dice , della femola
era figura della Eucariftia , la
,, quale fu ordi-
3, nata da Gesu Criflo in mLMiioria della fua paf-
3, fione per quelli , che fl purgano da ogni ma-
.3, lizia , affinche gli rend amo ancora grazie si
3, per aver eg!i creato I univerfo , e si perche
3, ci , e ha repreffi nemi-
ha liberati dal male i

3, cideH uman genere Per laqual cofa parla-


.

3, rono eziandio Profeti di queflo facrifizio


i

3, del pane 3 e del vino, che fl off rifce per


3, tutto il mondo (&),,.Difc -rre quindi il Santo n>
jj. 3{LV
del giorno feftivo della domenica , e ripete al-
trove le
preghiere , che nelle adunanze fud-
dette erano devotamente a Dio indirizzate da*
crifliani (c) . Non fono da quefti di Giuflino
diverfi i
c
fentimenti di Tertulliano . Quefti nel ^ \
n<
xxx *

trentanovefimo capo del fuo Apologetico , j

33Siamo un corpo dice , che profeffa la fie (fa


33 religione , cheha ladifciplina da Dio, ed e .

33 confederate) per la fperanza . Conveniamo


X 2 3, nel-
324 *> E COS TUMI
nelle adunanze , , e ci congreghiatno ,

33 che come formato un efercito , arriviamo


35 quafi ad aflaltare Iddio colle preghiere . El
33 la e grata quefta tal forza a Dio mede-

35 iimo .
Preghiamo ancora per gl Impe-
?

35 rador.i , pe loro minifterj , per le potefta

3) del fecolo , e per la quiete delle cole . Ci

3>
aduniamo per afcoltare la lezione delle
35 divine fcritture . Pafcoliarno la fede colle
fante voci , folleviamo la fperanza in Dio ,
5,
e in lui fifliamo la noftra confidenza . Mol-
te altre cofe aggiugne quivi , e altrove Tertul-
liano ,
le quali riguardano e le
preci , che i
fedeli indirizzavano in quefteloro congregazio-
ni al Signore , e la modeftia, oolla quale aflifte-
vano alle facre funzioni, e fpecialmente allor-
che fi offer! v a il divin fligrifizio Acconfentono .

a quefto illuftre Scrittore i Padri , che nel


le eta feguenti fiorirono , come Minucio
Delia Pa- Pelice
, Origene , S. Cipriano , Arnobio , Lat-
tanzio , ed Eufcbio Cefarienfe , i palTi de qua
il, non contenendo nulla di piu conflderabile ,
(a) Tert.de p er b revl*{;^ jf] tralafciano .

> domenica folennizzava.


p. 232. .Ue . . .
.,

jejun.c.xiv.
no ancora i noftri maggion il
giorno anniverla-
y. $$2. O- rio della refurrezione del Signore,che,comenoi,
Tig.L.vi ii.
appellavano Pafqua . La qual cofa non folamen-
ContraCeJ- te coila da pafTi degli antichi Icrittori (^) eccle-
fumn x 1
i, fiaftici , ma eziandio dalla celebre controverfia,
j

Op P .*E4*it! tempi de Santi Aniceto Papa , e


c ^le fi no d a
Venet. Policarpo Vefcovo
delie Smirne (^) nacque tra
crifliani delFAiia , e quelli delle altre chie-
i

Vl E~ fe
^
p
^ ch erano fparfe per
<ie

ciocche pretendendo gli


tiitto il mondo . Imper-
Afiatici , che la pafqua
*- C. XXH *
. . . -

iecondo la tradizione , che vantavano , di


feq.p. 205).
Edir.Taur. S. Giovanni Evangeliita 5 doveffe celebrarii da
fe-
DK* PRI MITIVI CRISTI ANI
fedeli co
giudei ; gli altri crilliani.
infieine
tutti furono loro contrarj ; quantunque non
termino totalmente la lite, finche non fu decifa f * ^
l* i i -r J / -N XT (.3; fc -

ianno 325.
/"

gran Concilio di
dal Nicea . (<0 JMMI .

Poiclie tutti acconfentironoalla tradizione della vita C

Chiefa di Roma , e feguendo le determinazioni c. v.


p.
de f.iccefTori di S. Pietro Apoftolo , flabilirono, &<{

clie la Pafqua doveffe da nodri celebrarfl la do-


menica , clie Viene immediatamente dopo il
di quindiccfimo della luna di marzo Che fe *

il
quindicefimo della luna di marzo cadeffe in
domenica >
e quel di foffe a* Giudei pafquale ,
allora la pafqua da criftiani fi trasferiflfe , co
me da noi ancora fi
pratica , alia domenica fuf-
feguente .
Preparavanfl a quella folenniti col digiuno .

detto della quadrageflma , del quaie noi parle-


^
remo nel fecondo libro j
in cui dovremo trat- ^//^
tare della virtu dell aflinenza, e della mortifi- fyua .

cazione de primitivi crilliani . La fettimana


avanti la pafqua era da loro tutta confumata nel
mortificare con aufterita particolare la carne , ., .
Conftit
c nella orazione (b} . Onde fe negli altri giorni \ {\. \. v .
?r)
della quarefima verfo la fera folamente pren- c.xvi./eq.
deano cibo , in quefta ultima fettimana prolun-
gavano digiuno fino allo fpuntare delPalba(c).
il
( c ) Fatetwr
Onde S. Gian Grifoftomo cercando
nella cren- idetiamCa-
teflma Omilia foprail Genefi per qual cagion veusdeMo.
mai la fettimana fanta il chiamaile grande , Jli> * (:

c con tanta aufterita , e devozione il pafiTatfe da i J*


c T
\ /! /- j IT i i
Kd
redeii criltiani , rilponde che avea ella un tal :
t
nome per eflfere itati conceduti in que giorni
,

grandinimi bencfizj ugli uomini . Impercioccha


fu allora terminata la guerra, che avea durato
per tanti fecoli,efttnta la morte,tolta la maledi-
2ione 3 abbattuta la tirannia del diavolo^ e il ren-
X 3, de 3
^
D t COSTUMI
tie, dopo la noflra riconciliazione con Dio , pe-
netrabile il cielo all uomo. Percio digiunano
mold ,
e fanno di notte tempo lefacre vigilie.
.Anche gl Imperadori dirnoftrano colle opere,
quanto fieno venerabili quefti giorni , mentre
comandano , che s intermcttano i giudizj , e
ceflino per allora le liti , affinche con quiete ,
e tranquillitst di animopoffa ognunopenfare al
ia pa/Hone del Redentore , e confiderare i beni,
O) p.i94. c he quindi provennero (d) . Celebravafi dipoi
T.IV. Opp, con folenniu
particolare , e con illraordinaria
it. am.
Mon.S.Ma* rp 0m p a a vigilfe della pafqua , vodio io dire il
]
J
2 r
m-i. fiibato fan to . Accendevalila Jera una quanti-
ta prodigiofa di torce tanto nelle chiefs 5
quanto nelle cafe private ,
che fembrava , che
la ofcura notte (6) , on^
convertiffero in giorno
( ;tjregor. ^ e^ e fci iv-endo Eufebio una tal confuetudine
A 2 2 T 2 Cy
1 11 "

rar. XLH ne ^uo ^^ ro q ua ^to della vita di Coftantino , at-


.
^

6-76. Hdk. tella(c) j che le faci accefe ilhiftravano in si


an. fatta guifa tutti
i5i>o.
luoghi , che quella midica vi i

xx r i gilia era piu chiara di qualunque bella giorna.


ta . Imperciocche ferviva quefla /blennita
comedi prcludio al gran chiarore , che com-
(d) Ibid. p. parve nel d! fuffeguente nel mondo (rf) Era
.

finalmente il gran giorno di Pafqua celebra.,


to con iflraordinaria gioja , e tra gli altri fegni
dipieta, che foleanfi dare in quel tempo, erano
le abbondanti limofine , che da Principi , e
dalle perfone facultofe , fecondo la pofTibilita
, fidi/lribuivano largamente a poveri .
*o
Celebravanf! ancora con folennita le fefle
"

van? da* ddh Pentecofte , della Epi fania , ch era da*


frimitim Greci appellata la giornata de facri lumi , e
fedeli* della Nativiti del Signore . Della Pentecofte

parlano Tertulliano , e Origene ne luoghi di


fopra citati . Delia Nativita troviamo efprefl a
men-
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
327
menzione nell antichiffimo calendario
pubblica-
to dal P. Bucherio della Compagnia cii Gesft .
Delia Epifania difcorre arnpiamente S.Gregorio
Nazianzeno nella fua trentefima orazione . So*
lennizzavanfi eziaudio i giorni natalizj de Santi
Martin , come non folamente cofh dalle lette*
re delle Chiefe di Antiochia , e delle Smirne ,

che abbiamo rifcrite di fopra , ma ancora da_>

OngeneOO, da Eufebio (6) , e da molti altri


illuftri Scrittori della Chiefa , le teftimonianze
pa g.
de per brevita fi tralafciano . In tutte
qtiali 11.

queite folennita fi celebravano con particolar b ^e ,


f
-,

devozione le adunanze da fedeli , e tra canti- conft. l.ivj


ci , c falmi , e inni paflavanoallcgri nelSigno- c .
re intiera la giornata . 576".

XIT. Or in quefte congregazioni non fola-


mente cantavano inni, efalmi, ecelebrava- nan ^ e &
no il divin ftgrifizio , e tutti effendo bendifpo- cnfliani,
ili, riceveano perle mani de miniflri la Euca-
riflia , ma ancora rinnovavano i propofiti fat-
le
ti altre volte di non commettere alcuna cofa ,

per cui fi offendefTe il


Signore , come attefta
Plinio nella fopracitata letcera a Trajano, fi leg-
gevano le lettere dc Sommi Pontefici (c) ( co- (c)
me coda dalla epiftola di S. Dioniilo Vefcovo di Eufeb. l.iv.
Corinto indirizzata a S. Sotero Papa ne tempi c xxm. p. -

di Marco Aurelio Tmperatore) e gli atti de I5y


*

S. Martin . Stimavano impropria , e fconve-


vole cofa , che qualcuno fi trattenefTe nelle ofte-
rre , e nelle taverne 00, e fe nel medefltno (^ S. Job.
giorno fi facea la commemorazione di due fanti, Chry.Hom.
con pompa , e devozione fingolare a turme da
una Chiefa all altra fi trasferivano fedeli
M
;

i
, per
rinnovare le adunanze , come riferifce Pruden-
210 nell inno dodicefimo delle corone , ove

parla del martirio-dc SS. Pietro, e Paolo.


X 4 Che
328 RE* O S T U M I

Che fe pertimore delle perfecuzioni non po-


teano liberamente adunarfi ,
fi
congregavano
avanti giorno , e impiegavano il tempo nottur-
no ne medefimi efercizj di religione . Quefte
notturne adunanze erano chiamate da* noftn
(a) Vide E- maggiori,e da Gentili medefimi antelucane (a\
l>ift,
Plinii, Onde
Tertulliano nel fecondo libro indirizzato
cr ij -
y Co- alia fua moglie dice
, die fe cosi era di bifo-
Jlb. de f r rr \ \

ron. Mil. c .
no congregavano avanti 5 che fpuntafle la
luce del giorno (&) ^ e nel libro intitolato : del-
lil.Orig. j.u
contra Gel- lafugo, nella Tcrfecuzione , fcrive :
fc di gior*
fumn.i.&2. m
non fuoi fare le adunanze , bai la notte lu*
C^)c. rv. winofaper la tuce di Crifto . Per la qual cofa
cravamo da gentili chiamati uomini di deflora*
ta ,
e illecita y e
differ at a fazzione , poiche
ci confederavamo colle congregazioni notturne ,
e co* folenni digiuni , e cogl iniimani cibi , ed
eravamo odiati ,
come gentc contrarla alU luce;
(c) Mintic-
e iMAnte dinafcondigli,muta in fubblico (c),
Felix in O- e
loqttace negli angoli Rimproveravanei anco-
.

ftav.T. ill* ra i noftri nemici


, che non ar.divamo di parla-
ji. PP. p. re cbe (cnti-vamo , e di con-
apertamente dicio^
gregarci liberamente . Ma e omai tempo 5 che
noi veggiamo con qual modeftia 5 e con quale
comooflezza
A
foleano Hare i noftri maggiori
C^O nelle
adunanze . Tertulliano nel libro delta corona.
C. HI. M foldato (J) attefta , che il giorno di do--
102. menica , e dal di folenne della Pafqua ifno alia
Pentecofle non inginocchiaVano mai in Chie
s

fs , ma 5
ritti porgevanole loro pre-
e modefti
a Dio II motivo ? per cui erano modi a
ghiere .

cosi operare^e accennato dall Autore deile que-


itioni agli OrtodofTi attribuite a S. Giurtino,,.

3, Dobbiamo, diccegli,fempre ricordarci e del-


3, le noftrecadute ne peccati , e della miferi-
3, cordia del Signore, per cui abbi^mo avuto
la
M PRIMITIVI CRISTIANI .

3, la grazia di riforgere da medefimi . Per la

qual cofa flettiamo ne fei giorni della fetti-


mana le ginocchia , dandocosl fegno di con*
3, feflare di effere noi miferamente caduti ; e

5, la domenica il
tempo pafquale non
>
e tutto
le dinotare il noftro
35 pieghiamo , per riforgL
mento . Onde da tempi Apoftolici ha avuto
,, principio quefta confuetudine , come dice
5, S. Ireneo Martire , e Vefcovo di Lionc nel

5, fuo libro circa la Pafqua , in cuifa menzione


3, della Pentecofte , nella qual folennita non
Stando cosi in piedi
c inginocchiamo (4)
o tenevano giunte
I
le mam
.
n C. ..
,o ftendeanobrae- EditVener-
le
cia , de qualiufi fa menzione Tertulliano nel
fuo Apologetico,dicendo (^),, cola su veggen-
3, do i Criftiani, mentre ilanno colle mani difte-
C ^ *
fe , perche innocenti , e col pas
3, capo fcoperto,
3) perche non fi vergognano, pregano il loro
55 creatore,,(O
i- !n
Ma piu amplamente
~ r
parla Rom. pi
V, ,
& -"

egii di quelto argumento nel fuo cclebre libro ,. a(j


intitolato della Orazione . Dove racconta, n. a. (<f)

che febbene mold fi lavavano con grandilfima ,.


r r
cura con tutto ciola lindura , ecettezza do-
,
,
yea confillere nelPanimo di chi veniva nella ca-
fa del Signore, per porgergli le fue
fuppliche .
Imperciocche fono elleno , dice , le noftre ma
ni affai ben lavate col battefimo ,
purche noi
non fiamo caduti nuovamente nel peccato,fenza
averne fatto lapenitenza. Noi non eleviamo
folamente le mani , ma le ftendiamo ancora , c
orando confeffiamoCrifto, Non approva pcro
egii , che alcuni, incominciata ch era la orazio-
ne 3 ii metteflero a fed ere Poiche ilimava .

un irriverenza uno non itfava


al
Signore ^ fe

inginocchioni^orittoin chiefa * e con mode*


colle mani moderatjunente elevate
, e col
3 JO J> B COSTUMI
capo non troppo alzato . Aggiugne , che con
(a) P. if i. voce foave , e non troppo forte cantavano. So-
Edit. miglianti cofe fcrivono S. Cipriano nel fuo li-
bro della Orazione (d) , e Minucio Felice nel
<b) p. 288. fuo celebre Dialogo intitolato Ottavio (6).
. . XIII. Oltre le adunanze,che per le folennita,
(

. . .t e per natalizjde Santi Martiri fi faceano da Cri-


&iom ae
r

, . \ .

prtmittvi
"iam
, troviamo rammemorate da noltri mag-
Criffiatni. giori ancora le ftazioni . L antichiflimo Scrit-
TiT tore del Tbro intitolato Taflore ne fa efprefTijfTi-
rcji-ib.iu. ,
r A
ma nienzione (c)^ , ma combnae
.
11 -i i

colle lhzioni n
Snnii. v.p.
x^u T. I. digiuno , fcrivendo cofa e laftazione ? e rifpon-
Pr. Apoft. de, e il digiuno . Egli e vero pero , che il folo
Edit. Lon-
digiuno non fu , almeno da poileriori Padri ,
dm *
chiamato flazione ; poiche Tertulliano diftin-
gue la flazione dal digiuno nel libro,che fcrif-
(d) C.xi. fe Era adnnque la fla-
f p ra d e
5
.
digiuni (rf)
xni.&xiv.
zione j Q ^^^
che fi fa . che i
adunanza>

ceva nel dl del digiuno . Nella adunan-


za i Crifliani fpendevano il tempo in pie_
meditazioni , come Itando in lutto , e piangen-
do i loro peccati. E che la flazione conflila
nell adunanza , cofla evidentemente daiPauto-
5
rita de fanti Cornelio, e Cipriano. Imper-
ciocche fcrivendo il primo al fuddetto Santo
(e) Epift. Vefcovo di Cartagine (e) , dopo aver de-
interCypr.fcj.jttQ c o $ c h era avvenuto nell adunanza, j

L X
00 Abbiamo noi mandate que
B^T* ^SS^ ?
11
"
tf

an. 1700. 35 ^ e ^ ettere neJl ora mcdefioia , e nello


fleffo momentoper Niceforo Acolito , che fi

5 , affrettava a partire ,
il
quale e (lato da noi
3) fpedito dalla flazione , acciocche non am-
3) mettendo niunadilazione , poteile voiren-
55 dere grazie al Signore ,come fefode prefen-
35 tea queflo clero , e a quefh adunanza del
35 popolo . E S. Cipriano ragionando di quel-
li
PKIMITIVI CRISTIAN1 .

Ii , che furono mandati da Ncvaziano : aven-


3, docgl!HO,^/Ytf,(lrepitato,e gridato ncllaftazio^ Epi#
ne (a),, . E fpicgando in un altra lettcra qi a! XLIV. pag
^
cofa egli intendefle pel nome diftazione (&), 130.
Oxon
affcrma, che in un tal concorfo de roftri fratel-
Ii,fc dendo facerdoti di Dio, e pcfto 1 altare, ne XL y.
i

dcbbono eflere lette le loro iftanze, ne udite .


Erra pertsnto Maftino Cladenio Luterano , il
quale nel fuo Trattato fopra le ftazioni (c) ef- .
*

cludendo le adunanze , definifce le ftazioni me- r * Aj


4
*T 3

defime ilgiorno , o una buona parte del gior-


:

no, che ognuno^ come glifojje parulo opportune,


fpendeva liberamente in pregbiere , cpie medi-
tazioni delta morte, e pa/Jione del noflro Signor
Ges&Orifto. Che le pie meditazioni , nelle
il
quali impiegavano tempo, riguardaffero prin-
cipalmente la paiHone, e la morte del Redento- . ., ,

re,lo accenna Tertulliano (c/). Ricavafi eziandio


dallo fteflfo autore , che si i! mercoledl , e il ve-
nerdl,come in certi altri giorni.ne* quali da Ve- , ,

fcovi ii celebravano i Concilj , faceanfl le fta- x


zioni in fegno di lutto, e di penitenza (e). Ne
meditavano folamente i fedeli lapaffione di Cri- C, r T h ^16 r
.

i I
.,
1
,

fto , ma digiunavano ancora nella ftazione (/),


e un Cap. ;
j
.

come ne aflicura Tertulliano. Sebbene non X1U .

erano forfe cosl lunghi digiuni delle ftazioni ,


i

come erano quelli , che propriamente aveano


quefto nome , onde Tertulliano gli appella i
mezzi digiuni delle ftazioni (g) , e in altro luo- (g) Ibid.
go chiamay2tf/o/quelli del mercoledl , e del
venerdi , e digiuno quello della Tarafceve , . -
im ^xi v?
e
che io intendo del venerdi fanto (ff) Furono .

5
chLimate quefte adunanze de fedeli col nome
di ftazioni , per una certa fomiglianza prefii da
foidati , i
quali mentre ii fermavano in
qualche
luogo, ed ivi collocavano ilprefidio, fi dicea,
che
*
32
i> i* c o s T u M i

(a) Liv. che facevano la ftazione (d). Erano ancorale


I. xxxvi u. ftaziont come oflferva Suida nel Leflico or-
, $
c. xxv*
n j j- foldati ^ c fle a vicenda ftaVano facendo
( jj

la guardia innanzi il loro campo(&) . Onde_>


(b) Livhb. fcr i ve Tertulliano nel celebratiflimo libro della
i

ja ftazione ha prefo il nome


5,
dal militare efempio , poiche fiamo milizia
(c)c. xrv. 5; Signore(c),,. Scioglievafi la rtazione
del
/J^T*
(d;
11
lenull.
tofto ,
,,
che
.,,
fl eranocomunicati i fedcli , perche
^
-
JN
allora il lutto fi convertiva in ailegrezza (a).
....
ibid.
XIV.Erano aocora in ufoanticamente le fup-
plicazioni, o proceflioni , che vogliam dire ,
p f. equantunque prima di Coftantino non fl pote-
thiCrtttia~ vano fare pubblicamentc per lo pericoio della
ni .
perfecuzione , fl facevano tutta volta ne cc-
meterj (e) . Ma non eflfendo (late quelle tali
ProceiTioni molto differenti dalle noftre e
(e) Vicle^ ,

Bold, lib.il. avendone diffufamente trattato il Serario (/),


OfTerv-^
fo. [\ Gretfero (g) , e moltifTimi altri ,
non c ne-
mit.
pra ce ffar j o } c ie ne } defc^iverle
{ ci diffondiamo di
3S *
vantaggio .
Vengo ora alle private preghiere
degli antichi fedeli ,
le quali certamente erano
(f)Depro- e fervent! , e quad continue .

ce^Colon.
Rende dj tutto
xy< ft3 chiariffima tefti-
an. Kjoy. ~ ,2 ,., .

monianza Origene nel luo ottavo libro contra


(g)Deprt>-
Celfo, dove parlando de^ buoni Criftiani , af-
ccfs.
J"S
ferm a, che quefll folennizzavano tutti ^iorni 1
i

an, 1606. ~
-
,
i,, . . % n .. . r-

delr anno
poiche penfavano ,
alle divine cole ,
Dells pri- e attendevano alle preghiere , e alia medita-
vate pfe- z O ne de facri dogmi (/;). Anziche riputa-
j

f*M m van ^ no ^ ma 8^" e er egli temefa* ^ ^"

r to;,
Lriwant .
rl colui ., che conofcendo la frasilita pro-
. - i
*

(h)C.xxii. P
na nulla di meno lafcia pauare la giorna-
Ci)
ta ^enza raccomandarfl a
Terr
Dio colla orazio-
<3e
Oration!
ne 0")
^a ^ e ^ e particolari orazioni de pri-
mitivi ragioneremo nel fecond o
Criiliiini li
cap. *
bro
DE PRIMITIVI CRISTIANI .
333
bro quel capitolo, dove fi moftrera , quali
in
foiTcro loro quotidian i efercizj . Del fervore ,
i

con cui oravano , cosi fcrivenell Apologetico ~


Tertulliano (#): ,, Guardando il cielo i
criftiani,
3, pregano , perche inno-
colle braccia aperte

,, centi , perche orano di


col capo fcoperto ,

33 cuore . Ottengono eglino cio , che ricerca^


33 no da Dio perche lo adorano , perche fi,

fanno uccidere per la fanta legge di lui, per


33 che gli offrono quell oftia , ch egli ha co-
3, mandate, cioe la orazioneproveniente dal-
3, lacarne pudica, dall anima innocente , dallo
33 Spirito Santo . Stando eglino cosi colle brac-
?,
cia aperte , fieno pure lacerati colle ungule,

3, crocefiffi , bruciati , decollati , sbranati dal


3)
le fiere , che fono apparecchiati a qualun-
33 que fupplizio i crilHani
polti in atto di ora-
re ,, . Che fe in tutti i
tempi, e in tutte le
circoftanze ,come era loro permellb , procu-
ravano di pregare, allora certamente con mag-
r fervore oravano , vedevano neL
gio quando fl

le mani de nemici , e vicini a foffrire pel Re-


dentore il
fupplizio . Subito , che intefeS.Po-
licarpo , efler egli ricercato da gentili , il ri-
tiro in un luogo vicino alia citta, e quivi atten-
dendo 1 ora della fua prigionia,fpefe quafl le tre
intere giornate in orazione . II terzo
giorno ri-
trovato da miniltri del Proconfolo , che coru?
diligenza 1 aveano ricercato , non folamente
non conturbo egli , ma moftro ancora un in-
fl

dicibil coraggio. Impercioccheavendo dato da


cena a fatelliti , entrato nella fua flan z a , dor
po aver confiderato i benefizj fatti dal Signo^
re all uman genere ,
prego fua divina maefta
e per la fua chiefa, e
per tutti coloro , che
ay.ea egliconofciuti 3 e per fe ancora, accioc-
che
334 DE COST - *> E>
PRIM. CRIST.
che acquiuafle forza di vincere combutcendo il
nemico , e di ottenere la corona ch erasli ,

preparata in cielo . Condotto q.nndi in citti ,


etratto a forza all Amfiteatro , m^ntre vide il
fuoco apparecchiatogli da carnefici , con in-
credibil fervore raccomandoffi di a Dio, nuovo
e dopo la orazione , avendogli refe le dovute
grazie felicemente fpiro Panima , la quale
,

trafportata alia patria de beati gode eterno ,

ripofo in quel Dio , per cui tanto aveaegli pa-


tito. Da quefto continuo , e fervente orare
nafcea ne primi noltri Padri una fomma vene-
razione , e un maravigliofo rifperto verfo il
non folamente nol nominavano
Signore ; talche
mai vano
ne anco fcnza una precifii
in , ma
necefTita ardivano di giurare , fapendo chi do-
veffero chiamare in teitimonio ne giuramen-
(a) Clem, ti (4) . Terminero colla teflimonianza di San
1
d
emente Aleffandrino , il quale dice nei iet-
"

o Jibro degli Stromi


- EflTendo ogni di fe-
tl<m :

vi n. 35 fti^o per noi , perfuafi , che Iddio fia per


cont. Celf. 3 , tutto , lodando -
lo adoriamo , e celebran-
.Lxv.Tert.
5J do il fanto nome di lui navigfiiamo , e ci
e xx
efercitiamo nelle arti noftre , e ne nolbi
*^ "*^,,

pol.*.uji.xvi 5J Jnnpieghi , riferendo 1 oneflo ufo di tutte le


,, cojfe nel dator di ogni bene , e ringraziando
la bonta infinita di lui , efTendo certo ,
(b) Et pag, cgli tutto sa , e tutto fente

ER-
E R R OR I CORREZIONI .

Pa^. ?. feq. Tit.


De PrimitiVi Criftiani De Coflumi de Pri-
de Coilumi . mitivi Criiliani .

pag. 1 1. Jin. ip.


e conofcere , eifendo e conofcere il vero ,
eflendo
. 12,
Vovolume Volume
83 Hn. 23.
Macrolio Macrobio
po lin. ii.
detto letto
1 1 g lin. 20.
manineftamente manifeftamcnte
128 Hn. 26.
nel errore nell errore .

132 Jin. 35.


ela e la
14^ lin.
13.
e la ragion formale &c. c la prima ragion for
male dell efiftenza
delle creature , e la
ragion formale deli
eflltere delle crea
ture
147 lin. 27.
quello die quegli 3 che
153 lin. 10.
eper e per
lin. 12.
anoi anoi
171 lin. io.
manchiamo mentiamo
ip2 lin. 32.
Colletanev Collattaneo , cioe no
dri-
E R R O R I CORREZIONI
drito coilo iteiib lat-
te .

221 lin.
^
eteno eterno
232 lin. 25.
certi eretici da certi eretici
273 lin. 26.
Viveremmo , in que- In quefla guifa ragio-
ila guifa ragiona ,
na : viveremmo noi
noi &c. forfe &c.
311. lin. 26.
Giuftiniano
mjr
4

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